StampaQuotidiana ,
Giornate
oziose
e
fastidiose
.
La
città
è
oppressa
dallo
scirocco
;
e
,
vista
dall
'
alto
,
appare
come
un
'
immensa
Pompei
seppellita
dalle
ceneri
.
Una
specie
di
snervamento
malsano
invade
la
gente
;
una
irritazione
mal
repressa
manifestasi
in
tutti
i
gesti
e
in
tutte
le
attitudini
.
Per
la
via
del
Corso
le
signore
tiberine
passano
,
al
trotto
stanco
dei
cavalli
,
distese
nelle
carrozze
a
metà
chiuse
,
e
sono
pallide
,
per
lo
più
nascoste
da
un
velo
denso
,
sprofondate
nella
mollezza
delle
pellicce
.
Salutano
lentamente
;
sorridono
debolmente
;
lasciano
che
la
testa
dondoli
al
moto
delle
ruote
;
talvolta
paiono
assopite
e
paiono
non
avere
più
forme
,
sotto
l
'
amplitudine
dei
mantelli
.
Oh
bei
mantelli
di
lontra
ornati
di
castoro
biondo
!
Il
pelo
lucidissimo
si
apre
qua
e
là
come
una
spiga
,
variando
l
'
egual
colore
cupo
con
apparenze
d
'
oro
.
Nulla
è
più
signorilmente
voluttuoso
che
una
pelliccia
di
lontra
già
da
qualche
tempo
usata
.
Allora
le
pelli
consentono
a
tutte
le
pieghevolezze
del
corpo
femminile
;
ma
non
con
la
leggera
aderenza
della
seta
e
del
raso
;
sibbene
con
una
certa
gravità
non
priva
di
grazie
e
di
quelle
dolci
grazie
che
gli
animali
forniti
di
ricco
pelame
hanno
nei
loro
movimenti
furtivi
.
Sempre
una
specie
di
lampo
,
una
specie
di
lucidità
repentina
precede
o
accompagna
il
movimento
,
e
dà
al
movimento
una
strana
bellezza
.
Alle
giunture
poi
delle
spalle
,
su
'
l
rovescio
delle
braccia
,
intorno
ai
fianchi
,
e
qua
e
là
su
'
l
seno
,
il
colore
prende
un
tono
d
'
una
soavità
antica
,
quasi
morente
,
simile
forse
a
quello
d
'
un
vaso
d
'
argento
dorato
in
cui
l
'
argento
non
anche
apparisca
schietto
e
l
'
oro
muoia
.
Credo
che
il
più
lungo
mantello
e
il
più
magnifico
sia
quello
della
principessa
di
Venosa
.
Ieri
era
da
Spillmann
;
chiedeva
dei
bonbons
forse
per
il
five
o
'
clock
tea
.
Aveva
un
cappello
chiuso
con
un
piccolo
pennacchio
d
'
airone
e
di
struzzo
;
e
sul
volto
un
velo
moucheté
.
Ella
parlava
indolentemente
con
la
principessa
Borghese
,
e
la
sua
figura
mirabile
,
dalle
spalle
ampie
e
lunate
,
dai
fianchi
opulenti
,
dalla
sottilissima
vita
tutta
avvolta
nella
lontra
odorante
di
Cypre
e
di
sachet
de
veloutine
,
faceva
contrasto
con
la
grave
persona
,
con
l
'
altera
nobiltà
matronale
della
interlocutrice
.
Anche
,
un
altro
mantello
celebre
è
quello
della
contessa
di
Santafiora
.
Questa
strana
figura
di
gentildonna
si
incontra
talvolta
improvvisamente
nella
mattina
,
allo
svolto
di
una
qualche
via
urbana
,
su
'
l
marciapiede
.
È
una
di
quelle
visioni
che
turbano
un
poco
.
A
traverso
il
velo
molto
rado
quella
faccia
pallida
,
irregolarmente
bella
,
con
la
bocca
rossa
e
certe
volte
quasi
dolorosa
,
con
gli
occhi
di
Venere
Ciprigna
,
dà
all
'
improvviso
un
'
impressione
,
dirò
così
,
di
fatalità
,
suscita
all
'
improvviso
,
dirò
così
,
un
sogno
di
amori
misteriosi
e
procellosi
.
Invece
la
contessa
quando
apre
la
bocca
,
è
quasi
sempre
ironica
,
piuttosto
fredda
,
schiva
del
sentimentalismo
,
spesso
anche
mordace
,
molto
allegra
di
spirito
.
Ella
porta
un
cappello
nero
composto
di
merletto
e
di
jais
altissimo
,
alleggerito
da
un
bouquet
di
piume
.
Ha
il
passo
svelto
;
e
tiene
i
gomiti
aderenti
alla
vita
,
le
mani
nel
manicotto
,
il
manicotto
stretto
alla
veste
.
Un
'
altra
contessa
,
la
Taverna
,
porta
la
lontra
.
Chi
non
sa
il
divin
pallore
della
contessa
Taverna
,
ed
i
capelli
neri
pieni
di
riflessi
blu
ondulati
,
e
i
lunghi
occhi
velati
dalle
lunghissime
ciglia
?
La
duchessa
d
'
Artalia
,
la
piccola
duchessa
magra
dalli
occhi
turchini
e
dai
capelli
cupi
,
si
distingue
per
le
maniche
amplissime
,
ricchissime
,
d
'
onde
escono
due
minuscole
mani
candidamente
.
La
principessa
d
'
Antuni
ha
una
pelliccia
breve
su
cui
cade
un
bel
ricciolo
nero
legato
da
un
nastro
azzurro
pallido
o
crème
.
La
duchessa
di
Magliano
porta
una
giacca
gittata
su
le
spalle
,
militarmente
,
con
le
maniche
pendenti
,
su
l
'
abito
di
panno
marron
ornato
di
soutaches
.
Tutte
queste
signore
passano
per
la
via
del
Corso
,
entro
le
carrozze
,
fra
le
quattro
e
le
cinque
del
pomeriggio
.
E
nessuna
cosa
più
che
una
pelliccia
di
lontra
,
in
tempo
piovoso
,
suscita
nei
riguardanti
il
desiderio
dell
'
intimità
dell
'
amore
.
StampaQuotidiana ,
Questa
volta
vi
risparmio
il
piagnisteo
su
la
perversità
del
tempo
,
il
morceau
di
colorito
sulla
città
grigia
ed
anche
le
visioni
splendenti
di
tra
la
pioggia
lacrimevole
.
Certo
il
giorno
della
natività
di
Gesù
Cristo
è
stato
un
orribile
giorno
.
Ma
,
in
compenso
,
quanti
alberi
di
Natale
,
grandi
e
piccoli
,
freschi
e
finti
,
hanno
allietato
di
più
o
meno
preziose
fioriture
l
'
interno
tiepido
delle
case
romane
!
Non
io
penetrerò
nei
penetrali
domestici
,
né
farò
la
enumerazione
dei
fiori
di
carta
e
di
lana
,
né
dirò
la
santa
gioia
delle
famiglie
raccolte
e
le
impertinenze
rumorose
dei
bimbi
in
cospetto
delle
bambinaie
biondicce
e
pallìdule
,
né
descriverò
le
bonbonnières
legate
da
nastrini
tricolori
,
i
gemelli
d
'
osso
bianco
ornati
di
cifre
,
i
vasi
di
legno
dipinti
pseudo
-
cinesi
,
i
libri
da
messa
violetti
con
borchie
di
piombo
argentato
,
le
cornici
di
velluto
rosso
con
ricami
di
seta
verde
e
gialla
,
le
scatole
composte
di
conchigliette
iridescenti
e
di
specchiettini
tremolanti
,
le
mensolette
di
ceramica
fatta
in
casa
,
le
papaline
di
color
solferino
fiorite
d
'
oro
,
i
cuscinetti
di
margheritine
per
gli
spilli
e
per
li
aghi
,
i
servizi
di
vetro
turchini
per
la
toilette
,
i
calendari
d
'
oleografia
,
le
capannelle
svizzere
contenenti
un
minuscolo
nécessaire
per
lavori
femminili
,
le
palle
di
cristallo
contenenti
paesaggetti
e
figurine
con
effetto
neve
,
ecc
.
Io
mi
limiterò
,
per
misericordia
delle
lettrici
,
all
'
albero
regio
.
Il
quale
anche
quest
'
anno
è
stato
veramente
magnifico
e
munifico
.
Intorno
al
fusto
si
agitavano
nella
aspettazione
circa
quaranta
bambini
di
sangue
nobile
.
In
verità
,
io
non
li
ho
veduti
;
ma
mi
immagino
che
si
agitassero
e
che
naturalmente
,
con
le
loro
teste
bionde
o
brune
,
e
con
i
loro
occhi
castanei
o
grigi
o
celestiali
e
con
le
loro
bocche
vermiglie
o
rosse
,
formassero
la
grande
aiuola
vivente
che
sanno
tutti
i
giovani
cronachisti
italiani
.
Donna
Claribel
,
la
dolce
signora
del
libro
di
pelle
d
'
onagro
,
mi
dà
qualche
nome
.
C
'
era
l
'
infanzia
di
casa
Gianotti
,
l
'
infanzia
di
casa
Villamarina
e
via
via
,
l
'
infanzia
delle
case
Massimo
,
Calabrini
,
Della
Somaglia
,
Brancaccio
,
D
'
Oncieux
,
Francesetti
,
Santafiora
,
Sonnino
,
Vicovaro
,
Sforza
-
Cesarini
,
Teano
,
Incisa
.
M
'
immagino
tutta
la
cerimonia
dell
'
estrazione
dei
doni
:
mi
immagino
le
pecore
lanose
,
le
pendole
figurate
,
le
bambole
parlanti
,
e
m
'
immagino
la
Regina
fulgida
e
bionda
nella
cupa
luce
del
velluto
granato
,
sorridente
tra
i
parvulos
felici
o
mal
contenti
.
Oltre
il
velluto
regale
,
splendevano
i
velluti
varii
e
ricchissimi
della
baronessa
Sonnino
,
della
contessa
Della
Somaglia
,
della
contessa
di
Santafiora
,
di
Donna
Claribel
.
Donna
Claribel
ebbe
in
dono
una
specie
di
diadema
di
perle
e
brillanti
con
predominio
di
perle
.
La
duchessa
Sforza
-
Cesarini
ebbe
in
dono
una
spilla
armonizzata
di
soavi
zaffiri
e
di
brillanti
luminosissimi
.
La
duchessa
Massimo
ebbe
anche
zaffiri
e
brillanti
foggiati
in
forma
di
mosche
.
Brillanti
e
rubini
ebbe
la
marchesa
Calabrini
.
E
la
contessa
di
Santafiora
,
la
contessa
che
io
più
(
dopo
Donna
Claribel
)
adoro
,
ebbe
una
mezzaluna
fiammeggiante
,
segno
di
deità
.
Poi
gli
altri
doni
sono
innumerevoli
.
Li
accennerò
semplicemente
.
Il
Re
donò
alla
Regina
una
rondine
preziosa
,
e
la
Regina
al
Re
un
calamaio
cesellato
dal
Castellani
.
Il
Duca
d
'
Aosta
ebbe
dal
fratello
due
fucili
da
caccia
mirabili
per
eleganza
esteriore
e
per
precisione
meccanica
.
Il
Duca
di
Genova
ebbe
due
vasi
di
Sèvres
.
Quindi
:
La
duchessa
Sforza
-
Cesarini
un
mobile
giapponese
,
un
mobile
di
un
certo
legno
castaneo
,
venato
,
incrostato
di
madreperla
,
di
metallo
,
di
corallo
,
di
avorio
dipinto
,
con
fiori
,
con
uccelli
,
con
figure
umane
.
Il
marchese
di
Villamarina
un
candelabro
d
'
argento
di
quell
'
elegantissimo
artefice
che
è
il
Castellani
.
La
contessa
Visone
un
braccialetto
di
smeraldi
.
La
marchesa
Incisa
un
gran
servizio
di
porcellana
fina
,
per
the
o
per
caffè
.
Le
dame
di
Corte
(
nominate
sopra
talune
)
,
la
contessa
Lovatelli
,
la
contessa
Marcello
,
la
principessa
di
Ottajano
,
la
principessa
di
Venosa
,
ebbero
oggetti
di
oreficeria
bellissimi
.
Ed
oggetti
di
oreficeria
e
di
pierreries
ebbero
anche
la
contessa
Visone
,
la
contessa
Brambilla
,
la
signora
Rattazzi
.
I
signori
uomini
ebbero
per
lo
più
oggetti
di
mobilia
:
vasi
di
Satzuma
,
servizi
giapponesi
per
lunch
o
per
the
,
nécessaires
per
viaggio
,
bronzi
artistici
,
specchiere
,
candelabri
,
cofani
,
ecc
.
Il
duca
Gustavo
,
marito
di
Donna
Claribel
,
ebbe
due
immensi
vasi
di
metallo
bianco
,
giapponesi
,
due
vasi
barbarici
tutti
rilevati
di
mostri
orrendi
.
La
sera
il
Re
partì
per
San
Rossore
,
dove
si
tratterrà
tutto
il
mese
a
far
strage
di
selvaggina
grossa
nelle
selve
.
Così
il
Natale
è
passato
e
col
Natale
è
passato
il
tempo
cattivo
.
Ieri
la
giornata
fu
trionfale
.
Oggi
il
sole
ha
una
dolcezza
inebriante
.
Voi
,
o
dame
,
il
canto
del
Cigno
all
'
Apollo
chiama
.
Tutti
i
regali
regali
risplenderanno
alla
luce
del
gas
,
su
per
le
superbe
chiome
,
su
per
le
più
fresche
braccia
,
su
i
più
floridi
petti
della
cattolicità
apostolica
,
stasera
.
Sarà
il
gran
convegno
della
bellezza
.
L
'
inno
,
domani
.
StampaQuotidiana ,
A
poco
più
di
tre
chilometri
da
Caltanissetta
si
trova
un
gruppo
importante
di
zolfare
,
la
maggior
parte
delle
quali
appartengono
al
deputato
Testasecca
,
creato
conte
per
la
cospicua
donazione
che
fece
ai
poveri
in
occasione
delle
nozze
d
'
argento
dei
sovrani
.
I
nonni
del
neo
conte
erano
dei
poveri
borghesucci
quando
verso
il
1830
comperarono
per
pochi
soldi
alcune
colline
di
quei
dintorni
.
Erano
colline
superficialmente
molto
povere
,
ma
che
nel
loro
seno
racchiudevano
tesori
.
E
infatti
appena
se
ne
accorsero
e
cominciarono
a
sfruttarle
,
i
genitori
dell
'
onorevole
Testasecca
diventarono
in
pochi
anni
arcimilionari
.
