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> anno_i:[1880 TO 1910}
RELIGIONE, CLERICALISMO E SCUOLE ( BONGHI RUGGIERO , 1886 )
StampaQuotidiana ,
Signore e signori , I maestri elementari della provincia di Treviso mi hanno chiesto s ' io volessi fare una conferenza davanti a tanta eletta cittadinanza , e a essi io non poteva dire di no . Da lungo tempo ho in grandissimo affetto questa classe di persone così utile allo Stato , alle provincie , ai comuni , e a cui Stato , provincie e comuni danno retribuzione così inferiore a quella che meriterebbe per il beneficio prestato e che sempre si domanda da essa . Ma , se la mia parola riuscirà meno gradita di quanto desidero , ne darete colpa non ai maestri elementari che me l ' hanno chiesta , bensì a me pel soggetto che ho scelto , come quello su cui più si fermò la mia mente . Ché se il soggetto è facile a concepire , è pur difficile a esser trattato , e se sarebbe facile ad altri il discorrerne e provocare la vostra approvazione , potrà forse esser difficile a me . So come alcuni fanno a carezzare le umane passioni e a secondare i comuni pregiudizi ; quanto a me mi rivolgo alla vostra ragione , e desidero che una parola calma , tranquilla e serena scenda nella vostra coscienza ; e se in essa troverà una approvazione , io sarò abbastanza contento . In queste parole : religione , clericalismo e scuole , sono compresi taluni dei maggiori interessi della umana società , e io cercherò di controbilanciare il torto e il diritto di ognuno , per poi misurare l ' influenza di quella delle tre parole che ci indica il bene e di quella che ci indica il male . Per misurare però quale sia l ' influenza delle scuole e della religione da una parte , e del clericalismo dall ' altra , bisognerà , o signori , che abbiate l ' animo calmo come l ' ho io , e che nel sentirmi vi preoccupiate , come me , d ' esser chiari , precisi , giusti e soprattutto sinceri . La maggior parte di coloro che discorrono di religione e di clericalismo non sono , a mio parere , sinceri . Alcuni sono pieni di furore contro il clericalismo , e hanno ragione ; ma il loro furore va più in là e offende la religione medesima . E d ' altra parte , se i loro avversari gridano : « Religione ! Religione ! Dio ! Dio ! » , in fondo del loro cuore tutto questo non c ' è . Non è già per amor di religione che parlano , non è per Dio che si agitano , ma per loro stessi , per le loro passioni mondane , pel desiderio sfrenato che hanno di dominare e di farsi avanti . Sono quindi due insincerità che si armano , e furiose combattono l ' una contro l ' altra , pur avendo ciascuna delle due parti gran bisogno dell ' altra . Ora noi dobbiamo distinguere la religione dal clericalismo , e dire apertamente ciò che di ognuno si pensa . Religione e clericalismo son due cose ben differenti : non diverse , ma opposte . Il sentimento religioso nasce con l ' uomo al primo urto che sente dalla natura in cui vive , di questa natura della quale non sa donde sia caduta , né dove vada . Il sentimento religioso è tale da unire l ' animo suo con tutto ciò che lo circonda ; è un sentimento molto intimo che mette l ' uomo in relazione con quello che è sopra di lui , come della stessa natura . E l ' uomo viene in grado di trovare una risposta alle terribili domande , alle quali ogni scienza è impotente , e delle quali oggi dice di non volersi curare , ma domani cercherà di rispondervi . Col sentimento veramente religioso l ' uomo frena la sua fantasia che gli chiede : « d ' onde tu vieni ? dove tu vai ? » ; ed è nostra sventura aver sempre queste domande dinanzi ! E non v ' illudete , o signori ; questo sentimento religioso assume necessariamente forma di culto ; poiché una volta che l ' uomo abbia concepito qualche cosa al di sopra di lui , è naturale egli domandi a se stesso come questo