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Se scompare la Farnesina dell'Eni ( Rossella Carlo , 2000 )
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Da quasi cinquant ' anni l ' Eni è una delle poche aziende italiane globalizzate . Alla fine degli anni Cinquanta l ' Ente nazionale idrocarburi , allora guidato dalla mano felice di Enrico Mattei , divenne una temibile potenza nel campo petrolifero ed energetico . Tanto potente da costringere i nemici ' amerikani ' di Mattei a tessere contro di lui un ' orribile congiura sfociata nella esplosione in volo dell ' aereo del presidente a Bascapè . L ' Eni , grazie al sostegno del premier Amintore Fanfani e all ' appoggio della sinistra Dc , aveva sviluppato nel mondo , soprattutto in quello arabo , una sua diplomazia molto efficiente . Al Quai d ' Orsay e al Foreign Office ancora ricordano l ' impegno dell ' apparato Eni a favore dell ' Fln algerino e dei movimenti indipendentisti in Africa occidentale . La politica estera dell ' ente , in quei tempi , i tempi dei cosiddetti ' mau mau della Farnesina ' , era in completa sintonia con quella del ministero degli Esteri . Fu questa la felice stagione della politica mediterranea dell ' Italia , tanto criticata a Washington , a Parigi e a Londra . Da allora l ' Eni ha sempre avuto un forte apparato all ' estero , guidato da personaggi di primissimo ordine , veri antesignani della globalizzazione e della mondializzazione . Per chi in questi ultimi decenni ha viaggiato fra Il Cairo e Caracas , Hong Kong e Teheran , Baghdad e Lagos , gli uomini dell ' Eni hanno sempre rappresentato un interessante punto di riferimento . Alla struttura internazionale dell ' Eni si è sempre appoggiato Franco Bernabè . Anche su questo apparato voleva fondare la sua strategia di suprema globalizzazione e mondializzazione del gruppo petrolifero un uomo di altissimo valore internazionale come l ' ambasciatore Renato Ruggiero , ex presidente dell ' Eni . Ma con una nota del 3 agosto 1999 ( quando era amministratore delegato ) Vittorio Mincato ha abolito la famosa direzione esteri , ha messo gli uffici di Londra , Vienna , Riyad , Istanbul , Tokyo e Singapore alle dipendenze del direttore generale della divisione Agip Luciano Sgubini ( da sempre critico verso la struttura diplomatica dell ' Eni e sostenitore di quella più commerciale dell ' Agip ) e si è preso direttamente carico delle sedi di New York e Mosca . E come risulta , da pochi giorni Sgubini ha addirittura deciso , d ' accordo con l ' attuale presidente Mincato , di dare il colpo finale alla ' Farnesina ' dell ' Eni e di chiudere definitivamente alcune sedi in Asia , Africa ed Europa ( i nomi sono ancora segreti ) e di richiamare in patria uomini di grande esperienza . In un momento tanto importante per le alleanze internazionali il vertice dell ' Eni si preoccupa di ridurre quelle rappresentanze all ' estero dove si possono trovare futuri partner e possibili convergenze . Tale comportamento appare , a dir poco , strano . Tutto ciò fa però capire meglio il mistero delle dimissioni di Ruggiero . L ' ambasciatore , uomo dai grandi orizzonti e dalle grandi strategie , si sentiva un po ' limitato nella sua azione da quel certo provincialismo che lo circondava . Proprio la soppressione , fortemente voluta da Mincato , della direzione esteri dell ' Eni gli aveva fatto capire che era giunto il momento di mollare . Così vanno le cose in Italia , un paese dove si parla a vanvera di globalizzazione ma si fa poco per sostenerne i protagonisti .