StampaPeriodica ,
Quale
più
povero
,
quale
più
schiavo
di
colui
che
nemmeno
i
pensieri
ha
liberi
e
propri
:
in
ogni
atto
della
vita
è
costretto
reggersi
con
la
mente
altrui
?
P
.
GIORDANI
I
giornali
politici
,
di
cui
oggi
abbonda
l
Italia
,
sono
letti
da
chi
delle
curiosità
politiche
si
fa
un
passatempo
,
da
coloro
che
vi
desiderano
le
proprie
passioni
alimentate
e
difese
,
e
da
que
pochi
che
in
questi
specchi
e
interpretatori
dell
opinione
pubblica
ammirano
lo
svolgersi
successivo
dell
umano
progresso
.
Ma
delle
tante
famiglie
di
cui
si
compone
oggi
l
Italia
riunita
,
quante
sono
quelle
che
di
politica
tengano
proposito
nelle
conversazioni
serali
con
assennatezza
,
e
conoscenza
della
patria
storia
?
Pochissime
noi
crediamo
,
e
ci
si
fa
manifesto
dal
parteggiare
che
è
ancor
vivo
per
nostra
vergogna
in
Italia
:
mentre
a
voler
costituire
una
forte
nazione
fa
di
mestieri
che
la
concordia
con
l
educazione
politica
sorga
,
e
si
diffonda
nel
popolo
con
opportunità
e
saviezza
di
dottrine
che
fanno
gli
uomini
conoscitori
dei
propri
diritti
e
doveri
.
I
quali
doveri
son
quelli
che
temperano
i
troppo
accesi
desideri
,
non
sempre
richiesti
dai
tempi
,
ai
quali
,
come
ripeteva
sì
sovente
il
Machiavelli
,
è
pur
forza
si
obbedisca
dai
principi
e
dai
popoli
.
A
que
padri
di
famiglia
pertanto
che
o
non
conoscono
quanto
importi
questa
educazione
,
o
timorosi
ne
ricordano
il
nome
,
come
cagione
di
domestiche
sventure
nei
tempi
del
dispotismo
,
rammenteremo
che
la
massima
servile
di
obbedire
a
chi
regna
,
sì
sovente
loro
in
bocca
,
deve
intendersi
di
una
obbedienza
razionale
e
non
cieca
.
Ciascuno
ha
diritto
in
governo
libero
,
conoscere
come
siasi
provveduto
e
si
provvegga
alla
dignità
e
all
amministrazione
della
propria
patria
:
né
il
povero
perché
povero
ha
meno
bisogno
di
educarsi
ad
una
forte
politica
con
operosità
dignitosa
,
perché
esso
nella
sua
maggioranza
costituirà
un
giorno
l
opinione
e
la
forza
dell
Italia
nostra
.
Della
quale
i
generosi
giovani
non
potranno
dire
di
essere
utile
e
onorevole
parte
,
finché
non
sappiano
quanto
l
antica
sapienza
italiana
ci
tramandò
di
proficui
insegnamenti
per
educarci
a
magnanimi
sensi
,
per
destreggiarci
fra
le
astuzie
politiche
dei
potentati
che
ci
circondano
,
per
mantenerci
sempre
con
le
armi
e
col
senno
padroni
in
casa
nostra
.
Ma
se
nella
famiglia
non
si
è
provveduto
finora
a
questa
parte
di
educazione
,
alcuni
diranno
s
insegnerà
nelle
scuole
?
E
costoro
sappiano
che
nessuno
ci
pensò
mai
,
e
di
recente
alcuni
ispettori
nelle
provincie
meridionali
hanno
proibito
che
se
ne
parlasse
dai
maestri
e
dagli
scolari
.
La
famiglia
e
la
scuola
adunque
lasciano
questa
educazione
così
preziosa
in
popolo
libero
a
chiunque
la
vuol
rendere
stromento
della
propria
setta
;
e
le
piazze
,
i
caffé
,
e
le
società
spesso
con
principi
sovversivi
,
sono
le
tribune
,
i
libri
,
i
maestri
che
educano
politicamente
.
E
non
sarà
egli
tempo
e
opera
cittadina
in
tanta
ignoranza
,
e
pericoloso
silenzio
de
buoni
,
di
rimediarvi
con
un
giornale
che
a
queste
necessità
provvedesse
?
Ma
come
entrare
in
tante
famiglie
che
non
intendono
ancora
questo
benefizio
;
con
quale
autorità
far
prevalere
le
schiette
opinioni
liberali
,
fra
tanto
cozzo
di
opinioni
violente
di
parte
;
come
dare
il
di
sopra
alle
prime
dalle
quali
si
deriva
l
uniformità
e
la
potenza
della
volontà
che
si
commuove
ad
ogni
azione
generosa
?
Noi
avevamo
toccato
nel
programma
delle
Letture
serali
come
le
notizie
politiche
potevano
,
avverate
,
compendiarsi
in
modo
utile
,
e
abbiamo
procacciato
di
farlo
.
Ma
durante
l
anno
ci
siamo
persuasi
che
dovevamo
insegnare
con
gli
avvenimenti
,
e
non
contentarci
di
narrarli
:
in
guisa
che
la
parte
politica
,
e
non
soltanto
narrativa
,
vi
ha
prevalso
.
Per
che
non
volendo
che
l
una
cosa
nuoccia
all
altra
,
ossia
che
l
istruzione
e
l
educazione
morale
e
civile
,
scopo
principale
delle
Letture
serali
,
non
rimanesse
pienamente
conseguito
,
si
è
pensato
della
politica
farne
una
parte
apposita
.
Il
saggio
che
noi
diamo
è
nuovo
per
l
Italia
,
che
di
giornali
politici
educativi
non
ha
esempio
,
come
è
opera
pur
non
tentata
da
altri
il
modo
che
noi
terremo
nel
preparare
e
svolgere
questa
educazione
.
Essa
non
avrà
nulla
di
arido
e
di
pedantesco
,
ma
si
farà
autorevole
e
gradita
per
gli
esempi
della
storia
nostra
di
ogni
tempo
,
non
messi
a
pompa
di
erudizione
,
ma
a
proposito
,
come
fecero
i
grandi
nostri
politici
che
li
avevano
sempre
a
fondamento
de
loro
consigli
.
Vuol
bene
l
onestà
nostra
e
la
verità
,
che
noi
dichiariamo
come
questo
modo
di
insegnamento
politico
non
è
un
nostro
trovato
,
ma
si
una
delle
glorie
italiane
,
che
ebbe
per
padre
e
fondatore
il
Machiavelli
.
Fu
ben
egli
che
diede
il
primo
esempio
della
politica
sperimentale
,
e
che
la
fondò
fra
noi
:
come
fece
il
Galileo
un
secolo
circa
dopo
per
le
scienze
fisiche
.
In
questo
solo
dal
Machiavelli
discostandoci
,
che
mentre
egli
fondava
questa
scienza
a
beneficio
dei
governanti
,
per
scaltrirli
nel
maneggio
dei
pubblici
affari
,
noi
per
la
prima
volta
l
adoperiamo
a
beneficio
del
popolo
che
dagli
esempi
degli
antichi
,
paragonati
co
nostri
,
ne
caverà
utilissime
verità
e
insegnamenti
,
tal
che
giudicherà
rettamente
i
governanti
stessi
.
I
quali
spesso
saranno
o
ammoniti
o
fatti
animosi
non
soltanto
dalla
voce
nostra
,
ma
da
quella
stessa
del
Machiavelli
,
del
Guicciardini
,
del
Paruta
,
del
Giannotti
,
del
Sarpi
,
del
Nani
,
e
di
altri
valenti
che
prima
di
noi
si
fecero
insegnatori
di
questa
nobilissima
scienza
.
Tanto
che
una
verità
comprovata
dagli
esempi
,
confortata
dal
senno
di
tanti
grandi
,
se
verrà
chiamata
in
soccorso
per
governarne
gli
avvenimenti
in
mezzo
ai
quali
viviamo
,
sarà
bene
che
rampollerà
sano
criterio
,
e
darà
al
popolo
la
maturità
e
la
sicurezza
del
giudizio
.
A
questa
parte
piacevolmente
insegnativa
,
seguirà
una
narrazione
piena
di
ciò
che
accade
settimanalmente
tanto
in
Italia
che
fuori
,
dando
ad
essa
un
ordine
pensato
,
non
saltellante
per
notizie
accozzate
senza
ordine
.
Dalle
corrispondenze
si
caverà
la
parte
conghietturale
che
tanto
piace
agli
uomini
i
quali
vanno
studiosamente
in
cerca
del
probabile
,
e
spesso
dell
ignoto
.
Per
tal
modo
noi
speriamo
di
dare
delle
Letture
politiche
popolari
utili
alle
famiglie
di
ogni
condizione
.
E
riandando
spesso
le
cause
di
tante
secolari
sventure
,
togliere
quelle
divisioni
che
ci
indeboliscono
,
e
mettono
a
pericolo
l
unità
,
a
noi
sì
cara
.
Ci
confidiamo
eziandio
di
dare
un
libro
che
innamori
dell
antico
senno
la
gioventù
italiana
;
caro
e
desiderato
ai
maestri
per
educare
politicamente
i
loro
discepoli
nelle
ore
di
ricreazione
.
Ed
è
pur
così
che
accresceremo
la
riverenza
ed
il
culto
ai
nostri
grandi
scrittori
i
quali
,
mentre
oggi
in
Italia
sono
da
pochissimi
letti
e
meditati
,
presso
le
nazioni
veramente
libere
si
può
dire
che
vivano
sempre
e
seggano
nei
Consigli
de
ministri
,
tanto
sovente
vi
si
trovano
ricordati
con
riverenza
.
E
sarà
con
questa
stregua
che
noi
sovente
ci
proponiamo
di
misurare
i
provvedimenti
de
nostri
.
La
lingua
vera
italiana
che
è
stata
il
palladio
della
nostra
libertà
,
che
ci
ha
dato
l
unità
quando
eravamo
divisi
,
che
ci
ha
fatto
riconoscere
per
un
sol
popolo
dalle
Alpi
al
Lilibeo
,
e
ci
ha
renduto
nazionali
Dante
,
Machiavelli
,
Galileo
,
Vico
,
Alfieri
,
non
deve
essere
oggi
disconosciuta
da
quelli
che
hanno
l
obbligo
sacrosanto
di
scriverla
e
studiarla
italianamente
rivolgendo
la
libera
parola
al
popolo
italiano
risorto
.
Anche
con
questo
scopo
esamineremo
taluna
volta
gli
atti
del
governo
,
e
i
discorsi
del
Parlamento
e
se
troveremo
che
di
stile
e
di
lingua
abbiano
difetto
,
non
con
arrabbiata
pedanteria
,
ma
con
quella
urbanità
che
deve
essere
propria
degli
uomini
di
lettere
,
verremo
notando
i
modi
e
le
voci
non
proprie
,
e
principalmente
la
necessità
di
quello
stile
politico
vestito
di
forma
italiana
,
che
è
tutta
cosa
nostra
,
come
si
mostra
sì
splendido
nelle
storie
,
nelle
relazioni
,
istruzioni
politiche
,
e
nei
carteggi
di
principi
a
principi
del
secolo
XIV
,
XV
e
XVI
.
A
quest
opera
umile
,
ma
che
può
essere
feconda
di
grandissimi
beni
se
aiutata
dai
buoni
,
e
da
voi
principalmente
,
amici
e
diffonditori
delle
Letture
serali
,
danno
mano
scrittori
illustri
nostri
amici
,
di
cui
vedrete
i
nomi
,
i
quali
come
noi
sono
persuasi
che
è
solo
da
questa
educazione
politica
diffusa
largamente
che
può
risorgere
la
dignità
e
l
uniformità
del
pensiero
e
degli
affetti
patri
.
Ciò
che
abbiamo
fatto
nel
primo
anno
delle
Letture
,
e
questi
nostri
intendimenti
per
dare
un
compimento
ad
esse
e
un
più
largo
indirizzo
alla
parte
politica
,
ci
fanno
sperare
che
questa
nostra
proposta
sarà
bene
accolta
e
aiutata
da
tutti
quelli
che
vogliono
rendere
durevole
questa
nostra
redenzione
morale
e
politica
.
StampaPeriodica ,
In
una
corrispondenza
di
Roma
del
giornale
La
Stampa
leggiamo
.
Per
cura
dell
eminentissimo
Riario
Sforza
si
è
stabilito
che
ogni
prima
domenica
di
tutti
i
mesi
si
esponga
il
Venerabile
,
si
celebri
la
messa
,
vi
sia
la
predica
ed
in
ultimo
la
benedizione
nella
chiesa
nazionale
sotto
il
titolo
Spirito
Santo
dei
Napoletani
,
e
che
gli
emigrati
,
specialmente
la
parte
più
colta
,
assistano
a
queste
funzioni
.
Domenica
3
corrente
cominciò
questa
pratica
,
ed
il
noto
P
.
