Saggistica ,
DEDICA
A
MIA
MADRE
CORNELIA
ROSSI
COSENZA
.
Cara
madre
,
Questo
libro
,
primo
frutto
maturo
del
mio
ingegno
,
è
stato
scritto
pensando
a
te
e
con
la
visione
serena
e
forte
di
mio
padre
,
nella
mente
e
nel
cuore
.
A
te
,
dunque
,
e
alla
sua
memoria
;
a
voi
due
,
da
'
quali
io
appresi
l
'
amore
al
lavoro
,
l
'
adorazione
della
virtù
e
la
religione
del
prossimo
,
io
lo
dedico
con
l
'
augurio
che
vengano
tempi
migliori
per
l
'
umanità
,
e
che
tu
possa
,
per
lunghi
anni
,
essere
conservata
al
mio
affetto
.
Amami
come
io
ti
amo
e
credimi
tuo
,
Cosenza
,
Gennaio
1898
.
PASQUALE
.
LIMITI
ED
ATTINENZA
DELL
'
OPERA
Il
nostro
secolo
si
distingue
dagli
altri
per
lo
sviluppo
progressivo
e
meraviglioso
della
scienza
.
Come
tutta
la
vita
,
nelle
sue
complesse
manifestazioni
,
è
andata
crescendo
secondo
una
legge
che
può
rassomigliarsi
a
quella
della
caduta
dei
gravi
,
cioè
,
in
ragione
inversa
del
quadrato
delle
distanze
ed
in
ragione
diretta
della
massa
;
così
,
anco
la
scienza
à
seguito
tale
legge
di
sviluppo
,
applicata
,
dal
mondo
dei
fatti
fisici
,
a
quello
dei
fenomeni
intellettivi
.
Guardando
,
riprodotte
in
forma
grafica
,
le
vicende
geologiche
dalla
nebulosa
primitiva
,
alla
forma
astrale
e
planetaria
;
lo
sviluppo
della
vita
animale
e
vegetale
dalla
monera
in
sino
all
'
uomo
;
lo
svolgimento
di
questo
traverso
i
secoli
,
dal
momento
che
s
'
innalza
dal
tipo
pitecoide
fino
all
'
antropoide
ed
,
in
fine
,
traverso
i
secoli
preistorici
e
storici
fino
al
culmine
raggiunto
,
oggi
,
dalla
civiltà
;
guardando
questa
immensa
curva
grafica
,
sempre
e
da
per
tutto
,
ci
si
conferma
la
legge
del
progresso
sociale
movente
in
ragione
diretta
della
massa
ed
inversa
del
quadrato
delle
distanze
*
.
La
scienza
,
adunque
,
à
obbedito
a
questa
legge
,
assecondata
dallo
sviluppo
crescente
della
società
*
.
Erberto
Spencer
,
parlando
dei
fattori
derivati
che
determinano
il
crescere
delle
società
umane
,
dà
speciale
importanza
a
'
fattori
superorganici
,
detti
da
altri
,
per
esempio
,
dall
'
Angiulli
,
fattori
storici
.
Son
questi
i
prodotti
delle
invenzioni
umane
che
vanno
accrescendosi
a
vicenda
:
l
'
uno
cresce
per
opera
diretta
ed
indiretta
dell
'
altro
e
non
sì
tosto
l
'
uno
si
è
accresciuto
che
origina
nuovi
accrescimenti
negli
altri
,
come
chi
ponga
tanti
specchi
paralleli
che
riflettano
infinitamente
un
'
immagine
.
Così
è
del
progresso
della
civiltà
,
della
quale
la
scienza
è
parte
:
i
facili
mezzi
di
comunicazione
,
di
pubblicità
,
d
'
investigazione
,
di
studï
ànno
,
per
riflesso
,
reso
ancora
più
celere
il
cammino
della
scienza
di
quello
che
,
forse
,
non
sarebbe
stato
,
se
questi
fossero
mancati
e
non
avessero
costituito
,
meritamente
,
uno
dei
più
alti
titoli
di
lode
del
nostro
secolo
.
Ma
la
scienza
,
non
solo
si
è
allargata
scendendo
sino
agli
abissi
d
'
un
mondo
invisibile
,
agli
infinitamente
minimi
di
Pasteur
;
non
solo
si
è
innalzata
agli
infinitamente
massimi
,
roteanti
sul
nostro
capo
;
ma
si
è
,
audacemente
,
avventurata
in
ipotesi
e
in
divinazioni
felici
,
quale
quella
del
Mendelieff
nel
campo
della
chimica
e
l
'
altra
del
Leverrier
nel
campo
della
astronomia
.
Ha
studiato
la
vita
nel
fondo
del
mare
ed
à
spiato
per
dentro
la
psiche
dell
'
uomo
;
à
scomposto
il
plasma
ed
à
dissepellito
mondi
ed
uomini
che
pareano
,
per
sempre
,
scomparsi
;
à
fatto
un
minuto
lavoro
di
analisi
,
ma
à
tentato
ricomporne
la
sintesi
,
riaffermando
il
concetto
che
vi
è
una
classificazione
ed
una
derivazione
nelle
scienze
,
perché
ve
n
'
è
altra
nelle
formazioni
naturali
e
storiche
.
È
sorta
,
così
,
la
concezione
monistica
ed
unitaria
del
mondo
,
compito
che
Augusto
Comte
assegna
alla
filosofia
*
.
A
questo
grande
movimento
scientifico
à
partecipato
la
psicologia
.
Non
è
molto
e
questa
veniva
insegnata
quale
un
ramo
della
filosofia
e
la
si
definiva
come
un
'
osservazione
interna
,
un
'
introspezione
,
come
lo
studio
della
facoltà
dell
'
anima
,
di
questo
voluto
alito
divino
chiuso
nel
corpo
.
Fu
merito
d
'
alcuni
scienziati
aver
divelto
la
psicologia
dal
tronco
filosofico
e
averla
congiunta
all
'
albero
biologico
,
sia
perché
studia
funzioni
che
si
compiono
dal
sistema
nervoso
,
il
quale
,
per
altri
aspetti
,
viene
studiato
dalla
biologia
;
sia
perché
le
funzioni
psichiche
sono
,
e
lo
dimostrò
lungamente
il
Sergi
,
funzioni
di
protezione
dell
'
organismo
*
.
Resa
la
psicologia
scienza
biologica
,
suo
metodo
non
poté
più
essere
l
'
introspezione
,
ma
,
in
vece
,
l
'
esperienza
,
l
'
osservazione
obbiettiva
interpetrata
,
proiettandovi
su
la
propria
psiche
,
come
fascio
di
luce
elettrica
che
rompa
ed
illumini
l
'
oscurità
della
notte
.
Epperò
sorse
la
psicologia
fisiologica
che
studia
il
parallelismo
e
la
trasmutazione
del
fatto
fisiologico
in
fatto
psichico
;
la
psicometria
che
misura
il
tempo
nel
quale
si
compiono
le
funzioni
psichiche
elementari
;
sorse
il
metodo
delle
inchieste
,
adoperato
per
prima
dal
Galton
,
nello
studio
di
quel
che
fu
detto
il
documento
umano
e
che
si
riflette
nella
rappresentazione
artistica
;
sorse
,
in
fine
,
la
legge
dell
'
eredità
psicologica
ecc
.
*
.
Fino
a
questo
punto
si
era
studiata
la
psiche
individuale
di
già
formata
,
restava
a
sapere
se
la
fosse
un
fenomeno
affatto
umano
o
pure
una
formazione
della
specie
e
della
razza
,
di
tutto
il
mondo
biologico
animale
.
Lo
studio
fu
compiuto
e
dimostrò
che
la
psiche
comincia
molto
in
basso
con
la
monera
;
che
l
'
irritabilità
del
protoplasma
è
fatto
biologico
e
psichico
in
sieme
;
che
vi
è
una
psiche
elementare
che
sale
fino
all
'
uomo
;
che
i
fatti
sensitivi
,
volitivi
ed
intellettivi
,
contenuti
nell
'
irritabilità
del
protoplasma
,
vanno
svolgendosi
in
modo
parallelo
ed
interdipendente
fino
all
'
uomo
che
ripete
,
nei
primordii
psichici
,
lo
sviluppo
della
specie
,
onde
l
'
ontogenesi
della
psiche
è
una
breve
ricapitolazione
della
filogenesi
e
,
tra
l
'
uomo
e
gli
animali
inferiori
,
vi
è
solo
differenza
quantitativa
non
qualitativa
della
psiche
*
.
Lo
studio
della
psiche
individuale
,
allo
stato
normale
,
poteva
dirsi
compiuta
:
la
psicologia
fisiologica
ne
avea
studiato
i
rapporti
con
le
altre
funzioni
nervose
;
la
psicometria
ne
avea
misurato
i
fatti
psichici
elementari
;
la
psicogenia
ne
avea
studiato
il
sorgere
e
lo
svilupparsi
;
la
psicologia
,
in
fine
,
avea
studiato
la
completa
organizzazione
della
mente
.
Si
rimaneva
,
però
,
sempre
nel
campo
dell
'
individuo
e
nell
'
espressione
normale
della
psiche
;
ma
l
'
uomo
non
è
individuo
isolato
e
i
prodotti
psichici
collettivi
sono
così
frequenti
come
i
fenomeni
isolati
della
psiche
e
,
d
'
altra
parte
,
lo
stato
di
salute
si
alterna
,
con
quello
di
malattia
,
onde
avveniva
che
la
psicologia
dovea
procedere
innanzi
per
due
strade
diverse
:
studiare
,
cioè
,
la
psiche
inferma
(
psicologia
patologica
)
;
studiare
le
forme
psichiche
complesse
(
psicologia
collettiva
)
.
Ma
questi
due
nuovi
rami
nei
quali
la
psicologia
si
biforcava
,
erano
ben
capaci
d
'
ulteriori
svolgimenti
.
La
psicologia
patologica
poteva
proporsi
o
lo
studio
della
mente
ammalata
e
questo
compito
veniva
espletato
,
con
rigoglio
di
dottrina
,
dalla
psichiatria
;
oppure
dovea
studiare
una
forma
particolare
di
pervertimento
psicosomatico
,
il
delitto
,
compito
affidato
alla
psicologia
criminale
;
oppure
,
dal
campo
patologico
,
dovea
assurgere
e
rifermare
le
conclusioni
fisiologiche
e
questo
campo
fu
,
specialmente
,
tentato
da
maestro
dal
Ribot
coi
famosi
tre
saggi
sulla
memoria
,
sulla
volontà
e
sulla
personalità
*
.
Rimaneva
l
'
altro
ramo
della
psicologia
,
la
psicologia
collettiva
intuita
,
or
fanno
molti
anni
,
dal
Barzellotti
che
così
scriveva
dell
'
animo
della
folla
«
quel
non
so
che
d
'
indefinibile
,
vago
che
pur
vive
,
sente
,
pensa
,
si
muove
di
vita
sua
,
distinta
da
quelle
delle
migliaia
di
anime
che
si
confondono
in
lei
,
e
si
forma
sempre
nelle
grandi
commozioni
delle
assemblee
popolari
,
per
poi
morire
con
esse
*
.
Ma
quegli
che
,
con
amore
e
con
genio
,
si
occupò
di
psicologia
collettiva
fu
Scipio
Sighele
Sighele
,
La
folla
delinquente
,
Bocca
edit
.
La
coppia
criminale
,
Bocca
ed
.
La
delinquenza
settaria
e
Contro
il
Parlamentarismo
,
ed
.
Treves
vedi
inoltre
Critica
soc
.
,
an
.
IV
1894
e
anno
V
1895
.
,
del
quale
il
concetto
informatore
si
può
riassumere
così
:
tra
la
psicologia
individuale
e
la
sociologia
esistono
dei
traits
d
'
union
rappresentati
dalle
varie
forme
di
psicologia
collettiva
;
della
setta
,
della
casta
,
della
classe
,
dello
stato
;
ma
,
mentre
tra
la
psicologia
individuale
e
la
sociologia
vi
è
parallelismo
,
giacché
«
la
sociologia
è
una
psicologia
in
grande
»
nella
quale
«
i
caratteri
dell
'
aggregato
sono
determinati
dai
caratteri
delle
unità
che
lo
compongono
»
,
nella
psicologia
collettiva
,
questa
legge
fondamentale
«
subisce
molte
eccezioni
,
perché
spesso
l
'
aggregato
umano
presenta
caratteri
diversi
da
quelli
delle
unità
che
lo
compongono
»
.
Il
Sighele
dimostra
come
dalla
folla
si
passa
alla
casta
,
alla
classe
,
allo
stato
e
,
penetrando
più
addentro
nelle
leggi
psichiche
collettive
,
egli
trova
che
nella
folla
«
il
pensiero
si
elide
e
il
sentimento
si
assomma
»
,
onde
«
unirsi
vuol
dire
peggiorarsi
»
.
E
di
fatti
,
finora
nella
storia
l
'
opera
più
evidente
che
compirono
le
folle
fu
un
'
opera
di
distruzione
.
Esse
agirono
nei
secoli
come
quei
microbi
che
dissolvono
i
corpi
indeboliti
o
i
cadaveri
.
«
I
barbari
che
furono
le
grandi
folle
dell
'
antichità
come
gli
operai
sono
le
grandi
folle
dei
nostri
giorni
non
avrebbero
certo
costrutto
l
'
edificio
della
civiltà
romana
,
ma
quando
l
'
edificio
fu
barcollante
,
occorrevano
i
barbari
per
atterrarlo
e
render
possibile
la
costruzione
d
'
una
civiltà
nuova
cogli
avanzi
del
vecchio
colosso
.
È
allora
che
appare
l
'
opera
delle
folle
e
che
,
per
un
istante
,
la
filosofia
del
numero
diventa
la
sola
filosofia
della
storia
*
»
.
Se
il
Sighele
à
avuto
il
merito
di
studiare
,
prima
di
ogni
altro
,
la
psicologia
della
folla
,
à
,
però
,
avuto
il
torto
di
non
coglierne
che
un
solo
aspetto
,
il
criminoso
;
di
asserire
che
,
nella
folla
,
il
sentimento
si
assomma
ed
il
pensiero
si
elide
,
giacché
se
staticamente
è
così
,
dinamicamente
il
pensiero
nella
folla
si
completa
e
si
espande
.
L
'
azione
ordinaria
della
folla
è
,
o
tende
diventare
,
anticriminale
,
pacifica
,
operosa
.
Guardatela
nei
momenti
che
essa
attende
ai
mercati
o
ad
uno
spettacolo
o
in
momenti
di
sventure
cittadine
e
la
sua
azione
si
svolge
,
quasi
sempre
,
in
modo
anticriminale
.
Si
dà
fuoco
ad
un
edifizio
,
prima
ancora
che
accorrano
pompieri
e
soldati
,
è
l
'
anonima
folla
che
comincia
l
'
opera
di
spegnimento
;
accade
una
sventura
che
tocchi
vivamente
l
'
animo
,
dalla
folla
anonima
partono
i
primi
soccorsi
;
gli
stessi
operai
,
che
costituiscono
le
folle
moderne
,
esercitano
nello
stato
,
la
più
utile
funzione
,
la
produzione
;
sicché
,
possiamo
dire
,
che
,
solo
ed
eccezionalmente
,
l
'
azione
della
folla
è
criminosa
.
La
stessa
azione
politico
sociale
delle
folle
moderne
che
può
talora
sembrare
criminosa
,
là
dove
esiste
una
larga
educazione
politica
,
è
essenzialmente
civile
e
moralizzatrice
.
Lo
dicano
i
meeting
colossali
inglesi
che
lasciano
una
impressione
profonda
;
le
guerre
a
lungo
minacciate
,
ma
mai
dichiarate
per
timore
delle
folle
che
riescono
,
più
delle
diplomazie
,
a
trattenere
la
spada
nel
fodero
;
lo
dica
,
in
fine
,
quel
senso
di
morale
e
di
salute
che
le
folle
anonime
inspirano
,
dinanzi
allo
spettacolo
di
corruzione
e
di
degenerazione
della
razza
.
Sicché
,
quando
il
Sighele
parla
della
criminalità
della
folla
,
egli
generalizza
uno
aspetto
solo
della
varia
e
complessa
vita
popolare
;
il
crimine
può
essere
,
per
la
folla
,
un
momento
di
crisi
morale
,
che
può
,
persino
,
mancare
,
onde
se
vi
son
folle
delinquenti
,
vi
sono
folle
normali
e
che
si
avviano
ad
esserlo
sempre
più
.
Né
più
vero
è
il
fatto
che
il
pensiero
nella
folla
,
statica
o
dinamica
,
non
si
assommi
anzi
si
elida
.
Non
ci
è
teoria
scientifica
che
,
nel
detto
popolare
,
non
sia
stata
espressa
da
migliaia
di
anni
,
in
fine
a
quando
il
genio
non
l
'
abbia
vivificata
e
noi
ne
riferiremo
alcuni
di
questi
detti
popolari
,
quando
ci
occuperemo
delle
anticipazioni
della
folla
.
Ma
ci
è
ancora
dell
'
altro
:
il
Ferri
dice
:
lanciate
in
pubblico
una
teoria
subita
da
uno
della
folla
,
il
pensiero
vien
rimbalzato
sotto
forma
di
osservazione
,
di
diniego
,
di
dubbio
,
di
conferma
*
.
È
vero
;
ma
la
folla
dà
al
pensiero
quello
che
un
uomo
solo
,
difficilmente
,
può
dare
:
la
diffusione
.
Provate
a
dire
dinanzi
ad
un
uditorio
una
qualche
cosa
,
lasciate
che
poi
la
folla
si
disperda
e
l
'
atmosfera
è
pregna
,
è
satura
di
quella
idea
,
né
di
quella
soltanto
,
ma
di
tutto
ciò
che
ciascuno
di
suo
,
di
personale
vi
à
aggiunto
,
sicché
,
al
di
sotto
del
pensiero
d
'
un
altro
,
sia
pure
un
genio
,
vi
è
l
'
impronta
di
tante
psiche
quante
son
quelle
che
l
'
ànno
ricevuta
e
trasmessa
,
che
poi
si
assommano
in
un
prodotto
solo
,
in
quello
dell
'
animo
collettivo
.
Non
ostante
queste
che
a
me
sembrano
false
concezioni
,
l
'
opera
del
Sighele
rimane
piena
di
quella
genialità
,
che
costituisce
il
pregio
più
grande
d
'
un
'
opera
.
Ma
,
la
psiche
collettiva
presenta
orizzonti
ancora
più
vasti
quali
lo
studio
del
genio
,
della
senilità
,
della
giovinezza
della
folla
;
la
legge
di
normalità
e
di
criminalità
;
i
momenti
di
crisi
.
E
già
di
uno
di
questi
io
feci
,
nel
1894
,
un
rapido
cenno
in
uno
opuscoletto
che
,
ampliato
,
entrerà
a
far
parte
della
trama
del
presente
scritto
.
In
quello
io
consideravo
il
caso
d
'
una
persecuzione
,
d
'
una
folla
nel
momento
rinnovatore
,
il
lato
più
bello
e
suggestivo
della
persecuzione
;
in
quest
'
opera
,
destinata
a
raccogliere
non
impressioni
,
ma
studï
scientifici
,
raccoglierò
la
persecuzione
della
propaganda
,
criminosa
o
normale
non
importa
,
con
gli
esempï
d
'
eroismo
e
di
bassezze
che
trae
seco
.
Così
questo
scritto
che
presento
al
lett
ore
non
sarà
altro
che
l
'
abbozzo
d
'
una
scienza
giovane
e
nuova
;
alla
quale
mi
auguro
non
avere
arrecato
inutile
contributo
.
Son
questi
i
limiti
e
le
attinenze
dell
'
opera
.
LA
FOLLA
CAPITOLO
I
.
ANATOMIA
E
FISIOLOGIA
DELLA
FOLLA
La
folla
à
un
'
anima
.
Gli
antichi
che
dettero
un
'
anima
alle
cose
,
epperò
il
poeta
cantava
:
«
vissero
i
fiori
e
l
'
erbe
;
vissero
i
boschi
un
dì
»
:
non
conobbero
l
'
agitata
e
vasta
psiche
della
collettività
.
Sentirono
,
talora
,
il
sentimento
passionato
,
che
il
mondo
esterno
ci
mette
nell
'
animo
;
il
dolore
di
cui
lo
avviviamo
,
riflettendovi
noi
stessi
;
intesero
le
lagrime
delle
cose
,
più
ineffabili
ancora
delle
lagrime
umane
,
appunto
perché
recinte
d
'
un
velo
fantastico
e
pietoso
;
ma
,
dell
'
anima
civitatis
,
la
sola
collettività
esistente
nell
'
antichità
ed
assorbente
tutto
,
nulla
conobbero
.
Eppure
,
esiste
e
la
si
può
cogliere
in
momenti
solenni
,
quando
attolle
i
fastigi
di
suo
sviluppo
e
potenza
.
Ci
è
,
però
,
una
manifestazione
della
psiche
collettiva
che
non
manca
mai
,
che
cresce
sempre
coi
tempi
nuovi
,
ch
'
è
destinata
ad
avere
una
importanza
sempre
maggiore
ed
è
l
'
opinione
pubblica
la
communis
opinio
la
quale
è
come
il
giudizio
d
'
un
solo
grande
animo
,
l
'
animo
popolare
,
che
si
rivelava
,
nella
tragedia
greca
,
col
coro
,
la
cui
voce
era
come
un
verdetto
solenne
dei
tempi
e
della
Storia
.
Ora
,
come
potrebbe
questa
opinione
pubblica
formarsi
,
come
diffondersi
,
se
non
immaginando
ch
'
essa
sia
il
pensiero
d
'
un
organo
nuovo
che
nulla
abbia
d
'
individuale
?
Quest
'
è
la
psiche
collettiva
.
Quando
la
sventura
batte
alle
porte
d
'
una
collettività
(
famiglia
,
popolo
,
città
)
accade
come
un
unificarsi
di
pensieri
,
di
sentimenti
,
di
azioni
;
la
psiche
s
'
intensifica
e
si
innalza
;
pare
che
un
animo
solo
spiri
dentro
questo
corpo
gigantesco
fatto
di
tante
menti
e
di
tanti
cuori
:
e
quest
'
è
l
'
animo
collettivo
.
E
se
passiamo
a
studiare
la
vita
d
'
un
popolo
,
d
'
una
scuola
,
guardandola
dall
'
alto
come
l
'
osservatore
che
s
'
innalzi
in
un
areostata
,
donde
coglie
un
'
immensa
città
e
dove
il
particolare
,
che
stanca
la
vista
ed
annebbia
l
'
insieme
,
scompare
;
sentiamo
qualcosa
di
comune
che
chiamiamo
o
genio
etnico
o
stile
e
ch
'
è
opera
d
'
un
animo
collettivo
che
vive
traverso
i
secoli
e
traverso
lo
spazio
.
E
la
si
trova
,
così
,
nei
popoli
antichi
come
ne
'
moderni
;
così
presso
l
'
Ellade
,
come
nella
modernissima
Inghilterra
;
così
fra
gli
stoici
antichi
,
come
presso
i
moderni
positivisti
.
Guardando
un
quadro
od
una
statua
,
Taine
vi
dirà
a
quale
secolo
e
a
quale
scuola
appartenga
;
Rénan
vi
scriverà
del
genio
semitico
,
così
diverso
dall
'
ario
;
Ferrero
saprà
dirvi
della
razza
germanica
differente
,
per
tanti
aspetti
,
dalla
razza
latina
;
ma
,
perché
questo
avvenga
,
bisogna
che
le
anime
individuali
si
sieno
unificate
in
una
grande
anima
collettiva
,
che
lasci
,
accanto
alle
traccie
individuali
,
l
'
ombra
della
sua
grande
ed
immensa
personalità
,
come
il
motivo
dominante
si
eleva
sulle
voci
dei
singoli
strumenti
che
suonano
.
L
'
anima
della
folla
esiste
,
dunque
,
e
si
è
venuta
formando
così
come
una
psiche
individuale
.
È
scorso
il
tempo
nel
quale
questa
si
considerava
come
un
'
unità
semplice
.
Grazie
agli
studï
psicogenetici
,
è
apparsa
come
fatta
dalle
mille
psiche
elementari
che
i
varï
elementi
anatomici
,
i
varï
organi
mandano
ai
centri
nervosi
per
assommarvisi
.
Esiste
,
infatti
,
una
psiche
elementare
monocellulare
che
vive
nelle
forme
protoplasmatiche
inferiori
;
ma
,
quando
agli
animali
unicellulari
,
succedono
i
cenobï
e
gli
animali
pluricellulari
,
le
infinite
psichi
elementari
tendono
assommarsi
.
Vi
è
un
'
ascensione
di
differenziamento
e
d
'
integrazione
crescente
nella
scala
zoologica
,
non
solo
delle
funzioni
neuro
psichiche
,
ma
ancora
degli
organi
nervosi
,
fino
all
'
uomo
.
D
'
altra
parte
,
le
impressioni
del
mondo
esterno
e
le
relative
reazioni
,
che
sono
principio
della
vita
bio
psichica
,
non
sono
andate
perdute
,
ma
si
sono
stratificate
,
immagazzinate
,
differenziate
,
trasmesse
.
E
sono
state
non
solo
sensazioni
,
ma
fatti
intellettivi
e
volizioni
:
sono
sorte
,
così
,
le
varie
formazioni
psichiche
.
L
'
atto
bio
psichico
elementare
che
le
conteneva
tutte
,
si
è
differenziato
nelle
tre
funzioni
fondamentali
e
si
è
così
trasmesso
fino
all
'
uomo
.
Né
basta
:
dal
mondo
esterno
e
dal
proprio
organismo
due
correnti
sono
partite
fino
a
'
centri
nervosi
e
ànno
dato
luogo
ad
una
vita
psichica
interna
(
cenestesi
)
e
ad
una
esterna
.
Così
si
è
svolta
,
adunque
,
la
psiche
individuale
.
Rassomigliante
è
la
psiche
collettiva
:
essa
è
fatta
dalle
funzioni
psichiche
individuali
,
le
quali
,
assommandosi
od
elidendosi
,
dànno
una
nuova
formazione
psichica
con
un
contenuto
più
alto
.
La
materia
psichica
rimane
sempre
la
stessa
,
ma
il
modo
di
ricomporsi
varia
:
sono
,
come
diceva
il
Levves
:
sempre
gli
stessi
fili
,
ma
che
variamente
s
'
intrecciano
fino
a
formare
delle
tele
nuove
e
diverse
.
Anch
'
essa
,
la
psiche
collettiva
,
à
una
funzione
sensitiva
,
volitiva
,
intellettiva
;
à
le
sue
stratificazioni
antiche
e
recenti
;
à
una
sorgente
interna
ed
esterna
d
'
impressioni
.
Né
l
'
analogia
si
arresta
alla
sola
vita
normale
delle
due
psichi
:
come
vi
è
una
patologia
psichica
individuale
,
altra
ve
n
'
è
collettiva
.
Vi
sono
,
nell
'
una
e
nell
'
altra
,
gli
arresti
di
sviluppo
,
i
dissolvimenti
,
le
senilità
,
le
forme
psico
e
neuropatiche
.
In
una
parola
,
esiste
una
psiche
collettiva
,
molto
simile
all
'
individuale
,
con
un
contenuto
più
vasto
,
più
intenso
e
di
essa
ci
andremo
occupando
nei
successivi
capitoli
,
ma
prima
bisogna
dire
della
folla
e
del
modo
di
interpetrarla
.
La
folla
può
definirsi
una
formazione
instabile
ed
indifferenziata
svolgentesi
nell
'
ambito
d
'
un
aggregato
stabile
e
differenziato
(
città
,
paese
,
villaggio
)
.
In
questo
caso
l
'
uso
comune
ed
il
significato
scientifico
della
parola
si
equivalgono
:
io
guardo
in
piazza
e
veggo
gran
calca
di
gente
intorno
ad
un
cerretano
,
la
quale
poi
si
disperde
:
ecco
la
folla
,
instabile
perché
si
è
sciolta
;
indifferenziata
,
perché
sta
alla
rinfusa
e
senza
funzioni
speciali
:
una
signora
accanto
ad
un
soldato
,
il
soldato
accanto
al
prete
,
e
,
intorno
a
questo
gruppo
,
dei
contadini
attoniti
,
uno
scolaretto
scappato
dalla
scuola
;
tutta
gente
che
,
dopo
un
minuto
,
andrà
lontana
l
'
una
dall
'
altra
per
i
fatti
proprï
.
Ben
può
,
domani
,
nuova
folla
riunirsi
nell
'
istessa
ora
,
nell
'
identica
piazza
,
attorno
allo
stesso
individuo
;
ma
non
è
più
quella
di
ieri
;
vi
saranno
preti
,
soldati
e
studenti
,
ma
non
saranno
più
quegli
stessi
o
,
essendo
tali
,
non
saranno
raggruppati
nello
stesso
ordine
:
in
una
parola
,
nelle
forme
più
semplici
di
folle
l
'
instabilità
è
la
regola
,
l
'
indifferenziamento
è
la
struttura
.
Da
questa
forma
primitiva
di
folla
,
essenzialmente
instabile
ed
indifferenziata
,
si
passa
ad
altre
forme
più
stabili
e
differenziate
.
L
'
evoluzione
,
che
vale
per
gli
organismi
sociali
,
importa
,
anche
qui
,
un
differenziamento
crescente
ed
una
crescente
integrazione
.
Una
scolaresca
con
i
professori
ci
dà
immagine
della
folla
stabile
e
differenziata
:
folla
che
si
rinnova
ogni
anno
,
che
attende
a
stabili
occupazioni
,
divisa
in
classi
differenti
,
vivente
d
'
una
vita
similare
.
Sicché
la
folla
,
che
nella
sua
espressione
più
elementare
,
è
instabile
ed
indifferenziata
,
tende
a
diventare
,
nelle
sue
forme
più
evolute
,
più
stabile
,
più
differenziata
,
più
eterogenea
.
Una
di
queste
forme
più
stabili
e
più
differenziata
ed
eterogenea
è
la
setta
,
folla
di
numero
limitato
,
a
poche
unità
,
spesso
costituita
di
parecchie
piccole
folle
confederate
,
con
scopo
recondito
e
contrario
o
al
sentimento
pubblico
o
alla
legge
,
o
all
'
uno
e
all
'
altra
insieme
.
Che
la
setta
sia
una
folla
ristretta
è
cosa
,
oramai
,
nota
:
lo
Stepniak
,
ripetendo
il
detto
di
Macchiavelli
che
nelle
sette
il
piccolo
numero
non
giova
ed
il
grande
nuoce
,
racconta
che
quando
le
fila
de
'
nichilisti
,
per
un
periodo
di
tregua
nella
persecuzione
,
si
allargano
,
cessa
ogni
riguardo
onde
il
governo
messo
sull
'
avviso
,
rinnova
le
persecuzioni
che
,
decimandone
il
numero
,
ne
accrescono
quelle
doti
di
previggenza
,
alle
quali
è
dovuta
la
loro
conservazione
:
sicché
il
ristretto
numero
è
il
carattere
utile
per
la
sopravvivenza
*
.
Ma
,
se
la
setta
non
può
essere
numerosa
,
può
ben
essere
diffusa
,
avere
in
ogni
luogo
proprie
ramificazioni
che
si
innestino
sul
tronco
.
Nasce
,
così
,
la
differenziazione
tra
'
diversi
membri
e
tra
le
differenti
federazioni
:
ci
è
chi
comanda
ed
à
in
mano
le
fila
e
chi
ubbidisce
;
ci
è
,
in
somma
,
un
vasto
organismo
di
protezione
e
di
difesa
.
Lo
scopo
recondito
completa
il
concetto
della
setta
:
vi
sono
sette
con
fini
che
urtano
o
la
legge
o
questa
insieme
col
sentimento
pubblico
.
Così
racconta
Stepniak
,
(
op
.
cit
.
)
che
i
nichilisti
son
come
la
parte
mobilizzata
del
sentimento
pubblico
contro
la
teocrazia
russa
;
così
,
la
Giovane
Italia
era
come
l
'
animo
di
tutto
un
popolo
contro
il
dispotismo
;
e
,
dall
'
essere
contro
la
legge
e
contro
il
sentimento
pubblico
,
ripete
la
setta
la
sua
speciale
psicologia
.
La
casta
è
tipo
di
folla
più
numerosa
,
ma
più
chiusa
,
più
strettamente
differenziata
,
più
stabile
.
Così
,
in
India
nessuno
può
essere
bramino
che
non
vi
sia
nato
,
ed
un
bramino
di
pochi
anni
vale
più
di
un
guerriero
e
del
re
stesso
,
ché
anzi
il
guerriero
è
stato
creato
per
difendere
il
bramino
*
.
Nel
secolo
passato
sotto
l
'
ancien
régime
(
Taine
)
,
i
nobili
e
il
clero
costituivano
le
due
caste
privilegiate
:
nobile
si
nasceva
,
prete
si
diventava
;
ma
,
pertinente
all
'
una
o
all
'
altra
,
si
godevano
un
'
infinità
di
privilegi
,
che
andavano
,
talora
,
dal
jus
primae
noctis
fino
ad
amministrare
alta
e
bassa
giustizia
,
alle
prestazioni
di
servigi
gratuiti
,
corvées
,
all
'
esenzioni
dei
tributi
ecc
.
Strettamente
differenziate
in
gradi
:
in
vassalli
maggiori
e
minori
,
in
conti
,
baroni
,
marchesi
,
abati
;
le
due
caste
s
'
imperniavano
nell
'
imperatore
e
nel
papa
:
il
cerimoniale
n
'
era
estesissimo
,
i
titoli
diversi
,
le
foggie
di
vestire
differenti
,
la
maniera
di
vivere
affatto
diversa
da
quella
degli
altri
.
Né
deve
maravigliare
:
la
parola
casta
significa
colore
e
racchiude
un
fatto
storico
:
in
India
,
bramini
e
guerrieri
sono
di
razza
ariana
,
quindi
di
colorito
bianco
;
mentre
i
vaisia
e
paria
sono
di
razza
etiopica
e
però
neri
.
Le
caste
,
adunque
,
importano
sovrapposizione
,
per
conquista
,
d
'
un
popolo
su
di
un
altro
,
differenza
etnica
e
psichica
*
.
In
Francia
,
la
casta
nobiliare
era
il
detrito
dell
'
invasione
franca
sul
fondo
celtico
;
non
diversamente
,
in
Italia
,
la
nobiltà
ci
piovve
sempre
,
d
'
oltre
monte
e
da
oltre
mare
,
nelle
dolorose
vicende
di
patria
nostra
.
La
classe
,
succeduta
alla
casta
,
è
altra
forma
di
folla
,
non
chiusa
,
come
la
precedente
,
ma
vasta
,
differenziata
,
stabile
.
A
differenza
della
casta
,
la
classe
non
è
qualcosa
di
chiuso
e
di
inaccessibile
:
ché
anzi
,
noi
assistiamo
allo
spettacolo
d
'
un
salire
e
discendere
di
fortuna
,
mentre
una
feroce
concorrenza
mira
a
creare
una
élite
,
onde
tra
progresso
e
povertà
esiste
un
rapporto
costante
*
.
Epperò
il
Bellamy
à
immaginato
la
nostra
società
come
un
carro
stipato
di
gente
,
costretto
a
camminare
a
sbalzi
,
per
una
via
ineguale
,
sicché
molti
cadono
e
quei
che
sono
a
terra
cercano
,
in
mezzo
ad
imprecazioni
feroci
,
d
'
arrampicarvisi
,
e
così
la
marcia
fatale
procede
rovesciando
altra
gente
*
.
La
classe
non
à
dei
privilegi
che
le
sieno
esplicitamente
riconosciuti
,
ma
,
potendosi
essa
impossessare
del
potere
politico
,
se
ne
fa
il
più
forte
organismo
di
difesa
,
quando
le
ragioni
economiche
per
le
quali
sorse
,
si
sieno
venute
esaurendo
*
.
La
classe
à
,
pure
,
una
più
larga
diffusione
ed
una
più
grande
intensità
:
sorta
in
tempi
di
cresciute
comunicazioni
,
diffusa
,
per
la
sua
funzione
economica
,
dovunque
,
essa
non
si
circoscrive
più
in
uno
stato
,
ma
tende
ad
universalizzarsi
.
I
suoi
interessi
sono
ovunque
gli
stessi
,
il
tenor
di
vita
,
l
'
educazione
,
il
clima
storico
ne
sono
somiglianti
,
onde
sorge
quel
senso
di
universalità
e
di
solidarietà
,
insieme
,
che
non
conobbero
le
antiche
caste
.
Successe
a
queste
,
le
classi
ne
ànno
assunto
ed
allargate
le
funzioni
,
avendo
imposto
la
civiltà
e
imponendolo
sempre
più
,
un
lavoro
diviso
e
differenziato
;
così
,
per
esempio
,
la
classe
detta
,
per
le
sue
umili
origini
,
borghese
,
ch
'
è
giunta
oggi
ad
un
fastigio
così
alto
,
non
solo
si
assume
ed
adempie
le
funzioni
militari
e
religiose
,
esclusive
delle
due
caste
nobiliari
scomparse
,
ma
tiene
nelle
sue
mani
le
funzioni
intellettive
,
artistiche
,
scientifiche
,
professionali
,
commerciali
e
di
scambio
.
Queste
differenze
,
ed
altre
ancora
,
tra
la
classe
e
la
casta
poggiano
sul
tipo
sociale
diverso
,
nel
quale
l
'
una
e
l
'
altra
sono
sorte
e
si
sono
sviluppate
:
la
casta
,
sorta
e
vissuta
in
una
società
a
tipo
militare
,
ne
conserva
la
fisonomia
;
laddove
la
classe
à
tipo
e
fisonomia
della
società
industriale
in
mezzo
a
cui
è
sorta
e
nella
quale
vive
.
In
fatti
,
se
la
casta
è
una
forma
chiusa
e
la
classe
aperta
,
ciò
riflette
le
condizioni
delle
società
a
tipo
militare
in
cui
la
disciplina
è
rigida
e
l
'
ambito
di
svolgimento
circoscritto
.
Immaginiamo
un
'
orda
indifferenziata
che
debba
o
difendersi
da
altra
,
o
pure
,
per
esuberanza
di
numero
o
mancanza
di
alimento
,
debba
assalire
.
Sorge
,
allora
,
un
primo
differenziamento
di
quelli
che
possono
combattere
i
giovani
ed
i
forti
;
e
di
quelli
che
non
lo
possono
i
vecchi
,
le
donne
e
i
bambini
.
Poco
a
poco
,
questo
differenziamento
temporaneo
diventa
permanente
;
ma
,
ad
accrescere
novelle
differenziazioni
,
sorge
una
vera
e
propria
gerarchia
militare
,
la
quale
avendo
con
sé
la
forza
,
il
mezzo
,
cioè
,
più
potente
nella
lotta
per
l
'
esistenza
,
ne
vuole
godere
in
modo
esclusivo
,
trasmettendo
il
potere
politico
a
'
propri
discendenti
ed
impedendo
che
altri
ne
usi
*
.
Il
Vaccaro
à
dimostrato
che
,
nella
lotta
per
l
'
esistenza
,
gli
animali
inferiori
trasmettono
i
caratteri
fisiologici
acquisiti
e
che
,
d
'
altra
parte
,
è
impossibile
la
prevalenza
sull
'
avversario
che
non
sia
ottenuta
con
i
mezzi
psico
somatici
;
così
,
per
esempio
,
quel
toro
che
vince
l
'
altro
per
il
possesso
della
femina
,
è
davvero
il
più
forte
e
trasmetterà
questo
carattere
a
'
suoi
discendenti
,
formando
una
razza
superiore
,
ad
evoluzione
ascendente
.
Nel
mondo
sociale
,
avviene
diversamente
:
l
'
uomo
non
sempre
vince
per
caratteri
,
superiori
a
quelli
dell
'
avversario
;
ma
,
una
volta
vinto
,
e
sia
pure
per
doti
veramente
superiori
,
trasmetterà
a
'
discendenti
la
posizione
sociale
acquistata
,
che
costituisce
,
per
sé
stessa
,
la
gran
forza
per
trionfare
e
la
quale
può
,
e
si
accompagna
sempre
,
con
doti
decrescenti
ed
à
,
come
risultato
,
l
'
evoluzione
regressiva
.
Così
l
'
uomo
di
genio
o
l
'
avventuriero
trasmette
a
'
suoi
discendenti
o
la
ricchezza
o
il
potere
conquistato
bastanti
perché
,
chi
gli
succede
,
non
abbia
bisogno
di
altro
per
vincere
nella
lotta
per
l
'
esistenza
,
mentre
d
'
altra
parte
le
facoltà
non
esercitate
si
atrofizzano
e
dànno
luogo
alla
degenerazione
della
razza
*
.
Il
Loria
parla
,
a
tal
proposito
,
dell
'
impressione
che
prova
il
visitatore
d
'
una
pinacoteca
,
dove
sieno
raccolti
i
ritratti
d
'
una
famiglia
illustre
.
Dal
fondatore
o
da
'
fondatori
,
gente
ben
aitante
e
normale
,
si
viene
giù
giù
sino
ai
tardi
nepoti
meschini
e
degenerati
,
impressione
simile
a
quella
che
si
prova
quando
viene
annunziato
un
grande
di
Spagna
,
un
discendente
dei
vincitori
dei
Mori
,
e
vi
compare
dinanzi
un
ometto
sparuto
con
tutti
i
segni
della
degenerazione
sul
volto
*
.
Ritornando
adunque
,
alle
caste
,
diciamo
ch
'
esse
son
folle
chiuse
per
assicurare
l
'
ampio
godimento
del
potere
a
'
discendenti
di
quelli
che
,
nella
guerra
,
se
lo
conquistarono
.
Nella
classe
moderna
,
in
vece
,
la
preoccupazione
non
è
la
conservazione
dell
'
individuo
,
ma
quello
della
classe
,
della
sua
permanenza
,
della
sua
espansione
:
ecco
il
principio
informatore
,
il
quale
rappresenterebbe
un
vantaggio
sul
concetto
esclusivista
della
casta
,
se
,
pur
troppo
,
le
doti
,
per
le
quali
oggi
ci
si
innalza
,
non
fossero
quelle
del
vizio
o
del
caso
,
ma
le
altre
superiori
dell
'
ingegno
e
della
virtù
*
.
Nella
casta
,
il
sentimento
esclusivista
prevale
al
segno
da
far
ritenere
,
come
in
India
,
non
esser
permesso
al
vaisia
o
al
paria
di
santificarsi
.
Una
leggenda
vedica
narra
che
un
sudra
,
ritiratosi
in
disparte
dalla
società
,
si
appese
con
i
piedi
ad
un
albero
,
con
la
testa
all
'
in
giù
e
fu
assorto
nel
Nirvana
.
Brahma
,
cui
doleva
che
un
sudra
osasse
paragonarsi
a
'
sacerdoti
,
ai
quali
solamente
è
permesso
unirsi
a
lui
,
mandò
sulla
terra
un
'
infinità
di
guai
:
allora
Ramà
,
comprendendo
che
qualcuno
trasgredisse
ai
voleri
del
Dio
,
si
mise
in
giro
e
,
trovato
il
povero
sudra
,
gli
troncò
il
capo
e
l
'
ira
di
Brahma
ebbe
fine
*
.
La
casta
,
però
,
non
solo
è
esclusivista
,
ma
porta
seco
un
largo
sviluppo
di
cerimoniale
,
di
saluti
,
di
visite
ecc
.
,
tutte
cose
che
,
come
à
dimostrato
lo
Spencer
,
sono
equivalenti
della
guerra
e
della
conquista
,
e
che
mancano
completamente
nella
classe
,
onde
quel
carattere
chiuso
e
conservatore
che
fa
di
quella
come
un
enorme
masso
che
può
essere
distrutto
,
ma
non
sospinto
:
laddove
,
la
classe
appare
uno
di
quei
massi
erratici
che
si
muove
,
smussando
gli
angoli
e
diventando
sempre
più
levigato
.
Connesso
col
concetto
di
casta
,
anzi
,
uno
dei
suoi
tanti
legami
,
è
un
determinato
sentimento
religioso
,
il
quale
forma
l
'
occupazione
della
casta
sacerdotale
e
costituisce
,
per
le
altre
,
un
vincolo
sociale
.
Nella
religione
di
Veda
,
Brahma
creò
i
sacerdoti
per
adorarlo
e
gli
sciatra
per
difender
questi
.
Presso
il
popolo
d
'
Israello
,
Ieova
unge
i
guerrieri
ed
i
re
e
questi
debbono
ubbidirlo
e
,
quando
ciò
non
facciano
,
egli
invia
loro
i
profeti
e
minaccia
castighi
.
Similmente
,
nel
medio
evo
,
la
religione
è
il
cemento
di
tutta
la
vita
:
il
papa
crea
gl
'
imperatori
,
bandisce
le
crociate
,
depone
i
re
e
scioglie
i
sudditi
dall
'
ubbidienza
.
La
classe
,
invece
,
non
à
legame
alcuno
religioso
,
è
essenzialmente
interconfessionale
e
,
quando
mostra
d
'
avere
un
sentimento
religioso
risorgente
,
essa
obbedisce
ad
un
bisogno
di
conservazione
o
soggiace
ad
una
involuzione
senile
.
La
casta
à
un
sistema
di
pene
crudelmente
feroce
:
Seneca
scriveva
:
adversus
servos
crudelissimi
,
superbissimi
,
contumeliosissimi
esse
debemus
;
un
senatus
consultus
prescriveva
che
,
allorquando
uno
schiavo
avesse
ucciso
il
padrone
,
tutti
gli
schiavi
,
pertinenti
al
morto
,
doveano
essere
uccisi
*
.
Nel
codice
di
Manù
è
detto
«
un
sudra
,
ancorché
fatto
libero
dal
suo
padrone
,
non
è
liberato
dalla
schiavitù
,
perché
questo
stato
è
a
lui
naturale
e
chi
potrebbe
toglierlo
?
»
E
,
in
altra
parte
:
«
se
il
sudra
alza
le
mani
verso
il
proprio
padrone
,
queste
gli
devono
esser
tagliate
»
*
.
Non
diversamente
nel
medio
e
vo
,
il
contadino
era
gente
tailleable
et
corveable
à
merci
;
le
pene
che
la
chiesa
applicò
contro
gli
eretici
erano
d
'
una
crudeltà
inaudita
,
bastino
per
tutte
quelle
dell
'
Inquisizione
che
devastò
mezza
Europa
e
che
,
perseguitando
il
pensiero
,
esercitò
la
più
terribile
selezione
che
la
storia
conosca
a
danno
dell
'
ingegno
e
della
grandezza
de
'
popoli
.
La
classe
,
in
vece
,
tranne
i
tristi
giorni
di
settembre
,
le
settembrate
,
à
una
penalità
molto
più
mite
e
di
altra
parte
porta
nel
proprio
seno
,
per
un
inconsapevole
istinto
di
conservazione
,
un
vero
e
proprio
sentimento
di
carità
che
gli
antichi
non
conobbero
mai
.
Accanto
alle
folle
viventi
ed
agitantisi
nell
'
ambito
vasto
d
'
una
società
,
esistono
però
folle
viventi
nel
cerchio
più
ristretto
d
'
una
casta
o
d
'
una
classe
o
di
più
caste
o
classi
,
come
cerchi
inscritti
in
un
altro
o
che
s
'
intersechino
a
vicenda
.
Tali
sono
le
assemblee
politiche
,
le
accademie
scientifiche
ecc
.
Le
assemblee
politiche
sono
folle
estremamente
differenziate
,
eterogenee
,
integrate
che
si
formano
nel
seno
d
'
una
sola
classe
,
non
però
in
modo
che
elementi
estranei
non
vi
penetrino
.
Nel
mondo
delle
caste
,
dove
l
'
interesse
d
'
una
di
esse
prevalse
,
schiacciando
quello
delle
altre
,
le
assemblee
politiche
furono
delle
forme
privilegiate
e
chiuse
;
nel
mondo
delle
classi
,
in
vece
,
il
bisogno
di
maggiore
libertà
fa
sì
che
il
tragico
cozzo
degli
interessi
che
illumina
e
muove
tutta
la
vita
moderna
,
si
rifletta
nelle
assemblee
politiche
,
onde
in
esse
vivono
due
anime
,
due
civiltà
,
due
popoli
.
Le
assemblee
scientifiche
portano
nel
proprio
seno
,
del
pari
,
questo
cozzo
di
teorie
diverse
,
le
quali
,
molte
volte
,
non
sono
divergenze
,
ma
concezioni
differenti
del
mondo
;
sono
il
riflesso
scientifico
di
diversi
interessi
economici
.
In
un
secolo
come
il
nostro
,
nel
quale
la
questione
sociale
sospinge
e
gli
animi
sono
divisi
fra
la
conservazione
del
presente
o
un
ritorno
al
passato
e
il
cammino
verso
l
'
avvenire
;
l
'
arte
,
la
scienza
,
la
politica
portano
,
nel
proprio
seno
,
questo
acre
combattimento
d
'
idealità
,
che
si
riflette
nella
folla
,
specialmente
in
quelle
le
cui
funzioni
sono
intellettive
.
L
'
ultima
,
in
fine
,
e
più
differenziata
forma
di
folla
è
lo
stato
,
forma
stabile
che
,
talora
,
è
un
potere
di
mediazione
tra
diverse
classi
o
tra
le
varie
divisioni
d
'
una
classe
;
talora
,
è
l
'
organo
politico
d
'
una
classe
sola
.
Differenziato
in
potere
legislativo
ed
esecutivo
;
in
potere
civile
e
militare
;
alcuna
volta
strettamente
rigido
ed
organizzato
,
pronto
ad
invadere
altri
stati
o
a
difendersi
tipo
militare
;
altra
volta
,
con
scarsa
organizzazione
,
pronto
a
negoziare
,
e
a
sostituire
alla
forza
la
ragione
tipo
industriale
;
esso
è
sempre
il
punto
più
alto
di
differenziamento
cui
giunga
la
folla
.
Ma
,
la
folla
,
la
casta
,
la
classe
,
lo
stato
,
la
setta
sono
davvero
forme
evolutive
,
anelli
d
'
una
catena
di
cui
il
primo
è
la
folla
,
l
'
ultimo
lo
stato
?
Anzi
tutto
,
parmi
che
la
setta
sia
una
forma
patologica
:
prendete
un
pensiero
che
debba
sorgere
o
che
sia
per
tramontare
,
avvolgetelo
da
forze
distruttive
che
l
'
affatichino
da
ogni
banda
e
questo
si
rinchiuderà
nella
setta
,
epperò
,
il
nesso
evolutivo
delle
varie
forme
di
folle
bisogna
cercarlo
dalla
folla
primigenia
,
alla
casta
,
alla
classe
,
allo
stato
.
Di
folle
,
però
,
semplici
ed
indifferenziate
,
ve
ne
sono
due
:
una
instabile
,
che
si
forma
e
si
dissolve
,
tutti
i
momenti
,
dinanzi
a
'
nostri
occhi
e
la
quale
non
à
evoluzione
ed
è
la
folla
che
corre
al
mercato
,
al
teatro
,
alla
chiesa
;
l
'
altra
stabile
,
primigenia
,
indifferenziata
,
l
'
orda
,
dalla
quale
si
sono
svolte
le
caste
,
le
classi
,
lo
stato
,
sotto
la
pressione
della
lotta
esterna
(
Spencer
)
ed
interna
(
Marx
)
,
come
dall
'
uovo
si
è
svolto
l
'
embrione
,
affaticato
dalla
legge
di
sviluppo
*
.
Lo
Spencer
parte
dalla
forma
indifferenziata
della
folla
nel
momento
che
,
per
mancanza
di
cibo
,
è
costretta
ad
assalire
od
a
difendersi
da
altri
aggregati
umani
,
onde
sorgono
le
prime
differenziazioni
:
di
guerrieri
e
di
capi
,
di
popolo
lavoratore
e
militante
:
differenziazioni
che
,
se
sono
,
dapprima
,
transitorie
,
non
tardano
a
fissarsi
e
ad
accrescersi
,
onde
sorgono
gli
organismi
sociali
complessi
e
,
come
potere
unitario
,
lo
stato
.
Ma
costituito
che
sia
,
lo
stato
porta
seco
una
ben
grave
contesa
fra
le
caste
o
le
classi
,
che
si
contendono
il
potere
politico
ed
economico
e
che
sono
,
come
dicemmo
,
le
stratificazioni
di
popoli
diversi
sovrappostisi
.
La
conoscenza
dell
'
azione
di
questa
duplice
lotta
,
nella
folla
costituisce
il
filo
conduttore
della
storia
.
Così
,
in
Roma
,
sono
gli
antichi
abitatori
del
Lazio
,
la
plebe
,
che
lotta
contro
i
Quiriti
di
razza
sabellica
,
per
l
'
eguaglianza
politica
ed
economica
e
questo
contrasto
costituisce
lo
sfondo
,
il
meccanismo
segreto
,
della
storia
di
quel
popolo
.
Similmente
in
Grecia
è
il
demos
che
lotta
contro
l
'
aristocrazia
,
e
l
'
uno
è
di
razza
pelasgica
,
l
'
altra
ellenica
:
l
'
uno
prevale
in
Atene
,
l
'
altra
a
Sparta
;
la
lotta
è
una
vece
alterna
di
vittorie
e
di
sconfitte
,
fino
a
quando
il
demos
vince
,
ma
stremato
di
forze
,
così
che
può
,
da
Roma
,
facilmente
esser
sottomesso
*
.
Ed
ora
veniamo
al
pensiero
e
all
'
azione
della
folla
.
Prima
,
però
,
di
studiarne
la
vita
psichica
è
mestieri
che
noi
ci
domandiamo
se
,
per
la
folla
,
complesso
d
'
individualità
psichiche
,
valga
la
legge
istessa
che
vale
per
la
società
,
ciclo
ampio
nel
quale
le
folle
si
svolgono
.
