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> autore_s:"Bocca Giorgio"
Lo straniero concittadino ( Bocca Giorgio , 1963 )
StampaQuotidiana ,
I 30 mila di Milano città più quelli della fascia industriale fanno mezzo milione di analfabeti . Numero grande e parola brutta . Allora si preferisce dire che sono « privi di cultura » , senonché Milano è in Europa e l ' Europa è tanto esigente : uno può saper firmare , mettendocela tutta , e per lei resta analfabeta . Dunque analfabeti , integrali o di ritorno , in gran parte giovani , meglio non pensare alle inutili menzogne statistiche e dire le cose come stanno , per esempio nelle pensioni . Le pensioni del Milanese ospitano , sette su dieci , gli immigrati da meno di un anno . Giratele , chiedete e troverete che il livello di istruzione è il seguente : tredici su cento privi del titolo elementare ; ottanta su cento fermi al titolo elementare ; quindici con qualche anno di scuola media ; quattro diplomati , un laureato . L ' ILSES giunge , nella sua accuratissima inchiesta , a risultati analoghi : privi di qualsiasi istruzione venti su cento ; con il titolo delle elementari sessanta ; di una scuola secondaria undici ; del liceo sei ; laureati poco più di uno . Idem nelle case popolari dello Stato , dove dovrebbero funzionare i Centri sociali di rieducazione . Il professor Leone Diena ne parla in diversi quartieri con diversi inquilini e scopre « che pochissimi ne hanno sentito parlare » . Mezzo milione di analfabeti nella provincia più ricca e progredita d ' Italia . Tagliati fuori dalla cultura tradizionale e spesso anche dalle sottoculture popolari , persino da quella sportiva che ha il merito indubbio di iniziare le moltitudini a un certo stile di vita , a una certa gerarchia dei valori . Su cinquanta inquilini di una pensione in via Moscova solo due hanno assistito a una partita di calcio a San Siro e molti ignorano l ' esistenza di squadre che si chiamano Inter o Milan . La scarsa istruzione scolastica di cui si è detto : e l ' improvviso inaridirsi di ogni vena della cultura popolare , sia favola , sia rito , sia folklore . Roberto Leydi , che compie da anni una preziosa ricerca di canzoni popolari , dice che gli immigrati nel Milanese ricordano quelli nelle Americhe , una voce che si spezza nel trauma della migrazione , lo stesso rifiuto e l ' oblio , la sordità per i temi e i motivi che legano al passato . Fine delle vecchie canzoni , dei vecchi racconti . E uomini stranieri alla cultura che li accoglie come a quella che si sono lasciata alle spalle . Imprevedibili , inspiegabili , casuali . A volte scatenati in manifestazioni di isterismo collettivo , migliaia di persone che assediano il bar di Cinisello dove si è rifugiato il cantante Dallara ; a volte freddi , assenti , poche persone ad ascoltare i cantastorie famosi ; sicché capita un tale che ha la mania di recitare poesie del Trecento , si pensa che la piazza resterà vuota , i carabinieri neppure si scomodano ed ecco migliaia di persone che ascoltano senza capire e applaudono . Gente letteralmente spaesata , che sembra incapace di rappresentarsi il nuovo mondo e di rappresentarsi , di guardarsi dentro e di comunicare . Se si tratta di bimbi , di ragazzini si può ancora rimediare . Anche se arrivano educati in quel modo piuttosto mediocre . Le maestre in qualsiasi centro della fascia , dicono che la quinta elementare degli immigrati dal Sud equivale alla terza di quassù e non esagerano , anche qui meglio non pensare a certe informazioni menzognere sulla pubblica istruzione . Poi si mettono di mezzo i genitori con i loro pregiudizi e l ' orgoglio familiare : « Vengo io dalla maestra , se ti tocca » . « Dicci che si provasse con il figlio di Antonio Cotronei » . E la maestra attenta a non correggere gli strafalcioni del padre in presenza del figlio potrebbero nascere chi sa quali reazioni psicologiche a catena . Ma può capitare che perda la pazienza . Una maestra di Poasco chiama il padre di un alunno per dirgli « Stia attento , ieri ha cercato di rubarmi questo temperino » e il padre « Lei non si permetta , quello ce lo detti io » al che la maestra esce dai gangheri e lo caccia fuori . Con tutto ciò i bambini e i ragazzini fanno presto a rimettersi in corsa , quasi sempre si rinnova il miracolo del fondo civile che riaffiora dopo secoli di ignoranza , la direttrice delle scuole della Certosa dice che i figli degli immigrati , qui da almeno tre anni , superano l ' ammissione alla media come i locali , meglio dei figli dei braccianti e dei mungitori locali . Per gli anziani la faccenda è diversa , spesso irrisolvibile . Non sono stupidi o tardi . Alle prove della civiltà industriale capiscono che l ' istruzione serve . Ma stretti dal bisogno , affamati « come lupi » di ciò che la vita può dare subito , non riescono a superare il criterio dell ' utilità immediata ed è in nome di questa utilità immediata che risultano o accettano l ' istruzione . « Se uno guadagna la paga con i libri i soldi bastano