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> anno_i:[1940 TO 1970}
METANOPOLI LA CITTÀ PER I TECNICI ( Bianciardi Luciano , 1957 )
StampaPeriodica ,
La periferia di corso Lodi si perde a poco a poco in un disordine di sterrati , depositi di rottami , piccole fabbriche di vernici , concerie , e intanto si profila , sotto la foschia del primo mattino , la campagna lombarda , intirizzita dal gelo : i campi bianchi di brina , i pioppi scheletrici , un fosso d ' acqua sporca e turbinosa , che fuma all ' aria tesa e frizzante . Quel fossaccio che poi , mi dicono , è uno dei canali di scolo delle fogne milanesi , fiancheggia la via Emilia per tutto il nostro viaggio . Il comune di San Donato , il primo fuori di Milano sulla strada di Lodi , non ha l ' aria di un vero e proprio villaggio . S ' incontrano all ' improvviso poche case raccolte attorno a una vecchia chiesa : casette vecchie e povere , uno o due piani al massimo . Una serve da municipio , a un pianterreno c ' è un negozietto che vende un po ' di tutto , dagli alimentari agli utensili domestici . Il nome sulla porta è vecchio e sbiadito . « Posteria » . Si stenta a credere che questo comune di San Donato milanese conti quasi cinquemila abitanti ; ci si chiede dove siano , dove abitino . Eppure è così . San Donato milanese è un grosso comune ; non solo , è un comune in continua crescita . Ecco come si è sviluppata la popolazione in soli cinque anni : 1951 : 2663; 1952 : 2762; 1953 : 2920; 1954 : 3255; 1955 : 3983;1956 : 4954 . Non solo ; si afferma che entro tre anni la popolazione sarà ancora moltiplicata , con l ' insediamento di 10-12 mila nuovi abitanti . Secondo previsioni attendibili , in breve tempo tutta la zona raggiungerà complessivamente i quarantamila abitanti . Qualche frazione vicina ( che un tempo era soltanto un piccolo nucleo di casupole e di cascine ) è repentinamente cresciuta , come gonfiata da un ' improvvisa idropisia edilizia : ecco la Certosa , per esempio , così simile ad una periferia di provincia , con le case che vengono su a fungaia , alte e basse , coi colori degli intonachi balordi e contraddittori , e con la solita proliferazione di baracche e di abitazioni fortunose . Ma San Donato , voglio dire il centro amministrativo , pare rimasto tale e quale . Dov ' è dunque la novità ? Non è difficile rendersene conto : basta fare due e trecento metri , ed ecco Metanopoli , che compare in mezzo alla campagna , improvvisa , come dipinta su di un fondale da un urbanista megalomane . Proprio sulla strada , sulla via Emilia , una serie di box dove sostano macchine ed autocarri carichi di bombole vuote : è , come avverte un gran cartello , la stazione di rifornimento del metano . Poi , poco più avanti , si spalanca un piazzale immenso , tutto lastricato a cubetti di porfido , che disegnano per terra , a perdita d ' occhio , una interminabile serie di volute . Il piazzale è chiuso , giù in fondo , dal basso e lunghissimo edificio che ospita la stazione di servizio per gli autocarri : aria , acqua , garage e riparazioni . E una stazione di sosta per automezzi , un ' enorme stazione , all ' uscita di Milano , dove comincia la via Emilia e dove comincerà la « Strada del sole » . Proprio lì davanti un cartello avvisa che siamo al capolinea milanese della famosa autostrada , che per ora , tuttavia , è solo un cartello , un progetto , un esiguo recinto di filo spinato , con dentro uno sterro sconvolto dai bulldozer . Sul ciglio della strada un cartello dice : « Motel : albergo ristorante Metanopoli » . C ' è tutto : mensa , alloggio , bagno , piscina , lustrascarpe . Motel è voce americana e diffusa in Italia dal film Niagara e dal diario statunitense di Simone de Beauvoir . Sta a indicare l ' albergo di transito sulle grandi strade continentali , formato da una o due stanzette , con annesso il garage per l ' auto e per la roulotte . A rigore questo dunque non è un motel , ma un normale albergo di transito , di ambiziosa fattura , con un atrio lustro e comodo , e dappertutto legno , nichel e materie plastiche . Dovrebbe essere una costruzione « moderna » ; in realtà , essa si limita ad esibire uno stile tra « tirolo » e « far - west » , del tutto incomprensibile nel paesaggio lombardo . Al ristorante si mangia abbastanza bene anche con cinquecento lire . La città è dietro il piazzale : si apre un vialone larghissimo , spalancato al vento tagliente di gennaio , coi pali della luce , che , dai due lati , incombono arditamente verso il centro . Da una parte un lunghissimo muro , dall ' altra tante costruzioni tutte uguali . Il vialone porta il nome di Alcide De Gasperi , le strade minori , fra una fila di edifici e l ' altra , s ' intitolano a Galilei , a Fermi , ai nomi di altri scienziati poco noti ai profani . Ci vuol poco a capire che da questa parte c ' è la zona operante della città . Dalle finestre infatti s ' intravedono strumenti di laboratorio , macchine , tubi . Qui la SNAM ha i suoi centri di studio , alcuni