Curci
,
gesuita
,
tenne
il
primo
discorso
,
il
quale
avendo
fatto
impallidire
per
più
volte
Francesco
II
,
lasciò
scandalizzato
l
uditorio
,
e
specialmente
i
seguaci
dei
fratelli
Ulloa
.
Il
cennato
padre
esordì
dicendo
che
,
invitato
qual
connazionale
a
parlare
ai
fratelli
,
esso
credendo
di
dirigere
le
sue
parole
ai
veri
emigrati
,
e
non
a
coloro
che
per
proprio
interesse
si
sono
volontariamente
condannati
all
esilio
e
di
questi
si
augurava
di
non
riconoscere
neppur
uno
fra
gli
astanti
,
avrebbe
seguito
la
verità
,
né
si
sarebbe
lasciato
imporre
dalla
reale
presenza
(
perché
anche
Francesco
era
presente
)
qualora
il
suo
dire
si
giudicasse
troppo
spinto
nel
vero
.
Dopo
questo
esordio
ha
detto
che
grave
peccato
pesa
sulla
coscienza
della
emigrazione
pel
sangue
che
scorre
nelle
Due
Sicilie
,
poiché
non
volendo
questa
riconoscere
lo
stato
delle
cose
europee
,
non
volendo
ritenere
che
la
restaurazione
del
loro
sovrano
dipende
unicamente
dalle
mani
di
Dio
,
il
quale
solo
può
pacificare
l
Europa
ed
abbattere
le
rivoluzioni
,
si
pasce
d
illusione
,
si
sforza
di
tradurle
in
atto
e
quindi
spinge
con
la
parola
in
Roma
e
con
gli
scritti
che
fa
giungere
in
Napoli
,
gente
al
macello
,
ecc
.
,
ecc
.
Quindi
incalzando
l
argomento
,
è
passato
a
dimostrare
che
più
si
va
in
alto
più
cresce
il
peccato
,
poiché
la
diplomazia
napoletana
e
la
nobiltà
che
sono
state
la
causa
di
fare
accrescere
di
due
terzi
l
emigrazione
in
Roma
,
dopo
la
caduta
di
Gaeta
,
si
sono
date
ai
divertimenti
,
alle
crapule
,
non
si
mostrano
avide
di
altro
che
di
onori
,
hanno
abbandonata
la
classe
povera
della
immigrazione
riducendola
al
suicidio
per
la
fame
,
se
carità
di
Roma
non
la
soccorresse
in
parte
:
che
questo
procedere
era
detestabile
anche
presso
la
società
.
Il
secondo
periodo
del
discorso
si
è
basato
sulle
scissure
della
emigrazione
stessa
ed
ha
dimostrato
che
queste
esistono
nel
basso
e
medio
ceto
per
l
esempio
de
nobili
,
i
quali
hanno
piazzato
,
ognuno
alla
loro
volta
,
una
polizia
l
uno
sull
altro
,
l
altro
sull
uno
,
ecc
.
,
ecc
.
In
fine
ha
concluso
che
egli
non
sarebbe
entrato
nei
fatti
particolari
di
nessuno
,
ma
che
nel
discorso
venturo
avrebbe
parlato
in
modo
da
essere
capito
da
tutti
per
quella
parte
che
riguarda
ciascuno
,
e
che
questo
dovere
glielo
imponeva
la
coscienza
,
poiché
essendo
anch
esso
napoletano
,
sentiva
le
vergogne
che
hanno
ricolmato
quel
popolo
per
opera
del
contegno
del
sovrano
.
La
predica
del
Curci
toccò
le
fibre
di
tutti
eccetto
quelle
degli
ex
-
ministri
di
Ferdinando
II
e
de
pochi
loro
seguaci
.
Ma
in
particolar
modo
quelle
di
Antonio
Ulloa
che
s
intitola
direttore
della
guerra
il
quale
portandosi
dopo
la
predica
in
casa
della
duchessa
o
contessa
di
S
.
Cesario
eruttava
veleno
contro
il
Curci
ed
i
gesuiti
in
genere
,
e
diceva
che
se
l
Inghilterra
si
mostra
titubante
per
l
accettazione
delle
promesse
fattele
,
purché
ripristini
il
regno
di
Napoli
coi
Borboni
,
a
lui
non
sembrava
difficile
che
fosse
opera
gesuitica
e
che
guai
a
loro
ed
ai
Borboni
se
Napoleone
giungesse
a
conoscere
queste
promesse
e
la
loro
vastità
.
StampaPeriodica ,
Entrati
nel
1849
gli
austriaci
in
Toscana
,
ed
occupata
Firenze
,
quel
Governo
Granducale
volse
le
sue
mire
a
spegnere
ogni
favilla
di
libertà
;
ma
seguitando
anche
in
questo
l
antico
fare
lemme
lemme
,
così
ben
cantato
dal
Giusti
,
procedé
col
piè
di
piombo
,
finché
non
ebbe
coronata
l
opera
con
uno
spergiuro
santificato
dal
Papa
,
abolendo
lo
Statuto
.
In
quei
mesi
d
agonia
i
giornali
liberi
uno
dopo
l
altro
cessarono
le
loro
pubblicazioni
;
e
da
ultimo
il
solo
periodico
,
Il
Nazionale
,
diretto
da
Celestino
Bianchi
,
rimase
intrepido
battagliero
sulla
breccia
,
benché
a
più
riprese
strapazzato
e
ferito
.
Fu
tempo
di
tenebre
,
di
rammarico
e
di
sgomento
,
ma
ben
si
sentiva
che
se
la
paura
delle
baionette
straniere
poteva
tener
nascosto
e
compresso
,
non
poteva
però
spegnere
il
fuoco
sacro
.
Fra
i
segni
che
ne
apparvero
,
se
giudicare
se
ne
dee
dall
incontro
,
forse
il
più
notabile
fu
la
pubblicazione
di
certe
lettere
firmate
Un
provinciale
,
le
quali
destarono
l
ira
de
preti
e
l
entusiasmo
dei
liberali
.
L
autore
di
esse
,
professore
Stanislao
Bianciardi
,
fu
richiesto
da
molti
amici
suoi
di
stamparle
a
parte
,
ma
i
tempi
sempre
peggiori
impedirono
l
adempimento
di
tal
desiderio
.
Ora
noi
le
riproduciamo
,
sicuri
che
i
lettori
nostri
ce
ne
sapranno
buon
grado
,
e
per
l
argomento
sempre
nuovo
e
sempre
più
interessante
in
Italia
,
e
pel
modo
in
cui
vien
trattato
.
A
lode
del
quale
basti
sapere
come
il
celebre
scrittore
di
commedie
,
avvocato
cavalier
Gherardi
Del
Testa
,
interrogato
a
chi
dovesse
quella
sua
vis
comica
la
quale
fa
del
suo
dialogo
un
vero
modello
,
rispose
:
alle
opere
di
Luciano
,
ed
alle
Lettere
di
un
provinciale
.
Tutto
questo
,
non
che
a
lode
dello
scrittore
,
vien
da
noi
notato
in
omaggio
del
vero
.
L
amore
del
quale
però
ci
costringe
,
e
non
l
avrà
a
male
l
autor
delle
lettere
,
a
dichiarare
che
quanto
alla
questione
religiosa
egli
rimane
alquanto
indietro
ai
principi
dal
nostro
periodico
professati
.
Forse
egli
stesso
,
se
avesse
scritto
in
questi
tempi
più
felici
,
avrebbe
usato
spesso
espressioni
diverse
da
quelle
che
allora
gli
uscirono
dalla
penna
.
Egli
invita
preti
e
secolari
alla
lettura
libera
del
Libro
,
ed
a
quello
solo
obbedire
in
materia
di
fede
;
e
non
è
d
uopo
dire
che
in
ciò
siamo
con
lui
:
ma
quando
ei
dichiarasi
cattolico
sincero
,
e
sembra
pensare
che
il
cattolicismo
,
riformato
invero
,
potrebbe
conciliarsi
coll
esame
libero
della
parola
di
Dio
,
ritenuta
come
sola
autorevole
,
ci
scusi
,
il
buon
provinciale
,
ma
noi
sospendiamo
un
poco
il
nostro
consentimento
.
Cattolici
nel
vero
,
nel
miglior
senso
della
parola
siamo
anche
noi
;
anche
noi
crediamo
alla
Chiesa
grande
universale
,
di
cui
capo
è
Cristo
,
è
ispirazione
il
Vangelo
,
è
vita
lo
spirito
che
abita
in
essa
;
ma
cattolici
nel
senso
ristretto
,
e
come
il
Papa
l
intende
,
cattolici
romani
,
noi
non
siamo
per
certo
:
anzi
,
andiamo
un
passo
più
avanti
,
ed
asseveriamo
che
né
il
nostro
dabben
provinciale
,
né
il
suo
amico
maestro
,
se
vogliano
essere
coerenti
coi
propri
loro
principi
,
non
sono
,
né
possono
essere
in
questo
ristretto
senso
cattolici
.
Premessa
questa
breve
dichiarazione
lasciamo
il
campo
al
nostro
buon
Provinciale
;
per
udirlo
parlare
come
parlava
in
Toscana
tredici
anni
fa
,
quando
gli
era
necessario
pesare
ogni
parola
,
ogni
sillaba
per
non
compromettere
le
sorti
del
solo
giornale
che
ancora
era
indipendente
,
ed
esporre
forse
anche
se
medesimo
,
e
quel
che
sarebbe
stato
più
amaro
,
la
propria
famiglia
,
a
qualche
guaio
non
lieve
.
LA
DIREZIONE
Lettera
prima
Stimatissimo
Signor
Direttore
,
Io
sono
un
uomo
alla
buona
,
ma
cattolico
e
italiano
sincero
,
e
vorrei
proprio
di
cuore
che
trionfasse
sempre
la
mia
religione
e
la
mia
patria
.
E
però
quando
seppi
nel
mio
ritiro
che
a
Firenze
avevano
fondato
una
società
per
la
diffusione
de
buoni
libri
,
n
ebbi
tanto
piacere
.
Io
dissi
fra
me
medesimo
:
quelli
che
dicono
che
fra
i
nostri
preti
non
ci
sono
soggetti
capaci
,
e
che
la
religione
cattolica
non
vuol
discussioni
,
ora
resteranno
con
tanto
di
naso
.
Venne
la
prima
pubblicazione
,
e
mi
cascaron
le
braccia
:
quel
tuono
faceto
e
basso
per
trattare
le
questioni
più
gravi
,
quella
leggerezza
che
appena
tocca
le
cose
:
e
poi
mi
parve
che
fosse
una
ripetizione
del
libercolino
del
Belli
:
rimasi
scandalizzato
e
confuso
.
Vedremo
quest
altra
,
dissi
;
venne
:
si
va
di
male
in
peggio
.
Io
era
là
in
Inghilterra
quando
fu
pubblicato
il
libro
di
Moore
:
fece
gran
chiasso
per
via
del
nome
del
poeta
,
e
perché
,
come
sa
,
a
quegl
inglesi
le
cose
curiose
,
e
,
come
dicono
,
eccentriche
,
vanno
a
sangue
molto
:
e
parve
a
tutti
una
cosa
molto
stramba
che
un
uomo
che
non
credeva
a
nulla
,
e
che
a
leggere
le
sue
opere
parrebbe
piuttosto
,
un
maomettano
,
e
un
poeta
da
harem
che
un
credente
serio
;
un
uomo
che
non
aveva
parlato
altro
fino
allora
che
di
fiori
,
di
ali
,
di
sorrisi
,
di
arrossimenti
,
di
lacrime
,
e
di
baci
:
un
uomo
che
era
famoso
più
che
altro
per
inventare
e
colorire
a
piacer
suo
i
fatti
con
pennello
aereo
:
un
uomo
tutto
contrario
,
per
esempio
,
al
fare
del
nostro
Manzoni
,
che
è
sempre
nel
vero
,
e
anche
di
tutti
gli
altri
grandi
nostri
;
un
uomo
tale
,
dico
,
che
non
credeva
in
nulla
,
avesse
scritto
in
materia
di
religione
.
Anch
io
che
conosceva
qualche
altra
opera
di
lui
,
ne
rimasi
:
ma
appena
ebbi
scorso
que
suoi
viaggi
in
cerca
di
una
religione
,
mi
capacitai
che
era
una
semplice
bizzarria
:
e
chi
non
lo
credesse
se
ne
avvede
subito
dal
tuono
scherzoso
che
domina
quella
opera
fin
dalle
prime
pagine
.
Anzi
fra
le
altre
in
una
rivista
di
Dublino
,
se
non
sbaglio
,
ne
fu
scritto
una
critica
spiritosissima
.
Presto
presto
però
,
il
libro
,
e
le
critiche
tutte
furono
dimenticate
,
e
almeno
da
15
anni
non
se
ne
parla
più
.
Un
inglese
molto
dotto
mi
diceva
tempo
fa
,
che
egli
n
aveva
udito
parlare
per
la
prima
volta
in
Italia
.
