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> anno_i:[1940 TO 1970}
TASTIERA 2 ( BALDINI ANTONIO , 1941 )
StampaQuotidiana ,
L ' antipatia , quello che mi fa soffrire ! Per vincerla , mi sono sottoposto a cure eroiche . Niente . Ha vinto l ' antipatia . Due fratelli imbestialiti per un contrasto di successione si andavano cercando armati per tutta la città . Si incontrano alla fine nell ' atrio di un grande albergo e si sparano dodici colpi fracassando vetri e specchi senza colpirsi : dopodiché si buttano le braccia al collo scoppiando in lagrime uno sulla spalla dell ' altro . Come li capisco ! Ho amici coi quali da tempo c ' è un malinteso che mi fa soffrire , e forse cruccia anche loro , perché non s ' è trovato ancora il modo di fracassare insieme un po ' di porcellane e cristallerie . Ma c ' è degli altri ( mica tanti : tre o quattro , sopra il milione di abitanti della città dove vivo , e due o tre dispersi , fra Catania e Torino ) per i quali un ' intera Boemia di cristalli frantumata a colpi di cannone non saprebbe determinare la catarsi d ' una piena pacificazione . Anche perché , a questi sei o sette , io non ho mai dichiarato guerra . Mi sono semplicemente antipatici . Viva la faccia dell ' odio , sentimento che occupa fortemente tutto l ' animo , eccitazione violenta che nutre e corròbora , quando invece l ' antipatia è una scròfola senza altro sfogo che di piccoli sgarbi , dispetti , calunnie , che finiscono con avvilire e rimordere chi li fa senza intaccare la salute del destinatario . Potessi cambiare in doppie d ' odio sonante tutti i palanconi d ' antipatia che m ' appesantiscono il cammino , già mi parrebbe d ' aver fatto il buon guadagno ! Ma dall ' antipatia all ' odio non c ' è possibilità di conversione , né c ' è speranza mai di promozione . Sotto le bandiere dell ' odio si combattono anche le belle battaglie . L ' odio è padre della satira , dell ' invettiva , della commedia . Ma le antipatie , oltreché siano assolutamente infeconde , è mortificante anche solo darle a conoscere , anche parlarne . Bisogna curàrsele di nascosto : e non c ' è cura che valga . Viva la faccia anche dell ' invidia , sentimento tanto più confessabile e sociale : ché è possibile portare invidia anche a persona che ci resti straordinariamente simpatica . E tanto dell ' odio quanto dell ' invidia si guarisce e può nascerne come niente un grande amore : la favola della Fonte di Ardenna , alla quale si beveva in ugual misura avversione ed amore , significa ben questo . L ' antipatia è invece una pappa fredda che non cava né la fame né la sete . Consuma la pazienza , ruba tempo , sciupa la digestione . Non cresce né cala . In ogni sua fase è insalubre e insopportabile . Né a guarirne giova la distanza . Anzi la distanza l ' aggredisce d ' ombre , e di tutti i rimedi sperimentati per renderla meno fastidiosa il migliore ( caro costa ! ) resta pur sempre la frequentazione della persona antipatica . Se metto in fila le persone che tali mi sono , hanno tutte in comune due tratti : una faccia verde e soddisfatta , ignoranza e sprezzo del buon dritto altrui . Consideriamo un caso tipico : quello di Demetrio Sufficienti . Che cosa è che mi mette di malumore al solo pensiero ch ' egli viva in questa città ? Che si creda troppo da più di quanto pesa e vedere come tale convinzione lo situi in un atteggiamento gratuito e stonato di fronte al prossimo . Tra ' l quale prossimo ci sono anch ' io . Sarebbe dunque l ' antipatia un moto e un modo istintivi di difesa collettiva ? Me lo farebbe credere il fatto che per solito chi è antipatico a me lo è anche per molti altri , se non proprio tutti tutti ( con l ' eccezione solo di persone o troppo ingenue o troppo distratte e indifferenti ; non certo con l ' eccezione d ' altri colleghi in antipatia , giacché , se Dio vuole , è buona