StampaPeriodica ,
Dicendo
le
ultime
parole
su
gli
avanzi
mortali
di
Giuseppe
Regaldi
,
che
la
città
e
la
Università
di
Bologna
onorando
e
commemorando
restituiscono
agli
affetti
de
'
suoi
e
della
terra
natale
,
io
farò
prova
di
vincere
la
tristezza
che
m
'
invade
dinanzi
al
mancare
di
questo
collega
che
anche
mi
fu
per
quindici
anni
amico
buono
,
al
disparire
di
questo
quasi
ultimo
raggio
della
poesia
de
'
nostri
padri
.
I
pianti
delle
prefiche
e
gli
strilli
dei
panegiristi
sono
per
i
morti
volgari
:
dalle
bare
degli
uomini
che
servirono
nobilmente
la
patria
sorge
il
documento
della
vita
loro
a
confortare
ad
ammonire
a
illuminare
i
superstiti
.
Se
bene
a
ripensare
che
della
gioventù
di
quest
'
uomo
,
il
quale
passò
biondo
cantore
fra
le
genti
latine
,
che
vedendolo
e
udendolo
si
domandavano
ammirate
Or
come
ritornano
gli
aedi
e
i
trovatori
nell
'
età
della
stampa
e
delle
gazzette
?
se
bene
,
dico
,
a
ripensare
che
di
quella
gioventù
ed
energia
di
spiriti
,
di
quell
'
espansione
dell
'
anima
,
di
quelle
gioie
,
di
quelle
glorie
,
di
quelli
amori
,
resta
a
pena
una
languida
memoria
,
e
che
sparirono
come
l
'
ombra
d
'
un
sogno
;
se
bene
,
a
ripensare
tutto
cotesto
,
la
tristezza
è
necessaria
e
profondamente
umana
.
Ma
lasciamo
alla
storia
letteraria
le
ricordanze
di
questo
ultimo
dei
trovatori
,
il
quale
fu
anche
egli
attratto
,
come
i
predecessori
suoi
del
medio
evo
,
dalla
visione
del
mistico
oriente
,
dal
desio
dei
pellegrinaggi
nella
terra
madre
dei
popoli
,
delle
religioni
e
delle
scienze
,
e
infine
,
come
i
trovatori
antichi
si
rendevano
a
Dio
raccogliendo
nella
solitudine
d
'
un
chiostro
l
'
età
sfiorita
,
si
raccolse
,
obbedendo
ai
tempi
,
in
miglior
solitudine
,
per
consacrare
alla
scienza
e
all
'
insegnamento
gli
anni
della
vita
matura
nell
'
esperienza
.
Alla
storia
letteraria
il
giudizio
e
la
lode
del
facile
poeta
ritemperato
nei
forti
studi
e
nei
fermi
ideali
.
A
noi
,
suoi
colleghi
ed
amici
,
a
voi
,
suoi
discepoli
,
la
testimonianza
del
culto
ch
'
egli
ebbe
per
l
'
arte
e
la
scienza
,
della
religione
ch
'
egli
portò
nell
'
adempimento
del
dovere
:
della
religione
del
dovere
,
che
è
la
qualità
più
alta
del
carattere
e
la
parte
più
nobile
della
vita
,
perché
la
più
disinteressata
.
Per
degnamente
apprezzare
la
coscienza
di
Giuseppe
Regaldi
e
trar
documenti
dal
suo
esempio
,
bisogna
aver
veduto
e
udito
come
cotesto
poeta
estemporaneo
si
fosse
condotto
a
pesare
,
infaticato
e
incontentabile
,
su
bilance
sempre
nuove
di
giudizio
e
disamina
,
non
pure
ogni
fatto
,
ogni
cifra
,
ogni
asserzione
,
ma
ogni
espressione
ed
ogni
parola
,
prima
di
pronunziarla
dalla
cattedra
o
di
consegnarla
al
libro
:
bisogna
aver
saputo
e
veduto
com
'
egli
,
così
innanzi
negli
anni
,
vegliasse
le
notti
o
sorgesse
con
l
'
alba
per
preparare
in
lunghe
cure
di
ricerche
e
raffronti
quelle
lezioni
di
storia
,
delle
quali
gli
uditori
ammiravano
la
colorita
facondia
.