Lo
Spencer
avea
stabilito
che
«
il
carattere
dell
'
aggregato
è
determinato
da
'
caratteri
delle
unità
che
lo
compongono
»
.
Avea
esaminato
la
legge
nel
mondo
inorganico
,
poi
nel
mondo
biologico
ed
,
in
ultimo
,
nel
mondo
sociale
e
avea
conchiuso
:
«
Data
la
struttura
degl
'
individui
cogli
istinti
che
ne
risultano
,
le
comunità
formate
da
questi
individui
,
presenteranno
necessariamente
alcuni
caratteri
e
nessun
'
altra
comunità
,
che
abbia
gli
stessi
caratteri
potrà
esser
formata
da
individui
dotati
da
un
'
altra
struttura
ed
istinti
differenti
.
»
A
queste
conclusioni
dello
Spencer
,
si
opponeva
*
Scipio
Sighele
con
queste
parole
:
«
Il
principio
di
Spencer
che
i
caratteri
dell
'
aggregato
sono
determinati
da
'
caratteri
dell
'
unità
che
lo
compongono
è
esattissimo
e
può
applicarsi
in
tutta
la
sua
estensione
quando
si
tratti
di
aggregati
composti
di
unità
omogenee
e
legate
fra
loro
organicamente
perde
della
sua
esattezza
e
può
applicarsi
solo
in
modo
assai
più
ristretto
quando
si
tratti
di
aggregati
poco
omogenei
e
poco
organici
;
diventa
in
fine
assolutamente
falso
ed
inapplicabile
allorché
gli
aggregati
sono
del
tutto
eterogenei
ed
organici
.
Questa
evoluzione
nell
'
applicabilità
del
principio
spenceriano
agli
aggregati
sono
omogenei
ed
organici
valgono
le
leggi
della
sociologia
che
noi
dicemmo
più
complesse
,
ma
parallelle
a
quelle
della
psicologia
individuale
mentre
in
vece
man
mano
che
gli
aggregati
diventano
meno
omogenei
e
meno
organici
scompare
la
possibilità
d
'
applicare
ad
essi
le
leggi
della
sociologia
,
e
a
queste
subentrano
le
leggi
della
psicologia
collettiva
che
noi
dicemmo
totalmente
diverse
da
quelle
della
psicologia
individuale
.
»
Per
quanto
la
teoria
del
Sighele
paia
nuova
e
diversa
,
pure
,
a
me
sembra
che
essa
è
compresa
perfettamente
nella
legge
enunciata
dallo
Spencer
,
della
quale
è
una
semplice
esplicazione
.
Questi
in
fatti
,
avea
detto
che
il
carattere
dell
'
aggregato
è
determinato
dal
carattere
delle
unità
che
lo
compongono
,
sieno
esse
unità
similari
o
dissimilari
.
Noi
non
possiamo
supporre
che
lo
studioso
e
il
divinatore
dell
'
evoluzione
abbia
dimenticato
l
'
evoluzione
medesima
,
che
rappresenta
l
'
idea
direttiva
,
al
cui
lume
egli
à
studiato
le
varie
formazioni
naturali
e
storiche
e
,
d
'
altra
parte
,
cos
'
è
l
'
evoluzione
se
non
«
un
passaggio
di
materia
dalla
forma
semplice
alla
complessa
,
dall
'
indifferenziata
alla
differenziata
,
dall
'
omogenea
all
'
eterogenea
,
la
quale
si
accompagna
con
dispersione
di
moto
?
»
*
.
Sicché
lo
Spen
cer
,
parlando
di
aggregato
e
di
unità
che
lo
compongono
,
intese
parlare
così
della
forma
più
alta
come
della
più
bassa
dell
'
aggregato
,
così
delle
unità
similari
come
dissimilari
.
La
stessa
parola
«
determinato
»
che
usa
lo
Spencer
,
deve
pur
avere
un
valore
:
che
,
cioè
,
a
seconda
che
queste
unità
sono
similari
o
dissimilari
,
la
natura
dell
'
aggregato
cambia
;
se
no
,
perché
non
dire
è
uguale
alla
somma
dei
caratteri
delle
unità
?
Ma
,
il
Sighele
crede
che
la
similarità
debba
esistere
solo
per
gli
elementi
d
'
un
aggregato
sociale
,
la
dissimilarità
per
gli
aggregati
più
ristretti
collettivi
;
ora
,
noi
possiamo
avere
casi
differenti
:
abbiamo
le
società
moderne
le
quali
sono
fortemente
dissimilari
;
abbiamo
,
in
vece
,
collettività
[
sette
,
assemblee
e
altre
]
fortemente
similari
;
in
altri
termini
,
la
dissimilarità
è
propria
delle
società
ed
in
ciò
è
il
loro
progresso
,
la
similarità
può
essere
,
anzi
,
deve
essere
,
di
certe
forme
collettive
.
Ammessa
questa
verità
,
la
distinzione
dell
'
applicabilità
della
legge
spenceriana
cade
anche
per
le
società
e
i
limiti
di
sociologia
e
psicologia
collettiva
devono
essere
,
ben
altrimenti
,
fissati
.
Le
società
moderne
sono
enormemente
differenziate
:
vi
è
una
folla
di
produttori
e
di
consumatori
parassitar
Ã
¯
;
una
gente
detentrice
della
ricchezza
ed
altra
della
forza
di
lavoro
;
vi
sono
quelli
che
presiedono
allo
scambio
e
quelli
che
pensano
alla
guerra
;
vi
è
una
larga
schiera
di
gente
superiore
che
studia
,
e
un
'
altra
che
applica
e
ne
svolge
i
ritrovati
e
così
via
via
.
Non
è
così
per
una
collettività
:
vi
sono
,
in
fatti
,
accademie
d
'
una
sola
scuola
scientifica
,
né
sappiamo
concepire
una
setta
che
non
sia
,
assolutamente
,
similare
o
,
quasi
,
sicché
ne
viene
che
il
concetto
d
'
una
società
similare
società
moderne
s
'
intende
è
sempre
falso
,
come
il
concetto
d
'
una
collettività
,
intesa
nel
senso
ristretto
dissimilare
può
essere
falso
del
pari
.
Ma
,
il
Sighele
cade
in
un
altro
errore
:
egli
parla
di
struttura
«
omogenea
ed
organica
»
,
«
eterogenea
e
meno
organica
»
,
ossia
,
crede
che
omogeneità
ed
organicità
si
svolgano
parallelamente
e
con
rapporto
crescente
.
Or
è
appunto
il
contrario
e
lo
Spencer
,
a
più
riprese
,
lo
à
detto
:
un
organismo
è
tanto
più
organico
per
quanto
meno
è
omogeneo
e
l
'
evoluzione
cammina
nel
senso
di
un
maggiore
differenziamento
e
d
'
una
crescente
integrazione
,
o
,
con
altre
parole
,
l
'
eterogeneità
cresce
in
sieme
con
l
'
organicità
*
.
Concludendo
diciamo
:
Che
le
società
,
come
organismi
più
evoluti
e
complessi
,
sono
fatte
d
'
elementi
dissimilari
e
che
il
loro
progresso
è
verso
un
crescente
differenziamento
dipendente
da
una
dissimilarità
crescente
dei
suoi
elementi
;
Che
gli
organismi
collettivi
,
intesi
sempre
quali
folle
ecc
.
,
possono
essere
fatti
d
'
elementi
similari
,
sebbene
il
caso
più
comune
sia
la
dissimilarità
degli
elementi
;
Che
dicendo
:
«
la
natura
dell
'
aggregato
è
determinata
dalla
natura
degli
elementi
che
lo
compongono
»
si
usa
la
formola
generica
che
comprende
il
caso
della
similarità
e
della
dissimilarità
;
Che
la
distinzione
di
psicologia
collettiva
e
sociologia
indica
due
campi
diversi
di
studio
:
la
sociologia
studia
la
struttura
del
corpo
sociale
e
la
legge
di
formazione
della
società
;
laddove
la
psicologia
collettiva
studia
il
modo
come
la
psiche
individuale
,
assommandosi
,
costituisca
le
anime
collettive
che
vibrano
in
seno
alle
complesse
società
moderne
.
Ritorniamo
alla
formola
spenceriana
e
vediamo
quali
svolgimenti
contenga
.
Un
aggregato
sociale
può
essere
fatto
d
'
elementi
similari
o
dissimilari
:
se
gli
elementi
sono
similari
,
le
qualità
dell
'
aggregato
sono
la
somma
delle
qualità
dei
singoli
elementi
con
tendenza
alla
moltiplicazione
;
se
gli
elementi
sono
dissimilari
,
le
loro
qualità
possono
essere
o
uguali
e
contrarie
ed
allora
si
elidono
;
o
di
forza
disuguale
e
contraria
e
allora
prevalgono
le
qualità
degli
elementi
più
numerosi
;
o
di
forza
disuguale
,
ma
non
contraria
,
ma
dissimile
,
e
allora
si
combinano
.
Così
uno
squadrone
di
cavalleria
che
carica
dispiega
una
forza
e
un
impeto
superiore
alla
somma
di
tutti
i
cavalieri
,
presi
isolatamente
,
e
ciò
perché
gli
elementi
sono
similari
.
Vagliando
le
note
vocali
d
'
un
coro
che
canta
,
siamo
sicuri
che
esso
esercita
una
ben
più
profonda
impressione
che
se
ciascuno
,
isolatamente
,
cantasse
,
appunto
per
la
legge
che
le
tendenze
similari
si
assommano
con
tendenza
a
moltiplicarsi
.
Immaginiamo
il
caso
di
tendenze
dissimilari
d
'
uguale
forza
e
contrarie
:
un
'
assemblea
divisa
in
due
parti
eguali
di
numero
,
di
cui
una
vuole
una
cosa
,
un
'
altra
no
:
si
riunirà
per
non
conchiuder
nulla
;
così
come
,
se
due
potenze
si
applicano
,
con
eguale
forza
e
direzione
contraria
,
su
di
un
punto
,
questo
non
si
muove
.
Ma
,
se
una
delle
due
parti
dell
'
assemblea
diventa
più
numerosa
,
la
fisonomia
ne
cambia
subito
,
così
come
passeggiando
per
una
strada
dei
quartieri
popolari
voi
vi
incontrate
in
gente
misera
e
la
strada
acquista
un
aspetto
squallido
;
passandovi
un
giorno
in
cui
una
festività
vi
abbia
richiamato
la
folla
elegante
della
città
,
l
'
impressione
è
diversa
,
i
malvestiti
continuano
ad
esservi
,
ma
l
'
occhio
rimane
vinto
dal
lusso
e
dallo
sfarzo
.
Ultimo
esempio
:
il
caso
d
'
una
accademia
scientifica
,
dove
convengono
scienziati
di
varia
intelligenza
e
coltura
:
voi
avete
attività
differenti
:
vi
è
il
critico
,
il
glottologo
,
lo
psichiatra
,
il
criminologo
,
il
letterato
:
vi
è
il
genio
,
accanto
all
'
uomo
d
'
ingegno
;
la
mente
versatile
,
accanto
alla
penetrante
;
eppure
,
quest
'
accademia
,
nei
suoi
rendiconti
e
nelle
sue
tornate
,
è
sempre
alta
,
varia
,
interessante
.
Qui
le
diverse
attitudini
si
sono
fuse
e
la
loro
opera
è
feconda
per
tutti
.
Son
queste
le
linee
generali
del
modo
come
si
fondono
similarità
e
dissimilarità
in
un
organo
collettivo
,
similmente
come
,
nell
'
individuo
,
i
caratteri
ereditari
o
si
compongono
o
si
assommano
o
si
disseminano
o
si
escludono
*
.
Un
figlio
à
i
caratteri
paterni
e
le
doti
materne
:
alto
,
bruno
,
robusto
come
il
padre
,
à
la
bontà
e
la
penetrazione
della
madre
:
qui
i
caratteri
son
fusi
;
oppure
,
à
della
madre
la
bontà
,
del
padre
il
coraggio
,
un
misto
di
bontà
e
di
coraggio
,
di
qualità
feminee
e
maschili
;
o
è
tutto
la
madre
:
piccolo
con
occhi
cerulei
,
timido
come
una
donna
,
sempre
buono
egli
è
tutto
la
madre
.
Così
con
le
debite
differenze
e
proporzioni
si
mescolano
,
si
sommano
,
si
elidono
i
caratteri
nella
folla
e
nella
società
.
E
,
dalla
legge
di
composizione
similare
e
dissimilare
della
folla
,
passiamo
alla
sua
psicologia
.
Le
folle
pensano
.
Diremo
di
poi
in
che
il
pensiero
della
folla
si
differenzï
da
quello
individuale
;
ma
egli
è
certo
però
che
le
folle
pensano
.
Di
folle
pensanti
noi
abbiamo
parecchi
esempii
:
la
folla
che
nei
mercati
si
agglomera
dinanzi
al
ciarlatano
pensa
a
quello
che
vede
,
ed
è
pensiero
talvolta
confuso
,
è
vero
,
ma
sempre
pensiero
.
Da
queste
folle
,
in
cui
il
pensiero
è
scarso
,
passiamo
a
quelle
che
vivono
nel
pensiero
:
le
folle
scientifiche
nei
congressi
,
nelle
accademie
;
o
a
quelle
nelle
quali
il
pensiero
e
il
sentimento
si
equilibrano
,
come
potrebbe
essere
un
parlamento
nel
momento
che
discute
d
'
una
legge
,
mettiamo
sociale
,
del
quale
,
mentre
l
'
animo
si
commove
per
le
miserie
che
vengono
disvelate
,
la
mente
vaglia
se
e
come
la
legge
può
o
deve
giovare
.
Vale
,
adunque
,
per
le
folle
quello
che
vale
per
gli
individui
:
che
,
cioè
,
come
l
'
individuo
pensa
così
pensa
la
folla
e
che
come
vi
sono
individui
,
nei
quali
pr
evale
il
pensiero
,
così
vi
sono
folle
prevalentemente
pensanti
,
e
che
come
negli
individui
normali
pensiero
e
sentimento
si
equilibrano
,
così
anche
nelle
folle
vi
può
essere
equilibrio
di
pensiero
e
di
sentimento
.
Accanto
al
pensiero
,
anzi
,
prima
ancora
del
pensiero
,
la
folla
sente
;
di
fatti
,
il
sentimento
nella
costituzione
della
psiche
precede
la
volizione
e
il
pensiero
.
Benché
e
la
psicogenia
moderna
,
lo
à
dimostrato
a
sufficienza
*
benché
nell
'
irritabilità
del
protoplasma
vi
sia
la
funzione
psichica
elementare
,
la
quale
consta
dei
tre
atti
:
sensibilità
,
intelligenza
e
volizione
e
si
è
citato
a
riprova
l
'
ameba
che
sente
lo
stimolo
del
granulo
nutritivo
venuto
a
contatto
e
lo
distingue
da
altri
granuli
nocivi
od
indifferenti
,
e
fa
dei
movimenti
per
includerlo
;
benché
,
dunque
,
questi
tre
momenti
sono
interdipendenti
,
pure
,
la
sensibilità
si
sviluppa
prima
degli
altri
due
.
Il
bambino
,
appena
nato
,
è
un
essere
senziente
,
diventa
poi
intellettivo
ed
in
ultimo
volitivo
,
così
l
'
ontogenia
mentale
ripete
la
filogenia
.
Ne
viene
,
quindi
,
che
il
sentimento
esiste
nella
folla
e
che
le
folle
ineducate
e
primigenie
sono
prevalentemente
senzienti
,
più
che
pensanti
.
Le
folle
,
in
ultimo
,
agiscono
;
pare
questo
il
punto
che
merita
meno
discussione
e
che
è
stato
studiato
con
più
amore
ed
anche
con
maggiore
genialità
dal
Sighele
sebbene
con
criterii
ristrettivi
e
per
quanto
riguarda
l
'
azione
criminosa
ed
è
appunto
per
questo
che
noi
rimandiamo
a
quelle
opere
il
lettore
.
Rimandando
al
capitolo
successivo
lo
studio
della
modalità
del
sentire
e
del
pensare
della
folla
,
diciamo
che
,
come
vi
è
per
l
'
individuo
un
sentimento
normale
che
si
accompagna
e
che
muove
un
pensiero
normale
ed
un
'
azione
,
di
conseguenza
,
normale
:
in
una
parola
,
come
vi
è
una
mentalità
normale
,
per
l
'
individuo
,
così
vi
è
per
la
folla
;
e
,
viceversa
,
vi
è
per
l
'
individuo
,
come
per
la
folla
un
sentimento
,
un
pensiero
e
un
'
azione
criminosa
.
Ho
detto
sentimento
e
pensiero
che
sono
la
parte
dinamica
e
statica
del
carattere
così
nell
'
individuo
come
nella
folla
*
.
Un
'
assemblea
politica
che
voti
una
legge
sociale
o
che
discuta
,
se
debba
venire
in
aiuto
d
'
un
popolo
sofferente
sotto
il
giogo
straniero
:
ecco
uno
esempio
di
folla
che
sente
e
pensa
in
maniera
non
solo
normale
,
ma
profondamente
altruista
.
Immaginiamo
,
ancora
,
d
'
assistere
ad
un
meeting
a
Londra
,
quei
meeting
di
migliaia
di
persone
,
di
parecchi
oratori
destinati
a
far
rumore
in
Europa
;
il
meeting
si
termina
e
una
commissione
porta
le
decisioni
,
in
forma
solenne
,
al
governo
.
Qui
ci
troviamo
dinanzi
ad
una
folla
che
à
sentito
,
pensato
ed
agito
in
modo
normale
.
Immaginiamo
ancora
una
folla
riunita
per
pregare
e
che
dopo
si
disperda
per
compiere
delle
opere
di
pietà
,
questa
folla
è
l
'
esercito
della
salute
che
di
domenica
si
sparge
per
Londra
dopo
avere
compiti
i
doveri
religiosi
:
ecco
adunque
tanti
esempii
di
folle
normali
*
.
Capovolgiamo
gli
esempii
:
in
vece
d
'
un
'
assemblea
politica
che
voti
una
legge
sociale
,
immaginiamone
un
'
altra
che
dichiari
una
guerra
di
conquista
;
o
in
vece
d
'
un
meeting
a
Londra
,
una
folla
che
ascoltato
un
oratore
violento
muova
ad
incendiare
o
a
distruggere
;
e
che
in
vece
d
'
una
folla
che
crede
e
opera
il
bene
,
noi
assistiamo
ad
una
turba
fanatizzata
che
corre
per
incendiare
e
nell
'
Italia
meridionale
è
avvenuto
una
chiesa
evangelica
ed
allora
avremo
manifestazioni
criminose
della
folla
.
Ho
insistito
tanto
sulla
possibilità
delle
manifestazioni
normali
delle
folle
,
perché
il
Sighele
pare
credere
che
la
folla
non
abbia
altre
manifestazioni
che
criminose
:
studiamo
,
intanto
,
la
legge
dello
stato
normale
e
criminoso
della
folla
.
Le
folle
abbiamo
detto
possono
essere
criminali
o
non
criminali
,
però
la
folla
primigenia
,
quella
che
rappresenta
l
'
embrione
della
società
,
è
sempre
criminosa
:
essa
vive
della
guerra
e
dalla
guerra
non
può
prescindere
se
vuole
svolgersi
e
differenziarsi
.
Differenziata
,
la
lotta
si
continua
e
si
svolge
nel
suo
seno
,
fra
le
varie
caste
o
classi
e
si
svolge
,
del
pari
,
al
di
fuori
fra
le
altre
collettività
ed
in
modo
sempre
cruento
e
criminoso
.
È
privilegio
della
civiltà
moderna
e
lo
sarà
di
più
nell
'
avvenire
trasformare
la
lotta
interna
ed
esterna
da
materiale
in
ideale
e
rivolgerla
contro
la
natura
;
ma
,
nelle
società
differenziate
,
e
fino
a
tempi
a
noi
prossimi
,
la
lotta
interna
ed
esterna
è
lotta
criminosa
*
.
Lasciando
da
parte
le
guerre
civili
in
Roma
e
nei
nos
tri
comuni
medioevali
,
quali
le
fazioni
di
Guelfi
e
Ghibellini
,
di
Neri
e
Bianchi
,
la
rivoluzione
francese
altro
non
fu
che
una
cruenta
lotta
di
classe
.
La
folla
avventizia
quella
che
si
forma
ogni
giorno
e
si
dissolve
,
porta
nel
suo
seno
tendenze
criminali
,
così
come
ne
porta
il
fanciullo
,
la
cui
crudeltà
è
nota
a
'
psicologi
infantili
.
Sono
i
caratteri
atavici
dell
'
uomo
primitivo
che
prevalgono
così
nel
fanciullo
come
nella
folla
.
Però
,
se
il
fanciullo
,
coll
'
educazione
,
può
divenire
sempre
meno
incline
al
delitto
;
se
,
sviluppando
in
lui
i
poteri
frenatori
degli
istinti
antisociali
e
facendo
trasmettere
per
molte
generazioni
tali
caratteri
sociali
utili
,
si
può
giungere
all
'
uomo
normale
,
incapace
del
delitto
;
se
questo
può
avvenire
per
l
'
individuo
,
può
avvenire
del
pari
per
la
folla
.
A
me
pare
che
,
per
la
determinazione
del
delitto
nella
folla
,
valga
ben
quanto
la
scienza
à
assodato
per
l
'
individuo
:
vi
sono
folle
passionali
le
quali
si
possono
spingere
al
delitto
o
con
suggestioni
presenti
o
con
suggestioni
remote
;
vi
sono
folle
di
delinquenza
c
ongenita
;
vi
sono
folle
normali
che
nulla
può
spingere
al
delitto
;
vi
è
per
le
folle
come
per
gl
'
individui
una
educabilità
contro
il
delitto
.
Le
folle
passionali
abbondano
nel
mezzogiorno
d
'
Italia
e
si
reclutano
fra
contadini
ed
operai
,
gente
povera
,
onesta
,
laboriosa
.
Raccoglietela
,
di
domenica
,
nel
sagrato
della
chiesa
,
parlate
loro
dell
'
enormezza
del
focatico
,
accendetene
l
'
animo
e
quella
folla
correrà
ad
incendiare
i
casotti
del
dazio
.
Potete
,
in
vece
,
del
pari
nei
giorni
di
Pasqua
parlare
della
passione
di
Gesù
,
di
pace
,
di
amore
e
quella
folla
piangerà
commossa
:
voi
avete
agito
sulla
sua
natura
passionale
in
due
modi
differenti
:
ora
normale
ed
ora
criminoso
.
Son
queste
le
folle
che
delinquono
e
in
mezzo
alle
quali
bastano
pochi
criminali
per
turbarne
la
mente
,
così
come
accertò
il
Sighele
fra
'
settembrizzatori
e
nel
tempo
della
rivoluzione
francese
.
Però
,
se
in
vece
d
'
una
intera
turba
passionale
,
voi
agite
,
sugli
individui
in
modo
isolato
,
voi
otterrete
identico
scopo
,
con
minore
intensità
però
,
per
la
legge
stabilita
dal
Sighele
che
il
sentimento
nella
folla
si
assomma
;
dunque
la
qualità
passionale
degli
individui
rende
passionale
la
folla
.
In
vece
d
'
una
folla
passionale
,
non
possiamo
avere
una
turba
delinquente
congenita
;
abbiamo
dei
paesi
in
cui
la
delinquenza
è
alta
,
le
forme
psicopatiche
abbondanti
,
tale
è
Girifalco
in
Calabria
,
la
patria
di
Misdea
;
ora
,
una
turba
fatta
d
'
individualità
bio
psicologiche
così
incline
al
delitto
,
di
necessità
sarà
più
delinquente
,
ancora
,
che
ciascuna
persona
presa
isolatamente
.
Attorno
a
Cosenza
è
una
corona
di
paesi
detti
casali
,
i
quali
si
distinguono
in
casali
del
manco
e
in
casali
di
destra
,
i
primi
sono
posti
alle
falde
della
Sila
e
furono
le
patrie
dei
briganti
,
veri
centri
criminali
;
nei
secondi
il
brigantaggio
non
fu
mai
.
Ora
,
nel
1848
,
la
rivoluzione
in
Calabria
,
si
fece
,
al
grido
della
divisione
delle
terre
,
ma
nei
Casali
del
manco
si
accompagnò
con
enormi
delitti
,
nei
Casali
di
destra
con
innocue
grida
:
ecco
,
adunque
,
due
folle
,
di
cui
l
'
una
criminale
e
l
'
altra
no
,
appunto
perché
i
componenti
sono
,
nel
primo
caso
,
criminali
e
nel
secondo
normali
.
Se
dunque
la
criminalità
della
folla
dipende
dalla
criminalità
degli
individui
,
portata
ad
un
'
intensità
maggiore
,
ne
viene
che
il
delitto
della
folla
ha
le
stesse
origini
del
delitto
individuale
:
ossia
,
che
il
delitto
collettivo
è
un
ritorno
atavico
prodotto
da
cause
bio
psico
sociali
,
il
quale
mediante
l
'
educazione
tende
sempre
più
a
scomparire
.
L
'
educazione
nella
folla
agisce
così
come
nell
'
individuo
,
sostituendo
al
sentimento
impulsivo
un
sentimento
più
riposato
e
tranquillo
;
alla
superficialità
del
pensiero
,
la
profondità
e
all
'
azione
antisociale
un
'
azione
sempre
più
sociale
.
Se
noi
paragoniamo
in
fatti
una
folla
semplice
,
instabile
con
un
'
altra
differenziata
ed
evoluta
,
questi
tre
fatti
ci
colpiscono
,
che
anzi
noi
possiamo
quasi
giungere
fino
ad
un
minimo
di
sentimento
ed
un
massimo
di
pensiero
:
tal
'
è
per
es
.
un
'
accademia
scientifica
che
si
proponga
una
inchiesta
mettiamo
su
di
un
fatto
psichico
;
qui
si
cerca
di
bandire
ogni
sentimento
,
vivendo
dell
'
oggettività
dei
fatti
osservati
.
Ma
,
lasciando
da
banda
una
folla
,
giunta
come
un
corpo
scientifico
ad
eliminare
il
sentimento
,
esaminiamo
in
vece
una
folla
operaia
che
si
decide
allo
sciopero
in
Inghilterra
e
in
Italia
,
nei
paesi
cioè
d
'
Europa
dove
l
'
educazione
proletaria
è
al
massimo
e
al
minimo
.
In
Inghilterra
,
lo
sciopero
si
prepara
di
lunga
mano
,
se
ne
discorre
,
si
domanda
il
parere
delle
Trades
Union
,
si
cominciano
a
raccogliere
i
soccorsi
,
si
scrive
per
mezzo
dei
sindacati
del
lavoro
che
la
mano
d
'
opera
forestiera
non
venga
a
far
concorrenza
e
,
quando
tutto
è
pronto
,
si
coglie
il
momento
di
maggior
richiesta
di
lavoro
e
lo
sciopero
è
fatto
in
un
'
ora
come
il
comando
di
alt
dato
ad
un
immenso
esercito
.
E
poi
continua
calmo
,
sereno
,
senza
intemperanze
,
conscio
della
grande
causa
che
agita
e
dell
'
occhio
vigile
della
pubblica
opinione
.
Quanto
diverso
uno
sciopero
,
in
Italia
,
dove
lo
si
improvvisa
dall
'
oggi
al
dimani
,
talora
per
cause
futili
,
senza
mezzi
pecuniarii
,
senza
essersi
accaparrata
la
solidarietà
degli
altri
lavoratori
.
In
Inghilterra
è
scevro
di
sentimentalità
,
ma
ricco
di
pensiero
e
previggenza
;
da
noi
è
una
vampa
di
sentimentalità
priva
di
pensiero
:
gli
è
adunque
che
in
Inghilterra
vi
è
una
larga
educazione
nella
massa
,
che
manca
da
noi
*
.
Tornando
dunque
al
delitto
della
folla
diciamo
,
a
conclusione
di
questo
capitolo
:
che
le
masse
ineducate
possono
essere
criminali
,
le
masse
educate
lo
sono
o
poco
o
nulla
.
CAPITOLO
II
.
PENSIERO
,
SENTIMENTO
ED
AZIONE
DELLA
FOLLA
Noi
ci
siamo
,
nel
capitolo
precedente
,
domandati
se
la
folla
pensa
e
ci
siamo
risposto
affermativamente
:
è
mestieri
,
adesso
,
rifarci
la
domanda
,
in
modo
comprensivo
e
più
largo
e
di
farvi
seguire
lunga
dimostrazione
.
Può
,
adunque
,
la
collettività
sprigionare
pensiero
?
esiste
,
in
altre
parole
,
un
pensiero
collettivo
?
o
che
forse
il
pensiero
rimane
un
privilegio
dell
'
individuo
,
da
cui
la
collettività
rimane
esclusa
?
Il
pensiero
collettivo
esiste
ed
è
un
patrimonio
che
va
sempre
più
accrescendosi
:
esso
è
,
come
la
civiltà
,
di
cui
è
il
fattore
più
possente
,
un
'
eredità
che
ci
viene
da
'
secoli
più
lontani
,
dalle
prime
orde
di
uomini
,
da
'
nostri
antenati
dell
'
epoca
boleolitica
,
e
si
è
propagato
e
trasmesso
fino
a
noi
e
si
trasmetterà
,
accrescendosi
,
per
l
'
avvenire
,
perché
l
'
evoluzione
,
giunta
all
'
uomo
,
da
biologica
diventa
psichica
,
da
psichica
sociale
da
sociale
storica
*
.
E
che
il
pensero
cresca
è
dimostrato
da
quel
che
Broca
à
potuto
osservare
che
cioè
,
esaminando
una
quantità
di
teschi
di
qualche
secolo
fa
,
di
gente
vissuta
a
Parigi
,
trovò
,
in
un
lasso
di
tempo
breve
,
un
innalzamento
dell
'
indice
cefalico
ed
ognuno
conosce
quanta
influenza
vi
sia
tra
le
funzioni
dell
'
organo
e
la
sua
grandezza
.
Un
'
orda
,
quella
che
io
chiamo
folla
pimigenia
,
di
cui
la
vita
si
svolge
nelle
condizioni
più
basse
,
nella
caccia
,
nella
guerra
,
nella
pesca
à
delle
idee
alquanto
rudimentali
d
'
un
altro
sé
,
che
,
nel
sonno
,
abbandona
il
corpo
per
correre
per
foreste
e
burroni
;
crede
che
i
morti
vivono
ancora
,
fino
a
quando
non
si
rievocano
più
nel
sogno
;
costruisce
capanne
;
adora
un
tronco
d
'
albero
nel
quale
crede
che
uno
spirito
si
sia
rifuggiato
ecc
.
*
.
Ora
,
queste
che
sono
idee
primitive
,
ma
che
pure
si
svilupparono
lentamente
e
che
poi
dettero
luogo
ad
idee
religiose
complesse
,
ad
una
rifioritura
artistica
ed
industriale
,
che
sono
come
l
'
embrione
futuro
della
società
;
queste
idee
costituiscono
un
pensiero
collettivo
al
quale
ogni
persona
,
per
parecchie
generazioni
,
à
lavorato
,
come
uno
di
quei
monti
calcarei
,
fatto
di
mili
oni
di
animaletti
,
che
vissero
e
morirono
,
traverso
migliaia
di
secoli
,
deponendo
e
cimentando
il
loro
piccolo
guscio
.
Se
,
dall
'
orda
primitiva
,
passiamo
al
clan
,
alla
gens
,
ad
una
collettività
più
vasta
,
il
patrimonio
intellettivo
cresce
:
a
quello
lasciato
in
retaggio
,
il
nuovo
vi
si
viene
aggiungendo
,
tanto
grande
quanto
maggiore
l
'
estensione
del
gruppo
.
Ancora
più
oltre
e
il
gruppo
è
già
differenziato
;
è
sorto
un
potere
sociale
;
vi
è
un
cerimoniale
esteso
;
il
culto
religioso
è
oramai
distinto
nel
culto
degli
antenati
e
nel
culto
degli
Dei
;
l
'
Olimpo
è
completo
ed
è
una
storia
di
casi
umani
innalzati
fino
all
'
apoteosi
;
è
sorto
una
vera
e
propria
arte
della
guerra
con
istrumenti
più
perfetti
che
non
la
pietra
grezza
o
lavorata
;
il
clan
,
emigrando
,
à
conservato
nel
suo
seno
questo
ricordo
e
lo
à
abbellito
della
leggenda
;
son
sorti
i
primi
ornamenti
muliebri
ecc
.
Allora
il
clan
à
un
vero
e
proprio
pensiero
collettivo
,
il
quale
si
accresce
nel
contatto
d
'
altri
gruppi
sociali
,
nella
mistione
della
razza
,
nelle
varie
vicende
della
vita
d
'
un
popolo
,
ché
anzi
,
quanto
più
i
gruppi
sono
eterogenei
,
tanto
più
essi
creano
un
pensiero
collettivo
ed
una
civiltà
più
grande
.
Mistione
di
gruppi
etnici
eterogenei
,
accrescimento
di
civiltà
e
,
conseguentemente
,
di
pensiero
:
ecco
una
delle
leggi
,
meglio
accertate
,
del
progresso
intellettivo
dei
popoli
e
ad
essa
dovette
la
Grecia
antica
la
sua
grandezza
*
.
Il
pensiero
,
però
,
si
rivela
con
il
linguaggio
e
,
tra
l
'
uno
e
l
'
altro
,
vi
è
stretta
affinità
,
onde
un
popolo
ricco
di
lingua
è
ricco
di
pensiero
e
,
guardando
le
lingue
e
le
civiltà
succedute
,
dall
'
antica
lingua
dei
veda
,
la
più
antica
lingua
storica
conosciuta
,
sino
ai
moderni
idiomi
si
trova
un
accrescimento
continuo
di
pensiero
e
di
civiltà
.
La
lingua
è
,
non
vi
à
dubbio
,
una
formazione
collettiva
,
sorta
come
forma
interiettiva
e
mimica
,
continuata
come
forma
imitativa
,
e
diventata
sempre
più
complessa
.
Non
più
i
soli
radicali
,
ma
le
forme
agglutinanti
e
flessive
create
collettivamente
e
incoscientemente
da
tutte
le
generazioni
per
milioni
di
secoli
,
trasmessi
da
padre
a
figli
e
da
popolo
a
popolo
:
si
passa
da
'
379
radicali
della
lingua
persiana
,
a
'
658
della
lingua
egiziana
,
alle
5642
parole
della
Bibbia
alle
15
mila
di
Shakespeare
,
alle
94
mila
parole
del
dizionario
Fluegel
*
.
Altro
prodotto
del
pensiero
collettivo
,
della
folla
cioè
,
è
la
scrittura
,
con
la
quale
il
pensiero
si
trasmette
,
in
modo
stabile
ed
indelebile
,
alle
generazioni
venture
.
Dai
semplici
guippu
,
cordicelle
annodate
rimaste
ancora
al
volgo
,
siamo
passati
alla
forma
pictografica
e
,
in
tempi
più
prossimi
a
noi
,
alla
scrittura
fonetica
ed
alfabetica
;
ed
ora
guippu
,
pictografia
,
scrittura
fonetica
ed
alfabetica
sono
tanti
prodotti
collettivi
del
pensiero
,
ch
'
è
s
'
è
possibile
,
nei
periodi
adulti
di
civiltà
,
fare
creazioni
individuali
,
sebbene
la
critica
dimostri
sempre
che
vi
è
stata
una
folla
di
precursori
,
nei
primevi
è
la
collettività
che
pensa
e
che
trova
.
Ma
,
un
'
altra
prova
del
pensiero
collettivo
è
la
leggenda
artistica
i
cicli
eroici
che
ogni
popolo
possiede
nei
primi
momenti
storici
di
sua
esistenza
:
i
poemi
omerici
in
Grecia
,
le
saghe
nei
paesi
nordici
,
le
rapsodie
albanesi
sono
tante
formazioni
intellettive
fatte
,
trasmesse
e
mantenute
vive
dalla
collettività
.
La
critica
letteraria
à
escluso
,
in
modo
,
quasi
,
assoluto
,
che
tali
formazioni
artistiche
,
nelle
quali
si
riflettono
il
pensiero
e
la
civiltà
d
'
un
popolo
,
non
sieno
un
prodotto
collettivo
.
Così
è
che
,
quando
i
gruppi
sociali
fanno
il
loro
ingresso
nella
storia
,
portano
con
sé
pensiero
,
arti
,
industrie
,
religione
e
costumi
,
tutte
formazioni
collettive
,
elaborate
da
quelle
folle
anonime
che
muovono
dalle
primeve
forze
indifferenziate
verso
una
crescente
differenziazione
.
Dal
pensiero
della
collettività
,
ch
'
è
la
forma
più
vasta
di
folla
,
passiamo
al
pensiero
delle
forme
più
ristrette
di
folle
.
Vi
è
una
forma
di
folla
,
della
quale
finora
non
abbiamo
parlato
,
ma
che
riproduce
sia
per
la
stabilità
,
sia
per
i
caratteri
inferiori
la
folla
primitiva
e
quest
'
è
la
plebe
,
l
'
ultimo
gradino
della
società
,
la
prima
differenziazione
sociale
,
a
cominciare
dal
basso
.
Eppure
,
questa
folla
ch
'
è
la
più
bassa
stratificazione
e
che
,
come
la
folla
primigenia
di
cui
è
il
detrito
,
è
la
meno
capace
di
pensare
e
la
più
capace
di
sentire
,
com
'
è
appunto
dei
fanciulli
,
pure
questa
folla
à
un
pensiero
collettivo
.
Ha
le
sue
tradizioni
e
le
sue
leggende
;
le
così
dette
romanze
,
fiabe
,
racconti
favolosi
di
demoni
e
di
fate
,
che
ne
costituiscono
il
pensiero
collettivo
.
Io
,
studiandola
,
ò
potuto
sorprendere
come
i
suoi
racconti
sieno
formazioni
affatto
originali
e
non
già
,
come
si
potrebbe
credere
,
fatti
e
tradizioni
discese
dalle
classi
superiori
,
perché
portano
l
'
impronta
originale
dell
'
ignoranza
,
propria
della
classe
in
mezzo
a
cui
sono
nate
.
Vi
è
poi
una
forma
collettiva
d
'
intuizione
,
e
l
'
intuizione
è
un
processo
cogitativo
,
che
si
racchiude
nei
proverbi
,
i
quali
,
se
talvolta
sono
il
senno
di
migliaia
di
anni
e
di
milioni
d
'
uomini
,
cristallizzato
in
una
formola
,
molte
volte
sono
vere
anticipazioni
scientifiche
e
geniali
e
delle
quali
diremo
più
in
là
.
Dalla
folla
passiamo
alla
casta
:
la
casta
à
avuto
il
proprio
pensiero
che
à
custodito
gelosamente
:
la
religione
egiziana
,
il
mazedeismo
,
portava
in
sé
un
pensiero
scientifico
evoluto
e
complesso
es
.
cognizioni
di
astronomia
,
di
geometria
,
di
geografia
e
di
filosofia
celato
al
volgo
e
noto
a
'
soli
iniziati
:
sicché
,
accanto
alla
parte
esterna
del
culto
,
exoterismo
ci
era
una
parte
interna
,
esoterismo
,
di
cui
i
sacerdoti
erano
gelosi
custodi
*
.
Le
accademie
,
le
scuole
,
le
università
non
sono
altro
che
folle
differenziate
pensanti
,
il
cui
patrimonio
intellettivo
si
forma
con
l
'
opera
di
tutti
,
giacché
l
'
avvenire
della
scienza
non
sarà
più
il
trionfo
del
genio
ma
della
collettività
degli
ingegni
.
Pure
,
non
bisogna
dimenticare
che
,
se
un
sociologo
come
il
Sighele
,
seguito
da
altri
,
à
detto
che
nella
folla
il
pensiero
si
elide
e
il
sentimento
si
assomma
,
vi
è
ben
qualche
fatto
che
pare
dia
ragione
e
che
cela
un
errore
di
generalizzazione
.
Questi
studiosi
àn
colto
la
folla
nel
momento
che
sentiva
fortemente
,
quando
la
coscienza
era
invasa
da
un
uragano
passionale
e
il
pensiero
non
vi
poteva
capire
.
Il
fatto
è
vero
:
una
madre
che
à
perduto
il
figlio
resta
per
lungo
tempo
incapace
di
pensare
e
,
nel
romanzo
di
Tommaso
Grossi
,
la
povera
donna
che
à
perduto
il
figliuolo
nel
lago
,
sere
dopo
,
al
meschino
desco
,
mette
il
piatto
per
il
figlio
.
Nei
lipemaniaci
,
in
cui
una
passione
dolorosa
siede
nell
'
animo
,
il
pensiero
è
scarso
e
in
tutta
la
psiche
vi
è
come
un
arresto
*
.
Ora
,
nella
folla
il
fenomeno
è
più
saliente
,
anzi
tutto
perché
le
folle
osservate
sono
le
folle
indifferenziate
,
instabili
,
che
ànno
della
folla
primigenia
la
preponderanza
dei
sentimenti
;
di
poi
,
perché
il
sentimento
si
è
assommato
,
onde
il
campo
della
coscienza
non
può
contenere
pensiero
così
come
l
'
uomo
nel
dolore
è
incapace
di
pensare
.
È
vero
,
però
,
il
fenomeno
contrario
:
le
folle
,
colte
nel
momento
che
pensano
,
sentono
poco
o
nulla
e
prova
ne
sieno
i
congressi
scientifici
i
quali
rimangono
indifferenti
alle
quistioni
politiche
.
Quando
a
Parigi
,
nel
1830
,
era
scoppiata
la
rivoluzione
,
l
'
accademia
francese
si
appassionava
al
dibattito
fra
Cuvier
,
che
sosteneva
l
'
immutabilità
della
specie
,
e
Geoffroy
de
Saint
Hilaire
che
ne
sosteneva
la
mutabilità
,
e
il
Goethe
,
ad
un
amico
al
quale
egli
raccontava
di
quelle
memorabili
discussioni
,
ma
in
modo
che
pareva
accennare
agli
avvenimenti
politici
,
che
tenevano
l
'
Europa
sospesa
,
diceva
:
ma
che
rivoluzione
!
intendo
parlare
della
discussione
dell
'
accademia
francese
*
.
Si
racconta
che
l
'
impressione
che
la
rivoluzione
dell'89
esercitò
sul
Kant
ebbe
,
come
sola
manifestazione
,
di
fargli
cambiare
strada
,
nella
sua
passeggiata
d
'
ogni
giorno
:
non
dissimile
dall
'
impressione
che
Adamo
Sixte
,
come
immagina
il
Bourget
,
ricevette
quando
fu
chiamato
a
deporre
dinanzi
al
giudice
istruttore
*
.
Ricordo
,
tempo
fa
,
d
'
aver
letto
un
libro
d
'
un
astronomo
,
mi
pare
il
Flammarion
,
il
quale
a
un
certo
punto
,
parlando
dei
fenomeni
celesti
,
dice
:
quando
si
pensa
a
queste
grandiose
rivoluzioni
,
gli
avvenimenti
umani
impallidiscono
e
possono
rassomigliarsi
a
'
fatti
d
'
un
formicaio
dinanzi
alle
crisi
dell
'
umanità
.
Il
pensiero
,
adunque
,
e
la
passione
,
quando
sono
forti
,
si
escludono
a
vicenda
,
così
negli
individui
come
nelle
folle
.
Se
noi
volessimo
tracciare
l
'
evoluzione
psichica
della
folla
,
dovremmo
riconfermare
la
legge
psicogenetica
fondamentale
:
la
specie
,
nell
'
evoluzione
della
psiche
,
va
dal
sentimento
,
al
pensiero
,
alla
volizione
,
di
fatti
,
il
bambino
ripete
,
in
modo
abbreviato
e
modificato
,
questo
svolgimento
,
riconfermando
per
la
psicologia
come
per
la
biologia
,
che
l
'
ontogenesi
è
una
ricapitolazione
della
filogenesi
.
La
folla
,
nel
suo
cammino
evolutivo
,
non
vi
si
sottrae
:
dalla
orda
primitiva
alle
società
moderne
vi
è
stato
un
decrescere
di
sentimentalità
impulsiva
ed
un
crescere
di
pensiero
cosciente
.
Nel
seno
d
'
una
società
moderna
,
le
diverse
classi
sociali
formanti
tante
stratificazioni
di
cui
le
più
antiche
sono
i
detriti
delle
forme
primeve
,
ripetono
questo
cammino
:
le
folle
indifferenziate
ed
instabili
,
i
bassi
strati
popolari
,
sono
,
prevalentemente
,
senzienti
,
come
gli
alti
strati
sono
,
prevalentemente
,
pensanti
.
L
'
educazione
ha
appunto
di
m
ira
di
fare
delle
folle
senzienti
folle
pensanti
e
noi
lo
dimostrammo
nell
'
esempio
d
'
uno
sciopero
in
Inghilterra
ed
in
Italia
.
Ma
ci
si
obbietta
:
il
pensiero
di
genio
non
sorge
nella
folla
ed
il
fatto
è
vero
:
Dante
à
scritto
il
suo
poema
nella
solitudine
e
nella
meditazione
;
l
'
Helmotz
à
scoperto
le
leggi
della
fisica
nel
suo
gabinetto
.
Ma
,
se
il
pensiero
grande
non
sorge
nella
folla
,
non
vi
sorgono
nemmeno
i
grandi
sentimenti
e
le
grandi
azioni
:
essi
sono
e
pensieri
e
sentimenti
ed
azioni
negli
animi
di
tutti
,
ma
vi
è
bisogno
dei
grandi
specchi
concavi
che
ricevano
il
fascio
di
luce
,
per
farlo
convergere
nel
foco
:
vi
vuole
il
genio
del
pensiero
,
del
sentimento
,
dell
'
azione
.
Mazzini
medita
l
'
unità
italiana
e
la
diffonde
coi
suoi
scritti
e
con
l
'
apostolato
,
ma
l
'
unità
italiana
era
,
incoscientemente
o
coscientemente
,
in
tutti
;
era
nelle
condizioni
economiche
del
nostro
paese
che
avea
bisogno
d
'
un
grande
mercato
nazionale
;
il
martirio
dei
fratelli
Bandiera
sprigiona
un
sentimento
inenarrabile
di
sagrifizio
da
loro
presentito
,
quando
dissero
:
il
nostro
sacrifizio
non
è
vano
;
ma
il
sentimento
del
sacrifizio
esiste
nella
natura
umana
e
scatta
di
tanto
in
tanto
in
momenti
solenni
.
Ma
,
se
per
pensare
vi
è
bisogno
d
'
isolarsi
,
anco
per
sentire
vi
è
bisogno
d
'
esser
soli
;
i
forti
dolori
àn
bisogno
dell
'
intimità
e
del
segreto
,
come
il
primo
sentimento
d
'
amore
:
io
ò
letto
,
tra
gli
scritti
di
Mazzini
,
quello
intolato
:
dubbio
e
fede
:
una
pagina
solenne
di
psicologia
del
dolore
,
subìta
in
silenzio
e
sconosciuta
alla
folla
.
Vi
sono
,
adunque
,
dei
sentimenti
come
dei
pensieri
ignoti
alla
folla
,
che
ciascuno
porta
in
sé
,
che
può
sprigionare
,
ma
che
pure
non
sono
che
la
somma
di
pensieri
e
di
sentimenti
provati
dalle
moltitudini
ed
assommate
in
un
uomo
:
pensieri
e
sentimenti
che
si
svolgono
lentamente
,
per
addizioni
elementari
,
concesse
ai
soli
spiriti
magni
,
a
'
genï
e
ai
santi
dell
'
umanità
.
Vediamo
come
la
folla
opera
per
rispetto
al
pensiero
,
al
sentimento
e
all
'
azione
.
La
folla
dà
al
pensiero
l
'
integrazione
,
la
diffusione
e
,
l
'
abbiamo
dimostrato
,
al
sentimento
dà
la
somma
.
Questa
formola
del
sentimento
merita
una
distinzione
tra
sentimenti
similari
e
dissimilari
Vedi
la
polemica
del
Venturi
e
del
Sighele
apparsa
sulla
Critica
Soc
.
,
annata
del
1894.;
la
folla
,
come
gli
individui
,
à
i
momenti
di
attrazione
e
di
ripulsione
psichica
:
andate
in
un
villaggio
,
in
mezzo
a
dei
contadini
,
e
parlate
contro
il
sentimento
religioso
e
voi
sprigionerete
urli
e
tempeste
;
parlate
di
sentimenti
incompresi
e
l
'
animo
loro
non
vi
seguirà
;
dite
,
invece
,
di
cose
sentite
dall
'
animo
loro
,
ma
con
gesto
e
con
voce
che
superi
la
fede
comune
e
voi
innalzerete
,
sulla
scala
del
sentimento
comune
,
quegli
animi
sino
a
voi
e
più
in
alto
di
voi
:
il
vostro
ed
il
loro
sentimento
si
sono
assommati
.
Ma
,
se
la
passione
si
assomma
,
può
però
cambiare
da
un
momento
ad
un
altro
e
passare
a
sentimenti
opposti
:
è
questo
il
fenomeno
di
polarizzazione
psichica
così
comune
nelle
folle
.
La
prova
più
evidente
è
quella
che
fornisce
un
comizio
in
cui
parlano
parecchi
oratori
,
i
cui
discorsi
sieno
contrarï
,
mentre
la
folla
applaudisce
freneticamente
.
Avviene
,
talora
,
lo
stesso
nei
dibattimenti
penali
dove
la
parola
di
avvocati
egualmenti
facondi
,
in
difesa
ed
in
accusa
,
commuovono
,
in
modo
eguale
,
il
giury
fatto
preferentemente
,
di
folla
incolta
.
Egli
è
che
la
folla
porta
,
ingenitamente
,
l
'
instabilità
passionale
,
con
la
tendenza
all
'
inerzia
,
all
'
apatia
.
La
stabilità
passionale
,
ch
'
è
una
delle
doti
del
carattere
così
nell
'
individuo
come
nella
folla
,
è
un
effetto
d
'
educazione
lenta
,
ma
continua
e
come
l
'
individuo
muove
verso
la
stabilità
passionale
,
la
folla
,
del
pari
educata
,
tende
a
diventare
sempre
più
stabile
nelle
passioni
.
Tale
è
lo
spettacolo
che
offrono
le
folle
delle
Trades
Union
in
Inghilterra
che
,
da
lungo
tempo
,
aspirano
al
più
completo
riconoscimento
dei
diritti
del
lavoro
.
Studiamo
,
in
fine
,
compendiando
noi
stessi
,
l
'
opera
sociale
della
folla
.
L
'
opera
della
folla
tende
a
divenire
sempre
più
estesa
,
sempre
più
importante
e
a
sostituirsi
sempre
più
all
'
opera
individuale
.
Noi
assistiamo
alla
scomparsa
graduale
del
genio
ed
in
sua
vece
si
estende
l
'
opera
collettiva
*
:
da
un
primo
inizio
collettivo
della
civiltà
,
siamo
passati
all
'
opera
singola
dell
'
individuo
e
accenniamo
di
ritornare
al
trionfo
collettivo
della
folla
;
il
racconto
di
Mazeppa
che
,
partito
dall
'
isola
incantata
,
passa
per
spine
e
rovi
,
e
,
ferito
a
morte
e
salvato
,
dalle
fate
viene
fatto
re
di
quell
'
isola
dalla
quale
era
partito
,
è
il
racconto
e
la
storia
dell
'
umanità
*
.
La
storia
ventura
non
sarà
storia
d
'
individui
dalla
mente
geniale
,
ma
sì
bene
di
atomi
umani
che
svolgono
collettivamente
la
propria
attitudine
che
si
differenzia
e
si
integra
in
una
possente
unità
.
Un
giovine
sociologo
italiano
à
colto
,
nei
paesi
nordici
,
questa
crescente
influenza
della
folla
e
ne
à
fatto
,
con
forma
piena
d
'
incanto
,
la
più
bella
,
la
più
alta
,
la
più
nobile
narrazione
:
l
'
avvenire
delle
nazioni
sarà
,
d
'
ora
innanzi
,
l
'
avvenire
della
folla
,
la
nuova
civiltà
che
ci
si
prepara
non
avrà
genï
è
vero
,
ma
avrà
in
sé
la
più
possente
energia
,
quell
'
energia
di
esseri
infinitamente
piccoli
,
ma
cospiranti
,
ad
un
solo
lavoro
:
il
bene
dell
'
umanità
,
e
la
civiltà
che
ne
verrà
sarà
come
un
continente
fatto
dal
calcare
di
piccoli
animaletti
e
come
questo
sfiderà
i
secoli
.
La
folla
,
adunque
,
cambierà
il
pensiero
da
geniale
in
collettivo
e
quanto
più
essa
sarà
educata
,
quanto
più
la
coltura
pervaderà
i
bassi
strati
sociali
,
tanto
maggior
numero
di
persone
pensanti
entreranno
nell
'
elaborazione
del
pensiero
umano
,
e
se
il
genio
,
assommando
il
pensiero
universale
,
indicherà
un
nuovo
campo
di
ricerche
e
di
studï
,
la
folla
darà
a
questo
pensiero
l
'
universalità
e
l
'
integrazione
.
Il
sentimento
,
nella
folla
,
con
l
'
educazione
,
perderà
il
carattere
impulsivo
,
instabile
,
la
facile
polarizzazione
,
per
assumere
la
stabilità
normale
ed
equilibrarsi
col
pensiero
,
inspirandosi
ad
un
crescente
senso
morale
.
Quello
che
ora
è
il
privilegio
di
folle
colte
,
sarà
il
privilegio
di
tutta
la
folla
:
il
sentimento
muoverà
verso
un
crescente
contenuto
morale
ed
un
equilibrio
maggiore
col
pensiero
.