regola che antipatico con antipatico si facciano sempre pessima grinta ) ; ma non è che da questa solidarietà col prossimo la mia rancura possa trarre qualche consolazione . Il fatto di sapermi condiviso non mènoma affatto il mio malessere . Mi sforzo di immaginare Demetrio battuto , scornato , vilipeso , sbandito e magari sotterrato . La mia antipatia non disarma per questo : antipatico mi resta né riesco a vederlo sotto altra luce che non sia quella dell ' antipatia . Cerco di farmi una ragione . Dico : Demetrio si crede un granché . E con questo ? ; non è detto che cerchi il male di qualcuno ; anche il tenore Isidoro si crede più bravo di tutti i tenori , il calzolaio Crispino più bravo di tutti i calzolai : non ci vedo motivo perché tu perda la bella pace dell ' anima per Demetrio . Altro aspetto del « problema » : c ' è tanti superbiosi e vanesii coi quali vado benissimo d ' accordo ; c ' è dei prepotentoni vicino ai quali sento anzi uno speciale calore di protezione che mi piace moltissimo ; e c ' è dei tipi veramente ingombranti dai quali pure mi lascio portar via quasi volentieri parte del mio « spazio vitale » . Che cosa c ' è dunque in Demetrio che non mi è possibile perdonargli ? Intanto , è proprio la soddisfazione di sé che leggo nei suoi occhi e in ogni sua parola . Sicuramente la mia antipatia non va al suo potere e al suo successo effettivi , di quattrini , di autorità , di nominanza , di donne : Creso , Cesare , don Giovanni non hanno mai turbato i miei sonni , eppoi bene spesso quegli che mi procura tant ' uggia è un povero diavolo scansato e maltrattato dall ' universale ; ma va , la mia antipatia , proprio a quello che lui si ostina a credere di sé nel suo cervellaccio e che non stinge per nessun acquazzone di contrarietà e grandinata di botte . Ma è caritatevole ciò da parte mia ? Certo che no , se le cose stessero tutte e semplicemente a questo modo . Ma ci dev ' essere altro , e me n ' assicura il fatto che , insieme con me , a non poter soffrire Demetrio , siamo in tanti , e fra i tanti ci sono persone infinitamente più giuste e longanimi di me ... Demetrio della malora , se tu sapessi nascondere un po ' meglio quella tua terribile contentezza di te stesso , se tu sapessi essere soltanto un po ' ipocrita , vedi quanta noia potresti risparmiare a me e a tant ' altre brave persone ... E in fondo quanta vergogna . Perché , in fondo , proprio questo noi ti rinfacciamo : di non saperci nascondere la tua innocua soperchieria mentale , la tua troppo ingenua arroganza . Dice : Non ci pensare . E una parola ! Antipatia è implicitamente riconoscimento di personalità , come quando camminando al buio abbiamo l ' impressione di star sempre per urtare in qualcuno . Se odiare significa sentir la voglia di acchiappare Demetrio per il petto , sbatterlo contro il muro , piantargli un palmo di lama nel costato , è certo ch ' io non ho mai odiato Demetrio . Se odiare , più modestamente , vuol dire vagheggiare nel pensiero che Demetrio venga a trovarsi in una situazione ridicola e tremenda , accompagnato a suon di fischi e a furia di torsoli fuori delle porte della città , neanche a questo punto ho mai odiato Demetrio . Ma se per odiare bastasse desiderare che Demetrio non fosse mai venuto al mondo e capitato fra i piedi , allora sono ottimo odiatore anch ' io . Mi spiego : non è ch ' io gli voglia specificatamente del male ; ma la sola idea che ora monto sul treno e potrei trovarlo dentro lo scompartimento , che vado a rispondere al telefono e posso sentire la sua voce , mi rende smanioso . Peggio , mi rende antipatico a me stesso . Cattiveria da parte mia non è , ché in conclusione il solo a soffrirne , dei due , sono io . Male che la vada , lui si bea . Dirò l ' ultima : l ' idea che Demetrio possa intervenire al mio funerale già mi sciupa il riposo della fossa .