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LEOPARDI E FLAUBERT ( DE_ROBERTO FEDERICO , 1886 )
StampaPeriodica ,
Ogni ravvicinamento sembra , a prima vista , impossibile . Che cosa si può trovare di comune fra il mite cantore di Consalvo e delle Ricordanze e lo spietato storiografo di Madame Bovary ? tra il felice artefice dei versi più puri ed armoniosi , e lo scrittore incapace non solo di mettere insieme un alessandrino , ma pur di leggere con la giusta misura l ' altrui poesia ? tra il filosofo formulatore di astratte teorie , e il romanziere maneggiante la più viva realtà ? Tutto sembra diverso nei due grandi scrittori : l ' educazione , che fu quasi monastica nel poeta italiano , mentre quella del romanziere francese si compiva fra la scapigliatura della scolaresca parigina e le peregrinazioni attraverso lontani paesi ; il genere degli studi , principalmente letterari nel filologo recanatese , ma svariati , enciclopedici nell ' autore di Bouvard et Pécuchet ; la stessa costituzione fisica , debole , impressionabile ad ogni soffio d ' aria nel Leopardi ; vigorosa , pletorica nel Normanno robusto , rassomigliante a uno di quei condottieri Galli che sostennero l ' impeto degl ' invasori romani . Perfino le ragioni del tempo e del luogo , le condizioni morali e politiche dei paesi e dei periodi storici in cui vissero , sembrano concorrere a separarli più profondamente . Nondimeno , attraverso tante differenze di concezione e di forma , l ' impressione prodotta dalle loro opere è identica , ed essi sono due misantropi animati da una stessa ironia contro la vita . Sia qualsivoglia il significato della parola romanticismo applicata a designare una scuola letteraria , essa indica anche una situazione psicologica , non certo unicamente manifestatasi fra le generazioni che si sono successe nella prima metà del nostro secolo . Ma lo stato d ' animo ha preso il nome della scuola letteraria , perché la più gran parte delle opere che questa produsse contribuirono a diffonderlo e ad acuirlo . Una specie d ' ipertrofia dell ' imaginazione che si compiace nel creare miraggi magnifici ed inafferrabili , che è sempre in attesa di avvenimenti straordinari e di sentimenti sovrumani , al confronto dei quali ogni realtà diventa sciatta e meschina : tale è il predominante carattere di questa condizione di spirito , causa di disinganni continui e di uno scontento irrimediabile . Leopardi e Flaubert sono entrambi romantici , nel senso psicologico della parola . Da ragazzi , mostrano una eguale esuberanza d ' imaginazione ; il Leopardi aveva una grande attitudine a inventar fiabe e novelle che faceva durare settimane e settimane ; del Flaubert racconta Guy de Maupassant che , prima ancora d ' imparare a scrivere , componeva dei drammi , e li rappresentava lui solo , facendo la parte dei diversi personaggi ed improvvisando lunghi dialoghi . La loro educazione sentimentale si fa sui libri . Giovani , sono entrambi sdegnosi delle donne , e niente prova i sogni segreti , gl ' intimi vagheggiamenti d ' un introvabile ideale come questo movimento di ritrosie dinanzi al reale . E a misura che esperimentano la vita , tutti i tipi e tutti i concetti anticipatamente creati vengono distrutti e contradetti . « Mi dispiace scrive il Leopardi alla sorella di sentirti così travagliata dalla tua imaginazione . Non dirò già dalla imaginazione volendo inferire che tu abbia il torto , ma voglio intendere che di là vengono tutti i nostri mali ... » . Ed egli ha acquistato la certezza che « la felicità umana è un sogno » , che « il mondo non è bello , anzi non è sopportabile » se non veduto da lontano ; che « il piacere è un nome , non una cosa » ; che la virtù , la sensibilità , la grandezza d ' animo sarebbero le uniche consolazioni e i soli beni possibili , se non si