collegati con il Politecnico di Milano . Non zona industriale , dunque , ma centro di ricerca : è probabilmente una città di tecnici , non di operai , e l ' aspetto borghese della zona residenziale ce lo conferma . Percorrendo il vialone Alcide De Gasperi , si trova , in fondo , piazza Santa Barbara , protettrice , come è noto , di minatori , artiglieri , e di tutti coloro che abbiano a che fare con roba esplosiva ; anche quelli del metano , dunque . Un ' altra piazza immensa , interrotta però , questa , da brevi strisce di aiole verdi , molto curate . Ogni pochi metri ecco spuntare da terra un tubo ricurvo , dipinto in giallo ; serve , mi spiegano , per l ' irrigazione delle aiole . La piazza è dominata dalla più straordinaria chiesa che mi sia mai accaduto di vedere . È un edificio monumentale e insieme semplicissimo : una specie di capannone col timpano altissimo e acuto , come per suggerire una elevazione che di fatto non c ' è . Ai quattro lati sorgono altrettante gugliette appuntite , color verde tenero . I colori sono la cosa meno prevedibile di questo duomo di Metanopoli . Pare come se sulla facciata bianca fossero stati applicati dei pannelli rettangolari , quale verde tenero , come le guglie , quale rosa pallido , quale cinerino . Le strade dietro la chiesa , nella zona residenziale , son tutte alberate e divise da aiole verdi . Gli alberi sovente sono dei pioppi : il pioppo è la pianta tipica della pianura padana , di cui rompe la piattezza con la sua acuta spinta al cielo . Ma qui sono pioppi di trapianto in attesa che rinsaldino le radici li hanno legati con quattro filo di ferro , presto arrugginiti all ' aria umida della zona . Le case son tutte belle e tutte uguali , con pochi segni palesi di vita interna . In mezzo alle case , quasi in fondo a via Soresina , la lunga e bassa costruzione che ospita i negozi , alcuni ancora interminati e vuoti . La città di Metanopoli è dunque di Fondazione recentissima , anzi , non è ancora terminata : via Enrico Fermi esiste , per esempio , soltanto di nome , e proprio all ' ingresso della città , quasi stilla strada , sorge lo scheletro di un altissimo edificio poligonale , con le strutture portanti di ferro , rosso di minio fresco , ed i piani di cemento e mattoni forati . il primo dei grattacieli di Metanopoli ; di un secondo si inizierà presto la costruzione . La città è stata fondata dalla SNAM , che è poi una filiazione dell ' ENI sorta per lo sfruttamento del metano . Qui , come si è detto , non vi sono stabilimenti di produzione o di trasformazione , ma soltanto un centro studi . Tanto vero che la SNAM non paga al comune di San Donato l ' Icap , l ' imposta che grava sulle attività industriali , commerciali , professionali e artigiane . Ha preferito edificare la sua città a San Donato per due ragioni : per tenersi vicinissima a Milano , ma fuori dei confini comunali , e pagare così minori imposte , e poi per tenersi al capolinea di due grandi vie di comunicazione , l ' Emilia e la futura strada del sole . Del comune di San Donato la SNAM , cioè l ' ENI , possiede mille pertiche , cioè 654.000 metri quadrati , pari a circa un terzo della superficie totale del comune stesso . Il terreno , in conseguenza di questo acquisto massiccio e dell ' incremento edilizio , è salito enormemente di prezzo . Quasi dieci volte e più : dalle sei - settecento lire al metro quadrato del 1950 siamo ora sulle cinquemila , con punte sulle ottomila lire al metro quadrato . La popolazione di Metanopoli non è mai indigena : la SNAM ha reclutato altrove i suoi dipendenti , che son divenuti suoi abitanti . Dal Veneto , dalla Toscana , dal Lazio , dal Napoletano , dalle Puglie : dalle regioni insomma che tradizionalmente danno la maggior quota di migrazione verso Milano . Gli abitanti vecchi , quelli di San Donato e delle frazioni vicine , li chiamano tutti « terroni » ed hanno ribattezzato , per conto loro , la città nuova col nome di Metanopoli . Ma rapporti , fra gli uni e gli altri , fra i vecchi ed i nuovi , fra i metanopolitani ed i sandonatesi , se ne stabiliscono di rado , i sandonatesi erano in origine salariati , operai della campagna ; qualcuno addirittura giornaliero . Poi hanno cominciato a cambiar mestiere , ed oggi più della metà sono operai ; ma lavorano a Milano . A Metanopoli nessuno di loro è entrato come dipendente stabile e come abitatore delle nuove case . La vita di Metanopoli è chiusa , pertanto , anche fisicamente , all ' ambiente esterno , alla campagna lombarda . Gli abitanti di San Donato , abitano accanto alla città del metano , ma non hanno ancora il gas in casa , nonostante lo chiedano da tre anni . Non ancora , prima e oltre il metano , troppe altre cose che servono a dar la base del vivere civile : basti pensare alle tristissime condizioni igieniche delle vecchie cascine sandonatesi , non è sovrapponendo un ' isola di razionalità ( astratta razionalità ) urbanistica che si fa progredire la civiltà nella campagna milanese .