Saggistica ,
Agli
Editori
.
Egregi
Signori
ed
Amici
,
Quando
pubblicai
per
la
prima
volta
questo
libriccino
avrei
creduto
ad
ogni
cosa
strana
ed
inverosimile
,
prima
che
a
quella
che
mi
sembrava
più
strana
ed
inverosimile
di
tutte
,
*
un
bel
successo
pel
mio
lavoro
.
Fu
uno
dei
pochi
disinganni
piacevoli
che
accadono
a
questo
mondo
,
il
vedere
che
le
mie
«
leggi
di
cortesia
,
»
*
messe
giù
alla
buona
in
meno
d
'
un
mese
,
sotto
la
pressione
d
'
un
contratto
,
che
mi
reclamava
le
pagine
scritte
di
giorno
in
giorno
come
cambiali
a
scadenza
,
*
si
vendevano
ad
un
numero
di
copie
non
mai
sperato
.
Il
merito
non
era
mio
,
ma
delle
buone
regole
di
vita
che
avevo
attinte
ai
migliori
galatei
antichi
e
moderni
,
italiani
e
stranieri
,
ed
alle
usanze
che
avevo
studiato
fra
la
vera
gente
per
bene
,
che
,
se
Dio
vuole
,
va
sempre
più
crescendo
di
numero
.
E
questo
merito
altrui
,
ch
'
io
avevo
soltanto
avuta
l
'
idea
di
ridurre
in
moneta
corrente
raccogliendo
molte
cose
sparse
e
condensandole
nelle
poche
pagine
del
mio
libro
,
mi
fece
apprezzare
il
libro
stesso
per
la
sua
utilità
pratica
,
e
desiderare
di
migliorarlo
,
ampliarlo
un
pochino
,
fare
molte
correzioni
di
stile
e
di
lingua
che
la
critica
intelligente
mi
aveva
suggerite
.
Tutto
questo
l
'
ho
fatto
ora
,
grazie
a
loro
,
per
la
ventiduesima
edizione
;
e
se
questa
incontrerà
il
favore
del
pubblico
quanto
le
altre
,
o
più
delle
altre
lo
dovrò
in
parte
agli
editori
cortesi
,
che
mi
hanno
incoraggiata
alla
fatica
,
assumendone
la
ristampa
.
Io
lo
dedico
adunque
a
loro
il
mio
libro
,
affido
a
loro
la
mia
Gente
per
bene
.
La
trattino
colla
cortesia
cui
hanno
trattato
me
stessa
;
e
se
il
galateo
moderno
non
avrà
per
loro
nulla
da
insegnare
,
la
Gente
per
bene
si
troverà
in
famiglia
,
in
casa
di
gentiluomini
.
Milano
,
1891
LA
MARCHESA
COLOMBI
.
INTRODUZIONE
Le
mie
gentili
lettrici
,
ed
i
miei
gentili
lettori
*
dato
che
vi
sieno
lettori
pel
mio
libriccino
,
e
che
sieno
gentili
,
*
debbono
usarmi
la
cortesia
di
tornare
colla
mente
alla
presentazione
che
l
'
illustre
commediografo
Paolo
Ferrari
fece
loro
di
me
,
Marchesa
Colombi
,
in
una
serata
che
dedicò
a
Parini
ed
alla
satira
.
Si
ricordano
l
'
epoca
di
quella
presentazione
?
Fu
poco
dopo
la
pubblicazione
del
Mattino
di
Parini
,
fatta
,
come
ognuno
sa
,
nel
1763
.
Io
era
giovane
,
giovanissima
allora
,
sposa
da
poco
tempo
.
Non
avevo
che
diciasette
anni
;
non
uno
di
più
.
Ma
,
se
ai
diciasette
che
avevo
allora
,
aggiungo
i
centoventisei
che
sono
trascorsi
,
non
posso
a
meno
di
riconoscere
che
la
mia
fede
di
nascita
deve
attribuirmi
la
venerabile
età
di
143
.
Questo
calcolo
deve
averlo
fatto
*
poco
galantemente
bisogna
convenire
*
il
primo
editore
di
questo
libro
quando
mi
disse
:
"
Lei
,
Marchesa
,
che
vive
da
tanti
e
tanti
anni
nella
società
elegante
,
che
ha
potuto
osservarne
i
costumi
durante
tre
o
quattro
generazioni
,
dovrebbe
scrivermi
un
libro
,
che
trattasse
appunto
dei
doveri
e
delle
convenienze
sociali
.
Una
specie
di
Galateo
moderno
,
che
,
preso
a
studiare
anche
da
una
persona
che
abbia
vissuto
sempre
in
campagna
,
le
servisse
di
guida
,
e
le
insegnasse
a
condursi
ed
a
figurar
bene
in
tutte
le
circostanze
della
vita
.
"
Una
cosa
che
mi
ha
sempre
inspirato
uno
spavento
indicibile
,
e
mi
ha
preservata
dal
peccato
capitale
non
compreso
fra
i
sette
condannati
dalla
Santa
Chiesa
di
far
gemere
i
torchi
,
è
la
critica
.
L
'
idea
di
quei
giudici
ignoti
,
che
sezionano
un
lavoro
,
lo
tagliano
,
lo
spolpano
,
lo
analizzano
,
lo
lambiccano
sotto
gli
occhi
dell
'
autore
,
senza
commoversi
menomamente
allo
strazio
del
suo
cuore
paterno
,
mi
mette
nello
stato
di
sgomento
d
'
un
povero
scolaretto
,
il
quale
deve
esporre
la
sua
pagina
,
il
giorno
degli
esami
,
ad
una
Commissione
esaminatrice
,
che
non
si
compone
dei
suoi
maestri
,
che
gli
è
affatto
ignota
,
che
lui
considera
come
un
tribunale
venerabile
e
pauroso
.
Ora
,
il
genere
di
libro
che
mi
disponevo
a
scrivere
doveva
avere
per
critici
naturali
le
signore
.
E
però
,
dato
anche
che
il
tribunale
supremo
delle
appendici
di
giornali
avesse
voluto
scendere
ad
occuparsi
di
simile
inezia
,
avrebbe
sempre
dovuto
consultare
su
molti
punti
un
giurì
di
signore
,
prima
di
pronunciare
il
suo
terribile
verdetto
.
Ed
io
aveva
tanta
fede
nell
'
indulgenza
delle
signore
,
che
ne
presi
coraggio
,
ed
accettai
l
'
incarico
.
Ai
tempi
remoti
della
mia
giovinezza
,
non
esisteva
ancora
il
bel
Galateo
di
Melchiorre
Gioia
pubblicato
sul
finire
del
secolo
passato
.
E
fra
tutti
gli
altri
libri
dello
stesso
genere
,
pubblicati
prima
e
dopo
di
quello
,
l
'
unico
usato
generalmente
,
era
quello
di
Monsignor
Della
Casa
,
un
vero
gioiello
di
spirito
,
reso
anche
più
ameno
dallo
stile
candidamente
ricercato
e
solenne
,
del
cinquecento
.
Ma
l
'
illustre
prelato
scriveva
il
suo
libro
dedicandolo
ad
un
giovinetto
,
conciossiacosachè
questi
cominciasse
appena
il
viaggio
della
vita
,
che
lui
,
il
Monsignore
,
stava
per
compiere
.
E
però
sentiva
il
dovere
di
ammonirlo
di
non
fare
in
compagnia
cose
laide
o
fetide
,
o
schife
o
stomachevoli
;
di
non
spruzzare
nel
viso
i
circostanti
,
nel
tossire
e
nello
starnutare
;
di
non
urlare
o
ragghiar
come
un
asino
sbadigliando
;
e
,
soffiando
il
naso
,
di
non
aprire
il
moccichino
e
guatarvi
dentro
come
se
perle
e
rubini
dovessero
esser
discesi
dal
celabro
,
ecc
.
,
ecc
.
Tutti
questi
ammaestramenti
negativi
,
sono
pregevolissimi
senza
dubbio
.
Tanto
pregevoli
che
riuscirono
,
con
lungo
andare
,
a
sradicare
completamente
tra
la
gente
per
bene
quelle
straordinarie
abitudini
.
Ma
,
per
ciò
appunto
,
è
affatto
inutile
ch
'
io
mi
occupi
di
particolari
tanto
rudimentali
,
conciossiacosachè
i
miei
lettori
*
se
Dio
vuole
*
non
ne
hanno
bisogno
,
ed
i
Bosiemanni
e
le
Pelli
Rosse
,
a
cui
potrebbero
ancora
giovare
,
dubito
molto
che
mi
vogliano
far
l
'
onore
di
leggermi
.
Il
Galateo
di
Monsignor
Della
Casa
è
completo
,
ragionato
,
tanto
da
elevarsi
quasi
all
'
altezza
d
'
un
trattato
di
morale
.
Io
sono
certa
,
e
rassegnata
a
priori
,
di
non
poter
fare
un
lavoro
,
non
dirò
migliore
,
*
sarebbe
una
pretesa
ridicola
,
*
ma
neppure
che
s
'
avvicini
al
merito
di
quello
.
E
tuttavia
lo
faccio
.
*
Perchè
?
Perchè
vi
sono
certe
cose
speciali
ai
nostri
tempi
,
ai
nostri
costumi
,
che
io
posso
dire
,
perchè
in
questi
costumi
ed
in
questi
tempi
ci
vivo
,
e
che
in
nessun
galateo
antico
si
trovano
,
oppure
vi
si
trovano
differenti
da
quelle
che
pratichiamo
tra
noi
.
Cadono
le
città
,
cadono
i
regni
,
e
cadono
le
costumanze
adottate
fra
la
gente
civile
.
*
Ai
tempi
di
Monsignor
Della
Casa
erano
considerate
inciviltà
parecchie
cose
che
ora
sono
ammesse
.
Invece
non
si
troverà
nulla
nei
galatei
antichi
sullo
scambio
delle
carte
di
visita
,
sulle
partecipazioni
di
matrimoni
,
nascite
,
morti
,
guarigioni
;
sulle
strette
di
mano
;
sul
contegno
da
tenere
in
viaggio
,
e
tante
altre
cose
che
appartengono
alle
nostre
usanze
moderne
.
È
per
questo
soltanto
*
non
per
fare
meglio
di
nessuno
,
ma
per
fare
tutt
'
altro
*
che
imprendo
a
scrivere
il
mio
galateo
moderno
.
Ed
in
esso
intendo
parlare
a
persone
ammodo
che
,
se
possono
ignorare
,
tutte
od
in
parte
,
le
convenienze
sociali
,
non
hanno
bisogno
ch
'
io
insegni
loro
l
'
a
b
c
della
creanza
.
Non
farò
del
mio
libro
un
trattato
di
morale
;
sarebbe
superfluo
il
pretendere
d
'
instillare
in
tutti
gli
animi
i
veri
sentimenti
a
cui
debbono
ispirarsi
le
leggi
della
cortesia
;
sentimenti
che
,
del
resto
,
si
riassumono
tutti
nella
massima
:
«
Non
fate
ad
altri
quello
che
non
vorreste
fosse
fatto
a
voi
.
»
Purtroppo
i
sentimenti
umani
hanno
un
limite
,
e
sono
pochi
i
filantropi
che
possono
largire
una
parte
del
loro
affetto
a
ciascuno
dei
loro
simili
.
Non
serve
negarlo
.
Tutti
possiamo
avere
rapporti
con
persone
che
ci
sono
uggiose
,
antipatiche
,
indifferenti
.
Tutti
gli
argomenti
morali
ch
'
io
potrei
scrivere
non
muterebbero
questi
sentimenti
impulsivi
.
Mi
limiterò
dunque
ad
indicare
quello
scambio
di
cortesie
che
si
praticano
fra
persone
educate
,
e
che
l
'
uso
generale
ha
fatto
passare
in
costume
:
se
saranno
soltanto
cortesie
di
forma
,
pazienza
!
Sarà
sempre
meglio
che
seguire
l
'
impulso
,
e
fare
uno
sgarbo
ad
una
persona
che
non
piace
.
Dai
dieci
comandamenti
del
Decalogo
derivarono
tutti
i
trattati
di
morale
che
si
scrissero
poi
,
con
tutti
i
loro
raffinamenti
e
perfezionamenti
.
E
dalle
prime
regole
di
civiltà
insegnate
da
Monsignor
Della
Casa
,
emerse
la
cortesia
cavalleresca
dei
nostri
babbi
,
quella
un
po
'
più
...
disinvolta
che
usiamo
noi
;
ed
emergerà
pure
la
civiltà
più
gentile
,
lo
spero
,
e
raffinata
,
che
beatificherà
l
'
esistenza
dei
nostri
nepoti
fino
alla
più
remota
discendenza
.
È
là
,
in
quella
parte
di
libriccino
boccaccevole
,
che
ho
imparato
per
la
prima
volta
a
condurmi
coi
miei
simili
,
e
però
,
tutto
quanto
so
delle
convenienze
sociali
,
il
mio
galateo
,
ed
i
galatei
di
tutti
i
tempi
che
verranno
,
non
sono
altro
che
l
'
eredità
di
Monsignor
Della
Casa
.
PARTE
PRIMA
PAGINE
ROSEE
CAPITOLO
I
.
Il
bimbo
.
In
tutte
le
leggi
umane
,
ad
ogni
diritto
fa
riscontro
un
dovere
.
Ma
il
bimbo
,
piccino
,
inconsapevole
,
fragile
come
il
vetro
,
ed
imperioso
come
un
sultano
,
fa
eccezione
alla
legge
generale
.
Per
lui
tutto
è
diritto
,
nulla
è
dovere
.
Gli
inglesi
,
più
serî
,
più
freddi
di
noi
,
malgrado
le
loro
esclamazioni
continue
sulla
famiglia
,
sull
'
Home
,
passano
metà
dell
'
anno
girovagando
in
paesi
stranieri
,
e
pel
poco
tempo
che
rimangono
at
home
,
hanno
provato
il
bisogno
di
inventare
la
nursery
,
una
camera
a
parte
,
dove
relegano
i
bambini
colle
nutrici
e
le
bambinaie
.
Noi
invece
amiamo
meglio
la
famiglia
,
la
casa
in
cui
passiamo
tutta
la
vita
.
I
bimbi
non
ci
disturbano
,
non
li
isoliamo
.
Vivono
con
noi
.
Sono
padroni
di
tutto
l
'
appartamento
.
Impariamo
il
loro
linguaggio
monco
e
,
nell
'
intimità
,
ne
adottiamo
la
nomenclatura
strampalata
;
li
mettiamo
a
tavola
con
noi
;
vegliamo
ai
loro
bisogni
,
li
vezzeggiamo
,
li
chiamiamo
con
nomignoli
graziosi
ed
insensati
.
Ninì
,
Rirì
,
Lolò
;
conosco
un
bimbo
che
ha
nome
Fulvio
,
ed
è
chiamato
Fufù
.
È
il
giorno
di
ricevimento
.
La
signora
ha
molte
visite
.
Ad
un
tratto
risuonano
alte
grida
;
non
ci
si
intende
più
a
discorrere
.
È
Mimì
che
si
desta
;
e
significa
alla
famiglia
,
sulla
quale
regna
,
che
è
stanco
della
posizione
orizzontale
.
La
mamma
sorride
di
beatitudine
;
se
occorre
,
lascia
un
momento
la
compagnia
e
corre
ad
esprimere
con
un
bacio
la
sua
ammirazione
per
quelle
gesta
del
piccolo
despota
.
Nessuno
pensa
a
biasimarlo
;
figurarsi
!
Sono
così
carine
e
commoventi
quelle
note
scordate
d
'
una
vocina
di
bimbo
!
Mimì
fa
il
suo
ingresso
in
sala
nelle
braccia
della
nutrice
.
Qualche
cosa
di
grave
lo
impensierisce
;
s
'
è
sognato
male
,
è
ancora
di
cattivo
umore
.
Non
si
degna
di
salutare
la
compagnia
;
all
'
invito
della
mamma
di
compiere
colla
sua
manina
quell
'
atto
di
civiltà
,
alza
le
spalline
rosee
e
nasconde
il
volto
in
seno
alla
balia
,
presentando
la
sua
personcina
...
dal
rovescio
.
È
ancora
nei
suoi
diritti
.
E
poi
Mimì
è
così
bellino
da
tutte
le
parti
.
Avete
un
amico
di
famiglia
a
pranzo
;
la
mamma
ha
sorvegliato
gli
apparecchi
con
affetto
.
Mimì
troneggia
vestito
di
bianco
sul
seggiolotto
.
Osserva
che
il
babbo
e
la
mamma
fanno
ogni
maniera
di
cortesie
a
quel
vecchio
signore
,
che
sono
felici
di
ospitarlo
.
Pensa
che
lui
pure
deve
,
come
rappresentante
della
famiglia
,
dimostrare
la
sua
deferenza
all
'
ospite
intimo
e
caro
.
E
togliendosi
dai
labbruzzi
il
cucchiaino
non
completamente
vuoto
,
lo
porge
rovesciato
al
vecchio
commensale
.
Tutti
sorridono
.
Mimì
sente
d
'
aver
compreso
bene
il
suo
dovere
,
e
per
incoraggiare
l
'
invitato
ad
accettare
la
sua
offerta
,
gli
carezza
il
volto
colla
manina
unta
....
Com
'
è
gentile
Mimì
!
Eppure
Melchiorre
Gioia
dice
che
è
atto
inurbanissimo
il
palpare
il
volto
ad
un
proprio
eguale
e
peggio
se
maggiore
d
'
età
;
e
su
questo
argomento
non
transige
neppure
cogli
Dei
,
e
scaglia
acerbi
rimproveri
a
Omero
,
per
la
sconvenienza
d
'
averci
rappresentata
Teti
,
in
atto
di
palpare
il
volto
a
Giove
.
Ma
il
bimbo
è
più
padrone
nel
mondo
che
gli
Dei
nell
'
Olimpo
.
La
nutrice
entra
con
Mimì
in
una
chiesa
.
Mimì
ha
il
sentimento
musicale
sviluppatissimo
.
L
'
organo
lo
commove
piacevolmente
;
e
lui
accompagna
con
modulazioni
che
va
improvvisando
quelle
note
solenni
.
Tutti
si
voltano
,
la
nutrice
gli
dice
che
quella
è
la
casa
del
Signore
.
Ma
Mimì
è
superiore
a
queste
considerazioni
.
I
lumicini
dell
'
altare
lo
divertono
,
è
al
colmo
del
tripudio
,
ed
è
troppo
sincero
ed
espansivo
per
dissimularlo
,
e
si
dà
a
far
galloria
con
sussulti
,
e
grida
,
e
contorcimenti
.
Il
sacerdote
intuona
le
litanie
,
il
pubblico
fa
coro
.
Quelle
voci
alte
,
discordi
,
stonate
,
offendono
il
senso
artistico
di
Mimì
.
E
lui
esprime
con
alte
strida
il
suo
disgusto
,
la
sua
disapprovazione
.
La
balia
ha
avuto
torto
di
esporlo
a
quella
contrarietà
.
Ma
Mimì
ha
ragione
.
È
logico
e
schietto
.
La
sua
legge
è
l
'
istinto
.
Non
ne
conosce
altro
.
*
*
*
Finchè
l
'
uomo
non
fruisce
dell
'
intelligenza
e
della
parola
,
i
due
grandi
e
fatali
privilegi
dell
'
umanità
,
il
mondo
non
domanda
nulla
da
lui
.
Ma
guai
ai
primi
passi
,
ai
primi
discorsi
,
alle
prime
riflessioni
!
*
Il
giorno
in
cui
il
bimbo
troverà
una
ragione
qualunque
,
bislacca
fin
che
Dio
vuole
,
per
affermare
un
suo
diritto
,
evocherà
d
'
un
tratto
una
folla
di
doveri
,
che
l
'
accompagneranno
per
tutta
la
vita
crescendo
con
lui
,
e
moltiplicandosi
come
i
germogli
della
vite
,
ed
i
discendenti
della
sposa
evangelica
.
CAPITOLO
II
.
I
fanciulli
.
Coi
parenti
*
Festa
in
famiglia
*
Colle
sorelline
*
Colle
persone
di
servizio
*
A
pranzo
*
Visite
*
Inviti
*
Essendo
ospiti
in
casa
altrui
*
In
iscuola
*
In
serata
*
In
chiesa
.
Così
è
,
signorini
miei
.
Loro
hanno
sei
,
sette
,
otto
anni
;
vestono
la
gonnellina
come
la
mamma
,
o
il
farsettino
come
il
babbo
.
Si
chiamano
Mario
o
Maria
,
Carlo
o
Carolina
,
a
seconda
del
loro
sesso
.
L
'
abito
neutro
,
il
nomignolo
neutro
sono
abdicati
.
S
'
immischiano
di
ragionare
o
di
sragionare
,
il
che
viene
a
dire
lo
stesso
:
hanno
preso
il
loro
posto
in
società
.
Hanno
dunque
,
oltre
l
'
obbligo
della
civiltà
elementare
che
hanno
imparata
dalla
mamma
,
e
direi
quasi
succhiata
col
latte
,
anche
quello
dei
piccoli
doveri
di
società
.
La
prima
società
è
la
famiglia
;
la
più
cara
;
e
,
come
tale
,
quella
che
si
deve
meglio
curare
per
non
turbarne
l
'
armonia
.
*
Buon
giorno
,
mamma
,
buon
giorno
,
babbo
,
buon
giorno
,
buon
giorno
...
Questa
è
la
prima
parola
che
i
ragazzini
educati
debbono
avere
sul
labbro
svegliandosi
;
e
,
possono
crederlo
senza
vanità
,
pronunciata
da
loro
riesce
veramente
di
buon
augurio
pel
cuore
dei
loro
parenti
.
Così
pure
avanti
di
andare
a
tavola
debbono
augurare
a
tutta
la
famiglia
il
buon
appetito
;
avanti
di
coricarsi
la
buona
notte
.
Queste
cose
sono
già
abbastanza
elementari
,
nevvero
?
Eppure
io
so
di
signorini
,
fino
ad
un
certo
punto
educati
,
che
non
commetterebbero
mai
nessuna
delle
sconcezze
accennate
ne
'
primi
consigli
di
Melchiorre
Gioia
,
che
si
dànno
l
'
aria
di
personcine
importanti
,
che
salutano
que
'
di
fuori
e
fanno
de
'
complimenti
per
sentirsi
dire
:
Che
ragazzi
gentili
!
e
poi
in
casa
si
svegliano
domandando
ad
alta
voce
la
colazione
,
o
magari
facendo
il
broncio
e
piagnucolando
:
siedono
a
tavola
prima
de
'
loro
genitori
;
la
sera
si
fanno
dire
dalla
mamma
di
dare
la
buona
notte
al
babbo
;
e
,
quando
escono
a
passeggio
,
hanno
bisogno
che
la
bambinaia
,
la
quale
,
poveretta
,
non
ha
avuta
educazione
,
li
avverta
di
salutare
le
persone
della
famiglia
che
rimangono
in
casa
.
Così
,
dunque
,
mi
hanno
intesa
,
signorini
?
Tutti
i
complimenti
che
si
fanno
cogli
estranei
,
li
debbono
prima
di
tutto
praticare
nella
loro
casa
,
colla
loro
famiglia
.
Questo
per
la
vita
di
tutti
i
giorni
;
ma
vi
sono
giorni
diversi
degli
altri
;
giorni
solenni
.
Il
Natale
,
il
Capo
d
'
anno
,
gli
onomastici
,
i
natalizi
di
famiglia
.
È
allora
che
i
ragazzi
educati
debbono
dar
prova
di
vera
gentilezza
.
Quando
si
tratta
di
festeggiare
il
babbo
,
è
la
mamma
che
consiglia
i
bambini
,
e
loro
non
hanno
che
a
lasciarsi
dirigere
.
Ma
se
sapessero
come
soffre
la
mamma
,
e
che
malagrazia
hanno
loro
stessi
,
quando
reagiscono
contro
la
lettera
da
scrivere
,
contro
il
complimento
da
recitare
,
contro
il
lavoro
da
eseguire
;
e
brontolano
che
non
sanno
cosa
scrivere
;
e
che
il
complimento
è
difficile
da
imparare
a
memoria
;
ed
a
dirlo
poi
...
non
osano
...
E
,
al
momento
di
dirlo
,
quelle
esitazioni
,
que
'
contorcimenti
,
quel
ridere
scemo
,
quasi
che
il
fare
una
manifestazione
d
'
affetto
ai
genitori
fosse
cosa
buffa
,
quegli
straordinari
abbassamenti
di
voce
e
tutto
il
corredo
di
smorfie
,
con
cui
i
fanciulli
sogliono
guastare
le
più
care
scene
di
famiglia
,
lo
sanno
loro
,
signorini
miei
,
come
si
traducono
in
lingua
parlata
?
*
Che
ragazzi
egoisti
!
Come
sono
freddi
pei
loro
genitori
!
Tutto
quello
che
fanno
è
una
formalità
compiuta
per
forza
,
e
non
hanno
neppur
abbastanza
delicatezza
per
non
farsi
scorgere
.
Triste
solennità
per
que
'
genitori
!
E
triste
idea
,
soggiungo
io
,
che
danno
quei
fanciulli
della
loro
educazione
!
Vi
sono
poi
fanciulli
soprammodo
disgraziati
,
che
non
hanno
più
mamma
o
non
hanno
più
babbo
.
Ed
altri
la
cui
sventura
è
più
grande
ancora
:
li
hanno
perduti
entrambi
.
È
un
parente
,
un
'
istitutrice
,
che
tiene
il
luogo
di
que
'
poveri
cari
.
Allora
,
a
quel
parente
,
a
quell
'
istitutrice
,
debbono
gli
stessi
riguardi
che
avrebbero
dovuto
a
'
genitori
.
Se
è
una
sola
persona
che
veglia
su
di
loro
,
debbono
ingegnarsi
a
farle
da
sè
stessi
qualche
improvvisata
che
le
rallegri
i
giorni
solenni
;
poichè
,
naturalmente
,
non
debbono
farsi
consigliare
da
lei
.
Allora
non
vi
sarebbe
più
improvvisata
possibile
.
In
tal
caso
,
un
lavoretto
semplice
che
sappiano
eseguir
bene
,
qualche
fiore
,
poche
parole
scritte
,
venute
schiettamente
dal
loro
cuoricino
,
anche
con
qualche
errore
,
non
importa
,
ecco
quello
a
cui
debbono
attenersi
.
Pregare
un
maestro
oppure
un
conoscente
che
scriva
per
loro
una
lettera
,
sarebbe
quanto
dire
alla
persona
a
cui
fanno
omaggio
,
la
quale
conosce
troppo
la
loro
capacità
per
essere
ingannata
:
*
"
Badi
,
non
ci
avevo
proprio
nulla
nel
cuore
.
Non
ho
trovato
una
parola
per
lei
,
ho
dovuto
farmela
prestare
da
altri
.
"
Dolorosa
novella
questa
,
e
tutt
'
altro
che
fatta
per
allietare
un
giorno
solenne
.
Alle
volte
però
si
possono
recitare
de
'
versi
ed
è
certo
un
pensiero
grazioso
,
sebbene
difficilmente
i
versi
possano
essere
scritti
dal
bambino
che
li
dice
.
Ma
bisogna
che
siano
scritti
appositamente
per
quella
circostanza
;
o
,
quanto
meno
,
che
il
fanciullo
,
leggendoli
in
qualche
buona
raccolta
,
li
abbia
compresi
perfettamente
,
e
vi
abbia
trovato
l
'
espressione
dei
propri
sentimenti
per
la
persona
alla
quale
vuol
dirli
.
Ma
è
assai
difficile
trovare
in
un
libro
i
versi
che
si
adattino
precisamente
a
'
sentimenti
,
a
'
rapporti
sociali
,
alle
qualità
,
alle
circostanze
d
'
una
persona
.
Una
allusione
fuor
di
proposito
basta
a
metter
in
ridicolo
chi
li
dice
,
ed
anche
la
persona
a
cui
sono
rivolti
.
Io
conobbi
,
anni
sono
,
una
bambina
,
che
non
aveva
più
mamma
,
povera
gioia
!
Il
suo
babbo
occupava
una
alta
situazione
,
ed
era
sempre
assorto
in
gravi
lavori
.
L
'
educazione
della
piccina
era
affidata
ad
una
vecchia
signora
nubile
,
buona
senza
dubbio
,
come
lo
sono
tutti
quelli
che
prendono
cura
de
'
bambini
,
ma
d
'
aspetto
tutt
'
altro
che
avvenente
,
di
modi
rigida
,
rigorosa
,
punto
espansiva
,
austera
nel
suo
vestire
che
era
sempre
nero
o
color
tabacco
.
Una
mattina
,
giocando
con
un
calendario
che
stava
sul
camino
,
la
piccola
Gemma
vide
che
quel
giorno
era
San
Gaudenzio
.
L
'
onomastico
della
sua
governante
,
che
si
chiamava
Gaudenzina
.
Cosa
fare
?
Non
lo
aveva
saputo
prima
,
ed
omai
il
babbo
era
andato
allo
studio
,
e
non
c
'
era
speranza
che
rientrasse
fin
all
'
ora
del
pranzo
.
Tuttavia
la
bimba
era
compresa
del
suo
dovere
,
e
si
sarebbe
fatto
uno
scrupolo
di
non
fare
un
complimento
alla
governante
.
Nel
suo
imbarazzo
pensò
di
andare
in
cucina
a
consultare
la
cuoca
.
*
Se
tu
volessi
andar
a
prender
de
'
fiori
,
Margherita
...
insinuò
la
Gemma
colla
voce
supplichevole
.
*
Sie
!
De
'
fiori
ai
ventidue
di
gennaio
;
dove
li
prendo
?
*
Allora
,
aiutami
a
pensare
cosa
debbo
fare
per
la
signorina
;
(
la
signorina
era
l
'
appellativo
con
cui
si
soleva
nominare
la
severa
governante
,
che
non
era
mai
discesa
alla
famigliarità
di
lasciarsi
chiamare
col
suo
nome
)
.
Fu
un
'
ardua
questione
.
La
cuoca
cominciò
col
proporre
alla
bimba
di
fare
un
sonetto
.
La
Gemma
non
sapeva
cosa
fosse
un
sonetto
.
*
Un
sonetto
,
come
quello
lungo
lungo
,
che
ha
recitato
lo
scorso
Natale
al
babbo
,
spiegò
la
cuoca
.
*
Quella
era
una
poesia
.
*
Ebbene
,
una
poesia
è
un
sonetto
.
Ne
faccia
uno
e
lo
reciti
questa
sera
alla
signorina
.
*
Ma
io
non
so
farlo
.
*
Se
scrive
sempre
!
...
*
Sì
,
ma
non
so
come
si
fa
a
far
le
poesie
.
So
soltanto
copiare
.
*
Ne
copii
una
da
un
libro
.
Ne
ha
tanti
!
Era
un
'
idea
.
La
bimba
la
trovò
subblime
,
e
la
proposta
fu
approvata
alla
piccola
unanimità
da
quell
'
ingenua
assemblea
.
La
Gemma
si
mise
a
sfogliare
con
gran
sussiego
il
suo
libro
di
lettura
,
ed
a
leggerne
tutte
le
poesie
.
Non
ne
capiva
gran
cosa
.
Ce
n
'
erano
di
quelle
che
parlavano
della
patria
:
comprese
vagamente
che
non
facevano
al
caso
suo
.
Poi
c
'
erano
delle
favole
:
La
cicala
e
la
formica
;
La
rana
ed
il
bue
;
Il
cane
e
la
fonte
.
*
Ti
pare
che
una
di
queste
possa
andare
?
domandò
alla
cuoca
.
La
cuoca
trovò
che
quelle
storie
di
bestie
erano
fatte
per
raccontarsi
dalle
governanti
a
'
bambini
,
e
non
dai
bambini
alle
governanti
.
*
E
proprio
per
la
signorina
non
dicono
niente
,
soggiunse
.
La
Gemma
continuò
a
cercare
.
Finalmente
trovò
una
poesia
che
le
parve
messa
là
per
lei
.
Non
la
capiva
tanto
bene
,
poverina
:
aveva
appena
sette
anni
,
e
non
capiva
molto
chiaramente
neppure
la
prosa
;
figurarsi
poi
i
versi
!
Ma
quelli
erano
dedicati
ad
una
signora
,
e
le
pareva
ben
chiaro
che
le
facessero
de
'
complimenti
.
La
Gemma
cominciò
a
copiarla
colla
sua
più
bella
scrittura
.
Vi
sciupò
un
quinterno
di
carta
,
con
cui
la
cuoca
fece
un
rogo
per
nascondere
la
cosa
anche
al
padrone
.
Giacchè
la
grande
impresa
era
riuscita
senza
il
suo
concorso
,
bisognava
serbare
l
'
improvvisata
anche
a
lui
.
La
sera
giunsero
parecchi
conoscenti
che
andavano
a
fare
la
partita
alle
carte
col
babbo
della
Gemma
e
la
governante
,
e
quando
quella
signora
fu
seduta
fra
loro
,
cogli
occhiali
d
'
argento
e
con
un
bel
vestito
color
tabacco
,
nuovo
per
la
solennità
della
circostanza
,
la
Gemma
si
fece
innanzi
tutta
trionfante
colla
poesia
scritta
in
mano
,
mentre
la
cuoca
dalla
porta
faceva
capolino
,
per
godere
anche
lei
di
quel
trionfo
dovuto
in
gran
parte
alla
sua
pensata
.
Una
salva
di
elogi
accolse
la
bimba
.
*
Come
!
La
Gemmolina
era
riescita
da
sè
sola
a
combinare
quella
gentilezza
?
Era
una
meraviglia
.
E
dove
l
'
aveva
copiata
?
Nel
libro
di
lettura
?
Ma
che
idea
luminosa
!
*
Via
,
leggila
tu
stessa
la
tua
poesia
,
disse
la
signorina
.
Sarà
più
accetta
a
me
,
e
la
sentiranno
tutti
.
Incoraggiata
così
,
la
Gemma
aperse
la
carta
,
fece
un
bell
'
inchino
,
e
cominciò
a
leggere
:
Bella
,
sul
fior
degli
anni
,
Cinta
d
'
allegri
panni
,
Sopra
un
sentier
di
rose
,
Tu
vai
movendo
il
piè
:
Tutte
le
belle
cose
Hanno
una
vita
,
un
palpito
Un
'
armonia
per
te
.
La
signorina
color
tabacco
aveva
varcata
la
cinquantina
,
e
non
era
per
nulla
superiore
a
questa
disgrazia
.
Lascio
pensare
come
accogliesse
il
complimento
della
bimba
,
ed
in
che
imbarazzo
mettesse
il
babbo
di
lei
,
col
suo
risentimento
.
La
povera
Gemmolina
non
capiva
nulla
di
quel
cambiamento
di
contegno
a
suo
riguardo
.
Lei
non
aveva
mai
pensato
se
la
signorina
fosse
bella
o
brutta
,
giovane
o
vecchia
.
Una
idea
simile
viene
di
rado
ai
bambini
circa
i
loro
superiori
.
Io
aveva
una
mamma
bellissima
,
e
non
lo
seppi
che
tardi
,
dopo
la
sua
morte
,
sentendolo
dire
,
ripensandoci
,
ed
osservando
i
suoi
ritratti
.
Si
dice
:
«
La
mamma
è
bella
»
si
reagisce
contro
quelli
che
fanno
il
cattivo
scherzo
di
dire
:
«
La
tua
mamma
è
brutta
.
»
Ma
non
si
pensa
mai
a
renderci
ragione
d
'
una
cosa
nè
dell
'
altra
.
Mi
ricordo
di
un
servitore
che
s
'
aveva
in
casa
,
il
quale
era
d
'
una
bruttezza
proverbiale
.
Si
diceva
:
Brutto
come
Tommaso
,
per
dire
l
'
ultima
espressione
del
brutto
.
Ma
era
tanto
buono
e
carezzevole
coi
bimbi
!
Io
lo
adorava
;
lo
colmavo
di
carezze
e
di
baci
;
e
quando
udivo
dire
che
Tommaso
era
brutto
mi
mettevo
a
piangere
,
e
protestavo
che
era
bello
,
con
una
convinzione
,
ed
una
fede
che
avrebbe
smosso
i
monti
.
Mi
ricordo
pure
di
una
maestra
che
ebbi
più
tardi
,
la
quale
,
poveretta
,
era
gobba
,
ed
aveva
il
naso
schiacciato
.
Mi
pareva
un
prodigio
di
bellezza
:
era
la
mia
ammirazione
.
Mi
sforzavo
di
tenere
alta
una
spalla
,
e
mi
schiacciavo
il
naso
contro
i
cristalli
delle
finestre
,
nella
speranza
di
rassomigliarle
.
La
Gemmolina
era
nella
stessa
ignoranza
su
quell
'
argomento
;
a
lei
per
complimento
tutti
dicevano
che
era
bella
,
e
le
era
sembrato
giusto
di
dirlo
anche
lei
alla
persona
a
cui
voleva
fare
un
complimento
.
E
,
ad
un
tratto
,
il
babbo
aveva
interrotta
la
sua
lettura
;
la
signora
s
'
era
ritirata
nella
sua
camera
in
collera
:
un
silenzio
glaciale
era
succeduto
a
tutte
le
gentilezze
che
l
'
avevano
accolta
un
momento
prima
,
ed
il
babbo
aveva
finito
col
mandarla
a
coricarsi
col
cuoricino
serrato
.
*
Ma
perchè
?
domandava
alla
cuoca
.
*
Perchè
il
sonetto
diceva
che
la
signorina
è
bella
.
E
la
signorina
è
rimasta
male
perchè
è
brutta
.
*
È
brutta
?
ne
sei
sicura
,
Margherita
?
Fu
un
triste
episodio
per
la
povera
Gemmolina
.
Ora
è
una
piccola
mammina
di
vent
'
anni
;
e
leggendo
questi
ricordi
della
sua
infanzia
,
si
ricorderà
d
'
insegnare
alla
sua
creaturina
,
quando
sarà
in
grado
di
capir
qualche
cosa
,
a
non
recitar
mai
complimenti
,
quando
non
comprenda
bene
cosa
voglion
dire
.
Anche
tra
fratellini
e
sorelline
si
debbono
scambiare
saluti
,
auguri
nelle
circostanze
speciali
,
e
dimostrazioni
d
'
affetto
.
*
*
*
Loro
poi
,
miei
piccoli
lettori
,
dovranno
cercare
d
'
essere
i
primi
a
far
atto
di
cortesia
verso
le
loro
sorelline
.
Un
uomo
,
anche
in
erba
,
deve
essere
sempre
gentile
e
deferente
verso
una
signora
,
anche
se
è
una
sorella
,
e
se
porta
la
gonnellina
corta
.
Ed
alle
amiche
delle
loro
sorelline
debbono
volgere
il
saluto
loro
pei
primi
;
debbono
cedere
i
posti
migliori
,
e
,
quando
cominceranno
a
farsi
grandicelli
,
a
dieci
,
dodici
anni
,
non
le
tratteranno
più
col
tu
,
come
si
usa
tra
bimbi
.
Andando
fuori
di
casa
in
compagnia
,
senza
darsi
l
'
aria
buffa
di
piccoli
galanti
,
nè
offrirsi
di
portare
gli
scialletti
,
i
panieri
,
gli
ombrellini
delle
ragazze
,
cercheranno
di
compiacerle
se
loro
li
pregano
con
discrezione
di
portarli
.
E
,
se
volessero
caricarli
in
modo
,
da
render
loro
faticosa
la
strada
ed
impossibile
di
divertirsi
e
correre
,
dovrebbero
scusarsi
con
buon
garbo
,
offrendosi
però
di
consegnare
quegli
oggetti
al
servitore
o
alla
bambinaia
.
*
*
*
E
,
poichè
ho
accennato
alle
persone
di
servizio
,
debbono
ricordarsi
,
miei
piccoli
lettori
,
*
le
piccole
lettrici
sono
comprese
,
*
che
i
primi
giudici
della
educazione
dei
padroni
sono
i
servitori
.
Li
stiano
a
sentire
quando
discorrono
in
anticamera
colla
cameriera
dei
loro
piccoli
amici
:
*
E
così
come
va
,
Teresita
?
Si
trova
bene
in
questa
casa
?
*
Così
,
così
,
veda
(
cameriera
e
servitori
si
danno
,
sempre
del
lei
)
.
Per
la
signora
,
è
come
servire
la
Madonna
,
il
signore
,
lui
,
non
dice
mai
nulla
.
Ma
i
bambini
,
che
tempesta
!
*
Non
sono
buoni
?
*
Punto
.
E
che
mala
grazia
!
«
Teresita
questo
;
Teresita
quello
;
Va
;
vieni
;
fa
.
»
Comandano
come
sultani
;
e
mai
una
buona
parola
.
*
Ah
!
da
noi
poi
è
differente
.
Tutto
quel
che
domandano
è
per
favore
,
e
per
ogni
servizio
:
«
Grazie
,
Giannotto
.
»
*
Quelli
sono
bambini
per
bene
!
Glì
altri
no
;
hanno
capito
,
miei
piccoli
lettori
?
Dappertutto
c
'
è
da
ìmparare
.
Ma
badino
;
si
parla
ancora
.
Vogliamo
ascoltare
dell
'
altro
?
Chissà
che
ci
sia
ancora
qualche
cosuccia
di
buono
.
È
la
Teresita
che
riprende
:
*
I
padroncini
della
Caterina
sono
buoni
.
*
Oh
!
quelli
poi
sono
troppo
buoni
.
Li
ha
visti
mai
,
Teresita
,
a
passeggio
?
Si
figuri
che
vanno
a
braccetto
della
Caterina
come
fosse
la
loro
mamma
.
*
Ah
!
È
per
questo
poi
che
la
Caterina
non
li
rispetta
,
e
gli
dà
del
tu
.
*
Ma
che
le
pare
,
rispettarli
?
Sono
sempre
in
cucina
,
frugano
nei
piatti
,
le
fanno
dei
dispettacci
,
e
se
ci
arrivano
,
siedono
alla
tavola
della
servitù
.
*
Allora
si
capisce
che
la
Caterina
li
tratti
da
pari
a
pari
.
È
l
'
opposto
de
'
miei
che
sono
d
'un'arroganza.
Io
ho
il
mal
vezzo
di
risponder
brusca
qualche
volta
,
ed
allora
,
sentirli
come
saltano
!
«
E
che
i
padroni
sono
loro
,
e
che
io
sono
una
serva
,
e
che
mi
si
paga
perchè
debba
obbedire
....
»
*
Oh
!
qui
da
noi
di
queste
parole
non
se
ne
sentono
.
Anch
'
io
,
veda
,
ho
un
po
'
il
vizio
di
risponder
male
.
Ed
allora
bisogna
sentire
con
che
pace
e
con
che
serietà
mi
dicono
:
«
Siate
un
po
'
più
cortese
,
Giannotto
.
La
mamma
ne
avrebbe
dispiacere
se
sapesse
che
ci
fate
uno
sgarbo
.
»
La
gli
vada
a
voler
male
a
bambini
educati
a
quella
maniera
!
La
lezione
è
completa
,
signorini
miei
.
Cerchino
di
imitare
i
padroncini
di
Giannotto
:
evitino
gli
errori
di
quelli
della
Caterina
e
della
Teresita
,
e
si
comporteranno
benissimo
colla
gente
di
servizio
.
*
*
*
In
tutte
le
case
dove
c
'
è
o
c
'
è
stato
un
bimbo
,
si
vede
una
sediola
d
'
un
'
altezza
straordinaria
,
stretta
stretta
,
con
due
bracciolini
,
e
qualche
volta
anche
una
sbarra
a
saliscendi
dinanzi
per
assicurare
dalle
cadute
la
personcina
minuscola
che
ci
si
deve
sedere
.
Quel
mobiluccio
,
che
i
Toscani
chiamano
seggiolotto
,
è
il
trono
del
bimbo
.
Finchè
si
mette
a
tavola
inalberato
su
quel
piccolo
trono
,
il
bimbo
regna
sul
mondo
;
ma
,
appena
ne
discende
,
appena
adotta
una
sedia
comune
,
fosse
pure
per
starvi
in
ginocchio
,
perchè
seduto
non
arriverebbe
col
nasino
sopra
la
tavola
,
allora
è
il
mondo
che
regna
su
lui
.
Allora
non
è
più
permesso
pigliare
il
cucchiaino
in
mano
dalla
parte
che
si
mette
in
bocca
;
nè
cacciar
le
manine
sul
piatto
;
nè
accarezzare
in
viso
i
convitati
,
nè
buttare
le
posate
ed
il
pane
per
terra
;
nè
canticchiare
o
parlare
tra
sè
:
nè
esprimere
ad
alta
voce
la
propria
opinione
sopra
un
argomento
qualunque
,
mentre
i
commensali
parlano
di
tutt
'
altra
cosa
.
È
assolutamente
proibito
di
far
qualsiasi
commento
sulla
figura
o
sul
vestire
o
sul
contegno
delle
persone
;
un
errore
in
cui
i
bambini
cadono
ispessissimo
.
Una
volta
c
'
era
in
casa
di
mia
sorella
,
a
pranzo
,
una
buona
e
rispettabilissima
signora
la
quale
era
affetta
da
un
grosso
neo
sulla
punta
del
naso
.
Una
mia
nipotina
,
che
non
aveva
ancora
due
anni
e
parlava
appena
,
impressionata
da
quella
sporgenza
insolita
,
allungò
il
ditino
traverso
la
tavola
,
ed
accennando
quel
naso
disgraziato
,
disse
:
*
Ci
gno
a
ha
bibì
.
La
supponeva
una
malattia
,
ed
aveva
la
buona
intenzione
di
compiangerla
.
Ma
che
mortificazione
avrebbe
risparmiata
a
noi
tutti
,
se
non
avesse
manifestato
così
apertamente
la
sua
opinione
!
Un
'
altra
manìa
dei
bambini
è
di
sindacare
la
distribuzione
che
fa
la
mamma
nel
piatto
pei
loro
fratellini
,
e
di
annunciare
tutti
i
piatti
appena
entrano
in
sala
da
pranzo
,
come
fossero
personaggi
importanti
.
*
La
minestra
!
Mamma
,
mi
permetti
ch
'
io
non
mangi
minestra
?
*
Oh
!
Gigi
non
mangia
minestra
?
Neppur
io
.
*
Neppur
io
allora
!
E
la
mamma
deve
interrompere
ogni
discorso
,
trascurare
gli
ospiti
e
le
persone
della
famiglia
,
per
metter
fine
a
quel
battibecco
.
Alle
frutta
poi
:
*
La
crema
!
Mamma
,
a
me
darai
i
geroglifici
di
cioccolatte
!
*
Anche
a
me
.
*
No
,
l
'
ho
detto
prima
io
.
Nel
loro
profondo
egoismo
,
sono
persuasi
che
il
pranzo
è
fatto
unicamente
per
loro
.
La
questione
è
soltanto
di
sapere
chi
reclamerà
primo
i
bocconi
migliori
.
A
tutti
gli
altri
commensali
debbono
bastare
gli
avanzi
.
E
questo
spettacolo
disgustoso
di
egoismo
e
di
avidità
,
che
merita
così
poco
gli
onori
del
bis
,
è
ripetuto
quasi
ad
ogni
servizio
.
Ma
i
miei
piccoli
lettori
,
se
pure
,
eccitati
dall
'
olezzo
inebbrianti
di
qualche
piatto
favorito
,
sono
caduti
in
tali
sconvenienze
,
arrossiscono
ora
nel
rileggere
qui
a
sangue
freddo
le
loro
parole
.
Vorrebbero
,
senza
dubbio
,
alla
prossima
occasione
comportarsi
in
modo
che
i
loro
parenti
non
abbiano
a
rimanerne
male
.
Ebbene
,
si
persuadano
che
la
loro
parte
non
è
nè
difficile
,
nè
sacrificata
.
La
mamma
non
si
mette
a
mangiare
di
nulla
,
se
non
ha
servito
prima
i
suoi
figliuoli
,
questo
lo
sanno
.
Ma
debbono
pur
sapere
e
tenere
per
certo
,
che
quello
che
lei
mette
loro
davanti
è
calcolato
da
lei
nella
giusta
proporzione
delle
loro
facoltà
digestive
.
Debbono
persuadersi
che
per
le
loro
liti
,
per
le
loro
piccole
opinioni
personali
sul
servizio
,
non
mette
conto
d
'
interrompere
un
discorso
,
e
neppure
di
occupare
un
minuto
l
'
attenzione
della
compagnia
.
Quando
non
sono
in
famiglia
non
prenderanno
mai
l
'
iniziativa
per
dare
il
buon
appetito
.
Basterà
che
lo
diano
piano
ai
loro
genitori
.
Se
sono
interrogati
parlino
,
senza
alzar
la
voce
tanto
da
sbalordire
,
e
senza
abbassarla
in
modo
assurdo
.
Non
si
restringano
ai
monosillabi
sì
e
no
.
Se
una
persona
li
interroga
,
vuol
dire
che
quel
discorso
è
adatto
alla
loro
intelligenza
e
capacità
,
e
vi
possono
prender
parte
liberamente
.
Non
reclamino
mai
nulla
:
non
prendano
il
bicchiere
colle
mani
tanto
unte
da
toglierne
la
trasparenza
;
si
ritirino
quando
la
mamma
lo
dice
,
senza
aver
domandato
di
farlo
prima
,
senza
esitazioni
,
nè
malumori
,
nè
lagnanze
.
Evitino
di
fare
qualsiasi
rumore
colla
bocca
nel
mangiare
;
non
mettano
il
tovagliolo
in
istato
di
fare
schifo
a
vederglielo
disteso
dinanzi
.
Tengano
la
forchetta
dalla
mano
sinistra
,
il
coltello
dalla
destra
;
prendano
il
pane
ogni
volta
che
devono
metterlo
in
bocca
staccandone
soltanto
il
pezzettino
necessario
;
non
posino
mai
le
posate
sporche
sulla
tovaglia
;
se
si
cambiano
ad
ogni
servizio
le
lascino
sul
piatto
;
se
sono
in
case
di
grandissima
confidenza
dove
non
si
cambiano
,
le
posino
sul
reggi
posate
.
Si
rassegnino
a
lasciar
le
salse
nel
piatto
,
malgrado
le
tentazioni
della
gola
,
che
vorrebbe
asciuttarlo
col
pane
come
se
l
'
avesse
leccato
il
gatto
.
A
questo
modo
pranzeranno
bene
,
figureranno
bene
e
non
faranno
indigestioni
vergognose
.
Non
c
'
è
cosa
più
umiliante
che
il
dover
scontare
ogni
pranzo
con
un
citrato
di
magnesia
,
come
fanno
,
purtroppo
,
parecchi
signorini
di
mia
conoscenza
,
i
quali
nutrono
una
tale
tenerezza
pel
loro
piccolo
stomaco
,
da
non
sapergli
rifiutar
nulla
,
anche
quando
i
suoi
desideri
sono
smodati
.
*
*
*
Altre
volte
un
ragazzo
,
levandosi
da
tavola
si
metteva
a
farne
il
giro
domandando
a
ciascun
commensale
se
avesse
pranzato
bene
.
Era
imbarazzante
pei
ragazzi
il
rivolgere
pei
primi
la
parola
a
persone
che
conoscevano
poco
,
o
non
conoscevano
affatto
.
Ed
era
seccante
per
ogni
individuo
interpellato
,
che
si
trovava
nella
necessità
d
'
inventare
un
complimento
nuovo
ad
ogni
bambino
che
veniva
,
e
differente
da
tutti
quelli
detti
dagli
altri
commensali
.
Supposto
sei
ragazzi
che
facessero
a
dodici
convitati
la
stessa
domanda
invariabile
:
«
ha
pranzato
bene
?
»
le
dodici
immaginazioni
dei
convitati
dovevano
fornire
la
bellezza
di
72
(
dico
settantadue
)
risposte
variate
sull
'
unico
tema
:
*
Sì
,
ho
pranzato
,
benissimo
.
*
Perchè
,
naturalmente
,
una
persona
educata
non
può
pranzare
in
casa
d
'
altri
senza
il
superlativo
assoluto
.
Se
poi
gli
invitati
non
erano
gente
molto
immaginosa
,
si
correva
il
rischio
di
udire
72
Ha
pranzato
bene
?
+
72
Benissimo
,
grazie
;
e
tu
?
+
72
Anch
'
io
,
grazie
.
In
tutto
216
frasi
,
da
mandar
a
monte
la
digestione
d
'
uno
struzzo
o
d
'
un
elefante
.
E
però
,
visti
e
considerati
tutti
gli
inconvenienti
sovraesposti
,
quel
viaggio
d
'
esplorazione
intorno
alla
tavola
in
cerca
dell
'
esatta
misura
d
'
appetito
d
'
ogni
convitato
,
fu
abolito
alla
grande
unanimità
.
*
*
*
Alle
volte
accade
che
un
ragazzo
si
trovi
in
salotto
quando
le
persone
di
servizio
introducono
una
visita
,
e
la
lasciano
per
andar
ad
avvertire
la
signora
che
deve
riceverla
.
In
tal
caso
è
ben
difficile
che
il
visitatore
,
o
la
visitatrice
,
lasci
al
bambino
l
'
imbarazzo
di
prendere
la
parola
.
Gli
parla
,
ed
il
bambino
non
ha
che
rispondere
.
Dato
però
che
il
visitatore
non
facesse
quel
primo
passo
,
tocca
al
piccolo
padrone
di
casa
a
farlo
,
sacrificando
la
sua
timidezza
al
dovere
d
'
ospitalità
.
Si
avanzerà
,
ad
ogni
modo
,
verso
il
nuovo
venuto
,
e
se
questi
non
dice
nulla
,
gli
darà
il
buon
giorno
,
e
lo
pregherà
d
'
accomodarsi
.
Da
parte
d
'
un
bambino
è
sempre
meglio
che
si
limiti
a
dare
il
buon
giorno
o
la
buona
sera
;
perchè
questo
obbliga
soltanto
ad
una
risposta
analoga
.
Vi
sono
persone
che
non
amano
discorrere
coi
bambini
;
questo
non
fa
il
loro
elogio
,
ma
vi
sono
.
Risponderanno
:
buon
giorno
;
grazie
:
e
sarà
finita
.
Mentre
invece
,
se
il
bimbo
domanda
«
Come
sta
?
»
si
richiede
la
risposta
circa
la
propria
salute
,
ed
il
ricambio
della
domanda
,
a
cui
il
bimbo
deve
poi
rispondere
alla
sua
volta
.
Senza
contare
che
al
bambino
,
il
quale
non
è
in
grado
di
comprendere
nè
di
compatire
la
sofferenza
di
chicchessia
,
è
affatto
assurdo
di
esporre
il
nostro
stato
di
salute
.
All
'
entrare
della
persona
che
deve
ricevere
la
visita
,
il
bambino
si
ritirerà
,
limitandosi
a
domandarne
il
permesso
.
In
tutte
le
case
però
si
ricevono
visite
,
relativamente
di
confidenza
,
alle
quali
i
bambini
possono
assistere
per
qualche
tempo
.
Allora
,
come
in
tutte
le
circostanze
,
non
debbono
parlare
colle
persone
adulte
se
non
sono
interrogati
.
Quando
però
una
prima
interrogazione
li
ha
invitati
a
discorrere
,
non
debbono
obbligare
il
visitatore
o
la
mamma
a
farli
continuare
il
discorso
a
forza
di
domande
,
come
se
recitassero
il
catechismo
.
Dovranno
prender
parte
alla
conversazione
,
senza
parlar
troppo
nè
forte
,
ma
senza
soggezione
ridicola
,
nè
interruzioni
nè
silenzi
assurdi
,
finchè
il
discorso
sia
esaurito
.
E
non
entreranno
in
un
secondo
argomento
se
non
vi
sono
di
nuovo
invitati
da
una
domanda
diretta
.
Se
i
visitatori
hanno
con
sè
dei
bambini
,
i
piccoli
padroni
di
casa
si
metteranno
accanto
a
loro
dopo
aver
salutato
i
loro
parenti
,
ed
avvieranno
il
loro
discorso
in
modo
da
poterli
invitare
a
giuocare
;
ma
con
naturalezza
,
e
senza
che
appaia
o
un
'
abitudine
imparata
,
o
un
effetto
della
noia
,
che
provano
a
stare
colle
persone
che
sono
nella
sala
.
Vi
sono
bimbi
che
,
chiamati
in
sala
per
una
visita
,
vi
accorrono
tutti
ansimanti
,
investono
i
visitatori
ad
uno
ad
uno
con
un
:
«
Come
sta
?
»
a
bruciapelo
come
se
dicessero
:
«
O
la
borsa
o
la
vita
!
»
e
prima
che
l
'
ultimo
interpellato
abbia
pagata
la
sua
imposta
a
quella
curiosità
simulata
,
si
voltano
ai
bambini
e
dicono
colla
stessa
precipitazione
:
*
Andiamo
a
giocare
.
Bisogna
invitare
il
piccolo
visitatore
a
giocare
,
ma
senza
fretta
,
e
senza
scortesia
verso
la
gente
che
è
in
sala
.
E
quando
il
bimbo
ha
detto
di
sì
,
il
padroncino
di
casa
deve
rivolgersi
a
chi
accompagna
il
suo
giovine
amico
e
domandare
se
permette
che
il
ragazzo
vada
con
lui
a
giocare
.
Una
volta
poi
ottenuto
il
permesso
,
bisognerà
lasciare
la
scelta
dei
giochi
agli
ospiti
;
e
qualunque
sia
quello
che
scelgono
,
cedere
a
loro
la
parte
più
piacevole
.
È
superfluo
il
dire
che
un
bambino
educato
non
deve
mai
nè
domandare
un
giocatolo
nè
accettare
un
dono
qualsiasi
da
un
altro
bambino
,
e
neppure
rispondere
:
«
Se
la
mia
mamma
e
la
tua
lo
permettono
accetterò
»
come
fanno
taluni
,
per
avere
la
coscienza
d
'
aver
agito
bene
,
senza
tuttavia
rinunciare
affatto
alla
speranza
del
dono
.
Bisognerà
rispondere
:
*
Ti
ringrazio
;
ma
sai
pure
che
i
bambini
non
possono
nè
fare
nè
ricevere
doni
.
