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> anno_i:[1850 TO 1880}
StampaPeriodica ,
Quando il sol perderà moto e splendore ; Quando di stelle sarà privo il cielo ; Quando la terra non avrà calore ; Quando unito vedremo il fuoco al gelo ; Quando parlerà il vero un impostore ; Quando il leon divenga un ragnatelo ; Quando all ’ uomo sia tolto ogni malore ; Quando la quercia si converta in melo ; Quando non avran pregio argento , e oro ; Quando il vizio a virtù non farà guerra ; Quando tempesta ai campi fia ristoro ; Quando gli augei , de ’ muli avran la soma ; Quando cittadi , e regni andran sotterra ; Avrete , o ciuchi , il Campidoglio , e Roma .
LEZIONI AL POPOLO ( - , 1865 )
StampaPeriodica ,
[ I ] Adesso tutti insegnano al popolo . Ed hanno ragione . Passò quel tempo in cui si voleva tenere il popolo nell ’ ignoranza e nell ’ abbrutimento . Adesso mo tutti sono e debbono essere dottori e sapienti . Una volta trovare un dottore , era cosa rara come una mosca bianca : adesso se scappucciate in un sasso , salta fuori un dottore in berrettone e toga . Ah ! non c ’ è più rimedio : la luce , il progresso e la scienza l ’ hanno vinta sulle tenebre , sulla barbarie e sull ’ ignoranza . E se nessuno ve lo dice ve lo dico io . Sappiate mo che anche la Marmitta vuol fare la sua parte in questo insegnamento universale . Sicuro , voglio fare dei dottori anch ’ io e dottori da Marmitta . Altro che quelli che saltan fuori dalla porta dell ’ università col loro diploma e colla loro scienza in tasca . Ho perciò deciso di fare anch ’ io lezioni al popolo . C ’ è qua in Bologna chi lo istruisce dell ’ igiene sociale : è vero che il professore in partibus che dava le lezioni un tanto al metro ha dovuto mettere il catenaccio alla bottega e far fagotto . Ma il suo fallimento non è ancora aperto : dunque posso dire che l ’ igiene sociale è anche insegnata al popolo di Bologna . C ’ è poi chi lo ammaestra in altre cose più sublimi . Cospetto ! Si tratta nient ’ altro che di lezioni popolari di igio e di fisiologia , dalle quali il popolo impara che non bisogna più bollire il latte di vacca , ma è necessario berlo come è prodotto da madre natura . E in tal caso la natura è una gran mamma ! Dunque ho detto fra di me : giacché a Bologna professori con paga e senza , giurati e non giurati , a gratis e a un tanto il cento , dispensano tante cognizioni e tanta scienza al popolo , mi metterò anch ’ io all ’ altezza dei tempi , o piuttosto farò arrivare il popolo ad un ’ altezza maggiore di quella della torre degli Asinelli . E questa è proprio la misura più giusta dell ’ altezza dei tempi nostri ; a Bologna , quelli che andarono più in alto furono gli asinelli . Già Bologna si chiama la dotta , e se qualcuno non crede che sia all ’ altezza dei tempi , ci rispondo secco secco : pezzo d ’ asino , non vedi come è alta la torre degli Asinelli ? Cosa volete che mi rispondesse costui ? Ma veniamo all ’ ergo . Io non voglio parlare né di igio né di igiene , né di fisiologia , né di latte dì vacca , o d ’ altre cose di simil genere . Io voglio spiegare al popolo i suoi diritti , e le conquiste nel novanta meno uno , tutte le felicità che gode e tutte quelle che godrà per omnia saecula saeculorum . Povero popolo ! Finalmente è venuto il suo giorno , finalmente non è più schiavo ed oppresso . I suoi maestri non gli discorrono più di polenta e di fagioli , ma gli fanno scientificamente conoscere ed amare la fisiologia e il latte di vacca . Evviva l ’ abbondanza ! Ecco in breve il mio programma . Prima di tutto io mostrerò che cosa è il popolo , e siccome oggi il popolo è sovrano , così farò vedere come due e due fanno quattro , in che consiste veramente questa sovranità del popolo . E non mi fermo mica qui , perché il popolo ha tante altre belle cose che una volta gli negavano iniquamente i suoi tiranni . Il popolo è stato ridonato alla sua libertà , e oggi abbiamo proprio un ’ innondazione di libertà , che omai ci affoga tutti quanti . Dunque dirò qualche cosa anche sulla libertà . Poi discorrerò dell ’ unità e indipendenza dell ’ Italia con tutti i suoi annessi e connessi , e finalmente farò vedere al popolo , e glielo farò vedere all ’ ultima evidenza , che cosa è la civiltà e il progresso , quali ingredienti si richiedono per fare la prima e quali cose ci vogliono per mettere insieme il secondo . O popolo ! Qua da me , corri alla Marmitta , apri la bocca e le orecchie e stammi ad ascoltare . Incomincio . Che cosa è il popolo ? Ecco la prima domanda : ed ecco subito la risposta . Si è sempre scioccamente creduto che il popolo fosse formato da tutte le classi della società , e i tiranni passati e presenti hanno sempre dato ad intendere ai gonzi che il popolo era l ’ assieme di tutti i cittadini , fossero mo grandi o piccoli , ricchi o poveri , nobili o plebei . Ma adesso che la luce si è fatta , si è saputo che cosa è veramente il popolo . Mettete insieme tre avvocati senza clienti , quattro o cinque medici senza ammalati , due o tre nobili senza un becco di quattrino , otto o dieci scamiciati senza scarpe nei piedi e in piena bolletta nelle saccoccie , dodici o quindici ragazzi dai tredici ai diciotto anni , aggiungete una discreta turba di affamati , di impostori , di ciarlatani , di ambiziosi , di citrulli e di scalzacani , ed eccoti fatto il popolo , il vero popolo , quel popolo che è chiamato all ’ altezza dei tempi e a godere e a bearsi tutta mai la felicità dei tempi nostri . Non si ha diritto di far parte del popolo se almeno non si è giurato e spergiurato una dozzina di volte , se non si hanno le brache rotte , se non si è fornito di due eccellenti polmoni da gridare “ viva questo ” e “ morte a quello , ” se non si hanno debiti da pagare senza un baiocco in scarsella , se non si ha un petto forte da sostenere ciondoli e croci e se non si ha a sua disposizione una coscienza di gomma elastica da tirare di qua e di là a proprio piacimento . Questa , questa sì che è democrazia , e questo , questo è proprio il popolo . Tutti quelli che studiano , che lavorano , che faticano non sono popolo : tutti quelli che stanno nelle case o nelle botteghe , nei negozi o nelle officine , e non istanno nelle bische , nei caffé e nelle osterie tutto il giorno , non hanno diritto di essere annoverati fra il popolo : chi non si sente il coraggio e la forza di fare del baccano e del chiasso nelle strade non è popolo , no , intendetelo bene , non è popolo . Volete vedere il popolo , il vero popolo sovrano ? Venite con me , e ve lo faccio subito vedere . Andate dentro in quell ’ ufficio , in quel bureau , in quel gabinetto : là ci sono diecine e centinaia di signori , da vero o da burla poco importa , che la loro più grande fatica consiste nel contare alla fine d ’ ogni mese chi cinquecento , chi seicento , chi mille lire . Ecco là il popolo , e il popolo sovrano . Essi parlano sempre in nome del popolo , domandano sempre pel popolo , e comandano sempre da parte del popolo . C ’ è uno scribacchiatore di giornali che tira mille , duemila , tremila lire all ’ anno da questo o da quel ministro ? Eccoti là il popolo ! C ’ è un ministro che spende e spande prima per sé e poi per gli altri ? Eccoti là il popolo . C ’ è un cavaliere che mangia a quattro ganasce attorno ad un ’ immensa marmitta ? Eccoti là il popolo . Avete finalmente capito che cosa è il popolo ? Io spero d ’ essermi spiegata chiaro , e m ’ avrete capito molto meglio di quello che avete fatto di igio e di fisiologia . Bravo popolo ! Ti mungono a dovere , e dopo che ti hanno munto t ’ insegnano come hai da fare a bere il latte . C ’ è solo questa differenza : che a te insegnano come hai da fare a bere , e gli altri bevono in vece tua . Una cosa per uno : e così siamo del pari . Vengo ora alla seconda domanda . Che cosa è la sovranità del popolo ? Qui mo mi sbrigo in due parole . Che cosa vuol dire sovrano ? Vuol dire stare al di sopra di tutti gli altri . E tu , popolo , stai proprio sopra a tutti . E sapete in che cosa il popolo sta sopra a tutti ? Ve lo dico io . Ditemi , tra padrone e servitore , chi è da più , e chi sta sopra e chi sta sotto ? Oh ! bella , mi direte , ci vuol poco a capirlo ; il padrone sta sopra il servitore . Benissimo . Ma perché mo il padrone sta sopra il servitore ? Per una sola ragione : perché il padrone paga , e fra padrone e servitore il solo padrone paga . Bene : fate mo i vostri conti che è lo stesso del popolo . Il popolo è sovrano solo perché paga e per essere sovrano , il popolo non deve fare che una cosa : pagare . Ecco già risposto alla mia domanda : la sovranità del popolo consiste nel pagare e nel pagar sempre . Già la buon ’ anima di Cavour quando proclamò la sovranità del popolo , disse più e più volte , bisogna pagare e pagar molto . Dunque , popolo mio , più pagherai e più sarai sovrano . Omai sei giunto all ’ apice della tua sovranità : niente niente che duri a pagare e aumenti nel tuo pagare , tu diventi il sovrano più grande e potente che sia mai esistito sulla terra ! La lezione è già lunga abbastanza ; quest ’ altra volta istruirò il popolo sopra tutti i diritti che ho poc ’ anzi accennato nel mio programma . A rivederci . [ II ] Date gratuitamente dalla “ Marmitta ” sopra tutte