StampaPeriodica ,
La
nostra
generazione
,
non
voglio
negarlo
,
avrà
tutte
le
virtù
;
certo
,
crede
d
'
averne
molte
che
non
ebbero
le
generazioni
passate
:
ma
una
ve
n
'
ha
che
nei
nostri
padri
fu
tanto
forte
e
a
noi
pare
sia
stata
negata
inesorabilmente
:
la
compassione
.
La
nostra
generazione
ha
troppa
fretta
,
perché
gli
rimanga
tempo
da
compatire
;
se
nella
corsa
vertiginosa
che
la
sospinge
in
alto
i
deboli
rimangono
a
mezza
strada
spossati
,
non
sarà
certo
ora
che
li
raccoglieremo
pietosamente
per
metterli
bocconi
a
bisdosso
dei
muli
dell
'
ambulanza
:
chi
muore
giace
;
le
file
che
incalzano
non
sanno
guardarsi
i
piedi
,
e
passano
sopra
.
Si
cammina
,
non
v
'
è
da
dubitare
;
e
non
mi
parrebbe
strano
se
una
delle
prossime
legislature
cercasse
d
'
avvalorare
la
legge
suprema
della
vita
ordinando
la
soppressione
assoluta
dei
deboli
:
qualche
cosa
da
sostituire
al
Taigeta
si
troverebbe
.
Certo
,
la
nuova
vita
sociale
,
che
offre
ogni
altezza
libera
a
chi
la
vuoi
raggiungere
,
doveva
,
animata
dalle
idee
nuove
,
portare
a
queste
conseguenze
;
ma
nell
'
insolita
ferocia
entra
senza
dubbio
per
un
pochino
anche
la
reazione
contro
la
troppo
tenerezza
di
cuore
dei
padri
.
Gran
parte
del
romanticismo
non
fu
,
a
guardarlo
bene
,
che
una
società
di
mutuo
soccorso
fra
i
deboli
:
uniti
,
essi
capirono
che
avrebbero
fatto
passare
la
propria
fiacchezza
come
una
tirannia
.
Oh
la
bella
schiera
di
fatali
dalle
bionde
capigliature
spioventi
che
il
vento
dell
'
ispirazione
sollevava
e
agitava
!
povere
arpe
eolie
,
essi
aspettavano
la
mano
invisibile
che
flagellasse
le
corde
tese
oltre
l
'
ordinario
;
gentili
giovinette
angelicate
,
essi
reclinavano
la
testa
sul
braccio
manco
levato
,
e
i
lunghi
capelli
raccolti
in
sette
corde
d
'
oro
,
poi
riuniti
tutti
fra
un
dito
e
l
'
altro
del
piede
,
facevano
l
'
arpa
divina
su
cui
la
mano
destra
doveva
correre
guidata
dall
'
alto
.
Ora
,
all
'
esigenza
del
pubblico
ci
vuol
altro
.
Si
guardi
il
Carducci
in
Italia
;
si
guardi
Zola
in
Francia
.
Se
qualche
atteggiamento
speciale
ce
li
raffigura
nella
loro
lotta
col
pubblico
,
essi
non
possono
apparire
che
atleti
:
hanno
le
maniche
rimboccate
fino
all
'
ascella
,
e
le
loro
braccia
si
gonfiano
di
muscoli
michelangioleschi
a
domar
le
sette
teste
dell
'
idra
ribelle
.
Col
pubblico
,
insomma
,
gli
scrittori
ora
son
uomini
,
e
cercano
di
vincere
;
quarant
'
anni
sono
eran
donne
,
e
come
le
donne
si
corazzavano
di
debolezza
.
Ma
la
lotta
,
per
questo
,
non
è
che
assai
più
pericolosa
.
Guai
se
gli
atleti
vacillano
!
Guai
se
un
di
quei
tremiti
istantanei
e
irragionevoli
,
che
hanno
anche
i
più
gagliardi
,
pervade
loro
le
braccia
e
le
fa
sentire
ai
vinti
infiacchite
:
la
riscossa
è
pronta
,
e
alla
riscossa
segue
la
vendetta
feroce
,
implacabile
.