solo a lui » . « Allora è impossibilissimo quanto mai studiare perdendo un ' ora di lavoro perché sarebbero 300 lire » . « Se l ' aumento è sicuro magari studierei » . Così se studiano , studiano quel tanto che basta per poter fare quel tal lavoro che dà il tale aumento del salario e basta . E chi potrebbe chiedergli di più pensando al lungo cammino che hanno percorso , ai traumi che li hanno segnati e al lavoro che li logora ? Forse i loro figli o i nipoti capiranno che il progresso delle macchine impone un ' istruzione permanente , che nella società moderna si va a scuola dall ' asilo infantile alla pensione . A questo punto sembra piuttosto arduo sostenere che la migrazione significa un apporto culturale positivo . Ma qualcuno ci si prova : « Tutti noi abbiamo dovuto porci delle domande , chiederci chi eran costoro che arrivavano . Il nostro mondo si è allargato » . « L ' ansia di imparare è un ' ansia che si riceve ma che si dà . » « Passiamo dalle culture regionali a una cultura unica , le immigrate da Melissa spiegano alle operaie brianzole come si svolse l ' occupazione delle terre , se c ' è mancanza di zucchero le immigrate del Ferrarese , che conoscono l ' industria saccarifera , sanno trovare un perché » . E tutte le altre belle storie che avranno un valore episodico e un sapore letterario , ma poco o nessun riscontro con la situazione generale del Milanese . Sicché l ' unico apporto culturale , inevitabile più che positivo , resta quello della lingua , dei contributi che gli immigrati e gli altri danno al formarsi di una nuova lingua . « Gli immigrati » si legge in molte inchieste « si vergognano a tentare le inflessioni lombarde » . Certo tutti esitano a tentare una lingua nuova , ma non credo che la ragione sia questa , se a Torino gli stessi immigrati il dialetto lo adottano subito . Il fatto è che a Torino il dialetto è necessario , è il linguaggio ufficiale della grande fabbrica , lo parlano negli uffici e nei negozi ; mentre a Milano possono farne a meno , nella gran mescolanza che si è formata dal principio del secolo ci vuole la lingua per capirsi : « Noi stiamo qui a far chiacchiere che io non comprendo voi e voi non comprendete me . Allora diciamocela in italiano , se questo bicchiere è tondo deve essere tondo per tutti » . È la necessità che forma il nuovo italiano : la lingua del ceto egemonico , più qualcosa della lingua del mondo contadino , più le parole e le immagini del progresso tecnico . E ne diamo alcune note sparse che , naturalmente , non pretendono a studio filologico . Gli immigrati , nei primi mesi applicano le parole italiane , frettolosamente apprese , ai costrutti dialettali . E qualcosa resta , come una tendenza a mettere il verbo al fondo della frase , spesso al passato remoto , tipico di culture come quelle del Sud , volte al passato . Ma proprio per questo rimettono nel circuito parole di un italiano arcaico , che può sembrare puro per la diretta derivazione dal latino : locare per affittare , stipare per mettere assieme , conservare per tenere . Dalla civiltà arcaica e contadina , del Sud come del Nord , vengono anche i modi di dire e le immagini che hanno il fascino delle reliquie . Ripetuti per automatismo nella mancanza di altre immagini o sentenze , anche se non hanno più alcun rapporto con la realtà . Nei negozi di oggetti per la casa , si trova , in parecchi centri della fascia , una piastrella maiolicata su cui si legge : « Fare credito è un errore , si perde il denaro e l ' avventore » . E sono negozi che chiuderebbero immediatamente se non vendessero tutto a credito . Poi le sentenze della retorica contadina , suggerita dal paternalismo : « Bisogna dirci papà a chi ti dà da mangiare » . « Poco ma in pace . » « Dove c ' è pace c ' è Dio . » « Casa mia , mamma mia , vita mia . » « Il denaro è la rovina dell 'umanità.» Che potrebbero essere un ' autocritica elegante e ironica se non fossero soltanto pigrizia e povertà mentale . Un regalo a Togliatti « Parleranno dieci dialetti diversi » diceva Giancarlo Pajetta , nel 1962 , « ma sanno dire tutti la parola sciopero » . E ora potrebbe aggiungere : « E votare comunista » . È la verità , l ' aumento dei voti comunisti nel Milanese è dovuto agli immigrati , ci si chiede solo che abbia fatto il partito per meritarselo . Il partito ha creato un ufficio che si occupa come può , con i pochi mezzi che ha del fenomeno migratorio ; ha favorito la formazione di alcuni gruppi regionali prestando sedi e dirigenti , ma sempre una goccia nel mare , intendiamoci ; e in alcune sezioni della fascia , da contare sulle dita di una mano , ha organizzato la custodia dei bimbi perché le madri possono partecipare , di sera alla vita del partito . Tutto qui ? Tutto qui a giudicare dalle critiche che gli stessi comunisti si rivolgevano alla vigilia delle elezioni : « Manca una politica , non abbiamo una piattaforma sicura rispetto gli immigrati » . « Per anni abbiamo ignorato il fenomeno . E mentre il partito si indeboliva al Sud