E
ora
con
questo
po
po
di
bisogno
che
ci
è
fra
noi
di
buoni
libri
in
fatto
di
religione
,
ora
che
si
dovrebbe
lavorare
sul
serio
,
i
preti
nostri
vanno
a
mendicarne
fra
gli
inglesi
,
e
ci
danno
quel
vecchiume
come
una
perla
rara
!
io
mi
vergogno
davvero
.
O
che
non
c
è
nessuno
costà
che
scriva
qualcosa
di
buono
e
di
originale
?
Voglion
essere
cose
italiane
di
fisonomia
,
di
genio
,
di
lingua
,
e
non
traduzionucce
di
bizzarrie
poetiche
.
Almeno
avessero
tradotto
qualche
cosa
dal
tedesco
che
ci
è
fior
di
roba
!
ma
un
libro
inglese
,
un
libro
di
un
poeta
profano
,
un
libro
di
Moore
!
In
verità
,
mi
pare
impossibile
!
O
costoro
non
hanno
ingegno
,
o
non
hanno
dottrina
,
o
non
hanno
giudizio
,
o
nulla
di
tutto
ciò
.
Io
mi
contento
di
dire
così
,
ma
certi
altri
miei
padroni
,
e
li
ho
sentiti
con
questi
orecchi
,
sa
che
cosa
dicono
?
Questo
cattolicismo
romano
dev
essere
la
gran
causa
spallata
,
se
in
una
Firenze
non
trova
altro
che
di
questa
specie
di
avvocati
;
mentre
fra
i
loro
avversari
,
specialmente
di
fuori
via
,
ci
son
tanti
e
tanti
uomini
insigni
per
sapere
,
per
fede
,
e
per
virtù
.
Se
sapesse
quel
che
io
provo
dentro
di
me
all
udire
questi
discorsi
!
E
quegli
uominoni
,
che
purtroppo
ho
conosciuto
anche
io
nella
Svizzera
,
in
Germania
,
in
Francia
e
in
Inghilterra
,
che
diranno
di
noi
?
Non
ne
abbiamo
abbastanza
de
motivi
di
vergogna
?
Se
vi
par
ben
fatto
,
signor
Direttore
,
stampate
questa
lettera
:
ma
prima
ripulitela
un
po
,
giacché
io
l
ho
scritta
come
Dio
vuole
.
E
dite
ancora
che
noi
non
vogliamo
forestierumi
,
né
in
religione
,
né
in
altro
:
italiani
in
tutto
,
italiani
sempre
.
Che
del
resto
io
di
queste
controversie
me
ne
voglio
occupar
sempre
meno
:
mi
pare
che
noi
non
abbiamo
bisogno
di
questionare
,
ma
di
credere
.
Anzi
,
a
dirla
a
voi
,
ogni
sera
qui
ci
riuniamo
sette
o
otto
amici
e
leggiamo
un
po
di
Vangelo
,
e
se
ne
discorre
;
le
domeniche
poi
un
pezzo
più
lungo
:
ma
mai
e
poi
mai
per
far
controversia
:
solamente
per
credere
,
e
diventare
più
galantuomini
.
Quello
,
vedete
,
farebbe
un
libro
bello
davvero
da
pubblicarsi
da
cotesta
società
,
perché
si
diffondesse
per
tutto
;
e
così
smentire
almeno
l
accusa
che
certi
capi
scarichi
danno
ai
nostri
preti
d
impedire
o
rendere
difficilissima
al
popolo
la
lettura
della
parola
di
Dio
.
A
noi
quelle
letturine
ci
fanno
un
gran
bene
,
e
a
que
miei
amici
,
che
prima
passavano
la
serata
a
giuocare
a
calabresella
,
ora
se
ne
sono
svogliati
.
Se
venite
per
queste
parti
vedrete
.
Intanto
ringraziamo
il
Signore
,
e
vi
saluto
.
StampaPeriodica ,
Nella
chiesa
dei
Padri
Serviti
d
Alessandria
in
Piemonte
è
adorata
una
Madonna
detta
delle
sette
spade
.
Contemporaneamente
lo
stesso
culto
d
Iperdulia
è
tributato
nella
cattedrale
ad
un
altra
Madonna
chiamata
dei
sette
dolori
,
che
secondo
la
filologia
teologica
sono
sinonime
.
Un
bel
mattino
una
pinzochera
usciva
dalla
cattedrale
,
e
recavasi
a
visitare
una
sua
sorella
che
anch
essa
ritornava
dal
venerare
la
Madonna
dei
Servi
.
Benvenuta
sorella
,
che
buon
vento
?
Vengo
dai
Servi
.
Ed
io
dalla
cattedrale
.
Che
Madonna
!
Che
cara
Madonna
!
Fa
proprio
pietà
.
La
pare
una
viva
che
dà
i
tratti
...
È
vero
,
rispose
la
sorella
,
ma
la
mia
Vergine
della
cattedrale
è
più
ricca
,
e
quel
che
più
conta
,
è
la
vera
Addolorata
.
Quella
dei
Servi
è
una
copia
,
quella
del
vescovo
è
proprio
l
originale.
Vecchia
storia
!
Se
fosse
vera
,
farebbe
miracoli
;
ma
ella
non
ha
neppure
un
cuore
d
argento
:
vedo
qualche
voto
di
cera
,
ma
...
Lo
so
,
rispose
la
devota
dei
Serviti
,
lo
so
il
perché
:
il
vescovo
,
da
vero
despota
,
da
vero
ladro
,
ha
spogliato
l
altare
della
mia
Madonna
.
Calunnia
,
calunnia
!
Se
il
vescovo
l
ha
spogliata
,
è
perché
la
tua
Madonna
volle
fare
come
il
corvo
della
favola
,
che
si
vestì
colle
penne
del
pavone
...
E
poi
,
se
fosse
stata
la
vera
Madonna
,
perché
lasciò
fare
al
vescovo
un
peccato
mortale
,
un
sacrilegio
?
Sei
un
ipocrita.
Sei
una
bugiarda
.
Pregherò
la
mia
Madonna
che
ti
cacci
una
spada
nel
cuore
per
punire
la
tua
mala
lingua
.
Ed
io
pregherò
la
mia
che
ti
faccia
morire
di
dolore
.
Esci
da
casa
mia
.
E
così
dicendo
la
bacchettona
dei
Servi
,
prese
per
un
braccio
la
devota
della
cattedrale
,
la
quale
con
carità
veramente
cristiana
le
misurò
uno
schiaffo
,
che
le
fu
tosto
restituito
:
poi
vennero
a
capelli
,
a
graffiature
di
volto
,
e
le
due
beghine
,
edificando
il
vicinato
,
per
difendere
ciascuna
l
onore
della
sua
Madonna
,
dimostrarono
quanto
sia
vera
quella
religione
che
tollera
la
concorrenza
delle
Madonne
.
StampaPeriodica ,
Se
non
tengo
che
raramente
il
vostro
cortese
invito
,
e
se
non
frequento
quest
anno
le
vostre
veglie
,
che
pure
mi
sono
carissime
,
spero
che
non
vorrete
tacciarmi
di
malcreanza
.
Voi
tutti
ne
sapete
la
cagione
.
Vi
vorrà
molto
tempo
prima
che
cessi
il
crepacuore
che
mi
opprime
!
Povero
amico
mio
!
Povero
Buonaiuto
!
Come
ti
abbiamo
perduto
presto
:
e
quanti
,
e
quanto
sinceramente
,
hanno
pianto
la
tua
perdita
!
So
che
voi
ne
sentiste
gran
dolore
quantunque
egli
non
avesse
mai
dimorato
a
lungo
in
questi
luoghi
:
ma
nel
paesello
di
B
...
dove
era
sindaco
,
come
sapete
da
sei
anni
,
la
morte
del
Buonaiuto
fu
considerata
da
tutti
come
una
grossa
sciagura
capitata
nella
propria
famiglia
.
E
ne
avean
ben
ragione
!
Quale
cambiamento
per
quel
paese
in
soli
sei
anni
!
Là
davvero
che
si
può
dire
sorta
l
età
dell
oro
.
E
tutto
per
l
opera
,
o
almeno
per
lo
impulso
,
di
un
sol
uomo
!
Sei
anni
fa
le
condizioni
di
B
...
eran
sì
tristi
,
che
non
si
trovava
chi
volesse
,
neppure
provvisoriamente
,
farvi
da
sindaco
.
L
ozio
e
l
infingardia
tenevano
quella
gente
nella
miseria
e
nell
ignoranza
,
e
non
di
rado
la
spingevano
al
delitto
.
Infatti
se
le
case
e
le
stalle
talora
vi
erano
mal
sicure
,
i
campi
erano
aperti
a
continue
rapine
:
uomini
,
donne
,
ragazzi
si
vedevano
andare
in
frotta
,
al
tempo
dei
raccolti
,
farvi
man
bassa
,
caricarli
sopra
barrocci
e
trasportarli
sfrontatamente
,
come
avrebbe
fatto
una
tribù
selvaggia
col
bottino
preso
al
nemico
.
Chi
poi
,
per
dignità
,
non
credeva
di
poter
prender
parte
attiva
alla
spedizione
,
la
facea
da
manutengolo
;
e
mi
rammento
benissimo
d
un
tale
,
che
non
ha
mai
posseduto
un
palmo
di
terreno
,
e
che
pure
vendeva
ogni
anno
parecchie
belle
botti
di
vino
,
senza
che
i
proprietari
abbiano
mai
visto
uno
scudo
dei
suoi
.
Non
vi
parlerò
dell
ignoranza
che
era
nel
paese
di
B
...
So
che
vi
fu
da
fare
,
e
non
poco
,
a
trovare
il
numero
sufficiente
di
letterati
(
come
li
chiamano
lassù
)
ossia
di
persone
che
sapessero
leggere
,
per
comporre
il
Consiglio
comunale
;
e
anzi
per
qualcuno
...
ma
basta
non
voglio
dir
altro
.
Intanto
l
ozio
,
l
ignoranza
,
il
ladroneccio
erano
guai
così
incarnati
nelle
abitudini
di
quel
popolo
,
che
non
si
sperava
più
ormai
di
poterli
,
per
forza
umana
,
estirpare
.
Di
qui
la
difficoltà
di
trovare
quel
benedetto
sindaco
.
Finalmente
,
come
Dio
volle
,
si
pensò
al
Buonaiuto
.
Egli
,
che
passava
ogni
anno
l
autunno
nella
sua
bella
villa
in
vicinanza
di
B
...
,
ne
conosceva
,
quant
ogni
altro
,
le
grosse
miserie
,
e
s
impose
il
gravissimo
compito
dì
medicarle
per
quanto
uomo
potesse
.
E
vi
riuscì
:
ma
pochi
sanno
quante
lotte
avesse
a
sostenere
;
e
non
già
coi
vagabondi
,
cogli
oziosi
,
coi
ladri
,
ma
coi
pochi
eletti
,
coi
magnati
del
luogo
,
con
quelli
che
avean
sempre
pianto
,
come
Geremia
,
sui
mali
del
paese
,
senza
fare
un
passo
,
né
spendere
la
croce
di
un
centesimo
per
sollevarli
.
Anzi
ora
attraversavano
,
come
meglio
potevano
,
la
via
a
quell
uomo
,
che
lasciava
gli
agi
della
città
e
della
famiglia
,
per
sacrificarsi
a
migliorare
le
loro
condizioni
.
È
cosa
inverosimile
,
ma
pur
vera
!
Figuratevi
che
,
nella
prima
riunione
del
consiglio
,
il
Buonaiuto
disse
esser
necessario
pensare
a
istruire
il
popolo
,
e
propose
tre
gradi
e
tre
modi
di
istruzione
.
Uno
pei
bambini
,
uno
per
i
giovinetti
,
il
terzo
per
gli
adulti
.
Fu
una
vera
tempesta
fra
i
consiglieri
:
alcuni
dissero
che
il
nuovo
sindaco
era
matto
,
altri
più
penetranti
,
avendolo
inteso
citare
ad
esempio
l
Inghilterra
e
la
Prussia
,
pretesero
che
fosse
affigliato
alle
sette
,
e
che
avesse
in
mira
di
tirare
alla
religione
protestante
quel
fior
di
roba
di
cui
vi
ho
di
sopra
parlato
.
Tutti
poi
convennero
in
questa
sentenza
:
che
l
istruzione
era
il
modo
di
allontanare
la
gente
dal
lavoro
,
di
farla
insubordinata
e
ribelle
ai
propri
padroni
,
ai
quali
,
una
volta
istruita
,
si
sarebbe
creduta
eguale
:
finalmente
che
l
istruzione
dei
contadini
era
da
riguardarsi
come
l
inaugurazione
del
socialismo
.
Il
Buonaiuto
,
come
potete
ben
credere
,
a
queste
ragioni
non
diede
peso
più
che
tanto
e
,
adoprandosi
come
privato
se
non
come
sindaco
,
ottenne
dalla
provincia
,
dal
governo
,
da
parecchi
amici
di
fuori
,
e
da
qualche
possidente
del
paese
,
i
mezzi
per
porre
in
atto
quel
sistema
d
istruzione
che
avea
ideato
.