Come
egli
,
già
strascinantesi
negli
ultimi
passi
della
vita
,
fosse
rigido
osservatore
dell
'
officio
suo
a
tutte
le
lezioni
,
nelle
ore
anche
men
comode
,
nelle
stagioni
anche
più
rigide
,
gli
studenti
lo
sanno
:
lo
sappiamo
,
con
dolore
,
noi
suoi
amici
,
che
in
vano
ci
adoperammo
a
persuaderlo
di
risparmiarsi
.
Il
voto
supremo
del
vecchio
era
finire
il
suo
Egitto
:
come
chiamava
egli
il
libro
,
pubblicato
nell
'
ultima
estate
,
ove
raccolse
le
sue
peregrinazioni
di
poeta
e
i
suoi
studi
di
professore
.
Gli
ultimi
due
anni
della
vita
egli
travagliò
intorno
all
'
Egitto
,
quasi
ricercando
dall
'
oriente
la
luce
che
gli
consolasse
e
riscaldasse
il
solitario
crepuscolo
.
Finito
il
suo
Egitto
,
al
Regaldi
parve
oramai
finita
la
parte
sua
nel
mondo
;
e
rassegnato
chinò
il
bianco
capo
sotto
il
volo
della
Parca
che
veniva
.
E
la
Parca
lo
toccò
pur
allora
uscito
dalle
soglie
dell
'
Università
,
dal
tempio
,
così
egli
diceva
,
della
sapienza
:
lo
toccò
e
gli
disse
:
Basta
,
buono
operaio
;
va
,
e
riposa
.
Or
ecco
quello
che
avanza
di
Giuseppe
Regaldi
.
La
spoglia
e
gli
affetti
ultimi
del
poeta
,
la
gentile
alterezza
della
sua
fama
,
alla
terra
nativa
:
le
sue
ispirazioni
e
gli
studi
alla
storia
letteraria
e
civile
d
'
Italia
:
a
noi
suoi
colleghi
ed
amici
,
la
memoria
,
sempre
onorata
,
sempre
cara
,
delle
virtù
sue
e
della
bontà
;
a
voi
,
giovani
,
l
'
ammaestramento
e
l
'
esempio
.
O
giovani
,
ogni
qual
volta
vi
avviene
(
in
questi
anni
ahi
troppo
spesso
)
di
assistere
al
passaggio
supremo
di
alcuno
dei
valenti
di
quella
generazione
che
cooperò
a
riconstituirvi
la
patria
,
a
riconstituire
di
tanti
volghi
dispersi
,
la
più
gloriosamente
dotata
delle
nazioni
latine
,
o
giovani
,
voi
dovete
pensare
:
pensare
quanto
voi
dovete
ai
vostri
maggiori
,
quanto
da
voi
aspetta
la
patria
.
I
vostri
maggiori
,
o
giovani
,
come
apprese
loro
il
padre
ideale
della
nuova
Italia
,
vollero
,
sempre
vollero
,
fortemente
vollero
;
e
vollero
le
nobili
e
alte
cose
.
Giuseppe
Regaldi
diceva
a
me
nelle
famigliari
conversazioni
,
e
lo
scrisse
per
avventura
in
alcun
de
'
suoi
libri
:
Io
ebbi
sempre
innanzi
tre
ideali
che
mi
si
andavano
a
grado
a
grado
allargando
nella
poesia
e
negli
studi
:
Dio
,
Patria
,
Umanità
.
Tre
grandi
ideali
in
vero
,
o
giovani
:
Dio
empié
la
storia
dei
popoli
semiti
:
la
Patria
fece
la
storia
di
Grecia
e
di
Roma
;
l
'
Umanità
va
informando
la
storia
nuova
iniziata
dal
pensiero
rivendicatosi
a
libertà
.
E
o
che
gl
'
ideali
della
Patria
e
dell
'
Umanità
si
voglia
considerare
come
trasformantisi
rispecchiati
nell
'
ideale
immanente
di
Dio
,
o
che
gl
'
ideali
di
Dio
e
della
Patria
si
considerino
come
trasformantisi
e
modificati
nell
'
ideale
permanente
dell
'
Umanità
,
il
vero
è
che
senza
ideali
le
civiltà
non
fioriscono
,
che
senza
ideali
non
v
'
è
disciplina
non
v
'
è
instituzione
.
L
'
arte
,
per
sé
sola
,
è
trastullo
inutile
:
la
scienza
,
fine
a
sé
stessa
,
è
inutile
tormento
:
ambedue
conspiranti
all
'
azione
fraternamente
umana
nella
luce
che
viene
dagli
esempi
degli
spiriti
magni
sono
la
corona
della
vita
.
