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Mutazioni ( Montale Eugenio , 1949 )
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Nel corso della mia vita - non lunghissima ma neppur troppo breve - ho fatto in tempo ad assistere a tre fatti socialmente importanti : la decadenza della « villeggiatura » , un significativo calo nel consumo del vino e nello smercio di quel prodotto letterario che nei tempi moderni s ' è chiamato romanzo . ( Dico nei tempi moderni : Le roman de la rose non è , in questo senso , un romanzo . ) Non si tratterà di eclissi totale , perché l ' uomo di domani dovrà pur bere , dovrà salvarsi per qualche giorno dalle torride calure estive e avrà la curiosità , di tanto in tanto , di leggere qualche libro ; ma insomma , il grosso fiasco « a consumo » che ancora dieci anni fa si faceva portare a tavola Pietro Pancrazi anche se pranzava da solo - e come lui tutti i gentiluomini suoi pari - , le lunghe residenze in villa ( tre mesi e per i proprietari terrieri anche cinque , da maggio a novembre ) e le attente degustazioni del vien de paraître giallo o bianco ( Plon Nourrit o Charpentier - Fasquelle - Treves o Baldini e Castoldi - Bourget , Fogazzaro , Kipling eccetera ) sono fenomeni ormai impensabili . Le statistiche parlano chiaro : si beve sempre meno vino , non solo in Italia , ma anche in Francia e in Spagna . In Italia un buon terzo di fiaschetti e delle bottiglie dell ' anno scorso sono ancora da smaltire e già si annunzia la prossima vendemmia . I librai vendono ancora qualche libro ma da anni i romanzi sono in coda , battuti persino dai libri di versi , dalla già invendibile « poesia » . E quanto alle ville e al villeggiare , basta muoversi in un mese che non sia questo di agosto per vedere che le ville restano chiuse , fatta eccezione per i grandi centri estivi mondani ( come Cortina o il Forte dei Marmi ) e per le fattorie padronali che danno da vivere ( per ora ) ai proprietari - residenti . La gente non villeggia più : in Inghilterra chi aveva case di campagna , castelli , ville e villoni li ha ceduti allo Stato per non pagarne le tasse ; ma ormai anche là lo Stato non sa più che farsene . Non esistono abbastanza mutilati orfani e pensionati per occuparle a spese della collettività . Da noi chi è riuscito a vendere o ad affittare la propria villa limita le sue ferie a una quindicina di giorni trascorsi in una stazione estiva di gran nome , dove spesso deve accontentarsi di dormire su un materasso calcato in una vasca da bagno o negli inabitabili recessi di qualche sedicente dépendance . Non villeggiano , uomini e donne : ballonzolano qua e là su strepitose motociclette tascabili , dormono e mangiano alla peggio , agitano bastoni da golf o racchette o mazzi di carte , mugolano disperatamente motivi come « Oi mama , oi mama / me gusta un bel muchacho » , ballano raspe o sambe e bevono un po ' di tutto , fuorché vino . Uomini e donne villeggiano in piccole città scomode e rumorose e , se leggono , leggono giornali a fumetto , libri di divulgazione scientifica o quasi , libri di storia romanzata e persino libri di versi ; non però romanzi . Perché ? C ' è una interdipendenza fra queste sparizioni e fra quelle che potrebbero probabilmente aggiungersi alla lista delle prime tre ? Scartiamo il fattore economico che salta subito agli occhi ma è piuttosto effetto che causa , e cerchiamo oltre . Una relazione , una causa comune , la si vede chiaramente e consiste nell ' acceleramento del ritmo della vita collettiva . Il fiasco in tavola , i lunghi soggiorni in campagna , le letture lunghe e serie , sostenute da un ' opinione diffusa e duratura , incoraggiate e formate dalla critica ( altra attività che sparisce ) son fenomeni che appartennero a un ' età più lenta della nostra . Quand ' ero ragazzo io , villeggiare voleva dire un viaggio di sci o sette ore , in diligenza o in treno omnibus , per coprire una distanza di pochi chilometri ; voleva dire la casa paterna , l ' orto , il giardino , l ' acqua del pozzo , l ' amicizia coi figli del contadino o del manente , la pesca , le notti di battuggia o di pesca alla lampara , l ' attesa della caccia , la pulitura dei fucili , la scelta delle borre , dei pallini e delle polveri , l ' orlatura delle cartucce , il risveglio col batticuore all ' alba del giorno dell ' « apertura » , mentre i primi spari echeggiavano fra gli uliveti . Si