Il
primo
grado
d
istruzione
destinato
come
vi
ho
detto
,
ai
bambini
,
è
un
ricovero
e
insieme
una
scuola
.
Vi
sono
ammessi
dai
tre
ai
cinque
anni
.
Due
brave
donne
ne
hanno
cura
,
li
istruiscono
nel
leggere
,
nello
scrivere
,
nel
conteggio
,
nel
catechismo
.
Il
Buonaiuto
poi
avea
composto
una
serie
di
racconti
,
che
le
maestre
recitano
ai
loro
piccoli
alunni
.
Per
ogni
giorno
della
settimana
vi
è
un
racconto
nuovo
,
e
sempre
con
la
sua
morale
.
Ora
si
parla
del
villano
che
,
stando
in
ozio
,
va
in
ruina
:
ora
del
cattivello
che
,
rubando
le
pesche
ad
una
povera
donna
le
cagiona
tanto
danno
e
dolore
che
ammala
seriamente
.
Altre
volte
sono
le
gesta
del
contadino
,
che
lascia
l
aratro
e
prende
il
fucile
,
incontrando
allegro
mille
disagi
e
mille
pericoli
nelle
guerre
per
l
indipendenza
nazionale
.
Quanti
racconti
non
avea
tratti
quel
buon
sindaco
dal
Vangelo
!
Gesù
che
chiama
intorno
a
sé
i
bambini
per
istruirli
,
Gesù
che
rampogna
l
ipocrita
,
Gesù
che
caccia
dal
Tempio
coloro
che
ne
voleano
fare
una
bottega
;
e
tanti
altri
soggetti
tratti
da
quel
gran
Codice
,
istruiscono
dilettando
le
tenere
menti
.
A
questa
prima
scuola
i
bambini
restano
sino
a
otto
anni
.
Oltre
l
istruzione
poi
,
e
oltre
a
una
educazione
che
tende
a
farli
giovanetti
savi
ed
assestati
,
hanno
ogni
giorno
una
buona
minestra
e
pei
più
poverelli
vi
è
ancora
non
di
rado
qualche
po
di
vestiario
.
La
scuola
infantile
in
poco
tempo
fu
piena
:
invece
di
due
maestre
ve
ne
vollero
tre
.
Fu
allora
stabilito
che
i
bambini
poveri
vi
fossero
ammessi
gratuitamente
,
ma
i
figli
dei
benestanti
pagassero
una
piccola
pensione
:
che
fu
di
fatto
pagata
e
molto
volentieri
.
D
allora
in
poi
si
poté
largheggiare
un
po
più
verso
i
primi
:
essendo
i
più
agiati
venuti
in
soccorso
dei
più
bisognosi
.
Pel
secondo
grado
d
istruzione
fu
istituita
la
Scuola
comunale
.
I
giovanetti
vi
sono
ammessi
di
otto
o
dieci
anni
e
la
frequentano
sino
ai
quattordici
.
I
giorni
e
le
ore
dell
istruzione
furon
scelti
per
maniera
che
gli
alunni
potessero
attendervi
senza
lasciare
le
più
importanti
faccende
campestri
.
Così
istruzione
e
lavoro
vanno
di
pari
passo
;
e
,
anzi
che
darsi
impaccio
,
si
completano
a
vicenda
.
Questa
scuola
poi
l
avea
ordinata
a
modo
suo
:
e
certe
sue
idee
,
a
dir
il
vero
,
mi
andavano
a
genio
.
Parlandone
un
giorno
,
mi
diceva
:
In
Italia
molti
si
dan
pena
e
con
ragione
,
per
gli
analfabeti
,
purtroppo
frequentissimi
,
specialmente
in
campagna
:
ma
pure
a
me
,
più
ancora
dell
analfabetismo
,
fa
paura
l
ignoranza
.
Poiché
,
soggiungeva
,
il
sapere
leggere
e
scrivere
è
un
mezzo
di
istruire
ma
non
costituisce
l
istruzione
.
Ora
ognuno
,
giusta
la
sua
condizione
,
ha
dritto
,
e
obbligo
nel
tempo
stesso
,
di
essere
istruito
.
Certo
che
l
istruzione
ha
da
variare
secondo
lo
stato
della
persona
.
Quale
istruzione
dunque
si
competerà
al
contadino
?
Io
penso
,
seguitava
il
Buonaiuto
,
che
chiunque
faccia
parte
di
una
nazione
(
sia
contadino
o
signore
)
debba
conoscere
primieramente
i
doveri
e
i
dritti
che
per
tal
ragione
gli
competono
;
che
debba
cioè
avere
un
idea
delle
istituzioni
che
regolano
la
nazione
stessa
;
di
ciò
che
esse
concedono
,
o
comandano
:
come
pure
della
storia
del
proprio
paese
che
non
deve
essere
ignorata
da
chicchessia
.
Esercitando
poi
il
contadino
un
arte
,
che
è
l
agricoltura
,
deve
conoscere
perfettamente
i
principî
che
hanno
da
dirigerne
e
guidarne
la
pratica
.
Perciò
l
istruzione
del
contadino
egli
la
distingueva
in
civile
e
tecnica
:
e
,
in
conformità
di
queste
idee
appunto
,
volle
ordinata
la
sua
scuola
comunale
.
Venne
allora
il
pensiero
dei
maestri
e
non
fu
poca
cosa
.
Ma
,
tra
che
il
sindaco
era
impegnato
in
quest
affare
quanto
non
può
dirsi
,
tra
che
parecchi
amici
lo
aiutarono
nel
nobile
compito
,
a
capo
a
un
anno
si
ebbero
maestri
,
e
ottimi
:
che
voi
tutti
sapete
qual
credito
si
acquistassero
in
tempo
brevissimo
.
E
bene
a
ragione
:
poiché
,
se
per
molti
riguardi
stanno
al
pari
dei
migliori
maestri
che
da
noi
si
conoscano
,
mi
pare
che
li
superino
poi
tutti
per
un
pregio
,
che
è
tutto
loro
proprio
.
Parlo
dell
arte
che
hanno
grandissima
di
accoppiare
l
insegnamento
all
educazione
agraria
.
A
ogni
momento
essi
sanno
trovare
occasione
per
mettere
in
luce
l
importanza
che
ha
l
agricoltura
nell
umana
società
,
per
provarvi
che
niuna
arte
si
conviene
meglio
dell
agricoltura
ad
un
libero
ed
onorato
cittadino
,
per
farvi
comprendere
la
soddisfazione
che
quell
arte
reca
a
chi
l
esercita
giudiziosamente
,
come
pure
gli
onesti
e
sicuri
guadagni
di
cui
è
sorgente
inesauribile
.
In
tal
maniera
quei
bravi
maestri
affezionano
i
loro
alunni
ad
un
arte
,
che
si
avvezzano
a
considerar
nobile
quanto
ogni
altra
,
e
capace
di
procurar
loro
una
vita
agiata
,
onorata
e
indipendente
.
E
neppure
agli
esercizi
militari
sono
estranei
quei
maestri
.
Più
volte
gli
ho
visti
insegnar
il
maneggio
delle
armi
in
modo
da
far
invidia
a
un
sergente
dell
esercito
.
E
questi
esercizi
militari
ancora
giovano
agli
alunni
:
li
rendono
intanto
ordinati
e
composti
:
e
,
se
in
appresso
avranno
da
prendere
il
fucile
,
non
saranno
più
del
tutto
novizzi
.
Quel
Buonaiuto
le
pensava
tutte
!
La
Scuola
comunale
sta
aperta
nove
mesi
:
i
tre
mesi
di
estate
sono
di
vacanza
.
Durante
il
corso
vi
è
un
esame
di
profitto
ogni
tre
mesi
:
in
questa
occasione
vengono
distribuiti
dieci
premi
d
uno
scudo
l
uno
ai
migliori
alunni
;
ma
non
possono
concorrere
al
premio
che
quelli
che
durante
il
trimestre
non
mancarono
mai
,
neppure
una
volta
,
senza
motivi
giusti
e
giustificati
,
alla
scuola
.
Il
giovinetto
arrivato
al
quattordicesimo
anno
dà
un
esame
finale
.
Riceve
poi
un
certificato
nel
quale
è
indicato
l
esito
di
tutti
gli
esami
subiti
.
Fra
i
giovani
dell
ultimo
anno
si
apre
ancora
un
concorso
,
per
conseguire
la
medaglia
d
argento
per
merito
distinto
.
Nella
propria
villa
il
Buonaiuto
stabilì
il
terzo
grado
di
istruzione
per
gli
adulti
.
Consiste
in
quelle
conferenze
che
si
tengono
,
parte
nella
sala
grande
del
castello
,
e
parte
in
quel
podere
che
chiamano
,
come
sapete
,
il
podere
scuola
.
Al
castello
una
volta
era
il
povero
sindaco
che
trattava
dei
doveri
e
dei
dritti
del
cittadino
,
della
storia
patria
,
delle
istituzioni
che
ci
reggono
,
e
di
cose
simili
.
Nel
podere
si
sperimentano
nuovi
strumenti
,
nuovi
concimi
,
nuove
piante
,
nuove
coltivazioni
.
Si
fanno
confronti
fra
i
nuovi
metodi
e
quelli
usati
nel
paese
,
e
si
cerca
di
stabilire
,
colle
cifre
alla
mano
,
quali
meritino
veramente
la
preferenza
.
Un
abile
agronomo
dirige
queste
conferenze
nelle
quali
ogni
contadino
fa
le
sue
osservazioni
,
e
non
di
rado
n
escono
di
quelle
che
fanno
prendere
il
tabacco
al
professore
,
prima
che
possa
rispondere
:
tanto
sono
giuste
e
sottili
!
Questo
è
pressappoco
il
piano
dell
insegnamento
da
quel
bravo
uomo
ideato
e
messo
in
pratica
.
Ma
nel
paese
di
B
...
non
si
trattava
solo
d
istruire
il
popolo
,
si
trattava
di
provvedere
ai
grossi
guai
dell
ozio
,
del
vagabondaggio
;
della
miseria
e
dei
vizi
che
ne
sono
la
necessaria
conseguenza
.
Veramente
molta
gente
,
anche
di
buona
volontà
,
davvero
mancava
di
lavoro
:
si
pensò
a
provvederlene
.
Il
Buonaiuto
istituì
un
Comitato
,
che
disse
di
provvidenza
.
Questo
cominciò
subito
a
far
pratiche
presso
molti
ricchi
proprietari
,
e
con
società
intraprenditrici
di
lavori
agrari
,
e
non
passò
molto
tempo
,
che
la
domanda
di
giornalieri
superò
il
numero
di
quelli
che
il
comitato
avea
disponibili
.
Partirono
delle
famiglie
intere
,
accettando
lavoro
per
qualche
mese
.
Ora
vanno
via
anche
molte
mamme
,
e
lasciano
in
paese
i
bambini
,
che
,
potendo
star
tutto
il
giorno
alla
scuola
infantile
,
sono
volentieri
accolti
dai
vicini
per
la
notte
,
a
fronte
di
un
tenue
compenso
,
e
ancora
gratuitamente
.
Le
spese
del
viaggio
dei
lavoratori
sono
anticipate
dal
comitato
,
e
sono
trattenute
dai
nuovi
padroni
sui
salari
.
I
nostri
contadini
se
ne
tornano
poi
col
loro
gruzzolo
,
dopo
aver
vissuto
bene
e
onestamente
,
lavorando
qualche
mese
.
E
il
bello
è
che
,
dopo
i
primi
anni
,
quasi
tutti
trovarono
lavoro
nel
comune
.
Molti
dei
nostri
proprietari
infatti
,
che
non
ne
volean
sapere
di
quella
gente
scioperata
,
l
accetta
volentieri
ora
che
si
è
fatta
laboriosa
,
attenta
,
e
,
quel
che
più
conta
,
onestissima
.
Giacché
sapete
cosa
fece
il
Buonaiuto
?
I
laboriosi
li
soccorse
in
ogni
modo
;
gli
scioperati
li
raccomandò
alla
benemerita
Arma
:
così
ognuno
intese
,
che
era
meglio
lavorare
all
aria
libera
,
che
ammuffire
nelle
prigioni
.
I
più
tristi
a
mano
a
mano
si
fecero
buoni
lavoratori
.
Assicurato
il
lavoro
,
e
assicurata
qualche
lira
alle
saccocce
dei
giornalieri
,
il
solito
Comitato
di
provvidenza
,
diretto
dal
buon
Sindaco
,
volle
istituire
fra
loro
una
specie
di
società
di
mutuo
soccorso
,
onde
provvedere
alle
malattie
e
alla
vecchiaia
.
Fu
aperta
una
cassa
presso
il
comune
,
nella
quale
gli
uomini
versavano
quattro
soldi
ogni
settimana
,
le
donne
due
.