Milizia
è
la
vita
degli
uomini
su
la
terra
sentenziò
il
savio
orientale
:
milizia
di
combattenti
per
il
vero
e
per
il
buono
,
dove
solo
è
la
felicità
.
E
se
questo
pensando
,
se
ripensando
al
passato
e
all
'
avvenire
d
'
Italia
,
con
una
mano
sul
cuore
,
voi
solleverete
un
momento
gli
occhi
al
cielo
della
patria
,
vi
parrà
,
o
giovani
,
vedere
i
vostri
padri
,
i
vostri
morti
,
accennarvi
dall
'
alto
e
inanimarvi
con
gli
scudi
circonfusi
di
gloria
e
rutilanti
di
luce
,
con
i
vessilli
sventolanti
vittoria
nell
'
azzurra
eternità
senza
passione
.
Bologna
,
16
Febbraio
1883
.
StampaPeriodica ,
A
Ravenna
,
dove
io
era
il
6
giugno
,
per
la
inaugurazione
del
monumento
al
Farini
,
rappresentando
la
Deputazione
storica
romagnola
instituita
già
dal
dittatore
,
rividi
,
per
la
prima
volta
da
che
ministro
,
Benedetto
Cairoli
.
O
,
a
dir
meglio
,
egli
primo
vide
me
;
e
per
la
sala
affollata
di
deputati
,
di
senatori
,
di
generali
,
mi
corse
incontro
con
quella
sua
bella
faccia
serena
come
un
maggio
di
Lombardia
,
e
mi
abbracciò
e
mi
strinse
forte
le
mani
guardandomi
in
viso
,
e
mi
batté
su
le
spalle
;
e
tràttomi
in
disparte
,
e
chiamati
a
sé
gli
onorevoli
Baccarini
e
Zanardelli
,
tutti
tre
mi
furono
a
dosso
a
mezza
spada
perché
mi
rendessi
alla
croce
del
merito
civile
di
Savoia
.
Io
risposi
:
ci
pensassero
su
dell
'
altro
,
e
vedrebbero
che
sì
per
me
sì
per
loro
il
meglio
sarebbe
non
ne
far
nulla
.
La
sera
al
tardi
rividi
gli
onorevoli
Baccarini
e
Zanardelli
in
un
ritrovo
di
progressisti
a
cena
.
Con
i
progressisti
di
Ravenna
si
può
anche
andare
a
cena
,
senza
pericolo
che
vi
appioppino
su
le
spalle
un
macigno
di
discorso
politico
o
vi
facciano
scattare
in
faccia
qualche
macchinetta
elettorale
.
E
lì
in
mezzo
a
tutti
quei
progressisti
,
di
colore
anzi
che
no
acceso
,
e
taluno
anche
,
se
volete
,
repubblicano
a
larga
cintura
,
il
Zanardelli
con
quel
suo
fare
tra
dinoccolato
e
nervoso
,
cominciò
a
movere
il
discorso
su
la
grande
penetrazione
d
'
ingegno
e
la
squisita
coltura
di
S.M.
la
Regina
.
E
poi
,
con
un
atto
di
testuggine
ritraendo
il
collo
per
entro
le
spalle
quasi
per
non
parere
d
'
esser
lui
,
seguitò
della
molta
stima
in
che
ella
aveva
i
versi
del
Carducci
e
specialmente
le
odi
barbare
.
A
questo
,
riallungando
il
collo
e
volgendo
in
qua
e
in
là
la
testa
fine
e
la
fronte
irrequieta
,
come
un
baco
da
seta
che
vada
al
bosco
(
chiedo
perdòno
all
'
autore
della
riforma
elettorale
,
a
cui
sono
con
molta
stima
affezionato
:
ma
per
la
fedeltà
della
descrizione
mi
abbisognano
questi
paragoni
)
,
prese
a
raccontare
come
la
Regina
ricevendolo
a
udienza
lo
salutasse
coi
versi
,
Lieta
del
fato
Brescia
raccolsemi
,
Brescia
la
forte
,
Brescia
la
ferrea
,
Brescia
leonessa
d
'
Italia
,
ecc
.
e
poi
rifacendosi
da
capo
gli
dicesse
a
mente
tutta
l
'
ode
.