Perché
,
anche
la
tirannìa
intellettuale
è
una
tirannìa
,
e
delle
più
difficili
a
sopportare
:
se
gli
uomini
riescono
a
scuoterla
,
non
v
'
ha
dubbio
,
si
vendicano
Contro
Zola
questa
vendetta
comincia
di
già
:
in
Francia
non
ancora
,
perché
la
Francia
è
stata
più
lenta
a
piegare
;
ma
proprio
e
specialmente
in
Italia
dove
il
fiero
novelliere
ebbe
più
pronta
e
intera
vittoria
.
Si
loda
,
sì
ancora
,
per
forza
d
'
inerzia
;
ma
si
compra
anche
,
più
che
per
ammirare
per
giudicare
.
Si
giudica
anzi
,
senza
comprare
e
senza
leggere
;
si
condanna
anche
a
torto
,
solo
perché
si
sente
venuta
l
'
ora
di
condannare
.
E
questo
è
il
peggiore
dei
sintomi
:
vuoi
dire
che
all
'
accusato
non
si
concede
difesa
,
che
,
consenta
o
no
la
giustizia
apparente
,
la
giustizia
suprema
vuole
inesorabilmente
così
.
La
nuova
generazione
italiana
ha
addosso
una
gran
fregola
novellistica
;
ella
si
sente
,
e
forse
ha
,
linfa
bastante
a
buttate
vigorose
e
durevoli
:
ma
per
questo
,
ella
sente
,
è
necessario
l
'
affrancamento
dalla
servitù
zoliana
;
per
questo
è
necessario
che
Zola
cada
.
Contro
una
forza
di
questo
genere
non
v
'
è
remissione
:
expedit
ut
moriatur
unus
homo
pro
populo
.
Ma
bisogna
anche
dire
che
Zola
fa
per
conto
suo
tutto
il
possibile
per
affrettare
la
morte
.
Non
giova
ch
'
egli
si
mantenga
all
'
altezza
acquistata
:
uno
scrittore
che
non
aggiunge
ogni
primavera
nuove
penne
e
più
forti
alle
sue
ali
,
è
caduto
.
La
Page
d
'
amour
,
Nana
,
Pot
-
Bouille
furon
tutte
battute
d
'
ala
per
reggersi
;
ora
Au
bonheur
des
dames
è
lo
stesso
:
il
pubblico
non
vuol
altro
;
egli
sa
oramai
che
al
forte
novelliere
manca
la
forza
che
un
nuovo
slancio
gli
chiederebbe
.
Quest
'
ultimo
romanzo
(
come
del
resto
quasi
tutti
gli
altri
di
Zola
,
ed
è
naturale
)
sfuma
al
racconto
:
se
ne
dà
il
primo
schema
con
una
frase
:
la
lotta
del
gran
commercio
col
piccolo
.
Il
gran
commercio
,
polipo
immane
,
conoscitore
sicuro
di
tutte
le
debolezze
moderne
applica
ad
ognuna
di
esse
le
sue
ventose
,
e
tira
a
suo
profitto
il
danno
comune
:
intorno
i
piccoli
commercianti
,
retti
soli
dall
'
abitudine
,
sdegnando
ogni
lusinga
intesa
a
mantenere
fedele
la
donna
muoiono
a
uno
a
uno
d
'
inedia
e
le
donne
li
abbandonano
attratte
in
folla
dal
fascino
del
gran
seduttore
.
Mouret
stesso
,
il
protagonista
,
lo
mostra
all
'
opera
.
«
Prima
di
tutto
è
la
potenza
moltiplicata
dell
'
accumulazione
,
tutte
le
merci
radunate
in
un
luogo
a
sostenersi
e
a
incalzarsi
;
mai
mancanze
,
sempre
l
'
articolo
della
stagione
è
là
:
l
'
avventrice
si
trova
stretta
,
compra
il
panno
qui
,
là
il
filo
,
in
un
altro
luogo
il
mantello
;
si
veste
,
poi
trova
cose
non
prevedute
,
cede
al
bisogno
dell
'
inutile
e
dell
'
elegante
.
Poi
la
marca
a
prezzi
fissi
.
La
gran
rivoluzione
parte
da
questa
novità
.
