StampaPeriodica ,
Il
lettore
scuserà
la
disorganicità
di
queste
brevi
note
.
Non
hanno
alcuna
pretesa
di
completezza
:
vogliono
sollevare
dei
problemi
,
più
che
risolverli
.
Sono
state
scritte
nella
speranza
che
si
possa
aprire
una
discussione
su
alcuni
temi
che
interessano
tutto
il
movimento
operaio
.
Manca
una
letteratura
che
rifletta
la
realtà
viva
del
proletariato
industriale
.
Per
letteratura
non
intendo
evidentemente
la
narrativa
in
senso
stretto
quanto
piuttosto
quella
più
ampia
produzione
scritta
che
va
dall
'
inchiesta
al
saggio
,
dal
romanzo
ambientato
in
una
società
industriale
a
qualsiasi
altra
espressione
creativa
che
faccia
centro
sull
'
umanità
operaia
,
dalla
raccolta
sistematica
di
quanto
il
proletariato
spontaneamente
produce
a
quanto
,
spinto
dalla
cultura
che
ad
esso
è
legata
,
può
produrre
sulla
propria
condizione
.
Una
tale
produzione
si
fa
letteratura
poiché
«
narra
»
la
società
,
animando
il
tessuto
sociale
,
cogliendolo
in
tutta
la
sua
mobile
complessità
piuttosto
che
riprodurlo
come
una
cosa
senza
vita
,
frutto
di
una
visione
meccanica
dei
rapporti
sociali
.
Una
letteratura
.
intesa
in
questo
senso
,
si
è
sviluppata
partendo
dalle
zone
più
arretrate
della
nostra
società
,
dal
proletariato
e
dal
sottoproletariato
contadino
meridionale
.
Ma
qui
si
è
fermata
,
senza
trovare
in
se
stessa
la
forza
di
salire
alla
visione
unitaria
della
società
nazionale
.
Il
motivo
di
questa
intrinseca
limitatezza
va
ricercato
,
a
mio
avviso
,
nella
matrice
ideologica
della
letteratura
sociologica
meridionalista
.
Sono
appunto
le
sue
origini
che
oggi
ne
ostacolano
una
ulteriore
espansione
ed
anzi
la
spingono
verso
un
processo
involutivo
.
Ad
essa
comunque
restano
legati
alcuni
fondamentali
momenti
dello
sviluppo
culturale
degli
anni
del
dopoguerra
.
L
'
aspetto
più
promettente
del
nostro
panorama
culturale
,
ossia
la
maturità
del
suo
impegno
sociale
,
è
passato
anche
per
l
'
accostarsi
di
alcuni
settori
della
cultura
democratica
ai
problemi
del
mondo
contadino
meridionale
.
Questo
incontro
ha
visto
molti
uomini
di
cultura
di
formazione
democratica
fare
propri
i
problemi
della
miseria
e
dell
'
arretratezza
meridionale
.
In
termini
dialettici
essi
hanno
dato
una
soluzione
concreta
ai
rapporti
tra
una
cultura
consapevole
della
propria
responsabilità
sociale
e
la
società
in
cui
vive
ed
opera
.
Oggi
le
conclusioni
raggiunte
ci
lasciano
insoddisfatti
;
nondimeno
sono
ricche
di
insegnamenti
positivi
che
,
lungi
dall
'
essere
rifiutati
,
vanno
invece
studiati
e
fatti
propri
dal
movimento
operaio
.
I
limiti
«
democratico
-
borghesi
»
Alla
radice
di
tutti
i
limiti
della
letteratura
sociologica
meridionalista
vi
è
una
concezione
democratico
-
borghese
dei
problemi
sociali
.
L
'
accostamento
alle
plebi
meridionali
nasce
da
un
impulso
morale
ed
in
esso
si
esaurisce
.
