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> anno_i:[1970 TO 2000}
Sotto le bombe di Radio Guerra ( Arbasino Alberto , 1999 )
StampaQuotidiana ,
Le guerre postmoderne appaiono cambiatissime , perché si combattono tra le funzioni avanzate nelle tecnologie delle armi contro quelle dei media . Però la gente in gran parte cambia poco , e dunque i danni psicologici e spirituali rimangono più o meno gli stessi . Come ai tempi delle baionette del Duce e dei cinegiornali Luce . Mentre la Storia si rivela una maestra sempre più inutile , per chi non ha memoria . Malgrado quei fantasmi che poi ritornano intatti , come nella psicoanalisi da film di Hitchcock . Basta un po ' di povere rimembranze infantili . Come si vive , cosa si prova e si pensa , sotto le bombe in testa ? Chi ci ha passato mesi e anni , piccolo pseudo - vincitore e poi disgraziato sconfitto , improvvisamente ricorda tutto . Poveri bambini in cantina , fra le esplosioni , ridacchiando come coglioncini su " Re Giorgetto d ' Inghilterra / per paura della guerra / chiede aiuto e protezione / al ministro Ciurcillone " . MENTRE gli studenti più grandi e alla moda saltavano le lezioni e sfilavano in corteo applauditi dalle ragazze più moderne quando scandivano : " Nizza , Savoia , Corsica fatal , Malta baluardo di romanità ! " . E poi gli " eia , eia , alalà ! " in aggregazione e coinvolgimento , con gli inni dei sommergibili rapidi ed invincibili ( o forse invisibili ) , e tutte le Canzoni del Tempo di guerra trasmesse ogni sera dopo il Giornale Radio . Un immenso successo tra i giovani : ci si passavano i fascicoli con parole tipo " colpir , e seppellir , ogni nemico che si incontra sul cammino " . Mentre i più " sophisticated " mondani , sotto le bombe di Roosevelt , invocavano la " Blue Moon " e le stelle d ' America , in italiano : " Ma tu , pallida luna perché ... In questa polvere di stelle vedo te " ... ( Ma solo i più ammirati gagà sussurravano che quella star dust era cocaina : " un leggendario lusso per nababbi ! " ) . Tutte le casalinghe si ripetevano , nelle portinerie : " Siamo nelle mani di una manica di ... Bocca mia taci ! Chissà se quelli ci pensano , a quello che fanno . Qui ci vanno di mezzo i bambini . E i figli sono figli . E chi muore giace . Signora mia , se tutti i grandi della terra si potessero riunire una volta nel mio tinello , gustando il mio famoso sformato si metterebbero d ' accordo in quattro e quattr ' otto " . ( E le nonne : brave , arrivano loro ) . La radio lodava sempre la buona tenuta del Fronte Interno , attentissima nell ' assegnazione di aggettivi - chiave come glorioso , fraterno , miserabile , immancabile , immutabile , immarcescibile ; e si abbandonava a continue mazurche , popolari e autarchiche , e a ritornelli sulla fortuna di vincere al Lotto . Dicevano gli spiritosi da caffè : " Ottimo , disse il presentatore assaggiando il surrogato . Indi vomitò e svenne " . Gli intellettuali si dividevano da sé in caratteristiche categorie d ' epoca : strateghi da tavolino , mormoratori disfattisti , fautori del regime , panciafichisti , pericolosi estremisti , pseudo - idealisti , ascoltatori di radio nemiche ( cioè alleate ) . I giornali erano pieni di " calorose adesioni " . Quanto si aderiva . Soprattutto a " radiose giornate " con sfilate di camerati , legionari , squadristi , militi , massaie rurali , cappellani militari , vedove di guerra , ciechi di guerra , squadre di " baldi giovani " desiderosi di " menare le mani " sotto i labari e i fasci e i gagliardetti e le aquile dei prodi battaglioni universitari e dei brillanti ingegni littoriali . E giù bombe , intanto . Le discussioni nel " fronte interno " erano accanitissime . Ben vengano le bombe alleate perfino su Montecassino e sulla Scala ( perdite rimediabili ) pur di liberare la Patria dall ' infausto regime e consegnarla ai sei partiti democratici . Gli italiani sono remissivi e buoni , bisogna aiutarli a liberarsi di quel buffone , anche a costo di distruggere il Paese . I tedeschi no , sono tutti complici di Hitler , dunque si meritano la distruzione totale . Frattanto , andando e tornando da scuola in bicicletta , si incappava sempre nei rastrellamenti e mitragliamenti tedeschi lungo le strade , nelle sparatorie alleate dai caccia in picchiata ( col tipico sibilo , seguito dal ta - ta - ta e dal rimbalzo dei bossoli ) e nelle vendette porta a porta dei fascisti locali . Dunque si andava a lezione d ' inglese , ci si chiedeva se i cugini irlandesi ( che avevano sempre mandato gli auguri di Natale ) abitassero ancora a Londra dopo il blitz , e se per i prossimi corsi d ' inglese sul posto le pensioni più convenienti sarebbero ancora a Notting Hill Gate ; e per non portarsi dietro i soldi , se non sarebbe stato il caso di combinare dei cambi " au pair " con i primi conoscenti inglesi in arrivo dopo la guerra . Scarse le differenze con l ' oggi . Hitler lo si vedeva nei cinegiornali , anche più spesso di Mao negli anni sessanta , ogni volta che si andava a un film con Alida Valli o Amedeo Nazzari o Totò ; e non veniva in mente di paragonarlo a nessun altro . L ' Eiar faceva in pratica da sé un blob fra guerra e varietà e canzoncine pubblicitarie , come in ogni zapping attuale . Mancavano i complessini musicali che invocano la pace sotto sigle tipo " Attack " o " Kombat " . E gli intellettuali dell ' ancorché e del benché non facevano la fila per sottoscrivere i loro sebbene e quantunque . Anzi , la cacciata del Duce da parte del Gran Consiglio ( allora liquidata dalle brave nonne con " finalmente un briciolo di buon senso , santa Madonna " ) diventerà un gesto fra i più coraggiosi del Novecento italiano , fra giganti della disobbedienza civile come Eduardo ( " nun me piace o ' presepe " ) e Montale ( " ciò che non siamo , ciò che non vogliamo " ) .