StampaPeriodica ,
Si
dice
che
il
mondo
della
fabbrica
,
il
mondo
meccanico
della
produzione
industriale
sia
grigio
,
amorfo
,
tendenzialmente
piccolo
borghese
.
Ebbene
non
ha
nulla
di
tragico
la
decadenza
di
un
operaio
specializzato
che
dopo
aver
trascorso
la
propria
vita
nelle
officine
,
al
contatto
della
macchina
.
tra
i
compagni
di
lavoro
,
colpito
da
un
padrone
che
spezza
d
'
un
colpo
tutti
questi
legami
che
facevano
parte
della
sua
vita
,
e
che
lo
perseguita
dall
'
alto
nella
città
,
come
una
divinità
vendicativa
ed
onnipossente
,
termina
a
scaricare
la
notte
casse
di
verdura
ai
mercati
generali
?
Poche
ore
di
lavoro
,
saltuarie
,
alcune
migliaia
di
lire
al
mese
,
il
sussidio
di
disoccupazione
finché
dura
e
un
po
'
di
ortaggi
infilati
in
tasca
.
O
non
ha
nulla
di
drammatico
la
lotta
dell
'
immigrato
,
ex
bracciante
e
salariato
di
una
campagna
miserabile
,
il
quale
si
aggrappa
alla
città
ostile
dove
si
snodano
le
catene
di
montaggio
e
la
notte
il
cielo
si
illumina
del
bagliore
delle
colate
?
Questo
contadino
sradicato
che
lotta
muto
,
ostinato
,
per
occuparsi
,
per
farsi
avanti
,
per
unirsi
alla
famiglia
e
finalmente
per
scomparire
anch
'
esso
nella
grande
città
,
per
confondersi
tra
la
massa
dei
vecchi
operai
.
Come
non
è
drammatico
l
'
eroismo
silenzioso
dell
'
operaio
cosciente
il
quale
,
giorno
dopo
giorno
,
ignorato
dalla
società
civile
,
indifeso
,
talvolta
solo
,
sfida
la
prepotenza
del
padrone
rivendicando
i
propri
diritti
di
cittadino
e
di
operaio
?
Non
è
sconcertante
che
in
officina
si
debba
tacere
,
tacere
e
chinare
la
testa
,
sentirsi
divisi
,
sentirsi
in
due
parti
,
una
dignitosa
e
civile
che
va
nascosta
,
e
l
'
altra
bassa
,
meschina
,
egoista
,
la
sola
da
manifestare
in
fabbrica
se
si
vuol
vivere
una
vita
che
almeno
materialmente
sia
tranquilla
.
È
la
tragedia
della
classe
operaia
che
sa
di
avere
dei
diritti
perché
produce
,
che
vede
una
classe
dirigente
corrotta
e
sa
di
essere
sana
e
forte
,
che
vuole
esprimersi
,
partecipare
alla
vita
civile
del
paese
,
ed
invece
si
vede
ignorata
,
esclusa
,
perennemente
ricacciata
alla
periferia
!
La
coscienza
dei
diritti
Nell
'
esaminare
la
condizione
operaia
non
è
sufficiente
limitarsi
alle
condizioni
materiali
d
'
esistenza
ma
è
necessario
studiare
accanto
a
queste
come
venga
soddisfatto
quel
complesso
di
necessità
di
ordine
sociale
che
,
nel
caso
di
una
società
evoluta
,
sono
divenute
vitali
ed
incomprimibili
per
l
'
individuo
.
In
modo
particolare
occorre
verificare
come
la
società
assorbe
l
'
individuo
(
il
gruppo
,
la
classe
)
e
lo
fa
partecipe
del
proprio
processo
evolutivo
.
Occorre
verificare
se
soddisfa
o
meno
la
tensione
dell
'
individuo
a
non
essere
subordinato
ma
attivo
,
la
sua
necessità
di
manifestarsi
economicamente
,
politicamente
,
socialmente
,
secondo
tutto
l
'
arco
di
diritti
che
il
progresso
civile
gli
riconosce
.
Quando
esigenze
di
espressione
sono
compresse
,
quando
classi
o
gruppi
sociali
vedono
negato
il
proprio
diritto
storico
ad
essere
partecipi
,
sotto
ogni
aspetto
,
del
progresso
civile
,
quando
vi
è
una
contraddizione
tra
i
diritti
che
lo
sviluppo
economico
dà
ai
produttori
,
ed
i
rapporti
produttivi
e
di
classe
che
comprimono
l
'
esercizio
reale
di
questi
diritti
,
allora
vi
è
nella
società
un
malessere
profondo
,
una
carica
drammatica
che
bisogna
denunciare
.
Ciò
che
oggi
rende
particolarmente
drammatica
la
condizione
operaia
nel
nostro
paese
è
appunto
la
contraddizione
tra
la
maturità
sociale
e
politica
dei
lavoratori
,
tra
la
consapevolezza
dei
loro
diritti
di
produttori
,
ed
i
rapporti
di
produzione
esistenti
che
consentono
agli
imprenditori
di
imporre
l
'
alienazione
globale
di
chi
lavora
.