villeggiava in riviera o sull ' Appennino , in casa propria o quasi propria , per mesi e mesi . Non solo i bambini , ma anche i grandi facevano lunghi turni di villeggiatura . Nella mia città gli uffici , gli scrigni , chiudevano alle cinque del pomeriggio , le ore scorrevano lente , pochi si occupavano di politica , i rumori erano ridotti al minimo : la trombetta di un venditore di gelati bastava da sola a riempire tutto un sestiere . Non esistevano le bibite eccitanti , i cocktails . All ' alba del secolo i pochi che incominciarono a bere 1'«americano» ( deprecati viveurs in bombetta e stiffelius ) erano additati al disprezzo generale . Certo , esisteva la maga verde , l ' assenzio ; esistevano gli esseri fatali che partivano per Saint - Moritz o per Ostenda o per il Karersee ; ma si trattava , per lo più , di personaggi di Luciano Zuccoli o della Serao del periodo mistico - mondano . Quando quella vita in tono minore andò in frantumi sparirono i fiaschi dalle tavole , si fecero rari i vini non industrializzati , bevibili , e si dissolsero anche i generi letterari . Primo fra tutti il romanzo . Il romanzo volle essere ( e doveva ) specchio della vita , volle aggiornarsi . Perdette il canovaccio , i personaggi , i caratteri , la psicologia ; si ridusse a illuminazione , a rapsodia , a suite ; ma strada facendo gli avvenne anche di perdere i suoi lettori : quelli grossi , per i quali era troppo sottile , e quelli sottili , per i quali era troppo grosso . Di fronte a certi libri d ' oggi l ' obiezione : bello , ma a chi si rivolge ? resta fondamentale , insuperabile . Un libro , e un romanzo poi ! , non può esser letto solo da chi l ' ha scritto . S ' intende che la rarefazione di certi fenomeni non fa che renderne più preziosa e più utile la sopravvivenza . Mentre scrivo esiste certo qualcuno che sta rileggendosi per la decima volta la Chartreuse de Parme e ne annaffia le pagine migliori con una bottiglia di Vieux Pommard . Neppure in avvenire mancheranno gli happy few che sapranno godersi i riposi in villa e le attente libazioni dei rari vini non adulterati . Quanto ai lettori di oggi , essi sembrano dividere le loro preferenze fra i libri utilitari e quelli che possono considerarsi come opere di fondo , di interesse duraturo . Libri che si possano anche rileggere , centellinare : e fra questi si affacciano persino i libri di poesia ... Un romanzo che non sia legato al senso del tempo , che si scopra tutto in una volta che sia soltanto urlo interiezione e lampo nel buio è già un libro che difficilmente si rileggerà . Di fronte a opere simili il pubblico preferisce acquistare un « tutto Proust » , magari a scopo di regalo nuziale . L ' età che ha assistito alla più violenta levata di scudi contro il tempo che la storia ricordi , l ' età nostra , l ' età del cubismo e del surrealismo , mostra una segreta predilezione per le opere in cui il tempo , il senso psicologico che ci unisce al passato sono ancora avvertibili . Speriamo che l ' avvenire confermi questa preferenza . Rotte le barriere fra l ' arte e la vita , violentemente liricizzato ogni atto dell ' esistenza quotidiana , l ' arte non potrà che sparire o rifarsi daccapo a un senso più lento , più statico delle cose . Se ciò non avvenisse , se il tempo tradizionalmente sentito sparisse dalla vita e tutti vivessero soltanto nell ' istante ( il che è perfettamente immaginabile ) , l ' uomo dell ' avvenire dovrà nascere fornito di un cervello e di un sistema nervoso del tutto diversi da quelli di cui disponiamo noi , esseri ancora tradizionali , copernicani , classici . Perché la tragedia dei nostri giorni è tutta qui : che noi reagiamo a fenomeni nuovi con istrumenti vecchi , abbiamo scoperto armi , oggetti e pensieri dei quali non conosciamo né il perché né la portata . Vediamo morire molte cose , nascerne molte altre , ma ci sfugge il senso , la direzione del mutamento . Per dirne una sola : se si potesse guarire gli uomini , tutti gli uomini , dai loro complessi , avrebbe ancora una ragione di esistere l ' arte ( l ' arte com ' è concepita oggi ? ) . « Torniamo all ' antico » dice l ' uomo classico sturando una bottiglia di Malvasia e allungandosi ai piedi di una vecchia quercia . Ma i suoi figli - ed egli stesso segretamente - sanno troppo bene che , purtroppo , questo non è più possibile . Addio , vecchio mondo , abbiamo sbagliato la data della nostra nascita !