E
qui
mi
guardava
con
que
'
suoi
occhi
sbadatamente
interrogatori
.
Io
sorridevo
.
E
il
ministro
seguitava
come
la
Regina
conchiudesse
Ah
sì
,
il
...
è
da
vero
il
primo
dei
nostri
poeti
viventi
(
qui
il
ministro
è
proprio
mallevadore
lui
di
tutto
)
.
Al
che
egli
rispose
con
democratica
cortigianeria
Non
so
se
a
tal
giudizio
rimarrebbero
contenti
altri
,
ma
non
io
oserò
contraddire
alla
Maestà
Vostra
.
Poi
si
passò
ad
altro
;
ma
su
l
'
uscire
egli
mi
disse
così
sottovoce
In
somma
la
Regina
vorrebbe
che
voi
aveste
la
croce
del
merito
civile
.
La
mattina
di
poi
,
avviandomi
con
alcuni
amici
alla
Pineta
,
ci
scontrammo
nelle
carrozze
che
traevano
i
ministri
alla
stazione
.
E
Benedetto
Cairoli
allungando
e
agitando
le
braccia
tra
i
molti
saluti
mi
gridò
Dunque
è
fatto
;
e
il
rumore
delle
ruote
trascorrenti
si
portò
il
resto
e
mi
tolse
il
rispondere
.
Io
non
ci
pensava
già
più
,
quando
di
lì
a
un
mese
mi
venne
il
decreto
di
nomina
con
gli
statuti
dell
'
ordine
,
ove
è
fermato
l
'
obbligo
di
giurare
fedeltà
al
re
e
ai
successori
,
ponendo
,
inginocchiato
,
la
mano
destra
su
gli
evangeli
,
tra
due
testimoni
,
dinanzi
al
ministro
dell
'
interno
,
che
ha
da
firmare
il
verbale
del
giuramento
.
Rinunziai
;
dico
vero
,
con
dispiacere
;
co
'
dispiacere
di
dover
apparire
,
non
essendo
,
sconoscente
a
chi
mi
tenne
non
indegno
d
'
una
nobile
onorificenza
,
fatta
più
insigne
dall
'
assentimento
,
che
richiedesi
a
conferirla
,
degl
'
illustri
signori
sedenti
nel
consiglio
dell
'
Ordine
.
Sì
che
,
quando
il
rettore
dell
'
Università
,
un
giorno
prima
che
i
Reali
d
'
Italia
arrivassero
a
Bologna
,
chiamatomi
a
sé
,
cominciò
a
sollecitarmi
che
andassi
anch
'
io
alla
visita
di
ossequio
,
tanto
più
che
la
Regina
aveva
mostrato
desiderio
di
vedermi
,
ecc
.
ecc
.
,
l
'
egregio
rettore
e
amico
senator
Magni
non
ebbe
a
spendere
parole
molte
.
Che
la
Regina
volesse
proprio
veder
me
,
mi
parve
un
tiro
degli
amici
ministeriali
per
battermi
nel
debole
ed
espugnarmi
.
Ma
io
,
che
tante
regine
aveva
cercate
e
osservate
e
studiate
nella
storia
nell
'
epopea
e
nel
dramma
,
era
ben
io
curioso
di
vedere
una
regina
viva
e
vera
e
compiacentesi
della
poesia
e
delle
arti
.
Intanto
i
Reali
vennero
.
Erano
di
quelle
giornate
quali
il
novembre
non
ne
dà
,
credo
,
che
a
Bologna
.
Fango
in
terra
e
fango
in
cielo
:
stillanti
,
grondanti
,
chiazzati
in
tetra
umidità
i
tetti
,
le
case
,
i
muri
:
cinereo
e
grigio
tutto
:
e
dalla
monotona
deformità
delle
nubi
filtrava
un
'
acquerugiola
lenta
,
fredda
,
ostinata
,
che
non
si
vedeva
e
immollava
l
'
anima
,
che
non
si
sentiva
ed
empieva
le
contrade
di
una
poltiglia
mobile
e
appiccicaticcia
,
lubrica
e
attaccaticcia
e
impacciante
,
come
eloquenza
parlamentare
:
erano
di
quelle
giornate
che
vien
voglia
di
dar
delle
pedate
alla
gente
in
cui
uno
si
abbatte
,
pensando
Guarda
quest
'
altro
fango
che
anche
si
move
.