Si
trovi
al
confine
della
fame
o
abbia
invece
raggiunto
un
tenore
di
vita
che
Io
liberi
dall
'
assillo
della
miseria
(
come
avviene
nei
settori
di
capitalismo
più
sviluppato
,
soprattutto
in
quelli
monopolistici
)
,
l
'
operaio
non
ha
scelta
:
se
vuol
cedere
la
propria
forza
lavoro
deve
cedere
contemporaneamente
,
durante
le
ore
di
officina
,
l
'
esercizio
concreto
dei
propri
diritti
,
deve
rinunciare
alla
propria
personalità
umana
.
I
rapporti
di
classe
L
'
alienazione
globale
è
il
portato
di
determinati
rapporti
di
classe
.
Proprio
per
questa
sua
natura
essa
,
diramandosi
dalla
fabbrica
e
dal
processo
produttivo
,
si
trasferisce
nel
paese
dove
mira
a
consolidare
i
rapporti
di
classe
esistenti
nelle
officine
.
Appunto
l
'
ampiezza
dell
'
alienazione
operaia
denuncia
l
'
arretratezza
della
struttura
economica
e
sociale
del
paese
e
dimostra
ancora
una
volta
come
sia
impossibile
paragonare
la
condizione
operaia
italiana
con
quella
degli
altri
paesi
industriali
dell
'
occidente
.
Essa
va
dalle
forme
più
evidenti
in
atto
nelle
piccole
industrie
(
anche
se
spesso
,
malgrado
le
condizioni
di
vita
siano
intollerabili
.
,
minore
è
il
senso
dell
'
oppressione
)
a
quelle
più
complesse
di
pressione
economica
,
disciplinare
ed
ideologica
dei
grandi
gruppi
industriali
,
soprattutto
monopolistici
,
dove
nondimeno
l
'
assenza
di
ampie
prospettive
di
mercato
e
la
mancanza
di
un
moderno
spirito
imprenditoriale
,
la
grettezza
tradizionale
della
nostra
borghesia
industriale
,
danno
a
questa
pressione
un
inconfondibile
carattere
di
rozzezza
,
di
brutalità
,
talvolta
di
aperto
terrorismo
.
Funzione
dell
'
alienazione
globale
è
quella
di
imporre
un
più
completo
sfruttamento
del
lavoro
.
È
evidente
infatti
che
tutta
la
bardatura
di
diritti
che
accompagnano
l
'
operaio
costituisce
una
remora
ad
un
suo
più
completo
sfruttamento
.
Pertanto
,
quando
i
rapporti
di
classe
lo
consentono
,
l
'
imprenditore
annulla
questi
diritti
e
subordina
totalmente
l
'
operaio
.
Ma
da
un
altro
angolo
visuale
,
assai
istruttivo
,
può
essere
vista
l
'
alienazione
globale
.
Essa
cioè
esprime
il
livello
al
quale
si
forma
,
nel
nostro
paese
,
l
'
equilibrio
sociale
.
Negli
altri
paesi
occidentali
,
grazie
al
diverso
grado
di
sviluppo
del
sistema
capitalista
e
alla
maggiore
forza
della
classe
operaia
,
la
lotta
di
classe
conduce
ad
un
equilibrio
che
consente
un
minore
sfruttamento
del
lavoro
,
che
impone
il
riconoscimento
effettivo
dei
diritti
dei
produttori
e
,
ora
più
ora
meno
,
libera
la
classe
operaia
dalla
sua
condizione
subalterna
e
la
immette
nel
moto
del
progresso
civile
.
In
Italia
invece
,
grazie
appunto
alla
sua
arretratezza
strutturale
,
l
'
imprenditore
impone
all
'
operaio
la
sua
alienazione
globale
,
lo
spoglia
dei
suoi
diritti
e
lo
elimina
dal
moto
della
storia
,
e
questa
pratica
si
dirama
dalla
fabbrica
nel
paese
chiamandosi
discriminazioni
,
illegalità
,
violenza
della
coscienza
individuale
,
arresto
e
decadenza
della
vita
democratica
,
subordinazione
dei
produttori
e
,
se
badiamo
alla
sostanza
senza
lasciarci
incantare
dalle
apparenze
,
vera
e
propria
violenza
di
classe
.
Presenza
della
fabbrica
Non
si
comprende
il
mondo
dell
'
operaio
se
prima
non
si
afferra
,
in
tutta
la
sua
grande
portata
,
il
significato
della
fabbrica
per
chi
vi
lavora
.
La
società
operaia
,
la
mentalità
,
il
carattere
,
l
'
umanità
dell
'
operaio
,
risentono
in
tutto
la
presenza
della
fabbrica
.
Le
lotte
operaie
,
sindacali
o
politiche
,
tutte
le
sfumature
ideologiche
che
si
sviluppano
con
tanto
vigore
tra
gli
operai
,
il
legame
tra
il
proletariato
industriale
ed
i
partiti
di
classe
sono
fatti
astratti
,
cose
senza
vita
,
se
al
loro
fondo
non
si
sa
vedere
l
'
esperienza
di
fabbrica
.
In
sostanza
la
fabbrica
è
per
l
'
operaio
il
centro
naturale
in
cui
si
articolano
larga
parte
delle
espressioni
della
sua
personalità
,
si
manifestino
nel
lavoro
,
nella
solidarietà
nella
lotta
.