*
E
se
la
mia
mamma
lo
permette
?
potrebbe
insistere
l
'
altro
.
*
La
tua
mamma
lo
permetterebbe
sicuro
per
non
fare
una
scortesia
alla
mia
mamma
ed
a
me
;
ma
non
bisogna
metterla
in
questa
necessità
.
E
per
nessuna
insistenza
non
deve
cedere
e
prestarsi
a
quella
parte
ridicola
di
giungere
in
sala
ad
esporre
le
sconvenienti
domande
:
*
Mamma
,
sei
contenta
ch
'
io
offra
questo
?
*
Mamma
,
mi
permetti
di
accettar
quello
?
Se
un
bambino
va
colla
famiglia
a
far
una
visita
,
osserverà
le
regole
che
ho
già
accennate
riguardo
al
saluto
,
ed
alla
conversazione
.
Se
nella
casa
dove
va
non
vi
sono
bambini
,
e
gli
tocca
di
assistere
a
tutta
una
serie
di
discorsi
che
non
comprende
e
non
lo
interessano
,
dovrà
rimanere
composto
e
non
dare
il
menomo
segno
di
noia
.
Convengo
che
questo
è
difficile
.
Mi
ricordo
ancora
certe
discussioni
interminabili
a
cui
dovevo
assistere
nella
mia
infanzia
,
tra
la
mia
povera
mamma
ed
una
vecchia
baronessa
inferma
,
che
non
aveva
nessun
bambino
in
casa
,
e
teneva
in
sala
tre
enormi
cani
barboni
.
Si
parlava
sempre
di
quitanze
,
ipoteche
,
usufrutto
,
capitale
ed
interesse
.
Avevo
imparate
a
memoria
quelle
parole
,
e
qualche
volta
mi
sorprendevo
a
canticchiarle
mentre
giocavo
colla
bambola
,
ma
mi
erano
oscure
come
il
Pape
satan
Aleppe
,
che
mi
ha
tanto
fatto
pensare
,
ed
impaurita
nei
miei
primi
anni
di
scuola
.
Un
giorno
dopo
aver
assistito
un
'
ora
a
quei
discorsi
inesplicabili
,
ed
essermi
fatto
dire
parecchie
volte
,
di
non
dimenare
una
gamba
,
di
non
strappar
la
frangia
del
mio
paltoncino
,
di
non
strofinare
i
nastri
del
cappello
,
di
non
agitarmi
sulla
sedia
,
di
non
fare
assolutamente
nessuna
cosa
,
ridotta
all
'
immobilità
d
'
una
piccola
statua
mal
posata
e
punto
artistica
,
sentii
che
la
mia
pazienza
era
completamente
esaurita
;
e
tentai
di
porre
fine
a
quel
supplizio
,
ricorrendo
all
'
atto
più
incivile
che
possa
fare
una
ragazzina
per
bene
;
dissi
coll
'
accento
strisciante
della
noia
:
*
Mamma
,
andiamo
?
Vedo
ancora
,
dopo
tanto
,
tanto
tempo
,
la
vampa
di
rossore
che
salì
al
volto
della
mia
cara
e
bella
mammina
.
Si
rizzò
senza
parlare
.
Era
tanto
educata
,
e
sapeva
che
un
rimprovero
,
fatto
a
me
in
presenza
alla
vecchia
signora
,
avrebbe
fatto
capire
meglio
l
'
idea
inurbana
,
che
avevo
implicitamente
espressa
:
«
Mi
annoio
mortalmente
in
sua
compagnia
.
»
Ma
la
baronessa
non
aveva
bisogno
che
le
si
mettessero
i
punti
sugli
i
.
Si
alzò
a
stento
,
prese
le
mani
della
mia
mamma
nelle
sue
,
e
disse
:
*
Sì
;
va
,
povera
Nina
.
Anche
tu
devi
annoiarti
,
così
giovane
e
bella
,
a
passare
tanto
tempo
con
una
vecchia
;
sono
egoista
quando
ti
prego
di
venire
.
Perdonami
,
cara
la
mia
figliola
;
sono
inferma
e
sola
.
Ma
non
ho
più
molto
da
vivere
;
avrò
presto
finito
di
annoiarti
.
Ed
il
suo
povero
volto
,
tanto
rugoso
,
si
raggrinzava
,
e
le
tremavano
le
labbra
e
la
voce
.
Piangeva
!
La
mia
mamma
non
rispose
,
aveva
gli
occhi
gonfi
.
La
baciò
,
le
strinse
la
mano
,
ed
uscì
tutta
rossa
e
mortificata
,
come
se
quella
villania
l
'
avesse
fatta
lei
.
Non
mi
disse
nulla
.
Non
una
parola
di
rimprovero
.
Capì
che
ero
già
castigata
.
Oh
se
lo
ero
!
Pochi
giorni
dopo
si
disponeva
ad
uscire
,
senza
avermi
detto
nulla
.
*
Non
mi
vuoi
con
te
,
mamma
?
le
domandai
.
*
No
,
vado
dalla
baronessa
.
Chinai
il
capo
avvilita
.
Era
la
mia
punizione
.
Venivo
espulsa
dalla
casa
di
quella
venerabile
amica
di
mia
madre
.
La
baronessa
morì
pochi
mesi
dopo
,
senza
che
l
'
avessi
più
riveduta
.
Ma
passarono
gli
anni
,
mi
feci
donna
,
e
non
ho
mai
dimenticata
quella
scena
dolorosa
.
Ed
anche
ora
,
quando
ci
penso
,
sento
al
cuore
la
stretta
di
un
rimorso
.
Non
si
affligge
impunemente
una
vecchia
buona
!
D
'
allora
non
mi
accadde
mai
piú
di
dimostrare
la
noia
che
provavo
in
compagnia
.
Tuttavia
,
debbo
confessare
che
la
risentivo
ancora
e
spesso
.
Ma
per
evitare
alla
mia
buona
mamma
un
dispiacere
,
come
quello
che
le
avevo
dato
una
volta
,
cercavo
di
non
farmi
scorgere
.
Quando
mi
trovavo
con
parecchi
altri
ragazzi
,
si
aveva
l
'
abitudine
di
raccontar
fole
.
Si
ripetevano
quelle
udite
altrove
,
o
se
ne
inventava
,
se
ci
pareva
di
poterci
mettere
un
po
'
di
costrutto
.
Per
lo
più
era
un
'
illusione
dell
'
amor
proprio
;
ma
infine
....
Mi
venne
l
'
idea
di
scacciar
la
noia
de
'
lunghi
silenzi
miei
,
e
dei
lunghi
discorsi
degli
altri
che
non
comprendevo
durante
le
visite
,
preparandomi
in
mente
le
fole
che
dovevo
dire
.
La
prima
volta
che
mi
provai
,
fui
stupita
quando
la
mamma
si
alzò
per
uscire
.
Mi
pareva
d
'
esser
rimasta
pochissimo
in
quella
casa
,
e
la
fola
era
tutt
'
altro
che
finita
.
Consiglio
questo
rimedio
contro
la
noia
,
ai
miei
piccoli
lettori
.
Oltre
il
vantaggio
di
non
offendere
nessuno
,
s
'
impara
a
fantasticare
ed
a
far
castelli
in
aria
,
e
questa
è
una
ginnastica
che
sviluppa
l
'
immaginazione
,
ed
avvezza
alla
solitudine
,
ed
al
silenzio
.
Mi
ricordo
d
'
aver
fatto
da
bambina
dei
castelli
in
aria
,
che
,
interrotti
e
ripresi
,
hanno
durato
parecchi
giorni
;
e
ne
serbo
ancora
memoria
come
di
cari
avvenimenti
.
Li
creavo
a
modo
mio
.
Il
mio
spirito
non
poteva
esserne
contrariato
,
e
vi
si
manteneva
sereno
.
E
la
serenità
di
spirito
dà
la
pace
al
cuore
e
rende
buoni
.
Ed
il
mio
volto
esprimeva
la
soddisfazione
interna
;
e
quelle
persone
,
se
fossi
stata
ad
ascoltarle
,
coi
loro
discorsi
m
'
avrebbero
dato
noia
,
credevano
d
'
aver
parte
alla
mia
soddisfazione
,
e
ne
erano
contente
,
ed
io
più
di
loro
.
Sovente
da
tutte
quelle
contentezze
risultava
l
'
offerta
di
qualche
chicca
,
la
quale
certo
non
poteva
che
aumentarle
.
*
*
*
Quando
vien
fatto
ad
un
ragazzo
un
invito
perchè
rimanga
a
pranzo
,
o
a
cena
,
o
a
passare
qualche
giorno
in
campagna
presso
una
famiglia
che
non
è
la
sua
,
non
deve
mai
scusarsi
con
quei
complimenti
comuni
e
convenzionali
:
*
Non
vorrei
dar
disturbo
;
*
Grazie
!
non
posso
accettare
;
*
Sarebbe
indiscrezione
se
accettassi
,
ecc
.
Il
bambino
non
è
padrone
di
sè
.
Non
può
disporre
da
sè
,
se
accetterà
o
no
l
'
invito
;
e
però
,
è
inutile
che
si
dia
l
'
aria
di
rifiutarlo
.
Dovrà
limitarsi
a
mostrarsi
molto
lusingato
dell
'
invito
,
rimettendosi
al
genitori
,
o
a
chi
per
loro
,
perchè
decidano
in
proposito
.
Sia
che
accetti
o
rifiuti
,
non
deve
mai
,
nè
colle
persone
che
lo
hanno
invitato
,
nè
coi
ragazzi
della
famiglia
ripetere
le
discussioni
avvenute
in
casa
,
circa
l
'
invito
;
nè
le
osservazioni
,
nè
i
commenti
uditi
.
Può
darsi
che
la
mamma
dica
:
*
No
.
In
quella
casa
non
si
avvezzano
abbastanza
bene
i
ragazzi
.
Non
voglio
che
i
miei
si
vizino
al
cattivo
esempio
.
Questo
lo
dirà
nell
'
intimità
,
col
proprio
marito
,
e
,
di
comune
accordo
,
troveranno
una
scusa
plausibile
per
non
accettare
l
'
invito
senza
offendere
le
persone
,
cortesi
ed
ospitali
,
che
l
'
hanno
fatto
.
Ma
guai
se
un
ragazzo
indiscreto
avesse
il
cattivo
pensiero
di
ripetere
a
'
suoi
piccoli
anici
quell
'
osservazione
!
Basterebbe
a
far
nascere
un
diavolìo
,
a
mettere
la
discordia
fra
due
famiglie
,
a
screditare
sè
stesso
e
l
'
educazione
che
ha
ricevuta
.
Quand
'
anche
dal
ripetere
una
parola
udita
,
non
dovessero
risultare
altri
danni
che
quello
di
fare
un
po
'
ridicolo
il
piccolo
relatore
,
sarebbe
sempre
abbastanza
per
consigliarle
a
non
ripetere
mai
,
se
non
i
discorsi
sui
quali
ha
potuto
acquistare
la
certezza
che
le
stesse
persone
,
da
cui
li
udì
,
non
esiterebbero
a
farli
dove
lui
li
ripete
.
Anche
a
questo
proposito
l
'
infanzia
della
piccola
Gemma
mi
offre
un
esempio
.
Usciva
coll
'
istitutrice
per
andar
in
una
famiglia
dove
spessissimo
la
trattenevano
a
pranzo
.
*
Se
invitano
la
Gemma
a
pranzo
,
posso
lasciarla
?
domandò
l
'
istitutrice
prima
di
uscire
,
al
babbo
della
bambina
.
Il
babbo
che
s
'
annoiava
di
non
averla
a
tavola
,
rispose
:
*
Se
le
fanno
molte
istanze
,
la
lasci
,
altrimenti
veda
di
ricondurla
.
Infatti
la
signora
che
andavano
a
visitare
,
disse
alla
bimba
:
*
Mi
fai
il
regalo
di
rimanere
a
pranzo
,
Gemmolina
?
*
Il
babbo
ha
detto
che
se
mi
fanno
molte
istanze
posso
restare
,
ripetè
quella
pettegolina
,
senza
saper
neppure
cosa
volesse
dire
fare
delle
istanze
.
Le
istanze
reclamate
a
quel
modo
le
furono
fatte
;
sfido
io
!
Ma
l
'
istitutrice
rimase
male
,
ed
il
babbo
pure
quando
lo
seppe
,
al
vedere
rivelato
così
,
che
in
famiglia
s
'
era
quasi
contato
su
quell
'
invito
,
e
si
erano
prese
anticipatamente
delle
disposizioni
in
proposito
.
Sono
cose
che
tutti
fanno
,
ma
non
si
dicono
mai
.
Rimanendo
ospite
in
casa
d
'
altri
,
un
bambino
educato
dovrà
mettersi
in
ischiera
coi
bambini
della
famiglia
,
obbedire
come
loro
,
alzarsi
,
coricarsi
,
mangiare
,
studiare
,
giocare
,
passeggiare
,
alle
ore
fissate
pe
'
suoi
piccoli
compagni
.
Soltanto
,
se
quelli
si
permettono
qualche
indisciplinatezza
o
qualche
capriccio
,
allora
si
guarderà
bene
dall
'
imitarli
.
Andando
in
giardino
,
si
ricorderà
sempre
che
i
frutti
ed
i
fiori
non
sono
proprietà
della
sua
famiglia
,
e
però
non
gli
è
permesso
toccarli
.
Trovando
qualche
mammola
,
qualche
ciclamino
,
o
fragole
selvatiche
,
o
altre
cose
che
,
siccome
vengono
naturalmente
dalla
terra
,
non
si
considerano
proprietà
esclusiva
di
nessuno
,
le
potrà
cogliere
ed
offrire
alla
mamma
,
alla
sorella
,
alla
zia
,
all
'
istitutrice
de
'
suoi
ospiti
.
Ma
deve
ricordarsi
pure
che
le
persone
educate
e
gentili
,
accolgono
con
apparente
soddisfazione
e
con
ringraziamenti
anche
una
cosa
di
cui
non
sanno
che
farne
,
per
puro
riguardo
a
chi
l
'
offre
.
Per
cui
si
guarderà
bene
dall
'
insistere
sulla
stessa
offerta
,
com
'
è
pur
troppo
una
noiosa
abitudine
dei
bambini
,
che
,
se
vedono
una
signora
gradire
un
fiore
,
seguitano
a
portargliene
piene
le
mani
,
pieno
il
grembiulino
,
obbligandola
a
caricarsi
d
'
un
fascio
di
fieno
.
A
tavola
poi
dovranno
osservare
le
stesse
regole
che
ho
indicate
pel
pranzo
in
casa
propria
;
ed
anche
con
maggior
scrupolo
,
perchè
una
sconvenienza
commessa
in
casa
d
'
altri
,
acquista
maggior
gravità
.
Fuori
dalla
loro
famiglia
,
se
appena
non
sono
più
piccolissimi
,
non
saranno
serviti
nel
piatto
dalla
mamma
nè
da
altri
.
Passerà
il
piatto
di
mezzo
davanti
a
loro
come
davanti
agli
altri
commensali
,
e
dovranno
servirsi
da
sè
.
Prendano
un
po
'
di
tutto
,
accettando
il
pezzo
che
vien
più
comodo
,
e
non
istiano
a
fare
una
scelta
accurata
da
piccoli
ghiotti
,
facendo
aspettare
il
vicino
.
E
si
servano
sempre
con
misura
,
in
modo
da
non
lasciare
avanzi
sul
piatto
.
Dimentichino
addirittura
le
parole
:
"
Non
mi
piace
"
come
se
non
esistessero
,
perchè
,
con
quelle
,
sembra
che
vogliano
fare
un
rimprovero
ai
padroni
di
casa
d
'
aver
fatto
servire
una
cosa
che
non
ha
la
fortuna
d
'
incontrare
il
loro
gusto
.
Se
vi
sono
bambini
di
casa
,
i
piccoli
invitati
si
ritireranno
da
tavola
quando
si
ritirano
loro
,
altrimenti
aspetteranno
di
riceverne
un
ordine
diretto
.
Uscendo
da
una
casa
dove
sono
stati
a
pranzo
,
i
bambini
,
come
tutti
gli
invitati
,
sono
tenuti
ad
un
ringraziamento
ai
padroni
di
casa
.
Ma
sono
caldamente
pregati
di
non
cercare
di
fornir
complimenti
imitati
da
qualche
signore
o
signora
,
per
far
il
ragazzo
di
spirito
ed
attirar
l
'
attenzione
.
Riescirebbero
soltanto
ad
apparir
pedanti
,
pretenziosi
e
ridicoli
.
Si
limitano
a
dire
:
Tante
grazie
e
buona
sera
,
o
qualche
cosa
di
simile
;
ma
molto
simile
,
perchè
i
bambini
,
nuovi
al
mondo
,
non
si
rendono
ben
conto
del
valore
delle
parole
,
non
sanno
quello
che
va
detto
,
e
quello
che
non
va
,
e
facilmente
sbagliano
.
Conosco
un
ragazzino
di
sette
anni
e
mezzo
che
,
uscendo
da
una
casa
dove
era
stato
a
pranzo
,
disse
al
padrone
di
casa
,
coll
'
aria
di
un
giudice
supremo
che
decreta
un
'
assolutoria
:
*
Votre
dîner
a
été
bon
.
Je
vous
remercie
.
*
Aveva
la
cattiva
abitudine
di
parlar
francese
anche
in
compagnia
.
Tutti
risero
di
quello
strano
complimento
,
e
lui
si
credette
il
bambino
più
spiritoso
dei
due
mondi
,
mentre
l
'
ilarità
generale
era
nata
dalla
grottesca
figura
che
faceva
erigendosi
lui
,
così
piccino
,
a
giudice
culinario
;
e
dichiarando
implicitamente
,
che
non
avrebbe
ringraziato
se
il
pranzo
non
gli
fosse
sembrato
buono
.
*
*
*
Alla
scuola
,
in
collegio
,
gli
stessi
doveri
che
si
praticano
in
casa
verso
i
genitori
si
debbono
praticare
verso
i
maestri
;
agli
stessi
obblighi
di
civiltà
a
cui
si
è
tenuti
in
società
verso
i
conoscenti
,
si
è
tenuti
verso
i
compagni
.
Nulla
è
più
scortese
che
quel
saluto
gettato
là
dall
'
uscio
della
classe
,
con
una
cadenza
da
lezione
obbligatoria
,
che
è
purtroppo
il
saluto
generale
degli
scolari
ai
maestri
:
*
Riverita
,
signora
maestra
!
E
si
va
in
fretta
a
far
quel
saluto
,
e
si
grida
tutte
in
coro
,
qualche
volta
tra
piccoli
scoppii
di
risa
soffocate
,
e
poi
,
via
correndo
,
come
se
si
dicesse
*
Là
!
anche
questa
è
fatta
.
"
J
'
étais
enfant
;
j
'
étais
petit
;
j
'
étais
cruel
;
"
Tout
homme
sur
la
terre
,
où
l
'
âme
erre
asservie
,
Peut
commencer
ainsi
le
récit
de
sa
vie
.
Così
dice
quel
grande
de
'
grandi
che
è
Victor
Hugo
.
E
dice
il
vero
.
Se
sapessero
i
ragazzi
quanto
sono
crudeli
verso
quel
maestro
dal
quale
fuggono
così
,
senza
una
parola
affettuosa
!
Quel
maestro
vive
per
loro
.
Oh
!
se
si
voltassero
indietro
a
vedere
com
'
è
triste
,
quell
'
essere
solo
in
una
scuola
deserta
!
Il
saluto
al
maestro
deve
essere
fatto
con
calma
,
accostandosi
alla
cattedra
.
Non
si
deve
però
sporgere
la
mano
,
nè
domandare
un
bacio
.
Una
scuola
si
compone
di
trenta
o
quaranta
scolari
,
spesso
di
più
;
sarebbe
indiscrezione
e
da
stupido
imporre
ad
una
persona
quaranta
strette
di
mano
o
quaranta
baci
.
Nulla
è
più
villano
che
il
mettere
in
caricatura
i
propri
maestri
,
anche
quando
non
se
ne
possono
avvedere
.
Io
aveva
questa
pessima
abitudine
.
Quando
mi
riusciva
d
'
impadronirmi
della
cuffia
e
della
tabacchiera
d
'
una
vecchia
maestra
di
disciplina
,
e
d
'
imitarne
il
portamento
ed
i
modi
,
le
mie
compagne
si
divertivano
straordinariamente
.
E
che
applausi
!
Che
ammirazioni
!
Io
credeva
di
fare
qualche
cosa
di
molto
spiritoso
,
ed
una
volta
non
seppi
resistere
al
desiderio
di
mettere
a
parte
la
mia
famiglia
di
quel
mio
talento
peregrino
,
e
dei
miei
trionfi
.
*
Ebbene
,
di
che
cosa
ridete
?
domandò
la
mamma
.
*
Ma
della
signora
maestra
.
*
E
che
cosa
ha
di
ridicolo
la
maestra
?
*
È
vecchia
.
*
E
poi
?
*
E
poi
....
non
altro
.
*
E
allora
cosa
c
'
è
da
ridere
?
Infatti
cosa
c
'
era
da
ridere
?
Ero
stata
cattiva
,
incivile
,
e
stupida
per
giunta
.
*
*
*
Un
ragazzo
che
entra
per
la
prima
volta
in
una
scuola
,
o
in
un
collegio
,
è
dolente
per
la
famiglia
lasciata
;
è
timido
in
quell
'
ambiente
nuovo
,
ed
ha
bisogno
d
'
essere
consolato
,
incoraggiato
.
Invece
per
lo
più
,
appena
esce
alla
ricreazione
,
si
vede
venir
incontro
due
o
tre
monelli
(
o
monelline
)
,
i
più
impertinenti
nella
scuola
,
che
gli
fanno
subire
un
interrogatorio
goffo
,
indiscreto
,
brutale
.
*
Come
ti
chiami
?
I
tuoi
parenti
sono
ricchi
?
Cosa
fa
il
tuo
babbo
?
L
'
abito
di
uniforme
lo
hai
già
fatto
?
È
fine
?
Il
mio
è
dei
più
belli
del
collegio
.
E
questo
era
il
tuo
abito
da
passeggio
?
Di
seta
ne
avevi
?
E
di
velluto
?
E
via
di
questo
passo
un
piccolo
inventario
della
guardaroba
sua
e
della
sua
mamma
,
poi
delle
abitudini
di
famiglia
;
se
si
va
in
campagna
,
e
se
la
campagna
è
bella
,
ed
un
mondo
di
calcoli
insulsi
e
volgari
,
a
cui
i
bambini
non
dovrebbero
nemmanco
pensare
.
E
,
quel
che
è
peggio
,
l
'
accoglienza
che
gli
si
fa
è
misurata
sul
grado
dell
'
agiatezza
della
famiglia
,
che
si
desume
dalle
risposte
del
ragazzo
.
Per
poco
che
un
ragazzo
sia
perspicace
,
sente
l
'
intenzione
dei
piccoli
inquisitori
,
e
,
se
il
suo
animo
non
è
più
che
leale
e
candido
,
s
'
induce
a
mentire
per
evitare
delle
umiliazioni
.
Ho
conosciuta
una
bambina
,
figlia
di
un
mercante
di
mobili
,
che
si
fece
passare
,
durante
i
tre
anni
di
collegio
,
per
figlia
di
un
possidente
.
Otto
anni
dopo
la
rividi
;
eravamo
due
giovinette
.
Sua
madre
pregò
il
mio
babbo
di
lasciarmi
andare
a
passar
alcuni
giorni
a
Vercelli
con
sua
figlia
.
La
poveretta
si
fece
di
brace
e
non
appoggiò
l
'
invito
.
Mio
padre
non
accettò
.
Pochi
giorni
dopo
mi
scrisse
confessandomi
d
'
aver
mentito
la
sua
condizione
in
collegio
,
perchè
s
'
era
accorta
che
esser
figlia
di
gente
che
aveva
bottega
era
la
cosa
più
vergognosa
che
si
potesse
immaginare
nella
nostra
stupida
aristocrazia
da
collegiali
.
Dopo
otto
anni
duravano
ancora
le
funeste
conseguenze
di
una
volgare
abitudine
da
scolarette
.
Un
altro
fatto
anche
più
disgraziato
.
Il
mio
nonno
molte
volte
,
mentre
era
fuori
con
me
,
mi
aveva
fatta
entrare
in
un
botteghino
,
dove
si
provvedeva
di
carta
,
inchiostro
e
tutto
quanto
gli
occorreva
per
lo
studio
.
In
quel
botteghino
,
oltre
la
donnetta
che
serviva
al
banco
,
vedevo
spesso
una
ragazza
lunga
,
allampanata
,
timida
,
che
non
osava
guardarmi
,
e
si
faceva
di
brace
se
la
guardavo
io
.
Quando
fui
in
collegio
,
un
bel
giorno
vidi
entrare
in
classe
un
'
esterna
,
che
riconobbi
subito
per
la
figliola
del
botteghino
,
sebbene
lei
,
tutta
vergognosa
,
fingesse
di
non
conoscermi
.
Allora
,
sempre
dietro
quella
falsa
idea
che
i
bottegai
fossero
bassa
gente
,
e
l
'
avere
bottega
fosse
cosa
umiliante
,
da
vergognarsene
,
mi
venne
l
'
ispirazione
generosa
di
avvertire
tutte
le
esterne
che
la
mamma
di
quella
ragazza
aveva
un
botteghino
da
cartolaio
nella
contrada
del
collegio
;
e
che
si
guardassero
bene
dall
'
andare
là
a
provvedere
i
quaderni
,
ed
i
fogli
da
compiti
,
e
le
penne
.
Avrebbero
potuto
incontrarvi
la
ragazza
,
che
ne
sarebbe
stata
mortificata
...
Era
tanto
timida
...
bisognava
risparmiarle
un
'
umiliazione
.
Le
mie
compagne
,
grulle
quanto
me
,
seguirono
il
generoso
consiglio
.
Ed
io
era
soddisfatta
di
me
,
ed
un
po
'
gloriosa
dell
'
opera
mia
.
Nel
segreto
del
mio
cuore
mi
aspettavo
se
non
un
ringraziamento
,
da
quella
ragazza
,
troppo
timida
per
essere
espansiva
,
uno
sguardo
di
riconoscenza
,
una
stretta
di
mano
,
un
cenno
qualunque
che
mi
provasse
che
non
era
ingrata
.
Invece
mi
parve
che
diventasse
ancora
più
selvatica
,
e
che
,
quando
per
caso
incontravo
i
suoi
occhi
,
mi
guardassero
con
un
'
espressione
di
malevolenza
.
Ne
concepii
una
triste
idea
del
suo
carattere
,
che
non
sentiva
gratitudine
per
la
squisita
delicatezza
del
mio
tratto
,
e
tra
me
e
le
compagne
se
ne
parlava
con
indignazione
.
Ve
ne
furono
alcune
che
dissero
:
*
«
Meriterebbe
che
s
'
andasse
tutte
quante
a
comperare
quaderni
e
ogni
cosa
nel
suo
botteghino
,
per
mortificarla
!
»
Ma
io
,
clemente
,
le
pregai
di
non
farle
subire
un
castigo
così
severo
.
Una
mattina
quella
selvaggia
entrò
in
iscuola
più
rossa
e
timida
del
solito
,
e
passò
alla
cattedra
a
consegnare
una
lettera
alla
maestra
;
poi
,
nel
rasentare
i
nostri
banchi
da
convittrici
per
andare
al
suo
fra
le
esterne
,
che
era
più
indietro
,
mi
volse
un
'
occhiata
addirittura
di
sfida
.
Io
pensava
che
a
questo
mondo
«
si
è
più
sovente
puniti
di
una
buona
azione
che
d
'
una
cattiva
»
;
pensavo
che
a
«
far
bene
si
trova
male
»
ed
altre
riflessioni
sull
'
ingratitudine
umana
,
quando
la
maestra
,
dopo
aver
letta
la
lettera
,
domandò
alle
esterne
se
era
vero
che
avevano
tutte
cessato
di
provvedersi
di
quaderni
alla
bottega
Tale
dei
tali
.
Si
udirono
vari
sì
male
articolati
,
timidi
,
soffocati
,
poi
una
,
la
più
ardita
,
si
alzò
e
rispose
francamente
.
*
Sissignora
.
*
Perchè
?
*
Ma
...
perchè
ora
che
viene
a
scuola
con
noi
la
figlia
della
...
cartolaia
,
non
volevamo
mortificare
una
nostra
compagna
andando
a
comperare
...
non
si
sarebbe
potuto
fingere
di
ignorare
che
la
sua
mamma
ha
una
bottega
....
Io
trovai
quell
'
esterna
indelicata
d
'
aver
detto
tutto
questo
alla
presenza
della
poveretta
,
ma
arrossii
di
modesto
orgoglio
al
pensiero
che
quella
gentilezza
l
'
avevo
immaginata
io
,
e
m
'
aspettavo
un
po
'
confusa
che
la
maestra
cercasse
l
'
origine
della
cosa
,
e
mi
lodasse
pubblicamente
....
Invece
ella
diede
sulla
voce
all
'
esterna
.
*
Ma
che
bisogno
c
'
è
di
ignorare
che
la
sua
mamma
ha
una
bottega
?
Perchè
volete
che
se
ne
debba
mortificare
?
Ne
avete
più
di
grullerie
da
mettervi
in
testa
?
Quella
buona
signora
ha
cercato
apposta
un
negozio
nella
contrada
,
per
aver
la
pratica
della
scuola
,
e
mi
scrive
lagnandosi
di
averla
perduta
,
e
domandandone
il
perchè
.
Sapete
che
la
vostra
stramberia
la
mette
in
tali
imbarazzi
da
farle
quasi
chiudere
il
negozio
?
È
una
crudeltà
quella
che
avete
fatto
,
oltre
ad
essere
una
sciocchezza
.
Il
commercio
,
sia
grande
che
piccolo
,
non
ha
mai
fatto
torto
a
nessuno
....
E
faccio
grazie
del
resto
della
predica
,
che
è
facile
immaginarsi
.
*
*
*
Ai
balli
da
bambini
,
i
piccoli
padroni
di
casa
debbono
sacrificarsi
un
pochino
,
ballando
a
preferenza
con
quelli
che
,
o
per
essere
troppo
piccini
o
troppo
timidi
,
rimangono
trascurati
.
Alle
volte
vi
sono
bimbi
che
non
sanno
ancora
ballare
,
ma
al
vedere
quel
movimento
insolito
,
all
'
udire
la
musica
,
sono
invasi
da
una
grande
smania
di
prender
parte
all
'
agitazione
generale
.
I
parenti
li
trattengono
perchè
non
vadano
ad
impacciare
le
figure
danzanti
;
e
loro
,
se
sono
docili
,
obbediscono
a
malincuore
;
se
sono
indisciplinati
fanno
dei
capricci
;
ad
ogni
modo
,
invece
di
divertirsi
si
trovano
contrariati
ed
infelici
.
Un
po
'
di
abnegazione
da
parte
dei
piccoli
padroni
di
casa
,
che
tratto
tratto
li
vadano
a
prendere
,
e
,
tenendoli
per
le
manine
li
facciano
saltare
in
giro
,
dando
loro
l
'
illusione
di
ballare
come
gli
altri
,
basterebbe
ad
evitare
ogni
guaio
.
E
la
gioia
di
vedere
quelle
piccole
creaturine
col
visetto
infiammato
,
la
bocchina
aperta
in
un
riso
tripudiante
,
e
gli
occhietti
scintillanti
di
piacere
,
darà
a
quei
buoni
figlioli
un
largo
compenso
pel
piccolo
sacrificio
che
fanno
.
È
così
bello
il
sentire
che
abbiamo
in
noi
la
facoltà
di
rendere
qualcheduno
felice
!
Ed
è
così
triste
veder
piangere
quei
cari
piccolini
che
non
sanno
ancora
nulla
della
vita
!
Quest
'
inverno
andai
più
volte
ad
un
ballo
settimanale
pei
bambini
,
dove
c
'
era
sempre
una
povera
fanciulletta
inferma
.
Aveva
sette
anni
e
stava
ancora
in
braccio
alla
bambinaia
;
non
poteva
nè
camminare
nè
moversi
,
e
parlava
con
fatica
.
Ed
era
una
cosa
commovente
e
cara
vedere
alcune
giovinette
che
appena
avevano
cessato
di
ballare
,
non
dimenticavano
mai
d
'
andare
un
momento
a
farla
discorrere
,
a
portarle
un
confetto
,
un
fiore
.
Al
buffet
era
una
nobile
gara
a
chi
prenderebbe
prima
il
gelato
da
offrire
alla
piccola
inferma
;
e
bisognava
vedere
con
che
buon
garbo
glielo
facevano
pigliare
,
*
perchè
non
poteva
fare
da
sè
*
e
come
le
parlavano
di
cose
serene
senza
mai
alludere
alla
sua
disgrazia
.
Debbono
avere
un
bel
cuore
ed
una
buona
mamma
le
bambine
che
sanno
,
nella
foga
d
'
un
divertimento
,
comportarsi
a
questo
modo
.
Udii
una
bellissima
e
giovane
mamma
,
che
esortava
la
sua
bambina
ad
imitarle
.
*
Se
ci
vai
,
le
diceva
,
se
ti
fai
forza
per
vincere
la
tua
timidezza
*
perchè
non
ti
farei
il
torto
di
credere
che
sia
ripugnanza
o
mala
voglia
,
*
più
tardi
ti
troverai
contenta
di
pensare
che
quella
povera
bimba
malata
si
ricorderà
di
te
,
e
ti
vorrà
bene
,
perchè
sarai
stata
cortese
con
lei
e
l
'
avrai
aiutata
con
qualche
buona
parola
a
dimenticare
che
non
può
muoversi
e
divertirsi
come
le
altre
.
La
bambina
esitava
sempre
;
crollava
le
spalline
,
faceva
delle
smorfiette
un
pochino
sprezzanti
,
un
pochino
altere
.
Ah
!
lei
non
sapeva
,
poverina
,
cosa
fossero
malattia
,
privazioni
,
sofferenza
.
Chissà
forse
che
nel
suo
piccolo
cervello
inconsapevole
sentisse
una
certa
vanità
del
proprio
benessere
,
della
propria
bellezza
,
e
credesse
di
umiliarsi
accostandosi
a
quella
bimba
disgraziata
e
sdegnasse
di
farlo
.
Allora
la
bella
e
buona
mammina
fece
il
viso
serio
e
disse
:
*
Io
t
'
ho
dato
un
consiglio
,
t
'
ho
detto
quello
che
sarebbe
tuo
dovere
.
Pensaci
e
fa
come
il
cuore
ti
dice
.
Non
voglio
farti
far
nulla
per
forza
.
Ma
mentre
parlava
era
triste
,
e
poco
dopo
,
non
trovandola
più
accanto
a
me
,
guardai
in
giro
e
la
vidi
inginocchiata
presso
la
bimba
malata
che
la
faceva
discorrere
e
la
divertiva
.
Le
mamme
buone
fanno
come
Gesù
Cristo
;
predicano
colla
parola
e
coll
'
esempio
,
ed
i
bambini
,
fortunati
loro
!
non
hanno
che
imitarle
.
*
*
*
Una
delle
cose
che
incontra
più
resistenza
presso
i
fanciulli
è
l
'
adempimento
dei
doveri
religiosi
.
Non
è
il
caso
di
discorrere
qui
del
grado
di
devozione
che
possono
avere
,
e
tanto
meno
di
discutere
sulla
maggiore
o
minore
utilità
delle
pratiche
religiose
in
rapporto
alla
loro
età
,
ecc
.
Le
modeste
frivole
convenienze
sociali
,
che
formano
il
tema
di
questo
modesto
e
frivolo
libriccino
,
s
'
insuperbirebbero
troppo
di
vedersi
un
momento
innalzare
al
grado
d
'
una
questione
religiosa
;
e
le
famiglie
mi
direbbero
,
con
ragione
,
che
sono
uscita
dalla
linea
di
demarcazione
che
mi
ha
tracciata
il
titolo
del
mio
lavoro
.
Del
resto
,
parlo
ora
ai
fanciulli
;
e
,
per
loro
,
il
sistema
adottato
dalla
loro
famiglia
per
educarli
è
sempre
il
migliore
.
Se
la
mamma
,
il
babbo
,
o
chi
per
loro
,
crede
bene
di
condurli
in
chiesa
,
qualunque
sia
la
disposizione
del
loro
spirito
,
debbono
starci
con
un
contegno
rispettoso
e
tranquillo
.
Non
borbottino
all
'
orecchio
di
chi
li
accompagna
,
non
urtino
col
gomito
i
fratellini
o
gli
amici
,
non
sussurrino
fra
loro
,
non
ridano
,
non
si
voltino
a
guardare
qua
e
là
:
e
quando
si
cantano
salmi
o
litanie
non
strillino
come
matti
per
il
piacere
di
cantare
,
se
sanno
d
'
aver
la
voce
stonata
,
come
è
frequente
nei
bambini
,
che
metterebbe
la
confusione
nel
coro
.
E
qui
debbo
far
punto
.
Sento
dire
che
il
mio
lavoro
non
è
destinato
specialmente
ai
bambini
.
Tutt
'
alpiù
,
è
permesso
loro
di
occupare
le
poche
pagine
che
ho
scritte
fin
,
qui
nel
libro
scritto
per
le
loro
sorelle
,
le
loro
mamme
,
ed
anche
un
poco
pei
loro
babbi
.
Che
farei
,
miei
piccoli
amici
?
Per
ora
dobbiamo
lasciarci
.
Ma
lo
faccio
con
rincrescimento
.
È
vero
,
le
loro
mamme
li
guideranno
assai
meglio
di
me
.
Ma
ciò
non
toglie
che
avrei
voluto
farlo
un
po
'
più
lungamente
anch
'
io
.
Non
ne
ho
forse
il
diritto
,
io
la
bisnonna
centenaria
di
parecchie
generazioni
?
Forse
un
giorno
riprenderò
questo
lavoro
,
lo
amplierò
,
lo
completerò
,
e
ne
farò
un
volume
a
parte
,
dedicato
unicamente
all
'
infanzia
,
ai
volti
rosei
,
alle
testine
bionde
,
che
Dio
le
benedica
!
Intanto
,
quando
,
parlando
alle
mamme
,
avrò
ancora
,
per
inciso
a
parlar
di
loro
,
saranno
le
ore
meno
faticose
,
le
più
care
di
questo
lavoro
,
arduo
per
me
,
e
forse
seccante
per
chi
lo
legga
.
Purchè
non
riesca
inutile
affatto
,
sarà
già
qualche
cosa
.
PARTE
SECONDA
LUCI
ED
OMBRE
CAPITOLO
I
.
La
signorina
.
In
casa
*
Visite
*
Pranzi
*
Balli
*
Ospiti
in
casa
altrui
*
Ai
bagni
ed
in
villa
*
Corrispondenza
.
Quando
penso
che
questo
capitolo
,
dedicato
alle
giovinette
che
sono
tutte
freschezza
,
tutte
azzurro
,
tutte
luce
,
debbo
cominciarlo
brontolando
,
m
'
indispettisco
contro
me
stessa
.
Sono
dunque
tanto
decrepita
,
da
non
saper
più
sorridere
ai
vent
'
anni
sereni
e
biondi
?
Ebbene
no
.
Non
voglio
brontolare
.
C
'
è
sempre
modo
di
dire
con
garbo
anche
le
cose
più
dispiacevoli
.
È
una
scoperta
che
hanno
fatto
i
farmacisti
quando
hanno
inventato
di
inargentare
le
pillole
.
Io
non
posso
inargentare
la
mia
vecchia
persona
.
Ma
mi
riparerò
all
'
ombra
d
'
un
poeta
moderno
e
simpatico
.
Traverso
l
'
azzurro
della
sua
leggenda
,
apparirà
meno
uggiosa
la
tinta
grigia
de
'
miei
consigli
.
*
Sono
state
al
teatro
a
sentire
la
Partita
a
scacchi
,
signorine
?
*
Il
babbo
dice
che
le
signorine
non
debbono
andare
alla
commedia
.
*
È
vero
.
Allora
l
'
avranno
letta
?
Neppure
?
Ebbene
,
in
quella
Partita
a
scacchi
c
'
è
una
fanciulla
giovane
come
loro
,
bella
come
loro
,
bionda
come
le
visioni
dei
poeti
,
placida
come
l
'
innocenza
,
serena
come
un
lembo
di
cielo
.
Si
chiama
Jolanda
.
È
una
figlia
unica
,
ricca
come
una
miniera
,
nobile
come
una
regina
.
Ed
elegante
poi
!
N
'
hanno
voglia
loro
,
mie
giovani
lettrici
,
di
studiare
abbigliature
e
di
mutarle
?
Jolanda
non
avrebbe
che
a
comparire
,
per
ecclissarle
tutte
.
Portava
in
casa
un
abito
lungo
a
strascico
,
di
raso
azzurro
,
guarnito
d
'
ermellino
,
rialzato
da
un
lato
sopra
una
gonna
di
velluto
;
ed
aveva
le
treccie
cadenti
;
due
lunghe
treccie
bionde
,
morbide
,
lucenti
....
Oh
le
belle
treccie
di
Jolanda
!
Non
c
'
era
partito
così
splendido
,
che
fosse
superiore
a
quella
ricchezza
di
treccie
.
E
Jolanda
viveva
solitaria
col
suo
babbo
in
un
vecchio
castello
,
dove
i
giorni
erano
tutti
uguali
,
dove
non
c
'
era
mai
ricevimento
,
punto
feste
,
punto
teatri
,
e
se
capitava
una
visita
,
era
un
avvenimento
.
Loro
pensano
di
certo
:
*
Come
doveva
annoiarsi
,
poverina
!
Ebbene
no
,
signorine
mie
.
E
qui
sta
tutto
il
merito
di
Jolanda
.
Sapeva
amare
la
sua
casa
,
sapeva
starci
.
È
appunto
l
'
argomento
su
cui
ero
disposta
a
brontolare
in
principio
di
questo
capitolo
.
Via
.
Una
mano
alla
coscienza
,
belle
fanciulle
.
Nella
situazione
di
Jolanda
,
in
un
completo
isolamento
dove
,
se
un
poeta
non
gliel
'
avesse
condotto
,
non
sarebbe
capitato
forse
mai
un
giovine
per
apprezzare
la
sua
bellezza
,
come
sarebbero
state
tristi
loro
!
Come
avrebbero
deplorata
la
loro
miseria
,
e
pensato
giorno
e
notte
al
pericolo
tremendo
di
rimaner
zitellone
!
Ed
il
povero
babbo
,
invece
d
'
una
compagna
gioconda
e
serena
,
si
sarebbe
visto
accanto
un
viso
allungato
,
una
fronte
accigliata
;
ed
in
ogni
atto
della
sua
figliola
avrebbe
indovinata
la
noia
della
sua
casa
,
della
sua
compagnia
,
ed
il
desiderio
crudele
d
'
essere
altrove
.
Eppure
Jolanda
non
era
insensibile
nè
senza
aspirazioni
.
Lei
stessa
diceva
una
sera
al
suo
babbo
:
"
Anch
'
io
,
Quando
mi
trovo
sola
meco
stessa
e
con
Dio
,
Sogno
talora
i
gaudi
dell
'
amore
,
e
mi
sento
Addormentarmi
l
'
anima
tutta
in
un
rapimento
.
"
A
quei
tempi
le
signorine
educate
parlavano
in
versi
.
Ora
però
si
può
anche
farne
a
meno
.
E
fingo
che
il
mio
fato
conduca
un
forte
e
bello
A
superar
la
fossa
del
mio
patrio
castello
.
Lo
ascolto
in
tuon
sommesso
mormorarmi
parole
Più
ardenti
e
più
feconde
che
la
luce
del
sole
,
E
lo
sguardo
negli
occhi
che
divampano
fuoco
E
mi
cullo
in
visioni
celesti
...
e
a
poco
a
poco
Mi
risveglio
...
e
le
sale
del
mio
patrio
castello
Non
suonan
mai
dei
passi
di
questo
forte
e
bello
.
Ebbene
,
cosa
importa
?
Il
forte
e
bello
non
compariva
,
e
Jolanda
era
sempre
lieta
ugualmente
come
un
raggio
di
sole
.
Non
parlava
mai
di
quando
sarebbe
maritata
;
il
babbo
le
diceva
:
*
Bada
,
Jolanda
,
non
si
vive
isolati
.
Se
non
accetti
qualche
partito
fra
quelli
che
ti
sono
offerti
,
corri
il
rischio
di
rimanere
zitellona
.
Provvedi
al
tuo
avvenire
.
Jolanda
rispondeva
celiando
:
"
Sì
,
fonderò
un
convento
per
farmene
badessa
.
"
E
discorreva
del
tempo
,
dei
boscaioli
,
delle
vecchie
piante
che
finiscono
nel
focolare
,
e
s
'
interessava
ai
racconti
del
babbo
,
che
le
ripeteva
le
sue
gesta
giovanili
o
le
narrava
una
certa
fiaba
di
Aroldo
e
il
suo
corsiero
;
in
fine
stava
là
in
quelle
antiche
stanze
solitarie
come
un
augello
nel
suo
nido
,
il
quale
vi
si
trova
bene
,
e
vi
si
adagia
come
se
dovesse
rimanervi
tutta
l
'
eternità
,
salvo
a
volarne
via
l
'
indomani
s
'
intende
.
Loro
invece
,
signorine
...
scusino
,
bisogna
pur
venirci
a
questa
conclusione
;
*
le
favole
sarebbero
pur
belle
se
non
avessero
la
morale
in
fondo
,
ma
,
poichè
ce
l
'
hanno
inventata
,
lascino
che
io
la
metta
come
si
faceva
ai
miei
tempi
,
*
loro
dunque
,
non
s
'
adagiano
punto
nella
loro
casa
,
nè
come
l
'
augello
nel
nido
,
nè
come
nessun
'
altra
immagine
di
cosa
adagiata
.
Ci
stanno
,
salvo
il
rispetto
,
come
il
diavolo
in
una
ampolla
.
Sono
irrequiete
,
impensierite
.
La
loro
mente
non
è
lì
.
Ogni
giorno
si
meravigliano
,
si
impazientano
di
esserci
ancora
,
come
se
la
casa
paterna
fosse
un
albergo
,
o
un
ponte
gettato
tra
il
collegio
e
la
casa
coniugale
,
e
da
traversarsi
in
fretta
,
per
paura
che
si
rompa
sotto
i
piedi
.
Non
saranno
tutte
così
;
ne
convengo
,
almeno
lo
spero
.
Ma
conobbi
molte
,
moltissime
fanciulle
;
ed
,
eccettuate
ben
poche
,
tutte
dimostravano
una
tale
impazienza
di
maritarsi
,
da
dar
ragione
al
signor
Achille
Torelli
,
nel
ritratto
poco
lusinghiero
che
ha
fatto
della
Fanciulla
.
Sovente
ho
udito
una
giovinetta
dire
:
*
Quando
sarò
a
casa
mia
,
farò
questo
o
quell
'
altro
;
ed
intendeva
:
quando
sarò
maritata
.
Che
impressione
doveva
fare
al
babbo
,
alla
mamma
,
l
'
udire
che
la
loro
figliola
non
si
sentiva
a
casa
sua
,
in
mezzo
a
loro
e
nella
loro
casa
!
Se
si
tratta
d
'
andare
in
campagna
,
dove
non
c
'
è
altra
compagnia
che
le
persone
di
casa
,
si
mostrano
disgustate
e
non
mancano
di
parlare
di
quella
loro
miseria
,
come
vestali
che
stiano
per
essere
sepolte
vive
.
Ma
i
loro
genitori
cosa
sono
?
Per
riguardo
a
loro
,
e
per
il
rispetto
a
quel
dolore
che
dovranno
provare
,
staccandosi
dalla
loro
figliola
per
darla
ad
uno
sposo
,
una
signorina
educata
non
dovrà
mai
dimostrare
che
desidera
appunto
di
dar
loro
quel
dolore
,
e
che
non
ci
prende
parte
.
Lo
sposo
stesso
,
che
un
giorno
la
piglierà
,
è
già
implicitamente
offeso
da
quella
smania
di
maritarsi
,
che
gli
dice
anticipatamente
:
*
Badi
,
ch
'
io
lo
sposo
perchè
non
vedo
l
'
ora
di
diventare
una
signora
,
e
non
per
lei
.
Se
un
altro
fosse
capitato
prima
,
avrei
preso
quello
.
Senza
contare
poi
il
ridicolo
che
matura
sul
capo
di
quelle
che
,
poverette
,
non
trovano
marito
.
Si
sente
ogni
giorno
dire
dall
'
una
o
dall
'
altra
:
*
La
signorina
tale
ha
già
trentacinque
anni
.
E
non
ha
ancora
marito
!
*
Poveretta
,
dopo
averlo
desiderato
tanto
*
Si
ricorda
lei
?
Diceva
sempre
:
Quando
sarò
maritata
....
*
Ed
il
corredo
che
preparava
?
*
E
quando
si
ricamava
quella
bella
pezzuola
,
quante
volte
ha
detto
:
"
Per
ora
non
lo
porto
;
servirà
per
quando
sarò
,
maritata
.
"
*
Ora
può
servirsene
per
asciugar
le
lagrime
ogni
volta
che
si
marita
qualcun
'
altra
.
Una
signorina
non
dovrebbe
mai
dire
:
"
quando
sarò
maritata
"
se
non
dopo
essere
fidanzata
.
Allora
è
un
fatto
che
si
prepara
;
non
è
più
una
supposizione
nè
una
speranza
,
e
potrà
parlarne
liberamente
.
Prima
no
.
E
se
taluno
le
dicesse
quella
parola
,
dovrebbe
rispondere
:
*
Io
non
so
se
mi
mariterò
.
Non
ci
penso
.
Sto
tanto
bene
in
casa
mia
....
E
debbono
procurare
di
starci
bene
davvero
,
e
di
buon
umore
come
si
conviene
alla
loro
età
.
Credano
a
me
,
il
mostrarsi
desiderose
di
marito
,
annoiate
della
propria
casa
e
della
propria
famiglia
,
ha
fatto
invecchiar
nubili
tante
belle
ragazze
.
E
la
giocondità
,
la
pace
,
l
'
amore
del
nido
paterno
,
non
ha
mai
impedito
ad
un
augello
di
scioglierne
il
volo
,
nè
ad
una
bella
Jolanda
di
udirsi
dire
da
un
paggio
innamorato
,
davanti
a
testimoni
però
:
"
Ti
guardavo
negli
occhi
,
che
sono
tanto
belli
.
"
*
*
*
Qualche
volta
i
babbi
,
i
nonni
sono
molto
vecchi
;
e
,
si
sa
,
i
vecchi
sono
spesso
noiosi
.
Ho
io
bisogno
di
dir
loro
,
signorine
mie
,
che
sarebbe
oltremodo
scortese
il
lasciar
trasparire
,
da
un
atto
,
dalla
fisonomia
,
da
un
momento
di
distrazione
,
il
tedio
che
ispirano
?
L
'
ho
detto
ai
bambini
,
perchè
,
poverini
,
non
sanno
ancora
cosa
sia
mondo
.
Ma
loro
,
signorine
,
ad
educazione
finita
,
non
possono
aver
bisogno
di
questi
insegnamenti
.
So
bene
che
non
si
dimeneranno
sulla
sedia
,
nè
si
divertiranno
a
sciupare
i
nastri
e
le
frangie
dei
vestiti
per
trastullarsi
,
mentre
gli
altri
parlano
di
cose
che
non
le
interessano
;
però
talora
,
me
lo
lascino
dire
,
si
permettono
il
ripiego
che
ho
suggerito
ai
bambini
:
si
distraggono
.
L
'
ho
suggerito
ai
bambini
,
non
per
evitare
i
discorsi
noiosi
che
vengono
fatti
direttamente
a
loro
;
ma
pel
caso
in
cui
altri
parlasse
,
loro
presenti
,
di
cose
che
non
li
riguardano
e
che
non
capiscono
.
Invece
accade
spesso
che
un
vecchio
parente
fa
un
lungo
racconto
ad
una
figlia
,
ad
una
nipote
;
il
racconto
della
sua
giornata
,
o
di
qualche
suo
malanno
.
Ed
intanto
la
signorina
pensa
a
quel
forte
e
bello
di
là
da
venire
,
al
quale
Jolanda
pensava
soltanto
quand
'
era
sola
con
sè
stessa
e
con
Dio
;
ed
il
narratore
domanda
:
*
Che
te
ne
pare
?
Come
ti
regoleresti
tu
?
*
Lo
sposerei
...
Ah
!
scusi
;
sa
,
zio
?
ero
distratta
.
Per
una
signorina
gentile
,
una
simile
confessione
scortese
ad
un
vecchio
dev
'
essere
talmente
umiliante
e
penosa
,
da
farle
ascoltare
con
attenzione
inalterata
tutte
le
lamentazioni
di
Geremia
,
lasciando
al
piagnoloso
profeta
l
'
illusione
di
essere
il
più
ameno
narratore
del
mondo
.
Questa
indifferenza
delle
fanciulle
,
questa
noncuranza
per
tutto
quanto
non
riguarda
il
loro
avvenire
,
si
rivela
in
tutte
le
occasioni
.
Le
grandi
feste
di
famiglia
,
quando
si
raduna
tutta
la
parentela
a
pranzo
,
i
ricordi
che
vi
si
evocano
,
lo
scambio
dei
doni
,
le
occupazioni
del
babbo
,
i
suoi
studi
,
tutto
questo
le
lascia
fredde
.
Ho
vedute
delle
fanciulle
passare
delle
ore
in
famiglia
senza
parlare
,
con
un
fare
svogliato
,
ed
animarsi
soltanto
all
'
entrare
di
un
giovine
visitatore
.
Ne
ho
vedute
altre
ricevere
senza
nessuna
dimostrazione
di
gioia
i
doni
dei
parenti
a
Natale
o
a
capo
d
'
anno
,
senza
neppure
scartocciarli
,
riservandosi
a
guardarli
più
tardi
.
Tutto
questo
è
penoso
a
vedersi
.
Sono
i
servitori
a
cui
si
dà
la
mancia
,
che
non
debbono
osservarla
subito
per
non
aver
l
'
aria
di
contare
i
quattrini
;
ma
un
dono
bisogna
vederlo
ed
ammirarlo
molto
,
e
dichiararlo
magnifico
,
fosse
pure
miserabile
e
di
cattivo
gusto
:
e
ringraziare
con
espansione
.
Ai
vecchi
amici
di
casa
,
ai
vecchi
parenti
ed
a
tutte
le
signorine
della
parentela
o
dell
'
intimità
,
le
giovinette
dovranno
fare
auguri
o
doni
all
'
occasione
dell
'
onomastico
o
del
natalizio
.
Ammetto
che
è
difficile
trovare
ogni
anno
,
e
tante
volte
qualche
cosa
di
nuovo
da
dire
nelle
identiche
circostanze
.
Ma
il
farlo
con
aria
infastidita
non
facilita
la
cosa
.
Il
borbottare
,
il
lagnarsi
di
quel
compito
forzato
,
è
quanto
dire
a
chi
sente
:
*
Vedete
?
Quando
verrà
la
vostra
festa
mi
costerà
tanta
noia
così
il
farvi
gli
auguri
...
E
la
causa
è
sempre
la
stessa
.
È
il
pensiero
costante
dell
'
avvenire
,
di
un
affetto
più
grande
e
più
forte
,
che
impedisce
a
quei
giovani
cuori
di
sentire
l
'
amicizia
,
l
'
amicizia
calma
e
serena
,
che
dura
anche
dopo
l
'
amore
svanito
,
e
ce
ne
consola
.
Se
un
precedente
stabilito
non
ci
fa
sapere
che
un
amico
festeggia
un
natalizio
,
sarà
bene
fargli
gli
auguri
per
l
'
onomastico
,
perchè
questo
non
calcola
l
'
età
come
il
compleanno
indiscreto
,
il
quale
pare
studiato
apposta
per
non
lasciarci
dimenticare
le
tristi
verità
:
che
il
tempo
passa
,
che
s
'
invecchia
,
che
la
morte
s
'
avanza
.
*
*
*
A
'
miei
tempi
,
*
tempi
delle
vecchie
mamme
,
delle
nonne
,
delle
bisnonne
,
*
le
donne
non
ricevevano
l
'
istruzione
che
si
dà
ora
alle
fanciulle
.
Allora
era
generale
l
'
opinione
dell
'
Arnolphe
di
Molière
circa
le
donne
:
"
C
'
est
assez
pour
elle
,
à
vous
en
bien
parler
,
De
savoir
prier
Dieu
,
m
'
aimer
,
coudre
et
filer
.
Ora
le
giovinette
escono
dalle
scuole
dotte
come
tanti
piccoli
professori
.
Guardano
il
mondo
dall
'
alto
della
loro
dottrina
geografica
,
senza
mai
scambiare
un
punto
per
un
altro
.
Sanno
perchè
il
Vesuvio
erutta
vampe
e
lava
,
e
perchè
la
luna
splende
d
'
una
luce
scialba
;
ed
il
sole
abbaglia
coi
suoi
raggi
;
e
dove
scalda
più
e
dove
meno
;
ed
un
mondo
di
cose
alle
quali
,
ai
miei
tempi
,
non
si
pensava
nemmanco
.
E
non
hanno
paura
a
parlar
di
storia
,
nè
di
letteratura
,
e
neppur
d
'
algebra
.
E
se
non
parlano
di
politica
,
è
perchè
sanno
che
è
cosa
uggiosa
;
l
'
hanno
imparato
studiando
gli
uomini
.
E
,
per
un
vezzo
grazioso
,
tutto
femminile
,
dicono
ad
ogni
tratto
:
*
Voi
altri
che
sapete
di
politica
....
Oh
,
io
di
politica
non
ne
capisco
nulla
!
...
C
'
è
ancora
il
sultano
di
Turchia
?
...
Ed
a
San
Marino
hanno
sempre
la
Repubblica
?
Ma
chi
ci
crede
?
Se
volessero
,
con
quelle
piccole
menti
intelligenti
ed
erudite
,
terrebbero
testa
agli
uomini
anche
in
politica
.
Fanno
bene
a
non
tentarlo
,
del
resto
.
