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IL VOLTO MISTICO ( PUCCINI MARIO , 1923 )
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Qualcuno si meraviglia che in questi ultimi tempi , e non solo in provincia , fermenti e tumultui un ansioso bisogno di ricerca religiosa . Ma chi ben guardi agli ultimi avvenimenti politici e morali della nazione , non può stupirsi se , dopo la ventata lussuriosa dell ' immediato dopo - guerra , risorge a poco a poco negli uomini la coscienza dei propri doveri , ieri oscurata da un ' improvvisa follia . Non può stupirsi ; in quanto il ritmo stesso della vita ha preso un altro corso : e una nuova morale a poco a poco s ' è imposta all ' antica , e non provvisoriamente . Troppo rigurgito di istinti c ' era stato infatti , mentre si ritornava , dopo quattro anni di ansie , ad uno stato di tranquillità , perché la coscienza non ritrovasse il suo equilibrio : sopratutto in coloro che erano stati in trincea e davanti alla morte più di una volta avevano pensato e non leggermente ad una vita avvenire . E c ' era poi la provincia : dove la ventata giunse bensì , ma non sempre con effetti attivi , reali : attutita e quasi neutralizzata dallo stabile focolare antico e dalle donne rimaste , com ' era naturale , fedeli e religiose . Il fenomeno fascista in quel che ebbe , nel suo primo comporsi , di puro , nacque più che nelle città nei focolari : nei quali a un primo momento appunto si espresse come una reazione del sangue sano contro il sangue impuro : delle forze morali contro le immorali ( da cui provenivano , e si sentiva , tutti i disordini ) . * * * Poi , s ' intende , quando già il fenomeno non che a verzicare cominciava addirittura a fiorire , vennero i libri , i documenti , le conversioni , gli appelli . E ' superfluo ora riepilogarli o rifarne la storia ; poiché è certo che pochi di questi documenti risposero veramente ad un bisogno : nacquero da un dramma ; presero vita e forma da un combattimento . Si aprirono , per questo , con maggiore fiducia quelli che ci venivano dalla provincia , e magari da nomi ignotissimi ; o altri di nomi noti bensì , ma di notorietà non vasta , studiosi più che letterati . Il caso di Zanfrognini e di Manacorda è tipico . Zanfrognini è un provinciale , un paesano . Nato in un paese del Modenese : Staggia ; e dopo avere pubblicato un piccolo volume di versi , nel quale non sono pochi e rari i segni di una vera inquietudine spirituale , eccolo chiuso nel suo piccolo mondo casalingo , solo con sé stesso . Passa la guerra , passa il dopo - guerra : ed egli non si stacca dal suo circolo di pensiero : e quantunque gli occhi li tenga aperti sul mondo , sul suo dubbio e sulla sua speranza , segna affannato il passo per quasi dieci anni . Ne è nato un libro irto di contraddizioni , di ritorni , di abbandoni improvvisi e di pentimenti ; ma che innegabilmente rispecchia in tutti i suoi momenti un dramma vero . E anche dove c ' è giuoco dialettico , la sofferenza traspare : in quanto il cervello non sempre domina il sentimento : e assai spesso sulla scia del sofista s ' accampa il pellegrino dolente che cammina , si sforza , si arrampica e di rado una luce gli ravviva la strada . Si è letto molto presto " Itinerario di uno spirito che si cerca " ( Vincenzi - Modena ) : e se ne è scritto ; ma con gli anni sarà cercato sempre di più : e forse discusso ancora . Che le possibilità di Zanfrognini siano tutte qui dentro , non direi ; ma è certo che circola in queste pagine una sostanziosa amarezza : e tutti possiamo riconoscerla come un po ' nostra . Dove poi essa possa sboccare , se in una confessione ortodossa , o se svilupparsi o meno è arduo dire . Certo , un libro l ' enunciati come questo e di pensieri rotti non lo si direbbe suscettibile di sviluppi almeno lirici : e se mai piuttosto in un ' opera affermativamente decisa , e magari apologetica . Manacorda invece , pure sugli stessi tasti , trova una musica più larga di tono e d ' estro : ed è più conchiusivo . Non so se maggiore preparazione ; ma certo c ' è in Manacorda assai più sapienza . Si vede dietro il suo libro " Verso una nuova