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> autore_s:"ROCCO ALFREDO"
FALLIMENTO ( ROCCO ALFREDO , 1920 )
StampaQuotidiana ,
Da venti anni la politica interna italiana , con una continuità rara nelle cose nostre , va perseguendo lo scopo di placare le forze sovversive ed antinazionali , di trasformarle , di attrarle nell ' orbita dello Stato . Questa politica è frutto di un disegno meditato , o non piuttosto è una manifestazione di radicale incapacità volitiva nei nostri uomini di governo ? A noi contemporanei mancano ancora troppi elementi per risolvere un simile problema . Comunque , il fatto esiste , e più gli anni trascorrono dal giorno in cui , all ' alba del nuovo regno , l ' on . Giolitti , ministro dell ' interno , inaugurò il sistema delle transazioni , delle concessioni e delle blandizie verso il sovversivismo socialista , e più netti e chiari vanno diventando i contorni di questa politica , e più gravi le conseguenze , e più manifesti gli errori . In realtà , il proposito di disarmare gli elementi ostili alle istituzioni , assimilandoli e facendoli rientrare nei limiti dell ' azione legale e costituzionale , è antico quanto lo Stato italiano . Ma , le forze sovversive , a cui un tal politica si rivolgeva , oltre a rappresentare una piccola minoranza nel paese , erano i residui di quel partito d ' azione , che aveva avuto , durante le lotte del risorgimento , un carattere ed una funzione francamente nazionali . Era pertanto relativamente facile e non troppo pericoloso un lavoro di approccio , diretto ad amalgamare elementi , che rimanevano divisi più per ragione di tradizioni e per dissenso di metodi , che per diversità di fini . Al contrario , le masse socialiste , che si erano andate formando , dopo la conquista dell ' unità , si erano , fin dal principio , rivelate eredi non già del vecchio sovversivismo mazziniano e patriottico , ma delle correnti antinazionali ed anazionali , che , durante tutto il risorgimento , erano rimaste indifferenti ed ostili al moto per l ' indipendenza e l ' unità dell ' Italia . Non bisogna dimenticare , infatti , che il risorgimento italiano fu opera di una minoranza di intellettuali e che le masse operaie e contadine , quando non furono francamente contrarie , furono tiepide o assenti . Operando tra queste masse , in cui era diffuso il vecchio spirito materialista , il vecchio egoismo , il vecchio orrore per il sacrificio ed il pericolo dei secoli trascorsi dall ' Italia nella oppressione straniera e nella disgregazione interiore , il socialismo italiano fu sempre essenzialmente antiitaliano . Esso dunque non poteva essere ricondotto nell ' orbita della vita nazionale , non poteva diventare una forza viva della nazione per le sue stesse origini , per il suo stesso carattere , per la sua stessa estensione . Appunto perché rappresentava tutto ciò che nella storia era stato l ' Antitalia , era assurdo che potesse essere indotto a lavorare per l ' Italia . Quegli elementi isolati del socialismo che , volta a volta , rientravano nell ' orbita nazionale , uscivano automaticamente dal socialismo . Questo , per essere , doveva rimanere antiitaliano , perché le masse , su cui si appoggiava , erano , per tradizione millenaria , insensibili ed ostili all ' idea della Patria . Il lavoro dunque a cui la politica dell ' assimilazione si dedicò , quando , per opera dell ' on . Giolitti , si rivolse al socialismo , fu un lavoro da Sisifo . Per dieci uomini che la politica nazionale acquisiva , diecimila sorgevano dalle masse ad accrescere le moltitudini imprecanti alla Patria ed invocanti la confisca dello Stato a vantaggio dei loro beni materiali . E man mano che la predicazione socialista si intensificava e guadagnava più larghi strati della popolazione , penetrando fra gli impiegati 230e i funzionari stessi dello Stato , divenne ben chiaro che le parti si invertivano : che non lo Stato