perdessero interamente , vivendo nel mondo e nella società . Alle disillusioni , alla persuasione che tutto è male e dolore nel mondo , si aggiunge ben presto la personale esperienza del dolore . A venti anni , nel pieno rigoglio della gioventù , il Leopardi vede distrutta la sua salute , e la malattia , invincibile , proteiforme , non gli dà tregua finché lo uccide . Gustavo Flaubert aveva quasi la stessa età del Leopardi quando fu atterrato la prima volta da quel male che non doveva più lasciarlo e che lo fulminò a cinquantanove anni : l ' epilessia ... È lecito attribuire a uno scrittore i sentimenti che egli presta alle creature uscite dalla sua mente , sopratutto quando questi sentimenti si manifestano uniformi attraverso le diverse apparenze . Tale era il caso dei personaggi creati dal Flaubert . Emma Bovary va dietro a un sogno di felicità che non raggiunge né nel matrimonio né nella colpa ; Salammbô giunge ad impadronirsi del zaïmph , il mantello della Dea , ma non prova nulla della felicità sognata , e resta malinconica nel suo sogno realizzato ; Federico Moreau trova tutto insignificante e indegno al paragone dell ' ideale che la signora Arnoux gli ha messo nel cuore ; Bouvard e Pécuchet hanno un ' ardente sete del vero , lo cercano da per tutto e non lo trovano mai ... Fautore ardente della impersonalità nell ' arte , il Flaubert pretende di scomparire dietro le sue creazioni , di non frapporsi mai fra esse e il lettore . Egli non si accorge che l ' unica impersonalità conseguibile è puramente formale ; che nello stile , nella scelta degli effetti , nella stessa concezione d ' una opera la personalità dell ' autore lascia una indelebile impronta , che ne costituisce l ' interesse . La bramosia inquieta e indefinibile , lo sconforto lento e continuo , lo svanire d ' ogni sogno e d ' ogni speranza che sono nei personaggi del Flaubert , s ' incontrano in lui e sopraffanno lo slancio primitivo della sua natura . Egli diceva che l ' Education sentimentale , il più caratteristico dei suoi romanzi , avrebbe potuto chiamarsi Les fruits secs : titolo espressivo dell ' amara tristezza , della desolante malinconia che il romanziere ha spirato in quelle pagine . Un altro importante fattore di questo suo stato d ' animo è la sua sensibilità straordinaria . « Il est vrai scriveva alla Sand que je suis doué d ' une sensibilité absurde ; ce qui érafle les autres me déchire » . È necessario provare che d ' una sensibilità non meno squisita era dotato Giacomo Leopardi ? Queste due grandi anime vibravano tormentosamente ad ogni più leggiero tocco , ed erano esclusive e irrefrenabili nelle loro passioni . Quando si dice che entrambi vissero per le lettere non si ripete una esagerazione convenzionale , ma la più precisa verità . Il disprezzo del Leopardi pei recanatesi , pei romani , per tutti gl ' italiani del suo tempo si manifesta in frasi acri , spietate , che trovano riscontro nelle roventi espressioni con le quali il Flaubert colpisce i suoi contemporanei . L ' inerzia , la sciocchezza , la nullità della folla che li circonda li feriscono dolorosamente . « Certo che non voglio vivere tra la turba : la mediocrità mi fa una paura mortale » diceva al Giordani il povero Leopardi . Quanto al Flaubert , il suo orrore della mediocrità si manifestò in un modo molto strano : riproducendola inesorabilmente , in tutto ciò che essa ha di più insoffribile e di odioso . Il farmacista Homais , Bouvard e Pécuchet , quasi tutti i personaggi dell ' Education sentimentale , sono i campioni , immortali a forza d ' esser veri , della sciocchezza ridicola , della presuntuosa futilità . E la sciocchezza umana non si rivela soltanto nei giudizi comuni , ma nella storia del sapere . Con la Critica della ragione pura , Kant si studia di stabilire la possibilità della