Le
zolfare
del
conte
deputato
sono
oggi
coltivate
con
sistemi
abbastanza
razionali
(
macchine
,
vagoncini
e
ascensori
)
,
ma
vicino
ad
esse
se
ne
trovano
altre
dove
vigono
ancora
gli
antichi
sistemi
e
nelle
quali
la
creatura
umana
è
ridotta
peggio
di
una
bestia
da
soma
.
Non
faccio
che
trascrivere
le
note
prese
col
lapis
durante
un
'
escursione
che
feci
la
mattina
del
24
ottobre
.
Ore
sette
ant
.
Uscendo
dalla
città
,
i
due
amici
che
gentilmente
mi
accompagnavano
,
l
'
avv
.
Angelo
Giarrizzo
e
lo
studente
di
medicina
Paolo
Trobia
,
mi
mostrano
lungo
la
via
di
Sant
'
Anna
alcune
caverne
scavate
nel
tufo
e
nelle
quali
fino
a
poco
tempo
fa
abitarono
molte
famiglie
di
zolfatai
.
Alcune
vi
abitano
ancora
.
Il
Municipio
fece
sgombrare
le
altre
non
già
per
igiene
e
per
filantropia
,
ma
perché
queste
tane
da
trogloditi
minacciavano
di
rovinare
e
in
caso
di
disastro
il
Municipio
stesso
temeva
di
essere
chiamato
responsabile
e
di
dover
pagare
i
danni
.
Ore
otto
.
Siamo
arrivati
in
un
vallone
pieno
di
monticelli
che
paiono
fatti
da
talpe
gigantesche
.
Sono
ingressi
di
zolfare
e
calcheroni
,
ossia
mucchi
di
minerale
greggio
preparato
per
accenderlo
e
cavarne
lo
zolfo
col
sistema
primitivo
.
Ci
avviciniamo
ad
un
calcherone
in
formazione
.
Otto
uomini
raccolgono
con
le
pale
il
minerale
greggio
di
un
mucchio
e
ne
riempiono
delle
ceste
che
vengono
da
una
quindicina
di
ragazzi
portate
nella
buca
del
calcherone
.
È
un
lavoro
che
potrebbe
esser
fatto
benissimo
con
vagoncini
.
Si
adoperano
i
carusi
perché
si
spende
meno
.
L
'
età
di
questi
ragazzi
varia
dai
10
ai
18
anni
.
Alcuni
di
essi
,
imberbi
,
magri
,
patiti
,
sembrano
molto
più
giovani
di
quello
che
sono
.
Guadagnano
dai
quindici
ai
trenta
soldi
al
giorno
,
secondo
la
quantità
del
minerale
che
possono
portare
.
Per
guadagnare
qualche
soldo
di
più
,
corrono
continuamente
dal
mucchio
del
minerale
alla
vasca
del
calcherone
.
Lavorando
esternamente
,
non
sono
del
tutto
nudi
;
indossano
i
pantaloni
.
Una
cosa
che
colpisce
il
visitatore
è
questa
,
che
il
lavoro
meno
pesante
,
cioè
quello
di
riempire
le
ceste
,
è
fatto
dagli
adulti
,
dai
picconieri
,
e
quello
più
faticoso
,
ossia
il
trasporto
delle
ceste
piene
,
è
addossato
esclusivamente
ai
ragazzi
.
A
breve
distanza
si
vedono
gli
ingressi
della
zolfara
Gessolungo
,
dove
circa
dieci
anni
or
sono
accadde
una
catastrofe
che
uccise
cinquantotto
persone
.
I
cadaveri
mutilati
delle
vittime
non
furono
trasportati
neppure
nel
camposanto
di
Caltanissetta
;
s
'
improvvisò
qui
vicino
un
cimitero
dove
vennero
sepolti
in
una
fossa
comune
.
Ore
otto
e
mezza
.
Ci
avviciniamo
ai
due
ingressi
della
zolfara
Cinnirella
,
dove
lavorano
attualmente
circa
cento
persone
,
col
vecchio
sistema
del
trasporto
a
spalla
.
Da
una
delle
due
bocche
di
pozzo
si
entra
nella
miniera
e
dall
'
altra
si
esce
:
è
già
un
progresso
in
confronto
di
altre
zolfare
dove
si
entra
e
si
esce
dallo
stesso
buco
.
Ci
siamo
appena
accostati
all
'
ingresso
del
pozzo
di
uscita
,
che
ne
vediamo
uscire
uno
dopo
l
'
altro
tre
carusi
gobbi
.
Seguono
altri
disgraziati
per
lo
più
adulti
,
curvi
sotto
il
peso
del
sacco
di
minerale
che
portano
in
ispalla
.
Sono
tutti
ansanti
e
grondanti
di
sudore
.
Alcuni
non
hanno
altro
indumento
che
una
pezzuola
davanti
;
altri
portano
i
soli
pantaloni
;
altri
cosa
stranissima
il
solo
gilé
.
La
maggior
parte
sono
deformati
dalla
immane
fatica
.
Un
ragazzo
di
sedici
anni
un
vero
nano
per
la
deficiente
statura
non
dimostra
più
di
dieci
anni
e
ci
dice
che
ha
cominciato
a
fare
il
caruso
a
otto
anni
.
Un
altro
ci
racconta
che
ha
cominciato
a
sette
.
Ora
non
li
prendono
se
non
hanno
almeno
nove
anni
,
ma
ciò
succede
qui
nelle
zolfare
vicinissime
al
capoluogo
di
provincia
e
sorvegliate
dalla
direzione
degli
ingegneri
:
nell
'
interno
si
continua
come
in
passato
,
nel
modo
che
potei
constatare
nella
zolfara
Virdilio
.
Quanto
guadagnate
voi
?
chiesi
a
un
caruso
trentenne
,
il
quale
mostra
di
avere
cinquant
'
anni
.
Una
lira
al
giorno
mi
rispose
ma
io
sono
dei
discreti
,
dei
bravi
:
altri
miei
compagni
più
giovani
non
riescono
a
guadagnare
più
di
dodici
soldi
al
giorno
;
i
più
forti
e
resistenti
giungono
a
guadagnarne
trenta
,
il
massimo
.
E
quanti
viaggi
fate
al
giorno
?
Siccome
la
miniera
è
molto
profonda
,
non
possiamo
fare
più
di
dieci
o
dodici
viaggi
al
giorno
,
percorrendo
ogni
volta
trecentocinquanta
metri
di
scale
,
senza
contare
le
gallerie
.
Ore
otto
e
tre
quarti
.
Chiesto
il
permesso
ad
uno
dei
proprietari
e
ottenuto
un
caruso
per
guida
,
che
ci
precede
portando
una
lampadina
a
olio
,
entriamo
nella
zolfara
.
Questa
lampade
,
che
generalmente
i
carusi
s
'
attaccano
al
berretto
con
un
filo
di
ferro
,
sono
piccoli
orciuoli
scoperti
,
di
terracotta
,
con
un
becco
da
cui
passa
il
lucignolo
;
per
la
forma
ricordano
le
lampade
etrusche
.
Costano
2
centesimi
l
'
una
,
ma
sono
difficili
da
portare
,
si
rompono
facilmente
e
lasciano
versar
l
'
olio
,
di
cui
non
contengono
che
una
piccola
quantità
,
cosicché
è
necessario
riempirle
ogni
ora
.
Scendiamo
per
una
scala
scavata
nel
masso
.
La
volta
,
di
gesso
,
di
minerale
o
di
tufo
,
ora
ci
permette
di
stare
ritti
e
ora
ci
costringe
a
curvarci
.
I
gradini
,
che
qui
chiamano
scaloni
,
quando
l
'
inclinazione
dello
scavo
non
eccede
i
40°
,
occupano
tutta
la
larghezza
della
scala
:
sono
detti
allora
scaloni
sani
,
hanno
un
'
alzata
da
20
a
25
centimetri
ed
una
pedata
presso
a
poco
eguale
.
Quando
l
'
inclinazione
supera
i
40°
,
la
larghezza
della
scala
è
divisa
e
si
trovano
i
cosiddetti
scaloni
rotti
o
a
maschio
e
femmina
:
sopra
ogni
metà
della
scala
è
tracciata
una
gradinata
,
per
modo
che
i
riposi
o
pedate
d
'
una
metà
corrispondono
a
metà
delle
alzate
dell
'
altra
.
Si
rende
così
possibile
l
'
ascesa
e
discesa
,
che
altrimenti
riuscirebbe
difficilissima
per
la
soverchia
alzata
dei
gradini
.
Molti
gradini
sono
rotti
e
tutti
appaiono
lustri
per
il
continuo
strofinamento
dei
piedi
scalzi
dei
carusi
.
Anche
sulla
volta
,
specialmente
quando
è
di
gesso
,
si
vedono
delle
striscie
lucide
prodotte
dalle
mani
dei
carusi
che
s
'
appoggiano
.
Ma
dopo
un
centinaio
di
metri
di
discesa
avremo
fatto
più
di
quattrocento
gradini
non
trovammo
più
né
scaloni
sani
né
scaloni
rotti
:
il
buco
procedeva
a
zig
-
zag
e
invece
che
sulle
scale
si
camminava
sui
detriti
del
minerale
.
Ogni
tanto
dovevamo
scostarci
per
lasciar
passare
file
di
carusi
scarichi
che
correndo
scendevano
a
prendere
nuovi
carichi
.
Per
lo
più
nudi
,
con
un
semplice
grembialino
davanti
,
malamente
illuminati
dalle
lampadine
,
con
le
loro
faccie
sfigurate
e
con
la
pelle
bruna
,
più
che
europei
sembravano
isolani
dell
'
Oceania
.
In
certi
punti
le
pareti
delle
volte
nelle
scale
e
nelle
gallerie
sono
puntellate
con
tavole
e
travi
,
alcune
delle
quali
piegano
sotto
il
peso
e
minacciano
di
spezzarsi
.
Ai
lati
vediamo
qua
e
là
delle
gallerie
chiuse
con
un
cancello
di
legno
,
perché
o
sfruttate
o
trovate
pericolose
.
Perché
non
sono
state
riempite
come
l
'
esperienza
di
tante
catastrofi
ha
insegnato
?
Ore
nove
.
Al
punto
detto
«
piè
della
scala
»
troviamo
una
galleria
circolare
somigliante
ad
un
'
ampia
grotta
.
Un
picconiere
dal
torso
nudo
tutto
scintillante
di
sudore
,
batte
il
suo
piccone
contro
il
minerale
di
colore
oscuro
dalle
larghe
vene
gialle
di
zolfo
.
Quattro
o
cinque
carusi
raccolgono
i
pezzi
del
minerale
e
ne
riempiono
i
loro
sacchi
.
All
'
incerta
e
tremolante
luce
delle
lampadine
,
la
grotta
,
dalla
volta
a
striscie
gialle
,
rossiccie
e
scure
,
è
d
'
un
orrido
pittoresco
:
meriterebbe
di
essere
ritratta
da
un
Salvatore
Rosa
.
Avviene
non
di
rado
che
i
picconieri
trovano
delle
grotte
naturali
dalle
volte
ricoperte
di
stalattiti
,
di
cristallizzazioni
stupende
.
Ne
fu
scoperta
recentemente
una
a
Lercara
Friddi
,
ma
in
pochi
giorni
tutti
i
bellissimi
e
risplendenti
ornamenti
naturali
furono
vandalicamente
portati
via
.
A
stento
io
ne
potei
trovare
un
campione
.
Il
caldo
è
soffocante
,
e
non
possiamo
resistere
che
pochi
minuti
nella
galleria
«
piè
della
scala
»
.
Ore
nove
e
un
quarto
.
Imbocchiamo
un
altro
cunicolo
dalle
pareti
dirupatissime
e
scendiamo
,
tortuosamente
,
curvi
.
Le
volte
basse
sono
sostenute
da
travi
e
puntelli
messi
in
modo
molto
primitivo
.
Grondanti
di
sudore
grossi
goccioloni
ci
cadono
continuamente
dal
viso
e
dalle
mani
e
vanno
a
bagnare
la
polvere
del
minerale
che
ricopre
il
ripido
sentiero
giungiamo
finalmente
verso
le
nove
e
mezzo
alle
gallerie
finali
,
dette
camminanti
,
vastissime
caverne
in
cui
lavorano
vari
picconieri
.
I
colpi
di
piccone
continui
,
incessanti
,
come
se
fossero
dati
da
una
forza
automatica
,
risuonano
cupamente
nella
semioscurità
.
Quelle
macchine
umane
dei
picconieri
fanno
venire
in
mente
il
Canto
dei
minatori
del
Rapisardi
:
Tra
cieche
forre
,
tra
roccie
pendenti
Sul
nostro
capo
entr
'
oscure
caverne
,
Fra
pozzi
cupi
e
neri
anditi
algenti
,
Fra
rei
miasmi
,
fra
tenebre
eterne
,
D
'
ogni
consorzio
,
dal
mondo
noi
scissi
A
nutrir
gli
ozi
d
'
ignoti
signori
,
Noi
picconieri
di
monti
e
d
'
abissi
,
Sepolti
vivi
scaviam
tesori
.
E
scavano
tesori
davvero
.
Anche
questa
zolfara
Cinnirella
,
che
passa
per
una
delle
meno
produttive
,
ha
già
arricchito
parecchi
a
Caltanissetta
.
E
tuttavia
i
proprietari
non
si
sono
indotti
ancora
ad
applicarvi
sistemi
di
trazione
più
razionali
e
umani
.
Ora
è
data
in
affitto
o
a
gabella
.
Ore
nove
e
tre
quarti
.
Dopo
un
po
'
di
riposo
torniamo
indietro
e
cominciamo
la
faticosa
salita
.
È
durissima
per
noi
che
non
portiamo
nulla
sulle
spalle
,
che
siamo
robusti
e
ben
nutriti
.
Come
deve
essere
più
dura
,
malgrado
l
'
abitudine
,
per
gl
'
infelici
carusi
!
Ne
incontriamo
a
ogni
minuto
.
Si
sente
ora
la
loro
respirazione
affannosa
,
e
ora
quel
lamento
che
fa
tanto
pena
.
Qualcheduno
urta
di
tanto
in
tanto
col
suo
carico
contro
la
volta
bassa
.
Qualche
altro
sdrucciola
e
cade
come
Gesù
sotto
la
croce
,
senza
trovare
un
pietoso
Cireneo
!
Altri
,
non
potendone
più
,
gettano
per
un
momento
il
pesante
fardello
e
siedono
ansanti
per
riprendere
un
po
'
di
fiato
.
Alla
svoltata
di
una
galleria
un
caruso
è
lungo
disteso
sui
pezzi
aguzzi
del
minerale
che
a
lui
,
sfinito
dalla
fatica
,
devono
sembrare
un
soffice
materasso
.
Passa
in
quella
un
sorvegliante
e
toccandolo
con
l
'
aguzza
asta
di
ferro
che
gli
serve
da
bastone
,
gli
domanda
:
«
Dormi
?