Ma
dov
'
eravamo
?
Ah
sì
!
All
'
uscir
della
scuola
.
Le
signorine
con
quel
po
'
di
coltura
,
non
hanno
difficoltà
a
trovare
i
lati
deboli
dell
'
istruzione
delle
mamme
.
Quanta
delicatezza
ci
vuole
per
non
mostrare
di
trovarli
,
e
per
fare
che
lei
stessa
,
la
buona
mamma
,
non
si
avveda
della
superiorità
intellettuale
della
figliola
!
Ho
conosciuto
una
signora
allevata
in
provincia
,
maritata
a
sedici
anni
,
e
subito
divenuta
madre
di
bambini
che
aveva
allattati
tutti
lei
stessa
,
dal
primo
all
'
ottavo
.
Prima
di
maritarsi
aveva
fatte
due
classi
elementari
,
e
poi
non
ci
aveva
pensato
più
.
Poco
aveva
trovato
tempo
di
leggere
con
quel
po
'
di
maternità
.
Per
cui
di
rado
imbroccava
,
quando
voleva
fare
un
discorso
,
altrimenti
che
nel
dialetto
lombardo
al
quale
era
avvezza
.
Un
giorno
,
dopo
aver
letto
non
so
che
cronaca
di
giornale
,
disse
:
*
Si
fabbrica
una
casa
sul
Corso
che
ha
da
essere
una
meraviglia
.
L
'
articolo
che
ne
parlava
cominciava
:
È
delizia
.
E
di
questi
granchi
ne
pescava
sovente
!
Quella
sera
sua
figlia
,
uscita
allora
allora
di
collegio
,
esclamò
ridendo
:
*
Chi
sa
perchè
le
mamme
,
quando
non
parlano
di
cose
casalinghe
,
dicono
sempre
spropositi
?
Credeva
di
essere
una
fanciulla
di
spirito
.
Non
abbiano
mai
dello
spirito
a
questo
prezzo
,
mie
gentili
lettrici
:
la
mamma
diceva
spropositi
,
ma
le
figlie
fanno
uno
sproposito
ben
più
grave
mancando
di
rispetto
alla
madre
ed
umiliandola
.
Se
la
mamma
non
sa
parlare
perfettamente
in
buona
lingua
,
la
figlia
deve
sempre
parlare
il
dialetto
quand
'
è
presente
lei
,
per
evitare
che
sia
messa
nella
necessità
di
prendere
qualche
cantonata
.
E
,
se
ci
casca
,
la
figlia
deve
mutar
discorso
,
affinchè
la
sua
serietà
ed
il
suo
rispetto
,
impediscano
di
ridere
ed
impongano
il
rispetto
anche
agli
altri
.
Ma
per
fortuna
le
signore
tanto
ignoranti
si
fanno
sempre
più
rare
.
Le
signore
anche
attempate
,
in
generale
,
parlano
bene
,
e
suppliscono
col
buon
senso
naturale
,
a
quella
mancanza
di
coltura
che
è
una
conseguenza
del
tempo
in
cui
furono
educate
.
Basterà
che
la
figliola
eviti
di
mettere
il
discorso
su
argomenti
astrusi
,
li
tronchi
se
altri
li
ha
intavolati
,
o
non
vi
prenda
parte
;
e
la
mamma
non
sarà
costretta
ad
astenersi
da
una
conversazione
alla
quale
prende
parte
sua
figlia
o
a
fare
cattiva
figura
.
E
badino
che
,
quando
dico
conversazione
,
non
intendo
soltanto
le
conversazioni
con
estranei
:
ma
anche
quelle
del
focolare
,
dove
importa
più
che
mai
di
mantenere
il
prestigio
della
mamma
presso
i
fratellini
,
e
di
frenare
i
figli
giovinotti
sulla
via
sdrucciola
dell
'
irriverenza
,
sulla
quale
si
avviano
tanto
presto
ai
nostri
giorni
.
Non
posso
credere
che
esista
nel
mondo
incivilito
una
signorina
che
sieda
al
suo
posto
a
tavola
,
prima
che
siano
seduti
il
babbo
e
la
mamma
,
e
le
altre
persone
vecchie
,
e
signore
maritate
che
fanno
parte
della
famiglia
.
Ma
dato
il
caso
,
tutto
è
possibile
a
questo
mondo
,
che
fra
le
mie
lettrici
vi
fosse
una
piccola
ostrogota
,
la
quale
si
trovi
una
simile
macchia
sulla
coscienza
,
non
lo
dica
a
nessuno
per
carità
;
e
si
sorvegli
bene
per
l
'
avvenire
.
In
nessuna
circostanza
,
in
nessuna
età
della
vita
,
bisogna
lasciar
andare
il
proprio
contegno
sulle
massime
volgari
ed
egoistiche
:
«
In
famiglia
ci
si
deve
trattare
in
confidenza
.
In
famiglia
non
si
fanno
complimenti
.
»
È
in
famiglia
che
passiamo
la
massima
parte
della
nostra
vita
,
ed
è
là
,
più
che
altrove
,
che
bisogna
serbare
inalterata
quella
reciprocità
di
riguardi
,
quella
cortesia
squisita
di
modi
,
che
sono
fra
le
migliori
espressioni
dell
'
affetto
,
e
senza
di
cui
non
c
'
è
gentilezza
d
'
animo
possibile
.
Ho
conosciuto
una
signorina
bella
come
un
amore
,
(
non
ne
ho
mai
visti
di
veri
,
ma
parlo
di
quelli
dipinti
)
,
intelligente
,
onestissima
.
Ma
aveva
modi
,
se
non
affatto
aspri
,
asciutti
.
Di
rado
diceva
una
parola
espansiva
;
si
alzava
,
si
coricava
,
usciva
di
casa
,
rientrava
,
senza
mai
gettare
le
braccia
al
collo
ai
suoi
genitori
,
nè
dar
loro
un
bacio
;
colle
amiche
era
fredda
,
aveva
l
'
aria
di
diffidarne
,
di
star
sempre
in
guardia
.
Malgrado
la
sua
bellezza
non
ispirò
mai
nessuna
simpatia
,
rimase
senza
marito
,
fece
il
vuoto
intorno
a
sè
.
Gentilezza
continua
,
inalterata
,
colla
propria
famiglia
;
espansione
,
cordialità
con
tutti
,
sono
le
doti
essenziali
d
'
una
signora
,
la
vera
base
della
civiltà
;
e
sopratutto
deve
saper
interessarsi
anche
delle
cose
che
non
la
riguardano
personalmente
,
delle
occupazioni
,
delle
gioie
e
dei
dolori
degli
altri
.
*
*
*
Vi
sono
paesi
dove
le
signorine
non
prendono
parte
alle
visite
che
riceve
o
che
fa
la
loro
mamma
.
Da
noi
quest
'
ostracismo
per
le
fanciulle
non
è
ammesso
,
e
credo
sia
meglio
.
Dall
'
oggi
al
domani
una
signorina
si
marita
:
se
è
affatto
nuova
alle
visite
,
come
potrà
disimpegnarsene
?
In
Francia
le
signorine
prendono
parte
alle
visite
,
ma
non
parlano
mai
,
se
non
sono
interrogate
,
ed
anche
allora
si
limitano
ad
una
risposta
.
Tutto
questo
è
artificioso
,
forzato
,
è
una
ipocrisia
.
Fra
persone
educate
non
si
tengono
mai
,
presente
una
signorina
,
discorsi
che
lei
non
possa
ascoltare
e
comprendere
senza
arrossire
.
Sarebbe
una
sconvenienza
senza
nome
,
e
nessuna
padrona
di
casa
potrebbe
tollerarla
.
Quale
è
dunque
la
ragione
per
cui
una
signorina
non
potrebbe
prender
parte
alla
conversazione
?
Proprio
non
la
vedo
.
Conosco
molte
signorine
che
discorrono
,
con
moderazione
,
soltanto
delle
cose
di
cui
sanno
di
poter
parlare
*
d
'
arte
,
di
letteratura
,
di
balli
,
di
nuove
della
città
*
senza
mai
scendere
a
pettegolezzi
nè
darsi
arie
dottorali
,
colla
schiettezza
e
la
giocondità
che
sono
proprie
della
giovinezza
,
colla
sua
fede
ed
i
suoi
entusiasmi
;
e
le
trovo
adorabili
,
e
vedo
che
tutte
le
simpatie
si
raccolgono
intorno
a
loro
.
Questo
non
vuol
dire
che
una
signorina
possa
intavolare
lei
un
discorso
,
dove
ci
sono
delle
signore
per
farlo
.
Se
però
fra
le
visitatrici
vi
sono
altre
fanciulle
o
qualche
signora
giovane
di
sua
confidenza
,
potrà
benissimo
la
signorina
di
casa
prendere
l
'
iniziativa
d
'
un
discorso
.
Ricevendo
visite
in
casa
sua
una
giovinetta
non
prende
mai
posto
nè
sul
divano
,
nè
ai
lati
del
camino
.
Si
alzerà
ad
incontrare
tutte
le
signore
,
e
si
collocherà
accanto
a
loro
all
'
ultimo
posto
;
se
c
'
è
una
signorina
le
starà
accosto
;
se
sono
più
d
'
una
,
siederà
in
mezzo
a
loro
.
Quando
una
signora
,
o
anche
un
visitatore
,
si
alza
per
uscire
,
se
la
casa
non
è
abbastanza
ricca
perchè
vi
sia
sempre
qualche
servitore
in
anticamera
,
la
signorina
suonerà
il
campanello
perchè
una
persona
di
servizio
vi
si
trovi
ad
aprire
l
'
uscio
.
Trattandosi
d
'
un
uomo
però
,
dovrà
lasciarsi
salutare
prima
da
seduta
,
e
non
alzarsi
per
suonare
il
campanello
,
se
non
quando
lui
sarà
per
uscir
dalla
sala
.
Le
convenzioni
vogliono
che
una
signorina
non
sia
mai
la
prima
ad
osservare
che
una
visita
è
stata
breve
,
nè
insista
perchè
si
prolunghi
.
Questo
riguarda
sua
madre
.
Non
deve
mai
domandar
conto
alle
visitatrici
dei
loro
figli
,
dei
fratelli
,
dei
cognati
,
quando
sono
giovinotti
.
Si
deve
limitare
ad
informarsi
,
delle
signore
,
dei
vecchi
,
dei
mariti
,
dei
bambini
.
È
una
affettazione
ipocrita
,
ed
io
non
l
'
approvo
.
Ma
l
'
uso
ne
ha
fatta
una
legge
,
che
ora
però
si
va
perdendo
.
E
badino
di
non
dire
a
nessuno
:
Come
sta
il
suo
signor
padre
o
la
sua
signora
madre
,
ecc
.
Non
si
sono
mai
trovate
a
sentire
le
vecchie
commedie
in
cui
i
personaggi
parlano
così
!
A
noi
fa
un
effetto
strano
;
sembra
uno
scherzo
.
Se
la
situazione
sociale
della
persona
a
cui
parliamo
non
è
differente
della
nostra
,
si
dice
semplicemente
il
suo
babbo
,
la
sua
mamma
.
Se
poi
si
tratta
di
persone
di
gran
soggezione
,
invece
di
nominarle
col
titolo
di
parentela
,
si
dirà
:
Come
sta
il
conte
?
La
contessa
?
Il
commendatore
?
Il
presidente
?
Il
duca
?
ecc
.
,
ecc
.
Alle
persone
che
ci
sono
superiori
non
si
mandano
saluti
;
sarebbe
un
atto
di
confidenza
.
S
'
immagini
un
povero
scrittorello
,
un
professorello
,
un
concertista
ricevuto
dalla
Regina
,
il
quale
nel
congedarsi
dicesse
:
Maestà
,
mi
saluti
il
Re
!
Andando
a
far
visite
una
signorina
,
sia
a
piedi
che
in
carrozza
,
lascierà
la
destra
alla
mamma
.
Se
è
col
babbo
,
accetterà
lei
la
destra
,
se
le
è
offerta
.
Non
avrà
carte
da
visita
,
s
'
intende
.
Se
è
figlia
unica
,
può
avere
un
biglietto
collettivo
colla
mamma
:
Signora
e
signorina
tale
.
È
però
un
'
usanza
imitata
affatto
dai
Francesi
.
Da
noi
nessuno
si
chiama
signora
nè
signorina
sulla
carta
di
visita
.
Si
mette
soltanto
nome
,
cognome
e
titolo
,
se
c
'
è
,
e
la
figlia
scrive
a
matita
il
proprio
nome
sotto
quello
della
madre
.
Entrando
in
una
sala
una
signorina
siede
accanto
alla
sua
mamma
,
o
accanto
alla
signorina
di
casa
,
se
c
'
è
.
Se
la
padrona
di
casa
le
accenna
un
posto
,
anche
al
suo
fianco
,
lo
deve
accettare
senza
complimenti
,
in
atto
d
'
obbedienza
.
Questo
genere
di
complimenti
indicano
un
sentimento
di
eguaglianza
,
che
una
giovinetta
non
può
arrogarsi
con
una
signora
.
Cederà
poi
quel
posto
d
'
onore
alla
prima
signora
che
entrerà
.
In
tal
caso
dovrà
evitare
di
impegnare
una
questione
noiosa
.
Dovrà
alzarsi
,
ed
accennando
in
atto
di
offerta
il
sedile
abbandonato
,
andar
subito
a
sedere
presso
sua
madre
.
È
affatto
provinciale
l
'
usanza
di
certe
signorine
,
di
offrire
alle
figlie
delle
visitatrici
di
passare
in
un
'
altra
stanza
,
o
di
andare
con
loro
al
balcone
.
Questo
fa
supporre
discorsi
secreti
,
che
offendono
le
mamme
,
e
fanno
torto
alle
signorine
.
L
'
uscire
sul
balcone
poi
,
perchè
sono
signorine
,
mentre
le
signore
rimangono
in
sala
,
vuol
dire
:
*
"
Dacchè
non
abbiamo
ancora
trovato
un
compratore
,
andiamo
a
metterci
in
mostra
;
chi
sa
?
"
Se
la
signora
di
casa
è
una
di
quelle
adorabili
persone
attempate
,
che
amano
la
gioventù
,
e
la
trattano
con
quell
'
aria
di
dolce
protezione
che
invita
l
'
affetto
,
una
signorina
farà
bene
a
porgere
il
volto
in
atto
di
domandare
un
bacio
nel
congedarsi
.
Altrimenti
cercherà
,
nello
stringerle
la
mano
,
di
accentuar
molto
l
'
inchino
,
in
modo
di
escludere
quel
che
c
'
è
di
confidenziale
in
quell
'
atto
.
Se
una
signorina
non
ha
madre
,
e
fa
o
riceve
visite
colla
istitutrice
,
deve
lasciare
a
lei
il
posto
alla
destra
del
camino
o
del
divano
,
con
quella
deferenza
che
è
sempre
dovuta
da
una
giovinetta
ai
superiori
.
Però
sarà
lei
che
osserverà
che
la
visita
fu
breve
quando
una
signora
si
alza
per
congedarsi
,
e
che
insisterà
presso
le
persone
intime
,
perchè
si
trattengano
più
a
lungo
.
In
tali
circostanze
,
se
c
'
è
qualche
invito
affatto
privato
e
confidenziale
(
non
potrebbero
essere
differenti
,
perchè
in
una
famiglia
senza
signore
non
si
fanno
inviti
)
,
toccherà
alla
signorina
il
farlo
.
Potrà
benissimo
pregare
un
'
amica
di
rimanere
a
pranzo
,
o
a
passare
la
sera
;
o
di
andare
in
campagna
con
lei
.
Ma
non
mancherà
mai
di
dire
che
farà
molto
piacere
anche
al
babbo
ed
all
'
istitutrice
;
e
pregherà
questa
di
unire
le
sue
insistenze
alle
proprie
,
affinchè
la
povera
signora
,
condannata
dalle
circostanze
a
vivere
in
una
casa
che
non
è
la
sua
,
non
se
ne
senta
troppo
estranea
,
e
messa
da
parte
.
Gli
stessi
riguardi
dovrà
usare
ad
una
zia
,
o
ad
una
parente
qualsiasi
che
vivesse
con
lei
.
*
*
*
Una
signorina
potrà
accettare
di
pranzare
da
un
'
amica
,
e
rimanerci
,
anche
sola
,
sotto
la
custodia
della
signora
di
casa
.
Ma
ad
un
pranzo
d
'
invito
non
andrà
se
non
accompagnata
da
una
signora
.
Tutto
quanto
è
bello
,
grazioso
,
rasserena
lo
spirito
;
e
se
c
'
è
momento
in
cui
tutti
desideriamo
di
essere
di
buon
umore
,
e
di
veder
tutti
allegri
e
contenti
,
è
quando
sediamo
a
tavola
.
Per
questa
ragione
io
non
finirò
mai
di
ammirare
l
'
abitudine
degli
Inglesi
,
che
,
anche
in
famiglia
,
non
mancano
mai
di
abbigliarsi
per
andare
a
pranzo
.
E
pure
per
questa
ragione
che
le
abbigliature
da
pranzo
,
parlo
dei
pranzi
d
'
invito
,
anche
tra
noi
si
usa
farle
più
ardite
ed
eleganti
da
quella
da
visita
e
da
passeggio
.
Le
signorine
dovranno
scegliere
fra
i
loro
vestiti
della
stagione
il
più
fresco
e
gaio
.
O
,
se
si
mettono
un
abito
scuro
,
lo
rallegreranno
con
fiocchi
di
nastri
azzurri
,
rosei
o
rossi
o
di
quel
colore
che
la
moda
favorisce
,
in
modo
da
far
iscomparire
la
severità
della
tinta
.
Del
resto
,
non
c
'
è
signora
nè
signorina
che
non
possieda
qualche
abito
bianco
,
e
quello
sta
sempre
bene
ed
è
sempre
elegante
.
Non
dovrei
supporre
che
una
padrona
di
casa
,
dando
un
pranzo
,
possa
commettere
la
sconvenienza
di
collocare
una
signorina
accanto
ad
un
giovinotto
.
Ma
siccome
:
"
Tutto
è
possibile
sotto
il
sole
"
ed
"
Errare
humanum
est
"
ed
"
Error
non
è
frode
"
ed
"
Il
giusto
cade
sette
volte
al
giorno
"
e
mille
altri
proverbi
,
che
non
ripeto
(
perchè
il
dirne
parecchi
è
una
inciviltà
condannata
dai
vecchi
galatei
)
,
potrebbe
darsi
che
una
padrona
di
casa
un
po
'
inesperta
cadesse
in
quell
'
errore
,
tanto
per
dimostrare
ancora
una
volta
che
"
non
tutte
le
ciambelle
riescono
col
buco
.
"
Per
carità
,
signorine
mie
,
se
codesto
accadesse
,
si
guardino
bene
dal
fare
la
menoma
osservazione
e
neppure
un
segno
di
meraviglia
.
Sarebbe
rivolgere
un
rimprovero
crudele
alla
signora
che
le
ha
collocate
così
.
Quando
io
era
giovane
,
in
temporibus
illis
,
fui
invitata
ad
una
sagra
di
villaggio
in
una
famiglia
di
ricchi
proprietarii
.
Dopo
il
pranzo
e
le
feste
del
giorno
,
si
doveva
ballare
,
per
cui
c
'
erano
invitate
molte
signorine
e
molti
giovinotti
.
Quella
buona
padrona
di
casa
provinciale
,
avvezza
alla
semplice
verità
della
natura
in
mezzo
alla
quale
viveva
,
doveva
aver
fatto
questo
ragionamento
:
*
Se
fra
due
ore
i
giovinotti
e
le
fanciulle
che
ho
invitati
dovranno
prendersi
per
le
mani
,
abbraccíarsi
,
e
circolare
appaíati
a
due
a
due
come
colombelle
,
non
ci
può
essere
una
ragione
al
mondo
perchè
si
scandolezzino
di
trovarsi
seduti
accanto
a
tavola
.
Era
una
logica
da
dar
dei
punti
ad
Aristotile
.
E
lei
agì
come
avea
pensato
,
e
collocò
a
tavola
ogni
signorina
accanto
ad
un
giovinotto
.
Tutte
fecero
"
a
mauvais
jeu
bonne
mine
"
,
e
molte
mi
confessarono
che
non
l
'
avevano
trovato
un
troppo
mauvais
jeu
.
Ma
una
,
una
sola
,
una
signorina
di
villaggio
,
che
era
uscita
per
l
'
appunto
di
collegio
,
cominciò
a
guardarsi
intorno
impaurita
,
come
se
i
due
che
aveva
ai
lati
fossero
due
leoni
pronti
a
farla
a
brani
,
o
due
Don
Giovanni
venuti
là
per
rapirla
.
Uno
,
che
non
era
punto
Don
Giovanni
,
ed
ancora
meno
lion
,
si
sentì
tutto
confuso
,
si
fece
rosso
,
e
tirò
in
là
la
sedia
,
come
se
temesse
di
sporcare
quella
signorina
;
ma
l
'
altro
fece
le
viste
di
nulla
,
le
offrì
da
bere
,
e
tutti
i
piccoli
servigi
che
un
uomo
non
manca
mai
di
offrire
ad
una
vicina
di
tavola
.
Bisognava
vedere
l
'
aria
diffidente
e
l
'
esagerazione
di
riserbo
di
cui
s
'
armò
quella
poveretta
!
Parlava
a
monosillabi
.
Rifiutava
tutto
,
era
tutta
sulle
difese
,
pareva
che
fino
i
fiocchi
del
suo
vestito
appuntassero
le
nocche
ed
i
capi
come
armi
difensive
.
Il
suo
babbo
,
dall
'
altro
lato
della
tavola
,
fremeva
,
Finalmente
,
vedendo
che
era
giunta
al
dessert
respingendo
ogni
piatto
,
e
stava
per
rifiutare
le
frutta
che
il
suo
vicino
le
porgeva
,
le
gridò
:
*
Via
,
accetta
una
volta
!
Non
è
veleno
.
*
Ah
!
era
di
questo
che
aveva
paura
,
signorina
?
ed
io
che
mi
lusingavo
che
avesse
paura
di
me
!
le
disse
il
suo
vicino
.
La
lezione
era
meritata
.
È
appunto
in
tali
circostanze
eccezionali
,
che
una
signorina
può
mostrare
di
sapersi
condurre
dignitosamente
senza
darsi
quell
'
aria
di
noli
me
tangere
,
che
la
rende
antipatica
,
e
senza
incoraggiare
una
confidenza
sconveniente
.
Altre
volte
era
di
rigore
che
le
signorine
mangiassero
pochissimo
,
e
non
bevessero
vino
affatto
.
Per
cui
riuscivano
commensali
punto
piacevoli
.
In
qualunque
modo
si
volesse
interpretarla
,
quella
continenza
cenobitica
,
era
una
sciocchezza
.
Le
fanciulle
intendevano
con
quel
mezzo
di
atteggiarsi
ad
un
sentimentalismo
ideale
,
non
d
'
altro
nudrito
che
di
poesia
e
di
sogni
.
Era
un
'
idea
da
précieuses
ridicules
.
Le
mamme
incoraggiavano
quella
manìa
,
ed
all
'
occorrenza
l
'
imponevano
,
volendo
con
quel
mezzo
dire
ai
giovinotti
:
*
Vedano
come
mangia
pochino
la
mia
figliola
.
E
non
beve
punto
.
La
sposino
,
via
.
Non
costa
nulla
a
mantenerla
.
Era
un
calcolo
da
Arpagone
.
Ora
,
se
Dio
vuole
,
il
sentimentalismo
è
passato
di
moda
.
E
,
non
fosse
che
per
quest
'
unica
riforma
,
benedetto
il
realismo
!
Le
giovinette
sono
tornate
ad
esser
loro
stesse
,
col
loro
appetito
giovanile
:
ed
a
tavola
lavorano
coi
loro
dentini
,
che
è
una
benedizione
,
un
'
allegrezza
guardarle
.
Se
qualcuna
delle
mie
lettrici
era
rimasta
in
arretrato
,
ora
lo
sa
.
La
civiltà
vieta
soltanto
di
trasmodare
.
Ma
vieta
altrettanto
severamente
di
rifiutare
ogni
cosa
,
di
mangiare
a
fior
di
labbra
,
di
lasciare
la
roba
nel
piatto
,
di
rifuggire
dai
vini
,
quasi
si
volesse
dire
ai
padroni
di
casa
:
Io
non
so
che
farmene
di
tutto
questo
.
Il
vostro
pranzo
mi
mette
la
nausea
.
Quando
si
è
a
questi
estremi
bisogna
non
accettar
l
'
invito
.
Se
sapessero
come
è
bella
e
come
piace
la
gioventù
robusta
,
e
francamente
allegra
,
che
Dio
la
benedica
!
Se
la
padrona
di
casa
fa
posare
dal
servitore
il
vassoio
del
caffè
,
dopo
che
i
convitati
sono
passati
in
sala
,
ed
offre
lei
stessa
le
tazze
,
le
signorine
debbono
subito
accorrere
ad
aiutarla
.
Dovranno
però
servire
soltanto
le
signore
ed
i
vecchi
.
Una
signorina
non
porge
mai
la
tazza
ad
un
giovine
,
a
meno
che
sia
suo
fratello
.
Ed
ancora
ha
l
'
aria
d
'
uno
scherzo
.
Dopo
aver
assistito
ad
un
pranzo
,
una
signorina
è
tenuta
ad
accompagnare
la
madre
nella
visita
che
rende
,
entro
gli
otto
giorni
,
alla
famiglia
da
cui
ebbe
l
'
invito
:
e
dovrà
anche
lei
lodare
la
compagnia
che
vi
ha
trovata
,
la
disposizione
della
tavola
,
i
fiori
,
l
'
allegrezza
che
si
è
goduta
,
infine
quel
che
c
'
era
da
lodare
....
ed
anche
un
pochino
quel
che
non
c
'
era
*
*
*
In
teatro
una
signorina
non
va
mai
scollata
.
Se
l
'
abito
ha
lo
scollo
,
lo
porta
con
una
modestina
dí
tulle
.
È
verissimo
che
ora
molte
giovinette
vanno
scollate
come
le
signore
;
ma
la
questione
è
dì
sapere
se
fanno
bene
.
Ad
ogni
modo
non
sono
in
regola
colle
convenienze
.
Una
signorina
mi
osserva
a
questo
proposito
che
.
"
È
meglio
errar
con
molti
che
esser
savio
solo
.
"
Ma
io
rispondo
con
un
altro
proverbio
che
dice
:
"
L
'
uso
serve
di
tetto
a
molti
abusi
.
"
E
con
un
altro
ancora
:
"
Cosa
rara
è
la
più
cara
.
"
Così
,
punto
scollature
.
Pochissimi
gioielli
.
I
Francesi
dicono
:
Les
diamants
sont
faits
pour
les
têtes
brunes
;
les
fleurs
sont
faites
pour
les
têtes
blondes
.
Ma
,
finchè
sono
teste
da
fanciulla
,
anche
le
teste
più
brune
debbono
accontentarsi
dei
fiori
.
Per
portare
i
diamanti
ci
vuole
il
permesso
della
Chiesa
,
ed
anche
del
Municipio
.
Ma
credano
a
me
,
signorine
,
non
ci
perdono
nulla
.
Il
diamante
ha
un
pregio
convenzionale
:
il
fiore
è
una
cosa
bella
davvero
.
Le
arti
belle
hanno
sempre
imitati
i
fiori
.
Ma
soltanto
il
commercio
,
che
specula
sulla
vanità
,
ha
imitato
i
brillanti
.
Neppure
la
catenella
dell
'
orologio
è
concessa
ad
una
signorina
che
vuole
osservare
tutte
le
regole
di
convenienza
.
Ed
infatti
,
dacchè
quello
è
il
primo
dono
che
le
deve
offrire
lo
sposo
,
se
l
'
ha
già
portata
fin
allora
,
non
le
fa
più
quell
'
impressione
nuova
;
non
è
più
un
simbolo
.
Quando
si
domanda
:
*
Ma
è
ben
sicuro
che
la
signorina
tale
sia
sposa
?
Altri
risponde
:
*
Pensi
!
Ha
già
la
catena
!
L
'
abbigliatura
d
'
una
giovinetta
dev
'
essere
semplice
.
Ma
badino
certe
signorine
e
certe
mamme
che
hanno
l
'
abitudine
di
prender
le
parole
a
rigor
di
lettera
,
che
semplice
,
quando
si
parla
di
vestiti
,
vuol
dire
appunto
d
'
una
stoffa
di
poco
valore
,
adatta
per
fanciulle
,
senza
trine
antiche
,
senza
ornamenti
costosi
.
Ma
la
semplicità
d
'
un
abito
da
serata
non
ne
esclude
l
'
eleganza
ed
il
gusto
.
In
teatro
,
la
signorina
(
non
scollata
insisto
)
,
cederà
sempre
alla
signora
,
che
l
'
accompagna
,
il
posto
d
'
onore
,
che
è
quello
di
fronte
al
palco
scenico
.
Le
signorine
si
trovano
contentissime
di
questa
combinazione
,
perchè
,
voltando
il
dorso
al
palco
scenico
,
guardano
meglio
nella
platea
e
nei
palchi
,
e
sono
più
in
vista
.
Vedono
ch
'
io
sono
addentro
nei
loro
piccoli
segreti
.
Ebbene
credano
a
me
che
sono
vecchia
,
non
guardino
mai
fisso
nessun
giovine
,
checchè
ne
dica
loro
la
simpatia
.
Non
c
'
è
cosa
più
sconveniente
di
quell
'
ostentare
in
pubblico
una
preferenza
,
che
una
fanciulla
dovrebbe
appena
confessare
,
arrossendo
,
alla
propria
madre
.
Per
gl
'
indifferenti
,
poi
,
c
'
è
la
legge
generale
di
elementare
decoro
,
che
una
fanciulla
non
deve
mai
fissare
in
volto
un
uomo
che
sta
discorrendo
.
Quelle
che
se
ne
emancipano
appunto
in
teatro
,
dove
cento
occhi
sono
là
per
notare
quella
sconvenienza
,
e
cento
bocche
per
ripeterla
,
mi
fanno
ricordare
un
ladro
che
l
'
estate
scorsa
,
rubò
il
soprabito
di
un
avvocato
nel
tribunale
criminale
,
mentre
l
'
avvocato
stesso
stava
perorando
la
causa
d
'
un
ladro
.
Aveva
scelto
male
il
posto
per
farla
in
barba
alla
Questura
.
A
questo
proposito
ricordo
una
letterina
che
ricevetti
pochi
mesi
sono
.
Debbono
sapere
che
la
prima
edizione
di
questo
libro
mi
guadagnò
se
fosse
meritata
o
no
non
saprei
dire
la
fiducia
di
molte
lettrici
,
le
quali
presero
l
'
abitudine
di
rivolgersi
a
me
,
anche
senza
conoscermi
,
nei
loro
piccoli
imbarazzi
.
Un
giorno
il
mio
editore
mi
mandò
una
lettera
d
'
una
signorina
che
doveva
andare
ad
un
ballo
,
e
mi
domandava
:
"
come
dovesse
contenersi
,
sapendo
che
dovrebbe
incontrar
a
quel
ballo
,
e
che
le
verrebbe
presentato
,
un
giovine
il
quale
da
un
mese
la
guardava
,
e
del
quale
ricambiava
gli
sguardi
!
"
Ah
signorine
mie
!
Non
l
'
hanno
capita
che
non
ci
deve
essere
mai
un
giovine
di
cui
una
signorina
ricambia
gli
sguardi
?
E
se
quel
giovine
c
'
è
,
è
un
personaggio
da
romanzo
,
un
errore
;
e
la
signorina
pure
,
è
un
altro
errore
.
Ed
in
tal
caso
,
che
esce
dalla
normalità
,
cerchino
di
tirar
innanzi
il
romanzo
in
modo
che
lo
possano
leggere
anche
le
signorine
.
Regole
di
convenienza
pel
loro
contegno
in
quella
circostanza
non
posso
darne
,
perchè
i
personaggi
da
romanzo
e
le
passioni
da
romanzo
l
'
hanno
sempre
fatta
in
barba
a
tutti
i
galatei
.
Ed
hanno
fatto
bene
,
ma
,
in
mancanza
di
una
regola
di
convenienza
,
posso
dar
loro
un
consiglio
da
amica
.
Vadano
dalla
loro
mamma
e
le
dicano
la
verità
;
confessino
tutto
:
"
Che
da
un
mese
fanno
quell
'
armeggio
d
'
occhiate
;
ed
ora
si
trovano
imbarazzate
all
'
idea
di
trovarsi
in
faccia
a
quel
giovine
....
"
E
se
la
mamma
dirà
,
che
in
tal
caso
è
bene
rinunciare
alla
festa
per
evitare
quell
'
incontro
,
si
picchino
il
petto
e
dicano
Mea
culpa
.
In
teatro
una
signorina
non
porge
mai
la
mano
agli
uomini
che
entrano
a
far
visita
in
palco
,
e
non
dimostra
mai
di
prestare
più
attenzione
agli
spettatori
che
allo
spettacolo
.
Certi
atteggiamenti
indifferenti
ed
annoiati
,
che
affettano
molte
signorine
sono
di
cattivo
gusto
.
Oltre
all
'
offendere
le
persone
che
stanno
con
loro
,
le
fanno
apparire
disilluse
e
già
incapacì
di
divertirsi
.
Oh
giovinezza
!
Si
può
non
divertirsi
a
vent
'
anni
?
All
'
atto
di
ritirarsi
le
signorine
debbono
mettersi
la
sortita
da
sole
,
o
farsi
aìutare
da
una
persona
della
famiglia
;
non
mai
da
un
giovine
.
E
scendendo
le
scale
,
daranno
il
braccio
al
loro
babbo
,
ad
un
fratello
,
oppure
rimarranno
accanto
alla
mamma
.
Così
è
,
signorine
mie
;
i
cavalieri
serventi
sono
come
i
diamanti
.
Non
li
hanno
che
le
signore
.
È
ancora
una
privazione
di
cui
non
posso
compiangerle
.
I
diamanti
hanno
almeno
un
pregio
convenzionale
.
Sono
rarissimi
e
costano
cari
,
quando
sono
veri
brillanti
.
I
cavalieri
serventi
,
invece
,
spesseggiano
come
le
mosche
,
e
sovente
,
non
valgono
di
più
.
Di
brillantì
poi
,
ce
n
'
è
uno
su
mille
.
*
*
*
Ed
ora
,
signorine
mie
,
le
conduco
in
un
luogo
dove
non
sono
mai
state
.
Ed
anche
ora
non
vi
possono
entrare
che
in
ispirito
,
e
sotto
la
mia
seria
tutela
di
nonna
centenaria
;
in
un
circolo
di
giovinotti
.
Ben
inteso
che
,
entrando
in
ispirito
,
loro
non
sono
vedute
;
e
però
non
s
'
interromperanno
i
discorsi
incominciati
....
Oh
!
non
s
'
inquietino
,
signore
mamme
,
so
press
'
a
poco
di
cosa
si
parla
;
ed
anzi
,
ci
conduco
le
loro
figliole
per
questo
;
è
il
domani
d
'
un
ballo
,
di
che
s
'
ha
a
discorrere
?
Per
quanto
meritino
poco
di
essere
elevati
a
questa
dignità
,
i
giudici
delle
signorine
,
alle
feste
da
ballo
,
sono
i
giovinotti
.
È
vero
che
,
in
compenso
,
i
giudici
dei
giovinotti
sono
le
signorine
;
ma
questo
è
un
giurì
non
troppo
accreditato
perchè
pecca
d
'
indulgenza
.
Per
ora
ascoltiamo
l
'
altro
che
non
ha
questa
debolezza
.
*
Non
c
'
era
male
la
signorina
Tizia
,
con
quell
'
abito
azzurro
,
sentenzia
un
piccolo
Giove
Ansuro
,
con
l
'
esperienza
dei
suoi
diciott
'
anni
.
*
Non
c
'
era
male
?
osserva
un
conoscitore
più
esperto
.
Ma
hai
a
dire
che
era
una
bellezza
addirittura
.
Soltanto
che
è
una
bambola
col
meccanismo
;
una
ruota
ed
una
cordicella
per
ogni
monosillabo
o
bisillabo
.
La
mamma
l
'
aveva
caricata
prima
d
'
uscire
,
e
lei
da
brava
bambola
ha
articolato
uno
dei
suoi
monosillabi
o
bisillabi
per
ogni
domanda
,
che
faceva
da
cordicella
:
"
Sì
.
No
.
Grazie
.
Basta
.
Poco
....
"
E
così
via
.
,
*
Doveva
avere
delle
rotelle
anche
ai
piedi
,
perchè
ballava
diritta
,
stecchita
come
un
fantoccio
.
*
Bambola
,
bambola
.
*
E
le
signorine
Sempronie
?
entra
a
dire
un
terzo
.
*
Ah
!
quelle
sono
due
berte
.
Non
sanno
tacere
un
minuto
.
E
che
tono
confidenziale
pigliano
discorrendo
col
ballerino
!
Un
vecchio
gentiluomo
mi
disse
:
"
Quelle
signorine
devono
avere
una
famiglia
numerosissima
.
"
Perchè
?
domandai
compiacentemente
per
fargli
finire
il
suo
motto
.
"
Perchè
tutti
i
giovanotti
con
cui
ballano
mi
sembrano
loro
fratelli
.
"
Infatti
andavano
da
una
sala
all
'
altra
,
ed
al
buffet
con
questo
e
con
quello
,
e
senza
la
loro
mamma
,
e
si
dice
che
ballassero
anche
con
qualcheduno
che
non
era
stato
presentato
.
*
A
te
piaceva
la
signorina
Caia
,
che
ti
si
abbandonava
mollemente
nelle
braccia
,
come
se
fosse
al
quarto
atto
d
'
un
melodramma
....
Avevi
sulla
spalla
dell
'
abito
la
cipria
delle
sue
guancie
.
.
*
Il
color
della
dama
.
Mi
piaceva
per
una
sera
,
però
.
Non
la
vorrei
fra
le
concorrenti
,
quando
mi
decidessi
a
gettare
la
mia
pezzuola
per
trovare
una
sposa
.
*
Io
ho
fatto
un
giro
colla
signorina
Ipsilonne
,
che
,
ad
ogni
complimento
che
le
facevo
me
ne
rispondeva
un
altro
,
come
se
si
giocasse
di
scherma
.
*
Pazienza
,
era
ingenua
....
Tu
avessi
udita
la
signorina
Zeta
,
che
,
per
far
la
spiritosa
,
canzonava
le
tolette
ed
i
modi
delle
altre
signorine
e
dei
giovinotti
!
*
Ah
!
dev
'
essere
stata
curiosa
.
Cosa
t
'
ha
detto
di
me
?
*
E
di
me
?
*
E
di
me
?
*
Ha
detto
che
le
pareva
d
'
essere
una
tazza
di
miele
,
perchè
si
vedeva
ronzare
intorno
tanti
mosconi
.
*
Oh
Dio
!
Che
barba
!
*
Caro
quel
miele
!
*
I
mosconi
volano
anche
intorno
....
Via
;
la
porta
è
chiusa
e
non
si
ode
altro
.
Ma
credo
che
basti
.
Vedono
,
signorine
mie
,
che
ogni
medaglia
ha
il
suo
rovescio
;
ogni
festa
il
suo
dimani
.
"
Ahi
gioie
umane
,
d
'
amarezza
asperse
!
"
La
civiltà
francese
fa
della
fanciulla
una
bambola
muta
,
compassata
,
insignificante
,
tutta
artificio
.
Le
inglesi
sono
severe
,
fredde
,
vaporose
.
Le
americane
sono
emancipate
.
Le
tedesche
sono
libere
.
Loro
sono
italiane
;
hanno
lo
spirito
vivace
,
l
'
immaginazione
pronta
;
sono
entusiaste
ed
espansive
.
Volerle
ridurre
come
automi
modellati
su
figurine
straniere
,
sarebbe
una
profanazione
,
una
finzione
.
Siano
loro
stesse
.
Ma
sappiano
contenersi
in
modo
da
non
meritarsi
le
censure
che
hanno
udite
.
Si
può
essere
amabili
,
schiette
,
allegre
,
anche
senza
staccarsi
da
quella
dignità
di
contegno
che
s
'
addice
ad
una
fanciulla
.
Il
buon
senso
naturale
,
ed
il
naturale
decoro
,
devono
guidarle
.
Io
domando
soltanto
di
scrivere
sul
loro
taccuino
una
massima
di
Victor
Cherbullier
.
La
leggano
sempre
prima
di
andare
ad
un
ballo
,
dove
la
loro
mamma
non
può
udire
tutte
le
parole
che
scambiano
coi
ballerini
:
"
Rien
ne
rafraîchit
plus
le
sang
,
que
le
souvenir
d
'
une
sottise
que
l
'
on
n
'
a
pas
dite
.
"
*
"
Mi
ricordo
quand
'
era
fanciulla
"
come
la
vecchia
Pipelet
di
gioconda
memoria
,
e
nel
carnovale
,
la
mia
zia
,
che
mi
teneva
il
posto
della
povera
mamma
che
avevo
perduta
,
invitava
una
mia
cugina
a
tenermi
compagnia
.
Cara
quella
compagnia
!
Aveva
l
'
abilità
di
sacrificarmi
completamente
.
Non
sapeva
pettinarsi
da
sè
;
bisognava
che
ogni
mattina
la
cameriera
di
casa
perdesse
ad
acconciarle
il
capo
un
tempo
tanto
più
prezioso
,
in
ragione
di
quell
'
aumento
di
personale
in
famiglia
.
Noi
si
faceva
colazione
per
solito
alle
nove
,
ma
la
Teresina
era
alla
toletta
a
quell
'
ora
,
oppure
veniva
a
tavola
spettinata
ed
in
abito
da
camera
.
E
guai
se
la
zia
osservava
,
che
le
signorine
non
debbono
farsi
vedere
in
abito
da
camera
:
che
è
permesso
appena
di
portarlo
nella
loro
stanza
da
letto
!
Diceva
che
a
quell
'
ora
era
materialmente
impossibile
d
'
essere
in
ordine
.
E
bisognava
che
noi
s
'
avesse
pazienza
e
si
differisse
la
colazione
.
Tutte
le
lezioni
,
che
prendevamo
insieme
,
dovevano
pure
spostarsi
per
fare
il
suo
comodo
;
ed
i
miei
maestri
non
le
piacevano
mai
.
Erano
un
branco
di
ignoranti
.
E
tutti
i
mobili
della
casa
avevano
qualche
difetto
o
erano
mal
collocati
.
E
le
mie
amiche
le
erano
antipatiche
.
S
'
io
doveva
far
delle
visite
,
lei
non
poteva
adattarsi
a
venire
da
quelle
signorine
pedanti
,
nè
da
quelle
altre
sguaiate
.
Quando
s
'
andava
in
teatro
o
in
compagnia
,
ipotecava
addirittura
la
cameriera
per
farsi
vestire
,
e
la
zia
ed
io
dovevamo
aiutarci
a
vicenda
.
In
palco
,
poi
,
si
metteva
al
posto
di
contro
alla
zia
,
ed
io
era
relegata
tutta
la
sera
sullo
sgabello
in
mezzo
.
Non
c
'
era
caso
che
mi
offrisse
una
volta
di
cambiar
posto
.
E
,
per
ospitalità
,
non
potevo
domandarglielo
,
nè
fare
osservazioni
.
Bisognava
che
le
offrissi
i
fiori
da
scegliere
prima
.
E
se
li
provava
tanto
in
capo
,
sul
petto
,
e
si
serviva
così
bene
,
che
a
me
rimanevano
degli
avanzi
appassiti
.
In
carrozza
pure
,
prendeva
posto
accanto
alla
zia
,
senza
che
occorresse
neppure
dirglielo
.
Qualche
volta
le
mie
povere
abbigliature
si
sciupavano
tutte
,
strette
così
,
accanto
al
babbo
sulla
panchetta
dinanzi
.
Ma
la
Teresita
si
stendeva
a
suo
agio
,
seppelliva
la
zia
sotto
le
sue
gonne
e
arrivava
fresca
come
una
rosa
.
In
casa
,
poi
si
prendeva
l
'
incarico
di
studiare
tutti
i
caratteri
,
come
se
ci
fosse
venuta
con
quella
missione
.
Io
aveva
quel
difetto
,
e
quel
pregio
;
e
la
zia
era
placida
,
e
troppo
indulgente
;
ed
il
babbo
era
avaro
;
e
le
persone
di
servizio
ci
derubavano
come
tanti
briganti
.
*
Come
!
Voi
spendete
tanto
per
la
carne
?
E
tanto
per
le
ova
?
E
questo
pollo
è
costato
tanto
Ma
buona
gente
!
A
casa
mia
si
mangia
meglio
assai
,
e
si
spende
la
metà
.
Quel
pollo
è
magro
,
tíglioso
.
Si
può
avere
per
trenta
soldi
.
Il
resto
se
l
'
è
tenuto
la
cuoca
.
Io
non
so
come
la
sopportiate
.
Non
sa
cucinare
.
A
casa
mia
le
bistecche
sono
tutt
'
altro
:
queste
sembrano
suole
di
scarpe
.
Ed
ogni
giorno
aveva
fatta
una
scoperta
nuova
sull
'
ordine
della
nostra
casa
,
ed
erano
sempre
indiscrezioni
.
Quando
poi
veniva
in
campagna
l
'
autunno
,
era
un
raddoppiamento
di
biasimo
.
Si
trovava
addirittura
ad
un
bivacco
.
Tutto
era
incomodo
,
tutto
rozzo
.
Quasi
quasi
si
meravigliava
che
nei
sentieri
del
giardino
non
si
stendessero
tappeti
per
farla
camminare
sul
liscio
.
E
combinava
lei
le
gite
,
i
píc
nics
.
Ed
entrava
in
confidenza
coi
vicini
di
villa
,
prima
e
più
di
noi
;
e
passeggiava
cogli
altri
ospiti
,
anche
s
'
erano
giovinotti
,
sola
con
loro
per
delle
ore
in
giardino
,
ed
usciva
quando
noi
si
stava
in
casa
;
e
stava
in
casa
quando
noi
s
'
usciva
.
Mie
giovani
lettrici
,
se
sono
ospiti
in
casa
altrui
,
badino
,
le
prego
,
di
non
lasciarvi
le
tristi
memorie
che
m
'
ha
lasciate
la
Teresina
.
La
persona
ospitata
deve
fare
una
completa
abnegazione
della
propria
volontà
,
delle
proprie
abitudini
,
dei
proprii
gusti
.
È
necessaria
questa
rinuncia
assoluta
,
per
bilanciare
l
'
immensa
deferenza
della
famiglia
che
la
ospita
,
e
metterci
un
limite
,
affinchè
non
abbia
a
diventare
un
sacrificio
di
tutte
le
ore
.
E
qui
mi
viene
a
proposito
di
avvertirle
,
che
nulla
è
più
scortese
di
quell
'
abitudine
tanto
generale
,
pur
troppo
,
di
far
esaurire
tutte
le
formole
di
preghiere
inventate
da
Adamo
in
poi
,
prima
di
aderire
a
sonare
o
a
cantare
,
in
compagnia
.
La
padrona
di
casa
,
che
per
quella
sera
le
ospita
,
è
messa
in
grave
imbarazzo
.
Deve
unire
le
sue
insistenze
alle
altre
,
ed
aver
l
'
aria
di
imporre
un
sacrificio
?
O
deve
astenersene
,
e
dimostrare
che
non
desidera
di
ascoltarle
?
Difficile
alternativa
.
*
*
*
Non
ho
mai
compreso
perchè
le
signorine
,
che
debbono
rimanere
sotto
gelosa
custodia
nella
loro
città
,
dove
sono
note
loro
e
la
famiglia
,
ed
hanno
un
mondo
di
amici
e
conoscenti
intorno
,
debbano
poi
godere
una
libertà
relativa
,
ma
sicuramente
soverchia
,
quando
si
trovano
in
viaggio
o
alle
bagnature
,
ignote
fra
gl
'
ignoti
;
dove
potrebbero
anche
essere
prese
in
fallo
.
Il
nuoto
è
uno
degli
esercizi
prediletti
dagli
Inglesi
e
dagli
Americani
.
Ma
non
credo
necessario
,
per
adottare
la
loro
abitudine
delle
bagnature
,
adottarne
pure
la
flirtation
insidiosa
e
sconveniente
.
To
flirt
,
coqueter
,
sono
parole
che
in
italiano
non
hanno
riscontro
.
Le
traduciamo
:
flirteggiare
,
civettare
;
ma
le
parole
sono
barbarismi
nella
nostra
lingua
,
come
la
cosa
è
un
barbarismo
nei
nostri
costumi
.
Noi
,
espansivi
e
schietti
,
ci
pieghiamo
male
a
quella
meschina
scherma
di
parole
,
che
giocano
su
sentimenti
frivoli
;
e
,
quando
riesciamo
a
scimiottare
le
signore
straniere
,
lo
facciamo
a
scapito
del
nostro
carattere
.
Credano
a
me
,
signorine
,
non
si
lascino
attirare
da
quello
scoppiettìo
di
frasi
leggere
,
brillanti
e
fuggevoli
come
fuochi
d
'
artificio
.
Quando
si
disperdono
e
svaniscono
nell
'
aria
,
portano
sempre
con
sè
qualche
briciola
del
loro
decoro
.
Briciole
appena
visibili
,
atomi
,
ma
che
importa
?
"
Gatta
cavat
lapidem
.
"
In
campagna
come
in
città
,
ai
bagni
come
altrove
,
una
giovinetta
non
deve
mai
uscire
da
sola
,
a
meno
di
trovarsi
in
un
paese
non
frequentato
da
colonie
di
villeggianti
avventizi
.
Nel
contrarre
nuove
relazioni
deve
usare
la
massima
prudenza
e
lasciarsi
dirigere
completamente
da
'
suoi
genitori
.
Alla
tavola
d
'
albergo
,
se
non
ha
due
persone
della
famiglia
fra
le
quali
sedere
,
ed
il
caso
le
colloca
da
un
lato
uno
sconosciuto
,
non
deve
scambiare
con
lui
che
le
parole
strettamente
necessarie
,
finchè
non
sia
stato
presentato
alla
signora
che
l
'
accompagna
,
e
questa
gli
abbia
accordata
la
sua
relazione
.
L
'
unico
punto
su
cui
in
campagna
ed
ai
bagni
le
signorine
possono
permettersi
qualche
libertà
,
è
il
vestire
colori
più
vivaci
,
foggie
più
ardite
,
un
cappellino
un
po
'
bizzarro
o
un
po
'
sull
'
orecchio
,
fori
naturali
in
capo
a
tutte
le
ore
,
ed
anche
passeggiare
a
capo
scoperto
...
Tutto
questo
è
concesso
;
ma
quanto
al
contegno
,
deve
essere
tanto
più
riserbato
in
quanto
che
sono
meno
conosciute
,
e
chi
le
osserva
deve
giudicare
dall
'
apparenza
.
*
*
*
Se
una
signorina
è
stata
ospite
in
una
casa
,
appena
ritornata
in
famiglia
,
dovrà
scrivere
una
lettera
espansiva
alla
signora
od
alla
signorina
che
l
'
ha
ospitata
,
ringraziandola
delle
cortesie
ricevute
.
Non
scrivano
a
molte
persone
,
signorine
mie
.
Oltre
le
lettere
di
dovere
ai
parenti
vecchi
,
alle
maestre
,
possono
tener
corrispondenza
con
qualche
amica
.
Ma
siano
vere
amiche
,
di
quelle
a
cui
si
scrive
non
per
fare
dello
stile
epistolare
,
ma
per
vero
affetto
,
e
col
linguaggio
dell
'
intimità
.
Non
occorre
dire
che
,
in
tutta
la
loro
corrispondenza
non
ci
deve
essere
una
parola
che
la
mamma
non
possa
leggere
.
Quanto
a
formole
,
non
s
'
aspettino
ch
'
io
ne
dia
.
Le
lettere
tengono
luogo
di
discorsi
.
Scrivano
come
discorrerebbero
e
basta
.
L
'
introduzione
,
la
chiusa
,
sono
storie
del
tempo
trapassato
remoto
.
La
lettera
comincia
con
quello
che
s
'
ha
a
dire
,
e
finisce
quando
non
s
'
ha
più
nulla
a
dire
.
Ecco
la
sola
regola
ch
'
io
ammetto
.
Non
si
firmino
mai
serva
,
perchè
le
signore
non
sono
mai
serve
di
nessuno
.
Non
facciano
litanie
di
saluti
in
fine
nè
sfoggio
di
aggettivi
sulla
soprascritta
,
a
tutto
beneficio
del
portalettere
e
dei
portinai
.
Non
usino
carta
colle
iniziali
,
come
non
usano
carte
da
visita
;
siano
semplici
,
schiette
;
se
hanno
dello
spirito
,
non
ne
privino
le
loro
corrispondenti
,
e
lascino
andare
i
loro
giovani
pensieri
come
"
La
rondine
alla
primavera
e
la
preghiera
al
cielo
.
"
CAPITOLO
II
.
La
signorina
matura
.
Pur
troppo
tutto
matura
sotto
il
sole
.
Gli
uomini
le
piante
,
le
mele
rosee
e
le
spighe
dorate
;
e
col
tempo
e
colla
paglia
,
lo
dice
il
proverbio
,
anche
le
sorbe
e
la
canaglia
.
I
bocciuoli
diventano
rose
,
i
quindici
anni
diventano
venticinque
.
La
maturanza
è
un
pregio
.
È
il
massimo
grado
di
perfezione
a
cui
può
giungere
una
cosa
creata
.
Una
fanciulla
matura
è
più
completa
,
più
perfezionata
che
una
giovinetta
.
Ma
è
necessario
che
tutto
sia
maturato
in
lei
in
proporzione
cogli
anni
.
Si
cerca
spesso
di
dissimulare
il
grado
di
maturanza
del
frutto
,
mantenendo
verdi
il
gambo
e
le
frasche
,
al
regime
dell
'
acqua
pura
.
Si
vogliono
dissimulare
i
venticinque
anni
della
fede
di
nascita
,
colla
finta
acerbità
dell
'
ingenua
.
Perchè
?
Basta
così
poco
a
serbare
una
fanciulla
di
venticinque
anni
in
tutto
il
suo
prestigio
!
Lasci
maturare
il
suo
giudizio
come
la
sua
persona
.
Sanno
,
mie
signore
,
qual
è
la
stregua
a
cui
si
conosce
se
un
giudizio
di
fanciulla
è
maturo
?
Quando
accetta
l
'
età
che
le
dà
il
suo
passato
,
senza
false
vergogne
,
e
meschine
dissimulazioni
.
A
conti
fatti
,
in
quell
'
accettazione
una
signorina
ha
tutto
da
guadagnare
.
Non
potrà
ancora
uscire
di
casa
sola
:
ma
potrà
uscire
con
un
fratello
,
con
uno
zio
.
Potrà
andare
alla
commedia
,
proibita
alle
giovinette
.
Vestirà
con
più
ricchezza
;
non
sarà
esclusa
da
nessun
ricevimento
,
da
nessuna
cerimonia
,
neppure
dalle
nozze
e
dai
battesimi
,
dove
le
sue
sorelline
non
vanno
.
Potrà
tenere
a
battesimo
il
figlio
d
'
un
'
amica
o
d
'
una
sorella
.
Potrà
essere
madrina
di
cresima
;
semprechè
,
anche
a
quelle
cerimonie
,
vada
accompagnata
da
sua
madre
,
o
da
un
'
altra
signora
.
Ai
balli
porterà
i
grandi
scolli
come
una
signora
;
in
villeggiatura
potrà
uscire
sola
con
una
compagna
,
o
anche
accompagnare
una
giovinetta
.
Potrà
scrivere
con
maggior
libertà
;
leggere
una
quantità
di
cose
che
pochi
anni
prima
le
erano
proibite
.
Eppure
la
maggior
parte
delle
signorine
mature
rinunciano
a
tali
vantaggi
,
per
non
confessare
di
esserlo
.
Ma
chi
possono
illudere
?
Mi
ricordo
d
'
una
famiglia
in
cui
c
'
erano
tre
sorelle
.
La
maggiore
aveva
ventinove
anni
.
La
più
giovane
ne
aveva
diciasette
.
Si
fece
sposa
per
intromissione
del
mio
babbo
,
mentre
era
uscita
provvisoriamente
di
collegio
per
curare
un
'
oftalmia
.
La
seconda
era
rimasta
in
collegio
.
Quando
si
fecero
le
nozze
,
la
sorella
di
ventinove
anni
venne
in
casa
nostra
a
passare
una
settimana
,
perchè
,
come
signorina
,
non
poteva
assistere
a
nozze
.
Si
tirò
addosso
un
ridicolo
da
cui
non
potè
più
liberarsi
.
Una
signorina
che
a
venticinque
anni
si
desse
l
'
aria
bambina
di
dire
che
non
può
andare
alla
commedia
,
perchè
la
sua
ingenuità
ne
sarebbe
scandolezzata
,
farebbe
ridere
.
Se
vestisse
come
la
sua
sorellina
uscita
appena
dall
'
adolescenza
,
sarebbe
una
caricatura
.
Ma
accetti
francamente
la
sua
età
,
la
sua
condizione
;
vesta
e
si
comporti
come
lo
richiedono
lo
sviluppo
della
sua
persona
,
la
sua
maggiore
serietà
,
la
sua
esperienza
,
e
sarà
una
giovine
interessante
,
amabile
,
e
potrà
ecclissare
tutto
un
collegio
di
giovinette
.
CAPITOLO
III
.
La
zitellona
.
Coraggio
della
sua
situazione
*
Toletta
*
Divertimenti
.
"
E
qui
comincian
le
dolenti
note
!
"
Nessuna
vorrebbe
essere
una
zitellona
.
È
un
nome
che
fa
orrore
.
Perchè
?
Non
l
'
ho
capito
mai
.
Forse
in
causa
di
questo
appellativo
ridicolo
?
Ma
chi
lo
usa
?
Le
signore
che
non
hanno
preso
marito
,
non
sono
ridicole
,
per
questo
.