La
parte
sociale
della
sua
personalità
,
quella
che
si
manifesta
nei
rapporti
sociali
,
si
realizza
di
giorno
in
giorno
nelle
mille
esperienze
che
compongono
la
vita
di
lavoro
.
L
'
operaio
riceve
costantemente
qualcosa
dalla
vita
di
fabbrica
,
sia
nei
suoi
rapporti
con
i
compagni
di
lavoro
,
sia
nel
suo
legame
col
processo
produttivo
e
col
padrone
,
e
ad
essa
dà
costantemente
parte
di
se
stesso
.
Ecco
allora
perché
l
'
operaio
prova
un
così
vivo
dolore
quando
questi
legami
,
sviluppatisi
a
lungo
,
vengono
bruscamente
interrotti
.
E
non
si
tratta
soltanto
di
dolore
;
è
sbalordimento
,
mortificazione
e
poi
rimpianto
del
passato
.
Nella
sua
storia
di
individuo
questo
è
un
momento
di
grande
drammaticità
:
l
'
involucro
sociale
della
sua
personalità
è
scardinato
,
ad
un
tratto
è
crollato
qualcosa
nella
sua
vita
,
la
sua
continuità
si
è
dolorosamente
interrotta
.
Un
legame
profondo
La
fabbrica
è
l
'
ambiente
naturale
dell
'
operaio
.
Già
la
sua
società
lo
ha
predisposto
prima
ancora
che
entri
in
officina
.
Nella
società
operaia
si
avverte
dovunque
la
presenza
della
fabbrica
.
Essa
,
oltre
ad
essere
concretamente
visibile
ed
a
manifestarsi
in
qualcosa
di
indefinibile
ma
concreto
nell
'
atmosfera
cittadina
,
è
nei
pensieri
,
nelle
aspettative
,
nelle
preoccupazioni
di
tutti
.
Fuori
dalla
fabbrica
,
in
altre
attività
,
chi
è
stato
operaio
è
il
più
delle
volte
uno
spostato
,
un
solitario
,
un
infelice
.
L
'
officina
è
nel
sangue
dell
'
operaio
nei
suoi
aspetti
creativi
come
in
quelli
oppressivi
.
Essa
è
un
fatto
immenso
nella
sua
vita
,
toglietela
e
ne
farete
un
infelice
,
lo
dimezzerete
.
Egli
accetta
la
fabbrica
,
ne
ha
bisogno
ed
in
essa
trova
modo
di
esprimersi
.
Può
fare
ciò
perché
istintivamente
dà
un
giudizio
storico
:
egli
sente
che
quanto
vi
è
nella
vita
di
fabbrica
di
opprimente
,
di
umiliante
,
non
è
nella
natura
del
moderno
processo
di
produzione
,
ma
costituisce
il
portato
di
determinati
rapporti
di
classe
,
di
una
certa
situazione
sociale
.
Egli
scinde
quanto
è
la
conseguenza
logica
,
accettabile
della
moderna
organizzazione
del
lavoro
,
da
quanto
invece
è
frutto
dell
'
uomo
.
Ecco
perché
non
odia
la
fabbrica
,
perché
non
ne
ha
orrore
ma
necessità
:
gli
schiavi
non
amano
la
propria
prigione
.
Fortemente
drammatico
è
il
legame
tra
l
'
operaio
militante
e
la
sua
fabbrica
.
Dati
i
rapporti
di
classe
esistenti
nel
paese
,
l
'
imprenditore
impone
l
'
alienazione
globale
dei
lavoratori
.
Doppiamente
dura
è
la
vita
d
'
officina
per
chi
ha
coscienza
di
classe
:
non
solo
deve
condurre
,
all
'
interno
del
processo
produttivo
,
la
sua
lotta
naturale
contro
il
sistema
capitalista
,
ma
vede
negati
tutti
i
propri
diritti
,
di
cui
ha
consapevolezza
e
necessità
,
vede
colpito
in
fabbrica
ciò
che
è
legale
nel
paese
,
vede
violentemente
compresso
lo
slancio
a
manifestare
le
proprie
esigenze
.
Dura
,
esasperante
è
la
vita
dell
'
operaio
cosciente
:
eppure
il
grande
desiderio
del
licenziato
per
rappresaglia
,
del
perseguitato
dal
padrone
,
è
quello
di
rientrare
nella
fabbrica
da
cui
è
stato
estromesso
.
Tornare
nella
fabbrica
non
significa
solo
riprendere
la
lotta
,
come
molti
sostengono
cedendo
alla
retorica
,
ma
significa
,
più
modestamente
,
riannodare
le
fila
di
una
vita
in
cui
la
lotta
di
classe
ha
un
significato
profondo
,
riprenderla
là
dove
il
padrone
la
ha
bruscamente
,
dolorosamente
spezzata
.
Il
centro
delle
lotte
Malgrado
il
clima
oppressivo
della
fabbrica
,
così
profondo
è
il
suo
legame
con
essa
,
così
forte
il
suo
senso
storico
,
che
non
ho
mai
sentito
un
operaio
,
per
quanto
perseguitato
dal
padrone
,
proporsi
di
abbandonare
il
mondo
della
fabbrica
come
cercasse
di
liberarsi
da
una
condizione
per
sua
natura
oppressiva
ed
immutabile
.
