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> anno_i:[1910 TO 1940}
ADDOMESTICATI E RIBELLI ( P.G. , 1924 )
StampaPeriodica ,
L ' on . Mussolini ha affermato la sua gioia di « poter finalmente agire appoggiandosi su di una Camera che rappresenta esattamente la volontà del paese » . « Le ultime elezioni hanno restituito all ' Italia un vero Parlamento » . Il gioco è chiaro : non era difficile prevedere che il diavolo si sarebbe fatto frate e Mussolini è sempre scrupoloso nel dar ragione alle profezie dei suoi critici . Nella sua politica la normalizzazione è un elemento psicologico e ideale necessario come la violenza . La conciliazione degli opposti non è una ipocrisia del Duce : è il suo stile . Normalizzazione in un primo senso vale per eufemismo per indicare che conserva il potere e d ' altra parte è l ' ideale di pace che non si può non riproclamare mentre continuano le irrequietezze della rivoluzione dei reduci . La tattica di un addomesticatore nel dopo guerra doveva essere duplice : la violenza contro le minoranze battagliere e contro i movimenti libertari sorti dal basso , le lusinghe verso le classi medie e verso le masse quietiste . Il gioco non riuscì a Giolitti che non aveva inteso la necessità di questo equilibrio ; e fu necessario trovare un nuovo Giolitti , adatto ai tempi di avventura , in Mussolini . Egli è l ' addomesticatore del fascismo solo perché lo serve e lo serve appunto mentre addormenta gli avversari con gli ideali del ministerialismo e della pace . I costumi dell ' Italia sono ridotti a questo : che tutti si trovano pronti a disarmare anche se il fascismo non disarmerà e accettano il mito della normalizzazione instaurata dai vincitori anche se non ignorano che sarà una pura e semplice resa a discrezione . Un fautore del nuovo regime così interpreta lo stato d ' animo generale : « L ' attuale fase delle discussioni politiche dimostra soltanto questo : che nel momento attuale una grande attrattiva per le fantasie e per i bisogni degli italiani è costituita dalla visione di un periodo di pace sociale . Tutto il resto , accanto a questo , ha poca importanza . Insomma il paese è stanco di stare in ansia sociale . Oggi sono fuori della realtà politica soltanto coloro che parlano di una continuazione della lotta , e vogliono eccitare ancora gli odi assopiti e le passioni stanche » . Ossia noi assistiamo – protagonisti gli intellettuali e l ' opinione pubblica media – al formarsi di una vera e propria voluttà del servire . E la rinuncia alle più elementari dignità è fatto in ossequio alla maniera forte insieme e lusingatrice del Duce , dal quale riesce grato ricevere attestati di inabilitazione e interdetti . Dalle molte diagnosi che ne offrimmo dovrebbe risultare chiaro che questa stanchezza di Medioevo , questa rassegnazione di schiavi viziosi è uno stato d ' animo per eccellenza mussoliniano . Mussoliniano anche se si ritrova in certi oppositori disorientati dalla lotta . Così è una tattica di addomesticati invocare con la Giustizia ( sabato 26 aprile ) che il fascismo : « osi legalizzare l ' arbitrio , far delle leggi , una legge dispotica finché vuole ma che sia una : e ciò per due ottimi motivi : primo , che i cittadini sappiano con certezza che cosa è lecito e che cosa è proibito ; secondo , che esso , il regime fascista , si assuma chiara ed intera la responsabilità politica dei suoi atti , o di quegli atti che fino a qui furono abbandonati alla iniziativa dei ras locali o degli squadristi isolati » . Ci sembra buffo chiedere i limiti di ciò che si vuol rovesciare : certi limiti evidentemente si avvertono solo nell ' atto in cui si tenta di distruggerli ! Né si può seguire Giovanni Zibordi quando scrive sulla « Critica Sociale » del 15-30 aprile : « Tutto quanto concorra a creare una atmosfera e un programma di civiltà legale contro la violenza illegale oggi prevalente , giova indirettamente a una