le cose ed altre molte ancora Oggi ho bisogno di tutta la vostra attenzione , perché vi parlo di cose importantissime . Ehi ! non si scherza . Il tema del mio dire è nientemeno che la libertà , e poi l ’ unità e l ’ indipendenza d ’ Italia . Comincio dalla libertà . Che cosa è la libertà ? Una volta si credeva che fosse la facoltà di fare tutto quello che non si oppone alle leggi di Dio , della Chiesa , della natura e delle legittime autorità costituite sulla terra . Ma adesso è un altro paio di maniche , perché adesso la libertà è il diritto di fare tutto quello che si vuole . Eh ! diavolo ( mica zoppo ) il popolo , che è sovrano , deve bene poter fare tutto ciò che più gli aggrada . E oggi è proprio così : il popolo dice e fa quello che meglio gli talenta , e nessuno ha diritto d ’ opporsi ai suoi sovrani voleri . Ma già v ’ ho detto che cosa è il popolo e chi lo forma : perciò capirete che ho ragione io di dirvi che il popolo dice e fa tutto ciò che è secondo la sua volontà . Se non lo credete a me , guardate ai fatti e poi persuadetevene una volta . Se il governo fa qualche cosa di male , commette qualche arbitrio , qualche abuso , o qualche ingiustizia , adesso là Dio mercè abbiamo il diritto di dire la nostra ragione , di protestarci contro e di richiamare al dovere chi si fa reo di tali offese alla giustizia e alla legge . È ben vero che si è chiamati alla polizia e là si riceve un serio rimbrotto ; è ben vero che qualche volta si va in carcere , o si è tradotti dinanzi ai tribunali . Ma questo è nulla : è un puro accidente ( da cui Dio salvi ognuno ) per mostrare anzi che c ’ è libertà per tutti . Al popolo sovrano la libertà di dir male del governo , al governo la libertà di mettere le manette al popolo sovrano . Una cosa per uno : bisogna poi contentarsi a questo mondo . Lo stesso dite della libertà della stampa . Non sentiste Don Pasquale quando tutti i momenti era condannato e multato il gerente dell ’ Eco o del Patriota Cattolico ? " Ecco , " sclamava il reverendo , “ ecco la prova più convincente che la libertà della stampa è fra noi al colmo ! Se non vi sono sequestri , condanne , multe e carcere , la libertà della stampa se ne va a calicutte . ” Dunque resta stabilito all ’ ultima evidenza che non vi è vera libertà se non concorrono simultaneamente le seguenti cose : 1 . Manette . 2 . Corte d ’ Assisie . 3 . Sequestri . 4 . Multe . 5 . Condanne . 6 . Carcere . Tutte queste cose , bene si intende , sono fatte per quella parte del popolo sovrano , che credendosi proprio sovrano non dice e non fa quello che vogliono i suoi servitori . Ora vengo all ’ unità e all ’ indipendenza d ’ Italia . L ’ Italia è fatta , dicono tanti . Ma so ancor io che l ’ Italia è fatta : sono ormai seimila anni che questa benedetta Italia è fatta . Che bisogno c ’ è mai di dirlo tanto ? Io non lo capisco proprio . Ma , si aggiunge , l ’ Italia è una . Sicuro , che l ’ Italia è una : non ho mai sentito dire che ci siano due Italie . L ’ Italia è unita dall ’ Alpi al mare . Altro che unita ! È unita e compatta da un capo all ’ altro in modo che se non viene il signor Lesseps a farci un taglio in mezzo come ha fatto all ’ istmo di Suez ; sfido chiunque a dividerla e a disunirla . Io l ’ ho girata per lungo e per largo e l ’ ho trovata proprio tutta d ’ un pezzo . Anche qui non capisco perché tanti si sfiatano a dire che finalmente l ’ Italia è unita ! Quanto poi alla sua indipendenza , è una cosa più chiara della luce di pien meriggio . Basta guardarci per capire che è il paese più indipendente del mondo . L ’ Italia è una penisola e perciò sta attaccata da un lato solo : essa quindi dipende meno di qualunque altro . Andate mo a vedere la Francia , la Prussia , l ’ Austria e tant ’ altri paesi : sono attaccati da tante parti che fa davvero pietà il solo vederli così pendenti , chi a una catena di montagne , chi a un fiume , chi a un altro Stato , chi ad un altro paese . Ma l ’ Italia , volere o non volere , non ha bisogno di tanti puntelli e di tante pendenze ; se la tira di lungo col suo stivale e batte il tacco , come suol dirsi , in mezzo all ’ acqua . Ecco perché gli stranieri , adesso specialmente , non possono ficcare il naso in casa nostra . È vero che a Malta ci sono gl ’ Inglesi , che a Nizza e in Corsica ci sono i Francesi e che nel Veneto ci sono i Tedeschi : ma questo non monta . L ’ Italia sarà sempre una in eterno , e indipendente del tutto . Noi lo diremo e lo proclameremo sempre e dappertutto . Non avete veduto , come abbiamo fatto ad avere Roma ? II Papa si ostinava a starci , i Francesi si ostinavano a non volere andar via : ma noi un bel giorno abbiamo raffermato il diritto dell ’ Italia su Roma , e felice notte , Roma è diventata dell ’ Italia . Ehi ! Signori miei : oggi si combatte per un ’ idea , non si cerca mica più la prosaica realtà . Malta sia pure degli Inglesi , Nizza di Napoleone e il Veneto dell ’ Austria : ma le virtù dell ’ idea sono e saranno sempre dell ’ Italia . Dite mo che il barbaro Tedesco colle sue baionette e col suo quadrilatero ci venga a rapire la nostra idea ! Cucù ! La lezione è finita . A rivederci sabato .
UNA PAGINA DI CATECHISMO COSTITUZIONALE ITALIANO ( DELLA_CAVALLA BARTOLOMEO , 1865 )
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Tolgo in prestito dal Commercio questo bel dialogo che fa per me : “ Quali e quanti sono i poteri nel Regno Italico ? ” “ Sono quattordici . ” “ Misericordia ! Possibile che siano tanti ? ” “ Eppure l ’ è così . Sentite , e contateli da voi : 1 . Prima di tutti , il Re : questo si venera , si stima , ma non se ne parla . 2 . Dopo viene il magnanimo alleato . Di questo qualche volta se ne parla , ma non se ne deve parlare . 3 . L ’ ebreo Rotschild . Questo si fa sentire , senza che se ne parli . 4 . Il Ministero . Di questo se ne parla meno di quel che se ne dovrebbe parlare . Esso è un carro tirato da animali diversi , vaccini , bufalini , somarini e bastardi ; ma questi tirano di qua ; quelli tirano di là : sicché non va né avanti né addietro . 5 . I massoni . Costoro non si sentono né si vedono , ma sono da per tutto ; e ne appariscono le opere . 6 . I Mitingai ... ” “ E che razza di gente è questa ? ” “ Vi è un po ’ di tutto . Moltissime pecore matte ; molti castroni con qualche montone ; buon numero di volpi e volpini , e qualche lupo in disparte . Proseguo . 7 . Settimo potere sono gli scolari . Questi ragazzacci vogliono spoliticare ; sono organizzati per conto della Rivoluzione universale : si sono atteggiati a potenza , e stanno perfino per tenere un congresso . Da che levarono dalle scuole le immagini di Cristo e della Madonna , e vi sostituirono quelle di Garibaldi , di Mazzini , di Robespierre e di Marat , si sono fatti cattivelli , e daranno da pensare agli altri poteri . Che volete ? Sono liberi pensatori ... pensano , è vero , meglio che col capo , con qualche altro membro . Studiano poverini . Solo che invece delle Pandette , meditano Louis Blanc , Proudhon ; e invece che all ’ anatomia , attendono alla teoria delle barricate . 8 . La canaglia . Questa opera a seconda della paga ; sia che questa venga dai fondi segreti , ossivero da cassa massonica , o estera . 9 . I circoli e comitati . L ’ azione di questi spesso si neutralizza per dissidio . La Malva non si accorda col Rosolaccio . Ma perché ? Solo perché questi vorrebbero sedere a mensa ; e quelli , benché sian pieni sino agli occhi , si ostinano a mangiare . 10 . I mezzani , o mediatori . Vi sono mezzani di posti ministeriali , di cariche , di nastri e ciondoli , di sindacati , di prefetture , di questure , di giudicature , di posti finanzieri , di accolli di lavori pubblici , strade ferrate , di forniture . Vi sono mezzani di sconti , d ’ imprestiti , e perfino di donne . Questa genia , senza apparire , è un potere formidabile , e spesso pesa più di uno degli altri poteri . 11 . I giornali e la rimanente stampa . Non è questo un potere indipendente , ma ligio e pedissequo di questo o quel potere . Pagata o addetta , è lo stesso . Non vi è in Italia un giornale , come il Times , che sia di per se stesso una potenza . Così vi sono giornali dei massoni , giornali dei circoli o dei comitati , giornali dei liberi pensatori , giornali della canaglia , e soprattutto giornali ministeriali , dati cioè anima e corpo al soldo del ministero che paga , quale che esso sia . Di questi , alcuni sono scritti con acqua di malva , altri col fiele , altri con l ’ aceto , altri col tossico , altri finalmente sin con lo sterco . Un po ’ di talento , abbenché strampalato e malefico , è solo nei giornali rossi . Non parlo della stampa clericale e legittimista . Tutte le mediocrità e le immondizie , che formano , del resto , il corpo della stampa , si accapigliano fra loro , e sono d ’ accordo in una cosa sola ; cioè nel nuocere invece di giovare ; buoni , tutto al più , a suscitare una tempesta in un bicchier d ’ acqua ; assai potenti per disunire , impotenti per unire . Tale è l ’ undecimo potere che dicesi la stampa . Essa aiuta a fare il male ; impedisce di fare il bene . 12 . Le donne . È questo un potere assai meschino e soprattutto dozzinale . La Rivoluzione italiana non ha prodotto né una madama Roland , né una Carlotta Corday , né una madama di Staël . Le donne politiche in Italia , o tengono della Frine o tengono delle tricoteuses . Per bassa ed ignobile che sia l ’ azione di questo potere , si fa tuttavia sentire nel dettaglio . In un sistema a vapore , non può non giuocare la sua parte la crinolina . 13 . La Camera dei Deputati . Di questa per adesso non voglio parlare . Ne parleremo presto quando si reciterà l ’ orazione funebre di quella che è in agonia . 14 . Ed ultimo . Il Senato . Fu lungamente Corpo morto ; eppure , poco fa , dette segno di vita . Tuttavia il suo organismo non pare vitale . ” “ Mi sembra assai complicato questo intreccio di poteri . Credi tu che sia buono ? ” “ Sì , buono per mandar noi , chi a Monte Domini , chi a Bonifazio , chi alle Murate , e chi finalmente a Trespiano . ” “ Ma non credi che possa esserci rimedio ? ” “ Troppi cuochi guastano la cucina : bisognerebbe fare un buon taglio ed un buono scarto ; e questo si potrebbe fare in due modi . ” “ Sentiamo dunque questi due modi . ” “ Non posso parlare . ” “ E perché ? ” “ Non posso dire neppure il perché . Dirò come Bertoldo : ` Non posso , mamma mia , l ’ Oca mi guarda . ’
