StampaQuotidiana ,
Qualche
giorno
fa
apparve
la
notizia
che
il
ministro
Orlando
aveva
pronta
la
relazione
sul
decreto
ministeriale
per
la
scelta
del
greco
e
delle
matematiche
nei
licei
.
E
la
notizia
è
poi
stata
confermata
dai
giornali
ufficiosi
.
Il
decreto
in
sostanza
è
questo
:
fin
qui
lo
studio
del
greco
era
di
cinque
anni
;
ora
i
giovani
possono
ridurlo
a
tre
optando
per
le
matematiche
invece
del
greco
appena
giunti
al
secondo
anno
di
liceo
.
Tale
decreto
mostra
una
tendenza
che
va
rilevata
:
è
un
primo
passo
verso
la
soppressione
graduale
dell
'
insegnamento
classico
.
Oggi
si
è
ancora
oscillanti
e
vacillanti
fra
il
desiderio
di
rinnovare
e
quello
di
conservare
,
domani
non
sarà
più
così
,
e
si
abolirà
il
vecchio
per
il
semplice
motivo
che
si
è
smarrito
il
sentimento
del
suo
valore
vero
.
Questo
dunque
è
necessario
:
illuminare
la
coscienza
pubblica
sul
valore
degli
studii
classici
.
Tali
studii
,
hanno
contro
di
sé
i
modernisti
,
cioè
tutti
coloro
che
fanno
incominciare
il
mondo
dal
giorno
della
loro
nascita
.
C
'
è
una
speciale
vanità
dell
'
uomo
contemporaneo
,
ed
è
quella
della
modernità
;
per
la
quale
la
maggior
parte
de
'
nostri
simili
cólti
,
od
ignoranti
che
si
credon
cólti
,
di
niente
altro
è
vaga
quanto
di
dare
un
calcio
ai
molti
secoli
ed
ai
varii
millenni
di
storia
che
ci
hanno
preceduti
.
La
divina
legge
della
continuità
della
vita
attraverso
i
secoli
e
attraverso
i
millenni
,
per
la
quale
la
durata
dell
'
uomo
è
tanto
più
lunga
dell
'
esistenza
dell
'
individuo
,
e
che
è
quasi
la
nostra
immortalità
terrena
;
questa
divina
legge
per
la
quale
la
vita
dei
popoli
ci
appare
intessuta
di
generazioni
,
come
si
lega
punto
con
punto
,
e
noi
ci
sentiamo
contemporanei
de
nostri
padri
e
respiranti
dello
stesso
respiro
nella
stessa
aria
;
questa
divina
legge
per
cui
l
'
anima
umana
si
sente
vivere
di
là
dall
'
attimo
e
dall
'
atomo
che
sono
la
sua
proprietà
e
la
sua
miseria
,
è
oggi
posta
in
oblio
o
è
disprezzata
.
Vi
è
un
momento
in
cui
per
i
modernisti
tutto
ciò
che
fu
,
finisce
,
e
incomincia
tutto
ciò
che
ora
è
;
di
là
da
quello
la
morte
,
di
qua
la
vita
,
la
cosiddetta
vita
moderna
.
E
quel
momento
è
quello
che
io
ho
detto
segnato
dal
giorno
della
loro
nascita
.
E
potrebbe
dirsi
dalla
Rivoluzione
francese
,
o
dalla
invenzione
del
treno
o
del
telegrafo
,
o
da
Darwin
,
o
da
Carlo
Marx
.
I
modernisti
hanno
visto
come
siano
stati
inventati
il
telegrafo
,
il
treno
e
tante
altre
meraviglie
,
e
come
si
siano
diffuse
le
teorie
dell
'
evoluzione
,
del
socialismo
,
e
i
venerandi
principi
dell'89
,
ed
hanno
concluso
:
Oggi
il
mondo
è
tutt
'
altra
cosa
;
la
vita
,
l
'
umanità
,
la
coscienza
,
la
sapienza
,
la
civiltà
,
il
progresso
sono
tutt
'
altra
cosa
.
E
che
cosa
sono
?
Sono
la
modernità
.