qualche cosa , che chiama Dio , debba o possa essere propiziabile . Ed è così , che tra lui e questo Dio sorge il sacerdote . Che cosa è il sacerdote ? È l ' interprete dell ' uomo a Dio , di Dio all ' uomo ; ma questo sacerdote che viene nell ' umana società per mettere in relazione l ' uomo con Dio , corrompe presto l ' ufficio suo , e , preso un altissimo posto nella umana coscienza , se n ' avvantaggia naturalmente . I sacerdoti formano una classe , una casta , portata alla ricerca di dominio e onori . Il sentimento è affatto diverso da quello che doveva essere ; non ha più per oggetto Iddio , non la mediazione fra l ' uomo e l ' idealità pura , ma il proprio interesse , la propria ambizione . Questa la corruttela del sacerdozio . Or bene , o signori , come quel primo sentimento si dice religione , questo secondo , con nome moderno , che corrisponde però a una cosa antica , si dice clericalismo . La religione o il sentimento religioso è , come abbiamo visto , la relazione fra uomo e Dio ; il clericalismo surroga alla relazione dell ' uomo con Dio l ' interesse proprio del sacerdote . E che cosa dobbiamo fare ? Questa è una perversione del retto principio , è una corruttela . Come correggerla , come impedirla ? Vi sono parecchi i quali non sono sinceri , e che gridano ad alta voce contro questi clericali . Io , per conto mio , li lascio vivere , come lascio vivere tutti ; ma esamino loro come esamino tutti . Culto e Dio sono troppo connessi fra loro perché si possano dividere e far sì che uno venga scacciato e l ' altro resti . Basta osservare che tutte le speculazioni moderne , tutte le dottrine scientifiche o filosofiche , che vogliono acquistare una efficacia pratica , hanno bisogno d ' un culto . Il mio amico Coppino , ministro della pubblica istruzione , nel suo discorso ad Alba ha detto che nell ' avvenire la religione professata da tutti sarà la « religione del dovere » . È una frase , per quanto bella , e gli uomini di Stato più degli altri dovrebbero guardarsi dalle frasi . Il dovere sarà la religione di pochi , e anche in quei pochi questo dovere sarà come una voce che parlerà fuori di loro . Dio non si caccia dal mondo , no . Dio non si caccia dall ' umana coscienza , perché è quello che vi ha di più profondo nella coscienza stessa . Egli fu concepito da tutti e in tutti i popoli come un grande ideale di bontà , di virtù e d ' amore . Perché , volendo pensare che cosa dia la somma di ogni passione , pensiamo subito a Dio ; perché questo Dio è l ' archeo , è il centro di ogni idealità umana , e l ' uomo lo pone dinanzi a sé come la meta sua naturale più elevata . Questo è Dio , ed esso si alza nella vostra coscienza e vi segna la via . E se voi poteste cacciare dalla umana società questo Dio , che vi segue dovunque , un immenso buio vi avvolgerebbe , e invano cerchereste di uscirne , in cerca di luce . E sapete ora voi quali sono i nemici principali di questo Dio che vi riscalda il cuore e costante brilla nel vostro pensiero ? I clericali , sì , quei clericali di cui ho parlato poc ' anzi ; quei clericali che non vogliono Dio avanti e sopra di loro perché vogliono un Dio , che anziché essere la loro guida , sia mancipio loro ; non che li ispiri ad amore del bello e del buono , ma che conservi la loro prosperità mondana alla quale , per ogni via , sono arrivati . Eppure atei e cristiani , clericali e miscredenti vanno a braccetto : e per quanto possano parere nemici nei giornali e nei comizi , sono amici , e gli uni operano gli stessi effetti degli altri , quantunque siano opposte le mire . Il clericalismo è la negazione di Dio , è l ' abbassamento di tutte le idealità che l ' umana coscienza ha concepito in Dio . E noi dobbiamo combatterlo , ma combatterlo come pratica una società civile . Noi in Italia abbiamo poi una ragione speciale che ne consiglia