Io
ne
conosco
di
adorabili
,
la
cui
compagnia
mi
ha
fatti
passare
giorni
deliziosi
,
mi
ha
resa
amena
la
solitudine
d
'
una
campagna
isolata
,
mi
ha
lasciata
una
dolcissima
memoria
,
ed
un
profondo
desiderio
di
sè
.
Tu
lo
comprendi
,
Emilia
,
che
parlo
di
te
,
il
cui
spirito
superiore
non
rifugge
dalla
situazione
che
la
sorte
ti
ha
fatta
,
che
l
'
accetti
con
coraggio
e
serenità
,
e
puoi
servire
di
modello
alle
altre
signore
,
che
una
circostanza
qualunque
ha
obbligate
a
rinunciare
alla
benedizione
della
famiglia
.
Lascia
che
guardi
a
te
,
che
m
'
ispiri
a
te
,
per
insegnare
come
debbono
contenersi
le
altre
.
A
trent
'
anni
,
una
signorina
deve
assolutamente
rinunciare
a
tutti
i
riserbi
esagerati
di
cui
si
sogliono
circondare
le
fanciulle
;
deve
adottare
nella
misura
delle
sue
finanze
,
il
vestire
,
le
abitudini
,
il
contegno
,
il
linguaggio
d
'
una
signora
maritata
;
uscire
sola
,
ricevere
e
fare
visite
,
viaggiare
sola
,
se
non
ha
la
necessità
,
avere
le
sue
carte
da
visita
.
Con
questo
non
s
'
intende
che
,
se
Dio
le
conserva
i
genitori
,
abbia
a
far
vita
a
parte
.
Goda
finchè
può
la
benedizione
di
dar
il
braccio
alla
sua
mamma
.
Ma
lo
faccia
per
godere
di
quella
compagnia
dolcissima
,
non
per
farsene
guidare
e
proteggere
come
una
tortorella
insidiata
.
La
mia
Emilia
ha
goduto
a
lungo
la
fortuna
di
avere
la
mamma
.
E
le
ha
consacrate
tutte
le
sue
ore
,
i
giorni
e
le
notti
,
non
s
'
è
mai
staccata
da
lei
,
senza
una
estrema
necessità
.
L
'
ha
amata
con
entusiasmo
,
l
'
ha
pianta
con
passione
.
E
tuttavia
ha
saputo
farsi
più
presto
ancora
del
tempo
,
una
personalità
seria
,
rispettabile
,
indipendente
,
senza
ardimenti
e
senza
emancipazione
.
Che
una
signora
nubile
si
comporti
così
,
e
sfido
tutti
gli
umoristi
del
mondo
a
farle
passare
sul
capo
neppur
l
'
ombra
del
ridicolo
.
Se
vive
in
famiglia
,
qualunque
sia
la
sua
età
,
non
ha
rappresentanza
;
per
cui
dovrà
astenersi
dal
fare
inviti
lasciando
questa
briga
ai
capi
di
casa
;
e
,
nei
ricevimenti
,
dovrà
assumere
una
parte
secondaria
,
non
avanzarsi
al
saluto
se
non
quando
le
persone
della
famiglia
hanno
accolto
i
loro
ospiti
,
non
offrire
mai
rinfreschi
di
propria
iniziativa
,
ma
appoggiare
con
garbo
le
offerte
che
hanno
fatte
i
padroni
di
casa
.
Si
asterrà
assolutamente
dal
ballare
,
sotto
pena
di
ridicolo
.
Si
adatterà
ad
imparare
i
giuochi
più
in
uso
,
per
potere
,
all
'
occorrenza
fare
il
quarto
in
una
partita
,
e
per
non
restar
sola
e
spostata
in
un
circolo
giovanile
,
dove
avrà
sempre
la
scappatoia
di
sedere
al
gioco
colle
persone
serie
.
Se
in
famiglia
vi
sono
persone
a
pranzo
,
si
collocherà
in
modo
da
non
darsi
nessuna
importanza
,
senza
affettare
tuttavia
di
prender
l
'
ultimo
posto
nè
atteggiarsi
da
vittima
.
*
*
*
Se
una
signorina
nubile
ha
rendita
sufficiente
per
fare
casa
da
sè
,
perduti
i
genitori
,
si
comporterà
precisamente
come
una
vedova
,
potrà
ricevere
,
fare
inviti
a
pranzo
,
tenere
una
serata
fissa
ogni
settimana
per
dare
il
tè
,
accogliere
ospiti
in
campagna
.
In
Francia
si
usa
chiamare
Mademoiselle
una
signorina
fino
all
'
ultima
vecchiaia
.
Noi
abbiamo
la
fortuna
di
poter
evitare
il
ridicolo
di
quell
'
appellativo
comune
colle
giovinette
.
Una
signora
nubile
si
fa
chiamare
«
Signora
»
dalla
gente
di
servizio
,
e
tutte
le
persone
di
tatto
eviteranno
sempre
di
chiamarla
signorina
;
sarebbe
una
canzonatura
.
Soltanto
in
Piemonte
si
ha
l
'
abitudine
francese
,
e
si
dice
Tota
anche
ad
una
donna
di
ottant
'
anni
quando
non
ha
marito
;
è
un
piccolo
ridicolo
che
non
si
può
evitare
,
e
che
fa
molta
impressione
a
chi
non
è
del
paese
.
Mi
ricordo
d
'
essere
giunta
una
volta
a
Torino
per
fare
un
lungo
soggiorno
in
una
famiglia
composta
di
un
babbo
,
d
'
una
bambina
,
e
d
'
uno
zio
prete
che
la
istruiva
.
Il
babbo
era
sempre
fuori
,
la
bimba
passava
molte
ore
collo
zio
allo
studio
.
Per
cui
temevano
ch
'
io
dovessi
annoiarmi
di
rimanere
parecchio
sola
,
e
mi
dissero
fin
dal
primo
momento
:
*
Si
annoierà
forse
un
poco
,
ma
c
'
è
un
'
altra
Tota
che
viene
ogni
sera
da
noi
e
le
farà
compagnia
.
Era
nel
cuore
di
gennaio
.
Faceva
quel
freddo
orribile
degli
inverni
di
Torino
.
Si
abitava
assai
lontani
dal
centro
,
e
poco
mi
sorrideva
l
'
idea
di
uscire
di
casa
.
Per
cui
ero
senza
speranza
di
procurarmi
la
compagnia
di
altre
signore
e
signorine
della
mia
età
.
La
prospettiva
di
quella
Tota
(
signorina
)
che
verrebbe
ogni
sera
a
vegliare
con
me
,
mi
rallegrò
.
Le
fanciulle
hanno
tanta
esuberanza
di
vita
,
tanta
serenità
,
tante
speranze
nel
cuore
!
Mi
figuravo
le
più
liete
serate
.
Aspettai
con
impazienza
che
il
giorno
finisse
.
Quando
Dio
volle
s
'
udì
un
campanello
,
e
la
cameriera
annunciò
:
*
Ai
'
è
tota
Gin
"
È
qui
la
signorina
Gin
"
(
un
diminutivo
che
può
servire
per
Teresa
,
Lucia
,
Luigia
ed
altri
nomi
.
)
Io
saltai
in
piedi
e
corsi
fino
all
'
uscio
del
salotto
per
incontrarla
...
Per
poco
non
caddi
come
corpo
morto
cade
.
Vidi
entrare
una
figura
lunga
,
lunga
,
lunga
,
come
una
guglia
,
ed
allampata
;
con
un
volto
di
pergamena
;
tutta
coperta
d
'
un
involucro
di
panno
color
tonaca
da
frate
;
con
uno
di
quei
cappelli
secolari
che
si
vedono
nelle
vignette
dei
romanzi
inglesi
;
armata
d
'
una
gran
borsa
di
lana
dalla
quale
uscivano
minacciose
le
otto
punte
di
quattro
ferri
da
calza
.
Era
una
buona
signora
,
ed
abbastanza
amena
in
compagnia
.
Ma
quel
maledetto
appellativo
di
Tota
l
'
aveva
demolita
coll
'
immagine
primaverile
che
me
ne
aveva
suggerita
,
e
le
raddoppiava
ai
miei
occhi
tutti
gli
anni
che
aveva
in
più
,
di
quei
tanti
di
meno
che
le
avevo
dati
.
Se
è
ammissibile
un
consiglio
contrario
agli
usi
del
paese
dove
si
vive
,
io
consiglio
le
signore
nubili
piemontesi
a
non
permettere
mai
che
le
chiamino
Tote
quando
hanno
passata
la
quarantina
....
*
*
*
Il
vestire
d
'
una
signora
nubile
(
la
parola
zitellona
,
non
dovrebbe
mai
sonare
sulle
labbra
di
una
persona
educata
)
,
il
vestire
d
'
una
signora
nubile
,
dev
'
essere
,
come
già
dissi
,
quello
stesso
di
una
signora
maritata
.
Potrà
portare
le
pelliccie
di
martora
,
lo
scialle
turco
,
i
diamanti
e
le
trine
.
E
,
finchè
l
'
età
ed
il
grado
di
conservazione
della
sua
figura
glielo
permettono
,
nulla
osta
a
che
vada
in
teatro
con
abiti
scollati
come
un
'
altra
signora
.
*
*
*
Il
teatro
e
la
conversazione
sono
i
divertimenti
che
le
si
addicono
meglio
.
Al
ballo
non
ci
dovrebbe
andare
,
perchè
vi
sarebbe
spostata
,
a
meno
che
vi
dovesse
accompagnare
una
giovinetta
.
Ed
in
tal
caso
il
suo
contegno
dovrebbe
essere
,
a
seconda
della
sua
età
,
quello
d
'
una
sorella
maritata
o
d
'
una
madre
.
Ai
bagni
di
Viareggio
,
pochi
anni
sono
,
c
'
era
una
signora
nubile
,
che
accompagnava
una
nipotina
di
diciotto
anni
.
La
zia
ne
aveva
trentanove
.
Aveva
certi
occhi
,
certi
capelli
neri
,
certi
denti
,
da
far
invidia
ad
una
giovinetta
.
Vestiva
con
grande
eleganza
,
ma
sempre
di
nero
o
di
bianco
.
Discorreva
benissimo
in
francese
coi
francesi
,
in
inglese
cogli
inglesi
,
in
tedesco
coi
tedeschi
,
in
spagnolo
con
una
vecchia
dama
spagnola
.
Ho
desiderato
parecchie
volte
un
Turco
ed
un
Cinese
per
udire
la
zitellona
parlare
in
quelle
due
lingue
.
Era
una
Lombarda
.
Aveva
fatto
molte
conoscenze
;
ma
il
suo
contegno
era
perfetto
.
Accompagnava
sempre
la
nipote
al
ballo
,
ma
non
ballava
mai
.
Ne
era
pregatissima
;
e
tuttavia
non
l
'
ho
udita
rispondere
,
come
fanno
molte
in
simili
circostanze
:
*
"
Non
posso
:
faccio
la
mamma
"
con
accompagnamento
di
smorfiette
e
sorrisi
,
che
vuol
dire
:
"
rinuncio
ai
divertimenti
della
mia
età
,
per
fare
una
parte
da
vecchia
.
"
Perfettamente
ridicolo
!
Lei
diceva
francamente
:
*
Ma
che
le
pare
alla
mia
età
!
Un
giorno
mi
confidò
,
mi
piaceva
tanto
che
me
l
'
era
fatta
amica
,
che
un
signore
,
il
quale
faceva
pensare
e
sospirare
molte
belle
bagnanti
,
dimostrava
di
essere
innamorato
di
sua
nipote
.
Era
quello
che
si
suol
dire
un
brillante
partito
.
Ricchissimo
;
godeva
d
'
una
magnifica
situazione
,
aveva
riputazione
di
uomo
d
'
ingegno
,
e
forse
era
;
ad
ogni
modo
,
aveva
molto
spirito
,
era
perfetto
gentiluomo
,
e
,
per
giunta
,
bell
'
uomo
.
Ma
aveva
trentasei
anni
,
giusto
il
doppio
della
ragazza
.
La
zia
era
impensierita
da
questa
circostanza
;
la
fanciulla
invece
lasciava
indovinare
,
nella
semplicità
del
suo
cuore
,
una
notevole
preferenza
per
quel
bel
signore
.
Quando
giunse
il
babbo
della
ragazza
la
zia
gli
presentò
il
nuovo
conoscente
,
di
cui
aveva
prese
informazioni
e
studiato
il
carattere
,
e
gli
narrò
le
sue
assiduità
,
l
'
accompagnarle
al
passeggio
,
l
'
intrattenersi
tutta
la
sera
con
loro
,
ecc
.
,
ecc
.
Il
babbo
lo
conosceva
di
riputazione
,
ne
fu
soddisfatto
,
e
,
coll
'
accoglienza
cordialissima
,
gli
dimostrò
che
non
sarebbe
rifiutato
.
Il
giorno
dopo
,
con
un
biglietto
da
vero
innamorato
,
il
gentiluomo
gli
scrisse
domandandogli
la
mano
....
di
sua
sorella
.
La
zitellona
!
PARTE
TERZA
UN
LEMBO
DI
CIELO
CAPITOLO
I
.
La
fidanzata
.
Domanda
di
matrimonio
*
Contegno
coi
parenti
*
Colle
amiche
*
Col
fidanzato
.
*
Signorina
,
il
signor
padrone
la
prega
di
favorire
nel
suo
studio
perchè
deve
parlarle
.
È
così
che
,
per
bocca
d
'
una
cameriera
o
d
'
un
servitore
,
hanno
principio
la
massima
parte
delle
proposte
di
matrimonio
.
La
signorina
,
che
è
educata
a
saper
morire
sulla
breccia
anzichè
commettere
l
'
ombra
d
'
una
sconvenienza
,
si
comprime
vivamente
il
cuore
per
rischiuderne
le
orecchiette
curiose
,
che
vorrebbero
interrogare
la
cameriera
su
quel
che
ne
dicano
gli
usci
di
casa
,
che
,
nella
sua
qualità
di
cameriera
perfetta
,
deve
aver
ascoltati
;
si
limita
a
rispondere
che
andrà
subito
;
e
la
congeda
.
Però
i
cuori
delle
signorine
sono
meno
ingenui
di
quanto
si
crede
.
Quel
signore
che
fu
presentato
alcune
sere
prima
in
palco
,
accompagnato
dal
babbo
,
o
dallo
zio
o
dal
fratello
maggiore
,
come
un
bimbo
che
si
presenta
alle
scuole
elementari
,
non
è
passato
inosservato
a
quel
cuoricino
di
fanciulla
.
Lei
ha
veduto
che
il
signore
accompagnato
la
guardava
con
certi
occhi
che
parevano
due
punti
interrogativi
incaricati
di
domandarle
"
Sì
!
o
no
?
"
Ed
ha
veduto
pure
che
gli
occhi
del
signore
accompagnante
sembravano
due
unità
di
misura
,
intente
a
registrare
quanto
lei
fosse
lunga
e
larga
;
e
quale
fosse
il
suo
peso
specifico
;
e
quali
le
proporzioni
esatte
di
gas
che
componevano
la
sua
graziosa
personcina
,
e
se
il
peso
specifico
della
sua
dote
fosse
sufficiente
a
bilanciare
le
irregolarità
risultanti
dall
'
inventario
.
*
Ma
la
signorina
,
educata
con
quella
perfezione
che
non
viene
mai
meno
anche
nelle
circostanze
solenni
,
ha
fatto
come
se
non
avesse
veduto
nulla
,
e
si
è
sempre
mostrata
intenta
alle
estasi
melodiose
di
quel
tenore
innamorato
,
ed
alle
disperazioni
di
quella
infelicissima
prima
donna
(
i
tenori
sono
tutti
innamorati
,
e
le
prime
donne
sono
tutte
infelici
)
,
come
se
quei
due
individui
fossero
la
sola
cura
della
sua
anima
giovinetta
,
e
se
alla
possibilità
d
'
una
certa
domanda
,
non
ci
pensasse
più
che
all
'
eredità
dell
'
imperatore
della
China
.
Così
si
comportano
le
signorine
per
bene
.
Ma
ciò
,
non
toglie
che
il
giorno
del
grande
invito
,
dato
uno
sguardo
rapido
alla
propria
coscienza
per
assicurarsi
che
non
hanno
commesso
nessun
errore
da
provocare
quell
'
ambasciata
paterna
,
vi
accorrono
perfettamente
informate
di
quanto
stanno
per
udire
.
*
Senti
,
bimba
,
dice
il
capo
della
famiglia
.
Ora
hai
finita
la
tua
educazione
.
Gli
abiti
non
ti
si
accorciano
più
ad
ogni
stagione
.
Il
dente
del
giudizio
ce
l
'
hai
;
fa
un
po
'
vedere
?
Sì
,
è
già
completamente
cresciuto
.
Sei
una
donna
e
bisogna
pensare
a
collocarti
.
Qualunque
sia
la
sua
opinione
in
proposito
,
una
signorina
per
bene
si
ricorderà
che
i
genitori
ci
penano
a
mandarla
fuori
di
casa
;
e
non
mancherà
di
dar
loro
una
dimostrazione
d
'
affetto
,
assicurandoli
che
si
trova
tanto
bene
con
loro
,
che
è
felice
,
e
non
desidera
punto
punto
di
maritarsi
,
e
sarebbe
dispiacentissima
di
lasciarli
.
*
Hai
veduto
quel
signore
che
venne
in
palco
l
'
altra
sera
?
riprende
il
capo
di
casa
.
Oh
!
se
l
'
ha
veduto
!
Ma
ad
ogni
modo
si
limita
a
rispondere
freddamente
di
sì
,
che
lo
ricorda
.
*
E
che
ne
dici
?
Ti
piace
?
Quel
signore
ti
converrebbe
perfettamente
dal
lato
dell
'
interesse
e
delle
qualità
morali
,
e
domanda
la
tua
mano
.
Le
alternative
sono
tre
.
Il
signore
può
piacere
,
può
dispiacere
,
e
può
essere
indifferente
.
La
signorina
deve
esprimere
francamente
in
quale
di
questi
tre
casi
si
trova
.
E
se
le
piace
,
deve
dirlo
senza
enfasi
.
E
,
se
le
dispiace
,
senza
disprezzo
,
e
sopra
tutto
senza
fare
mai
la
caricatura
d
'
un
suo
difetto
o
della
sua
professione
.
Uscendo
dallo
studio
del
babbo
,
dopo
avere
rifiutata
una
domanda
di
matrimonio
,
deve
fare
come
se
la
memoria
di
quel
fatto
non
avesse
passata
con
lei
la
soglia
dello
studio
,
e
non
deve
tenerne
parola
con
anima
viva
,
neppure
colla
più
intima
amica
.
Incontrandosi
con
quel
signore
dovrà
trattarlo
come
qualunque
altro
che
le
sia
stato
presentato
;
non
attingere
nessuna
falsa
vanità
della
sua
domanda
,
e
non
attribuirgli
la
menoma
umiliazione
pel
rifiuto
patito
.
Sono
tanto
vecchia
,
ho
tanto
vissuto
,
che
per
ogni
circostanza
,
mi
torna
a
mente
un
avvenimento
che
calza
appuntino
.
Era
una
fanciulla
di
provincia
,
che
non
aveva
genitori
.
Non
era
abbastanza
agiata
per
avere
una
istitutrice
addetta
alla
sua
persona
.
Viveva
sola
con
uno
zio
vecchio
e
severo
.
Per
una
delle
tante
licenze
poetiche
rigorosamente
vietate
da
tutti
i
codici
delle
convenienze
,
s
'
era
fidanzata
di
sua
testa
con
un
compagno
d
'
infanzia
;
e
con
un
coraggio
degno
di
miglior
causa
,
ed
una
fede
idem
,
rifiutava
tutte
le
proposte
di
matrimonio
per
aspettare
che
quel
suo
fidanzato
minuscolo
raggiungesse
una
situazione
non
ancora
determinata
,
che
si
smarriva
nel
più
lontano
avvenire
.
Un
giorno
una
conoscente
di
fuori
città
le
mandò
un
bel
giovine
,
un
vero
giovine
con
baffi
e
basette
,
munito
d
'
una
lettera
di
presentazione
.
Andava
a
stabilirsi
in
quella
provincia
,
e
la
signora
,
amica
della
madre
di
lui
,
voleva
procurargli
qualche
conoscenza
.
Un
'
altra
sconvenienza
.
*
Alle
signorine
senza
mamma
non
si
presentano
giovinotti
.
Ma
quella
signora
sperava
di
veder
combinarsi
un
matrimonio
,
ed
aveva
presa
la
sola
via
che
le
era
aperta
.
I
due
giovani
si
rividero
in
società
,
in
teatro
,
e
,
per
farla
breve
,
perchè
mi
accorgo
d
'
essermi
impegnata
in
una
storia
lunga
,
s
'
innamorarono
come
due
eroi
da
romanzo
,
malgrado
quel
fidanzatino
più
da
romanzo
ancora
.
Un
bel
giorno
il
giovine
si
presentò
in
casa
della
signorina
portandole
una
lettera
della
signora
che
lo
aveva
presentato
a
lei
,
e
che
aveva
riveduta
in
una
sua
gita
a
Torino
.
Lasciò
la
lettera
ed
uscì
.
Lo
zio
era
presente
,
ma
udendo
che
si
trattava
semplicemente
d
'
un
'
epistola
da
signora
,
si
risparmiò
la
briga
di
leggerla
.
Era
quello
appunto
su
cui
il
giovine
aveva
contato
.
La
lettera
era
sua
,
e
,
confessando
sentimenti
che
i
suoi
occhi
ed
il
suo
contegno
avevano
già
rivelati
,
offriva
la
sua
mano
ed
il
suo
cuore
,
e
domandava
alla
signorina
il
consenso
per
chiederla
in
isposa
allo
zio
.
Precisamente
il
contrario
di
quello
che
avrebbe
dovuto
fare
.
Ma
erano
eroi
da
romanzo
e
dovevano
passare
di
sconvenienza
in
sconvenienza
.
Infatti
,
la
fanciulla
non
disse
nulla
allo
zio
,
e
,
lottando
col
proprio
cuore
,
innamorato
del
bel
giovinotto
coi
baffi
,
e
stemperandosi
in
lacrime
,
rispose
segretamente
nella
prossima
visita
,
che
era
fidanzata
,
e
spinse
l
'
eroismo
donchisciottesco
,
fino
a
dirsi
innamorata
di
quell
'
ombra
di
fidanzatino
col
quale
giocava
alla
sposa
.
Il
bel
giovine
fu
desolato
,
pianse
,
prese
atteggiamenti
sentimentali
,
....
poi
si
fece
sposo
con
un
'
altra
.
Ma
la
signorina
,
che
s
'
era
imposto
un
vero
eroismo
per
rifiutarlo
mentre
ne
era
innamorata
,
pensò
che
l
'
eroismo
di
cui
nessuno
è
informato
non
ottiene
il
compenso
d
'
ammirazione
che
gli
è
dovuto
.
E
narrò
la
sua
grande
azione
ad
un
'
amica
in
tutta
confidenza
,
tanto
che
vi
fosse
almeno
una
voce
al
mondo
,
per
rimandare
ai
posteri
la
notizia
di
quel
gran
sacrifizio
che
si
era
compiuto
in
quel
piccolo
cuore
.
Il
segreto
fu
così
ben
custodito
che
si
seppe
in
anticamera
ed
anche
in
cucina
.
Uno
di
quei
casi
,
che
sembrano
fatti
apposta
per
gli
eroi
da
romanzo
,
portò
,
poco
tempo
dopo
,
una
cameriera
che
era
allora
in
casa
della
signorina
eroica
,
a
servire
la
nuova
sposa
del
giovinotto
.
Quella
cameriera
era
una
giovine
invidiosa
e
pettegola
.
E
però
,
appena
ebbe
veduto
lo
sposo
,
profittò
di
quanto
sapeva
per
informare
la
sposa
del
precedente
amore
,
della
precedente
domanda
e
del
precedente
rifiuto
,
tacendo
,
con
malizia
crudele
,
le
lacrime
che
quel
rifiuto
aveva
fatte
spargere
,
e
che
erano
a
tutta
gloria
del
giovine
.
Narrata
così
,
la
cosa
era
d
'
una
trivialità
....
La
povera
sposa
si
vide
nel
pericolo
di
accettare
un
uomo
rifiutato
,
disprezzato
da
un
'
altra
.
(
Oh
!
disprezzato
!
)
E
,
con
quell
'
amor
proprio
che
distingue
,
o
per
dir
meglio
,
accomuna
tutti
gli
esseri
umani
,
dichiarò
che
:
visto
e
considerato
che
il
tale
giorno
del
tale
anno
,
nella
casa
tale
,
il
signorino
aveva
patito
un
rifiuto
,
la
sua
dignità
la
obbligava
a
dargliene
un
altro
.
Ma
i
parenti
della
sposa
non
potevano
lasciar
andare
a
rotoli
un
matrimonio
ben
assortito
,
per
quella
inezia
;
si
misero
intorno
al
povero
giovine
,
e
lo
indussero
a
scrivere
alla
infelice
eroina
del
gran
rifiuto
,
invitandola
a
dichiarare
per
iscritto
,
che
lui
non
le
aveva
mai
fatta
domanda
formale
di
matrimonio
.
"
Da
questo
,
scriveva
,
dipende
per
me
una
questione
vitale
.
"
La
domanda
che
egli
aveva
fatta
,
in
realtà
,
era
tutt
'
altro
che
formale
,
ma
era
una
domanda
di
matrimonio
bella
e
buona
.
Ad
ogni
modo
però
,
quella
povera
fanciulla
aveva
troppo
decoro
,
malgrado
il
suo
curioso
fidanzamento
,
per
non
mostrare
di
aver
dimenticata
tutta
l
'
importanza
che
lui
aveva
data
a
quel
passo
extralegale
.
E
dichiarò
che
mai
in
eterno
lui
aveva
pensato
a
lei
,
che
la
conosceva
appena
,
ecc
.
E
l
'
altro
matrimonio
si
fece
.
Morale
.
Una
parola
imprudente
,
suggerita
dalla
vanità
di
farsi
vedere
desiderata
,
può
offendere
l
'
amor
proprio
di
un
uomo
,
e
far
nascere
un
ginepraio
di
guai
,
in
cui
la
meno
umiliata
e
ferita
non
è
certo
la
signorina
imprudente
.
*
*
*
Se
invece
il
partito
proposto
riesce
simpatico
,
la
risposta
è
favorevole
;
e
si
fissa
un
giorno
per
presentare
il
pretendente
sotto
questo
aspetto
.
Quello
è
il
momento
più
difficile
della
vita
d
'
una
fanciulla
.
Non
sa
che
viso
fare
,
nè
che
contegno
tenere
.
Il
mostrarsi
allegra
e
contenta
è
sconveniente
.
Il
mostrarsi
dolente
è
assurdo
,
perchè
è
lei
che
l
'
ha
voluto
.
Il
mostrarsi
indifferente
è
scortese
.
Ma
tutte
le
difficoltà
scompaiono
,
quando
una
signorina
si
rassegna
a
non
curarsi
affatto
del
come
deve
mostrarsi
,
ed
a
lasciarsi
vedere
nello
stato
in
cui
si
trova
realmente
:
commossa
,
confusa
,
intimidita
.
Così
è
naturalmente
,
e
così
dev
'
essere
.
Tutto
quello
che
può
far
per
dissimulare
il
suo
imbarazzo
riescirà
artificioso
e
sguaiato
.
Allora
sì
,
è
il
caso
di
non
parlare
se
non
è
interrogata
.
E
se
lo
sposo
è
un
po
'
ardito
,
e
si
fa
coraggio
a
dirle
:
"
Spero
di
non
averla
afflitta
colla
mia
domanda
"
oppure
:
"
Mi
lusingo
che
non
sarà
pentita
del
favore
che
mi
ha
accordato
"
o
qualunque
altra
cosa
di
questo
genere
,
la
sposa
non
deve
mai
tornire
una
frase
da
commedia
per
rispondere
in
modo
lusinghiero
.
Risponda
come
le
suggerisce
il
cuore
,
il
quale
in
quelle
circostanze
non
le
suggerisce
altro
che
un
monosillabo
,
una
breve
risposta
.
"
Ma
no
.
"
"
Sa
pure
di
no
.
"
Ma
glieli
suggerisce
uniti
ad
una
confusione
,
ad
un
rossore
,
ad
una
peritanza
dello
guardo
intenerito
,
che
quel
monosillabo
,
quella
risposta
breve
riescono
più
lusinghieri
di
qualunque
discorso
.
Da
quel
momento
lo
sposo
ottiene
l
'
accesso
in
casa
,
e
,
se
è
in
altra
città
,
è
autorizzato
a
scrivere
ogni
giorno
alla
sposa
;
che
è
pure
autorizzata
a
rispondergli
.
Molte
volte
,
invece
d
'
essere
simpatico
,
lo
sposo
è
indifferente
.
E
tuttavia
,
per
qualche
considerazione
,
che
qui
non
è
il
caso
di
discutere
,
viene
accettato
.
Questa
sfumatura
di
sentimento
però
non
cambia
nulla
al
seguito
delle
cose
.
E
dopo
il
consenso
della
signorina
,
i
due
fidanzati
,
che
ieri
non
si
conoscevano
affatto
,
sono
obbligati
a
vedersi
o
scriversi
periodicamente
e
con
intimità
.
Quasi
tutte
le
signorine
si
credono
in
dovere
,
da
quel
momento
,
di
mostrare
una
passione
da
Desdemona
,
di
persuadere
anche
l
'
infelice
,
accettato
per
cento
ragioni
che
non
hanno
nulla
a
che
fare
col
cuore
,
che
l
'
adorano
addirittura
,
"
Fra
quanti
figli
della
terra
il
sole
Veggon
,
e
il
cielo
degli
Dei
stellato
.
"
È
un
errore
che
una
signorina
di
tatto
deve
evitare
.
Le
sue
lettere
ed
i
suoi
discorsi
possono
parlar
d
'
altro
che
d
'
un
amore
che
non
ha
nel
cuore
,
e
che
le
espressioni
forzate
non
faranno
nascere
.
Al
di
sopra
di
tutte
le
regole
di
civiltà
,
di
tutte
le
cortesie
,
di
tutte
le
virtù
,
si
deve
metter
sempre
la
verità
.
Si
può
(
almeno
è
una
cosa
che
accade
)
accettare
uno
sposo
senza
esserne
innamorata
;
ma
non
si
deve
fingere
,
per
ingannarlo
colle
apparenze
d
'
una
passione
che
egli
non
ispira
.
Anzi
,
una
signorina
veramente
per
bene
,
dovrebbe
in
coscienza
rivelare
allo
sposo
che
lo
accetta
,
lo
stima
,
non
ama
un
altro
,
ma
non
è
innamorata
di
lui
.
Ma
tratto
tratto
mi
accorgo
che
è
difficile
tracciare
una
linea
di
demarcazione
tra
le
regole
di
cortesia
e
quelle
dell
'
onestà
,
ed
invado
un
campo
estraneo
al
mio
lavoro
.
Torniamo
alle
inezie
:
La
fidanzata
non
accetta
nessun
dono
;
tutt
'
al
più
,
se
i
genitori
si
tengono
sicuri
che
tutto
procederà
bene
,
possono
permettere
fra
i
due
giovani
lo
scambio
delle
fotografie
.
E
la
gioia
di
poter
vedere
il
fidanzato
in
casa
sua
,
una
signorina
dovrà
pagarla
con
una
rinuncia
assoluta
ai
balli
,
ai
teatri
,
alle
conversazioni
numerose
.
Ben
inteso
che
non
si
lagnerà
mai
di
questa
privazione
.
Non
sarebbe
più
quella
signorina
educata
che
s
'
è
mostrata
sempre
,
se
facesse
sentire
al
fidanzato
il
sacrifizio
che
le
costa
.
E
quello
è
il
minore
degli
atti
d
'
eroismo
che
la
perfetta
convenienza
richiede
dal
suo
giovine
cuore
.
Supponiamo
che
un
giorno
la
mamma
sia
fuori
di
casa
,
oppure
non
sentendosi
bene
,
sia
rimasta
a
letto
.
Ed
il
fidanzato
ha
avvisato
che
a
quell
'
ora
farebbe
la
sua
visita
.
(
Un
fidanzato
ammodo
avvisa
sempre
,
e
non
arriva
,
come
una
tegola
sul
capo
,
quando
meno
lo
si
aspetta
)
.
Eccolo
.
La
signorina
conosce
il
suo
modo
di
sonare
.
È
lui
.
La
cameriera
lo
annuncia
.
Quel
povero
cuoricino
balza
di
gioia
.
Avrebbe
una
cosa
da
dirgli
,
proprio
a
lui
solo
,
e
tornerebbe
tanto
a
proposito
cogliere
quell
'
occasione
...
Ebbene
no
.
Deve
avere
il
coraggio
di
rinunciarvi
.
Una
signorina
non
deve
ricevere
il
fidanzato
quando
è
sola
.
E
dice
alla
cameriera
:
*
Marietta
,
digli
che
la
mamma
non
c
'
è
;
non
posso
riceverlo
.
E
,
quando
lo
rivede
,
le
pare
di
volergli
più
bene
dopo
quella
privazione
che
gli
ha
imposta
.
Poveretto
,
come
deve
averne
sofferto
!
Vorrebbe
compensarlo
con
un
po
'
d
'
espansione
,
chiamarlo
semplicemente
col
suo
nome
.
E
neppure
questo
le
è
concesso
,
dicono
le
regole
di
convenienza
.
Il
loro
modo
di
trattarsi
dev
'
essere
affettuoso
,
amichevole
,
ma
non
mai
confidenziale
.
Bisogna
darsi
del
lei
,
e
non
anticipare
le
espansioni
reciproche
,
nè
i
nomi
di
parentela
alle
future
suocere
,
ai
cognati
.
Un
matrimonio
può
andare
a
monte
,
ed
allora
tutte
quelle
famigliarità
anticipate
rendono
più
difficile
la
situazione
.
Come
si
fa
ad
incontrare
come
un
indifferente
,
senza
arrossire
,
senza
confondersi
,
un
uomo
a
cui
si
è
dato
del
tu
?
Non
anticipi
nulla
,
signorina
.
Lasci
che
il
tempo
maturi
gli
avvenimenti
.
I
frutti
acerbi
hanno
sempre
un
fondo
di
asprezza
,
mentre
sono
tanto
buoni
e
dolci
i
frutti
maturi
.
CAPITOLO
II
.
La
sposa
.
Annuncio
delle
promesse
*
Visite
*
Corredo
*
Doni
nuziali
*
La
sera
del
contratto
*
Circolari
ed
inviti
*
Al
municipio
*
Colazione
*
In
chiesa
*
Viaggio
di
nozze
.
Ecco
;
il
tempo
ha
già
mutate
le
circostanze
.
Omai
i
babbi
hanno
finito
di
parlamentare
a
lungo
in
segreto
col
notaio
.
Sono
perfettamente
d
'
accordo
su
tutti
i
punti
.
Il
contratto
è
tutto
steso
come
si
dovrà
leggere
a
suo
tempo
;
ed
il
matrimonio
è
fissato
a
due
mesi
di
data
.
Non
si
va
ancora
a
teatri
nè
a
feste
.
Ma
la
vita
è
tutta
una
festa
.
Ormai
il
matrimonio
non
è
più
un
segreto
per
nessuno
.
Si
mandano
agli
amici
ed
ai
conoscenti
dei
bei
cartoncini
levigati
sui
quali
è
litografato
in
caratteri
inglesi
:
Elisa
Elisei
*
Bernardo
Bernardi
Promessi
sposi
.
Un
poema
!
E
lo
sposo
ha
già
offerto
alla
sua
futura
compagna
un
ricordo
;
di
poco
valore
ma
tanto
caro
!
E
dietro
l
'
invio
di
quegli
annunci
è
venuta
in
casa
una
pioggia
di
carte
da
visita
colle
iniziali
P
.
C
.
scritte
a
mano
che
vuol
dire
per
congratulazioni
.
*
Profondamente
sentite
come
profondamente
espresse
.
*
Ma
cosa
importa
?
La
sposa
ha
tanta
esuberanza
di
gioia
,
e
d
'
affetto
nel
cuore
,
che
può
metterne
dove
mancano
.
E
tutti
quelli
che
incontra
,
tutti
i
visitatori
si
rallegrano
con
lei
,
e
le
fanno
augurii
,
e
si
mostrano
così
contenti
,
che
finisce
col
persuadersi
che
il
suo
matrimonio
forma
la
felicità
di
mezzo
un
paese
.
E
scrive
la
grande
nuova
alle
amiche
lontane
;
e
tra
lettera
e
lettera
vi
sono
i
mazzi
di
fiori
,
e
le
scatole
di
dolci
che
porta
lo
sposo
,
e
che
lei
può
accettare
,
ormai
,
liberamente
.
E
la
mamma
tratto
tratto
ha
una
piccola
faccenduola
,
che
la
chiama
nella
stanza
vicina
;
è
lì
,
coll
'
uscio
aperto
,
senza
dubbio
;
ma
è
tanto
presto
fatto
dirsi
una
parola
:
*
Non
è
pentita
della
sua
promessa
?
*
Pensi
!
*
Mi
dia
la
mano
.
Dica
,
mi
vuole
un
po
'
di
bene
?
*
Stia
zitto
.
Viene
la
mamma
.
*
Soltanto
una
parola
,
dica
?
*
Lo
sa
pure
.
Tutte
le
dichiarazioni
da
commedia
,
non
riesciranno
mai
a
ritrarre
la
poesia
di
quelle
paroline
esitanti
e
misteriose
.
E
tutto
questo
una
sposa
lo
può
fare
,
senza
la
menoma
sconvenienza
.
Intanto
la
sarta
le
prepara
un
bell
'
abito
nuovo
,
da
signorina
,
ma
più
elegante
di
quelli
che
ha
portati
fin
allora
;
e
la
sposa
,
tutta
ornata
di
quella
nuova
abbigliatura
e
della
nuova
gioia
,
va
colla
mamma
a
presentare
lo
sposo
ai
parenti
ed
agli
amici
più
intimi
.
E
si
fanno
gli
itinerari
pel
viaggio
;
si
può
parlarne
liberamente
.
*
Andremo
qua
,
e
là
,
e
poi
là
.
Staremo
fuori
tanto
tempo
;
vedremo
questo
e
quell
'
altro
.
Ed
il
corredo
?
La
sposa
ne
ha
stesa
la
lista
,
ha
assistito
colla
mamma
a
tutte
le
compere
.
Ha
scelti
lei
tutti
i
modelli
,
le
tele
,
le
guarnizioni
.
E
,
man
mano
che
ne
giunge
una
parte
,
è
lei
che
la
riceve
dalle
mani
delle
operaie
,
ed
esamina
accuratamente
oggetto
per
oggetto
,
prima
di
accettarli
.
Sarebbe
trascurata
una
sposa
che
non
facesse
tutto
questo
.
È
una
dolce
occupazione
,
continuamente
interrotta
da
dolci
improvvisate
.
Tutti
i
parenti
le
mandano
,
o
le
portano
un
dono
.
Lei
non
ha
che
da
accettare
,
ringraziare
,
esser
contenta
,
e
,
ad
ogni
visita
dello
sposo
,
rendergli
conto
di
tutte
quelle
novità
,
ed
esser
contenti
in
due
.
Ma
la
gioia
delle
gioie
l
'
aspetta
la
mattina
del
giorno
fissato
pel
contratto
.
Lo
sposo
le
manda
una
scatola
,
un
cofanetto
,
un
tavolino
da
lavoro
,
un
oggetto
a
sua
scelta
,
che
,
qualunque
ne
sia
la
forma
,
è
sempre
una
cornucopia
della
fortuna
dal
quale
escono
ogni
sorta
di
meraviglie
.
Sono
i
doni
nuziali
,
*
quello
che
i
Francesi
ed
i
Piemontesi
chiamano
il
Panier
galant
,
e
che
,
per
regola
generale
,
deve
rappresentare
un
valore
tra
il
cinque
ed
il
dieci
per
cento
della
dote
della
sposa
.
Ma
una
sposa
per
bene
non
fa
questi
calcoli
:
o
se
ha
il
cattivo
pensiero
di
farli
,
deve
avere
il
buon
gusto
di
non
esprimerli
,
neppure
colla
propria
famiglia
.
In
quel
cofanetto
trova
l
'
abito
bianco
sacramentale
pel
giorno
delle
nozze
,
alcuni
altri
abiti
;
uno
o
più
scialli
turchi
,
e
di
Casimira
.
Se
lo
sposo
possiede
trine
di
famiglia
,
la
loro
tinta
giallognola
apparirà
tra
i
freschi
colori
delle
stoffe
moderne
.
Altrimenti
saranno
due
guarnizioni
di
trine
moderne
e
di
valore
che
faranno
le
veci
;
per
lo
più
una
di
Bruxelles
ed
una
di
Chantilly
.
E
finalmente
una
schiera
di
buste
di
velluto
,
colle
iniziali
del
nuovo
nome
che
la
sposa
sta
per
assumere
,
cioè
del
suo
nome
e
del
cognome
dello
sposo
.
Sono
:
i
brillanti
,
ereditari
o
nuovi
,
che
lo
sposo
può
offrirle
;
un
finimento
completo
d
'
oro
e
pietre
;
parecchi
anelli
;
insomma
i
gioielli
più
o
meno
sfarzosi
,
a
seconda
della
ricchezza
e
generosità
dello
sposo
,
fra
i
quali
primeggerà
la
famosa
catena
coll
'
orologio
,
che
la
sposa
porterà
quella
sera
stessa
al
contratto
.
Qualche
volta
lo
sposo
presenta
in
persona
i
doni
,
ma
è
sconveniente
.
Obbliga
la
sposa
e
la
sua
famiglia
a
fare
meraviglie
e
ringraziamenti
ripetuti
,
per
ogni
oggetto
,
a
misura
che
li
osservano
;
e
mette
sè
stesso
nella
situazione
imbarazzante
di
stare
ad
aspettare
,
ad
una
ad
una
,
quelle
esplosioni
di
riconoscenza
,
e
di
rispondere
a
ciascuna
con
un
complimento
,
che
,
per
l
'
identica
uniformità
del
caso
,
può
avere
ben
poche
varianti
.
Uno
sposo
ammodo
manda
i
doni
il
mattino
,
e
ne
riceve
i
ringraziamenti
,
tutti
in
una
volta
,
più
tardi
,
quando
va
a
fare
la
solita
visita
.
I
doni
vengono
esposti
col
corredo
nella
camera
della
sposa
,
dopo
la
lettura
del
contratto
,
tutti
gli
invitati
sono
condotti
ad
ammirarli
.
È
un
'
usanza
brutale
,
perchè
,
sebbene
in
molti
casi
lusinghi
l
'
amor
proprio
del
donatore
,
stabilisce
sempre
dei
confronti
indelicati
.
Infatti
,
dopo
quelle
esposizioni
,
è
raro
che
non
si
sentano
dei
commenti
di
questo
genere
:
*
Che
spilorceria
il
dono
della
tale
signora
!
*
E
quello
della
tal
'
altra
,
che
cattivo
gusto
!
Ed
in
causa
dell
'
esposizione
i
doni
nuziali
si
fanno
,
più
che
per
islancio
di
cuore
,
per
quello
che
dirà
la
gente
;
le
famiglie
poco
agiate
s
'
impongono
dei
sacrifici
per
far
buona
figura
all
'
esposizione
dei
doni
,
e
difficilmente
combattono
un
vago
risentimento
contro
la
sposa
,
che
fu
la
causa
involontaria
di
uno
squilibrio
nel
loro
bilancio
.
Ed
il
corredo
poi
....
via
,
proprio
non
so
approvare
che
venga
messo
in
mostra
a
quel
modo
.
È
un
fatto
indiscutibile
che
si
usa
.
La
signorina
Rotschild
,
che
maritandosi
ebbe
un
corredo
di
dugento
cinquantamila
lire
in
biancheria
,
aveva
consacrate
parecchie
camere
all
'
esposizione
delle
camicie
,
delle
gonnelle
,
dei
calzoni
.
I
giornali
ne
fecero
minute
descrizioni
.
Ma
,
dopo
aver
adempito
al
mio
debito
accennando
quest
'
uso
,
sento
il
bisogno
di
aggiungere
,
a
titolo
di
consiglio
,
che
sarebbe
meglio
non
seguirlo
.
Mi
sembra
che
quelle
biancherie
,
tanto
intimamente
personali
,
debbono
avere
il
loro
pudore
,
o
piuttosto
,
che
facciano
parte
del
nostro
.
Una
giovinetta
non
può
a
meno
di
arrossire
,
mostrando
ad
un
uomo
le
sue
camicie
.
Io
conosco
una
bella
sposina
,
maritata
da
parecchi
anni
;
la
vigilia
delle
sue
nozze
,
un
giovinotto
,
che
frequentava
la
casa
,
mi
descrisse
il
corredo
,
poi
soggiunse
:
*
Mi
ha
fatto
veder
tutto
.
Fino
le
calze
che
metterà
domani
.
Non
ho
mai
potuto
dimenticare
quella
circostanza
.
La
confidenza
,
fatta
ad
un
giovine
,
delle
proprie
calze
,
mi
ha
spoetizzata
.
Ancora
adesso
,
quando
incontro
per
via
quella
bella
donnina
,
comunque
sia
vestita
,
traverso
il
velluto
,
il
raso
,
la
seta
,
un
'
illusione
ottica
mi
fa
vedere
le
sue
calze
.
E
sarei
pronta
a
scommettere
che
quel
giovinotto
prova
la
stessa
illusione
.
Cosa
ne
penserebbe
la
bella
signora
se
lo
sapesse
?
E
,
sopratutto
,
cosa
ne
penserebbe
suo
marito
?
Lo
sposo
dovrà
mandare
un
dono
anche
alle
sorelle
ed
ai
fratelli
nubili
della
sposa
;
e
la
famiglia
di
lui
ne
offrirà
alla
futura
parente
.
Quella
sera
la
sposa
distribuirà
i
suoi
gioielli
da
signorina
alle
sue
amiche
più
intime
.
Nè
la
sposa
,
nè
la
sua
famiglia
,
debbono
far
doni
allo
sposo
.
Però
vi
sono
paesi
in
cui
la
futura
moglie
deve
offrire
al
futuro
marito
uno
spillo
di
brillanti
,
in
segno
di
unione
.
Pare
che
là
non
conoscano
il
proverbio
:
"
Dono
che
punge
,
l
'
amor
disgiunge
.
"
Ad
ogni
modo
,
in
questa
,
come
in
tutte
le
circostanze
in
cui
vi
sono
formalità
convenzionali
da
compiere
,
la
perfetta
convenienza
sta
nell
'
uniformarsi
agli
usi
del
paese
dove
si
vive
,
e
non
a
quelli
del
paese
proprio
,
quando
se
ne
vive
lontano
;
poichè
nulla
è
più
indelicato
ed
egoistico
,
che
il
respingere
i
costumi
della
città
dove
siamo
ospitati
.
Il
contratto
nuziale
viene
letto
dal
notaio
,
ad
alta
voce
e
per
intero
,
alle
persone
invitate
,
e
,
dopo
la
lettura
,
lo
sposo
deve
essere
il
primo
a
sottoscriverlo
.
Porge
poi
la
penna
alla
sposa
;
in
seguito
firmano
i
parenti
,
ed
ultimi
gl
'
invitati
,
cominciando
dalle
persone
più
ragguardevoli
per
età
e
grado
sociale
.
Tutte
le
persone
che
firmano
il
contratto
,
se
non
lo
hanno
fatto
prima
,
sono
in
dovere
di
mandare
un
ricordo
alla
sposa
.
Debbo
aggiungere
,
e
confesso
che
lo
aggiungo
con
piacere
,
che
,
da
qualche
tempo
,
le
persone
d
'
animo
raffinato
vanno
smettendo
quest
'
usanza
indiscreta
di
leggere
i
fatti
loro
dinanzi
ad
una
numerosa
società
.
Può
darsi
che
la
sposa
abbia
una
dote
modestissima
,
che
il
babbo
,
un
po
'
avaro
,
le
abbia
ristretta
oltremodo
la
somma
destinata
al
corredo
.
Quegli
indifferenti
invitati
,
che
sono
là
per
divertirsi
,
si
divertiranno
facendo
commenti
:
"
Per
quella
dote
avrebbe
l
'
obbligo
d
'
essere
un
po
'
più
bella
....
la
legge
di
compensazione
.
"
Duemila
lire
di
corredo
!
Ma
se
farà
una
malattia
le
verranno
meno
le
lenzuola
.
"
Oppure
è
lo
sposo
che
non
ha
un
patrimonio
corrispondente
alla
dote
,
e
patisce
un
'
umiliazione
,
che
la
delicatezza
della
sposa
deve
sapergli
risparmiare
,
sopprimendo
la
formalità
della
lettura
del
contratto
.
Anche
quando
tutto
è
perfettamente
equilibrato
,
c
'
è
sempre
,
se
non
altro
,
il
gergo
notarile
che
fa
ridere
.
Ultimamente
ho
assistito
ad
un
contratto
;
lo
sposo
aveva
varcato
il
mezzo
secolo
,
e
la
sposa
gli
stava
indietro
di
poco
.
E
quel
buon
uomo
di
notaio
non
la
finiva
di
ripetere
che
erano
maggiorenni
.
Oh
mio
Dio
!
Chi
ne
dubitava
?
Udii
un
cugino
della
sposa
che
diceva
ad
un
altro
cuginetto
di
diciott
'
anni
:
"
Come
!
Rita
è
già
maggiorenne
?
Ed
io
che
ti
avevo
preso
pel
suo
tutore
!
"
In
quello
stesso
contratto
,
descrivendo
le
proprietà
dello
sposo
,
il
notaio
leggeva
d
'
una
casa
"
ed
annesso
giardino
con
cinta
di
muro
,
chiuso
da
doppio
cancello
.
"
"
Sfido
!
dicevano
gl
'
invitati
,
con
una
sposina
appena
maggiorenne
le
precauzioni
non
sono
mai
troppe
.
Ai
due
cancelli
bisogna
mettere
due
catenacci
.
"
*
*
*
Otto
giorni
prima
del
matrimonio
,
si
mandano
le
circolari
alle
persone
che
si
vogliono
invitare
,
indicando
l
'
ora
in
cui
si
andrà
al
municipio
,
alla
chiesa
,
ecc
.
L
'
invito
deve
essere
su
cartoncino
lucido
,
diviso
per
metà
da
una
linea
verticale
.
Alla
destra
,
sarà
stampato
l
'
invito
a
nome
dei
parenti
della
sposa
,
a
sinistra
quello
dei
parenti
dello
sposo
.
Le
signorine
mature
,
che
vivono
sole
,
faranno
l
'
invito
a
nome
proprio
;
ed
in
tal
caso
lo
sposo
,
anche
avendo
i
genitori
,
dovrà
fare
altrettanto
.
Oppure
la
sposa
si
fa
fare
,
per
la
prima
volta
,
delle
carte
da
visita
col
suo
nome
da
signorina
,
(
è
l
'
unica
circostanza
in
cui
le
sono
permesse
)
e
si
mandano
ai
conoscenti
le
carte
da
visita
dei
due
sposi
,
unite
da
un
anellino
d
'
argento
o
d
'
oro
.
Però
quest
'
uso
,
nato
pochi
anni
sono
,
è
già
quasi
abbandonato
.
Ed
infatti
,
perchè
voler
fare
da
sè
,
e
mettere
da
parte
i
genitori
,
che
hanno
sempre
annunciato
loro
i
matrimonii
dei
loro
figlioli
?
Sembra
che
gli
sposi
si
vogliano
emancipare
con
quelle
carte
da
visita
personali
.
Si
emancipano
già
col
matrimonio
;
perchè
togliere
a
genitori
quell
'
ultimo
atto
di
tutela
,
che
non
impone
nessun
vincolo
,
ed
è
un
segno
di
rispetto
?
Io
lascerei
le
carte
da
visita
alle
vedove
ed
alle
zitellone
orfane
.
Ma
finchè
una
sposa
ha
i
genitori
,
qualunque
sia
la
sua
età
,
sono
loro
che
la
maritano
,
è
da
loro
che
lei
riceve
la
mano
dello
sposo
che
ama
,
o
che
non
ama
;
e
tocca
a
loro
annunciarlo
alla
società
.
*
*
*
Nell
'
epoca
di
positivismo
in
cui
viviamo
,
si
usa
fare
prima
il
matrimonio
civile
,
e
dopo
l
'
ecclesiastico
;
prima
il
contratto
,
poi
la
cerimonia
;
prima
la
prosa
,
poi
la
poesia
.
Per
recarsi
al
municipio
la
sposa
fa
una
toletta
,
elegante
quanto
vuole
,
ma
sempre
una
toletta
da
visita
,
col
cappellino
assortito
.
La
sposa
,
che
quel
giorno
è
il
personaggio
più
importante
,
siede
a
destra
nella
prima
carrozza
,
a
sinistra
sua
madre
,
o
quella
parente
che
ne
fa
le
veci
.
Sulla
panchina
dinanzi
siedono
,
in
faccia
alla
sposa
,
il
suo
babbo
,
in
faccia
alla
madre
,
il
testimonio
della
sposa
.
Nella
seconda
carrozza
si
mette
lo
sposo
coi
suoi
genitori
,
o
se
non
li
ha
,
con
quel
parente
che
li
ha
suppliti
nella
domanda
di
matrimonio
,
e
la
signora
che
l
'
ha
assistito
nella
compera
de
'
doni
,
e
nell
'
allestimento
della
casa
;
con
loro
deve
entrare
il
testimonio
dello
sposo
.
Nelle
altre
carrozze
si
collocano
i
parenti
e
gli
invitati
.
Tutto
il
corteggio
parte
dalla
casa
della
sposa
.
Per
lo
più
,
tornando
dal
municipio
,
si
offre
agli
invitati
una
colazione
,
che
deve
dare
la
famiglia
della
sposa
in
casa
sua
.
A
tavola
gli
sposi
siedono
vicini
;
a
destra
dello
sposo
la
suocera
,
a
destra
della
sposa
il
suocero
.
Dopo
la
colazione
la
sposa
cambia
d
'
abito
.
Si
veste
di
bianco
col
velo
ed
i
fiori
d
'
arancio
;
oppure
toglie
solamente
il
cappello
e
si
mette
il
velo
bianco
.
Ed
all
'
ora
stabilita
,
coll
'
ordine
di
prima
si
parte
pel
matrimonio
ecclesiastico
.
La
sposa
entra
in
chiesa
dando
il
braccio
a
suo
padre
,
e
ne
esce
dando
il
braccio
al
padre
dello
sposo
.
Lo
sposo
entra
accompagnando
la
suocera
.
Il
babbo
,
che
rimane
libero
,
dà
il
braccio
alla
mamma
che
rimane
libera
in
tutti
e
due
i
casi
.
E
nel
ritorno
,
la
sposa
entra
in
carrozza
colla
suocera
,
ma
non
prende
più
la
destra
.
La
cerimonia
è
compiuta
,
passata
.
Ella
cessa
d
'
essere
nella
situazione
eccezionale
di
sposa
:
è
una
giovine
signora
,
e
deve
alla
suocera
,
ed
alla
vecchia
signora
,
il
riguardo
di
cederle
la
destra
in
carrozza
.
Il
suocero
si
colloca
in
faccia
alla
sposa
;
lo
sposo
in
faccia
alla
propria
madre
.
In
molti
casi
si
differisce
il
matrimonio
ecclesiastico
fino
alla
sera
o
al
mattino
seguente
,
ed
allora
invece
d
'
una
colazione
,
la
famiglia
della
sposa
offre
un
pranzo
.
Le
spose
che
hanno
passato
i
venticinque
anni
non
si
vestono
di
bianco
.
Ed
ora
l
'
indifferenza
scettica
da
cui
siamo
dominati
va
abolendo
quel
costume
anche
nelle
giovani
,
ed
accade
di
vedere
giovinette
di
sedici
o
diciott
'
anni
che
vanno
a
marito
senza
l
'
abito
bianco
nuziale
.
Non
posso
a
meno
di
dire
che
fanno
male
.
Capisco
le
prime
.
La
loro
età
richiede
una
serietà
maggiore
.
Ma
una
giovine
sposa
perchè
toglierebbe
una
parte
di
solennità
a
quella
cerimonia
che
è
la
più
importante
della
sua
vita
?
Ho
conosciuto
una
signorina
,
che
per
una
serie
di
circostanze
troppo
lunghe
a
ripetersi
,
dovette
maritarsi
sull
'
alto
d
'
una
montagna
,
dove
possedeva
un
villino
,
e
nel
cuore
dell
'
inverno
.
Il
suo
villino
non
aveva
cappella
,
e
c
'
erano
due
miglia
di
strada
,
impraticabile
alle
carrozze
,
per
scendere
ad
una
chiesuola
del
villaggio
.
E
tuttavia
si
vestì
di
bianco
,
e
fece
,
in
quel
gelido
costume
,
la
lunga
strada
sulla
neve
,
per
inginocchiarsi
in
abito
nuziale
accanto
al
suo
sposo
,
che
anche
lui
era
rigorosamente
in
abito
nero
.
Confesso
che
,
quando
mi
narrò
questo
particolare
delicato
,
ne
fui
profondamente
commossa
.
Le
signorine
mature
,
per
lo
più
,
semplificano
la
cerimonia
andando
prima
al
municipio
,
e
di
là
direttamente
alla
chiesa
in
completo
costume
da
viaggio
.
Vanno
alla
colazione
così
,
e
partono
senza
cambiar
toletta
.
Le
vedove
che
si
maritano
devono
fare
lo
stesso
.
Nel
matrimonio
d
'
una
vedova
,
qualunque
pompa
è
della
massima
sconvenienza
.
In
chiesa
una
vedova
deve
fare
il
matrimonio
a
porte
chiuse
;
non
deve
mandare
prima
delle
nozze
la
partecipazione
della
promessa
;
non
fa
inviti
.
Dopo
il
matrimonio
,
entro
otto
giorni
,
si
mandano
le
circolari
coll
'
annuncio
che
il
matrimonio
ha
avuto
luogo
.
Le
partecipazioni
dopo
le
nozze
sono
di
primissima
necessità
,
e
si
deve
essere
larghi
nel
distribuirle
anche
alle
lontane
conoscenze
.