La
concezione
rivoluzionaria
della
società
è
del
tutto
assente
:
ciò
che
offende
,
ciò
che
muove
è
l
'
inconciliabilità
tra
una
determinata
condizione
di
arretratezza
,
terribile
come
una
condanna
,
e
lo
Stato
borghese
modernamente
inteso
.
Infine
la
ricerca
delle
cause
di
tanta
arretratezza
,
e
delle
sue
soluzioni
,
anziché
nelle
strutture
del
paese
e
nella
lotta
di
classe
,
si
esaurisce
(
nei
casi
in
cui
di
questa
analisi
si
senta
il
bisogno
e
non
ci
si
limiti
ad
una
visione
immobile
,
fatalista
della
miseria
meridionale
)
nell
'
indicazione
di
forze
implicite
nel
mondo
meridionale
ovvero
di
forze
che
agiscono
soltanto
nella
sovrastruttura
del
paese
.
Una
visione
marxista
della
società
parte
dalla
ricerca
delle
cause
strutturali
,
delle
radici
economiche
,
storiche
,
politiche
della
situazione
concreta
,
e
cerca
nella
lotta
di
classe
le
forze
di
ogni
trasformazione
sociale
.
Appunto
una
visione
marxista
rintracciando
nella
struttura
della
società
italiana
e
nella
politica
delle
sue
classi
dirigenti
i
motivi
di
fondo
dell
'
arretratezza
meridionale
,
e
vedendo
nella
lotta
di
classe
le
forze
per
la
sua
rottura
,
avrebbe
immesso
la
letteratura
sociologica
meridionalistica
in
un
orizzonte
più
ampio
,
l
'
avrebbe
liberata
da
quanto
ha
oggi
di
chiuso
,
di
limitato
e
talvolta
di
provinciale
.
L
'
assenza
di
rigore
Tutta
la
letteratura
meridionalista
ha
un
impronta
sociologica
,
ma
nel
suo
interno
si
è
venuta
formando
una
produzione
sociologica
vera
e
propria
,
una
scuola
addirittura
.
Deficienza
palese
di
questa
corrente
,
suo
grave
limite
,
è
l
'
assenza
di
rigore
metodologico
.
,
la
mancanza
di
sufficiente
spirito
sistematico
e
critico
,
un
modo
improvvisato
,
talvolta
ingenuo
,
di
affrontare
la
realtà
sociale
.
Ciò
che
le
manca
è
lo
a
spirito
scientifico
A
,
ed
alla
radice
di
queste
deficienze
troviamo
nuovamente
la
matrice
ideologica
democratico
-
borghese
.
Contenuto
scientifico
della
produzione
sociologica
significa
infatti
aderenza
alla
struttura
della
vita
sociale
.
Il
problema
del
come
darsi
un
maggior
rigore
non
si
risolve
,
come
molti
credono
,
assorbendo
semplicemente
le
tecniche
della
sociologia
tradizionale
.
La
tecnica
,
la
metodologia
di
per
se
stessa
,
non
qualificano
nulla
.
È
lo
spirito
con
cui
ci
si
avvicina
alla
realtà
,
l
'
angolo
visuale
da
cui
si
parte
.
l
'
ideologia
insomma
,
che
hanno
una
sostanza
scientifica
o
meno
.
Una
stessa
tecnica
.
intesa
nel
più
moderno
dei
modi
.
può
condurre
a
risultati
opposti
,
a
sistemare
un
mondo
fondato
sulla
ragione
e
sulla
materia
,
come
un
altro
metafisico
ed
irrazionale
.
Non
si
tratta
però
,
si
badi
bene
,
di
svalutare
la
metodologia
di
lavoro
,
si
tratta
invece
di
utilizzarla
per
ciò
che
essa
realmente
è
:
uno
strumento
nelle
mani
dello
scienziato
.
Un
fatto
vivo
nella
cultura
La
letteratura
sociologica
meridionalista
di
questo
dopoguerra
nasce
dall
'
incontro
tra
la
miseria
del
Sud
ed
alcuni
settori
della
nostra
cultura
democratica
i
quali
sentivano
l
'
urgenza
di
concretare
il
proprio
impegno
sociale
.
