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Gli uccelli (The Birds) di Alfred Hitchcock ( Grazzini Giovanni , 1963 )
StampaQuotidiana ,
Ecco , sulle ali tenebrose degli Uccelli , spiccare il volo il Festival di Cannes . Più che un volo , un turbine , un risucchio d ' aria in tempesta , soffiata da un Eolo mattacchione che si diverte a metter paura agli ometti con la coscienza sporca , i quali si aspettano da un momento all ' altro un cataclisma , e si compiacciono di vestire il proprio complesso di colpa con l ' abito dell ' angoscia nucleare . Non prenderemo troppo sul serio la simbologia dell ' ultimo film di Hitchcock ; che la morte debba venire dal cielo è una vecchia idea della umanità . Già qualche anno prima dell ' atomica i cavernicoli spaurivano dei fulmini , e la fantascienza ha fatto il resto . Il nuovo , semmai , e la nota sarcastica del film , è questo grande dolore dato ai poeti arcadici : generazioni di versificatori si rivoltano nella tomba vedendo la caricatura che Hitchcock ha fatto dei loro passerotti mansueti dai trilli argentini , trasformati in corvi e gabbiani che , furie scatenate , scendono all ' assalto dell ' umanità , il becco pronto a colpire , le zampe a sbranare , le ali tese come dischi volanti , l ' odiosa pupilla eccitata dal sangue delle vittime . La favola , raccontata a veglia ai soliti ragazzini che il « mago del brivido » ama figurarsi appollaiati sui suoi ginocchi , aggrappati alla rassicurante bonomia di questo vecchio zio bizzarro , si ispira a un racconto di Daphne du Maurier , che già Hitchcock aveva compreso nell ' antologia dei suoi terrori preferiti . Un po ' mutato nell ' ambientazione rispetto al racconto , il film vorrebbe essere ' soprattutto un « crescendo » di incubi , nel quale taluno possa trovare anche un sottofondo di critica sociale , o almeno un ' allegoria della cecità degli uomini , i quali si ostinano a non credere al pericolo che li sovrasta . La protagonista , è vero , è una ragazza viziata , Melanie , figlia del direttore d ' un giornale , ignara delle difficoltà e dei dolori della vita . A lei tocca la prima beccata mentre attraversa un golfo ( siamo a cento chilometri da San Francisco ) per andare a portare due pappagallini a Mitch , un giovanotto che non le dispiace . Ma poi la rivolta degli uccelli investe ricchi e poveri , uomini donne e bambini : è una vendetta che non compie discriminazioni , fatale come la tragedia . La ruota si mette in movimento lentamente , e poi corre all ' impazzata : prima i gabbiani attaccano i bambini , poi i fringuelli entrano in casa dalla cappa del camino e si lanciano . sugli adulti , poi ancora tocca ai cittadini , infine i corvi seminano la disperazione nel villaggio , ostacolando le operazioni di spengimento d ' un incendio , costringendo gli uomini a barricarsi nelle stanze e restando minacciosamente in agguato intorno alla scuola e alle case . Quando ci si aspetta che tutti soccombano , la furbizia di Mitch riesce a mettere in salvo i protagonisti , con una fuga in automobile . Gli uccelli , trionfanti , si installano nel quartiere , ma non si capisce bene con che frutto . Gli ingredienti della paura ci sarebbero tutti : il sangue , l ' ansia collettiva , i bambini , un « flirt » che rischia di essere travolto nell ' orrore , e la presenza ossessiva di un reale trasfigurato nel terrore d ' un irreale che ha preso corpo nelle sagome nere degli uccelli . Gran cuciniere , Hitchcock ha dosato la ricetta cercando di portare fino allo spasimo le sue qualità pirotecniche di effettista . Aiutato dal cinemascope , da speciali effetti sonori elettronici , dalla sua consueta maestria tecnica , dalla bella fotografia a colori di Robert Burks , ci ha dato un film nel quale sempre ci si aspetta che il peggio abbia ancora da venire , dando perciò corpo , se volete , a qualche terrore dell ' epoca ; ma la macchina commerciale è troppo scoperta perché Gli uccelli assuma il significato di un monito , fosse pure soltanto diretto ai cacciatori domenicali che fanno strazio di lodole . I valori plastici del film , quei grappoli neri sui fili , i tetti , le antenne , quegli assalti a becco teso sono fine a se stessi , non diventano elementi figurativi di un diluvio universale , anche se l ' emozione che suscitano è , nella sfera del gusto , talvolta assai forte . Minori dell ' attesa sono dunque i brividi , e perché il trucco delle immagini sovrapposte è spesso visibile , e perché un elemento puramente fantastico , appunto la rivolta dei pennuti , è meccanicamente giustapposto a elementi psicologici , squisitamente umani , proprio non omogenei : e ciò rende ibrido tutto il film , isolando i momenti della paura in una zona troppo lontana dal verosimile . Il regista vorrebbe forse far pensare a un rapporto fra la egoistica solitudine in cui si dibatte la madre di Mitch , una vedova che non vuole restare senza un uomo in casa , la galanteria di suo figlio , la fatuità di Melanie , la cattiva coscienza dell ' umanità del villaggio da una parte , e il turbine giustiziere degli uccelli dall ' altra . E per converso contrapporvi una maestra che ha sacrificato la propria vita per restare vicina al vanamente amato Mitch e s ' immola per salvarne la sorellina , e i due pappagallini rimasti in gabbia inoffensivi . Ma tutto il retroscena sentimentale resta una grossa zeppa , che come ritarda , con lungaggini non sempre sopportabili , il progresso della tragedia , così non basta a fare commedia . Ci sono almeno tre quarti d ' ora , dall ' inizio , in cui le uniche cose da godere sono il paesaggio e la pelliccia di Melanie . Nessuno pretenderà che consideriamo un sinistro preannuncio il fatto che la bionda è mancina . Il pezzo forte del film , gli attacchi degli uccelli alla casa di Mitch , viene dopo che la tensione , andando troppo per le lunghe , negli spettatori meno pazienti si è allentata , e la psicosi dell ' angoscia si è spenta in un fiacco sorriso . Quanto agli attori , si ammira la bellezza della nuova scoperta di Hitchcock , un ' indossatrice bionda e con gli occhi verdi : quella « Tippi » Hedren che egli ha trovato alla TV , un volto imparentato con quello di Grace Kelly , ma scarsamente espressivo . Convenzionale la recitazione di Rod Taylor e degli altri . Gli uccelli ammaestrati ne escono meglio . La vera curiosità che ci resta è di sapere quali sono i criteri della loro tattica , perché fra le varie ondate lasciano degli intervalli che consentono agli uomini di fuggire a San Francisco . Farà parte , anche questo , della strategia del rinvio , o è il segno che nonostante tanta ferocia hanno un cervello da uccellino ?