In
quel
brutto
vespero
dunque
del
4
novembre
la
confusione
dell
'
ingresso
per
via
Galliera
fu
strana
.
Il
popolo
avea
rotte
e
turbate
le
file
e
mescolati
i
colori
officiali
:
erano
aiuole
di
bianco
e
di
turchino
,
di
rosso
e
di
nero
,
e
sprazzi
e
barbagli
d
'
oro
e
d
'
argento
dagli
elmi
dai
galloni
dalle
decorazioni
dai
gioielli
per
mezzo
una
gran
massa
oscura
,
una
materia
uniforme
,
che
moveva
moveva
mugghiando
e
trasportando
con
sé
cavalli
e
carrozze
,
e
ufficiali
e
signore
,
e
,
al
di
sopra
,
le
selve
delle
bandiere
crollantisi
e
barcollanti
quasi
a
un
vento
invisibile
.
Io
era
tra
la
folla
che
si
pigiava
innanzi
dai
portici
;
e
in
quella
confusione
la
figura
della
Regina
mi
passò
davanti
come
un
che
bianco
e
biondo
,
come
una
imagine
romantica
in
mezzo
una
descrizione
verista
,
potente
se
volete
,
ma
che
non
finisce
mai
ed
annoia
.
La
sera
,
nella
piazza
di
San
Petronio
e
nella
attigua
del
Nettuno
,
lo
spazio
era
,
al
paragone
,
più
libero
e
l
'
uomo
poteva
girare
.
E
quando
,
ondeggiante
per
la
fòsca
storica
piazza
la
variazione
dei
bengàla
,
uno
dei
finestroni
di
quel
palazzo
di
mattone
s
'
aprì
,
e
chiamati
dagli
applausi
il
Re
e
la
Regina
comparvero
al
verone
,
e
dietro
loro
lo
splendore
della
sala
impallidiva
in
faccia
alla
gran
tenebra
e
al
fantastico
alternare
e
mescolare
dei
tre
colori
,
verde
,
candido
,
rosso
;
quei
due
giovani
,
allora
,
risalutanti
con
effusione
di
gentilezza
il
popolo
salutante
,
da
quel
luogo
ove
i
legati
pontificii
s
'
affacciavano
a
spargere
le
benedizioni
per
la
morte
e
le
maledizioni
e
le
impiccagioni
e
le
taglie
e
tutti
i
danni
e
i
disonori
della
servitù
e
della
viltà
su
la
vita
e
su
l
'
Italia
,
doverono
,
io
lo
sento
,
toccare
il
cuore
ai
credenti
di
fede
nelle
sorti
della
monarchia
unite
alle
sorti
della
patria
.
Io
guardai
la
Regina
,
spiccante
mite
in
bianco
,
bionda
e
gemmata
,
tra
quel
buio
rotto
ma
non
vinto
da
quelli
strani
bagliori
o
da
quel
rumore
fluttuante
.
E
una
fantasia
mi
assalì
,
non
ella
fosse
per
avventura
una
delle
Ore
che
attorniano
il
carro
di
Febo
trionfante
per
l
'
erte
del
cielo
,
e
che
attratta
da
un
mago
nordico
nella
notte
del
medio
evo
e
imprigionata
in
quel
castello
di
preti
si
affacciasse
a
vedere
se
anche
venisse
il
momento
di
slanciarsi
a
volo
dietro
il
carro
del
dio
risalente
.
Ma
la
torre
intanto
del
Potestà
in
quell
'
emisfero
di
tenebre
superiore
si
coronava
di
luce
;
e
io
che
ho
pratica
grande
con
quei
monumenti
,
e
ne
so
,
massime
di
notte
,
tutti
i
segreti
,
vidi
Enzo
re
di
Sardegna
ritto
in
piedi
tra
'
merli
,
senza
spada
e
senz
'
elmo
,
appoggiata
la
sinistra
su
lo
scudo
con
l
'
aquila
nera
dell
'
impero
e
la
destra
su
l
petto
;
e
salutava
e
sorrideva
,
biondo
anch
'
egli
e
mestamente
sereno
.
San
Petronio
taceva
;
se
non
che
quando
un
insolente
riflesso
di
bengàla
osava
spingersi
a
quell
'
ardua
sua
fronte
ciclopica
,
cui
questa
grande
intelligenza
borghese
vorrebbe
appiccicare
la
maschera
bianca
d
'
una
facciata
,
pareva
corrugarsi
di
dispetto
:
il
vecchio
gigante
ingrugnato
pensava
ancora
al
suo
piccolo
comune
trionfatore
di
re
e
di
duchi
,
e
non
conosceva
o
non
volea
riconoscere
.