»
.
Man
mano
che
saliamo
una
corrente
d
'
aria
,
che
a
noi
pare
gelata
,
scende
dall
'
altissima
imboccatura
del
pozzo
.
Anche
coperti
di
lana
,
c
'
è
da
prendere
una
polmonite
.
E
i
carusi
,
grondanti
di
sudore
,
sono
nudi
!
Ore
dieci
e
un
quarto
.
Quando
noi
usciamo
a
rivedere
la
luce
del
sole
venendo
dalle
tenebrose
gallerie
ci
pare
per
qualche
minuto
abbarbagliante
siamo
talmente
stanchi
che
riparandoci
in
una
baracca
ci
gettiamo
a
sedere
,
disfatti
come
cenci
.
I
carusi
invece
,
appena
deposto
il
carico
,
devono
ridiscendere
frettolosamente
e
continuare
così
fino
a
sera
per
guadagnare
la
mercede
che
s
'
è
detto
.
E
quasi
tutti
hanno
anche
una
famiglia
da
mantenere
.
StampaQuotidiana ,
Qualche
giorno
fa
apparve
la
notizia
che
il
ministro
Orlando
aveva
pronta
la
relazione
sul
decreto
ministeriale
per
la
scelta
del
greco
e
delle
matematiche
nei
licei
.
E
la
notizia
è
poi
stata
confermata
dai
giornali
ufficiosi
.
Il
decreto
in
sostanza
è
questo
:
fin
qui
lo
studio
del
greco
era
di
cinque
anni
;
ora
i
giovani
possono
ridurlo
a
tre
optando
per
le
matematiche
invece
del
greco
appena
giunti
al
secondo
anno
di
liceo
.
Tale
decreto
mostra
una
tendenza
che
va
rilevata
:
è
un
primo
passo
verso
la
soppressione
graduale
dell
'
insegnamento
classico
.
Oggi
si
è
ancora
oscillanti
e
vacillanti
fra
il
desiderio
di
rinnovare
e
quello
di
conservare
,
domani
non
sarà
più
così
,
e
si
abolirà
il
vecchio
per
il
semplice
motivo
che
si
è
smarrito
il
sentimento
del
suo
valore
vero
.
Questo
dunque
è
necessario
:
illuminare
la
coscienza
pubblica
sul
valore
degli
studii
classici
.
Tali
studii
,
hanno
contro
di
sé
i
modernisti
,
cioè
tutti
coloro
che
fanno
incominciare
il
mondo
dal
giorno
della
loro
nascita
.
C
'
è
una
speciale
vanità
dell
'
uomo
contemporaneo
,
ed
è
quella
della
modernità
;
per
la
quale
la
maggior
parte
de
'
nostri
simili
cólti
,
od
ignoranti
che
si
credon
cólti
,
di
niente
altro
è
vaga
quanto
di
dare
un
calcio
ai
molti
secoli
ed
ai
varii
millenni
di
storia
che
ci
hanno
preceduti
.
La
divina
legge
della
continuità
della
vita
attraverso
i
secoli
e
attraverso
i
millenni
,
per
la
quale
la
durata
dell
'
uomo
è
tanto
più
lunga
dell
'
esistenza
dell
'
individuo
,
e
che
è
quasi
la
nostra
immortalità
terrena
;
questa
divina
legge
per
la
quale
la
vita
dei
popoli
ci
appare
intessuta
di
generazioni
,
come
si
lega
punto
con
punto
,
e
noi
ci
sentiamo
contemporanei
de
nostri
padri
e
respiranti
dello
stesso
respiro
nella
stessa
aria
;
questa
divina
legge
per
cui
l
'
anima
umana
si
sente
vivere
di
là
dall
'
attimo
e
dall
'
atomo
che
sono
la
sua
proprietà
e
la
sua
miseria
,
è
oggi
posta
in
oblio
o
è
disprezzata
.
Vi
è
un
momento
in
cui
per
i
modernisti
tutto
ciò
che
fu
,
finisce
,
e
incomincia
tutto
ciò
che
ora
è
;
di
là
da
quello
la
morte
,
di
qua
la
vita
,
la
cosiddetta
vita
moderna
.
E
quel
momento
è
quello
che
io
ho
detto
segnato
dal
giorno
della
loro
nascita
.
E
potrebbe
dirsi
dalla
Rivoluzione
francese
,
o
dalla
invenzione
del
treno
o
del
telegrafo
,
o
da
Darwin
,
o
da
Carlo
Marx
.
I
modernisti
hanno
visto
come
siano
stati
inventati
il
telegrafo
,
il
treno
e
tante
altre
meraviglie
,
e
come
si
siano
diffuse
le
teorie
dell
'
evoluzione
,
del
socialismo
,
e
i
venerandi
principi
dell'89
,
ed
hanno
concluso
:
Oggi
il
mondo
è
tutt
'
altra
cosa
;
la
vita
,
l
'
umanità
,
la
coscienza
,
la
sapienza
,
la
civiltà
,
il
progresso
sono
tutt
'
altra
cosa
.
E
che
cosa
sono
?
Sono
la
modernità
.
E
così
la
leggenda
,
il
dogma
,
la
religione
della
modernità
,
cioè
di
un
nostro
modo
di
essere
profondamente
diverso
da
quello
dei
nostri
antenati
,
si
sono
stabiliti
e
sono
in
onore
.
È
il
pedantismo
e
il
fanatismo
di
moda
,
dei
quali
,
come
è
naturale
,
i
greci
ed
i
romani
non
hanno
più
fieri
nemici
.
Contro
le
cosiddette
lingue
e
letterature
morte
i
modernisti
gridano
come
i
giacobini
di
Francia
gridavano
contro
l
'
«
Ancien
Régime
»
.
Greco
,
latino
,
vecchia
accademia
,
avanzo
di
«
Ancien
Régime
»
,
via
!
È
il
grido
della
nuova
rettorica
.
Ebbene
,
questa
nuova
rettorica
ha
torto
,
e
lo
ha
perché
confonde
molte
cose
.
Confonde
la
vita
con
alcune
sue
forme
esteriori
,
con
alcune
sue
condizioni
materiali
.
Si
pensi
ciò
che
si
vuole
,
ma
solo
alcune
condizioni
materiali
,
solo
alcune
forme
esteriori
sono
mutate
;
la
vita
,
l
'
anima
umana
,
l
'
umanità
no
.
È
della
vita
,
dell
'
anima
umana
,
dell
'
umanità
,
lo
stesso
che
dell
'
arte
;
e
come
non
si
può
dire
che
l
'
arte
abbia
mutato
sostanza
e
sia
progredita
da
Omero
a
Dante
,
da
Dante
a
non
so
quale
grande
poeta
de
'
giorni
nostri
,
così
non
si
può
dire
di
questo
nostro
essere
animato
e
vivente
(
che
ha
nell
'
arte
e
nella
storia
il
suo
specchio
)
dalla
civiltà
dei
romani
a
quella
dei
popoli
contemporanei
.
Io
non
conosco
una
invenzione
morale
,
per
così
dire
,
della
umanità
di
oggi
o
della
umanità
di
ieri
,
la
quale
veramente
agisca
sopra
la
sua
sostanza
psichica
e
valga
a
mutarla
.
Conosco
molte
vecchie
ciarlatanerie
che
vogliono
passare
per
nuove
verità
.
Le
nuove
verità
e
le
invenzioni
sono
quelle
della
scienza
che
ha
fornito
la
vita
esteriore
e
materiale
di
nuovi
istrumenti
più
potenti
degli
antichi
.
Tali
istrumenti
ci
hanno
fatto
queste
nuove
condizioni
:
maggiore
velocità
e
maggiore
varietà
.
Noi
abbiamo
per
le
nostre
notti
una
copia
senza
paragone
più
grande
di
luce
e
un
numero
più
grande
di
lumi
,
e
abbiamo
veicoli
che
ci
trasportano
da
un
capo
all
'
altro
del
mondo
con
una
velocità
che
tenta
emulare
quella
de
'
nostri
pensieri
,
e
abbiamo
macchine
che
lavorano
per
noi
.
Abbiamo
qualche
alleato
e
qualche
schiavo
di
più
nella
natura
,
e
mentre
gli
antichi
avevano
soltanto
qualche
animale
domestico
,
il
vento
per
la
vela
e
il
fuoco
,
noi
abbiamo
e
animali
domestici
e
il
vento
e
il
fuoco
e
la
forza
dei
fulmini
e
le
forze
di
altri
elementi
in
nostro
potere
.
La
luce
è
stata
sforzata
sino
all
'
incendio
,
il
suono
e
la
musica
sino
al
fragore
,
la
velocità
sino
alla
vertigine
;
le
città
son
diventate
popolazioni
di
regni
,
il
lavoro
della
pace
frenetico
come
il
tumulto
della
guerra
.
Se
vi
è
una
novità
è
l
'
eccesso
e
la
frenesia
dell
'
eccesso
.
Se
vi
è
una
novità
è
questa
:
nello
sforzo
tragico
ed
epico
che
l
'
uomo
ha
sempre
fatto
e
sempre
farà
per
eguagliare
la
sua
volontà
col
suo
atto
,
perché
il
suo
braccio
sia
attivo
come
la
sua
mente
;
noi
siamo
giunti
al
punto
che
gli
istrumenti
di
quello
sforzo
,
se
ancora
sono
men
repentini
del
nostro
animo
,
sono
però
di
già
superiori
alla
resistenza
dei
nostri
muscoli
e
dei
nostri
nervi
.
Ma
l
'
uomo
è
lo
stesso
.
Ponete
l
'
uomo
in
Parigi
,
in
Londra
,
in
New
York
,
in
Roma
moderna
,
o
nella
Roma
antica
,
in
Atene
,
in
Babilonia
,
in
Cartagine
,
e
che
si
chiami
o
Cesare
,
o
Napoleone
,
o
Chamberlain
,
Eschilo
o
Shakespeare
,
Enrico
Ferri
o
non
so
quale
dei
demagoghi
ateniesi
o
quiriti
;
l
'
uomo
è
lo
stesso
.
L
'
uomo
è
la
moltitudine
.
L
'
uomo
,
la
moltitudine
e
le
loro
passioni
.
Le
passioni
operaie
,
del
bene
e
del
male
,
furie
dell
'
uomo
e
dei
popoli
,
tali
sono
quali
furono
.
L
'
amore
,
il
desiderio
,
l
'
ambizione
ardono
oggi
come
arsero
nel
sangue
e
nelle
ossa
dei
nostri
padri
e
dei
padri
dei
nostri
padri
.
E
l
'
ammirazione
delle
cose
naturali
e
della
bellezza
creata
dagli
uomini
,
l
'
arte
,
l
'
eloquenza
e
la
magnanimità
e
il
saper
morire
per
una
idea
,
e
il
tendere
con
gli
atti
e
con
i
fatti
verso
le
visioni
dell
'
idea
,
e
tutte
le
numerose
forme
dell
'
umana
virtù
,
quali
furono
un
tempo
tali
sono
oggi
.
Noi
usciamo
da
un
'
officina
delle
nostre
città
,
dove
turbinano
e
strepitano
cento
macchine
;
ma
se
andiamo
in
campagna
,
la
vista
di
un
aratro
che
sembra
continui
da
una
giornata
perduta
in
una
antichità
favolosa
la
sua
lenta
e
silenziosa
opera
del
solco
,
metterà
nei
nostri
cuori
quella
stessa
pace
che
ci
dona
quando
passa
nei
versi
di
Virgilio
.
Un
semplice
canto
agreste
ha
sui
nostri
cuori
la
stessa
potenza
,
sebbene
ora
nelle
nostre
orchestre
l
'
intrico
dei
suoni
sia
come
quello
degli
alberi
in
una
foresta
,
dei
loro
rami
e
delle
loro
radici
.
Consideriamo
la
guerra
.
Tutto
sembra
mutato
.
Più
vasti
corpi
di
combattenti
si
muovono
su
più
vasti
spazii
;
è
fra
loro
ciò
che
sarebbe
parso
inverosimile
ai
soldati
antichi
che
si
azzuffavano
:
la
distanza
.
Hanno
una
nuova
forza
di
terrore
:
il
fragore
.
La
rozza
arma
antica
si
è
moltiplicata
in
più
foggie
d
'
armi
,
fatte
dalla
scienza
della
distruzione
,
di
congegni
più
delicati
che
non
abbia
l
'
arnese
del
pacifico
lavoro
.
La
civiltà
più
ingegnosa
e
l
'
opera
di
strage
della
bestialità
primordiale
si
uniscono
.
Ed
ecco
il
fatto
:
non
ostante
tutte
le
mutazioni
e
tutto
quanto
si
è
ingrandito
,
moltiplicato
,
congegnato
,
l
'
uomo
porta
sul
campo
di
battaglia
lo
stesso
animo
di
una
volta
,
l
'
animo
deliberato
a
uccidere
o
a
morire
.
Per
questo
,
leggendo
le
battaglie
degli
achei
e
dei
troiani
nei
libri
d
'
Omero
noi
possiamo
provare
in
fondo
le
medesime
sensazioni
che
leggendo
nei
giornali
la
guerra
russo
-
giapponese
.
StampaQuotidiana ,
Ancora
una
vittoria
.
La
seconda
in
pochi
giorni
,
nell
'
industria
più
moderna
,
nella
forma
più
moderna
della
gara
e
della
forza
di
nervi
e
d
'
animo
necessaria
per
prender
parte
alle
gare
perigliose
.
Due
vittorie
italiane
.
Salutiamole
con
gioia
.
Quest
'
ultima
noi
l
'
attendevamo
da
due
mesi
,
l
'
abbiamo
seguita
giorno
per
giorno
attraverso
l
'
Asia
e
l
'
Europa
,
il
deserto
,
i
fiumi
,
i
torrenti
,
le
montagne
,
le
foreste
,
attraverso
piogge
e
nevi
e
venti
e
ogni
variazione
di
clima
e
ogni
impedimento
e
insidia
del
suolo
e
popolazioni
del
più
vario
sangue
e
orde
fuggitive
della
più
strana
foggia
.
È
stato
uno
spettacolo
stupendo
vedere
giorno
per
giorno
avvicinarsi
verso
la
mèta
,
verso
la
vittoria
,
verso
di
noi
,
la
piccola
macchina
infaticabile
,
fragile
come
la
carne
umana
,
infrangibile
come
la
volontà
dell
'
uomo
eroico
,
la
piccola
macchina
portante
due
uomini
della
nostra
patria
,
degni
di
esser
celebrati
come
campioni
di
due
tra
le
più
belle
virtù
della
nostra
razza
,
bellissime
nella
loro
unione
insolita
,
lo
slancio
e
la
tenacità
,
la
foga
e
la
pazienza
.