E
così
la
leggenda
,
il
dogma
,
la
religione
della
modernità
,
cioè
di
un
nostro
modo
di
essere
profondamente
diverso
da
quello
dei
nostri
antenati
,
si
sono
stabiliti
e
sono
in
onore
.
È
il
pedantismo
e
il
fanatismo
di
moda
,
dei
quali
,
come
è
naturale
,
i
greci
ed
i
romani
non
hanno
più
fieri
nemici
.
Contro
le
cosiddette
lingue
e
letterature
morte
i
modernisti
gridano
come
i
giacobini
di
Francia
gridavano
contro
l
'
«
Ancien
Régime
»
.
Greco
,
latino
,
vecchia
accademia
,
avanzo
di
«
Ancien
Régime
»
,
via
!
È
il
grido
della
nuova
rettorica
.
Ebbene
,
questa
nuova
rettorica
ha
torto
,
e
lo
ha
perché
confonde
molte
cose
.
Confonde
la
vita
con
alcune
sue
forme
esteriori
,
con
alcune
sue
condizioni
materiali
.
Si
pensi
ciò
che
si
vuole
,
ma
solo
alcune
condizioni
materiali
,
solo
alcune
forme
esteriori
sono
mutate
;
la
vita
,
l
'
anima
umana
,
l
'
umanità
no
.
È
della
vita
,
dell
'
anima
umana
,
dell
'
umanità
,
lo
stesso
che
dell
'
arte
;
e
come
non
si
può
dire
che
l
'
arte
abbia
mutato
sostanza
e
sia
progredita
da
Omero
a
Dante
,
da
Dante
a
non
so
quale
grande
poeta
de
'
giorni
nostri
,
così
non
si
può
dire
di
questo
nostro
essere
animato
e
vivente
(
che
ha
nell
'
arte
e
nella
storia
il
suo
specchio
)
dalla
civiltà
dei
romani
a
quella
dei
popoli
contemporanei
.
Io
non
conosco
una
invenzione
morale
,
per
così
dire
,
della
umanità
di
oggi
o
della
umanità
di
ieri
,
la
quale
veramente
agisca
sopra
la
sua
sostanza
psichica
e
valga
a
mutarla
.
Conosco
molte
vecchie
ciarlatanerie
che
vogliono
passare
per
nuove
verità
.
Le
nuove
verità
e
le
invenzioni
sono
quelle
della
scienza
che
ha
fornito
la
vita
esteriore
e
materiale
di
nuovi
istrumenti
più
potenti
degli
antichi
.
Tali
istrumenti
ci
hanno
fatto
queste
nuove
condizioni
:
maggiore
velocità
e
maggiore
varietà
.
Noi
abbiamo
per
le
nostre
notti
una
copia
senza
paragone
più
grande
di
luce
e
un
numero
più
grande
di
lumi
,
e
abbiamo
veicoli
che
ci
trasportano
da
un
capo
all
'
altro
del
mondo
con
una
velocità
che
tenta
emulare
quella
de
'
nostri
pensieri
,
e
abbiamo
macchine
che
lavorano
per
noi
.
Abbiamo
qualche
alleato
e
qualche
schiavo
di
più
nella
natura
,
e
mentre
gli
antichi
avevano
soltanto
qualche
animale
domestico
,
il
vento
per
la
vela
e
il
fuoco
,
noi
abbiamo
e
animali
domestici
e
il
vento
e
il
fuoco
e
la
forza
dei
fulmini
e
le
forze
di
altri
elementi
in
nostro
potere
.
La
luce
è
stata
sforzata
sino
all
'
incendio
,
il
suono
e
la
musica
sino
al
fragore
,
la
velocità
sino
alla
vertigine
;
le
città
son
diventate
popolazioni
di
regni
,
il
lavoro
della
pace
frenetico
come
il
tumulto
della
guerra
.
Se
vi
è
una
novità
è
l
'
eccesso
e
la
frenesia
dell
'
eccesso
.