Le
somme
raccolte
,
benché
tenui
,
si
trovò
il
modo
di
non
lasciarle
infruttifere
.
Per
essere
ammessi
nella
società
vi
sono
certe
regole
,
che
ora
è
inutile
ridire
.
Quello
che
è
certo
è
,
che
l
appartenervi
è
una
gran
bella
cosa
.
Se
v
ammalate
,
v
è
chi
pensa
a
medico
,
a
medicine
,
a
un
vitto
appropriato
,
per
tutto
il
tempo
della
malattia
e
della
convalescenza
.
E
fino
i
vostri
lavori
,
se
ne
avete
di
urgenti
,
e
che
la
vostra
famiglia
non
possa
compirli
in
tempo
da
sé
,
si
fanno
eseguire
dalla
società
.
Che
se
il
socio
divenga
inabile
al
lavoro
per
vecchiaia
,
ecco
che
gli
viene
un
soccorso
giornaliero
per
fin
che
vive
.
Col
sacrifizio
adunque
di
pochi
centesimi
alla
settimana
,
rinunziando
a
qualche
bicchier
di
vino
,
o
a
qualche
sigaro
,
il
più
povero
giornaliero
si
assicura
un
buon
mantenimento
per
i
casi
di
malattia
e
per
la
vecchiaia
.
Il
Comitato
di
provvidenza
poi
le
immagina
tutte
per
ingrossare
la
cassa
della
Società
dei
lavoratori
rurali
.
Or
sono
esposizioni
agrarie
,
per
visitare
le
quali
si
paga
qualche
soldo
:
e
questo
va
alla
cassa
.
Ora
sono
recite
,
o
balli
,
presso
qualcuno
dei
villeggianti
,
che
danno
motivo
a
riunire
qualche
scudo
.
Insomma
il
capitale
si
è
andato
accrescendo
ben
presto
,
e
molti
soci
hanno
già
provato
i
buoni
effetti
dell
associazione
a
cui
appartengono
.
Non
contento
di
tutto
questo
,
il
Comitato
di
provvidenza
istituì
ancora
un
magazzino
di
derrate
a
pro
dei
giornalieri
.
Pensò
il
comitato
che
le
derrate
più
necessarie
alla
vita
,
costano
più
caro
ai
poveri
che
ai
ricchi
.
Questi
ultimi
fanno
le
loro
provviste
per
tempo
,
e
all
ingrosso
:
i
primi
comprano
al
minuto
e
dì
per
dì
.
Ora
sapete
cosa
fece
il
Buonaiuto
,
capo
del
comitato
?
Al
momento
dei
raccolti
andò
dai
principali
possidenti
della
villa
,
e
li
persuase
a
mandare
ai
magazzini
del
comune
,
chi
un
carro
di
legna
,
chi
un
carro
di
fascine
.
Chi
si
obbligò
a
mandare
qualche
sacco
di
granaglie
:
un
altro
qualche
misura
di
vinello
.
Tutti
poi
si
contentarono
di
ritirare
il
prezzo
stabilito
delle
loro
derrate
alla
primavera
,
compita
la
vendita
.
Per
tal
maniera
durante
l
inverno
i
poveri
giornalieri
hanno
i
generi
più
necessari
,
a
un
prezzo
mitissimo
,
se
si
confronta
con
quello
che
avrebbero
dovuto
pagare
senza
il
magazzino
provvidenza
.
Tutti
questi
vantaggi
hanno
quegli
che
appartengono
alla
società
di
mutuo
soccorso
.
Ma
per
mantenersi
in
questa
,
bisogna
filar
dritto
:
ve
l
assicuro
.
Chi
si
ubriaca
,
chi
ama
andar
a
zonzo
anziché
lavorare
,
chi
non
manda
i
suoi
figli
a
scuola
,
chi
non
mantiene
il
buon
ordine
nella
sua
famiglia
,
chi
fa
male
azioni
,
è
cacciato
dalla
società
;
avesse
in
cassa
mille
lire
,
perde
tutto
,
e
chi
è
cancellato
una
volta
,
torna
difficilmente
in
catalogo
.
Ma
ognuno
bada
bene
di
non
inceppare
in
questo
guaio
;
sin
ora
neppur
uno
meritò
non
solo
tal
punizione
,
ma
neppure
un
rimprovero
del
comitato
.
Finalmente
non
è
ultimo
merito
del
comitato
stesso
la
vigilanza
che
esercita
,
con
tanta
attività
,
sulla
nettezza
,
e
sulla
salubrità
delle
case
e
degli
alimenti
:
soprattutto
quando
v
è
minaccia
di
qualcuno
di
quei
brutti
mali
che
fanno
tanto
guasto
dove
capitano
,
e
segnatamente
se
trovano
la
gente
mal
nutrita
,
le
abitazioni
sporche
,
le
aie
sudice
,
i
cortili
ingombri
da
materie
fermentanti
,
o
da
acque
che
ristagnano
e
imputridiscono
,
ma
nulla
di
tutto
ciò
voi
trovate
nel
paesello
di
B
...
,
che
vi
si
presenta
povero
,
ma
lindo
e
netto
come
uno
specchio
.
E
a
chi
si
deve
tutto
ciò
?
A
un
buon
sindaco
,
al
nostro
buon
amico
,
al
povero
Buonaiuto
.
E
sì
che
non
era
uno
di
quegli
che
attualmente
si
chiamano
grandi
uomini
:
tutt
altro
.
Egli
non
aveva
mai
pubblicato
opere
o
memorie
sulle
miserie
del
popolo
,
né
sul
suo
miglioramento
.
Anzi
,
se
non
sbaglio
,
egli
non
fece
stampar
mai
una
riga
:
tranne
i
manifesti
del
municipio
.
Egli
non
era
di
quegli
che
studiano
in
tanti
libroni
l
educazione
del
popolo
,
come
farebbero
per
l
educazione
dei
bachi
da
seta
.
Probabilmente
egli
non
sapeva
come
si
fa
a
educare
il
popolo
in
Germania
,
in
Svizzera
,
in
Inghilterra
:
ma
seppe
educarlo
mirabilmente
nel
piccolo
paesello
di
B
...
Per
il
miglioramento
del
popolo
,
egli
mi
diceva
spesso
,
non
ho
che
due
libri
:
in
uno
studio
il
male
,
nell
altro
cerco
i
rimedi
.
I
mali
li
studio
nel
popolo
stesso
:
i
rimedi
li
cerco
nel
mio
cuore
.
E
davvero
che
questo
metodo
diede
dei
buoni
frutti
.
Ma
intanto
!
...
Egli
è
a
godere
il
premio
delle
sue
buone
opere
:
ai
suoi
amici
non
resta
che
il
piangerne
la
perdita
irreparabile
.
StampaPeriodica ,
Non
con
pompose
parole
e
vane
promesse
vogliamo
tessere
il
nostro
programma
,
il
titolo
di
questo
periodico
parla
abbastanza
per
sé
.
Ora
che
l
Italia
,
mercè
la
costanza
di
quel
Re
che
seppe
guadagnarsi
il
titolo
di
Galantuomo
,
è
fatta
libera
ed
indipendente
da
ogni
straniero
,
è
uopo
che
gli
uomini
di
cuore
procurino
ad
essa
un
altro
bene
;
le
nostre
finanze
sono
depresse
,
le
arti
abbandonate
,
le
scienze
,
fatte
poche
onorevoli
eccezioni
,
dimenticate
;
le
amministrazioni
sconvolte
;
l
agricoltura
negletta
;
le
industrie
cadenti
;
il
commercio
quasi
atonico
:
tutto
conviene
che
torni
all
ordine
,
a
quell
ordine
che
fece
dell
Italia
la
Regina
del
mondo
;
e
nulla
ci
manca
perché
a
quel
primiero
ordine
noi
possiamo
conseguire
,
avvegnaché
questa
lingua
di
terra
benedetta
da
Dio
tutto
possiede
per
lo
scopo
,
e
un
cielo
prediletto
,
ed
un
terreno
fertile
,
e
sorgenti
di
materie
prime
,
e
più
che
tutto
vale
,
una
scintilla
di
genio
in
tutti
i
suoi
abitanti
.
Perché
adunque
non
ci
troviamo
in
florido
stato
?
Perché
prima
che
il
magnanimo
Carlo
Alberto
concedesse
lo
Statuto
,
e
prima
che
tutta
Italia
fosse
riunita
in
una
sola
famiglia
ponevano
ostacolo
i
retrogradi
governi
,
perché
per
ottenere
l
intiera
libertà
i
già
liberi
dovettero
sacrificare
e
vita
e
capitali
e
tutto
;
perché
infine
ed
è
conseguenza
de
retrogradi
governi
,
di
cui
dissi
più
sopra
,
esistono
in
Italia
più
di
12
milioni
di
analfabeti
,
di
Italiani
cioè
che
non
sanno
né
leggere
,
né
scrivere
.
Pur
troppo
in
quella
classe
che
chiamasi
popolo
,
son
compresi
tutti
questi
inalfabeti
;
ed
è
questo
popolo
che
costituisce
la
ricchezza
d
una
nazione
:
è
dalla
sua
mente
,
dalle
sue
braccia
,
dal
suo
lavoro
che
ne
scaturiscono
le
arti
,
le
industrie
,
il
commercio
,
insomma
tutto
l
immenso
guadagno
che
sostiene
le
nazioni
.
Or
bene
di
questo
popolo
una
gran
parte
è
analfabeta
e
quindi
non
può
da
per
sé
istruirsi
;
un
altra
parte
,
ed
è
assai
piccola
,
sa
leggere
e
scrivere
più
o
meno
bene
,
ma
come
può
istruirsi
?
Coi
libri
gli
è
vero
;
ma
oltrecché
pochissimi
sono
scritti
popolarmente
,
in
modo
cioè
che
possano
essere
compresi
colla
scarsa
dote
di
cognizioni
,
pochissimi
sono
accessibili
alla
borsa
del
popolano
o
dell
operaio
che
non
può
toglier
gran
somma
allo
scarso
guadagno
.
Ed
ecco
la
ragione
del
nostro
periodico
.
Abbiamo
un
governo
liberale
,
non
abbiamo
più
alcun
nemico
a
scacciare
,
possiamo
conservare
la
nostra
pace
,
ebbene
,
scacciamo
l
ignoranza
,
facciamo
disparire
que
12
milioni
d
analfabeti
,
e
l
Italia
sarà
davvero
!
Detta
la
ragione
del
nostro
periodico
ecco
due
parole
sul
modo
che
lo
condurremo
.
In
una
prima
parte
tratteremo
degli
studi
economici
sociali
,
i
quali
daranno
ai
nostri
lettori
delle
idee
abbastanza
chiare
intorno
alla
religione
,
alla
politica
,
intorno
ai
propri
diritti
,
ed
ai
propri
doveri
.
Tratteremo
in
una
seconda
parte
delle
scienze
e
delle
arti
applicate
ed
esposte
in
modo
facile
e
piano
,
non
dimenticando
di
enunciare
le
scoperte
e
le
invenzioni
.
In
una
terza
daremo
una
breve
rassegna
politica
tanto
perché
anche
il
popolano
sappia
quali
cose
si
fanno
attorno
a
sé
in
questa
società
di
cui
egli
è
sostegno
.
Dichiariamo
però
che
non
sarà
che
una
cronaca
perché
è
nostra
opinione
che
finché
abbia
acquistato
quel
grado
d
istruzione
indispensabile
per
rettamente
giudicare
con
cognizione
di
causa
,
il
popolano
e
l
operaio
non
debbano
ingerirsi
di
politica
.
Sappiano
che
sia
la
politica
,
che
succede
in
essa
,
esercitino
i
loro
diritti
politici
,
ma
non
vadano
più
in
là
;
quando
avranno
acquistate
le
necessarie
cognizioni
,
oh
allora
entrino
in
campo
,
sono
cittadini
pur
essi
e
ne
han
pieno
diritto
.
Dichiariamo
altresì
che
sulla
nostra
bandiera
politica
sta
scritto
:
Libertà
,
giustizia
,
Italia
una
sotto
Vittorio
Emmanuele
II
;
e
non
ci
lasceremo
attrarre
da
questo
o
quel
partito
.
Daremo
infine
una
raccolta
di
notizie
varie
,
nelle
quali
raduneremo
tutto
ciò
che
stimeremo
utile
pel
nostro
buon
popolo
.
Lo
ripetiamo
,
il
titolo
spiega
il
programma
,
e
questo
titolo
,
speriamo
,
ce
lo
guadagneremo
.
Saremo
amici
davvero
,
vogliateci
controcambiare
col
perdono
dell
amicizia
,
e
credeteci
.
StampaPeriodica ,
L
istruzione
è
la
vita
dell
uomo
.
Mosè
Le
nobili
prerogative
che
lo
Stato
garantisce
al
libero
cittadino
non
possono
essere
rettamente
esercitate
se
non
da
popolo
che
sia
convenientemente
istruito
ed
educato
.