Abbiamo
avuto
per
due
mesi
,
tutti
i
giorni
,
il
nostro
quarto
d
'
ora
di
visione
poetica
,
ed
è
difficile
poter
ritrovare
nella
realtà
un
altro
fatto
grande
che
come
questo
compiutosi
oggi
possa
avere
tutti
i
caratteri
della
poesia
,
tutti
i
caratteri
del
sogno
nato
dal
bisogno
di
evocare
dall
'
ignoto
le
immagini
delle
virtù
che
piantano
più
oltre
i
termini
del
possibile
.
È
stato
il
nostro
sogno
attraverso
gli
spazii
,
ed
è
stato
attraverso
i
tempi
,
perché
gli
aspetti
delle
terre
solitarie
e
intatte
,
le
apparizioni
delle
cavalcate
in
fuga
o
in
inseguimento
lungo
la
via
non
tracciata
,
ci
hanno
di
tanto
in
tanto
riprofondati
nelle
età
della
barbarie
,
della
leggenda
,
dei
primordii
.
E
il
sogno
si
è
avvicinato
per
due
mesi
,
di
giorno
in
giorno
,
di
momento
in
momento
,
infaticabilmente
fedele
alla
nostra
attesa
,
finché
oggi
è
giunto
,
oggi
è
realtà
,
è
vittoria
.
È
la
seconda
vittoria
italiana
in
pochi
giorni
.
Salutiamola
con
gioia
.
Il
sommo
poeta
della
nostra
razza
avventurosa
e
paziente
ebbe
già
un
sogno
simile
prima
de
tempi
,
quando
l
'
anima
gli
s
'
apri
a
un
tratto
come
l
'
oceano
e
per
essa
andò
con
la
«
picciola
compagna
»
il
pellegrino
d
'
Itaca
navigando
di
là
dai
«
riguardi
»
segnati
da
Ercole
.
Chi
non
ricorda
il
canto
XXVI
dell
'
Inferno
?
È
il
canto
dove
Dante
Alighieri
è
più
divinatore
dei
tempi
che
sono
venuti
dopo
di
lui
,
dove
più
ha
previssuto
secondo
lo
spirito
della
nostra
età
,
dove
più
è
coetaneo
nostro
e
oltre
.
È
il
canto
dove
fanno
capo
,
per
finire
,
i
viaggi
degli
uomini
per
i
cieli
,
e
dove
fanno
capo
,
per
cominciare
,
i
loro
viaggi
sulla
terra
.
Qui
il
Medioevo
cessa
e
s
'
inizia
l
'
evo
moderno
.
Qui
è
il
principio
del
Rinascimento
.
«
O
frati
,
dissi
,
che
per
cento
milia
perigli
siete
giunti
all
'
Occidente
,
a
questa
tanto
picciola
vigilia
de
'
vostri
sensi
ch
'
è
del
rimanente
,
non
vogliate
negar
l
'
esperienza
,
diretro
al
sol
,
del
mondo
senza
gente
.
Considerate
la
vostra
semenza
:
fatti
non
foste
a
viver
come
bruti
,
ma
per
seguir
virtute
e
conoscenza
»
.
Li
miei
compagni
fec
'
io
sì
acuti
,
con
questa
orazion
picciola
,
al
cammino
,
che
appena
poscia
li
avrei
rattenuti
.
E
volta
nostra
poppa
nel
mattino
,
de
'
remi
facemmo
ale
al
folle
volo
sempre
acquistando
dal
lato
mancino
.
Ebbene
,
non
ostante
tutte
le
differenze
,
spesso
leggendo
della
corsa
Pechino
-
Parigi
mi
sono
ricordato
del
canto
dantesco
.
Invece
della
vastità
degli
oceani
ho
visto
con
gli
occhi
della
mente
la
vastità
dei
continenti
e
invece
del
«
legno
»
l
'
ordignetto
metallico
;
ma
ho
risentita
la
stessa
«
picciola
orazione
»
che
la
coscienza
dice
dell
'
uomo
magnanimo
,
ho
ritrovati
gli
stessi
uomini
che
alla
loro
«
picciola
vigilia
»
non
vogliono
negare
l
'
«
esperienza
del
mondo
senza
gente
»
,
ho
inteso
lo
sguardo
verso
lo
stesso
«
folle
volo
»
.
L
'
Alighieri
creava
il
mito
di
ciò
che
non
era
nato
ancora
.
Oggi
ciò
che
stava
chiuso
nel
suo
genio
come
il
frutto
della
generazione
nell
'
alvo
materno
,
è
diventato
la
storia
vivente
del
mondo
,
storia
di
follia
come
non
fu
mai
così
travolgente
,
storia
d
'
amore
dell
'
esperienza
come
non
fu
mai
così
divorante
,
storia
di
volo
come
non
fu
mai
così
veemente
.
Di
tale
storia
la
corsa
Pechino
-
Parigi
è
l
'
ultima
gesta
.
È
fin
qui
il
volo
più
folle
.
Ed
è
una
vittoria
italiana
.
Fu
già
celebrata
dal
sommo
poeta
della
nostra
razza
.
Sono
più
vittorie
italiane
.
Della
poesia
avventurosa
e
dell
'
industria
,
della
lotta
degli
uomini
con
gli
uomini
e
degli
uomini
con
la
natura
.
La
lotta
franco
-
italiana
quasi
dispare
in
confronto
a
quella
che
italiani
e
francesi
hanno
dovuto
sostenere
con
la
natura
.
C
'
è
qui
una
bella
forma
tutta
moderna
dell
'
azione
agonistica
:
è
parso
che
gli
uomini
abbian
corsa
la
gara
non
tanto
per
vincersi
gli
uni
con
gli
altri
quanto
per
vedere
quali
di
loro
fossero
più
atti
a
vincere
la
natura
.
È
una
scelta
dei
combattenti
migliori
per
il
combattimento
più
moderno
,
qual
è
l
'
assalto
incessante
che
gli
uomini
dànno
alla
natura
,
perché
questa
renda
tutte
le
sue
potenze
,
ed
essi
possano
convertirle
in
istrumenti
della
loro
vita
.
Così
il
folle
volo
frutta
«
esperienza
»
e
il
folle
assalto
potenza
.
Per
due
volte
,
in
pochi
giorni
,
la
nostra
terra
ha
mostrato
di
produrre
valorosissimi
combattenti
.
I
più
moderni
fra
i
combattenti
.
E
dietro
a
costoro
c
'
è
una
vittoria
pratica
,
la
vittoria
dell
'
industria
.
Dietro
agli
uomini
che
volano
attraverso
i
continenti
per
volare
e
per
vedere
,
e
non
per
altro
;
che
superano
deserti
,
foreste
,
fiumi
,
montagne
,
non
per
altro
se
non
per
il
gusto
di
dire
in
faccia
alla
natura
con
l
'
accento
dell
'
eroe
e
del
fanciullo
:
Qui
m
'
impedisci
e
mi
vuoi
spaventare
,
ma
io
passo
!
;
dietro
a
questi
uomini
,
come
c
'
è
la
scienza
che
cerca
sempre
nuove
esperienze
,
per
sempre
nuove
«
conoscenze
»
,
ancora
secondo
il
canto
di
Dante
,
per
sempre
nuove
potenze
della
vita
umana
;
così
c
'
è
l
'
industria
che
di
continuo
rafforza
le
sue
armi
per
soverchiare
la
concorrenza
straniera
e
accumula
per
questo
nostro
popolo
quel
benessere
da
cui
usciranno
poi
le
vinti
e
i
fatti
delle
sue
volontà
maggiori
.
Il
folle
volo
che
s
'
inizia
nel
poema
sacro
,
l
'
amore
dell
'
avventura
che
è
antico
quanto
il
mondo
,
la
moderna
scienza
e
la
modernissima
industria
,
oggi
ottengono
in
una
quattro
vittorie
nella
nostra
patria
.
E
c
'
è
ancora
una
quinta
vittoria
italiana
.
È
quella
dell
'
ingegno
meccanico
che
qui
è
più
agile
e
pronto
nel
concepire
,
e
più
delicato
e
minuzioso
nell
'
eseguire
,
che
non
in
nessun
altro
paese
.
Risplende
il
carattere
della
nostra
razza
animata
e
paziente
'
.
Noi
meritiamo
sempre
lode
,
e
non
di
rado
sopravanziamo
gli
altri
,
per
l
'
arte
di
costruire
i
veicoli
di
terra
e
di
mare
,
le
gigantesche
navi
ed
i
fulminei
automobili
.
Ci
spinge
l
'
istinto
della
velocità
attraverso
la
vastità
.
L
'
istinto
più
moderno
e
così
nostro
da
Roma
in
poi
!
Bisogna
salutare
le
cinque
belle
vittorie
con
gioia
,
e
soprattutto
con
fiducia
.
C
'
è
fra
loro
una
concezione
della
vita
che
giova
spesso
ricordare
.
Consiste
appunto
nel
considerare
la
vita
come
ardua
lotta
e
come
ardua
vittoria
.
Il
vincitore
di
Dieppe
,
ad
uno
che
gli
chiedeva
notizie
della
sua
corsa
,
rispose
:
La
mia
vita
non
contava
più
nulla
in
confronto
della
vittoria
che
mi
pareva
possibile
.
Bisogna
nutrir
fiducia
che
lo
spirito
di
questa
risposta
si
diffonda
e
penetri
addentro
.
Solamente
l
'
avversario
formidabile
e
l
'
animo
generoso
fanno
belle
le
vittorie
.
E
non
si
ricordi
nulla
di
più
in
questo
giorno
di
festa
.
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
Questo
inno
in
prosa
fu
pubblicato
nel
«
Giornale
d
'
Italia
»
l11
agosto
del
1907
,
il
giorno
stesso
dell
'
arrivo
del
Principe
Borghese
e
del
Barzini
a
Parigi
.
Soltanto
due
giorni
dopo
il
«
Corriere
della
sera
»
riportava
le
parole
dette
dal
Principe
ai
suoi
festeggiatori
nelle
sale
del
«
Matin
»
.
Eccole
.
«
Voi
avete
esagerato
,
signori
.
Non
fummo
eroi
,
ma
semplicemente
uomini
pazienti
.
Sì
,
la
nostra
sola
virtù
fu
la
pazienza
.
Forse
ne
avemmo
anche
un
'
altra
:
la
perseveranza
.
Tutto
il
segreto
della
nostra
riuscita
consistette
in
questo
:
che
non
pensammo
mai
alla
meta
finale
da
raggiungere
a
Parigi
.
Ogni
giorno
,
alla
sveglia
,
dicevamo
a
noi
stessi
che
bisognava
compiere
perbene
la
tappa
designata
pel
giorno
stesso
.
E
siccome
ogni
giorno
erano
press
'
a
poco
gli
stessi
ostacoli
che
dovevamo
vincere
e
le
stesse
fatiche
che
dovevamo
sopportare
,
così
venimmo
a
capo
,
per
forza
d
'
abitudine
,
degli
uni
e
delle
altre
»
[
N
.
d
.
A
.
]
.
StampaQuotidiana ,
Signore
e
signori
,
I
maestri
elementari
della
provincia
di
Treviso
mi
hanno
chiesto
s
'
io
volessi
fare
una
conferenza
davanti
a
tanta
eletta
cittadinanza
,
e
a
essi
io
non
poteva
dire
di
no
.
Da
lungo
tempo
ho
in
grandissimo
affetto
questa
classe
di
persone
così
utile
allo
Stato
,
alle
provincie
,
ai
comuni
,
e
a
cui
Stato
,
provincie
e
comuni
danno
retribuzione
così
inferiore
a
quella
che
meriterebbe
per
il
beneficio
prestato
e
che
sempre
si
domanda
da
essa
.
Ma
,
se
la
mia
parola
riuscirà
meno
gradita
di
quanto
desidero
,
ne
darete
colpa
non
ai
maestri
elementari
che
me
l
'
hanno
chiesta
,
bensì
a
me
pel
soggetto
che
ho
scelto
,
come
quello
su
cui
più
si
fermò
la
mia
mente
.
Ché
se
il
soggetto
è
facile
a
concepire
,
è
pur
difficile
a
esser
trattato
,
e
se
sarebbe
facile
ad
altri
il
discorrerne
e
provocare
la
vostra
approvazione
,
potrà
forse
esser
difficile
a
me
.
So
come
alcuni
fanno
a
carezzare
le
umane
passioni
e
a
secondare
i
comuni
pregiudizi
;
quanto
a
me
mi
rivolgo
alla
vostra
ragione
,
e
desidero
che
una
parola
calma
,
tranquilla
e
serena
scenda
nella
vostra
coscienza
;
e
se
in
essa
troverà
una
approvazione
,
io
sarò
abbastanza
contento
.
In
queste
parole
:
religione
,
clericalismo
e
scuole
,
sono
compresi
taluni
dei
maggiori
interessi
della
umana
società
,
e
io
cercherò
di
controbilanciare
il
torto
e
il
diritto
di
ognuno
,
per
poi
misurare
l
'
influenza
di
quella
delle
tre
parole
che
ci
indica
il
bene
e
di
quella
che
ci
indica
il
male
.
Per
misurare
però
quale
sia
l
'
influenza
delle
scuole
e
della
religione
da
una
parte
,
e
del
clericalismo
dall
'
altra
,
bisognerà
,
o
signori
,
che
abbiate
l
'
animo
calmo
come
l
'
ho
io
,
e
che
nel
sentirmi
vi
preoccupiate
,
come
me
,
d
'
esser
chiari
,
precisi
,
giusti
e
soprattutto
sinceri
.
La
maggior
parte
di
coloro
che
discorrono
di
religione
e
di
clericalismo
non
sono
,
a
mio
parere
,
sinceri
.
Alcuni
sono
pieni
di
furore
contro
il
clericalismo
,
e
hanno
ragione
;
ma
il
loro
furore
va
più
in
là
e
offende
la
religione
medesima
.
E
d
'
altra
parte
,
se
i
loro
avversari
gridano
:
«
Religione
!
Religione
!
Dio
!
Dio
!
»
,
in
fondo
del
loro
cuore
tutto
questo
non
c
'
è
.
Non
è
già
per
amor
di
religione
che
parlano
,
non
è
per
Dio
che
si
agitano
,
ma
per
loro
stessi
,
per
le
loro
passioni
mondane
,
pel
desiderio
sfrenato
che
hanno
di
dominare
e
di
farsi
avanti
.
Sono
quindi
due
insincerità
che
si
armano
,
e
furiose
combattono
l
'
una
contro
l
'
altra
,
pur
avendo
ciascuna
delle
due
parti
gran
bisogno
dell
'
altra
.
Ora
noi
dobbiamo
distinguere
la
religione
dal
clericalismo
,
e
dire
apertamente
ciò
che
di
ognuno
si
pensa
.
Religione
e
clericalismo
son
due
cose
ben
differenti
:
non
diverse
,
ma
opposte
.