Il
lavoro
non
è
una
schiavitù
.
Esso
conferisce
dignità
alla
vita
.
,
inserisce
l
'
individuo
nella
società
,
ne
fa
un
produttore
.
Ma
vi
è
di
più
:
il
lavoro
è
anche
un
modo
di
esprimersi
,
di
trovare
cioè
una
risposta
alla
propria
esistenza
dando
forma
concreta
a
tutto
ciò
che
vi
è
in
noi
di
buono
e
di
utile
.
Colpisce
l
'
attaccamento
dell
'
operaio
specializzato
al
proprio
lavoro
.
Questo
attaccamento
non
è
soltanto
la
caratteristica
di
una
élite
operaia
,
ma
,
se
è
vero
che
qui
ha
la
sua
manifestazione
più
appariscente
,
è
comune
a
tutti
coloro
che
lavorano
e
vedono
la
materializzazione
della
propria
attività
e
della
propria
tensione
interiore
.
Ignoro
se
in
altre
classi
si
verifichi
un
legame
altrettanto
profondo
col
lavoro
,
nato
dal
trovarvi
sia
la
propria
dignità
sociale
,
sia
l
'
espressione
della
propria
interiorità
,
un
attaccamento
insomma
che
abbia
un
significato
morale
altrettanto
intenso
.
Da
che
cosa
deriva
la
«
passione
»
dell
'
operaio
per
il
proprio
lavoro
?
(
Si
badi
bene
:
non
intendo
dire
che
tutti
gli
operai
provino
questa
passione
,
nemmeno
che
la
loro
media
provi
comunemente
un
sentimento
così
forte
;
intendo
invece
dire
che
nutre
questa
«
passione
»
una
élite
che
però
è
determinante
per
comprendere
il
«
carattere
»
della
classe
operaia
)
.
Credo
essa
vada
attribuita
al
sentimento
di
essere
una
classe
nuova
in
una
struttura
economica
che
va
rapidamente
trasformandosi
e
facendo
delle
attività
industriali
il
fattore
decisivo
del
progresso
civile
.
L
'
operaio
si
sente
al
centro
delle
trasformazioni
che
vanno
così
sensibilmente
accelerando
lo
sviluppo
della
società
;
quanto
vi
è
di
più
moderno
nella
tecnica
,
e
di
più
importante
negli
esperimenti
sociali
,
passa
attraverso
di
lui
.
D
'
altro
canto
risente
anche
dei
benefici
materiali
che
derivano
dalla
sua
posizione
.
Ma
se
la
classe
operaia
sente
di
trovarsi
,
per
così
dire
,
nel
centro
motore
del
progresso
civile
,
essa
sa
anche
che
è
in
questo
settore
del
processo
produttivo
che
si
decidono
,
nella
loro
sostanza
,
i
rapporti
di
produzione
,
che
le
lotte
sociali
condotte
sul
suo
terreno
sono
appunto
quelle
decisive
per
l
'
orientamento
della
società
e
per
i
rapporti
di
forza
tra
le
classi
.
In
altre
parole
la
classe
operaia
sa
,
più
o
meno
consapevolmente
,
di
trovarsi
ad
un
tempo
nel
centro
strutturale
del
progresso
civile
ed
in
quello
decisivo
per
la
lotta
di
classe
.
Faccia
a
faccia
con
la
borghesia
industriale
,
essa
pone
la
propria
candidatura
a
classe
dirigente
nel
cuore
del
progresso
economico
e
civile
.
Si
tratta
come
si
vede
di
sentimenti
vaghi
,
assai
generici
così
formulati
,
ma
sono
sentimenti
per
così
dire
«
storici
»
,
decisivi
nell
'
atteggiamento
e
nelle
lotte
di
una
classe
.
Essi
non
hanno
nulla
di
astratto
e
,
pur
essendo
il
più
delle
volte
inconsci
,
pur
traducendosi
in
un
modo
di
agire
che
non
sa
darsi
una
spiegazione
ideologica
,
si
alimentano
ininterrottamente
nel
concreto
del
processo
produttivo
,
nel
fulcro
dei
rapporti
di
classe
e
della
struttura
della
società
moderna
.
Grande
importanza
,
non
adeguatamente
valutata
,
hanno
nell
'
atteggiamento
dell
'
operaio
dinanzi
alla
società
,
e
nella
maturazione
di
questi
incerti
ma
concreti
sentimenti
della
propria
funzione
,
le
ideologie
che
operano
nel
mondo
operaio
.
In
genere
chi
vede
il
mondo
operaio
come
una
società
amorfa
,
tendenzialmente
piccolo
borghese
,
con
la
vocazione
della
casetta
,
del
frigidaire
,
della
televisione
,
è
condotto
ad
un
secondo
errore
.
Proprio
perché
mosso
da
una
concezione
superficiale
dei
fatti
sociali
,
egli
concepisce
la
società
operaia
come
qualcosa
di
livellato
,
di
appiattito
,
di
analogo
alla
produzione
in
serie
.
Egli
perde
insomma
il
senso
della
tridimensionalità
nei
fatti
sociali
.