la lotta , ed è la sua ambiziosa voglia di riacquisto del potere temporale del papa che il clericale non potrebbe restaurare senza rovina del pontefice stesso , che non sarebbe in grado di tener Roma neppure una settimana . E noi dobbiamo combatterlo perché questa Italia , come l ' abbiamo fatta , una sul durevole fondamento della monarchia , è veramente intangibile . Se però dobbiamo distruggere questo nemico , non ce lo facciamo in fantasia più grosso di quello che è . Non facciamolo più numeroso di quanto esso veramente sia . E ora , conosciuti gli errori degli altri , veniamo a notarne anche qualcheduno dei nostri . Già , se udite che intorno a voi si levi il grido contro il clericale , non dovete poi credere , come potrebbe parere , che ogni religioso sia clericale , che sia clericale ogni prete . Una buona parte dei preti deplora il moderno indirizzo della curia romana , l ' indirizzo da essa dato al clero minore ; e quelli son sacerdoti pii , pieni di sentimento veramente religioso , che vedono la corruttela di cui la curia romana sempre più si ricopre . Questi buoni preti vedono fuorviato l ' indirizzo dei loro colleghi , ma non osano parlare o parlano sottovoce , e non osano gridare per fermare questa fiumana che minaccia di sommergere tutto quello che in più anni sono giunti a raccogliere . Ma perché non si adoprano a fermarla ? Perché non sono ancora riesciti a produrre un effetto utile ? Perché sono soli . Ogni qualvolta pare debba aversi uno dei tali effetti , è allora che il sentimento religioso vacilla . E intanto noi non ci risolviamo né ad apprezzare né a disprezzare cotali loro sentimenti . Questa la cagione per la quale i sacerdoti hanno perduto e sempre più si allontanano dall ' ufficio loro . Questi messaggeri di Dio conoscono tutti il danno del moderno indirizzo , e pur lasciano che si confonda religione e clericalismo . E difetto della politica nostra se in essi non troviamo uno strumento d ' aiuto contro il clericalismo prevalente nella maggior parte del clero e della curia romana . Non perciò dobbiamo scoraggiarci . La Chiesa è oggi tutta nelle mani del pontefice come mai . Dirò come disse un vescovo : i parroci sono soldati dei vescovi ; i vescovi del sommo pontefice . Tale organizzazione della Chiesa non risponde in origine a nessun testo del Vangelo , e a capo di essa sta il primo sacerdote del mondo , che vuol essere il più ostinato clericale del mondo . Ebbene , vedete , in questo momento il nostro paese è contristato da un ' aspra battaglia contro questo clero viziato . Voi ne avete visto i motivi e i primi scontri . Leone XIII – del quale io parlo sempre con grande rispetto – ha pubblicato un Breve a favore dei gesuiti , e il ministro guardasigilli del quale io parlo sempre con grande libertà ha subito cominciato a reagire , con un gesto discutibile , a cacciare tre o quattro monache dal convento della Sapienza . Però mentre vediamo costrette queste quattro monache a uscire dal loro convento , vediamo pure che al tempo stesso si fanno monache una ventina di giovani . Il ministro non ha autorità , né la pretende , di impedire che giovani donne pronuncino voti , e la monacazione in questo tempo di discordia è divenuta più grande di quanto fosse in addietro . Il ministro non ha con questo suo atto violata la legge : egli invece più rigorosamente l ' ha eseguita , ma in maniera diversa di quanto ha fatto finora e troppo mettendo il paese a rumore . Perché voi sapete che il ministro guardasigilli ha un grande difetto . Egli non fa nulla senza trombetta : non sospende un pretore per una giornata senza avvisarne tutti , o taluni almeno dei giornali d ' Italia . Codesta sua ultima azione è contraria a quella che deve compiere un governo il quale voglia eseguire la legge in modo che dall ' esecuzione di essa si possano ritrarre i maggiori