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IMPOSSIBILITÀ DI UN ACCORDO ( MALATESTA ERRICO , 1897 )
StampaPeriodica ,
Abbiamo pubblicato qui sopra la risposta che Merlino ci ha mandato alla critica che noi facemmo di un suo articolo pubblicato nella Revue socialiste , perché i lettori possano più facilmente farsi un ’ opinione loro propria . Replicherò il più brevemente possibile , per non cominciare una nuova e lunga polemica , né per dar fondo ad argomenti sui quali dovremo ritornare continuamente , perché sono la materia della nostra propaganda , ma semplicemente per rimettere a posto quelle cose , che Merlino , secondo noi , ha spostato . Premettiamo un ’ osservazione . Noi non sappiamo bene se Merlino continui o no a chiamarsi anarchico . Il certo è , e ce ne duole , che se egli si dice ancora anarchico , non intende più l ’ anarchia come l ’ intendono gli anarchici , fra cui egli militava fino a non molto tempo fa . E , perciò , il noi ed il nostro , che Merlino adopera ancora , va accolto con riserva . Avevamo creduto che Merlino sarebbe riuscito a formare un terzo partito , intermedio tra i marxisti e noi – qualche cosa come gli Allemanisti francesi ; e ce ne saremmo rallegrati , poiché ciò avrebbe dato una organizzazione propria a quegli elementi che stanno a disagio nel Partito Socialista Italiano , ed avrebbe segnato un passo avanti nell ’ evoluzione del socialismo in Italia , mentre d ’ altra parte quegli anarchici che avessero potuto aderire al nuovo partito non sarebbero stati , in generale , che degl ’ individui già sul punto di abbandonarci e che avremmo in ogni modo perduti . Ma incominciamo a temere , per sintomi molteplici e vari , che anche questa era un ’ illusione . Merlino , quando avrà perduto ogni speranza di convertire gli anarchici e di far loro accettare , con delle attenuazioni che secondo noi non hanno alcun valore pratico , le idee ed il metodo dei socialisti democratici , passerà senz ’ altro nelle file di questi ultimi . Ed allora forse , subendo la suggestione del nuovo ambiente , dirà che gli anarchici non esistono . Vorremmo ingannarci . Ed ora rispondiamo a Merlino , cercando di seguire il suo scritto paragrafo per paragrafo . Merlino dice che noi ci sforziamo di esagerare il nostro dissenso coi socialisti democratici . L ’ accusa sarebbe ben altrimenti giusta se fosse invertita . Sono i socialisti democratici che continuamente – e disonestamente – si sforzano di travisare le nostre idee , per poter poi dire che noi non siamo socialisti , e negare la parentela intellettuale e morale che li unisce a noi . Ancora l ’ altro giorno l ’ Avanti ! negava ogni rapporto tra anarchismo e socialismo , e diceva di noi quello che avrebbe potuto dire di un partito di piccoli borghesi che si rivoltasse violentemente contro l ’ aumento delle tasse e la concorrenza dei grossi capitalisti : così che uno potrebbe prendere per anarchici i padroni macellai e fornai di Napoli e Palermo , quando protestano e resistono contro il calmiere municipale ! E l ’ Avanti ! è ancora uno degli organi meno intolleranti che vanta il partito socialista democratico ! Noi vogliamo essere un Partito separato , non per il piacere di distinguerci dagli altri , ma perché realmente abbiamo idee e metodi diversi dagli altri partiti esistenti . E respingiamo assolutamente la supposizione che noi esageriamo in un senso per fare equilibrio alle esagerazioni opposte degli altri . Noi sosteniamo quel che sosteniamo , perché crediamo che sia la verità , e non per altra ragione . Se ci accorgessimo che nel nostro programma v ’ è una parte d ’ errore , noi ci affretteremmo a sbarazzarcene ; e quando anche gli altri modificassero le loro idee in modo da incontrarsi con noi , allora ... noi e gli altri costituiremmo naturalmente un partito solo . Ora come ora , le idee sono differenti , ed è giusto e necessario che vi siano Partiti differenti . Noi non vogliamo soltanto resistere alla possibile tirannia dei socialisti al potere : noi vogliamo far si che il popolo si rifiuti a nominare o a riconoscere dei nuovi governanti , e pensi da se stesso ad organizzarsi localmente e federalisticamente , senza tener conto delle leggi e di decreti di un nuovo governo , e resistendo colla forza contro ciò che gli si volesse imporre per forza . E se , per mancanza di forza sufficiente , non potessimo raggiungere subito questo nostro scopo , allora in attesa di divenir più forti , eserciteremmo quell ’ azione , moderatrice o eccitatrice secondo i casi , che esercitano i partiti di opposizione quando non si lasciano corrompere ed assorbire . Il consiglio di Merlino , di entrare nel partito socialista democratico per poter prevenire la tirannia dei socialisti al potere equivale a quello di divenire , p . es . monarchici o repubblicani per evitare che la monarchia o la repubblica fossero troppo reazionarie . Quest ’ ultimo consiglio sarebbe giustificato , se dato a chi è disposto ad accomodarsi con la monarchia o la repubblica , come sarebbe giustificato quello di Merlino se noi accettassimo il principio di un governo socialista e ci dicessimo anarchici solo allo scopo di prevenire che quel governo fosse troppo autoritario . Ma quello non è il caso . Quel che dice Merlino che molti anarchici si dicono oggi genericamente socialisti e non già comunisti o collettivisti non perché vogliono un sistema misto quale lo desidera Merlino , ma perché , o sono incerti o non danno importanza alla questione , o non vogliono farne una ragione di divisione , è vero . Noi stessi siamo propriamente comunisti , alla sola condizione ( sottintesa , perché senza di essa non potrebbe esserci anarchia ) che il comunismo sia volontario ed organizzato