I
livelli
diversi
di
consapevolezza
Ebbene
la
struttura
della
società
operaia
si
presenta
assai
complessa
,
sia
dal
punto
di
vista
della
anatomia
sociale
,
sia
da
quello
della
fisiologia
sociale
.
Vi
sono
in
essa
diversissimi
livelli
di
condizione
economica
,
di
educazione
,
di
consapevolezza
ideologica
.
Al
suo
interno
agiscono
organismi
che
la
improntano
profondamente
come
il
sindacato
,
il
partito
di
classe
,
la
rete
cooperativa
etc.
Nella
società
industriale
agiscono
fenomeni
come
l
'
immigrazione
dalle
campagne
,
la
politica
riformistica
dei
gruppi
monopolistici
,
l
'
offensiva
ideologica
e
politica
dello
schieramento
industriale
,
i
riflessi
sociali
della
introduzione
di
nuove
tecniche
produttive
etc
.
,
fenomeni
che
incidono
profondamente
sulla
struttura
di
questa
società
e
sugli
individui
che
ne
fanno
parte
.
E
tutto
ciò
va
visto
non
per
schermi
,
non
staticamente
,
bensì
nel
suo
sviluppo
dinamico
,
nei
rapporti
concreti
,
nei
reciproci
influssi
tra
fatti
di
struttura
e
di
sovrastruttura
.
Di
grande
interesse
per
una
sociologia
legata
al
movimento
operaio
sarebbe
lo
studio
del
settore
operaio
che
è
legato
alle
istanze
di
classe
,
analisi
descrittiva
che
,
nutrendosi
di
lieviti
storici
ed
ideologici
,
miri
a
fissare
la
vita
reale
di
questa
zona
della
società
.
Ad
esempio
non
si
dà
rilievo
al
fatto
che
all
'
interno
del
movimento
di
classe
esistono
diversi
livelli
di
consapevolezza
politica
ed
ideologica
,
e
che
a
questi
diversi
gradi
di
consapevolezza
corrispondono
diverse
funzioni
nel
corpo
sociale
preso
in
esame
.
Si
va
così
dall
'
operaio
la
cui
fedeltà
al
movimento
di
classe
è
data
dall
'
odio
cieco
,
insopprimibile
per
il
padrone
,
a
quello
che
è
invece
consapevole
della
propria
funzione
di
classe
,
dall
'
operaio
che
oppone
al
padrone
soltanto
la
propria
ostinata
resistenza
a
quello
che
,
sul
luogo
di
lavoro
,
sa
trasformare
una
resistenza
in
una
politica
.
Ebbene
è
evidente
che
a
questi
diversi
gradi
di
maturità
ideologica
corrispondono
influssi
diversi
(
spesso
valorizzati
o
compressi
dalla
politica
generale
del
movimento
operaio
)
sulla
struttura
del
movimento
di
classe
e
,
di
riflesso
,
sulla
società
operaia
.
È
di
grande
importanza
politica
afferrare
la
complessità
degli
strati
sociali
sui
quali
hanno
presa
le
nostre
organizzazioni
,
studiare
i
rapporti
tra
i
vari
gradi
di
consapevolezza
ideologica
,
anche
in
relazione
alla
prospettiva
politica
del
movimento
,
stabilirne
i
reciproci
influssi
ed
il
loro
peso
sul
complesso
del
movimento
di
classe
.
Il
contrasto
di
generazioni
Nel
corso
di
una
mia
inchiesta
condotta
prevalentemente
tra
gli
operai
coscienti
del
complesso
Fiat
,
ho
constatato
una
mancata
diversità
nella
concezione
del
mondo
tra
vecchi
e
giovani
operai
.
E
dicendo
vecchi
intendo
le
generazioni
che
hanno
vissuto
gli
anni
del
primo
dopoguerra
,
mentre
per
giovani
intendo
coloro
che
si
sono
formati
nella
guerra
partigiana
e
negli
anni
di
questo
dopoguerra
.
Questa
marcata
differenza
,
che
ha
una
radice
profonda
nell
'
individuo
e
si
manifesta
nella
personalità
,
più
ancora
che
nell
'
ideologia
,
corrisponde
a
due
fasi
ben
distinte
della
storia
del
movimento
operaio
.
Sono
stati
questi
periodi
distinti
,
ai
quali
si
accompagnava
anche
una
diversa
società
operaia
,
ad
esercitare
una
influenza
formativa
determinante
su
chi
li
ha
vissuti
.
Nel
loro
corso
infatti
il
movimento
operaio
ha
avuto
una
natura
diversa
,
una
diversa
prospettiva
politica
ed
un
diverso
sentimento
di
se
stesso
.
E
nel
caso
di
chi
è
legato
alle
lotte
della
classe
operaia
va
osservato
che
il
loro
influsso
è
determinante
nella
storia
del
suo
sviluppo
individuale
.
Paradossalmente
,
in
contrasto
con
tutto
quanto
dice
il
buon
senso
comune
,
i
vecchi
operai
hanno
un
istinto
,
un
temperamento
rivoluzionario
che
invece
i
giovani
hanno
in
parte
perduto
.
Predomina
in
essi
l
'
istinto
di
classe
sulla
consapevolezza
politica
,
lo
spirito
libertario
sul
senso
del
reale
,
la
passione
sul
raziocinio
.
