Tipi di Ricerca: Ricerca per parole
Trova:
> autore_s:"Abbagnano Nicola"
CRISI DELL'EDUCAZIONE LIBERALE ( Abbagnano Nicola , 1964 )
StampaQuotidiana ,
Se si domanda perché il sistema educativo vigente in Italia è comunemente giudicato insoddisfacente , la risposta è semplice : esso non risponde o risponde solo parzialmente e imperfettamente alle esigenze della società contemporanea . Le attitudini cui esso fa appello e che tende a sviluppare non sono quelle che mettono l ' individuo in grado di assolvere i suoi compiti nella vita sociale e di ottenere il successo ; l ' informazione generica e disordinata che esso fornisce , la cosiddetta « cultura generale » , non serve a dare all ' individuo il possesso di quel patrimonio limitato ma preciso di nozioni che lo rendono padrone della funzione che sarà chiamato a esercitare . Considerato nella sua impostazione generale , con l ' eccezione di alcune sue parti , il sistema educativo vigente si dimostra inadeguato rispetto allo scopo che ogni sistema educativo deve proporsi : quello di rendere gli individui adatti ad inserirsi in modo attivo ed efficace nel corpo sociale cui appartengono . La mancanza di un serio impegno di lavoro in tutti i partecipanti del sistema , siano essi docenti o discenti mancanza che viene spesso ascritta a cattiva volontà o a disprezzo per i valori culturali è probabilmente dovuta al senso di inutilità che accompagna un lavoro che non risponde al suo scopo , cioè che non apre agli individui la possibilità di una riuscita felice nella vita che li attende . Eppure il nostro sistema educativo ( come quello di altri popoli occidentali ) è l ' erede ultimo , per quanto degenere , di una tradizione nobilissima . L l ' erede della tradizione liberale dell ' educazione , della paideia greca , dell ' ideale educativo che gli antichi ritennero proprio degli uomini liberi e che il Cristianesimo medievale , il Rinascimento , l ' Illuminismo e il mondo moderno hanno esaltato e fatto proprio . Secondo questo ideale ( la cui presenza nel mondo greco è stata illustrata da Werner Jaeger nella sua monumentale Paideia ) , esiste una forma o natura perfetta dell ' uomo e l ' educazione deve realizzarla in tutti gli individui che ne sono capaci . L ' educazione è la formazione del singolo , la maturazione dell ' individuo , il raggiungimento di una forma compiuta ; ' è simile allo sviluppo di una pianta e di un organismo , è una « georgica dell ' anima » , secondo l ' efficace espressione di Francesco Bacone . Fa parte integrante di questo concetto la credenza nella fondamentale uniformità delle attitudini o delle disposizioni umane ; la credenza in un unico tipo di intelligenza , ritenuto adatto , una volta formato , ad affrontare tutti i problemi e le situazioni e a dirigere qualsiasi specie di lavoro o di attività umana . L ' educazione liberale tende perciò a formare l ' uomo come tale , l ' uomo nella totalità e maturità dei suoi poteri , nella sua essenza indipendente da ogni situazione specifica e da ogni compito particolare . Una formazione professionale o specifica , l ' addestramento a compiti particolari , la scoperta e lo sviluppo di attitudini specializzate , cadono fuori di questa educazione o sono ritenuti aspetti subordinati o accidentali di essa . Ciò che è importante è formare l ' uomo : una volta formatolo , ogni capacità particolare si sviluppa da sé . Un ' intelligenza diventata matura è pronta a qualsiasi funzione : questa maturità può dunque raggiungersi indipendentemente dalla diversità delle funzioni e anteriormente ad ogni applicazione a qualcuna di esse . Questo ideale educativo , che è forse la maggiore eredità del mondo classico , ha dominato il pensiero filosofico e pedagogico del secolo scorso ed è stato condiviso ugualmente da positivisti e idealisti , empiristi e razionalisti . Esso ha inoltre permeato di sé le istituzioni educative del mondo occidentale , dominando incontrastato fino ad alcuni decenni fa . Ma se si confronta questo ideale con le richieste che la società contemporanea pone all ' educazione , il contrasto appare lampante . Ad una fase sufficientemente avanzata dello sviluppo tecnico - industriale , la società esige che ogni individuo sia rapidamente addestrato al compito specifico che lo attende . Questa società non ha bisogno di « uomini » senz ' altra qualifica , ma di operai specializzati , di tecnici , di ingegneri , di ragionieri , di dirigenti d ' azienda ; nonché di avvocati , di giudici , di amministratori , di medici , di insegnanti e di innumerevoli altre categorie di persone , ognuna a sua volta divisa in numerose specificazioni . Essa non sa che farsene di un ' intelligenza buona a tutto , ma che in realtà è disarmata nei confronti di situazioni specifiche per le quali non abbia apposito addestramento , non sa che farsene di una « cultura generale » , lunga e difficile ad acquistarsi , ma difficilmente spendibile negli spiccioli delle informazioni occorrenti ai lavori specifici . Esige invece che i talenti o le disposizioni individuali siano messi in luce e sviluppati rapidamente con tecniche adatte di addestramento ; che ogni individuo sia istradato , appena possibile , verso quella