Il
sentimento
religioso
nasce
con
l
'
uomo
al
primo
urto
che
sente
dalla
natura
in
cui
vive
,
di
questa
natura
della
quale
non
sa
donde
sia
caduta
,
né
dove
vada
.
Il
sentimento
religioso
è
tale
da
unire
l
'
animo
suo
con
tutto
ciò
che
lo
circonda
;
è
un
sentimento
molto
intimo
che
mette
l
'
uomo
in
relazione
con
quello
che
è
sopra
di
lui
,
come
della
stessa
natura
.
E
l
'
uomo
viene
in
grado
di
trovare
una
risposta
alle
terribili
domande
,
alle
quali
ogni
scienza
è
impotente
,
e
delle
quali
oggi
dice
di
non
volersi
curare
,
ma
domani
cercherà
di
rispondervi
.
Col
sentimento
veramente
religioso
l
'
uomo
frena
la
sua
fantasia
che
gli
chiede
:
«
d
'
onde
tu
vieni
?
dove
tu
vai
?
»
;
ed
è
nostra
sventura
aver
sempre
queste
domande
dinanzi
!
E
non
v
'
illudete
,
o
signori
;
questo
sentimento
religioso
assume
necessariamente
forma
di
culto
;
poiché
una
volta
che
l
'
uomo
abbia
concepito
qualche
cosa
al
di
sopra
di
lui
,
è
naturale
egli
domandi
a
se
stesso
come
questo
qualche
cosa
,
che
chiama
Dio
,
debba
o
possa
essere
propiziabile
.
Ed
è
così
,
che
tra
lui
e
questo
Dio
sorge
il
sacerdote
.
Che
cosa
è
il
sacerdote
?
È
l
'
interprete
dell
'
uomo
a
Dio
,
di
Dio
all
'
uomo
;
ma
questo
sacerdote
che
viene
nell
'
umana
società
per
mettere
in
relazione
l
'
uomo
con
Dio
,
corrompe
presto
l
'
ufficio
suo
,
e
,
preso
un
altissimo
posto
nella
umana
coscienza
,
se
n
'
avvantaggia
naturalmente
.
I
sacerdoti
formano
una
classe
,
una
casta
,
portata
alla
ricerca
di
dominio
e
onori
.
Il
sentimento
è
affatto
diverso
da
quello
che
doveva
essere
;
non
ha
più
per
oggetto
Iddio
,
non
la
mediazione
fra
l
'
uomo
e
l
'
idealità
pura
,
ma
il
proprio
interesse
,
la
propria
ambizione
.
Questa
la
corruttela
del
sacerdozio
.
Or
bene
,
o
signori
,
come
quel
primo
sentimento
si
dice
religione
,
questo
secondo
,
con
nome
moderno
,
che
corrisponde
però
a
una
cosa
antica
,
si
dice
clericalismo
.
La
religione
o
il
sentimento
religioso
è
,
come
abbiamo
visto
,
la
relazione
fra
uomo
e
Dio
;
il
clericalismo
surroga
alla
relazione
dell
'
uomo
con
Dio
l
'
interesse
proprio
del
sacerdote
.
E
che
cosa
dobbiamo
fare
?
Questa
è
una
perversione
del
retto
principio
,
è
una
corruttela
.
Come
correggerla
,
come
impedirla
?
Vi
sono
parecchi
i
quali
non
sono
sinceri
,
e
che
gridano
ad
alta
voce
contro
questi
clericali
.
Io
,
per
conto
mio
,
li
lascio
vivere
,
come
lascio
vivere
tutti
;
ma
esamino
loro
come
esamino
tutti
.
Culto
e
Dio
sono
troppo
connessi
fra
loro
perché
si
possano
dividere
e
far
sì
che
uno
venga
scacciato
e
l
'
altro
resti
.
Basta
osservare
che
tutte
le
speculazioni
moderne
,
tutte
le
dottrine
scientifiche
o
filosofiche
,
che
vogliono
acquistare
una
efficacia
pratica
,
hanno
bisogno
d
'
un
culto
.
Il
mio
amico
Coppino
,
ministro
della
pubblica
istruzione
,
nel
suo
discorso
ad
Alba
ha
detto
che
nell
'
avvenire
la
religione
professata
da
tutti
sarà
la
«
religione
del
dovere
»
.
È
una
frase
,
per
quanto
bella
,
e
gli
uomini
di
Stato
più
degli
altri
dovrebbero
guardarsi
dalle
frasi
.
Il
dovere
sarà
la
religione
di
pochi
,
e
anche
in
quei
pochi
questo
dovere
sarà
come
una
voce
che
parlerà
fuori
di
loro
.
Dio
non
si
caccia
dal
mondo
,
no
.
Dio
non
si
caccia
dall
'
umana
coscienza
,
perché
è
quello
che
vi
ha
di
più
profondo
nella
coscienza
stessa
.
Egli
fu
concepito
da
tutti
e
in
tutti
i
popoli
come
un
grande
ideale
di
bontà
,
di
virtù
e
d
'
amore
.
Perché
,
volendo
pensare
che
cosa
dia
la
somma
di
ogni
passione
,
pensiamo
subito
a
Dio
;
perché
questo
Dio
è
l
'
archeo
,
è
il
centro
di
ogni
idealità
umana
,
e
l
'
uomo
lo
pone
dinanzi
a
sé
come
la
meta
sua
naturale
più
elevata
.
Questo
è
Dio
,
ed
esso
si
alza
nella
vostra
coscienza
e
vi
segna
la
via
.
E
se
voi
poteste
cacciare
dalla
umana
società
questo
Dio
,
che
vi
segue
dovunque
,
un
immenso
buio
vi
avvolgerebbe
,
e
invano
cerchereste
di
uscirne
,
in
cerca
di
luce
.
E
sapete
ora
voi
quali
sono
i
nemici
principali
di
questo
Dio
che
vi
riscalda
il
cuore
e
costante
brilla
nel
vostro
pensiero
?
I
clericali
,
sì
,
quei
clericali
di
cui
ho
parlato
poc
'
anzi
;
quei
clericali
che
non
vogliono
Dio
avanti
e
sopra
di
loro
perché
vogliono
un
Dio
,
che
anziché
essere
la
loro
guida
,
sia
mancipio
loro
;
non
che
li
ispiri
ad
amore
del
bello
e
del
buono
,
ma
che
conservi
la
loro
prosperità
mondana
alla
quale
,
per
ogni
via
,
sono
arrivati
.
Eppure
atei
e
cristiani
,
clericali
e
miscredenti
vanno
a
braccetto
:
e
per
quanto
possano
parere
nemici
nei
giornali
e
nei
comizi
,
sono
amici
,
e
gli
uni
operano
gli
stessi
effetti
degli
altri
,
quantunque
siano
opposte
le
mire
.
Il
clericalismo
è
la
negazione
di
Dio
,
è
l
'
abbassamento
di
tutte
le
idealità
che
l
'
umana
coscienza
ha
concepito
in
Dio
.
E
noi
dobbiamo
combatterlo
,
ma
combatterlo
come
pratica
una
società
civile
.
Noi
in
Italia
abbiamo
poi
una
ragione
speciale
che
ne
consiglia
la
lotta
,
ed
è
la
sua
ambiziosa
voglia
di
riacquisto
del
potere
temporale
del
papa
che
il
clericale
non
potrebbe
restaurare
senza
rovina
del
pontefice
stesso
,
che
non
sarebbe
in
grado
di
tener
Roma
neppure
una
settimana
.
E
noi
dobbiamo
combatterlo
perché
questa
Italia
,
come
l
'
abbiamo
fatta
,
una
sul
durevole
fondamento
della
monarchia
,
è
veramente
intangibile
.
Se
però
dobbiamo
distruggere
questo
nemico
,
non
ce
lo
facciamo
in
fantasia
più
grosso
di
quello
che
è
.
Non
facciamolo
più
numeroso
di
quanto
esso
veramente
sia
.
E
ora
,
conosciuti
gli
errori
degli
altri
,
veniamo
a
notarne
anche
qualcheduno
dei
nostri
.
Già
,
se
udite
che
intorno
a
voi
si
levi
il
grido
contro
il
clericale
,
non
dovete
poi
credere
,
come
potrebbe
parere
,
che
ogni
religioso
sia
clericale
,
che
sia
clericale
ogni
prete
.
Una
buona
parte
dei
preti
deplora
il
moderno
indirizzo
della
curia
romana
,
l
'
indirizzo
da
essa
dato
al
clero
minore
;
e
quelli
son
sacerdoti
pii
,
pieni
di
sentimento
veramente
religioso
,
che
vedono
la
corruttela
di
cui
la
curia
romana
sempre
più
si
ricopre
.
Questi
buoni
preti
vedono
fuorviato
l
'
indirizzo
dei
loro
colleghi
,
ma
non
osano
parlare
o
parlano
sottovoce
,
e
non
osano
gridare
per
fermare
questa
fiumana
che
minaccia
di
sommergere
tutto
quello
che
in
più
anni
sono
giunti
a
raccogliere
.
Ma
perché
non
si
adoprano
a
fermarla
?
Perché
non
sono
ancora
riesciti
a
produrre
un
effetto
utile
?
Perché
sono
soli
.
Ogni
qualvolta
pare
debba
aversi
uno
dei
tali
effetti
,
è
allora
che
il
sentimento
religioso
vacilla
.
E
intanto
noi
non
ci
risolviamo
né
ad
apprezzare
né
a
disprezzare
cotali
loro
sentimenti
.
Questa
la
cagione
per
la
quale
i
sacerdoti
hanno
perduto
e
sempre
più
si
allontanano
dall
'
ufficio
loro
.
Questi
messaggeri
di
Dio
conoscono
tutti
il
danno
del
moderno
indirizzo
,
e
pur
lasciano
che
si
confonda
religione
e
clericalismo
.
E
difetto
della
politica
nostra
se
in
essi
non
troviamo
uno
strumento
d
'
aiuto
contro
il
clericalismo
prevalente
nella
maggior
parte
del
clero
e
della
curia
romana
.
Non
perciò
dobbiamo
scoraggiarci
.
La
Chiesa
è
oggi
tutta
nelle
mani
del
pontefice
come
mai
.
Dirò
come
disse
un
vescovo
:
i
parroci
sono
soldati
dei
vescovi
;
i
vescovi
del
sommo
pontefice
.
Tale
organizzazione
della
Chiesa
non
risponde
in
origine
a
nessun
testo
del
Vangelo
,
e
a
capo
di
essa
sta
il
primo
sacerdote
del
mondo
,
che
vuol
essere
il
più
ostinato
clericale
del
mondo
.
Ebbene
,
vedete
,
in
questo
momento
il
nostro
paese
è
contristato
da
un
'
aspra
battaglia
contro
questo
clero
viziato
.
Voi
ne
avete
visto
i
motivi
e
i
primi
scontri
.
Leone
XIII
del
quale
io
parlo
sempre
con
grande
rispetto
ha
pubblicato
un
Breve
a
favore
dei
gesuiti
,
e
il
ministro
guardasigilli
del
quale
io
parlo
sempre
con
grande
libertà
ha
subito
cominciato
a
reagire
,
con
un
gesto
discutibile
,
a
cacciare
tre
o
quattro
monache
dal
convento
della
Sapienza
.
Però
mentre
vediamo
costrette
queste
quattro
monache
a
uscire
dal
loro
convento
,
vediamo
pure
che
al
tempo
stesso
si
fanno
monache
una
ventina
di
giovani
.
Il
ministro
non
ha
autorità
,
né
la
pretende
,
di
impedire
che
giovani
donne
pronuncino
voti
,
e
la
monacazione
in
questo
tempo
di
discordia
è
divenuta
più
grande
di
quanto
fosse
in
addietro
.
Il
ministro
non
ha
con
questo
suo
atto
violata
la
legge
:
egli
invece
più
rigorosamente
l
'
ha
eseguita
,
ma
in
maniera
diversa
di
quanto
ha
fatto
finora
e
troppo
mettendo
il
paese
a
rumore
.
Perché
voi
sapete
che
il
ministro
guardasigilli
ha
un
grande
difetto
.
Egli
non
fa
nulla
senza
trombetta
:
non
sospende
un
pretore
per
una
giornata
senza
avvisarne
tutti
,
o
taluni
almeno
dei
giornali
d
'
Italia
.
Codesta
sua
ultima
azione
è
contraria
a
quella
che
deve
compiere
un
governo
il
quale
voglia
eseguire
la
legge
in
modo
che
dall
'
esecuzione
di
essa
si
possano
ritrarre
i
maggiori
benefizi
che
la
legge
stessa
promette
.
Aggiungiamo
una
osservazione
.
Leone
XIII
e
il
ministro
,
negli
atti
che
ho
ricordato
,
hanno
commesso
il
medesimo
errore
:
quello
di
non
considerare
che
gli
altri
nei
loro
atti
non
guardano
soltanto
quello
che
sono
,
ma
anche
quello
che
sembrano
alla
società
.
Per
non
aver
fatto
ciò
,
ministro
e
pontefice
han
provocato
un
movimento
che
in
un
paese
più
ardente
del
nostro
avrebbe
provocato
conseguenze
,
l
'
estensione
delle
quali
non
sarebbe
possibile
misurare
.
In
un
paese
invece
calmo
come
il
nostro
,
dopo
un
certo
spazio
di
tempo
passerà
tutto
senza
lasciare
traccia
di
sé
,
e
poiché
il
fumo
è
molto
maggiore
della
vampa
,
fra
qualche
giorno
nessuno
ci
penserà
più
.
Ma
le
menti
restano
così
piene
di
confusione
,
e
se
ne
ricava
un
'
impressione
capace
di
promuovere
i
malumori
più
grandi
.
Al
paese
importa
molto
la
battaglia
contro
il
clericalismo
,
ma
l
'
impressione
e
il
moto
troppo
vivi
finiscono
in
nulla
,
come
una
bolla
di
sapone
che
per
un
momento
abbia
brillato
di
vivi
colori
.
Così
non
si
combatte
il
clero
,
a
punti
di
spilla
,
a
dispetti
,
a
piccoli
sdegni
,
che
offendono
non
solo
il
nemico
che
si
dice
di
voler
combattere
,
ma
,
come
ho
detto
,
anche
la
religione
.
Con
queste
piccole
vessazioni
il
clericalismo
si
rinforza
,
perché
questi
atti
,
per
quanto
legali
,
alla
maggior
parte
dei
cittadini
ripugnano
.
Questi
atti
non
fanno
che
generare
risentimenti
,
discreditare
e
togliere
la
fiducia
a
coloro
che
vorrebbero
operar
pel
bene
.
Noi
dobbiamo
convincerci
che
questa
lotta
furiosa
produce
l
'
effetto
opposto
di
quello
che
si
desidera
.