Sono
più
avventurosi
,
più
sensibili
all
'
immaginazione
,
più
intransigenti
e
fiduciosi
,
più
giovanili
.
,
se
vogliamo
.
dei
giovani
.
Sono
il
frutto
di
un
socialismo
che
era
più
rozzo
ma
più
legato
alle
masse
,
di
un
socialismo
che
lottava
con
generosità
per
un
mondo
radicalmente
diverso
,
fatto
di
realtà
come
di
miti
,
di
un
socialismo
che
ancora
non
conosceva
la
fatica
e
l
'
amarezza
della
ragion
di
stato
.
Con
la
loro
presenza
attiva
nel
movimento
operaio
essi
costituiscono
un
perenne
richiamo
ai
motivi
primi
,
più
elementari
,
più
generosi
del
socialismo
.
Se
spesso
costituiscono
un
fattore
di
resistenza
ad
una
impostazione
più
moderna
e
cosciente
delle
lotte
operaie
,
non
dimentichiamo
mai
che
il
loro
istinto
di
classe
,
la
loro
intransigenza
rivoluzionaria
,
la
generosità
e
lo
slancio
con
cui
combattono
per
le
organizzazioni
di
classe
,
sono
un
patrimonio
prezioso
di
spirito
rivoluzionario
ed
una
garanzia
contro
ogni
forma
di
degenerazione
piccolo
borghese
del
socialismo
.
Formatisi
negli
anni
della
liberazione
e
delle
lotte
di
questo
dopoguerra
,
i
giovani
sono
il
prodotto
di
una
nuova
situazione
storica
,
di
una
società
più
vicina
alla
prosa
,
se
vogliano
.
là
dove
l
'
altra
risentiva
del
pathos
della
poesia
.
Essi
sono
,
il
frutto
dello
stalinismo
se
per
questo
s
'
intende
il
socialismo
che
si
consolida
là
dove
ha
conquistato
il
potere
,
la
divisione
del
mondo
in
blocchi
,
la
subordinazione
della
volontà
rivoluzionaria
alle
esigenze
della
ragion
di
stato
.
Ma
sono
anche
il
frutto
di
un
socialismo
che
si
è
fatto
più
adulto
,
che
ha
acquistato
una
superiore
consapevolezza
politica
,
che
si
è
configurato
come
nuova
classe
dirigente
ed
è
in
grado
di
porre
.
nel
nostro
paese
,
una
reale
alternativa
in
quanto
tale
.
Il
senso
di
concretezza
Si
incontrano
tra
di
loro
caratteri
individuali
e
sfumature
ideologiche
assai
diverse
e
spesso
contrastanti
.
C
'
è
chi
dà
alla
lotta
di
classe
una
impostazione
radicale
e
chi
invece
una
impostazione
riformista
:
è
soprattutto
attorno
a
queste
due
prospettive
politiche
(
alle
quali
corrispondono
temperamenti
e
caratteri
individuali
diversi
)
che
si
sviluppano
i
contrasti
.
Ma
l
'
unità
che
li
diversifica
dalle
passate
generazioni
c
'
è
ed
è
sostanziale
.
Direi
che
in
essi
si
è
compiuto
il
passaggio
dalla
aspirazione
ad
un
mondo
diverso
,
alla
trasformazione
concreta
di
questa
società
,
anche
se
vista
in
chiavi
diverse
.
In
questo
essi
segnano
il
passaggio
dall
'
era
dei
partiti
d
'
avanguardia
a
quella
dei
partiti
di
massa
,
e
alle
maggiori
responsabilità
che
queste
organizzazioni
affidano
,
proprio
perché
si
costituiscono
in
potere
nel
potere
,
ai
propri
militanti
.
I
giovani
dunque
hanno
sostituito
alla
improvvisazione
la
disciplina
,
alla
generica
volontà
rivoluzionaria
la
conoscenza
dei
termini
concreti
in
cui
si
attua
la
rivoluzione
.
Lo
studio
e
la
conoscenza
dei
problemi
politici
e
tecnici
sono
visti
come
la
condizione
per
incidere
e
per
trasformare
questa
società
.
Senso
della
realtà
,
conoscenza
dei
problemi
produttivi
,
capacità
tecniche
,
qualità
tattiche
e
strategiche
,
rifiuto
di
ogni
velleitarismo
rivoluzionario
sono
elementi
comuni
a
tutti
.
In
sostanza
essi
si
costituiscono
in
classe
dirigente
già
nella
società
borghese
e
,
nei
limiti
del
proprio
potere
,
esercitano
queste
qualità
,
piuttosto
che
essere
classe
dirigente
esclusivamente
nei
termini
della
propria
tensione
rivoluzionaria
ed
attendere
all
'
esercizio
della
propria
responsabilità
soltanto
dopo
il
salto
qualitativo
compiuto
con
la
conquista
del
potere
.
Si
ritiene
comunemente
che
la
tradizione
sia
un
fenomeno
rilevante
e
caratteristico
del
mondo
contadino
.
La
forza
della
tradizione
nel
mondo
contadino
è
giustamente
messa
in
rapporto
con
la
struttura
di
questa
società
,
ed
il
fenomeno
è
visto
sia
come
strumento
di
coesione
e
di
stabilità
sociale
,
sia
come
strumento
educativo
.