Gli
entusiasmi
andarono
crescendo
e
vampeggiando
più
accesi
il
giorno
appresso
.
Ai
fuochi
d
'
artifizio
e
di
frasi
della
gente
per
bene
e
sennata
io
non
credo
e
non
bado
o
rispondo
con
motti
.
Ma
l
'
entusiasmo
degli
artieri
,
dei
lavoranti
,
dei
facchini
,
l
'
entusiasmo
delle
donne
e
dei
ragazzi
,
mi
trascina
,
mi
eleva
,
m
'
inumidisce
qualche
volta
gli
occhi
.
Ecco
,
io
dico
,
questa
parte
men
ragionevole
e
men
culta
,
affermano
,
della
razza
umana
,
della
razza
in
cui
il
primo
e
naturale
reciproco
saluto
tra
due
individui
che
si
riscontrino
nella
selva
primitiva
o
nella
selva
civile
è
Io
ti
voglio
mangiare
o
Io
ti
voglio
ingannare
;
questa
parte
men
ragionevole
e
men
culta
di
un
popolo
,
il
quale
da
molti
e
molti
secoli
credé
(
le
eccezioni
confermano
)
e
crede
che
oltre
e
sopra
la
fisica
tutto
al
mondo
è
impostura
e
ciarlataneria
,
che
bisogna
per
altro
mantenere
pur
con
la
forza
per
amore
delle
armonie
sociali
;
ecco
,
questa
parte
della
razza
feroce
,
questa
classe
del
popolo
scettico
,
si
espande
ancora
spontanea
ad
amare
e
credere
e
godere
qualche
cosa
fuori
di
sé
,
che
a
lei
non
giova
;
l
'
ideale
.
Perché
,
non
mi
si
esca
fuori
con
la
servilità
,
con
la
viltà
,
con
l
'
ignoranza
e
con
simili
frasi
fatte
.
Quei
facchini
,
quei
ragazzi
,
quelle
donne
,
che
sperano
o
che
si
ripromettono
da
que
'
due
giovani
per
sé
?
D
'
esser
fatti
ministri
,
come
voi
,
repubblicani
e
papalini
e
borbonici
dell
'
altr
'
ieri
?
Di
avere
una
prefettura
o
un
posto
di
canattiere
,
uno
spaccio
di
tabacco
o
una
cattedra
d
'
economia
?
No
.
La
monarchia
fu
ed
è
un
gran
fatto
storico
,
e
rimane
per
molta
gente
una
idealità
realizzata
:
e
il
popolo
acclama
in
que
'
due
giovani
a
punto
una
idealità
realizzata
.
Di
due
sorte
re
ha
la
gente
ariana
:
il
conning
germanico
,
quello
che
è
forte
;
il
rex
latino
,
quello
che
regge
:
nel
primo
,
che
vien
da
Dio
,
il
popolo
adora
chi
l
'
ha
fatto
forte
,
Dio
:
nel
secondo
,
che
procede
dall
'
elezione
,
il
popolo
vede
e
riconosce
la
forma
e
il
fine
del
reggimento
,
la
legge
e
la
patria
.
Ecco
tutto
.
Altre
idealità
dovranno
realizzarsi
:
va
bene
.
O
,
più
tosto
,
altre
realità
avverranno
,
che
idealizzarsi
non
devono
:
va
benissimo
;
e
vedremo
.
Queste
cose
io
filosofo
peripatetico
andavo
rimuginando
sotto
i
portici
del
Pavaglione
tra
la
folla
.
E
mi
fermai
al
negozio
Zanichelli
.
Dove
indi
a
poco
entrò
un
signore
,
vecchio
oltre
gli
ottanta
,
e
dimandò
volgendosi
attorno
Ma
dove
sono
i
repubblicani
?
In
Italia
repubblicani
non
ce
ne
può
essere
;
o
,
se
ce
n
'
è
,
non
sono
italiani
.
Io
guardai
quel
vecchio
signore
;
poi
volgendomi
a
un
giovine
dissi
:
Ecco
,
io
son
uno
;
e
al
di
là
delle
Alpi
credono
che
io
sia
italiano
.