ricostruzione spirituale e materiale di questa travagliata vita italiana . Se qui è una riserva di astuzia polemica – ma non sembrerebbe – l ' astuzia viene in ritardo . Dopo 18 mesi chiedere al fascismo di esser coerente nelle parole e nei fatti , nelle leggi e nello spirito è perfettamente ingenuo se si è constatato che il fascismo non acconsentirà mai ad instaurare una tirannide onesta e dichiarata ma alle leggi democratiche e demagogiche continuerà ad unire una pratica contradditoria e arbitraria secondo le esigenze quotidiane . Né l ' economia né la politica si avvantaggiano dalle lunghe stasi e dalle quiete rinuncie : e l ' opposizione può servire il paese soltanto rifiutandosi di far la pace col vincitore , e di riconoscere il regime mussoliniano . L ' opposizione è una scuola di dignità e la sua intransigenza mentre non la compromette a far causa comune con la presente decadenza , mentre la salva per il futuro , offre disinteressatamente dei modelli e migliora generosamente lo stesso fascismo , reo che non si può assolvere . La normalizzazione è dunque un problema tutto interno del fascismo stesso , un ' altra fantasia mussoliniana : noi siamo pronti ad assistere anche a questo spettacolo , ma resta inteso che non siamo disposti ad accettare norme dal campo nemico . Un aspetto della normalizzazione sarà l ' impegno messo da Mussolini nel far funzionare il parlamento . Si domanda se gli riuscirà . Resta tra gli oppositori l ' illusione che la fine del fascismo debba venire dall ' interno , che il blocco si debba sfaldare di fronte alle difficoltà concrete . Per noi è chiaro che Mussolini farà trionfalmente il suo esperimento parlamentare . La maggioranza è un blocco altrettanto compatto quanto variopinto di tendenze e anemico di idee . Mussolini può condurre dove vuole , manovrare come gli piace uomini dello stampo di Salandra , Orlando , Dino Grandi , Bottai , Massimo Rocca , Giunta . Non è a credere che gli possano venire preoccupazioni serie neanche da Farinacci . La violenza dei ras gli è cara e necessaria : egli sa dosarla ; e Orlando gli potrà servire in qualunque momento per convalidare la riforma di Michelino con l ' autorità del costituzionalista . Bisogna convincersi che i 356 deputati della maggioranza e gli altri signori delle liste bis , se si eccettuano i rappresentanti della oligarchia industriale ( assai apertamente padroni ) sono tutti dei fantocci buffissimi e spudorati , biscie incantate dal ciarlatano . Vanno a Montecitorio per ubbidire . Faranno le parti che il Duce assegnò . Per questo lato la normalizzazione è un fatto . Mussolini può dilettarsi allo spettacolo dei frak e delle livree della nuova Corte . Esame dei ribelli Fuori della maggioranza garbatamente ridotta alle livree , il problema della vita futura dell ' Italia sta nella valutazione delle resistenze nell ' animo dei ribelli . Non ci dobbiamo nascondere la crisi di quelle che sono oggi le sole opposizioni serie : i popolari e i partiti proletari ( l ' opposizione costituzionale essendo ridotta ad un uomo che potrà solo avere compito demiurgico ) . Il partito popolare sembra conservare i quadri saldi , ma i capi nel loro istinto conservatore e per i contatti col Vaticano e con gli ambienti più retrivi non sono fatti per una lotta disperata . I popolari potrebbero nutrire ambizioni di successori se avessero il coraggio di rinunciare a giocare d ' abilità col duce e non si riducessero ad una serie di posizioni parlamentari . Dovrebbero convincersi che solo i mussoliniani possono accettare oggi il terreno parlamentare . Per i parlamentaristi seri la Camera di Mussolini non è una Camera , già per il fatto di non essere stata eletta con la proporzionale . Occorre non riconoscerla , svalutarla . Longinotti , Bresciani , Bertini , non chiedono che di valorizzare l ' ordine costituito e di venire a patti . La tattica dell ' opposizione dipende dunque dai