La
tradizione
,
intesa
come
travaso
di
valori
e
di
cognizioni
dall
'
ambiente
al
singolo
,
rappresenta
il
tipo
di
educazione
caratteristico
della
società
contadina
arretrata
.
Nelle
sue
manifestazioni
,
che
talora
divengono
vere
e
proprie
tecniche
,
il
singolo
viene
plasmato
ideologicamente
,
riceve
regole
di
condotta
,
princìpi
morali
,
cognizioni
.
Valore
della
tradizione
La
tradizione
si
presenta
dunque
come
tipica
manifestazione
di
una
società
caratterizzata
dalla
coesione
,
dalla
lentezza
del
proprio
sviluppo
se
non
dalla
immobilità
,
dall
'
assenza
di
bruschi
salti
qualitativi
e
di
lacerazioni
.
Del
tutto
diversa
,
opposta
addirittura
,
la
società
industriale
:
diversa
la
sua
struttura
,
diverse
le
forme
del
suo
sviluppo
,
diverso
il
suo
ideale
umano
,
diverse
le
finalità
e
gli
strumenti
educativi
.
Va
rilevato
come
la
tradizione
permanga
,
anche
se
come
fenomeno
secondario
,
nei
gruppi
sociali
che
compongono
le
società
evolute
.
Essa
si
presenta
ancora
come
un
fattore
di
coesione
e
di
unità
del
gruppo
,
e
come
uno
strumento
che
consente
di
travasare
nel
singolo
l
'
ideologia
del
gruppo
di
cui
fa
parte
.
Questo
aspetto
della
tradizione
,
intesa
come
educazione
ideologica
del
singolo
da
parte
del
gruppo
,
di
travaso
di
elementi
emotivi
,
sentimentali
(
oltre
che
strettamente
ideologici
)
dal
gruppo
al
singolo
,
è
rilevante
anche
tra
i
settori
più
avanzati
del
movimento
operaio
,
e
va
studiata
proprio
sotto
l
'
aspetto
della
conservazione
di
determinati
valori
,
sentimentali
ed
ideologici
.
In
parte
,
forse
,
può
essere
messa
in
relazione
con
le
origini
di
contadini
inurbati
degli
attuali
operai
.
Un
patrimonio
comune
Così
la
storia
del
movimento
operaio
,
soprattutto
la
storia
«
fatta
»
,
quella
della
città
,
del
quartiere
e
della
fabbrica
addirittura
,
divengono
elementi
vivi
,
di
un
comune
modo
di
sentire
e
vedere
le
cose
,
tappe
di
una
comune
origine
,
qualcosa
di
profondamente
formativo
e
di
nient
'
affatto
libresco
.
Essa
ha
come
centri
diffusori
le
organizzazioni
politiche
e
sindacali
degli
operai
,
ed
il
nucleo
familiare
,
e
passa
,
arricchendosi
e
trasformandosi
,
da
compagno
a
compagno
,
da
gruppo
a
gruppo
,
da
generazione
a
generazione
.
Nei
suoi
termini
più
ampi
si
tramanda
di
generazione
in
generazione
,
spesso
fondendo
esperienze
di
campagna
ed
esperienze
di
città
,
assai
sovente
nella
stessa
famiglia
(
accade
continuamente
di
scoprire
nello
stesso
nucleo
familiare
una
attiva
tradizione
di
lotta
di
classe
)
,
e
diviene
un
fattore
coesivo
di
grande
importanza
,
sotto
tutti
gli
aspetti
:
emotivi
e
ideologici
.
In
moltissimi
casi
è
per
questa
via
che
l
'
operaio
impara
di
avere
delle
radici
,
una
«
storia
»
alle
proprie
spalle
e
sempre
per
questa
via
amplia
la
propria
esperienza
personale
in
quella
del
gruppo
;
ed
infine
è
ancora
per
questa
via
che
riceve
cognizioni
le
quali
,
per
quanto
grossolane
,
restano
tra
gli
elementi
più
vivi
e
formativi
della
sua
cultura
.
Alcuni
temi
di
studio
Innumerevoli
temi
attraggono
chi
studia
il
mondo
operaio
,
ma
compito
di
chi
si
accinge
a
questa
analisi
è
separare
i
motivi
di
fondo
da
quelli
secondari
.
Non
solo
,
ma
chi
è
sensibile
alle
prospettive
di
lotta
del
movimento
operaio
avrà
sempre
la
sensibilità
di
individuare
,
nel
groviglio
dei
problemi
,
quelli
che
presentano
un
motivo
d
'
interesse
immediato
,
anche
se
non
contingente
.
Una
indagine
sulla
condizione
operaia
,
come
del
resto
qualsiasi
indagine
sociologica
,
deve
procedere
su
due
binari
che
appaiono
paralleli
ma
in
realtà
,
quando
il
lavoro
è
proficuo
,
si
sovrappongono
:
si
tratta
cioè
di
studiare
la
struttura
e
la
vita
della
società
operaia
e
contemporaneamente
di
portare
alla
luce
,
secondo
criteri
obbiettivi
,
le
forze
morali
,
le
aspirazioni
politiche
e
sociali
che
agiscono
al
suo
interno
.