E
la
mattina
di
poi
andai
ad
ossequiare
i
Reali
d
'
Italia
.
La
mia
bambina
piccola
mi
disse
Salutami
la
Regina
.
Ella
ha
nome
Libertà
;
e
l
'
augurio
fu
buono
.
Aspettando
nell
'
anticamera
la
nostra
volta
(
l
'
anticamera
era
divisa
in
due
spartimenti
,
in
uno
gli
ufficiali
,
nell
'
altro
gli
abiti
neri
)
io
pensava
meco
stesso
come
io
sapessi
benissimo
che
fosse
un
re
.
Il
re
è
un
uomo
allevato
,
vestito
,
decorato
,
stipendiato
,
nominato
e
salutato
in
una
maniera
convenuta
,
al
quale
anche
si
presta
da
alcuni
o
da
molti
leale
e
onorata
obbedienza
come
da
altri
si
fanno
vili
e
perfide
adulazioni
.
Ma
in
fondo
il
re
è
un
essere
governato
,
il
quale
dee
moversi
a
posta
di
questo
e
di
quello
e
cedere
a
esigenze
e
imperii
anche
impersonali
.
Sua
Maestà
è
il
più
governato
dei
sudditi
di
Sua
Maestà
.
Io
per
me
non
vorrei
esser
re
,
né
meno
per
proclamar
la
repubblica
.
Ma
il
mondo
quale
ce
lo
siamo
fatti
o
lo
concepiamo
e
lo
percepiamo
noi
è
tutto
fittizio
:
il
discendente
di
Prometeo
,
animale
plastico
e
artistico
per
eccellenza
,
fa
suoi
idoli
diversi
,
e
li
vagheggia
e
adora
o
li
vitupera
e
batte
,
perché
rapito
all
'
ammirazione
o
all
'
odio
della
sua
idea
nella
imagine
figurata
dimentica
che
è
opera
sua
,
o
perché
l
'
ha
fatta
a
posta
per
isfogarci
sopra
i
suoi
capricci
.
E
seguitavo
discorrendo
tra
me
e
me
.
Io
non
ho
per
casa
Savoia
le
antipatie
,
per
esempio
,
della
democrazia
lombarda
,
suggellate
in
pagine
di
fuoco
da
Carlo
Cattaneo
.
Degli
Estensi
non
ce
ne
sono
più
e
furon
tutti
mediocri
:
i
Medici
anche
finirono
come
doveva
finire
una
famiglia
di
banchieri
illustrata
dalla
porpora
e
non
dalla
corazza
:
né
la
corazza
deterse
i
Farnesi
dalla
macchia
originale
d
'
esser
figli
di
preti
.
Dunque
,
se
il
popolo
italiano
,
persuaso
non
si
potesse
unificare
la
patria
senza
la
monarchia
,
chiamò
i
Savoia
,
che
colpa
ne
hanno
essi
,
amico
Alberto
Mario
?
L
'
ambizione
storica
e
politica
della
dinastia
sarebbesi
probabilmente
limitata
all
'
Italia
superiore
:
noi
,
noi
stessi
,
Giuseppe
Mazzini
a
capo
,
la
tirammo
nell
'
Italia
centrale
:
il
Generale
Garibaldi
le
conquistò
il
mezzogiorno
e
la
conquistò
al
mezzogiorno
.
Ora
,
grazie
a
quella
tendenza
plastica
dell
'
animale
umano
a
realizzare
personalmente
le
sue
idealità
per
poterle
efficacemente
adorare
o
vituperare
a
sua
posta
,
il
capo
della
famiglia
di
Savoia
rappresenta
l
'
Italia
e
lo
stato
.
Dunque
viva
l
'
Italia
!
Valletti
,
alzate
la
portiera
,
e
passiamo
a
inchinare
il
Re
.
E
la
Regina
ancora
,
l
'
eterno
femminino
.
Ella
stava
diritta
e
ferma
in
mezzo
la
sala
;
e
il
Re
,
da
parte
,
verso
una
finestra
,
passava
,
parlando
accalorato
e
con
forti
strette
di
mano
a
tutti
,
di
cerchio
in
cerchio
.