L
'
azione
della
folla
perderà
il
carattere
criminale
,
così
come
lo
à
perduto
nelle
folle
più
evolute
e
sarà
,
invece
,
sempre
più
normale
e
diretta
nella
lotta
contro
la
natura
avara
;
ché
anzi
,
le
arti
e
le
industrie
,
imponendo
una
maggiore
divisione
di
lavoro
e
una
crescente
dipendenza
,
innalzeranno
la
modesta
opera
dell
'
individuo
ad
un
servigio
reso
a
tutta
l
'
umanità
,
facendo
scomparire
la
divisione
di
lavoro
nobile
ed
ignobile
:
il
lavoro
unicamente
il
lavoro
sarà
l
'
orgoglio
supremo
dell
'
uomo
.
Le
grandi
manifestazioni
della
vita
saranno
manifestazioni
collettive
e
come
il
pensiero
è
opera
di
miliardi
di
cellule
cerebrali
,
ciascuna
delle
quali
isolata
non
è
buona
a
nulla
,
così
pure
la
civiltà
tutta
quanta
nel
pensiero
,
nel
sentimento
,
nell
'
azione
sarà
l
'
opera
della
folla
.
Nella
folla
,
adunque
,
è
la
salute
del
mondo
!
CAPITOLO
III
.
LA
FOLLA
E
LA
STATICA
DELLA
PSICHE
Qua
e
là
,
nelle
pagine
che
scriviamo
e
che
andremo
scrivendo
,
ci
è
occorso
e
ci
occorrerà
di
parlare
della
statica
e
della
dinamica
della
psiche
:
è
d
'
uopo
lumeggiare
il
valore
di
questi
termini
,
prima
che
ce
ne
occupiamo
di
proposito
.
Statica
e
dinamica
psichica
sono
due
concezioni
e
due
denominazioni
che
appartengono
al
più
illustre
,
forse
,
dei
psicologi
italiani
,
al
professore
Sergi
,
e
,
con
le
quali
,
egli
denota
il
pensiero
ed
il
sentimento
«
Le
idee
egli
diceva
nella
sua
opera
per
l
'
educazione
del
carattere
appartengono
alle
forme
rappresentive
della
funzione
psichica
;
possono
essere
più
o
meno
semplici
o
complesse
;
possono
formare
un
nucleo
intorno
a
cui
se
ne
aggruppano
altre
accessorie
od
essere
soltanto
accessorie
:
possono
formare
in
numero
grandissimo
un
ordinamento
scientifico
ed
un
'
invenzione
sì
artistica
che
meccanica
.
Ma
esse
non
ànno
forza
d
'
espansione
:
si
potrebbe
dire
che
rappresentano
la
statica
della
psiche
;
e
si
può
affermare
che
nessun
movimento
volontario
avverrebbe
se
dovesse
rimanere
nella
pura
regione
delle
idee
o
delle
forme
rappresentative
.
La
dinamica
,
in
vece
,
della
psiche
è
rappresentata
dai
sentimenti
:
in
essi
sta
la
forza
d
'
espansione
,
in
vano
cercata
nelle
nostre
idee
:
e
in
questa
espansione
essa
spinge
all
'
azione
,
benché
la
forza
d
'
espansione
non
sia
sempre
visibile
ed
apparente
secondo
l
'
energia
da
cui
è
fornita
»
*
.
E
così
è
,
adunque
,
che
statica
della
psiche
vuol
dire
pensiero
,
dinamica
,
sentimento
e
che
,
come
esiste
una
statica
ed
una
dinamica
per
l
'
individuo
,
esiste
,
del
pari
,
per
la
folla
:
e
di
queste
due
condizioni
ci
occuperemo
per
rispetto
alla
forma
psichica
della
folla
,
nella
sua
forma
indifferenziata
.
Noi
tracciammo
,
in
vero
,
i
due
momenti
più
culminanti
del
pensiero
e
del
sentimento
nella
folla
,
riassumendoli
nella
legge
:
la
folla
diffonde
ed
integra
il
pensiero
,
assomma
il
sentimento
;
ma
,
allora
,
noi
non
guardavamo
che
specialmente
l
'
opera
,
la
funzione
della
folla
per
rispetto
al
pensiero
e
all
'
azione
,
rimaneva
,
poi
da
tracciare
la
legge
che
presiede
al
sentimento
e
al
pensiero
,
come
motori
dell
'
azione
:
ossia
studiare
pensiero
e
sentimenti
per
riguardo
al
carattere
della
folla
.
Cominciamo
dal
pensiero
.
La
memoria
è
uno
dei
fatti
della
psiche
consistente
nella
facoltà
di
poter
riconoscere
,
risvegliare
e
far
rivivere
le
percezioni
del
mondo
esterno
,
una
volta
che
sieno
giunte
al
nostro
sistema
nervoso
e
vi
si
sieno
impresse
,
*
al
pari
di
un
cilindro
fonografico
,
di
cui
si
può
,
a
volontà
,
rievocare
le
impressioni
.
Ora
,
non
vi
è
dubbio
che
ognuno
porta
sviluppato
entro
di
sé
,
nel
proprio
sistema
nervoso
,
tale
attitudine
a
conservare
e
a
riprodurre
le
immagini
;
lo
sviluppo
della
specie
è
sempre
legato
a
tale
condizione
e
,
nel
rinforzarsi
e
trasmettersi
della
memoria
,
è
consistita
sempre
la
selezione
umana
,
e
,
diciamolo
più
largamente
,
della
razza
.
Nella
lotta
traverso
i
tempi
,
quelle
forme
animali
che
meglio
poterono
ricevere
,
conservare
e
richiamare
le
impressioni
del
mondo
esterno
,
accompagnate
con
il
senso
di
piacere
o
di
dolore
,
furono
quelle
che
meglio
,
poterono
garentirsi
dalle
influenze
nocive
dell
'
ambiente
.
Quel
tale
fatto
,
congiunto
con
l
'
esperienze
di
dolore
o
di
piacere
,
si
presentò
alla
mente
nel
momento
delle
ulteriori
esperienze
e
influì
sulla
condotta
dell
'
individuo
.
In
questa
maniera
la
memoria
psichica
agì
traverso
i
secoli
.
Ma
la
memoria
,
se
,
in
parte
,
esiste
come
predisposizione
,
come
istinto
,
in
noi
;
dall
'
altra
,
è
oggetto
di
lunga
educazione
:
vi
è
,
in
somma
,
nella
memoria
una
parte
trasmessa
ed
un
'
altra
acquisita
dall
'
individuo
:
l
'
educazione
che
altro
è
,
se
non
una
fissazione
ed
una
rievocazione
perenne
di
percezioni
e
di
sentimenti
?
La
scrittura
non
è
altro
che
una
rievocazione
di
esperienze
proprie
od
altrui
,
le
quali
sarebbero
dovute
andare
disperse
od
essere
affidate
ad
altri
mezzi
meno
efficaci
.
La
scrittura
,
però
,
nella
storia
dell
'
umanità
è
un
fatto
recente
:
dividendo
l
'
incivilimento
,
a
seconda
dei
fattori
che
lo
promuovono
,
in
fattori
sociali
e
storici
,
la
scrittura
appartiene
a
quest
'
ultimo
,
anzi
lo
determina
.
La
folla
indifferenziata
è
,
per
tale
riguardo
,
folla
atavica
,
essa
non
conosce
in
gran
parte
questo
mezzo
ausiliario
della
memoria
:
gli
avvenimenti
,
per
lei
,
non
sono
affidati
che
alla
sola
facoltà
memnonica
ond
'
è
che
sono
labili
e
non
vivono
che
per
una
o
due
generazioni
.
L
'
oblio
sommerge
ben
presto
il
ricordo
d
'
ogni
cosa
e
ne
restano
solo
delle
notizie
frammentarie
,
come
di
una
città
distrutta
,
dopo
lungo
volger
di
secoli
,
non
restano
che
semplici
vestigia
.
La
folla
primigenia
si
rassomiglia
,
per
il
rapporto
della
memoria
,
a
quei
selvaggi
presso
i
quali
,
d
'
una
esplorazione
europea
,
avvenimento
,
per
loro
di
certo
,
capitale
,
dopo
settanta
anni
non
rimaneva
nessun
ricordo
.
Io
ò
potuto
,
vivendo
in
campagna
fra
'
contadini
,
esperimentare
che
,
di
molti
avvenimenti
,
sorvive
solo
il
nome
ed
il
ricordo
,
privo
d
'
un
contenuto
stabile
e
circostanziato
:
vero
fenomeno
di
sopravvivenza
.
In
campagna
,
ogni
luogo
à
un
nome
,
che
derivò
da
un
avvenimento
:
una
persona
uccisa
,
un
uomo
od
un
animale
caduto
,
un
nome
un
po
'
strano
di
persona
che
vi
abitò
ecc
.
,
or
bene
il
ricordo
dell
'
avvenimento
è
più
vivo
fra
la
classe
comoda
d
'
un
dato
paese
che
fra
la
misera
.
Segno
che
la
memoria
,
abbandonata
a
sé
stessa
nelle
forme
basse
di
folla
,
è
più
labile
che
nelle
alte
:
questo
risponde
bene
a
quell
'
educazione
della
memoria
di
cui
parlavo
poco
fa
.
La
folla
,
inoltre
,
conserva
simile
in
ciò
all
'
individuo
di
preferenza
,
memoria
di
certi
dati
avvenimenti
;
à
peculiare
elezione
per
quei
fatti
che
la
toccano
e
la
commovono
vivamente
,
dei
quali
solamente
conserva
il
ricordo
,
che
poi
diventa
evanescente
.
Possiamo
,
anzi
,
stabilire
in
certo
qual
modo
che
quanto
più
una
folla
à
ricordi
di
fatti
e
di
interessi
ideali
,
tanto
più
essa
è
una
forma
evoluta
di
folla
.
Io
ò
spesso
cercato
,
fra
'
contadini
del
cosentino
,
di
sapere
quali
avvenimenti
del
nostro
secolo
erano
presenti
,
ancora
,
alla
loro
memoria
e
di
fare
,
poi
,
il
confronto
se
la
memoria
degli
avvenimenti
è
più
viva
in
città
od
in
campagna
.
Fra
gli
avvenimenti
del
nostro
secolo
,
ho
trovato
che
alcuni
,
in
città
,
sono
completamente
obliati
:
ad
esempio
,
l
'
invasione
dei
francesi
al
tempo
della
repubblica
partenopea
e
la
venuta
del
cardinale
Ruffo
:
nelle
campagne
il
ricordo
n
'
è
ancor
vivo
nella
generazione
vecchia
,
ch
'
è
quella
succeduta
alla
generazione
che
prese
parte
agli
avvenimenti
;
ma
la
generazione
presente
,
ch
'
è
la
terza
,
a
contare
da
quella
,
non
ne
à
memoria
.
Bisogna
,
però
,
osservare
che
le
città
,
in
genere
,
erano
giacobine
e
che
,
in
quasi
tutte
,
i
francesi
venivano
accolti
come
liberatori
;
le
campagne
al
contrario
erano
sanfediste
,
e
,
tra
esse
e
gli
eserciti
dei
sanculotti
,
si
impegnarono
lotte
sanguinose
:
sicché
per
le
campagne
quegli
avvenimenti
esercitarono
un
'
impressione
più
profonda
,
mettendo
da
banda
che
,
in
campagna
,
l
'
onda
degli
avvenimenti
non
è
così
incalzante
come
in
città
.
Di
tutto
quel
vasto
ed
agitato
periodo
che
precede
e
tien
dietro
la
venuta
del
cardinale
Ruffo
,
in
città
,
tra
la
plebe
,
non
ò
trovato
che
un
solo
ricordo
,
ma
privo
di
contenuto
,
che
,
cioè
,
ci
era
l
'
albero
della
libertà
,
ma
nessuno
à
mai
saputo
dirmi
altro
.
La
carboneria
,
in
Calabria
,
esercitò
grande
influsso
,
più
nei
paesi
che
nella
città
;
ebbene
,
di
questa
io
ò
trovato
,
quasi
vivo
,
il
ricordo
in
campagna
,
spento
in
città
.
Ho
potuto
vedere
che
gli
avvenimenti
dei
primi
anni
del
secolo
nostro
:
venuta
dei
francesi
,
sanfedismo
,
tremuoti
,
rivoluzione
del
48
,
sono
più
vivi
degli
avvenimenti
del
60
,
che
sono
di
tanto
più
recenti
;
ma
gli
è
che
la
rivoluzione
italiana
non
commosse
le
nostre
plebi
,
che
mediocremente
e
perciò
il
ricordo
è
quasi
svanito
,
mentre
gli
altri
avvenimenti
,
benché
più
lontani
,
sono
più
vivi
nell
'
animo
.
Io
ò
voluto
,
inoltre
,
studiare
,
in
mezzo
al
contado
,
se
esiste
il
ricordo
del
medio
evo
e
dell
'
evo
antico
,
appunto
per
rifermare
la
legge
della
memoria
nella
folla
;
ed
ò
trovato
che
,
in
contado
od
in
città
,
non
esiste
ricordo
d
'
avvenimenti
antichi
o
medioevali
,
tranne
che
in
simboli
di
sopravvivenza
.
È
curioso
che
,
mentre
la
nostra
vita
sociale
è
ancora
tutto
feudale
e
me
ne
occuperò
in
un
saggio
sul
carattere
del
mezzogiorno
in
Italia
,
il
ricordo
del
medio
evo
è
quasi
svanito
.
Epperò
il
Prof
.
Dorsa
,
scriveva
parlando
dei
calabresi
:
«
Essi
subirono
,
in
questo
fatto
,
la
sorte
di
tutti
i
popoli
neolatini
,
meno
forse
i
rumeni
:
il
medio
evo
gli
scisse
violentemente
da
'
loro
padri
,
dei
quali
seppellì
nell
'
oblio
i
miti
e
gli
eroi
popolari
»
*
.
Ora
,
esaminando
,
minuziosamente
,
questo
patrimonio
intellettivo
del
popolo
calabrese
,
a
me
pare
ch
'
esso
compongasi
di
tradizioni
diverse
mescolate
e
confuse
,
ma
che
si
ricollegano
quasi
tutte
al
medio
evo
,
l
'
evo
antico
essendo
scomparso
.
Esse
sono
però
ricordi
staccati
,
confusi
:
i
fatti
storici
sono
scomparsi
ed
è
rimasto
,
invece
,
la
superstruttura
ideale
.
I
cicli
intellettivi
possono
,
così
,
rappresentarsi
come
tanti
cerchi
che
s
'
intersecano
in
tanti
punti
,
formando
un
unico
contenuto
.
Abbiamo
un
vasto
ciclo
di
novelle
fantasiose
,
le
rumanze
,
delle
quali
,
il
Prof
.
Dorsa
diceva
:
«
le
leggende
calabresi
dette
rumanze
sono
ramificazioni
della
poesia
romanzesca
:
novelle
fantastiche
,
con
le
indispensabili
figure
dell
'
orco
,
del
mago
,
del
nano
,
ond
'
è
che
rimontano
alle
origini
di
quella
.
Sono
in
prosa
com
'
erano
i
vecchi
poemi
romanzeschi
,
e
come
continuano
a
vivere
a
'
tempi
nostri
i
Reali
di
Fra
ncia
e
Guerin
Meschino
»
.
La
critica
à
trovato
l
'
origine
di
questa
*
letteratura
romanza
nella
fantasiosa
letteratura
araba
e
di
cui
le
mille
e
una
notte
sono
il
più
bello
esempio
.
Io
credo
che
a
noi
sia
giunto
l
'
eco
di
tale
letteratura
popolare
per
mezzo
delle
invasioni
arabe
e
credo
averne
trovato
un
segno
in
questo
fatto
che
tutti
gli
avvenimenti
,
che
costituiscono
il
contenuto
di
queste
«
rumanze
»
,
si
svolgono
in
Ispagna
o
in
Portogallo
,
sedi
primitive
degli
arabi
,
che
di
là
passarono
fra
noi
.
Accanto
a
questo
ciclo
di
leggende
arabe
,
vi
è
quello
celto
delle
fate
o
latino
dell
'
orco
,
mescolati
e
confusi
,
dove
rivivono
ancora
il
mammarutu
,
il
mommu
,
il
pappu
ecc
.
che
sono
il
mormon
,
il
pappos
,
pappus
ecc
.
dei
greci
e
dei
romani
*
.
Un
ciclo
d
'
una
certa
importanza
è
costituito
dalle
avventure
di
Iugale
,
la
nostra
maschera
,
ch
'
è
il
Giugà
dei
siciliani
e
di
cui
il
mito
vive
nei
racconti
indiani
*
.
Altro
ciclo
di
non
minore
importanza
ci
viene
dalla
prima
tradizione
cristiana
,
una
specie
di
evangelo
popolare
di
Gesù
e
dei
dodici
apostoli
,
nel
loro
cammino
terrestre
così
immagina
la
leggenda
popolare
calabrese
e
nella
quale
campeggiano
Gesù
e
S
.
Pietro
,
tipo
di
egoista
,
incredulo
,
di
mente
corta
ed
in
questo
la
leggenda
non
si
sbaglia
.
Al
ciclo
religioso
cristiano
appartiene
la
leggenda
dell
'
ebreo
errante
,
che
cammina
sempre
,
e
d
'
un
altro
personaggio
detto
Marco
che
,
vuol
la
leggenda
,
tirò
a
Gesù
uno
schiaffo
ed
è
condannato
a
dondolare
eternamente
il
braccio
.
Curioso
è
vedere
come
,
talora
,
prevalga
una
interpetrazione
mistica
ed
ignorante
di
certe
parole
dell
'
evangelo
e
come
su
di
esse
la
fantasia
popolare
abbia
creato
una
leggenda
.
Così
le
parole
:
secula
seculorum
,
che
trovansi
spesso
nel
linguaggio
chiesastico
,
nella
leggenda
popolare
sono
un
marito
ed
una
m
oglie
la
Filomene
e
Bauci
del
cristianesimo
che
ospitarono
Gesù
,
nel
suo
apostolato
terreno
,
e
a
cui
fu
concessa
lunga
vita
rallegrata
d
'
un
amore
,
che
non
conosce
fine
:
creazione
gentile
quant
'
altro
mai
,
che
sia
uscita
dalla
fantasia
popolare
!
D
'
origine
,
schiettamente
,
medioevale
sono
un
non
piccolo
ciclo
di
fatti
,
di
romanze
e
di
superstizioni
di
streghe
,
di
fattucchiere
,
di
tregende
,
attorno
al
noce
di
Benevento
.
La
cupa
fantasia
medioevale
dei
demoni
che
fornicano
con
gli
uomini
,
è
ancora
viva
.
Il
ricordo
dei
maghi
famosi
quali
Rutilio
e
Pietro
Barliario
detto
dal
volgo
Pietro
Baialardo
,
si
ritrova
ancora
con
la
sagace
nocella
di
lui
che
fu
impigliato
,
in
una
reta
da
una
donna
traditrice
,
che
gli
avea
rubato
il
libro
delle
magie
.
I
ricordi
macabri
del
più
fitto
medio
evo
rivivono
ancora
ed
io
ò
ritrovato
in
parecchi
villaggi
la
storia
dei
morti
che
,
di
notte
,
scoperchiano
le
tombe
ed
escono
in
processione
,
cantando
.
Vivono
ancora
i
lupi
manari
,
la
credenza
dei
sogni
,
i
paladini
:
di
questi
in
verità
sussiste
solo
il
nome
ed
un
vago
ricordo
.
Dall
'
oriente
credo
che
sopravviva
ancora
una
conoscenza
empirica
dell
'
agricoltura
e
di
certi
dati
astronomici
:
i
contadini
distinguono
nel
cielo
certi
astri
che
servono
loro
di
guida
:
un
gruppo
di
stelle
dette
pullara
,
da
polloi
molti
:
triali
da
tres
,
tre
;
la
stella
boara
,
che
indica
l
'
ora
nella
quale
bisogna
pensare
al
governo
dei
bovi
;
la
stella
mattutina
che
precede
l
'
alba
;
ed
,
in
fine
,
un
altro
gruppo
di
cinque
stelle
di
cui
tre
avanti
,
un
'
altra
dopo
con
una
stella
più
piccola
a
lato
.
Sono
queste
stelle
,
nella
immaginazione
della
povera
gente
,
un
quadro
della
vita
sua
d
'
ogni
giorno
:
le
stelle
dinanzi
sono
il
bue
con
il
boaro
e
la
moglie
e
la
stella
piccola
è
una
figlioletta
che
vien
dietro
e
li
segue
a
stento
.
Dalle
prime
civiltà
ci
è
del
pari
derivato
una
larga
conoscenza
dell
'
erbe
e
dei
loro
rimedii
è
il
primo
empirismo
medico
che
vive
ancora
e
che
costituisce
tutta
la
tradizione
scientifica
popolare
.
Tal
'
è
la
psiche
popolare
,
nella
sua
forma
statica
,
in
mezzo
ad
una
folla
che
,
per
molte
condizioni
di
tempo
e
di
fatti
,
rimase
in
uno
stadio
primitivo
ed
arretrato
di
mente
e
di
sviluppo
;
nella
quale
prevalgono
ancora
le
doti
primitive
delle
folle
:
il
porgere
facile
orecchio
allo
strano
ed
al
meraviglioso
,
la
credenza
nel
miracolo
,
nell
'
occultismo
,
nella
negromanzia
;
la
possibile
predizione
del
futuro
;
il
senso
di
meraviglia
scarso
o
mancante
e
poi
un
misoneismo
cieco
ed
ostinato
*
.
Queste
doti
,
così
proprie
delle
popolazioni
selvaggie
o
poco
civili
,
rivivono
,
ancora
,
fra
le
forme
più
basse
di
folle
,
ma
sono
confessiamolo
a
nostro
conforto
un
atavismo
che
scompare
.
La
tradizione
greco
romana
e
medioevale
va
,
ogni
giorno
,
dileguandosi
e
al
vecchio
contadino
subentra
il
nuovo
più
sveglio
,
più
colto
,
che
à
visitato
paesi
nuovi
,
cui
duole
quel
resto
di
vassallaggio
medio
evale
.
Il
vecchio
contadino
nato
e
vissuto
nel
luogo
che
l
'
à
visto
nascere
è
ancora
vestito
alla
spagnuola
con
i
calzoni
corti
,
le
brache
,
la
giacca
di
lana
nera
e
le
svolte
colorate
,
con
l
'
antico
cappello
a
cono
,
con
i
capelli
corti
,
tranne
un
sol
ciuffo
e
la
barba
rasa
.
È
il
servo
del
medio
evo
che
ancora
rivive
,
attaccato
alla
corvée
,
cerimonioso
,
che
vuole
ancora
baciarvi
le
mani
,
che
porta
,
nel
viso
e
nella
tonsura
del
capo
,
i
segni
della
sua
bassezza
:
quello
che
gli
è
succeduto
,
porta
,
lentamente
,
i
segni
dell
'
uomo
nuovo
la
coscienza
umana
dentro
di
sé
,
quel
senso
di
nobile
alterezza
che
forma
la
dote
più
bella
dei
popoli
,
davvero
,
civili
:
uomo
colto
,
gentile
,
con
la
coscienza
di
non
essere
né
di
meno
,
né
di
più
d
'
un
altro
,
ma
utile
al
consorzio
umano
al
pari
d
'
ogni
altro
:
quest
'
è
la
coscienza
nuova
che
va
sorgendo
;
cambiata
,
così
,
la
pluralità
delle
coscienze
,
la
folla
avrà
una
statica
psichica
diversa
,
così
come
noi
la
scorgiamo
ne
'
popoli
di
altri
paesi
:
ad
ogni
modo
,
questo
ci
permette
di
enunciare
la
legge
che
regola
la
statica
psichica
.
Questa
è
:
il
pensiero
d
'
una
folla
bassa
è
fatto
dalle
idee
e
da
'
concetti
d
'
altri
uomini
e
d
'
altri
tempi
,
stratificato
non
in
modo
successivo
,
ma
caotico
e
confuso
,
come
un
terreno
geologico
che
gli
avvenimenti
tellurici
sconvolsero
.
Così
è
della
mente
:
il
vecchio
e
il
nuovo
si
trovano
insieme
senza
limiti
fissi
,
ma
mescolati
in
una
sola
concezione
.
Gettare
nel
mare
dell
'
oblio
il
vecchio
,
innestarvi
il
nuovo
,
vivere
di
questo
solo
:
è
il
progresso
d
'
una
mente
che
sente
la
voce
del
proprio
tempo
,
d
'
una
mente
davvero
moderna
:
verso
questa
meta
ideale
si
muove
la
psiche
dell
'
individuo
,
come
quella
della
folla
,
aiutata
dalle
vicende
dei
tempi
e
dalla
coltura
,
ostacolata
,
talora
,
da
'
più
strani
ed
interessati
pregiudizii
.
CAPITOLO
IV
.
FOLLA
E
DINAMICA
DELLA
PSICHE
La
folla
à
una
dinamica
psichica
,
à
,
cioè
,
i
sentimenti
e
le
emozioni
i
quali
sono
i
veri
propulsori
,
le
spinte
dell
'
azione
.
La
dinamica
,
ossia
il
complesso
delle
emozioni
e
dei
sentimenti
,
è
l
'
elica
della
nave
,
laddove
la
bussola
n
'
è
rappresentata
dal
pensiero
e
pensiero
e
sentimento
formano
,
in
ultimo
,
il
carattere
.
Le
folle
ànno
,
come
gli
individui
,
un
'
evoluzione
del
sentimento
,
simile
a
quella
della
specie
e
,
come
quella
,
fatta
dal
nascere
e
dallo
svolgersi
di
due
sentimenti
coevi
:
egoismo
ed
altruismo
che
sono
la
sorgente
di
svariate
emozioni
.
Ma
,
benché
questi
due
sentimenti
sieno
coevi
,
ch
'
è
quanto
dire
che
sorgono
e
sono
contenuti
nelle
forme
più
basse
del
mondo
organico
,
pure
la
loro
evoluzione
non
è
parallela
.
Se
noi
volessimo
disporre
in
forma
schematica
i
sentimenti
,
dalle
forme
organizzate
più
basse
,
risalendo
alle
più
alte
,
come
à
fatto
la
psicologia
comparata
,
troveremmo
che
,
in
basso
e
per
un
tratto
ancora
,
è
il
sentimento
egoistico
che
prevale
,
laddove
in
alto
prevale
l
'
altruismo
.
In
molti
animali
il
sentimento
altruistico
si
restringe
alle
funzioni
della
generazione
come
è
d
'
alcuni
insetti
che
muoiono
non
appena
compiuto
l
'
atto
di
amore
;
più
su
ancora
,
l
'
altruismo
si
allarga
nel
sentimento
della
maternità
,
esteso
al
periodo
nel
quale
la
prole
non
può
provvedere
a
sé
stessa
o
gli
sorge
accanto
il
sentimento
d
'
amore
come
nelle
colombe
,
nelle
tortore
ecc
.
Ma
,
per
trovare
il
sentimento
sociale
ch
'
è
fortemente
altruista
,
bisogna
arrivare
ad
alcune
specie
evolute
,
come
insetti
,
formiche
,
api
;
ad
alcuni
uccelli
,
viventi
a
stormo
,
per
salire
fino
agli
antropoidi
ed
all
'
uomo
.
Nelle
società
umane
l
'
altruismo
s
'
intensifica
e
si
allarga
nell
'
amore
dei
figli
,
dei
parenti
,
dei
proprii
simili
e
dell
'
evoluzione
e
dell
'
altezza
di
queste
diverse
forme
di
emozioni
filiali
,
parentali
e
sociali
ci
serviamo
per
misurare
il
progresso
d
'
una
data
società
.
Lo
stesso
cammino
,
dall
'
egoismo
all
'
altruismo
,
vien
percorso
dall
'
individuo
nel
suo
primo
e
posteriore
sviluppo
della
psiche
:
di
fatti
,
è
noto
,
come
il
bambino
riceve
,
nei
primi
anni
,
continui
eccitamenti
che
partono
dalla
periferia
del
proprio
corpo
e
vanno
sino
al
cervello
e
al
midollo
spinale
,
costituendo
il
senso
cenestesico
,
onde
egli
è
sempre
impressionato
di
sé
ed
è
egoista
.
Poco
a
poco
,
queste
continue
eccitazioni
non
vengono
più
avvertite
per
la
legge
degli
stimoli
persistenti
e
simili
,
invece
,
arrivano
,
di
continuo
,
eccitamenti
del
mondo
esterno
:
è
questo
il
periodo
nel
quale
si
completa
la
psiche
e
si
sviluppano
i
sentimenti
altruistici
.
Possono
alcuni
,
per
un
difetto
di
sviluppo
della
psiche
,
non
sentire
che
i
soli
sentimenti
egoistici
e
son
quelli
che
la
scienza
à
chiamati
egotisti
,
mancanti
cioè
del
sentimento
altruistico
per
difettoso
sviluppo
,
per
mancata
educazione
del
sentimento
altruistico
*
.
Le
folle
che
sono
,
come
dicemmo
,
delle
stratificazioni
sociali
,
vanno
soggette
a
questi
graduali
sviluppi
dall
'
egoismo
all
'
altruismo
:
onde
le
folle
basse
,
indifferenziate
sono
egoiste
:
le
alte
,
le
colte
,
le
differenziate
,
altruiste
.
Continuando
i
nostri
studii
del
sentimento
,
pigliando
a
soggetto
le
folle
indifferenziate
più
basse
e
meno
evolute
,
quali
sono
le
plebi
contadinesche
nel
mezzogiorno
d
'
Italia
,
io
ò
potuto
fare
le
seguenti
osservazioni
:
il
sentimento
filiale
è
molto
sviluppato
,
sotto
tal
punto
io
non
ò
trovato
differenza
tra
le
folle
alte
e
le
basse
,
invece
è
scarsissimo
il
sentimento
parentale
e
cioè
verso
i
fratelli
,
verso
i
genitori
e
così
via
via
e
l
'
esempio
di
genitori
abbandonati
nella
vecchiaia
è
frequentissimo
.
Il
sentimento
dell
'
amicizia
è
così
scarso
,
che
credo
quasi
non
esista
:
ricercando
nei
proverbi
,
che
sono
la
sapienza
e
la
psiche
d
'
un
popolo
cristallizzato
,
ò
trovato
non
un
solo
proverbio
che
parli
dell
'
amicizia
;
vi
è
uno
nel
quale
l
'
egoismo
più
assoluto
vi
è
contenuto
e
dice
così
:
i
migliori
amici
e
i
migliori
parenti
sono
i
belli
tarì
(
moneta
antica
)
con
le
ali
bianche
.
Ora
,
questo
scarso
sentimento
di
amicizia
costituisce
un
ostacolo
grande
ad
unirsi
e
ad
organizzarsi
per
qualunque
scopo
.
E
perciò
l
'
uomo
plebeo
è
diffidente
,
astuto
,
menzognero
,
poco
curante
della
promessa
,
cioè
fornito
di
tutte
le
qualità
antisociali
.
Uno
dei
sentimenti
sociali
è
,
certamente
,
il
sentimento
religioso
:
ma
esso
,
nel
contadino
,
è
un
vero
feticismo
,
mancante
di
ogni
sana
idealità
.
Il
contadino
si
rassomiglia
,
in
ciò
,
molto
col
selvaggio
e
con
popoli
nei
quali
il
sentimento
religioso
è
il
riflesso
d
'
una
società
barbara
.
La
criminalità
,
in
Calabria
,
si
è
ammantata
lungo
tempo
con
sentimenti
religiosi
:
i
banditi
portavano
il
tradizionale
abitino
della
Madonna
del
Carmine
e
pregavano
in
momenti
di
imprese
arrischiate
e
pieni
di
pericoli
.
Al
tempo
della
Santa
Fede
i
briganti
furono
tutti
sanfedisti
;
in
altri
termini
,
come
,
nell
'
olimpo
greco
,
quella
società
,
per
alcuni
rispetti
,
inferiore
e
barbara
si
rispecchiava
nei
suoi
dei
,
così
,
presso
le
folle
basse
,
il
sentimento
religioso
rispecchia
le
condizioni
morali
inferiori
d
'
un
popolo
.
Connesse
con
i
sentimenti
sono
l
'
emozioni
,
che
affatigano
l
'
animo
collettivo
al
pari
dell
'
animo
individuale
e
presentano
una
variabilità
in
intensità
e
squisitezza
che
sale
dalle
forme
basse
di
folle
alle
forme
alte
e
si
riflette
nel
gusto
estetico
,
vario
,
differente
,
così
plebeo
in
basso
,
per
quanto
delicato
e
gentile
in
alto
.
Eppure
,
in
mezzo
a
questa
sentimentalità
bassa
,
vi
è
talora
una
squisitezza
ed
una
morbidezza
di
sentimento
,
da
farla
credere
uscita
,
non
da
una
folla
inferiore
,
ma
dall
'
animo
del
più
gentile
dei
poeti
.
L
'
animo
umano
,
per
quanto
perverso
,
non
lo
è
mai
del
tutto
e
porta
sempre
qualche
cosa
che
compensi
il
male
,
anche
i
grandi
delinquenti
ànno
,
nel
loro
cuore
,
qualche
lato
gentile
,
pietoso
,
pieno
d
'
affetto
che
commove
;
un
animo
eternamente
cattivo
,
senza
un
lampo
solo
di
bontà
,
non
si
trova
in
natura
.
Del
pari
è
la
psiche
popolare
:
io
ò
avuto
agio
di
sorprendere
una
ricamatura
ideale
e
passionata
intorno
ad
un
nudo
fatto
di
cronaca
d
'
una
povera
suicida
:
una
povera
traviata
,
ravveduta
,
vinta
dall
'
amore
d
'
un
uomo
,
la
quale
si
suicidò
,
pochi
mesi
dopo
,
per
la
morte
della
persona
amata
.
In
un
giornale
,
esaminando
il
fatto
dal
punto
di
vista
dell
'
animo
della
folla
,
io
scrivevo
così
:
«
È
vera
o
falsa
questa
tela
di
dolori
?
chi
lo
sa
!
il
fatto
vero
è
che
essa
corre
pietosa
così
,
come
l
'
ò
gettata
su
questo
foglio
,
per
la
bocca
del
popolo
,
il
quale
à
voluto
ed
à
saputo
scrivere
,
in
questo
episodio
,
una
pagina
,
di
amore
e
di
dolore
insieme
,
della
propria
vita
:
come
il
Foscolo
,
nell
'
Ortis
,
scrisse
una
pagina
degli
sconforti
della
gioventù
del
suo
tempo
.
»
Da
questa
folla
inferiore
si
passa
,
per
gradi
,
alle
folle
alte
che
ànno
un
grande
contenuto
morale
.
Ebbene
,
dalle
une
alle
altre
,
attraverso
tutti
i
gradi
intermedii
,
vi
è
un
crescendo
dall
'
egoismo
all
'
altruismo
nella
dinamica
della
psiche
.
Paragonate
la
folla
indifferenziata
del
mezzogiorno
d
'
Italia
con
quelle
dell
'
Australia
,
delle
quali
Dario
Papa
*
parla
nell
'
intervista
con
«
una
bella
signora
»
e
voi
sentite
quanto
grande
ne
sia
la
differenza
.
Penetrate
addentro
la
psiche
collettiva
di
quella
folla
e
voi
troverete
che
,
se
nel
pensiero
esse
sono
,
dinanzi
alle
folle
colte
di
là
,
sull
'
ultimo
gradino
della
scala
,
nel
sentimento
loro
prevale
l
'
altruismo
sull
'
egoismo
.
Non
una
sola
causa
che
meriti
la
pietà
,
l
'
appoggio
,
l
'
aiuto
che
non
trovi
,
nelle
folle
anglosassoni
,
una
corrente
di
simpatia
:
là
la
vita
si
svolge
s
ul
doppio
perno
dell
'
egoismo
che
si
completa
nell
'
altruismo
:
da
noi
,
invece
,
non
viviamo
che
di
semplice
e
puro
egoismo
e
chi
può
dire
di
quanto
danno
sia
questo
sentimento
così
chiuso
e
così
ignorante
?
Conchiudiamo
,
adunque
,
che
se
la
psiche
d
'
una
folla
,
nella
parte
statica
,
tenta
vivere
del
pensiero
del
proprio
tempo
;
nella
parte
dinamica
,
si
muove
verso
un
crescente
altruismo
o
se
volete
verso
l
'
ego
altruismo
,
ché
l
'
altruismo
puro
è
dote
di
pochi
eletti
e
,
solo
in
casi
rari
,
delle
folle
;
ma
,
sia
pure
così
,
non
deve
a
questo
sentimento
l
'
umanità
quanto
di
nobile
,
di
grande
,
di
generoso
esiste
sulla
terra
?
ed
è
questo
poco
forse
?
Ed
ora
veniamo
al
carattere
della
folla
.
L
'
uomo
non
è
individuo
isolato
,
egli
vive
in
un
mezzo
,
in
un
ambiente
,
in
qualcosa
che
lo
circonda
che
agisce
su
di
lui
,
procurandone
una
costante
reazione
.
La
vita
,
da
qualunque
punto
la
si
guardi
,
dal
lato
biologico
o
psichico
,
sociale
o
storico
,
è
una
reazione
all
'
ambiente
sia
esso
fisico
o
sociale
,
che
circonda
l
'
individuo
,
ed
è
reazione
con
adattamento
,
onde
lo
Spencer
diceva
la
vita
essere
un
continuo
adattamento
delle
condizioni
interne
all
'
esterno
.
Tralasciamo
l
'
adattamento
dell
'
organismo
all
'
ambiente
e
guardiamo
,
invece
,
l
'
adattamento
delle
psiche
alle
altre
che
lo
circondano
,
al
clima
,
cioè
,
storico
sociale
,
che
costituisce
quello
che
noi
,
in
senso
lato
,
diciamo
carattere
.
Ora
la
psiche
individuale
non
è
qualcosa
di
semplice
,
essa
è
estremamente
complessa
ed
è
fatta
di
molti
stati
di
coscienza
,
che
tendono
a
comporsi
in
unità
e
dei
quali
alcuni
rinnovellansi
,
altri
vanno
dispersi
nell
'
oblio
.
Ma
,
sebbene
questa
sia
la
tendenza
della
psiche
,
raramente
avviene
che
gli
stati
di
coscienza
,
perdendo
quel
non
so
che
di
vago
e
di
fluttuante
che
portano
seco
,
costituiscano
un
'
unità
che
si
evolva
e
si
rinnovelli
di
continuo
e
lentamente
in
modo
che
il
nuovo
stabilmente
s
'
innesti
sull
'
antico
e
la
parte
avventizia
sull
'
acquisita
.
In
una
psiche
così
fortemente
organizzata
,
le
reazioni
all
'
ambiente
esterno
sono
somiglianti
cioè
come
dirette
da
un
solo
sentimento
ed
inspirate
ad
un
fine
solo
,
fine
e
sentimento
che
,
quando
sono
normali
,
fanno
a
noi
dire
che
quella
tale
persona
è
di
carattere
.
Il
Sergi
,
che
s
'
è
occupato
più
volte
del
carattere
,
così
diceva
:
«
carattere
vuol
dire
,
nella
sua
significazione
letterale
,
qualche
cosa
d
'
impresso
,
che
rimane
costante
,
perciò
,
e
invariabile
,
come
suggello
;
e
si
riferisce
al
modo
di
operare
nella
contigenza
della
vita
,
come
una
norma
per
ogni
uomo
,
dati
motivi
,
più
o
meno
,
veri
e
diversi
;
è
qualche
cosa
sulla
vita
attiva
d
'
ogni
individuo
,
la
quale
nelle
circostanze
difficili
e
gravi
,
è
stimata
come
una
qualità
preziosa
,
che
sicuramente
dirigerà
la
condotta
senza
cedere
o
piegare
davanti
a
esigenze
che
possono
far
deviare
dalla
via
buona
ed
onesta
»
.
Parlando
della
folla
,
non
possiamo
dire
ch
'
essa
abbia
sempre
carattere
,
nel
senso
detto
,
dianzi
,
di
norma
unica
,
direttiva
,
volta
al
bene
;
il
carattere
è
guidato
dal
sentimento
ed
illuminato
dal
pensiero
,
ora
,
se
i
pensieri
e
il
sentimento
,
nella
folla
,
sono
inferiori
e
mutevoli
,
il
carattere
ch
'
è
la
risultante
della
psiche
e
delle
reazioni
del
mondo
esterno
,
non
può
essere
né
nobile
né
elevato
.
Nella
folla
,
adunque
,
carattere
,
nel
senso
stretto
della
parola
,
non
esiste
fino
a
che
essa
si
mantiene
in
condizioni
inferiori
di
vita
;
ma
compare
nelle
folle
alte
,
colte
,
nelle
quali
la
dinamica
e
la
statica
psichica
si
sono
elevate
a
quell
'
altezza
che
solo
le
folle
evolute
posseggono
.
Il
carattere
,
però
,
se
non
esiste
in
questa
forma
elevata
;
esiste
come
metodo
di
condotta
:
esso
anzi
è
,
come
dice
Sergi
,
un
organismo
che
si
viene
mano
mano
formando
e
che
va
dalla
forma
più
bassa
e
meno
determinate
alle
più
alte
,
più
determinate
e
più
stabili
;
né
è
opera
di
un
solo
individuo
,
ma
si
è
venuto
svolgendo
nella
razza
e
ciascuno
vi
à
collaborato
,
non
solo
educando
il
proprio
carattere
,
ma
influenzando
,
in
modo
diretto
ed
indiretto
,
quello
degli
altri
*
.
Vi
è
perciò
la
nota
ben
Sergi
nel
carattere
una
parte
fondamentale
ed
avventizia
,
sicché
,
quando
noi
ci
accingiamo
a
parlare
del
carattere
d
'
una
folla
,
noi
dobbiamo
valutare
la
parte
fondamentale
e
l
'
avventizia
e
,
solo
quando
troviamo
che
l
'
una
o
l
'
altra
manca
,
non
ci
possiamo
aspettare
più
carattere
elevato
,
ma
condotta
fluttuante
,
varia
,
non
diretta
ad
un
fine
sociale
.
CAPITOLO
V
.
GIOVINEZZA
E
SENILITÀ
DELLA
FOLLA
Le
folle
,
come
le
persone
,
hanno
i
periodi
di
giovinezza
e
di
senilità
.
Sia
che
si
considerino
due
folle
,
in
momenti
determinati
:
sia
che
se
ne
consideri
una
in
momenti
successivi
,
l
'
osservazione
d
'
una
giovinezza
e
d
'
una
senilità
della
folla
non
è
cosa
rara
o
difficile
.
Ora
,
la
diversità
della
folla
,
in
questi
due
momenti
che
segnano
la
pienezza
della
vita
ed
il
declinare
,
sta
tutta
nelle
qualità
psichiche
e
,
talora
,
nelle
qualità
somatiche
.
Noi
dicemmo
come
,
con
il
potere
politico
ed
economico
o
con
questo
solo
molte
famiglie
illustri
,
che
contano
lungo
volgere
di
ricchezza
e
di
gloria
,
trasmettono
spesso
la
degenerazione
della
razza
e
notammo
,
prendendola
dal
Loria
,
la
impressione
che
si
riceve
guardando
,
dispiegati
ai
propri
occhi
,
i
ritratti
di
tutto
un
casato
illustre
dal
più
antico
antenato
che
creò
la
gloria
della
famiglia
,
giù
giù
all
'
ultimo
discendente
.
Da
questa
scorsa
l
'
occhio
rimane
come
stanco
,
assistendo
ad
un
progressivo
scomparire
di
doti
superiori
e
ad
un
subentrare
,
in
loro
vece
,
di
note
degenerative
.
Queste
osservazioni
,
vere
per
una
famiglia
,
valgono
per
una
folla
:
quando
l
'
impero
romano
decadeva
,
le
genti
italiche
erano
meschine
,
sparute
,
piccole
.
Sotto
l
'
ancien
régime
la
degenerazione
avea
invaso
e
nobiltà
e
servi
:
né
potea
essere
diversamente
sotto
lo
stimolo
dell
'
ozio
in
alto
della
miseria
e
del
lavoro
eccessivo
in
basso
.
La
senilità
della
folla
è
determinata
da
due
fattori
,
uno
psico
somatico
e
l
'
altro
sociale
,
ch
'
è
quanto
dire
:
le
folle
invecchiano
o
per
aver
troppo
vissuto
o
per
circostanze
esterne
che
rendono
triste
l
'
ambiente
sociale
nel
quale
devono
svolgersi
.
Il
fattore
psico
somatico
,
lo
scadimento
della
razza
,
è
venuto
dopo
le
grandi
,
le
lunghe
civiltà
che
si
sono
succedute
,
dopo
essersi
innalzate
sino
al
fastigio
del
lusso
snervante
,
della
sensualità
raffinata
,
del
vizio
ammantato
del
bagliore
dell
'
arte
.
Così
sono
cadute
le
antiche
civiltà
orientali
,
così
è
caduta
Roma
;
così
cadrà
la
nostra
civiltà
.
Accanto
a
questa
degenerazione
che
attende
coloro
che
ànno
soverchiamente
goduto
;
quando
un
idealismo
forte
e
riparatore
non
abbia
agito
come
una
forza
di
preservazione
,
che
,
mancato
il
pungolo
del
bisogno
,
abbia
incitato
a
novelle
lotte
e
a
novelle
infuturazioni
;
accanto
a
questa
degenerazione
sibarita
e
sardapanalesca
,
vi
è
quella
che
deriva
da
un
forte
sopralavoro
psico
somatico
ed
è
dei
popoli
che
,
troppo
intellettualmente
,
vissero
e
che
sciuparono
in
qualche
impresa
,
soverchia
energia
e
sui
quali
il
lavoro
pesò
più
duramente
di
quanto
i
loro
omeri
avessero
potuto
sostenere
.
Avverrà
forse
così
dei
popoli
nordici
che
,
oggi
,
preparono
la
futura
civiltà
d
'
Europa
;
avverrà
,
forse
,
così
delle
Americhe
,
dove
la
vita
à
raggiunto
un
'
immensa
,
un
'
alta
pressione
;
avvenne
così
dei
comuni
italiani
che
sciuparono
nelle
lotte
interne
il
rigoglio
di
vita
.
All
'
infuori
di
queste
forme
di
degenerazione
psico
somatica
,
vi
è
quella
legata
al
clima
,
all
'
orografia
,
all
'
eccesso
o
al
difetto
di
nutrizione
,
a
tutto
quanto
l
'
ambiente
climatico
tellurico
che
agisce
,
innalzando
prima
,
l
'
indice
della
civiltà
e
poi
deprimendolo
.
In
grazia
di
ciò
,
le
prime
civiltà
furono
tropicali
o
quasi
,
il
clima
colligiano
fece
rifiorire
e
poi
spense
la
genialità
toscana
.
Ma
,
comunque
avvenga
,
la
senilità
è
un
lungo
periodo
di
riposo
e
di
risorgenti
energie
,
che
ben
può
essere
talora
una
vera
morte
,
se
un
fattore
nuovo
non
sopravvenga
,
come
una
mistione
d
'
un
popolo
dissimilare
,
un
fenomeno
politico
,
una
novella
forma
economica
,
il
quale
fattore
nuovo
valga
a
far
sì
che
un
popolo
sorga
dal
sudario
nel
quale
pareva
avvolto
per
sempre
.
Non
è
molto
e
gli
antropologi
aveano
posto
un
nuovo
fatalismo
,
per
il
quale
le
razze
inferiori
non
si
sarebbero
mai
elevate
sino
alla
civiltà
europea
;
ma
l
'
esempio
degli
schiavi
di
America
à
rotto
la
pastoia
di
quest
'
altro
pregiudizio
scientifico
,
ond
'
è
che
la
senilità
e
la
giovinezza
dei
popoli
si
alternano
,
così
come
dalla
morte
balza
perennemente
la
vita
*
.
Ma
più
che
nelle
condizioni
somatiche
le
folle
giovani
o
vecchie
si
differenziano
nel
tono
della
psiche
,
giacché
le
une
sono
ottimiste
le
altre
pessimiste
.
Ottimismo
e
pessimismo
sono
,
adunque
,
le
qualità
precipue
d
'
una
folla
colta
nei
due
momenti
diversi
di
giovinezza
e
di
senilità
e
le
quali
ne
presuppongono
altre
.
Il
secolo
nostro
è
preso
da
uno
sconforto
immenso
che
nasce
dalla
ristrettezza
economica
:
il
Loria
dice
che
,
guardando
in
viso
la
gente
a
noi
contemporanea
,
si
coglie
nella
maggior
parte
di
essa
,
quell
'
impronta
di
dolore
,
così
comune
in
chi
vive
in
epoche
tormentose
.
Il
visitatore
che
scorre
una
pinacoteca
riferentesi
a
'
secoli
più
tristi
della
storia
d
'
un
paese
,
trova
sulle
tele
effigianti
i
personaggi
di
quei
tempi
,
un
'
eterna
nota
di
duolo
,
come
la
si
osserva
sul
viso
,
talora
squisitamente
bello
,
dei
profughi
russi
.
L
'
età
passata
ebbe
sconforti
e
dolori
politici
:
guerre
,
persecuzioni
di
pensiero
,
santa
inquisizione
furono
tante
sorgenti
di
dolore
:
la
questione
economica
rimase
come
velata
da
queste
altre
ed
,
in
apparenza
,
diverse
quistioni
,
che
ne
furono
la
superstruttura
;
è
merito
dei
tempi
nostri
aver
denudato
il
pietoso
velario
e
mostrato
che
,
in
fondo
ad
ogni
quistione
,
si
agita
il
pane
quotidiano
e
che
,
dalla
risoluzione
di
questo
,
potrà
dipendere
l
'
avvenire
della
umanità
;
ond
'
è
che
il
pensiero
del
domani
tormenta
tutti
e
,
come
una
folata
di
nebbia
,
si
espande
fino
alle
folle
contadinesche
,
che
sono
per
la
natura
loro
le
meno
impressionabili
e
le
meno
capaci
di
preoccupazioni
dolorose
.
Ma
,
la
preoccupazione
e
la
ristrettezza
economica
portano
seco
,
sia
fra
le
folle
giovani
,
come
fra
le
vecchie
,
uno
sconforto
ben
maggiore
,
la
certezza
,
cioè
,
che
né
legge
,
né
morale
,
né
virtù
presiedano
alle
consociazioni
umane
,
ché
anzi
l
'
arbitrio
,
l
'
immoralità
,
il
vizio
sieno
la
ragione
del
successo
odierno
.
Questo
svanire
d
'
idealità
è
sommamente
doloroso
:
le
fedi
umane
e
divine
cadono
e
non
resta
che
la
forza
e
l
'
astuzia
arbitra
del
mondo
.
Né
si
può
dire
che
lo
scomparire
di
quelle
idealità
,
formanti
la
rocca
più
salda
d
'
ogni
civiltà
,
non
sia
vero
,
che
sia
una
torbida
visione
d
'
ammalati
.
L
'
esempio
d
'
ogni
giorno
è
una
prova
che
si
aggiunge
alle
altre
,
onde
a
'
più
pare
che
la
fine
del
mondo
si
avvicini
:
non
più
il
mille
con
la
promessa
del
cielo
,
ma
il
duemila
,
con
il
ruinare
della
società
,
preoccupa
le
menti
:
il
mondo
che
si
è
aperto
con
l
a
barbarie
,
si
chiuderà
con
questa
:
tal
'
è
il
grido
di
malaugurio
de
'
nuovi
millenarï
.
Ma
,
in
questo
,
si
differenziano
le
folle
dalle
vecchie
:
mentre
le
vecchie
,
disperando
del
mondo
,
o
cedono
ad
una
morale
discendente
ragionando
così
:
se
il
mondo
è
dominato
dal
vizio
,
a
che
vale
essere
virtuosi
?
o
,
schivi
aspettano
questo
caos
che
verrà
e
dal
quale
non
vi
sarà
salvezza
,
e
son
le
folle
sfiduciate
;
o
si
rivolgono
al
passato
,
rifuggiandovisi
come
in
un
regno
incantato
,
del
quale
sospirano
il
ritorno
e
son
queste
le
folle
mistiche
;
mentre
dunque
,
dallo
spettacolo
e
dallo
sconforto
presente
,
esse
o
ne
derivano
una
morale
inferiore
o
una
sfiducia
o
un
neomisticismo
;
le
folle
giovani
,
dal
presente
triste
,
derivano
un
avvenire
migliore
di
cui
esse
portano
in
sé
e
la
novella
ed
i
principï
,
l
'
annunzio
e
gli
elementi
formatori
.
E
dinanzi
alle
folle
vecchie
,
che
rappresentano
una
civiltà
che
passa
,
sono
un
mondo
nuovo
che
sorge
e
,
come
tale
,
portano
in
sé
tendenze
svariate
e
diverse
:
arte
,
letteratu
ra
,
concezione
morale
,
novello
diritto
ecc
.
tutto
è
nel
loro
animo
,
e
,
di
contro
alle
forme
moriture
della
vecchia
civiltà
,
si
prova
l
'
impressione
di
contrasto
d
'
un
giovane
a
diciotto
anni
dinanzi
ad
un
vecchio
a
settanta
e
lo
spettacolo
d
'
una
folla
giovane
,
cosciente
di
sé
di
contro
ad
una
folla
vecchia
,
è
uno
dei
drammi
più
maestosi
che
offra
la
storia
.
Ma
,
la
coscienza
della
propria
missione
riceve
un
conforto
ed
una
certezza
dalla
scienza
,
da
quest
'
arma
poderosa
,
che
,
in
un
momento
dato
,
cade
dalle
mani
d
'
una
folla
vecchia
e
viene
imbrandito
da
altra
giovane
.
Fenomeno
ben
doloroso
e
di
non
poco
valore
è
questa
emigrazione
del
sapere
e
che
,
di
contro
alla
coscienza
innata
,
ma
confusa
di
una
folla
ne
crea
un
'
altra
ben
più
salda
e
sincera
,
dispiegando
dello
speciale
meccanismo
delle
folle
il
ritmo
e
la
portata
ed
è
come
il
fascio
di
luce
che
,
rompendo
le
tenebre
,
guida
e
sorregge
il
passo
del
viaggiatore
.