nazionale assorbiva e trasformava gli elementi antinazionali , ma questi assorbivano , disgregavano , distruggevano lo Stato nazionale . Di questa politica funesta il propugnatore ed il realizzatore più conseguente , più ancora dello stesso on . Giolitti , che la creò , è stato , indubbiamente , l ' on . Nitti . Questi sali al potere con un programma , che è stato sempre la meta ed il sogno di tutta la sua vita politica : condurre con sé al governo il socialismo ufficiale . Da molti e molti mesi l ' on . Nitti non nascondeva il suo proposito di avere con sé nel ministero gli on . Turati , Treves , Modigliani , e perché no ? perfino l ' on . Francesco Ciccotti e l ' on . Nicola Bombacci . Un uomo accanto a lui perseguiva questo disegno , tenendo i contatti e traendo ispirazione da uomini grossi e piccoli del socialismo ufficiale : il segretario particolare del Presidente del Consiglio , comm . Magno , il quale riprendeva quell ' atteggiamento e quei modi che erano già stati tentati dal comm . Camillo Corradini durante la prima permanenza al Ministero dell ' Interno dell ' on . Orlando . Li riprendeva , con lo stesso esito sfortunato . Perché , come già nei mesi che precedettero Caporetto , il socialismo antiitaliano , anche questa volta , ha approfittato bensì dell ' aiuto e del favore che il Governo gli offriva , nella fallace illusione di trarlo a sé e di farselo prigioniero , ma con l ' unico scopo e con il solo risultato di allargare e consolidare le sue posizioni , di proseguire e di intensificare la sua opera di disgregazione della società e dello Stato . Questa politica , che nel 1917 condusse alla Caporetto militare , nel 1919 condusse alla Caporetto elettorale e oggi conduce alla Caporetto politica della dedizione ai postelegrafici e ai ferrovieri bolscevichi . Il fallimento non potrebbe essere più clamoroso e definitivo . È , questo , il fallimento non di un uomo solo o di un Ministero , ma di tutta una mentalità e di tutta una politica . Mentalità , che si ricollega direttamente con la mentalità liberale , funesta eredità che l ' Italia moderna ha ricevuto dal risorgimento , e che pone lo Stato in una condizione spirituale e pratica di non - resistenza di fronte ai suoi nemici . Politica , tutta pervasa dall ' idea di ineluttabilità dell ' avvento socialista e dalla illusione di poterlo guidare e incanalare per la via meno pericolosa , mediante le blandizie , il favore e la concessione . Ogni giorno più i fatti dimostrano che questa mentalità e questa politica preparano il crollo dello Stato , la disgregazione della vita sociale , e la rovina della stessa civiltà . Non è la rivoluzione , tanto temuta dai nostri uomini di governo , ma il disfacimento , la dissoluzione , la putredine . Oramai siamo giunti a tale , che , continuando per questa via , la vita nazionale , nel campo politico come in quello economico , s ' incammina fatalmente verso la paralisi . Solo una volontà ferrea che renda impotenti i demagoghi , restauri l ' autorità dello Stato , tenga fermi i vincoli della disciplina civile , ristabilisca la gerarchia dei valori sociali , può salvare l ' Italia . Io sono convinto che si sia ancora a tempo , e che l ' opinione di tutti coloro ( e sono la grande maggioranza ) i quali desiderano di respirare , di lavorare , di vivere la vita di un popolo civile e non quella scomoda , primitiva ed angosciosa che stiamo vivendo da alcuni mesi , saluterà con gioia il giorno in cui l ' Italia avrà , finalmente , un Governo che governi e non transiga , che comandi e non tratti , che garantisca , con la sua autorità e con la sua forza , la pace interna e la vita economica della nazione . Solo allora , on . Nitti , l ' Italia potrà lavorare e produrre , e avrà alto il suo credito , non deprezzata la sua moneta , non disconosciuti i suoi diritti dagli stranieri , non esautorati all ' estero i suoi rappresentanti e i suoi diplomatici .