benefizi che la legge stessa promette . Aggiungiamo una osservazione . Leone XIII e il ministro , negli atti che ho ricordato , hanno commesso il medesimo errore : quello di non considerare che gli altri nei loro atti non guardano soltanto quello che sono , ma anche quello che sembrano alla società . Per non aver fatto ciò , ministro e pontefice han provocato un movimento che in un paese più ardente del nostro avrebbe provocato conseguenze , l ' estensione delle quali non sarebbe possibile misurare . In un paese invece calmo come il nostro , dopo un certo spazio di tempo passerà tutto senza lasciare traccia di sé , e poiché il fumo è molto maggiore della vampa , fra qualche giorno nessuno ci penserà più . Ma le menti restano così piene di confusione , e se ne ricava un ' impressione capace di promuovere i malumori più grandi . Al paese importa molto la battaglia contro il clericalismo , ma l ' impressione e il moto troppo vivi finiscono in nulla , come una bolla di sapone che per un momento abbia brillato di vivi colori . Così non si combatte il clero , a punti di spilla , a dispetti , a piccoli sdegni , che offendono non solo il nemico che si dice di voler combattere , ma , come ho detto , anche la religione . Con queste piccole vessazioni il clericalismo si rinforza , perché questi atti , per quanto legali , alla maggior parte dei cittadini ripugnano . Questi atti non fanno che generare risentimenti , discreditare e togliere la fiducia a coloro che vorrebbero operar pel bene . Noi dobbiamo convincerci che questa lotta furiosa produce l ' effetto opposto di quello che si desidera . Parecchi confondono la maniera di combattere il clericalismo in un paese dispotico con quella buona in un paese libero : la maniera propria d ' un paese in cui ognuno può parlare e fare a sua posta , con quella delle società dove il cittadino deve trattenere persino l ' espressione del proprio dolore . Il clero non si combatte con questi piccoli sfoghi e io sono persuaso che l ' unico mezzo per ottenere qualcosa sia un ' azione costante e seria da parte dello Stato , a cui spetta però segnare il limite della propria azione e le relazioni di esso con tutti gli altri organismi che vivono intorno e dentro di lui . Bisogna che questa azione del governo sia coerente e ferma . Il che però non è facile in un governo come il nostro troppo in balia dei partiti ; bisogna che l ' azione non sia diretta così da produrre uno o l ' altro dolore , ma con perfetta chiarezza di idee e senza inimicizie verso tutto quello che nella Chiesa vi può essere di utile . Questa la forma teorica dell ' azione dello Stato . Ne potrei anche più determinare i confini , ma sarebbe troppo lungo discorso : potrei segnare l ' orbita di tutti questi organismi che riguardano lo Stato e la Chiesa ; ma qui mi ricordo della terza parola del tema che impresi a trattare , e mi limito dunque a dirvi l ' azione tra Stato e Chiesa rispetto alle scuole . La Chiesa pretende di poter insegnare da sola , e questo diritto lo deriva da talune parole di Cristo . Ma se Cristo ha dato a essa l ' autorità d ' insegnare , è chiaro che intendeva alludere alle dottrine che meglio fossero adeguate a quelle che insegnava lui . D ' altra parte , quelle alte parole io le venero , ma non credo che esse mi vietino di esaminar le moderne dottrine religiose che non sono in tutto e per tutto quelle di Cristo . Così noi non possiamo in nessuna guisa consentire che la Chiesa abbia veramente diritto d ' insegnare più che non l ' abbia lo Stato . Il quale , come tutore di quelli infiniti organismi che si muovono dentro di lui , ha anche il diritto di invigilare sul modo col quale da altri s ' insegna . Perciò l ' autorità dello Stato riguardo all ' insegnamento comprende tre grandi funzioni : autorizzare all ' insegnamento quelli che abbiano voglia di