specie di addestramento cui il suo talento l ' indirizza e che il suo bagaglio di informazioni sia rigorosamente limitato a questo scopo . Pertanto solo l ' individuo unilateralmente orientato , cioè attrezzato in un campo ristretto e specifico e tetragono ad ogni distrazione da questo campo , ha probabilità di successo nella società contemporanea . Questa certo non ignora che un certo quantum di umanità o di qualità umane è indissolubilmente connesso con le abilità che essa richiede ; ma non fa calcolo su questa umanità o la considera solo allo scopo di ottenere il rendimento massimo delle abilità di cui ha bisogno . Il rendimento nel lavoro è difatti l ' unica cosa cui una società tecnicamente organizzata ( qualunque sia il suo assetto politico - sociale ) è intrinsecamente o costituzionalmente interessata , perché è la condizione prima del suo funzionamento . In queste condizioni , la credenza nell ' unità dell ' intelligenza in tutti gli uomini tende a sparire o a divenire inoperante . Le parole famose che si trovano all ' inizio del Discorso del metodo di Cartesio , « Il buon senso o la ragione è naturalmente uguale in tutti gli uomini » , che già nel campo della filosofia avevano suscitato dubbi e contrasti , non trovano risonanza in un mondo tecnicamente organizzato . Certamente , nessuno dubita che l ' intelligenza sia la natura propria dell ' uomo e tutti rendono omaggio all ' antica e venerabile definizione dell ' uomo come animal rationale . Ma da un pezzo molti filosofi sanno che la cosiddetta intelligenza non è che la capacità di prevedere e progettare e che questa capacità assume , nei diversi individui , forme diverse , talora eterogenee , talora addirittura incompatibili l ' una con l ' altra . Ora proprio su questa diversità fa leva la struttura tecnologica della società contemporanea . Nello stesso dominio della scienza , la figura dello « scienziato » che con le sue « intuizioni » avvia la ricerca a nuovi indirizzi o scoperte non è sparita dalla realtà ma non rientra nel calcolo del progresso scientifico . Tale progresso fa calcolo oggi soltanto su una massa anonima e composita di « ricercatori » che spingono le loro indagini nel maggior numero di direzioni possibili in ogni campo specifico : sicché la scoperta o l ' innovazione insorga come un risultato statistico dal grande numero delle ricerche , più che dall ' intuizione geniale di un solo scienziato . Ed è chiaro che quando una tale situazione si realizzasse di fatto completamente , un premio , come il Nobel , che ora viene assegnato al merito della scoperta , assumerebbe lo stesso significato di quello offerto al biglietto vincente di una lotteria . L prevedibile che la crisi dell ' educazione liberale si concluderà con la fine dell ' educazione liberale . Se una società tecnicamente organizzata deve sopravvivere - e deve sopravvivere se deve sopravvivere la parte maggiore dell ' umanità - le esigenze che essa pone all ' educazione dovranno essere accolte e i sistemi educativi dovranno incardinarsi su di esse , abbandonando l ' antico ideale liberale . f prevedibile che , più o meno rapidamente , i sistemi educativi del nostro paese e dei paesi occidentali , e via via quelli degli altri paesi del inondo , si evolveranno nel senso di tali esigenze . Ma con quest ' evoluzione rischieranno di andare perduti i valori fondamentali cui mirava l ' ideale liberale dell ' educazione : l ' armonia o l ' equilibrio della personalità , lo spirito di critica e di libertà , la ricerca disinteressata , l ' agonismo sportivo , la comunicazione e la comprensione tra gli uomini . Un ragioniere o un tecnico che non abbia altri interessi fuori del suo lavoro e che per tutto il resto segua la routine offertagli dall ' ambiente che lo circonda , è , dal punto di vista umano , una specie di mostruosità : perché è incapace di entrare in colloquio con se stesso e con gli altri . Ci saranno sempre , certo , la letteratura e l ' arte , la religione o la filosofia come correttivi possibili di questo isolamento . Ma chi può garantire che queste cose non si riducano a riti formalistici , a suppellettili di lusso o a sterili passatempi , quando non facciano appello a interessi debitamente coltivati ? Il rimpianto del passato , l ' ignoranza e il misconoscimento del presente e dei suoi bisogni , le lamentele inconcludenti sono povere scappatoie di fronte a questo problema . Né fa avanzare di un passo verso la soluzione di esso l ' esaltazione dei valori che si presumono in pericolo . Forse l ' avviamento ad una soluzione si può ottenere soltanto , dopo una franca e serena accettazione della situazione contemporanea , proponendosi le seguenti domande : Possono i valori umani rientrare nelle condizioni di sopravvivenza della stessa struttura tecnologica della società moderna ? E se è così , in quali aspetti di questa struttura debbono inserirsi o conservarsi e quali forme devono assumere a questo scopo ? Una risposta spregiudicata a tali domande può essere solo frutto di indagini lunghe e difficili ; ma , se una risposta c ' è , forse ( si tratta però di una speranza più che di una previsione ) l ' educazione liberale potrà risorgere dalle sue ceneri .