Le
istituzioni
in
mezzo
alle
quali
viviamo
,
accordando
diritti
preziosissimi
al
popolo
,
formano
una
necessità
di
più
,
potendo
gli
ultimi
divenire
istrumento
di
danno
e
di
pericolo
pubblico
anziché
di
benefizio
sociale
dove
le
plebi
siano
ignoranti
e
corrotte
.
Persuadetevi
,
amici
miei
,
che
l
istruzione
soltanto
è
destinata
a
togliere
quelle
distinzioni
irragionevoli
e
odiose
che
cagionano
rancori
e
disordini
nelle
società
,
quelle
barriere
fastose
che
l
aristocrazia
tiene
ancora
sollevate
contro
il
popolo
che
vive
dell
opera
manuale
;
essa
ci
premunisce
e
ci
difende
contro
la
malignità
e
contro
la
frode
,
essa
infine
solamente
,
compie
sulla
terra
il
programma
evangelico
della
uguaglianza
civile
.
La
vita
,
la
forza
,
la
grandezza
e
la
prosperità
d
una
nazione
si
misura
assai
meglio
dal
numero
delle
intelligenze
che
essa
possiede
,
che
dal
numero
delle
braccia
,
e
un
popolo
tanto
si
eleva
sui
fastosi
gradini
della
scala
dell
umanità
,
quanto
più
è
perfetta
e
disseminata
fra
i
suoi
cittadini
la
cognizione
del
diritto
e
del
dovere
:
anco
la
prosperità
materiale
aumenta
notabilmente
a
seconda
che
si
propaga
il
beneficio
dell
istruzione
applicata
ai
vari
rami
della
industria
,
perocché
l
impiego
della
forza
nel
lavoro
è
produttivo
soltanto
in
proporzione
dell
intelletto
che
lo
dirige
.
L
uomo
non
si
spoglia
dei
suoi
vizi
e
dei
suoi
difetti
se
non
alla
scuola
del
dovere
;
per
essa
ama
la
fatica
perché
a
cotesta
scuola
v
impara
che
il
lavoro
non
lo
degrada
,
ma
lo
nobilita
;
che
la
sua
missione
è
bella
e
onorata
,
e
che
il
suo
sudore
è
degno
di
benedizione
.
È
così
che
dirozzato
nei
costumi
si
fa
più
morigerato
,
più
obbediente
alle
leggi
,
apprezza
l
economia
,
né
spreca
nei
bagordi
,
o
profonde
nei
giuochi
il
suo
salario
,
cercando
invece
onesto
sostentamento
coi
mezzi
che
gli
somministra
una
onorata
fatica
:
è
così
finalmente
che
scema
le
sue
inesorabili
cifre
,
la
luttuosa
tabella
dei
resti
e
delle
delinquenze
!
Un
popolo
tanto
può
quanto
sa
,
diceva
saviamente
Bacone
;
nella
civile
convivenza
dei
giorni
nostri
,
tutta
fondata
sull
industria
e
sul
lavoro
non
più
empirico
e
manuale
come
una
volta
,
questa
bella
sentenza
ha
raddoppiato
d
importanza
.
La
storia
dei
progressi
delle
scienze
e
delle
arti
è
piena
d
esempi
di
gente
nata
in
umile
condizione
e
costretta
a
vivere
dei
prodotti
della
fatica
che
per
qualche
accidentalità
essendo
giunta
a
godere
del
benefizio
d
una
benché
tarda
e
scarsa
istruzione
o
per
la
lettura
di
qualche
buon
libro
si
aperse
poi
da
se
stessa
un
ampia
via
colla
sola
forza
del
proprio
ingegno
e
venne
ad
eguagliare
e
superare
anco
coloro
che
fin
dall
infanzia
e
sotto
valenti
maestri
s
erano
consacrati
allo
studio
delle
migliori
discipline
;
per
non
rammentarvi
nomi
stranieri
,
vi
citerò
mille
italiani
da
Giotto
al
Tintoretto
,
da
Canova
a
Rossini
,
a
Revelli
,
a
Rubini
:
essi
son
là
col
loro
nome
a
far
fede
che
per
un
solo
di
questi
uomini
straordinari
che
nel
corso
di
un
secolo
si
sottraesse
per
opera
nostra
all
oblio
in
cui
lo
avvolgerebbe
l
ignoranza
,
noi
dovremmo
ritenere
bene
impiegati
e
tempo
e
cure
e
spese
di
fronte
ai
vantaggi
incalcolabili
che
ingegni
così
privilegiati
arrecano
alla
società
.
Avviene
dei
popoli
come
del
suolo
;
se
non
si
sanno
sfruttare
tutte
le
sue
parti
e
i
vari
strati
che
lo
compongono
,
resta
inutile
l
opera
della
creazione
,
che
vi
può
aver
deposto
i
germi
più
preziosi
.
Bisogna
dunque
smuovere
questo
terreno
,
ricercarlo
fin
per
entro
le
sue
viscere
,
e
allora
si
riesce
a
trovare
nel
suo
seno
che
pareva
sterile
,
l
oro
e
il
diamante
;
mentre
la
piana
e
dura
superficie
non
dava
che
mala
erba
,
la
svolta
gleba
ci
ha
rivelato
i
suoi
tesori
.
Il
genio
,
amici
miei
,
è
sparso
in
tutte
le
classi
della
società
e
non
sono
gli
agi
o
la
fortuna
che
ci
destinano
alla
conquista
dell
intelligenza
:
amici
operai
,
istruitevi
dunque
,
e
dopo
l
indipendenza
del
nostro
paese
,
diamo
mano
a
far
l
Italia
morale
:
or
che
siamo
emancipati
politicamente
dallo
straniero
,
emancipiamoci
moralmente
dalla
ignoranza
.
StampaPeriodica ,
Nessun
popolo
in
nessun
tempo
si
è
costituito
in
libertà
ed
ha
durato
in
essa
senza
un
interna
agitazione
che
lo
costringa
a
pensare
,
a
parlare
e
ad
agire
incessantemente
per
l
interesse
patrio
e
per
la
sua
indipendenza
.
La
rassegnazione
è
sintomo
precursore
della
schiavitù
;
invece
l
agitazione
è
il
segno
certo
di
vita
,
di
progresso
e
d
incivilimento
.
I
despoti
vogliono
la
calma
dei
sepolcri
;
gli
uomini
liberi
amano
il
moto
delle
moltitudini
,
dei
parlamenti
e
della
stampa
.
Colui
che
consiglia
la
calma
e
la
rassegnazione
,
fa
opera
trista
e
serve
o
scientemente
o
suo
malgrado
al
dispotismo
.
Nei
regni
abituati
al
vivere
libero
,
e
là
dove
le
istituzioni
democratiche
hanno
profonde
radici
si
trova
una
calma
apparente
,
la
quale
però
non
è
una
cieca
fiducia
,
una
rassegnazione
propria
dei
frati
e
dei
trappisti
;
ma
è
la
calma
di
un
popolo
ch
è
contento
delle
leggi
sanzionate
dalla
sua
libera
volontà
;
e
se
l
occhio
dell
osservatore
penetra
dentro
di
quella
operosa
civiltà
,
vi
troverà
sempre
il
moto
e
l
agitazione
,
conseguenze
immancabili
o
del
timore
di
perdere
il
bene
acquistato
o
del
desiderio
di
acquistare
nuovi
beni
favorevoli
al
suo
progresso
.
Da
lungo
tempo
l
Italia
è
agitata
a
cagione
dello
stato
precario
in
cui
si
trova
,
e
questo
stato
non
solo
mantiene
una
perenne
agitazione
nella
penisola
,
ma
la
genera
ancora
presso
altri
popoli
europei
.
Taluni
asseriscono
che
Napoleone
III
,
disse
essere
questo
stato
di
agitazione
in
Italia
che
impedisce
a
lui
di
prendere
una
definitiva
decisione
,
non
volendo
egli
mostrare
di
cedere
ad
una
pressione
straniera
;
il
che
sarebbe
indizio
certo
che
la
sua
volontà
non
è
libera
,
ma
violentata
.
Questa
risposta
somiglia
a
quella
di
un
debitore
che
,
chiamato
in
tribunale
,
perché
adempia
i
suoi
obblighi
contratti
,
si
rifiuta
di
pagare
dicendo
:
Il
mio
creditore
vuol
forzarmi
a
pagare
per
via
legale
;
ebbene
,
io
resisterò
,
perché
non
voglio
che
la
mia
volontà
sia
violentata
,
e
tirerò
innanzi
la
lite
il
più
lungo
tempo
,
possibile
;
al
mio
difensore
non
mancano
cavilli
per
isfuggire
al
rigore
della
legge
.
La
questione
romana
è
stata
presentata
da
lungo
tempo
al
supremo
tribunale
della
pubblica
opinione
,
la
quale
giudicò
la
caduta
del
potere
temporale
dei
papi
necessaria
al
ritorno
della
pura
religione
cristiana
,
necessaria
alla
costituzione
dell
unità
italiana
.
Il
ritardo
di
questa
caduta
,
derivato
dalla
presenza
dei
Francesi
in
Roma
,
è
la
sola
causa
dell
agitazione
italiana
,
e
di
quel
profondo
turbamento
delle
coscienze
,
riconosciuto
perfino
dall
istesso
Imperatore
dei
Francesi
nel
modo
stesso
con
cui
riconobbe
i
diritti
degl
Italiani
su
Roma
nella
sua
lettera
...
Dov
è
dunque
questa
pressione
venuta
da
una
forza
straniera
?
La
pressione
viene
esercitata
dalla
situazione
,
e
non
cesserà
se
non
quando
cesserà
la
causa
che
la
produce
e
che
la
manterrà
sempre
più
viva
ed
energica
.
La
nostra
calma
sarebbe
il
trionfo
dei
nostri
nemici
;
ma
lo
sperano
invano
.
Qual
è
la
città
,
quale
la
provincia
italiana
che
possa
contentarsi
dello
stato
presente
?
L
agitazione
,
il
malessere
sono
generali
.
Il
ministero
lo
sa
assai
bene
,
vorrebbe
in
qualche
modo
mettervi
un
rimedio
,
e
farsi
perdonare
i
suoi
errori
;
ma
si
trova
impotente
in
faccia
al
moto
popolare
.
Da
ciò
nasce
la
sua
incertezza
,
e
il
continuo
cambiamento
dei
suoi
disegni
.
Senza
un
programma
,
senza
una
politica
ferma
,
vive
nel
provvisorio
.
L
agitazione
crescerà
per
conseguenza
,
e
lo
vedremo
alla
riapertura
del
Parlamento
.
Come
sperare
la
calma
nell
urto
di
tante
passioni
che
agiteranno
l
assemblea
?
Sorgeranno
uno
dopo
l
altro
terribili
accusatori
,
e
sorgeranno
con
lo
Statuto
alla
mano
.
Il
ministero
preparerà
i
suoi
difensori
,
e
questi
,
irritati
per
le
sconfitte
ricevute
dall
opinione
del
paese
,
crederanno
di
imporre
con
la
loro
eloquenza
,
e
mostreranno
una
sicurezza
che
non
sentono
.
L
agitazione
scenderà
dalla
tribuna
parlamentare
nella
stampa
,
e
da
essa
si
diffonderà
nelle
moltitudini
.
Questo
quadro
sembrerà
spaventoso
a
molti
;
per
noi
è
un
lieto
augurio
dell
avvenire
,
perché
da
essa
nascerà
la
salute
del
paese
.
Il
fiume
corre
rapido
verso
il
mare
,
porta
via
i
fanghi
e
purifica
l
atmosfera
;
le
acque
stagnanti
sono
causa
d
infezioni
e
di
sterilità
.
Ogni
giorno
vengono
fuori
nuovi
progetti
:
la
nostra
patria
è
divenuta
in
mano
dei
progettisti
una
creta
molle
,
atta
a
rappresentare
tutte
le
figure
possibili
.
Gli
artisti
sono
al
lavoro
;
la
dividono
,
la
suddividono
,
tornano
a
rimpastarla
;
una
corona
,
due
corone
,
tre
e
quattro
corone
di
regnanti
sorgono
di
varia
grandezza
,
si
compongono
di
vari
cerchi
;
in
mezzo
sta
sempre
la
tiara
.
Viene
un
nuovo
artista
,
un
artista
di
cui
non
si
faceva
nessun
conto
,
prende
tutte
le
corone
e
ne
forma
una
sola
;
la
tiara
sparisce
e
al
suo
posto
s
innalza
una
croce
.
Chi
è
quest
ultimo
artista
?
È
il
popolo
italiano
.
Oggi
si
mette
in
campo
l
idea
di
conciliare
il
Papa
e
l
Italia
,
di
rinunziare
a
Roma
per
andare
a
Firenze
.
I
progettisti
lottano
fra
loro
,
è
un
vero
pugilato
.
