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Se questo è un uomo ( Calvino Italo , 1948 )
StampaQuotidiana ,
C ' era un sogno , racconta Primo Levi , che tornava spesso ad angustiare le notti dei prigionieri dei campi di annientamento : il sogno di esser tornati a casa e di cercar di raccontare ai famigliari e agli amici le sofferenze passate , ed accorgersi con un senso di pena desolata ch ' essi non ascoltano , che non capiscono nulla di quello che loro si dice . Io credo che tutti gli scampati che abbiano provato a scrivere le proprie memorie su quella terribile esperienza , si siano sentiti prendere da quella pena desolata : d ' aver vissuto un ' esperienza che passa i limiti del dicibile e dell ' umano , una esperienza che non potranno mai comunicare in tutto il suo orrore a nessuno , e il cui ricordo continuerà a perseguitarli col tormento della sua incomunicabilità , come un prolungamento della pena . Per fatti come i campi d ' annientamento sembra che qualsiasi libro debba essere troppo da meno della realtà per poterli reggere . Pure , Primo Levi ci ha dato su questo argomento un magnifico libro ( Se questo è un uomo , Ed . De Silva , 1948 ) che non è solo una testimonianza efficacissima , ma ha delle pagine di autentica potenza narrativa , che rimarranno nella nostra memoria tra le più belle della letteratura sulla Seconda guerra mondiale . Primo Levi fu deportato ad Auschwitz al principio del '44 insieme col contingente d ' ebrei italiani del campo di concentramento di Fossoli . Il libro si apre appunto colla scena della partenza da Fossoli , scena d ' una apertura biblica ( vedi l ' episodio del vecchio Gattegno ) e in cui già si sente quel peso di rassegnazione di popolo ramingo sulla terra da secoli e secoli che peserà su tutto il libro . Poi , il viaggio , l ' arrivo ad Auschwitz , e , altra scena di struggente potenza , la separazione degli uomini dalle donne e dai bambini , di cui mai più sapranno nulla . Poi la vita del campo : Levi non si limita a lasciare parlare i fatti , li commenta senza forzar mai la voce e pure senza accenti di studiata freddezza . Studia con una pacatezza accorata cosa resta di umano in chi è sottoposto a una prova che di umano non ha nulla . Null - Achtzen , « zero - diciotto » , il suo compagno di lavoro che ormai è come un automa che non reagisce più e marcia senza ribellarsi verso la morte , è il tipo umano cui i più si modellano , in quel lento processo d ' annientamento morale e fisico che porta inevitabilmente alle camere a gas . Suo termine antitetico è il « Prominenten » , il privilegiato , l ' uomo che si « organizza » che riesce a trovare il modo di aumentare il suo cibo quotidiano di quel tanto che basta per non esser eliminato , che riesce ad acquistare una posizione di predominio sugli altri e a vivere sulla rovina altrui ; tutte le sue facoltà sono tese a uno scopo elementare e supremo : sopravvivere . Le figure che Levi ci disegna sono dei veri e propri personaggi con una compiuta psicologia : l ' ingegner Alfred L . che continua a mantenere tra i compagni di sofferenze la posizione di predominio che ha sempre tenuto nella vita sociale , e quell ' assurdo Elias , che sembra nato dal fango del Lager e che è impossibile immaginare come uomo libero , e quell ' agghiacciante personaggio del dottor Pannwitz , personificazione del fanatismo scientifico del germanesimo . Certe scene raccontate dal Levi ci ricostruiscono tutta un ' atmosfera e un mondo : il suono della banda musicale che accompagna ogni mattina i forzati al lavoro , fantomatico simbolo di quella geometrica follia ; e le notti angosciose nella stretta cuccetta , coi piedi del compagno vicino al volto ; e la terribile scena della scelta degli uomini da mandare alle camere a gas , e quella dell ' impiccagione di chi , in quell ' inferno di rassegnazione e di annientamento , trova ancora il coraggio di cospirare e di resistere , con quel grido sulla forca : « Kamaraden , ich bin der Letzte ! » . Compagni , io sono l ' ultimo !