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> anno_i:[1850 TO 1880}
TORINO, 28 GIUGNO ( - , 1866 )
StampaQuotidiana ,
Tutte le corrispondenze , tutti i ragguagli personali che riceviamo circa il fatto d ' armi del 24 concordano nel presentare quella battaglia come uno scontro indeciso bensì , ma glorioso e rassicurante per le armi nostre . Diciamo rassicurante perché ha troncata ogni quistione circa la qualità , la stoffa dell ' esercito italiano . Questo esercito è una creazione così recente , che nel concetto di molti , particolarmente all ' estero , la sua consistenza parea alquanto problematica . Non pochi giornali già sentenziavano che finché la fortuna gli arriderebbe l ' esercito italiano avrebbe fatto mirabilia , ma non così agevolmente avrebbe sopportati quei rigori della sorte , a cui nessun esercito ( per quanto abbia certa la vittoria finale ) può completamente sfuggire nell ' arduo cammino che a questa conduce . Ebbene ora il problema è sciolto . L ' esercito italiano ha fatte le sue prime prove non sotto il sorriso della fortuna , ma nelle condizioni più sfavorevoli . Le divisioni che sono state impegnate han dovuto combattere contro un nemico più numeroso fortificatosi nelle posizioni più formidabili , più studiate , e più potentemente armate . E tuttavia non solo l ' esercito ha confermate le speranze che si avevano nel suo slancio per l ' attacco , ma ha rivelate le più preziose qualità per dominare i casi avversi , una solidità a tutta prova , una indomita tenacità , una consistenza di ferro ! VIVA IL SOLDATO ITALIANO ! L ' esercito ha dormito sul campo di battaglia , sulle posizioni conquistate ; ha preso al nemico un numero di prigionieri uguale a quello che il nemico si vanta d ' aver preso a noi . Se all ' indomani il Mincio fu ripassato , ciò fu per cogliere il nemico sovra altro punto meno sfavorevole , e non già in segno di battaglia perduta ; e il nemico stesso ha compreso così bene di non potersi vantare della vittoria , che non solo non ha inseguiti i nostri , ma si è affrettato di ritirarsi anch ' esso , e nel suo rapporto è stato relativamente assai modesto . Eccone infatto il sunto telegrafico quale ce lo recano i giornali d ' oltre Alpi : « Vienna , 25 giugno Il rapporto dell ' arciduca Alberto , in data d ' ieri , ore io di sera , rende noti i seguenti fatti : « L ' armata austriaca , marciando verso il Mincio , fu attaccata dal Re d ' Italia . « L ' armata posta sotto il mio comando prese d ' assalto Montevento , e , verso le cinque , Custoza . Essa ha preso parecchi cannoni e fece 2000 prigionieri . Le nostre truppe combatterono con una bravura ed una perseveranza estrema , malgrado un insopportabile calore . « È constatato che il Re d ' Italia , alla testa di tre Corpi d ' armata e della cavalleria di riserva , era in marcia contro Albaredo , credendo di trovarci dietro l ' Adige . « Il principe Amedeo ed alcuni generali italiani sono feriti » . Fu solo il telegrafo italiano che il primo giorno dipinse in nero la battaglia ! Non v ' è parola che basti contro la redazione di quei deplorabili dispacci che d ' una battaglia di cui l ' Italia e l ' esercito debbono andare giustamente superbi trovarono il segreto di farne un imbroglio inintelligibile , in cui un Corpo intiero sarebbesi svaporato senza lasciar traccia ! Fortunatamente il buonsenso delle popolazioni e la fiducia inalterata che tutti hanno nell ' esercito corresse gli errori del sciocchissimo dispaccio , e seppe sin dai primi momenti ridurre le cose al loro vero essere . Tutta Italia echeggia d ' un grido di riconoscenza all ' esercito ONORE AI VALOROSI DELLA BATTAGLIA DEL MINCIO !