Ogni
civiltà
porta
in
sé
come
tanti
organismi
di
puntello
:
organismi
ideali
,
in
vero
,
ma
non
per
questo
meno
protettori
:
religione
,
virtù
,
ideale
,
amore
degli
uomini
,
disinteresse
ecc
.
Ora
,
questi
principii
fondamentali
che
finché
una
civiltà
è
fiorente
tiene
in
gran
pregio
,
quando
ne
incomincia
la
senilità
vengono
rosi
come
bastioni
dal
tempo
o
dal
flutto
dell
'
onda
.
La
scienza
,
allora
,
cambiato
metro
e
passata
da
una
folla
all
'
altra
,
concorre
a
demolire
quei
poteri
frenatori
che
,
in
altri
tempi
,
corroborò
e
difese
e
concorre
a
formare
i
nuovi
,
esercitando
così
opera
di
gran
valore
nelle
vicende
delle
cose
umane
.
La
scienza
,
così
,
per
portare
un
solo
esempio
,
avea
,
un
giorno
,
creato
nel
mondo
biologico
la
teoria
della
lotta
per
l
'
esistenza
con
la
prevalenza
del
migliore
e
avea
rifermato
il
ritmo
dell
'
evoluzione
ascendente
e
l
'
avea
trasportato
nel
campo
sociologico
;
quand
'
ecco
,
dopo
anni
d
'
esperienze
e
di
pruove
,
quella
stessa
scienza
riferma
il
concetto
che
non
sempre
l
'
evoluzione
è
ascendente
,
ma
ben
può
diventare
evoluzione
a
rovescio
,
assicurando
il
trionfo
non
del
migliore
,
ma
del
più
adatto
,
così
nel
campo
biologico
,
come
nel
sociale
.
In
queste
poche
frasi
mutate
,
quale
grande
mutamento
d
'
idee
e
di
riflesso
valore
dei
fatti
,
compiuto
sempre
in
nome
della
scienza
che
predicava
un
giorno
il
migliore
dei
mondi
possibile
,
come
il
dottor
Panglos
di
Voltaire
,
e
divenuta
oggi
la
più
desolante
e
la
più
scettica
voce
del
malagurio
!
Però
,
lo
svanire
di
concetti
e
d
'
idealità
che
parvero
un
tempo
incrollabili
non
è
senza
dolore
nelle
folle
vecchie
:
gli
Dei
se
vanno
,
se
ne
va
l
'
amor
di
patria
,
la
famiglia
si
dissolve
,
che
rimane
mai
?
quando
noi
assistiamo
ad
uomini
che
impersonificano
il
dolore
d
'
un
mondo
che
tramonta
e
che
veggono
sinistro
dovunque
e
fanno
assurgere
il
dolore
proprio
a
dolore
universale
,
si
prova
una
stretta
forte
al
cuore
,
se
non
si
pensasse
che
il
mondo
vivrà
ancora
come
per
il
passato
e
che
,
all
'
uragano
d
'
un
ora
,
terrà
dietro
il
sereno
di
molti
giorni
.
Ma
,
se
nelle
folle
vecchie
continua
l
'
emigrazione
di
virtù
attive
,
restando
solo
il
vizio
o
la
virtù
passiva
come
un
rimpianto
ed
uno
sconforto
,
nelle
folle
giovani
è
un
rifiorire
di
attività
;
quanto
può
ancora
la
natura
umana
,
in
momenti
di
sforzi
,
rifiorisce
nella
folla
giovane
,
e
talora
,
in
modo
come
improvviso
,
empiendo
di
ammirazione
o
di
terrore
;
accanto
all
'
ottimismo
,
alla
fiducia
di
sé
,
alla
consapevolezza
della
propria
missione
,
si
ritrovano
la
fermezza
,
la
costanza
,
l
'
amore
nell
'
ideale
,
la
morale
elevata
,
quelle
doti
,
insomma
,
che
preparano
l
'
avvenire
.
Nelle
folle
senili
,
invece
,
prevalgono
,
come
sintomi
di
compiuta
missione
nella
storia
,
l
'
apatia
,
la
sfiducia
,
la
maldicenza
,
o
il
bisogno
d
'
isolarsi
dal
mondo
;
mentre
adunque
il
senso
di
socievolezza
tenta
prevalere
;
nelle
folle
vecchie
,
incapaci
di
ogni
energia
sorge
la
pianta
degli
sfiduciati
,
forma
di
psicoastenia
non
studiata
ancora
e
della
quale
dirò
qualche
cosa
.
Le
mie
osservazioni
sono
state
colte
in
ambiente
poco
svolto
e
ristretto
:
in
alto
prevalgono
l
'
egoismo
,
la
maldicenza
,
la
scarsa
o
mancante
fede
nella
virtù
e
abbonda
,
in
vece
,
l
'
affarismo
professionale
e
politico
che
ne
fanno
una
folla
di
coltura
unilaterale
,
tanto
quanto
basta
per
la
professione
e
nulla
più
;
in
basso
,
è
la
vecchia
folla
tratteggiata
nei
capitoli
precedenti
,
nei
capitoli
della
dinamica
e
statica
psichica
e
nel
carattere
collettivo
.
In
mezzo
a
questo
ambiente
senile
,
io
ò
fatto
questi
pochi
studï
sugli
sfiduciati
,
che
della
folla
vecchia
rappresentano
la
parte
migliore
e
più
sana
che
,
dalla
concezione
della
vita
,
non
ànno
derivato
né
la
facile
morale
che
tutto
giustifica
,
né
un
ritorno
al
passato
,
un
neomisticismo
impossibile
;
ma
,
addolorati
per
lo
spettacolo
quotidiano
,
non
vivono
che
di
sé
stesso
,
quasi
per
un
segreto
bisogno
di
purificarsi
nella
solitudine
e
nello
spettacolo
continuo
d
ella
propria
psiche
:
simili
agli
antichi
anacoreti
che
viveano
,
meditando
su
d
'
un
teschio
,
la
fragilità
delle
cose
umane
.
Io
non
so
se
l
'
arte
,
questo
specchio
della
vita
umana
,
abbia
raffigurato
mai
,
nei
suoi
quadri
,
fatti
di
sentimento
e
di
idealità
,
tali
condizioni
dell
'
animo
,
che
può
,
talora
,
favorite
da
condizioni
diverse
,
assumere
una
certa
espansione
,
perdendo
quel
carattere
di
tipo
raro
;
io
non
ho
avuto
il
tempo
per
tale
ricerca
,
ma
,
se
dovessi
giudicare
da
'
miei
ricordi
,
io
non
l
'
ho
mai
trovato
raffigurato
nell
'
arte
.
Ricordo
,
in
vece
,
d
'
aver
trovato
il
tipo
opposto
:
cioè
,
raffigurata
la
fiducia
eccessiva
nell
'
avvenire
,
quello
che
,
se
dovessi
,
chiamerei
,
millenarismo
,
appunto
da
quei
millenari
che
aveano
tanta
fiducia
in
eventi
,
tanto
da
loro
lontani
e
perduti
nel
futuro
.
Questo
tipo
così
fiducioso
,
così
pieno
di
fede
e
di
ardore
sorge
,
in
epoche
di
crisi
,
quando
,
dinanzi
ad
un
presente
,
che
pare
volgere
al
passato
,
come
tramonto
luttuoso
di
tutta
una
civiltà
,
la
fede
si
ravviva
e
vaticina
il
futuro
:
è
la
speranza
che
non
muore
mai
nel
cuore
degli
umani
e
che
si
avviva
dei
più
bei
colori
e
dà
la
forza
ed
il
coraggio
di
più
feconde
battaglie
per
l
'
avvenire
.
Quel
Sigismondo
Busch
,
divorato
dalla
tisi
,
di
cui
parla
Zola
nell
'
Argent
e
che
passa
lunghi
giorni
sul
Capitale
di
Mara
e
che
scrive
lunghe
pagine
sul
fabbisogno
sociale
della
società
futura
,
è
un
tipo
vero
,
di
quei
che
s
'
incontrano
e
sono
l
'
antitesi
di
quell
'
altro
tipo
di
sfiduciato
della
società
che
se
ne
sta
solo
,
addolorato
del
mondo
e
degli
uomini
in
mezzo
a
'
quali
vive
.
Alla
costituzione
psichica
di
tale
tipo
,
deve
influire
,
e
non
poco
,
una
condizione
particolare
dell
'
organismo
,
la
psico
astenia
.
Un
organismo
debole
,
che
rifletta
,
ed
in
modo
doloroso
,
le
vicende
della
vita
e
che
non
porti
seco
né
il
coraggio
di
lottare
sotto
l
'
egida
della
morale
,
né
quello
di
fare
il
male
;
e
che
,
dalle
voci
del
presente
,
non
senta
arrivare
a
sé
il
vaticinio
dell
'
avvenire
;
quest
'
organismo
,
così
debole
,
è
capace
di
rinchiudersi
nella
solitudine
,
nello
sconforto
e
chiedere
loro
l
'
oblio
della
vita
.
Io
,
studiando
alcuni
di
questi
casi
,
ò
trovato
la
labe
psico
astenica
:
ò
sempre
dinanzi
chi
m
'
inspirò
,
per
primo
,
queste
osservazioni
e
il
quale
,
nella
sua
famiglia
,
conta
persone
d
'
ingegno
ed
una
di
genio
,
segno
questo
d
'
un
logorio
psichico
che
dura
ormai
da
parecchi
secoli
.
Sul
fondo
psico
astenico
ereditario
,
la
sfiducia
degli
uomini
può
impiantarsi
in
modo
precoce
e
prima
che
la
vita
sia
stata
assaporata
sino
in
fondo
:
i
primi
sconforti
che
non
lasciano
che
una
ruga
negli
altri
,
in
questi
animi
imprimono
un
solco
ben
profondo
,
di
quegli
che
si
porteranno
eternamente
,
senza
cancellarsi
ed
influeranno
sull
'
avvenire
.
In
altri
la
sfiducia
è
tardiva
,
sorge
,
come
sorge
un
po
'
in
tutti
,
quando
declina
la
vita
o
,
ancora
prima
,
in
tutti
quelli
che
ànno
molto
operato
:
raro
è
quegli
che
porta
nella
tomba
la
giovinezza
dell
'
animo
,
anco
quando
la
neve
à
imbiancato
il
crine
,
muto
rimprovero
a
chi
,
messo
il
piede
nel
regno
dell
'
ideale
,
lo
ritira
impaurito
.
Ma
,
la
sfiducia
può
essere
ancora
un
momento
di
transazione
e
di
meditazione
,
di
rivolgimento
interno
per
una
nuova
fede
:
momento
di
tristezza
e
di
dolore
,
dal
quale
l
'
animo
esce
rinnovellato
,
come
l
'
uccello
leggendario
rinasceva
dalle
ceneri
sue
.
Questi
momenti
di
crisi
sono
i
più
,
intimamente
,
cari
e
come
gli
uragani
son
corti
ma
tremendi
,
il
sole
dell
'
indomani
farà
vedere
i
danni
;
ma
,
nell
'
aria
rinfrescata
,
nella
terra
ringiovanita
si
sente
il
profumo
del
fiore
,
il
cinguettio
della
rondine
,
il
biondo
della
spiga
:
è
una
primavera
che
sorge
ed
in
modo
definitivo
:
l
'
uragano
l
'
à
maturata
ed
affrettata
.
La
sfiducia
,
allora
,
è
il
periodo
lungo
,
ma
doloroso
dell
'
incubazione
.
Ma
le
folle
,
a
seconda
sono
giovani
o
vecchie
,
ànno
due
forme
di
normalità
che
,
da
loro
,
potremo
dire
:
senile
e
giovanile
.
La
prima
è
poco
attiva
,
poco
energica
:
consiste
nell
'
operare
rettamente
,
ma
senza
passione
:
nel
sentire
ma
con
scarso
idealismo
e
mentre
la
normalità
è
apatica
l
'
anormalità
ascende
sino
al
crimine
.
Nelle
folle
giovani
il
fatto
va
diversamente
:
anche
là
,
la
tendenza
criminosa
esiste
,
ma
la
normalità
è
molto
più
attiva
,
feconda
,
rivolta
non
solo
al
bene
,
ma
contro
al
male
.
Per
persuadersene
basta
leggere
quanto
à
scritto
sulla
profilassi
del
delitto
il
Lombroso
,
recando
ad
esempio
le
nazioni
tedesca
ed
inglese
,
che
sono
,
di
fronte
alle
nazioni
latine
,
le
folle
giovani
.
Bisogna
vedere
che
carità
inesausta
,
che
altruismo
,
che
lotta
epica
contro
il
male
e
contro
il
delitto
,
mentre
la
civiltà
s
'
innalza
come
una
gran
colonna
di
fuoco
sino
al
cielo
*
!
Nelle
folle
vecchie
la
normalità
è
così
apatica
che
,
molte
volte
,
il
crimine
à
,
oggi
,
come
per
il
passato
,
una
funzione
utile
.
La
nostra
vita
pubblica
è
così
bassa
che
noi
,
come
disse
il
Sighele
,
possiamo
più
attenderci
il
bene
dalla
disonestà
operosa
di
certi
governanti
,
che
dalla
onestà
passiva
e
solitaria
di
certi
altri
.
Come
nei
tempi
passati
,
possiamo
sperare
il
bene
più
da
un
Cesare
Borgia
che
da
un
qualunque
Pier
Soderini
.
Appartiene
a
'
popoli
giovani
la
normalità
attiva
,
il
bene
passionato
,
l
'
idealismo
alto
e
sereno
,
la
lotta
contro
il
vizio
e
fino
a
tanto
che
non
si
crea
la
virtù
attiva
,
ci
sarà
bisogno
del
crimine
come
motore
di
progresso
.
Tornando
alle
folle
,
diciamo
che
le
forme
vecchie
possono
ringiovanire
o
innalzandosi
fino
alle
folle
giovani
o
confondendovisi
oppure
per
opera
di
fattori
morali
come
coltura
,
emigrazione
;
o
di
fattori
economici
come
grande
industria
o
per
determinati
rivolgimenti
politici
.
Non
diciamo
,
particolareggiatamente
,
di
nessuno
di
questi
fattori
,
dei
quali
à
parlato
così
bene
il
Lombroso
*
,
accennando
alle
cause
delle
rivoluzioni
e
delle
rivolte
:
ci
restringiamo
all
'
influenza
che
una
folla
giovane
può
esercitare
su
di
una
forma
antiquata
:
influenza
che
può
essere
duplice
o
di
vera
attrazione
,
per
la
quale
,
dall
'
antica
folla
si
distaccano
gli
elementi
che
ancora
serba
vivi
nel
proprio
grembo
:
oppure
d
'
imitazione
,
onde
al
contatto
della
folla
nuova
,
la
vecchia
,
se
è
capace
di
virtù
latenti
,
le
sviluppa
,
come
un
corpo
,
al
contatto
d
'
un
altro
,
caccia
luce
e
calore
.
Quando
,
nel
secolo
scorso
in
Francia
,
il
terzo
stato
si
preparava
alla
conquista
del
potere
politico
,
dal
clero
,
dalla
nobiltà
una
folla
di
giovani
,
messo
da
banda
il
grado
e
la
ricchezza
,
scendeva
sino
a
lui
,
portandovi
il
pregio
di
una
coltura
aristocratica
,
d
'
un
animo
buono
ed
ardimentoso
.
Coltura
fina
ed
elegante
,
fascino
che
le
richezze
potean
donare
,
sicurezza
personale
che
veniva
dall
'
appartenere
ad
una
classe
dirigente
,
tutto
donarono
quei
conti
,
quei
marchesi
,
quei
visconti
,
quegli
abati
,
abati
che
prepararono
il
nuovo
diritto
dell
'
uomo
e
che
furono
esiziali
alla
loro
casta
più
di
un
numero
,
centomila
volte
maggiore
,
di
sanculotti
.
Similmente
Saul
,
San
Paolo
,
era
uno
dei
membri
della
sinagoga
più
avverso
ai
cristiani
;
ma
quando
,
vinto
dalla
nuova
fede
,
si
convertì
al
cristianesimo
,
e
vi
portò
un
principio
largo
,
cosmopolita
;
chi
può
dire
quanto
danno
recò
al
mosaismo
quel
giudeo
convertito
?
Fin
qui
si
tratta
di
att
razione
*
,
ma
può
,
però
,
una
folla
sprigionare
,
nel
cozzo
con
altra
,
dell
'
energie
che
portava
,
quasi
nascoste
,
nel
seno
,
come
avvenne
alle
classi
dirigenti
d
'
Inghilterra
,
le
quali
,
di
fronte
al
movimento
proletario
,
seppero
concedere
una
larga
legislazione
del
lavoro
,
assurgendo
,
così
,
al
monopolio
del
mercato
mondiale
e
assicurando
la
tranquillità
interna
,
onde
dinanzi
alla
così
detta
quistione
sociale
che
minaccia
l
'
Europa
restano
unico
e
raro
esempio
di
fine
tatto
politico
e
di
securtà
economica
.
L
'
imitazione
nelle
folle
può
essere
così
una
suggestione
nel
bene
,
come
nel
male
.
In
natura
una
delle
grandi
leggi
è
l
'
imitazione
,
ch
'
è
dovuta
,
in
basso
della
vita
,
alla
necessità
della
conservazione
e
vien
detta
«
adattamento
»
;
in
alto
,
nei
gradini
più
evoluti
dell
'
animalità
,
alla
vasta
cooperazione
umana
,
onde
solamente
si
rende
possibile
l
'
esistenza
sociale
.
Prima
ancora
che
Carlo
Darwin
,
l
'
immortale
autore
della
discendenza
della
specie
,
avesse
studiato
il
fenomeno
dell
'
adattamento
,
suo
nonno
Erasmo
,
coltissimo
negli
studi
naturalistici
,
avea
scritto
:
«
I
colori
degli
insetti
e
di
molti
piccoli
animali
contribuiscono
a
nasconderli
alla
vista
di
altri
animali
che
li
depredano
.
I
bruchi
che
vivono
nelle
foglie
,
sono
generalmente
verdi
,
le
farfalle
sono
dipinte
alla
foggia
dei
fiori
che
frequentano
ecc
.
»
Erasmo
Darwin
notava
solamente
il
fenomeno
,
senza
spiegarlo
;
dovea
suo
nipote
Carlo
,
precisarlo
con
il
principio
della
scelta
naturale
.
Posteriormente
gli
studiosi
del
parassitismo
biologico
notarono
che
vi
è
una
forma
imitativa
di
parassitismo
o
dell
'
aspetto
.
Il
Massart
,
in
un
bellissimo
studio
fatto
insieme
col
Vandervelde
e
pubblicato
in
Italia
sulla
«
Critica
Sociale
»
(
anno
1894
pag
.
203
)
,
distingue
tre
forme
d
'
imitazione
parassitaria
:
«1
)
Una
specie
carnivora
imita
una
specie
inoffensiva
onde
poter
appressarsi
alla
sua
vittima
senza
sgomentarla
;
2
)
Una
specie
ne
copia
un
'
altra
al
fine
di
potersi
avvicinare
facilmente
per
cagionarle
qualche
danno
;
3
)
Una
specie
debole
e
commestibile
imita
una
specie
ben
difesa
e
non
commestibile
per
sfuggire
a
'
suoi
nemici
»
.
Rimandando
chi
voglia
saperne
di
più
al
lavoro
del
Massart
e
di
altri
di
simil
genere
*
,
si
può
conchiudere
che
la
legge
di
adattamento
è
talora
legge
d
'
imitazione
,
diretta
alla
conservazione
della
specie
.
Ancora
più
che
i
fenomeni
biologici
,
la
legge
d
'
imitazione
domina
i
fenomeni
psichici
:
vi
è
una
tendenza
spiccata
,
oggi
,
nella
psicologia
e
nella
psichiatria
le
due
scienze
che
studiano
lo
stato
di
sanità
o
di
malattia
della
psiche
a
voler
ridurre
tutti
i
fenomeni
ad
una
forma
suggestiva
,
cioè
ad
una
imitazione
,
cosciente
od
incosciente
,
d
'
un
cervello
sull
'
altro
.
Il
Sergi
,
il
valente
psicologo
ed
antropologo
,
avea
notato
nel
suo
libro
delle
«
Degenerazioni
umane
»
,
che
la
suggestione
è
un
fatto
comune
alla
psiche
:
solo
alcuni
lo
presentano
più
spiccato
.
In
un
altro
scritto
«
La
psicosi
epidemica
»
egli
stabilisce
la
base
fisica
della
suggestione
.
La
psiche
è
un
'
attività
capace
d
'
esser
stimolata
e
di
reagire
,
ossia
di
riflessione
e
di
ricettività
e
continua
:
«
Tutte
le
due
condizioni
possono
includersi
in
una
legge
fondamentale
,
ricettività
riflessa
della
psiche
.
Gli
alienisti
da
qualche
tempo
si
aggirano
intorno
al
fenomeno
della
suggestione
nell
'
ipnotismo
,
e
in
generale
ànno
creduto
che
esso
sia
un
fatto
che
avvenga
soltanto
nello
stato
ipnotico
dei
loro
soggetti
ma
non
si
sono
accorti
che
la
loro
suggestione
è
un
fenomeno
più
acuto
della
condizione
generale
della
psiche
;
la
ricettività
»
.
La
suggestione
spiega
tutta
la
vita
psichica
normale
ed
anormale
;
l
'
educazione
,
l
'
emulazione
,
la
cooperazione
ecc
.
sono
una
suggestione
reciproca
degli
intelletti
:
talora
è
un
intelletto
sommo
,
è
il
genio
,
che
dischiude
una
via
nuova
,
per
la
quale
,
per
lunga
pezza
,
s
'
indirizzeranno
le
menti
di
capacità
limitata
e
normale
.
Ma
la
suggestione
spiega
,
del
pari
,
i
fenomeni
anormali
della
psiche
:
spiega
,
ad
esempio
,
le
epidemie
demoniache
dei
secoli
passati
,
l
'
epidemie
frenesiache
della
danza
,
l
'
estasi
,
l
'
esaltazione
,
i
fenomeni
catalettici
,
che
riempivano
di
stupore
strano
la
vita
dei
chiostri
.
Chi
ha
pratica
di
malattie
nervose
e
mentali
sa
,
per
esempio
,
che
il
ballo
di
S
.
Vito
la
chorea
minor
degli
antichi
si
può
diffondere
per
imitazione
;
sa
che
la
vista
di
un
isterico
colto
da
convulsione
o
di
spettacoli
ipnotici
,
dati
in
pascolo
alla
curiosità
ignorante
nei
teatri
da
un
qualunque
ipnotizzatore
risveglia
fenomeni
similari
in
soggetti
nei
quali
il
morbo
era
latente
.
Sa
che
vi
è
un
'
epedemia
criminosa
,
suicida
,
al
pari
d
'
un
'
epidemia
vaiolosa
o
tifosa
;
sa
,
infine
,
che
vi
sono
le
forme
di
pazzia
indotta
o
simultanea
,
studiate
in
Italia
dal
Venturi
e
dal
Seppilli
.
In
fine
la
suggestione
diventa
un
'
arma
ardita
d
'
investigazione
della
psicologia
della
folla
e
delle
società
animali
inferiori
.
Abbiamo
fatto
,
così
,
una
corsa
rapida
su
di
un
ampio
soggetto
:
rimane
lo
studio
dell
'
imitazione
nei
rapporti
e
economici
,
la
così
detta
legge
d
'
imitazione
nel
regime
presente
economico
.
Questo
è
fenomeno
nuovo
,
spuntato
dietro
il
concetto
giuridico
dell
'
eguaglianza
di
tutti
dinanzi
alla
legge
,
delle
ricchezze
rese
più
accessibili
,
della
scomparsa
delle
barriere
fra
le
classi
.
Nell
'
evo
antico
,
quando
lo
schiavo
era
cosa
;
o
,
nel
medio
evo
,
quando
il
servo
portava
il
collare
con
su
scritto
il
nome
del
padrone
;
lo
schiavo
o
il
servo
non
poteano
imitare
il
libero
o
il
padrone
.
Ci
volle
la
libertà
economica
che
ruppe
le
barriere
,
che
aumentò
la
ricchezza
,
che
la
rese
più
accessibile
,
per
le
classi
inferiori
che
tentassero
d
'
imitare
,
nella
tendenza
del
lusso
,
le
classi
superiori
.
Ed
oggi
l
'
imitazione
non
si
limita
ad
uno
o
ad
un
altro
aspetto
della
vita
,
ma
gli
invade
tutti
.
È
noto
come
non
solo
nella
foggia
del
vestire
,
ma
nella
copia
degli
alimenti
,
nella
qualità
,
nella
raffinatezza
dei
modi
,
nelle
abitudini
viziose
,
essa
si
manifesti
.
Fra
le
stesse
classi
agiate
,
fra
le
forme
varie
di
ricchezza
e
di
fortuna
,
è
un
rincorrere
per
superarsi
a
vicenda
.
La
gente
ricca
di
campagna
cerca
d
'
imitare
quella
di
città
;
quella
di
città
l
'
altra
della
metropoli
,
onde
ne
nasce
una
folla
di
desideri
insoddisfatti
,
che
acuisce
la
questione
economica
e
dà
un
ultimo
crollo
alle
fortune
pericolanti
e
distrae
gran
copia
del
lavoro
umano
dalla
produzione
di
oggetti
utili
per
dirigerlo
verso
una
folla
di
cose
superflue
,
onde
l
'
età
nostra
s
'
assomiglia
alle
età
decadenti
con
il
lusso
orientale
al
vertice
della
piramide
,
l
'
inopia
alla
base
.
La
legge
d
'
imitazione
diventa
un
circolo
vizioso
:
le
classi
meno
abbienti
cercano
imitare
le
doviziose
,
queste
trovano
nell
'
imitazione
un
pretesto
per
sfoggiare
un
lusso
nuovo
,
sconosciuto
finora
.
È
certo
però
che
un
utile
ne
deriva
fra
le
classi
inferiori
,
che
sentonsi
spronate
verso
un
miglioramento
continuo
e
progressivo
,
sebbene
maggiore
ne
potrebbe
essere
l
'
utile
,
se
l
'
imitazione
,
invece
di
dilagare
per
la
via
del
lusso
,
s
'
inalveasse
per
quello
dell
'
educazione
*
.
Chi
cerca
d
'
imitare
obbedisce
ad
una
legge
superiore
di
progresso
;
si
è
mai
pensato
che
ne
sarebbe
stato
di
noi
,
della
nostra
civiltà
,
se
le
nuove
generazioni
non
avessero
imitate
le
antiche
nel
conservare
gli
elementi
adatti
alla
specie
,
alla
sociabilità
ecc
.
?
Se
,
trovato
il
modo
d
'
allevare
gli
animali
,
di
accendere
il
fuoco
,
di
lavorare
i
metalli
,
lo
avessero
dimenticato
?
Non
è
chi
non
vegga
che
se
oggi
l
'
imitazione
è
parzialmente
un
danno
sociale
,
però
,
cessato
il
disordine
economico
,
ricomposto
il
genere
umano
in
una
sola
famiglia
;
la
virtù
diventerà
la
cosa
solamente
degna
d
'
emulazione
,
onde
,
la
legge
d
'
imitazione
diverrà
legge
di
progresso
non
fonte
di
sperpero
,
giacché
lo
sperpero
,
come
notava
Novikow
,
è
una
delle
piaghe
della
nostra
.
Se
l
'
imitazione
non
à
quella
importanza
che
il
Tarde
le
attribuisce
per
rispetto
al
genio
e
alla
folla
,
pure
una
grande
ne
à
e
quando
si
trovano
a
contatto
due
folle
di
valore
intellettivo
e
psichico
diverso
,
non
è
raro
che
l
'
una
eserciti
sull
'
altra
una
suggestione
che
,
da
parte
della
folla
inferiore
,
si
traduce
in
imitazione
.
In
ogni
tempo
e
in
ogni
luogo
,
l
'
esempio
n
'
è
così
vivo
e
lampante
che
parmi
,
diffondendomi
più
oltre
,
perdere
del
tempo
,
epperò
proseguiamo
.
Se
le
folle
possono
passare
dallo
stato
di
senilità
a
quello
di
giovinezza
,
ben
possono
talora
ricalcare
l
'
opposta
via
,
distruggendo
in
séle
ragioni
di
giovinezza
,
così
come
l
'
Italia
,
che
,
fino
al
400
,
fu
quanto
di
più
giovane
era
in
Europa
da
quell
'
epoca
andò
incontro
ad
una
dolorosa
decadenza
che
si
prolunga
in
fino
a
noi
.
Sia
che
la
mancanza
d
'
unità
politica
e
l
'
esuberanza
di
vitalità
,
dissipate
in
lotte
municipali
,
le
fossero
nociute
;
sia
che
le
forze
reazionarie
del
pensiero
svoltesi
dopo
il
concilio
di
Trento
con
l
'
Inquisizione
ed
il
Sant
'
uffizio
avessero
ucciso
ogni
vita
nella
nostra
penisola
;
sia
questa
,
sia
altra
ragione
(
scoperta
dell
'
America
,
caduta
di
Costantinopoli
in
mano
dei
turchi
ecc
.
)
è
certo
che
una
folla
,
la
già
nota
borghes
ia
italiana
,
impallidì
e
passò
alla
coda
del
movimento
civile
del
suo
tempo
,
perpetuando
uno
stato
di
inferiorità
,
non
anco
superato
.
La
Spagna
portava
in
sé
,
nella
mistione
con
gli
Arabi
,
una
sorgente
di
grandezza
,
però
il
fanatismo
religioso
ed
il
pregiudizio
etnico
prevalsero
in
modo
da
terminare
l
'
annientamento
dell
'
elemento
etnico
diverso
che
portava
nel
proprio
grembo
e
così
quella
folla
che
pareva
destinata
ad
un
grande
avvenire
è
rimasta
,
insieme
con
le
sue
consorelle
latine
,
una
delle
ultime
fattrici
di
civiltà
e
di
grandezza
.
Ed
ora
conchiudiamo
:
esistono
folle
giovani
e
vecchie
,
le
prime
con
un
contenuto
psichico
ottimista
,
le
seconde
con
un
contenuto
psichico
pessimista
;
il
pessimismo
d
'
una
folla
può
volgere
o
alla
sfiducia
o
alla
corruzione
,
o
al
neomisticismo
;
la
giovinezza
o
la
senilità
d
'
una
folla
non
è
eterna
:
vi
sono
cause
che
fanno
passare
una
folla
da
un
'
una
ad
altra
forma
e
che
possono
perpetuare
una
data
condizione
;
le
folle
giovani
e
vecchie
possono
agire
fra
di
loro
,
influenzandosi
a
vicenda
,
mercé
l
'
imitazione
ch
'
è
una
delle
forme
suggestive
d
'
una
folla
sull
'
altra
.
Le
folle
inferiori
,
però
,
son
quasi
sempre
folle
giovani
:
pare
questa
una
contraddizione
,
ma
,
a
guardarla
in
fondo
,
vi
si
scorge
come
,
talora
,
nelle
folle
inferiori
,
si
contenga
una
vitalità
rozza
,
ma
esuberante
,
la
quale
venuta
a
contatto
con
le
qualità
superiori
d
'
una
folla
senile
,
vale
a
fare
d
'
una
folla
bassa
una
folla
giovane
ed
alta
.
Nelle
folle
inferiori
predominano
uno
spirito
d
'
intraprendenza
,
di
costanza
,
di
sacrifizio
che
le
folle
alte
non
posseggono
:
una
specie
d
'
insensibilità
morale
acquisita
nelle
vicende
secolari
della
vita
;
ora
,
quando
queste
qualità
per
sé
stesse
inferiori
,
vengono
a
contatto
d
'
un
maggiore
spirito
di
critica
e
di
coltura
,
da
questa
mescolanza
di
qualità
inferiori
e
superiori
vengono
quelle
folle
di
esuberante
giovinezza
che
formano
,
di
contro
alle
forme
senili
,
il
più
spiccato
contrasto
che
si
possa
immaginare
.
Non
dissimilmente
avviene
,
quando
un
discendente
d
'
una
razza
raffinata
,
c
he
porta
seco
i
sintomi
d
'
una
degenerazione
,
quindi
facile
emotività
,
ingegno
penetrante
,
ma
non
persistente
,
confondendo
la
propria
esistenza
con
quella
della
razza
popolana
che
abbia
emotività
tarda
ma
normale
,
ingegno
forte
ma
poco
versatile
,
trasmette
nei
figli
una
mirabile
fusione
e
disseminazione
di
caratteri
e
dà
nascimento
al
genio
o
all
'
ingegno
.
I
bastardi
adunque
sono
sempre
qualcosa
di
nuovo
e
di
forte
di
mezzo
alla
decadenza
d
'
un
lignaggio
.
Può
avvenire
,
dunque
,
che
una
folla
inferiore
,
nel
contatto
d
'
una
folla
vecchia
,
ringiovanisca
,
elevandosi
da
quello
stato
di
maturità
incompleta
,
nella
quale
giaceva
o
dallo
stato
di
senilità
che
le
incombea
da
secoli
.
Se
la
folla
giovane
è
ottimista
,
nel
sentimento
,
nel
pensiero
e
incline
al
nuovo
cioè
neofila
,
diversa
è
la
folla
senile
,
la
quale
è
fortemente
attaccata
al
vecchio
:
è
misoneista
.
Il
fenomeno
,
anzi
,
presenta
una
maggiore
complessità
:
le
folle
vecchie
sono
le
meno
geniali
,
ma
son
quelle
maggiormente
ricche
di
genï
.
Pare
che
la
natura
si
diverta
a
creare
,
in
mezzo
ad
un
popolo
di
nani
,
dei
giganti
.
E
come
potrebbe
non
esser
così
,
se
il
genio
è
una
nevrosi
,
onde
di
mezzo
ad
una
folla
,
psichicamente
,
inferiore
,
si
eleva
una
mostruosità
geniale
?
La
genialità
nelle
folle
vecchie
è
così
fatta
ch
'
essa
à
un
carattere
rivoltoso
:
cioè
,
di
vedute
lunghe
,
totalmente
nuove
,
balzanti
d
'
un
tratto
e
che
stranamente
contrastono
con
il
vecchio
contenuto
della
folla
.
Diversa
è
la
genialità
delle
giovani
folle
,
la
quale
à
un
carattere
evolutivo
,
d
'
una
anticipazione
minore
e
d
'
un
minore
contrasto
con
l
'
ambiente
psichico
che
la
circonda
.
Ma
,
se
il
genio
della
folla
vecchia
anticipa
di
tanto
l
'
avvenire
,
è
la
folla
giovine
che
à
il
compito
di
accettarne
le
idee
,
di
diffonderle
,
di
tradurle
in
atto
:
la
folla
vecchia
non
lo
comprende
,
è
la
folla
giovane
che
,
accogliendo
quel
tanto
di
pensiero
geniale
di
mezzo
ad
un
ambiente
senile
,
gli
dà
quello
che
la
folla
dona
al
pensiero
,
cioè
,
completamento
,
diffusione
,
pratica
attuazione
.
Anco
,
adunque
,
le
folle
per
rispetto
al
genio
e
alle
sue
idee
si
differenziano
fra
loro
,
a
seconda
che
sieno
o
giovani
o
senili
.
Ma
,
le
folle
son
come
gli
uomini
;
dopo
compita
la
loro
missione
,
declinano
fino
a
tanto
che
una
novella
giovinezza
non
le
baci
in
fronte
,
giacché
la
giovinezza
è
,
per
rispetto
alla
folla
,
come
l
'
onda
del
mare
che
ora
carezza
il
lido
,
ed
ora
se
ne
allontana
.
CAPITOLO
VI
.
PATOLOGIA
DELLA
FOLLA
La
forma
patologica
della
folla
è
costituita
dalla
setta
,
la
quale
è
una
collettività
limitata
di
numero
e
con
manifestazioni
psichiche
ristrette
.
La
psiche
,
sia
essa
individuale
o
sociale
,
à
la
spiccata
qualità
di
essere
permeabile
:
una
psiche
chiusa
,
che
non
senta
l
'
influsso
del
mondo
circostante
,
non
esiste
:
noi
,
in
ogni
ora
,
in
ogni
momento
,
come
riceviamo
dall
'
ambiente
esterno
ossigeno
e
rimettiamo
acido
carbonico
;
come
introduciamo
sostanze
plastiche
tolte
a
'
due
regni
vegetale
ed
animale
;
così
riceviamo
pensieri
e
sentimenti
e
ne
diamo
,
in
cambio
,
degli
altri
,
effettuando
un
vero
scambio
psichico
.
Or
bene
,
questo
scambio
manca
tra
la
setta
e
il
mondo
circostante
,
ché
anzi
,
se
la
folla
è
un
centro
che
sprigiona
simpatie
,
la
setta
è
come
uno
dei
poli
della
pila
che
sviluppa
elettricità
,
contraria
a
quella
dell
'
altro
polo
,
costituito
dalla
rimanente
società
.
La
folla
,
in
fine
,
è
una
formazione
instabile
nei
suoi
elementi
:
le
unità
che
la
compongono
possono
scomparire
,
ritornare
,
allontanarsene
per
sempre
;
la
setta
non
à
questa
elasticità
di
composizione
,
ed
è
,
diceva
bene
il
Sighele
:
una
folla
cribata
e
permanente
*
.
Essa
è
,
adunque
,
una
forma
patologica
della
folla
e
,
aggiungiamo
,
della
folla
in
genere
,
in
quanto
che
qualunque
collettività
può
passare
dallo
stato
ordinario
a
quella
di
setta
,
al
pari
di
ogni
mare
interno
che
può
diventare
lago
salato
.
La
setta
,
possiamo
dire
,
fino
ad
un
punto
dato
,
è
una
malattia
di
crescenza
ed
una
involuzione
senile
,
ogni
partito
,
ch
'
è
la
forma
più
equilibrata
di
folla
,
nel
suo
nascere
attraversa
lo
stato
settario
,
lo
attraversa
quando
è
vecchio
,
quando
la
sua
missione
storica
è
compita
.
Quando
nasce
per
quel
contenuto
economico
stridente
che
porta
nel
proprio
seno
,
per
quella
concezione
nuova
di
tutto
il
mondo
che
à
seco
,
esso
sprigiona
la
lotta
dei
partiti
imperanti
,
che
altro
non
sono
che
interessi
economici
riconosciuti
,
vieta
concezione
del
mondo
,
cresimata
dalla
opinione
universale
.
È
il
momento
che
il
partito
nascente
suole
attraversare
il
periodo
settario
;
ma
,
quand
o
un
novello
partito
,
una
società
nuova
trionfa
,
l
'
antica
sopravvive
,
in
forma
decrepita
e
settaria
,
per
qualche
tempo
ancora
,
alla
propria
rovina
,
come
uomo
,
colpito
dalla
forma
senile
di
demenza
,
sopravvive
ancora
a
sé
stesso
.
Il
cristianesimo
,
questo
immenso
partito
politico
sociale
,
che
portava
nel
suo
grembo
tutta
intera
una
civiltà
,
dopo
la
morte
di
Cristo
attraversò
un
periodo
settario
.
La
chiesa
di
Gerusalemme
chiusa
in
sé
stessa
,
timida
,
paurosa
fu
una
vera
e
propria
setta
:
la
morte
di
Stefano
fu
l
'
avvenimento
che
ruppe
questo
carattere
settario
,
in
quanto
che
,
per
essa
,
Paolo
fu
guadagnato
alla
causa
cristiana
,
alla
quale
dette
l
'
universalità
che
i
nuovi
tempi
le
assegnavano
*
.
Quando
la
religione
pagana
fu
,
mano
a
mano
,
sopraffatta
dal
cristianesimo
,
il
culto
dei
vecchi
dèi
sopravvisse
ancora
:
le
città
,
i
grandi
laboratori
del
pensiero
nuovo
erano
tutte
intere
convertite
alla
nuova
fede
,
ma
il
paganesimo
viveva
ancora
nei
villaggi
,
nel
pagus
,
donde
il
nome
di
pagano
,
in
forma
che
,
per
la
sua
ristrettezza
,
potea
dirsi
settaria
.
Quando
l
'
ordine
religioso
cavalleresco
dei
Templarii
fu
distrutto
,
pochi
superstiti
assunsero
in
Inghilterra
una
forma
affatto
settaria
,
dalla
quale
alcuni
storici
vogliono
fare
derivare
la
massoneria
,
giacché
nel
simbolismo
di
questa
associazione
,
vivi
e
frequenti
sono
i
ricordi
degli
infelici
Templari
.
Quel
che
si
è
detto
per
il
partito
vale
per
le
altre
forme
di
folle
:
scuole
politiche
,
scientifiche
,
religiose
possono
ad
un
momento
dato
,
divenire
sette
,
ma
qualunque
sia
la
natura
di
queste
,
esse
rappresentano
sempre
una
quistione
economica
,
che
n
'
è
come
il
fondo
inavvertito
,
come
la
causa
palese
o
nascosta
.
L
'
eresia
risorgente
in
tutto
il
medio
evo
pare
che
sia
ben
lontana
da
ogni
contenuto
economico
eppure
,
di
sotto
all
'
involucro
teologico
e
religioso
,
ci
è
sempre
il
demone
nascosto
del
comunismo
risorgente
*
.
Sia
,
però
,
qualunque
il
carattere
della
setta
,
essa
porta
nel
suo
seno
una
differenziazione
di
funzioni
ed
una
connessione
,
diventando
così
un
vero
e
proprio
organismo
:
capi
e
proseliti
,
vinti
all
'
idea
per
un
'
ora
o
per
sempre
,
segni
,
parole
,
linguaggio
,
mezzi
di
riconoscimento
,
simboli
e
poi
sentimenti
,
passioni
,
pensiero
formano
la
vasta
,
la
complessa
,
la
intensa
vita
d
'
una
setta
.
Il
capo
d
'
una
setta
,
è
un
vinto
da
un
'
idea
,
è
un
passionato
,
un
ardente
,
è
quegli
in
cui
la
passione
comune
è
divenuta
fiamma
perenne
,
sospiro
eterno
dell
'
anima
.
Se
egli
un
giorno
fu
guadagnato
alla
causa
,
guadagnerà
gli
altri
;
sarà
,
come
i
discepoli
di
Cristo
,
pescatore
di
uomini
.
Le
doti
dell
'
animo
umano
più
altruiste
,
più
disinteressate
saranno
il
fascino
dell
'
animo
suo
;
non
vivere
che
per
un
'
idea
e
trasfonderla
in
altri
:
ecco
la
pecurialità
di
certi
animi
.
In
un
partito
,
essi
sono
le
nature
superiori
,
rivestite
di
eterna
bontà
;
in
una
setta
,
sono
i
capi
.
Però
,
accanto
a
queste
nature
angeliche
,
vi
sono
bene
i
fanatici
,
quelli
che
un
odio
cupo
e
feroce
porta
in
alto
,
che
,
nei
momenti
delittuosi
d
'
un
'
opera
settaria
,
tengono
un
primato
,
fatto
di
mancanza
di
pietà
,
d
'
assenza
delle
doti
più
belle
dell
'
animo
umano
:
sono
dei
delinquenti
nati
come
Marat
;
degli
ambiziosi
come
Robespierre
;
anime
mediocri
,
a
cui
lo
spirito
settario
à
dato
una
prevalenza
,
che
cadrebbe
nella
vita
normale
d
'
un
partito
.
Le
doti
più
alte
e
più
basse
dell
'
animo
umano
possono
,
in
dati
momenti
,
donare
un
primato
:
lo
può
dare
la
ferocia
,
il
sangue
freddo
,
lo
sprezzo
del
pericolo
,
il
fanatismo
cupo
e
feroce
:
così
come
la
bontà
,
la
mitezza
,
la
rassegnazione
calma
e
fidente
:
è
quistione
di
circostanza
e
non
di
altro
.
I
proseliti
sono
dei
passionati
come
degli
ambiziosi
,
gente
guadagnata
alla
causa
o
dalla
nobiltà
dell
'
animo
o
da
uno
squilibrio
passionale
o
ben
anco
da
spirito
di
ventura
*
.
La
parola
setta
richiama
subito
alla
mente
i
segni
,
le
parole
misteriose
;
l
'
Italia
è
stata
,
per
la
sua
oppressione
politica
,
la
terra
classica
delle
sette
:
carboneria
,
giovane
Italia
,
calderai
ecc
.
son
tutti
fioriti
da
noi
,
tanto
che
qualcosa
n
'
è
trapelato
anco
fuori
ond
'
è
che
,
quando
si
parla
di
setta
,
noi
pensiamo
a
questi
mezzi
di
preservazione
e
di
conservazione
di
contro
alle
persecuzioni
.
Segni
e
parole
ànno
lo
stesso
valore
che
,
nel
mondo
biologico
,
ànno
molti
atti
di
conservazione
:
alcune
specie
animali
,
in
fatti
,
assumono
forme
terrificanti
per
spaventare
gli
avversarii
,
o
forme
disgustose
od
apparenze
di
foglie
o
di
tronchi
o
il
colore
del
ramo
sul
quale
vivono
o
del
suolo
sul
quale
abitano
*
;
questo
vasto
mimetismo
non
à
altro
valore
che
la
conservazione
della
specie
.
Lo
stesso
valore
di
conservazione
individuale
ànno
le
funzioni
psichiche
,
e
lo
dimostrò
il
Sergi
nell
'
Origine
dei
fenomeni
psichici
e
la
loro
significazione
biologica
;
ebbene
segni
,
parole
,
toccamenti
ànno
,
nella
setta
,
lo
stesso
valore
di
protezione
collettiva
d
'
una
data
società
in
lotta
con
i
poteri
sociali
e
talora
con
lo
spirito
pubblico
.
Vedremo
,
in
altro
capitolo
,
come
questi
mezzi
protettivi
si
allarghino
nel
periodo
d
'
una
persecuzione
,
ch
'
è
il
momento
critico
della
folla
.
La
setta
possiede
,
del
pari
,
il
gergo
:
in
ciò
tra
le
associazioni
prevalentemente
criminali
e
le
altre
che
non
sono
tali
o
lo
possono
essere
per
incidenza
,
la
somiglianza
è
completa
,
perché
il
momento
psicologico
determinante
è
identico
:
sfuggire
alla
pena
.
La
giovane
Italia
spediva
gran
quantità
di
scritti
sotto
il
muso
inquisitoriale
dei
tirannelli
d
'
Italia
accompagnandoli
con
lettere
,
in
cui
ogni
parola
avea
un
significato
enigmatico
e
con
questo
gergo
si
poterono
spedire
tutti
quegli
scritti
di
Mazzini
,
che
inondavano
l
'
Italia
,
riempendo
di
stupore
le
paurose
polizie
:
il
gergo
permetteva
,
così
,
un
'
azione
altamente
protettiva
.
Di
non
dissimile
valore
è
l
'
uso
di
caratteri
convenzionali
,
geroglifici
ecc
.
,
frequenti
nei
criminali
.
La
setta
,
per
la
sua
peculiare
posizione
di
folla
in
lotta
,
à
un
ordinamento
militaresco
,
è
una
piccola
società
ordinata
in
guerra
contro
la
rimanente
formazione
sociale
,
questo
dà
un
'
impronta
che
ci
ricorda
la
costituzione
militare
degli
stati
.
Essa
è
à
detto
Sighele
:
«
una
folla
cribata
»
un
'
élite
,
proprio
come
un
esercito
ed
à
di
questo
l
'
obbedienza
stretta
,
il
segreto
ripartito
fra
pochi
a
seconda
della
fiducia
,
à
i
propri
gradi
,
à
gli
organi
trasmissori
,
à
le
sue
date
prestabilite
e
fisse
;
à
le
proprie
pene
per
chi
defeziona
o
tradisce
;
à
una
criminalità
collettiva
;
à
le
insurrezioni
o
le
barricate
,
à
sorprese
,
à
colpi
di
mano
,
à
spie
nel
campo
avversario
e
nel
campo
proprio
,
à
proclami
di
guerra
e
di
pace
;
e
,
come
un
esercito
,
à
,
infine
,
le
date
solenni
e
gloriose
.
La
setta
à
,
di
più
,
una
sete
intensa
d
'
ideale
,
un
misticismo
;
sia
essa
una
setta
religiosa
o
politica
o
sociale
,
il
misticismo
non
manca
mai
.
Questa
gran
malattia
propria
del
popolo
semitico
,
iniettata
nel
sangue
ario
,
le
accompagna
e
dà
loro
un
'
aria
,
un
contenuto
speciale
.
Misticismo
,
bisogno
d
'
elevarsi
sulle
ali
del
sentimento
sino
all
'
ideale
;
profetismo
,
smania
di
criticare
aspramente
con
parole
di
fuoco
,
con
passione
inspirata
;
messianismo
,
bisogno
di
annunziare
un
mondo
nuovo
,
sono
doti
degli
uomini
passionati
che
non
si
adagiano
nel
presente
ma
aspirano
al
futuro
.
Se
noi
oggi
attribuiamo
al
popolo
semitico
tali
doti
,
gli
è
perché
nessun
popolo
le
possedette
e
le
possiede
in
un
grado
più
alto
,
né
altro
mai
sprigionò
,
per
quelle
doti
,
più
larga
onda
di
fascino
e
d
'
incanto
;
esse
,
però
,
appartengono
a
tutti
gli
animi
nobili
,
combattuti
dalle
idealità
,
vinti
dal
loro
miraggio
e
depresse
e
nausea
te
dal
presente
triste
,
senza
lembo
di
azzurro
e
sprazzo
di
sereno
.
Rénan
avea
detto
,
parlando
del
cristianesimo
,
che
era
sorto
in
mezzo
agli
ebrei
,
perché
quel
popolo
portava
seco
un
realismo
doloroso
tra
lo
stato
di
lusso
introdotto
da
Salomone
e
le
tradizioni
etniche
del
giusto
,
ma
povero
dell
'
ebionim
accetto
a
Dio
.
«
Lo
splendore
esteriore
scrive
il
Rénan
:
non
era
ottenuto
che
con
eccessi
d
'
iniquità
.
La
nobiltà
antica
,
la
fierezza
dell
'
uomo
libero
era
perduta
.
Tutti
eran
servi
,
vi
erano
ricchi
,
ma
vi
erano
poveri
.
La
lotta
eterna
si
apriva
,
l
'
antica
fraternità
patriarcale
era
finita
.
E
qual
'
era
il
profitto
netto
della
rivoluzione
compita
?
Che
Gerusalemme
vedeva
delle
parate
assai
brillanti
,
che
delle
migliaia
di
uomini
gemevano
nelle
cave
di
Giudea
,
nelle
foreste
del
Libano
,
nel
fondo
delle
galere
del
mar
d
'
Oman
per
approvvisionare
i
bazar
di
Gerusalemme
da
trastulli
da
harem
»
.
Da
questo
stato
peculiare
nasceva
il
profetismo
.
«
I
profeti
continua
Rénan
:
sono
dei
fanatici
di
giustizia
sociale
che
proclamano
altamente
che
se
il
mondo
non
è
giusto
val
meglio
che
non
sia
*
»
.
Da
questo
interno
scontento
è
nato
,
in
ogni
tempo
e
in
ogni
luogo
,
la
promessa
messianica
che
dovrà
rinnovellare
il
mondo
.
Scontento
,
insofferenza
del
presente
,
sete
d
'
ideale
sono
le
note
salienti
degli
individui
come
dei
popoli
passionati
,
ardenti
,
con
tendenze
altruistiche
,
iperestetiche
le
quali
si
accompagnano
con
carattere
profetico
e
messianico
.
Le
sette
ànno
appunto
queste
doti
di
misticismo
,
di
profetismo
e
di
messianismo
ed
esercitano
,
perciò
,
profonda
suggestione
e
offrono
a
sé
stesse
,
all
'
anima
loro
,
in
mezzo
alla
lotta
più
cruda
che
le
avvolge
,
il
dittamo
consolatore
di
quanto
di
divino
vi
è
nella
natura
umana
.
Se
il
pensiero
nella
folla
s
'
integra
e
si
diffonde
ed
il
sentimento
si
assomma
;
nella
setta
,
che
n
'
è
una
forma
patologica
,
il
ritmo
del
pensiero
e
del
sentimento
si
altera
,
giacché
il
primo
si
cristallizza
ed
il
secondo
s
'
intensifica
,
come
gas
sotto
il
peso
di
migliaia
d
'
atmosfere
.
Non
è
più
una
somma
di
sentimento
,
ma
una
moltiplicazione
,
di
quelle
che
a
stento
possono
capire
nel
cuore
umano
,
costrette
a
rimanere
compresse
,
schiacciate
come
vapore
nelle
visceri
d
'
un
monte
o
nella
stretta
ferrea
d
'
una
enorme
caldaia
,
donde
talora
,
stracciando
e
rompendo
,
sprigionasi
con
schianto
.
La
folla
instabile
o
primigenia
à
un
pensiero
diffuso
;
nulla
vi
è
,
invero
,
di
concreto
;
molto
è
allo
stato
di
vapore
,
d
'
inderminato
,
più
intuizione
che
pensiero
netto
e
contornato
;
nel
partito
,
il
pensiero
è
progressivo
,
tutto
vi
si
discute
,
il
pensiero
proprio
come
l
'
altrui
.
I
giornali
,
i
comizï
,
i
parlamenti
,
i
meeting
,
i
libri
non
sono
che
una
vasta
letteratura
orale
e
scritta
,
nella
quale
,
ogni
giorno
,
il
proprio
e
l
'
altrui
pensiero
è
vagliato
,
non
solo
dal
lato
astratto
della
dottrina
,
ma
riguardo
alla
pratica
della
vita
quotidiana
.
Da
questo
continuo
lavorìo
intellettuale
nasce
la
progressività
del
pensiero
,
fatto
di
crescenti
stratificazioni
,
l
'
una
dell
'
altra
più
larga
e
più
completa
.