farlo , vigilare mentre s ' insegna , accertare i frutti dell ' insegnamento dato dagli altri . Lo Stato italiano non ha pur troppo un organismo capace di esercitare queste tre funzioni , rispetto alle quali esso è ancora molto imperfetto e deficiente . Esso non ha provveduto in modo sicuro e sincero perché l ' autorizzazione sia data in maniera che ognuno che insegna dia garanzia morale e materiale . Circa all ' invigilare mentre s ' insegna , noi vediamo come manchi tuttora una organizzazione adatta all ' uopo . Quanto poi all ' accertare i frutti dell ' insegnamento possiamo dire che i mezzi dei quali lo Stato si serve non sono atti . Gli esami , ad esempio , non sono che un vaglio , alla prima mossa del quale gli asini non passano , ma alla seconda passano tutti ! Lo Stato non esercita rispetto alle scuole ecclesiastiche quel diritto che dovrebbe , e avrebbe più d ' un valido motivo per intromettersi nell ' educazione delle scuole private e clericali del Regno . Lo Stato è obbligato d ' insegnar molto , d ' istruire , di educare , eppure nelle scuole dello Stato s ' istruisce poco e si educa punto . È assolutamente necessario che esso riordini le sue scuole in una scuola elementare in cui non si tenga conto delle classi che le stanno d ' attorno ; in una scuola tecnica che abbia , come non ha ora , un fine immediato ; in un istituto tecnico che non dia ai frequentatori di certe sezioni troppe ore di studio e a quelli delle altre troppe poche . Lo Stato ha bisogno di riordinare il liceo , dove si dovrebbe insegnare a leggere l ' italiano , a scrivere il latino e a compitare il greco , e dove invece si fa poco di tutto questo e quel poco anche male . È chiaro che l ' impressione che lo Stato quale educatore esercita nei padri di famiglia è la ragione diretta del seguito che hanno i maestri nelle scuole clericali . Una delle principali ragioni che spingono a far disertare le scuole laiche , è certamente il cattivo concetto che essi si sono fatti dell ' educazione che lo Stato stesso impartisce . I padri di famiglia vogliono che i figlioli ritornino presso di loro elemento di concordia e di pace ; vogliono che nell ' animo dei loro figlioli siano introdotti sentimenti che non siano per nulla contrari ai sentimenti loro . E l ' erroneo indirizzo delle nostre scuole induce con quasi pieno convincimento ad abbandonarle per quelle clericali . È una prova che l ' istruzione nelle scuole laiche non procede quale dovrebbe , la vediamo nel fatto che taluni istituti di educazione si sono appropriati la disciplina militare , che ha già dato buoni risultati . L ' esperienza di qualche anno ha dimostrato che questa disciplina produce in poco tempo gli stessi effetti utili che produce nei giovani il servizio militare . Lasciando all ' avvenire di risolvere pienamente questa questione , l ' attuale ministro della pubblica istruzione ha visto e sentito intanto i difetti dei suoi convitti ; ed era naturale dovessero sentirli e vederli anche i padri di famiglia . E qui si presenta un altro mezzo per combattere il clericalismo : quello di ordinare le scuole in modo che l ' educazione sia proporzionata alle diverse classi della società , di ordinarla in modo che nella scuola non s ' insegni religione , ma non s ' insegni l ' opposto , distruggendo nell ' animo dei giovani i sentimenti appresi nelle famiglie . E la paura di ciò che distoglie i genitori dal mandare i figlioli nelle nostre scuole . Uno dei diritti dello Stato è quello di autorizzare a insegnar , e per questo lo Stato ha bisogno di stabilire le condizioni intellettuali e morali che debbono richiedersi negli aspiranti all ' insegnamento . Queste condizioni sono definite dalle leggi , ma queste leggi sono troppo deboli , troppo facili a frodarsi . Da noi le leggi sono fatte così : in un articolo d ' una di esse è detto che