Tipi di Ricerca: Ricerca per parole
Trova:
> anno_i:[1910 TO 1940}
StampaPeriodica ,
Borghese o proletario il nostro movimento ? Borghese assolutamente no . L ' antiborghesismo non è in noi una civetteria verbale non siamo di quelli che hanno paura delle parole ; è la conseguenza di una meditata e definitiva condanna dell ' ordine , dell ' economia , degli istituti , della morale borghese . Croce ed Einaudi hanno un bell ' ammonirci che la borghesia è un falso concetto e che la classe non esiste ; noi la borghesia italiana la ritroviamo con nettissima intuizione di classe attorno al fascismo . Questa borghesia , in Italia e in Europa , la sentiamo e la vogliamo condannata . I suoi diritti sono privilegi . Le sue libertà si risolvono in soprusi . Il fatto che essa non riesca ormai più a governare quasi dovunque che con la forza brutale , sollevando ribellioni formidabili che per la prima volta non si innestano su una guerra perduta , dimostra che come classe dirigente è finita . Siamo allora un movimento proletario ? Se « movimento proletario » significa movimento che identifica la sua causa con quella della emancipazione umana , con la causa degli operai , dei contadini , dei lavoratori di ogni razza e paese materialmente sfruttati e moralmente umiliati , la risposta è categorica : sì , G.L. è un movimento proletario . G.L. non sarà mai dall ' altra parte della barricata qualunque possano essere gli errori e le debolezze che si commetteranno da questa parte delle barricate . La questione , prima ancora che di principio , è di destino , di elezione . Siamo con la classe lavoratrice ; i nemici della classe lavoratrice sono i nostri nemici ; le vittorie della classe lavoratrice sono le nostre vittorie . Se fossimo demagoghi o dittatori scriveremmo addirittura che siamo la classe lavoratrice . Ma noi sappiamo che classe lavoratrice vuol dire milioni e milioni di uomini che se oggi sono ridotti a servitù domani si libereranno , cioè svilupperanno innumeri energie libere . Nessuna ipoteca , quindi , e nessuna esclusiva rappresentanza . Se invece « movimento proletario » dovesse significare , come spesso oggi significa , movimento di classe degli operai industriali , degli operai manuali delle città e delle grandi fabbriche , con le appendici secondarie e disprezzate dei contadini , piccoli borghesi e intellettuali , rispondiamo : no . In questo senso G.L. non è , né tiene ad essere un movimento proletario . Non già perché disconosca che i lavoratori delle fabbriche costituiscono la frazione più forte , più preparata del proletariato , la più aperta agli ideali socialisti . Ma perché i lavoratori delle fabbriche costituiscono in ogni paese , e in Italia particolarmente , una minoranza , e neppure la più oppressa ; una minoranza il cui peso relativo tende a diminuire anziché ad aumentare per il crescere dei ceti medi e piccolo borghesi ; una minoranza assolutamente incapace da sola di rovesciare l ' ordine borghese o anche solo di fare fronte vittoriosamente alla reazione fascista . La storia del dopo guerra , la crisi , i fascismi offrono in materia testimonianze decisive . Un movimento proletario moderno deve , pena l ' impotenza , mettere accanto agli operai , sullo stesso piano degli operai , senza gerarchie assurde e intollerabili , tutte le altre categorie di lavoratori . Il socialismo , sino ad ora concepito come il patrimonio ideale di una classe eletta , la classe degli operai dell ' industria , a cui spetterebbe il vanto di realizzarlo , si deve concepire come il patrimonio ideale di tutti gli uomini . Ogni uomo , operaio , contadino , artigiano , impiegato , professionista che sia deve essere messo in grado di partecipare alla lotta su piede di perfetta eguaglianza ; deve sentire che il socialismo non significa per lui in nessun caso una decadenza , una diminuzione ( la famosa proletarizzazione preventiva ! ) , ma la estrinsecazione di tutto il suo potenziale umano . Nella fase storica che attraversiamo , la fase del fascismo , delle guerre imperialistiche e della decadenza capitalistica , le analisi spettrali del marxismo non servono gran che . La storia ha sconvolto le sapienti catalogazioni e procede a sbalzi , con tagli netti e frane gigantesche . In quanti paesi non si è visto il movimento operaio funzionare da forza conservatrice , mentre i movimenti piccolo borghesi ricorrevano alla violenza e coi disoccupati , nuovo proletariato squalificato , passavano alla reazione ? Bando perciò alla scolastica per attenersi all ' essenziale . Quando un mondo decade e la materia sociale diventa incandescente , le valvole sociologiche saltano . Da una parte i rivoluzionari , i sovvertitori , quelli che l ' Ufficio stampa chiama i « sobillatori » , riuniti secondo affinità semplici ma fondamentali ; dall ' altra i conservatori , i profittatori dell ' ordine attuale . La rivoluzione non deve più reclutare chiedendo : sei tu proletario ? Credi al materialismo storico ? Riconosci in Marx il tuo Dio e in Lenin ( o in Jaurès ) il tuo profeta ? Vuoi la tessera A . , B . , C . ? Deve chiedere : credi che il mondo possa continuare a marciare sulla testa anziché sulle gambe ? Non ti pare che all ' uomo potrebbe assegnarsi un compito più interessante di quello di servire il profittatore , lo Stato e i generali ? Una civiltà che ti dà l ' ordine fascista e un nuovo macello in vista non equivale a una nuova barbarie che bisogna combattere su tutti i fronti e con tutte le armi ?