Parecchi
confondono
la
maniera
di
combattere
il
clericalismo
in
un
paese
dispotico
con
quella
buona
in
un
paese
libero
:
la
maniera
propria
d
'
un
paese
in
cui
ognuno
può
parlare
e
fare
a
sua
posta
,
con
quella
delle
società
dove
il
cittadino
deve
trattenere
persino
l
'
espressione
del
proprio
dolore
.
Il
clero
non
si
combatte
con
questi
piccoli
sfoghi
e
io
sono
persuaso
che
l
'
unico
mezzo
per
ottenere
qualcosa
sia
un
'
azione
costante
e
seria
da
parte
dello
Stato
,
a
cui
spetta
però
segnare
il
limite
della
propria
azione
e
le
relazioni
di
esso
con
tutti
gli
altri
organismi
che
vivono
intorno
e
dentro
di
lui
.
Bisogna
che
questa
azione
del
governo
sia
coerente
e
ferma
.
Il
che
però
non
è
facile
in
un
governo
come
il
nostro
troppo
in
balia
dei
partiti
;
bisogna
che
l
'
azione
non
sia
diretta
così
da
produrre
uno
o
l
'
altro
dolore
,
ma
con
perfetta
chiarezza
di
idee
e
senza
inimicizie
verso
tutto
quello
che
nella
Chiesa
vi
può
essere
di
utile
.
Questa
la
forma
teorica
dell
'
azione
dello
Stato
.
Ne
potrei
anche
più
determinare
i
confini
,
ma
sarebbe
troppo
lungo
discorso
:
potrei
segnare
l
'
orbita
di
tutti
questi
organismi
che
riguardano
lo
Stato
e
la
Chiesa
;
ma
qui
mi
ricordo
della
terza
parola
del
tema
che
impresi
a
trattare
,
e
mi
limito
dunque
a
dirvi
l
'
azione
tra
Stato
e
Chiesa
rispetto
alle
scuole
.
La
Chiesa
pretende
di
poter
insegnare
da
sola
,
e
questo
diritto
lo
deriva
da
talune
parole
di
Cristo
.
Ma
se
Cristo
ha
dato
a
essa
l
'
autorità
d
'
insegnare
,
è
chiaro
che
intendeva
alludere
alle
dottrine
che
meglio
fossero
adeguate
a
quelle
che
insegnava
lui
.
D
'
altra
parte
,
quelle
alte
parole
io
le
venero
,
ma
non
credo
che
esse
mi
vietino
di
esaminar
le
moderne
dottrine
religiose
che
non
sono
in
tutto
e
per
tutto
quelle
di
Cristo
.
Così
noi
non
possiamo
in
nessuna
guisa
consentire
che
la
Chiesa
abbia
veramente
diritto
d
'
insegnare
più
che
non
l
'
abbia
lo
Stato
.
Il
quale
,
come
tutore
di
quelli
infiniti
organismi
che
si
muovono
dentro
di
lui
,
ha
anche
il
diritto
di
invigilare
sul
modo
col
quale
da
altri
s
'
insegna
.
Perciò
l
'
autorità
dello
Stato
riguardo
all
'
insegnamento
comprende
tre
grandi
funzioni
:
autorizzare
all
'
insegnamento
quelli
che
abbiano
voglia
di
farlo
,
vigilare
mentre
s
'
insegna
,
accertare
i
frutti
dell
'
insegnamento
dato
dagli
altri
.
Lo
Stato
italiano
non
ha
pur
troppo
un
organismo
capace
di
esercitare
queste
tre
funzioni
,
rispetto
alle
quali
esso
è
ancora
molto
imperfetto
e
deficiente
.
Esso
non
ha
provveduto
in
modo
sicuro
e
sincero
perché
l
'
autorizzazione
sia
data
in
maniera
che
ognuno
che
insegna
dia
garanzia
morale
e
materiale
.
Circa
all
'
invigilare
mentre
s
'
insegna
,
noi
vediamo
come
manchi
tuttora
una
organizzazione
adatta
all
'
uopo
.
Quanto
poi
all
'
accertare
i
frutti
dell
'
insegnamento
possiamo
dire
che
i
mezzi
dei
quali
lo
Stato
si
serve
non
sono
atti
.
Gli
esami
,
ad
esempio
,
non
sono
che
un
vaglio
,
alla
prima
mossa
del
quale
gli
asini
non
passano
,
ma
alla
seconda
passano
tutti
!
Lo
Stato
non
esercita
rispetto
alle
scuole
ecclesiastiche
quel
diritto
che
dovrebbe
,
e
avrebbe
più
d
'
un
valido
motivo
per
intromettersi
nell
'
educazione
delle
scuole
private
e
clericali
del
Regno
.
Lo
Stato
è
obbligato
d
'
insegnar
molto
,
d
'
istruire
,
di
educare
,
eppure
nelle
scuole
dello
Stato
s
'
istruisce
poco
e
si
educa
punto
.
È
assolutamente
necessario
che
esso
riordini
le
sue
scuole
in
una
scuola
elementare
in
cui
non
si
tenga
conto
delle
classi
che
le
stanno
d
'
attorno
;
in
una
scuola
tecnica
che
abbia
,
come
non
ha
ora
,
un
fine
immediato
;
in
un
istituto
tecnico
che
non
dia
ai
frequentatori
di
certe
sezioni
troppe
ore
di
studio
e
a
quelli
delle
altre
troppe
poche
.
Lo
Stato
ha
bisogno
di
riordinare
il
liceo
,
dove
si
dovrebbe
insegnare
a
leggere
l
'
italiano
,
a
scrivere
il
latino
e
a
compitare
il
greco
,
e
dove
invece
si
fa
poco
di
tutto
questo
e
quel
poco
anche
male
.
È
chiaro
che
l
'
impressione
che
lo
Stato
quale
educatore
esercita
nei
padri
di
famiglia
è
la
ragione
diretta
del
seguito
che
hanno
i
maestri
nelle
scuole
clericali
.
Una
delle
principali
ragioni
che
spingono
a
far
disertare
le
scuole
laiche
,
è
certamente
il
cattivo
concetto
che
essi
si
sono
fatti
dell
'
educazione
che
lo
Stato
stesso
impartisce
.
I
padri
di
famiglia
vogliono
che
i
figlioli
ritornino
presso
di
loro
elemento
di
concordia
e
di
pace
;
vogliono
che
nell
'
animo
dei
loro
figlioli
siano
introdotti
sentimenti
che
non
siano
per
nulla
contrari
ai
sentimenti
loro
.
E
l
'
erroneo
indirizzo
delle
nostre
scuole
induce
con
quasi
pieno
convincimento
ad
abbandonarle
per
quelle
clericali
.
È
una
prova
che
l
'
istruzione
nelle
scuole
laiche
non
procede
quale
dovrebbe
,
la
vediamo
nel
fatto
che
taluni
istituti
di
educazione
si
sono
appropriati
la
disciplina
militare
,
che
ha
già
dato
buoni
risultati
.
L
'
esperienza
di
qualche
anno
ha
dimostrato
che
questa
disciplina
produce
in
poco
tempo
gli
stessi
effetti
utili
che
produce
nei
giovani
il
servizio
militare
.
Lasciando
all
'
avvenire
di
risolvere
pienamente
questa
questione
,
l
'
attuale
ministro
della
pubblica
istruzione
ha
visto
e
sentito
intanto
i
difetti
dei
suoi
convitti
;
ed
era
naturale
dovessero
sentirli
e
vederli
anche
i
padri
di
famiglia
.
E
qui
si
presenta
un
altro
mezzo
per
combattere
il
clericalismo
:
quello
di
ordinare
le
scuole
in
modo
che
l
'
educazione
sia
proporzionata
alle
diverse
classi
della
società
,
di
ordinarla
in
modo
che
nella
scuola
non
s
'
insegni
religione
,
ma
non
s
'
insegni
l
'
opposto
,
distruggendo
nell
'
animo
dei
giovani
i
sentimenti
appresi
nelle
famiglie
.
E
la
paura
di
ciò
che
distoglie
i
genitori
dal
mandare
i
figlioli
nelle
nostre
scuole
.
Uno
dei
diritti
dello
Stato
è
quello
di
autorizzare
a
insegnar
,
e
per
questo
lo
Stato
ha
bisogno
di
stabilire
le
condizioni
intellettuali
e
morali
che
debbono
richiedersi
negli
aspiranti
all
'
insegnamento
.
Queste
condizioni
sono
definite
dalle
leggi
,
ma
queste
leggi
sono
troppo
deboli
,
troppo
facili
a
frodarsi
.
Da
noi
le
leggi
sono
fatte
così
:
in
un
articolo
d
'
una
di
esse
è
detto
che
per
esser
dottore
bisogna
fare
questo
e
quest
'
altro
,
e
nell
'
articolo
seguente
si
afferma
che
però
si
può
esser
dottore
anche
senza
aver
fatto
questo
e
quest
'
altro
!
Ecco
la
grande
necessità
di
irrigidire
le
condizioni
predette
.
Lasciamo
pure
a
tutti
il
diritto
d
'
insegnare
,
ma
ciò
soltanto
a
comuni
e
rigide
condizioni
.
Noi
vediamo
sempre
esercitato
l
'
insegnamento
da
un
numero
crescente
di
frati
e
di
preti
.
Bene
,
eleviamo
le
condizioni
stesse
:
è
l
'
unico
mezzo
per
frenare
tanta
ambizione
d
'
insegnamento
.
Ma
sovratutto
rendiamole
tali
che
non
ci
sia
il
modo
di
violarle
o
facilmente
potersene
esimere
.
In
questi
dieci
ultimi
anni
in
cui
voi
sentiste
di
essere
governati
tanto
liberamente
,
sono
state
rilasciate
a
frati
e
a
preti
molte
più
autorizzazioni
d
'
insegnamento
che
non
nei
tempi
addietro
,
e
rilasciate
anche
con
molto
minor
rigore
.
E
vi
lagnate
poi
perché
un
numero
troppo
grande
di
ministri
di
Dio
abbia
ottenuto
tale
facoltà
,
e
vi
chiedete
a
chi
ne
spetti
la
colpa
?
Chiedetelo
ai
deputati
che
privatamente
hanno
insistito
in
favore
di
tali
autorizzazioni
!
Chiedetelo
a
quei
ben
noti
deputati
che
,
mentre
combattono
in
piazza
i
clericali
,
affidano
i
figli
loro
ai
preti
perché
li
educhino
.
Chiedetelo
a
questi
ipocriti
peggiori
dei
clericali
stessi
:
a
codesti
autori
di
un
'
ipocrisia
che
uccide
l
'
anima
del
paese
,
che
insegna
a
non
guardarsi
liberamente
in
viso
:
a
questa
ipocrisia
che
dà
al
paese
il
diritto
di
credere
che
tutto
ciò
che
gli
si
dice
in
pubblico
sia
sfacciata
menzogna
.
L
'
oscillazione
con
cui
procede
lo
Stato
rispetto
alla
Chiesa
,
gli
ha
impedito
di
fermare
il
suo
stesso
pensiero
su
troppe
cose
rilevanti
.
E
l
'
oscillazione
da
esso
discende
ai
liberali
che
si
trovano
combattuti
fra
opposte
correnti
:
da
una
parte
codesti
liberali
quantunque
tale
parola
sia
stata
talmente
usurpata
da
non
saper
più
cosa
voglia
dire
sentono
affermare
che
il
culto
e
i
riti
sono
tutte
cose
vane
e
inutili
,
dall
'
altra
invece
l
'
opposto
.
Invece
bisogna
pensare
a
ciò
che
di
bene
e
di
male
fa
il
clero
per
la
natura
stessa
della
sua
organizzazione
,
e
per
la
intima
relazione
ch
'
esso
ha
,
non
solo
con
la
plebe
,
ma
con
la
classe
più
agiata
:
influenza
morale
che
non
risolverà
né
oggi
né
domani
né
mai
in
un
fatto
sensibile
,
in
una
violazione
qualunque
,
ma
si
esercita
su
tutta
la
società
,
e
tutta
la
penetra
.
Allo
Stato
deve
importare
che
questa
influenza
si
eserciti
possibilmente
in
un
modo
piuttosto
che
in
un
altro
;
e
dico
possibilmente
,
perché
anche
i
clericali
debbono
aver
molta
libertà
di
pensare
.
In
queste
condizioni
lo
Stato
deve
trovare
un
rimedio
al
dominio
del
clericalismo
nell
'
insegnamento
filosofico
,
e
far
in
modo
che
la
scienza
umana
aleggi
,
ventili
,
penetri
nell
'
insegnamento
che
tuttora
si
dà
nei
seminari
.
Bisogna
che
anche
ciò
che
si
insegna
in
quei
collegi
risponda
ai
migliori
principi
della
civiltà
e
della
scienza
;
e
cessi
la
rozzezza
d
'
oggi
,
in
cui
la
maggior
parte
dei
preti
non
conosce
,
quand
'
anche
lo
conosca
,
che
il
breviario
.
Insomma
è
importante
per
lo
Stato
che
la
mente
dei
preti
sia
elevata
,
il
più
possibile
.
Lo
Stato
può
far
questo
in
due
modi
.
La
teologia
è
una
scienza
intorno
alla
quale
si
è
creato
una
vera
enciclopedia
di
scienze
cui
spettano
i
problemi
filosofici
più
alti
dello
scibile
umano
.
Ora
,
mentre
queste
scienze
sono
seriamente
studiate
in
Germania
,
in
Inghilterra
,
in
Francia
,
qui
da
noi
invece
sono
quasi
del
tutto
soppresse
.
Bisogna
rialzarle
adunque
,
e
saranno
feconde
di
libertà
anche
nelle
menti
oggi
schiave
.
Bisogna
che
il
prete
sia
istruito
nella
scienza
propria
e
nel
suo
dovere
:
bisogna
che
il
prete
non
possa
chiamarsi
tale
se
non
dopo
esser
passato
attraverso
a
tutto
quello
studio
che
lo
Stato
crede
più
opportuno
per
la
cultura
generale
del
paese
.
Noi
abbiamo
lasciato
troppo
libera
la
Chiesa
non
intervenendo
nel
formare
la
mente
dei
preti
.
Solo
il
sacerdote
arrivato
al
suo
ufficio
attraverso
una
cultura
laica
potrà
concorrere
a
elevare
la
mente
e
il
cuore
delle
plebi
.
Si
combatte
adunque
il
clericalismo
nelle
scuole
rinvigorendo
i
mezzi
d
'
ispezione
;
rinforzando
le
condizioni
alle
quali
devono
sottostare
gl
'
insegnamenti
;
rendendo
le
scuole
dello
Stato
buone
educatrici
,
pur
non
avendo
il
colore
di
religiose
;
ma
lo
si
combatte
sovrattutto
elevando
l
'
istruzione
del
clero
e
sottraendolo
all
'
influenza
esclusiva
della
gerarchia
ecclesiastica
.