abbiamo trascurato di rafforzarlo al Nord . » « I compagni che vengono al Nord dimenticano il partito e noi non facciamo niente per recuperarli . » Sicché a un convegno del 1962 l ' onorevole Pietro Amendola poteva dire , scandalizzato : « Visitavo una baracca di Magenta e mi sono sentito tirare per una manica . Mi volto e riconosco fra gli altri i migliori compagni di Eboli , quelli che avevano guidato le più dure lotte . Mescolati fra gli altri inutilizzati » . Eppure il voto di molti immigrati va al partito : forse il meno assente fra gli assenti , forse più favorito dai demeriti altrui che dai meriti propri . Si dice che il voto degli immigrati è stato un voto di protesta : i muratori di Milano che conoscono i guadagni di chi specula sui terreni , cioè in pochi mesi ciò che essi guadagneranno in tutta la vita ; quelli di Ispra che costruiscono la cittadella atomica dell ' avvenire abitando in baracche cadenti , quelli che si avventurano nella Milano cara scoprendo dimensioni e valutazioni a distanze astronomiche . « Solo un voto di protesta » si dice « questi scontenti si immaginano rivoluzionari , ma la tensione rivoluzionaria non c ' è , manca una chiara convinzione ideologica , sono altri voti in frigorifero » . Altri però pensano che questo frigorifero incomincia ad essere piuttosto ingombrante e non sono proprio sicuri della pretesa superiorità ideologica degli altri voti , pensano che il voto di certa borghesia agiata è stato altrettanto istintivo e protestatorio . Vedono piuttosto che la borghesia agiata , quella dell ' alternativa liberale , fa niente , assolutamente niente per avvicinare gli immigrati , per aiutarli , per consigliarli . Vedono che ancora una volta gli unici avversari validi del comunismo sono i cattolici che appartengono alle ACLI e non all ' alternativa liberale , essi ad aprire nella fascia i circoli , le cooperative , i doposcuola . I sindaci e la mafia La migrazione rompe gli atteggiamenti di « rispetto verso le autorità indifferenti del Sud ed esalta , al Nord , l ' autorità più impegnata e , apparentemente , più disinteressata , quella del sindaco . Nei villaggi città della fascia il sindaco è la persona più autorevole . Più dell ' onorevole , del parroco , del comandante dei carabinieri . Egli fa parte della triade onnipotente società immobiliare - municipio - ufficio tecnico e ne è spesso l ' arbitro . Raramente a favore suo , spesso a favore del suo partito . Ma queste operazioni di alta finanza comunale interessano relativamente gli immigrati , ad essi basta di aver trovato , per la prima volta dopo secoli , qualcuno che si occupa effettivamente dei loro bisogni e che ha un potere autonomo e sufficiente per soddisfarli . Gli si rivolgono dapprima per avere le carte necessarie alla residenza e al lavoro , poi per la casa e finisce che diventa il loro padre spirituale e magari il loro consigliere sentimentale : la immigrata cui il sindaco ha regolato una spinosa faccenda familiare che ogni volta gli sorride come se fosse « uno della congiura » ; le mogli che gli raccontano i tradimenti dei mariti ; quelli che lo vogliono arbitro di una loro lite . I sindaci quasi tutti settentrionali non riescono a rendersi conto , a volte , del potere acquisito , né a prevedere le conseguenze . Un giorno , a una riunione di immigrati , il sindaco di San Donato dice che effettivamente è vero , quel tale padrone di case si comporta da esoso . E poi deve fermare la corsa al linciaggio , quelli sentendosi approvati dal sindaco , dal signore « della Commune » muovono già alla spedizione punitiva , hanno scambiato un suo giudizio per una autorizzazione a procedere . Come arbitri tra le immobiliari e gli uffici tecnici i sindaci devono fare i conti con l ' organizzazione mafiosa che si è trasferita o ricostruita al Nord . Il « ragioniere » o « la napoletana » o « il barista » che intermediano fra i nuovi arrivano e i proprietari di terreni e di case devono per forza avere qualche « aggancio » nel municipio , sotto questo aspetto qui come nel Sud la mafia rappresenta una degenerazione dell ' amministrazione pubblica . Le organizzazioni mafiose si occupano di mediazioni commerciali e di reclutamento operaio . Per ora non sono arrivate a uccidere , ma usano le minacce , le percosse , la fame . Parecchi gruppi mafiosi spediscono i loro emissari nel Sud per offrire « casa e lavoro » . Chi accetta deve solo firmare un impegno e quasi sempre lo firma senza leggerlo . Poi scoprirà che è un impegno da strozzino , persa la casa alla prima rata non pagata . Il controllo è difficile , molti immigrati non conoscono altra mediazione che quella mafiosa . Alcuni arrivano al punto di rimpiangerla . Un giorno la polizia arresta un certo Fioramonte Panando . Ha ucciso un reclutatore di manodopera . Perché aveva deciso di chiuder bottega e non voleva più occuparsi di trovargli un lavoro . Si tratta di un caso limite , ma anche al limite è una triste faccenda . Ne abbiamo ancora di strada da fare , non vi sembra ?