Se
il
vecchio
commercio
,
il
commercio
minuto
agonizza
,
è
perché
non
può
sostenere
la
lotta
al
ribasso
intrapresa
dalla
marca
.
Ora
la
concorrenza
avviene
sotto
gli
occhi
stessi
del
pubblico
:
un
'
occhiata
alle
vetrine
stabilisce
i
prezzi
,
ogni
magazzino
ribassa
contentandosi
del
minore
guadagno
possibile
:
nessuna
truffa
,
non
arricchimenti
meditati
a
lungo
sur
un
genere
venduto
il
doppio
del
costo
,
ma
operazioni
correnti
,
un
tanto
per
cento
regolare
defalcato
da
tutti
i
generi
;
la
fortuna
affidata
al
buon
andamento
d
'
una
vendita
,
tanto
più
larga
quanto
si
faceva
alla
luce
.
La
rivoluzione
metteva
lo
scompiglio
nella
piazza
,
trasformava
Parigi
,
perché
era
fatta
con
la
carne
e
col
sangue
della
donna
.
Questa
l
'
anima
del
gran
mostro
:
chi
glie
la
infonde
è
Mouret
.
Agitato
da
quest
'
anima
,
esso
cresce
fino
a
proporzioni
inaudite
.
Tutte
le
lusinghe
per
le
quali
si
può
attirare
la
donna
esso
le
sfoggia
;
tutte
le
vie
per
le
quali
l
'
oro
può
rifluire
alle
sue
vene
le
trova
:
e
il
suo
sangue
poi
serve
a
nutrire
tutto
un
popolo
di
larve
umane
,
un
gran
falanstèro
,
che
nella
mente
di
Zola
sarebbe
un
'
immagine
delle
famiglie
operaie
che
avrà
la
società
di
quest
'
altro
secolo
.
A
capo
,
Mouret
.
Ma
dal
basso
,
dalla
rovina
generale
del
commercio
minuto
si
leva
una
cara
e
soave
immagine
di
giovinetta
.
Fattasi
forte
della
sua
debolezza
ella
entra
fra
quel
popolo
di
larve
maligne
e
lo
domina
;
rassegnata
e
costante
,
ferma
,
incrollabile
sotto
la
grazia
apparente
delle
maniere
essa
sale
sempre
più
alto
,
fino
a
che
non
arriva
alle
braccia
aperte
di
Mouret
,
divenuta
«
onnipotente
»
.
Zola
,
certo
,
non
ci
ha
pensato
,
si
potrebbe
giurare
;
ma
la
distribuzione
delle
masse
di
quest
'
azione
richiama
,
a
rovescio
,
la
distribuzione
del
Ruy
-
Blas
.
Là
è
la
nobiltà
che
crolla
,
finita
,
di
contro
all
'
ascensione
del
popolo
;
solo
della
nobiltà
una
donna
rimane
alta
su
le
ruine
,
e
dal
popolo
si
stacca
un
uomo
,
un
servo
,
che
sale
tanto
da
arrivar
fino
a
lei
.
Questo
raffronto
non
è
senza
ragione
:
non
se
n
'
abbia
a
male
il
mio
amico
Renier
,
ma
l
'
idea
prima
di
questo
romanzo
sperimentale
è
romantica
.
Proprio
così
.
Nella
maggior
parte
dei
romanzi
di
Zola
c
'
è
il
mostro
che
divora
l
'
uomo
.
C
'
è
un
'
azione
meccanica
o
una
macchina
che
prende
gli
uomini
e
li
assorbe
,
costituendone
e
crescendone
la
propria
azione
,
o
adoperandoli
come
ordigni
.
La
piena
trascinatrice
o
la
macchina
:
nel
corso
dei
fatti
umani
,
Zola
non
intende
,
non
vede
,
non
riproduce
altro
.
Ora
questo
male
posa
sopra
una
concezione
debole
e
falsa
del
mondo
,
non
solo
umano
,
ma
organico
;
da
una
concezione
di
quel
mondo
puramente
e
rudimentalmente
meccanica
.