Credo
di
avere
brevemente
percorso
il
soggetto
che
mi
ero
proposto
.
Potrei
essermi
fermato
più
a
lungo
su
ciascuno
di
questi
argomenti
,
ma
avrei
abusato
della
vostra
pazienza
,
e
d
'
altronde
ognuno
di
essi
avrebbe
potuto
e
dovuto
esser
tema
di
una
speciale
conferenza
.
Se
la
mia
parola
vi
è
parsa
scevra
di
odio
,
se
ho
misurato
come
meglio
potevo
il
torto
e
la
ragione
da
una
parte
e
dall
'
altra
,
se
non
ho
nascosto
il
danno
che
il
clericalismo
arreca
al
paese
e
non
ho
lodato
i
mezzi
meschini
e
chiassosi
per
combatterlo
,
se
tutto
ciò
ho
fatto
con
qualche
chiarezza
,
sono
abbastanza
soddisfatto
.
E
prima
di
finire
mi
rivolgo
ai
maestri
elementari
,
ai
quali
in
questa
battaglia
contro
il
clericalismo
,
in
questa
lotta
per
elevare
il
livello
morale
e
intellettuale
del
paese
,
spetta
una
delle
parti
principali
.
Coloro
che
continuano
a
ripetere
che
il
maestro
elementare
ha
vinto
la
battaglia
di
Sadowa
sbagliano
di
grosso
.
I
popoli
civili
furono
più
volte
sommersi
dai
barbari
,
tant
'
è
vero
che
i
Greci
leggevano
meglio
dei
Romani
e
giacquero
sconfitti
.
Le
battaglie
sono
in
generale
vinte
dal
genio
e
dalla
forza
.
Non
aspettino
adunque
i
nostri
maestri
tale
gloria
per
loro
,
ma
una
gloria
più
vera
e
sincera
:
quella
d
'
aver
diffuso
nel
popolo
italiano
la
cultura
e
l
'
amore
della
patria
.
Siano
ministri
di
luce
e
di
pace
,
ma
lascino
allo
Stato
la
missione
di
rendere
le
scuole
,
nelle
quali
essi
si
adoperano
,
più
proporzionate
a
produrre
gli
effetti
che
si
desiderano
,
più
ricche
d
'
insegnamento
,
più
pratiche
e
più
vicine
agli
interessi
e
ai
bisogni
delle
classi
che
le
frequentano
.
Domandate
questo
allo
Stato
,
e
aspettate
che
altri
domandi
per
voi
il
miglioramento
della
vostra
condizione
materiale
.
Già
vedete
che
il
ministro
d
'
istruzione
,
sebbene
ancora
imperfettamente
,
qualcosa
ha
fatto
,
poco
certo
,
dacché
lo
stato
vostro
è
ancora
misero
.
La
vostra
classe
manca
ancora
di
quelle
guarentigie
che
vi
abbisognano
per
attendere
tranquillamente
ai
vostri
doveri
.
I
maestri
sono
più
in
rapporto
con
le
classi
infime
che
più
delle
altre
frequentano
le
scuole
elementari
;
quelle
essi
devono
apparecchiare
ai
sentimenti
indispensabili
a
ogni
società
umana
.
Devono
temperar
le
voglie
di
mutar
queste
condizioni
per
vie
e
modi
che
la
storia
antica
e
moderna
ha
dimostrato
incapaci
di
riuscita
.
Devono
persuadersi
che
non
hanno
l
'
obbligo
dallo
Stato
d
'
insegnar
la
religione
,
ma
devono
pure
guardarsi
dall
'
introdurre
nell
'
animo
degli
allievi
una
inclinazione
irreligiosa
,
perché
non
è
stato
mai
detto
che
la
religione
non
raddolcisca
i
dolori
degli
uomini
.
Sia
missione
loro
,
non
insegnando
religione
,
di
lasciar
l
'
animo
degli
umili
aperto
a
quei
sentimenti
che
con
la
religione
s
'
accompagnano
e
valgono
sempre
a
rendere
meno
invidiabile
chi
sta
in
alto
per
le
ineguaglianze
necessarie
della
vita
.
È
questa
l
'
alta
azione
affidata
sovrattutto
al
maestro
,
che
,
dopo
il
parroco
del
paese
,
è
la
persona
più
intimamente
legata
al
popolo
:
aiutandolo
se
liberale
,
correggendolo
se
clericale
.
I
maestri
siano
per
quanto
possono
ministri
di
luce
e
di
pace
:
di
luce
in
un
mondo
che
dà
ancora
generosi
bagliori
,
di
pace
in
un
mondo
tuttora
combattuto
fra
infiniti
contrasti
.
StampaQuotidiana ,
Noi
deploriamo
che
la
maggioranza
dei
cattolici
e
degli
uomini
d
'
ordine
abbia
in
buona
fede
presa
sul
principio
una
posizione
che
li
ha
poi
condotti
a
trovarsi
in
urto
con
l
'
evidenza
dei
fatti
e
coi
principii
elementari
del
diritto
umano
;
ma
fiat
iustitia
et
pereat
mundus
:
nessuna
avversione
di
razza
o
di
religione
,
nessuna
necessità
di
difesa
politica
legittima
la
soppressione
della
verità
,
il
sacrificio
di
una
vita
,
il
tormento
d
'
un
'
anima
,
il
vilipendio
di
una
famiglia
,
la
morte
civile
d
'
un
colpevole
.
Come
abbiano
potuto
,
con
tanta
ferocia
,
i
nazionalisti
e
gli
antisemiti
assumere
una
causa
così
ripugnante
,
senza
indagare
,
se
mai
nella
loro
lotta
disperata
per
un
ideale
patriottico
contro
la
massoneria
e
il
giudaismo
,
calpestassero
il
fondamento
stesso
del
proprio
programma
e
creassero
agli
avversari
una
posizione
di
favore
,
è
un
fenomeno
che
non
si
spiega
se
non
tenendo
conto
degli
acciecamenti
che
la
passione
produce
:
l
'
avervi
però
persistito
,
e
il
persistervi
tuttora
,
malgrado
tutto
quello
che
di
triste
è
accaduto
,
malgrado
tutta
la
luce
che
si
è
sprigionata
dal
cozzo
terribile
,
malgrado
le
rivelazioni
,
le
confessioni
,
le
inchieste
,
tradisce
una
cecità
irreparabile
.
La
Francia
ha
bisogno
che
questa
brutta
pagina
della
sua
storia
contemporanea
si
chiuda
;
e
a
chiudersi
pare
infatti
vicina
:
ciò
non
accadrà
forse
se
non
attraverso
nuove
convulsioni
:
ma
è
sperabile
che
gli
uomini
onesti
d
'
ogni
partito
si
convincano
finalmente
che
oggi
alla
Francia
occorre
una
cosa
sola
:
far
giustizia
;
giustizia
riparatrice
del
passato
,
giustizia
punitrice
degli
autori
della
sventura
e
dell
'
onta
riversatasi
sul
paese
.
StampaQuotidiana ,
Sempre
fedeli
al
nostro
programma
che
difendemmo
omai
sempre
colla
libera
e
feconda
discussione
,
nemici
ognora
della
intransigenza
ma
fermi
fautori
del
progresso
civile
ed
economico
del
nostro
paese
,
vi
rivolgiamo
oggi
la
parola
perché
domani
nel
segreto
delle
urne
voi
deponiate
quel
plebiscito
di
favore
e
di
fiducia
verso
uomini
che
più
volte
vi
diedero
prova
luminosa
di
solerte
e
patriottica
amministrazione
.
Per
forza
di
legge
,
per
le
maggiori
guarentigie
di
libertà
concesse
dallo
Stato
,
per
l
'
allargamento
del
suffragio
popolare
voi
siete
chiamati
domani
a
rinnovare
il
Consiglio
Comunale
ed
eleggere
6
Consiglieri
provinciali
.
Non
potete
errare
nella
scelta
,
imperocché
il
partito
liberale
progressista
,
scevro
da
utopie
politiche
,
nemico
di
ogni
personalità
e
di
maneggi
elettorali
,
si
ripresenta
a
voi
con
grandi
garanzie
:
la
fiducia
della
pubblica
opinione
che
da
vari
anni
lo
ritenne
,
come
difatti
lo
è
moralmente
il
grande
e
benefico
partito
di
maggioranza
il
passato
periodo
di
tempo
speso
unicamente
pel
bene
del
paese
,
al
compimento
di
riforme
,
di
lavori
,
d
'
igiene
e
pubblico
progresso
!
Checché
hanno
sbraitato
e
malignato
gli
avversari
,
l
'
omai
compiuto
acquedotto
di
S
.
Marco
di
acque
pure
e
salutari
,
la
viabilità
interna
ed
esterna
stabilita
,
la
riselciatura
,
le
fontane
,
gli
abbeveratoi
ed
i
cimiteri
rurali
in
tutte
le
frazioni
,
il
pubblico
mattatoio
,
le
opere
di
sventramento
e
di
redenzione
morali
d
'
interi
quartieri
col
rialzamento
del
ponte
di
S
.
Antonio
e
del
taglio
del
palazzo
Marcatili
,
le
strade
obbligatorie
di
Venagrande
e
Casteltrosino
,
la
riforma
scolastica
sia
in
città
che
nelle
ville
,
tutto
ciò
in
parte
è
stato
compiuto
,
in
parte
si
completerà
,
essendo
stato
convalidato
,
come
di
legge
,
sia
la
vendita
dei
beni
comunali
come
la
creazione
del
prestito
straordinario
.
Questo
vasto
ed
importantissimo
programma
,
che
fu
accolto
con
entusiasmo
da
tutta
la
città
,
è
valida
garanzia
di
un
vicinissimo
,
grande
e
lungo
lavoro
,
immediatamente
utile
alle
classi
operaie
.
La
libertà
è
la
vita
della
democrazia
il
governo
di
questo
popolo
laborioso
e
perseverante
sta
nella
forza
,
nel
lavoro
.
Per
cui
se
il
nostro
partito
cittadino
progressista
ha
dato
e
compierà
un
programma
di
civili
riforme
e
di
utili
e
lucrosi
lavori
,
le
classi
operaie
trovano
in
esso
la
vera
democrazia
non
di
declamatori
ma
di
onesti
e
solerti
amministratori
.
Il
paese
è
sempre
più
forte
,
temuto
e
rispettato
,
laddove
il
popolo
lavora
,
s
'
educa
e
s
'
incivilisce
ed
allora
in
esso
la
libertà
è
vivo
fuoco
,
sublime
stimolo
alla
tempra
delle
coscienze
,
alla
patriottica
formazione
del
carattere
italiano
,
unica
base
della
forza
nazionale
.
Nel
Comune
,
istituzione
civile
eminentemente
democratica
,
non
deve
violentare
la
politica
le
idee
superiori
di
Stato
e
di
governo
non
devono
influenzare
l
'
amministrazione
del
circoscritto
territorio
terranno
esse
forti
e
divisi
gli
uomini
nelle
aspirazioni
,
ma
li
manterrà
sempre
uniti
nella
ricerca
del
bene
di
tutti
i
cittadini
.
La
civiltà
dei
tempi
creò
i
Municipi
in
Italia
,
come
la
più
bella
e
democratica
rappresentanza
di
una
grande
famiglia
,
nella
quale
non
vi
devono
essere
cadetti
,
né
primogeniti
del
Medio
Evo
.
Tutti
egualmente
rappresentati
perché
la
vera
forza
del
Comune
sta
nell
'
equilibrio
costante
delle
varie
classi
sociali
.
Il
partito
liberale
progressista
si
ripresenta
alle
urne
fiducioso
di
ritrovare
il
favore
del
corpo
elettorale
promettendo
l
'
immediata
esecuzione
delle
riforme
tutte
,
già
approvate
,
e
di
proseguire
sempre
nella
via
del
progresso
e
della
civiltà
,
senza
fermarsi
,
combattendo
pel
trionfo
della
sua
venerata
bandiera
!
La
lista
che
a
voi
si
presenta
è
composta
di
onesti
e
probi
cittadini
appartenenti
alle
varie
classi
sociali
.
Il
vecchio
partito
progressista
ridotto
a
quindici
consiglieri
viene
rafforzato
da
ottimi
elementi
che
rappresentano
il
censo
,
il
territorio
esterno
,
gli
industriali
,
i
reduci
delle
patrie
battaglie
,
i
professionisti
e
gli
operai
.
Alla
minoranza
,
affermatasi
con
programma
radicale
,
spetta
l
'
obbligo
di
completare
l
'
amministrazione
Comunale
,
perché
si
ottenga
il
vero
bene
del
paese
e
delle
classi
operaie
.
ELETTORI
!
Il
nostro
giornale
che
sostenne
sempre
contro
avversari
intransigenti
,
e
stampe
bugiarde
il
trionfo
di
tutte
le
riforme
cittadine
,
che
si
volevano
gettare
da
prepotenti
ed
interessati
nelle
voragini
di
esercizi
o
di
perdizioni
,
a
danno
del
popolo
ed
a
scorno
degli
operai
vi
raccomanda
caldamente
i
maggiori
suffragi
alla
lista
liberale
progressista
.
StampaQuotidiana ,
Fino
dalle
7,30
il
recinto
riservato
al
pubblico
nelle
Assise
va
popolandosi
discretamente
.
Giù
nel
cortile
del
palazzo
di
giustizia
passeggiano
molte
guardie
e
carabinieri
.
Altri
molti
agenti
sono
sparsi
nell
'
aula
e
nell
'
antisala
,
agli
ordini
diretti
del
commissario
Rossi
.
Si
notano
molti
questurini
in
borghese
.
L
'
accesso
ai
giornalisti
nei
posti
riservati
viene
regolato
rigorosamente
.
Gl
'
imputati
vengono
introdotti
nel
gabbione
alle
8,15
.
Essi
serbano
un
contegno
apparentemente
tranquillo
;
Palizzolo
è
pallidissimo
e
sorride
al
fratello
Eugenio
che
corre
a
stringergli
la
mano
,
quindi
scambia
poche
parole
con
Maggio
,
unico
dei
difensori
suoi
presenti
.
Degli
avvocati
soltanto
la
parte
civile
è
al
completo
.
Stante
l
'
ora
mattutina
non
sono
presenti
che
Melloni
e
Becchini
.
Più
tardi
sopraggiungono
Salerno
e
Venturini
.
Quando
si
apre
l
'
udienza
alle
8,30
,
circa
200
persone
sono
nel
recinto
del
pubblico
.
Fatto
l
'
appello
dei
giurati
e
degli
imputati
,
il
Presidente
passa
subito
a
svolgere
il
riassunto
.
Egli
che
appare
assai
sofferente
,
comincia
dal
fare
l
'
elogio
dei
giurati
che
con
spirito
di
abnegazione
hanno
seguito
diligentemente
lo
svolgersi
di
questo
immenso
processo
.