Solo
,
quando
il
pensiero
è
completo
,
né
contiene
in
sé
ulteriori
avanzamenti
,
tende
ad
immobilizzarsi
,
la
discussione
diventa
sempre
più
impossibile
e
,
a
tal
punto
,
un
partito
divent
a
una
setta
.
Il
pensiero
settario
à
un
altro
lato
caratteristico
ed
è
l
'
intolleranza
,
che
nasce
dall
'
esser
troppo
imbevuto
da
un
'
idea
,
dall
'
averne
formato
il
centro
di
tutta
la
vita
intellettiva
e
dall
'
averla
infiammata
di
tutta
la
propria
passione
,
congiungendo
pensiero
e
sentimento
,
ad
un
tempo
,
che
dominino
intero
il
campo
della
psiche
.
Ora
,
nel
partito
il
pensiero
è
di
continuo
scosso
,
sfiorato
,
agitato
dal
pensiero
altrui
:
si
sente
che
,
accanto
al
proprio
,
ce
n
'
è
un
altro
che
ora
con
questo
collima
ora
se
ne
differenzia
;
il
pensiero
proprio
perde
,
così
,
l
'
impronta
assoluta
ed
egoistica
,
giacché
niente
di
più
giova
a
far
sentire
la
propria
pochezza
,
quanto
misurare
sé
stesso
ogni
giorno
con
gli
altri
.
Per
la
setta
,
in
vece
,
avviene
il
contrario
:
la
si
disprezza
,
ma
non
la
si
critica
;
la
si
cerca
schiantarla
,
ma
non
raddrizzare
,
se
travia
,
e
da
questo
disprezzo
e
da
questo
desiderio
di
schiantarla
nasce
,
nell
'
animo
suo
,
quell
'
odio
intollerante
e
fanatico
,
che
partorisce
grandi
dolori
:
avviene
quel
fenomeno
istesso
che
si
verifica
là
dove
l
'
ebreo
è
ancora
perseguitato
,
disprezzato
,
maltrattato
;
egli
là
si
sente
ancora
ebreo
,
e
nel
disprezzo
intimo
per
gli
altri
,
si
crede
ancora
il
popolo
eletto
.
Ma
,
dove
è
stato
in
tutto
parificato
agli
altri
cittadini
,
là
egli
à
scordato
la
sua
origine
etnica
,
mescolando
la
propria
razza
e
la
propria
sorte
con
l
'
altrui
*
.
Se
la
setta
soffre
di
monodeismo
,
essa
è
del
pari
sofferente
di
eccessiva
intensità
unipassionale
,
quel
che
potremo
dire
,
con
un
neologismo
,
monopatia
settaria
.
Nella
folla
,
il
sentimento
è
instabile
,
quanto
ad
intensità
:
esse
,
nella
forma
più
semplice
ed
indifferenziata
,
ànno
,
è
vero
,
i
grandi
uragani
passionali
,
ma
dopo
di
questi
ricompare
il
sereno
fatto
dall
'
inerzia
abituale
,
dal
riposo
dell
'
animo
dopo
la
tensione
,
che
l
'
à
,
per
breve
ora
,
sconvolta
.
Anche
nel
partito
può
la
passione
assommarsi
,
ma
vi
sono
quelli
che
il
Ferrero
chiama
sfiatatoi
*
:
stampa
,
meeting
,
azione
parlamentare
per
i
quali
la
passione
vien
fuori
,
come
vapore
,
per
le
valvole
d
'
una
caldaia
,
ogni
qual
volta
l
'
interna
pressione
vinca
.
Ora
,
il
potere
sprigionare
una
passione
,
fa
sì
che
la
si
bilanci
anche
con
altre
e
nell
'
animo
resti
spazio
disponibile
per
la
complessità
passionale
.
La
psiche
è
così
fatta
che
à
,
normalmente
,
un
flusso
di
pensiero
e
di
sentimenti
;
arrestarlo
,
fermandone
uno
o
molti
nel
campo
della
coscienza
,
o
affrettarne
lo
scorrere
ed
il
succedere
loro
,
costituiscono
due
stati
patologici
.
Nella
setta
avviene
appunto
così
:
l
'
animo
è
posseduto
da
un
sol
pensiero
e
da
una
sola
passione
;
le
emozioni
non
si
raccolgono
intorno
ai
diversi
centri
emotivi
della
conservazione
individuale
,
dell
'
istint
o
sessuale
,
delle
relazioni
parentali
e
sociali
,
ma
quest
'
ultime
solo
prevalgono
e
neppure
in
una
maniera
complessa
,
ma
semplice
ed
unilaterale
Quanto
a
'
centri
emotivi
vedi
Sergi
,
Psicologia
per
le
scuole
..
Epperò
la
setta
suggestiona
,
di
continuo
,
sé
medesima
e
il
mondo
esterno
:
autosuggestione
ed
etorosuggestione
sono
due
forme
le
quali
,
se
son
comuni
all
'
individuo
ed
alla
folla
,
nella
setta
assurgono
ad
altezze
vertiginose
.
E
la
suggestione
nasce
da
parecchie
cause
.
Il
cuore
umano
à
sempre
un
palpito
generoso
per
chi
combatte
,
per
chi
soffre
e
per
chi
spera
;
pigliate
un
malfattore
,
caricatelo
di
catene
e
quello
spettacolo
schianterà
i
cuori
:
le
sue
colpe
saranno
dimenticate
e
resterà
,
invece
vivo
nell
'
animo
lo
spettacolo
presente
della
creatura
umana
che
soffre
,
per
quel
fenomeno
psichico
che
fa
sì
che
la
percezione
presente
sia
sempre
più
viva
della
rirepresentazione
,
come
le
chiama
Spencer
,
o
meglio
delle
percezioni
rievocate
.
Ora
,
lo
spettacolo
di
molta
gente
,
e
spesso
di
gente
profondamente
altruista
e
nelle
quali
l
'
emotività
sociale
s
'
accompagna
con
l
'
assenza
di
sentimenti
e
d
'
interessi
personali
,
con
la
purezza
della
vita
,
con
una
fede
viva
e
possente
,
con
la
rassegnazione
;
lo
spettacolo
di
tale
gente
,
in
un
momento
di
persecuzioni
,
di
sprezzo
eccita
gli
animi
circostanti
,
destando
la
pietà
viva
che
può
ben
essere
la
strada
per
la
quale
molti
si
accostano
e
saranno
guadagn
ati
alla
setta
.
Il
Ferrero
,
tempo
fa
,
sviluppava
la
così
detta
legge
di
singolarità
,
per
la
quale
un
uomo
,
differente
,
per
qualità
psichiche
,
da
un
popolo
in
mezzo
a
cui
vive
può
imporvisi
*
.
Il
Ferrero
non
lo
à
detto
,
ma
la
legge
di
singolarità
rientra
nel
fenomeno
suggestivo
,
vero
sia
per
l
'
individuo
,
sia
per
una
collettività
.
La
setta
è
una
singolarità
psichica
,
essa
possiede
l
'
altruismo
in
una
misura
che
altri
non
à
;
tra
la
psiche
della
setta
e
le
altre
,
vi
è
una
differenza
quantitativa
di
altruismo
,
che
vince
,
che
assorbe
,
che
desta
l
'
ammirazione
.
Tal
'
è
l
'
etero
suggestione
,
che
una
setta
esercita
sulla
folla
.
La
suggestione
che
la
folla
esercita
su
sé
medesima
,
l
'
autosuggestione
,
dipende
dalla
costituzione
passionale
degli
animi
e
dall
'
esaltamento
di
questo
stato
.
Quando
un
individuo
crede
di
essere
nel
vero
,
di
soffrire
per
una
giusta
causa
,
e
per
essa
dimentica
tutto
e
,
d
'
altra
parte
,
gli
è
impedito
parlarne
,
egli
attraversa
lo
stato
particolare
detto
ruminazione
psicologica
.
Il
pensiero
è
fisso
e
rivolto
sulla
propria
psiche
:
se
la
vita
non
vale
che
per
offrirla
per
olocausto
ad
un
'
idea
,
chi
è
capace
di
questo
sacrifizio
è
grande
e
tanto
più
per
quanto
più
capace
:
nasce
,
adunque
,
un
esaltamento
di
sé
,
un
senso
intimo
di
grandezza
,
che
disprezza
la
folla
che
non
intende
e
non
vede
:
senso
di
nobile
alterezza
che
tutti
i
grandi
,
da
Gesù
a
Mazzini
,
ànno
avuto
e
che
fece
dire
a
Gesù
sul
Golgota
:
padre
,
perdonali
,
non
sanno
quel
che
si
fanno
!
La
setta
,
formata
adunque
di
nature
similmente
appassionate
,
di
gente
desiosa
di
soffrire
,
d
'
idealisti
che
sanno
sprezzare
la
vita
,
di
monopatici
e
di
monoideizzati
è
come
una
campana
ripiena
d
'
ossigeno
,
nella
quale
si
è
costretti
a
respirare
e
sentire
inalzare
la
vita
ad
un
massimo
,
che
non
può
durare
,
senza
che
l
'
organismo
non
ne
resti
consunto
.
Noi
abbiamo
insistito
sempre
sulle
condizioni
passionali
della
setta
e
non
senza
ragione
:
una
delle
conseguenze
,
cui
queste
possono
condurre
,
è
il
delitto
passionale
:
quando
,
in
fatti
,
il
sentimento
è
giunto
a
tal
punto
ch
'
esso
non
può
essere
più
a
lungo
compresso
,
scoppia
in
manifestazioni
criminali
contro
o
di
sé
[
forma
di
suicidi
diretti
ed
indiretti
]
o
contro
gli
altri
.
Nulla
,
difatti
,
manca
,
acciò
avvenga
un
delitto
passionale
:
la
credenza
d
'
essere
nel
vero
e
nel
giusto
;
d
'
essere
,
a
torto
,
perseguitati
o
sprezzati
;
un
senso
di
megalomania
e
d
'
esaltamento
interno
;
la
coscienza
di
credere
d
'
agire
per
gli
altri
;
lo
spirito
completo
di
sagrifizio
.
Se
una
cosa
vi
manca
,
è
la
spinta
e
che
la
dànno
,
talora
,
i
delinquenti
veri
,
i
cattivi
consiglieri
,
i
provocatori
che
si
frammischiano
a
'
passionali
:
questa
strana
mescolanza
di
passionali
e
delinquenti
,
conduce
in
modo
inevitabile
al
delitto
.
Così
è
adunque
:
la
setta
,
ch
'
è
una
forma
patologica
della
folla
sorge
in
un
ambiente
di
persecuzione
,
di
scarsa
civiltà
,
di
mancante
libertà
,
nelle
ore
tristi
d
'
un
popolo
e
può
essere
talora
un
rifugio
di
quanto
vi
è
in
un
popolo
di
non
corrotto
.
Ma
è
rimedio
peggiore
del
male
,
che
abitua
alla
dissimulazione
,
al
delitto
,
alla
disciplina
idiota
,
all
'
idolatria
della
forza
:
essa
guasta
la
fibra
d
'
un
popolo
onde
ben
diceva
il
Foscolo
:
per
fare
l
'
Italia
bisogna
disfare
le
sette
.
E
per
disfare
ci
vuole
istruzione
e
libertà
,
che
educhino
,
che
tolgano
le
intemperanze
,
che
permettano
il
progressivo
cammino
umano
,
che
alla
setta
sostituiscano
il
partito
,
scuola
solenne
dei
popoli
,
fiume
ampio
che
conduce
al
mare
dell
'
umanità
.
Ben
possono
,
in
regime
di
libertà
,
esservi
sette
,
ma
esse
non
ànno
che
la
forma
,
l
'
apparenza
esterna
,
cui
manca
il
contenuto
,
la
suggestione
,
la
criminalità
;
sono
come
s
imboli
di
sopravvivenza
,
che
vanno
mano
mano
scomparendo
nell
'
onda
purificatrice
del
partito
,
che
,
discutendo
,
non
congiura
e
che
matura
un
avvenire
migliore
sempre
del
presente
.
ALTRI
FENOMENI
PATOLOGICI
La
folla
selvaggia
od
orda
,
oltrecché
in
forma
instabile
e
primigenia
,
può
rivivere
come
una
persistenza
di
forme
,
in
gran
parte
,
scomparse
nel
cammino
dei
secoli
,
tanto
che
,
incontrandoci
in
una
folla
anomala
,
criminosa
noi
possiamo
concepirla
o
come
un
ritorno
barbarico
in
piena
civiltà
,
così
come
l
'
uomo
delinquente
riproduce
,
nel
suo
tipo
,
forme
da
lungo
tempo
oltrepassate
;
o
come
una
continuazione
d
'
una
forma
inferiore
,
così
come
l
'
amphioxus
lanceolatus
è
l
'
ultimo
rappresentante
degli
acranioti
.
Ma
,
sia
come
forma
atavica
o
come
persistenza
d
'
una
forma
inferiore
,
è
meritevole
di
studio
.
Il
monadismo
rappresentò
uno
stadio
normale
,
nel
quale
l
'
umanità
fu
sospinta
dal
crescente
numero
e
dal
cresciuto
bisogno
di
nutrizione
;
ma
,
provato
che
sia
,
diventa
un
bisogno
dello
spirito
,
avido
del
nuovo
e
dell
'
emozionante
.
Nei
popoli
selvaggi
,
nei
quali
manca
la
passione
della
vita
domestica
e
sociale
,
lo
stato
nomade
che
lascia
venir
fuori
la
energia
accumulata
in
un
lungo
riposo
,
che
mette
il
fremito
della
caccia
e
della
guerra
,
diventa
una
fonte
di
diletto
psichico
,
più
forte
ancora
del
nutrimento
che
somministra
.
Una
volta
gustato
il
piacere
di
vagabondare
,
il
selvaggio
non
lo
dimentica
più
:
diventa
per
lui
un
bisogno
,
fino
a
tanto
che
una
novella
necessità
non
lo
renda
stabile
.
Ma
,
questo
che
è
un
periodo
di
transizione
,
un
momento
,
sia
pure
lungo
,
della
vita
dei
popoli
,
in
certe
folle
,
si
prolunga
in
modo
indefinito
,
da
potersi
ben
pensare
che
sieno
prima
spente
che
rese
stabili
.
Altre
volte
,
sono
folle
nomadi
di
mezzo
ad
una
società
stabile
,
come
i
pezzenti
del
medio
evo
,
come
i
clerici
vagantes
,
come
gli
zingari
moderni
;
e
,
là
dove
rivive
,
il
nomadismo
si
accompagna
sempre
con
le
doti
sociali
inferiori
dell
'
ozio
,
con
la
fame
insaziata
di
impressioni
nuove
.
Un
'
attenuazione
del
nomadismo
è
certo
quella
che
presentano
gli
zingari
,
in
alcune
parti
del
mezzogiorno
d
'
Italia
,
i
quali
ànno
delle
residenze
stabili
dalle
quali
partono
e
alle
quali
ritornano
.
Altre
forme
attenuate
sono
le
emigrazioni
interne
ed
esterne
,
nelle
quali
il
bisogno
economico
e
il
desio
d
'
altri
luoghi
possono
tanto
e
sono
come
il
sostitutivo
d
'
una
criminalità
collettiva
,
sia
ch
'
esse
avvengano
in
modo
isolato
,
sia
che
piglino
la
forma
,
come
nel
Veneto
,
d
'
una
vera
emigrazione
del
clan
,
d
'
un
vero
isolotto
,
di
una
duna
che
il
mare
trasporta
d
'
una
costa
all
'
altra
.
Altra
forma
di
persistenza
o
di
ritorno
atavico
è
,
di
certo
,
il
delitto
della
folla
,
che
può
essere
,
come
per
l
'
individuo
,
o
una
forma
congenita
o
una
forma
passionale
,
a
seconda
che
o
prevalga
la
mancanza
del
senso
morale
o
i
poteri
di
arresto
sieno
poco
sviluppati
.
Né
diversamente
d
'
una
persistenza
o
d
'
un
ritorno
vanno
interpetrate
l
'
epidemie
psichiche
,
religiose
o
sociali
che
,
a
momenti
dati
,
investono
,
in
piena
modernità
,
lo
spirito
popolare
e
che
sono
come
un
riflesso
,
una
eco
del
mondo
medio
evale
,
che
fu
una
lunga
epidemia
ora
demoniaca
,
ora
eretica
,
ora
neuro
e
psicopatica
,
che
possono
vivere
,
ancora
,
non
ostante
la
scienza
che
tenta
penetrare
tutta
la
vita
d
'
un
popolo
.
Ma
,
la
psicologia
della
folla
non
può
dirsi
compiuta
,
senza
che
si
accenni
al
misoneismo
che
le
folle
possono
ripetere
come
un
carattere
atavico
,
che
agì
molto
nel
tempo
antico
e
fu
una
forza
di
conservazione
della
società
.
Quando
il
sentimento
sociale
era
scarso
,
affidato
in
gran
parte
alla
memoria
,
esso
poté
conservarsi
innovandosi
quanto
meno
si
potea
.
Bisognò
che
fosse
,
lungamente
,
fissato
,
prima
di
variarlo
;
d
'
averne
cimentato
gli
elementi
antichi
,
prima
di
svolgerne
i
nuovi
.
La
mente
stessa
,
l
'
organo
pesante
,
non
avea
quella
forza
necessaria
da
poter
resistere
al
consumo
nervoso
d
'
un
'
innovazione
,
la
quale
,
poté
,
solo
,
avvenire
in
modo
lento
,
ma
sicuro
sotto
la
spinta
di
novelle
necessità
.
(
Paola
Lombroso
Critica
sociale
1897
)
.
Appartiene
alle
folle
moderne
il
cammino
celere
dal
vecchio
al
nuovo
,
in
grazia
della
predisposizione
dell
'
animo
che
le
rivolge
all
'
avvenire
,
che
fa
mantenere
il
passato
,
rammodernandolo
sempre
ed
innovandolo
.
Pure
,
il
misoneismo
non
è
ancora
scomparso
e
rivive
talora
in
forma
epidemica
;
cosa
sono
,
in
fatti
,
quegli
sconforti
universali
nella
scienza
,
in
questa
fine
di
secolo
?
cos
'
è
questo
grido
suadente
il
ritorno
all
'
antico
,
che
pare
,
talora
,
assumere
un
contenuto
profetico
?
Compagna
col
misoneismo
è
la
neofilia
,
che
può
essere
,
talora
,
semplicemente
apparente
,
come
quando
ritorna
,
in
arte
,
al
preraffaellismo
,
o
essere
un
vero
atavismo
,
come
il
sogno
ardente
d
'
un
ritorno
allo
stato
di
natura
,
alle
concezioni
di
società
che
non
ànno
della
nostra
né
il
vizio
,
né
la
virtù
attiva
;
o
al
superomismo
di
Nietzsche
.
Ben
vi
sono
delle
concezioni
,
apparentemente
,
ataviche
,
nella
forma
,
ma
con
contenuto
nuovo
e
moderno
:
quale
il
collettivismo
,
il
divorzio
,
la
giuria
,
che
potrebbero
sembrare
il
possesso
comune
del
suolo
,
l
'
etairismo
,
la
primitiva
giustizia
barbara
.
(
Ferri
Soc
.
e
scienza
positiva
)
.
Similmente
presso
alcuni
popoli
prevale
la
forma
,
religiosa
,
apparentemente
nuova
con
contenuto
vieto
,
come
nella
Russia
,
dove
vivono
innumerevoli
sette
religiose
nelle
quali
la
sembianza
del
nuovo
è
soverchiata
dal
risorgente
contenuto
mistico
del
primitivo
cristianesimo
.
Connessa
col
misoneismo
,
è
l
'
anticipazione
collettiva
,
la
quale
,
al
pari
dell
'
anticipazione
individuale
del
genio
,
è
sempre
inconscia
.
Quando
il
genio
discopre
una
novella
teoria
scientifica
,
si
può
dire
che
essa
fu
intravvista
e
preannunciata
,
in
qualche
proverbio
,
dalla
genialità
anonima
della
folla
.
Il
detto
:
nil
sub
sole
novi
è
vero
per
la
genialità
collettiva
rispetto
all
'
individuale
:
prima
di
Darwin
,
il
popolo
calabrese
,
in
un
motto
pornografico
,
assommava
la
lotta
per
l
'
esistenza
e
per
la
donna
;
prima
d
'
ogni
grafologo
la
scrittura
si
chiamava
carattere
;
prima
di
Lister
nella
Sila
le
ferite
si
curavano
con
la
trementina
che
geme
dai
pini
;
prima
che
i
criminologi
studiassero
l
'
effetto
criminogeno
del
vino
,
un
fablieau
narra
che
il
demonio
,
volendo
perdere
un
santo
lo
indusse
a
bere
del
vino
onde
il
santo
,
briaco
,
sedusse
la
moglie
d
'
un
mugnaio
e
ne
uccise
il
marito
che
lo
avea
colto
sul
fallo
;
prima
che
si
parlasse
della
simbiosi
del
delitto
,
un
altro
fablieau
narra
d
'
un
astrologo
c
he
,
letto
,
negli
astri
,
dover
un
fanciullo
,
fatto
grande
,
diventare
un
assassino
,
consigliò
al
padre
di
farne
un
medico
,
onde
saziare
il
sentimento
di
crudeltà
in
modo
utile
per
sé
e
per
gli
altri
.
Questa
ed
altre
anticipazioni
geniali
à
la
folla
;
ma
quando
la
scienza
le
riferma
,
quando
le
estende
,
essa
le
combatte
rabbiosamente
,
cedendo
al
misoneismo
che
porta
seco
da
tanti
secoli
.
L
'
anticipazione
della
folla
si
rassomiglia
a
quella
del
genio
,
sono
ambedue
incoscienti
e
pertengono
ad
uno
stato
d
'
inferiorità
psico
somatica
nella
folla
,
alla
neurosi
epilettoide
nel
genio
.
Il
rapporto
del
genio
con
la
folla
implica
lo
studio
dell
'
influenza
dell
'
uno
o
dell
'
altro
sul
cammino
del
progresso
umano
.
È
la
collettività
che
à
segnato
la
storia
del
mondo
?
o
,
in
vece
,
la
civiltà
umana
è
stata
un
'
imitazione
di
vedute
d
'
intelletti
superiori
?
i
pionieri
della
civiltà
furono
le
anonime
folle
d
'
ogni
tempo
e
d
'
ogni
luogo
o
non
piuttosto
Socrate
o
Confucio
,
Gesù
o
Maometto
,
Goethe
o
Shakespeare
,
Mazzini
o
Marx
?
Fino
a
poco
tempo
fa
,
non
si
ebbe
difficoltà
di
credere
alla
genialità
individuale
,
che
svela
nuovi
veri
ed
apre
vie
novelle
ed
è
imitata
poi
dalla
massa
;
ma
quando
i
rinnovati
studï
sociologici
dettero
importanza
al
fattore
collettivo
,
parve
che
questa
vieta
interpretazione
non
dovesse
essere
la
vera
.
Il
dibattito
si
è
andato
rinfocolando
dinanzi
all
'
avvenire
,
che
promette
di
essere
destinato
ad
una
crescente
importanza
del
collettivismo
,
non
solo
nel
campo
economico
,
ma
intellettivo
e
,
dinanzi
a
questo
che
pare
un
gran
pericolo
sociale
,
molti
si
son
domandati
ansiosamente
se
,
per
caso
,
l
'
interpretazione
diciamo
così
collettivista
della
società
,
non
sia
un
errore
sociologico
e
l
'
individualismo
non
debba
essere
ancora
la
gran
via
maestra
dell
'
avvenire
.
Il
Tarde
parve
avesse
risoluto
la
quistione
eriggendo
,
con
splendore
di
forma
e
di
ingegno
,
la
teoria
dell
'
imitazione
sociale
e
lo
stesso
fatto
che
,
talora
,
il
genio
rimane
incompreso
,
pare
ribadisca
la
dottrina
della
suggestione
del
genio
isolato
sulla
collettività
.
Ma
,
guardando
bene
la
quistione
,
noi
troviamo
che
il
genio
piglia
dalla
collettività
l
'
impronta
psico
somatica
:
così
Heine
è
genio
ebreo
,
Leonardo
da
Vinci
genio
latino
,
onde
a
torto
separiamo
il
genio
dalla
collettività
dov
'
è
nato
,
giacché
esso
è
come
uno
specchio
che
fa
convergere
i
raggi
in
un
foco
,
è
come
un
monte
che
riflette
le
onde
sonore
e
ci
dà
l
'
eco
.
Ma
,
anco
quando
fra
collettività
e
genio
non
vi
sia
similarità
;
quando
il
genio
è
una
singolarità
psichica
,
onde
riesce
a
sovrapporsi
alla
collettività
in
mezzo
a
cui
vive
,
pure
quel
genio
che
esercita
un
'
azione
di
suggestione
così
viva
,
non
è
tale
,
se
non
per
il
contrasto
psichico
della
folla
in
mezzo
cui
vive
.
Le
sue
doti
s
'
innalzano
,
perché
quelle
delle
persone
che
lo
circondano
,
sono
troppo
diverse
dalle
sue
;
perché
,
fra
lui
e
l
'
ambiente
sociale
,
si
è
come
impegnata
una
lotta
che
lo
sublima
e
l
'
innalza
e
quando
la
collettività
lo
imita
,
assimila
quelle
virtù
o
quegli
esempi
ch
'
essa
à
sprigionato
nel
contatto
con
una
singolarità
psichica
,
così
diversa
dalla
sua
.
Però
,
tra
genio
e
folla
esiste
ben
altro
rapporto
.
Io
credo
che
vi
siano
due
forme
di
genialità
una
completa
che
sorge
nelle
folle
giovani
e
dove
la
statica
e
la
dinamica
psichica
sono
alte
e
ch
'
è
fatta
da
uno
sviluppo
armonico
e
vertiginoso
insieme
,
delle
doti
dell
'
animo
;
l
'
altra
incompleta
ed
è
una
neurosi
che
si
svolge
di
preferenza
nelle
folle
senili
,
nelle
quali
la
statica
e
la
dinamica
psichica
sono
poco
evolute
.
Il
genio
,
inoltre
,
non
è
che
una
forza
di
riserva
della
collettività
:
quando
questa
è
troppo
in
basso
,
quando
lavora
poco
col
cervello
,
quando
il
suo
egoismo
prevale
,
essa
dà
dal
proprio
seno
la
genialità
e
l
'
altruismo
individuale
.
È
un
pensiero
,
è
un
sentimento
di
compenso
che
crea
:
pare
che
il
pensiero
soffocato
,
il
sentimento
represso
si
sprigionino
di
tanto
in
tanto
come
il
getto
d
'
un
vulcano
che
s
'
innalzi
sino
alle
stelle
.
Epperò
,
il
genio
vive
fra
certi
climi
storici
,
e
si
eleva
talora
dal
basso
,
o
discende
,
tal
altro
,
dall
'
alto
:
è
talora
plebeo
,
talora
aristocratico
;
cioè
,
proviene
da
quelle
due
classi
che
più
risentono
la
degenerazione
e
la
senilità
della
razza
.
Conchiudiamo
:
il
genio
sorge
dalla
folla
,
assommandone
la
psiche
,
oppure
da
questa
riceve
il
contrasto
per
il
quale
sprigiona
scintille
e
s
'
innalza
;
la
folla
percorre
,
con
le
sue
anticipazioni
,
il
genio
,
ma
quando
questo
le
svolge
e
ne
trae
le
conclusioni
,
essa
le
avversa
constringendolo
a
novelle
meditazioni
e
integrazioni
,
e
quando
tale
lavoro
di
svolgimento
dottrinale
è
compiuto
,
la
folla
stessa
,
vinto
il
proprio
misoneismo
,
ne
diffonde
le
nuove
dottrine
.
Il
genio
è
,
in
fine
,
come
una
forza
di
riserva
e
di
compenso
della
folla
bassa
e
poco
evoluta
;
ma
,
quando
la
folla
s
'
innalza
,
l
'
azione
individuale
del
genio
si
esaurisce
:
alla
genialità
individuale
succede
la
collettiva
.
Noi
ritorniamo
,
per
legge
di
regresso
apparente
,
di
nuovo
alla
folla
:
nei
tempi
antichi
fu
la
folla
indifferenziata
che
formò
la
civiltà
;
poi
successe
la
genialità
individuale
che
,
come
grande
fiaccola
,
come
colonna
di
fuoco
si
trasse
dietro
la
folla
;
ed
ora
questa
,
differenziata
,
evoluta
,
integrata
crea
le
nuove
civiltà
e
matura
l
'
avvenire
,
che
rompe
da
più
punti
come
immenso
fascio
di
luce
che
abbacina
e
seduce
come
in
una
visione
di
sogno
.
CAPITOLO
VII
.
MOMENTI
DI
CRISI
Le
folle
,
come
gli
organismi
,
ànno
i
loro
momenti
di
crisi
.
Vi
è
una
crisi
fisiologica
dell
'
organismo
umano
,
la
crisi
della
pubertà
,
quando
il
fanciullo
che
fino
a
ieri
giocò
con
le
sue
compagne
di
scuola
;
la
fanciulla
che
non
sentì
nulla
,
stando
in
mezzo
a
'
paffutelli
compagni
dell
'
età
sua
,
provano
un
sentimento
nuovo
e
strano
che
li
tormenta
,
li
martoria
,
un
bisogno
segreto
d
'
isolarsi
,
dei
turbamenti
inusitati
,
un
senso
come
di
sconforto
e
di
pianto
.
È
il
dio
ignoto
che
s
'
annunzia
in
mezzo
ad
una
tempesta
di
sentimenti
sconosciuti
,
di
paurosi
turbamenti
,
di
sogni
deliziosi
,
di
vergogne
non
mai
provate
e
,
alla
innocenza
infantile
,
succede
la
pudica
pubertà
:
è
la
gran
crisi
fisiologica
,
così
varia
,
così
complessa
,
che
si
prova
,
ma
non
si
descrive
:
nel
fanciullo
è
nato
l
'
uomo
;
nella
fanciulla
,
la
donna
:
son
tempi
quelli
in
cui
i
giorni
contano
per
mesi
ed
i
mesi
per
anni
:
è
il
dio
d
'
amore
,
che
parla
in
mezzo
allo
scrosciar
della
tempesta
ed
al
lampeggiare
dei
tuoni
.
Accanto
alla
grande
crisi
fisiologica
della
pubertà
che
scuote
e
trasforma
l
'
organismo
;
accanto
e
dopo
questa
,
cominciano
,
per
taluni
,
le
grandi
crisi
morali
,
dalle
quali
si
esce
o
rifatto
o
sconfitto
.
Dolori
intensi
che
non
si
rimarginano
mai
e
lasciano
sulla
fronte
delle
rughe
profonde
come
solchi
;
pensieri
affannosi
come
una
tempesta
in
mezzo
alla
sconfinata
maestà
dell
'
oceano
;
prove
terribili
,
quali
mai
genio
satanico
seppe
immaginare
,
possono
attendere
questo
organismo
umano
così
fragile
,
che
ogni
nonnulla
può
guastare
,
sconvolgere
,
annientare
:
son
le
grandi
crisi
morali
dalle
quali
o
si
esce
invulnerabile
o
si
esce
vinto
,
dimesso
per
sempre
.
In
questi
momenti
,
la
natura
umana
sprigiona
una
riserva
immensa
di
forze
morali
,
tenute
in
serbo
,
della
quale
mai
ci
eravamo
accorti
né
avremmo
saputo
se
quell
'
occasione
,
quel
fatto
non
l
'
avesse
sprigionato
,
come
una
macchina
elettrica
sulle
cui
punte
si
è
accumulata
gran
forza
di
elettricità
,
che
aspetti
un
tocco
,
un
avvicinamento
per
scattare
in
scintille
,
rumorosamente
.
L
'
organismo
umano
è
pieno
di
queste
forze
di
riserva
e
di
compenso
:
quando
una
valvola
cardiaca
è
ammalata
,
il
resto
del
cuore
si
ipertrofizza
;
quando
un
polmone
non
respira
,
l
'
altro
annienta
la
sua
funzionalità
:
simigliantemente
nelle
forti
crisi
morali
,
dal
fondo
dell
'
animo
umano
,
da
'
centri
psichici
,
si
sviluppa
una
forza
,
che
non
sapevamo
di
possedere
,
ma
che
pure
portavamo
,
da
lungo
tempo
,
latente
in
noi
stessi
.
Le
collettività
àn
di
queste
grandi
crisi
morali
così
come
le
hanno
gli
individui
:
quando
,
per
una
guerra
sfortunata
,
il
territorio
nazionale
è
invaso
;
l
'
esercito
distrutto
;
migliaia
di
famiglie
saccheggiate
,
depredate
,
uccise
e
il
cavallo
straniero
scalpita
sul
lastricato
delle
città
;
un
popolo
,
messo
in
questo
acre
cimento
,
subisce
di
quelle
crisi
morali
che
durano
un
pezzo
a
cancellarsi
e
nelle
quali
sprigiona
tutte
le
sue
energie
:
sorgono
i
grandi
uomini
ignorati
,
i
propositi
forti
e
,
conseguenza
del
surmenage
psico
intellettuale
,
crescono
i
suicidi
,
i
crimini
oltre
una
diminuita
operosità
che
si
riflette
anco
nell
'
opera
dell
'
ingegno
.
Ci
è
adunque
qualche
cosa
che
si
è
infranta
,
che
si
è
spezzata
nella
psiche
d
'
un
popolo
,
in
quelle
tristi
ore
di
crisi
.
Vi
son
popoli
che
trovano
in
sé
stessi
la
forza
necessaria
per
rifarsi
,
ma
vi
sono
di
quelli
che
restano
per
semp
re
abbattuti
,
depressi
,
storditi
come
uomo
dopo
accessi
epilettici
ravvicinati
,
che
lascino
annebbiata
la
mente
.
La
folla
,
formazione
sociale
,
à
anch
'
essa
i
suoi
momenti
di
crisi
;
per
citarne
una
avvenuta
al
principio
del
nostro
secolo
,
bisogna
ricordare
al
lettore
lo
sconforto
,
lo
strazio
che
colpì
la
classe
lavoratrice
d
'
Inghilterra
,
al
momento
che
venne
introdotta
la
macchina
,
quale
la
ci
descrissero
e
Marx
ed
Engels
*
e
la
si
trova
consacrata
nelle
inchieste
che
il
governo
inglese
,
a
più
riprese
,
fece
eseguire
nelle
fabbriche
.
Una
delle
crisi
peculiari
d
'
una
folla
è
la
persecuzione
,
momento
eminentemente
drammatico
.
Studiarlo
per
rispetto
al
partito
,
ch
'
è
della
folla
la
forma
più
equilibrata
,
è
come
guardarlo
in
modo
completo
ed
esauriente
;
del
resto
,
nel
capitolo
sulla
setta
,
abbiamo
accennato
a
questo
fenomeno
similare
,
appunto
perché
,
se
,
per
il
partito
,
la
persecuzione
è
un
momento
transitorio
,
per
la
setta
costituisce
il
modo
ordinario
di
vita
.
Come
sorge
,
adunque
,
la
persecuzione
?
La
persecuzione
è
un
fenomeno
acuto
della
vita
,
rampollante
da
due
leggi
che
dominano
le
formazioni
sociali
e
che
estendono
la
loro
influenza
anco
più
lungi
.
Non
già
che
essa
possa
essere
giustificata
,
o
che
,
per
triste
fatalità
,
debba
prolungarsi
,
per
sempre
,
nell
'
avvenire
:
ché
anzi
,
è
un
fenomeno
che
subisce
continue
attenuazioni
:
dagli
schiavi
fatti
a
pezzi
e
messi
lungo
la
via
Appia
e
dai
tempi
ne
'
quali
gli
eretici
venivano
bruciati
vivi
,
fino
a
'
giorni
nostri
,
nei
quali
le
nazioni
più
civili
,
per
es
.
d
'
Inghiltera
e
la
Svizzera
,
non
conoscono
più
persecuzioni
,
il
cammino
percorso
è
rassicurante
e
tale
che
,
per
quella
imitazione
dei
popoli
superiori
da
parte
de
'
popoli
inferiori
,
promette
che
nei
secoli
venturi
la
persecuzione
rimanga
triste
ricordo
dell
'
umanità
,
nelle
spine
e
nelle
ritorte
che
ne
accompagnarono
il
suo
fatale
cammino
.
Tutta
la
vita
,
adunque
,
è
regolata
da
queste
due
leggi
di
progresso
e
di
regresso
:
nel
dominio
della
meccanica
celeste
,
i
corpi
roteanti
sono
affatigati
da
una
legge
d
'
attrazione
e
di
ripulsione
e
dalla
combinazione
di
queste
due
forze
vengono
fuori
le
orbite
e
le
traiettorie
dei
pianeti
.
In
biologia
la
vita
è
affatigata
,
anch
'
essa
,
dalla
legge
di
eredità
e
di
variabilità
,
onde
da
una
parte
le
forme
tendono
trasmettersi
così
quali
sono
,
immutate
,
d
'
altra
parte
,
l
'
ambiente
organico
ed
inorganico
tende
di
continuo
a
modificarle
e
,
dal
contrasto
di
queste
due
forze
operanti
,
nasce
la
complessa
varietà
organica
,
lentamente
modificantesi
per
lungo
spazio
di
tempo
fino
ad
assurgere
a
forme
novelle
*
.
Nel
mondo
sociale
operano
queste
due
tendenze
di
conservazione
e
di
variazione
:
non
appena
l
'
orda
poté
differenziarsi
,
si
disegnarono
le
due
tendenze
che
tentano
equilibrarsi
con
la
preponderanza
ora
dell
'
una
ora
dell
'
altra
,
onde
un
secolo
sembra
più
progressivo
un
altro
meno
,
una
era
di
immobilità
sociale
,
un
'
altra
continuatamante
mobile
ed
ascendente
.
Eppure
avvertite
o
no
le
due
leggi
operano
sempre
e
si
compongono
in
modo
che
la
storia
del
mondo
,
tranne
certi
momenti
di
regresso
,
è
come
un
ghiacciaio
che
si
prolunghi
indefinitamente
per
la
vallea
dei
secoli
.
Fino
a
pochi
anni
fa
,
il
moto
progressivo
della
storia
era
concepito
in
maniera
idealistica
:
l
'
idea
moveva
gli
uomini
;
ma
gli
ultimi
anni
con
i
quali
si
era
chiuso
il
vecchio
secolo
e
le
vicende
del
nuovo
doveano
rompere
il
velo
dell
'
idealità
,
la
storia
apriva
il
proprio
seno
,
disvelandolo
,
mostrando
le
leggi
del
suo
progresso
,
riposanti
nella
materialità
della
storia
,
nel
prosaico
soddisfacimento
del
bisogno
economico
.
L
'
aspetto
idealistico
del
mondo
era
,
dunque
,
una
superstruttura
,
era
come
il
drappo
che
ricopre
la
statua
,
dandole
parvenza
di
persona
viva
.
Il
gran
motore
era
trovato
:
due
forme
antitetiche
di
produzione
intorno
a
cui
si
formano
,
come
incrostazioni
calcaree
,
due
concezioni
diverse
del
mondo
,
due
morali
,
due
leggi
differenti
,
due
sentimenti
religiosi
diversi
,
e
poi
due
letterature
,
due
arti
ecc
.
;
in
somma
due
sistemi
economici
diversi
,
intorno
a
cui
rampollano
due
civiltà
differenti
:
questo
,
sempre
e
dovunque
,
il
quadro
,
lo
sfondo
della
storia
.
Di
questa
condizione
di
fatti
la
persecuzione
è
un
elemento
,
del
quale
lo
scienziato
deve
tener
conto
,
giudicandolo
come
cosa
che
,
se
per
il
progresso
dei
tempi
dovrà
scomparire
,
nondimeno
è
spiegabile
quando
si
pensi
all
'
innato
misoneismo
dell
'
uomo
e
all
'
egoismo
primitivo
:
se
un
movimento
ci
nuoce
o
pare
tale
,
come
non
sveglierà
nella
bestia
umana
,
l
'
egoismo
più
feroce
?
se
la
mente
è
vissuta
lungamente
nell
'
ambito
di
certe
idee
,
come
potrà
spogliarsene
?
Pertiene
proprio
alla
civiltà
il
compito
di
accrescere
l
'
altruismo
,
di
educare
l
'
uomo
alla
sottomissione
continua
di
sé
all
'
interesse
della
specie
,
di
abituare
i
cervelli
non
all
'
esclusivismo
d
'
una
idea
,
ma
alla
progressione
crescente
del
sapere
umano
,
per
il
quale
l
'
uomo
moderno
è
così
diverso
dall
'
antico
e
sarà
più
diverso
ancora
dall
'
uomo
futuro
.
Anche
qui
,
nel
contenuto
d
'
una
teoria
perseguitata
,
vi
è
una
differenza
tra
le
varie
forme
di
folla
,
giacché
,
mentre
nel
partito
,
che
è
la
forma
più
equilibrata
di
folla
,
il
contenuto
della
teoria
perseguitata
è
quasi
sempre
progressivo
e
nuovo
;
nelle
folle
primigenie
,
esso
è
regressivo
,
atavico
,
misoneistico
:
il
trionfo
dell
'
uno
non
può
non
giovare
,
accrescendo
una
quantità
maggiore
di
benessere
,
che
si
espande
su
di
un
numero
crescente
di
gente
:
il
trionfo
dell
'
altro
,
in
vece
,
importerebbe
un
danno
,
un
ritorno
a
condizioni
sorpassate
di
vita
.
Il
medio
evo
,
per
esempio
,
ebbe
una
folla
di
eresie
diffuse
nei
bassi
strati
popolari
,
le
quali
,
sotto
l
'
involucro
religioso
,
conteneano
dei
principii
comunistici
,
di
quel
comunismo
indifferenziato
,
che
era
,
certo
,
un
regresso
sullo
stato
industriale
e
borghese
nascente
nel
medio
evo
.
Ora
,
se
quel
comunismo
cieco
degli
anabattisti
e
di
altre
sette
religiose
fosse
potuto
prevalere
,
sarebbe
stato
gran
danno
per
quel
regime
borghese
che
,
all
'
ombra
del
maniero
,
cominciava
a
formarsi
e
che
iniziò
la
sua
lotta
contro
la
feudalità
come
movimento
religioso
con
la
Riforma
;
ma
,
di
sotto
al
libero
esame
,
vi
era
ben
altro
:
vi
erano
le
libertà
di
commercio
,
d
'
industria
,
di
viaggi
senza
pedatici
,
l
'
abolizione
delle
associazioni
di
mestieri
,
che
trionfarono
di
poi
con
la
rivoluzione
francese
.
La
borghesia
nascente
,
credendo
di
combattere
per
una
quistione
religiosa
,
combatteva
per
una
quistione
economica
:
era
la
lotta
del
borgo
contro
il
castello
feudale
*
.
Altra
differenza
ancora
è
che
le
dottrine
perseguitate
,
che
pertengono
alla
folla
indifferenziata
,
son
prive
d
'
un
contenuto
scientifico
;
quelle
che
pertengono
ad
un
partito
ànno
,
in
vece
,
un
contenuto
che
è
sempre
scientifico
,
in
modo
conscio
o
inconscio
non
importa
.
Nell
'
antichità
vi
furono
due
movimenti
fortemente
perseguitati
:
il
movimento
servile
e
il
cristianesimo
;
ma
quanta
differenza
fra
essi
!
Il
movimento
servile
era
una
ribellione
ai
trattamenti
inumani
d
'
un
popolo
crudele
e
guerriero
,
quali
erano
i
Romani
,
e
diretto
ad
un
solo
scopo
:
di
liberare
sé
stessi
da
tale
giogo
,
pertanto
la
schiavitù
rimaneva
ancora
istituzione
sacra
.
Le
guerre
servili
furono
lotte
che
né
illuminò
una
dottrina
scientifica
,
né
una
fede
sociale
:
furono
,
invece
,
rivolte
incoscienti
,
affogate
nel
sangue
;
né
quei
poveri
combattenti
furono
mai
baciati
in
fronte
dalla
gloria
o
dal
compianto
.
Il
cristianesimo
,
in
vece
,
fu
movimento
anch
'
esso
politico
sociale
,
senza
un
contenuto
scientifico
determinato
:
anzi
fu
,
sul
principio
e
per
molto
tempo
ancora
,
un
movimento
antiscientifico
ed
incosciente
,
movimento
diretto
a
distruggere
tutto
il
mondo
pagano
,
a
rivoluzionarlo
dalle
basi
economiche
sino
alle
manifestazioni
più
ideali
dell
'
arte
e
della
letteratura
:
ma
,
di
sotto
a
questa
religione
di
schiavi
,
covava
una
novella
civiltà
.
Il
mondo
pagano
cadeva
ebbro
di
sangue
e
di
orgie
:
la
parte
più
nobile
e
più
ricca
viveva
nelle
forme
più
pervertitamente
sensuali
;
le
finanze
pubbliche
erano
divorate
da
vampiri
;
la
religione
morta
;
la
filosofia
decaduta
;
i
barbari
invadeano
l
'
impero
e
la
folla
briaca
correva
al
circo
,
e
le
terre
rimanevano
incolte
:
il
mondo
cristiano
,
con
la
sua
rinuncia
al
lusso
,
con
il
disprezzo
della
carne
,
con
l
'
odio
alle
scienze
ed
all
'
arte
,
con
la
promessa
d
'
una
eterna
finale
giustizia
,
rappresentava
una
reazione
ed
una
negazione
,
che
se
oggi
può
sembrare
a
noi
dannosa
,
per
quei
tempi
,
dovea
essere
infinitamente
salutare
.
Quando
la
vita
del
corpo
,
nella
forma
più
turpe
,
travolgeva
l
'
animo
,
era
d
'
uopo
affermare
di
contro
la
vita
dello
spirito
,
nel
suo
più
esagerato
ascetismo
.
A
molti
scrittori
moderni
pare
che
il
cristianesimo
,
con
le
sue
promesse
dell
'
altra
vita
,
sia
stato
un
movimento
addormentatore
degli
spiriti
e
lo
paragonano
alle
ingiunzioni
quietistiche
della
religione
cattolica
.
Lo
sbaglio
è
grave
e
dipende
dal
non
tener
conto
del
clima
storico
,
in
cui
si
svolgeva
il
cristianesimo
:
esso
s
'
indirizzava
a
persone
tenute
come
cose
,
a
'
quali
e
religione
e
scienza
negavano
ogni
carattere
umano
,
e
contro
cui
era
lecito
ogni
tortura
ed
ogni
crudeltà
:
ora
,
avere
a
costoro
detto
che
gli
uomini
non
avrebbero
chiusi
gli
occhi
,
senza
veder
molte
cose
,
dovette
esercitare
un
impulso
tale
che
noi
oggi
,
male
possiamo
comprendere
,
se
non
pensando
che
era
la
prima
parola
d
'
uguaglianza
dopo
quella
di
Budda
e
degli
stoici
detta
in
terra
,
sia
pure
,
con
accompimento
nell
'
altra
vita
.
Il
movimento
cristiano
fu
,
adunque
,
per
il
suo
immenso
valore
morale
,
un
vero
movimento
innovatore
e
progressivo
,
che
portava
nelle
sue
pieghe
il
destino
dell
'
umanità
.
Un
'
altra
differenza
tra
'
movimenti
perseguitati
nelle
folle
sta
nel
metodo
,
quello
che
oggi
si
dice
tattica
,
che
nelle
forme
inferiori
di
folle
è
rivoltoso
,
nelle
superiori
,
progressivo
:
ora
i
due
metodi
sono
di
natura
antiteci
,
cioè
l
'
uno
è
,
perfettamente
,
rispondente
al
concetto
scientifico
delle
formazioni
storico
sociali
;
l
'
altro
,
no
.
Se
noi
interroghiamo
la
scienza
,
sul
modo
come
la
terra
si
è
venuta
formando
,
essa
ci
risponderà
che
,
per
trasformazioni
lente
ma
continue
,
dalla
nebulosa
si
sono
distaccati
i
mondi
più
lontani
:
poi
,
dalla
terra
si
è
staccata
la
luna
;
poi
la
terra
si
è
raffreddata
,
passando
dalla
vita
astrale
alla
vita
planetaria
e
poi
le
acque
si
son
precipitate
e
lentamente
la
prima
vita
amorfa
è
sbocciata
nel
mare
.
Ma
,
da
quel
plasma
amorfo
fino
all
'
uomo
,
fino
all
'
altezze
della
sua
psiche
,
quale
e
quanto
lento
cammino
!
e
,
durante
l
'
evoluzione
sociale
,
dall
'
età
boleolitica
fino
al
limitare
della
storia
e
poi
lungo
il
cammino
storico
,
che
lente
vicende
!
Parimenti
di
variazioni
lente
,
ma
continue
e
sempre
più
accelerantisi
,
è
fatto
il
cammino
storico
sociale
!
Ora
,
credere
che
una
civiltà
,
ch
'
è
una
vasta
formazione
storica
,
possa
mutarsi
in
un
momento
,
è
errore
,
la
cui
azione
può
rassomigliarsi
a
'
movimenti
violenti
,
che
modificano
poco
o
nulla
la
crostra
terrestre
;
laddove
il
partito
si
ravvicina
,
per
il
metodo
,
a
'
movimenti
lenti
ma
continui
del
suolo
,
che
pur
son
capaci
di
modificazioni
ben
più
profonde
e
durature
.
Riassumendoci
,
adunque
,
diciamo
:
il
mondo
sociale
è
dominato
da
una
legge
di
progresso
e
di
regresso
,
la
quale
genera
la
persecuzione
;
in
fondo
ad
ogni
persecuzione
ci
è
un
contenuto
economico
;
le
idee
perseguitate
ànno
un
contenuto
progressivo
ed
un
altro
regressivo
;
metodo
per
raggiungere
,
per
conseguire
un
ideale
,
ora
è
una
lenta
ma
continua
elaborazione
del
presente
verso
il
futuro
,
metodo
evolutivo
e
scientifico
;
ora
una
rapida
elaborazione
che
talora
a
nulla
giova
,
metodo
antiscientifico
e
rivoltoso
.
Un
'
ultima
osservazione
ed
entriamo
nella
psicologia
della
persecuzione
.
Noi
abbiamo
detto
come
la
società
differenziata
in
classi
pòrti
seco
una
stratificazione
degli
stati
percorsi
,
giacché
le
classi
inferiori
son
i
detriti
delle
forme
anteriori
percorse
dalla
società
.
Questo
fenomeno
rimane
anche
nei
movimenti
,
in
apparenza
,
novatori
.
Di
fatti
,
ogni
evo
ebbe
una
sua
speciale
forma
di
novazione
e
di
questioni
:
l
'
evo
antico
ebbe
,
sebbene
molto
imperfettamente
,
novazioni
economico
sociali
:
tal
'
è
il
valore
delle
lotte
plebee
a
Roma
contro
il
patriziato
,
tali
sono
le
guerre
servili
;
il
medio
evo
,
a
cominciare
dal
cristianesimo
,
ebbe
forme
apparenti
di
novazione
religiosa
;
ebbene
,
queste
forme
coesistono
nei
diversi
strati
sociali
dell
'
età
nostra
,
le
nostre
plebi
o
si
rivoltano
brutalmente
incendiando
,
uccidendo
,
incrudelendo
e
ripetono
le
insurrezioni
servili
;
o
ànno
movimenti
religiosi
,
in
fondo
comunistici
,
come
fu
,
pochi
anni
fa
,
il
lazzarettismo
,
ed
allora
ripeton
o
il
carattere
religioso
di
novazione
.
Sicché
,
solo
in
alto
,
nella
forma
più
completa
di
folla
,
nel
partito
,
esistono
vere
novazioni
;
nelle
altre
sono
atavismi
,
apparentemente
,
novatori
,
in
fondo
de
'
quali
esiste
,
e
noi
lo
dicemmo
,
una
quistione
economica
.
Ed
ora
entriamo
in
tema
di
psicologia
collettiva
,
avvertendo
che
la
persecuzione
,
potendo
colpire
tanto
il
partito
come
la
setta
,
à
dei
caratteri
comuni
,
similari
,
dei
quali
,
in
altro
capitolo
,
dicemmo
.
Il
capo
d
'
un
partito
,
noi
dicemmo
,
è
un
conquistato
e
poi
aggiungemmo
che
se
,
talora
,
egli
eccelle
per
qualità
superiori
,
che
ne
fanno
di
lui
o
il
genio
o
l
'
apostolo
,
eccelle
,
talaltra
,
per
qualità
negative
inferiori
di
ambizione
,
di
crudeltà
:
come
eccelse
un
Marat
,
un
Danton
,
un
Robespierre
.
Tale
legge
che
suol
essere
vera
per
la
setta
,
non
vale
o
vale
meno
,
per
il
partito
:
nella
setta
si
raccolgono
dei
passionali
squilibrati
;
nel
partito
,
in
vece
,
si
raccolgono
quanta
gente
di
sentimento
squisito
e
di
sviluppato
altruismo
,
di
mente
aperta
conti
la
folla
,
ond
'
è
che
il
partito
è
folla
equilibrata
.
L
'
equilibrio
di
mente
e
di
cuore
che
può
costituire
la
prerogativa
delle
sette
che
passeranno
in
partito
,
è
la
dote
necessaria
d
'
un
partito
,
che
accoglie
l
'
aspirazione
più
alta
e
solenne
d
'
un
dato
momento
storico
.
Il
cristianesimo
fu
quanto
di
progressivo
vi
poté
essere
,
sul
cadere
dell
'
Impero
romano
e
fu
un
partito
:
partito
furon
quei
che
compirono
la
rivoluzione
italiana
;
partito
fu
il
chartismo
in
Inghilterra
:
ne
viene
,
adunque
,
da
ciò
che
i
capi
d
'
un
partito
sono
,
prevalentemente
,
normali
ed
equilibrati
,
così
come
i
capi
delle
sette
possono
essere
,
prevalentemente
,
degli
squilibrati
o
dei
criminali
.