Nella
Conquête
de
Plassans
,
per
esempio
,
è
l
'
invasione
clericale
bonapartista
che
si
ripercuote
in
una
famiglia
;
nella
Curée
è
lo
sbrigliamento
degli
appetiti
,
lo
strepito
,
delle
mascelle
di
centomila
cani
affamati
che
assorda
Parigi
e
lo
copre
;
nel
Ventre
de
Paris
sono
i
grandi
mercati
;
nel
Pot
-
Bouille
la
casa
borghese
;
nel
Bonheur
des
dames
il
magazzino
titanico
.
Si
vedano
i
titoli
,
per
esempio
:
non
paia
pedanterìa
;
in
un
'
opera
d
'
immaginazione
i
titoli
rappresentano
generalmente
l
'
immagine
nella
quale
lo
scrittore
raccoglie
tutta
la
vita
dell
'
opera
.
Gli
altri
novellieri
,
generalmente
,
si
tengono
al
nome
del
protagonista
;
se
fanno
prevalere
l
'
analisi
psicologica
,
dànno
al
libro
il
nome
della
malattia
presa
in
esame
.
Zola
no
:
dà
il
nome
della
cosa
,
il
nome
dell
'
azione
che
domina
nel
racconto
senza
contrasto
,
il
nome
della
macchina
trionfatrice
.
E
questo
concetto
della
vita
,
scientificamente
falso
,
se
n
'
avveda
egli
o
no
,
gli
si
fa
sempre
più
fermo
e
sicuro
.
Nel
penultimo
romanzo
,
Pot
-
Bouille
,
è
la
casa
che
vive
,
non
gli
uomini
.
L
'
anima
della
casa
viene
alle
penombra
del
grande
scalone
silenzioso
,
trasfusa
dalle
grandi
porte
lucide
,
dietro
le
quali
s
'
intravedono
abissi
d
'
onestà
.
Letto
il
romanzo
,
di
quelle
donne
,
di
quegli
uomini
,
che
cosa
rimane
?
Nulla
.
Il
frutto
è
fresco
e
colorito
di
fuori
:
chi
lo
spacchi
e
apra
a
una
a
una
le
loggie
che
chiudono
i
semi
,
trova
in
tutte
una
famiglia
di
vermi
.
Tutto
il
romanzo
dà
l
'
impressione
del
brulicame
d
'
una
gran
verminaia
,
d
'
un
rosichío
senza
posa
di
boccucce
nere
.
Così
nel
Bonheur
des
dames
.
La
vita
è
lontana
,
molto
lontana
,
da
tutti
quei
piccoli
commercianti
,
da
tutti
quei
commessi
senza
numero
,
code
di
rondine
che
si
muovono
,
da
tutte
quelle
venditrici
,
abiti
di
seta
ripieni
.
Non
è
neppure
in
Dionisia
,
neppure
in
Mouret
.
Dionisia
non
è
veduta
,
è
voluta
;
Mouret
è
una
personificazione
.
Ciascuno
di
questi
uomini
sacrifica
la
sua
animuccia
primitiva
alla
grande
anima
del
magazzino
:
son
ordigni
,
non
uomini
,
ed
entrano
tutti
nel
moto
della
gran
macchina
:
le
loro
voci
muoiono
;
il
rombo
assordante
del
grande
arnese
le
assorbe
.
Ora
questa
,
come
costruzione
fantastica
potrà
anche
piacere
,
potrà
anche
esser
bella
:
anche
questa
è
mitologia
;
mitologia
che
non
oltrepassa
la
concezione
meccanica
,
che
non
arriva
alla
concezione
umana
,
frutto
insomma
di
mente
ristretta
:
ma
non
importa
;
come
ogni
mitologia
,
è
discutibile
ed
accettabile
.
Non
ci
si
domandi
però
se
lì
noi
troviamo
riprodotta
la
vita
:
risponderemmo
di
no
.
Non
ci
si
domandi
se
lì
noi
troviamo
arte
vera
;
risponderemmo
di
no
.
Che
i
novellieri
ci
diano
gli
uomini
vivi
,
e
noi
nelle
sue
novelle
troveremo
la
vita
;
che
li
facciano
immortali
con
gli
uomini
,
e
ci
troveremo
l
'
arte
.
