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> autore_s:"ARRIGHI CLETTO"
RICORDI DI GIORNALISMO ( ARRIGHI CLETTO , 1883 )
StampaPeriodica ,
I Quindi giacché la Cronaca Bizantina mi ha invitato a mandarle dei ricordi di giornalismo - oggi mi permetterò di raccontare a ' miei lettori un aneddoto bastantemente gustoso , sulla questione dei plagi . Bisogna sapere che , saranno ora cinque o sei anni , la critica italiana s ' era messa a correr dietro ai plagiari , come se questi fossero ladri o contrabbandieri e la critica fosse un questurino o una guardia di finanza . Non vi saprei dire chi avesse cominciato . Lo scandalo scoppiò forte quel giorno in cui un giornale della sera accusò il Cavallotti d ' aver copiati i suoi Pezzenti da un romanzaccio di Gonzales , trasportando nelle scene del suo dramma i dialoghi tali e quali dal racconto francese , o spagnolo che sia . Il pubblico , indifferente , alzò le spalle e non vide in quella rivelazione che un giuoco di partito . Esso presentiva che il Cavallotti avrebbe fatto vedere di non essere stoffa di ladro letterario . Ma i nemici del Cavallotti non dissimularono la gioia di scoprirlo in flagrante , mentre gli amici gridarono , come ossessi , che la delazione del Torelli Viollier era un ' azione indegna , e che per l ' onore della stampa italiana non si avrebbe più dovuto permettere questo spionaggio letterario . Mi ricordo d ' aver allora difeso il Cavallotti , raccontando ciò che un mio zio amico di Rossini mi aveva detto , un giorno che si parlava appunto dei furti musicali del gran maestro . Quando Rossini incominciò a scrivere mi diceva mio zio tutti i pedanti Paisiellisti , Mozartisti e Cimarosisti lo accusavano di plagio . E non a torto . Soltanto che Rossini restò Rossini , e i maestri dai quali egli tolse parecchie delle sue melodie nessuno sa più quasi che sieno esistiti . Tantoché avviene , che oggidì , chi non si picca di musica , scambia il ladro col derubato che è un piacere . Una sera io stavo al Manzoni seduto presso un onesto venditore di bretelle e cinti elastici , ad ascoltare un ' opera di Mozart . A un tratto egli si volta a me e mi dice : Non le pare che questo pezzo sia tolto di pianta a Rossini ? Io lo guardai nel bianco degli occhi per vedere se mi burlava . Infatti risposi si direbbe quasi che Rossini sia nato assai prima di Mozart . L ' altro non capì . Era scottante ancora la polemica per il plagio del Cavallotti , quand ' io diedi al teatro milanese la mia nuova commedia Nodar e Perucchee . Non so per quale miracolo questi Nodar e Perucchee piacessero assai , fin dalla prima sera ; giacché è noto che delle quarantadue commedie ch ' io scrissi pel mio teatro , trentaquattro fiascheggiarono supinamente alla prima rappresentazione , salvo poi , per qualcuna di esse , ammutarsi in delirio di successo , come accadde appunto del Barchett de Boffalora che fu ripetuto trecento cinquantadue volte in tre anni , e del Milanes in mar , che oggidì è rappresentato da tutte le compagnie di operette . I miei dolci confratelli , adunque , non potendo negar il successo del Nodar e Perucchee , insinuarono che esso doveva essere un plagio . E il Filippi tra gli altri , nella Perseveranza , tra molte cose gentili che ebbe a dire di essa , scrisse che la doveva essermi stata ispirata da due o tre commedie del repertorio francese , che io non avevo mai viste né conosciute . « Ch ' io mi ricordi scriveva il Filippi non ci trovo analogia che nel Carnaval d ' un merle blanc e nel Passé de Nichette . » Potete immaginarvi quanto io fossi grato al Filippi d ' avermi dato con quelle due indicazioni il modo di far diventare forse più attraente la mia commedia . Mandai dunque subito dal Dumolard a comprare il Carnaval e il Passé de Nichette , li lessi e non vi trovai una sola situazione , una frase , una sillaba che corrispondesse alla roba mia . Ma non dovete credere neanche per questo che la mia coscienza non mi rimordesse fieramente e non gridasse a voce alta : Sì , tu sei un ladro , un famoso ladro lo stesso ! Giacché Nodar e Perucchee , quantunque non tolti dalle due commedie francesi indicate dal Filippi , erano pur sempre una vigliacca e turpe ruberia ! ! Giudicatene : « On a beaucoup ri de la gravité des notaires . On s ' est cruellement amusé de leur pesanteur . Qu ' est - il arrivé ? Les notaires se sont fâchés de ces absurdes railleries . On leur reprochait leurs qualités comme des défauts . Ils ont voulu se corriger , ils se sont faits hommes du monde , ils sont devenus légers et fringants . Le coiffeur au contraire est le seul homme grave de notre époque . » Questo brano d ' una lettera della Girardin che ho trascritto in francese , sicuro qual sono che non ci sia lettore della Bizantina il quale non conosca la lingua dei nostri più o meno prossimi nemici mi aveva suggerita la idea della commedia Nodar e Perucchee ; e dava il pretesto a ' miei nemici di accusarmi di plagio . Io cospersi di cenere il capo e piansi il mio errore . Sì . Io avevo commesso il delitto di leggere quel brano delle Lettres Parisiennes della Girardin , e m ' era balenata in mente l ' idea del mio lavoro pel teatro milanese . Capivo d ' aver commesso un ' azione indegna ! Giurai di non leggere più nulla , di non studiar più , anzi di non parlare più con nessuno , per paura che non mi venisse dal di fuori la più piccola ispirazione che mi rendesse reo di plagio . Quando vorrò scrivere qualche cosa pensavo mi chiuderò ermeticamente nella mia camera priva di libri , di riviste , di giornali , mi cretinizzerò ben bene , poi , con le mani sul banco , aspetterò che scenda dal cielo una ispirazione veramente mia , tutta mia , salvo poi a sentirmi dire dal primo che passa che quella ispirazione era già venuta ad altri in Francia od in Italia . Ho ancora vivissima in mente la impressione di un disinganno di questo genere nei giorni che scrivevo la Scapigliatura parola che fu trovata perfetta dal povero Camerini per significare in italiano la Bohème francese . Una notte , insonne , balzo dal letto , corro al tavolino , butto giù una diecina di pagine . Mi pareva d ' aver fatto una trovata sublime ! Ero felice ! Al mattino un amico viene a trovarmi , ed io tutto raggiante gli racconto di aver avuto nella notte una bella e novissima ispirazione . Gli leggo le pagine . Quello , serio , ascolta , poi dice : Belle ! ! ! ma ... Ma che cosa ? Hai tu letta la Peau de chagrin di Balzac ? No . Bene , leggila . Troverai precisamente questa scena . Se mi avesse dato un cazzotto mi avrebbe fatto meno male .