Ebbene
l
'
occasione
ed
i
motivi
di
questo
incontro
hanno
avuto
grande
importanza
nello
sviluppo
della
sociologia
meridionalista
.
Ad
essi
si
devono
tutti
i
suoi
tratti
distintivi
,
quegli
elementi
che
ne
fanno
una
esperienza
originale
e
culturalmente
produttiva
.
Innanzitutto
la
produzione
sociologica
,
questa
poveretta
tirata
sempre
in
ballo
e
sempre
ridotta
da
scienza
a
tecnica
,
da
elemento
vivo
ad
arida
disquisizione
su
di
una
realtà
sociale
sterilizzata
,
nell
'
incontro
con
questi
intellettuali
,
ansiosi
di
impegnare
le
proprie
energie
,
si
nutre
di
una
autentica
problematica
ideologica
che
ne
amplia
l
'
Orizzonte
e
la
trasforma
in
uno
dei
fatti
più
vivi
della
nostra
cultura
di
questo
dopoguerra
.
In
secondo
luogo
proprio
perché
in
essa
molti
intellettuali
vedevano
realizzato
il
proprio
legame
con
la
società
,
ha
acquistato
un
carattere
impegnato
che
le
dà
una
impronta
assolutamente
originale
.
Lo
studioso
non
si
accosta
alla
realtà
solo
per
interpretarla
:
la
rappresentazione
sottintende
un
fine
politico
,
ossia
la
trasformazione
delle
società
stesse
.
Vi
è
un
altro
aspetto
della
sociologia
meridionalista
che
va
sottolineato
.
L
'
apporto
della
esperienza
narrativa
è
stato
rilevante
ed
ha
lasciato
evidenti
tracce
.
Le
vediamo
principalmente
in
alcune
tecniche
che
la
sociologia
meridionalista
ha
in
parte
acquistato
,
in
parte
raffinato
sul
modulo
letterario
:
la
biografia
,
l
'
intervista
,
la
descrizione
ambientale
etc.
Ma
ci
sembra
che
il
contributo
della
narrativa
si
condensi
soprattutto
in
un
particolare
atteggiamento
dinanzi
alla
realtà
;
va
visto
cioè
nella
tendenza
a
a
narrare
»
la
società
,
a
tradurla
in
immagine
viva
,
in
qualcosa
di
palpitante
,
a
darle
un
volto
ed
una
espressione
morale
.
Il
sociologo
cioè
,
proprio
perché
non
è
più
un
tecnico
ma
un
intellettuale
,
proprio
perché
non
si
propone
di
registrare
la
realtà
ma
di
trasformarla
,
non
è
più
agnostico
ma
porta
nello
studio
tutta
la
propria
carica
ideologica
e
morale
che
tenta
di
trasferire
ai
gruppi
sociali
che
influenza
.
Le
suggestioni
del
mondo
primitivo
Le
stesse
origini
ideologiche
che
hanno
spinto
determinati
intellettuali
verso
la
sociologia
(
e
introdotto
un
limite
nel
loro
orizzonte
)
,
hanno
contribuito
ad
orientarli
verso
il
mondo
contadino
arretrato
.
Una
formazione
ideologica
democratico
-
borghese
,
sensibile
soprattutto
alle
lacune
dello
Stato
borghese
moderne
,
era
evidentemente
portata
,
nella
nostra
società
,
ad
orientarsi
verso
il
mondo
arretrato
dove
la
miseria
è
miseria
,
la
fame
è
fame
,
l
'
ignoranza
e
l
'
abbandono
si
manifestano
nelle
loro
forme
più
crude
e
sconcertanti
.
Qui
i
problemi
sono
più
scoperti
,
le
responsabilità
più
evidenti
,
non
occorre
scavare
gli
uni
e
le
altre
nelle
pieghe
di
una
società
complessa
e
contraddittoria
.