Equilibrati
,
però
,
ma
diversi
per
impronta
psichica
sono
i
capi
d
'
un
partito
:
Cristo
e
Mazzini
e
Marx
son
tre
capi
,
son
tre
genii
,
diversissimi
fra
di
loro
.
Carlo
Marx
è
un
capo
,
quale
può
fiorire
in
un
secolo
di
critica
,
di
studio
e
in
mezzo
ad
un
partito
fortemente
scientifico
.
Ecco
come
l
'
Aveling
ne
scrivea
sul
Devenir
social
:
«
Marx
era
uno
spirito
universale
,
comprendeva
tutte
le
lingue
di
Europa
;
scriveva
e
parlava
alla
perfezione
l
'
inglese
,
il
francese
,
il
tedesco
.
La
conoscenza
che
aveva
della
letteratura
d
'
ogni
paese
era
immensa
.
Tutte
le
forme
dell
'
arte
gli
piaceano
,
tutte
le
scienze
gli
erano
familiari
:
egli
aveva
approfondite
tutte
le
opere
di
Darwin
;
lasciò
libriccini
di
note
sulla
chimica
,
per
riposarsi
si
occupava
di
scienze
matematiche
,
nelle
quali
ebbe
a
fare
delle
scoperte
.
Marx
non
era
solo
un
filosofo
,
ma
un
uomo
d
'
azione
ecc
.
»
In
questi
righi
è
ritratto
,
con
mirabile
chiarezza
,
l
'
uomo
che
,
d
opo
avere
inspirato
per
tanto
tempo
l
'
Internazionale
,
scompariva
,
per
un
tratto
,
dal
teatro
della
storia
per
donare
al
proletariato
la
più
forte
opera
di
critica
dell
'
economia
capitalistica
.
Mazzini
rappresenta
il
capo
d
'
una
setta
politica
che
ebbe
molto
del
partito
.
Mente
equilibrata
e
colta
,
quale
la
si
rivela
non
solo
nei
suoi
libri
,
pieni
d
'
un
incanto
solenne
e
profondo
,
nelle
varie
e
fortunose
vicende
di
sua
vita
,
ma
ancora
nelle
linee
del
viso
:
nella
fronte
alta
e
larga
,
eternamente
pensierosa
,
nella
faccia
regolare
,
negli
occhi
,
sereni
e
profondi
,
sacrati
eternamente
all
'
idea
fin
da
quando
era
giovinetto
a
Genova
,
in
sino
al
letto
di
morte
.
Quest
'
uomo
che
vince
l
'
amore
per
una
madre
tenerissima
;
che
porta
un
lutto
eterno
per
la
patria
,
sacrificandole
ricchezze
ed
onori
:
che
mena
per
tanti
anni
vita
d
'
apostolo
e
di
anacoreta
,
prorompente
in
un
linguaggio
mistico
che
domina
,
come
onda
sacra
,
tutti
i
suoi
scritti
;
quest
'
uomo
che
à
momenti
di
sconforto
nei
quali
si
isola
dal
mondo
,
per
colare
quei
dolori
che
il
volgo
non
comprende
;
quest
'
uomo
siffatto
è
tipo
di
apostolo
e
di
profeta
,
di
genio
e
di
martire
;
di
sognatore
e
d
'
uomo
di
partito
;
è
l
'
ultimo
settario
e
per
tempo
il
primo
grande
uomo
di
partito
che
sorga
in
Italia
,
con
vedute
vaste
ed
originali
,
con
comprensività
moderna
.
In
lui
le
note
belle
del
settario
e
dell
'
uomo
di
partito
,
mirabilmente
,
si
fondono
e
dànno
l
'
originalità
dell
'
impronta
.
Gesù
è
,
anch
'
esso
,
un
capo
partito
,
solennemente
,
mistico
.
Il
ritratto
che
ne
lasciò
Lentulo
forse
non
è
vero
:
forse
Gesù
non
ebbe
né
gli
occhi
a
mandorla
,
né
la
barba
a
pizzo
,
né
i
capelli
descriminati
sulla
fronte
,
né
taglia
elegante
e
piena
di
fascino
:
forse
egli
non
fu
così
,
ma
è
certo
che
l
'
immaginazione
degli
artisti
cristiani
e
delle
folle
credenti
non
poté
concepirlo
in
maniera
,
più
fortemente
,
suggestiva
e
tale
quale
sembra
balzare
del
racconto
che
di
lui
ci
ànno
lasciato
gli
evangeli
.
Un
uomo
che
poteva
trascinare
le
turbe
,
suggestionandole
;
che
poté
guarire
nevrosi
in
mezzo
ad
un
popolo
neuropatico
;
che
poté
amare
i
fanciulli
,
vinto
dalla
bontà
innocente
e
che
seppe
spargere
tanta
onda
di
pietà
e
di
perdono
contro
peccatrici
ed
adultere
;
e
poi
dettare
le
leggi
più
vere
della
morale
sotto
forme
di
apologhi
,
di
discorsi
idillici
;
ch
e
sentì
forte
la
minaccia
degli
interessi
offesi
soffiargli
d
'
intorno
;
che
ebbe
ore
di
raccoglimento
interno
,
fatto
di
sconforto
e
nel
quale
la
coscienza
del
proprio
sacrifizio
trionfò
sul
frale
umano
;
ed
infiammò
sé
di
sacro
sdegno
e
tuonò
contro
sacerdoti
e
farisei
;
che
credette
,
portare
in
sé
una
missione
divina
inspirandovisi
fino
agli
stanti
ultimi
di
sua
vita
;
che
poté
tanto
sui
destini
dell
'
umanità
;
dovette
essere
un
tipo
di
genio
,
prevalentemente
,
mistico
,
circonfuso
d
'
un
idealismo
che
non
conosce
tramonto
.
Accanto
a
questi
tre
tipi
si
accolgono
i
tipi
pazzeschi
e
paranoici
Baba
,
Maometto
,
Lazzaretti
ecc
.
,
nei
quali
prevalgono
le
note
degenerative
sulle
geniali
.
Parlando
dei
proseliti
settarii
,
noi
dicemmo
come
,
spesso
,
vi
si
raccolga
una
folla
di
criminali
o
di
delinquenti
passionali
:
nel
partito
,
in
vece
,
e
in
tempi
normali
,
non
è
così
:
il
partito
è
il
terreno
nel
quale
il
delinquente
non
vive
,
perché
vi
mancano
l
'
emozioni
criminose
ed
abbondano
,
in
loro
vece
,
i
metodi
normali
di
discussione
e
diffusione
di
idee
;
pure
,
nei
momenti
di
persecuzione
,
possono
bene
accorrervi
dei
passionali
,
della
gente
che
à
bisogno
di
soffrire
per
la
giustizia
,
di
custodire
un
alto
ideale
,
di
trovare
un
fine
alla
vita
,
per
il
quale
val
bene
che
si
combatta
e
si
soffra
:
di
testimoniare
di
lui
come
dicevano
con
linguaggio
mistico
,
i
primi
cristiani
.
Avviene
,
così
,
adunque
che
le
persecuzioni
approdano
quasi
sempre
ad
un
fine
completamente
opposto
:
voleano
distruggere
un
movimento
e
lo
fecondano
,
voleano
abbatterlo
e
lo
sublimano
.
Questo
è
quanto
noi
potremo
chiam
are
suggestione
della
persecuzione
e
ch
'
è
fatta
dalla
gente
passionata
,
guadagnata
alla
causa
e
della
quale
gente
le
virtù
si
elevano
,
l
'
animo
si
nobilita
.
Parliamo
della
gente
guadagnata
alla
causa
d
'
un
partito
dalla
persecuzione
,
la
quale
diventa
,
così
,
l
'
arma
più
efficace
di
propaganda
e
diffusione
d
'
idee
.
Tal
'
è
,
difatti
,
lo
scopo
e
la
natura
d
'
un
partito
:
diffondere
un
pensiero
:
questa
che
,
è
in
vero
,
tendenza
della
natura
umana
,
diventa
,
ancora
più
,
caratteristica
d
'
un
partito
.
La
persecuzione
diventa
arma
di
diffusione
e
di
redenzione
morale
,
nei
suoi
effetti
:
ammesso
,
come
vero
che
,
sul
cadere
dell
'
impero
romano
,
il
cristianesimo
portava
in
sé
la
tendenza
novatrice
e
i
fili
intorno
a
cui
si
dovea
intessere
poi
,
per
tanti
secoli
,
una
civiltà
nuova
,
quegli
che
non
vi
credeano
ancora
,
sia
che
fossero
schivi
di
occuparsene
o
viventi
del
mondo
vecchio
che
tramontava
,
doveano
giacere
in
una
condizione
d
'
inferiorità
morale
:
vinti
dal
male
che
un
ambiente
sociale
creava
loro
attorno
,
non
sentivano
la
speranza
vivificatrice
del
futuro
.
Così
come
,
lo
stato
triste
ch
e
travaglia
noi
in
questa
fine
di
secolo
,
dipende
da
una
civiltà
cadente
che
ci
avvolge
e
molti
ànno
provato
quale
sollievo
morale
,
quale
forza
di
combattimento
della
virtù
contro
il
vizio
allettatore
,
metta
nell
'
animo
la
nuova
fede
umana
che
,
per
estensione
e
per
intensità
,
val
bene
oggi
il
cristianesimo
di
altri
tempi
.
Ora
,
far
giungere
a
tanta
gente
scettica
od
indifferente
,
una
novella
idea
e
nella
forma
più
suggestiva
,
nella
forma
più
pietosa
,
e
più
improntata
della
grandezza
umana
;
questo
è
il
valore
di
redenzione
degli
animi
che
può
la
persecuzione
assumere
.
E
i
guadagnati
non
tardano
a
venire
:
le
donne
,
di
solito
così
timide
,
ma
ancora
così
impressionabili
,
accorrono
,
portandovi
tutto
il
conforto
della
loro
natura
muliebre
,
tutto
il
disinteresse
,
di
cui
la
femina
è
capace
in
imprese
delle
quali
l
'
onore
deve
spettare
all
'
uomo
;
tutto
il
potere
di
sagrifizio
che
si
rivela
negli
umili
servigi
o
in
quelli
più
delicati
,
nei
quali
essa
,
per
la
percezione
maggiore
di
certi
fatti
che
sfuggono
all
'
uomo
,
riesce
meglio
.
Chi
legge
la
Russia
sotterranea
di
Stepniak
,
vede
quale
parte
,
nel
movimento
nichilista
,
ànno
le
donne
:
recapitare
lettere
,
diffondere
giornali
,
nascondere
perseguitati
,
avvisare
la
gente
in
pericolo
sono
un
lavoro
delicato
loro
affidato
:
essere
coinvolte
nelle
cospirazioni
,
non
smentirsi
in
momenti
solenni
:
è
il
lavoro
eroico
.
La
prima
persecuzione
dei
cristiani
avveniva
il
30
dopo
Cristo
per
opera
di
Nerone
,
ma
i
cristiani
ne
uscivane
rafforzati
.
Plinio
parlando
di
loro
dice
ch
'
erano
«
moltitudo
ingens
»
ed
aggiunge
che
vi
erano
gente
d
'
ogni
età
e
d
'
ogni
sesso
.
Tale
era
la
suggestione
che
la
persecuzione
avea
esercitato
e
in
tempi
nei
quali
i
fatti
e
l
'
opinione
pubblica
tardavano
a
diffondersi
.
Ma
chi
voglia
avere
un
saggio
del
modo
come
si
diffonda
il
racconto
delle
persecuzioni
,
fuori
d
'
una
data
nazione
o
d
'
un
dato
paese
dove
avvengono
,
deve
riportarsi
a
'
tempi
del
Borbone
,
nel
Napoletano
,
quando
l
'
Inghilterra
rimaneva
scossa
dal
racconto
dei
profughi
intorno
quel
sistema
di
terrore
detto
«
negazione
di
Dio
»
e
chi
sa
fino
a
qual
punto
quella
suggestione
passionata
gravò
sui
destini
d
'
Italia
!
Ma
,
per
capire
ancora
più
il
valore
delle
persecuzioni
dal
punto
di
vista
suggestivo
,
basta
leggere
l
'
intuizione
sicura
dell
'
arte
che
ne
ebbe
il
De
Amicis
,
visitando
le
Alpi
valdesi
:
il
raccoglimento
nella
chiesa
detta
della
tana
,
le
prediche
sotto
i
castani
,
le
preghiere
prima
della
battaglia
,
dinanzi
agli
uomini
armati
ed
in
ginocchio
e
alle
donne
salmodianti
con
i
bambini
strette
alle
gonne
,
nella
solennità
di
quei
momenti
sacri
a
Dio
,
prima
d
'
andare
alla
morte
,
mentre
le
scolte
vegliavano
se
si
appressasse
il
nemico
:
questo
momento
di
auto
suggestione
è
mirabilmente
colto
e
rappresentato
dall
'
artista
con
tocco
vivo
e
possente
.
Ma
la
suggestione
può
giungere
più
oltre
fino
a
costituire
una
vera
apologia
del
martirio
e
arrivare
fino
al
fetecismo
.
È
noto
che
i
primi
nichilisti
non
quelli
del
terrore
,
ma
quegli
che
si
diffusero
nel
popolo
,
lavorando
e
predicando
,
tipi
veramente
mistici
che
ci
ricordano
i
primi
cristiani
,
pieni
di
fede
,
di
sacrifizio
e
di
rassegnazione
;
quei
primi
nichilisti
furono
detti
i
santi
dal
pubblico
che
assistette
al
processo
;
i
primi
cristiani
baciavano
le
cicatrici
delle
ferite
inferte
nelle
persecuzioni
,
raccoglievano
gli
avanzi
dei
martiri
e
d
'
allora
cominciò
quel
vasto
martirologio
che
si
è
prolungato
nei
secoli
.
Il
feticismo
,
così
naturale
all
'
uomo
,
può
assumere
forme
enormemente
alte
e
vertiginose
,
quando
vi
soffi
dentro
un
sentimento
vivo
e
suggestivo
.
Quando
Spartaco
era
caduto
,
i
pochi
superstiti
tenevano
a
loro
onore
aver
combattuto
con
lui
:
cum
Spartaco
pugnavimus
*
!
Intimamente
connessa
con
la
suggestione
è
la
insensibilità
fisica
nei
tormenti
:
i
criminali
posseggono
tale
insensibilità
di
natura
fisiologica
:
i
suggestionati
ànno
la
stessa
insensibilità
,
ma
di
natura
psicologica
:
è
un
potere
d
'
arresto
che
esercita
la
passione
veemente
in
certi
momenti
:
Lattanzio
così
scriveva
:
«
i
nostri
(
cioè
i
cristiani
)
uomini
,
fanciulli
,
donnicciuole
,
tacendo
vincono
i
loro
tormentatori
,
né
il
fuoco
stesso
può
strappare
ad
essi
un
gemito
:
il
sesso
debole
,
la
fragile
età
soffrono
d
'
essere
sbramati
a
membro
a
membro
ecc
.
*
»
E
scrive
Rénan
«
nell
'
eccidio
dei
Babi
in
Persia
si
videro
persone
che
appartenevano
alla
setta
andare
a
denunziarsi
da
sé
,
per
essere
uniti
a
'
pazienti
.
È
tanto
dolce
all
'
uomo
soffrire
per
qualche
cosa
,
che
in
molti
casi
l
'
attrattiva
del
martirio
basta
per
far
credere
.
Un
discepolo
che
fu
compagno
nel
supplizio
al
Bab
,
sospeso
al
suo
fianco
,
aspettando
la
morte
,
avea
in
bocca
soltanto
queste
parole
:
Maestro
,
siete
contento
di
me
?
*
»
A
tale
ordine
di
fatti
ed
a
tale
stato
d
'
animo
si
appartiene
quella
serenità
che
sconvolge
il
carnefice
e
che
fece
dire
a
Giordano
Bruno
,
dinanzi
a
'
suoi
giudici
:
tremate
più
voi
nel
leggermi
la
sentenza
,
che
io
nell
'
udirla
!
Quando
per
le
vie
di
Parigi
ferveva
la
folla
criminale
nei
terribili
giorni
di
Settembre
,
i
nobili
,
chiusi
in
carcere
,
cui
giungeva
da
lungi
l
'
eco
della
carneficina
,
mostrarono
una
serenità
di
animo
sorprendente
:
si
strinsero
,
in
quei
giorni
,
delle
amicizie
piene
ed
intime
,
s
'
intrecciarono
amori
,
si
fecero
giuochi
:
quella
gente
si
disponeva
a
morire
con
la
più
alta
serenità
,
come
è
fama
di
Socrate
e
degli
antichi
filosofi
*
.
E
che
l
'
altruismo
si
esalti
viene
provato
dal
fatto
che
pare
a
ciascuno
la
vita
non
valga
se
non
può
buttarla
per
altri
.
Quando
le
persecuzioni
dei
cristiani
dilagavano
in
Roma
e
i
corpi
mutilati
giaceano
per
terra
,
di
notte
i
fossarï
uscivano
a
raccoglierne
gli
avanzi
,
per
conservarli
nelle
catacombe
,
così
come
,
in
mezzo
al
furore
d
'
una
guerra
,
anime
pietose
raccolgono
i
feriti
.
E
su
quelle
tombe
quali
e
quante
iscrizioni
:
dolcissimo
,
carissimo
,
risorgi
in
pace
,
vivrai
in
Cristo
:
in
queste
parole
ci
è
tutta
la
affettività
che
si
sprigiona
dal
cuore
umano
,
nei
momenti
solenni
del
pericolo
:
se
la
natura
crea
dei
mostri
,
si
compiace
contrapporre
degli
angeli
,
onde
ben
diceva
Rénan
:
la
race
des
enfants
de
dieu
est
éternelle
.
Nasce
da
tutti
questi
fatti
la
coscienza
della
propria
superiorità
morale
:
l
'
uomo
s
'
innalza
in
quella
sfera
,
nella
quale
egli
vede
piccini
dinanzi
a
sé
uomini
e
cose
:
non
ci
è
,
all
'
infuori
del
suo
ideale
,
cosa
alcuna
di
nobile
e
di
elevato
e
non
è
lui
uno
di
quelli
che
porta
nell
'
animo
tale
sacro
deposito
?
e
non
costituisce
esso
la
sola
,
la
grande
,
l
'
immortale
gloria
dell
'
uomo
?
È
sentimento
codesto
di
leggittimo
orgoglio
che
nobilita
,
che
innalza
,
che
sublima
e
che
fece
dire
a
Gesù
:
«
essi
non
sanno
quel
che
si
fanno
»
,
parole
nelle
quali
si
racchiude
gran
parte
dell
'
intimo
sentimento
di
chi
è
perseguitato
,
parole
d
'
una
profondità
mirabile
!
Possono
,
in
tale
condizione
d
'
animo
,
i
biasimi
divenir
lode
e
colui
che
n
'
è
bollato
,
ostentarli
con
una
crudezza
,
con
un
certo
cinismo
,
che
può
dolere
,
quando
non
si
penetri
nel
pensiero
occulto
che
muove
.
Cristiani
fu
titolo
di
spregio
e
così
chiamaronsi
i
seguaci
di
Gesù
;
la
croce
era
il
segno
del
delitto
e
diventò
il
segno
supremo
col
quale
si
affrontò
la
morte
,
il
segno
che
dovea
dar
coraggio
nel
martirio
,
ardire
nel
tormento
.
E
voci
e
parole
e
segni
ed
appellativi
possono
assumere
un
alto
significato
morale
,
contenere
un
mondo
affettivo
inconcepito
ed
inconcepibile
:
così
,
presso
i
Cristiani
,
la
croce
era
segno
di
riconoscimento
,
il
pesce
era
simbolo
di
Gesù
salvatore
,
l
'
a
e
la
o
rappresentavano
tutta
una
dottrina
ideologica
ed
una
speranza
,
l
'
agnello
una
promessa
.
Noi
ci
troviamo
,
adunque
,
in
un
mondo
psichico
diverso
,
nel
quale
tutte
le
facoltà
più
ideali
,
più
altruistiche
s
'
innalzano
,
mentre
l
'
io
scompare
e
in
questo
è
tutta
la
psicologia
collettiva
della
persecuzione
.
Accennammo
come
,
nei
settarii
,
vi
sia
un
spirito
di
profetismo
e
di
messianismo
o
,
in
altri
termini
,
un
bisogno
di
inveire
contro
i
tempi
e
di
predire
sventure
,
fuori
delle
quali
apparisca
il
sereno
.
Tali
stati
dell
'
animo
sono
proprï
di
chi
è
insofferente
del
presente
ed
anela
al
futuro
e
si
esagerano
in
certi
momenti
nei
quali
questo
stato
di
scontento
e
di
speranza
si
esalta
.
Ora
,
quale
momento
maggiore
di
quello
nel
quale
un
partito
è
perseguitato
per
un
ideale
di
giustizia
,
in
grazia
del
quale
la
parte
egoistica
dell
'
uomo
scompare
e
si
allarga
e
si
espande
il
più
puro
altruismo
?
E
quale
bisogno
maggiore
di
guardare
nel
futuro
,
quando
il
presente
è
si
triste
e
quando
una
parte
dell
'
umanità
rimane
acciecata
dallo
sfoggio
della
forza
brutale
e
l
'
altra
acquista
come
una
seconda
vista
?
Ogni
partito
,
adunque
,
à
avuto
questo
momento
di
profetismo
e
di
messianismo
:
lo
ànno
avuto
del
pari
le
sette
e
gli
individui
.
Nelle
prediche
di
Fra
Gerolamo
Savonarola
sono
frequenti
i
passi
profetici
e
messianici
,
che
si
accompagnano
con
fenomeni
allucinatorï
*
.
In
modo
simile
,
Gesù
ebbe
nei
suoi
loghi
tanti
di
questi
momenti
di
profetismo
,
dei
quali
alcuno
è
rimasto
famoso
come
quando
annunziava
«
che
il
tempo
era
compiuto
,
il
regno
dei
cieli
vicino
»
;
che
«
quella
età
non
sarebbe
passata
senza
che
prima
tutte
queste
cose
non
fossero
avvenute
»
;
che
«
alcuni
di
coloro
che
erano
presenti
non
avrebbero
gustato
la
morte
»
.
E
poi
,
volti
a
'
farisei
li
chiamava
:
razza
d
'
ippocriti
,
di
vipere
,
di
sepolcri
imbiancati
.
I
cristiani
,
eredi
della
dottrina
di
Gesù
,
non
erano
meno
profetici
di
lui
e
meno
messianici
e
quale
maggiore
bisogno
della
conferma
delle
parole
del
maestro
se
mai
sull
'
impero
tante
calamità
erano
piombate
?
non
erano
esse
una
certezza
che
le
promesse
si
sarebbero
adempiute
?
e
potevano
questi
profeti
del
tristo
augurio
esser
ben
visti
?
non
godeano
essi
di
quelle
sventure
che
si
rovesciano
nell
'
impero
?
non
erano
i
nemici
della
patria
?
Ed
ecco
come
il
profetismo
che
sorge
in
ogni
persecuzione
è
un
motivo
,
una
spinta
a
novello
odio
ed
a
novella
persecuzione
.
Parlando
,
in
ultimo
,
delle
sette
,
dicemmo
delle
manifestazioni
criminose
:
or
bene
,
per
quanto
io
abbia
cercato
,
non
mi
è
mai
capitato
di
trovare
un
partito
che
si
abbandoni
al
delitto
,
come
risposta
alla
persecuzione
.
Vi
si
abbandonò
talora
il
liberalismo
nazionale
in
Italia
,
il
nichilismo
in
Russia
,
ma
,
questi
per
la
natura
stessa
dei
tempi
e
dei
luoghi
,
ebbero
ed
ànno
del
settario
:
il
cristianesimo
,
la
riforma
che
furono
,
due
veri
e
propri
partiti
,
non
trovarono
mai
in
sé
,
nelle
loro
persecuzioni
istinti
criminosi
:
io
credo
che
ciò
dipenda
dalla
costituzione
stessa
del
partito
,
fatta
da
gente
che
,
per
mente
e
per
cuore
,
è
quanto
di
più
alto
abbia
un
popolo
:
dipende
ancora
dal
fenomeno
che
la
resistenza
piglia
,
di
preferenza
,
la
forma
più
solenne
ed
elevata
che
mai
si
conosca
e
solleva
gli
animi
ad
un
vero
e
proprio
eroismo
,
di
cui
si
è
,
in
tempi
ordinarii
,
incapaci
.
Le
rivolte
degli
schiavi
rappresentano
un
fatto
cieco
ed
istintivo
,
gli
schiavi
stessi
erano
quanto
di
degenerato
vi
fosse
nella
natura
umana
.
Legati
a
'
piedi
,
frustati
,
destinati
a
'
piaceri
cubicolari
,
con
le
ciglia
e
i
capelli
rasi
,
piccoli
,
curvi
dal
lavoro
;
erano
quanto
di
basso
può
l
'
uomo
creare
in
altro
uomo
:
eppure
,
nei
momenti
solenni
,
seppero
morire
in
modo
da
destare
l
'
ammirazione
del
popolo
romano
.
Quando
cadde
,
per
tradimento
,
la
rocca
di
Taormina
,
rimanevano
superstiti
mille
schiavi
,
comandati
da
Satiro
,
i
quali
si
arresero
alla
generosità
dei
Romani
,
che
li
destinarono
a
combattere
nel
circo
con
le
fiere
.
Quando
furono
là
e
si
attendeva
che
venissero
fuori
le
belve
,
si
uccisero
l
'
un
con
l
'
altro
,
Satiro
si
trafisse
per
l
'
ultimo
.
Questa
morte
innalzò
quei
poveri
schiavi
all
'
altezza
degli
stoici
e
fu
la
più
nobile
vendetta
che
poteano
pigliarsi
contro
di
un
popolo
,
cui
mancava
la
più
bella
delle
virtù
,
che
segnan
o
la
grandezza
vera
dell
'
uomo
:
il
perdono
*
.
Ma
se
la
tendenza
criminosa
non
prevale
nel
seno
del
partito
perseguitato
,
si
accoglie
,
bene
spesso
,
nei
persecutori
:
le
turbe
che
urlano
,
devastano
,
uccidono
,
come
in
Parigi
nelle
terribili
giornate
di
settembre
,
o
,
in
Roma
,
nelle
persecuzioni
contro
i
cristiani
,
o
in
Francia
contro
gli
Albigesi
:
i
Torquemada
,
gl
'
inquisitori
che
àn
lasciato
nella
storia
un
nome
tanto
esacrato
,
quanto
pieno
e
recinto
di
paura
,
non
sono
altro
che
veri
e
propri
criminali
nati
.
Ma
,
quante
rivincite
l
'
idea
perseguitata
si
piglia
in
mezzo
alle
masse
dei
persecutori
?
i
cuori
più
eletti
,
le
menti
più
salde
vengono
reclutate
fra
la
massa
di
gente
che
persegue
e
che
sente
,
di
mezzo
all
'
odio
,
rinascere
l
'
amor
del
nemico
.
Gli
esempii
non
sono
rari
,
ma
quello
che
rimane
,
dopo
tanti
secoli
il
più
alto
e
solenne
è
l
'
esempio
di
Paolo
,
guadagnato
alla
causa
di
Gesù
sulla
via
di
Damasco
:
la
visione
che
gli
apparve
e
lo
conquise
,
ch
'
era
mai
se
non
un
effetto
di
allucinazione
,
d
'
auto
suggestione
?
Egli
avea
a
sé
dinanzi
lo
spettacolo
di
Stefano
lapidato
;
avea
la
mente
piena
dell
'
ordine
del
sinodo
,
con
il
quale
dovea
far
incarcerare
e
trucidare
altri
cristiani
,
avea
la
lotta
nel
cuore
tra
il
fanatismo
feroce
dei
padri
suoi
e
la
nuova
idea
che
seduceva
,
il
bisogno
di
soffrire
,
d
'
avere
un
ideale
per
il
quale
fosse
bella
la
vita
,
per
offrirla
in
olocausto
.
Tale
e
tanta
lotta
portava
nel
cuore
e
da
essa
prese
,
nel
suo
cervello
,
vita
l
'
allucinazione
che
lo
fermò
e
lo
sbigottì
sulla
via
di
Damasco
*
.
CAPITOLO
VIII
.
LA
FOLLA
TRAVERSO
I
SECOLI
Nello
studio
sulla
folla
accennammo
quale
essa
fu
in
momenti
diversi
e
molto
lontani
da
noi
,
ora
bisogna
che
rifacciamo
per
un
momento
,
la
sua
storia
rapidamente
attraverso
i
secoli
,
per
concludere
che
oggi
essa
talora
nella
sua
forma
più
semplice
ed
indifferenziata
di
folla
primigenia
,
è
cattiva
,
con
istinti
criminosi
,
impotente
al
pensiero
,
la
colpa
non
è
sua
,
essendo
da
lungo
tempo
,
da
migliaia
di
anni
,
vissuta
in
condizioni
d
'
avvilimento
.
Su
di
lei
à
operato
una
lunga
selezione
servile
,
la
quale
à
agito
annebbiando
la
mente
e
schiacciando
il
corpo
,
sotto
il
peso
della
lenta
degenerazione
.
Cominciamo
dall
'
oriente
,
dalla
prima
culla
della
civiltà
.
In
Cina
,
in
Persia
,
in
Egitto
lo
stato
è
una
sovrapposizione
di
popoli
vincitori
che
condannano
il
popolo
vinto
ad
un
'
eterna
inferiorità
,
ad
un
pervertimento
della
mente
,
allo
stordimento
dei
sensi
.
In
Babilonia
la
plebe
à
dei
riti
religiosi
osceni
,
corre
alle
feste
di
Belo
dove
si
spendono
,
di
solo
incenso
,
mille
talenti
;
lascia
che
le
sue
donne
vendano
nel
tempio
di
Venere
Melitta
la
verginità
ai
forestieri
,
à
delle
feste
simili
ai
saturnali
;
ma
mentre
la
sua
morale
è
così
bassa
,
i
magi
,
cinti
di
venerazione
,
professano
una
dottrina
di
ben
altra
purezza
*
.
Gli
Ebrei
non
conobbero
,
per
lungo
tempo
,
la
schiavitù
umiliante
e
dolorosa
,
ma
quando
da
Babilonia
e
da
Tiro
il
lusso
penetrava
,
dalle
foreste
del
Libano
il
povero
ma
giusto
,
l
'
Ebionim
,
innalzava
un
grido
di
dolore
sino
a
Dio
e
,
a
volta
a
volta
,
profeti
inspirati
infondevano
la
speranza
messianica
,
che
dovea
ricondurre
il
popolo
d
'
Israello
alla
terra
dei
padri
suoi
.
Sorse
,
così
,
quell
'
eterno
scontento
dell
'
animo
,
proprio
del
popolo
ebreo
,
quel
sospiro
eterno
nel
quale
il
genio
etnico
,
si
è
venuto
svolgendo
e
rafforzando
*
.
In
India
,
a
'
sudra
è
conteso
conoscere
i
sacri
libri
e
,
se
lo
tentassero
,
sarebbero
degni
di
morte
;
ben
più
infelici
di
loro
sono
i
Paria
,
a
'
quali
è
negato
,
per
fino
,
adorare
Brahma
.
Tutto
è
inferiore
nel
paria
:
i
suoi
dei
non
reggono
al
paragone
di
Brahma
;
l
'
acqua
,
che
ne
riflette
l
'
ombra
,
è
contaminata
;
il
guerriero
,
cui
si
avvicinano
,
può
trucidarli
;
giacché
è
scritto
che
devono
viver
lungi
da
tutti
e
soccorrerli
è
delitto
*
.
In
Egitto
la
desolazione
non
è
meno
grande
:
la
religione
che
contiene
in
sé
tanta
parte
del
sapere
,
è
ignota
a
'
più
e
la
si
tramanda
ravvolta
di
simboli
che
i
soli
iniziati
comprendono
.
Se
la
civiltà
à
lasciato
nell
'
Egitto
monumenti
maestosi
di
quanti
dolori
non
sono
essi
fatti
?
non
senza
ragione
,
si
è
detto
,
aver
il
dolore
improntato
quell
'
immenso
popolo
di
schiavi
,
di
quella
bruttezza
che
esso
poi
riflesse
nell
'
effigie
dei
suoi
dèi
*
.
Dall
'
Egitto
passiamo
in
Grecia
ed
in
Roma
.
La
condizione
e
l
'
educazione
della
folla
in
Grecia
non
fu
migliore
.
Quella
splendida
civiltà
che
seppe
assurgere
alle
più
alte
vette
dell
'
arte
,
che
ebbe
della
natura
un
'
intuizione
facile
e
chiara
e
nella
sua
vita
,
nel
suo
ingegno
,
in
tutta
sé
stessa
fu
come
il
mare
nel
quale
si
cullava
,
piena
di
una
artistica
serenità
;
quella
civiltà
,
quanto
a
sentimento
sociale
,
non
fu
né
migliore
dell
'
oriente
,
né
di
Roma
,
superba
e
dura
dominatrice
di
popoli
e
di
schiavi
.
Di
nessuna
altra
nazione
è
memoria
come
di
Sparta
che
si
ordinassero
,
di
tempo
in
tempo
,
le
stragi
degl
'
Iloti
,
né
,
come
di
Atene
,
che
si
giurasse
da
'
giovani
solennemente
e
pubblicamente
d
'
esser
nemici
del
demos
ed
arrecargli
ogni
male
possibile
.
La
vita
di
quelle
gloriose
città
e
della
Magna
Grecia
fu
una
oppressione
odiosa
contro
gli
schiavi
e
una
lotta
di
liberi
,
divisi
in
ogni
città
in
aristocrazia
e
democrazia
ed
impersonificantisi
nella
contesa
fra
Sparta
ed
Atene
:
onde
la
vita
interna
è
una
vece
dolorosa
ed
alterna
di
proscrizioni
e
di
esilii
,
di
guerre
e
di
stragi
,
di
oligarchia
e
di
demagogia
.
In
quella
terra
,
dove
il
pensiero
fu
così
limpido
e
l
'
intelletto
riflesse
senza
nubi
la
natura
fatta
,
più
che
in
altri
climi
,
di
una
serenità
maestosa
;
l
'
educazione
sociale
,
l
'
amore
del
prossimo
,
l
'
esempio
che
,
dall
'
alto
,
scese
fino
in
basso
,
da
'
liberi
agli
schiavi
fu
brutto
e
desolante
.
Fu
così
dice
il
Vaccaro
,
nella
opera
tante
volte
citata
che
gli
Spartani
«
sottoposero
i
vinti
ad
una
vera
selezione
artificiale
,
togliendo
loro
i
mezzi
di
sviluppo
,
decimandoli
in
massa
,
facendone
morire
i
migliori
.
Soltanto
erano
risparmiati
quelli
che
la
lenta
degenerazione
avea
reso
impotenti
»
.
Nel
mondo
latino
,
come
in
tutto
il
mondo
antico
,
gli
schiavi
costituivano
un
grande
sottosuolo
sociale
,
infinite
volte
maggiore
dei
liberi
.
Se
,
a
Sparta
,
su
224
mila
schiavi
,
vi
era
appena
un
popolo
di
36
mila
liberi
;
ad
Atene
vi
erano
40
mila
schiavi
su
91
mila
liberi
;
a
Roma
il
numero
degli
schiavi
era
incommensurabile
.
Uno
storico
così
scrive
:
«
Tanti
erano
questi
infelici
,
che
nelle
case
più
grandi
stipendiavasi
un
nomenclatore
per
tenerne
a
mente
i
nomi
.
Crasso
possedeva
500
muratori
che
noleggiava
ad
opera
;
un
avvocato
,
andando
ad
arringare
,
traevasene
dietro
un
nembo
;
nel
campo
di
Cepione
,
su
80
mila
soldati
,
vi
erano
40
mila
schiavi
.
Caio
ne
possedeva
5
mila
e
moltissimi
comuni
ne
possedeano
le
10
e
fin
le
venti
mila
*.»
Lo
schiavo
era
considerato
come
cosa
pertinente
al
padrone
.
«
Quegli
cui
fu
ucciso
lo
schiavo
dice
Gaio
può
sciegliere
di
procedere
o
in
via
criminale
o
ripetere
un
'
indennità
in
forza
della
legge
Aquilia
»
.
Venivano
venduti
in
baracche
di
legno
,
chi
sciolto
,
chi
legato
,
e
il
compratore
,
avvicinandovisi
,
richiedea
«
mi
bisogna
un
torcoliere
,
un
mugnaio
,
un
cane
per
la
porta
e
poi
chi
veniva
tenuto
legato
alla
porta
,
chi
gridava
le
ore
è
sempre
il
citato
storico
,
il
Cantù
,
che
parla
:
altri
macinavano
e
un
gran
disco
attorno
al
collo
impedivagli
di
portare
il
grano
alla
bocca
,
quali
correano
avanti
al
padrone
per
istrada
a
fargli
dare
il
passo
;
quali
annunziavano
le
visite
;
questi
a
'
piedi
del
padrone
,
tergevano
le
traccie
dell
'
intemperanza
;
quelli
servivano
da
sonatori
,
da
impudichi
,
da
buffoni
,
altri
stretti
in
astucci
per
modo
che
non
potessero
svilupparsi
.
Pregiatissimi
erano
pure
gli
ermafroditi
,
talora
artificiali
.
Seneca
ci
addita
torme
di
ragazzi
che
,
all
'
uscire
dei
banchetti
,
nelle
camere
aspettavano
oltraggi
alla
natura
.
Legioni
intere
di
corrotti
,
erano
disposte
secondo
il
paese
ed
il
colore
con
tant
'
arte
che
in
tutti
vedevasi
corpo
ratura
snella
,
volto
fiorito
della
prima
lanuggine
.
Alcuni
viaggiavano
col
viso
bisunto
perché
il
sole
ed
il
freddo
non
intaccassero
la
pellicina
delicata
ecc
.
In
qual
modo
trattati
fa
orrore
pensarlo
.
Quei
che
lavoravano
i
campi
aveano
capelli
e
ciglie
rase
;
quei
che
portavano
i
padroni
in
eleganti
lettighe
,
trascinavano
dietro
le
catene
:
Antonio
e
Cleopatra
sperimentavano
su
gli
schiavi
i
veleni
.
Pollione
ne
fé
gettare
uno
alle
murene
perché
gli
ruppe
un
vaso
.
Assistevano
digiuni
a
'
lunghi
pasti
in
piedi
e
guai
se
avessero
sternutato
,
tossito
,
mosse
le
labbra
.
Alcuni
ricreavano
le
cene
con
atroci
combattimenti
»
.
«
La
notte
erano
chiusi
in
ergastoli
e
grotte
,
su
giacigli
o
per
terra
ammonticchiati
uomini
e
donne
.
Fatti
vecchi
si
portavano
sull
'
isola
d
'
Esculapio
sul
Tevere
e
colà
abbandonavansi
a
morire
.
»
«
Un
senatus
consultus
portava
che
quando
un
cittadino
romano
venisse
ucciso
da
uno
schiavo
tutti
gli
altri
schiavi
di
lui
si
mettessero
a
morte
e
un
giorno
se
ne
misero
a
morte
quattrocento
,
il
che
eccitò
qualche
susurro
,
ma
Cassio
gran
conoscitore
del
giusto
e
dell
'
ingiusto
si
alza
in
senato
e
rimbrotta
i
novatori
.
E
che
cercheremo
noi
ragione
quando
già
pronunziarono
gli
avi
più
saggi
di
noi
ecc
.
?
»
«
Le
donne
erano
prostituite
,
il
severo
Cassio
avea
prefisso
una
tassa
per
l
'
amplesso
delle
sue
schiave
.
E
dopo
che
giovani
erano
state
esibite
alle
voluttà
degli
ebbri
,
vecchie
s
'
insultava
al
loro
obbrobrio
,
imprimendo
osceni
motti
sul
seno
avvizzito
.
Le
matrone
si
divertivano
poi
a
pungerle
,
mentre
le
adornavano
.
»
«
Quella
monotonia
di
patimenti
era
interrotta
una
volta
all
'
anno
da
'
saturnali
*.»
Eppure
questi
infelici
erano
la
parte
attiva
delle
nazioni
antiche
indispensabili
alla
sussistenza
di
tutti
*
,
fino
a
donare
il
loro
ingegno
per
far
sembrare
dotto
il
proprio
padrone
come
«
quel
Calvidio
Sabino
,
ricchissimo
di
cui
dice
Seneca
che
era
si
mal
provvisto
di
memoria
che
or
dimenticava
il
nome
di
Ulisse
or
quello
di
Priamo
,
comprò
degli
schiavi
che
imparassero
a
mente
Omero
,
Esiodo
e
i
nove
poeti
lirici
:
teneva
a
'
piedi
questi
schiavi
che
gli
suggerivano
i
versi
quando
gli
occorressero
e
che
egli
lanciava
a
'
commensali
storpiandoli
Cantù
,
Storia
degli
italiani
.
»
.
Ma
la
selezione
servile
che
esercitavasi
,
in
Roma
,
dovea
riverberarsi
dallo
schiavo
sul
padrone
:
il
parassitismo
sociale
e
biologico
lo
ànno
dimostrato
il
Vandervelde
e
Massart
,
nel
Parassitismo
organico
e
sociale
*
,
ed
il
Vaccaro
nella
sua
opera
:
la
lotta
per
l
'
esistenza
e
suoi
effetti
nell
'
umanità
sono
nocivi
così
al
parassita
,
come
alla
vittima
.
Ed
,
in
Roma
,
la
schiavitù
nocque
al
patriziato
,
quanto
altro
mai
,
sia
con
le
frequenti
guerre
servili
che
misero
in
forse
la
sicurezza
dello
stato
e
delle
quali
Roma
si
rivalse
con
infinita
ferocia
,
sia
ancora
più
,
con
l
'
istituzione
del
liberto
:
il
liberto
era
il
cattivo
consigliere
del
padrone
,
cui
avea
venduto
l
'
animo
ed
il
corpo
e
non
ci
è
infamia
,
scelleratezza
,
crimine
commesso
dagl
'
imperatori
che
non
sia
stato
co
nsigliato
dal
liberto
.
E
così
che
lo
schiavo
corrompeva
la
grandezza
quirita
e
,
con
la
sua
opera
di
tarlo
roditore
,
preparava
i
più
funesti
giorni
di
Roma
*
.
Ma
l
'
educazione
servile
della
folla
in
Roma
avea
ancora
un
altro
aspetto
,
né
solo
si
esplicava
contro
lo
schiavo
,
ma
ancora
contro
la
plebe
.
La
storia
caratteristica
di
Roma
è
,
anzi
,
improntata
dalla
lotta
tra
un
patriziato
astuto
,
che
cerca
custodire
il
suo
privilegio
economico
e
politico
,
e
tra
una
plebe
laboriosa
e
guerriera
che
chiede
,
in
momenti
solenni
,
i
dritti
civili
e
il
godimento
della
ricchezza
,
da
lei
conquistata
.
Al
pari
che
in
Grecia
,
in
Roma
la
lotta
piglia
un
doppio
aspetto
:
d
'
una
enorme
pressura
dei
liberi
sugli
schiavi
e
d
'
una
lunga
contesa
dei
liberi
fra
loro
.
La
storia
di
Roma
è
in
parte
lì
,
fra
quella
plebe
,
gente
latina
,
che
ottiene
,
dopo
quattro
secoli
e
mezzo
,
l
'
eguaglianza
politica
e
di
poi
chiede
,
senza
raggiungerla
mai
,
la
spartizione
dell
'
ager
publicus
e
fra
il
patriziato
,
stirpe
sabellica
,
disceso
dall
'
Appennino
,
il
quale
promette
e
ritoglie
e
corrompe
,
come
negli
ultimi
anni
della
repubblica
e
sotto
l
'
impero
,
nel
quale
tempo
la
plebe
vien
tenuta
a
spese
dell
'
erario
in
un
ozio
infecondo
,
avido
di
grandi
e
criminose
emozioni
.
Se
la
plebe
non
potea
vivere
con
l
'
agro
conquistato
non
restava
che
il
parassitismo
e
la
corruzione
,
giunta
a
tale
segno
che
i
soli
schiavi
,
per
quanto
avviliti
,
erano
ancora
la
sola
parte
viva
di
quella
splendida
e
moritura
civiltà
.
Le
condizioni
che
presenta
l
'
impero
,
tranne
pochi
anni
qua
e
là
,
tranne
il
periodo
degli
imperatori
filosofi
,
sono
,
quanto
mai
,
raccapriccianti
.
In
alto
,
imperatori
pazzi
,
delinquenti
,
pervertiti
;
in
basso
la
cura
degli
affari
negletti
,
la
vita
dei
cittadini
in
non
cale
e
di
continuo
minacciata
,
gli
averi
tolti
per
cupidigia
e
poi
orgie
,
feste
,
sangue
.
Nerone
passava
dal
circo
al
trivio
,
incendiava
Roma
,
cantando
dall
'
alto
di
una
torre
,
faceva
uccidere
la
madre
,
la
sposa
,
il
maestro
;
vendeva
le
sue
statue
,
appena
che
mediocri
,
a
prezzi
favolosi
:
tipo
vile
di
tiranno
,
circondato
da
una
folla
di
etere
:
questo
è
per
lungo
volgere
di
anni
l
'
esempio
che
piove
dall
'
alto
dell
'
impero
.
Il
popolo
romano
avea
dimenticato
la
severità
antica
dei
padri
,
diventando
un
popolo
di
lussuriosi
.
Giuochi
,
bagni
,
passeggi
erano
le
occupazioni
favorite
:
di
vespero
,
nelle
vie
più
frequentate
di
Roma
si
svolgeva
un
passeggio
maestoso
ed
impudico
:
matrone
seminude
in
lettighe
portate
da
schiavi
,
cocchi
tirati
da
superbi
cavalli
e
guidati
da
amazzoni
mezzo
nude
,
con
a
piedi
il
favorito
d
'
un
giorno
o
d
'
un
ora
,
mezzo
sfiaccolato
per
abuso
di
voluttà
;
donne
di
mala
vita
,
venute
in
onore
per
bellezza
e
poi
senatori
in
mezzo
a
liberti
e
a
cinedi
.
Di
sera
,
questa
turba
si
raccoglieva
nei
triclini
ed
era
là
che
cominciava
la
vita
avventurosa
della
notte
;
sul
tardi
,
dopo
aver
mangiato
e
bevuto
,
dopo
aver
più
volte
vomitato
il
pasto
,
per
godere
la
rinnovellata
voluttà
del
cibo
,
si
passava
a
'
cubicoli
dove
una
folla
di
schiavi
giovanetti
attendeva
o
di
là
si
scendeva
,
fra
il
chiaror
delle
tede
,
nel
foro
,
nel
trivio
,
nella
suburra
,
do
ve
si
incontravano
matrone
che
non
osavano
mostrarvisi
di
giorno
,
uomini
politici
e
per
fino
l
'
imperatrice
o
l
'
imperatore
.
Nelle
provincie
l
'
amministrazione
pubblica
non
era
migliore
:
concesse
,
come
bottino
,
ad
avidi
proconsoli
,
erano
spremute
a
sangue
.
Ma
l
'
onestà
non
era
per
anco
spenta
:
in
Roma
,
nel
cuore
del
mondo
,
esistevano
ancora
famiglie
di
antica
severità
di
costumi
,
nelle
quali
si
era
rifugiata
la
prisca
virtù
romana
,
nella
forma
più
solenne
di
protesta
.
Lo
stoicismo
in
mezzo
a
quel
mondo
che
tramontava
in
un
gran
lago
di
fango
,
era
quanto
di
più
nobile
rimaneva
della
Roma
antica
,
era
l
'
antica
virtù
dei
padri
rammorbidita
d
'
un
sentimento
nuovo
,
sconosciuto
alla
durezza
quirita
,
e
che
parlava
di
fratellanza
umana
,
di
amore
,
di
pietà
.
Que
'
grandi
stoici
,
che
prevenivano
,
per
tal
punto
,
i
tempi
nuovi
e
che
sapeano
,
romanamente
,
morire
,
erano
incarnazione
vivente
di
tutto
un
passato
e
preannunzio
di
un
grande
avvenire
e
anche
oggi
,
dopo
tanti
secoli
,
destano
un
senso
vivo
di
ammirazione
e
di
rispetto
.
E
frattanto
il
circo
ingoiava
nuove
vittime
umane
:
torme
di
schiavi
combatteano
con
le
fiere
o
si
uccidevano
a
vicenda
,
per
deliziare
una
turba
briaca
di
gente
,
che
accorreva
sitibonda
di
sangue
e
mentre
la
plebe
,
divenuta
numerosa
e
gravante
sull
'
erario
,
non
chiedeva
che
nuovi
giuochi
e
nuovo
pane
,
il
latifondo
dilagava
;
tutta
l
'
Africa
pertineva
a
sei
persone
:
il
campo
di
Trimalcione
si
estendeva
per
intere
regioni
,
delle
compagnie
commerciali
,
ricche
di
molti
sesterzï
,
come
arpie
,
suggevano
il
pubblico
erario
.
E
su
queste
immense
ricchezze
piombava
,
a
volta
a
volta
,
la
confisca
imperiale
per
soddisfare
a
'
desiderii
d
'
una
plebe
crescente
,
né
mai
satolla
.
E
mentre
tutto
,
a
Roma
,
declinava
,
un
bisogno
nuovo
prepotente
si
sprigionava
dai
cuori
;
gli
animi
più
nobili
più
alti
,
messa
da
banda
la
vecchia
favola
degli
Dei
,
volgevano
al
monoteismo
:
era
un
bisogno
d
'
un
principio
religioso
alto
e
solenne
che
s
'
imponeva
:
era
il
bisogno
di
staccarsi
da
quell
'
orgia
dei
sensi
e
sollevarsi
sino
ad
un
ideale
solenne
e
rigido
che
fosse
come
una
novella
vita
,
un
nuovo
lavacro
e
questo
principio
nuovo
,
informatore
penetrava
a
Roma
,
prima
ancora
del
cristianesimo
,
come
per
spianargli
la
via
:
il
monoteismo
giudaico
,
spoglio
del
bieco
fanatismo
dei
padri
,
semplice
e
puro
,
solennemente
penetrava
per
opera
dell
'
umile
gente
,
che
dalla
Siria
traeva
a
Roma
per
lavoro
.
Dice
il
Rénan
:
«
Quel
mercante
siro
giunto
a
Roma
,
sarà
un
uomo
dabbene
e
misericordioso
,
caritatevole
per
i
suoi
compatrioti
,
amante
dei
poveri
.
Discorrerà
con
gli
schiavi
,
rivelerà
loro
un
asilo
,
ove
quegli
infelici
,
rido
tti
dalla
durezza
romana
alla
più
desolante
solitudine
troveranno
un
po
'
di
consolazione
.
Il
buon
siro
accettava
la
propria
ignominia
;
si
cattivava
la
benevolenza
del
padrone
,
sapeva
piacere
alla
padrona
.
Questo
gran
fattore
della
democrazia
andava
così
sciogliendo
a
maglia
a
maglia
la
rete
della
civiltà
antica
.
»
Era
così
,
adunque
,
che
nei
momenti
solenni
della
storia
,
in
mezzo
alla
corruzione
del
mondo
,
in
basso
si
creava
una
novella
società
.
Egli
è
sempre
così
:
quando
una
civiltà
muore
,
dalle
ceneri
sue
ne
sorge
un
'
altra
,
come
dalla
morte
sorge
la
vita
;
ma
importa
a
noi
conchiudere
che
nell
'
antichità
l
'
educazione
della
folla
fu
servile
,
che
mirò
a
corrompere
animo
e
corpo
,
che
il
danno
si
riversò
sulla
gente
corrotta
non
meno
che
sulla
corruttrice
,
che
la
razza
depressa
,
asservita
trovò
in
sé
la
forza
d
'
una
novella
vita
che
si
annuncia
col
cristianesimo
.
Vedremo
ora
le
vicende
della
folla
nell
'
età
di
mezzo
.
Il
medio
evo
fu
per
le
folle
un
'
età
sventurata
,
quanto
l
'
antica
e
per
trovare
un
lembo
di
azzurro
,
bisogna
discendere
sino
all
'
evo
moderno
.
La
società
di
mezzo
si
apre
con
un
avvenimento
d
'
un
'
importanza
capitale
:
il
cristianesimo
,
il
quale
contenea
in
sé
diverse
tendenze
:
il
fanatismo
giudaico
,
cupo
,
intollerante
,
feroce
;
e
poi
l
'
ascetismo
,
la
rinunzia
delle
ricchezze
,
la
brama
di
fuggire
il
mondo
;
in
fine
,
il
sentimento
di
uguaglianza
.
Furono
queste
tre
tendenze
diverse
che
,
in
differenti
momenti
,
prevalsero
.
L
'
evangelo
è
tutto
pieno
dell
'
amore
verso
i
poveri
e
dell
'
esaltamento
degli
umili
,
esaltamento
che
,
se
di
poi
fu
compreso
come
da
avverarsi
nel
mondo
di
là
,
per
lungo
tempo
,
si
credette
dovesse
avere
in
terra
il
suo
completo
adempimento
.
La
promessa
messianica
formò
molta
,
anzi
gran
parte
,
del
sentimento
cristiano
dei
primi
tempi
:
non
avea
forse
Gesù
detto
che
molti
dei
presenti
non
avrebbero
gustato
la
morte
,
prima
che
il
figliuolo
dell
'
uomo
non
fosse
tornato
in
terra
ammantato
di
gloria
e
maestà
?
Ora
,
la
promessa
d
'
un
avvento
,
nel
quale
gli
umili
sarebbero
stati
i
primi
,
formò
il
fascino
segreto
,
per
il
quale
il
cristianesimo
poté
diffondersi
e
penetrare
dovunque
,
in
un
mondo
nel
quale
i
sofferenti
erano
,
tanto
e
sì
dolorosamente
,
sconsolati
.
