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> anno_i:[1850 TO 1880}
StampaPeriodica ,
In una corrispondenza di Roma del giornale La Stampa leggiamo . “ Per cura dell ’ eminentissimo Riario Sforza si è stabilito che ogni prima domenica di tutti i mesi si esponga il Venerabile , si celebri la messa , vi sia la predica ed in ultimo la benedizione nella chiesa nazionale sotto il titolo Spirito Santo dei Napoletani , e che gli emigrati , specialmente la parte più colta , assistano a queste funzioni . ” Domenica 3 corrente cominciò questa pratica , ed il noto P . Curci , gesuita , tenne il primo discorso , il quale avendo fatto impallidire per più volte Francesco II , lasciò scandalizzato l ’ uditorio , e specialmente i seguaci dei fratelli Ulloa . Il cennato padre esordì dicendo che , invitato qual connazionale a parlare ai fratelli , esso credendo di dirigere le sue parole ai veri emigrati , e non a coloro che per proprio interesse si sono volontariamente condannati all ’ esilio e di questi si augurava di non riconoscere neppur uno fra gli astanti , avrebbe seguito la verità , né si sarebbe lasciato imporre dalla reale presenza ( perché anche Francesco era presente ) qualora il suo dire si giudicasse troppo spinto nel vero . Dopo questo esordio ha detto che grave peccato pesa sulla coscienza della emigrazione pel sangue che scorre nelle Due Sicilie , poiché non volendo questa riconoscere lo stato delle cose europee , non volendo ritenere che la restaurazione del loro sovrano dipende unicamente dalle mani di Dio , il quale solo può pacificare l ’ Europa ed abbattere le rivoluzioni , si pasce d ’ illusione , si sforza di tradurle in atto e quindi spinge con la parola in Roma e con gli scritti che fa giungere in Napoli , gente al macello , ecc . , ecc . Quindi incalzando l ’ argomento , è passato a dimostrare che più si va in alto più cresce il peccato , poiché la diplomazia napoletana e la nobiltà che sono state la causa di fare accrescere di due terzi l ’ emigrazione in Roma , dopo la caduta di Gaeta , si sono date ai divertimenti , alle crapule , non si mostrano avide di altro che di onori , hanno abbandonata la classe povera della immigrazione riducendola al suicidio per la fame , se carità di Roma non la soccorresse in parte : che questo procedere era detestabile anche presso la società . Il secondo periodo del discorso si è basato sulle scissure della emigrazione stessa ed ha dimostrato che queste esistono nel basso e medio ceto per l ’ esempio de ’ nobili , i quali hanno piazzato , ognuno alla loro volta , una polizia l ’ uno sull ’ altro , l ’ altro sull ’ uno , ecc . , ecc . In fine ha concluso che egli non sarebbe entrato nei fatti particolari di nessuno , ma che nel discorso venturo avrebbe parlato in modo da essere capito da tutti per quella parte che riguarda ciascuno , e che questo dovere glielo imponeva la coscienza , poiché essendo anch ’ esso napoletano , sentiva le vergogne che hanno ricolmato quel popolo per opera del contegno del sovrano . La predica del Curci toccò le fibre di tutti eccetto quelle degli ex - ministri di Ferdinando II e de ’ pochi loro seguaci . Ma in particolar modo quelle di Antonio Ulloa che s ’ intitola direttore della guerra il quale portandosi dopo la predica in casa della duchessa o contessa di S . Cesario eruttava veleno contro il Curci ed i gesuiti in genere , e diceva che se l ’ Inghilterra si mostra titubante per l ’ accettazione delle promesse fattele , purché ripristini il regno di Napoli coi Borboni , a lui non sembrava difficile che fosse opera gesuitica e che guai a loro ed ai Borboni se Napoleone giungesse a conoscere queste promesse e la loro vastità .