Anche
un
altro
motivo
va
messo
in
rilievo
quando
ci
si
chiede
perché
questi
sociologhi
improvvisati
si
sono
diretti
verso
il
mondo
contadino
:
la
origine
letteraria
di
gran
parte
di
essi
.
Nella
società
arretrata
infatti
,
nei
suoi
uomini
,
si
celavano
delle
suggestioni
che
li
hanno
sedotti
con
quanto
di
primordiale
,
di
immediato
,
di
intensamente
tragico
recavano
in
sé
.
In
sostanza
è
l
'
assenza
di
una
visione
marxista
dei
fatti
sociali
a
far
ritenere
a
molti
intellettuali
che
nelle
società
arretrate
vi
sia
una
carica
drammatica
che
le
società
evolute
,
quelle
di
tipo
industriale
,
non
hanno
.
Questa
carica
drammatica
,
dicono
molti
,
deriva
dalla
elementarietà
dei
problemi
,
dalla
loro
asprezza
,
dal
fatto
che
l
'
uomo
non
è
ancora
stato
plasmato
da
più
complessi
rapporti
sociali
,
dal
costante
rapporto
con
i
fatti
della
natura
.
Questa
convinzione
che
vi
sia
nel
mondo
contadino
arretrato
una
carica
drammatica
la
quale
invece
manca
nella
società
industriale
,
è
profondamente
radicata
tra
molti
intellettuali
.
Direttamente
o
per
via
indiretta
essa
alimenta
una
concezione
piccolo
borghese
,
anonima
e
noiosa
del
mondo
operaio
.
Le
forme
dei
contrasti
sociali
In
realtà
ci
troviamo
di
fronte
ad
una
visione
borghese
dei
fatti
sociali
.
La
vita
di
una
società
infatti
,
quanto
vi
è
in
essa
di
drammatico
,
di
tragico
talvolta
,
scaturisce
dalla
struttura
produttiva
e
dai
contrasti
sociali
che
partono
dai
rapporti
con
la
produzione
.
I
contrasti
sono
l
'
anima
,
la
forza
motrice
della
società
,
avvengano
sul
terreno
dei
rapporti
di
produzione
o
su
quello
del
potere
politico
,
nella
struttura
o
nella
sovrastruttura
o
nell
'
una
e
l
'
altra
in
diverse
combinazioni
.
Questo
è
il
nucleo
drammatico
che
colpisce
e
stimola
lo
spirito
creativo
nel
suo
studio
della
società
;
è
da
questi
contrasti
,
talora
sopiti
ma
tuttavia
presenti
ed
operanti
,
talora
laceranti
,
è
da
questi
contrasti
connaturati
alla
vita
sociale
che
scaturisce
quanto
di
drammatico
,
di
tragico
,
vi
è
nel
destino
dell
'
uomo
.
La
società
,
la
vita
sociale
,
è
sempre
un
fatto
drammatico
,
si
manifesti
questa
tensione
nell
'
esasperazione
della
fame
,
dell
'
ignoranza
,
dell
'
abbandono
o
si
trasferisca
invece
,
nelle
società
più
evolute
,
ad
un
livello
che
corrisponde
non
più
,
per
così
dire
.
alle
esigenze
fisiologiche
bensì
a
quelle
sociali
.
Nei
paesi
arretrati
i
contrasti
sono
radicali
e
si
manifestano
nelle
strutture
.
In
queste
aree
il
permanere
di
determinate
condizioni
strutturali
,
dovute
ai
rapporti
di
classe
esistenti
,
garantisce
ai
gruppi
dominanti
la
permanente
inferiorità
delle
classi
subordinate
ed
il
perpetuarsi
dei
propri
privilegi
.
La
lotta
di
classe
,
che
costituisce
il
motore
del
progresso
civile
,
avviene
al
livello
delle
strutture
ed
in
termini
rivoluzionari
.