Noi
abituati
a
giudicare
il
cristianesimo
con
i
criterii
odierni
della
scienza
che
spande
,
su
le
classi
misere
,
tanto
lume
di
consolazione
e
di
speranze
,
non
apprezziamo
bene
le
parole
di
amore
,
d
'
esaltamento
degli
umili
,
le
quali
Gesù
,
come
rivo
,
riversò
su
di
un
mondo
di
schiavi
;
ma
chi
studia
quei
tempi
,
non
può
non
apprezzarne
il
valore
:
dopo
quella
,
molto
limitata
degli
stoici
,
dopo
quella
di
Budda
ignota
all
'
oriente
,
la
predicazione
di
Gesù
è
la
grande
parola
di
conforto
umano
e
di
speranza
e
per
sentirne
un
'
altra
,
ugualmente
possente
,
bisogna
venire
al
secolo
nostro
,
a
quel
movimento
che
tanto
ha
di
comune
col
cristianesimo
.
Ma
il
cristianesimo
conteneva
in
sé
il
disprezzo
del
mondo
:
non
era
questo
,
in
fatti
,
un
continuo
pericolo
per
la
salvezza
delle
anime
e
non
volgeva
sempre
al
male
?
Le
vicende
dell
'
impero
pareano
avvalorare
tal
concetto
:
orde
intere
di
barbari
pioveano
,
distruggendo
,
guastando
,
uccidendo
;
gli
animi
erano
stanchi
;
le
città
cadeano
;
la
fine
del
mondo
non
potea
essere
lontana
,
non
rimanea
che
fuggire
il
consorzio
e
vivere
di
preghiere
,
aspettando
il
gran
giorno
.
E
così
fu
:
l
'
ascetismo
vinse
,
la
vita
,
l
'
amore
divennero
peccato
:
il
teschio
,
il
simbolo
della
morte
,
divenne
il
libro
di
meditazione
della
fralezza
umana
:
l
'
età
antica
avea
troppo
goduto
,
quella
che
cominciava
rinunziava
alla
terra
per
il
cielo
.
Ma
,
ancora
più
tardi
,
il
cristianesimo
dovea
partorire
il
più
bieco
fanatismo
:
non
più
la
parola
di
pace
,
ma
la
parola
di
vendetta
ed
in
nome
di
Gesù
si
martorieranno
genti
,
si
devasteranno
città
,
si
arderanno
vite
umane
e
,
su
di
un
popolo
terrorizzato
,
l
'
Inquisizione
innalzerà
la
croce
.
Il
bieco
fanatismo
mosaico
farà
la
sua
terribile
prova
in
mezzo
all
'
Europa
.
Ma
se
tale
è
il
clima
religioso
,
in
cui
respirerà
la
folla
per
tutto
il
medio
evo
,
clima
di
ascetismo
e
di
sommissione
;
il
clima
storico
sarà
di
lotte
di
nazionalità
,
di
guerre
religiose
,
di
oppressioni
e
di
privilegi
e
da
questo
tutto
la
mente
ne
resterà
come
squilibrata
ed
inclinerà
alle
spaventose
epidemie
psichiche
che
improntano
il
medio
evo
,
mentre
terribili
carestie
,
peste
,
malanni
percorreranno
l
'
Europa
indebolendo
,
distruggendo
la
razza
umana
.
Il
medio
evo
,
adunque
,
comincia
con
lo
scatenarsi
dei
popoli
nordici
sull
'
impero
:
Goti
,
Visigoti
,
Unni
scendono
in
Italia
;
ma
,
prima
ancora
di
questi
,
il
mondo
è
insanguinato
dalle
persecuzioni
contro
gli
ebrei
e
poi
contro
i
cristiani
,
in
una
sola
delle
quali
perirono
trecento
mila
persone
.
E
poi
discenderanno
i
barbari
sull
'
impero
,
né
,
finite
queste
invasioni
,
la
lotta
cruenta
di
razza
si
arresterà
:
la
Spagna
,
la
Gallia
,
l
'
Austria
correranno
sull
'
Italia
,
trasformando
tutta
la
vita
medioevale
in
una
guerra
di
conquista
.
Quando
l
'
Europa
parrà
campo
ristretto
,
un
popolo
di
armati
si
riverserà
sull
'
Asia
a
combattere
per
il
Santo
Sepolcro
e
poi
si
correrà
contro
gli
increduli
nella
bella
città
di
Tolosa
,
contro
gli
Albigesi
o
contro
i
Valdesi
,
sulle
Alpi
od
in
Calabria
,
inaffiando
di
sangue
cristiano
le
zolle
,
con
un
esercito
raccolto
fra
banditi
;
e
poi
si
innalzerà
in
ogni
paese
un
auto
da
fè
,
dove
le
intelligenze
più
elette
lasceranno
la
vita
.
E
mentre
all
'
esterno
si
svolgeano
queste
scene
di
orrore
;
all
'
interno
,
il
territorio
si
divideva
in
feudi
,
nei
quali
il
povero
agricoltore
era
costretto
ad
una
crescente
somma
di
balzelli
e
di
corveés
,
che
andavano
dalla
difesa
del
signore
feudale
,
in
tempo
di
guerra
,
alle
prestazioni
in
tempo
di
pace
e
fino
al
diritto
di
godere
le
primizie
della
sposa
.
Di
tanto
in
tanto
,
masse
abbrutite
insorgevano
facendo
le
jacqueries
,
come
belve
ferite
che
mordono
,
sbranano
,
per
cadere
a
'
piedi
del
cacciatore
.
La
carestia
,
parecchie
volte
in
un
secolo
,
percorreva
l
'
Europa
devastandola
:
«
la
fame
e
la
mortalità
si
legge
erano
tali
che
gli
uomini
mangiavano
erba
come
i
montoni
e
morivano
come
le
mosche
»
.
E
la
chiesa
,
per
bocca
di
S
.
Tommaso
,
sentenziava
:
«
Se
puoi
esser
libero
,
rimanti
in
ischiavitù
,
che
è
causa
di
umiliazione
»
;
essa
ch
'
era
il
feudo
più
possente
,
superiore
all
'
autorità
civile
!
Nella
Franca
Contea
il
clero
possedeva
metà
delle
terre
,
nel
Cambrisis
1400
aratri
su
1700
.
I
canonici
di
Saint
Claude
aveano
12
mila
servi
e
così
via
via
.
Le
condizioni
di
vita
erano
così
tristi
che
il
Labruiere
scriveva
:
«
Si
vedono
certi
animali
feroci
maschi
e
femine
,
sparsi
per
la
campagna
,
neri
,
lividi
e
tutti
bruciati
dal
sole
piegati
sulla
terra
che
lavorano
con
assiduità
.
Essi
si
ritirano
la
notte
nelle
tane
e
vivono
di
pane
nero
,
acqua
e
radici
*
»
.
Da
questo
impoverimento
dell
'
organismo
e
dalla
cresciuta
ignoranza
doveano
nascere
quegli
squilibri
psichici
collettivi
,
quelle
grandi
epidemie
morali
che
dànno
una
fisonomia
speciale
al
medio
evo
:
la
prima
è
rappresentata
dalla
fine
del
mondo
nel
mille
ed
è
un
'
epidemia
ascetica
.
Il
mondo
andrà
in
rovina
,
a
che
dunque
rimaner
legati
ai
beni
della
terra
?
rinunziate
a
tutto
:
questa
è
la
gran
saggezza
umana
.
Poi
vengono
le
crociate
,
tra
le
quali
quella
dei
bambini
,
che
corrono
fino
al
mare
,
perché
lasci
libero
il
passo
fino
al
santo
sepolcro
,
che
cadrà
vinto
dallo
spettacolo
dell
'
innocenza
puerile
;
poi
vengono
,
ad
ogni
momento
,
le
epidemie
degli
indemoniati
,
degli
incubi
,
dei
succubi
,
le
grandi
epidemie
isteriche
,
le
streghe
e
le
tragende
,
le
apparizioni
miracolose
che
formano
gran
parte
della
vita
del
medio
evo
e
la
chiesa
innalza
roghi
per
salvare
l
'
anima
posseduta
dal
demonio
,
bruciando
il
corpo
;
ma
,
inutile
,
ch
é
questi
tratterrà
quell
'
anime
squilibrate
dalla
miseria
e
dallo
spettacolo
feroce
della
forza
e
continuerà
a
tormentarle
sinché
la
scienza
non
lo
avrà
fugato
e
,
già
,
dal
fondo
del
medio
evo
,
una
nuova
era
si
apre
e
vien
fuori
per
i
fianchi
squarciati
di
quel
vecchio
mondo
e
questa
novella
face
è
la
borghesia
che
nasce
con
due
aspetti
,
come
riforma
religiosa
in
Germania
,
come
rinascimento
in
Italia
e
come
movimento
economico
nelle
repubbliche
italiane
,
che
solcano
i
mari
ed
alle
quali
Colombo
ha
aperto
un
nuovo
mondo
.
E
così
si
chiude
l
'
evo
medio
,
offrendo
lo
stesso
spettacolo
dell
'
antico
,
di
folle
ineducate
,
abbrutite
,
ignoranti
,
paurose
,
disquilibrate
.
È
nell
'
evo
moderno
che
si
crea
il
destino
della
folla
.
Noi
abbiamo
parlato
del
medio
evo
,
guardandolo
dal
punto
di
vista
della
folla
,
ma
abbiamo
dimenticato
di
accennare
ad
alcuni
benefici
fatti
che
si
erano
venuti
maturando
,
durante
quell
'
età
tenebrosa
e
in
quel
succedersi
di
invasioni
barbariche
.
I
popoli
sopravvenuti
e
scatenati
gli
uni
sugli
altri
,
si
erano
cimentati
in
unità
etniche
:
il
popolo
romano
avea
donato
la
coltura
e
i
popoli
barbari
aveano
donato
la
propria
giovinezza
.
Le
unità
etniche
erano
,
adunque
,
venute
formando
dovunque
e
con
esse
erano
venute
disegnando
le
grandi
nazioni
.
Il
governo
feudale
così
sparso
tendeva
ad
un
aggruppamento
crescente
,
che
preludiava
alle
unità
nazionali
.
Insieme
con
queste
,
il
concetto
della
vita
cominciava
a
risorgere
:
il
mondo
,
dopo
le
paure
del
mille
e
le
macabre
immagini
delle
più
fitte
tenebre
medio
evali
,
non
parea
così
brutto
:
dovunque
un
'
attività
nuova
,
un
bisogno
di
godere
,
un
bisogno
di
ricrearsi
con
il
soffio
creatore
dell
'
arte
si
facea
sentire
ed
era
arte
sacra
talora
,
ma
talora
anche
profana
anzi
soverchiamente
profana
:
era
il
preludio
del
Rinascimento
.
Con
l
'
arte
una
forza
novella
,
che
dovea
rivoluzionare
il
mondo
,
era
sorta
,
proprio
all
'
ombra
del
feudo
,
accanto
al
maniero
,
che
ne
dovea
poi
essere
distrutto
.
Nell
'
umile
borgo
,
in
mezzo
a
'
resti
delle
comunità
agricole
,
le
prime
industrie
,
i
primi
artigiani
erano
venuti
su
.
Lavoravano
or
una
or
l
'
altra
cosa
,
ma
non
più
per
uso
proprio
,
ma
per
lo
scambio
,
dapprima
limitato
;
poi
un
po
'
più
in
grande
:
prima
in
modo
temporaneo
,
poi
come
stabile
occupazione
.
Il
feudo
,
però
,
osteggiava
questo
commercio
rudimentale
:
poneva
tasse
di
pedatico
,
scendeva
come
il
ladrone
a
derubare
,
ma
il
commercio
fioriva
nella
lotta
tra
i
feudatarï
vicini
,
tra
'
feudi
e
i
comuni
.
Era
,
in
fatti
,
così
:
le
città
si
erano
venute
costituendo
ed
eran
fatte
di
artigiani
,
a
'
quali
mal
piaceva
che
il
loro
commercio
fosse
di
continuo
turbato
dall
'
avidità
baronale
,
donde
le
guerre
tra
feudo
e
comune
e
nelle
quali
il
comune
avea
ad
alleati
i
vassalli
ed
i
ca
stelli
venivano
distrutti
e
i
baroni
costretti
a
vivere
in
città
.
Ma
,
nuovi
avvenimenti
doveano
sopravvenire
a
danno
dei
feudi
e
furono
le
crociate
,
che
attirarono
,
sotto
il
pretesto
della
fede
,
quando
d
'
inquieto
avea
l
'
Europa
nel
maniero
feudale
,
onde
quando
i
Crociati
tornarono
da
Terra
Santa
,
trovarono
che
il
contado
avea
scosso
il
giogo
e
il
comune
s
'
era
a
loro
spese
ingrandito
durante
le
crociate
.
Le
repubbliche
marinare
d
'
Italia
,
trasportando
truppe
,
allestendo
navigli
,
importando
ed
esportando
di
continuo
,
preparando
e
foggiando
armi
,
aveano
donato
impulso
alla
nascente
organizzazione
artigiana
,
che
,
dagli
umili
borghi
dov
'
era
sorta
,
veniva
detta
borghesia
ed
era
giunta
a
tale
espansione
che
mai
potea
essere
contenuta
dal
feudo
e
la
rivolta
,
che
non
potea
essere
lontana
,
cominciò
,
come
movimento
religioso
,
con
la
Riforma
*
.
La
chiesa
era
,
in
fatti
,
il
feudo
più
grande
che
esisteva
in
Europa
,
che
investiva
re
e
principi
che
pretendeva
numerosi
balzelli
di
decime
e
contro
di
essa
la
borghesia
nascente
insorgeva
,
e
la
protesta
religiosa
era
il
tono
,
il
colorito
che
donavano
i
tempi
alla
lotta
economica
.
Questo
avveniva
nella
parte
nordica
d
'
Europa
;
in
Italia
,
la
patria
della
somma
potestà
religiosa
,
lo
spirito
dei
tempi
nuovi
pigliava
un
aspetto
scientifico
e
letterario
e
veniva
detto
Rinascimento
:
era
la
borghesia
che
ritornava
alla
tradizione
scientifica
greco
romana
e
si
riattaccava
al
passato
.
In
Italia
,
in
fatti
,
si
era
incominciato
,
sotto
forme
di
glosse
,
lo
studio
del
diritto
romano
,
che
una
leggenda
volea
portato
da
Irnerio
da
Roma
a
Bologna
;
la
tradizione
aristotelica
cadeva
per
opera
del
Telesio
;
nelle
università
si
osava
per
la
prima
volta
dissezionare
il
corpo
umano
,
ardimento
che
veniva
amaramente
rimpianto
da
'
primi
anatomici
,
che
vecchi
o
si
monacavano
come
Stenone
o
ne
andavano
pellegrinando
in
Terra
Santa
come
Vessalle
;
le
opere
latine
e
greche
venivano
amorosamente
ricercate
nelle
biblioteche
dei
conventi
e
ristudiate
e
nuove
concezioni
scientifiche
sorgevano
;
Galileo
asseriva
che
la
terra
si
movea
;
arditi
navigatori
correano
l
'
oceano
e
una
folla
di
filosofi
osava
guardar
la
natura
e
dubitar
della
fede
,
dubbio
che
costava
,
è
vero
,
la
vita
,
ma
non
per
questo
seduceva
di
meno
.
Nessuna
epoca
più
di
questa
si
rassomigliava
,
per
il
fondo
economico
,
all
'
età
antica
e
perciò
era
naturale
che
la
superstruttura
ideale
:
leggi
,
religione
,
concetto
della
vita
,
arte
,
dovesse
risorgere
,
adattandosi
a
'
tempi
novelli
.
Il
medio
evo
era
stato
come
un
hiatus
,
tra
il
mondo
antico
e
il
moderno
e
lo
si
poteva
,
in
certo
modo
,
cancellare
,
se
non
ne
'
suoi
effetti
,
nell
'
educazione
delle
novelle
generazioni
.
Il
mondo
,
dopo
tanto
tempo
,
finito
il
timore
della
tomba
,
si
riaffacciava
alla
vita
.
Risorgimento
e
riforma
,
per
quanto
contrari
in
apparenza
,
erano
due
fenomeni
d
'
una
medesima
causa
:
la
borghesia
nascente
.
Ma
la
lotta
tra
feudo
e
borghesia
non
dovea
essere
lontana
:
questa
,
con
la
scoperta
dell
'
America
,
era
giunta
a
tale
potenza
che
mal
potea
soffrire
che
una
classe
parassitaria
,
piena
di
vizi
,
decadente
,
degenerata
le
stesse
di
sopra
,
succhiandola
ed
a
tale
uopo
aiutata
dal
ceto
contadinesco
ed
operaio
nel
memorabile
periodo
dell'89
,
compì
la
più
grande
rivoluzione
che
conosca
la
storia
,
rivoluzione
sanguinosa
,
che
permise
alla
borghesia
di
togliere
tutti
i
legami
ristrettivi
,
proclamare
la
libertà
di
commercio
,
sostituendo
al
servo
della
gleba
,
il
salariato
.
A
questa
tenne
dietro
un
periodo
di
depressione
economica
:
il
feudo
era
scomparso
e
il
piccolo
artigiano
veniva
espropriato
e
vinto
,
nel
terreno
della
concorrenza
,
dal
manifatturiero
;
il
piccolo
proprietario
cadeva
dinanzi
al
grande
;
il
terreno
della
concorrenza
era
l
'
altare
sul
quale
le
piccole
fortune
s
'
immolavano
dinanzi
alle
grandi
.
Quando
,
ad
accrescere
il
numero
dei
vinti
,
venne
la
macchina
in
Inghilterra
,
la
macchina
che
chiedeva
grandi
capitali
,
gran
numero
di
braccia
,
che
al
lavoro
dell
'
uomo
sostituiva
quello
della
donna
e
del
fanciullo
e
rendeva
sempre
più
acre
la
concorrenza
.
Fu
un
periodo
spaventoso
di
crisi
,
di
cui
il
governo
inglese
,
per
mezzo
d
'
inchieste
raccolse
e
voci
ed
impressioni
che
si
trovano
largamente
riassunte
dal
Marx
nella
sua
opera
del
Capitale
.
La
disoccupazione
divenne
spaventevole
,
il
logorio
della
macchina
umana
toccò
gli
ultimi
estremi
,
fuor
dei
quali
è
la
scomparsa
della
razza
;
i
salarï
giunsero
a
tal
punto
da
esser
detti
della
fama
;
le
fortune
precipitarono
rovinosamente
;
si
videro
fanciulli
di
due
o
tre
anni
impiegati
a
ruotare
molinelli
ed
altri
impazzire
o
suicidarsi
;
donne
,
uomini
morire
di
stenti
e
di
fame
:
mai
peste
o
guerra
avea
tanto
rabbiosamente
percosso
la
specie
umana
.
Il
momento
era
terribile
,
la
crisi
continua
,
quando
la
forte
razza
britannica
sprigionando
le
forze
di
riserva
che
sono
nella
natura
umana
ottenne
dal
Parlamento
quella
legislazione
del
lavoro
che
va
dal
1802
al
1877
e
continua
ancora
*
.
Era
la
novella
storia
che
cominciava
,
la
storia
dell
'
umanità
redenta
,
che
formò
,
e
formerà
ancora
,
il
sogno
delle
anime
elette
;
era
l
'
ideale
dell
'
amore
e
della
pace
che
brillava
,
dopo
le
torbide
ore
del
duolo
,
d
'
una
luce
lontana
sì
,
ma
che
a
noi
s
'
appressa
,
dolce
come
il
sospiro
d
'
una
vergine
,
piena
d
'
impromesse
come
un
sogno
d
'
amore
.
CAPITOLO
IX
.
IL
VALORE
SOCIALE
DELLA
FOLLA
E
LA
SUA
EDUCABILITÀ
Potremmo
dire
d
'
aver
finito
,
se
non
dovessimo
parlare
del
fine
e
della
meta
che
ci
arrise
in
questo
lavoro
:
parve
a
noi
che
della
folla
,
precedenti
osservatori
abbiano
scorto
la
sola
manifestazione
criminosa
.
Epperò
,
la
conclusione
che
ne
scaturì
limpida
,
dalle
loro
osservazioni
,
è
che
la
folla
,
di
cui
il
valore
e
l
'
importanza
va
crescendo
,
come
quella
che
fu
e
diventa
,
sempre
più
,
la
grande
,
anzi
l
'
unica
,
forza
operante
dell
'
avvenire
non
era
stata
per
il
passato
,
né
sarebbe
per
il
futuro
,
che
una
collettività
incapace
di
pensiero
,
dedita
di
preferenza
al
crimine
.
Tale
modo
passionato
di
guardare
le
cose
ci
parve
una
somma
ingiustizia
e
un
errore
scientifico
:
la
folla
,
ci
sembrò
,
sia
capace
di
pensiero
e
che
la
sua
azione
sia
prevalentemente
normale
e
,
solo
in
certi
casi
,
può
divenire
criminosa
;
ci
sembrò
,
ancora
,
che
la
folla
,
sia
considerata
in
modo
statico
,
cioè
nelle
sue
condizioni
di
fatto
in
un
dato
popolo
,
sia
considerato
in
modo
dinamico
,
cioè
nelle
varie
fasi
evolutive
,
si
muova
da
una
maggiore
criminalità
fino
ad
una
crescente
normalità
.
Le
stesse
plebi
di
oggi
,
che
sono
le
folle
indifferenziate
ed
instabili
,
si
allontanano
di
molto
da
quelle
di
altri
tempi
per
minori
pregiudizii
,
per
mancanza
di
forme
epidemiche
pazzesche
,
(
invasioni
,
ossessioni
,
incubi
e
succubi
,
demopatia
ecc
.
)
,
per
mancanza
di
criminalità
(
rivolte
frequenti
ecc
.
)
;
sicché
ci
parve
che
dal
lato
della
criminalità
valga
per
le
folle
la
stessa
legge
che
per
gl
'
individui
cioè
se
vi
sono
plebi
,
per
eccezione
,
delinquenti
nate
o
pazze
,
le
altre
però
delinquono
per
passione
:
educarle
,
svolgerne
il
pensiero
a
discapito
del
sentimento
,
forma
il
gran
compito
d
'
uno
stato
che
senta
per
davvero
la
propria
missione
storica
.
Le
folle
indifferenziate
ci
son
parse
finora
l
'
ostacolo
più
grande
al
progresso
con
le
tendenze
criminali
molto
spiccate
per
il
passato
,
meno
oggi
per
l
'
odio
al
progresso
che
portano
seco
.
Il
dovere
dello
stato
consiste
nel
trasformare
la
folla
indifferenziata
in
partito
,
ch
'
è
forma
equilibrata
di
folla
,
e
la
quale
contiene
nel
proprio
seno
le
tendenze
che
si
disputano
la
direzione
della
vita
d
'
una
data
nazione
.
Per
ottenere
ciò
,
ci
è
bisogno
d
'
una
larga
educazione
e
d
'
una
grande
istruzione
individuale
e
collettiva
e
che
,
cominciata
da
'
primi
anni
,
si
prolunghi
per
tutta
la
vita
.
Quando
vi
è
gente
che
mai
à
conosciuto
i
genitori
,
che
è
cresciuta
in
mezzo
alla
strada
,
qual
meraviglia
poi
che
tali
derelitti
della
società
,
abbandonati
a
sé
stessi
,
diventino
o
ladri
od
assassini
o
prostitute
?
e
che
una
folla
fatta
,
preponderantemente
,
di
tale
gente
abbia
tendenze
criminali
?
Né
basta
:
l
'
educazione
dev
'
essere
collettiva
:
trattenimenti
pubblici
,
teatri
,
concerti
popolari
dovrebbero
essere
cura
precipua
del
governo
,
insieme
con
le
biblioteche
popolari
,
le
università
per
il
popolo
e
quanto
altro
varrà
ad
elevarne
la
coltura
:
ecco
fin
dove
l
'
educazione
dovrebbe
spingersi
.
E
tutto
cresimato
da
un
insieme
di
leggi
sul
lavoro
dei
fanciulli
,
delle
donne
,
che
ne
limitino
le
ore
,
proteggano
la
vita
dell
'
operaio
;
che
ne
incalzino
il
limite
medio
della
vita
.
E
,
perché
la
folla
trovi
in
sé
l
'
energia
educatrice
,
si
dovrebbe
concedere
una
ben
ampia
libertà
politica
,
così
come
è
in
Inghilterra
la
quale
dia
larghezza
,
di
stampa
,
d
'
associazione
,
di
parola
ecc
.
In
altri
termini
che
quel
che
avviene
in
certi
stati
come
il
Belgio
,
la
Svizzera
,
l
'
Inghilterra
e
la
Nuova
Australia
,
soprattutto
,
diventi
la
norma
sulla
quale
gli
altri
stati
dovrebbero
pensare
di
svolgersi
.
Ma
,
questo
sarebbe
poco
se
alle
folle
basse
mancasse
l
'
esempio
di
moralità
che
viene
dall
'
alto
.
Dopo
i
lavori
del
Tarde
ognuno
sa
quanto
valga
l
'
imitazione
e
come
l
'
imitazione
sia
un
carattere
dei
selvaggi
,
dei
fanciulli
e
delle
plebi
,
selvaggi
moderni
,
messi
alle
fondamenta
della
nostra
civiltà
;
ora
quale
è
l
'
esempio
da
imitare
che
talora
discende
dall
'
alto
?
E
,
con
questi
esempï
,
è
da
meravigliare
se
le
plebi
inclinino
ad
una
forma
di
delitto
atavico
come
à
visto
il
Sighele
,
laddove
,
in
alto
,
il
delitto
si
è
raffinato
nella
frode
,
per
sfuggire
a
'
codici
?
Pare
d
'
assistere
ad
una
fine
dolorosa
di
mondo
,
se
non
pensassimo
che
ancora
nella
folla
esiste
il
lavoro
che
crea
,
il
pensiero
che
edifica
,
la
morale
che
vince
:
il
genio
è
scomparso
e
in
sua
vece
v
'
è
la
genialità
collettiva
,
non
più
uno
spirito
sommo
che
pensa
per
tutti
,
ma
tutti
che
pensano
sollevandosi
ad
un
'
altezza
vertiginosa
di
pensiero
;
non
già
un
santo
od
un
apostolo
che
senta
per
tutta
l
'
umanità
,
ma
milioni
d
'
esseri
che
sentano
per
tutti
:
una
collettività
che
pensa
,
che
sente
,
che
opera
in
modo
normale
:
questa
è
la
folla
dell
'
avvenire
.
Il
passato
ed
il
presente
fu
di
folle
sovrapposte
differenziate
,
di
modo
che
alcune
crearono
la
ricchezza
,
le
altre
dettero
il
sentimento
ed
il
pensiero
;
la
folla
dell
'
avvenire
sarà
una
folla
unica
che
sente
,
pensa
ed
opera
in
modo
normale
e
possente
.
In
essa
è
il
destino
del
mondo
:
in
essa
è
la
salute
direbbe
il
mistico
Tolstoi
;
col
cuore
pieno
di
questa
folla
io
scrissi
e
pongo
fine
alla
prima
parte
di
questo
lavoro
.
IL
CARATTERE
DEL
MEZZOGIORNO
D
'
ITALIA
Questo
,
e
gli
studii
speciali
che
seguono
,
rifermano
,
allargano
od
esemplificano
idee
accennate
e
svolte
nelle
pagine
precedenti
onde
il
lettore
troverà
molto
di
ripetuto
qua
e
là
.
Non
ò
creduto
,
però
,
togliere
all
'
opera
il
getto
originale
,
parendomi
che
,
così
come
uscì
dalla
penna
,
sia
più
varia
e
più
piena
d
'
interessamento
e
di
diletto
.
CAPITOLO
I
.
IL
CARATTERE
IN
GENERALE
Nello
scritto
sulla
folla
mi
occupai
del
carattere
:
molte
di
quelle
idee
espresse
meritano
ancora
che
sieno
riferite
,
perché
spianino
la
via
alle
altre
che
diremo
al
lettore
.
«
Carattere
diceva
il
Sergi
vuol
dire
,
nella
sua
significazione
letterale
,
qualche
cosa
d
'
impresso
,
che
rimane
costante
,
perciò
,
è
invariabile
come
suggello
e
si
riferisce
al
modo
di
operare
nelle
contingenze
della
vita
come
una
norma
per
ogni
uomo
,
dati
motivi
più
o
meno
varï
e
diversi
;
e
qualche
cosa
nella
vita
attiva
d
'
ogni
individuo
,
la
quale
nelle
circostanze
difficili
o
rare
,
è
stimata
come
una
qualità
preziosa
,
che
sicuramente
dirigerà
la
condotta
,
senza
cedere
o
piegare
davanti
a
certe
esigenze
che
possono
far
deviare
dalla
via
buona
ed
onesta
»
.
Questa
definizione
del
carattere
,
che
dà
il
grande
psicologo
,
corrisponde
a
quel
concetto
più
comune
ed
accettato
,
che
noi
ci
siamo
formati
del
carattere
;
il
carattere
per
antomasia
;
la
migliore
forma
di
carattere
che
esista
e
meriti
,
davvero
,
pregio
e
considerazione
.
Ma
,
daccanto
a
questa
forma
elevata
e
solenne
di
carattere
,
vi
sono
ben
le
altre
,
quelle
che
noi
comunemente
,
chiamiamo
mobili
e
variabili
,
criminose
,
inferiori
le
quali
,
non
meno
del
carattere
vero
,
improntano
di
sé
la
psiche
umana
,
sia
essa
quella
d
'
un
individuo
o
d
'
una
collettività
.
Il
carattere
essendo
una
rispondenza
all
'
ambiente
esterno
,
specie
sociale
che
ci
circonda
è
fatto
d
'
una
parte
statica
e
d
'
altra
dinamica
,
d
'
una
idea
che
dirige
e
d
'
una
passione
che
muove
:
idea
e
passione
che
sono
come
il
timone
e
come
l
'
elica
della
nave
.
Quando
tra
idea
e
sentimento
,
per
deficiente
educazione
dell
'
una
o
dell
'
altro
o
per
sviluppo
disuguale
o
per
fatto
che
rompa
l
'
unità
della
psiche
,
vi
è
contrasto
,
il
carattere
ne
risente
e
diventa
incerto
e
fluttuante
.
È
dote
di
pochi
animi
mantenerle
egualmente
sviluppate
ed
equilibrate
,
così
come
essendo
il
carattere
un
organismo
che
ci
viene
trasmesso
e
che
noi
in
parte
andiamo
,
con
novelle
stratificazioni
,
formando
soli
in
pochi
eletti
la
parte
acquisita
si
sovrappone
alla
parte
fondamentale
trasmessaci
in
modo
stabile
ed
in
modo
che
le
vecchie
stratificazioni
non
risorgano
.
Il
carattere
risente
,
adunque
,
di
queste
imperfezioni
che
riguardano
la
sua
statica
e
la
sua
dinamica
,
la
sua
parte
fondamentale
e
l
'
avventizia
e
ognuna
di
queste
imperfezioni
si
traduce
in
un
difetto
od
in
una
malattia
della
psiche
d
'
un
individuo
,
come
di
una
collettività
.
Il
carattere
,
essendo
un
modo
di
rispondere
all
'
ambiente
esterno
che
ci
circonda
,
implica
il
concetto
d
'
un
soggetto
e
di
qualche
cosa
che
ci
invii
frequenti
eccitamenti
,
cui
si
risponde
,
per
sprigionarne
dei
nuovi
,
costituendo
un
ricambio
d
'
azioni
e
di
reazioni
,
un
adattamento
,
direbbe
Spencer
,
delle
azioni
interne
all
'
esterne
.
Il
soggetto
del
carattere
è
,
adunque
,
l
'
uomo
o
una
collettività
d
'
uomini
:
e
diciamo
uomo
non
psiche
,
ch
'
è
solo
una
parte
dell
'
unità
biologica
umana
,
perché
alle
azioni
dell
'
ambiente
esterno
noi
rispondiamo
con
tutto
il
nostro
io
e
non
con
una
parte
soltanto
.
Gli
antichi
,
parlando
di
quest
'
unità
bio
psicologica
umana
,
distinguevano
diversi
temperamenti
,
che
rapportavano
a
quattro
tipi
principali
:
sanguigno
,
bilioso
,
linfatico
e
nervoso
.
L
'
insegnamento
dell
'
antica
medicina
,
fondato
su
d
'
una
millenaria
osservazione
,
fu
lungamente
dimenticato
,
quando
da
un
certo
tempo
si
è
ritornato
al
concetto
dei
temperamenti
,
cioè
delle
modalità
bio
psicologiche
umane
,
tentandone
nuove
distinzioni
e
novelle
interpetrazioni
,
fra
le
quali
è
notevole
quella
d
'
un
scienziato
italiano
,
che
dei
temperamenti
ripone
la
causa
nella
costituzione
della
crasi
sanguigna
.
Per
quanto
ingegnosa
la
spiegazione
,
a
me
pare
che
la
crasi
del
sangue
sia
una
parte
del
temperamento
e
non
la
causa
,
onde
io
credo
che
:
il
temperamento
,
inteso
come
costituzione
dell
'
unità
bio
psicologica
umana
,
esiste
;
che
le
quattro
specie
degli
antichi
sono
vere
,
sebbene
raramente
si
presentino
nella
loro
purezza
,
prevalendo
le
nuances
;
in
fine
,
che
il
temperamento
dipende
da
condizioni
di
eredità
,
di
nutrizione
,
di
mezzo
nel
quale
l
'
organismo
si
svolge
ecc
.
:
ossia
prevale
in
esso
il
mezzo
generatore
materno
e
paterno
ed
atavico
nonché
le
condizioni
posteriori
di
svolgimento
dell
'
organismo
.
In
una
parola
,
il
temperamento
rientra
nei
misteri
,
per
ora
impenetrati
,
della
generazione
.
L
'
ambiente
che
agisce
sul
soggetto
e
ne
determina
le
reazioni
,
è
fisico
e
sociale
,
organico
ed
inorganico
.
L
'
ambiente
fisico
tellurico
è
quello
che
io
chiamo
primigenio
,
che
à
agito
dapprima
sull
'
uomo
e
che
à
dovuto
avere
gran
parte
nel
primo
abbozzo
del
carattere
etnico
.
La
razza
ch
'
è
come
un
gran
serbatoio
di
energia
e
di
carattere
,
ch
'
è
come
una
grande
forma
e
dà
la
prima
fisonomia
ad
un
popolo
;
la
razza
,
secondo
me
,
è
effetto
dell
'
ambiente
fisico
,
della
parte
di
terra
che
si
abita
,
del
clima
nel
quale
si
vive
,
d
'
una
data
forma
di
fauna
e
di
flora
in
mezzo
a
cui
si
combatte
la
lotta
della
vita
.
Prima
che
l
'
ambiente
sociale
sia
sorto
e
sviluppato
,
l
'
uomo
subisce
e
reagisce
all
'
ambiente
fisico
tellurico
,
in
modo
diverso
:
cioè
,
i
popoli
selvaggi
adattandovisi
,
i
popoli
civili
modificandolo
.
Così
avviene
che
alcune
tribù
esquimesi
,
viventi
in
clima
freddissimo
,
mostrano
un
'
indole
buona
,
laddove
nei
popoli
,
dal
clima
tropicale
,
sorge
il
fiore
della
contemplazione
ascetica
,
quell
'
eterno
bisogno
dell
'
estasi
che
sciolga
le
membra
e
culli
la
mente
*
.
Così
,
le
prime
civiltà
sorgono
nei
climi
caldi
e
poi
lentamente
emigrano
verso
i
climi
freddi
,
perché
,
quando
l
'
uomo
non
à
ancora
sviluppato
né
arti
,
né
industrie
,
né
prodotti
sociali
,
egli
à
bisogno
di
climi
fertili
,
di
molta
luce
e
di
molto
calore
,
donde
il
sistema
nervoso
tragga
la
necessaria
energia
che
lo
prepari
alla
lotta
della
civiltà
;
à
bisogno
delle
vaste
raccolte
d
'
energie
latenti
,
che
porterà
nei
climi
freddi
,
durante
il
suo
pellegrinaggio
dal
sud
al
nord
,
dall
'
oriente
all
'
occidente
,
spinto
sempre
dalla
lotta
per
la
vita
*
,
quindi
,
le
grandi
civiltà
nordiche
,
nelle
quali
si
prepara
il
destino
del
mondo
,
sono
figlie
delle
terre
che
il
sole
amorosamente
bacia
in
fronte
coi
suoi
più
caldi
raggi
e
dove
più
ricca
vegeta
la
flora
e
prospera
la
fauna
.
L
'
ambiente
climatico
tellurico
dà
ad
alcuni
popoli
la
meschina
statura
,
ad
altri
l
'
indole
guerriera
e
à
spinto
i
nostri
antichissimi
avi
alla
pastorizia
e
all
'
agricoltura
.
L
'
Olanda
è
un
paese
di
sotto
il
livello
del
mare
;
la
lotta
,
adunque
,
tra
il
mare
che
vuole
sommergerla
e
l
'
uomo
che
non
vuole
che
sia
sommersa
,
è
eterna
e
secolare
e
dona
,
di
certo
,
un
'
impronta
particolare
al
carattere
*
.
I
profughi
delle
continue
invasioni
barbariche
,
cacciati
nelle
lagune
venete
,
trovarono
,
nelle
condizioni
telluriche
,
la
spinta
a
darsi
al
mare
e
divenire
una
delle
più
celebri
ed
industre
popolazioni
che
mai
abbiano
solcato
l
'
oceano
*
.
Il
Ferrero
,
in
un
recente
libro
sull
'
Europa
giovane
,
à
lumeggiato
la
psiche
dei
popoli
nordici
:
io
non
ò
nessun
dubbio
che
quella
tale
impronta
psichica
che
il
Ferrero
attribuisce
alla
minore
passione
erotica
e
al
più
forte
idealismo
,
non
si
debba
,
in
vece
,
attribuire
al
clima
,
di
modo
che
il
diminuito
erotismo
non
sia
che
una
conseguenza
stessa
del
clima
,
anziché
una
causa
del
vasto
e
delicato
complesso
psichico
di
quel
popolo
.
Ma
,
l
'
azione
dell
'
ambiente
fisico
tellurico
,
che
dicemmo
primigenio
,
appunto
perché
,
da
prima
ed
in
modo
assoluto
,
agisce
sull
'
uomo
,
si
va
attenuando
,
pur
rimanendo
sempre
senza
potersi
cancellare
.
I
prodotti
superorganici
dello
Spencer
,
i
prodotti
storico
sociali
,
ànno
appunto
questo
scopo
:
attenuare
l
'
adattamento
passivo
dell
'
uomo
all
'
ambiente
,
sostituendovi
un
adattamento
attivo
,
per
il
quale
l
'
organismo
non
si
modifica
,
secondo
l
'
ambiente
,
ma
resiste
all
'
ambiente
senza
modificarsi
o
modificandosi
poco
.
I
popoli
selvaggi
sono
dotati
al
pari
degli
uomini
primitivi
d
'
una
insensibilità
psico
somatica
:
resistono
al
freddo
ed
al
caldo
,
alle
intemperie
,
alle
privazioni
:
tutta
questa
insensibilità
è
un
vasto
adattamento
passivo
dinanzi
all
'
ambiente
;
l
'
uomo
civile
,
in
vece
,
resiste
all
'
ambiente
senza
piegarvisi
:
egli
non
à
bisogno
di
sviluppare
una
insensibilità
psico
somatica
,
ma
,
con
i
p
rodotti
superorganici
:
vesti
,
case
,
cibi
provvede
alla
propria
conservazione
nella
lotta
contro
il
suolo
e
contro
il
clima
.
Ma
,
se
l
'
azione
dell
'
ambiente
fisico
tellurico
si
attenua
,
non
scompare
mai
e
,
inoltre
,
prepara
la
possibilità
e
l
'
abbiamo
visto
poco
fa
d
'
un
più
vasto
,
complesso
e
plasmatore
elemento
:
l
'
ambiente
sociale
,
a
cui
poi
succede
lo
storico
e
dei
quali
il
primo
è
fatto
dal
proprio
gruppo
sociale
e
dagli
altri
,
coi
quali
si
viene
in
contatto
,
il
secondo
è
distinto
dalla
possibilità
di
tramandare
le
esperienze
proprie
e
le
altre
della
razza
e
della
specie
,
non
più
con
il
mezzo
labile
della
memoria
,
ma
con
quello
più
certo
e
sicuro
della
scrittura
,
facilitando
così
la
futura
evoluzione
della
razza
*
.
Al
carattere
,
adunque
,
da
prima
plasmato
dall
'
ambiente
fisico
tellurico
,
s
'
aggiunge
la
tornitura
dell
'
ambiente
sociale
storico
,
come
dopo
il
primo
abbozzo
,
l
'
artista
dà
l
'
ultima
mano
,
ch
'
è
,
sempre
,
la
più
delicata
e
che
impronta
in
modo
vivo
e
parlante
l
'
opera
d
'
arte
.
Nell
'
esostoria
,
principalmente
,
e
nella
protostoria
è
il
gruppo
sociale
che
dà
la
tornitura
al
carattere
:
in
esso
e
per
esso
si
formano
le
prime
ideologie
,
il
primo
concetto
dell
'
universo
;
di
là
sorgono
il
culto
dei
morti
e
la
religione
;
le
tradizioni
prime
e
le
prime
leggende
;
le
prime
arti
ed
i
primi
mestieri
:
il
gruppo
sociale
è
il
laboratorio
di
ogni
legge
morale
o
tradizionale
,
in
una
parola
,
della
prima
vita
sociale
,
che
si
riflette
nel
carattere
e
lo
forma
.
Il
carattere
come
tutte
le
formazioni
storico
sociali
obbedisce
ad
una
crescente
differenziazione
:
come
prima
nel
gruppo
sociale
,
unico
,
indifferenziato
sorgono
le
famiglie
,
così
,
per
entro
al
carattere
del
gruppo
sociale
,
sorgono
i
caratteri
famigliari
,
senza
che
però
l
'
impronta
sociale
vada
perduta
.
Si
formano
quindi
per
usare
un
'
immagine
grafica
i
primi
cerchi
inscritti
in
altro
più
vasto
e
da
'
caratteri
de
'
diversi
gruppi
sorge
di
poi
il
carattere
regionale
,
nazionale
ed
in
fine
il
carattere
umano
,
che
si
viene
lentamente
formando
.
Il
carattere
familiare
rimane
sempre
come
quello
che
dopo
il
carattere
della
razza
s
'
imprime
nell
'
individuo
,
vario
tanto
,
quante
numerose
son
le
famiglie
e
che
si
porta
sempre
per
tutta
la
vita
ed
à
come
le
altre
forme
di
carattere
una
propria
tradizione
.
Ben
presto
alla
forma
sociale
del
carattere
succede
la
forma
intersociale
,
determinata
dall
'
urto
con
il
carattere
d
'
altri
gruppi
sociali
.
Vicinanza
d
'
altri
popoli
,
mistione
,
importazione
d
'
idee
nuove
,
isolamento
,
selezione
servile
ecc
.
sono
tanti
diversi
modi
del
carattere
intersociale
,
del
modo
cioè
come
i
gruppi
sociali
,
vicendevolmente
,
s
'
influenzano
fra
loro
.
Sul
carattere
intersociale
molto
contribuisce
il
clima
tellurico
,
o
meglio
,
una
parte
di
questo
:
la
posizione
geografica
d
'
un
popolo
.
La
critica
storica
à
studiato
quanto
i
grandi
fiumi
,
i
mari
interni
,
i
monti
inaccessibili
o
i
facili
valichi
abbiano
contribuito
a
certe
civiltà
,
ritardandole
o
affrettandole
,
dando
loro
questa
o
quella
piega
,
il
tale
o
tal
'
altro
carattere
*
.
Il
Nilo
rese
possibile
la
grande
civiltà
egiziana
,
a
causa
della
fertilità
del
suolo
e
rese
necessarie
le
prime
scoperte
geometriche
;
il
mare
mediterraneo
fece
fiorire
,
nel
suo
bacino
,
le
civiltà
primeve
d
'
Europa
;
la
postura
geografica
dette
alla
Grecia
la
sua
grandezza
;
il
clima
colligiano
fece
sorgere
,
insieme
con
altre
cause
,
in
Toscana
la
genialità
artistica
che
nel
1300
tocca
il
suo
apogeo
*
.
All
'
innalzamento
del
carattere
collettivo
contribuisce
immensamente
la
pressura
della
popolazione
che
,
addensandosi
nelle
città
,
ne
fa
dei
laboratorii
di
civiltà
,
ne
'
quali
le
forme
vecchie
cadono
e
le
nuove
s
'
innalzano
,
dimostrando
così
quanto
sia
vero
che
la
morte
e
la
vita
si
toccano
,
anzi
si
generano
l
'
una
dall
'
altra
.
Parte
dell
'
ambiente
sociale
è
la
tradizione
,
la
quale
agisce
sul
carattere
non
solo
come
predisposizione
formatasi
lentamente
nelle
passate
generazioni
e
trasmessa
alle
nuove
,
ma
,
ancora
,
mantenendo
vive
e
presenti
le
antiche
stratificazioni
del
carattere
,
che
,
normalmente
,
tendono
ad
essere
soppiantate
dalle
nuove
.
Gli
è
perciò
che
nell
'
educazione
riflessa
del
carattere
,
secondo
i
tempi
ed
i
luoghi
,
secondo
gli
interessi
d
'
una
casta
o
d
'
una
classe
,
il
carattere
si
tenta
formare
,
ora
rievocando
il
passato
,
ora
cercando
di
renderlo
evanescente
.
Il
Rinascimento
non
fu
altro
dal
punto
di
vista
del
carattere
che
una
rievocazione
degli
stati
di
coscienza
sepolti
,
mercé
dello
studio
delle
lingue
antiche
con
le
quali
quegli
stati
si
formarono
.
La
società
ritornava
,
dopo
il
feudalismo
,
ad
una
forma
economica
che
si
rassomigliava
alla
antica
e
per
più
rapporti
:
cioè
per
l
'
individualismo
risorgente
e
per
le
novelle
condizioni
del
salariato
,
ond
'
è
che
il
pensiero
ricorreva
e
faceva
rivivere
modificandola
alla
superstruttura
d
'
una
civiltà
similare
.
Il
Rinascimento
poté
,
adunque
,
arrecare
dei
frutti
,
facendo
del
passato
greco
romano
,
come
il
punto
di
partenza
dell
'
avvenire
:
il
medio
evo
non
era
stato
altro
che
un
hiatus
,
tra
il
mondo
antico
e
il
moderno
e
lo
si
poteva
incerto
modo
cancellare
,
se
non
nei
suoi
effetti
,
nell
'
educazione
delle
novelle
generazioni
.
Il
mondo
,
dopo
tanto
tempo
,
finiti
i
terrori
della
tomba
,
riabbracciava
il
concetto
della
vita
in
terra
.
Oggi
lo
studio
di
quelle
civiltà
fatto
,
specie
nei
primi
anni
e
quando
non
si
comprende
il
fine
d
'
una
coltura
generale
diventa
un
metodo
educativo
che
non
risponde
più
a
'
tempi
e
alle
novelle
evoluzioni
del
carattere
:
il
carattere
nuovo
che
si
viene
formando
parla
dell
'
uomo
e
la
coltura
greco
romana
predica
il
cittadino
;
l
'
uno
parla
di
amore
,
di
pietà
,
di
miseri
da
elevare
e
l
'
altra
,
con
Aristotile
,
dice
che
la
natura
à
creato
i
liberi
e
gli
schiavi
,
gli
uni
dalla
schiena
diritta
,
gli
altri
dalla
schiena
curva
;
questo
predica
la
pace
,
quello
la
guerra
;
vi
è
dunque
un
'
antitesi
crescente
.
Volere
,
come
si
fa
nelle
nostre
scuole
,
educare
il
carattere
moderno
,
evocando
,
prima
che
questo
sia
formato
,
il
carattere
antico
,
e
in
età
nella
quale
i
primi
insegnamenti
plasmano
l
'
uomo
,
vuol
dire
far
rivivere
nell
'
uomo
l
'
egoismo
,
che
la
moderna
civiltà
tenta
di
sommergere
sotto
il
peso
delle
novelle
stratificazioni
altrui
del
carattere
.
Avviene
,
perciò
,
che
i
nostri
giovani
colti
,
quando
,
in
altra
maniera
,
non
secondino
il
nascente
carattere
umano
,
sono
meno
moderni
di
chi
o
non
avendo
avuto
coltura
abbia
sentito
in
sé
la
voce
dei
tempi
o
abbia
avuto
una
coltura
meno
dotta
sì
,
ma
nuova
,
epperò
,
nel
consorzio
sociale
,
sono
dei
fossili
che
nulla
sentono
di
questo
mondo
che
si
preannunzia
e
di
cui
i
primi
bagliori
illuminano
la
mente
e
mettono
dentro
il
cuore
una
gioia
,
una
speranza
da
loro
mai
sentita
,
né
provata
.
Il
carattere
dicemmo
più
in
su
presuppone
un
soggetto
,
che
risponda
all
'
ambiente
,
e
l
'
ambiente
fisico
,
tellurico
,
sociale
,
che
stimoli
il
soggetto
:
così
le
immagini
perché
si
formino
àn
bisogno
d
'
un
corpo
che
si
rifletta
nello
specchio
,
e
,
cambiando
l
'
uno
o
l
'
altro
,
l
'
immagine
ne
verrà
mutata
.
Tal
'
è
del
carattere
:
esso
è
la
risultante
del
soggetto
e
dell
'
ambiente
e
muta
col
mutare
d
'
uno
o
di
tutti
e
due
questi
elementi
necessari
.
Così
è
potuto
avvenire
che
ogni
civiltà
abbia
avuto
un
proprio
carattere
:
il
carattere
del
mondo
antico
,
dal
punto
di
vista
morale
ed
intellettivo
,
fu
una
vera
concezione
chiara
e
limpida
della
vita
,
senza
intimità
affannose
;
dal
punto
di
vista
politico
,
fu
una
vicenda
di
lotte
economico
sociali
nell
'
interno
d
'
ogni
città
,
riposanti
ed
adergentesi
sul
lavoro
di
milioni
di
schiavi
,
vero
sostrato
sociale
,
che
ebbe
di
quello
geologico
i
movimenti
sismici
convulsivi
.
Nell
'
età
di
mezzo
il
senso
della
vita
è
ottenebrato
,
stanco
;
la
morte
circonda
con
le
sue
mille
paure
l
'
esistenza
;
una
cappa
di
piombo
fatta
di
fanatismi
,
di
terrori
,
di
ignoranza
incombe
la
mente
;
mentre
si
matura
un
fermento
di
classi
e
di
popoli
cozzanti
fra
loro
,
di
invasioni
,
di
lotte
tra
feudo
e
plebi
,
e
si
formano
i
comuni
:
è
come
una
vasta
reazione
di
elementi
chimici
differenti
in
una
storia
immensa
che
li
contiene
.
L
'
età
nostra
à
ripigliato
il
senso
umano
della
vita
,
la
mente
à
fugato
le
tenebre
e
il
sole
si
è
riaffacciato
sull
'
orizzonte
;
ma
essa
è
travagliata
da
questo
nuovo
mondo
in
gestazione
che
si
avanza
e
di
cui
porta
in
sé
e
il
presentimento
e
i
segni
precursori
.
Tante
civiltà
,
adunque
,
tanti
caratteri
:
ma
per
cercare
questa
doppia
influenza
,
ora
combinata
ora
scissa
,
dell
'
ambiente
e
del
soggetto
sul
carattere
,
non
è
poi
mestiere
di
assurgere
alle
manifestazioni
solenni
di
questo
,
ma
,
nelle
contingenze
della
vita
quotidiana
,
gli
esempi
non
mancano
mai
.
Supponiamo
d
'
avere
a
soggetto
di
studio
un
ragazzo
che
,
nato
e
cresciuto
in
campagna
,
in
quell
'
ambiente
rozzo
,
ricco
di
superstizione
e
così
adatto
a
far
rivivere
le
vecchie
stratificazioni
del
carattere
,
abbia
ricevuta
una
educazione
fina
e
moderna
.
Quel
giovinetto
,
ritornato
in
campagna
,
troverà
lo
stesso
ambiente
,
ma
egli
lo
rifletterà
in
maniera
ben
diversa
.
Egli
non
crederà
a
'
mille
pregiudizii
campagnoli
,
non
ne
avrà
l
'
innocenza
ignorante
e
piena
di
bonomia
,
il
vecchio
mondo
sarà
in
lui
sepolto
sotto
i
novelli
strati
che
l
'
educazione
ed
un
ambiente
più
moderno
avranno
saputo
creare
.
I
nostri
contadini
del
mezzogiorno
d
'
Italia
non
sono
,
gran
fatto
,
più
istruiti
di
quello
che
fossero
prima
del
'60
,
eppure
tra
'
più
giovani
e
i
più
vecchi
vi
è
una
differenza
di
carattere
,
determinata
dal
novello
ambiente
che
si
è
venuto
formando
intorno
alle
nuove
generazioni
a
causa
dell
'
emigrazione
,
del
servizio
militare
,
della
viabilità
cresciuta
,
dell
'
istruzione
appresa
,
se
non
per
aver
letto
,
per
aver
sentito
leggere
.
L
'
ambiente
questa
volta
si
è
cambiato
,
riflettendosi
sul
soggetto
e
creando
un
carattere
nuovo
e
diverso
.
Il
carattere
,
ha
detto
il
Sergi
,
è
un
organismo
fatto
di
strati
:
strati
antichi
e
recenti
,
acquisiti
dalla
razza
e
dall
'
individuo
.
Una
porzione
di
questa
stratificazione
appartiene
alla
razza
,
al
plasma
zoologico
o
zooplasma
,
un
'
altra
è
propria
della
specie
e
su
di
esse
poi
si
innalza
il
carattere
etnico
,
ricomponendosi
di
nuovo
nelle
sue
varietà
,
forma
il
carattere
umano
.