Benedetto
Cairoli
,
raccolto
nel
suo
giubbone
di
ministro
,
s
'
era
riparato
in
un
canto
;
e
di
lì
,
tal
volta
passando
la
mano
destra
sui
mustacchi
memori
di
una
castanea
sincerità
e
su
la
bocca
sorridente
,
come
per
accarezzarsi
,
tale
altra
appoggiando
il
gomito
sinistro
a
una
colonna
,
mandava
intorno
intorno
lo
sguardo
scintillante
di
contentezza
.
Diffuso
era
per
gli
occhi
e
per
le
gene
di
benigna
letizia
,
in
atto
pio
,
quale
a
tenero
padre
si
conviene
.
E
avea
ragione
.
Cotesto
superstite
d
'
una
famiglia
di
cittadini
morti
tutti
per
la
patria
;
cotesto
cittadino
che
aveva
il
solo
,
assai
curioso
per
un
soldato
,
titolo
di
dottore
;
cotesto
uomo
che
camminando
zoppica
un
po
'
sempre
e
si
appoggia
volentieri
al
braccio
di
chi
lo
avvicina
,
Benedetto
,
in
fine
,
come
noi
lo
chiamiamo
;
in
quei
giorni
sorreggeva
egli
e
portava
e
presentava
agli
entusiasmi
del
popolo
d
'
Italia
la
più
antica
famiglia
reale
d
'
Europa
,
due
giovani
,
cui
la
morte
improvvisa
del
padre
,
forte
ed
esperto
nocchiero
,
avea
slanciato
d
'
un
tratto
nel
difficile
mareggio
del
regno
e
della
popolarità
.
La
Regina
intanto
,
senza
darsene
l
'
aria
e
non
essendo
nella
sala
né
men
l
'
apparenza
del
trono
,
troneggiava
ella
da
vero
in
mezzo
.
Tra
quelli
abiti
neri
a
coda
,
come
si
dice
,
di
rondine
,
e
quelle
cravatte
bianche
,
ridicole
insegne
d
'
eguaglianza
sotto
cui
l
'
invidia
cinica
del
terzo
stato
accomunò
l
'
eroe
al
cameriere
,
ella
sorgeva
con
una
rara
purezza
di
linee
e
di
pòse
nell
'
atteggiamento
e
con
una
eleganza
semplice
e
veramente
superiore
sì
dell
'
adornamento
gemmato
sì
del
vestito
(
color
tortora
,
parmi
)
largamente
cadente
.
In
tutti
gli
atti
,
e
nei
cenni
,
e
nel
mover
raro
dei
passi
e
della
persona
,
e
nel
piegar
della
testa
,
e
nelle
inflessioni
della
voce
e
nelle
parole
,
mostrava
una
bontà
dignitosa
;
ma
non
rideva
né
sorrideva
mai
.
Riguardava
a
lungo
,
con
gli
occhi
modestamente
quieti
,
ma
fissi
;
e
la
bionda
dolcezza
del
sangue
sassone
pareva
temperare
non
so
che
,
non
dirò
rigido
,
e
non
vorrei
dire
imperioso
,
che
domina
alla
radice
della
fronte
;
e
tra
ciglio
e
ciglio
un
corusco
fulgore
di
aquiletta
balenava
su
quella
pietà
di
colomba
.
Delle
soavità
di
colomba
,
de
'
sorrisi
più
rosei
,
ella
,
la
discendente
degli
Amidei
e
di
Vitichindo
,
è
cortese
al
popolo
:
in
palazzo
è
regina
.
E
se
io
le
dissi
Signora
,
non
è
vero
che
mi
correggessi
Volevo
dire
Maestà
,
non
sono
avvezzo
a
parlare
con
le
regine
.
Cotesto
è
un
madrigale
ignorante
.
Come
al
Re
nel
vocativo
si
dice
Sire
,
così
alla
Maestà
della
Regina
d
'
Italia
si
dice
Signora
,
come
Senora
a
quella
di
Spagna
e
Madame
a
quella
di
Francia
quando
ce
n
'
era
.
Cortigiani
delle
gazzette
,
imparate
almeno
le
prime
creanze
del
servaggio
.
Tali
le
impressioni
e
le
ricordanze
che
di
Sua
Maestà
la
Regina
d
'
Italia
io
riportai
e
conservai
da
palazzo
.
Dove
gentiluomini
tutti
croci
e
colonnelli
tutti
oro
mi
furono
d
'
intorno
con
grandi
carezze
,
e
mi
lisciavano
il
pelo
come
a
una
belva
oramai
addomesticata
23
dec
.
1881