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Il paiòlo non dica alla padella tirati in là che tu non mi tinga . Questo proverbio , l ’ aveva sempre in bocca quella buon ’ anima di mia nonna , quando voleva difender me , che ero il suo cucco , difronte a coloro che mi tenevano per il più birichino fra ragazzi di casa e di scuola . Ed il proverbio e la nonna mi tornarono in mente una mattina , che uno scamiciato trattava male a perdifiato un contadino . Non vi saprei dire il motivo della contesa : so per altro che io avrei scommesso tre lire contro cinque centesimi , che aveva torto lo schiamazzone . Toh ! e perché ? Il perché sarebbe troppo lungo : ma la ragione principale sta in questo , che i cittadini giudicano quasi sempre colla accetta de ’ poveri campagnuoli . Villanaccio qua , villanaccio là , villanaccio su , villanaccio giù , ecco l ’ antifona che hanno sempre in bocca , trecconi , facchini , vetturini , e bottegai d ’ ogni specie . E neanche le persone dotte ci si comportano come dovrebbero : non parlo de ’ pezzi grossi perché questi poi , tranne pochi e pochi bene , giudicano e governano il contadino , come , io , povero diavolo che non ho mai maneggiato lo schioppo , saprei fare il generale d ’ armata . E quanto inumana cosa sia questa e dannosa riesca , non ve lo potete immaginare . O non son eglino i contadini , che co ’ loro sudori ci provvedono del pane che ci sfama , delle carni che ci mantengono grassi e robusti , degli erbaggi , delle frutta , dell ’ olio , de ’ latticini , del vino che ci ricreano ? Se smettessero loro di lavorare la terra , di custodire il bestiame , di coltivare le piante , vorrei vedere quanti artigiani , letterati , dottori e possidenti anderebbero a sostituirli . Dei campagnuoli che vengano ad ingombrare le città se ne vedono parecchi , ma de ’ cittadini che vadano a zappare , a portare , od a guardare il bestiame , ve la do in mille se me ne trovate uno soltanto . E davvero che l ’ aver sempre il povero corpo esposto all ’ acqua , al vento , alle nebbie , allo stridor del verno , ed allo stellone d ’ estate , l ’ abitare spesso tuguri che stanno ritti per miracolo del Signore , e che riparono malamente dalle intemperie delle stagioni ; mangiare del pane nero con poco e cattivo companatico , trangugiare delle sbroscie tutt ’ altro che gustose ; e bevere per ristoro dell ’ acqua , non sempre buona , è tal sorte da non essere di certo invidiata da chicchessia . E se badando alla condizione delle famiglie di qualche bel podere delle masse , o di qualche altro podere stempiato dalla val d ’ Arbia , s ’ irridesse come spropositato il quadro che ho fatto in genere del campagnolo , prego a non fermarsi tanto sull ’ eccezioni , ma di considerar bene come vanno le faccende per i più , ed allora ognuno sarà fatto capace , che invece di esagerare sono rimasto al di sotto del vero . Alto là ! perché arriccia il naso lei , sor Protoquamquam della prudenza , o per dir meglio della paura . Se mi sente fare l ’ avvocato de ’ contadini non si pensi , ch ’ io sia di que ’ figuri , che vestiti di nero o di rosso mettono a leva i poveri ed i disgraziati , per farsi largo e pescare nel torbido . Intendo dire la verità senza rispetti umani , ma non ha a credere ch ’ io voglia adulare le genti per menarle pel naso , come fanno certi bricconi che tutti conosciamo . Ho detto quel che ho detto de ’ contadini , non per concluderne che tutti sieno stinchi di santo , e che in quattr ’ e quattr ’ otto se n ’ abbia a fare altrettanti pastori come quelli della Sacra Scrittura , ed agricoltori alla romana . Convengo ancora io che ce ne sono , e non pochi , degli sgarbati , ignoranti , caparbi , lesti di mano , e codini ; ma se ci mettiamo una mano sul cuore , si dovrà dall ’ altro canto convenire , che se sono come sono , non è assolutamente di loro la colpa . Sono sgarbati ! E da chi e dove hanno da imparare la creanza ? Sono ignoranti ! E quando si è pensato ad istruirli come farebbe di bisogno ? Sono caparbi ! Mi fate ridere , e come non dovevano finora esserlo ? Costretti a fare razza da sé ed a vedersi scherniti da tutti , fino al punto che della qualifica di villano si fece segno di spregio ed ingiuria , per maledetta saetta non potevano dare ai lavori campestri altre regole , che quelle che da padre in figlio si trasmettevano . E per peggio se qualche volta , e proprio quando il diavolo suonava a predica , i proprietari si provavano ad ingerirsi di faccende campestri , dicevano tali e tanti spropositi , che i contadini avevano ragione d ’ insuperbire della loro sapienza ; e sempre più s ’ intestavano nella falsa supposizione , che le teorie piuttosto che utili fossero dannose , e che a voler fare qualche cosa di buono , non bisognava dipartirsi dalle vecchie consuetudini . Ora poi che grazia a Dio , si è trovato il modo di fare intendere , che la scienza riesce di fatto di potentissimo aiuto alla pratica , adagio adagio ancora i contadini se ne persuadono , abbandonano i pregiudizi , accettano le nuove pratiche , e giorno per giorno si avvedono meglio , che l ’ agricoltura è suscettibile di grandi e continui progressi . Le macchine introdotte , ed i nuovi sistemi di cultura in parecchi luoghi accettati , ne sono luminosi esempi . Sono un po ’ lesti di mano ! È un peccataccio questo che non può essere scusato . Le cagioni che lo fomentano sono però molte , e ci duole per ciò , che la necessaria brevità del nostro discorso non ci permetta dicifrare . Comunque siasi è piaga che ha bisogno di efficaci rimedi : ma i peccatori hanno bisogno di esser aiutati . Hanno la coda ! L ’ avremmo ancora noi se non vedessimo , non ascoltassimo , e non confabulassimo altro che con codini maliziati . Bisogna proprio avere il cervello d ’ oca per non convenire , che di molti mancamenti rinfacciati ai campagnoli , la cagione non ultima siamo noialtri cittadini . Se mettiamo il caso quando vengono in città principiassimo a trattarli con benevolenza , perderebbero naturalmente ancora essi quel piglio di mala grazia e diffidenza che tanto ci dispiace . Quando le cose d ’ Italia saranno aggiustate come Iddio comanda , e , giusta i voti del nostro buon Re , si potrà pensare di proposito alla sana ed efficace istruzione del popolo , vedrete che ancora le genti di campagna ci guadagneranno tanto da non riconoscersi nemmeno . E se li sforzi di alcuni benemeriti , saranno coronati da buon successo , e riusciranno di far comprendere a chi può dar mano all ’ opera , che l ’ agricoltura deve essere sorgente di ricchezza incalcolabile , per la nostra bella e feracissima Italia ; la testardaggine de ’ campagnuoli dovrà dileguarsi , come la nebbia si dissipa al vento . Si pensi da senno a migliorare la sorte del contadino ; si riconosca , come fra gli stenti mal si cerchi di avere robusto e lavoratore l ’ operante ; si facciano patti da potersi veramente mantenere ; col buon esempio s ’ inspiri l ’ amore pel giusto e per l ’ onesto , e le gherminelle dell ’ affamato cesseranno , e le bricconerie del mal avvezzo potranno essere facilmente colpite da opportune leggi . Poniamoci tutti d ’ accordo alla sant ’ opera , intesa a render nulle le triste e nefande pratiche di coloro , che voglion fare del contadino un cieco strumento di reazioni e di straniera servitù . Dimostriamo ai miseri illusi , che gl ’ immensi beni che debbon derivare agli Italiani , dall ’ appartenere ad una grande e potente nazione , non si faranno risentire esclusivamente nelle città , ma che le campagne ci avranno forse anche maggior tornaconto . Non ci spaventino gli ostacoli ; non ci lasciamo accalappiare dalle insidie di coloro , che si sono ignominosamente venduti alla fazione parricida : concordia , fermezza , buon volere , operosità , occhio alla penna , e vedrete ancora i contadini divenire buoni , onorati , amorosi , e veri Italiani . Ma fino a tanto che queste utili pratiche non siano iniziate , non dimentichiamo per l ’ amore del prossimo e d ’ Iddio , che il paiolo non può dire alla padella tirati in là che tu non mi tinga .