scienza ; Bouvard et Pécuchet ne fa disperare ... Certo , per chi guardi alla forma e alle altre circostanze esteriori , nessun ' opera del Leopardi è paragonabile a questa , che il Flaubert cominciò a scrivere nella piena maturità del suo ingegno ; ma agli occhi del psicologo , che dietro il fatto letterario considera la disposizione di spirito , un medesimo scetticismo ed altrettanta ironia , verso le orgogliose affermazioni umane , ispirava al giovane Leopardi la sua Storia degli errori popolari degli antichi e alcune delle sue Operette morali . Nel pellegrinaggio attraverso il passato , nella indagine curiosa e simpatica delle idee religiose e sociali delle scomparse civiltà , il Flaubert e il Leopardi offrono un ' altra rassomiglianza . « L ' immesse dégoût que me donnent mes contemporains me rejette sur le passé » scriveva l ' autore di Salammbô , della Tentation de Saint Antoine e di Hérodias . I soggetti preferiti dal Leopardi , in prosa e in verso , sono anch ' essi antichi , e i volgarizzamenti formano molta parte delle sue opere . Ma più significative sono forse in questo senso le falsificazioni dell ' Inno a Nettuno , e specialmente del Martirio dei santi Padri del Monte Sinai , dove più che la forma , è imitato e quasi evocato il sentimento antico . Fra le opere che la morte tolse al Flaubert di scrivere , una doveva prendere argomento dalla battaglia delle Termopili . L ' idea di narrare questa lotta immortale che non appartiene alla storia d ' una nazione , ma del mondo intero , lo gettava in una emozione violenta ; egli voleva farne un racconto patriottico , semplice e terribile , da leggere ai fanciulli di tutti i popoli . Il Leopardi cantò l ' impresa al cui ricordo non poteva tenere le lagrime , e se non a tutti i popoli , insegnò agl ' italiani , coi quali egli parlava , i miracoli dell ' amore di patria ... Ma il sogno , i fantasmi antichi e gloriosi , bastano forse a consolare della miseria presente ? La tristezza del Flaubert , invece di scemare , si accresce di giorno in giorno : « Ce sont comme des cataractes , des fleuves , des océans de tristesse qui déferlent sur moi . Il n ' est pas possible de souffrir davantage . Par moments j ' ai peur de devenir fou ... » . Quante frasi simili non si potrebbero trovare nell ' epistolario leopardiano ? La vita dei due grandi scrittori scorre vuota e monotona . « Je n ' ai besoin dice il Flaubert que d ' une chose ( et celle - là on ne se la donne pas ) c ' est d ' avoir un enthousiasme quelconque » : lamento che ricorda quello del Leopardi : « Ho bisogno d ' amore , amore , amore , fuoco , entusiasmo , vita ... » . Se la condizione umana è così disperata , l ' anima è essa immortale e possiamo riprometterci un compenso in una vita avvenire ? « L ' affirmative me paraît une outrecuidance de notre orgueil , une protestation de notre faiblesse contre l ' ordre éternel . » Né il Leopardi cerca di diminuire il peso dei suoi mali « par de frivoles espérances d ' une prétendue félicité future et inconnue . » Tutto quello che si può sperare di meglio è la tranquillità . « Je vous ai dit scrive il Leopardi que l ' art de ne pas souffrir est maintenant le seul que je tâche d ' apprendre , parce que j ' ai renoncé à l ' espérance de vivre . » E il Flaubert : « Non , je ne crois pas le bonheur possible , mais bien la tranquillité . » Ahimè ! questa tranquillità fu almeno conseguita dai due grandi immortali ? Stanco , abbattuto , solo , il Flaubert riassunse la sua misantropia in una frase : l ' éternelle misère de tout . Provato più acerbamente dalla sventura , accortosi della inutilità d ' ogni suo sforzo e del suo stesso dolore , il Leopardi disse a sé stesso : « ornai disprezza Te , la natura , il brutto Poter che , ascoso , a comun danno impera , E l ' infinita vanità del tutto » .