È
un
riguardo
che
lo
sposo
deve
a
sua
moglie
,
per
non
esporla
ad
incontrarsi
,
essendo
al
suo
braccio
,
con
qualche
compagno
di
gioventù
di
lui
,
che
la
prenda
in
fallo
,
o
con
qualche
signora
che
esiti
a
salutarla
.
Tutte
le
conoscenze
dello
sposo
debbono
essere
informate
del
cambiamento
,
avvenuto
nella
sua
situazione
,
ed
aspettarsi
d
'
incontrarlo
colla
moglie
,
per
essere
pronte
a
salutarla
come
tale
.
Per
questo
riguardo
anche
le
vedove
debbono
mandare
le
partecipazioni
del
matrimonio
compiuto
.
Tutte
le
spese
del
matrimonio
,
comprese
le
carrozze
,
se
le
rimesse
delle
famiglie
non
le
forniscono
,
sono
a
carico
dello
sposo
.
Una
volta
era
,
se
non
un
obbligo
,
un
'
abitudine
per
la
sposa
di
sciogliersi
in
lacrime
nell
'
andare
all
'
altare
.
Gli
occhi
umidi
ed
accesi
,
le
labbra
tumide
,
il
naso
rosso
come
una
ciriegia
,
facevano
parte
della
tenuta
di
rigore
per
una
sposina
ammodo
.
Lo
sposo
,
se
non
altro
per
amore
di
simmetria
,
non
doveva
mostrarsi
lieto
,
in
faccia
a
tanto
dolore
;
si
atteggiava
al
più
profondo
compianto
,
dinanzi
alla
lacrimevole
situazione
della
fanciulla
.
Il
sacerdote
,
compreso
della
necessità
di
mettersi
all
'
unisono
,
recitava
un
predicozzo
straziante
ai
due
sventurati
giovani
,
e
tutte
le
signore
lacrimavano
nelle
pezzuole
ricamate
.
Se
un
indiano
fosse
entrato
in
una
chiesa
durante
la
cerimonia
nuziale
,
al
vedere
il
pubblico
,
e
specialmente
la
sposa
in
quello
stato
di
desolazione
,
l
'
avrebbe
creduta
una
suttie
,
da
ardere
sul
rogo
del
marito
estinto
.
La
prima
sposa
giovane
che
fu
veduta
maritarsi
senza
piangere
,
fu
la
principessa
Margherita
.
Tutti
sanno
che
a
Torino
vi
sono
,
o
vi
erano
allora
quattro
signorine
di
famiglie
patrizie
,
le
quali
avevano
il
gentile
diritto
di
accompagnare
all
'
altare
le
principesse
della
casa
reale
e
di
portare
poi
in
capo
quando
andavano
a
marito
,
gli
stessi
fiori
portati
dall
'
augusta
sposa
.
Ereditando
i
fiori
della
principessa
Margherita
,
quelle
signorine
ne
ereditarono
naturalmente
il
diritto
di
non
piangere
.
Ed
infatti
la
cronaca
assicura
che
quando
si
sposarono
non
si
presentarono
cogli
occhi
gonfi
e
col
naso
rosso
.
Fin
d
'
allora
dunque
le
lacrime
furono
messe
da
banda
,
a
grande
soddisfazione
degli
sposi
,
che
s
'
accomodavano
male
di
quelle
scene
in
cui
facevano
la
parte
di
necrofori
,
seppellitori
di
Vestali
.
Questo
non
vuol
dire
che
le
signorine
amino
meno
la
loro
famiglia
,
e
ne
sentano
meno
il
distacco
.
Si
sono
fatte
più
coraggiose
e
ragionevoli
;
hanno
compreso
che
le
loro
lacrime
non
farebbero
che
affliggere
maggiormente
i
loro
cari
,
e
che
infine
,
per
un
matrimonio
accettato
da
loro
,
e
con
pieno
aggradimento
,
quell
'
atteggiarsi
da
vittime
sarebbe
un
'
incoerenza
.
Al
momento
poi
di
dire
addio
al
babbo
,
alla
mamma
,
alla
casa
paterna
,
di
entrare
in
carrozza
e
di
partire
,
se
i
singhiozzi
fanno
gruppo
alla
gola
,
se
le
lacrime
fanno
violenza
alle
ciglia
,
lascino
che
il
loro
cuore
si
sfoghi
:
non
è
che
un
istante
.
I
cavalli
scalpitano
,
i
bauli
sono
già
alla
stazione
;
fra
pochi
minuti
il
fischio
della
macchina
a
vapore
dirà
alla
mamma
commossa
,
che
la
portiera
del
coupè
s
'
è
chiusa
sui
due
viaggiatori
,
e
che
il
primo
bacio
di
sposa
ha
cancellato
quelle
ultime
lacrime
di
fanciulla
.
*
*
*
Nota
dell
'
autrice
.
Nel
correggere
le
bozze
mi
accorgo
che
il
periodo
seguente
non
ha
nulla
a
che
fare
colle
leggi
di
convenienza
.
A
scarico
di
coscienza
ne
prevengo
lealmente
le
lettrici
.
Se
,
come
credo
,
non
si
curano
punto
delle
mie
opinioni
personali
sul
viaggio
di
nozze
,
possono
saltare
queste
pagine
senza
offendere
nè
me
,
né
il
mio
libro
.
LA
MARCHESA
COLOMBI
.
Ho
udito
alcuni
sentimentali
vaporosi
,
esclamare
che
il
viaggio
di
nozze
è
una
profanazione
;
che
:
"
si
vanno
disseminando
le
più
care
memorie
nelle
camere
d
'
albergo
!
Vorrebbero
la
villetta
isolata
,
e
rinchiudervisi
:
"
solo
con
sola
Dido
Enea
ridotto
.
"
E
ripetersi
giorno
e
notte
:
*
Amoris
tui
solum
et
dives
sum
satis
;
e
quando
se
ne
vanno
pei
fatti
loro
,
le
più
care
memorie
,
rinchiuderle
tutte
là
sotto
chiave
.
Sono
spiriti
unilaterali
,
e
non
comprendono
che
una
felicità
unilaterale
.
La
felicità
del
viaggio
di
nozze
invece
è
un
prisma
.
In
viaggio
gli
sposi
si
studiano
,
si
conoscono
,
si
apprezzano
sotto
mille
aspetti
diversi
.
Pensano
:
*
Come
saprà
adattarsi
agli
inconvenienti
del
viaggio
questa
persona
che
ha
vissuto
sempre
fra
le
agiatezze
?
Saprà
resistere
alle
fatiche
delle
lunghe
corse
,
delle
abbigliature
mattutine
,
delle
visite
assidue
alle
chiese
,
ai
musei
?
Ed
i
suoi
gusti
artistici
?
Cosa
dirà
di
quel
quadro
?
di
quella
statua
?
Che
impressione
le
farà
quella
musica
,
quel
dramma
?
Come
saprà
discorrere
nell
'
espansione
della
vita
intima
?
Capirà
,
gusterà
le
bellezze
della
natura
?
Avrà
impeti
entusiastici
,
calore
d
'
ammirazione
e
quella
dolce
bontà
indulgente
che
porta
a
vedere
alla
prima
il
lato
bello
e
buono
di
ogni
cosa
?
Ed
avrà
spirito
d
'
osservazione
,
intelligenza
critica
,
e
carattere
pieghevole
?
Oh
,
le
delizie
del
viaggio
di
nozze
!
Avere
innanzi
a
sè
una
lunga
serie
di
giorni
,
completamente
liberi
da
qualunque
cura
,
all
'
infuori
del
proprio
amore
e
delle
proprie
gioie
.
Andar
incontro
all
'
ignoto
che
si
annuncia
con
tinte
color
di
rosa
,
come
il
sole
col
crepuscolo
!
E
sentirsi
nell
'
anima
la
convinzione
che
inebria
e
riposa
,
d
'
avere
un
essere
sulla
terra
pel
quale
siamo
il
primo
pensiero
,
il
primo
affetto
ed
anche
il
primo
dovere
.
E
con
quest
'
essere
amante
e
caro
,
prendersi
allegramente
a
braccetto
,
ed
affrettarsi
per
le
strade
,
unendo
il
passo
e
parlandosi
con
abbandono
;
e
poter
ripetere
a
se
stessi
:
Abbiamo
diritto
d
'
amarci
!
Lo
neghino
pure
i
romanzieri
,
ma
il
diritto
di
amarsi
alla
luce
del
sole
,
senza
menzogne
,
senza
rossori
,
sarà
sempre
la
poesia
dell
'
amore
.
Ed
a
poco
a
poco
si
comprende
che
quelle
ore
di
espansione
e
di
delizia
non
sono
più
misurate
dalla
durata
d
'
una
visita
;
che
si
ripetono
senza
interrompersi
,
e
si
ripeteranno
sempre
,
per
un
tempo
lungo
,
infinito
.
L
'
ora
del
pranzo
,
l
'
ora
del
riposo
non
li
separa
più
.
Oh
la
dolce
prosa
della
vita
materiale
!
Sedere
insieme
ad
una
mensa
d
'
albergo
interrogandosi
a
vicenda
sui
propri
gusti
,
confessando
di
aver
appetito
,
mangiando
allegramente
*
à
la
guerre
comme
à
la
guerre
,
*
dandosi
del
tu
presente
una
quantità
di
persone
,
pagando
il
conto
colla
borsa
comune
!
Tutto
il
resto
può
parere
un
sogno
poetico
da
menti
innamorate
;
ma
il
primo
pranzo
all
'
albergo
,
è
pretta
realtà
.
Dopo
il
primo
pranzo
soltanto
gli
sposi
sentono
che
quella
felicità
è
vera
,
positiva
,
che
le
loro
esistenze
si
sono
congiunte
per
la
vita
vera
,
con
tutto
il
suo
corredo
di
spirito
e
di
materia
,
di
poesia
e
di
prosa
.
E
poi
vi
sono
le
ore
in
cui
non
sono
soli
:
al
teatro
,
al
caffè
.
E
nella
piena
libertà
del
viaggio
da
nozze
rigustano
il
mistero
d
'
una
stretta
al
braccio
,
d
'
una
mano
presa
furtivamente
,
del
lungo
sguardo
appassionato
che
narra
un
'
illiade
di
desideri
,
dello
sguardo
fuggevole
e
lampeggiante
,
che
dà
il
fremito
e
l
'
ebbrezza
d
'
un
bacio
.
A
traverso
quel
turbine
di
godimenti
,
in
quel
sogno
di
delizie
,
vedono
azzurreggiare
,
in
un
prossimo
avvenire
la
placida
promessa
d
'
una
casetta
tranquilla
,
dove
saranno
padroni
e
soli
,
e
dove
si
vedranno
sotto
un
aspetto
nuovo
,
nell
'
uniformità
della
vita
casalinga
...
È
un
'
altra
serie
d
'
incanti
,
che
promette
loro
quel
dolce
riposo
dopo
tanto
movimento
.
I
sentimentalisti
che
,
pel
culto
delle
memorie
,
hanno
cominciato
dalla
fine
e
si
sono
isolati
,
hanno
sacrificate
tutte
le
immense
dolcezze
del
viaggio
e
non
le
ritroveranno
più
tardi
,
perchè
il
viaggio
di
nozze
è
un
frutto
che
fuori
stagione
non
si
gusta
più
.
È
vero
che
non
hanno
disperse
le
memorie
care
negli
alberghi
,
e
le
hanno
gelosamente
rinchiuse
;
ma
son
ben
certi
che
,
a
lungo
andare
,
non
ci
sia
entrata
la
sazietà
o
la
noia
,
a
metterle
in
fuga
come
una
nidiata
di
passeri
?
Per
quell
'
affetto
che
m
'
ispirano
le
mie
lettrici
le
consiglio
,
qualunque
sia
la
loro
età
,
il
loro
grado
di
agiatezza
,
non
rinunzino
al
viaggio
di
nozze
,
anche
a
costo
di
qualche
sacrifizio
d
'
interesse
,
di
qualche
privazione
.
Tutte
le
felicità
che
potrà
dar
loro
l
'
avvenire
,
non
le
compenseranno
mai
di
quella
immensa
gioia
perduta
.
PARTE
QUARTA
A
mezzo
del
cammin
di
nostra
vita
.
CAPITOLO
I
.
La
Signora
.
Ritorno
dal
viaggio
*
In
famiglia
*
Visite
*
Pranzi
in
casa
propria
*
Pranzi
d
'
invito
*
Ricevimenti
*
Balli
*
Teatri
*
Ai
balli
*
In
campagna
*
Corrispondenza
.
*
Ma
,
marchesa
,
io
non
ci
sono
giunta
ancora
a
mezzo
del
cammin
di
nostra
vita
.
*
Scusi
,
ha
marito
?
*
Sissignora
,
ma
ho
appena
diciasette
anni
.
*
Non
importa
.
Se
ha
marito
,
questa
parte
del
mio
libro
la
riguarda
.
S
'
è
maritata
assai
presto
;
ma
questo
non
toglie
che
,
dal
giorno
in
cui
è
diventata
una
signora
,
la
parte
ingenua
,
ridente
,
spensierata
della
sua
esistenza
è
passata
.
Non
vadano
in
collera
,
signori
mariti
;
non
protestino
.
Non
intendo
dire
che
il
matrimonio
non
abbia
le
sue
grandi
gioie
,
che
il
loro
affetto
di
sposi
non
dia
alle
loro
compagne
soddisfazioni
forse
,
e
senza
forse
,
maggiori
di
quelle
vaporose
e
inconsapevoli
che
ebbero
da
fanciulle
.
Ma
loro
sanno
che
una
signora
maritata
,
qualunque
sia
la
sua
età
,
assume
il
governo
della
casa
,
riceve
il
grave
deposito
di
un
nome
di
cui
è
responsabile
,
risponde
dell
'
onore
di
quel
nome
,
e
del
decoro
della
famiglia
.
I
misteri
che
ha
scoperti
hanno
sfrondate
molte
delle
sue
illusioni
e
le
hanno
insegnate
delle
verità
dolci
e
tremende
.
D
'
allora
la
spensieratezza
non
le
è
più
possibile
.
È
entrata
nel
periodo
serio
della
sua
esistenza
,
ed
avesse
pure
quindici
anni
soltanto
,
ha
acquistate
tutte
le
responsabilità
,
tutti
i
doveri
d
'
una
persona
che
è
giunta
"
A
mezzo
del
cammin
di
nostra
vita
"
*
*
*
La
vecchiaia
concede
privilegi
straordinari
.
Io
mi
valgo
della
mia
cuffia
e
dei
miei
occhiali
,
per
introdurmi
nel
nido
della
sposa
appena
tornata
dal
viaggio
ed
assicurarmi
co
'
miei
occhi
,
se
sa
essere
una
signora
,
com
'
è
stata
una
signorina
veramente
ammodo
.
Verifichiamo
prima
di
tutto
gli
arretrati
.
*
Ha
scritto
ogni
giorno
alla
suocera
ed
alla
mamma
durante
il
viaggio
di
nozze
?
*
Un
giorno
a
Firenze
,
ero
stata
a
San
Miniato
....
ero
così
stanca
non
ho
proprio
potuto
.
Ed
un
'
altra
volta
a
Livorno
....
*
Ebbene
,
bisognerà
farne
delle
scuse
,
e
riconoscere
d
'
aver
mancato
ad
un
dovere
,
verso
la
suocera
;
quanto
alla
mamma
....
*
Oh
!
alla
mamma
ho
scritto
sempre
.
Me
lo
figuravo
.
Eppure
là
l
'
indulgenza
era
sicura
,
l
'
affetto
non
correva
pericolo
.
Quella
che
va
trattata
sempre
in
modo
da
guadagnarne
il
cuore
,
è
la
suocera
,
sono
i
parenti
del
marito
,
che
nutrono
sempre
una
vaga
ostilità
contro
quella
giovine
,
la
quale
,
arrivata
ultima
,
s
'
è
fatto
il
posto
più
largo
nell
'
animo
del
loro
figliolo
,
se
lo
è
accaparrato
,
l
'
ha
fatto
suo
,
e
d
'
un
balzo
ha
messo
tutti
gli
altri
affetti
al
secondo
posto
;
ed
a
che
distanza
anche
!
La
mamma
è
già
venuta
lei
a
vederla
?
Era
alla
stazione
ad
incontrarla
?
Oh
le
mamme
!
Ebbene
,
la
sua
prima
visita
,
ora
ha
da
essere
per
la
suocera
.
Vediamo
i
bauli
.
Vi
sono
i
doni
per
la
famiglia
del
marito
?
Benissimo
.
Bisognerà
mandarli
subito
,
ed
al
tempo
stesso
,
annunciare
alla
suocera
che
andrà
con
suo
marito
a
salutarla
in
giornata
.
È
venuto
un
fascio
,
una
pioggia
di
carte
da
visita
,
in
risposta
alle
partecipazioni
.
Si
deve
fare
una
scelta
d
'
accordo
col
marito
,
una
scelta
accurata
delle
famiglie
colle
quali
si
vuol
mantenersi
in
relazione
.
A
quelle
non
si
manda
una
carta
,
ma
ci
si
va
in
persona
col
marito
o
con
una
signora
della
famiglia
di
lui
.
Alle
altre
,
l
'
invio
d
'
una
semplice
carta
dei
due
sposi
,
dice
urbanamente
che
sono
grati
della
loro
memoria
,
ma
non
intendono
continuar
le
visite
.
Quelle
sono
le
così
dette
relazioni
di
saluto
.
Si
conoscono
,
s
'
inchinano
per
via
,
si
scambiano
parole
scontrandole
in
compagnia
;
ma
tutto
finisce
lì
.
*
*
*
Alcuni
anni
or
sono
ricevetti
una
lettera
da
uno
dei
miei
molti
nipoti
,
nella
quale
mi
diceva
,
dopo
tante
belle
cose
:
"....e
ti
confesso
che
il
mio
secondo
anno
di
nozze
fu
assai
meno
beato
del
primo
.
E
sì
,
che
ci
ho
Ninì
,
il
mio
dolce
amorino
biondo
color
di
rosa
,
che
comincia
a
dire
bab
...
bo
.
Nelle
mie
ore
di
noia
ho
fatto
una
scoperta
che
non
può
essere
senza
importanza
per
la
società
.
Ho
trovata
la
vera
causa
della
poca
devozione
degli
uomini
pel
settimo
sacramento
.
È
una
specie
di
malattia
nervosa
,
che
si
sviluppa
,
dopo
la
luna
di
miele
,
nelle
facoltà
visive
del
marito
,
e
gli
fa
apparire
tutte
le
mogli
degli
altri
più
attraenti
della
propria
.
Se
tu
trovassi
un
buon
oculista
,
che
volesse
occuparsi
di
questa
oftalmia
maritale
....
"
Partii
immediatamente
per
Torino
,
senza
medico
oculista
,
s
'
intende
.
Sotto
il
melanconico
umorismo
di
mio
nipote
,
c
'
era
qualche
cosa
di
amaro
,
che
mi
fece
temere
per
la
felicità
avvenire
di
quella
famiglia
.
Tuttavia
avevo
un
vago
presentimento
che
,
a
guarire
la
malattia
di
Primo
,
basterebbe
la
mia
vecchia
esperienza
.
Giunsi
inaspettata
.
Primo
era
fuori
.
La
cameriera
mi
disse
:
*
La
signora
è
rientrata
or
ora
dalle
visite
;
si
sta
mettendo
in
libertà
.
Mettersi
in
libertà
!
Era
la
chiave
del
mistero
!
la
prima
causa
della
malattia
del
marito
.
Guai
,
alle
mogli
che
si
credono
in
diritto
di
mettersi
in
libertà
quando
sono
in
casa
!
Ordinai
alla
cameriera
di
lasciarla
fare
,
di
non
annunciarmi
;
passai
ad
aspettarla
in
sala
da
pranzo
,
dov
'
era
già
apparecchiata
la
tavola
.
L
'
Emma
entrò
poco
dopo
.
Era
in
abito
da
camera
ed
in
pianelle
.
Una
grazia
di
abito
da
camera
;
ma
era
un
abito
da
camera
;
e
portato
con
tutta
comodità
,
discinto
;
e
là
sotto
la
sposa
non
aveva
fascetta
.
Le
pianelle
di
raso
azzurro
,
ricamate
di
perline
rosee
,
sembravano
quelle
di
Cenerentola
che
avessero
finito
coll
'
incontrarsi
per
fare
il
paio
.
Ma
erano
pianelle
.
E
quella
toletta
mattinale
,
calzata
in
fretta
,
era
mal
completata
da
un
foulard
bianco
annodato
intorno
al
collo
.
*
Tuo
marito
non
viene
a
pranzo
?
le
domandai
.
*
Sì
,
verrà
a
momenti
.
*
E
ti
metti
a
tavola
a
quella
maniera
?
*
Scusi
,
nonna
;
non
prevedevo
la
fortuna
della
sua
visita
;
e
,
sa
,
in
casa
....
siamo
soltanto
noi
....
*
In
casa
!
...
soltanto
noi
!
soltanto
!
quando
siete
tu
e
tuo
marito
?
Ma
la
tua
casa
è
il
tuo
regno
;
ma
tuo
marito
è
il
tuo
mondo
.
Cosa
ci
guadagni
se
le
persone
a
cui
hai
fatto
visita
,
e
quelle
che
ti
hanno
scontrata
per
via
ti
trovano
bella
?
Nulla
.
Ma
se
ti
trova
bella
tuo
marito
;
se
gli
piaci
,
è
il
suo
amore
che
guadagni
;
è
la
felicità
della
tua
vita
.
Una
lettrice
:
*
Ah
Marchesa
!
Questa
è
la
storia
d
'
uno
dei
sette
peccati
capitali
di
Eugenio
Sue
;
La
.
*
Ho
capito
.
Non
occorre
dirne
il
titolo
.
Il
mio
libro
lo
possono
leggere
anche
le
signorine
.
È
per
questo
che
cercavo
di
dare
un
'
altra
forma
alla
tesi
di
quel
racconto
,
ma
non
voglio
che
mi
si
accusi
di
plagio
.
Ho
dato
all
'
Emma
quel
romanzo
e
lei
v
'
imparò
che
una
signora
ammodo
non
deve
mai
trascurare
il
proprio
vestire
davanti
al
marito
.
Deve
tenere
gli
abiti
da
camera
per
le
ore
mattutine
o
per
la
tarda
sera
in
camera
da
letto
.
Ma
durante
il
giorno
deve
portare
abiti
attillati
,
eleganti
nella
loro
casalinga
semplicità
,
oppure
,
il
che
è
anche
meglio
,
abiti
da
casa
chiari
,
di
forma
speciale
che
non
si
possano
portare
fuori
di
casa
,
che
non
siano
nè
il
compassato
costume
da
passeggio
o
da
visite
,
nè
il
trascurato
abito
da
camera
.
Qualche
cosa
di
speciale
,
che
le
donnine
di
gusto
sanno
immaginare
tanto
bene
coll
'
aiuto
d
'
una
buona
sarta
,
e
nel
quale
non
manca
una
buona
dose
di
civetteria
,
a
tutto
beneficio
del
marito
.
E
questa
toletta
da
casa
dev
'
essere
portata
con
tutti
quegli
accessori
che
costituiscono
l
'
ordine
:
calze
bene
assortite
(
nere
sotto
un
abito
bianco
,
carnicine
o
azzurre
sotto
un
abito
turchino
,
rosa
pallido
sotto
un
abito
rosa
,
ecc
.
)
,
qualche
braccialetto
,
un
nastro
al
collo
o
una
cravatta
.
È
così
che
un
uomo
è
avvezzo
a
vedere
le
mogli
degli
altri
,
e
se
la
sua
è
meno
accurata
,
ne
viene
di
conseguenza
quella
tale
malattia
agli
occhi
,
per
cui
si
vedono
tutte
le
donne
più
attraenti
della
propria
.
L
'
accuratezza
,
l
'
eleganza
bene
intesa
,
sono
una
specie
di
nobiltà
individuale
.
Ad
una
persona
che
vediamo
trascurata
e
dimessa
,
finiamo
per
attribuire
una
specie
d
'
inferiorità
;
ed
al
confronto
delle
altre
,
la
trattiamo
con
quella
stessa
noncuranza
con
cui
si
tratta
lei
stessa
.
Vi
sono
molte
signore
che
,
come
hanno
abbigliature
di
casa
ed
abbigliature
per
uscire
,
hanno
pure
un
tono
di
voce
,
delle
maniere
,
ed
un
'
educazione
di
casa
;
ed
altre
di
gala
.
E
,
pur
troppo
,
quelle
di
casa
sono
rozze
ed
elementari
come
una
vera
tenuta
di
fatica
.
*
Vuoi
bere
?
domanda
il
marito
a
tavola
.
Sì
.
No
.
Oppure
porge
il
bicchiere
in
silenzio
.
*
Dio
!
quanto
mi
dà
sui
nervi
questo
tintinnìo
della
forchetta
sul
piatto
!
*
Oh
che
noioso
!
risponde
la
signora
,
la
quale
avrebbe
ai
suoi
ordini
tutto
un
frasario
di
scuse
,
se
,
invece
che
a
suo
marito
,
avesse
urtato
i
nervi
ad
un
primo
venuto
qualunque
.
E
sorbisce
la
minestra
con
un
rumore
da
tromba
aspirante
.
E
,
dimenticando
completamente
la
regola
severa
del
collegio
,
di
masticar
sempre
a
bocca
chiusa
,
lascia
sonare
quei
mcia
mcia
pastosi
che
rivoltano
lo
stomaco
a
chiunque
ha
la
disgrazia
di
mangiare
con
lei
.
Se
avrà
invitati
,
o
se
andrà
a
pranzo
fuori
non
lo
farà
;
ma
in
famiglia
!
Alla
famiglia
s
'
ha
diritto
di
rivoltar
le
budella
,
pur
di
fare
i
propri
comodi
.
Sono
queste
signore
che
hanno
inventata
la
frase
volgare
:
*
"
In
famiglia
non
si
fanno
complimenti
.
"
Perchè
non
se
n
'
hanno
a
fare
?
Non
è
in
famiglia
che
si
deve
amare
più
e
meglio
,
che
fra
semplici
conoscenti
?
Ed
i
complimenti
non
sono
espressioni
di
sentimenti
gentili
ed
affettuosi
?
Eppure
quelle
stesse
signore
non
rifiniscono
di
curare
la
propria
camera
,
di
ammonticchiar
materassa
sul
loro
letto
,
e
dicono
:
*
Si
può
soffrire
un
cattivo
letto
in
un
albergo
,
perchè
ci
si
sta
qualche
notte
di
passaggio
.
Ma
dove
s
'
ha
da
dormire
tutta
la
vita
,
si
vuole
che
sia
comodo
.
Ebbene
:
i
loro
conoscenti
le
vedono
soltanto
di
passaggio
;
ma
è
il
marito
che
s
'
ha
da
sedere
a
mensa
con
loro
per
tutta
la
vita
e
per
tutta
la
vita
deve
tenersele
al
fianco
,
e
render
loro
mille
piccoli
servigi
.
Perchè
non
cercano
di
rendergli
morbide
le
loro
maniere
,
di
appianare
le
asprezze
del
carattere
,
di
addolcire
la
voce
per
lui
,
colla
stessa
cura
con
cui
ammorbidiscono
il
letto
a
sè
stesse
?
Dipende
da
loro
che
il
matrimonio
riesca
un
letto
di
piume
,
o
un
letto
di
Procuste
.
Se
sapessero
come
le
ingentiliscono
quelle
paroline
di
cortesia
:
Grazie
;
scusa
;
quanto
sei
gentile
;
non
disturbarti
,
ecc
.
,
ecc
.
Senza
contare
che
gli
uomini
,
meno
graziosi
,
per
natura
,
inclinano
sempre
ad
esagerare
per
proprio
conto
il
grado
di
emancipazione
dalla
civiltà
,
che
la
moglie
accorda
a
sè
stessa
.
E
se
lei
riceve
un
favore
senza
ringraziarlo
,
e
va
a
colazione
spettinata
,
lui
si
crederà
autorizzato
a
passeggiare
per
la
casa
in
mutande
ed
a
fumarle
sul
naso
con
una
pipa
di
gesso
;
troppo
fortunata
ancora
,
se
l
'
età
o
la
calvizie
non
gli
suggerisce
di
beatificarsi
la
giornata
colle
delizie
d
'
un
berretto
da
notte
.
Una
moglie
,
a
meno
che
sia
in
una
delle
grandi
situazioni
sociali
in
cui
una
signora
rimane
quasi
estranea
alle
modeste
cure
della
famiglia
,
non
deve
mai
affidare
ad
una
cameriera
nè
ad
altri
la
cura
di
sorvegliare
la
guardaroba
di
suo
marito
.
Sarebbe
dimostrargli
un
'
indifferenza
scortese
.
Non
deve
abusare
della
sua
compiacenza
offrendolo
troppo
per
cavaliere
alle
signore
che
non
hanno
chi
le
accompagni
,
tanto
più
se
la
signora
a
cui
lo
offre
non
può
ispirarle
nessuna
gelosia
.
Se
crede
di
poterlo
fare
senza
dargli
noia
,
potrà
dire
:
"
Mio
marito
avrà
il
piacere
di
accompagnarla
.
"
Ma
lascerà
a
lui
la
libertà
d
'
insistere
più
o
meno
su
quell
'
offerta
.
Nulla
è
più
ridicolo
di
quelle
mogli
che
dispongono
così
del
marito
come
d
'
una
proprietà
e
ne
fanno
il
cavalier
servente
di
tutte
le
signore
che
non
ne
trovano
altri
.
Dovrà
pure
evitare
di
dargli
certi
consigli
:
*
Dà
il
braccio
alla
signora
Tale
.
Oppure
a
tavola
:
*
Versa
da
bere
alla
tua
vicina
.
Avvisi
salutari
,
senza
dubbio
,
ma
che
fanno
supporre
che
quella
signora
sia
avvezza
a
vedere
il
marito
mancar
di
cortesia
,
e
perciò
si
creda
in
obbligo
di
suggerirgli
le
cose
più
elementari
.
Qualche
volta
dovrà
farlo
,
se
vede
una
vera
mancanza
;
ma
avrà
cura
di
volgere
la
cosa
in
ischerzo
,
mettendola
sul
conto
della
distrazione
e
mostrandosene
abbastanza
stupita
per
non
lasciar
credere
che
quello
sia
il
modo
abituale
con
cui
il
suo
marito
tratta
le
signore
cominciando
da
lei
.
Sarebbe
quanto
dire
:
*
Vedono
che
zotico
ho
sposato
!
Se
non
foss
'
io
,
ad
insegnargli
la
creanza
!
Se
una
signora
,
entrando
a
far
visita
in
una
casa
,
vi
trova
suo
marito
,
dovrà
salutarlo
porgendogli
la
mano
,
subito
dopo
aver
salutati
i
padroni
di
casa
e
le
altre
signore
,
e
prima
d
'
ogni
altro
uomo
.
Se
lui
arriva
in
campagna
o
ai
bagni
dopo
un
certo
tempo
di
separazione
,
e
lei
si
trova
ad
accoglierlo
alla
presenza
di
altre
persone
,
non
eviterà
per
questo
di
corrergli
incontro
e
di
abbracciarlo
;
se
non
lo
facesse
mostrerebbe
di
vergognarsi
di
dargli
una
dimostrazione
d
'
affetto
.
Ma
dopo
quella
prima
accoglienza
dovrà
subito
ricordarsi
dei
doveri
di
cortesia
e
d
'
ospitalità
,
e
presentare
il
marito
alle
persone
che
non
conosce
ancora
,
se
ce
ne
sono
o
ad
ogni
modo
lasciare
che
faccia
i
saluti
e
complimenti
che
crede
,
e
non
accaparrarlo
tutto
per
sè
,
e
non
domandargli
particolari
di
famiglia
di
cui
gli
altri
non
sono
informati
o
non
si
curano
,
e
serbare
le
espansioni
ed
i
discorsi
intimi
per
più
tardi
,
quando
sarà
sola
con
lui
o
in
famiglia
.
Se
il
marito
le
offre
un
divertimento
qualunque
,
una
serata
,
un
viaggio
,
l
'
accoglierlo
con
freddezza
,
il
mostrarvisi
indifferente
per
far
pompa
di
gusti
casalinghi
,
è
una
mancanza
di
tatto
,
che
tende
a
diminuire
il
pregio
dell
'
offerta
ed
umilia
chi
la
fa
.
Qualche
volta
il
marito
approfitta
del
Natale
,
del
capo
d
'
anno
,
dell
'
onomastico
,
d
'
una
festa
di
famiglia
,
per
offrire
in
dono
alla
sposa
un
oggetto
che
avrebbe
dovuto
provvederle
.
Il
farne
l
'
osservazione
sarebbe
addirittura
villano
,
come
pure
il
calcolare
sul
prezzo
della
cosa
offerta
,
e
considerare
quella
spesa
nel
bilancio
di
famiglia
.
Un
dono
si
accetta
sempre
come
un
dono
,
con
elogi
,
ringraziamenti
,
e
si
mostra
alle
persone
intime
,
e
si
ripete
,
che
è
una
gentilezza
del
marito
,
precisamente
come
fosse
d
'
un
'
altra
persona
.
Al
marito
ed
ai
suoceri
si
deve
il
riguardo
di
aspettarli
sempre
prima
di
mettersi
a
tavola
,
e
non
si
deve
spiegare
il
tovagliolo
che
quando
sono
seduti
.
La
moglie
,
alla
tavola
di
famiglia
,
tiene
sempre
la
destra
del
marito
;
ma
se
c
'
è
una
suocera
,
le
cede
il
diritto
di
servirsi
per
la
prima
,
e
le
risparmia
tutte
le
brighe
del
servizio
,
il
tagliare
,
il
mescere
,
ecc
.
Gli
stessi
riguardi
deve
pure
accennare
di
usarli
anche
al
suocero
,
per
deferenza
alla
sua
età
,
ma
non
insistere
se
,
come
uomo
,
rifiuta
d
'
accettarli
.
Infine
una
signora
educata
non
deve
ammettere
altra
differenza
tra
il
contegno
che
usa
in
società
,
e
quello
che
tiene
in
casa
fuorchè
un
grado
maggiore
di
espansione
.
*
*
*
Il
giorno
fisso
per
ricevere
,
per
quanto
si
sia
cercato
di
bandirlo
,
si
è
radicato
nei
nostri
usi
.
Alcune
signore
stabiliscono
una
data
ora
ogni
giorno
,
ed
è
ugualmente
bene
.
Anticamente
sarebbe
stata
un
'
impertinenza
.
Erano
soltanto
i
principi
e
le
autorità
,
che
potevano
fissare
un
giorno
od
un
'
ora
alle
persone
a
cui
volevano
far
l
'
onore
di
riceverle
.
Ma
i
semplici
privati
dovevano
mostrarsi
sempre
pronti
ad
accogliere
in
qualunque
giorno
i
loro
eguali
,
che
avevano
la
gentilezza
di
andarli
a
visitare
.
Accadeva
però
,
che
,
mostrandosi
sempre
pronti
ad
accoglierli
,
erano
sempre
fuori
,
e
non
li
accoglievano
mai
.
Per
cui
si
dovette
adattarsi
a
dare
alle
visite
quella
specie
di
regolamento
burocratico
che
è
il
giorno
fisso
.
Parlando
ad
un
'
altra
signora
,
si
potrà
domandare
in
che
giorno
riceve
.
Ma
parlando
di
noi
stessi
bisogna
dire
:
"
Sto
in
casa
il
tal
giorno
"
per
non
darsi
l
'
aria
importante
d
'
una
piccola
potenza
,
che
tiene
ricevimento
ufficiale
.
Una
signora
che
riceve
non
deve
mettersi
un
abito
di
gala
,
ma
neppure
può
tenere
un
abito
troppo
dimesso
;
deve
avere
una
toletta
da
casa
elegante
per
mostrare
ai
suoi
visitatori
che
ha
pensato
a
loro
,
che
s
'
è
preparata
ad
accoglierli
.
Le
persone
di
buon
gusto
hanno
abolito
l
'
usanza
di
far
annunciare
le
visite
dai
servitori
.
Che
Dio
le
benedica
!
È
la
cosa
più
inurbana
che
si
possa
immaginare
per
mettere
una
signora
nell
'
imbarazzo
.
Entrare
in
una
casa
,
e
trovare
un
servitore
che
ci
domanda
il
nostro
nome
come
un
avvocato
fiscale
che
deve
istituire
un
processo
!
E
dover
rispondere
a
quella
potenza
d
'
anticamera
,
la
quale
ci
guarda
con
meraviglia
,
se
ci
permettiamo
di
far
annunziare
un
nome
qualunque
,
senza
un
po
'
di
marchesa
o
di
contessa
davanti
!
Ed
entrare
in
una
sala
presentate
da
un
servitore
!
Fu
un
pensiero
gentile
che
fece
dire
alle
padrone
di
casa
moderne
:
*
Le
persone
che
vengono
a
farmi
visita
sono
invitate
da
mio
marito
o
da
me
,
e
però
sono
gente
ammodo
.
Entrino
dunque
senza
trovare
inquisizioni
per
via
,
e
sarò
io
stessa
che
dirò
il
loro
nome
agli
altri
visitatori
,
senza
obbligarle
a
declinarmelo
prima
.
Tuttavia
vi
sono
ancora
famiglie
,
che
per
fare
una
grandezza
,
continuano
a
far
annunciare
.
In
tal
caso
una
visitatrice
,
entrando
nell
'
antisala
,
dovrà
dire
spontaneamente
il
proprio
cognome
senza
nessun
titolo
,
prima
che
il
servitore
,
per
adempire
al
suo
incarico
,
sia
costretto
a
rivolgerle
la
parola
.
La
destra
del
camino
,
o
del
divano
,
durante
le
visite
,
è
riservata
alla
padrona
di
casa
.
E
per
regola
generale
non
la
cede
mai
.
Ma
non
deve
dimenticare
che
non
vi
sono
regole
senza
eccezioni
.
Un
giorno
parlando
d
'
una
signora
io
dissi
:
*
È
molto
giovine
.
Credo
che
non
abbia
ancora
vent
'
anni
.
*
Davvero
?
mi
osservò
un
vecchio
signore
.
Avrei
creduto
che
ne
avesse
almeno
settantuno
.
Lo
sproposito
era
così
grande
,
che
lo
presi
per
uno
scherzo
e
lo
pregai
che
mi
spiegasse
il
perchè
di
quell
'
unità
su
tante
decine
.
*
Perchè
non
ha
ceduto
la
destra
del
camino
a
mia
moglie
che
ne
ha
settanta
.
Vi
sono
poi
certe
superiorità
d
'
età
,
di
grado
,
di
meriti
,
così
incontestabili
,
davanti
alle
quali
anche
una
signora
deve
inchinarsi
.
Una
mia
amica
,
di
un
tatto
squisito
,
incapace
di
commettere
neppure
l
'
ombra
d
'
una
sconvenienza
,
mi
confessava
d
'
essersi
alzata
in
piedi
nel
suo
palco
,
quando
le
fu
presentato
Paolo
Ferrari
,
alla
prima
rappresentazione
del
Cantoniere
.
*
Cosa
vuoi
?
mi
diceva
;
quella
sera
era
la
figura
principale
del
teatro
.
Ci
dominava
tutti
.
Ci
alziamo
pure
quando
entra
il
Re
.
Lui
rimase
imbarazzato
sai
;
ma
io
no
.
Ed
aveva
ragione
.
Era
un
'
irregolarità
,
ma
una
bella
irregolarità
;
felix
culpa
;
e
provava
che
lei
possedeva
meglio
di
tutte
il
sentimento
dell
'
arte
;
che
il
suo
animo
era
più
gentile
.
Dopo
aver
presentata
l
'
ultima
venuta
alle
altre
persone
che
sono
in
sala
,
una
padrona
di
casa
deve
rivolgerle
la
parola
direttamente
,
per
far
cessare
la
confusione
che
la
presentazione
ha
potuto
ispirarle
e
,
soltanto
dopo
averla
fatta
parlare
un
momento
,
riprenderà
il
discorso
interrotto
dalla
sua
venuta
,
avendo
cura
di
metternela
a
parte
.
Per
congedarsi
dalle
signore
,
la
padrona
di
casa
si
alza
,
e
le
accompagna
fino
all
'
uscio
della
sala
,
e
là
ripete
la
stretta
di
mano
e
l
'
inchino
,
senza
fermarsi
in
complimenti
che
la
terrebbero
troppo
a
lungo
lontana
dagli
altri
visitatori
.
Credo
di
non
dover
aggiungere
che
non
deve
mai
dir
nulla
fuorchè
bene
delle
persone
che
sono
uscite
.
Questa
è
la
civiltà
più
elementare
.
Se
agisse
altrimenti
,
autorizzerebbe
chi
l
'
ascolta
a
domandarle
:
*
E
perchè
riceve
,
e
ci
espone
a
trovarci
al
contatto
di
persone
,
che
non
meritano
la
sua
stima
?
Qualche
volta
accade
che
appunto
quando
vi
sono
altre
visite
,
capiti
una
di
quelle
tante
sfortunate
che
si
presentano
alle
signore
per
qualche
raccomandazione
;
per
trovare
un
impiego
,
delle
lezioni
,
ecc
.
La
menoma
freddezza
nel
modo
di
accogliere
la
persona
disgraziata
farebbe
torto
alla
padrona
di
casa
.
Quanto
più
la
situazione
di
chi
viene
a
raccomandarsi
è
imbarazzante
,
altrettanto
una
signora
per
bene
deve
cercare
di
rassicurarla
,
usandole
modi
affabili
e
cortesi
,
presentandola
ai
suoi
visitatori
come
un
'
eguale
,
rivolgendo
il
discorso
a
lei
come
agli
altri
,
e
studiandosi
di
persuaderla
,
non
colle
parole
ma
col
tratto
,
che
la
sua
sventura
non
è
che
un
titolo
maggiore
alla
simpatia
delle
anime
gentili
.
*
*
*
"
Souvenez
vous
toujours
dans
le
cours
de
la
vie
,
Qu
'
un
dîner
sans
façon
est
une
perfidie
.
Assolutamente
una
perfidia
,
non
voglio
ammetterlo
;
non
arrivo
fin
là
.
Ma
credano
pure
,
signore
mie
,
che
il
prender
troppo
sul
serio
la
preghiera
degli
amici
intimi
di
dar
loro
il
pranzo
di
famiglia
,
non
è
il
favore
più
grande
che
possano
fare
ai
loro
convitati
.
Il
pranzo
di
famiglia
,
sia
;
ma
con
qualche
aggiunta
.
Un
buon
antipasto
;
il
piatto
del
compenso
,
ed
il
piatto
del
complimento
,
ed
una
bottiglia
con
tanto
di
polvere
;
ed
allora
pazienza
,
il
pranzo
di
famiglia
sarà
bene
accetto
.
Altrimenti
si
corre
il
pericolo
di
ricevere
la
lezione
che
si
ebbe
un
certo
avaro
,
il
quale
invitò
parecchi
amici
a
pranzo
e
fece
servire
:
una
minestra
di
riso
al
brodo
,
un
lesso
di
manzo
,
un
piatto
di
spinacci
,
formaggio
e
pere
.
Dopo
pranzo
disse
ai
convitati
:
*
Vedono
che
proprio
non
ho
fatto
complimenti
.
*
Via
,
rispose
uno
di
quegli
infelici
,
non
doveva
poi
obbedirci
tanto
strettamente
.
Del
resto
,
per
questi
pranzi
d
'
amici
intimi
,
basta
ricordare
quanto
diceva
Brillat
Savarin
,
gastronomo
di
grande
rinomanza
:
"
Invitare
una
persona
,
equivale
ad
assumere
l
'
incarico
della
sua
felicità
per
tutto
il
tempo
che
deve
passare
in
casa
nostra
.
"
Ci
si
metta
cordialità
ed
affetto
,
e
basta
.
Ma
dove
si
richiede
tutta
l
'
intelligenza
d
'
una
buona
padrona
di
casa
,
è
ai
pranzi
più
o
meno
di
gala
.
Lo
stesso
Brillat
Savarin
diceva
che
,
perchè
un
pranzo
riesca
bene
,
i
commensali
debbono
essere
non
meno
delle
Grazie
,
e
non
più
delle
Muse
.
Per
verità
io
credo
che
,
senza
uscire
dalla
mitologia
,
si
possa
salire
fino
al
numero
delle
Ore
,
senza
inconvenienti
.
Purchè
sia
proporzionato
il
numero
degli
uomini
e
delle
signore
.
Una
vicina
gentile
,
che
potrebbe
agitarsi
,
od
anche
cadere
svenuta
se
nascesse
una
discussione
,
basterà
sempre
ad
impedire
ad
un
uomo
educato
di
impegnarsi
in
quei
discorsi
di
politica
,
di
religione
,
che
fanno
bollire
il
sangue
facilmente
.
Bisogna
calcolare
il
numero
di
persone
che
possono
stare
alla
tavola
,
a
tutt
'
agio
con
uno
spazio
non
minore
ai
sessanta
e
non
maggiore
di
settanta
centimetri
per
ciascuna
.
Così
non
saranno
nè
strette
nè
isolate
.
E
sopra
tutto
,
per
tutti
i
santi
del
paradiso
,
che
non
sieno
tredici
!
Lei
,
mia
signora
,
non
ha
questi
pregiudizi
;
suo
marito
neppure
.
Ma
qualcuno
de
'
commensali
potrebbe
averli
;
e
quello
là
sarà
infelice
,
non
per
quel
giorno
soltanto
,
ma
per
tutto
un
anno
,
in
capo
al
quale
dev
'
essere
morto
il
più
vecchio
o
il
più
giovine
della
triste
compagnia
.
Aggiunga
che
conterà
spietatamente
gli
anni
in
viso
a
tutti
i
suoi
invitati
,
non
escluse
le
signore
;
e
se
gli
resta
il
dubbio
d
'
essere
lui
stesso
uno
dei
due
in
pericoli
,
sarà
capace
di
correre
il
domani
alle
dodici
parocchie
a
prendere
la
fede
di
nascita
di
tutti
i
commensali
,
per
rassicurarsi
.
E
ci
penserà
tanto
e
se
ne
cruccerà
tanto
,
che
non
sarà
meraviglia
se
entro
l
'
anno
finirà
per
morirne
davvero
.
Non
si
deve
mai
,
per
vincere
un
pregiudizio
,
compromettere
la
pace
d
'
un
nostro
simile
.
Se
,
per
una
circostanza
imprevista
,
il
giorno
stesso
del
pranzo
manca
un
invitato
su
quattordici
,
si
corre
a
pregare
un
amico
intimo
di
supplirlo
.
Si
prega
il
primo
venuto
,
il
lustrascarpe
della
via
,
uno
spazzacamino
,
ma
non
si
condannano
i
nostri
ospiti
a
sedere
a
tavola
in
tredici
.
Un
giovinotto
che
da
vero
lion
,
era
avvezzo
a
pranzare
tardissimo
,
passeggiava
una
sera
verso
le
sei
in
cerca
d
'
appetito
,
e
forse
di
qualche
bella
crestaina
,
che
,
tornando
dal
lavoro
,
consentisse
a
fargli
compagnia
,
quando
vide
un
signore
ammodo
passargli
accanto
,
guardarlo
,
riguardarlo
con
occhio
d
'
amore
,
gironzargli
intorno
,
fargli
la
corte
come
avrebbe
fatto
lui
stesso
con
quella
tale
crestaina
,
se
l
'
avesse
trovata
.
*
Che
mi
prenda
per
una
donna
americana
,
di
quelle
che
portano
i
calzoni
?
pensava
il
giovinotto
:
e
si
carezzava
le
basette
per
metterle
in
evidenza
.
Ma
l
'
altro
non
si
scoraggiava
per
così
poco
.
Anzi
parve
farsi
più
ardito
a
quell
'
atto
,
tanto
che
gli
si
fece
accosto
,
e
,
salutandolo
con
uno
sguardo
che
avrebbe
sedotta
una
vestale
,
gli
disse
:
*
Signore
;
non
si
offenda
per
amor
del
cielo
.
Debbo
farle
una
proposta
indiscreta
,
impertinente
addirittura
....
Il
giovinotto
si
pose
una
mano
sull
'
orologio
,
un
'
altra
sul
portamonete
,
e
rispose
:
*
Se
non
può
farne
a
meno
...
parli
.
*
Se
lei
vedesse
un
uomo
in
pericolo
di
annegarsi
,
si
getterebbe
in
acqua
per
salvarlo
?
*
No
?
*
Mi
faccio
l
'
onore
di
crederlo
.
*
Ebbene
,
io
sto
per
annegare
in
un
mare
di
guai
.
Ho
invitati
parecchi
amici
a
pranzo
.
Dovevamo
essere
quattordici
,
ed
uno
è
mancato
.
Ho
una
zia
,
una
zia
tremenda
che
ha
paura
del
numero
tredici
.
È
capace
d
'
andarsene
,
di
non
perdonarmi
più
.
Un
uomo
che
si
getterebbe
nell
'
acqua
per
salvare
un
altro
,
non
potrebbe
spingere
l
'
eroismo
fino
a
gettarsi
alla
mia
povera
tavola
?
Il
giovine
rideva
tanto
di
cuore
,
che
non
seppe
rifiutare
.
Quella
povera
tavola
era
sontuosa
;
e
per
giunta
quel
signore
aveva
una
bella
figliola
,
che
piacque
a
prima
vista
al
fortunato
giovinotto
.
Due
mesi
dopo
le
faceva
il
primo
dono
da
sposo
;
un
braccialettino
d
'
oro
niellato
sul
quale
era
inciso
il
proverbio
:
"
È
meglio
imbattersi
che
cercarsi
apposta
.
"
*
*
*
Stabilito
il
numero
delle
persone
che
si
vogliono
invitare
,
si
mandano
gl
'
inviti
:
stampati
se
è
un
pranzo
di
lusso
,
scritti
se
non
ci
si
vuol
dare
troppa
importanza
.
Oppure
si
fa
l
'
invito
verbalmente
.
Ben
inteso
che
,
volendo
pregare
un
superiore
di
favorirci
alla
nostra
mensa
,
dobbiamo
andare
in
persona
ad
invitarlo
;
perchè
gli
inviti
scritti
o
stampati
non
si
fanno
che
tra
eguali
.
A
meno
che
si
tratti
d
'
un
pranzo
tra
persone
intime
,
l
'
invito
dev
'
essere
fatto
otto
giorni
prima
del
pranzo
.
Se
qualcuno
risponde
che
non
può
accettare
,
e
si
vuol
supplirlo
,
bisogna
affrettarsi
a
pregare
un
conoscente
,
e
se
è
possibile
non
fargli
sapere
che
riempie
un
vuoto
.
Però
,
se
altri
ne
è
informato
,
e
se
c
'
è
il
pericolo
che
anche
l
'
invitato
per
via
di
discorso
venga
a
saperlo
più
tardi
,
è
meglio
dirgli
la
cosa
francamente
.
La
tavola
dev
'
essere
coperta
da
un
grosso
tappeto
sotto
la
tovaglia
,
per
evitare
ogni
rumore
nel
deporvi
le
posate
ed
i
piatti
.
Il
tappeto
però
dev
'
essere
corto
e
non
s
'
ha
da
vedere
pendere
sotto
la
tovaglia
.
La
biancheria
da
tavola
può
essere
di
fiandra
ricca
senza
guarnizioni
come
usava
altre
volte
,
può
essere
ricamata
in
giro
,
oppure
ai
due
capi
alla
moda
del
medio
evo
e
può
essere
guarnita
di
grossa
trina
di
filo
,
secondo
l
'
ultimo
figurino
.
In
questi
due
casi
non
sarà
di
tovagliato
,
ma
di
fina
tela
di
lino
.
Ad
ogni
modo
deve
avere
le
iniziali
del
padrone
di
casa
,
ricamate
.
I
tovaglioli
si
piegano
semplicemente
in
quadrato
colla
cifra
in
evidenza
.
Tutti
gli
altri
artifici
di
piegature
sono
volgarità
da
locanda
.
Le
sottocoppe
,
pel
momento
,
si
usano
non
più
d
'
argento
,
nè
di
porcellana
,
ma
assortite
alla
biancheria
da
tavola
,
rotonde
o
quadrate
colla
cifra
in
mezzo
.
Una
striscia
lunga
,
assortita
alla
tovaglia
,
ma
sempre
ricamata
a
colori
,
si
mette
ora
in
diagonale
traverso
la
tovaglia
bianca
.
È
l
'
ultima
novità
.
Il
servizio
di
cristalleria
dev
'
essere
tutto
assortito
colle
cifre
,
se
è
moderno
.
Ma
chi
ha
cristalli
antichi
di
pregio
ha
sempre
una
cosa
superiore
.
Ogni
convitato
deve
avere
dinanzi
un
numero
di
bicchieri
,
non
meno
di
quattro
,
di
varie
dimensioni
,
adatti
ai
vini
che
si
debbono
servire
.
Il
vino
da
pasto
è
il
solo
che
si
mette
in
tavola
nelle
bottiglie
bianche
di
cristallo
del
servizio
.
Gli
altri
vini
sono
versati
in
giro
dalla
servitù
,
eccetto
lo
sciampagna
che
gode
il
privilegio
di
posare
in
tavola
col
suo
secchiello
d
'
argento
.
Per
l
'
acqua
si
possono
mettere
piccole
anfore
di
vetro
colorate
con
dei
fiori
legati
al
manico
;
una
per
ciascun
commensale
.
Accanto
alla
schiera
dei
bicchieri
ci
deve
essere
una
larga
coppa
assortita
al
servizio
,
dove
si
metterà
l
'
acqua
pura
per
bagnarvi
la
punta
delle
dita
alla
fine
del
pranzo
.
Un
'
operazione
che
non
va
fatta
in
modo
da
disgustare
nessuno
,
con
ripetute
immersioni
,
con
sgocciolamenti
,
ecc
.
Ho
veduto
un
servizio
nuovo
di
corte
;
è
di
vetro
opalizzato
cogli
orli
dorati
,
collo
stemma
reale
in
colori
.
Se
credono
,
signorine
mie
....
La
padrona
di
casa
può
mettere
in
tavola
fiori
quanti
ne
vuole
,
purchè
eviti
le
magnolie
e
tutti
i
fiori
che
hanno
un
'
acutezza
di
profumo
da
dar
l
'
emicrania
ai
commensali
.
Ed
invece
di
quegli
uggiosi
mazzi
stretti
,
serrati
,
in
cui
i
fiori
sono
disposti
a
disegno
e
figurano
nell
'
insieme
un
pezzo
di
tappeto
,
li
ponga
sciolti
coi
loro
gambi
e
le
foglie
nelle
coppe
.
Sono
un
ornamento
elegante
ed
artistico
.
La
padrona
di
casa
stabilisce
i
posti
tenendo
conto
delle
simpatie
,
delle
analogie
,
ecc
.
,
fra
i
suoi
convitati
;
scrive
il
nome
di
ciascuno
sul
cartoncino
apposito
,
e
lo
fa
collocare
sul
tovagliolo
.
Accanto
alla
posata
di
ciascun
uomo
si
usa
collocare
la
noticina
dei
piatti
che
saranno
serviti
.
Badino
,
che
dico
si
usa
,
ma
non
dico
che
sia
bello
.
Ha
un
'
aria
da
osteria
;
mi
pare
sempre
che
,
giunti
in
fondo
,
si
debba
tirar
la
somma
e
pagare
il
conto
.
Quelli
che
sono
molto
devoti
al
culto
dello
stomaco
però
,
sono
fanatici
di
questa
moda
,
che
permette
loro
di
prendere
le
debite
misure
,
e
di
far
il
posto
più
largo
ai
piatti
che
preferiscono
.
Il
padrone
e
la
padrona
di
casa
stanno
nel
centro
della
tavola
,
ai
due
lati
,
uno
in
faccia
all
'
altro
.
Alla
destra
della
moglie
si
mette
l
'
uomo
che
si
vuol
onorare
di
più
;
ed
alla
destra
del
marito
la
signora
di
maggior
riguardo
:
i
due
posti
alla
loro
sinistra
sono
ancora
posti
d
'
onore
.
Sotto
la
tavola
vanno
messi
gli
scaldapiedi
per
le
signore
freddolose
se
è
inverno
.
Gli
sgabelli
per
le
eroine
che
sfidano
il
gelo
.
La
camera
dev
'
essere
stata
ben
riscaldata
prima
;
e
durante
il
pranzo
si
lascia
spegnere
la
stufa
per
non
rialzar
troppo
la
temperatura
.
Nella
sala
da
pranzo
si
prepara
sulla
credenza
una
tovaglia
lunga
,
assortita
al
servizio
della
biancheria
da
tavola
,
o
,
se
questo
è
bianco
,
assortita
alla
traversa
diagonale
,
e
sovr
'
essa
una
quantità
di
posate
,
avendo
cura
che
vi
siano
quelle
di
forma
apposita
pel
pesce
,
quelle
pei
legumi
,
per
le
frutta
,
i
cucchiaini
a
spatola
pei
gelati
,
il
coltello
d
'
argento
a
due
tagli
pei
gelati
e
le
torte
,
ecc
.
,
ecc
.
;
più
i
piatti
pel
servizio
,
le
bottiglie
dei
vini
scelti
ed
un
certo
numero
di
tovaglioli
e
di
bicchieri
per
il
caso
di
qualche
inconveniente
che
richiedesse
di
sostituirli
a
quelli
già
posti
in
tavola
.
L
'
illuminazione
sarà
splendida
.
Che
i
cristalli
e
l
'
argenteria
scintillino
allegramente
.
In
mezzo
alla
tavola
si
mettono
soltanto
i
dolci
e
le
frutta
,
ornati
di
fiori
.
La
padrona
di
casa
si
mette
un
abito
elegante
,
scollato
o
no
,
a
seconda
che
il
suo
pranzo
è
più
o
meno
di
gala
,
e
riceve
gli
invitati
in
sala
.
In
Francia
si
usa
far
annunciare
:
"
Madame
est
servie
.
"
Da
noi
il
servitore
apre
l
'
uscio
e
dice
:
"
È
servito
"
,
sottinteso
il
pranzo
.
In
molte
famiglie
adottano
la
formola
francese
.