SEMPRE POVERI? ( - , 1861 )
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Domenica scorsa , dopo avervi dimostrato con ragioni chiare come la luce del sole , che il governo costituzionale è da preferirsi per ogni rispetto al governo assoluto , intoppammo in quel famoso ritornello che fa tanto scalpore fra le genti bisognose , e che consiste in questo : O governo assoluto o governo costituzionale chi ha mangia e chi non ha sta a vedere . La piccolezza del foglio non permise di rispondere subito ; promettemmo di farlo oggi ed eccoci pronti a mantenere la promessa . Ma amici cari bisogna innanzi a tutto smorzare il fuoco delle passioni insidiose , e sbrogliarsi la testa delle ideacce prese a frullo e senza riflessione ; e poi con quella calma che si richiede per ragionare sopra argomenti di grandissima importanza , cercare in ogni modo di scuoprire la verità , ed accettarla in tutte le sue necessarie conseguenze . Se a quelli che brontolano contro il nuovo ordine di cose domandate , quanti sono impoveriti per colpa del nostro risorgimento nazionale , senza rispondervi in chiave soggiungono : “ ma i poveri sono sempre poveri . ” Bella scoperta ! O che s ’ aspettavano dalla Italia unita e libera , poderi , ville e carrozze per tutti ? Che forse la libertà civile , la uguaglianza davanti alla legge , la indipendenza dallo straniero doveva portare per naturale conseguenza , che i disperati avessero in un attimo a cambiare di stato a scapito de ’ ricchi ? Badate bene , è calcolo fatto , e che ognuno può ripetere ; se di tutti i beni nazionali si facessero tante parti quante sono le persone , non toccherebbero che poche diecine di lire per ciascheduna : che è quanto a dire che in pochi giorni si farebbe il paese de ’ disperati . O il “ Non desiderare la roba degli altri ” e il “ Non rubare ” che sono due dei dieci comandamenti di Dio , si avrebbero a mettere sotto i piedi ? Se l ’ artigiano tribolato pretendesse mettere le granfie su ’ risparmiucci , che l ’ operaio assegnato ha dentro il suo canterale o alla Cassa di risparmio , se lo straccione volesse rimpannucciarsi cogli abiti e le mobilie dell ’ artigiano , o non vi levereste come tanti luciferi , per difendere i frutti de ’ vostri sudori ? O allora perché quello che non sta bene per Tizio , si ha da credere giusto per Sempronio ? I poveri ci sono sempre stati , e sempre ci saranno , finché nasceranno nel mondo de ’ minchioni e de ’ furbi , degli sciuponi e dei ribattini , e s ’ incontreranno de ’ fortunati e degli sventurati . Bisogna dunque essere proprio zucconi per credere di buona fede , che Vittorio Emmanuele fra le altre molte belle cose , e ne ha fatte tante veh ! , avesse a fare ancora quella di farci tutti arricchire . Ma non ci sono lavori , i viveri sono tutti cari , insistono coloro che per mettere su si attaccherebbero a ’ muri scialbati ... Questo è un altro saliceto nel quale non vogliamo entrare oggi , perché ci devierebbe troppo dal nostro argomento : avremo tempo di tornarci sopra . Peraltro chi vorrà essere sincero e ripensare a ’ tempi passati , troverà di certo che sotto i governacci de ’ principucci intedescati , spesso spesso le miserie e gli affanni sono stati anche maggiori , e di che tinta ! Né ci vorranno le scale di seta per far vedere che sotto i governi giusti e ragionevoli come quello di Vittorio , assai meglio che sotto quelli capricciosi e malcreati de ’ Leopoldi , Franceschi e simili , si possono trovare de ’ buoni compensi per rendere meno funeste coteste crisi , che di tanto in tanto sorgono naturalmente ad angustiare il genere umano . Noi intanto vogliamo fare intendere , a chi vuol capire , che il governo presente a mille doppi si presti meglio di quelli passati , a soccorrere coloro che col senno , colle buone intenzioni , coll ’ opera assidua , e coi risparmi si propongono da galantuomini di dare un calcio alla miseria . Date retta ! dove credete che abbiano ad andar meglio le cose , o in una famiglia nella quale è entrata la discordia e fratelli , figli , cugini e nipoti si siano divisi e abbiano aperte parecchie casuccie o in un ’ altra dove tutti lavorano di buona voglia , e d ’ amore e d ’ accordo mettono a profitto comune , quel che ricavano dalle loro fatiche ? Il paragone torna a capello tra l ’ Italia di prima , ridotta a brani e immiserita dagli odi fomentati a bello studio fra paese e paese , e quella di ora unita , potente , e che cerca di potere un giorno godersi in pace , que ’ tanti beni che la natura le ha prodigati . Senza stare a dire che una volta viaggiando il mondo col nome di toscani , parmigiani , modenesi , lombardi ed anche napoletani eravamo considerati come spazzatura e da ora in avanti con quello d ’ Italiani saremo riveriti e rispettati da tutti e per tutto : ci piace piuttosto rammentare alcuni de ’ molti vantaggi , che ogni classe di popolo si può ripromettere da questa nostra fortunata trasformazione . Ai tempi dei governi assoluti , le truppe italiane , oltre ad essere esclusivamente destinate a fare le parti degli aguzzini e peggio , non offrivano , pe ’ poveri in specie , veruna speranza di lusinghevoli promozioni ; ora invece il nostro esercito oltre a fare con ragione insuperbire chi ne porta la divisa , mantiene aperta una splendida carriera per i giovani , che privi di fortuna hanno voglia di vedere la via di Dio . Il commercio , le manifatture , la marineria , e segnatamente le industrie agricole , da cui tanti benefizi può sperare la nostra feracissima Italia , non potevano in alcuna guisa prosperare sotto la funesta dominazione dei nostri oppressori . Con tutti i balzelli doganali , che fra Stato e Stato , fra città e città costringevano a pagare più e più volte il dazio sugli oggetti che si mettevano in giro , non poteva mai il negoziante slanciarsi nelle grandiose imprese , né il ricco volgersi alle manifatture , né il possidente darsi cura di moltiplicare e migliorare i prodotti del suo paese . Le nostre navi non solcavano i mari con egual profitto di quelle di altre nazioni , perché le loro bandiere erano poco rispettate , e nulla e da nessuno temute . C ’ era ancora di peggio : le associazioni di qualunque genere elleno fossero , riuscivano pruni negli occhi de ’ principi che avevano presa a sfruttare l ’ Italia ; e al giorno d ’ oggi senza i capitali riuniti per il concorso di molti , non si fa più nulla che possa resistere alla concorrenza degli stranieri , e aver vita prosperosa , tanto per quelli che offrono il denaro , come per gli altri che debbono prestare la mano d ’ opera . Ora all ’ incontro pensate a quello che diverrà l ’ Italia , quando avrà preso piede in quella via in cui il nostro glorioso Re l ’ ha indirizzata . Con millequattrocento e più miglia di coste , le centinaia di affamati pescatori e barcaruoli , si convertiranno in migliaia e migliaia di arditi marinari , che traversando per tutti i lati l ’ Oceano , daranno sfogo a quel di più che avranno in casa , e vi porteranno quello di cui abbiamo bisogno . E ognuno è al caso d ’ intendere quali immensi vantaggi , direttamente od indirettamente dovranno derivarne per tutti gli Italiani . L ’ uomo d ’ industria e l ’ agricoltore siciliano , napoletano , romagnolo , toscano , parmigiano , modenese , lombardo e veneto , che invece di essere costretto a spacciare le produzioni dentro gli angusti confini d ’ un piccolo Stato , potrà metterle in commercio liberamente per quanto è lunga e larga l ’ Italia , si darà ogni cura per migliorarle e moltiplicarle , e così potrà aumentare le mercedi ed il numero degli operanti . L ’ uomo facoltoso accorgendosi che in una grande nazione è da melensi , l ’ appiattare tutto il proprio denaro nelle banche , od impiegarlo in sole scritture fruttifere , ne destinerà una parte ad imprese d ’ industria , e con ciò crescerà lavoro agli artigiani . Aspettate poi che gl ’ Italiani di tutte le provincie cominciano a conoscersi , intendersi e stimarsi reciprocamente , e che com ’ è ben naturale lo spirito di associazione incominci ad insinuarsi negli animi , e vedrete allora le più gigantesche lavorerie d ’ ogni specie effettuate ; e non rimanere a spasso altro che i veri impotenti , i bighelloni ed i malfattori . E se vogliamo essere sinceri bisogna convenire , che non c ’ è stato mai esempio , in questa povera Italia , che si pensi al popolo , come ci si pensa in questo momento . Governo , municipi e filantropi si occupano indefessamente di avvantaggiarne in ogni guisa la istruzione ; e con essa intendete bene che un tozzo di pane non può mancare . Dovunque le antiche opere di beneficenza intendonsi migliorare e delle nuove crearne . Per esempio in Napoli si è formata una società , per fabbricare delle case comode e sane per la povera gente e il nostro buon Re ne ha accettato il protettorato ed il Principe ereditario la presidenza . A Bologna si sta maturando un grandioso disegno per una gran fabbrica da servire per bagni , lavanderia e ginnastica , che se avrà effetto , come tutto lo fa sperare , riuscirà utile fisicamente , moralmente ed economicamente a tutte le classi di persone . Qui in Siena bocia bocia è riuscito finalmente di vedere in buone mani l ’ ospedale . Io vi potrei e vorrei citare molti altri fatti consimili ; ma al solito il padron Socini mi tira la giubba , perché vuole che lasci discorrere ancora gli altri collaboratori . E non ci fosse stato altro che quel miracolo della Esposizione Italiana , che fa rimanere attoniti tutti i visitatori , fino al punto da convertire non pochi codini ; non ci fosse stato altro dico , che la Esposizione Italiana , basterebbe da sola per far palpitare di giubbilo e di speranza , ogni cuore sensibile e devoto alle glorie nazionali . Lascerò che altri vi dica quanto mai bene dovremo ricavarne tutti d ’ accordo e che vi faccia capaci come la Toscanina de ’ lorenesi , non avrebbe potuto concepirne , e molto meno sopportarne la spesa , che si calcola potrà salire a due milioni di lire : io mi restringerò a farvi riflettere che anche in questa circostanza , si è cercato da ognuno di rammentarsi del popolo . Infatti il signor Vincenzo Cambi proponeva ai capi d ’ arte , di soccorrer con denari i propri sottoposti , perché potessero godere di quel magnifico ed istruttivo spettacolo ; l ’ amministrazione della via ferrata riduceva a metà il prezzo de ’ posti di trasporto per gli operai ; ed il Municipio deliberava d ’ inviarvi a proprie spese otto artigiani della nostra città . Non ci mangiamo dunque il grano in erba : lasciamo ai tristi il pensiero che la nostra Italia , ridotta a Stato libero , sia un terreno da sfruttare ; il popolano onesto deve scacciare con orrore il pensiero , che l ’ uomo sano e robusto abbia a vivere in panciolle senza lavoro . Chiunque accresce le difficoltà , che ci rimangono da superare , con querele sediziose , e con pretensioni sciocche ed avvilitive , è traditore della patria . È giusto che i ricchi e gli scienziati si diano ogni cura per migliorare le condizioni dei bisognosi , ma dall ’ altro canto è preciso dovere di questi di contribuire colla volontà di ben fare , a che l ’ opera degli amici del popolo , possa conseguire i suoi desiderati e possibili frutti . Gridiamo dunque tutti concordi e fiduciosi Viva Vittorio Emmanuele , Viva l ’ Italia unita , Viva il Governo Costituzionale .