Dice
che
il
loro
esempio
è
degno
di
essere
tramandato
alla
storia
.
Il
comm
.
Frigotto
con
rapidissima
sintesi
ricostruisce
la
narrazione
dell
'
assassinio
di
Notarbartolo
al
Ponte
Curreri
,
cominciando
dal
rinvenimento
del
cadavere
di
Notarbartolo
e
passando
subito
a
ricordare
tutte
le
indagini
compiute
dalla
polizia
e
dai
carabinieri
per
raggiungere
i
colpevoli
.
Delinea
efficacemente
la
nobilissima
figura
della
povera
vittima
,
di
cui
fa
un
vivissimo
elogio
e
ricorda
le
varie
istruttorie
seguitesi
dall
'
autorità
giudiziaria
per
accertare
la
responsabilità
dei
maggiormente
indiziati
,
Carollo
,
Garufi
e
Fontana
.
Ricorda
il
loro
primo
proscioglimento
,
il
nuovo
arresto
dei
due
primi
e
il
loro
rinvio
alle
Assise
di
Milano
.
Accenna
alle
varie
causali
,
alle
quali
il
delitto
è
stato
attribuito
,
fra
cui
,
la
più
insistente
,
quella
relativa
agli
astii
incontrati
da
Notarbartolo
al
Banco
di
Sicilia
con
Palizzolo
ed
altri
consiglieri
.
Rileva
che
il
nome
di
Palizzolo
corse
per
le
bocche
di
tutti
poco
tempo
dopo
il
delitto
come
quello
del
mandante
,
e
gradatamente
,
dopo
aver
descritto
le
fasi
delle
varie
istruttorie
seguitesi
,
viene
a
parlare
del
processo
di
Milano
;
ove
fu
lanciata
dal
figliuolo
della
vittima
l
'
accusa
contro
Palizzolo
il
cui
nome
fu
ripetuto
poi
da
un
'
infinità
di
testimoni
come
colui
che
fosse
accusato
dalla
voce
pubblica
come
mandante
,
fino
dai
primi
momenti
che
si
ebbe
notizia
dell
'
assassinio
.
Il
Presidente
conclude
rapidamente
questa
parte
fino
al
rinvio
di
Palizzolo
,
Fontana
e
Garufi
alle
Assise
di
Bologna
.
Quindi
comincia
a
spiegare
i
quesiti
...
I
giurati
finalmente
entrano
nella
loro
camera
di
deliberazione
:
sono
le
21,50
.
Nell
'
aula
il
pubblico
si
abbandona
ad
un
cicaleccio
vivacissimo
facendo
le
più
disparate
previsioni
sull
'
esito
del
verdetto
.
Molta
folla
rumoreggia
fuori
,
trattenuta
da
guardie
e
carabinieri
regolanti
l
'
accesso
.
Oltre
quelle
poche
centinaia
di
fortunati
che
sono
riusciti
a
penetrare
nel
recinto
riservato
al
pubblico
,
ove
si
notano
,
nonostante
l
'
ora
tarda
parecchie
signore
ed
alcuni
preti
,
il
vestibolo
.
Lo
scalone
,
gli
ambulatori
del
Palazzo
di
giustizia
spesseggiano
di
folla
.
Una
grande
,
morbosa
curiosità
ha
invaso
tutti
.
L
'
attesa
del
verdetto
è
divenuta
febbrile
,
intensa
.
I
giurati
escono
dalla
sala
delle
deliberazioni
alle
ore
23,25
.
L
'
attesa
è
intensissima
.
Si
cerca
di
leggere
nei
loro
visi
la
sentenza
di
condanna
o
l
'
assoluzione
;
ma
nulla
essi
fanno
trapelare
.
Tutti
sono
imperscrutabili
,
ora
come
durante
l
'
intero
lunghissimo
dibattimento
.
Il
Presidente
,
per
precauzione
,
ha
fatto
venire
un
medico
.
Fra
un
silenzio
di
tomba
,
il
capo
dei
giurati
Gualtiero
Guaiani
,
posta
la
mano
sul
cuore
,
pronunzia
la
formula
sacramentale
:
«
Sul
mio
onore
e
sulla
mia
coscienza
il
verdetto
dei
giurati
è
il
seguente
:
Questione
l
ª
principale
-
L
'
accusato
Fontana
Giuseppe
è
colpevole
di
avere
la
sera
del
1°
febbraio
1893
,
lungo
il
tratto
ferroviario
Termini
-
Trabia
,
in
uno
scompartimento
di
prima
classe
,
inferto
da
solo
e
con
altri
o
immediatamente
con
altri
cooperato
ad
inferire
,
con
arma
da
taglio
al
comm
.
Emanuele
Notarbartolo
lesioni
,
che
furono
causa
della
di
lui
morte
e
ciò
con
intenzione
di
ucciderlo
?
A
maggioranza
:
sì
.
Sono
accordate
le
attenuanti
.
Questione
2ª
-
L
'
accusato
Fontana
Giuseppe
ha
commesso
il
fatto
di
cui
fu
ritenuto
colpevole
,
con
premeditazione
?
A
maggioranza
:
sì
.
Questione
3ª
principale
-
L
'
accusato
Palizzolo
Raffaele
è
colpevole
di
avere
determinato
altri
a
commettere
l
'
omicidio
in
danno
del
comm
.
Emanuele
Notarbartolo
?
A
maggioranza
:
sì
.
Sono
accordate
le
attenuanti
.
Questione
4ª
-
L
'
accusato
Palizzolo
Raffaele
ha
commesso
il
fatto
di
cui
fu
ritenuto
colpevole
con
premeditazione
?
A
maggioranza
:
sì
.
I
primi
sì
relativi
a
Fontana
e
a
Palizzolo
vengono
accolti
da
applausi
,
e
da
grida
di
bene
e
bravo
.
Il
presidente
scampanella
furiosamente
.
Il
momento
è
veramente
solenne
.
I
difensori
appaiono
commossi
e
commossi
sono
evidentemente
i
giurati
medesimi
.
Il
presidente
ordina
che
vengano
introdotti
gli
imputati
.
Questi
entrano
nella
gabbia
fra
numerosi
carabinieri
che
vi
rimangono
.
Gli
imputati
sono
pallidissimi
.
Palizzolo
fa
sforzi
per
imporsi
la
calma
,
ma
la
sua
agitazione
è
evidente
.
I
due
Vitali
e
Bruno
rimangono
tranquilli
.
Palizzolo
giunge
le
mani
sorridendo
tristamente
,
poi
piega
le
braccia
e
rimane
con
gli
occhi
socchiusi
,
scrollando
il
capo
nervosamente
.
Fontana
abbassa
gli
occhi
e
congiunge
le
mani
nervosamente
;
ma
il
suo
viso
nulla
lascia
trasparire
della
sua
agitazione
.
L
'
avv
.
Cevidalli
presenta
le
conclusioni
della
P
.
C
.
con
le
quali
chiede
siano
applicate
le
pene
di
legge
,
condannando
gli
accusati
ai
danni
da
liquidarsi
in
separata
sede
.
Il
P
.
M
.
Bertola
fra
l
'
attenzione
generale
presenta
le
proprie
richieste
:
Per
Palizzolo
,
mandante
dell
'
assassinio
Notarbartolo
,
chiedo
la
condanna
a
trent
'
anni
.
Scoppiano
grida
di
bene
e
bravo
.
Il
clamore
è
assordante
e
gli
zittii
non
riescono
a
farlo
cessare
e
occorre
una
energica
scampanellata
presidenziale
per
far
tornare
la
calma
.
Bertola
riprende
:
Per
Fontana
la
posizione
è
identica
a
quella
di
Palizzolo
;
chiedo
quindi
che
si
condanni
a
trenta
anni
.
Palizzolo
con
voce
vibrata
:
Domando
la
parola
!
Presidente
.
Aspettate
un
momento
.
Quindi
il
presidente
chiede
ai
difensori
dei
condannati
che
cosa
abbiano
ad
aggiungere
prima
che
la
Corte
emetta
la
sentenza
.
Venturini
,
difensore
di
Palazzolo
,
dichiara
di
rimettersi
alla
giustizia
della
Corte
.
Stoppato
,
difensore
di
Fontana
,
altrettanto
.
Il
Presidente
concede
la
parola
a
Palizzolo
.
In
questo
momento
scocca
la
mezzanotte
.
Fra
grande
silenzio
l
'
ex
deputato
di
Palermo
con
voce
convulsa
ma
forte
,
dice
placatamente
:
«
Una
sola
parola
»
!
Poi
prorompe
:
«
Signori
giurati
,
siete
stati
ingannati
.
Sono
innocente
,
Iddio
saprà
vendicarmi
,
non
su
voi
,
signori
giurati
,
ma
su
chi
mi
ha
assassinato
»
.
Fontana
grida
,
stendendo
la
mano
verso
i
giurati
:
«
Anch
'
io
sono
innocente
,
lo
giuro
sulla
tomba
di
mia
moglie
»
.
La
Corte
si
ritira
per
emettere
la
sentenza
.
Nell
'
aula
si
animano
conversazioni
vivaci
,
discussioni
svariate
sull
'
esito
del
processo
.
Per
sentimento
di
delicatezza
non
vi
riferisco
qual
sia
il
tono
generale
di
tali
discorsi
.
Riproduco
soltanto
questa
frase
che
fiorisce
sulle
bocche
di
moltissimi
:
«
Bologna
si
è
fatto
onore
»
.
Il
Presidente
legge
la
sentenza
colla
quale
Palizzolo
e
Fontana
sono
condannati
a
30
anni
di
reclusione
ciascuno
,
a
10
anni
di
sorveglianza
speciale
,
all
'
interdizione
perpetua
dai
pubblici
uffici
,
all
'
interdizione
legale
durante
la
pena
.
Palizzolo
e
Fontana
alla
rivalsa
dei
danni
alla
parte
lesa
Notarbartolo
e
alle
spese
.
Scoppia
un
grande
clamore
di
applausi
.
Il
presidente
scampanella
,
quindi
dice
:
Dichiaro
chiusa
la
sessione
aperta
il
9
settembre
;
ringrazio
i
giurati
del
servizio
prestato
per
tanti
mesi
nell
'
interesse
della
giustizia
.
L
'
aula
si
sfolla
rumorosamente
fra
gli
applausi
e
le
grida
di
:
viva
la
giustizia
bolognese
.
StampaQuotidiana ,
Gli
operai
della
Fonderia
Oretea
e
dello
Scalo
di
Alaggio
,
come
di
consueto
,
stamane
si
erano
recati
al
lavoro
,
quando
tra
di
loro
si
sparse
la
notizia
,
ieri
pubblicatasi
da
qualche
giornale
,
che
,
nella
nuova
ripartizione
dei
fondi
del
ministero
della
marina
e
dell
'
industria
navale
statale
e
privata
,
sarebbe
stata
trascurata
la
Sicilia
.
Tale
notizia
circolando
e
ingrandendosi
di
bocca
in
bocca
,
provocò
una
giusta
esasperazione
nell
'
animo
degli
operai
,
i
quali
,
smessa
la
giubba
di
lavoro
che
avevano
allora
indossato
,
si
vestirono
e
lasciarono
le
officine
e
,
col
proposito
di
scioperare
e
di
dimostrare
,
si
diedero
appuntamento
per
le
ore
9
al
Foro
Italico
,
presso
Porta
Felice
.
Ivi
furono
raggiunti
dal
direttore
della
Fonderia
cav
.
ing
.
Torrente
il
quale
lesse
loro
dei
telegrammi
del
presidente
dei
ministri
on
.
Zanardelli
,
del
ministro
dell
'
interno
on
.
Giolitti
,
e
di
quello
della
marina
on
.
Morin
,
in
cui
si
diceva
che
poiché
i
lavori
che
la
marina
ha
in
corso
di
fornitura
presso
l
'
industria
privata
consistono
principalmente
in
corazze
,
cannoni
e
macchine
motrici
per
navi
,
tali
lavori
non
potevano
commettersi
in
Sicilia
perché
non
vi
esistevano
stabilimenti
per
l
'
esecuzione
di
essi
.
Gli
operai
,
non
ascoltando
agli
incitamenti
alla
calma
loro
fatti
dal
cav
.
Torrente
e
dall
'
ispettore
Marzullo
,
in
preda
a
viva
agitazione
,
finirono
per
irrompere
clamorosamente
in
massa
nel
corso
Vittorio
Emanuele
.
Accorsa
la
pubblica
sicurezza
furono
suonati
gli
squilli
di
tromba
e
caricati
i
dimostranti
,
ma
inutilmente
,
giacché
gli
operai
,
essendo
in
numero
di
molto
maggiore
,
sopraffecero
la
forza
e
proseguirono
la
loro
marcia
dirigendosi
verso
la
Piazza
Pretoria
.
Dal
municipio
viene
quindi
per
telefono
avvertita
la
questura
che
i
dimostranti
si
vanno
riunendo
sotto
il
palazzo
municipale
e
tosto
vien
mandata
colà
una
buona
parte
della
forza
con
numerosi
funzionari
,
ma
già
la
folla
ha
invaso
ed
occupato
tutta
la
piazza
del
Municipio
e
mentre
gli
agenti
e
i
carabinieri
si
dispongono
in
guisa
da
circondare
i
dimostranti
,
sopraggiunge
l
'
on
.
avv
.
Di
Stefano
con
i
presidenti
delle
otto
società
operaie
del
mandamento
Molo
,
che
viene
accolto
da
fragorosi
applausi
.
Da
una
finestra
degli
uffici
di
Stato
Civile
,
ottenuto
un
po
di
silenzio
,
fa
un
breve
discorso
,
interrotto
spesso
dalle
grida
dei
dimostranti
.
Egli
ricorda
che
se
il
precedente
ministero
non
fosse
caduto
,
si
sarebbe
ottenuta
a
quest
'
ora
,
dietro
le
pratiche
fatte
,
una
legge
per
la
quale
gli
operai
marittimi
della
nostra
città
avrebbero
avuto
pane
e
lavoro
.
Però
la
Camera
fra
qualche
giorno
si
riaprirà
,
e
il
progetto
di
legge
,
dal
quale
si
ripromettono
i
dovuti
benefizi
,
sarà
senza
fallo
presentato
e
discusso
.
L
'
oratore
finisce
raccomandando
agli
operai
di
mantenersi
calmi
,
di
attendere
ancora
un
po
,
giacché
tanta
pazienza
hanno
finora
dimostrato
,
ed
annunziando
che
lunedì
prossimo
egli
partirà
per
Roma
con
una
commissione
di
operai
,
per
ottenere
dal
ministro
dei
lavori
pubblici
e
da
quello
della
marina
,
in
via
d
'
urgenza
,
qualche
lavoro
nel
quale
possano
essere
occupati
il
maggior
numero
degli
operai
.