Ma
è
inutile
,
poichè
si
può
farne
a
meno
.
La
padrona
di
casa
si
rivolgerà
lei
stessa
al
signore
che
dovrà
sedere
alla
sua
destra
,
e
lo
inviterà
ad
accompagnarla
in
sala
da
pranzo
.
Se
però
fosse
un
sacerdote
(
e
tengano
bene
a
mente
che
,
se
s
'
invita
un
prete
,
bisogna
dargli
il
posto
d
'
onore
,
altrimenti
bisogna
far
a
meno
d
'
invitarlo
)
,
se
è
un
sacerdote
,
la
signora
non
gli
prenderà
il
braccio
,
e
si
limiterà
a
metterglisi
accanto
,
ed
a
discorrere
con
lui
,
per
fargli
capire
che
dev
'
essere
il
suo
vicino
di
destra
.
Il
padrone
di
casa
darà
il
braccio
alla
signora
che
deve
stargli
vicina
,
e
s
'
incamminerà
pel
primo
.
Dietro
lui
seguiranno
gli
invitati
,
tutti
gli
uomini
accompagnando
le
signore
,
ed
evitando
i
complimenti
sull
'
uscio
,
per
non
far
attendere
la
padrona
di
casa
,
che
deve
rimaner
l
'
ultima
.
Se
la
signora
che
dà
il
pranzo
è
vedova
,
o
nubile
,
in
faccia
a
sè
metterà
un
vecchio
parente
od
amico
.
Mai
un
giovinotto
,
a
meno
che
lei
fosse
francamente
vecchia
.
È
soltanto
nei
pranzi
di
gran
confidenza
che
si
può
scalcare
in
tavola
;
ed
allora
è
il
padrone
di
casa
che
si
assume
quell
'
incarico
.
Del
resto
,
i
piatti
vengono
recati
interi
,
e
poi
ritolti
e
tagliati
dal
servitore
ad
hoc
sopra
una
tavola
a
parte
,
nella
stessa
sala
,
e
portati
in
giro
ai
commensali
.
Il
primo
giro
comincia
dalla
signora
che
è
a
destra
del
padrone
di
casa
.
Il
secondo
dalla
signora
alla
sua
sinistra
.
I
giri
seguenti
cominciano
man
mano
dalle
signore
che
vengono
di
seguito
,
in
modo
che
ciascuna
signora
alla
sua
volta
sia
prima
a
servirsi
.
Nel
servizio
alla
francese
,
è
il
padrone
di
casa
che
taglia
e
manda
dal
servitore
a
ciascun
commensale
il
piatto
servito
.
Non
faccio
che
accennare
quest
'
uso
e
raccomandare
caldamente
di
non
adottarlo
mai
.
Sono
i
locandieri
che
servono
a
porzioni
;
quanto
a
noi
possiamo
farle
sui
piatti
dei
servitori
.
Ma
ai
nostri
ospiti
dobbiamo
lasciare
almeno
la
libertà
di
servirsi
da
sè
.
Gli
scaldavivande
in
tavola
sono
affatto
fuori
di
moda
;
e
non
occorre
spender
parole
a
descrivere
quel
genere
di
servizio
strano
,
che
mandava
tanto
calore
e
tanti
odori
da
dare
il
mal
di
capo
e
la
nausea
a
tutti
i
convitati
.
Va
pure
passando
di
moda
l
'
uso
stomachevole
di
servire
i
vasi
d
'
acqua
tiepida
per
lavare
la
bocca
.
Doveva
avere
uno
stomaco
a
prova
di
bomba
quegli
che
ha
imaginato
di
offrirsi
quello
spettacolo
d
'
una
dozzina
di
persone
che
gargarizzano
e
rivomitano
l
'
acqua
nella
coppa
,
appunto
al
momento
di
finire
il
pranzo
e
cominciare
la
digestione
.
Certe
cose
è
inconcepibile
che
si
osi
farle
in
pubblico
.
Non
è
più
civile
il
risciacquarsi
la
bocca
,
che
il
fare
un
pediluvio
alla
presenza
della
gente
.
Cosa
ne
penserebbe
il
povero
Monsignor
della
Casa
,
la
cui
suscettività
era
tale
,
che
non
poteva
soffrire
neppure
che
altri
tenesse
in
bocca
lo
stuzzicadenti
"
come
l
'
uccello
che
va
a
fare
il
suo
nido
?
"
E
,
le
prego
,
signore
padrone
di
casa
,
non
infilzino
un
interminabile
rosario
di
piatti
.
Non
è
il
numero
,
ma
la
squisitezza
delle
vivande
,
che
fa
il
lusso
ed
il
pregio
del
trattamento
.
Io
penso
ancora
con
raccapriccio
a
certi
pranzi
di
provincia
,
dove
ebbi
il
supplizio
di
vedermi
sfilare
davanti
trenta
,
trentacinque
e
persino
quaranta
piatti
.
Si
stava
a
tavola
tre
,
quattro
ore
;
veniva
il
granchio
alle
gambe
,
e
si
provava
una
smania
,
una
frenesia
di
prendere
un
capo
della
tovaglia
e
di
buttar
tutto
all
'
aria
,
e
danzare
sulle
rovine
per
isgranchirsi
.
Durante
il
pranzo
i
discorsi
debbono
essere
alternati
in
modo
che
ciascuno
possa
collocare
la
sua
parola
,
e
fare
la
sua
figura
.
A
questo
deve
vegliare
la
padrona
di
casa
.
E
se
un
argomento
prende
il
campo
e
minaccia
di
non
cessare
finchè
se
n
'
è
visto
il
fondo
,
o
se
nasce
una
discussione
,
la
padrona
di
casa
deve
avere
abbastanza
spirito
per
troncarli
.
Basterà
una
parola
:
*
Signori
miei
,
non
sanno
che
noi
signore
,
della
loro
politica
non
ci
divertiamo
punto
?
...
*
Badiamo
che
non
s
'
avessero
a
sfidare
in
casa
mia
....
Non
cerchino
dei
ripieghi
.
Non
gioverebbero
a
nulla
.
Una
signora
aveva
letto
in
un
galateo
moderno
pubblicato
alcuni
anni
fa
,
non
so
che
bislacca
storia
d
'
una
contessa
,
che
per
far
cessare
una
discussione
politica
molto
animata
,
aveva
trovato
il
sublime
ripiego
di
rompere
un
piatto
.
Quella
poveretta
l
'
aveva
presa
sul
serio
,
e
vedendo
due
signori
riscaldarsi
in
una
questione
alla
sua
tavola
,
s
'
affrettò
a
gettare
in
terra
una
magnifica
salsiera
di
porcellana
.
Sciupò
il
suo
abito
,
i
calzoni
del
vicino
;
ma
era
troppo
educata
per
dar
importanza
a
quel
disastro
.
*
Via
non
ci
badino
;
è
cosa
da
nulla
,
disse
.
Ed
i
due
oratori
ripresero
il
discorso
al
punto
,
preciso
dov
'
era
rimasto
:
*
E
come
le
dicevo
,
la
Prussia
è
una
nazione
che
pensa
;
una
nazione
filosofica
....
*
Ma
lasci
stare
!
La
Francia
è
la
prima
nazione
del
mondo
....
Un
momento
dopo
erano
più
animati
di
prima
,
e
la
signora
si
credette
in
obbligo
di
rompere
una
fruttiera
,
più
tardi
una
tazza
da
caffè
senza
ottener
altro
risultato
,
che
l
'
interruzione
di
un
momento
.
Se
li
avesse
interrotti
con
garbo
,
ma
francamente
,
la
questione
sarebbe
finita
senza
lasciare
sul
campo
la
rovina
di
due
servizi
.
All
'
opposto
,
bisogna
aver
grande
cura
noi
stessi
,
e
raccomandare
caldamente
ai
servitori
,
di
evitare
,
per
amor
del
cielo
,
quei
disgustosissimi
incidenti
,
di
rovesciamenti
,
di
rotture
,
che
obbligano
sempre
una
persona
a
fare
un
atto
eroico
,
per
dimostrare
uno
stoicismo
sovrumano
,
dinanzi
ad
un
servizio
guasto
od
un
abito
sciupato
.
Alzandosi
da
tavola
la
padrona
di
casa
dà
il
braccio
non
più
al
suo
vicino
di
destra
,
ma
a
quello
di
sinistra
,
e
s
'
avvia
per
la
prima
alla
sala
dove
si
deve
prendere
il
caffè
,
che
servirà
in
persona
aiutata
dalle
signorine
.
Gli
invitati
la
seguono
ed
in
ultimo
viene
il
padrone
di
casa
colla
sua
vicina
di
sinistra
.
*
*
*
Se
una
signora
riceve
un
invito
a
pranzo
,
risponde
subito
ringraziando
e
dicendo
se
accetta
.
O
,
se
deve
rifiutare
,
adduce
una
scusa
plausibile
,
senza
por
tempo
in
mezzo
,
affinchè
si
possa
,
volendo
offrire
il
suo
posto
in
tempo
ad
un
'
altra
persona
.
E
,
sia
che
abbia
accettato
o
no
,
dovrà
entro
otto
giorni
fare
una
visita
alla
signora
che
l
'
ha
invitata
.
Regolerà
la
sua
abbigliatura
da
pranzo
sulla
forma
dell
'
invito
.
Se
è
stampato
,
si
metterà
in
abito
di
gala
.
Se
è
manoscritto
,
un
po
'
meno
.
Giungerà
all
'
ora
indicata
,
nè
prima
nè
dopo
:
e
piuttosto
prima
che
dopo
.
Il
quarto
legale
è
una
concessione
di
chi
invita
,
ma
l
'
invitato
non
deve
farsene
un
diritto
.
Gli
antichi
Romani
non
pagavano
i
servitori
.
E
quando
davano
un
pranzo
li
facevano
schierare
ai
due
lati
della
porta
,
affinchè
i
commensali
,
uscendo
,
porgessero
man
mano
a
ciascuno
una
mancia
.
Era
un
onore
non
indifferente
.
È
vero
però
che
ne
era
compensato
da
un
uso
strambo
,
il
quale
dava
diritto
a
ciascun
invitato
di
togliere
tre
pietanze
dalla
mensa
e
mandarle
in
dono
ai
propri
amici
.
Supposto
che
s
'
avessero
dieci
commensali
,
si
dovevano
preparare
trenta
pietanze
di
troppo
affinchè
si
potessero
togliere
,
senza
che
il
pranzo
ne
patisse
.
Noi
non
usiamo
portar
via
nulla
dalla
casa
che
ci
ospita
.
Ma
non
affettiamo
neppure
,
con
una
mancia
ai
servitori
,
di
volerci
sdebitare
del
pranzo
ricevuto
.
Sarebbe
un
'
impertinenza
.
Per
dare
la
mancia
alla
servitù
d
'
una
casa
che
non
è
la
nostra
,
bisogna
averci
passato
almeno
una
notte
.
Tuttavia
,
se
in
una
casa
si
va
a
pranzo
sovente
,
o
a
passar
la
sera
con
assiduità
,
il
giorno
di
capo
d
'
anno
si
darà
una
mancia
alle
persone
di
servizio
,
che
si
trovano
all
'
entrata
,
senza
mai
cercare
di
quelle
che
sono
assenti
,
il
che
parrebbe
un
mezzo
di
far
conoscere
ai
padroni
che
si
vuol
fare
una
generosità
.
Per
quanto
meschino
,
strano
,
assurdo
possa
essere
il
servizio
d
'
un
pranzo
,
una
signora
ammodo
si
guarderà
bene
dal
censurarlo
,
o
dal
metterlo
in
caricatura
.
Gli
anfitrioni
soltanto
debbono
avere
in
mente
i
due
versi
che
ho
messi
per
epigrafe
a
questo
capitolo
;
gli
invitati
invece
debbono
ricordarsi
che
l
'
ospitalità
non
consiste
nell
'
offrir
molto
,
ma
nell
'
offrire
quello
che
si
ha
.
*
*
*
Ricevendo
di
sera
,
se
la
conversazione
è
numerosa
,
è
indispensabile
di
far
annunciare
alla
porta
le
persone
che
entrano
,
perchè
la
padrona
di
casa
non
potrebbe
,
dopo
aver
presentato
un
nuovo
venuto
,
ripetergli
tutta
la
litania
dei
nomi
dei
suoi
ospiti
,
e
ricominciare
la
medesima
seccatura
ad
ogni
persona
che
entra
.
Allora
le
presentazioni
saranno
parziali
,
ed
il
tatto
della
signora
soltanto
dovrà
dirigerle
,
regolandosi
sui
rapporti
di
gusti
,
di
professione
,
d
'
età
,
in
modo
che
le
persone
che
ha
presentate
le
une
alle
altre
si
trovin
bene
insieme
.
Sa
che
una
signora
ha
grande
ammirazione
per
un
poeta
?
presenterà
quel
poeta
all
'
ammiratrice
.
Due
persone
che
hanno
viaggiato
molto
le
saranno
grate
se
le
riunirà
per
discorrer
delle
loro
impressioni
.
Tutti
i
melomani
saranno
lusingati
d
'
essere
presentati
alle
notabilità
musicali
.
Fuorchè
nel
caso
in
cui
si
balli
,
non
presenterà
mai
un
giovinotto
ad
una
signorina
ed
in
nessun
caso
presenterà
mai
una
signora
ad
un
uomo
;
ma
sempre
l
'
uomo
alla
signora
;
a
meno
che
si
trattasse
d
'
un
uomo
tanto
vecchio
da
poter
ricevere
lui
quell
'
atto
di
deferenza
.
Gian
Giacomo
Rousseau
ha
detto
:
"
A
la
manière
dont
les
gens
du
monde
passent
leur
temps
,
on
dirait
qu
'
ils
ont
peur
de
n
'
être
pas
assez
bêtes
.
"
Quando
una
padrona
di
casa
non
sa
condur
bene
la
conversazione
,
mi
accade
sempre
di
ricordarmi
quel
motto
.
Domina
un
'
atmosfera
di
soggezione
.
Ogni
persona
che
parla
,
sembra
affrettata
di
finire
,
perchè
si
sgomenta
ad
udir
echeggiare
la
propria
voce
.
Poi
succedono
quei
minuti
di
silenzio
imbarazzante
,
e
quell
'
infelice
che
deve
romperlo
,
prova
l
'
impressione
di
slanciarsi
sopra
un
lago
di
ghiaccio
per
spezzarne
la
crosta
.
Oppure
un
argomento
domina
tutta
la
sera
,
e
le
persone
che
non
vi
si
interessano
sono
ridotte
al
silenzio
.
Lascerò
allo
stesso
Gian
Giacomo
Rousseau
che
ha
condannato
il
modo
d
'
agire
delle
persone
del
gran
mondo
,
la
cura
d
'
insegnare
come
debbono
regolarsi
.
Non
c
'
è
miglior
medico
,
per
curare
un
male
,
di
quello
che
l
'
ha
scoperto
:
"
Una
conversazione
ben
intesa
*
dice
Rousseau
*
dev
'
essere
scorrevole
,
naturale
.
Nè
pesante
nè
frivola
;
dotta
senza
pedanteria
,
allegra
senza
tumulto
,
civile
senz
'
affettazione
,
galante
senza
sguaiatezza
,
faceta
senza
equivoco
.
Non
si
fanno
nè
dissertazioni
,
nè
epigrammi
;
vi
si
ragiona
senza
argomentare
;
vi
si
scherza
senza
freddure
;
vi
si
associa
con
arte
lo
spirito
e
la
ragione
,
le
massime
e
le
arguzie
,
i
motti
ingegnosi
,
e
la
morale
austera
.
"
Vi
si
parla
di
tutto
,
affinchè
ciascuno
possa
dire
qualche
cosa
.
"
Non
si
approfondiscono
le
questioni
per
non
annoiare
;
si
propongono
di
volo
,
si
trattano
rapidamente
;
dalla
precisione
risulta
l
'
eleganza
.
Ognuno
,
dice
il
suo
parere
,
e
l
'
afferma
con
poche
parole
.
Nessuno
si
oppone
vivamente
al
parere
di
un
altro
,
nessuno
difende
con
ostinazione
il
proprio
;
si
discute
per
imparare
;
ma
non
bisogna
spingere
troppo
la
discussione
.
Tutti
s
'
istruiscono
;
tutti
si
divertono
;
tutti
se
ne
vanno
contenti
;
ed
anche
il
savio
può
raccogliere
in
quei
trattenimenti
,
degli
argomenti
degni
d
'
esser
meditati
in
silenzio
.
"
Lo
spirito
è
il
dono
più
pericoloso
che
la
sorte
possa
fare
ad
una
signora
.
È
come
quei
talenti
della
parabola
che
eran
tanto
difficili
ad
impiegar
bene
.
Bisogna
possedere
un
'
abnegazione
eroica
,
per
saper
sacrificare
lo
spirito
alla
cortesia
.
Viene
alle
labbra
un
motto
;
è
un
motto
assassino
;
quella
persona
ne
soffrirà
:
ma
quell
'
altra
lo
apprezzerà
:
lo
andrà
ripetendo
.
La
convenienza
è
in
lotta
colla
vanità
,
ma
pur
troppo
è
questa
che
vince
.
È
nota
la
conseguenza
fatale
d
'
un
motto
di
Danton
.
Disse
di
Saint
Just
,
il
quale
camminava
diritto
tutto
d
'
un
pezzo
come
camminerebbe
,
se
camminasse
,
un
turco
impalato
:
Il
porte
sa
tête
comme
le
Saint
Sacrement
.
Saint
Just
,
lo
seppe
,
e
rispose
:
Je
lui
ferais
porter
la
sienne
comme
Saint
Denis
.
Tutti
sanno
che
S
.
Dionigi
decapitato
,
fece
il
miracolo
di
passeggiare
colla
propria
testa
in
mano
.
Danton
non
fece
il
miracolo
,
ma
fu
decapitato
per
opera
di
Saint
Just
.
Certo
erano
nemici
politici
,
e
non
fu
per
quel
motto
che
Danton
fu
condannato
.
Ma
è
certo
altresì
,
che
quel
motto
ha
posto
la
sua
goccia
di
fiele
in
quell
'
odio
implacabile
.
Ho
udito
io
stessa
un
motto
che
non
ebbe
conseguenze
tragiche
,
ma
fece
nascere
un
'
iliade
di
guai
.
Una
signorina
di
spirito
era
fidanzata
con
un
giovinotto
che
amava
con
passione
;
ma
non
doveva
sposarlo
che
fra
un
anno
;
però
,
volendo
tenere
segreta
la
cosa
,
non
si
erano
stabilite
relazioni
d
'
amicizia
tra
le
due
famiglie
,
ed
i
fidanzati
andavano
in
società
e
si
trattavano
come
semplici
conoscenti
.
Una
sera
la
fidanzata
si
trovò
ad
una
riunione
danzante
accanto
ad
una
signora
,
la
quale
aveva
una
paura
così
orribile
dei
trent
'
anni
,
che
sebbene
fosse
prossima
alla
quarantina
,
si
ostinava
di
rimaner
alla
porta
della
terza
decina
senza
entrarvi
mai
.
E
,
come
tutte
le
persone
in
simili
disposizioni
di
spirito
....
e
di
fede
di
nascita
,
parlava
sempre
della
sua
età
per
informare
il
pubblico
di
quella
che
voleva
avere
.
Non
danza
?
le
disse
un
suo
conoscente
.
*
Che
le
pare
!
Alla
mia
età
!
Presto
presto
avrò
compiti
i
trent
'
anni
.
*
Tarda
assai
a
compirli
!
disse
la
fidanzata
al
suo
ballerino
,
abbastanza
forte
perchè
tutti
i
vicini
l
'
udissero
,
compresa
la
signora
,
la
quale
si
fece
di
brace
.
Poco
dopo
venne
suo
fratello
a
prenderla
.
Era
il
fidanzato
della
signora
di
spirito
;
lei
non
conosceva
neppure
di
vista
quella
futura
cognata
,
maritata
fuori
di
Milano
,
e
giunta
pochi
giorni
prima
per
passare
un
po
'
di
tempo
in
famiglia
.
Da
quella
sera
,
i
genitori
del
giovine
posero
tanti
bastoni
nelle
ruote
che
il
matrimonio
non
si
fece
più
fin
dopo
la
loro
morte
.
Le
due
cognate
non
si
vedono
ancora
.
Boccaccio
ha
detto
:
*
Il
motto
deve
mordere
come
la
pecora
,
non
come
il
cane
.
*
*
*
Perchè
una
serata
riesca
gradevole
bisogna
provvedere
in
modo
che
tutti
possano
divertirsi
alla
loro
maniera
.
La
conversazione
è
ottima
per
chi
ama
conversare
:
ma
non
basta
.
Ci
devono
essere
un
pianoforte
pei
dilettanti
;
delle
tavole
da
gioco
pei
giocatori
seri
di
scacchi
,
di
dama
,
di
tarocchi
;
qualche
altro
gioco
meno
serio
per
la
gioventù
.
I
pedanti
nutrono
un
profondo
orrore
per
le
signore
e
signorine
,
che
non
rifuggono
dalle
tavole
da
gioco
,
come
il
diavolo
dall
'
acqua
santa
.
*
Vi
si
provano
commozioni
pericolose
,
esclamano
;
e
consigliano
ancora
e
sempre
i
giochi
innocenti
.
Ebbene
,
confesso
che
sono
del
parer
contrario
dei
signori
pedanti
,
e
non
è
la
prima
volta
.
Io
non
mi
sgomento
affatto
al
veder
una
signorina
od
una
signora
esposta
alla
terribile
commozione
di
perdere
o
di
guadagnare
qualche
soldo
,
o
anche
qualche
lira
;
ma
mi
mortifica
,
mi
affligge
il
vederle
impegnate
in
quei
giuochi
pieni
d
'
equivoci
che
sembrano
inventati
apposta
per
farle
arrossire
,
sebbene
si
chiamino
innocenti
.
Mi
ricordo
una
sera
in
cui
si
faceva
quello
stupido
gioco
degli
spropositi
.
S
'
erano
date
le
domande
:
Dove
?
Quando
?
Perchè
?
Quali
saranno
le
conseguenze
?
Le
risposte
furono
scritte
a
caso
senza
saper
le
domande
.
Una
signora
maritata
senza
figli
,
supponendo
le
domande
frequentissime
:
Che
cosa
desidera
?
Chi
è
più
bello
?
Qual
'
è
la
cosa
più
gentile
?
ecc
.
,
rispose
:
Un
bambino
.
Si
posero
nell
'
urna
le
domande
e
le
risposte
.
Si
appaiarono
a
caso
,
ed
aperti
i
biglietti
risultò
:
*
Dove
?
*
Nell
'
ombra
.
*
Quando
?
*
A
piacere
.
*
Perchè
?
*
Debolezze
umane
!
*
Quali
saranno
le
conseguenze
?
*
Un
bambino
.
Quella
che
leggeva
era
una
giovinetta
.
Via
,
confessino
,
signore
mie
,
che
sarebbero
state
meno
pericolose
le
emozioni
d
'
una
partita
di
tresette
o
di
tombola
;
credo
che
in
tutta
la
sua
vita
quella
giovine
non
avrà
più
occasione
di
arrossire
come
in
quel
gioco
innocente
.
*
*
*
Il
trattamento
da
offrire
in
una
serata
è
arbitrario
.
Il
più
generalmente
adottato
è
il
té
;
ma
è
altresì
il
più
economico
,
ed
il
meno
accetto
.
Non
è
ancora
abbastanza
entrato
nelle
nostre
abitudini
,
ed
una
grande
quantità
di
persone
non
possono
prenderlo
senza
soffrirne
una
veglia
nervosa
.
Una
padrona
di
casa
non
può
offrire
una
seconda
sera
il
té
ad
una
persona
che
l
'
ha
rifiutato
la
prima
per
questa
ragione
.
Lo
zabajone
,
la
cioccolata
,
il
vino
caldo
,
il
ponce
,
i
vini
fini
,
i
liquori
dolci
,
sono
tutte
bevande
che
si
possono
offrire
.
Le
paste
più
adatte
sono
i
picnics
,
i
muffins
,
le
sugar
wafers
,
e
sopratutto
i
petits
fours
,
e
soltanto
col
té
e
coi
vini
si
accoppiano
bene
i
sandwichs
.
Col
ponce
e
col
vino
caldo
vanno
egregiamente
le
brioches
,
il
babà
.
Cogli
altri
servizi
tutte
le
paste
dolci
,
non
escluso
il
panettone
....
e
che
Dio
,
il
signor
Fanfani
ed
il
signor
Rigutini
mi
perdonino
il
linguaggio
ostrogoto
di
questi
particolari
gastronomici
.
Per
quanto
la
mia
ignoranza
mi
consigli
ad
aggrapparmi
al
detto
di
Voltaire
:
Le
puriste
est
toujours
pauvre
d
'
idées
,
non
posso
farmi
l
'
illusione
che
il
valore
di
queste
idee
ghiotte
sia
tale
da
farmi
perdonare
la
barbarie
della
nomenclatura
.
Se
un
artista
di
professione
,
uomo
o
donna
,
ha
fatto
ad
una
signora
la
gentilezza
di
cantare
o
sonare
ad
una
serata
d
'
invito
,
senza
un
accordo
di
compenso
,
la
padrona
di
casa
deve
mandargli
un
dono
a
titolo
di
ringraziamento
.
*
*
*
Se
la
serata
offerta
è
un
ballo
,
si
debbono
mandare
gli
inviti
almeno
otto
giorni
prima
,
per
dar
tempo
alle
signore
di
preparare
le
abbigliature
.
Oltre
le
sale
smobigliate
,
ornate
di
fiori
ed
illuminate
per
la
danza
,
ci
dev
'
essere
un
salotto
ben
riscaldato
,
dove
si
accoglieranno
i
primi
invitati
,
e
dove
potranno
ripararsi
dal
gelo
le
signore
che
non
danzano
,
qualche
sala
da
gioco
,
e
,
se
si
vuole
,
un
gabinetto
pei
fumatori
;
una
moda
che
altre
volte
sarebbe
sembrata
un
po
'
soldatesca
,
ma
di
cui
gli
uomini
tengono
gran
conto
;
e
serbano
riconoscenza
alla
padrona
di
casa
;
del
resto
è
adottata
anche
a
Corte
.
Non
bisogna
trascurare
di
mettere
un
ordine
scrupoloso
nel
regolamento
della
guardaroba
,
affinchè
ognuno
possa
con
sicurezza
deporre
il
soprabito
ed
il
cappello
,
i
mantelli
ed
i
cappucci
delle
signore
,
ricevere
un
riscontrino
numerizzato
,
e
riavere
tutte
le
cose
sue
quando
lo
ripresenterà
nell
'
uscire
.
Gli
immensi
strascichi
,
la
leggerezza
degli
abiti
da
ballo
,
e
i
movimenti
vivaci
della
danza
,
danno
luogo
ad
una
quantità
d
'
inconvenienti
,
per
cui
si
dovrà
destinare
una
camera
per
le
signore
,
dove
rimanga
tutta
la
notte
una
cameriera
munita
di
aghi
,
spilli
,
sete
d
'
ogni
colore
,
per
accomodare
gli
abiti
lacerati
,
rimettere
a
posto
i
fiori
caduti
,
rifare
le
pettinature
.
Sarei
ben
meravigliata
se
una
signora
uscisse
di
là
senza
aver
cercato
collo
sguardo
una
scatola
di
cipria
;
e
consiglio
la
padrona
di
casa
a
non
lasciar
mancare
quest
'
oggetto
,
che
le
signore
considerano
di
prima
necessità
.
Se
durante
la
notte
si
dà
una
cena
,
tutto
deve
essere
apparecchiato
sopra
una
tavola
a
cui
siederanno
soltanto
le
signore
,
nel
caso
che
non
ci
fosse
posto
per
tutti
,
lasciando
gli
uomini
stessi
,
se
la
cena
è
di
confidenza
,
incaricati
di
servire
le
signore
.
Non
si
servono
che
cibi
freddi
.
Ho
letto
in
un
romanzo
del
padre
Bresciani
d
'
un
giovinotto
innamorato
,
che
profittò
di
quell
'
occasione
per
mettersi
in
tasca
,
a
titolo
di
ricordo
,
i
torsi
,
i
noccioli
e
le
bucce
della
frutta
che
la
sua
bella
aveva
mangiate
.
Non
posso
consigliar
le
signore
d
'
ingoiare
quelle
reliquie
,
per
non
correre
il
rischio
di
trovarne
il
profumo
e
le
tracce
succulente
sugli
abiti
del
loro
ballerino
.
E
non
mi
sembra
neppure
il
caso
d
'
incoraggiarle
a
nasconderle
dove
Rebecca
nascose
i
suoi
idoli
alle
ricerche
di
Labano
.
Ma
se
sanno
di
avere
un
adoratore
capace
di
spingere
la
devozione
a
tali
estremi
,
non
si
lascino
servire
che
da
un
fratello
,
o
dal
proprio
marito
.
Sgraziatamente
vi
sono
troppo
spesso
nelle
adunanze
numerose
dei
raccoglitori
,
che
tendono
a
compromettere
non
le
signore
ma
il
buffet
,
empiendosi
le
tasche
di
tutt
'
altro
che
di
torsoli
.
Per
costoro
ogni
parola
sarebbe
superflua
.
Sono
troppo
teneri
dei
loro
gusti
per
cercare
nel
mio
libro
insegnamenti
che
li
combattono
.
Ma
una
signora
che
,
per
disgrazia
,
avesse
un
marito
di
quel
genere
,
dovrà
astenersi
assolutamente
dal
farsi
accompagnare
in
qualsiasi
luogo
,
dove
possa
scontrarsi
in
una
tentazione
.
Quanto
alla
padrona
di
casa
,
dovrà
imporre
silenzio
alla
delicatezza
de
'
suoi
gusti
,
oltraggiata
da
tanta
volgarità
,
e
non
dimostrare
menomamente
la
ripugnanza
che
prova
per
l
'
individuo
sconveniente
ed
esoso
,
salvo
ben
inteso
,
a
non
invitarlo
mai
più
.
Se
non
si
vuole
apprestare
nè
una
cena
,
nè
un
buffet
si
faranno
portare
in
giro
le
stesse
cose
che
si
offrirebbero
ad
una
semplice
serata
ripetendole
parecchie
volte
;
e
tra
l
'
una
e
l
'
altra
non
si
cesserà
di
far
offrire
acque
sciroppate
e
gelati
.
Per
chi
dà
un
ballo
,
è
un
'
indiscrezione
il
contare
sulla
compiacenza
dei
dilettanti
per
la
musica
.
Questa
parte
tanto
importante
d
'
una
festa
da
ballo
è
troppo
sovente
trascurata
dai
padroni
di
casa
.
Una
signora
che
voglia
fare
le
cose
bene
,
si
rivolgerà
al
suo
maestro
di
pianoforte
,
e
lo
pregherà
di
procurarle
dei
buoni
suonatori
.
E
li
accoglierà
con
quella
cordialità
con
cui
le
persone
educate
e
di
buon
gusto
accolgono
sempre
gli
artisti
.
Haydn
ha
suonato
tante
volte
per
far
danzare
;
e
che
povera
gente
anche
!
Una
signora
,
che
lo
avesse
trattato
con
alterezza
,
sarebbe
stata
ridotta
più
tardi
a
piangere
di
vergogna
.
Lesinare
sul
compenso
che
è
loro
dovuto
,
limitarne
i
rinfreschi
,
farli
cenare
alla
tavola
di
servizio
,
sono
volgarità
da
villani
rifatti
.
Debbono
avere
una
tavola
a
parte
ed
un
trattamento
uguale
a
quello
degli
invitati
.
Se
i
sonatori
fossero
i
maestri
della
padrona
di
casa
,
di
suo
marito
o
dei
suoi
figli
,
nulla
può
dispensarla
dal
farli
sedere
a
cena
alla
sua
stessa
tavola
e
dal
rivolger
loro
la
parola
spesso
durante
la
notte
.
La
padrona
di
casa
,
se
è
giovine
apre
il
ballo
con
una
quadriglia
,
nella
quale
deve
avere
in
faccia
suo
marito
.
Se
i
padroni
di
casa
non
ballano
,
scelgono
una
coppia
giovine
nella
loro
parentela
o
nei
più
intimi
amici
,
e
la
pregano
di
rappresentarli
.
Durante
il
ballo
la
padrona
di
casa
non
accetterà
mai
di
ballare
,
quando
rimangono
altre
ballerine
sedute
e
procurerà
di
mandar
loro
dei
ballerini
.
Non
occorre
dire
che
deve
incaricarsi
,
unitamente
a
suo
marito
,
delle
presentazioni
.
Il
dare
un
ballo
in
casa
propria
è
un
lungo
e
penoso
sacrifizio
.
È
vero
che
si
semina
per
raccogliere
.
Ma
la
seminagione
è
laboriosa
e
difficile
;
il
raccolto
incerto
,
e
non
sempre
proporzionato
a
quanto
è
costato
.
*
*
*
E
,
poichè
ci
siamo
,
parliamo
di
quel
raccolto
,
che
consiste
in
un
ricambio
d
'
inviti
,
ai
quali
,
s
'
accettino
o
no
,
si
risponde
sempre
con
una
carta
di
visita
unita
a
quella
del
marito
.
È
affatto
inutile
d
'
affrettarsi
per
giungere
ad
un
ballo
;
si
arriva
sempre
a
tempo
.
È
parimenti
superfluo
il
mostrarsi
impensierita
della
propria
abbigliatura
,
rialzare
lo
strascico
,
assicurarsi
tratto
tratto
se
i
gioielli
sono
al
loro
posto
.
Ogni
signora
procuri
di
esser
vestita
bene
e
solidamente
,
ed
alla
guardia
di
Dio
!
E
se
l
'
abito
si
lacera
,
passi
a
farlo
accomodare
,
senza
fermarsi
a
gemere
doglianze
ed
a
verificare
i
danni
.
E
se
un
vezzo
di
brillanti
si
spezza
lo
lasci
spezzare
,
e
riponga
la
parte
staccata
senza
altri
discorsi
.
Nulla
è
più
plateale
di
quella
continua
cura
dei
propri
averi
.
Una
vera
signora
deve
saperli
portare
con
nobile
indifferenza
.
Sarebbe
un
malcreato
chiunque
pregasse
una
signora
di
accordargli
un
ballo
,
senza
esserle
stato
presentato
,
ma
se
il
malcreato
ci
fosse
,
la
signora
dovrebbe
rifiutargli
il
favore
.
Volendo
passare
dalla
sala
da
ballo
al
buffet
bisogna
farsi
accompagnare
dal
proprio
marito
,
e
le
signore
vedove
e
nubili
ci
andranno
col
babbo
,
lo
zio
,
o
il
marito
della
signora
colla
quale
si
sono
accompagnate
.
Le
dimenticanze
,
i
doppi
impegni
di
balli
,
i
rifiuti
non
giustificati
,
le
preferenze
evidenti
,
tutto
quanto
può
far
nascere
quistioni
,
dissapori
o
commenti
,
è
sconvenientissimo
da
parte
d
'
una
signora
,
e
dà
una
idea
meschina
della
sua
educazione
.
Se
una
signora
che
non
ama
il
ballo
,
è
afflitta
dalla
disgrazia
suprema
d
'
un
marito
maniaco
per
la
danza
,
si
sacrifichi
a
Tersicore
,
e
balli
anche
lei
ad
ogni
costo
.
Il
più
grottesco
di
tutti
i
ridicoli
che
brulicano
sotto
il
sole
,
è
il
marito
danzante
d
'
una
signora
che
non
balla
.
In
Francia
nella
casa
in
cui
si
dà
un
ballo
si
usa
fermare
tutti
gli
orologi
.
Non
si
contano
le
ore
alla
gioia
.
Si
è
là
per
passare
il
tempo
allegramente
,
non
per
misurarlo
.
Questa
precauzione
non
serve
a
nulla
,
perchè
ogni
ballerino
ha
un
orologio
in
tasca
.
(
Ai
tempi
della
marchesa
Colombi
ne
avevano
due
)
.
Ma
.
è
un
pensiero
grazioso
.
*
*
*
In
teatro
una
signora
occupa
sempre
il
posto
d
'
onore
.
Se
sono
due
nello
stesso
palco
,
maritate
e
giovani
entrambe
,
cambieranno
posto
una
volta
durante
la
serata
,
non
di
più
.
Sono
le
provinciali
che
si
credono
in
obbligo
di
alternarsi
ad
ogni
atto
,
per
mutar
prospettiva
,
come
se
facessero
parte
dello
spettacolo
.
Le
signorine
di
provincia
non
crederebbero
d
'
esser
ben
equipaggiate
pel
teatro
,
se
non
si
munissero
di
un
mazzo
di
fiori
,
di
due
o
tre
cartocci
di
caramelle
,
d
'
una
scatola
di
pastiglie
di
menta
,
d
'
un
sacchetto
di
zuccherini
e
cioccolatta
,
come
se
partissero
per
un
lungo
viaggio
in
paesi
deserti
.
Nulla
di
tutto
codesto
.
Se
il
marito
,
un
parente
,
un
amico
intimo
,
ha
il
gentil
pensiero
d
'
offrire
qualche
fiore
o
qualche
dolce
ad
una
signora
,
li
accetterà
in
teatro
;
altrimenti
ne
faccia
a
meno
;
ma
non
arrivi
,
per
carità
,
colle
sue
provvigioni
da
bocca
come
un
soldato
al
bivacco
.
Ricevendo
visite
in
palco
,
la
signora
dovrà
salutare
,
sostenere
la
conversazione
durante
gli
intermezzi
,
e
frenarla
durante
la
rappresentazione
per
non
esporsi
alla
vergogna
di
farsi
zittire
.
Tutti
gli
uomini
educati
sanno
che
,
entrando
,
debbono
occupare
l
'
ultimo
posto
ed
avanzarsi
man
mano
,
per
diritto
d
'
anzianità
,
a
misura
che
un
primo
venuto
si
congeda
,
finchè
siano
giunti
a
tenere
alla
loro
volta
uno
dei
posti
accanto
alla
signora
.
Di
tutto
questo
lei
non
dovrà
occuparsi
affatto
.
Qualunque
sia
l
'
entusiasmo
che
le
ferve
nel
cuore
,
una
signora
non
applaude
mai
.
Le
dimostrazioni
opposte
non
sono
convenienti
neppure
per
gli
uomini
.
Davanti
ad
una
signora
poi
,
non
vi
potrebbe
essere
altri
che
un
mascalzone
capace
di
voler
fischiare
.
Ed
i
mascalzoni
non
vanno
nei
palchi
delle
signore
.
È
di
buon
gusto
il
non
uscir
mai
dal
teatro
in
un
momento
in
cui
lo
spettacolo
interessa
vivamente
il
pubblico
,
o
almeno
di
uscire
in
gran
silenzio
per
non
disturbare
lo
spettacolo
.
Quando
entrano
in
teatro
il
re
,
la
regina
o
altri
personaggi
della
casa
reale
,
anche
le
signore
si
alzano
e
rimangono
in
piedi
finchè
il
personaggio
illustre
è
seduto
.
Ai
concerti
,
ai
ritrovi
d
'
ogni
sorta
dove
la
famiglia
reale
siede
in
posti
speciali
,
chiunque
dovesse
passare
a
lato
delle
Loro
Altezze
dovrà
fermarsi
e
fare
un
inchino
.
Questo
si
deve
fare
anche
in
istrada
quando
passa
una
carrozza
di
corte
.
Agire
altrimenti
sarebbe
una
dimostrazione
ostile
.
*
*
*
Cessati
i
piaceri
della
città
,
chiusi
i
teatri
,
e
le
serate
divenute
tanto
brevi
che
non
c
'
è
più
tempo
alle
riunioni
,
una
signora
elegante
non
ha
altro
di
meglio
a
fare
che
ammalarsi
.
Oh
!
una
malattia
senza
gravità
,
che
non
ne
alteri
la
freschezza
,
che
non
la
obblighi
a
star
in
casa
,
nè
a
nessun
'
altra
privazione
.
*
Un
'
emicrania
periodica
,
che
verrebbe
ogni
otto
giorni
....
se
venisse
.
Un
prurito
nervoso
sotto
l
'
unghia
del
dito
mignolo
.
Un
'
avversione
pronunciatissima
a
tutti
i
colori
delle
tappezzerie
di
casa
.
Una
lieve
difficoltà
a
digerire
peperoni
crudi
e
corteccie
di
limone
.
Infine
una
malattia
comoda
purchessia
,
la
quale
porti
con
sè
la
certezza
che
la
sua
guarigione
sta
nelle
acque
del
tal
paese
,
o
nei
bagni
del
tal
altro
.
Naturalmente
,
la
civiltà
moderna
non
ammette
che
esista
sulla
terra
un
marito
così
barbaro
,
così
pelle
rossa
,
così
basci
bazouk
,
il
quale
rifiuti
di
sacrificare
tutti
i
suoi
risparmi
,
di
alienare
se
occorre
il
suo
patrimonio
,
d
'
impegnare
l
'
argenteria
di
casa
,
di
vendere
fin
i
ciondoli
del
suo
orologio
ed
i
suoi
sigari
d
'
avana
,
pur
di
ricuperare
la
salute
pericolante
di
sua
moglie
,
colla
cura
delle
acque
indicate
...
dalla
moda
.
Se
lui
non
può
accompagnarla
,
non
importa
.
Sua
moglie
è
pronta
a
sacrificarsi
.
Andrà
sola
.
Oh
le
mogli
sono
d
'
una
generosità
!
...
le
bagnature
sono
tutte
popolate
di
signore
senza
mariti
e
di
uomini
senza
signore
.
Appena
giunte
alle
bagnature
,
le
donnine
più
ammodo
aprono
una
nobile
gara
a
chi
riuscirà
meglio
a
farsi
prender
in
fallo
.
Abiti
stravaganti
;
cappellini
impossibili
;
acconciature
sguaiate
.
Tutte
approvano
il
canto
del
dott
.
Brown
,
la
marsigliese
delle
emancipatrici
:
"
Freedom
of
speech
from
what
we
think
,
And
freedom
too
in
dress
;
"
che
io
traduco
liberamente
:
"
Libero
il
dir
quanto
ci
passa
in
testa
,
Ed
alle
ortiche
la
toletta
onesta
!
"
Le
più
modeste
ladies
,
che
cadrebbero
coscienziosamente
svenute
se
il
loro
marito
osasse
chiamare
col
suo
vero
nome
quella
parte
del
loro
vestiario
che
loro
definiscono
pudicamente
gli
inesprimibili
,
non
esitano
a
mostrarsi
sulla
spiaggia
,
succintamente
vestite
di
inesprimibili
anche
loro
lasciando
all
'
estremità
delle
gambe
che
ne
sporgono
,
tutta
la
cura
di
predicare
la
rinuncia
al
mondo
ed
al
demonio
,
com
'
esse
hanno
rinunciato
alla
carne
.
E
si
scende
a
colazione
in
accappatoio
come
se
si
stesse
alla
sponda
,
o
come
direbbe
il
signor
Rigutini
,
nel
corsello
del
proprio
letto
.
E
,
con
quell
'
abito
svolazzante
ed
i
capelli
sciolti
,
si
siede
o
si
passeggia
flirteggiando
con
un
ignoto
qualunque
,
di
cui
è
molto
se
si
conosce
il
nome
ed
il
colore
dei
guanti
;
la
sera
si
scende
scollate
nelle
sale
di
compagnia
;
o
,
sole
,
sissignore
;
ai
bagni
è
permesso
.
Fanno
tutte
così
.
*
Sa
cantare
,
signora
?
*
Un
poco
.
*
Conosce
il
duetto
degli
Ugonotti
?
Di
'
che
m
'
aaami
diii
....
*
Sissignore
.
*
Vorrebbe
cantarlo
con
me
?
*
Chi
me
?
Lui
;
chiunque
;
non
importa
;
ai
bagni
si
parla
,
si
balla
,
si
canta
con
tutti
.
Freedom
of
speech
.
Che
meraviglia
poi
,
se
,
per
farsi
conoscere
meglio
,
quell
'
ignoto
s
'
affretta
a
dimostrare
di
che
misura
d
'
impertinenza
lo
ha
dotato
l
'
educazione
moderna
?
Eppure
se
la
cosa
viene
ad
orecchio
al
marito
,
dovrà
mettere
durlindana
al
vento
,
e
se
occorre
,
fare
col
proprio
sangue
la
quietanza
all
'
oltraggio
che
ha
ricevuto
sua
moglie
.
Ma
!
così
si
usa
.
Perchè
?
Per
evitare
il
ridicolo
?
Già
.
Però
dopo
il
duello
sarà
più
ridicolo
di
prima
.
Oh
!
la
libertà
delle
signore
,
che
vuole
le
sue
piccole
cospirazioni
,
che
suscita
i
suoi
piccoli
odii
,
ed
i
suoi
piccoli
amori
,
e
le
sue
guerre
in
diciottesimo
come
la
libertà
dei
popoli
,
piccolo
serpente
che
seduce
le
pronipoti
della
vecchia
Eva
!
Dov
'
è
la
Madonna
che
gli
schiacci
il
capo
?
Si
comportano
come
ho
accennato
più
sopra
,
mie
gentili
lettrici
,
quando
vanno
alle
bagnature
?
In
tal
caso
hanno
sbagliato
strada
.
Smettano
un
poco
il
rigore
delle
presentazioni
che
si
deve
serbare
in
città
,
se
sono
col
loro
marito
;
ma
se
sono
sole
,
richiedano
più
che
mai
quella
guarentigia
prima
di
entrare
in
relazione
con
chicchessia
.
Cerchino
di
giungere
con
una
lettera
pel
proprietario
dello
stabilimento
,
e
lui
avrà
di
presentar
loro
le
persone
di
cui
crederà
di
poter
rispondere
.
Cogli
ignoti
scambino
le
parole
di
stretta
cortesia
,
e
non
altro
.
Procurino
di
essere
sempre
in
tempo
alla
tavola
comune
,
per
evitare
ai
conoscenti
la
noia
di
aspettarle
e
se
tarda
una
signora
con
cui
hanno
stretta
relazione
e
che
ha
il
posto
vicino
a
loro
ed
è
solita
a
pranzare
discorrendo
insieme
come
fossero
in
casa
,
le
usino
la
cortesia
d
'
aspettarla
un
poco
.
Se
sono
ai
bagni
per
fare
una
cura
non
parlino
a
tavola
dei
loro
malanni
.
Vi
sono
persone
a
cui
i
discorsi
di
malinconie
tolgono
l
'
appetito
.
E
se
per
caso
è
un
altro
che
fa
la
descrizione
delle
proprie
sofferenze
,
non
se
ne
mostrino
disgustate
.
Appena
conoscono
qualche
signora
,
si
associno
con
lei
per
le
partite
di
piacere
,
le
passeggiate
,
le
chiacchiere
all
'
ombra
,
i
giuochi
.
E
non
vadan
mai
sole
passeggiando
fra
le
ombre
del
giardino
:
"
Ove
in
disparte
bisbigliando
errano
(
Nè
patto
umano
nè
destin
ferreo
L
'
un
dall
'
altro
divelle
)
I
poeti
e
le
belle
.
*
*
*
Dove
una
signora
può
veramente
permettersi
una
maggior
libertà
,
è
in
campagna
.
Prima
di
tutto
potrà
ricevere
degli
ospiti
per
un
tempo
più
o
meno
lungo
.
Sono
conoscenti
di
famiglia
,
e
per
essere
invitati
debbono
godere
un
certo
grado
d
'
intimità
.
Lei
sa
con
chi
tratta
,
ed
è
sicura
che
le
sue
parole
e
le
sue
azioni
non
possono
venir
interpretate
malignamente
.
I
vicini
di
villa
,
o
sono
proprietari
che
tutto
il
circondario
conosce
;
o
sono
inquilini
le
cui
informazioni
hanno
già
soddisfatto
il
proprietario
,
che
ha
creduto
di
potere
con
tutta
fiducia
affittar
loro
la
sua
villa
.
E
sono
istallati
là
per
un
certo
tempo
.
Non
sono
la
popolazione
nomade
dei
bagni
.
Si
può
aspettare
alcuni
giorni
,
osservare
le
loro
abitudini
,
prima
di
decidere
se
convenga
o
no
incontrarne
la
relazione
.
Ogni
villeggiante
è
tenuta
a
fare
una
visita
agli
ultimi
vicini
venuti
;
ben
inteso
quando
vi
sono
signore
.
Se
è
ricambiata
con
una
visita
entro
otto
giorni
,
vuol
dire
che
la
relazione
è
accettata
,
ed
allora
lei
ritorna
,
e
si
stabiliscono
quei
rapporti
frequenti
ed
amichevoli
che
sono
uno
dei
piaceri
della
campagna
.
Se
riceve
invece
una
carta
di
visita
,
deve
comprendere
che
i
nuovi
venuti
desiderano
viver
soli
,
ed
allora
li
lascia
in
pace
.
In
villa
si
hanno
maggiori
doveri
che
in
città
verso
i
visitatori
.
Non
basta
farli
sedere
,
metter
loro
uno
sgabello
sotto
i
piedi
se
sono
signore
,
ed
intrattenerli
a
discorrere
.
Bisogna
pensare
che
hanno
fatto
un
tratto
di
strada
in
campagna
col
caldo
e
la
polvere
,
che
forse
vengono
da
lontano
,
e
,
senza
spingere
le
cose
fino
a
far
loro
un
pediluvio
come
si
usava
nell
'
eccessiva
ospitalità
dei
patriarchi
,
bisognerà
offrir
qualche
cosa
da
bere
,
un
rinfresco
.
E
badino
,
signore
mie
,
a
non
interrogare
i
visitatori
prima
di
dare
quell
'
ordine
,
o
prima
di
mandare
in
giro
le
tazze
.
Il
domandare
:
"
Vogliono
bere
?
Prendono
qualche
cosa
?
"
è
come
obbligarli
a
dire
di
no
per
cerimonia
.
Mi
trovai
una
volta
con
una
brigata
numerosa
nella
villa
d
'
una
sposina
giovanissima
,
che
faceva
gli
onori
di
casa
con
tutta
l
'
inesperienza
de
'
suoi
sedici
anni
,
ed
un
po
'
di
mala
grazia
per
giunta
.
Aveva
fatto
posare
il
vassoio
col
ghiaccio
,
le
brocche
,
le
tazze
e
tutto
sopra
una
tavola
,
e
là
,
piantata
dinanzi
al
servizio
,
si
pose
a
fare
l
'
appello
come
un
ufficiale
alla
sua
compagnia
:
*
Signora
A
,
prende
caffè
?
La
signora
A
aveva
molta
sete
,
ma
per
complimento
dovette
dire
:
*
La
ringrazio
,
non
si
disturbi
.
*
Signora
B
?
*
No
davvero
,
la
prego
;
non
si
stia
ad
incomodare
.
E
così
giunse
all
'
ultima
persona
senza
immolare
all
'
ospitalità
neppure
una
goccia
di
quel
caffè
prezioso
,
ed
obbligandoci
a
ringraziarla
di
nulla
mentre
si
ripartiva
assetati
!
Quando
s
'
invita
un
ospite
,
è
di
buon
gusto
andarla
ad
incontrare
al
suo
arrivo
,
per
mostrargli
che
è
aspettato
con
impazienza
.
Se
vi
sono
altri
ospiti
in
casa
,
che
possano
associarsi
a
quella
passeggiata
,
la
padrona
di
casa
ne
farà
la
proposta
.
Se
invece
avesse
con
sè
persone
di
suggezione
o
attempate
non
le
lascerà
.
Procurerà
di
mandare
suo
marito
,
suo
figlio
,
una
sorella
maritata
,
qualcuno
della
famiglia
incontro
ai
nuovi
venuti
,
che
per
lo
più
scendendo
allo
scalo
hanno
bisogno
d
'
una
carrozza
o
d
'
una
guida
.
E
se
la
signora
fosse
sola
,
manderà
la
carrozza
,
se
l
'
ha
,
colla
propria
cameriera
:
oppure
un
servitore
a
piedi
,
ed
in
mancanza
d
'
ogni
altro
lusso
,
un
massaio
;
ed
appena
i
viaggiatori
giungeranno
in
vista
della
casa
,
correrà
ad
incontrarli
,
ed
addurrà
le
vere
cause
che
le
impedirono
di
andar
prima
e
più
lontano
,
e
se
ne
scuserà
.
Quando
avrà
offerti
agli
ospiti
tutti
quei
rinfreschi
di
cui
possono
aver
bisogno
dopo
il
viaggio
,
li
condurrà
nella
camera
che
avrà
destinata
per
loro
.
Ma
per
carità
non
trascini
una
persona
stanca
a
far
l
'
inventario
di
tutta
la
villa
;
è
un
complimento
opprimente
.
Più
tardi
,
il
domani
,
quando
il
suo
forastiero
sarà
riposato
,
avrà
tempo
a
veder
tutto
.
Ed
anche
allora
lasci
che
vada
da
sè
.
I
padroni
di
casa
sono
i
più
incomodi
e
gravosi
fra
i
ciceroni
.
Gli
altri
si
pagano
uno
scudo
,
e
si
acquista
il
diritto
di
bestemmiare
loro
sul
muso
magari
che
San
Pietro
in
Roma
è
una
chiesuola
da
villaggio
,
e
che
il
Mosè
di
Michelangelo
è
un
fantoccio
.
Per
quello
scudo
abdicano
ogni
suscettibilità
artistica
e
patriottica
.
Ma
ai
padroni
di
casa
si
deve
un
aggettivo
ammirativo
per
ogni
cosa
che
ci
mostrano
,
fortunati
ancora
noi
,
se
ci
fanno
grazia
del
superlativo
.
L
'
esposizione
della
casa
dev
'
essere
stupenda
e
saluberrima
.
I
quattro
punti
cardinali
hanno
fatto
delle
transazioni
colla
cosmografia
,
per
aggiustarsi
in
modo
che
quella
casa
potesse
goderli
tutti
:
*
È
solida
questa
costruzione
,
sebbene
sul
colle
.
Senta
che
saldezza
di
pavimenti
.
Faccia
un
salto
.
Così
.
Un
altro
!
*
Ed
il
padrone
di
casa
salta
lui
pel
primo
,
e
bisogna
saltare
,
e
trasecolare
per
meraviglia
di
non
avere
sfondata
la
casa
.
*
E
le
mie
cantine
!
Sono
fresche
come
ghiacciai
.
*
Sono
persuaso
....
si
capisce
dalla
posizione
....
dal
terreno
....
*
Ma
no
,
deve
vederle
.
Sentirà
che
freddo
.
C
'
è
da
pigliarsi
un
'
infreddatura
.
Il
signor
Tale
che
è
sceso
ieri
,
oggi
ha
una
tosse
!
...
ed
il
signor
Tal
altro
ha
sternutato
otto
volte
di
seguito
nell
'
entrarci
.
Il
meno
che
possa
fare
il
nuovo
venuto
è
di
sternutare
dieci
volte
per
cortesia
,
e
prendere
una
bronchite
.
*
Ed
i
cavoli
dell
'
orto
!
Una
meraviglia
!
*
Ed
i
peperoni
!
Un
prodigio
.
*
Per
i
fiori
:
*
bello
,
molto
bello
,
bellissimo
,
stupendo
!
...
guai
se
vengono
meno
gli
aggettivi
.
L
'
amor
proprio
del
padrone
di
casa
è
ferito
.
Doveva
essere
un
triste
ospite
Voltaire
,
il
quale
diceva
che
*
"
l
'
aggettivo
è
il
maggior
nemico
del
sostantivo
anche
quando
s
'
accordano
in
genere
,
numero
e
caso
...
"
Dunque
,
signore
mie
,
risparmino
ai
loro
invitati
la
via
crucis
del
loro
podere
.
Accordino
loro
la
massima
libertà
d
'
azione
.
Tocca
all
'
ospite
di
non
goderne
e
di
associarsi
completamente
alle
abitudini
della
famiglia
.
Se
per
caso
l
'
ospite
è
un
maestro
o
un
dilettante
di
musica
,
non
gli
addossino
l
'
incarico
di
divertire
e
far
danzare
tutto
il
vicinato
.
Se
è
un
pittore
,
non
lo
condannino
a
ritrattare
tutta
la
famiglia
,
dal
capo
di
casa
fino
al
gatto
.
Se
è
un
avvocato
non
lo
obblighino
a
dare
una
serie
di
consulti
legali
sui
fatti
loro
,
e
se
è
un
medico
non
lo
tormentino
coll
'
illiade
dei
loro
piccoli
e
grandi
malanni
.
L
'
ospite
è
un
amico
,
lo
trattino
come
amico
soltanto
,
ed
alla
sua
presenza
,
signore
massaie
,
lascino
andare
tutti
i
discorsi
d
'
economia
.
Sì
,
il
vitto
è
caro
;
la
carne
ha
un
prezzo
esagerato
;
e
le
frutta
poi
,
un
'
immoralità
.
È
verissimo
.
Tutto
questo
lo
diranno
al
loro
marito
,
lo
scriveranno
a
me
se
hanno
bisogno
di
sfogarsi
un
poco
.
Ma
per
chi
vive
in
casa
loro
,
capiranno
che
certi
calcoli
si
potrebbero
tradurre
in
volgare
:
*
Quanto
mi
costa
ospitarli
,
signori
miei
!
Mi
sono
debitori
di
tanto
e
tanto
....
e
poi
ancora
tanto
!
Quando
un
invitato
annuncia
che
vuol
partire
,
dev
'
essere
sempre
troppo
presto
per
la
padrona
di
casa
.
Le
sembra
che
sia
giunto
allora
!
Però
si
guarderà
bene
da
quelle
dimostrazioni
di
amicizia
imperiosa
ed
aggressiva
,
che
nasconde
le
valigie
,
manda
indietro
le
sfere
degli
orologi
,
fa
perdere
i
treni
,
violenta
gli
ospiti
in
ogni
maniera
,
e
li
obbliga
ad
una
lotta
corpo
a
corpo
per
ricuperare
la
loro
libertà
.
Lo
crederebbero
,
signore
mie
,
che
esistono
a
questo
mondo
,
a
questo
stesso
mondo
in
cui
vivono
loro
,
così
educate
e
gentili
,
certe
padrone
di
casa
che
quando
i
loro
invitati
hanno
voltate
le
spalle
domandano
alle
persone
di
servizio
quanto
hanno
dato
di
mancia
?