CAPITALE E LAVORO ( - , 1862 )
StampaPeriodica ,
Vi è un uomo che possiede molte ricchezze : egli ha una cassa guernita di molta moneta , egli ha palazzi e case , ville e fattorie . Molte famiglie campano su quello di lui , sia lavorando la terra sia nell ’ impiego delle sue amministrazioni di città e di campagna . Dai suoi fondi egli ricava in abbondanza vino , olio , lane , seta , bestiami e legname d ’ ogni sorta . La natura arricchì i suoi terreni di marmi e di minerali , e i porti vicini veggono caricare sulle navi straniere i suoi prodotti . Quest ’ uomo si chiama il capitale . Vi è un altro uomo che ha nelle mani molti milioni di danaro : egli possiede diverse banche in diverse città e spesso succede che se lo Stato ha bisogno di prestiti trova in questo millionario l ’ aiuto necessario del pronto contante : non è solo lo Stato che a lui ricorre : perché molti negozianti e intraprenditori trovano per mezzo suo l ’ aiuto a montare dei grandi commerci e delle grosse fabbriche . Voi vedete quei magazzini forniti di grandi masse di mercanzie , raccolte d ’ ogni parte per il consumo dell ’ interno e dell ’ estero : il denaro che comprò quelle mercanzie viene dalle mani del millionario . Voi entrate con meraviglia dentro quella officina dove una macchina fissa mette in moto tante altre macchine per lavorare , e dove tanti uomini sono occupati ognuno al suo lavoro : il costo di quelle macchine sale a millioni : e sapete che il millionario prestò il suo denaro all ’ intraprenditore di quella fabbricazione . Anche quest ’ uomo è un capitale . Evvi un terzo uomo che possiede niente altro che un bellissimo ingegno coltivato fin da fanciullo negli studi : e con lui ve n ’ è un altro che possiede ancor meno : due braccia e l ’ esercizio d ’ un mestiere . Il primo di questi due è capace di guidare un ’ impresa , di creare una macchina , di dirigere una lavorazione : il secondo lavora ed è esatto , diligente ed operoso : questi due uomini sono il lavoro . Ponetemi questi quattro uomini isolati : saranno essi quattro forze senza moto , quattro vite senza destino . Il mio ricco da per sé non potrebbe giungere dopo tanta fatica a coltivare il più piccolo de ’ suoi poderi : i suoi terreni ben presto s ’ impaluderebbero e sarebbero coperti di bronchi e di spine : dei suoi palazzi non saprebbe che farne e ben presto cadrebbero in ruina per effetto dell ’ abbandono . Il mio millionario sarebbe il più povero uomo della terra : senza esser capace di provvedere con le sue mani al più piccolo de ’ suoi bisogni , egli avrebbe una grande massa di argento e d ’ oro che gli varrebbe quanto un monte di cenere . Gli avverrebbe come all ’ avaro della favola che si vide imbandire davanti ( allora che aveva più appetito ) pane e cibi d ’ oro , e disperato sarebbe ben presto perito di fame , se non avesse dismesso l ’ antica avarizia , e si fosse persuaso che tanto il denaro vale quanto si spende ad utile comune . L ’ uomo poi che ha un bell ’ ingegno , ridotto solo , è un disperato che sogna di belle cose e non ne può ridurre ad effetto pur una . Egli avrebbe in mente di procurare lavoro al suo compagno l ’ operaio e alle migliaia di questi , ma il denaro gli manca per apportare tanto utile al suo paese . L ’ ingegno suo rimane allora come un diamante nascoso nel fango e che tu non puoi distinguere dagli altri ciottoli del terreno . L ’ operaio ridotto solo , anco lui è un vagabondo , è un pezzente che si sente struggere di noia e che vede morire di fame la sua famiglia : indarno offre e domanda lavoro , perché nessuno ha bisogno di lui . Varrà meglio per tutti che queste quattro forze la ricchezza e il denaro , l ’ intelligenza e il lavoro se ne vadano associati per vivere l ’ una per l ’ altra e l ’ uno con l ’ altro . La ricchezza fu acquistata per via di risparmi e di lavoro : il capitale ancora del millionario fu accumulato per via di risparmi e fu quell ’ istinto di previdenza che distingue le creature ragionevoli che spinse l ’ uomo accorto ed attivo a porre insieme il resultato de ’ suoi guadagni . La terra è il primo capitale , e l ’ uomo la coltiva e da essa ricava tante ricchezze che fanno la potenza degli Stati e la fortuna dell ’ individui . Una generazione le raccoglie per trasmetterle all ’ altra generazione : così vive la società : via via ogni età valendosi delle ricchezze e dei risparmi dell ’ età antecedente . Guai a una generazione prodiga : ella non solo rovina se stessa , ma compromette ancora l ’ avvenire delle generazioni future come appunto succedé nelle famiglie . Guai a una generazione oziosa : essa campa alle spalle delle generazioni passate , e prende delle anticipazioni sul lavoro e sui guadagni delle generazioni future : come fa il tristo uomo che avendo una rendita o la sciupa o non la fa progredire . La similitudine torna a capello , perché la società è la famiglia universale . Il capitale dunque è un avanzo che si è fatto sui lavori antecedenti per potere dar vita ai lavori futuri : e se la terra è come il fondo di tutti i capitali , perché da lei si ricava ogni materia del lavoro umano l ’ istinto di previdenza spinge gli uomini come diceva a creare oggi dei grandi riserbi per i bisogni e per le opere del domani . Un ’ altra volta vedremo come il capitale non può essere il lavoro e viceversa .
I BRIGANTI E I PRETI ( - , 1862 )
StampaPeriodica ,
Ecco il bel regalo che ci fanno i tiranni di Roma : i più iniqui e scellerati uomini che si conoscano , i briganti ; ecco i bei difensori di Bombino e del governo de ’ preti : gli avanzi delle galere , gli assassini , i nemici dell ’ uomo . Già gente poco di buono non può far razza che con brutti soggetti ; e quando una causa è affidata a questa canaglia dite pure che è bell ’ e ita e che non c ’ è medico che la guarisca né benedizione che la salvi . Vi pare questa una bella carità , per sfogar la rabbia contro i liberali , armare quella razzumaglia perché ammazzi donne , fanciulli , vecchi ; bruci e devasti le campagne e le case senza riguardo e senza misericordia ? Ecco qui , non sentiamo dire che stragi , che spedizioni di briganti , e tutto si prepara e si ordina a Roma , e tutto si paga col danaro dei minchioni raccolto dai preti colla scusa delle offerte al Papa per il trionfo della religione . Che i briganti sono tanti missionari che vanno a predicare il Vangelo che si dicono i campioni della Chiesa ? Oh ! è una bella missione quella di ammazzare il prossimo suo come si scannano le bestie : degna proprio di esser lodata e favorita da quelli che si chiamano ministri di Dio . E poi , vedete la contradizione , a far trionfare la religione di Cristo ci si mandano dei luterani , dei calvinisti , e degli eretici , insomma i nemici di nostra religione . Serva questo di esempio . Sappiamo tutti quanto soffrono dall ’ Imperatore della Russia i poveri Polacchi , che pure sono cattolici , e quanti sono trucidati perfino nelle chiese , eppure il Papa prima di sostenere le parti dei Polacchi , come padre di tutti i cristiani , si è messo d ’ accordo coll ’ Imperatore Alessandro e gli ha concesso quanto ha voluto ; ha permesso che il Vescovo di Varsavia , quell ’ ottimo sacerdote e quel buon cittadino fosse , per grazia speciale , condannato a un anno di carcere in una fortezza , e che tanti e tanti altri patriottici sacerdoti fossero incatenati , senza procurarne la liberazione , senza maledire all ’ ingiusto e tirannico sovrano , per timore che questi non si faccia amico all ’ Italia , e non riconosca il nostro Regno ; mentre scomunica il nostro Re , e tutti i liberali i quali non hanno neppure torto un capello a questa buona lana di preti che generalmente abbiamo noi . Ma non lo intenderebbe un negro che uscisse ora da una foresta e che non avesse conosciuto mai gli uomini , che qui non si tratta che di ingiusta persecuzione , e che tutt ’ altro si vuole che il trionfo della religione quando per un interesse terreno è la prima a sacrificarsi ? Ecco qui : là per conservarsi un amico scismatico , un tiranno , permette si uccidano e si maltrattino i cristiani , qua per l ’ amicizia di un altro tirannello che ha perduto il trono e per sfogo di rabbia contro chi è stato eletto dai sudditi a suo legittimo principe , e che egli dice avergli usurpato le Romagne , le Marche e l ’ Umbria manda i briganti ad ammazzare gl ’ innocenti cristiani . Ma non si contentano di questo i preti : le tentano e le fanno di tutte . Se in una famiglia v ’ è un giovanotto che è chiamato dal dovere di cittadino a difendere la patria , lo istigano a non presentarsi e piuttosto gli forniscono i danari perché vada a servizio dell ’ Austria . Incitano i soldati a disertare procurando loro modo , vesti , danaro , suggerendo la via perché abbandonino il loro posto con più facilità ; e spesso accade che questi poveri disgraziati siano arrestati e subiscano gravi punizioni per gli inganni di loro . Quanti dei disertori e dei refrattari non che degli stessi briganti , arrestati , non hanno confessato di essere stati rovinati e ingannati dai preti ; e quanti non hanno maledetto a questi vili insinuatori , e perfidi ministri dell ’ Austria . Quel famoso brigante Josè Bories prima di esser fucilato che non disse contro i preti ? E quanti e quanti altri mai saranno morti col pentimento di aver dato retta a chi li spinge sul precipizio . Eppure gli esempi non bastano , e da per tutto di quando in quando si ripetono i medesimi fatti : da per tutto vi sono dei mostri d ’ ignoranza e maligni insinuatori che aiutano e tengono di mano a dette diserzioni . Ma bisognerebbe che la pena fosse raddoppiata per chi n ’ è cagione ; bisognerebbe dar qualche bell ’ esempio . I fatti non mancano , e non mancano le prove , non ci manca altro che metter mano