in modo che ammetta la possibilità di vivere secondo altri sistemi . Ma siccome il collettivismo dei collettivisti anarchici è anch ’ esso ( necessariamente , se no non sarebbe anarchico ) sottoposto alla stessa condizione , la differenza si riduce ad una questione di organizzazione pratica che deve esser risolta mediante accordi , e non può dar luogo alla costituzione di due partiti separati ed avversi . Questo però , come dicemmo , non ha nulla da fare colle differenze tra anarchici e democratici , che sono quelle che qui c ’ interessano . Il « collettivismo » dei socialisti democratici , a differenza del collettivismo dell ’ Internazionale , non pregiudica la questione del modo di distribuzione dei prodotti , poiché vi sono molti democratici che si dicono collettivisti , e vogliono che detta distribuzione sia fatta in ragione dei bisogni . Merlino dice che noi confondiamo i socialisti democratici con i socialisti di Stato , e noi infatti crediamo che tali essi siano , quantunque non li confondiamo certo con quei borghesi che si chiamano anche socialisti di Stato e vogliono fare solamente un po ’ di « socialismo » a scopo fiscale , o a scopo di allontanare o scongiurare il pericolo del socialismo vero . I socialisti democratici combattono questa specie di falso socialismo ; e se , per evitare equivoci , respingono ( e non tutti ) il nome di socialisti di Stato , ciò non toglie che essi vogliono che la nuova società sia organizzata e diretta dallo Stato , vale a dire dal governo . Merlino ha un modo curioso di conciliare le opinioni . Esprime quello che dovremmo pensar noi e quello che dovrebbero pensare i socialisti democratici , ed arriva facilmente all ’ accordo , poiché in realtà egli dice ciò che pensa lui secondo che si piazza da differenti punti di vista , e non già quello che pensiamo noi o i democratici . Così egli dice che « i socialisti democratici hanno il torto di accreditare il sospetto che essi vogliono né più né meno che un grande Stato » , ecc .. Ma è proprio soltanto un sospetto ? Noi ameremmo sentirlo dire dai socialisti democratici autentici . È così pure , egli dice che noi non rappresentiamo il principio di libertà , perché egli ( Merlino ) crede che « volontarietà , libertà , consenso sono principii incompleti che non ci possono dare da sè soli , né ora né per molti secoli avvenire , tutta l ’ organizzazione sociale » . Fino a che egli dice che noi ci sbagliamo , sta bene ; ma dire che noi non pensiamo in quel dato modo , che noi non rappresentiamo le idee che difendiamo , perché egli le crede sbagliate , è di una logica singolare . Il fatto è che noi crediamo appunto che tutta l ’ organizzazione possa e debba – ora , non tra molti secoli – uscire dalla libertà , e che quindi la differenza tra noi ed i democratici resta intera , fino a quando Merlino non ci abbia persuasi che abbiamo torto , e fatto abbandonare il programma anarchico . Per ora la differenza diminuisce solo fra Merlino ed i democratici , a misura che aumenta fra Merlino e noi . Bisogna che gl ’ interessi collettivi indivisibili siano collettivamente amministrati : siamo d ’ accordo . La questione sta nel modo come quest ’ amministrazione può esser condotta senza ledere il diritto eguale di ciascuno , e senza servire di pretesto e di occasione per costituire un potere che imponga a tutti la propria volontà . Per i democratici è la legge , fatta dai deputati eletti a suffragio universale , quella che deve provvedere alla necessaria amministrazione degl ’ interessi collettivi ; per noi è il libero patto tra gl ’ interessati , o , all ’ occasione , la libera acquiescenza alle iniziative che i fatti mostrano utili a tutti . Noi non solo non vogliamo , ma non crediamo possibile un metodo di ricostruzione sociale intermedio , che non sia né l ’ azione libera delle associazioni che si vanno man mano accordando e federando , né l ’ azione dittatoriale di un governo forte . Ma Merlino c ’ invita a scendere dalle « empiree sfere dei principii astratti » e discutere le modalità della organizzazione sociale . Noi non domandiamo di meglio , e perciò volevamo cominciare dall ’ assodare quale deve essere praticamente il punto di partenza della nuova organizzazione : l ’ elezione di una Costituente , o la negazione di ogni potere costituente delegato ? La « conquista dei pubblici poteri » , o la loro abolizione ? I socialisti democratici mirano ad un futuro Parlamento , o ad una futura dittatura , che abolisca le leggi esistenti e ne faccia delle nuove ; – e perciò sono logici quando abituano la gente a considerare il voto come un mezzo onnipotente di emancipazione . Noi invece miriamo all ’ abolizione dei Parlamenti e di ogni altra specie di potere legislativo , e perciò vogliamo , per gli scopi attuali e per i futuri , che il popolo si rifiuti di nominare e di riconoscere dei legislatori . Se Merlino riesce a metterci d ’ accordo avrà fatto una fatica d ’ Ercole ... ma noi crediamo ch ’ egli perda il tempo . L ’ accordo coi socialisti democratici , ed anche coi semplici repubblicani , lo vorremmo anche noi , ma non nel senso di rinunziare ciascuno ad una parte delle sue idee e fondere i vari programmi in un programma intermedio . Vorremmo l ’ accordo in quelle cose in cui i vari partiti possono agire insieme senza rinunziare alle loro idee particolari , quali sarebbero , nel caso concreto , l ’ organizzazione economica , la resistenza degli operai contro i capitalisti , la resistenza popolare contro il governo . Su questo terreno Merlino ha già reso dei servizi e , se rinunciasse alla fisima di convertirsi al parlamentarismo ( poiché , in fondo in fondo è sempre quella la questione ) potrebbe renderne di ben più grandi .