Il
rombo
ci
darà
la
voce
d
'
un
alveare
;
a
darci
la
voce
degli
uomini
,
non
basta
:
per
questo
,
bisogna
ch
'
essi
parlino
,
bisogna
che
si
mostrino
e
operino
nel
dramma
.
Qui
lo
svolgimento
del
dramma
è
impedito
e
soffocato
dallo
strepito
disarmonico
dell
'
orchestra
.
StampaPeriodica ,
Oggi
com
'
oggi
la
letteratura
femminile
in
Italia
fiorisce
.
Se
siano
tutte
rose
,
non
saprei
dire
:
certo
è
che
forse
neanche
il
Cinquecento
,
così
popolato
di
rimatrici
e
di
gentildonne
erudite
,
può
vantarla
così
varia
,
così
spregiudicata
,
così
abbondante
.
È
vero
che
poche
ora
(
diciamo
poche
per
cortesia
)
saprebbero
scrivere
epigrammi
greci
come
Olimpia
Morato
,
o
reggere
a
disquisizioni
teologiche
come
Giulia
Gonzaga
la
bellissima
,
e
Vittoria
Colonna
:
ma
è
anche
vero
che
le
nostre
sanno
per
compenso
il
francese
;
e
come
lo
sanno
!
Agli
uomini
che
sapessero
il
francese
e
non
sapessero
il
greco
,
che
leggessero
Mendès
e
Barbey
d
'
Aurevilly
riservandosi
di
guardare
dall
'
alto
in
basso
la
letteratura
classica
,
non
importerebbe
poi
gran
che
:
ma
scrivere
è
un
altro
paio
di
maniche
.
Questa
usurpazione
,
per
parte
delle
donne
,
nei
loro
diritti
,
costretti
come
sono
a
passarci
sopra
per
non
parere
villani
o
di
poco
spirito
,
questa
usurpazione
non
la
mandano
giù
.
E
,
sebbene
in
versi
,
quando
devono
celebrare
una
donna
che
inganna
ricamando
rime
le
ore
d
'
aspettativa
,
cavan
sùbito
fuori
del
cassettone
rettorico
Saffo
e
Corinna
;
se
ne
vendicano
poi
nella
prosa
,
nella
vil
prosa
,
protestando
e
giurando
di
esecrare
le
donne
che
scrivono
quasi
da
quanto
quelle
che
votano
.
E
,
in
prosa
e
in
versi
,
hanno
torto
.
Già
,
s
'
e
mai
trovato
un
uomo
che
,
di
fronte
a
una
donna
in
qualunque
argomento
e
in
qualunque
caso
,
avesse
ragione
?
Qui
poi
,
torto
doppio
:
di
critici
e
d
'
uomini
.
Come
siamo
fatti
,
come
pensiamo
,
come
amiamo
,
come
viviamo
noi
,
noi
uomini
,
(
non
se
n
'
abbiano
a
male
i
novellieri
sperimentali
)
lo
sappiamo
fin
troppo
;
tanto
per
le
letterature
di
tutti
i
tempi
e
di
tutti
i
luoghi
,
fan
sangue
le
membra
dilaniate
,
s
'
incrociano
le
ramificazioni
convulse
delle
vene
e
dei
nervi
nell
'
anatomia
dell
'
anima
nostra
maschile
;
qual
e
oramai
il
cameriere
di
caffé
che
,
fra
il
posare
e
l
'
alzar
delle
tazze
,
non
si
permetta
ogni
tanto
un
briciolo
d
'
analisi
psicologica
?
Ma
come
sia
fatta
e
come
viva
la
donna
,
noi
non
lo
sappiamo
se
non
di
seconda
mano
e
per
congettura
;
e
per
lo
più
,
la
immaginiamo
e
la
rappresentiamo
come
un
uomo
senza
persona
,
imbiancato
dallo
zolfo
dell
'
ignoranza
,
purificato
per
le
acque
chiare
dell
'
indeterminatezza
.
Ma
la
natura
e
la
vita
,
crediamo
forse
che
non
si
possano
vedere
,
sentire
,
rappresentare
,
se
non
come
le
vediamo
,
le
sentiamo
,
le
rappresentiamo
noi
?
