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DISCREZIONE ( Spadolini Giovanni , 1971 )
StampaQuotidiana ,
Il programma « costituzionale » del presidente Leone era facilmente prevedibile , si identificava con la natura stessa dell ' uomo . Nel messaggio di investitura rivolto ai due rami del Parlamento , è emersa con assoluta chiarezza la concezione del presidente della Repubblica , dei suoi poteri e dei suoi limiti , coincidente con un ' intera tradizione giuridica : l ' altissimo magistrato cui non spetta « formulare programmi o indicare soluzioni » , ma solo vigilare sull ' osservanza della Costituzione e garantirne i rigidi adempimenti . È la linea che si ricollega direttamente al primo capo provvisorio dello Stato , a Enrico De Nicola , verso il quale Leone conserva una devota e memore fedeltà : l ' unico presidente che sia stato non a caso da lui ricordato , nell ' intero testo dell ' allocuzione , insieme col suo diretto predecessore , Giuseppe Saragat . Leone esprime una società di « notabili » : fermissima nell ' ossequio ai valori della democrazia parlamentare , e del pluralismo democratico , ma altrettanto ferma nel rispetto della collocazione e dell ' autonomia individuale dell ' uomo politico . Egli non è figlio - rara avis - della partitocrazia , è uno dei rari democristiani che abbia sempre rifiutato la gara spietata delle correnti , che non si sia mai riconosciuto in questo o in quel gruppo di potere . Il suo cursus honorum è da solo rivelatore : professore universitario e avvocato , altrettanto autorevole nella cattedra che prestigioso nel foro , giunge alla politica senza mai rinunciare né alla cultura né all ' avvocatura , non accetta di identificarsi in nessun momento nel « professionismo politico » - quello che ha maggiormente contribuito ad abbassare il livello della nostra classe dirigente . Tali scaturigini ideali si ritrovano nel messaggio alla nazione : non retorico , talvolta perfino disadorno , ma frutto di una precisa visione giuridica , che non ammette confusioni di competenze fra governo e Parlamento , che richiama ogni organo dello Stato « alla sfera delle proprie attribuzioni » pur nel quadro della collaborazione organica . Il tutto : senza ottimismi e senza assurde indulgenze al clima di una società politica prefascista , che non esiste più . Non per nulla Leone ha fatto un riferimento esplicito alle « disfunzioni delle istituzioni » ; non per nulla ha insistito sul drammatico intreccio dei rapporti fra Stato e regioni ed ha calcato la mano sull ' « accentuarsi a volte nominalistico dei contrasti fra le forze politiche » , l ' esperienza di ogni giorno . E senza tuttavia assumere pose o atteggiamenti da « salvatore della patria » ! Lo stesso tocco di discrezione e di moderazione il neo - presidente ha osservato sul tema , delicatissimo , dei rapporti fra Chiesa e Stato . Il negoziatore paziente e instancabile del compromesso sul divorzio ha adombrato un indiretto « no » alla ripresa di qualsiasi guerra religiosa sul tema del referendum quando ha auspicato , con una lontana vibrazione degasperiana , la necessità « di mantenere un clima che renda impossibile ogni anacronistico steccato » . Che non faccia risorgere cioè gli steccati fra guelfismo e ghibellinismo , quegli steccati che l ' esperienza centrista era riuscita ad abbattere o almeno a limitare , pure in condizioni tanto più difficili delle attuali , con Papa Pacelli ... Ci sia consentita , in proposito , un ' osservazione marginale ma pure significativa . È dispiaciuto che un ' assemblea parlamentare , dai cui settori di centro si è levato un applauso al Papa per la generosa e indiscutibile opera della Santa Sede in favore della pace , non abbia abbozzato , da nessun settore dello schieramento politico , un solo segno di plauso all ' opera svolta dal presidente uscente della Repubblica in difesa della libertà : un ' opera svolta - come Leone ha ricordato nobilmente - con « senso religioso » della democrazia . La correttezza costituzionale non si identifica , e non si deve identificare , con un « rassegnato fatalismo » . È il pericolo dei presidenti tipo quarta Repubblica francese , dal quale Leone saprà sicuramente affrancarsi . E la prova è nel costante , insistito richiamo del nuovo capo dello Stato alla necessità di respingere , nella lotta sociale , il metodo della violenza e dell ' intolleranza , nell ' invocazione aperta e spiegata alla tutela della legalità repubblicana e democratica , tanto più sacra quanto più affonda le sue radici nella genesi stessa della Repubblica , attraverso la lotta per la libertà , attraverso l ' esperienza della Resistenza e della ricostruzione post - bellica , l ' una inseparabile dall ' altra . Leone ha giustamente insistito sulla necessità di una maggiore saldatura fra coscienza sociale e istituzioni : compito primario ed essenziale dei partiti politici , oltre che delle grandi organizzazioni del lavoro . Speriamo che le forze politiche italiane non dimentichino l ' esortazione che giunge dal Quirinale nelle prossime , difficili trattative che saranno volte alla ricostituzione dell ' intesa di centro - sinistra . Le dimissioni formali del governo Colombo sono state , e correttamente , ritirate ; il ministero in carica è stato invitato a continuare la sua opera , finché non giungerà un ' indicazione diversa dai partiti . Ma nessuno potrebbe illudersi . La situazione politica è in movimento . La tregua ottenuta non andrà oltre il 18 gennaio , data di riapertura del Parlamento . Già in quell ' occasione , si porrà la prima e fondamentale esigenza di chiarificazione avanzata dal partito repubblicano e ribadita ieri senza eufemismi nella relazione di La Malfa : nessuna conferma dell ' appoggio , anche solo esterno , del Pri alla coalizione se non saranno elaborate nuove piattaforme politiche e programmatiche corrispondenti alla condizione reale del paese sul piano economico , finanziario e sociale . Si aprirà un tiro alla fune : i socialisti che vorranno spingere più a sinistra , i socialdemocratici che vorranno accentuare la loro funzione riformista ma moderatrice . E i problemi , quelli veri , che torneranno tutti all ' interno della democrazia cristiana : più aperti , più laceranti che mai . La battaglia per il Quirinale non è riuscita ad assicurare nessuno degli « organigrammi » di potere che erano stati abbozzati da varie parti , per icavalli di razza e non solo per quelli : ha vinto un uomo al disopra delle parti , e ha vinto proprio per essere al disopra delle parti . La lotta , appena contenuta nei sedici giorni del round , rischierà di riesplodere : con una carica accentuata di rancori e di risentimenti . Una sola cosa è certa : tutta la buona volontà , e tutto il buon senso , del presidente Leone saranno messi alla prova .