Solo
il
rovesciamento
dei
rapporti
di
produzione
esistenti
consente
lo
sviluppo
economico
ed
il
progresso
civile
di
quei
paesi
.
Massima
è
dunque
,
proprio
nella
struttura
,
la
tensione
rivoluzionaria
anche
se
talora
ciò
non
appare
chiaramente
perché
ancora
assenti
le
forze
capaci
di
darle
contenuto
politico
e
veste
ideologica
.
Via
via
che
le
società
si
evolvono
i
contrasti
,
così
appariscenti
nei
paesi
arretrati
.
vanno
a
celarsi
sin
nelle
pieghe
più
nascoste
.
La
loro
caratteristica
è
di
non
operare
più
prevalentemente
al
livello
delle
strutture
economiche
e
dei
rapporti
di
produzione
.
ma
di
trasferirsi
anche
al
livello
delle
sovrastrutture
.
In
alcuni
paesi
può
addirittura
apparire
che
i
contrasti
si
siano
prevalentemente
trasferiti
su
questo
terreno
.
Tutto
ciò
corrisponde
,
si
diceva
,
ai
diversi
gradi
di
sviluppo
della
società
civile
.
Ebbene
,
proprio
perché
l
'
individuo
è
frutto
della
società
,
anche
le
sue
necessità
vitali
variano
a
seconda
dell
'
ambiente
che
lo
ha
condizionato
.
In
una
società
più
evoluta
l
'
individuo
dispiega
la
propria
vita
su
di
un
arco
assai
più
ampio
:
magari
,
più
complesse
,
ma
tuttavia
sempre
vitali
sono
le
sue
esigenze
.
Il
suo
contrasto
con
la
società
(
come
quello
del
suo
gruppo
e
della
sua
classe
)
non
avviene
più
soltanto
o
prevalentemente
sul
terreno
delle
esigenze
elementari
di
vita
ma
su
quello
più
composito
in
cui
si
fondono
necessità
materiali
,
sociali
e
spirituali
.
La
condizione
operaia
in
Italia
Chi
nega
un
reale
contenuto
drammatico
alle
società
evolute
compie
generalmente
un
secondo
errore
quando
paragona
la
condizione
operaia
in
Italia
con
quella
degli
altri
paesi
occidentali
.
È
questo
un
errore
assai
frequente
e
mi
sembra
il
frutto
,
di
una
visione
falsa
della
struttura
economica
su
cui
si
sviluppa
e
vive
la
società
operaia
,
dall
'
altra
di
un
errore
di
metodo
per
cui
si
considera
un
ambiente
sociale
separandolo
dal
contesto
generale
da
cui
,
lo
si
voglia
o
no
,
è
condizionato
.
In
realtà
il
settore
industriale
è
contraddistinto
da
profondi
squilibri
che
si
ripercuotono
e
improntano
di
sé
il
tessuto
sociale
che
esso
nutre
.
Frutto
di
una
politica
di
classe
contraria
agli
interessi
collettivi
,
questi
squilibri
tendono
ad
aggravarsi
e
riproducono
all
'
interno
del
settore
industriale
una
situazione
in
cui
si
intrecciano
aree
depresse
ed
aree
sviluppate
.
Ma
sulla
condizione
operaia
grava
anche
,
sia
sotto
il
profilo
economico
sia
sotto
quello
politico
e
sociale
,
il
peso
negativo
della
persistente
arretratezza
di
larga
parte
del
paese
.
Ecco
allora
che
la
classe
operaia
italiana
si
trova
in
una
condizione
particolare
.
Gli
squilibri
strutturali
esistenti
nel
paese
e
quelli
presenti
nella
stessa
area
industriale
,
le
danno
dei
compiti
ed
una
vocazione
rivoluzionaria
del
tutto
originali
rispetto
a
quelli
impliciti
negli
altri
paesi
occidentali
.