Arriva
il
popolo
e
grida
:
Uno
è
il
Campidoglio
,
e
la
nostra
capitale
sta
sulla
vetta
di
quella
collina
consacrata
dal
sangue
,
e
dai
trionfi
dei
nostri
antenati
.
L
agitazione
italiana
non
si
calmerà
se
non
quando
i
decreti
del
Parlamento
italiano
porteranno
inciso
in
caratteri
d
oro
:
Dal
Campidoglio
;
e
saranno
firmati
:
Vittorio
Emmanuele
,
Re
d
Italia
.
I
sospiri
di
tanti
secoli
,
i
martirî
di
tanti
Italiani
,
meritano
questo
compenso
.
Siano
rese
grazie
alla
inflessibile
resistenza
di
Luigi
Napoleone
:
la
questione
romana
per
lui
,
ma
suo
malgrado
,
ha
preso
proporzioni
gigantesche
.
È
divenuta
il
pernio
intorno
a
cui
si
aggirano
le
grandi
quistioni
sociali
del
nostro
secolo
,
libertà
di
coscienza
,
libertà
di
stampa
,
diritto
popolare
,
istruzione
universale
,
risorgimento
delle
nazionalità
,
istituzioni
democratiche
,
abolizione
completa
delle
autocrazie
,
delle
caste
privilegiate
;
l
impero
della
legge
,
e
la
pace
europea
verranno
dietro
la
conquista
di
Roma
sul
Papato
.
I
popoli
hanno
comprese
queste
verità
,
e
perciò
Roma
sta
sulla
bocca
di
tutti
.
Napoleone
III
ha
potuto
dire
all
autocrate
russo
a
Sebastopoli
:
Arrestati
;
ha
potuto
dire
al
gran
Sultano
:
Riconosci
la
nazionalità
rumena
;
ma
non
potrà
mai
dire
all
Europa
:
Io
voglio
che
Roma
resti
al
Papa
per
distruggere
la
sua
gloria
e
il
suo
nome
,
ovvero
:
Io
voglio
che
Roma
sia
la
seconda
città
del
mio
impero
,
come
disse
suo
zio
.
Si
ricordi
che
da
quella
bestemmia
uscita
dalla
bocca
del
gran
Capitano
cominciò
la
sua
rovina
.
I
preti
romani
l
attribuiscono
alla
vendetta
celeste
;
ma
con
più
ragione
e
verità
deve
attribuirsi
a
quella
ambizione
che
si
manifestò
in
tutta
la
sua
forza
nella
usurpazione
di
Roma
.
I
sovrani
si
avvidero
allora
ch
egli
mirava
al
dominio
universale
,
si
collegarono
e
lo
distrussero
.
Vorrebbe
forse
il
nipote
ritentare
la
prova
?
Entra
forse
nella
sua
politica
di
acquetare
per
ora
il
Papa
e
l
Italia
,
di
addormentare
queste
due
potenze
per
poter
entrare
tranquillo
nel
cuore
dell
Alemagna
e
riprendere
il
titolo
,
che
ebbe
lo
zio
,
di
Protettore
della
Confederazione
germanica
?
Non
lo
crediamo
né
tanto
malaccorto
,
né
tanto
possente
.
La
storia
non
sarà
una
lettera
morta
per
lui
,
e
la
crescente
agitazione
in
Italia
,
propagata
in
Europa
,
gli
proverà
che
la
vita
di
questo
popolo
è
risorta
,
e
che
,
uscito
una
volta
dal
sepolcro
,
ha
gettato
lungi
da
sé
il
lenzuolo
della
morte
per
rivestire
il
manto
reale
.
StampaPeriodica ,
Così
nell
ordine
fisico
,
come
nell
ordine
morale
,
vi
hanno
alcune
verità
che
paiono
dimostrate
da
se
medesime
:
a
questo
genere
di
verità
appartiene
la
necessità
dell
istruzione
.
Chi
nega
l
istruzione
,
nega
l
essenza
stessa
della
natura
umana
;
nega
Dio
ed
il
mondo
.
Se
l
uomo
ha
gli
occhi
per
vedere
,
le
orecchie
per
udire
,
la
lingua
per
discorrere
,
le
braccia
per
lavorare
e
i
piedi
per
recarsi
da
un
luogo
all
altro
,
avrà
egli
per
nulla
l
intelletto
?
Ma
allora
bisognerebbe
dire
che
la
materia
è
più
perfetta
dello
spirito
,
perché
la
materia
è
attiva
,
mentre
lo
spirito
sarebbe
inerte
,
o
bisognerebbe
per
lo
meno
pronunziare
una
bestemmia
,
dicendo
che
Dio
ci
ha
dato
l
intelletto
per
giuoco
e
per
illusione
.
Vedete
a
quali
ridicoli
assurdi
ci
condurrebbe
il
non
ammettere
la
necessità
dell
istruzione
.
Da
ciò
nasce
che
i
governi
più
dispotici
e
più
immorali
non
ebbero
mai
l
ardimento
di
svellerla
di
mezzo
ai
popoli
;
e
questo
è
un
omaggio
ch
essi
le
tributarono
.
Ma
è
nell
ordine
della
creazione
che
la
luce
fughi
le
tenebre
,
che
il
gelo
sia
disciolto
dal
calore
,
che
dove
una
cosa
è
,
l
altra
non
possa
essere
.
Ora
i
governi
dispotici
ed
immorali
,
che
non
hanno
forza
che
basti
per
bandire
l
istruzione
,
se
ne
fanno
un
arma
in
loro
propria
difesa
;
vale
a
dire
che
,
non
potendo
distruggerla
,
ne
falsano
il
carattere
.
Tutti
noi
uscimmo
dalle
scuole
che
i
nostri
vecchi
reggitori
ci
aprirono
.
Orbene
,
che
cosa
imparavamo
in
quelle
scuole
?
Io
non
accenno
né
a
luoghi
,
né
a
persone
.
Era
spesso
un
prete
ignorante
ed
arcigno
,
che
c
infondeva
la
sapienza
del
pappagallo
,
a
suon
di
nerbate
,
a
forza
di
strapparci
gli
orecchi
ed
i
capelli
;
a
furia
di
porci
ginocchioni
in
un
angolo
,
sui
gusci
di
noce
.
Dapprima
si
imparava
il
catechismo
,
al
catechismo
succedeva
l
uffizio
della
Madonna
,
all
uffizio
della
Madonna
il
Poretti
,
al
Poretti
il
Nuovo
Metodo
;
e
in
fine
di
molti
anni
,
noi
uscivamo
dottori
,
coll
orgoglio
di
saperne
quanto
i
maestri
che
nulla
sapevano
.
Tutto
il
nostro
patrimonio
intellettuale
era
nel
cantare
a
sproposito
i
mattutini
ed
i
vespri
,
nel
servire
la
messa
al
parroco
,
e
nello
scrivere
,
con
una
mezza
dozzina
d
errori
per
ogni
periodo
,
una
letteruccia
al
padre
,
all
amico
,
o
all
amante
.
Di
educazione
morale
,
non
era
parola
:
il
paradiso
e
l
inferno
formavano
il
nostro
tesoro
;
e
in
ricambio
imparavamo
a
notare
e
a
rivelare
le
mancanze
dei
nostri
condiscepoli
:
il
mestiere
dello
spione
!
Conveniamone
pur
francamente
,
le
nostre
scuole
non
solo
non
ci
rischiaravano
l
intelletto
,
ma
ci
aiutavano
a
spegnere
la
fiaccola
della
natura
e
il
senso
comune
.
Nemmeno
nei
collegi
aristocratici
e
negli
istituti
di
un
ordine
più
elevato
l
istruzione
camminava
di
miglior
passo
.
Ci
si
trascinava
per
lunghi
anni
tra
gli
ispidi
campi
della
lingua
latina
,
fraintesa
parimenti
dagl
insegnanti
e
dagli
scolari
:
ci
si
facevano
rompere
le
dita
a
scandire
versi
che
non
potevamo
comprendere
;
e
tra
la
morta
e
la
viva
,
tutt
e
due
le
lingue
ci
rimanevano
egualmente
indigeste
.
E
la
morale
?
Era
tenuto
in
maggior
fama
di
pietà
e
rettitudine
chi
sapesse
fare
con
più
ipocrisia
il
segno
della
croce
;
e
le
nostre
patenti
erano
nella
polizza
della
confessione
mensile
,
scroccata
ad
un
prete
.
Non
si
voleva
fare
di
noi
degli
onesti
,
ma
dei
bacchettoni
;
non
si
voleva
educare
alla
patria
dei
leoni
che
sapessero
difenderla
,
ma
dei
lyons
(
leggi
pecore
)
che
sapessero
obbedire
.
I
professori
sbracciavansi
ad
esaltare
le
virtù
di
Bruto
,
di
Scevola
,
di
Camillo
,
e
ci
recitavano
ogni
dì
il
panegirico
delle
glorie
greche
e
romane
;
poi
,
se
osavamo
pronunziare
quei
nomi
fuor
della
scuola
,
ci
erano
addosso
gli
aguzzini
della
polizia
e
dovevamo
beverci
le
reprimende
e
le
minaccie
di
Sua
Eccellenza
il
signor
governatore
.
È
ben
vero
che
anche
di
mezzo
a
queste
pastoie
uscivano
di
tanto
in
tanto
alcuni
uomini
egregi
,
ma
gli
è
che
in
quegli
uomini
ha
potuto
più
la
natura
che
l
educazione
;
gli
è
che
l
intelletto
umano
è
più
forte
delle
catene
in
cui
lo
si
tenta
costringere
.
E
quei
pochi
uomini
egregi
qual
premio
ne
avevano
?
Chi
menò
in
patria
una
vita
di
oppressione
e
di
stento
?
Chi
mangiò
il
pane
dell
esilio
e
morì
in
terra
straniera
?
Chi
languì
nelle
carceri
e
lasciò
l
anima
sulle
forche
?
Il
ventuno
e
il
trentuno
parlano
chiaramente
!
Ora
noi
vedremo
spiegarsi
davanti
ai
nostri
occhi
il
magnifico
quadro
della
nostra
rigenerazione
;
vedemmo
gli
ordini
antichi
cedere
il
posto
ai
nuovi
;
vedemmo
cangiarsi
intieramente
la
faccia
del
paese
:
e
per
dirla
con
una
immagine
,
noi
ci
coricammo
schiavi
e
sorgemmo
liberi
,
ci
addormentammo
sudditi
e
ci
svegliammo
popolo
.
Comprendiamo
noi
davvero
tutto
il
benefizio
di
questa
mutazione
?
Gli
effetti
della
libertà
sono
di
due
sorta
:
materiali
e
morali
:
effetti
che
riguardano
il
senso
,
ed
effetti
che
riguardano
l
animo
.
Una
guerra
utilmente
e
gloriosamente
sostenuta
;
le
mene
dei
partiti
avversi
al
bene
della
patria
nostra
;
l
inclemenza
delle
stagioni
che
pregiudicò
l
agricoltura
;
le
malferme
condizioni
politiche
dell
Europa
,
che
attraversarono
il
commercio
e
l
industria
e
aggravarono
la
pubblica
finanza
e
quindi
le
fortune
cittadine
;
tutto
ciò
ci
impedì
finora
di
sentire
gli
effetti
materiali
della
libertà
;
ed
ecco
perché
i
pregiudicati
e
gl
ignoranti
la
osteggiano
.
Una
falsa
educazione
ed
una
istruzione
inefficace
ci
tolsero
di
sentirne
pienamente
gli
effetti
morali
;
ed
ecco
perché
i
pregiudicati
e
gl
ignoranti
bestemmiano
la
libertà
,
che
non
conoscono
o
non
vogliono
conoscere
.
Onde
non
accada
di
perdere
il
prezioso
tesoro
che
ci
venne
affidato
,
istruiamoci
:
la
libertà
è
un
vello
d
oro
,
cui
la
sola
istruzione
saprà
custodire
.
Mentre
il
nostro
paese
si
va
solcando
di
strade
ferrate
,
che
congiungono
e
assorellano
tra
loro
le
varie
provincie
;
mentre
i
fili
telegrafici
mettono
la
nostra
patria
in
così
rapida
comunicazione
col
restante
d
Europa
e
con
le
altre
parti
del
mondo
;
mentre
i
nostri
desideri
e
i
nostri
voti
possono
avere
un
appoggio
nel
giornalismo
e
un
eco
nella
rappresentanza
nazionale
;
mentre
il
commercio
e
l
industria
procedono
in
mezzo
a
noi
così
meravigliosamente
;
mentre
le
classi
operaie
si
raccolgono
in
una
associazione
nazionale
;
negheremo
noi
che
anche
a
dispetto
delle
cause
accidentali
e
passeggere
,
non
vi
siano
tra
noi
effetti
materiali
della
libertà
?
E
dinanzi
a
questo
slancio
generoso
della
materia
,
sopporteremo
noi
che
la
mente
sola
resti
indietro
?
Continueremo
ancora
a
trascurare
la
nostra
istruzione
politica
e
civile
?