Come
non
bisogna
mai
separare
la
descrizione
della
società
dalle
forze
che
la
compongono
,
così
è
necessario
accompagnare
sempre
la
società
con
l
'
uomo
che
ne
è
il
centro
.
Tra
i
temi
di
studio
per
una
sociologia
operaia
,
oltre
a
quelli
evidentissimi
di
base
(
quali
la
struttura
dell
'
economia
,
le
condizioni
sociali
,
politiche
,
sindacali
ecc.
del
lavoro
,
la
distribuzione
dei
redditi
,
la
disoccupazione
,
e
via
di
seguito
)
ne
suggerirei
altri
che
vengono
posti
in
primo
piano
dall
'
attuale
fase
di
sviluppo
del
capitalismo
italiano
,
ed
altri
ancora
connessi
prevalentemente
allo
studio
di
quello
che
è
l
'
«
Uomo
»
operaio
.
Così
,
rispetto
a
Torino
,
sono
temi
di
grande
interesse
,
oltre
a
quelli
ovvi
relativi
all
'
effetto
delle
trasformazioni
tecnologiche
e
politiche
del
grande
monopolio
sulla
composizione
della
maestranza
e
sulle
lotte
sindacali
,
il
nesso
tra
sviluppo
del
monopolio
cd
arca
economica
subordinata
,
l
'
esame
dei
rapporti
tra
immigrazione
e
politica
monopolistica
sia
all
'
interno
del
complesso
Fiat
sia
in
relazione
alla
sua
politica
verso
l
'
area
economica
subordinata
.
Infine
lo
studio
della
più
intima
natura
del
riformismo
aziendale
,
vista
soprattutto
come
indice
della
mentalità
sociale
e
politica
della
classe
dirigente
monopolistica
e
delle
sue
componenti
ideologiche
(
da
questo
punto
di
vista
si
rivelerebbe
di
estrema
utilità
lo
studio
del
«
linguaggio
»
dl
monopolio
,
nelle
sue
pubblicazioni
e
nei
suoi
rapporti
con
le
maestranze
e
con
il
pubblico
)
e
nei
suoi
riflessi
sulla
personalità
dei
lavoratori
.
Temi
affascinanti
sono
quelli
connessi
al
rapporto
tra
ambiente
operaio
e
personalità
ed
ideologia
dell
'
operaio
cosciente
,
soprattutto
in
relazione
all
'
influsso
formativo
delle
principali
lotte
politiche
e
sociali
del
nostro
secolo
,
delle
prospettive
e
dell
'
ideologia
dei
partiti
e
delle
organizzazioni
di
classe
.
L
'
operaio
,
come
ogni
altra
classe
subordinata
,
ha
un
profondo
bisogno
di
esprimersi
,
quasi
per
una
inconsapevole
volontà
di
entrare
,
anche
per
questa
via
,
a
far
parte
della
storia
.
Così
la
biografia
resa
scientifica
e
l
'
intervista
condotta
con
rigore
possono
divenire
strumenti
fondamentali
di
conoscenza
,
soprattutto
perché
consentono
di
osservare
dal
basso
la
fisiologia
della
società
operaia
e
permettono
di
afferrare
l
'
elemento
umano
osservandone
lo
sviluppo
nella
società
in
cui
vive
.
Necessità
di
una
sociologia
marxista
Lo
sviluppo
di
una
sociologia
marxista
sarebbe
un
momento
culturale
e
politico
di
grande
importanza
sia
per
la
formazione
di
una
cultura
marxista
,
che
abbia
stabilito
dialetticamente
il
proprio
legame
con
il
movimento
operaio
,
sia
perché
la
via
pacifica
(
o
italiana
)
al
socialismo
sarà
una
vaga
formula
fintantoché
i
partiti
operai
non
conosceranno
a
fondo
la
realtà
della
società
nazionale
.
Si
giungerà
ad
una
produzione
valida
a
condizione
di
liberarsi
da
ogni
sociologismo
,
dando
a
questa
produzione
impronta
ideologica
ed
autentico
respiro
culturale
.
Condizione
di
ogni
sociologia
marxista
è
lo
spirito
scientifico
con
cui
si
affronta
la
realtà
,
spirito
scientifico
che
,
anziché
escludere
,
presuppone
l
'
impronta
ideologica
.
Si
tratta
di
configurare
la
condizione
operaia
nei
suoi
aspetti
strutturali
ed
in
quelli
sociali
(
in
altre
parole
nella
sua
anatomia
e
nella
sua
fisiologia
)
,
come
nella
sua
tensione
morale
.
Sono
due
facce
della
stessa
realtà
,
l
'
intendimento
dell
'
una
presuppone
la
conoscenza
dell
'
altra
.
Proprio
perché
della
società
si
vuol
cogliere
il
fondo
,
l
'
anima
per
così
dire
,
occorre
lavorare
in
profondità
.
Operare
in
estensione
,
secondo
criteri
prevalentemente
quantitativi
e
pedantescamente
sociologici
,
conduce
ad
un
ritratto
del
tutto
superficiale
,
ad
un
ritratto
in
cui
manca
proprio
ciò
che
ci
interessa
,
ciò
che
imprime
tutto
di
sé
:
il
carattere
.