StampaQuotidiana ,
Erano
troppo
distratti
dal
bailamme
sanremese
,
coi
suoi
quarantacinque
canterini
,
così
nessuno
ha
parlato
del
ritorno
(
in
Alta
fedeltà
)
del
nostro
Natalino
.
Al
secolo
Codognotto
Natale
,
classe
1913
,
genovese
.
Me
lo
fece
scoprire
,
nell
'
autunno
del
quaranta
,
Carlo
Del
Canto
,
studente
di
veterinaria
e
,
se
non
ricordo
male
,
figlio
di
un
grosso
vinaio
di
Ponsacco
.
Faceva
avanspettacolo
in
un
cinema
di
corso
Italia
a
Pisa
,
in
coppia
con
una
bella
ragazza
,
chiamata
Maria
Jotti
.
L
'
orchestrina
la
dirigeva
un
giovanotto
lungo
e
magrissimo
,
coi
baffi
neri
,
di
nome
Gorni
Kramer
.
«
Dev
'
essere
malato
»
,
mi
sussurrava
Carlo
Del
Canto
.
A
quei
tempi
la
magrezza
non
era
mai
segno
di
buona
forma
fisica
,
al
contrario
:
infatti
era
cominciato
il
razionamento
.
Con
cinque
lire
ogni
settimana
si
andava
a
vedere
film
e
avanspetaccolo
.
Ricordo
che
c
'
erano
due
comici
di
stile
quasi
identico
,
due
piccoletti
agili
e
un
poco
astratti
:
sì
chiamavano
Fredo
Pistoni
e
Renato
Rascel
.
Hanno
resistito
tutti
e
due
,
con
diversa
fortuna
:
il
primo
lo
rivediamo
ogni
tanto
allo
Smeraldo
,
il
secondo
al
Lirico
.
Io
ero
per
Fredo
Pistoni
.
Senza
preoccuparsi
molto
della
guerra
,
i
giovani
di
allora
stavan
dietro
alle
canzonette
,
proprio
come
i
giovani
d
'
oggi
.
Tramontava
una
scuola
canora
,
ne
sorgeva
un
'
altra
.
Alberto
Rabagliati
era
una
stella
di
prima
grandezza
,
da
Teatro
Verdi
;
alla
radio
si
andava
imponendo
un
ragazzo
torinese
,
Ernesto
Bonino
,
amatissimo
dalle
giovani
italiane
(
quelle
in
camicetta
bianca
e
gonna
nera
,
voglio
dire
,
quelle
che
avevano
fatto
la
pubertà
proprio
mentre
riappariva
l
'
impero
sui
colli
fatali
)
;
i
ben
pensanti
preferivano
il
cesellatore
ferrarese
Oscar
Carboni
,
i
cuori
solitari
andavano
in
estasi
per
il
baritono
Giovanni
Vallarino
,
che
a
dir
la
verità
,
valeva
per
lo
meno
quanto
Bing
Crosby
.
Noialtri
della
gioventù
bruciata
,
tutti
per
Natalino
Otto
:
siamo
stati
noi
a
scoprirlo
e
a
lanciarlo
.
Già
suonatore
di
batteria
nelle
orchestrino
di
bordo
,
piccolo
e
composto
,
Natalino
aveva
il
ritmo
dentro
:
non
nei
piedi
,
ma
nella
testa
.
Senza
muovere
un
dito
né
un
capello
,
con
appena
un
aggrottare
di
sopracciglia
nei
passaggi
più
ardui
,
Natalino
era
capace
di
fratturare
i
tempi
di
una
canzone
e
di
ricomporteli
secondo
un
suo
estro
rigoroso
.
Sembrava
sempre
svagato
,
distratto
,
e
invece
era
preciso
come
un
metronomo
.
Lo
sentivi
partire
in
un
«
glissando
»
da
prima
tromba
,
ma
potevi
star
certo
che
alla
fine
del
suo
assolo
sarebbe
sbarcato
esattissimo
sulla
nota
giusta
del
ritornello
.
L
'
altra
sera
rifece
Polvere
di
stelle
,
identica
come
nell
'
autunno
del
quaranta
,
quando
la
sala
sembrava
venir
giù
dagli
applausi
.
E
anche
l
'
altra
sera
ti
veniva
voglia
di
battergli
le
mani
o
almeno
di
dirgli
:
si
faccia
rivedere
,
signor
Codognotto
,
perché
è
sempre
il
più
bravo
.