Non
esistono
paralleli
sociali
scientificamente
validi
quando
milioni
di
disoccupati
e
di
sottoccupati
gravano
sul
mercato
del
lavoro
,
quando
lo
sviluppo
industriale
,
e
più
generalmente
produttivo
,
si
compie
sotto
la
spinta
e
sotto
la
direzione
dei
gruppi
monopolistici
aggravando
gli
squilibri
esistenti
,
quando
le
discriminazioni
sono
il
solo
,
il
vero
sistema
che
regola
i
rapporti
tra
lavoratore
e
datore
di
lavoro
,
quando
nelle
fabbriche
regna
la
sopraffazione
ed
i
lavoratori
vengono
quotidianamente
umiliati
,
quando
gli
operai
non
possiedono
né
validi
organismi
sindacali
né
una
legislazione
del
lavoro
che
li
tuteli
in
modo
adeguato
.
Inesistenza
di
una
«
letteratura
operaia
»
Il
settore
più
avanzato
della
cultura
democratico
-
borghese
si
è
avvicinato
alla
società
che
le
era
più
vicina
ed
ha
saputo
penetrarla
ed
esprimerla
.
Oggi
,
pur
con
tutte
le
riserve
che
abbiamo
avanzato
,
possediamo
un
'
immagine
viva
del
mondo
arretrato
meridionale
.
Manca
invece
del
tutto
,
in
questo
dopoguerra
,
una
letteratura
,
e
soprattutto
una
sociologia
capaci
di
interpretare
la
realtà
sociale
dal
punto
di
vista
marxista
.
Manca
in
primo
luogo
un
'
immagine
viva
,
attuale
,
del
proletariato
industriale
visto
non
solo
nella
sua
struttura
ma
anche
nella
sua
tensione
morale
.
Alla
relativa
forza
politica
del
movimento
operaio
,
e
soprattutto
alla
sua
profonda
penetrazione
nel
tessuto
sociale
del
paese
,
non
corrisponde
,
sul
piano
culturale
,
una
interpretazione
altrettanto
ricca
di
quella
che
è
la
struttura
della
società
nazionale
.
Lo
stesso
termine
«
classe
operaia
»
nasconde
una
realtà
vivente
ma
senza
volto
,
una
realtà
con
la
quale
si
è
perduto
un
contatto
diretto
e
che
ci
resta
distorta
,
mummificata
spesso
,
per
essere
divenuta
un
mito
anziché
l
'
oggetto
di
meditazione
e
di
studio
.
In
sostanza
la
cultura
legata
alle
istanze
di
classe
ha
dimostrato
di
intendere
in
modo
meccanico
il
proprio
legame
col
movimento
operaio
e
con
la
società
nazionale
,
ed
ha
finito
per
trovarsi
a
rimorchio
delle
esperienze
concrete
che
i
partiti
e
le
organizzazioni
di
classe
conducono
quotidianamente
nel
paese
I
motivi
di
fondo
I
motivi
di
fondo
della
debolezza
della
cultura
marxista
vanno
ricercati
non
solo
nella
sua
formazione
ma
anche
nelle
prospettive
politiche
della
lotta
del
movimento
operaio
e
della
funzione
che
,
in
questa
lotta
,
esso
ha
assegnato
alla
cultura
.
Per
quanto
concerne
la
formazione
della
cultura
marxista
va
rilevata
l
'
origine
idealista
di
molti
intellettuali
ed
il
peso
della
tradizione
accademica
.
Entrambi
questi
elementi
costituivano
una
forte
remora
ad
una
visione
spregiudicata
e
diretta
della
società
.
Al
contrario
tutto
spingeva
alla
disquisizione
astratta
,
all
'
ideologismo
,
allo
studio
pedantesco
e
filologico
dei
sacri
testi
piuttosto
che
all
'
esame
diretto
della
realtà
in
cui
si
muove
il
movimento
operaio
.