alle punizioni , e Dio voglia sia presto perché cessino una volta questi maneggi e questi rigori . Se io non avessi conosciuto i pregiudizi di molte donnicciuole e specialmente di quelle che bazzicano troppo conventi e sagrestie , e si lasciano portar pel naso dalle sottane bigie e nere , avrei dubitato a credere quel che adesso vi voglio riportare e che ho letto in un giornale napoletano . Con me certo dubiteranno quelli che ridono sulle matte superstizioni degli ignoranti ma scommetto che non parrà più strano se pongano mente al dominio che i preti hanno avuto sempre nell ’ ex - Regno di Napoli sotto i Borboni , e all ’ ignoranze e alla superstizione che a loro profitto preti e frati vogliono diffondere per ingannare la povera gente e ingrassarsi a loro spese . Il fatto che io vi voglio far conoscere è intitolato il porco di S . Antonio nelle provincie meridionali : sentite ora come viene raccontato da un giornale di quei luoghi . “ Non so se sappiate che cosa è non solo in Salerno , ma in quasi tutti i paesi del napoletano , il Porco di Sant ’ Antonio . Esso è una creatura privilegiata , accarezzata , lavata con acqua fresca , se fa caldo , coperta di lana , se fa freddo , col diritto di entrare in tutte le botteghe dei fornai , fruttivendoli , bottegai , ecc . ecc . , e servirsi o farsi servire gratis di un buon boccone , a seconda della sua ingordigia , ed anche di mordere se uno si rifiuta . Guai poi , se passando per la strada , qualcuno lo calpesta o lo bistratta ! Cento furie pettegole e bigotte saltano su , con ragazzi pezzenti , e se loro non impone , o da esse non si sottragga , lo fanno a pezzi , o quanto meno lo trattano da eretico e da scomunicato per aver toccato con poco rispetto quella creatura benedetta , che dopo morte è già votata alla canonizzazione . Figuratevi un porco a cui furono tagliate le orecchie a guisa di un bulldog e la coda netta netta , ingrassato a dismisura dalle pagnotte , da carote , pomi , ecc . , ecc . , che gli offrono i fedeli , e che giorno e notte , senza domicilio alcuno , va girovagando per la città . Figuratevi una bigotta che gli passa vicino , rispettosamente lo tocca sullo schifoso groppone colla destra e quindi bacia ancor più rispettosamente la parte che toccò il venerato maiale , susseguendo l ’ atto con un compunto segno di croce . Non mi creda chi non vuol credere , ma ciò che io dico è scrupolosamente storico . Ebbene , questo maiale è dei Frati di Sant ’ Antonio ; e corre voce che se qualcuno lo rubasse , la sua casa sarebbe infallantemente arsa dal fuoco del cielo , ed è talmente questa cosa creduta , che fra tanti ladri non si diede mai l ’ esempio di un simile atto che una volta sola , e quella volta il ladro ebbe arsa la casa e tutti i suoi averi : così la tradizione . I frati lo rinnovano tutti gli anni , e quando dal pubblico è ben pasciuto e grasso , dopo averlo coperto di nastri , lo portano , ossia lo conducono in processione in uno alla statua del suo Santo protettore , terminata la quale bellamente si uccide , mentre le pinzocchere recitano il rosario e seguitano così la formazione della benedetta salciccia . Il giorno dopo si distribuiscono a pezzetti le scarnate ossa al popolo credenzone , che le appende sopra il letto , per tenersi lontani da cattivi sogni , in un coi corni , il ferro da cavallo , e l ’ ulivo benedetto , tutti famosi preservativi contro la iettatura , ecc . , ecc . Né si creda che solo il basso popolo abbia fede in ciò ; ma quando dico popolo , intendo tutti , signori , dame e damine ; meno noi che ci ridiamo dei pregiudizi loro . ”
IL CLERO ITALIANO ( - , 1861 )
StampaPeriodica ,
La religione non è nata da ’ fatti , né la sua forma essenziale esterna è l ’ effetto di una complicazione d ’ eventi , o il risultato del concerto de ’ pensieri degli uomini ; essa è il parto della mente di Dio , e da Lui l ’ organizzazione del suo eterno regime fu esclusivamente costituita . In nulla dipende da ’ fatti umani il suo prestigio . Che ci venite dunque a dire che il cattolicismo unica vera religione , che è il cristianesimo nella sua purezza sia per essere oscurato da ’ fatti de ’ suoi ministri , e che fra breve il protestantesimo s ’ impossesserà d ’ Italia ? Nel secolo XIX queste puerili asserzioni , questi panici timori , questa confusione di ciò che è divino con quello che è umano ? Che importa al cattolicismo che Italia le sia fedele ; come qual male ridonda alla divinità che l ’ uomo si perda ? L ’ uno si estende al di là dell ’ Europa , l ’ altra è glorificata nella sua giustizia . Ma di grazia chi è questo clero reazionario che tanto avversa alla causa italiana ? Non è certamento quello che imbrandì le armi e la sostenne col sangue ; non è l ’ episcopato in gran parte della Sicilia ; non sono i vescovi delle Puglie che spedirono indirizzi a Vittorio Emanuele , o scrissero lettere pastorali per inculcare la libertà e l ’ unione italiana a ’ loro sudditi ; non è il vescovo di Striano che tanto si è distinto a seguire il movimento dell ’ Italia meridionale ; non sono i vescovi dell ’ alta Italia i quali già governano i fedeli , stando il libero regime del Re Galantuomo . Si riduce dunque tutta la colpa a quelli i quali sono passivi , cioè che non hanno presa parte alcuna nell ’ azione . Eppure quanto c ’ illudiamo ! Essi sono i più utili alla causa italiana . Dico primamente sono passivi . Sì tali sono . Signori miei , via le dicerie e le immaginazioni . Un governo libero e forte è un governo sapiente che non si fa accalappiare dagli allarmi di chi cerca suscitare tumulti perché non è contento del governo . Oh quanti sono i mascherati ! I fatti dove sono ? Noi non crediamo alle ciarle , poca fede deve prestarsi a qualche penna venduta allo straniero : dove sono i processi , dove sono le condanne , dove è la flagranza , dov ’ è la congiura scoperta la quale abbia a capo ( non già quattro o cinque preti ignoranti , qualche monaco indegno di portare l ’ abito religioso e qualche altro , che si è dimenticato della sua divina missione ) ma che abbia a capo almeno la decima parte de ’ vescovi e del clero , per dirsi che il clero avversa il progresso sociale ? Ma noi vi dicevamo : essi sono utili alla causa italiana . Signori miei giornalisti , invece di destare sdegni senza scopo animate piuttosto il popolo italiano ad attendere a ’ suoi veri interessi , a procurare il proprio bene , la prosperità del paese ... oh quanto meglio adempirebbero essi alla loro missione ; e si toglierebbero mille ostacoli . O la nostra causa è giusta o è ingiusta : se è giusta a che vi serve l ’ azione di tutto il clero ? il coagire tutto il clero a concorrervi con l ’ azione sarebbe un volere a forza un appoggio dal sacerdozio , quasi che noi Italiani non l ’ avessimo nella nostra causa medesima ; fate supporre che noi dubitiamo della giustizia de ’ nostri sforzi e andiamo mendicando titoli e colori dal clero ; come in alcuni passati governi la scuola febroniana attuata nel sistema amministrativo del culto prendeva ipocritamente le sembianze di zelo per la Chiesa e pel cattolicismo . E non vedete che la passività del clero , la sua inerzia è una tacita espressione che dichiara che non prende azione contraria , poiché non entra nel punto dommatico , o morale , quanto avviene nelle trasformazioni sociali nel solo punto di vista governativo ? Se fosse altrimenti avrebbe ben fatta sentire la sua energica parola ; avrebbe con pari zelo e coraggio esposto il petto alle spade , il capo alla mannaia . E se vedete che noi pure infimi nel cattolicesimo alziamo la voce contro i fogli anticattolici , contro i libri perversi , contro i seducenti sofisti ; lo è perché amiamo che la causa italiana non venga ad essere disonorata da essi . Signori miei , non tocchiamo il cattolicismo , altrimenti Iddio ci spezzerà le spade . Voi ci parlate delle azioni della corte romana . Ma se voi stessi separate re da papa , come ora volete confondere papa con re ? Che chiede il Papa ? La sua indipendenza . La indipendenza del Pontefice è necessaria non solo a tutt ’ i cattolici , ma principalmente all ’ Italia . Un potere che sia giudice de ’ sovrani e de ’ sudditi è il più grande perno della transazione democratica , che è la Costituzione . Vorremmo che pacata la mente de ’ nostri lettori vi riflettesse . Voltaire stesso la credeva necessaria a tutta l ’ umanità . Nel Medioevo l ’ autorità del Papa salvò l ’ Italia , e salvò l ’ Europa dalla tirannia degl ’ imperatori . Eccovi un nemico de ’ papi e del cattolicismo che ne fa testimonianza . “ L ’ interesse del genere umano ” egli dice “ esige un freno che trattenga certi principi e che ponga al sicuro la vita del popolo : questo della religione avrebbe potuto per effetto di un generale consentimento essere in mano de ’ papi . Quei primi pontefici prendendo parte nelle temporali dispute per acchetarle , avvertendo i popoli ed i re de ’ loro doveri , riprendendo i loro delitti , riserbando le scomuniche per i grandi attentati , avrebbero dovuto essere riguardati come imagini di Dio sulla terra . Niun nuovo principe osava dirsi sovrano , né poteva essere riconosciuto dagli altri principi senza la permissione del Papa . ” Ecco il fondamento della storia del Medioevo . Italiani , il vessillo del cattolicismo è la bandiera della vera libertà : la croce ; stringetevi intorno a questa e vostre saranno le vittorie . L ’ episcopato vi benedirà , e registrerà i vostri nomi come de ’ più cari suoi figli , se correndo alla difesa della libertà nazionale con uno sguardo cruccioso caccerete lungi da voi i seducenti vostri nemici , gl ’ inverecondi apostati della religione degli avi nostri . Iddio benedirà i vostri sentimenti patriottici se sono secondo gli ordini di sua Provvidenza .