per esser dottore bisogna fare questo e quest ' altro , e nell ' articolo seguente si afferma che però si può esser dottore anche senza aver fatto questo e quest ' altro ! Ecco la grande necessità di irrigidire le condizioni predette . Lasciamo pure a tutti il diritto d ' insegnare , ma ciò soltanto a comuni e rigide condizioni . Noi vediamo sempre esercitato l ' insegnamento da un numero crescente di frati e di preti . Bene , eleviamo le condizioni stesse : è l ' unico mezzo per frenare tanta ambizione d ' insegnamento . Ma sovratutto rendiamole tali che non ci sia il modo di violarle o facilmente potersene esimere . In questi dieci ultimi anni in cui voi sentiste di essere governati tanto liberamente , sono state rilasciate a frati e a preti molte più autorizzazioni d ' insegnamento che non nei tempi addietro , e rilasciate anche con molto minor rigore . E vi lagnate poi perché un numero troppo grande di ministri di Dio abbia ottenuto tale facoltà , e vi chiedete a chi ne spetti la colpa ? Chiedetelo ai deputati che privatamente hanno insistito in favore di tali autorizzazioni ! Chiedetelo a quei ben noti deputati che , mentre combattono in piazza i clericali , affidano i figli loro ai preti perché li educhino . Chiedetelo a questi ipocriti peggiori dei clericali stessi : a codesti autori di un ' ipocrisia che uccide l ' anima del paese , che insegna a non guardarsi liberamente in viso : a questa ipocrisia che dà al paese il diritto di credere che tutto ciò che gli si dice in pubblico sia sfacciata menzogna . L ' oscillazione con cui procede lo Stato rispetto alla Chiesa , gli ha impedito di fermare il suo stesso pensiero su troppe cose rilevanti . E l ' oscillazione da esso discende ai liberali che si trovano combattuti fra opposte correnti : da una parte codesti liberali – quantunque tale parola sia stata talmente usurpata da non saper più cosa voglia dire – sentono affermare che il culto e i riti sono tutte cose vane e inutili , dall ' altra invece l ' opposto . Invece bisogna pensare a ciò che di bene e di male fa il clero per la natura stessa della sua organizzazione , e per la intima relazione ch ' esso ha , non solo con la plebe , ma con la classe più agiata : influenza morale che non risolverà né oggi né domani né mai in un fatto sensibile , in una violazione qualunque , ma si esercita su tutta la società , e tutta la penetra . Allo Stato deve importare che questa influenza si eserciti possibilmente in un modo piuttosto che in un altro ; e dico possibilmente , perché anche i clericali debbono aver molta libertà di pensare . In queste condizioni lo Stato deve trovare un rimedio al dominio del clericalismo nell ' insegnamento filosofico , e far in modo che la scienza umana aleggi , ventili , penetri nell ' insegnamento che tuttora si dà nei seminari . Bisogna che anche ciò che si insegna in quei collegi risponda ai migliori principi della civiltà e della scienza ; e cessi la rozzezza d ' oggi , in cui la maggior parte dei preti non conosce , quand ' anche lo conosca , che il breviario . Insomma è importante per lo Stato che la mente dei preti sia elevata , il più possibile . Lo Stato può far questo in due modi . La teologia è una scienza intorno alla quale si è creato una vera enciclopedia di scienze cui spettano i problemi filosofici più alti dello scibile umano . Ora , mentre queste scienze sono seriamente studiate in Germania , in Inghilterra , in Francia , qui da noi invece sono quasi del tutto soppresse . Bisogna rialzarle adunque , e saranno feconde di libertà anche nelle menti oggi schiave . Bisogna che il prete sia istruito nella scienza propria e nel suo dovere : bisogna che il prete non possa chiamarsi tale se non dopo esser passato attraverso a tutto quello studio che lo Stato crede più opportuno per la cultura generale del paese . Noi abbiamo