mistica " ( Zanichelli - Bologna ) l ' uomo che ha avute e sofferte molte esperienze : di natura intellettuale sopratutto . Zanfrognini è ancora e sopratutto ai filosofi greci e ai cristiani : e poco si sente nutrito di filosofia recentissima : ma Manacorda è in questo senso scaltrissimo e sa bene dove appoggiare i suoi piedi . Anzi : se qualcosa infirma il suo libro , pur così bello , è il tono polemico : di cui spesso , ed è peccato , egli non sa fare a meno . Il suo dramma non è infatti , come quello di Zanfrognini , solitario e isolato , ma incardinato nel dramma di tutti : perché i primi germi sopratutto egli li deve alle trincee di lassù . La nuova mistica di Manacorda nasce insomma contemporanea alla nuova morale del reduce : e come questa ha radici profonde nell ' umanità di tutti noi . Si segua o no , domani , questa visione nuova che Manacorda esprime , di una vita religiosa avvenire ( la quale presume insieme una nuova morale ed una nuova estetica ) il libro ha per se stesso un grande valore spirituale : e rivela un pensatore e poeta di altissimo ingegno . Pensatore , in quanto è ordinato , severo , sobrio e a momenti ( non si dimentichino le numerose annotazioni ) perfino didattico ; poeta , in quanto sa trovare , e tipici , momenti di vero abbandono : come nelle " Meditazioni ad alcune sante verità " che conchiudono mirabilmente l ' opera . * * * Segni ; ma non sono i soli . Chi guardi un poco in giro e non si fermi solo ai libri strettamente mistici , come quelli di Zanfrognini e Manacorda , trova infatti anche in opere che non affrontano decise il problema religioso , la stessa inquietudine . E sono magari libri di critica : o raccolte di articoli appena . Si aggiunga che certe riviste ieri lette da un pubblico ristretto , hanno visto allargarsi la loro zona , grazie appunto al bisogno che il pubblico colto dimostrava : più che di una nuova scienza , di un punto di rilievo facile , sicuro e perfino atavico . Lasciamo andare le conversioni rumorose , chiassose : o i pamphlets , tipo L ' ora di Barabba e il Dizionario dell ' uomo selvatico ; ma guardate , per esempio , certi scrittori , come l ' Arcari e il Piccoli : che si sentono portati e quasi trascinati , dopo esperienze puramente critiche e filosofiche , l ' uno ad un romanzo di dibattito religioso , l ' altro , invece , sensuale : ed entrambi tuttavia trapelanti una stessa inquietudine della vita e dei suoi svolgimenti fisici , morali e religiosi . Ma questa che potrebbe sembrare una deviazione e quasi un salto nel buio è invece , se pur così diverso nei due , un atto verso la propria purificazione e il proprio ritrovamento . Infatti né l ' inquietudine di Arcari , né quella di Piccoli si sentono attraverso quei libri , placare , quantunque il Cielo senza Dio ( Treves ) e Aliarda ( Vallecchi ) siano in fondo due romanzi morali . Dove ritroveremo Arcari , non sappiamo ancora ; ma Piccoli è già avviato a nuove esperienze : e il suo bellissimo Itinerario leopardiano ( Treves ) nel quale attraverso Leopardi lo si sente ancora cercare sé stesso ; e la sua eccellente traduzione del Libro della mia vita di Santa Teresa sono due sintomi evidenti che la sua ricerca continua ancora . Fenomeni ; segni . E che si dirà di Prezzolini che con il suo recente Io credo ( Gobetti , Torino ) va a radunare tutti i suoi dibattiti di ieri , a coordinarli , per cercare anche lui un centro fermo , una base , un punto di appoggio ? E non c ' è uomo più scaltrito di lui : carattere e temperamento passato ormai attraverso esperienze filosofiche innumerevoli e non senza spine e dramma . Si dirà che tutti costoro , per quanto dotati e abili , ancora non conchiudono : e da tante pagine agili , ricche e spesso commosse , confessioni vere e proprie non vengono fuori . Ma bisogna dar tempo al tempo ; e che si maturino anche i fenomeni recenti della nuova riscossa politica : i quali , oggi come oggi , lasciano perplessi gli uomini di pensiero : quando non addirittura scontenti . Ma forse non è lontano il giorno in cui una luce più viva tutti ci illumini : e il volto mistico della nuova generazione trapeli senza maschera .