O
crediamo
che
l
'
arte
non
possa
scapitare
,
se
gli
stessi
fantasmi
che
visitano
l
'
anima
nostra
,
passando
per
un
'
anima
femminile
si
colorano
e
si
atteggiano
diversamente
?
Ancora
,
e
peggio
:
se
le
donne
oramai
tutte
date
allo
scrivere
non
avessero
dimenticato
di
leggere
,
avrebbero
nella
lotta
dell
'
amore
troppo
vantaggio
sopra
di
noi
.
Con
tutta
questa
letteratura
psicologica
,
noi
uomini
abbiamo
messo
e
mettiamo
di
continuo
le
carte
in
tavola
;
la
donna
le
tiene
ancora
raccolte
nel
misterioso
ventaglio
,
sicura
di
sé
perché
conosce
il
vostro
giuoco
,
sicura
di
voi
perché
voi
non
conoscete
il
suo
.
È
nell
'
interesse
nostro
,
fratelli
,
che
le
parti
si
mutino
:
giù
le
carte
,
signore
.
È
vero
che
una
scrittrice
,
la
marchesa
Colombi
,
ha
detto
recentemente
che
le
donne
non
imparano
a
conoscere
l
'
abbandono
se
non
quando
si
trovano
abbandonate
.
Ah
!
marchesa
,
marchesa
,
marchesa
!
Eppure
le
misericordie
per
i
colpi
di
grazia
è
da
un
pezzo
che
non
usano
più
.
La
contessa
Lara
,
o
signore
,
vi
dà
il
buon
esempio
.
Questo
suo
canzoniere
,
come
rivelazione
d
'
un
'
anima
femminile
,
come
documento
umano
,
direi
,
se
la
frase
oramai
non
fosse
inzaccherata
di
volgarità
,
e
veramente
prezioso
.
Intendiamoci
:
da
questi
fogli
,
che
la
contessa
congedandoli
chiama
tersi
(
e
l
'
editore
Sommaruga
ha
fatto
tutto
il
possibile
perché
si
pensasse
alla
verità
dell
'
aggettivo
,
non
alla
necessità
della
rima
)
da
questi
fogli
non
è
che
l
'
arte
non
occhieggi
profumata
e
capricciosa
,
facendo
sorrisi
e
riverenze
piene
di
grazia
e
di
canzonatura
:
la
testolina
bionda
emergente
da
un
cerchio
di
pellicce
e
di
velluto
ha
mosse
sùbite
e
vive
,
e
al
muoversi
s
'
accompagna
il
riso
degli
occhi
neri
folgoranti
fra
i
capelli
aggrovigliati
come
fior
di
vitalba
e
il
serpeggiare
delle
anella
bionde
che
scendono
come
giacinti
sul
collo
di
latte
.
Non
è
dunque
che
in
questi
versi
manchi
l
'
arte
:
ce
n
'
è
anzi
anche
troppa
.
Qualche
volta
,
per
esempio
,
i
drammi
e
le
figure
della
vita
reale
,
della
vita
borghese
,
vorrebbero
un
po
'
più
di
vivezza
nella
frase
anche
a
scàpito
della
martellatura
e
della
brunitura
del
vaso
,
un
po
'
più
di
precisione
rapida
nel
tocco
,
anche
a
scapito
della
lingua
poetica
eletta
e
dell
'
audacia
felice
di
stile
.
A
questo
proposito
,
anzi
,
ci
sarebbe
molto
da
dire
:
si
potrebbe
,
per
esempio
,
da
questo
libro
di
versi
d
'
una
signora
risalire
alle
ragioni
per
le
quali
l
'
arte
della
rima
,
da
noi
,
s
'
è
mostrata
sempre
disadatta
o
restia
a
rendere
il
vero
di
tutti
i
giorni
,
il
vero
del
salotto
e
dell
'
alcova
,
del
teatro
e
della
festa
da
ballo
,
della
passeggiata
ai
Colli
e
dei
bagni
a
Livorno
e
a
Castellammare
:
il
vero
,
insomma
,
di
questa
piccola
vita
borghese
che
ha
per
fondo
la
carta
di
Francia
e
il
velluto
;
dalla
finestra
,
sì
,
si
vede
un
po
'
di
verde
e
di
mare
e
di
cielo
,
ma
i
vetri
sono
chiusi
per
paura
dei
raffreddori
.