Nella
stessa
direzione
premeva
la
subordinazione
del
movimento
operaio
italiano
alla
strategia
del
blocco
socialista
e
la
prospettiva
della
presa
violenta
del
potere
in
occasione
di
una
crisi
di
carattere
internazionale
.
Accettata
la
prospettiva
della
rottura
violenta
,
e
preso
lo
Stato
sovietico
come
modello
di
edificazione
socialista
,
il
solo
problema
che
si
pone
è
quello
della
conquista
rivoluzionaria
dello
Stato
sotto
la
guida
del
partito
operaio
.
Tutto
diviene
strumentale
,
anche
la
cultura
la
cui
funzione
non
è
più
di
studiare
la
realtà
ma
di
servire
da
bandiera
.
Non
ponendosi
il
problema
della
conquista
progressiva
di
un
maggior
potere
nelle
strutture
dello
Stato
borghese
,
non
esiste
né
un
problema
di
partecipazione
e
di
educazione
delle
masse
,
né
il
problema
dello
studio
della
situazione
concreta
in
cui
il
movimento
operaio
opera
.
al
fine
di
indicargli
come
trasformare
la
realtà
.
Il
rapporto
tra
il
partito
e
le
masse
popolari
si
svolge
a
senso
unico
,
dall
'
alto
verso
il
basso
;
proprio
come
si
svolge
il
rapporto
tra
il
partito
e
la
cultura
vicina
al
movimento
operaio
.
Il
travaglio
del
movimento
operaio
iniziato
col
XX
Congresso
ha
messo
in
nuova
luce
tendenze
già
operanti
,
ed
ha
dato
tutt
'
altra
prospettiva
di
lotta
ai
partiti
ed
alle
organizzazioni
di
classe
.
Via
pacifica
al
socialismo
,
pur
in
una
situazione
strutturale
che
si
presenta
rivoluzionaria
,
significa
appunto
conquista
progressiva
di
un
maggior
potere
nell
'
ambito
di
una
società
che
è
borghese
.
Postulato
di
questa
lotta
è
la
partecipazione
delle
masse
,
la
loro
costante
mobilitazione
,
in
direzione
dei
temi
di
struttura
,
la
loro
continua
educazione
alla
gestione
delle
aree
di
potere
che
progressivamente
conquistano
.
Ciò
significa
prospettiva
della
conquista
popolare
dello
stato
borghese
dal
suo
interno
e
nello
stesso
tempo
educazione
all
'
esercizio
concreto
della
democrazia
diretta
.
Il
rapporto
col
paese
e
con
le
masse
popolari
diviene
adesso
reciproco
:
l
'
adesione
continua
alla
realtà
del
paese
ed
alla
spinta
delle
masse
,
e
nello
stesso
tempo
il
loro
orientamento
verso
i
temi
di
fondo
capaci
di
creare
un
'
alternativa
rivoluzionaria
al
potere
borghese
,
sono
due
aspetti
inscindibili
di
una
stessa
politica
.
È
in
questo
quadro
che
la
cultura
marxista
deve
sapere
sviluppare
un
rapporto
funzionale
,
veramente
politico
,
col
movimento
operaio
.
Suo
compito
,
suo
compito
politico
è
saper
analizzare
la
realtà
vivente
in
cui
opera
il
movimento
di
classe
.
Se
è
vero
che
l
'
attuale
prospettiva
politica
richiede
una
costante
adesione
alla
realtà
del
paese
,
allora
la
funzione
della
cultura
marxista
è
divenuta
fondamentale
ed
insostituibile
.
Non
comprendere
il
significato
politico
della
autonomia
della
ricerca
,
riproporre
in
termini
meccanici
e
subordinati
il
rapporto
tra
la
cultura
marxista
ed
il
movimento
operaio
,
significa
oggi
divenire
dei
conservatori
,
ostacolare
la
lotta
per
lo
Stato
socialista
.