*
OOOh
!
!
!
Così
è
.
Loro
non
ne
conoscono
.
Io
neppure
,
se
Dio
vuole
.
Ma
se
mai
sentissero
dire
che
la
signora
Trestelle
,
o
Quattro
Asterischi
ha
questa
volgare
abitudine
,
facciano
in
modo
di
smarrire
questo
mio
volumetto
alla
porta
della
sua
casa
.
Per
quella
signora
là
soltanto
,
io
noto
qui
che
le
padrone
di
casa
debbono
astenersi
assolutamente
dall
'
entrare
in
certi
particolari
,
e
se
una
persona
di
servizio
troppo
famigliare
volesse
raccontarli
,
tocca
alla
signora
insegnarle
il
rispetto
che
le
deve
.
Sono
i
padroni
di
bottega
che
domandano
conto
delle
mancie
;
e
quelli
sono
giustificati
dalla
necessità
di
ripartirle
equamente
fra
i
loro
garzoni
.
*
*
*
A
misura
che
l
'
istruzione
delle
signore
si
raffina
,
la
loro
corrispondenza
si
fa
più
estesa
ed
importante
.
In
questo
anno
di
grazia
,
e
di
scuole
superiori
,
mille
ottocentonovantadue
,
sarebbe
ridicolo
che
io
mi
mettessi
ad
insegnare
alle
signore
come
si
scrivono
le
lettere
.
Ho
detto
su
questo
proposito
il
mio
parere
alle
signorine
e
basta
.
Ne
parlo
unicamente
per
la
parte
che
riguarda
le
convenienze
.
Una
signora
deve
avere
la
carta
colle
sue
cifre
,
e
la
corona
,
se
l
'
almanacco
di
Gota
non
ci
ha
nulla
in
contrario
.
La
forma
della
carta
è
soggetta
ai
capricci
della
moda
,
come
pure
il
colore
.
Costa
così
poco
l
'
uniformarvisi
,
ed
è
tanto
bello
il
vedere
che
tutto
quanto
parte
da
una
signora
è
grazioso
,
elegante
,
moderno
come
lei
,
che
non
esito
a
consigliarle
di
seguire
la
moda
se
possono
.
Ora
l
'
ultimissima
moda
è
d
'
avere
un
motto
latino
.
Da
tempi
immemorabili
questo
si
è
usato
da
qualcuno
.
Ma
ora
si
va
generalizzando
,
e
non
c
'
è
persona
raffinata
che
non
abbia
il
suo
motto
in
testa
alla
carta
da
lettere
.
È
un
uso
che
mi
sembra
buono
.
Per
un
sentimento
di
onestà
si
studia
un
motto
che
risponda
ad
un
nostro
principio
,
ad
una
nostra
passione
alta
e
nobile
;
ad
un
nostro
proposito
,
e
per
lo
stesso
sentimento
di
onestà
,
si
è
portati
a
non
ismentire
il
motto
colle
nostre
azioni
;
per
cui
è
quasi
un
impegno
che
ci
assumiamo
di
mettere
in
pratica
il
motto
adottato
.
Ma
,
badino
,
la
carta
colla
cifra
e
collo
stemma
o
col
motto
,
non
si
adopera
mai
per
mandar
commissioni
alla
sarta
,
alla
modista
,
al
mercante
,
al
calzolaio
.
Possono
figurarsi
,
un
calzolaio
,
che
riceve
una
lettera
precisamente
uguale
a
quella
che
manderebbero
alla
loro
più
intima
amica
?
Sarebbe
come
farlo
sedere
alla
loro
tavola
e
questo
non
si
usa
.
Il
più
democratico
dei
deputati
di
sinistra
,
un
arruffapopolo
addirittura
,
stringerà
la
mano
al
suo
portinaio
,
ma
non
trincherà
insieme
,
e
non
gli
farà
di
cappello
come
ad
un
ministro
.
La
corrispondenza
d
'
una
signora
è
più
estesa
che
quella
di
una
signorina
;
e
le
presenta
un
più
vasto
campo
per
far
apprezzare
il
suo
spirito
,
le
sue
osservazioni
,
la
sua
originalità
d
'
idee
;
bisogna
avere
,
come
ho
la
fortuna
d
'
avere
io
,
un
'
immensa
corrispondenza
colle
signore
,
per
farsi
un
'
idea
del
gusto
,
della
grazia
,
dell
'
eleganza
che
ci
mettono
.
Nella
loro
modestia
,
alcune
di
quelle
lettere
sono
piccoli
capolavori
.
Ed
i
pedanti
ed
i
puristi
vanno
dicendo
che
in
Italia
non
si
sa
scrivere
!
Chi
non
sa
scrivere
?
Loro
,
e
noi
,
letterati
e
letteratucoli
mi
metto
fra
questi
,
che
,
a
forza
di
studiare
parole
nei
vocabolari
,
perdiamo
il
filo
delle
idee
,
e
diventiamo
imbecilli
.
Ma
torniamo
a
bomba
,
come
dicono
i
letterati
.
Le
lettere
di
dovere
per
una
signora
si
suppliscono
,
volendo
,
con
una
carta
da
visita
.
E
di
queste
avrà
una
larga
distribuzione
da
fare
.
Avrà
cura
di
esserne
sempre
ben
provveduta
.
Al
capo
d
'
anno
,
dopo
aver
scritto
ai
parenti
ed
amici
lontani
e
visitate
personalmente
quelle
persone
,
verso
le
quali
i
riguardi
di
grado
sociale
e
d
'
età
non
le
permettono
di
disimpegnarsi
con
una
semplice
carta
,
manderà
la
carta
da
visita
alle
sue
conoscenti
.
Una
delle
sue
,
ed
una
del
marito
bastano
per
una
vedova
,
per
una
signora
sola
,
per
una
madre
con
una
o
più
signorine
.
Per
due
sorelle
o
due
cognate
,
vedove
o
attempate
entrambe
,
manderà
due
carte
proprie
e
due
del
marito
.
Ad
una
signora
maritata
manderà
una
carta
sua
e
due
del
marito
,
il
quale
deve
far
auguri
all
'
amica
della
moglie
,
ed
al
marito
di
lei
.
In
una
casa
in
cui
vi
fossero
oltre
al
marito
colla
moglie
(
i
figli
non
contano
)
,
un
suocero
,
una
suocera
,
una
cognata
,
ecc
.
,
la
signora
manderà
tante
carte
quante
sono
le
signore
in
famiglia
;
il
marito
tante
carte
quanto
sono
gli
uomini
,
più
una
per
la
padrona
di
casa
.
Dato
che
una
famiglia
sia
molto
numerosa
,
il
moltiplicare
esattamente
le
carte
di
visita
che
vi
si
devono
mandare
,
sarebbe
una
pedanteria
.
Allora
si
mandano
soltanto
ai
coniugi
che
sono
capi
di
casa
.
Ricevendo
un
annuncio
di
matrimonio
,
si
risponde
con
una
carta
dei
due
coniugi
ai
genitori
della
sposa
,
ed
una
pure
d
'
entrambi
,
ai
genitori
dello
sposo
.
Se
si
è
assistito
ad
un
matrimonio
,
subito
dopo
si
mandano
le
carte
da
visita
,
una
della
signora
e
due
del
marito
ai
nuovi
sposi
.
Ricevendo
l
'
annuncio
d
'
un
battesimo
o
d
'
una
morte
,
si
risponde
colle
proprie
carte
alla
famiglia
.
In
entrambi
i
casi
,
come
pure
per
nozze
,
molti
usano
le
lettere
P
.
C
.
Vuol
dire
ugualmente
per
condoglianza
,
e
per
congratulazione
.
Conosco
un
signore
che
le
ha
fatte
incidere
addirittura
sulle
sue
carte
.
Dice
che
sono
un
tesoro
quelle
due
iniziali
,
perchè
sanno
interpretare
tutti
i
sentimenti
.
Secondo
lui
,
in
caso
di
morte
,
i
superstiti
che
hanno
ereditato
non
mancano
mai
di
leggere
per
congratulazione
;
e
,
sempre
secondo
lui
,
gli
sposi
,
che
possono
averle
soltanto
tornando
dal
viaggio
,
leggono
quasi
sempre
per
condoglianza
.
Quando
si
ammala
una
persona
di
conoscenza
si
deve
subito
mandare
a
domandarne
nuove
;
e
la
prima
volta
la
persona
di
servizio
dovrà
presentarsi
con
carta
di
chi
la
manda
alla
quale
si
aggiungeranno
le
parole
:
"
Per
prender
nuove
"
o
le
iniziali
p
.
p
.
n
.
Questo
perchè
la
persona
di
servizio
sia
conosciuta
,
e
possa
essere
informata
ogni
giorno
.
All
'
annuncio
che
l
'
ammalato
entra
in
convalescenza
,
si
deve
mandargli
la
carta
"
Per
congratulazione
.
"
Se
,
come
si
usa
da
molti
,
la
famiglia
dell
'
ammalato
mette
nella
portineria
giornalmente
il
bollettino
del
medico
,
gli
amici
dovranno
passare
in
persona
almeno
ogni
tre
giorni
a
sottoscriversi
,
e
quando
non
vanno
,
mandare
una
persona
di
servizio
,
che
dovrà
sottoscrivere
:
"
per
il
signore
o
la
signora
tale
,
"
senz
'
altro
.
Il
convalescente
manderà
subito
a
tutti
quanti
si
sono
sottoscritti
,
o
hanno
mandato
a
prendere
nuove
,
la
sua
carta
colle
iniziali
p
.
r
.
,
ed
appena
potrà
uscire
,
dovrà
fare
una
visita
a
tutti
.
Trattandosi
di
un
personaggio
illustre
,
alla
cui
porta
,
in
caso
di
malattia
,
vanno
a
sottoscriversi
conoscenti
lontani
,
ammiratori
ignoti
,
basterà
la
carta
di
visita
;
ma
invece
delle
succinte
e
poco
cordiali
iniziali
p
r
dovrà
contenere
alcune
parole
di
ringraziamento
.
Se
s
'
è
avuta
una
disgrazia
in
famiglia
,
si
risponde
a
tutte
le
carte
da
visita
ricevute
con
le
carte
dei
capi
di
casa
,
o
quelle
della
vedova
su
cui
si
scrive
P
R
(
per
ringraziamento
)
salvo
a
ricevere
e
ricambiare
le
visite
di
condoglianza
dopo
quindici
giorni
almeno
.
Non
debbono
mai
essere
le
persone
dolenti
che
si
incaricano
personalmente
di
mandare
le
carte
.
Sarebbe
dimostrar
che
la
loro
afflizione
le
impensierisce
ben
poco
,
se
lascia
loro
testa
da
pensare
a
tanta
gente
.
Assentandosi
dal
paese
dove
si
abita
,
o
dove
s
'
è
passato
qualche
tempo
si
mandano
ai
conoscenti
le
carte
di
visita
colle
iniziali
p
p
c
(
per
prender
congedo
)
.
Tornando
dalla
campagna
o
da
un
viaggio
,
si
manda
la
carta
di
visita
senza
iniziali
.
In
questo
caso
aggiungere
quella
del
marito
sarebbe
ridicolo
,
perchè
la
carta
è
incaricata
di
dire
che
la
signora
è
pronta
a
ricevere
e
non
è
ammesso
che
un
uomo
possa
dare
la
stessa
nuova
,
senza
essere
un
principe
;
ed
i
principi
sono
dispensati
da
questa
formalità
verso
i
semplici
mortali
.
In
tutte
le
circostanze
una
signora
non
rende
mai
la
carta
ai
giovani
soli
,
a
meno
di
essere
francamente
vecchia
.
Ad
ogni
figlio
che
ha
perduto
il
padre
o
la
madre
,
anche
una
signora
giovine
manda
la
sua
carta
;
ma
dicono
i
galatei
francesi
,
vi
aggiunge
due
parole
di
condoglianza
.
Oh
Dio
!
Anche
in
quel
momento
solenne
si
diffida
di
lui
!
Potrebbe
abusare
della
carta
di
una
signora
!
Le
condoglianze
scritte
non
sono
condoglianze
,
sono
una
guarentigia
che
non
potrà
farsi
bello
di
quell
'
invio
,
senza
che
si
giustifichi
da
sè
stesso
con
quelle
parole
.
Oh
mondo
pessimista
!
Oh
mondo
pedante
!
Un
figlio
che
ha
perduta
sua
madre
!
Ma
inginocchiatevi
dinanzi
a
lui
per
consolarlo
.
È
per
la
sua
cara
morta
il
vostro
omaggio
;
e
egli
è
sacro
.
Non
dubitiamo
dell
'
amore
dei
figli
.
In
che
cosa
crederemo
più
,
allora
?
No
,
non
voglio
dubitarne
;
è
triste
il
pessimismo
e
spoetizza
il
cuore
.
Parliamo
d
'
altro
.
In
Francia
le
carte
di
visita
di
una
signora
non
portano
mai
il
suo
nome
di
battesimo
.
Si
usa
dire
la
signora
Emilio
di
Girardin
;
la
signora
Vittorio
,
e
la
signora
Carlo
Hugo
.
I
galatei
francesi
sono
in
ammirazione
dinanzi
a
questa
trovata
;
secondo
loro
è
l
'
ultima
espressione
del
decoro
,
perchè
il
nome
di
battesimo
di
una
signora
non
deve
esporsi
ad
esser
conosciuto
dai
profani
:
"
Non
debbono
saperlo
,
lessi
in
uno
di
quei
galatei
formalisti
,
che
il
marito
,
il
babbo
o
il
fratello
.
"
Confesso
d
'
aver
visto
in
Italia
,
scritte
in
italiano
,
alcune
carte
di
visita
con
quella
combinazione
bislacca
di
nome
maschile
e
titolo
femminile
.
Ma
se
Dio
vuole
non
è
ammesso
dai
nostri
costumi
.
È
un
oltraggio
al
buon
senso
,
ed
è
affatto
inutile
.
Che
torto
può
fare
ad
una
signora
che
si
sappia
il
suo
nome
?
Lucrezia
romana
la
moglie
modello
,
Susanna
tanto
casta
....
coi
vecchioni
,
la
vergine
Maria
,
hanno
serbata
una
riputazione
immacolata
,
malgrado
tanti
popoli
e
tante
generazioni
in
possesso
del
loro
nome
Ma
i
Francesi
non
ci
credono
;
e
per
dimostrare
il
loro
rispetto
a
Maria
,
sentono
il
bisogno
di
chiamarla
Notre
Dame
.
CAPITOLO
II
.
La
madre
.
Annuncio
della
nascita
d
'
un
bimbo
*
Battesimo
*
Ricevimento
*
Ai
pranzi
*
Presentazione
dei
bimbi
ai
conoscenti
*
Presentazioni
delle
figliole
in
società
*
Civiltà
verso
i
maestri
dei
figli
*
Verso
i
loro
amici
*
Lutto
*
Casi
riservati
.
"
Oggi
ci
è
nato
un
parvolo
Ci
fu
largito
un
figlio
..
"
Ed
ha
trovato
tutto
in
punto
per
l
'
inaugurazione
della
sua
vita
,
il
piccolo
amore
?
Non
vorrei
che
avesse
a
mancare
nè
un
nastrino
ad
una
cuffietta
,
nè
un
bottone
ad
un
bavaglino
.
Sarebbe
una
trascuratezza
da
parte
delle
mamme
,
alle
quali
il
Padre
Eterno
,
nella
sua
provvidenza
infinita
,
ha
lasciato
nove
mesi
di
tempo
per
la
cucitura
del
corredino
.
Gli
annunci
no
,
non
vanno
preparati
.
Quello
è
il
compito
del
babbo
.
Ma
lui
è
sempre
cosí
assorto
negli
affari
,
che
non
si
occupa
affatto
di
simili
formalità
;
e
,
giunto
il
momento
,
si
troverebbe
intricato
come
un
pulcino
nella
stoppa
,
se
la
sua
sposa
non
avesse
pensato
prima
ad
istruirlo
,
che
il
giorno
stesso
in
cui
la
gioia
della
paternità
fa
sussultare
il
suo
cuore
,
dovrà
informare
i
conoscenti
con
una
circolare
.
Altre
volte
agiva
per
conto
proprio
e
della
moglie
.
Erano
loro
che
comunicavano
la
nuova
della
nascita
del
loro
bimbo
.
Ma
ora
anche
i
bambini
s
'
emancipano
.
Sono
loro
che
annunciano
la
propria
venuta
in
hac
lacrymarum
valle
.
Il
babbo
non
è
che
il
loro
incaricato
di
affari
.
Provvede
i
cartoncini
lucidi
col
contorno
dorato
e
vi
fa
incidere
per
esempio
:
Guerrino
Meschino
saluta
col
suo
primo
vagito
gli
amici
della
mamma
e
del
babbo
.
Tal
paese
,
giorno
tale
,
anno
tale
,
ore
tante
.
oppure
:
Il
babbo
e
la
mamma
m
'
incaricano
di
dirle
,
signore
(
o
signora
)
,
ch
'
io
venni
al
mondo
ieri
,
ed
ho
bisogno
della
loro
amicizia
.
Guerrino
Meschino
,
e
la
data
.
Soltanto
alle
persone
che
si
vogliono
invitare
al
battesimo
si
manda
una
parola
d
'
invito
manoscritta
,
a
nome
del
babbo
e
della
mamma
.
Ma
prima
di
parlar
del
battesimo
,
mi
lascino
dire
,
signore
mie
,
che
dà
una
gran
buona
idea
dell
'
educazione
d
'
una
signora
,
l
'
udire
dalle
persone
che
ricevono
le
circolari
questi
commenti
:
*
Come
!
quella
signora
cuciva
un
corredino
?
Si
faceva
scorgere
così
poco
.
Non
ne
parlava
mai
.
Non
so
se
mi
spiego
,
e
non
vorrei
spiegarmi
troppo
in
questo
libro
.
Ma
debbono
comprendere
,
che
le
noie
ed
i
disturbi
che
accompagnano
le
fatiche
d
'
un
corredino
,
non
sono
argomento
interessante
nè
piacevole
in
compagnia
.
Debbono
tenerli
per
sè
,
come
un
ammalato
deve
serbare
a
sè
ed
al
suo
medico
le
geremiadi
delle
sue
sofferenze
.
Nulla
è
più
sconveniente
di
quelle
persone
sempre
discinte
,
sempre
sdraiate
,
che
intrattengono
tutti
delle
loro
nausee
,
delle
loro
piaghe
,
e
condannano
gli
amici
ed
i
figliuoli
degli
amici
,
a
certi
studi
fisiologici
o
patologici
,
non
compresi
nel
programma
della
loro
educazione
.
Quando
il
bambino
è
nato
bisogna
pensare
a
battezzarlo
.
Il
compare
e
la
comare
debbono
esser
stati
scelti
ed
avvertiti
da
un
pezzo
;
almeno
due
mesi
prima
.
È
un
incarico
che
impone
una
quantità
di
oneri
,
epperò
non
lo
si
deve
offrire
che
a
parenti
o
amici
intimi
,
di
quelli
che
si
può
essere
certi
che
lo
accetteranno
di
cuore
e
con
gioia
.
Bisogna
evitare
ugualmente
le
persone
d
'
una
ricchezza
troppo
superiore
a
quella
della
famiglia
del
bimbo
,
per
non
far
supporre
che
si
conti
sulle
loro
larghezze
;
e
quelle
troppo
ristrette
per
non
metterle
in
un
impegno
superiore
ai
loro
mezzi
.
*
*
*
Un
giovinotto
chiamato
una
volta
a
quella
cerimonia
,
mi
diceva
:
*
Ho
tanto
speso
perchè
quel
piccolo
monello
rinunciasse
alla
carne
,
che
mi
sono
ridotto
io
stesso
,
al
regime
dell
'
estratto
di
Liebig
.
Quando
però
una
persona
si
offre
di
fare
da
compare
o
da
comare
,
a
meno
d
'
aver
già
un
impegno
precedente
,
non
la
si
rifiuta
mai
.
Se
una
signora
,
pregata
di
far
da
comare
,
per
una
ragione
qualsiasi
,
non
può
accettare
;
deve
scusarsene
colla
massima
cortesia
,
esprimendo
i
motivi
del
rifiuto
,
in
modo
che
questo
non
si
possa
attribuire
a
cattiva
volontà
.
Per
lo
più
la
famiglia
del
nascituro
lascia
alla
comare
la
scelta
del
compare
.
Una
signorina
,
in
questo
caso
,
non
sceglie
mai
un
giovinotto
;
e
,
per
non
escludere
tutti
i
giovani
parenti
ed
amici
del
suo
futuro
figlioccio
,
rifiuterà
di
fare
quella
scelta
,
accettando
il
compare
che
la
famiglia
del
bambino
sceglierà
.
Le
signore
maritate
accetteranno
il
diritto
di
scelta
,
e
daranno
la
preferenza
a
quel
compare
che
potrà
,
a
loro
credere
,
essere
più
utile
al
bambino
,
e
più
accetto
ai
parenti
;
sempre
però
nella
cerchia
di
persone
che
le
verranno
indicate
come
disposte
ad
accettare
quell
'
incarico
.
La
comare
è
in
dovere
di
offrire
al
figlioccio
una
medaglia
d
'
oro
o
d
'
argento
,
con
un
bel
nastro
,
al
momento
del
battesimo
.
Dopo
tre
mesi
dovrà
regalargli
un
intero
costume
,
il
suo
primo
costume
da
passeggio
;
e
più
tardi
il
denteruolo
d
'
avorio
montato
in
argento
o
in
oro
,
col
nastro
per
portarlo
al
collo
.
Volendo
essere
più
generosa
,
potrà
,
alla
medaglia
,
offrire
anche
l
'
abito
da
battesimo
,
ed
il
guancialone
(
porte
enfant
.
)
Ma
questo
si
fa
soltanto
in
parentela
o
nella
massima
intimità
.
Ed
in
tal
caso
,
tutto
sarà
bianco
,
guarnito
con
nastri
color
di
rosa
per
una
bimba
,
azzurri
per
un
maschio
.
Non
essendo
in
molta
confidenza
,
e
volendo
abbondare
nei
doni
,
la
comare
darà
al
bambino
la
ciotola
d
'
argento
col
cucchiaino
e
la
sottocoppa
e
tutto
il
servizietto
delle
sue
pappe
future
.
La
comare
non
ha
obbligo
di
fare
doni
alla
partoriente
;
ma
,
ricevuta
la
nuova
del
parto
,
deve
mandarle
subito
un
mazzo
di
fiori
di
bulgaro
.
Il
compare
deve
regalare
alla
partoriente
una
coppa
colla
sottocoppa
ed
il
cucchiaio
,
ed
un
ovajolo
col
cucchiaino
da
ova
;
il
tutto
di
metallo
più
o
meno
prezioso
o
di
porcellana
,
a
seconda
dei
suoi
mezzi
e
della
sua
generosità
;
l
'
ovaiolo
sarà
con
vantaggio
mutato
in
un
intero
servizio
per
le
ova
.
In
parentela
e
nell
'
intimità
si
può
mutare
arbitrariamente
il
dono
,
tanto
più
se
si
tratta
d
'
una
madre
di
famiglia
,
che
ha
già
ricevute
tante
coppe
quante
sono
i
suoi
figli
,
e
non
può
essere
molto
contenta
di
veder
aumentarsi
quella
inutile
collezione
.
In
tal
caso
si
può
offrirle
una
cuffietta
di
trina
antica
o
moderna
,
per
le
visite
dei
quaranta
giorni
che
si
ricevono
in
cuffia
,
oppure
un
gioiello
colla
data
del
giorno
in
cui
è
nato
il
bimbo
.
In
alcuni
paesi
il
compare
fa
un
dono
alla
comare
,
ed
allora
la
comare
o
chi
per
lei
,
dà
un
pranzo
di
invito
in
onore
del
compare
,
e
questi
prende
posto
,
a
tavola
alla
destra
della
signora
o
della
signorina
,
che
gli
ha
fatto
l
'
onore
di
tenere
un
battesimo
con
lui
.
Il
dono
del
compare
deve
limitarsi
ad
una
confettiera
piena
di
dolci
,
che
può
essere
tanto
dì
cartone
e
raso
,
come
un
oggetto
d
'
arte
inapprezzabile
,
o
un
cofanetto
di
metallo
prezioso
,
ma
sempre
una
confettiera
.
Ad
un
battesimo
come
ad
un
matrimonio
una
signora
non
deve
mai
presentarsi
vestita
di
nero
,
si
diceva
fino
a
ieri
.
Da
oggi
la
moda
è
cambiata
;
ed
il
nero
è
quasi
il
colore
preferito
in
quelle
circostanze
.
La
durerà
questa
moda
?
Ne
dubito
.
Il
compare
,
uscendo
di
chiesa
,
dà
una
mancia
al
sagrestano
;
e
,
rientrando
in
casa
,
dice
qualche
parola
alla
nutrice
o
alla
bambinaia
raccomandandole
il
suo
figlioccio
,
e
le
pone
in
mano
un
dono
in
denaro
.
Lo
stesso
farà
colla
levatrice
.
Prima
della
cerimonia
,
compare
e
comare
debbono
imparar
bene
le
risposte
da
dare
al
sacerdote
,
le
formule
di
rinuncia
da
fare
in
nome
del
battezzato
,
gli
atti
di
rito
,
le
imposizioni
delle
mani
,
ecc
.
Sarebbe
scortese
verso
i
genitori
del
bambino
e
dimostrerebbe
di
prestarsi
di
mala
voglia
alla
cerimonia
chi
vi
andasse
senza
esservi
preparato
.
Generalmente
la
mamma
è
ammalata
quando
si
celebra
il
battesimo
,
per
cui
non
s
'
invitano
che
i
parenti
e
le
persone
di
grande
intimità
,
affine
di
evitare
i
rumori
che
le
riescirebbero
fatali
.
Se
il
battesimo
dev
'
essere
fatto
con
pompa
,
si
dà
l
'
acqua
al
bambino
,
e
si
differisce
la
cerimonia
fino
a
che
la
madre
sia
abbastanza
guarita
per
assistervi
.
Però
questo
non
si
fa
da
molti
.
Quelle
esistenze
pargolette
sono
così
fragili
,
che
difficilmente
una
mamma
si
mette
in
pericolo
di
veder
morire
il
suo
bambolìno
senza
battesimo
,
sebbene
alla
crudeltà
del
limbo
le
mamme
non
ci
credano
,
e
si
tengano
sicure
,
che
tutte
le
porte
del
paradiso
si
spalancherebbero
dinanzi
al
piccolo
innocente
,
per
lasciarvelo
svolazzare
nella
forma
idealmente
pura
d
'
una
testina
alata
.
La
mamma
non
è
obbligata
a
ricevere
il
compare
in
camera
finchè
sta
a
letto
.
Se
crede
però
di
farlo
nessun
riguardo
di
convenienza
vi
si
oppone
.
Ad
ogni
modo
sarà
il
solo
uomo
che
godrà
un
tale
privilegio
,
al
quale
la
comare
ha
diritto
.
Dopo
il
battesimo
,
il
padre
del
bambino
offrirà
un
rinfresco
al
compare
,
alla
comare
ed
agli
invitati
.
In
alcuni
paesi
si
suol
dare
un
pranzo
;
ma
da
noi
non
si
usa
prolungare
dei
complimenti
,
che
terrebbero
il
marito
lontano
dalla
moglie
in
momenti
,
in
cui
sentono
più
che
mai
l
'
uno
e
l
'
altra
il
bisogno
di
stare
uniti
,
di
comunicarsi
le
impressioni
di
quel
nuovo
amore
,
che
è
venuto
a
vincolare
maggiormente
le
loro
esistenze
.
Oltre
alle
carte
di
visita
in
risposta
all
'
annunzio
,
la
mamma
riceverà
una
visita
dalle
persone
più
intime
,
fra
quelle
a
cui
ha
comunicata
la
felice
novella
.
Se
la
sua
salute
glielo
permette
comincierà
a
ricevere
dopo
tre
settimane
dalla
nascita
del
bambino
.
Non
in
sala
però
,
ma
in
camera
da
letto
,
o
in
un
salottino
accanto
.
La
mamma
deve
avere
un
abito
sciolto
ad
accappatoio
,
ed
una
cuffietta
.
Nella
sua
abbigliatura
deve
dominare
l
'
azzurro
se
il
piccolo
angelo
che
dorme
accanto
a
lei
è
un
bambino
;
il
roseo
,
se
è
una
bambina
.
Il
personaggio
minuscolo
dovrà
essere
in
ordine
per
venir
presentato
alle
visitatrici
.
Lui
però
non
dovrà
darsene
pensiero
,
nè
prendersi
disturbo
di
sorta
.
Basta
che
,
steso
tra
i
merletti
della
sua
culla
,
si
degni
di
lasciarsi
ammirare
;
del
resto
può
gridare
,
dormire
,
e
fare
il
suo
comodo
in
tutta
l
'
estensione
del
termine
.
La
prima
visita
della
mamma
,
dopo
essere
stata
in
chiesa
a
rientrare
in
santo
,
dev
'
essere
per
la
comare
.
In
seguito
andrà
da
tutte
le
persone
che
sono
state
a
vederla
.
E
,
più
tardi
,
quando
il
bambino
comincerà
ad
uscire
,
dovrà
andare
con
lui
portato
dalla
nutrice
o
dalla
bambinaia
,
da
tutte
le
persone
che
hanno
salutato
con
una
visita
la
sua
venuta
nel
mondo
.
Per
riguardo
al
bambino
,
a
cui
si
debbono
evitare
gli
urti
dei
passeggieri
affrettati
,
la
signora
,
andando
a
piedi
in
istrada
,
cederà
sempre
la
destra
alla
persona
che
porta
il
suo
tesoro
.
*
*
*
Ed
il
bimbo
cresce
;
comincia
a
balbettare
;
ed
è
una
delizia
averlo
a
tavola
dove
mangia
un
po
'
di
tutto
,
e
discorre
....
E
tuttavia
se
si
hanno
persone
a
pranzo
che
non
siano
di
grande
intimità
,
mi
duole
il
dirlo
,
e
confesso
che
mi
duole
anche
il
vederlo
fare
,
non
l
'
approvo
,
ma
tuttavia
è
un
fatto
che
i
bimbi
non
si
mettono
a
tavola
.
Che
farci
?
Vi
sono
persone
intolleranti
,
a
cui
tutto
dà
fastidio
.
Un
bambino
durante
un
pranzo
,
fa
cadere
almeno
una
dozzina
di
volte
il
cucchiaino
,
il
pane
,
e
tutto
quello
che
ha
intorno
.
Vuol
pigliare
il
bicchiere
e
la
sua
manina
,
piccina
,
unta
,
inesperta
,
lo
lascia
scivolare
sulla
tovaglia
.
Se
qualche
cosa
gli
dà
noia
,
piange
.
Se
è
di
buon
umore
,
si
mette
a
galloriare
rumorosamente
,
senza
curarsi
d
'
interrompere
i
discorsi
;
anzi
,
più
la
conversazione
è
animata
più
grida
anche
lui
.
Per
me
,
tutte
queste
sono
delizie
,
e
non
pranzo
mai
tanto
bene
,
come
quando
vedo
la
tavola
contornata
di
testine
bionde
.
Ma
pare
che
sia
una
manìa
speciale
a
me
sola
,
o
a
ben
pochi
.
La
generalità
trova
che
i
bambini
disturbano
,
e
la
convenienza
vuole
che
non
si
mettano
a
tavola
se
non
si
è
in
famiglia
o
nella
massima
confidenza
;
e
così
sia
!
Si
fanno
però
entrare
alle
frutta
.
*
*
*
Ho
la
disgrazia
di
conoscere
una
signora
che
ha
sette
figli
.
La
maggiore
è
una
bimba
di
tredici
anni
;
il
più
piccino
è
un
baby
di
tre
anni
e
mezzo
.
La
natura
ha
data
a
tutta
quella
cara
marmaglia
una
memoria
straordinaria
,
per
la
massima
afflizione
degli
amici
di
casa
.
Si
esce
col
proposito
di
fare
almeno
quattro
visite
.
Ma
è
sabato
.
La
signora
Feconda
riceve
.
Si
sale
prima
da
lei
.
Dopo
un
quarto
d
'
ora
si
vorrebbe
congedarsi
.
*
No
;
aspetti
un
momento
.
Le
faccio
vedere
Lotto
(
Carlo
,
Carlotto
,
Lotto
)
e
Vevè
(
Vincenzo
,
derivazione
inesplicabile
)
che
non
sono
a
scuola
.
I
due
signorini
entrano
invariabilmente
col
naso
sporco
.
*
Salutate
la
signora
.
Come
si
dice
?
Buongiorno
,
ma
non
basta
,
Cosa
si
fa
?
Si
dà
un
bacio
alla
signora
.
La
signora
esita
un
momento
.
La
mamma
se
ne
accorge
.
*
Oh
ma
che
naso
avete
!
e
colla
sua
pezzuola
fa
la
pulizia
di
tutti
i
piccoli
nasi
,
e
non
transige
sul
bacio
.
*
Ed
ora
fatele
sentire
una
poesia
.
Prima
tu
,
Lotto
.
*
No
,
*
Sì
.
*
No
....
*
Dilla
,
e
la
signora
ti
dà
la
chicca
.
La
signora
non
ha
chicche
e
resta
mortificata
.
Intanto
tornano
gli
altri
cinque
figli
dalla
scuola
.
Un
bis
di
presentazioni
,
di
saluti
,
di
pulitura
di
nasi
;
e
poi
la
mamma
in
possesso
di
tutta
la
compagnia
,
dispone
le
cose
in
modo
,
che
,
col
buon
esempio
dei
grandi
destando
l
'
emulazione
nei
piccini
,
riesce
a
far
udire
,
alla
visitatrice
tutto
il
repertorio
delle
poesie
,
da
Lotto
che
diverte
balbettando
in
francese
:
"
Je
suis
un
enfant
gâté
De
jolie
figure
.
"
fino
alla
primogenita
,
che
fa
addormentare
recitando
tutta
la
Passione
di
Manzoni
,
di
cui
non
capisce
il
gran
nulla
.
Intanto
sono
le
cinque
;
le
altre
visite
sono
andate
a
monte
e
la
visitatrice
deve
ancora
leticare
colla
signora
Feconda
,
la
quale
vorrebbe
farle
sentire
che
la
signorina
dice
il
Natale
ancora
meglio
che
la
Passione
e
poi
eseguisce
una
sonata
....
e
che
Vevè
,
oltre
all
'
Ode
all
'
Italia
di
Leopardi
,
che
ha
declamata
,
sa
tutta
La
Charité
di
Victor
Hugo
in
francese
.
E
la
lascia
partire
a
stento
promettendo
però
di
renderle
visita
accompagnata
da
tutta
la
sua
dotta
prole
,
per
darle
una
rappresentazione
a
domicilio
.
Ah
signore
mamme
!
Lo
sanno
pure
quanto
noi
siamo
di
difficile
contentatura
in
fatto
di
recitazione
!
Io
confesso
che
,
prima
di
decidere
se
prenderò
l
'
abbonamento
al
Manzoni
ho
bisogno
di
sapere
chi
sono
tutti
gli
artisti
della
compagnia
....
Si
figurino
se
posso
divertirmi
alle
declamazioni
delle
loro
piccole
gioie
!
Udrò
sempre
volentieri
l
'
enfant
gâté
de
jolie
figure
a
dirmi
:
"
J
'
aime
les
petits
pâtés
et
les
confitures
,
Si
vous
voulez
m
'
en
donner
Je
saurai
bien
les
manger
.
"
Ma
,
lo
ripeto
,
io
faccio
eccezione
per
la
passione
che
ebbi
sempre
pei
bambini
.
Stiano
certi
che
alla
generalità
i
loro
bimbi
saranno
tanto
più
accetti
e
simpatici
quanto
meno
reciteranno
,
e
quanto
più
brevi
saranno
le
loro
permanenze
in
salotto
.
Da
qualche
tempo
gl
'
italiani
si
sono
accorti
che
la
nostra
lingua
è
bella
,
armoniosa
e
ricca
,
e
sopratutto
che
è
la
nostra
lingua
,
e
prima
di
guastare
la
pronunzia
dei
bambini
avvezzandoli
alle
lingue
straniere
,
li
avvezzano
a
parlar
bene
l
'
italiano
.
È
un
uso
da
raccomandarsi
caldamente
.
Come
pure
è
da
raccomandare
che
non
si
facciano
parlare
ai
figlioli
le
lingue
straniere
che
sanno
o
che
imparano
,
quando
sono
presenti
persone
estranee
alla
famiglia
.
Oltre
ad
essere
un
'
affettazione
vana
,
può
anche
darsi
il
caso
che
metta
nell
'
imbarazzo
un
fior
di
galantuomo
che
senza
valer
meno
di
nessuno
per
intelligenza
,
non
ha
imparate
le
lingue
straniere
.
*
*
*
Ed
ora
le
loro
bimbe
si
sono
fatte
grandi
.
Sono
signorine
.
Bisogna
aver
pazienza
,
signore
mamme
,
e
cangiar
modo
di
vivere
.
L
'
abbonamento
alla
commedia
bisogna
lasciarlo
,
le
signorine
non
vanno
alla
commedia
,
ed
una
mamma
per
bene
,
non
le
lascia
sole
tutta
la
serata
in
casa
per
andarci
lei
.
Può
condurla
al
pattinaggio
,
al
gioco
del
lawn
-
tennis
,
all
'
opera
;
ai
balli
di
famiglia
,
e
dopo
i
sedici
anni
,
anche
ai
grandi
balli
.
*
Ma
,
*
scusino
,
mi
rincresce
dirlo
,
so
che
è
un
sacrifizio
;
*
tuttavia
....
che
farci
.
Una
mamma
che
accompagna
una
signorina
non
deve
nè
ballare
,
nè
pattinare
,
nè
giocare
al
lawn
tennis
.
*
Quando
è
decrepita
forse
?
Nossignora
,
anche
quando
non
lo
è
.
*
Ma
io
sono
tutt
'
altro
che
vecchia
....
*
Lo
so
,
si
figuri
!
Chi
mai
è
vecchio
a
questo
mondo
?
Ma
lei
accompagna
una
signorina
....
*
Ma
io
non
ho
che
trentanove
anni
,
undici
mesi
e
ventinove
giorni
.
*
Ma
accompagna
....
*
Una
signorina
,
ho
capito
;
ma
,
dacchè
son
giovine
anch
'
io
....
*
Ma
!
Del
resto
possono
ballare
,
se
vogliono
,
e
giocare
e
pattinare
.
Chiunque
possiede
due
gambe
,
e
due
braccia
,
può
fare
tutte
queste
cose
.
Ma
allora
non
mi
domandino
se
è
conveniente
.
Altrimenti
sono
costretta
a
dire
di
no
.
Una
signora
che
accompagna
una
signorina
non
deve
prendere
parte
attiva
ai
divertimenti
giovanili
ai
quali
prende
parte
sua
figlia
;
eccettuato
alle
commedie
da
salotto
ed
ai
concerti
se
sa
di
musica
perchè
l
'
arte
è
di
tutte
le
età
.
*
*
*
I
maestri
a
cui
una
madre
affida
l
'
istruzione
ed
in
parte
l
'
educazione
dei
suoi
figli
,
debbono
godere
tutta
la
sua
stima
e
la
sua
fiducia
.
Dovrà
dunque
accompagnare
in
persona
per
la
prima
volta
i
fanciulli
alla
scuola
,
ed
in
seguito
fare
ai
maestri
quelle
visite
di
dovere
,
che
fa
ai
vecchi
parenti
ed
ai
superiori
.
Se
i
professori
dei
figli
sono
giovani
e
la
madre
pure
è
ancora
giovine
,
supplirà
alle
visite
di
dovere
che
non
può
fare
,
invitandoli
alle
sue
riunioni
.
Molte
signore
,
che
sono
pure
educate
e
gentili
,
hanno
l
'
imprudenza
d
'
incaricare
i
loro
bambini
stessi
di
presentare
ai
maestri
i
doni
che
vogliono
offrir
loro
in
segno
di
riconoscenza
,
al
capo
d
'
anno
o
al
finire
delle
scuole
.
Ed
i
bambini
ne
fanno
un
mondo
di
piccoli
pettegolezzi
.
*
Tu
cos
'
hai
portato
alla
maestra
?
*
Un
ventaglio
d
'
avorio
.
E
tu
?
*
Oh
,
io
le
ho
dato
un
braccialetto
;
costa
tanto
.
*
Io
l
'
orologio
colla
catena
.
Coi
maestri
bisogna
esser
generosi
se
si
vogliono
avere
i
premi
.
L
'
ha
detto
la
mia
mamma
.
Quante
cose
dicono
le
mamme
che
farebbero
assai
meglio
a
tenere
per
sè
!
Che
i
bambini
non
odano
mai
discorrere
dell
'
onorario
dei
maestri
,
del
prezzo
delle
lezioni
,
Se
v
'
ha
un
punto
su
cui
sono
inclinata
a
convenire
con
Rousseau
,
nella
sua
idea
che
l
'
uomo
nasce
con
tutti
gli
istinti
buoni
,
e
la
società
lo
corrompe
,
è
l
'
apprezzamento
del
denaro
.
Non
so
se
tutti
i
bambini
siano
come
eravamo
le
mie
compagne
ed
io
.
Ma
noi
mentre
nutrivamo
un
'
ammirazione
stupida
per
la
ricchezza
,
come
idea
astratta
e
nelle
sue
manifestazioni
di
lusso
,
avevamo
una
specie
di
ribrezzo
pel
denaro
.
Ci
umiliava
come
un
errore
,
ci
faceva
arrossire
come
una
vergogna
.
Una
volta
andai
con
altre
fanciulle
della
mia
età
,
ad
un
breve
corso
di
lezioni
di
rammendo
.
Erano
otto
lezioni
.
All
'
ultima
la
mia
mamma
,
che
era
sofferente
e
non
poteva
uscire
,
mi
diede
i
denari
da
consegnare
alla
maestra
.
Le
mamme
delle
mie
compagne
avevano
fatto
lo
stesso
colle
loro
figlie
.
Quella
maestra
nomade
,
uccello
di
passaggio
,
autorizzava
forse
ai
loro
occhi
un
tratto
meno
delicato
.
Noi
ci
consultammo
prima
della
lezione
:
*
Tu
come
fai
?
Osi
darle
il
denaro
in
mano
?
*
Io
no
,
non
oso
.
*
E
neppur
io
.
E
neppur
io
.
Ci
sembrava
di
avvilirla
.
Come
fare
?
La
maestra
aveva
una
piccola
scrivania
.
*
Se
mettessimo
il
denaro
qui
dentro
?
dissi
io
.
Lo
troverebbe
da
sè
e
noi
non
s
'
avrebbe
la
vergogna
di
darglielo
.
Tutte
d
'
accordo
mettemmo
i
quattrini
sotto
la
ribalta
della
scrivania
e
non
ci
pensammo
più
.
Due
giorni
dopo
la
maestra
,
che
doveva
partire
,
mandò
a
tutti
i
nostri
parenti
la
carta
di
visita
pregandoli
a
voler
saldare
la
loro
piccola
partita
.
*
Cos
'
era
stato
?
Cos
'
era
avvenuto
dei
denari
?
Come
!
Li
avevamo
messi
là
,
in
un
luogo
aperto
?
Alla
guardia
di
Dio
?
E
si
era
figurato
tutti
male
presso
quella
maestra
,
che
aveva
dovuto
domandare
il
suo
compenso
....
Grande
agitazione
nelle
famiglie
.
Il
fatto
era
che
la
maestra
aveva
fatto
imballare
la
scrivania
senza
sollevarne
la
ribalta
,
ed
i
quattrini
dormivano
là
dentro
al
sicuro
d
'
ogni
pericolo
.
Ma
a
noi
fece
un
'
impressione
punto
poetica
,
il
vedere
genitori
e
maestra
,
in
tanta
agitazione
per
quella
miserabile
questione
di
dare
e
d
'
avere
.
E
,
sopportando
i
loro
rimproveri
,
avevamo
un
'
idea
vaga
che
vi
fosse
più
nobiltà
nella
nostra
sprezzante
noncuranza
,
che
nella
loro
esattezza
.
I
fanciulli
non
possono
farsi
un
'
idea
delle
necessità
materiali
dei
maestri
,
che
vedono
vestire
e
trattarsi
come
i
loro
parenti
.
E
,
se
quell
'
idea
se
la
facessero
,
il
prestigio
dei
maestri
sarebbe
distrutto
.
Tocca
alle
mamme
il
conservarlo
intatto
non
immischiando
mai
i
loro
figli
nei
rapporti
d
'
interesse
coi
loro
superiori
.
Se
i
figlioli
sono
in
collegio
fuori
di
paese
,
la
mamma
supplirà
con
lettere
e
carte
da
visita
alle
cortesie
che
dovrebbe
fare
personalmente
ai
maestri
.
Le
lettere
dirette
ai
figli
ed
ai
maestri
non
dovranno
mai
essere
chiuse
nella
stessa
busta
;
e
scrivendo
ai
fanciulli
non
si
accennerà
mai
ai
doni
che
si
possono
aver
fatti
ai
loro
superiori
.
Oltre
l
'
educazione
della
scuola
e
del
collegio
,
le
signorine
hanno
le
lezioni
di
musica
,
di
disegno
,
di
lingue
straniere
,
che
prendono
a
domicilio
,
e
continuano
fino
a
tempo
indeterminato
.
Molte
signore
,
che
escluderebbero
con
orrore
dall
'
amicizia
delle
loro
figliole
una
signorina
,
di
cui
si
dicesse
che
riceve
visite
di
uomini
quando
sua
madre
non
è
in
casa
,
lasciano
poi
quelle
figliuole
impeccabili
,
sole
durante
un
'
ora
col
maestro
di
pianoforte
e
di
lingua
inglese
.
È
troppo
spingere
la
fiducia
ed
il
rispetto
,
signore
mie
.
I
maestri
sono
uomini
come
gli
altri
,
ed
una
madre
per
bene
non
deve
mai
mancare
di
assistere
alle
lezioni
delle
sue
figlie
.
Se
è
occupata
,
se
ha
una
visita
,
si
fa
supplire
all
'
assistenza
della
lezione
,
o
la
differisce
.
*
*
*
Nei
collegi
si
fanno
le
conoscenze
senza
tante
formalità
,
per
cui
accade
spesso
che
due
giovinetti
o
due
giovinette
stringano
una
relazione
intima
sebbene
le
loro
famiglie
non
si
conoscano
.
In
tal
caso
,
quando
i
ragazzi
escono
di
collegio
,
prese
le
debite
informazioni
,
toccherà
alla
madre
più
attempata
,
o
a
quella
che
occupa
una
situazione
più
elevata
,
a
fare
il
primo
passo
,
mandando
la
carta
di
visita
con
qualche
parola
d
'
invito
all
'
altra
mamma
,
la
quale
risponderà
subito
con
una
visita
;
non
mai
con
una
carta
.
Se
una
signora
invita
delle
signorine
a
passar
qualche
tempo
in
casa
sua
,
dovrà
esercitare
su
di
loro
la
stessa
sorveglianza
che
esercita
sulle
sue
figlie
:
assistere
alle
loro
lezioni
,
accompagnarle
;
e
se
ha
dei
figli
grandi
,
vigilarne
il
contegno
rigorosamente
,
in
modo
che
le
ospiti
non
abbiano
a
trovarsi
,
neppur
un
momento
,
in
una
falsa
situazione
.
La
regola
più
sicura
e
migliore
è
di
non
offrire
ospitalità
a
signorine
quando
si
hanno
in
casa
giovinotti
,
e
di
non
offrire
ospitalità
a
giovinotti
quando
si
hanno
in
casa
signorine
.
Se
poi
è
sua
figlia
che
accetta
l
'
ospitalità
in
casa
altrui
,
la
mamma
deve
provvederla
di
denaro
,
perchè
possa
largheggiare
di
mance
colle
persone
di
servizio
.
Su
questo
punto
,
nessuna
economia
.
Non
dimenticherò
mai
un
signore
molto
ricco
,
il
quale
venne
a
passare
dieci
giorni
in
una
villa
dove
ero
ospite
anch
'
io
.
Nel
partire
avvertì
pomposamente
la
cameriera
,
in
modo
che
tutti
potessero
udire
,
che
aveva
lasciato
in
camera
qualche
cosa
per
lei
.
Ed
infatti
trovò
venti
centesimi
accuratamente
avvolti
in
una
carta
.
La
padrona
di
casa
era
una
persona
educatissima
,
che
non
si
sarebbe
mai
immischiata
di
certi
particolari
.
Ma
quella
volta
non
seppe
resistere
.
Quando
la
cameriera
,
sicura
del
successo
,
osò
venire
nel
salotto
,
dove
stavamo
lavorando
,
a
dirci
quella
novella
,
vi
fu
uno
scoppio
d
'
ilarità
spontanea
e
generale
,
in
barba
alle
convenienze
.
Quell
'
ospite
aveva
fatto
il
primo
passo
,
e
le
sconvenienze
sono
come
le
ciliege
,
una
tira
l
'
altra
,
e
non
si
sa
più
dove
si
va
a
finire
.
*
*
*
"
Otez
de
la
vie
le
c
ur
qui
vous
aime
,
qu
'
en
reste
t
il
?
"
Cosa
ci
resta
,
mie
signore
,
quando
si
perde
lo
sposo
a
cui
eravamo
unite
per
la
vita
,
i
genitori
che
furono
il
primo
dei
nostri
amori
,
i
figli
che
furono
l
'
ultimo
?
Cosa
ci
resta
?
Nulla
.
Il
dolore
e
null
'
altro
.
Eppure
si
lesina
il
tempo
al
lutto
dei
più
prossimi
,
de
'
più
cari
.
Il
lutto
che
si
usa
da
noi
è
scarso
.
Una
vedova
,
un
vedovo
,
parlo
della
Lombardia
,
portano
il
lutto
un
anno
.
Un
anno
!
Tutti
gli
anni
del
nostro
avvenire
che
avevamo
promessi
,
giurati
ad
uno
sposo
,
glieli
ritogliamo
,
perchè
la
sventura
l
'
ha
colpito
,
perchè
non
è
più
a
pagarceli
con
altrettanto
del
suo
tempo
,
del
suo
amore
.
Un
anno
solo
!
e
dopo
un
anno
le
vedove
possono
danzare
,
i
vedovi
possono
vestire
la
casacca
d
'
arlecchino
.
Chi
muor
muore
,
e
chi
vive
si
fa
cuore
.
Oh
!
chi
mi
rende
l
'
eroica
poesia
del
rogo
,
e
le
vedove
entusiaste
che
si
bruciano
sul
cadavere
del
marito
?
A
patto
ben
inteso
,
che
i
vedovi
si
brucino
un
pochino
anche
loro
sul
rogo
delle
mogli
.
Ma
per
tornare
alle
convenienze
sociali
,
le
vedove
che
non
desiderano
di
bruciarsi
,
possono
farne
a
meno
senza
mancare
di
civiltà
.
E
,
quanto
al
lutto
,
possono
uniformarsi
agli
usi
del
paese
dove
vivono
.
Sono
libere
però
di
prolungarlo
,
non
di
abbreviarlo
.
In
Francia
,
ed
anche
in
Piemonte
,
il
lutto
da
vedova
è
di
due
anni
.
Il
primo
anno
tutto
in
lana
nero
,
con
gran
velo
vedovile
che
copre
quasi
tutta
la
persona
.
È
sempre
il
costume
del
rogo
;
nobile
,
pittoresco
,
solenne
,
senza
gale
,
senza
vetro
nero
lucente
;
la
tetra
divisa
del
dolore
.
È
così
ch
'
io
comprendo
la
sposa
d
'
un
morto
.
Ma
il
secondo
anno
,
anche
in
Francia
e
dappertutto
,
comincia
un
crescendo
di
luce
,
di
tinte
:
il
velo
scompare
,
le
gramaglie
cedono
il
posto
alla
faglia
di
Lione
,
al
taffetà
di
Napoli
,
neri
,
ma
lucidi
;
e
comincia
a
fremere
in
fondo
una
gala
e
poi
un
'
altra
.
Poi
,
dopo
sei
mesi
,
compare
un
solino
bianco
,
coi
relativi
polsini
:
e
dopo
tre
mesi
ancora
,
un
abito
bigio
,
violetto
....
E
poi
è
finito
.
Ci
si
mette
un
anno
di
più
,
ma
ci
si
arriva
sempre
alla
casacca
d
'
arlecchino
.
*
Ma
cosa
pretende
,
marchesa
?
Che
si
vesta
di
nero
tutto
il
resto
dei
nostri
giorni
,
perchè
s
'
è
avuto
la
disgrazia
....
*
Io
?
Chi
lo
ha
detto
?
Nemmen
per
sogno
.
Io
non
ho
opinioni
.
Cito
le
regole
,
e
basta
.
Da
noi
il
lutto
da
vedova
è
d
'
un
anno
.
Si
può
fare
il
secondo
semestre
col
mezzo
lutto
.
Ma
non
è
più
di
moda
.
Dunque
un
anno
di
lutto
;
e
non
c
'
è
morto
per
bene
che
abbia
diritto
di
lagnarsi
della
propria
moglie
.
Il
lutto
pel
babbo
,
la
mamma
,
i
nonni
è
pure
d
'
un
anno
.
Pei
fratelli
,
le
sorelle
,
gli
zii
,
è
di
sei
mesi
.
Pei
cugini
,
i
cognati
,
tre
mesi
soltanto
.
Per
una
persona
da
cui
si
eredita
si
porta
un
lutto
almeno
di
tre
mesi
.
La
servitù
d
'
una
famiglia
in
lutto
grave
,
deve
pure
essere
in
lutto
.
E
questo
si
fa
,
beninteso
,
a
spese
dei
padroni
.
*
Scusi
,
marchesa
,
non
ha
parlato
della
somma
delle
sventure
:
una
madre
a
cui
muore
un
bimbo
....
*
Ebbene
,
lo
fa
seppellire
.
*
Ma
il
lutto
?
*
Il
lutto
?
Ma
che
,
le
pare
?
Non
si
usa
.
Se
lei
,
signora
lettrice
,
dovesse
perdere
quel
suo
cherubino
biondo
,
il
giorno
dopo
si
vestirebbe
come
il
giorno
prima
.
I
selvaggi
,
gli
Esquimesi
,
ed
anche
i
chimpansé
,
quando
perdono
i
loro
figli
si
rotolano
per
terra
,
si
coprono
il
capo
di
polvere
.
Sono
i
loro
segni
di
lutto
,
e
,
da
veri
barbari
,
li
dànno
pei
figli
come
pei
padri
.
Ma
noi
,
gente
civile
,
abbiam
trovato
il
pelo
nell
'
ovo
.
Noi
sappiamo
che
i
genitori
sono
superiori
ai
loro
figli
,
ed
i
superiori
non
portano
il
lutto
per
gli
inferiori
.
Superiori
?
Inferiori
?
Davanti
ad
un
morto
?
Ed
una
madre
potrà
pensar
questo
?
E
non
si
coprirà
tutta
di
nero
!
e
non
si
circonderà
di
un
lutto
rigoroso
,
lei
che
ha
nel
cuore
il
più
grande
dei
lutti
umani
,
il
più
grande
degli
umani
dolori
?
"
Oh
mondo
bello
,
tu
sei
pien
d
'
orror
!
"
Ma
mi
perdonino
questa
scappatina
di
sentimento
.
Il
mio
compito
era
soltanto
di
dire
,
che
le
mamme
ed
i
babbi
non
hanno
nessun
dovere
di
portare
il
lutto
pei
loro
figli
;
però
,
se
arbitrariamente
volessero
portarlo
,
come
molti
fanno
,
i
codici
non
hanno
pena
speciale
per
questo
delitto
.
Oltre
ai
lutti
di
famiglia
vi
sono
lutti
di
circostanza
.
Una
signora
,
invitata
alle
esequie
d
'
un
conoscente
,
deve
andarci
tutta
vestita
di
nero
,
e
se
la
stagione
lo
permette
,
col
velo
invece
del
cappello
.
Altrimenti
coprirà
il
cappello
con
un
velo
nero
.
Quando
si
ha
la
disgrazia
di
portare
un
lutto
nazionale
,
la
durata
del
lutto
per
una
signora
dipende
in
gran
parte
dalla
situazione
del
marito
.
Ad
ogni
modo
però
,
non
essendovi
una
regola
prestabilita
per
queste
dolorose
circostanze
,
sarà
bene
uniformarsi
alle
disposizioni
che
sono
prese
al
momento
dalla
generalità
,
e
peccare
piuttosto
per
eccesso
che
per
difetto
.
Il
lutto
quaresimale
si
porta
rigorosamente
soltanto
nella
settimana
santa
.
Vi
sono
alcune
signore
che
vestono
di
nero
tutta
la
quaresima
.
In
tal
caso
però
bisogna
astenersi
dalle
feste
e
dai
balli
,
oppure
deporre
il
lutto
in
quelle
circostanze
.
Il
ballo
non
è
certamente
in
nessuna
epoca
una
mortificazione
quaresimale
,
e
sarebbe
assurdo
portarvi
un
abito
di
penitenza
e
di
divozione
,
che
vi
figurerebbe
come
un
arlecchino
a
servire
la
Messa
.
*
*
*
Per
le
mamme
,
come
pei
confessori
,
vi
sono
dei
casi
riservati
.
Non
per
tutte
,
fortunatamente
,
ma
pur
troppo
per
alcune
.
Cominciano
sempre
da
una
scoperta
dalla
mamma
,
a
cui
tiene
dietro
la
recitazione
,
a
porte
chiuse
,
di
pochi
versi
di
Molière
:
"
La
mamma
.
Le
deviez
vous
aimer
,
impertinente
?
La
figliola
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Hélas
!
Est
ce
que
j
'
en
puis
mais
?
Lui
seul
en
est
la
cause
Et
je
n
'
y
songeais
pas
lorsque
se
fit
la
chose
.
"
Ed
intanto
una
letterina
della
figliola
,
o
magari
la
sua
fotografia
,
sono
nelle
mani
d
'
un
giovane
che
potrebbe
essere
imprudente
,
e
che
,
ad
ogni
modo
,
se
non
la
domanda
in
isposa
,
non
ha
nessuna
ragione
di
tenerle
.