Tutto
questo
e
altro
potrei
ricercare
e
considerare
e
osservare
;
ma
io
,
in
questo
libro
,
non
ho
cercato
l
'
arte
,
lo
confesso
,
ho
cercato
la
donna
.
E
la
donna
c
'
è
:
intelligente
,
troppo
intelligente
,
anzi
,
se
vogliamo
dar
ragione
al
Fontana
,
gloria
,
musa
,
angelo
,
idea
,
se
vogliamo
dar
retta
al
ribelle
spirito
che
ha
mille
volte
meno
spirito
del
Fontana
;
ma
,
in
tutto
e
sopra
tutto
,
donna
.
Donna
anche
nella
sincerità
delle
sue
confessioni
;
e
forse
potrebbe
anch
'
essere
che
,
tanto
per
mutare
,
come
parve
ad
un
suo
amico
ch
'
ella
pregando
si
divertisse
a
canzonare
i
santi
,
così
scrivendo
si
divertisse
a
canzonare
i
lettori
.
Le
carte
ella
le
mette
in
tavola
,
è
vero
,
ma
le
mescola
e
le
scambia
con
un
'
agilità
che
sarebbe
meravigliosa
quando
non
fosse
femminile
,
di
modo
che
raccapezzar
le
fila
dei
drammi
che
si
svolgono
per
entro
il
profumo
di
queste
risa
,
di
questi
baci
,
di
questi
sospiri
fatti
armonia
,
non
riesce
davvero
la
cosa
più
semplice
che
si
possa
pensare
.
Tuttavia
,
a
chi
sappia
guardar
bene
,
tra
la
folla
degli
intermezzi
,
fra
il
vario
muovere
delle
figurine
illuminate
dalla
luce
piena
della
passione
o
contorcentisi
grottesche
allo
squillo
argentino
del
riso
della
loro
signora
,
tre
drammi
principalmente
si
distinguono
diversi
di
carattere
e
di
scioglimento
.
Far
l
'
analisi
di
tutti
,
non
sarebbe
né
gentile
né
giusto
;
comprino
i
curiosi
il
libro
e
tentino
di
farla
da
sé
.
Ma
ce
n
'
è
uno
fra
gli
altri
,
che
finisce
allegramente
in
una
risata
;
cioè
:
in
una
risata
dei
lettori
e
in
un
sorriso
maligno
di
chi
determina
la
catastrofe
.
Protagonista
è
quel
ribelle
spirito
che
appare
sempre
accompagnato
dai
profumi
di
zagare
del
suo
dolce
paese
amato
dal
sole
,
e
inghirlandato
dai
pampini
secchi
della
sua
retorica
,
non
saprei
se
più
accademica
o
romantica
,
arcadica
sempre
.
Egli
le
scrive
da
lontano
:
E
nevica
anche
in
questo
del
sol
dolce
paese
,
cadon
le
rose
,
tremano
le
zagàre
da
l
'
insolito
gel
colte
ed
offese
.
E
seguita
raccontando
d
'
una
sua
passeggiata
nei
campi
in
cerca
di
solitudine
,
e
d
'
un
sogno
fatto
passeggiando
,
a
occhi
aperti
.
Gli
pareva
d
'
essere
con
lei
in
una
slitta
e
di
scivolare
su
quel
gran
piano
di
neve
,
lieve
lieve
come
se
la
slitta
volasse
;
egli
le
cingeva
col
braccio
la
vita
e
il
sangue
gli
batteva
ardente
nelle
arterie
,
quando
...
quando
sparve
il
sogno
,
ed
egli
non
seppe
far
altro
che
piangere
.
Ella
scrolla
la
sua
testina
incredula
Con
un
sorriso
di
bambino
scaltra
;
E
data
al
fuoco
l
'
amorosa
lettera
,
Stende
la
mano
per
aprirne
un
'
altra
.
Benissimo
!
a
tutto
quel
ghiaccio
non
c
'
era
altro
rimedio
che
il
fuoco
.
E
poi
,
era
ghiaccio
artificiale
:
non
è
vero
,
contessa
?