Se
vi
è
una
novità
è
questa
:
nello
sforzo
tragico
ed
epico
che
l
'
uomo
ha
sempre
fatto
e
sempre
farà
per
eguagliare
la
sua
volontà
col
suo
atto
,
perché
il
suo
braccio
sia
attivo
come
la
sua
mente
;
noi
siamo
giunti
al
punto
che
gli
istrumenti
di
quello
sforzo
,
se
ancora
sono
men
repentini
del
nostro
animo
,
sono
però
di
già
superiori
alla
resistenza
dei
nostri
muscoli
e
dei
nostri
nervi
.
Ma
l
'
uomo
è
lo
stesso
.
Ponete
l
'
uomo
in
Parigi
,
in
Londra
,
in
New
York
,
in
Roma
moderna
,
o
nella
Roma
antica
,
in
Atene
,
in
Babilonia
,
in
Cartagine
,
e
che
si
chiami
o
Cesare
,
o
Napoleone
,
o
Chamberlain
,
Eschilo
o
Shakespeare
,
Enrico
Ferri
o
non
so
quale
dei
demagoghi
ateniesi
o
quiriti
;
l
'
uomo
è
lo
stesso
.
L
'
uomo
è
la
moltitudine
.
L
'
uomo
,
la
moltitudine
e
le
loro
passioni
.
Le
passioni
operaie
,
del
bene
e
del
male
,
furie
dell
'
uomo
e
dei
popoli
,
tali
sono
quali
furono
.
L
'
amore
,
il
desiderio
,
l
'
ambizione
ardono
oggi
come
arsero
nel
sangue
e
nelle
ossa
dei
nostri
padri
e
dei
padri
dei
nostri
padri
.
E
l
'
ammirazione
delle
cose
naturali
e
della
bellezza
creata
dagli
uomini
,
l
'
arte
,
l
'
eloquenza
e
la
magnanimità
e
il
saper
morire
per
una
idea
,
e
il
tendere
con
gli
atti
e
con
i
fatti
verso
le
visioni
dell
'
idea
,
e
tutte
le
numerose
forme
dell
'
umana
virtù
,
quali
furono
un
tempo
tali
sono
oggi
.
Noi
usciamo
da
un
'
officina
delle
nostre
città
,
dove
turbinano
e
strepitano
cento
macchine
;
ma
se
andiamo
in
campagna
,
la
vista
di
un
aratro
che
sembra
continui
da
una
giornata
perduta
in
una
antichità
favolosa
la
sua
lenta
e
silenziosa
opera
del
solco
,
metterà
nei
nostri
cuori
quella
stessa
pace
che
ci
dona
quando
passa
nei
versi
di
Virgilio
.
Un
semplice
canto
agreste
ha
sui
nostri
cuori
la
stessa
potenza
,
sebbene
ora
nelle
nostre
orchestre
l
'
intrico
dei
suoni
sia
come
quello
degli
alberi
in
una
foresta
,
dei
loro
rami
e
delle
loro
radici
.
Consideriamo
la
guerra
.
Tutto
sembra
mutato
.
Più
vasti
corpi
di
combattenti
si
muovono
su
più
vasti
spazii
;
è
fra
loro
ciò
che
sarebbe
parso
inverosimile
ai
soldati
antichi
che
si
azzuffavano
:
la
distanza
.
Hanno
una
nuova
forza
di
terrore
:
il
fragore
.
La
rozza
arma
antica
si
è
moltiplicata
in
più
foggie
d
'
armi
,
fatte
dalla
scienza
della
distruzione
,
di
congegni
più
delicati
che
non
abbia
l
'
arnese
del
pacifico
lavoro
.
La
civiltà
più
ingegnosa
e
l
'
opera
di
strage
della
bestialità
primordiale
si
uniscono
.
Ed
ecco
il
fatto
:
non
ostante
tutte
le
mutazioni
e
tutto
quanto
si
è
ingrandito
,
moltiplicato
,
congegnato
,
l
'
uomo
porta
sul
campo
di
battaglia
lo
stesso
animo
di
una
volta
,
l
'
animo
deliberato
a
uccidere
o
a
morire
.
Per
questo
,
leggendo
le
battaglie
degli
achei
e
dei
troiani
nei
libri
d
'
Omero
noi
possiamo
provare
in
fondo
le
medesime
sensazioni
che
leggendo
nei
giornali
la
guerra
russo
-
giapponese
.