La
voce
di
Ezechiele
ha
fatto
risorgere
i
cadaveri
:
la
voce
della
libertà
,
che
è
più
potente
di
ogni
altra
,
non
trarrà
noi
pure
dalla
tomba
dell
ignoranza
,
in
cui
i
nostri
tiranni
ci
collocarono
vivi
?
E
finora
non
toccammo
che
dell
istruzione
considerata
nei
suoi
rapporti
colla
politica
:
che
diremo
noi
dunque
dell
istruzione
considerata
nei
suoi
rapporti
colla
società
e
colla
vita
domestica
e
individuale
?
Un
uomo
senza
istruzione
non
è
utile
né
agli
altri
,
né
a
se
medesimo
.
Egli
non
è
utile
agli
altri
,
perché
a
nessuno
può
cadere
in
mente
di
rivolgersi
a
lui
.
Sarà
ricco
?
e
allora
si
farà
capo
,
non
a
lui
,
sibbene
alle
sue
dovizie
:
sarà
artefice
?
sarà
cittadino
?
ma
allora
si
farà
capo
non
a
lui
,
sibbene
all
opera
sua
materiale
.
Nell
uno
e
nell
altro
caso
,
non
è
l
uomo
che
si
cerca
,
non
è
l
uomo
che
si
desidera
,
non
è
l
uomo
che
si
vuole
,
ma
è
qualche
cosa
fuori
di
lui
:
perché
l
uomo
è
nello
spirito
,
non
nella
carne
,
e
perché
non
vi
fu
divario
tra
il
suo
lavoro
e
quello
della
bestia
,
in
cui
,
come
dice
il
Vangelo
,
non
è
intelletto
.
Egli
non
sarà
dunque
nel
mondo
che
una
macchina
vivente
,
perché
una
macchina
potrà
tenere
luogo
di
lui
.
L
uomo
senza
istruzione
non
è
utile
a
se
medesimo
.
È
egli
ricco
?
Ebbene
,
mangierà
squisitamente
:
ma
anche
i
bruti
possono
fare
lo
stesso
.
Viaggierà
;
ma
le
bellezze
dell
universo
gli
saranno
incomprensibili
.
Si
gitterà
nel
mondo
;
ma
gli
uomini
onesti
lo
compiangeranno
,
le
donne
non
ameranno
lui
sibbene
il
suo
oro
,
gli
amici
si
vergogneranno
di
lui
,
i
nemici
lo
copriranno
di
ridicolo
.
È
artefice
?
È
contadino
?
Artefice
,
non
conoscerà
e
non
comprenderà
i
nuovi
progressi
dell
arte
,
e
non
giungerà
mai
a
volgere
in
meglio
la
sua
sorte
.
Contadino
,
vivrà
e
morrà
stupidamente
,
come
il
bue
ch
egli
guida
.
Contadino
poi
od
artefice
,
l
uomo
senza
istruzione
si
troverà
mille
volte
al
giorno
nella
condizione
di
dover
arrossire
;
mille
volte
al
giorno
dovrà
svelare
altrui
i
propri
segreti
,
per
comunicare
coi
parenti
e
cogli
amici
lontani
;
mille
volte
al
giorno
,
nonostante
la
sua
naturale
preveggenza
e
la
sua
malizia
,
sarà
lo
zimbello
del
prossimo
.
Viene
voglia
a
qualcuno
di
dargli
ad
intendere
che
i
diavoli
mettono
le
anime
arrosto
come
le
castagne
?
ed
egli
sel
crede
.
Salta
il
grillo
ad
un
buontempone
di
fargli
bevere
che
i
morti
parlano
e
camminano
?
ed
egli
sel
crede
.
Un
birbante
gli
dice
che
i
medici
avvelenano
i
poveri
colpiti
dal
colera
per
distruggere
la
razza
?
ed
egli
sel
crede
.
I
preti
lo
spaventano
e
lo
rubano
in
vita
ed
in
morte
;
i
ciarlatani
lo
baloccano
e
gli
vendono
la
panacea
;
il
giuoco
del
lotto
lo
mette
in
camicia
,
ed
egli
recita
continuamente
nella
commedia
umana
la
parte
del
buffone
.
Vedemmo
che
cosa
sia
in
società
l
uomo
senza
istruzione
:
vediamo
ora
che
cosa
è
l
uomo
istruito
e
civile
.
La
fortuna
gli
fu
essa
prodiga
del
suo
sorriso
?
Ebbene
,
l
uomo
istruito
farà
un
savio
e
filantropico
uso
delle
sue
ricchezze
;
perocché
egli
sa
come
beneficando
si
provveda
allo
scopo
per
cui
dalla
Provvidenza
si
donano
;
e
sa
che
il
ricco
non
è
un
feudatario
,
ma
un
amministratore
del
patrimonio
sociale
.
Per
lui
,
i
beni
del
mondo
sono
il
mezzo
non
il
fine
della
felicità
avvegnacché
la
felicità
non
abbia
la
sua
sede
nel
senso
fisico
,
ma
nelle
soddisfazioni
della
coscienza
e
nei
godimenti
del
cuore
.
La
fortuna
gli
fu
essa
invece
matrigna
anziché
madre
?
Ebbene
,
l
uomo
istrutto
abbraccierà
un
arte
o
un
mestiere
per
vivere
,
e
quell
arte
,
o
quel
mestiere
avranno
ai
suoi
occhi
maggior
pregio
dei
tesori
della
terra
,
perché
egli
saprà
esercitarli
degnamente
,
e
perché
andrà
persuaso
che
il
pane
guadagnato
col
sudore
della
propria
fronte
è
di
gran
lunga
più
onorato
e
più
dolce
di
quello
di
cui
non
si
conosce
né
il
prezzo
né
l
origine
.
Nascere
fra
gli
agi
è
opera
della
fortuna
:
nascere
in
povertà
e
sapere
bastare
a
se
medesimo
è
opera
della
virtù
:
se
doveste
scegliere
tra
la
fortuna
e
la
virtù
ondeggiereste
voi
un
istante
?
Talvolta
voi
vedete
salutato
e
accarezzato
il
ricco
idiota
;
ma
sono
i
suoi
denari
quelli
che
si
accarezzano
e
si
salutano
.
Il
povero
istrutto
,
ha
una
qualità
che
i
danari
non
daranno
mai
e
che
nessuna
forza
gli
potrà
togliere
:
voglio
dire
il
sentimento
della
propria
dignità
.
I
beni
della
terra
passano
;
i
beni
dell
intelletto
restano
;
e
il
povero
istrutto
,
messo
a
confronto
col
ricco
ignorante
,
avrà
sempre
il
doppio
vantaggio
di
essere
e
di
sapersi
migliore
.
Non
si
ripeta
dunque
più
mai
quella
sciocca
bestemmia
che
l
oro
è
tutto
:
vi
ha
una
cosa
che
l
oro
non
può
comprare
e
invece
l
istruzione
lo
può
:
e
questa
è
la
stima
universale
.
StampaPeriodica ,
I
possessi
di
manomorta
si
distinguono
in
4
categorie
;
possessi
demaniali
,
comunali
,
ecclesiastici
,
opere
pie
.
Ecco
la
ripartizione
secondo
la
rendita
:
Demanio
nazionale
,
o
possessi
dello
Stato
,
ha
di
rendita
:
L
.
12.440.000
Comuni
hanno
di
rendita
:
15,000.000
Cassa
ecclesiastica
:
12.000.000
Clero
secolare
:
32.000.000
Corporazioni
religiose
:
8.560.000
Opere
pie
,
come
spedali
,
ecc
.
:
25.000.000
L
.
105.000.000
Capitalizzando
quella
rendita
si
trova
un
capitale
nelle
manimorte
di
1.783
milioni
.
La
manomorta
possiede
male
e
tiene
peggio
,
perché
i
suoi
beni
sono
male
amministrati
e
peggio
coltivati
;
se
quell
enorme
capitale
fosse
in
mano
dei
privati
verrebbe
a
due
e
tre
volte
più
.
In
due
modi
si
distrugge
la
manomorta
;
o
con
l
incameramento
o
con
i
livelli
che
possono
redimersi
;
quest
ultimo
modo
già
adottato
in
Toscana
è
ancora
in
vigore
nelle
provincie
meridionali
;
mancava
solo
la
legge
che
rendesse
redimibili
i
livelli
,
e
così
la
proprietà
di
manomorta
entra
nell
industria
privata
.
Il
Parlamento
ha
già
approvato
una
legge
con
la
qualche
chi
vuole
affrancare
un
canone
è
padrone
.
In
Italia
sono
47
arcivescovadi
,
21.100
parocchie
,
molti
seminari
,
parecchie
abbadie
ed
altri
benefizi
.
Ma
nulla
ancora
si
sa
di
preciso
.
La
rendita
fondiaria
dei
beni
che
possiede
il
clero
per
le
provincie
che
attualmente
fan
parte
del
Regno
d
Italia
si
valuta
a
29
milioni
;
ma
la
cifra
si
ritiene
di
sotto
del
vero
ed
è
più
vicina
a
33
milioni
;
nello
specchio
che
sopra
fu
posto
,
32
milioni
.
Nel
1855
furono
soppressi
nell
antico
Stato
del
Piemonte
300
conventi
con
5.172
religiosi
di
cui
3.334
mendicanti
.
Nell
Umbria
e
nelle
Marche
i
conventi
soppressi
sono
707
che
avevano
più
di
10.000
persone
.
Nelle
provincie
napolitane
cessarono
di
esistere
1.167
case
religiose
ove
abitavano
18.615
persone
di
cui
12.252
uomini
e
6.363
donne
;
più
della
metà
erano
mendicanti
.
Nell
Emilia
esistono
177
conventi
con
3.600
persone
,
in
Toscana
312
conventi
con
7.413
religiosi
,
di
cui
3.138
maschi
e
4.255
femmine
.
Senza
contare
la
Sicilia
,
nelle
provincie
del
Regno
d
Italia
vi
sono
2.664
conventi
con
44.800
persone
,
e
queste
sono
cifre
che
fanno
riflettere
seriamente
,
perché
in
Italia
vediamo
la
gente
più
volentieri
darsi
all
ozio
del
convento
che
al
lavoro
della
terra
e
dell
industria
.
Mancano
i
dati
statistici
,
perché
non
si
sa
ancora
quanto
posseggano
le
chiese
e
i
conventi
che
tuttora
sussistono
e
non
si
conosce
ancora
il
numero
delle
persone
che
compongono
il
clero
secolare
e
regolare
,
ma
si
può
ritenere
che
possegga
per
più
di
1.040
milioni
di
lire
.
Non
sarà
inutile
il
seguente
confronto
che
raccomandiamo
ai
nostri
lettori
perché
molto
istruttivo
.
In
Italia
s
impiega
4
volte
più
braccia
che
in
Inghilterra
e
il
doppio
che
in
Francia
per
coltivare
la
terra
.
In
Italia
17
milioni
sono
occupati
nell
agricoltura
e
7
milioni
per
le
altre
industrie
:
produce
2
miliardi
e
350
milioni
,
e
consuma
per
1
miliardo
665
milioni
.
L
Inghilterra
impiega
12
milioni
di
abitanti
e
produce
4
miliardi
e
500
milioni
;
la
Francia
adopra
nell
agricoltura
21
milioni
di
abitanti
e
produce
per
5
miliardi
.
Da
questi
dati
si
rileva
che
l
Italia
nell
agricoltura
produce
4
sesti
meno
che
l
Inghilterra
e
quasi
2
volte
meno
che
la
Francia
.
In
Inghilterra
si
spende
40
franchi
per
ettaro
e
si
ritrae
213
franchi
.
In
Francia
si
spende
5
franchi
e
se
ne
ritrae
95
,
in
Italia
se
ne
spendono
4
e
se
ne
ritrae
79
:
se
l
Italia
avesse
l
attività
e
la
sapienza
inglese
nei
metodi
di
coltura
,
potrebbe
con
minor
numero
di
braccia
produrre
6
miliardi
500
milioni
,
mentre
ora
con
maggior
fatica
ne
produce
appena
un
terzo
del
valore
.
Le
ragioni
di
questa
inferiorità
si
resumono
in
due
specie
;
le
manomorte
che
tengono
legate
tante
proprietà
in
mano
dei
comuni
,
delle
opere
pie
e
del
clero
:
e
queste
la
maggior
parte
nel
Mezzogiorno
d
Italia
;
cause
naturali
sono
poi
il
corso
sregolato
dei
fiumi
,
le
acque
stagnanti
e
le
molte
manomorte
che
in
Italia
occupano
un
tredicesimo
del
suolo
.
Infine
i
pregiudizi
e
l
ignoranza
delle
classi
agricole
,
la
mancanza
di
vie
.
Da
tutte
queste
ragioni
si
vede
che
noi
Italiani
abbiamo
molto
da
fare
avanti
di
giungere
al
punto
a
cui
oggi
sono
giunte
le
altre
nazioni
più
civili
.