StampaPeriodica ,
La civilizzazione del popolo è la conseguenza di sua istruzione . Sinora il popolo è stato manodotto con l ’ esempio e con l ’ entusiasmo , oggi è chiamato a concorrere al grande edifizio della restaurazione italiana col senno e col braccio . Guai se sarà soverchiato da una casta , o sperperato dalla influenza molteplice degli utopisti . Popolo napoletano , è tuo retaggio il discernimento . La Grecia civilizzatrice di Europa che diede leggi a ’ popoli liberi , per mantenersi in libertà , spediva qui i suoi figli ; essi furono gli avi tuoi . Il sangue greco si confuse col sangue latino ; la Magna Grecia col Lazio addivenne una sola famiglia di eroi e di sapienti . Tu puoi vantare anzi di ogni altra parte d ’ Italia più grandi uomini , e in numero maggiore , e sino nell ’ ultima classe ricordi un uomo , che fé tremare lo straniero , e con la parola reggere da sovrano la moltitudine sollevata nel pieno del suo furore . Gli aurei secoli di Napoli ritorneranno se con efficacia il saggio governo attuerà il progetto della istruzione , e il popolo corrisponderà . Cessi la servile imitazione nelle arti , il genio d ’ inventare è il carattere esclusivamente del popolo italiano ; giovani , istruitevi e sarete padri di nuove invenzioni . La natura è indefinitivamente modificabile , sono inesauribili i suoi tesori , li scuopre l ’ istruzione . Che dirà lo straniero ? L ’ Italia sa imbrandire solamente la spada per distruggere , non sa edificare su i frantumi aborriti ed abbellirsi ? Alle guerre succede spesso l ’ ignoranza , da questa prende motivo il dispotismo per dominare ; l ’ Arabo guerriero e capo di religione brutale vietava a ’ suoi seguaci l ’ istruirsi per corroborare la sua autocrazia . E che ? sul terreno della libertà combatterete per un concetto del quale ignorate la natura ? I giovani che compongono l ’ eletto ceto della Guardia Nazionale garanzia del popolo e del re se trascureranno la scienza delle leggi , e d ’ istruirsi fin dove si estende il reciproco dritto del popolo e dell ’ imperante saranno ciechi strumenti egualmente della giustizia e della ingiustizia . Fin da oggi la patria dimanda alla gioventù : che farai un giorno per me ? Quale storia aggiungerai a quelle , onde la mia grandezza rifulge ? Giovani andate a raccogliere nelle scuole le gemme ed inghirlandate la fronte della nostra madre l ’ Italia . È vero : spetta al governo incoraggiare le scienze e le arti ; ma deve concorrervi ancora l ’ opera de ’ cittadini agiati . Un governo è senza dubbio eccellente allorché progredisce l ’ economia sociale del paese . Noi non siamo parteggiani di alcun sistema , solo facciamo riflettere che i due primi produttori , e principali obbietti dell ’ economia sono agricoltura ed arti . Il commercio suppone la fecondità ; perché si abbia la prima e si realizzi la seconda conviene si attivi l ’ emulazione dell ’ una , la perfezione delle altre . L ’ esposizioni annuali delle più importanti produzioni agricole ed artistiche sono commendabili , le onorificenze sono una spinta efficace , ma non conseguono oggi il fine completamente . La classe degli agricoltori è la classe più povera e più disprezzata , quantunque ella sia la prima produttrice . Manca il denaro a chi volesse industriarsi a migliorare il suo fondo . Il governo pensi soccorrerli anticipandogliene le spese da rivalersene dalle derrate ; formandosi a tale oggetto un monte in ciascuno de ’ comuni a benefizio del colono più industrioso . Vi sono degli artigiani che potrebbero avvanzarsi nel loro mestiere ; ma la loro opera è disprezzata perché manca di quell ’ apparecchio e di quei finimenti , che trovansi ne ’ lavori de ’ forestieri . I cittadini capitalisti invece d ’ impiegare ad usura il loro denaro con discapito notabilissimo della società , se sono amanti del lustro della loro patria aiutino gli artigiani , si formi una società ausiliatrice di essi , ed orni le nostre abitazioni il lavoro dell ’ Italiano , ci vesta l ’ industriosa mano del connazionale . Il frutto della terra esuberante , la materia grezza che supera , esca da ’ nostri porti , e vi entri quella che a noi manca , e sarà più il denaro che entrerà nella penisola , che quello che uscirà ; poiché di derrate abbondiamo più dello straniero : ed un tempo le nostre manifatture saranno ricercate dalla Francia ed invidiate dalla Gran Brettagna : all ’ uopo proporremo di tratto in tratto al diletto popolo taluni progetti economici . Se all ’ egoismo desolatore succederà la filantropia vera non finta , pratica non teorica , ne ’ fatti non già ne ’ detti , Italia si dimenticherà delle lacrime della sua vedovanza e giubilerà al riaprirsi a ’ figli suoi un ’ era di prosperità e di grandezza .
PROGRAMMA ( GIGLI OTTAVIO , 1862 )
StampaPeriodica ,
Ma non parmi abbia coraggio chi si sforza di non vedere il proprio male , bensì chi vede , il guarda ; e ci proveda ; né ha poi amore , o almeno amore virile , chi illude l ’ infermo , e lo ninna quasi fanciullo , ma colui che gli palesa le infermità , quali ei le vede , studiandole sinceramente , attentamente ... C . Balbo Molto si è fatto per dare a questa Italia libertà , indipendenza ; ma non possiamo dire che fra tante meraviglie di valore militare e di senno civile , noi siamo giunti al compimento de ’ nostri desideri , e il magnanimo re nostro Vittorio Emanuele ben rispondeva il primo dell ’ anno alla deputazione della Camera de ’ deputati : “ Signori , voi molto avete fatto , ma resta molto da fare . ” Resta , dirà taluno , che l ’ esercito debba esser potente ed in punto di guerra , che le leggi uniformi e omogenee fortifichino l ’ interno ordinamento , che il commercio , e l ’ industrie si accrescano , la finanza trovi modo di non ricorrere a prestiti , e si valga delle nazionali ricchezze , vi sia la concordia delle parti per essere rispettati e temuti . Ma v ’ è pure un ’ altra necessità , ricorderemo noi , alla quale non si pensa come si dovrebbe , ed è il perno di tutta questa mole a cui si vuol dare un moto che è la vita della nazione . Essa consiste nell ’ intelligenze illuminate , e nei cuori educati a virtù . Noi abbiamo detestato e rotto il passato col disfare le dinastie nemiche della nazionalità , ci siamo stretti intorno al trono di un Re Galantuomo ; il sentimento del vero e del giusto ci ha condotto a questo , ci ha fatto essere Italiani ; alla parola l ’ Italia deve essere una nazione ; ma i mali che ci vennero dalle cadute signorie sono come per incanto finiti col proclamarci nazione ? Non ci illudiamo : al male che è nelle generazioni corrotte non si rimedia se non studiandolo nelle cause , e mettendo ogni cura la più efficace perché sieno tolte . Non bisogna che fra noi ripetiamo : tutto è fatto , andiamo avanti così ; ma bisogna fare ed aprire , se occorre , colle nostre stesse mani le piaghe che devono esser sanate . Duole certo di dover palesare cose che toccano l ’ amor proprio di una nazione , come a dire , che in Italia vi è molta ignoranza nel popolo minuto ; ma è una verità ch ’ è innanzi a tutti colle testimonianze statistiche , e ciascuno può vedere come la nostra educazione ed istruzione si trovi in proporzioni d ’ assai al di sotto con gli altri popoli civili . Ma per noi questa vergogna non è nostra , e non siam noi che ne dobbiamo arrossire , ma sì quelli che nell ’ imbestiare la specie umana credettero di aver trovato il mezzo di dominare sicuri ed onnipotenti . Se adunque abbiamo la certezza che le classi più numerose e più infime sieno in tale stato di dover essere rendute ai benefici della morale e dell ’ istruzione che , come diceva il Romagnosi , son loro dovuti per diritto naturale ; se la plebe è la parte più sacra della nazione perché è la più degna insieme e la più misera , potremo noi in questo rinnovamento italiano rimanere inoperosi e non rivolgere tutte le nostre cure a sì alto fine ? Né le cure divise de ’ governi , de ’ privati e del clero bastano a mettere vita e ordine a questo concetto di redenzione intellettuale e morale , ed eccone le prove . Niuna parte d ’ Italia ebbe come in Toscana , uomini più egregi per virtù di animo e per senno illuminato e operoso : questi mali che noi lamentiamo , essi videro , e cercarono alleviare : pensarono di propagare con i giornali i sani principi pedagogici , i racconti morali , le virtù cittadine , le scuole di ogni maniera ; mostrarono la necessità delle scuole normali , e fecer note tutte le istituzioni di istruzione educativa d ’ oltre monte e d ’ Italia , ed essi promossero , fondarono asili , scuole serali , di mutuo soccorso , e Casse di risparmio . In Piemonte si gareggiò d ’ uguale virtù . Giornali più popolari sminuzzarono al popolo il pane dell ’ intelletto e i dettami della sana morale . I nomi dei direttori e collaboratori dei giornali La Guida dell ’ Educatore , Le Letture popolari , e le Letture di famiglia rimarranno con fama e riconoscenza postuma ; nel Lombardo Veneto ove lo stesso governo come nel Piemonte non avversava , ma favoriva l ’ istruzione elementare , molti uomini eminenti in carità ed in lettere diedero prova d ’ infaticabile volontà a fare il bene e divulgarlo , e così avvenne nelle province romane : non parliamo del Regno di Napoli e dei Ducati perché ivi l ’ ignoranza era tenuta come dogma di governo . Ma tanto senno , tante civili virtù , tanta carità operatrice che valse al finale compimento di questo nazionale beneficio ? In Piemonte quando erano quattro milioni , dall ’ illustre Aporti fu dimostrato che non presa la proporzione di una sesta parte della popolazione ( che tale sarebbe rappresentata dai fanciulli dai due ai sette anni ) , ma la ventesima , ve ne sarebbero stati 200 mila da educare : e di questi quanti se n ’ educavano ? appena 13.956 ! Ed è da notare che il Piemonte per le istituzioni degli asili e delle scuole d ’ infanzia , era innanzi alle altre parti d ’ Italia : da ciò argomentate lo stato del nostro povero popolo , come le statistiche parziali delle altre provincie cel dimostrano . Venuti ora i tempi in cui molti di questi benemeriti hanno in mano la educazione , e l ’ istruzione pubblica delle loro province , promossero utili leggi , fondarono scuole normali , ma l ’ opera si renderà sempre inefficace se tutti i buoni , se tutti quelli che vogliono fare di questa Italia una nazione , che resti eterna , non si collegano insieme in una volontà , in una azione di far possibile questa rigenerazione d ’ animi ed intelletti : e si persuadano , che è pur carità verso il prossimo , come vuole il nostro divino Maestro , il quale dice , l ’ amore che dobbiamo portarci l ’ uno l ’ altro non ha da consistere in sole parole , né fermarsi nella sola lingua , ma deve essere un amore anche di fatti . Le scuole comunali , gli asili infantili , le scuole serali domenicali sono adunque tutti mezzi atti a risolvere il gran problema , ma devono essere riuniti , e mossi da un ’ azione promotrice e direttiva , che non può essere se non nella maggioranza de ’ cittadini , che nel fare il bene non si propone le sole città , i borghi popolosi , ma le campagne , e ovunque siano uomini da rendere alla patria utili cittadini e cristiani . Così , per l ’ azione collettiva d ’ un gran popolo , pensava l ’ illustre ministro inglese Russell , il quale nel pubblico Parlamento asseriva che i sussidi del governo verso l ’ educazione pubblica potevano accrescersi , ma non si dovesse dipartire menomamente dal principio fondamentale dell ’ azione volontaria dei cittadini ; ché da questa sorgente aveva fiducia di vedere nel futuro scaturire l ’ educazione del popolo . Non per scimiottare estere nazioni noi rechiamo l ’ esempio inglese , ma perché è il più adatto a confortarci a fare pel popolo , e riuscire bene , come avviene in Inghilterra . Noi non porremo qui la quistione se meglio sia la istruzione lasciata libera , o obbligatoria , che ancora non è risoluta fra le nazioni civili , e gli uomini più illuminati . Diremo soltanto che quelle nazioni erano nazioni quando si proponevano e discutevano leggi per sì alto intendimento ; ma che noi siamo per esserlo e a tal fine il modo più sicuro e onnipotente è l ’ educazione del popolo : ricorderemo che l ’ Italia , la quale si è fatta libera in grandissima parte , per il senno , la costanza , la prudenza e il valore del popolo , deve essa stessa provvedere a questo suo diritto , che si è fatto una necessità politica . Bisogna adunque concludere che se una società nazionale raccogliesse le sparte forze , si giovasse di tutti i soccorsi , e da proprietari in campagna cavasse danaro o case , dai contadini , che è possibile , retribuzioni in natura o in denaro , e così dagli artigiani capi di bottega , dalle comuni , che troverebbero largo compenso nel render più sano , morale , istruito il suo popolo , si desse qualche soccorso ; se finalmente ad ogni onesto cittadino fosse permesso di concorrervi , sia pure con un franco all ’ anno , chi dubita che noi non avremmo lo stesso fine glorioso delle società inglesi ? Chi dubita che il Parlamento nostro non la soccorresse con generosità come fece la inglese ? Nei tempi del dispotismo il riunirsi per qualsiasi proposta onorevole e utile alla patria adombrava , era pericolo e spesso costava carcere , esilio ; ed ora essendo liberi , perché non iniziamo questa santa associazione ? Ma intanto per riunire cotali forze , condurle diremo quasi armate in legioni combattenti contro l ’ ignoranza e ’ l vizio , bisognava inalzare un ’ insegna che ci avesse riuniti , che ci avesse fatti conoscere , e direi quasi contare . Questa è il giornale che proponiamo il quale s ’ intitola : Letture Serali pel Popolo . Il minimo prezzo , d ’ esempio unico , che costerà ( per quattro fogli di otto pagine a stampa con incisioni ) poco più di venti centesimi al mese , e le utili materie adatte all ’ intelligenza del popolo , lo faranno entrare in tutte le casipole , in tutte le botteghe , in tutti i focolari de ’ contadini . Ma in questo primo suo apparire ha bisogno che tutti coloro , che si sentono accesi del bene del suo simile procaccino il maggior numero possibile di lettori o di benefattori che si propongano di divulgarlo . E i comuni stessi che hanno cominciato a farsi diffonditori delle scuole serali , potrebbero incoraggiare queste letture prendendone un numero di esemplari , i quali , con i racconti morali ed altre letture educative servirebbero nelle scuole di serale lettura . Noi rivolgeremo spesso le nostre cure ai contadini , che son parte sì eletta di noi stessi ; ma siccome crediamo che l ’ educazione debba precedere l ’ istruzione o almeno andar di pari passo con essa , così il nostro giornale , che si propone di correggere i mali abiti dell ’ animo , potrà essere per tutto quel popolo che vive nella medesima ignoranza e ne ’ costumi corrotto . L ’ istruzione elementare vi si troverà graduata , per quanto può esserlo in un giornale , in guisa da tornare utile a tutti . Gli scrittori non vogliono andar nominati per dotti , ma stimati utili per scelta di materie , per chiarezza di stile e proprietà di lingua idonea allo scopo che si sono proposti . E conoscendone le difficoltà , taluna volta si varranno di scritti d ’ illustri Italiani , che destinati a fruttificare nelle generazioni crescenti , rimangono o ignoranti o in mano di pochi . Noi non accoglieremo nel nostro giornale né polemiche , né garrula e vana letteratura . Ci studieremo di togliere al popolo i suoi pregiudizi , faremo noti gli esempi di virtù cittadine , le istituzioni di beneficenza e di pubblica carità , ridesteremo i sentimenti che più onorano l ’ umana natura , mostreremo come l ’ amore del prossimo , della patria , dell ’ ordine e del lavoro rendano tranquilla e cara la vita . Queste letture avranno due rubriche nuove nei giornali popolari in Italia , e di cui crediamo utile mostrare l ’ opportunità e l ’ importanza . Per la parte morale si è usato spesso far dei racconti che trattando di qualche virtù domestica o pubblica da contrapporsi ai vizi , spesso si dialogavano con nomi presi a caso ; ma se in vece si ponesse da noi sotto le moralità alcun fatto vero accaduto ai nostri grandi capitani , scrittori , politici , popolani , non si avrebbe il doppio scopo di mettere negli animi le stesse massime con esempi veri ? non si potrebbe così via via venir raccontando la storia politica , artistica e letteraria della nostra patria ? Se per esempio sotto la rubrica La virtù infelice mettiamo Dante che cerca asilo e pane alla corte di Cangrande ; se sotto Memoria e riconoscenza si racconterà la visita del Boccaccio alla figlia di Dante monaca in Ravenna ; se sotto la rubrica Le ricompense delle corti agli scrittori , Torquato Tasso a Sant ’ Onofrio ; e così : Amate la verità innanzi la vita , Galileo e l ’ Inquisizione ; Il patibolo e la Patria , Mario Pagano ; Modestia e valore , Garibaldi ; con questi argomenti noi non metteremo amore e riverenza alla patria , al sapere , alla sventura ? Per la parte storica , che è maestra della vita , porremo sotto gli occhi i monumenti disegnati che visibilmente la raccontano , e che oggi al povero popolo che vi si aggira intorno nulla insegnano ; mentre sarebbero scaturigine di considerazioni opportune mettendo sotto gli occhi le nostre divisioni , le guerricciuole pestifere , donde le miserie e la schiavitù nostra passata : e così per contrapposto le grandi virtù antiche e moderne dei nostri liberi popoli . Daremo conto dei libri utili con una bibliografia , e in fine in una cronaca settimanale ragioneremo delle cose più importanti che sono in essa avvenute , traendone quella utilità di politica pratica , che può servire a dirigere l ’ opinione verso i nostri due precipui scopi , che sono la libertà e l ’ indipendenza . Né caldeggeremo più l ’ una che l ’ altra opinione , ma il vero e l ’ onesto , che sono le sole faville che devono tenere accesi gli animi del nostro popolo . Ecco lo scopo che si propone questo giornale , il quale crediamo si raccomandi ad ogni uomo onesto che sia nato in quest ’ Italia , e voglia vederla padrona di se stessa e felice . Né potremo giammai prometterci tanto bene , finché non sappiamo che l ’ educazione e l ’ istruzione non sia divenuta generale , e per esse conformi le forti e sante convinzioni che danno la tenacità de ’ generosi propositi e l ’ affetto e la riverenza verso la patria .