partiti proletari , dai repubblicani ai comunisti : deve effettuarsi con l ' ostruzionismo in parlamento e la scuola di intransigenza nel paese . La nostra proposta di ostruzionismo è precisa . Significa non riconoscere la validità della Camera presente . Impugnarne le origini , non collaborare al funzionamento neanche con la critica . L ' uomo più intelligente del socialismo italiano ( che veramente non è un uomo né un italiano ) traduceva i nostri propositi nella tattica seguente : in sede di convalidazione ogni partito deleghi un oratore per ciascuna circoscrizione a documentare l ' illegalità della votazione fascista . La polemica dell ' illegalità non è nelle nostre preferenze : tuttavia ecco un primo mese di battaglia parlamentare bene speso . Questa posizione pregiudiziale di incompatibilità deve essere proseguita in tutti i campi di discussione , senza concedere tregua al ministerialismo . Si dovrà ricorrere all ' ostruzionismo dei regolamenti per costringere la maggioranza a smascherarsi mutandoli . Se si otterrà che Mussolini non possa fare il parlamentarista pacificamente , se lo si obbligherà a tornare sulle sue vecchie posizioni di provocatore si sarà raggiunta la più bella vittoria tattica . La crisi del socialismo Tutto il resto dipende dallo sviluppo della crisi socialista . Oggi la disorganizzazione dei tre partiti è connessa col disorientamento del proletariato . Le polemiche tra la Giustizia , l ' Avanti ! e l ' Unità rivelano la ferocia settaria e dissolvente che ha sempre animato i capi degli estremismi . E perciò sono un segno di vitalità , di esigenze più profonde per il futuro . Il sogno di un partito proletario unico , organizzato a battaglia disciplinatamente appare certo lusinghiero e piacevole alle persone che amano gli schemi ordinati . Sembra a tutti incontestabile che mentre il proletario è travagliato dalla reazione il battersi compatto possa consentirgli di salvare almeno le posizioni più indispensabili . Chi non è così rigido nell ' illusione del blocco unico pensa che almeno i massimalisti siano una creazione artificiosa , degna di finire al più presto , decidendosi fra le due anime del socialismo : la gradualista e la rivoluzionaria . Invece sarebbe ora di accorgersi che questo linguaggio è invecchiato . La parola d ' ordine dell ' unità non ha servito a evitare in nessun paese la costituzione di tre partiti proletari . Sono le vie e le ipotesi che si presentano alla scelta degli oppressi in cerca di liberazione . Tra la democrazia di Turati e il bolscevismo ortodosso di Bordiga , la critica dell ' Avanti ! inspirata a un marxismo sospettoso della terza internazionale e prudentemente rivoluzionario , ma francamente classista è logica e utile . Noi non intendiamo affatto deporre le diffidenze verso quella che è stata la mentalità massimalista e comprendiamo che i rancori dei delusi possano arrivare persino alle accuse di tradimento , ma ci sembra necessario riflettere che oggi il partito massimalista è frutto di un libero sforzo proletario , cresciuto per il sacrificio degli umili e non in regime di sovvenzione o per i contributi di classi o nazioni estranee alla vita delle plebi italiane . La crisi vera non è insomma del massimalismo più che degli unitari e dei comunisti : la crisi è di tutto il socialismo che non è riuscito negli ultimi venti anni a rinnovare la sua classe dirigente , e non ha avuto dopo la generazione di Turati una scelta di capi giovani e preparati ai nuovi tempi . Ma nella resistenza al fascismo i tre partiti proletari hanno dato una prova di vitalità e di forza , non di decadenza . La concorrenza li migliora , le polemiche , anche quelle più disgustosamente personali , li chiarificano . Certo si tratta di una crisi di crescenza . E non bisogna guardarla con disdegno , perché vi si stanno preparando i migliori , quelli che avranno diritto di condurre il proletariato alla riscossa .