E
la
ragazza
ci
pensa
,
e
ne
soffre
per
quell
'
implacabile
"
Amor
che
a
nullo
amato
amar
perdona
.
"
In
tal
caso
una
madre
veramente
ammodo
non
ne
parla
a
suo
marito
per
non
esporlo
a
quistioni
.
Non
ricorre
a
terze
persone
che
,
per
quanto
parenti
od
amiche
,
sono
sempre
di
troppo
in
un
segreto
,
in
cui
è
impegnato
il
decoro
di
sua
figlia
"
Io
della
vita
nella
dubbia
via
Il
peso
porterò
delle
tue
pene
.
"
È
la
santa
missione
della
madre
.
Tocca
a
lei
sola
quel
peso
.
Deve
scrivere
al
giovine
,
parlargli
a
cuore
aperto
:
"
Avete
tolta
alla
mia
figliola
la
pace
del
cuore
.
Avete
fatto
male
.
E
lei
pure
ha
fatto
male
scrivendovi
.
Ma
voi
avete
più
esperienza
di
lei
.
Voi
sapete
che
,
senza
averla
domandata
a
suo
padre
,
e
senza
esserle
fidanzato
non
avete
diritto
a
quella
corrispondenza
.
So
che
non
abusereste
dell
'
imprudenza
d
'
una
giovinetta
per
comprometterla
;
ma
una
lettera
si
può
perdere
,
è
cosa
troppo
delicata
.
Siate
generoso
.
Rendetela
a
me
....
"
Non
bisogna
incoraggiarlo
(
pregarlo
sarebbe
una
enormità
)
a
domandare
la
fanciulla
in
isposa
.
Una
madre
non
offre
mai
sua
figlia
a
nessuno
.
Se
n
'
è
innamorato
davvero
,
nel
restituire
la
corrispondenza
clandestina
alla
madre
,
il
giovinotto
le
scriverà
delle
scuse
,
una
confessione
generale
,
e
le
chiederà
il
permesso
di
domandare
a
suo
marito
la
mano
della
figlia
;
o
,
se
la
signora
è
vedova
,
la
domanderà
a
lei
stessa
.
Se
è
innamorato
,
ed
ha
cercato
d
'
illudere
una
giovinetta
senza
scopo
e
senza
passione
,
è
meglio
che
se
ne
vada
:
un
uomo
sleale
non
sarebbe
mai
un
buon
marito
.
Ad
ogni
modo
,
il
passo
fatto
dalla
mamma
non
può
essere
infruttuoso
,
nè
compromettente
.
Ho
conosciuto
dei
giovani
che
hanno
abusato
delle
lettere
d
'
una
signorina
.
Non
ne
ho
conosciuto
mai
nessuno
capace
di
abusare
di
quella
di
sua
madre
.
E
se
un
simile
essere
,
per
una
mostruosa
eccezione
,
esistesse
,
per
fortuna
non
viviamo
tra
i
barbari
;
alla
prima
parola
troverebbe
un
gentiluomo
per
dargli
una
buona
lezione
.
Io
stessa
ebbi
qualche
volta
l
'
occasione
di
assumere
quel
penoso
incarico
per
giovinette
amiche
prive
di
madre
,
e
,
sia
detto
ad
onore
dei
nostri
giovinotti
,
fui
corrisposta
sempre
con
cortesia
,
lealtà
,
rispetto
.
Dopo
un
fatto
simile
,
dovunque
si
scontri
col
giovine
imprudente
,
una
signora
dovrà
essere
la
prima
a
fargli
comprendere
che
è
disposta
a
salutarlo
.
Nel
caso
in
cui
un
matrimonio
si
sciogliesse
dopo
che
la
sposa
ha
già
ricevuti
i
doni
,
toccherà
alla
madre
il
rimandarli
allo
sposo
,
con
tutti
quelli
che
lui
avesse
offerti
agli
altri
membri
della
famiglia
,
e
con
un
suo
biglietto
dignitoso
,
in
cui
lo
dispensa
,
per
riguardi
che
deve
comprendere
,
da
qualunque
visita
o
saluto
.
Cesserà
pure
dalle
visite
alla
famiglia
ed
ai
parenti
di
lui
;
non
manderà
più
a
loro
carte
,
nè
annunci
in
nessuna
circostanza
,
finchè
la
fanciulla
non
sarà
maritata
;
però
,
scontrandoli
,
non
eviterà
di
salutarli
.
PARTE
QUINTA
CAPELLI
BIANCHI
CAPITOLO
UNICO
.
La
vecchia
.
Invecchiare
*
Toletta
*
Suocera
*
Divertimenti
*
Ospitalità
.
Quando
la
vecchiezza
si
annuncia
francamente
,
quando
accetta
con
coraggio
i
suoi
capelli
bianchi
e
le
sue
rughe
,
chi
non
l
'
ammira
?
chi
non
l
'
ama
?
chi
non
le
si
inginocchia
dinanzi
,
per
ripeterle
con
un
poeta
gentile
:
"
Oh
lieta
casa
!
Oh
nido
fortunato
Su
cui
tu
stendi
l
'
ali
!
"
Sgraziatamente
,
le
signore
che
sanno
invecchiare
decorosamente
sono
così
poche
....
Ve
ne
sono
di
quelle
che
credono
ringiovanire
vestendosi
come
l
'
ultimo
figurino
,
o
imponendo
ai
poveri
ballerini
di
trascinarle
in
giro
nelle
feste
da
ballo
....
Altre
ripetono
a
tutte
le
ore
che
si
sono
maritate
giovani
,
giovanissime
,
bambine
;
se
ne
ricordano
appena
,
anzi
,
non
se
ne
ricordano
affatto
;
non
farebbe
loro
meraviglia
,
se
udissero
dire
che
sono
nate
maritate
.
E
così
si
diventa
mamme
all
'
età
di
giocare
alla
bambola
,
si
è
nonne
a
vent
'
anni
,
e
s
'
invecchia
presto
.
Tutte
Nonne
scellerate
.
Poi
vi
sono
quelle
che
propongono
di
non
parlar
mai
dei
propri
anni
,
come
se
quel
silenzio
dovesse
impedire
agli
altri
di
pensarci
.
E
poi
quelle
che
,
all
'
opposto
,
si
scelgono
una
età
primaverile
e
ne
parlano
continuamente
,
persuase
che
,
a
forza
di
sentirla
dire
,
si
finirà
per
crederci
.
È
un
risultato
che
ottengono
unicamente
sopra
se
stesse
.
Quasi
sempre
riescono
a
credere
davvero
di
avere
l
'
età
che
confessano
,
ed
agiscono
giovanilmente
che
è
una
pietà
.
Ho
udita
non
poche
volte
una
signora
di
settantacinque
anni
,
dire
con
molte
smorfiette
graziose
:
*
Eh
!
non
sono
più
giovine
,
cara
signora
.
Quando
si
è
fra
i
trentacinque
e
i
quaranta
...
!
Aveva
spezzata
la
cifra
e
vi
si
era
posta
in
mezzo
;
ed
erano
per
lo
meno
dieci
anni
che
stava
in
quel
bivio
,
fra
i
trentacinque
ed
i
quaranta
,
senza
aver
il
coraggio
di
riunirli
.
E
quando
fu
per
morire
chiamò
il
suo
figlio
primogenito
(
aveva
dei
figli
!
)
e
gli
espose
la
sua
ultima
volontà
:
che
sulla
lapide
,
sull
'
epitaffio
,
sugli
annunci
funebri
non
le
si
attribuissero
più
di
quarantacinque
anni
.
Povera
donna
!
Davanti
alla
solennità
della
morte
aveva
varcato
il
Rubicone
,
aveva
accettato
un
lustro
di
più
....
Ma
non
aveva
potuto
andare
più
in
là
.
Si
può
morire
,
ma
non
invecchiare
.
Del
resto
,
è
una
debolezza
innocente
.
Alle
volte
accade
che
col
passare
degli
anni
le
forze
non
diminuiscono
,
sovente
la
salute
si
rinfranca
;
i
figlioli
,
cresciuti
bene
,
danno
minori
pensieri
e
maggiori
gioie
,
le
condizioni
finanziarie
migliorano
,
e
la
mamma
,
la
nonna
sessagenaria
,
si
sente
ancora
piena
d
'
energia
,
di
buon
umore
;
si
sente
giovine
....
Chi
ha
sofferto
per
le
debolezze
peggiori
dell
'
umanità
,
che
si
chiamano
invidia
,
odio
,
calunnia
,
menzogna
,
che
inducono
ad
atti
ignobili
e
perfidi
,
si
sente
il
cuore
pieno
d
'
indulgenza
pei
peccati
veniali
delle
povere
donne
,
che
,
senza
far
male
a
nessuno
,
vorrebbero
galvanizzare
la
bellezza
e
la
gioventù
:
le
due
fonti
di
ogni
umana
gioia
!
Ma
senza
arrogarmi
il
diritto
di
giudicarle
,
cito
qui
,
per
adempiere
al
compito
assunto
,
le
regole
che
i
galatei
stabiliscono
per
le
signore
che
hanno
varcata
la
sessantina
.
Una
signora
vecchia
dovrebbe
avere
il
coraggio
di
confessarsi
vecchia
,
di
parlare
,
di
agire
come
tale
.
Le
mode
non
sono
fatte
pei
capelli
bianchi
.
Non
è
necessario
che
una
vecchia
si
vesta
come
un
figurino
antico
;
no
,
ma
non
deve
vestire
come
nessun
figurino
.
Abiti
scuri
,
lisci
,
per
uscire
;
abiti
neri
o
bianchi
lunghissimi
per
casa
.
Nulla
s
'
adatta
meglio
alla
vecchiaia
che
la
maestà
dello
strascico
,
ed
il
bianco
non
disdice
a
nessuna
età
.
Le
bizzarrie
di
rigonfi
,
di
groppe
,
di
cerchi
,
di
toupé
,
che
appaiono
tratto
tratto
nelle
nostre
mode
,
le
esagerazioni
d
'
ogni
maniera
,
sono
sempre
ridicole
per
una
vecchia
:
la
moda
non
la
giustifica
di
portarle
.
L
'
unica
moda
delle
vecchie
,
sempre
uguale
,
sempre
bella
è
la
dignità
.
Una
cuffietta
quand
'
è
in
casa
.
Mantelletto
ampio
o
scialle
per
uscire
,
e
cappello
serio
.
Un
cappello
di
dimensioni
giuste
,
che
calzi
,
che
copra
gli
orecchi
.
Vogliono
crederlo
a
me
,
che
ho
più
d
'
un
secolo
d
'
osservazione
,
e
che
amo
e
venero
la
vecchiaia
?
Ebbene
,
vestite
così
sembrano
avere
dieci
anni
di
meno
;
e
vestite
alla
moda
,
grazie
al
penoso
contrasto
tra
la
novità
del
vestire
e
l
'
antichità
della
persona
,
acquistano
dieci
anni
di
più
.
*
*
*
La
grande
rinomanza
di
Noemi
per
l
'
affetto
che
seppe
ispirare
a
Ruth
,
ci
prova
quanto
siano
rare
le
signore
che
sanno
comprendere
bene
la
loro
situazione
di
suocera
.
Eppure
sarebbe
tanto
facile
....
accettare
pienamente
la
loro
parte
di
maternità
verso
la
nuora
.
Non
altro
.
Ma
la
parte
di
maternità
invecchia
.
L
'
ostacolo
è
sempre
là
.
Col
proprio
figlio
non
appariva
.
Un
uomo
è
un
'
altra
cosa
.
E
poi
l
'
amore
di
madre
accomoda
tutto
.
Ma
quella
signora
giovine
,
che
viene
a
metterle
un
confronto
accanto
....
Eppure
una
suocera
deve
accettare
dalla
nuora
tutti
quegli
atti
di
deferenza
,
che
si
devono
dalla
gioventù
alle
persone
attempate
.
La
destra
a
passeggio
,
sia
a
piedi
che
in
carrozza
,
il
passo
quando
si
tratta
di
entrare
in
qualche
luogo
,
la
preminenza
del
saluto
dai
visitatori
,
la
destra
del
camino
o
del
divano
nei
ricevimenti
.
La
suocera
deve
astenersi
di
mettersi
in
terzo
nelle
visite
,
nelle
passeggiate
,
nei
divertimenti
dei
due
sposi
;
ma
deve
accompagnare
la
nuora
,
all
'
occorrenza
,
quando
è
sola
,
presentarla
ai
conoscenti
a
cui
non
può
presentarla
il
marito
.
La
suocera
che
vive
in
casa
col
figlio
ammogliato
,
cede
alla
nuora
il
maneggio
di
casa
,
e
,
dal
momento
che
suo
figlio
ha
moglie
,
si
mette
a
riposo
.
Malgrado
l
'
età
,
malgrado
l
'
anzianità
dei
diritti
,
davanti
alla
società
la
padrona
di
casa
è
la
nuora
,
e
la
suocera
deve
saperlo
riconoscere
con
quella
doverosa
rinunzia
.
Agendo
altrimenti
,
usurperebbe
un
diritto
che
non
le
spetta
,
si
arrogherebbe
una
padronanza
in
casa
del
figlio
e
della
nuora
,
mancherebbe
di
delicatezza
.
*
*
*
I
divertimenti
delle
vecchie
signore
sono
,
oltre
ai
viaggi
,
la
conversazione
ed
il
teatro
.
Nella
conversazione
possono
tenere
il
primato
;
la
loro
esperienza
e
la
libertà
dei
discorsi
che
l
'
età
concede
,
rendono
piacevole
ed
interessante
la
loro
compagnia
.
Possono
prender
parte
ai
giochi
seri
se
sanno
di
farlo
bene
.
Il
giocare
a
caso
e
male
,
è
un
'
ingenua
inesperienza
che
alla
loro
età
non
si
perdona
.
Dai
balli
una
vecchia
signora
dovrebbe
sempre
tenersi
lontana
.
E
se
ci
va
per
accompagnare
una
nuora
,
una
figlia
,
una
nipote
,
dovrà
vestire
riccamente
,
ma
colla
massima
serietà
;
e
non
mai
scollata
.
Un
abito
liscio
di
velluto
nero
o
di
trina
,
una
cuffietta
di
tulle
,
orecchini
e
spillone
di
brillanti
,
è
la
migliore
delle
abbigliature
serie
.
E
se
ha
qualche
acciacco
,
qualche
malanno
,
lo
lasci
con
Dio
,
e
non
rattristi
la
gioventù
con
racconti
penosi
.
Si
mostri
contenta
della
compagnia
che
la
circonda
,
indulgente
e
tollerante
;
sopratutto
tollerante
.
Lasci
stare
quel
benedetto
a
'
miei
tempi
,
che
in
bocca
dei
vecchi
è
un
perpetuo
rimprovero
alle
abitudini
della
generazione
nuova
.
I
suoi
tempi
sono
passati
e
non
tornano
più
.
Accetti
i
tempi
moderni
.
senza
rimpianti
,
senza
pedanterie
.
Creda
a
me
,
tutti
i
tempi
hanno
avuto
la
loro
porzione
nella
grande
somma
dì
beni
e
di
mali
che
debbono
consolare
od
affliggere
l
'
umanità
.
Tutte
le
preminenze
che
le
si
accordano
per
riguardo
alla
sua
età
deve
accettarle
,
senza
orgoglio
,
ma
senza
cerimonie
.
L
'
età
è
una
superiorità
,
e
quei
riguardi
le
sono
dovuti
.
In
teatro
invece
,
dove
i
posti
d
'
onore
sono
fatti
per
mettersi
in
evidenza
,
una
signora
vecchia
li
cede
sempre
alle
giovani
,
fossero
pure
signorine
.
Può
andare
al
teatro
sempre
,
perchè
l
'
arte
si
ama
a
tutte
le
età
.
Ma
il
suo
posto
è
nell
'
ombra
.
Ci
va
per
udire
e
vedere
.
Non
per
essere
veduta
.
Una
vecchia
signora
può
benissimo
tenere
ricevimenti
,
e
dare
anche
feste
da
ballo
,
per
far
divertire
la
gioventù
.
Sarà
un
atto
di
generosità
e
di
abnegazione
,
che
le
guadagnerà
tutte
le
simpatie
.
Ricevendo
ospiti
in
campagna
,
toccherà
a
lei
di
combinare
le
partite
di
caccia
,
le
lunghe
gite
e
tutti
quei
piaceri
dai
quali
i
suoi
invitati
si
asterrebbero
se
lei
non
può
prendervi
parte
.
Deve
mostrarsi
desiderosa
che
li
godano
loro
,
e
fare
cordialmente
la
sua
parte
di
vecchia
castellana
,
di
fornire
tutto
l
'
occorrente
,
congedare
e
riaccogliere
la
comitiva
alla
soglia
della
casa
,
presiedere
alla
mensa
.
Se
poi
le
sue
forze
lo
permettono
,
può
benissimo
fare
anche
delle
gite
alpine
senza
che
nessuno
lo
trovi
fuori
di
proposito
.
È
una
questione
di
salute
.
E
le
feste
solenni
portino
il
dono
della
nonna
ai
nepoti
,
ai
figli
,
alle
nuore
,
alle
giovani
amiche
.
E
sia
accompagnato
da
parole
d
'
affetto
materno
,
da
benedizioni
.
Quelle
benedizioni
,
quell
'
affetto
le
torneranno
centuplicati
,
e
faranno
un
'
aureola
di
serenità
alla
sua
fronte
canuta
.
PARTE
SESTA
PAROLE
AL
VENTO
Gli
uomini
.
Non
si
mettano
sulle
difese
,
signori
.
Io
non
ho
la
menoma
intenzione
di
dare
degli
insegnamenti
agli
uomini
sul
modo
di
vivere
.
Figurarsi
!
So
bene
che
nella
divisione
dei
doni
della
Provvidenza
,
l
'
intelligenza
è
toccata
tutta
a
loro
.
Si
sarebbero
per
caso
degnati
,
"
Annebbiando
il
cipiglio
Tra
l
'
inno
e
lo
sbadiglio
,
"
di
leggere
l
'
epigrafe
che
ho
messa
in
fronte
a
questo
libretto
?
È
messa
là
per
loro
.
Una
volta
,
la
Viscontessa
Giovanna
d
'
Albret
,
madre
di
Enrico
IV
,
traviata
dalle
chiacchere
emancipatrici
,
remotamente
future
,
dell
'
onorevole
Salvatore
Morelli
,
ebbe
la
curiosa
idea
di
salire
in
pulpito
,
nell
'
oratorio
d
'
un
convento
di
Limoges
a
predicare
la
riforma
.
Tant
'
è
vero
che
nulla
è
nuovo
sotto
il
sole
,
neppure
le
signore
mitingaie
che
noi
crediamo
una
nuova
produzione
del
suolo
americano
.
Si
figurino
l
'
indignazione
di
quei
frati
!
Bruciarono
il
pulpito
,
scomunicato
dalla
presenza
d
'
una
donna
;
poi
scarabocchiarono
in
un
cattivo
quadro
la
caricatura
di
quella
scena
di
predicazione
,
e
vi
scrissero
sotto
quella
massima
d
'
oro
:
"
Mal
sont
les
gens
endoctrinés
Quand
par
femme
sont
sermonnés
.
"
Io
me
la
sono
mandata
a
memoria
religiosamente
,
e
,
come
vedono
,
l
'
ho
posta
in
fronte
a
questo
lavoruccio
,
come
professione
di
fede
,
persuasa
che
essa
sola
potrebbe
ottenermi
la
loro
indulgenza
;
perchè
so
bene
che
non
tutti
gli
uomini
sono
frati
;
ma
so
altresì
che
i
frati
non
sono
che
uomini
.
Dunque
,
io
non
ho
punto
,
ma
punto
la
presunzione
di
voler
insegnar
loro
la
menoma
cosa
.
Mi
limito
ad
osservare
quello
che
vedo
ogni
giorno
in
società
,
ed
a
dirne
il
mio
debole
parere
,
sempre
in
rapporto
a
quelle
tali
leggi
di
convenienza
,
che
,
modificandosi
secondo
i
tempi
,
sono
venute
fino
a
noi
traverso
tante
e
tante
generazioni
.
I
giovinetti
sono
una
compagnia
geniale
,
ed
in
tutte
le
case
sono
bene
accolti
,
perchè
,
giovani
e
senza
cure
d
'
affari
nè
di
famiglia
,
portano
con
sè
l
'
allegria
.
Un
giovinetto
a
modo
non
dovrebbe
mai
mostrare
quelle
ritrosie
di
cattivo
genere
,
di
rifiutare
ogni
offerta
come
se
temesse
di
contrarre
un
'
obbligazione
,
di
farsi
pregare
per
accettare
un
pranzo
,
di
promettere
una
visita
e
non
farla
,
di
stare
delle
settimane
senza
farsi
vedere
dalle
persone
che
gli
furono
cortesi
,
insomma
di
far
cadere
dall
'
alto
i
suoi
favori
,
a
rischio
che
,
nella
caduta
,
si
spezzino
e
perdano
ogni
pregio
.
Quando
un
giovinetto
non
si
dà
delle
arie
da
prezioso
,
è
tale
l
'
onda
di
giocondità
e
di
buon
umore
che
emana
dalla
sua
compagnia
,
che
le
signore
,
anche
le
mamme
più
sussiegate
,
hanno
per
lui
una
indulgenza
somma
.
Una
volta
che
una
signora
gli
ha
accordato
il
titolo
tanto
lusinghiero
di
amico
di
casa
,
egli
può
darle
del
voi
,
presentarsi
a
tutte
le
ore
in
cui
riceve
,
anche
più
volte
in
un
giorno
,
trattenersi
lungamente
,
annunciare
egli
stesso
che
si
ferma
a
pranzo
o
a
colazione
,
organizzare
giochi
e
passatempi
,
e
,
nell
'
entusiasmo
dei
giochi
mettere
anche
un
po
'
sossopra
la
casa
per
combinare
scene
e
travestimenti
.
Ma
tanta
cortesia
non
si
ottiene
senza
compenso
.
In
compenso
il
giovine
amico
deve
prestarsi
di
buon
grado
a
fare
qualche
commissione
o
qualche
facile
ambasciata
che
la
signora
gli
affidasse
,
accompagnarla
se
occorre
,
non
rifiutarsi
mai
alle
partite
di
divertimenti
,
o
di
viaggi
,
o
di
campagna
che
gli
vengono
proposte
,
se
non
sono
incompatibili
colle
sue
occupazioni
.
Deve
saper
tollerare
scherzi
ed
osservazioni
,
e
se
qualche
signora
,
non
troppo
gentile
,
ha
l
'
indiscrezione
di
rinfacciargli
qualche
suo
difetto
,
deve
rassegnarsi
,
volgere
la
cosa
in
burla
e
non
risponderle
per
le
rime
,
nè
rinfacciarle
i
suoi
.
Per
quanto
intimo
di
una
famiglia
,
commette
sempre
una
sconvenienza
un
uomo
che
,
alla
presenza
dei
padroni
,
rivolge
il
discorso
alla
cameriera
che
attira
la
sua
attenzione
.
Se
una
signora
che
gli
concede
la
sua
amicizia
è
ammalata
,
un
uomo
non
deve
mandare
un
servitore
a
prender
nuove
,
ma
deve
andarci
assiduamente
in
persona
,
e
,
appena
può
essere
ricevuto
,
non
essere
avaro
di
visite
,
renderle
in
tanta
compagnia
ed
in
tante
premure
,
le
cortesie
ricevute
da
lei
.
Se
vede
in
teatro
una
signora
di
sua
conoscenza
non
deve
mancare
d
'
andare
a
salutarla
in
palco
,
a
meno
che
la
sapesse
invitata
nel
palco
di
altre
persone
,
presenti
,
che
egli
non
conosce
.
A
tutte
le
feste
*
natalizi
,
onomastici
,
solennità
,
anniversari
*
che
si
celebrano
in
una
famiglia
amica
,
un
giovanotto
dovrà
prendere
parte
non
solo
intervenendo
alla
festa
,
ma
mandando
dei
fiori
o
dei
dolci
,
o
un
ricordo
qualunque
,
non
di
valore
,
ma
che
riveli
una
cura
gentile
in
chi
lo
scelse
.
In
tutti
i
giochi
,
in
tutti
gli
esercizi
che
richiedono
forza
,
come
l
'
alpinismo
,
il
pattinaggio
,
il
lawn
tennis
,
il
criquet
,
la
caccia
,
il
bigliardo
,
l
'
equitazione
,
ecc
.
,
un
giovinotto
di
buon
gusto
,
senza
affettare
di
lasciarsi
vincere
per
una
svenevole
galanteria
,
non
deve
ostentare
colle
signore
la
superiorità
della
sua
forza
,
obbligandole
ad
una
soverchia
fatica
per
non
sfigurare
al
suo
confronto
.
È
superfluo
il
dire
che
certi
discorsi
di
belle
donnine
,
o
anche
soltanto
di
sport
affatto
maschile
,
si
debbono
evitare
colle
signore
,
le
quali
possono
trovarli
o
sconvenienti
o
noiosi
.
Alle
feste
da
ballo
un
giovine
gentiluomo
deve
saper
essere
cortese
fino
alla
galanteria
colle
signore
e
specialmente
colle
signorine
,
senza
mai
varcare
quella
misura
oltre
la
quale
la
maldicenza
lo
aspetterebbe
al
varco
per
fare
le
sue
osservazioni
.
Per
conseguenza
,
non
insistere
a
domandare
troppo
sovente
il
ballo
alla
stessa
dama
,
non
farle
una
corte
troppo
esclusiva
e
manifesta
,
non
condurre
le
signorine
sole
al
buffet
,
non
isolarsi
sopra
un
canapè
con
una
signorina
mentre
non
si
balla
,
ecc
.
,
ecc
.
Capisco
che
questi
errori
hanno
per
lo
più
origine
dalle
passioni
,
alle
quali
non
si
può
fare
la
legge
;
ma
finchè
la
passione
non
c
'
entra
,
finchè
domina
la
ragione
,
un
uomo
è
inescusabile
se
col
suo
contegno
compromette
una
signora
.
In
qualunque
luogo
si
trovi
,
un
giovine
deve
sempre
usare
alle
signore
ogni
sorta
di
riguardi
,
senza
lasciarsene
distogliere
dall
'
età
avanzata
o
dalla
figura
poco
attraente
.
In
questo
sta
il
merito
della
cortesia
.
*
*
*
Gli
uomini
,
un
po
'
più
positivi
delle
signore
,
si
abbandonano
più
facilmente
ai
loro
gusti
,
e
diventano
più
presto
abitudinari
.
Uno
non
può
discorrere
il
mattino
appena
svegliato
e
vincere
un
certo
malumore
che
gli
rimane
dopo
il
sonno
,
e
dovunque
sia
,
in
viaggio
con
amici
,
ospite
in
casa
altrui
,
o
nella
propria
famiglia
,
resterà
imbronciato
e
brutto
,
finchè
il
malumore
mattutino
si
sia
dissipato
con
tutto
comodo
.
Un
altro
non
può
soffrire
certi
piatti
a
tavola
,
e
non
saprà
imporsi
il
menomo
sacrificio
per
nascondere
la
sua
ripugnanza
agli
ospiti
che
l
'
hanno
invitato
;
e
se
un
vino
non
è
di
suo
gusto
,
lo
lascerà
scorgere
con
una
lieve
smorfia
,
o
almeno
lo
lascerà
nel
bicchiere
con
ostentazione
.
Alcuni
sono
avvezzi
ad
una
temperatura
molto
alta
,
e
si
fregano
le
mani
,
si
raggrinzano
,
si
accartocciano
inurbanamente
in
un
salotto
,
che
,
secondo
loro
,
non
è
riscaldato
a
sufficienza
;
oppure
sono
calorosi
,
e
smaniano
,
soffiano
,
sbuffano
come
locomotive
,
se
l
'
ambiente
è
troppo
caldo
.
Vi
sono
degli
scapoli
avvezzi
a
pranzar
soli
,
che
si
fanno
tirare
gli
orecchi
,
per
accettare
un
pranzo
in
casa
altrui
e
non
sanno
nascondere
che
s
'
impongono
un
sacrificio
.
Ad
un
pranzo
d
'
invito
un
signore
è
naturalmente
il
cavaliere
della
signora
che
ha
accanto
,
e
non
trascurerà
menomamente
questa
parte
,
troppo
comune
perchè
metta
conto
di
ricordargliela
.
Non
è
però
inutile
rammentargli
che
dopo
aver
pranzato
con
persone
che
gli
furono
presentate
per
la
prima
volta
,
dovrà
entro
le
24
ore
portare
in
persona
una
carta
di
visita
alla
porta
di
quei
commensali
.
Soltanto
nel
caso
che
le
commensali
fossero
delle
signorine
,
la
formalità
si
dovrebbe
tralasciare
.
Un
dono
poi
li
offende
addirittura
,
lo
rifiutano
,
o
lo
accettano
come
per
forza
e
di
mala
grazia
,
poi
lo
ricambiano
troppo
presto
e
con
ostentazione
,
come
per
far
capire
che
non
vogliono
accettar
nulla
da
nessuno
.
C
'
è
alle
volte
più
generosità
nell
'
accettare
che
nel
dare
,
ed
un
gentiluomo
deve
saper
accogliere
con
garbo
e
con
riconoscenza
gli
inviti
ed
i
doni
,
e
ricambiarli
con
tatto
,
senza
fretta
,
per
scambio
di
cortesia
,
non
per
sdebitarsi
.
Molti
hanno
contratta
la
dolce
abitudine
di
abbandonarsi
ad
un
pisolino
riconfortante
durante
il
chilo
;
e
subito
dopo
un
pranzo
,
in
compagnia
,
cominciano
ad
inghiottire
sbadigli
con
ogni
sorta
di
boccacce
come
se
ruminassero
,
se
pure
non
cedono
al
bisogno
prepotente
di
lasciarli
partire
come
razzi
,
comunicandoli
a
tutta
la
società
,
che
finisce
per
sbadigliare
in
coro
fino
a
smontarsi
le
mandibole
.
Questi
signori
abitudinari
,
che
hanno
il
loro
lato
buono
,
perchè
facendo
tutto
per
abitudine
,
anche
l
'
amore
,
sono
dei
modelli
di
costanza
,
debbono
essere
gli
inventori
di
quel
motto
che
è
la
quintessenza
dell
'
egoismo
:
"
Il
primo
prossimo
è
se
stesso
.
"
Ma
sarebbero
assai
più
amabili
se
si
ricordassero
un
pochino
delle
giuste
suscettività
dell
'
altro
prossimo
,
il
secondo
.
Se
un
signore
sa
di
dover
essere
presentato
ad
un
pittore
,
ad
uno
scultore
,
ad
un
musicista
,
ad
un
autore
,
ad
un
uomo
politico
,
ad
un
'
illustrazione
del
teatro
,
deve
se
non
li
conosce
già
,
informarsi
dei
quadri
,
delle
statue
,
delle
opere
,
dei
libri
,
delle
opinioni
e
gesta
dei
trionfi
del
nuovo
personaggio
,
per
poterne
parlare
con
cognizione
,
e
non
con
quegli
accenni
vaghi
,
quegli
elogi
generici
e
banali
che
fanno
parer
stupido
lui
,
ed
offendono
l
'
altro
.
Si
rammenti
a
questo
proposito
la
bella
storiella
di
quelle
vicine
del
signor
De
Amicis
,
che
gli
fecero
dire
che
desideravano
di
conoscerlo
,
perchè
ammiravano
tanto
i
suoi
lavori
..
e
poi
quando
lo
videro
gli
dissero
:
"
Lei
si
diverte
a
scrivere
,
nevvero
?
Ma
bravo
!
bravo
!
"
e
nel
congedarsi
gli
ripetevano
:
"
Scriva
sa
,
scriva
!
"
Ed
era
chiaro
che
de
'
suoi
lavori
non
conoscevano
che
il
titolo
,
o
tutt
'
al
più
la
copertina
,
soltanto
di
vista
.
*
*
*
Vi
sono
degli
uomini
,
non
avvezzi
alla
società
,
pei
quali
una
visita
ad
una
signora
è
un
vero
supplizio
,
non
per
inurbanità
,
ma
perchè
vi
si
trovano
impacciati
,
e
non
sanno
come
contenersi
.
Entrano
col
cappello
fra
le
mani
,
e
lo
tengono
sulle
ginocchia
,
lo
voltano
,
lo
rivoltano
,
lo
mettono
sotto
la
sedia
quando
vogliono
aver
libere
le
mani
,
lo
riprendono
,
gesticolano
allungando
la
mano
che
tiene
il
cappello
come
un
povero
che
domanda
un
soldo
,
precisamente
come
vedono
fare
ai
lions
.
È
l
'
usanza
,
ed
io
non
posso
che
ammirarli
d
'
averla
imparata
così
bene
.
Ma
vi
sono
delle
signore
che
non
s
'
accontentano
di
dire
al
visitatore
:
"
Posi
il
cappello
,
"
lasciando
poi
che
non
lo
posi
se
non
vuole
.
Si
credono
in
dovere
d
'
insistere
,
dicono
al
loro
figliuolo
o
ad
una
ragazzina
di
prendere
il
cappello
al
signore
.
In
questo
caso
un
gentiluomo
cede
per
non
far
scene
.
Ma
il
provinciale
,
che
ha
imparato
dai
lions
a
far
visita
con
quel
disimpegno
tra
le
mani
non
sa
privarsene
,
e
difende
energicamente
il
suo
cappello
come
difenderebbe
la
borsa
e
la
vita
,
e
s
'
impegna
in
una
lotta
di
cortesia
,
che
sembra
una
vera
battaglia
,
e
mette
lo
scompiglio
fra
i
visitatori
.
In
tale
circostanza
gli
raccomando
un
po
'
meno
di
tenerezza
per
quella
parte
suprema
del
suo
vestiario
.
Sarà
un
po
'
più
imbarazzato
ne
'
gesti
,
ma
in
compenso
non
avrà
fatto
nascere
tutto
quel
buscherio
.
E
quando
qualcuno
lo
presenta
a
signore
o
signorine
,
non
spinga
la
dimostrazione
di
cortesia
fino
a
stender
subito
la
mano
.
I
mariti
ed
i
babbi
avrebbero
ragione
di
dirgli
:
"
Et
surtout
pas
trop
de
zèle
.
"
Non
vorrei
neppure
che
quel
provinciale
,
nella
sua
semplicità
,
prendesse
troppo
sul
serio
il
piacere
con
cui
altri
mostra
di
ricevere
la
sua
visita
e
si
credesse
obbligato
a
prolungare
quel
piacere
finchè
il
servitore
vada
a
chiamare
la
signora
in
tavola
.
Il
tempo
e
la
conversazione
di
una
signora
sono
troppo
preziosi
,
perchè
la
cortesia
non
debba
suggerire
a
chi
non
è
intimo
della
casa
,
di
lasciarne
un
pochino
anche
per
gli
altri
.
Ne
goda
venti
minuti
,
una
mezz
'
ora
,
via
,
e
s
'
accontenti
.
E
durante
quel
tempo
se
ci
sono
altre
persone
non
cerchi
di
accaparrare
l
'
attenzione
della
signora
per
sè
solo
.
Quando
si
va
in
società
bisogna
lasciare
l
'
egoismo
a
casa
,
e
portarci
invece
un
po
'
d
'
abnegazione
.
È
a
questo
patto
soltanto
che
si
può
essere
veramente
cortesi
.
*
*
*
Alle
volte
accade
che
un
giovine
rimane
colpito
come
un
eroe
da
romanzo
,
da
un
bel
visetto
di
fanciulla
che
passa
per
la
via
accanto
ad
un
buon
viso
di
mamma
.
Se
è
proprio
un
colpo
....
da
morire
,
allora
cerchi
di
sapere
chi
è
la
fanciulla
,
e
di
giungere
a
lei
per
la
via
retta
della
presentazione
e
della
domanda
ai
parenti
.
Ma
se
è
di
quei
colpi
che
non
lasciano
la
traccia
a
lungo
,
e
lui
non
si
sente
inclinato
alla
via
retta
,
un
gentiluomo
non
deve
pigliare
quella
storta
.
A
cosa
conduce
per
lo
più
?
A
mettere
una
signorina
nell
'
imbarazzo
,
a
farle
commettere
delle
imprudenze
,
a
comprometterla
,
qualche
volta
persino
a
impedire
che
trovi
marito
,
senza
contare
le
pene
di
cuore
che
a
quell
'
età
sono
crudeli
.
E
tutto
questo
per
il
misero
gusto
di
mandare
e
ricevere
delle
letterine
dolci
che
sa
a
memoria
prima
che
sieno
scritte
,
e
che
dovrà
restituire
in
una
scena
da
romanzo
,
ad
epistolario
finito
.
Mantenendo
le
signorine
in
quel
grado
di
semplicità
e
d
'
inesperienza
che
è
una
delle
loro
attrattive
,
lasciando
loro
la
fede
,
gli
entusiasmi
della
gioventù
,
serbandole
ingenue
,
confidenti
per
lo
sposo
a
cui
saranno
destinate
,
le
famiglie
contano
sulla
cortesia
dei
giovani
che
non
profitteranno
di
quella
preziosa
ignoranza
,
per
indurre
una
signorina
ad
imprudenze
,
delle
quali
non
può
apprezzare
la
portata
.
Se
ogni
gentiluomo
rispettasse
in
ogni
signorina
la
futura
sposa
d
'
un
altro
,
non
accadrebbe
a
nessuno
di
scoprire
più
tardi
,
da
qualche
pettegolezzo
maledico
,
che
un
altro
non
ha
rispettata
la
sua
.
Seguire
una
signora
o
una
signorina
in
istrada
,
passeggiare
sotto
le
sue
finestre
,
mandarle
ambasciate
dalle
persone
di
servizio
,
sono
impertinenze
indegne
di
un
uomo
educato
.
E
gli
antichi
,
che
hanno
dipinto
l
'
Amore
con
una
benda
,
hanno
voluto
dire
che
le
donne
innamorate
sono
cieche
se
non
distinguono
quanto
c
'
è
d
'
offensivo
in
certe
galanterie
punto
raffinate
.
Ad
un
ballo
un
ballerino
non
darà
mai
la
mano
alla
ballerina
per
condurla
in
figura
.
Basta
offrirle
il
braccio
.
E
mentre
aspetteranno
il
loro
giro
potrà
intrattenerla
a
discorrere
.
È
ancora
un
atto
di
fiducia
che
gli
fanno
le
famiglie
,
le
quali
non
odono
i
discorsi
che
può
tenere
alle
loro
figliole
.
Se
ne
abusasse
sarebbe
una
enormità
.
Credo
che
l
'
abuso
di
fiducia
sia
un
aggravante
di
molti
delitti
nel
codice
penale
.
E
nel
codice
delle
convenienze
pure
.
Se
la
signora
a
cui
domanda
un
ballo
rispondesse
che
ha
un
impegno
,
il
ballerino
non
dovrebbe
mai
rivolgersi
a
quella
che
sta
accanto
e
che
ha
potuto
udire
quel
rifiuto
.
Sarebbe
quanto
dirle
che
la
prende
per
ripiego
.
Quando
,
fra
le
signore
che
ballano
,
vi
sono
la
padrona
di
casa
o
le
sue
figliole
,
la
prima
domanda
d
'
un
giovine
educato
deve
essere
rivolta
a
loro
.
Dopo
una
festa
in
casa
privata
tutti
gli
uomini
che
vi
sono
intervenuti
sono
in
obbligo
d
'
una
visita
alla
padrona
di
casa
,
e
la
faranno
entro
la
settimana
nel
suo
giorno
di
ricevimento
.
*
*
*
Un
giovinotto
che
in
viaggio
si
trovasse
in
vagone
con
una
signora
non
accompagnata
,
darà
una
buona
idea
della
sua
educazione
se
sorveglierà
i
suoi
discorsi
cogli
altri
uomini
,
come
se
fosse
in
un
salotto
,
se
le
userà
quelle
piccole
attenzioni
che
si
usano
in
viaggio
,
di
alzare
un
cristallo
,
tirare
una
cortina
,
aprire
o
chiudere
una
portiera
,
reggere
e
mettere
a
posto
una
valigia
,
senza
insistere
troppo
per
entrare
in
discorso
se
la
signora
vi
si
mostra
restia
.
Si
danno
però
casi
in
cui
la
civiltà
diverrebbe
eroismo
.
Un
viaggiatore
,
che
abbia
fatto
tutte
le
cose
sue
in
fretta
,
si
sia
alzato
di
buon
mattino
,
abbia
fatta
una
colazione
spiccia
,
per
giungere
in
tempo
a
pigliare
un
posto
d
'
angolo
nel
vagone
dove
possa
appoggiarsi
al
riparo
dalla
polvere
e
dal
sole
,
dovrebbe
essere
due
volte
gentiluomo
per
cedere
tutti
questi
vantaggi
ad
una
signora
,
la
quale
per
fare
il
suo
comodo
,
è
giunta
dopo
di
lui
,
e
magari
non
ha
uno
di
quei
visi
che
incoraggiano
al
sagrificio
.
No
;
sarebbe
troppo
pretendere
dalla
cortesia
d
'
un
debole
mortale
.
Basta
che
le
usi
i
riguardi
dovuti
,
che
non
le
fumi
sul
viso
,
che
non
pigli
atteggiamenti
troppo
comodi
per
dormirle
dinanzi
;
del
resto
,
quanto
a
'
posti
pagati
non
c
'
è
diritto
di
sesso
che
valga
;
tutti
i
sessi
sono
uguali
in
faccia
a
'
vagoni
della
strada
ferrata
.
Ai
tempi
di
Monsignor
della
Casa
,
ed
anche
a
quelli
del
Gioia
,
quegli
scrittori
di
galatei
avevano
bisogno
di
raccomandare
a
'
mariti
di
non
parlare
continuamente
delle
loro
mogli
,
di
non
tesserne
l
'
elogio
ad
ogni
momento
.
Povere
mogli
!
Ora
la
fortuna
ha
girata
la
ruota
;
è
venuta
la
moda
insulsa
di
affettare
l
'
indifferenza
,
e
bisognerebbe
raccomandare
precisamente
il
contrario
.
I
Turchi
si
offendono
se
altri
nomina
le
loro
donne
anche
per
domandar
nuove
della
loro
salute
,
o
per
incaricarli
d
'
un
'
imbasciata
cortese
.
Essi
si
vergognano
dell
'
amor
coniugale
,
sia
che
abbiano
parecchie
mogli
,
sia
che
ne
abbiano
una
sola
,
e
lo
nascondono
come
una
spudoratezza
.
Lessi
nel
Constantinople
di
Theophile
Gauthier
che
la
moglie
d
'
un
console
francese
a
Costantinopoli
,
conoscendo
questa
debolezza
,
ed
essendo
donna
di
molto
tatto
,
nel
presentare
delle
stoffe
da
signora
,
ad
un
personaggio
illustre
del
paese
,
gli
disse
:
*
Voi
saprete
a
che
uso
destinarle
.
Sapeva
che
lo
avrebbe
fatto
arrossire
e
confondere
nominandogli
sua
moglie
.
Conosco
parecchi
mariti
,
non
molti
per
fortuna
,
che
,
sotto
questo
rapporto
,
potrebbero
passare
per
Turchi
.
Ho
delle
conoscenti
(
tanto
gentili
che
mi
perdoneranno
di
vedersi
accennate
qui
)
che
vedo
da
parecchi
anni
,
e
non
so
tuttavia
che
viso
abbiano
i
loro
mariti
.
Esse
mi
dicono
:
.
*
Mi
scuserà
,
marchesa
,
mio
marito
è
un
uomo
serio
;
non
fa
visite
....
*
Si
figurino
,
se
lo
scuso
,
poverine
!
Ma
loro
,
signori
uomini
seri
,
credono
veramente
che
vi
sia
più
serietà
nel
mancare
de
'
riguardi
elementari
verso
le
conoscenti
della
loro
sposa
,
che
nel
mostrare
,
accompagnandola
almeno
una
volta
da
ciascuna
,
che
la
curano
abbastanza
per
volere
sapere
dove
va
,
e
con
chi
tratta
?
Via
;
la
mano
sulla
coscienza
;
lo
credono
davvero
?
Così
accadrà
loro
d
'
incontrare
per
la
strada
delle
signore
che
la
loro
moglie
vede
ogni
settimana
,
a
cui
dà
del
tu
,
e
non
le
saluteranno
.
E
quelle
signore
non
diranno
certo
:
*
È
un
uomo
serio
;
è
occupato
di
cose
troppo
gravi
ed
alte
per
curarsi
di
noi
....
Punto
,
signori
miei
;
me
ne
duole
pel
loro
amor
proprio
;
ma
le
ho
udite
molte
volte
dire
con
un
sorriso
che
non
era
d
'
ammirazione
:
*
È
il
marito
della
signora
tale
.
Uno
screanzato
.
Non
conosce
neppure
le
relazioni
di
sua
moglie
,
poveretta
!
Io
mi
rallegro
coi
nostri
uomini
,
che
non
passino
la
loro
giornata
metà
ad
azzimarsi
,
e
l
'
altra
metà
in
visite
galanti
,
come
i
cavalieri
serventi
dell
'
altro
secolo
.
Ma
da
un
eccesso
all
'
altro
ci
corre
;
ed
almeno
una
volta
all
'
anno
,
come
il
minimum
della
confessione
,
un
marito
dovrebbe
fare
una
visita
a
tutte
le
relazioni
di
sua
moglie
.
Nelle
famiglie
modeste
che
hanno
due
,
tre
persone
di
servizio
al
più
,
alle
volte
anche
una
sola
,
la
moglie
si
trova
nel
caso
di
rendere
al
marito
una
quantità
di
piccoli
servigi
;
preparargli
tutto
l
'
occorrente
quando
deve
vestirsi
,
provvedergli
i
piccoli
oggetti
di
toletta
,
fargli
trovar
pronta
la
colazione
,
servirgli
il
caffè
,
o
una
bibita
d
'
abitudine
,
fargli
,
a
pranzo
,
l
'
improvvisata
dei
piatti
che
preferisce
,
cucirgli
la
biancheria
,
ecc
.
,
ecc
.
Queste
cose
per
la
moglie
possono
essere
una
delizia
che
tiene
luogo
d
'
ogni
altro
piacere
o
possono
venirle
a
noia
al
punto
da
trascurarle
o
farle
di
mala
voglia
.
Tutto
dipende
dal
compenso
che
ne
riceve
.
Se
il
marito
non
dimentica
mai
che
la
moglie
è
sua
uguale
,
che
è
debole
,
che
ha
bisogno
da
lui
il
coraggio
che
le
manca
per
affrontare
le
piccole
e
grandi
miserie
della
vita
,
accoglierà
quei
servigi
intimi
e
affettuosi
come
altrettanti
favori
,
e
li
compenserà
con
una
buona
parola
,
con
un
ringraziamento
,
con
qualche
elogio
.
Oh
,
se
lo
sapessero
tutti
gli
uomini
,
che
largo
compenso
possono
dare
con
una
parola
amorevole
e
cortese
!
Ma
se
tutto
quello
che
fa
è
ricevuto
in
silenzio
,
come
un
tributo
che
lei
deve
per
obbligo
al
suo
signore
e
padrone
,
se
lui
non
si
dà
la
briga
di
mostrare
che
avverte
le
sue
cure
e
le
apprezza
,
anche
la
moglie
più
devota
si
stanca
,
e
pensa
:
*
A
cosa
serve
?
Da
questo
derivano
le
tante
piccole
mancanze
,
i
bottoni
staccati
,
i
guanti
scuciti
,
il
pranzo
in
ritardo
e
poco
accurato
,
e
talvolta
il
disamore
della
casa
nella
moglie
,
il
malcontento
nel
marito
,
la
tristezza
in
famiglia
,
la
pace
perduta
.
Perchè
?
Per
un
'
inezia
.
Perchè
il
capo
di
casa
,
che
deve
dare
l
'
esempio
del
modo
di
vivere
,
ha
dimenticato
che
nè
l
'
affetto
nè
l
'
intimità
non
dispensano
dalla
cortesia
.
Perchè
ha
lasciata
andare
a
poco
a
poco
la
buona
e
dolce
abitudine
della
gentilezza
,
ha
preso
a
trattare
in
casa
come
non
tratterebbe
fuori
,
e
,
senza
avvedersene
,
è
arrivato
ad
essere
quasi
inurbano
,
a
ricevere
un
atto
gentile
senza
ringraziare
,
a
lasciar
parlare
senza
rispondere
o
a
rispondere
con
asprezza
se
non
è
di
buonumore
,
o
a
rimproverare
senza
tutti
quei
riguardi
di
delicatezza
che
si
devono
ad
una
signora
,
la
quale
,
al
pari
di
lui
,
è
padrona
di
casa
.
Un
capo
di
casa
deve
insegnare
alla
famiglia
il
rispetto
dovuto
alla
propria
moglie
.
A
lei
deve
il
primo
saluto
entrando
in
casa
;
a
lei
deve
offrire
prima
i
piatti
in
tavola
,
e
lasciare
la
destra
al
passeggio
ed
in
carrozza
,
ed
uscendo
insieme
,
di
sera
od
in
campagna
,
deve
offrirle
il
braccio
,
ed
usarle
tutte
le
attenzioni
che
userebbe
ad
un
'
altra
signora
.
Se
vi
sono
dispareri
tra
loro
,
se
deve
farle
qualche
osservazione
,
avrà
cura
di
chiamarla
in
disparte
e
di
risparmiarle
qualunque
umiliazione
davanti
alle
persone
di
casa
anche
alle
più
intime
,
anche
ai
suoi
genitori
.
Deve
tener
conto
delle
sue
delicatezze
di
donna
,
e
neppure
le
piccole
critiche
sopra
un
abito
o
una
pettinatura
,
non
deve
farle
presente
a
terzi
per
non
obbligarla
ad
arrossire
.
Una
volta
sarebbe
cascato
il
mondo
se
una
signora
avesse
fatto
un
viaggio
da
sola
.
Allora
il
marito
doveva
sempre
accompagnare
la
moglie
in
viaggio
,
e
da
ciò
risultava
che
si
viaggiava
pochissimo
.
Ora
la
grande
facilità
dei
mezzi
di
trasporto
,
la
maggior
istruzione
,
che
va
abolendo
una
quantità
di
pregiudizi
,
hanno
reso
il
viaggiare
assai
comune
,
e
gli
uomini
che
hanno
delle
occupazioni
possono
,
senza
essere
ineducati
,
lasciare
che
la
moglie
vada
sola
da
un
paese
all
'
altro
,
se
le
circostanze
lo
esigono
.
Ma
,
per
carità
,
non
spingano
la
fiducia
fino
all
'
indifferenza
.
Il
marito
deve
mostrarsi
interessato
dell
'
itinerario
del
viaggio
,
dell
'
orario
più
o
meno
comodo
;
deve
accompagnare
la
signora
alla
stazione
,
non
abbandonarla
prima
d
'
averla
veduta
a
posto
nel
vagone
,
risparmiarle
tutte
le
noie
del
bagaglio
,
del
biglietto
di
ferrovia
,
ecc
.
,
raccomandarla
a
qualche
conoscente
pel
viaggio
se
è
possibile
,
ed
assicurarsi
bene
che
sia
aspettata
dove
giunga
.
Se
la
signora
va
ai
bagni
o
alle
acque
,
deve
scrivere
lui
stesso
al
medico
o
al
proprietario
dello
stabilimento
per
avvertire
dell
'
arrivo
,
e
raccomandare
che
si
usino
a
sua
moglie
tutti
i
riguardi
possibili
.
Ed
al
suo
ritorno
deve
trovarsi
ad
aspettarla
alla
stazione
,
se
non
foss
'
altro
perchè
i
compagni
di
viaggio
,
dei
quali
ha
potuto
attirare
l
'
attenzione
,
vedendola
andare
sola
come
la
donna
di
nessuno
,
non
facciano
sul
suo
conto
giudizi
temerari
.
Vi
sono
mariti
che
non
si
dànno
nessuna
di
queste
brighe
,
e
cercano
di
scusare
la
loro
trascuranza
dicendo
:
*
Ho
troppa
stima
di
mia
moglie
per
aver
bisogno
di
curarla
.
So
che
sa
regolarsi
bene
da
sè
.
Questo
eccesso
di
stima
tradotto
in
buon
volgare
vuol
dire
:
*
Non
credo
che
valga
la
pena
di
custodirla
:
non
me
ne
curo
.
Le
donne
,
signori
miei
,
hanno
la
loro
parte
di
amor
proprio
.
Preferiscono
un
Otello
che
le
strangoli
,
ad
un
marito
placido
che
le
stimi
a
quel
modo
.
Una
moglie
che
viene
abbandonata
a
se
stessa
è
come
un
gioiello
che
si
lascia
sopra
una
tavola
d
'
anticamera
,
coll
'
uscio
aperto
.
Non
importa
che
venga
rubato
,
o
si
giudica
talmente
privo
di
valore
,
da
non
poter
attirare
nessun
ladro
.
E
qualche
volta
il
bisogno
di
affermare
il
proprio
valore
al
marito
,
che
non
lo
riconosce
,
induce
la
moglie
a
lasciar
venire
il
ladro
.
Quando
una
signora
va
ad
un
ballo
il
marito
deve
accompagnarla
;
e
se
non
può
farlo
,
deve
persuaderla
a
rinunciarvi
anche
lei
.
Soltanto
nel
caso
in
cui
vi
fossero
delle
figliole
grandi
,
per
non
privarle
di
quel
divertimento
tanto
caro
alla
loro
età
,
se
anche
il
capo
di
casa
è
nell
'
impossibilità
di
accompagnarle
,
potrà
permettere
alla
moglie
d
'
andarvi
colle
signorine
,
purchè
vi
sia
un
fratello
maggiore
,
o
un
parente
a
cui
affidarle
.
Se
una
signora
ha
una
serata
per
ricevere
il
marito
dovrà
trovarsi
in
casa
almeno
una
mezz
'
ora
,
tanto
da
mostrare
che
gradisce
la
presenza
degli
ospiti
in
casa
sua
,
e
non
si
considera
estraneo
alle
conoscenze
della
sua
signora
.
Giungendo
in
campagna
dove
la
moglie
passa
l
'
estate
,
o
tornando
da
un
viaggio
,
chiunque
siano
le
persone
che
si
trovano
al
suo
arrivo
la
prima
a
salutare
sarà
sempre
la
moglie
,
poi
i
figli
.
Uno
che
credesse
di
mostrarsi
cortese
salutando
prima
i
forastieri
,
mostrerebbe
che
la
sua
cortesia
è
superficiale
e
non
ha
radice
nel
sentimento
.
E
si
farebbe
torto
,
perchè
,
credano
signori
lettori
,
per
quanto
queste
possano
sembrare
semplici
formalità
o
leggerezze
,
la
vera
cortesia
è
strettamente
legata
ai
sentimenti
di
umanità
.
Non
c
'
è
atto
cortese
che
non
s
'
inspiri
ad
un
buon
sentimento
.
Non
c
'
è
scortesia
che
non
ferisca
qualche
cuore
.
Un
amico
che
ci
trascuri
,
che
non
ci
visiti
,
che
non
ci
scriva
a
tempo
,
che
ci
manchi
di
un
riguardo
,
non
possiamo
considerarlo
un
uomo
superiore
che
non
si
curi
di
quegli
atti
gentili
perchè
li
crede
pure
formalità
,
e
si
riservi
a
dimostrare
la
sua
amicizia
nelle
grandi
circostanze
.
Le
grandi
circostanze
,
il
caso
di
buttarsi
nell
'
acqua
o
nel
fuoco
per
salvarci
,
o
di
scendere
in
campo
chiuso
a
spezzare
delle
lancie
in
nostro
favore
non
accadono
mai
;
quasi
tutti
si
traversa
la
vita
senza
trovarsi
nel
caso
di
mettere
un
uomo
a
quella
prova
eroica
.
Ma
si
può
apprezzarne
ogni
giorno
la
sua
gentilezza
d
'
animo
,
nelle
piccole
cortesie
,
e
si
può
soffrire
ogni
giorno
della
sua
rozzezza
nelle
scortesie
che
non
sono
mai
piccole
.
E
non
serve
la
scusa
pretenziosa
ed
assurda
alla
quale
alcuni
si
aggrappano
:
*
Sono
un
originale
!
Saranno
originali
,
sì
,
ma
brutti
originali
ed
è
da
desiderare
che
non
abbiano
copie
.
Del
resto
,
quegli
originali
là
non
saranno
quelli
di
certo
che
mi
avranno
fatto
l
'
onore
di
arrivare
fino
a
questa
pagina
230
del
mio
libro
;
ed
è
per
questo
appunto
che
ho
intitolato
il
capitolo
:
Parole
al
vento
.
Quanto
agli
altri
,
agli
uomini
gentili
di
animo
e
di
modi
,
se
l
'
hanno
letto
,
e
se
vi
hanno
trovato
qualche
cosuccia
di
buono
,
raccomandino
il
mio
lavoro
alle
loro
mamme
,
alle
loro
spose
,
alle
loro
figliole
;
ed
io
,
che
apprezzo
ed
ambisco
l
'
approvazione
delle
graziose
lettrici
,
ne
sarò
riconoscente
"
Finchè
il
sole
Risplenderà
sulle
sciagure
umane
.
"
Se
al
contrario
non
vi
hanno
trovato
nulla
,
proprio
nulla
,
che
metta
conto
d
'
esser
letto
,
non
lo
dicano
a
nessuno
;
non
mi
tolgano
la
simpatia
delle
signore
,
che
ne
'
miei
pochi
lavori
mi
sono
studiata
di
guadagnare
,
e
di
cui
vado
superba
.
Che
male
ho
fatto
infine
?
Un
libro
inutile
?
Dappoco
?
Una
sciocchezza
?
Ma
pensino
che
se
si
avessero
a
punire
tutti
quelli
che
hanno
scritto
delle
sciocchezze
,
più
di
mezzo
mondo
ne
patirebbe
,
perchè
,
come
tutti
sanno
,
"
Les
sots
,
depuis
Adam
,
sont
en
majorité
.
"
FINE
.