lasciato troppo libera la Chiesa non intervenendo nel formare la mente dei preti . Solo il sacerdote arrivato al suo ufficio attraverso una cultura laica potrà concorrere a elevare la mente e il cuore delle plebi . Si combatte adunque il clericalismo nelle scuole rinvigorendo i mezzi d ' ispezione ; rinforzando le condizioni alle quali devono sottostare gl ' insegnamenti ; rendendo le scuole dello Stato buone educatrici , pur non avendo il colore di religiose ; ma lo si combatte sovrattutto elevando l ' istruzione del clero e sottraendolo all ' influenza esclusiva della gerarchia ecclesiastica . Credo di avere brevemente percorso il soggetto che mi ero proposto . Potrei essermi fermato più a lungo su ciascuno di questi argomenti , ma avrei abusato della vostra pazienza , e d ' altronde ognuno di essi avrebbe potuto e dovuto esser tema di una speciale conferenza . Se la mia parola vi è parsa scevra di odio , se ho misurato come meglio potevo il torto e la ragione da una parte e dall ' altra , se non ho nascosto il danno che il clericalismo arreca al paese e non ho lodato i mezzi meschini e chiassosi per combatterlo , se tutto ciò ho fatto con qualche chiarezza , sono abbastanza soddisfatto . E prima di finire mi rivolgo ai maestri elementari , ai quali in questa battaglia contro il clericalismo , in questa lotta per elevare il livello morale e intellettuale del paese , spetta una delle parti principali . Coloro che continuano a ripetere che il maestro elementare ha vinto la battaglia di Sadowa sbagliano di grosso . I popoli civili furono più volte sommersi dai barbari , tant ' è vero che i Greci leggevano meglio dei Romani e giacquero sconfitti . Le battaglie sono in generale vinte dal genio e dalla forza . Non aspettino adunque i nostri maestri tale gloria per loro , ma una gloria più vera e sincera : quella d ' aver diffuso nel popolo italiano la cultura e l ' amore della patria . Siano ministri di luce e di pace , ma lascino allo Stato la missione di rendere le scuole , nelle quali essi si adoperano , più proporzionate a produrre gli effetti che si desiderano , più ricche d ' insegnamento , più pratiche e più vicine agli interessi e ai bisogni delle classi che le frequentano . Domandate questo allo Stato , e aspettate che altri domandi per voi il miglioramento della vostra condizione materiale . Già vedete che il ministro d ' istruzione , sebbene ancora imperfettamente , qualcosa ha fatto , poco certo , dacché lo stato vostro è ancora misero . La vostra classe manca ancora di quelle guarentigie che vi abbisognano per attendere tranquillamente ai vostri doveri . I maestri sono più in rapporto con le classi infime che più delle altre frequentano le scuole elementari ; quelle essi devono apparecchiare ai sentimenti indispensabili a ogni società umana . Devono temperar le voglie di mutar queste condizioni per vie e modi che la storia antica e moderna ha dimostrato incapaci di riuscita . Devono persuadersi che non hanno l ' obbligo dallo Stato d ' insegnar la religione , ma devono pure guardarsi dall ' introdurre nell ' animo degli allievi una inclinazione irreligiosa , perché non è stato mai detto che la religione non raddolcisca i dolori degli uomini . Sia missione loro , non insegnando religione , di lasciar l ' animo degli umili aperto a quei sentimenti che con la religione s ' accompagnano e valgono sempre a rendere meno invidiabile chi sta in alto per le ineguaglianze necessarie della vita . È questa l ' alta azione affidata sovrattutto al maestro , che , dopo il parroco del paese , è la persona più intimamente legata al popolo : aiutandolo se liberale , correggendolo se clericale . I maestri siano per quanto possono ministri di luce e di pace : di luce in un mondo che dà ancora generosi bagliori , di pace in un mondo tuttora combattuto fra infiniti contrasti .