La
reazione
agli
stimoli
esterni
,
con
una
crescente
differenziazione
di
funzione
e
di
struttura
,
con
la
formazione
della
memoria
organica
costituisce
la
nota
caratteristica
del
plasma
;
l
'
impiego
e
la
formazione
crescente
dei
centri
neuro
psichici
sono
la
caratteristica
della
specie
umana
;
il
modo
diverso
dell
'
applicazione
della
psiche
diretta
a
modificare
l
'
ambiente
tellurico
,
creando
il
novello
ambiente
sociale
,
costituisce
il
carattere
diverso
di
popoli
e
di
civiltà
;
finché
il
ricomporsi
da
ultimo
de
'
vari
strati
sociali
in
una
in
cui
,
scomparsa
la
folla
intersociale
,
si
sia
ottenuta
la
solidarietà
dell
'
umana
famiglia
,
volta
a
domare
la
natura
,
costituisce
il
carattere
umano
,
che
si
viene
formando
.
Su
queste
grandi
stratificazioni
,
altre
,
di
minore
importanza
,
se
ne
intercalano
,
come
,
in
mezzo
alle
pagine
d
'
un
libro
,
si
trovano
carte
volanti
,
che
non
ne
guastano
né
il
senso
,
né
l
'
unità
.
Noi
portiamo
,
per
es
.
dagli
strati
inferiori
della
razza
il
terrore
religioso
,
il
senso
del
soprannaturale
,
così
vivo
e
presente
,
nei
momenti
di
crisi
dell
'
animo
;
e
,
non
solo
il
terrore
religioso
,
ma
tutta
la
vita
psichica
noi
la
portiamo
come
un
'
eredità
ed
una
stratificazione
del
carattere
della
razza
ed
il
Sergi
lo
à
ben
dimostrato
:
fra
la
psiche
umana
e
la
animale
ci
è
solo
differenza
qualitativa
,
non
quantitativa
.
Il
carattere
della
sociabilità
,
che
si
trova
è
vero
in
alcuni
insetti
come
le
api
e
le
formiche
,
tra
i
vertebrati
inferiori
,
tra
gli
antropoidi
,
nell
'
uomo
tocca
il
suo
maggiore
sviluppo
:
esso
è
un
carattere
della
specie
a
preferenza
;
così
,
su
questo
carattere
,
per
eccellenza
umano
,
s
'
innalzano
i
varii
caratteri
etnici
.
I
popoli
nordici
d
'
Europa
,
il
popolo
germanico
ed
anglosassone
,
portano
come
impronta
etnica
un
elevamento
della
massa
,
una
coordinazione
degli
individui
tendenti
ad
assommarsi
nel
lavoro
collettivo
delle
grandi
masse
;
il
popolo
latino
à
,
come
propria
impronta
,
l
'
individualità
gigante
ed
isolata
;
esso
non
è
come
una
foresta
di
virgulti
,
che
non
cede
e
che
resiste
,
come
il
popolo
nordico
,
ma
una
quantità
di
alberi
d
'
alto
fusto
,
che
il
vento
abbatte
e
la
pioggia
flagella
.
Ma
strati
della
razza
e
della
specie
,
strati
etnici
ed
individuali
,
strati
acquisiti
e
congeniti
si
organizzano
,
negli
uomini
e
nei
popoli
normali
,
in
un
tutto
compatto
ed
evolutivo
.
L
'
arrestarsi
in
uno
strato
senza
aggiungervene
dei
nuovi
;
aggiungerne
dei
nuovi
senza
cementarli
sui
vecchi
i
quali
risorgono
:
son
queste
due
forme
patologiche
del
carattere
:
la
prima
è
una
forma
ritardata
,
d
'
arresto
;
la
seconda
di
disorganizzazione
,
degenerativa
e
tutte
e
due
costituiscono
la
forma
patologica
del
carattere
così
d
'
un
individuo
come
d
'
un
popolo
.
Studiare
,
adunque
,
il
carattere
d
'
un
popolo
importa
conoscere
la
sua
statica
e
la
sua
dinamica
psichica
,
il
modo
di
pensare
e
di
sentire
;
conoscerne
gli
strati
antichi
e
i
recenti
;
vedere
come
sul
fondo
comune
del
carattere
della
specie
si
sieno
venuti
maturando
gli
strati
di
quel
dato
popolo
,
i
quali
,
assommandosi
ad
unità
,
àn
formato
poi
quel
che
si
chiama
carattere
individuale
;
ed
importa
,
infine
,
comprendere
come
questo
se
può
,
patologicamente
,
rimanere
invariabile
è
sommamente
progressivo
.
Così
si
valuta
il
carattere
d
'
un
popolo
rispetto
a
quello
degli
altri
,
cercandolo
di
sospingere
se
arrestato
o
regredito
maturando
,
dalle
vicende
storiche
,
le
nuove
formazioni
.
Tale
esame
noi
faremo
,
nei
seguenti
capitoli
,
rispetto
al
carattere
del
mezzogiorno
d
'
Italia
.
CAPITOLO
II
.
IL
CARATTERE
MODERNO
Il
carattere
,
inteso
in
senso
largo
,
è
un
modo
di
rispondere
alle
azioni
del
mondo
esterno
,
che
ci
circonda
da
ogni
parte
,
come
l
'
aria
che
respiriamo
;
che
ci
affatiga
,
ora
in
modo
visibile
,
ora
in
modo
inavvertito
;
che
,
a
certi
momenti
,
ci
dà
l
'
illusione
d
'
una
padronanza
di
noi
stessi
ed
,
a
certi
altri
,
il
senso
d
'
una
tirannia
che
bisogna
o
subire
adattandovisi
o
esserne
sopraffatti
;
ma
che
agisce
,
di
continuo
,
su
di
noi
,
provocando
reazioni
ora
leggiere
,
ora
vive
e
possenti
,
le
quali
possono
essere
o
come
d
'
una
sola
impronta
,
che
le
distingua
tutte
;
o
possono
essere
variabili
come
tanti
tocchi
usciti
da
diversi
pennelli
,
ognuno
dei
quali
rifletta
un
momento
psichico
diverso
.
Ma
questo
stato
dell
'
animo
che
consiste
nel
rispondere
,
in
modo
vario
e
diverso
,
agli
stimoli
esterni
fu
un
tempo
,
ed
è
ancora
,
presso
la
gente
incolta
,
il
fenomeno
normale
che
viene
,
col
precetto
educativo
,
sostituito
dall
'
altro
per
il
quale
,
componendosi
ad
unità
gli
stati
di
coscienza
,
la
reazione
della
psiche
diventa
sempre
uguale
ed
uniforme
ed
inspirata
e
diretta
da
un
sentimento
e
da
un
pensiero
,
utili
alla
specie
.
La
psiche
è
divenuta
,
così
,
come
un
istrumento
musicale
,
in
cui
ogni
tasto
riproduce
la
sua
nota
,
quella
e
non
altra
;
e
tutte
si
combinano
in
una
solenne
armonia
.
Questa
rispondenza
agli
stimoli
dell
'
ambiente
,
sempre
uniforme
ed
elevata
,
sempre
diretta
all
'
utile
della
razza
,
costituisce
come
un
suggello
,
che
à
ricevuto
il
nome
di
carattere
,
carattere
per
antomasia
,
quello
che
merita
davvero
di
essere
stimato
e
pregiato
.
Una
strana
illusione
ricaccia
questa
forma
evoluta
e
superiore
del
carattere
,
nella
giovinezza
dell
'
umanità
,
così
come
vi
ricaccia
l
'
imperio
della
bontà
e
della
felicità
umana
.
Strana
illusione
che
à
sempre
tormentato
l
'
uomo
!
l
'
immagine
dantesca
dei
condannati
a
portare
il
capo
rivolto
in
dietro
,
per
aver
tenuto
l
'
occhio
troppo
fiso
nell
'
avvenire
,
è
stato
sempre
la
condanna
dell
'
umanità
:
i
pagani
credettero
nel
regno
di
Saturno
;
gli
ebrei
e
i
cristiani
nel
paradiso
terrestre
;
i
romantici
volsero
l
'
animo
al
medio
evo
;
i
neomistici
alle
sorgenti
del
cristianesimo
;
Rousseau
Réclus
,
Krapotkine
allo
stato
primitivo
di
natura
.
È
un
errore
umano
nelle
forme
senili
di
mentalità
tener
l
'
occhio
fiso
nel
futuro
trasportandolo
nel
passato
,
pari
a
quello
di
chi
guardi
in
un
lago
,
riflesso
sotto
a
'
suoi
piedi
,
l
'
immenso
cielo
stellato
che
si
svolge
di
sopra
il
suo
capo
.
La
concezione
del
carattere
à
subito
questa
illusione
:
noi
immaginiamo
che
esso
debba
ritrovarsi
nel
passato
e
lo
rievochiamo
,
quando
ci
è
dato
;
cos
'
è
infatti
,
la
nostra
educazione
classica
?
Ma
il
carattere
è
riposto
nell
'
avvenire
:
è
come
la
stella
che
brilla
da
lontano
e
che
a
noi
manda
ben
pochi
raggi
,
ma
della
quale
un
giorno
potremo
essere
illuminati
,
se
come
il
giovane
di
Longfellow
sapremo
ascendere
la
montagna
con
il
motto
fatidico
sulle
labbra
;
excelsior
!
Epperò
il
Bellamy
,
che
à
descritto
la
vita
dell
'
anno
duemila
,
come
di
già
di
trascorso
,
smagando
ad
un
tratto
l
'
illusione
,
finisce
così
:
il
duemila
non
è
dietro
di
noi
,
ma
innanzi
:
esso
verrà
presto
,
se
sapremo
conquistarcelo
.
Il
futuro
carattere
umano
non
avrà
né
la
impulsività
morbosa
,
né
l
'
odio
al
lavoro
,
doti
un
tempo
dell
'
uomo
selvaggio
ed
oggi
riviventi
nei
criminali
e
nei
bambini
*
.
Esso
si
svolgerà
verso
una
crescente
stabilità
e
sarà
diretto
sempre
al
bene
proprio
ed
altrui
,
non
tanto
però
che
di
quel
che
fu
in
passato
non
resti
traccia
,
giacché
le
formazioni
storico
sociali
,
al
pari
delle
biologiche
,
son
fatte
a
strati
,
di
cui
gli
inferiori
possono
risorgere
o
permanere
.
Ma
,
non
ostante
le
forme
inferiori
del
carattere
,
l
'
evoluzione
progressiva
di
questo
non
si
è
mai
interrotta
,
divenendo
sempre
più
stabile
,
normale
ed
uniforme
:
di
modo
che
mobilità
criminosa
od
indifferente
è
la
nota
d
'
un
carattere
superiore
,
e
verso
questo
carattere
ideale
,
forse
irraggiungibile
,
si
muove
il
carattere
moderno
.
Il
carattere
,
però
,
se
è
qualcosa
formato
di
pensiero
e
di
sentimento
,
di
una
statica
e
d
'
una
dinamica
,
è
ancora
un
riflesso
,
non
puro
e
semplice
,
ma
vivo
e
soggettivo
dell
'
ambiente
:
se
il
carattere
moderno
è
tale
che
muove
verso
l
'
uniformità
,
come
successione
ed
impronta
;
verso
la
normalità
come
fine
ultimo
,
molta
parte
n
'
è
dovuto
all
'
ambiente
.
Il
suo
studio
presuppone
,
quindi
,
la
disamina
dell
'
ambiente
sociale
moderno
,
della
statica
e
della
dinamica
dalle
quali
si
viene
formando
la
tendenza
,
lo
spirito
informatore
.
L
'
ambiente
sociale
noi
lo
dicemmo
si
viene
determinando
per
opera
dell
'
ambiente
tellurico
e
per
l
'
istinto
sociale
che
l
'
uomo
porta
in
sé
,
come
eredità
della
razza
animale
,
a
vincere
e
a
combattere
la
lotta
per
l
'
esistenza
.
Prima
ancora
che
le
forme
animate
salgano
fino
all
'
uomo
,
nel
mondo
vegetale
stesso
,
la
società
è
uno
dei
mezzi
della
lotta
per
l
'
esistenza
.
Le
prime
società
animali
e
vegetali
indifferenziate
,
i
così
detti
cenobii
,
che
preludiano
le
società
federali
di
cellule
,
i
metazoi
,
non
ànno
altro
utile
risultato
che
un
aumento
di
volume
che
permetta
ad
un
essere
di
non
venire
incluso
in
un
altro
.
Il
cenobio
à
,
nelle
sue
linee
fondamentali
,
questo
scopo
,
al
quale
si
aggiunge
l
'
altro
della
divisione
di
lavoro
e
del
differenziamento
di
parti
.
Stabilita
la
federazione
cellulare
,
differenziata
ed
integrata
quella
che
a
noi
pare
un
'
unità
e
chiamiamo
organismo
,
nasce
il
bisogno
delle
prime
società
animali
.
Alcuni
articolati
,
alcuni
insetti
come
le
formiche
e
le
api
sviluppano
le
prime
forme
sociali
animali
,
ma
,
al
disotto
di
queste
,
nei
piccolissimi
funghi
,
esiste
già
la
forma
coloniale
sociale
e
la
forma
simbiotica
.
L
'
uomo
,
adunque
,
porta
in
sé
la
tendenza
,
l
'
istinto
della
socievolezza
,
l
'
ambiente
tellurico
fisico
lo
sospinge
e
noi
vedemmo
come
le
prime
forme
sociali
sieno
state
grandemente
aiutate
da
'
climi
caldi
*
,
onde
sorsero
i
primi
gruppi
sociali
i
quali
vanno
da
'
Weddah
dei
boschi
che
vivono
a
coppie
,
alle
orde
ancora
indifferenziate
e
alle
più
complesse
forme
sociali
e
i
quali
sono
capaci
o
di
arresto
o
d
'
indefinito
progresso
,
come
l
'
ovulo
che
può
diventare
o
un
organismo
o
rimanere
,
per
sempre
,
una
cellula
sola
.
Cresciuto
il
gruppo
sociale
e
spinto
dal
bisogno
di
cibo
,
si
espande
,
venendo
a
contatto
violento
d
'
altri
gruppi
;
è
il
primo
momento
d
'
una
differenziazione
nel
suo
seno
,
giacché
sorge
la
casta
guerriera
,
in
modo
prima
instabile
,
poi
stabile
,
definita
.
Perpetuandosi
lo
stato
di
guerra
,
accanto
ad
una
parte
del
gruppo
che
provvede
al
sostentamento
,
che
bada
alla
pastorizia
o
all
'
agricoltura
,
vi
è
l
'
altra
che
combatte
,
conquista
novelli
territorii
,
uccidendo
il
nemico
.
È
la
lotta
per
la
terra
,
che
poi
si
trasforma
in
lotta
non
solo
per
il
suolo
,
ma
ancora
per
gli
abitanti
,
che
non
vengono
più
uccisi
,
ma
tenuti
schiavi
.
Quando
sorge
la
schiavitù
,
la
società
è
differenziata
in
classi
,
di
cui
le
più
basse
sono
fatte
da
'
popoli
vinti
,
le
più
alte
da
'
popoli
vincitori
,
e
porta
in
sé
,
non
solo
una
lotta
esterna
,
intrasociale
,
tra
gruppi
che
assoggettati
,
di
poi
,
gli
uni
agli
altri
costituiscono
i
primi
elementi
etnici
;
ma
un
'
altra
interna
nel
proprio
grembo
tra
le
classi
inferiori
destinate
alla
produzione
e
allo
scambio
e
le
superiori
destinate
alla
guerra
o
a
'
bisogni
ideali
della
società
.
Accanto
a
questa
lotta
ve
n
'
è
altra
diretta
a
strappare
alla
natura
i
mezzi
della
sussistenza
e
dell
'
agiatezza
e
la
quale
è
combattuta
con
i
dati
empirici
dapprima
,
da
poi
con
i
mezzi
che
il
pensiero
riflesso
à
saputo
creare
.
Queste
tre
forme
di
lotta
,
si
complicano
e
si
confondono
:
l
'
esistenza
sociale
diventa
una
lotta
contro
la
natura
avara
,
combattuta
da
una
classe
per
conto
di
altre
che
,
ora
,
adempiono
a
bisogni
intellettivi
,
ora
esercitano
funzioni
parassitarie
:
è
una
lotta
in
cui
ciascuno
vorrebbe
godere
,
sobbarcandosi
al
dovere
ingrato
del
lavoro
,
perciò
popoli
tentano
sovrapporsi
a
popoli
e
classi
a
classi
.
Ora
non
bisogna
dimenticare
che
talora
i
popoli
sovrapposti
o
le
classi
superiori
ànno
rappresentato
o
un
grande
interesse
sociale
o
un
principio
di
civiltà
,
ma
,
dopo
un
certo
tempo
,
esse
sono
divenute
parassitarie
,
in
forza
del
potere
politico
sociale
che
snerva
.
Né
bisogna
dimenticare
,
inoltre
,
che
la
lotta
contro
la
natura
,
fatta
con
quel
dato
istrumento
di
lavoro
e
sotto
quella
data
pressura
sociale
,
non
è
stabile
,
ma
varia
riflettendosi
in
tutta
la
compage
sociale
,
sul
sistema
politico
e
sulle
superstrutture
ideali
,
onde
ogni
novella
forma
economica
polarizza
diversamente
gli
animi
.
Tale
lotta
sociale
,
fra
le
classi
e
fra
i
gruppi
,
è
stata
sempre
aspra
e
cruenta
,
e
solo
ora
tende
a
diventare
lotta
ideale
e
ad
elidersi
.
La
terra
à
ricchezze
inesplorate
,
che
ben
possono
essere
dall
'
uomo
ottenute
,
convergendo
le
attività
,
lottanti
intersocialmente
,
contro
la
natura
avara
;
il
pensiero
à
donato
agli
uomini
i
mezzi
come
richiedere
alla
natura
sussistenze
e
ricchezze
,
purché
cessino
di
combattersi
fra
loro
,
sicché
le
due
forme
di
lotta
,
intersociale
e
di
classe
,
promettono
di
convergere
in
lotta
contro
la
natura
e
l
'
umanità
,
differenziata
per
la
lotta
dell
'
esistenza
,
per
il
clima
tellurico
in
tante
unità
etniche
,
ricomponendosi
con
la
varietà
del
genio
,
formato
in
sì
fortunose
vicende
,
costituirà
una
sola
grande
famiglia
.
Noi
siamo
all
'
alba
d
'
un
gran
giorno
,
quello
dell
'
umana
fratellanza
resa
sacra
dal
lavoro
di
milioni
d
'
uomini
,
dalla
più
grande
integrazione
,
dopo
millenarii
differenziamenti
:
i
secoli
venturi
saranno
il
prisma
che
ricomporrà
lo
spettro
solare
in
un
bel
fascio
di
luce
bianca
e
luminosa
.
L
'
illusione
del
passato
si
concreta
nell
'
avvenire
e
chi
riflette
l
'
ambiente
sociale
di
oggi
,
porta
in
sé
un
nuovo
senso
umano
,
che
i
genii
e
i
santi
dell
'
umanità
intravidero
,
ma
che
la
nostra
età
vedrà
compiuto
.
La
statica
moderna
della
psiche
sta
nella
coltura
e
nella
riflessione
del
pensiero
:
l
'
umanità
à
cominciato
dal
pensiero
poco
o
nulla
riflesso
,
anzi
incosciente
e
irriflesso
.
Il
pensiero
,
ch
'
è
una
manifestazione
lenta
della
psiche
,
che
,
da
principio
,
è
una
memoria
delle
impressioni
esterne
,
confuse
e
poi
raggruppate
intorno
a
scarsi
centri
,
che
diventano
sempre
più
numerosi
e
ingranati
fra
di
loro
,
in
ultimo
diventa
una
facoltà
che
si
educa
.
Nella
materia
protoplasmatica
più
semplice
ed
indifferenziata
cominciano
ad
un
tempo
sotto
lo
stimolo
dell
'
ambiente
esterno
e
vita
e
psiche
.
Il
plasson
reagisce
agli
stimoli
e
dell
'
avvenuta
reazione
rimane
impressa
una
modificazione
,
ch
'
è
,
in
sieme
,
fatto
biologico
e
psichico
.
Le
reazioni
posteriori
si
seguono
ed
accentuano
questa
duplice
tendenza
:
la
vita
una
,
indifferenziata
si
biforca
in
una
vita
dell
'
organismo
ed
in
un
'
altra
della
psiche
.
Sotto
l
'
influenza
di
questa
azione
continua
dell
'
ambiente
,
dalla
prima
forma
di
memoria
organica
,
si
sviluppa
quella
psichica
:
la
memoria
organica
rimane
,
come
il
fondo
primigenio
sul
quale
l
'
altra
si
è
elevata
,
facendo
sì
che
il
cumolo
delle
esperienze
,
che
formano
la
memoria
psichica
,
si
raggruppino
in
tanti
centri
ingranati
e
distinti
,
richiamantisi
a
vicenda
.
Da
questa
forma
di
memoria
nasce
il
pensiero
,
che
è
formato
da
tanti
ricordi
,
particelle
elementari
del
pensiero
;
da
nuove
e
vecchie
percezioni
e
da
'
legami
e
dalle
relazioni
che
fra
loro
intercedono
.
Il
pensiero
,
fatto
adunque
così
,
di
fatti
presenti
e
di
ricordi
,
riflette
l
'
ambiente
,
ch
'
è
la
sorgente
di
tutto
il
nostro
mondo
intellettivo
e
lo
riflette
dapprima
,
inconsciamente
,
senza
studio
:
si
pensa
,
perché
il
pensiero
si
è
ereditato
come
dote
psichica
ed
à
suo
fondamento
nel
protoplasma
di
cui
s
'
intesse
e
deriva
l
'
organismo
.
Ma
,
in
seguito
,
esso
diventa
autodidatta
:
se
l
'
esperienza
gli
à
addimostrato
che
esso
può
variare
il
metodo
,
per
ottenere
effetti
maggiori
di
riflessione
dell
'
ambiente
,
e
se
riflettere
meglio
l
'
ambiente
vale
combattere
meglio
la
lotta
per
la
vita
,
perché
egli
di
queste
nuove
acquisizioni
non
dovrà
usare
?
Sorge
,
così
,
l
'
educazione
crescente
del
pensiero
:
ond
e
l
'
età
nostra
riguardando
e
prendendo
,
come
termine
di
paragone
,
il
pensiero
può
chiamarsi
età
del
pensiero
riflesso
,
come
l
'
età
antica
fu
del
pensiero
incosciente
.
In
senso
generico
,
adunque
,
in
ciò
sta
l
'
evoluzione
del
pensiero
:
la
statica
del
carattere
moderno
è
quella
del
pensiero
colto
,
che
dirige
ed
illumina
il
carattere
.
Questa
caratteristica
è
così
generale
,
che
essa
direbbe
meno
che
niente
,
se
noi
non
la
tentassimo
d
'
illustrare
disvelando
a
quali
concezioni
dell
'
universo
il
pensiero
riflesso
si
sia
sollevato
.
Il
pensiero
dell
'
età
antiche
ebbe
del
mondo
un
riflesso
che
noi
riteniamo
errato
e
che
si
impersonificò
in
due
errori
:
errore
geocentrico
ed
antropocentrico
,
onde
se
il
mondo
da
noi
abitato
fu
creduto
centro
dell
'
universo
,
l
'
uomo
fu
tenuto
come
l
'
arbitro
della
natura
.
Contro
di
questi
due
errori
,
il
pensiero
riflesso
à
combattuto
le
più
belle
battaglie
,
dalle
geniali
intuizioni
delle
prime
scuole
filosofiche
greche
fino
al
rinascimento
italico
,
nel
quale
periodo
la
speculazione
è
avvalorata
dalla
ricerca
scientifica
che
si
estende
dovunque
per
i
rami
del
sapere
e
che
,
oggi
,
permette
di
rifare
tutta
la
scienza
in
unità
solenne
che
muove
dalle
formazioni
astrali
e
planetarie
e
,
per
la
scala
dell
'
essere
,
sale
all
'
uomo
.
Giunto
a
questo
,
essa
diventa
evoluzione
psichica
e
quindi
sociale
e
storica
:
l
'
universo
non
è
più
una
serie
di
fatti
separati
,
ma
un
ordine
solo
.
La
caduta
dell
'
errore
geocentrico
ed
antropocentrico
è
definitivamente
avvenuta
e
con
essa
è
sorto
il
concetto
che
la
natura
à
sue
leggi
fisse
ed
immanenti
.
Lo
stesso
sentimento
religioso
,
che
par
contrasti
la
scienza
,
rimane
,
nel
pensiero
moderno
,
come
continua
aspirazione
verso
l
'
ideale
e
quand
'
anco
esso
si
svolga
nella
forma
concreta
d
'
una
qualunque
rivelazione
,
al
soffio
purificatore
del
pensiero
,
perde
l
'
esteriorità
del
culto
,
l
'
intolleranza
del
fanatismo
e
rimane
il
campo
della
fede
.
Esso
che
parve
un
pericolo
sociale
,
una
forza
d
'
arresto
nella
storia
,
diventa
,
in
vece
,
come
un
mondo
che
ognuno
porta
dentro
di
sé
,
popolato
delle
migliori
speranze
;
è
il
mondo
di
qua
cacciato
fuori
del
tempo
e
dello
spazio
,
e
così
bello
e
puro
quale
noi
vorremmo
fosse
questo
triste
mondo
nel
quale
viviamo
.
Questo
pensiero
,
adunque
,
del
tutto
moderno
tende
a
diffondersi
in
basso
agli
strati
meno
evoluti
della
folla
:
è
tendenza
generale
,
ma
più
larga
e
profonda
nei
popoli
più
moderni
e
si
estende
a
modo
di
nozione
chiara
,
semplice
,
certa
come
pensiero
,
cioè
,
positivamente
accertato
.
Su
questo
sostrato
si
elevano
o
tentano
di
elevarsi
le
varie
colture
speciali
di
arti
,
professioni
,
mestieri
,
scienze
:
come
sul
fondo
della
fede
si
elevò
tutto
il
medio
evo
.
In
una
parola
,
il
pensiero
specializzato
vive
del
sostrato
generale
del
pensiero
:
è
questa
la
tendenza
d
'
ogni
tempo
e
del
nostro
del
pari
;
nei
popoli
,
a
larga
coltura
,
si
va
verificando
questo
che
gli
strati
inferiori
intorno
alla
concezione
del
mondo
non
possono
più
risorgere
:
sono
come
quei
morti
cui
è
negata
ogni
risurrezione
,
a
tale
patto
il
pensiero
è
un
organismo
,
se
no
diventa
successione
di
strati
caotici
.
Parallellamente
alla
statica
,
si
è
venuta
svolgendo
la
dinamica
del
carattere
moderno
:
il
sentimento
à
subito
lungo
il
cammino
della
vita
e
della
convivenza
sociale
un
'
evoluzione
,
che
va
dal
sentimento
egoistico
a
quello
altruistico
.
Non
già
che
l
'
altruismo
sia
rampollato
come
un
fenomeno
nuovo
dall
'
egoismo
:
esso
è
contenuto
,
in
sieme
con
l
'
altro
sentimento
inspiratore
della
vita
,
nelle
forme
più
semplici
protoplasmatiche
.
La
monera
,
che
per
eccesso
di
nutrizione
,
si
scinde
in
due
esseri
distinti
,
compie
la
prima
e
rudimentale
forma
d
'
altruismo
;
l
'
atto
della
generazione
che
si
complica
con
l
'
ascendere
della
vita
,
è
la
forma
primigenia
e
più
elementare
d
'
altruismo
ad
un
tempo
.
Essa
anzi
è
legata
strettamente
alla
funzione
egoistica
della
nutrizione
:
è
un
distacco
di
materia
,
quando
mal
può
contenersi
,
per
ragioni
meccaniche
,
intorno
al
nucleo
:
solo
,
nelle
forme
cellulari
più
evolute
,
si
verifica
q
uella
larga
partecipazione
del
nucleo
,
e
del
nucleolo
,
che
d
'
una
funzione
,
puramente
meccanica
,
ne
fan
una
funzione
vitale
.
Ora
,
benché
le
due
basi
del
sentimento
:
egoismo
ed
altruismo
nascano
contemporaneamente
e
sieno
confuse
con
la
vita
biologica
della
cellula
,
pure
l
'
egoismo
si
svolge
prima
e
in
maniera
maggiore
dell
'
altruismo
,
che
continua
ad
essere
,
per
gran
parte
della
scala
sociale
,
ristretto
alle
funzioni
di
riproduzioni
e
dura
per
un
tempo
determinato
.
È
un
primo
gradino
dell
'
altruismo
,
fatto
di
amore
e
di
simpatia
fra
'
due
sessi
:
anzi
,
simpatia
per
il
senso
opposto
e
amore
per
la
prole
raramente
si
congiungono
in
un
individuo
solo
:
vi
è
,
come
una
divisione
di
funzioni
per
le
quali
il
maschio
sceglie
la
compagna
,
la
contende
con
tutti
i
mezzi
di
lotta
,
mentre
questa
rimane
in
disparte
a
concedere
le
sue
grazie
al
vincitore
di
quel
cruente
torneo
di
amore
.
Ma
se
il
maschio
à
,
di
preferenza
,
il
compito
dell
'
amore
sessuale
,
la
femina
à
quello
della
maternità
:
è
lei
che
nutrisce
,
che
difende
i
piccoli
e
,
sebbene
per
un
tempo
breve
,
pure
è
in
essa
e
per
essa
,
che
il
più
forte
altruismo
,
quello
della
maternità
,
s
'
inizia
e
si
svolge
.
Il
sentimento
sociale
sorge
molto
tardi
nella
scala
zoologica
e
sempre
e
da
per
tutto
subordinato
all
'
interesse
della
specie
,
cioè
ad
un
egoismo
più
largo
.
Le
api
,
che
pur
ànno
un
sentimento
sociale
evoluto
,
uccidono
i
maschi
quando
la
prolificazione
è
compita
e
costringono
gli
sciami
vecchi
ad
emigrare
,
quando
i
nuovi
si
sieno
formati
.
Il
sentimento
d
'
amicizia
e
di
fedeltà
sorge
molto
tardi
:
nella
scala
zoologica
inferiore
all
'
uomo
non
è
posseduto
che
da
un
solo
animale
,
dal
cane
,
e
non
verso
un
individuo
della
propria
specie
,
ma
di
specie
superiore
,
verso
l
'
uomo
,
con
il
quale
comincia
l
'
elevamento
continuato
dell
'
altruismo
.
Messo
,
in
fatti
,
in
mezzo
ad
un
ambiente
o
indifferente
od
ostile
,
à
dovuto
sentire
il
bisogno
di
stringersi
forte
con
i
suoi
simili
,
per
trionfare
.
La
sua
esistenza
è
stata
legata
ad
un
sol
patto
,
ad
una
sola
condizione
:
l
'
unione
,
la
vita
propria
connessa
con
l
'
altrui
,
l
'
altruismo
in
una
parola
.
Fu
,
però
,
un
lento
svolgimento
di
questa
nuova
acquisizione
sentimentale
,
che
non
dovea
distruggere
l
'
antica
,
ma
rafforzarla
.
Le
civiltà
una
ad
una
considerata
sono
un
allargamento
ed
un
'
espansione
del
sentimento
altruistico
e
camminano
per
tappe
:
emozioni
familiari
,
parentali
,
sociali
,
umane
.
L
'
emozioni
familiari
esistono
,
nelle
specie
inferiori
,
ma
pertiene
all
'
uomo
ed
a
'
gradini
più
alti
della
civiltà
umana
averle
svolte
in
quell
'
amore
,
più
altruisticamente
evoluto
,
dei
figli
.
I
due
sentimenti
del
possesso
dell
'
individuo
dell
'
altro
sesso
,
quello
che
noi
diciamo
passione
erotica
e
dell
'
amore
per
i
figli
,
si
sono
completati
nell
'
emozione
familiare
,
quale
la
concepiamo
adesso
,
come
bisogno
di
completamento
dell
'
uomo
per
la
donna
,
diretto
ad
ottenere
dei
figli
,
che
sieno
dei
due
esseri
che
l
'
ànno
generato
,
il
più
grande
affetto
,
la
più
immensa
passione
ed
il
più
forte
orgoglio
.
Al
quale
sentimento
risponde
quello
della
prole
.
Ma
,
per
giungere
a
questa
altezza
dell
'
emozioni
familiari
,
per
rispettarle
ed
educarle
per
sé
e
per
gli
altri
,
quale
e
quanto
lungo
cammino
!
Da
quel
selvaggio
che
fracassò
la
testa
del
suo
bambino
sulla
roccia
,
perché
gli
avea
fatto
cadere
un
cestino
di
ricci
di
mare
,
alla
pietà
di
quelle
donne
che
per
il
loro
bambino
,
riversano
in
tutta
l
'
infanzia
sofferente
il
loro
affetto
,
quale
immenso
cammino
compiuto
dall
'
umanità
!
Connesse
con
l
'
emozioni
familiari
sono
quelle
di
parentela
(
emozioni
parentali
)
di
quella
piccola
società
,
nella
quale
l
'
uomo
fa
i
suoi
primi
passi
e
nella
quale
si
ritira
stanco
o
vinto
dalla
lotta
sociale
.
Cos
'
è
,
in
fatti
,
l
'
emozione
parentale
se
non
un
riflesso
dell
'
amore
verso
il
coniuge
e
verso
i
figli
,
allargato
a
chi
,
come
noi
,
vuol
bene
a
questi
e
n
'
è
ricambiato
?
Non
è
più
l
'
affettività
verso
una
persona
,
ma
è
la
vita
affettiva
sua
da
noi
vissuta
,
e
la
prima
forma
di
parentela
comincia
dai
fratelli
e
si
allarga
con
l
'
estendersi
e
con
l
'
intensificarsi
delle
forme
familiari
.
Solo
quando
la
famiglia
à
toccato
l
'
unità
monogamica
,
allora
l
'
emozione
parentale
è
progredita
di
pari
passo
.
La
parentela
fu
,
nelle
prime
forme
di
clan
,
tutta
la
società
:
gens
viene
da
gan
,
sanscrito
,
generare
;
gens
son
quegli
in
mezzo
a
cui
si
è
nati
;
la
tribù
sorge
come
unioni
di
gentes
,
di
larghe
famiglie
,
che
si
muovono
in
una
sfera
più
larga
,
che
le
abbracci
,
ma
che
pure
àn
fra
loro
contese
e
dissidii
.
Poco
a
poco
le
gentes
,
smettono
i
matrimoni
consanguinei
,
e
s
'
intrecciano
fra
loro
come
i
rami
degli
alberi
in
una
foresta
,
come
tante
onde
che
s
'
intersecano
in
mille
punti
nella
vastità
dell
'
oceano
*
.
Appartiene
,
dunque
,
a
'
popoli
progrediti
l
'
emozioni
parentali
che
dalle
classi
alte
discendono
alle
basse
,
dove
ancora
son
poche
o
nulla
sviluppate
e
su
di
esse
si
formano
l
'
emozioni
sociali
.
L
'
emozioni
sociali
sono
dapprima
ristrette
,
legate
nell
'
ambito
della
classe
e
del
ceto
,
limitate
nel
territorio
.
È
un
'
escludersi
però
di
continuo
:
le
classi
si
semplificano
:
i
loro
rapporti
perdono
l
'
antica
durezza
,
mentre
le
società
si
raggruppano
nelle
nazioni
.
L
'
emozioni
sociali
camminano
,
così
,
attraverso
una
solidarietà
crescente
:
non
è
ancora
,
del
tutto
trascorso
il
tempo
nel
quale
città
sorelle
si
combatteano
aspramente
;
che
i
comuni
italiani
veniano
a
guerra
sanguinosa
,
invocando
lo
straniero
;
che
Sibari
veniva
distrutta
da
Cotrone
.
E
anco
oggi
,
le
nazioni
con
un
decrescente
odio
minacciano
di
voler
scatenare
una
di
quelle
conflagrazioni
internazionali
,
che
distruggerebbe
ogni
civiltà
,
che
i
più
va
ri
e
disparati
pregiudizï
ànno
sconvolto
l
'
umanità
come
un
mare
in
tempesta
:
pregiudizii
etnici
,
religiosi
e
di
classe
:
ma
,
su
questo
mondo
che
è
tramontato
o
tramonta
,
scende
la
pace
e
dai
mille
popoli
sorge
l
'
umanità
.
E
ben
lo
sapete
voi
,
o
apostoli
dell
'
umanità
,
che
,
per
questo
ideale
,
sfidaste
e
galera
e
patiboli
:
voi
razza
eterna
di
Dio
,
che
non
avrà
mai
fine
!
Ma
il
sentimento
,
perché
sia
la
spinta
del
carattere
,
l
'
elica
della
nave
,
della
quale
il
pensiero
è
il
timone
,
à
bisogno
che
sia
proporzionato
allo
scopo
e
normale
:
un
aumento
od
una
diminuzione
di
sentimentalità
importa
aumento
o
diminuzione
di
volere
.
Il
sentimento
perfezionato
esige
una
lunga
educazione
,
che
ci
allontani
dall
'
impulsività
e
dall
'
incostanza
delle
psiche
deboli
,
ammalate
.
La
normalità
del
sentimento
,
quanto
al
contenuto
e
alla
persistenza
,
è
dote
dei
popoli
evoluti
,
come
degli
individui
completi
ed
è
diciamolo
pure
una
delle
doti
del
carattere
.
Il
genio
fu
detto
è
una
lunga
pazienza
,
il
carattere
è
un
rispondere
costante
e
normale
alle
reazioni
dell
'
ambiente
ed
è
adunque
questa
la
dinamica
moderna
del
carattere
,
il
quale
,
come
oggi
ci
si
presenta
,
in
quei
popoli
che
stanno
al
vertice
del
progresso
sociale
,
è
illuminato
da
un
pensiero
,
che
ri
flette
la
concezione
ultima
del
mondo
;
è
guidato
da
un
sentimento
altruistico
e
si
svolge
nell
'
ambiente
sociale
vastissimo
dell
'
umanità
.
Vediamo
alcuni
lati
di
questo
carattere
,
moderno
nel
pensiero
,
altruistico
nel
sentimento
,
umano
nel
suo
svolgimento
,
confrontandolo
con
le
forme
inferiori
del
carattere
,
superate
altrove
,
od
indugiantisi
nei
popoli
bassi
e
poco
evoluti
.
Il
carattere
moderno
è
essenzialmente
diffusivo
e
lo
sforzo
della
coltura
d
'
una
nazione
mira
appunto
a
diffondere
nei
bassi
strati
sociali
,
la
statica
e
la
dinamica
del
carattere
e
con
queste
il
carattere
stesso
.
Nelle
moderne
società
,
la
coltura
à
perduto
quell
'
impronta
di
privilegio
e
,
non
ostante
tutte
le
teorie
superumane
,
essa
tende
a
generalizzarsi
ed
a
pervadere
il
fondo
sociale
.
Lo
stesso
sottostrato
sociale
comprende
che
può
godere
dei
frutti
della
società
,
al
solo
patto
d
'
elevarsi
;
e
quale
elevamento
migliore
,
se
non
assurgendo
all
'
apice
della
coltura
,
in
un
mondo
nel
quale
l
'
evoluzione
da
biologica
è
diventata
psichica
e
nel
quale
in
questa
direzione
tenta
evolversi
?
Ma
l
'
elevamento
della
massa
,
s
'
è
indizio
della
giovinezza
d
'
un
popolo
,
pure
porta
con
sé
un
fatto
costante
:
l
'
attenuarsi
della
genialità
individuale
.
Il
genio
,
come
pianta
che
sorge
in
mezzo
a
radure
,
spunta
là
dove
la
povertà
intellettuale
gli
si
allarga
d
'
intorno
,
giacché
pare
la
natura
disponga
di
grandi
forze
di
compenso
,
e
quando
un
organo
vien
meno
al
suo
ufficio
,
una
forza
di
compenso
si
svolge
in
un
altro
.
Nel
campo
della
fisio
patologia
il
fatto
è
vero
ed
incontrastato
:
quando
una
porzione
di
cuore
funziona
male
,
nell
'
altra
si
svolge
una
ipertrofia
compensatrice
;
quando
un
emisfero
cerebrale
è
distrutto
,
l
'
altro
tenta
di
sostituirvisi
.
Così
,
è
nel
campo
morale
,
quando
la
massa
è
poco
colta
,
sorge
il
genio
,
il
quale
si
attenua
dinanzi
alla
genialità
collettiva
.
Sia
esso
fatto
vero
il
rapporto
tra
genialità
individuale
e
collettiva
,
sia
falso
apprezzamento
,
errore
d
'
illusione
d
'
ottica
mentale
,
che
fa
parere
poco
alto
il
genio
in
mezzo
ad
una
massa
dal
pensiero
evoluto
,
certo
cosa
è
che
l
'
osservazione
non
è
nuova
,
come
nuovo
non
è
il
fatto
che
,
nelle
società
vecchie
,
sorge
l
'
anticipazione
geniale
dell
'
avvenire
che
poi
nelle
società
giovani
si
andrà
attuando
.
Ed
a
me
pare
che
,
s
'
è
vero
che
la
genialità
è
fenomeno
degenerativo
,
essa
deve
sorgere
nelle
società
poco
evolute
e
senili
,
cioè
in
un
ambiente
di
degenerazione
.
D
'
altra
parte
,
se
il
genio
precorre
i
tempi
,
se
egli
vede
più
in
là
di
quanto
i
suoi
contemporanei
non
possono
vedere
:
l
'
attuazione
e
la
comprensione
del
suo
pensiero
richieggono
uno
sforzo
maggiore
,
che
la
società
senile
nella
quale
vive
non
può
impiegare
,
onde
viene
a
tradursi
in
pratica
in
mezzo
a
collettività
giovani
e
piene
d
'
energia
.
In
modo
non
dissimile
si
comporta
la
passione
:
se
il
genio
è
uno
sviluppo
eccessivo
d
'
intelligenza
in
mezzo
alla
mediocrità
intellettuale
,
la
grande
passione
,
in
mezzo
alla
scarsezza
passionale
altruistica
,
è
,
come
la
genialità
,
un
prodotto
patologico
degenerativo
e
come
questa
è
un
compenso
della
natura
per
la
conservazione
della
specie
.
Il
genio
e
il
grande
passionato
del
bene
,
il
santo
,
non
nel
senso
chiesastico
della
parola
,
sorgono
in
momenti
difficili
,
sono
degli
individui
disadatti
all
'
ambiente
nel
quale
vivono
,
sono
una
forza
di
conservazione
della
specie
e
di
perdizione
dell
'
individuo
.
Ma
l
'
elevamento
della
massa
,
nel
campo
dell
'
intelligenza
e
del
sentimento
,
val
molto
di
più
che
l
'
intelligenza
isolata
del
genio
e
la
sentimentalità
del
santo
,
e
ben
lo
dice
la
esperienza
storica
della
civiltà
che
arride
non
a
'
popoli
decrepiti
,
inondati
dalla
luce
del
genio
e
dal
conforto
della
passione
altruistica
:
ma
a
quelli
in
cui
e
pensiero
e
sentimento
sono
colti
ed
evoluti
nella
massa
.
Ma
ci
è
,
ancora
,
di
più
:
ogni
elevamento
della
massa
intellettivo
e
passionale
si
accompagna
con
una
maggiore
integrazione
e
subordinazione
degli
individui
,
come
nel
campo
biologico
,
ogni
organismo
più
evoluto
è
fatto
di
parti
più
integrate
e
differenziate
.
Ora
,
questa
coordinazione
e
subordinazione
della
massa
è
segno
di
superiorità
sociale
;
è
fonte
di
maggior
lavoro
sociale
:
ben
può
l
'
individuo
,
come
nei
popoli
latini
,
essere
più
alto
di
quello
dei
popoli
nordici
,
ma
la
massa
latina
,
troppo
individualizzata
,
val
di
meno
di
quegli
uomini
dal
cervello
duro
ma
di
più
facile
cemento
connettivale
.
E
nel
campo
biologico
non
sono
gli
animali
inferiori
quelli
in
cui
le
cellule
sono
meno
connesse
fra
loro
,
con
più
largo
spazio
intercellulare
,
in
confronto
all
'
uomo
e
a
'
tessuti
superiori
in
cui
lo
spazio
tra
cellula
e
cellula
è
breve
e
il
tessuto
più
compatto
?
Carattere
moderno
adunque
vale
elevamento
della
massa
con
maggiore
lavoro
sociale
.
Un
'
altra
dote
del
carattere
moderno
è
una
più
larga
partecipazione
alla
vita
pubblica
:
cos
'
è
essa
,
in
fatti
,
se
non
il
cozzo
delle
idee
e
dei
sentimenti
che
si
disputano
la
direzione
della
vita
sociale
?
E
,
d
'
altra
parte
,
queste
varie
tendenze
e
direzioni
,
che
potrebbero
incanalarsi
e
divenire
manifestazioni
anormali
,
nella
vita
pubblica
,
trovano
la
più
alta
correzione
;
onde
dicemmo
il
partito
essere
la
forma
più
equilibrata
di
folla
e
la
vita
pubblica
il
campo
delle
sue
manifestazioni
,
come
,
di
contro
,
la
setta
n
'
è
la
forma
patologica
.
Dove
la
vita
pubblica
è
più
larga
,
più
intensamente
vissuta
,
là
la
sicurezza
sociale
è
più
garentita
ed
il
progresso
da
settario
diventa
evolutivo
e
scientifico
;
d
'
altra
parte
,
la
vita
pubblica
è
tanto
più
alta
,
quanto
più
il
pensiero
d
'
un
popolo
è
moderno
e
il
sentimento
altruista
.
Ora
queste
due
doti
formano
il
carattere
dei
popoli
civili
,
sicché
possiamo
inferire
che
,
quando
ci
troviamo
di
nanzi
ad
un
popolo
a
carattere
normale
,
noi
dobbiamo
aspettarci
che
esso
sia
di
coltura
elevata
,
di
produzione
sociale
alta
,
di
vita
pubblica
interamente
,
largamente
ed
onestamente
vissuta
,
giacché
la
onestà
nella
vita
pubblica
tende
ad
un
continuo
elevamento
e
se
,
come
dice
il
Sighele
,
essa
è
meno
sviluppata
della
moralità
privata
,
pure
,
come
una
spirale
,
di
continuo
s
'
innalza
verso
forme
più
alte
.
Le
antiche
democrazie
ebbero
per
la
vita
pubblica
un
grande
interessamento
,
ma
esse
portarono
seco
un
grave
danno
costituito
da
quegli
schiavi
dal
sottosuolo
sociale
tolti
ad
ogni
vita
pubblica
.
Lo
schiavo
fu
un
perenne
pericolo
per
quella
civiltà
,
corruppe
e
fu
corrotto
e
,
quando
d
'
intorno
a
sé
la
corruzione
prevalse
,
egli
,
convertendosi
al
cristianesimo
,
propagandolo
esercitò
,
sullo
stato
,
un
'
azione
dissolvitrice
,
più
pericolosa
d
'
ogni
rivolta
servile
e
Roma
,
che
,
a
più
riprese
,
trionfò
delle
guerre
servili
,
non
si
salvò
né
dalla
corruzione
,
né
dal
nuovo
orientamento
della
schiavitù
verso
il
cristianesimo
.
E
conchiudiamo
così
:
il
carattere
moderno
è
fatto
da
una
concezione
scientifica
del
mondo
e
da
un
sentimento
altruista
;
si
svolge
e
discende
sino
alle
masse
incolte
,
elevandole
;
alla
genialità
e
alla
sentimentalità
individuale
sostituisce
la
collettiva
,
ben
più
grande
e
feconda
di
lavoro
sociale
;
si
esplica
non
solo
nella
vita
privata
,
ma
nella
cosa
pubblica
,
elevandone
il
contenuto
morale
.
Al
lume
di
questo
che
noi
chiamiamo
carattere
moderno
,
vaglieremo
,
nel
prossimo
capitolo
,
il
carattere
del
mezzogiorno
d
'
Italia
.
CAPITOLO
III
.
IL
CARATTERE
DEL
MEZZOGIORNO
D
'
ITALIA
Nel
parlare
del
carattere
d
'
un
popolo
,
guardandolo
al
lume
della
scienza
positiva
,
dobbiamo
avvalerci
molto
e
dalle
impressioni
ricevute
e
del
dato
statistico
,
e
,
quando
questi
manchi
,
dalle
insieme
delle
prove
indirette
,
che
ci
sarà
possibile
poter
ricavare
.
Così
è
del
carattere
del
mezzogiorno
d
'
Italia
che
io
ò
studiato
lungamente
,
vivendoci
dentro
,
e
confrontandolo
con
quello
del
settentrione
,
colto
un
po
'
fuori
e
molto
sullo
studio
di
riviste
e
di
libri
.
Le
vicende
della
nostra
vita
politica
,
letteraria
,
scientifica
,
industriale
ecc
.
in
somma
di
tutta
la
vita
nazionale
di
questi
ultimi
tempi
à
messo
sempre
in
evidenza
la
differenza
dei
due
caratteri
e
l
'
eccellenza
di
quello
nordico
sul
meridionale
;
l
'
uno
si
è
andato
avvicinando
a
quello
che
noi
dicemmo
carattere
moderno
,
che
si
va
evolvendo
,
di
preferenza
,
in
mezzo
alle
razze
nordiche
,
l
'
altro
ne
è
ancora
molto
lontano
:
l
'
uno
si
poggia
sul
valore
della
massa
e
la
scarsa
genialità
individuale
,
l
'
altro
in
vece
sulla
massa
bassa
,
depressa
,
poco
coordinata
e
subordinata
e
sulla
genialità
isolata
:
l
'
uno
è
fatto
come
una
catena
di
monti
,
poco
,
alti
,
ma
che
servono
bene
alle
condizioni
orografiche
del
paese
;
l
'
altro
di
leggiere
ondulazioni
in
cui
s
'
innalzano
qua
e
là
monti
giganteschi
che
,
paiono
,
confondersi
col
cielo
.
Di
questo
carattere
arretrato
del
mezzogiorno
d
'
Italia
noi
studieremo
e
la
parte
statica
e
la
parte
dinamica
.
Cominciando
dalla
statica
del
carattere
,
cioè
del
pensiero
diciamo
come
esso
è
poco
colto
,
in
basso
;
unilaterale
,
in
alto
.
Dopo
tanti
anni
che
l
'
insegnamento
è
diventato
obbligatorio
,
noi
siamo
a
tal
punto
che
la
massa
di
analfabeti
abbonda
.
Scorrendo
i
varï
bilanci
municipali
quel
che
colpisce
è
l
'
esiguità
dello
stanziamento
per
la
pubblica
istruzione
,
né
mai
le
somme
stanziate
,
per
quanto
esigue
,
si
spendono
per
intiere
.
Le
scuole
sono
quanto
mai
si
può
immaginare
d
'
antigienico
e
da
quelle
scuole
si
esce
miopi
,
disattenti
,
scorati
come
da
lunga
tortura
.
Dalle
scuole
passando
a
'
maestri
alle
maestre
,
la
scena
non
è
più
lieta
:
il
romanzo
d
'
un
maestro
che
il
De
Amicis
ci
à
,
con
la
sua
arte
,
regalato
,
non
è
che
una
verità
,
anzi
,
qualcosa
di
meno
ancora
della
verità
.
Il
maestro
non
è
pagato
,
è
tenuto
in
una
posizione
servile
,
prono
a
tutte
le
autorità
locali
,
segno
a
ire
partigiane
e
,
talvolta
,
diciamolo
pure
,
oggetto
di
scandalo
in
paese
.
La
condizione
degli
scolari
non
è
più
prospera
:
nei
paesi
vanno
a
scuola
o
d
'
inverno
,
o
d
'
estate
quando
tacciano
i
lavori
di
campagna
,
spesso
affamati
,
posposti
nell
'
insegnamento
a
'
figli
dei
maggiorenti
del
paese
,
e
,
quando
sieno
fatti
più
grandicelli
,
vengono
tolti
definitivamente
dalla
scuola
.
La
stessa
istruzione
che
s
'
impartisce
è
,
del
resto
,
così
elementare
,
che
,
quand
'
anco
la
si
desse
a
dovere
,
sarebbe
di
poca
o
niuna
importanza
:
io
,
a
conti
fatti
,
ò
trovato
che
uscendo
dalla
scuola
si
sa
solo
leggere
mediocremente
e
scrivere
poco
o
nulla
:
della
istruzione
moderna
e
dell
'
educazione
del
carattere
che
resta
mai
o
meglio
che
se
n
'
è
appreso
che
valga
d
'
essere
conservato
?
Ora
,
questa
trascuratezza
della
istruzione
elementare
di
quella
cioè
che
dovrebbe
essere
a
fondamento
di
tutta
la
coltura
nazionale
dipende
da
due
cause
che
si
completano
,
e
che
indicano
il
nostro
carattere
inferiore
.
E
sono
:
il
pregiudizio
della
parte
dirigente
che
teme
nell
'
istruzione
un
pericolo
sociale
,
laddove
l
'
esperienza
delle
nazioni
civili
dimostra
il
contrario
;
e
l
'
incoscienza
delle
plebi
che
non
sa
domandare
un
esatto
adempimento
della
legge
sulla
pubblica
istruzione
:
cause
,
adunque
,
che
si
completano
come
in
un
ingranaggio
le
tacche
di
una
ruota
e
i
denti
dell
'
altra
.
Noi
siamo
a
tal
punto
che
i
programmi
ed
i
regolamenti
ministeriali
ultimi
sono
d
'
una
larghezza
e
d
'
una
liberalità
immensa
,
dinanzi
al
gretto
ed
ignorante
metodo
dei
comuni
del
mezzogiorno
,
per
i
quali
l
'
istruzione
esiste
solo
come
una
passività
dei
bilanci
e
non
come
uno
dei
più
importanti
servigi
pubblici
.
La
coltura
poi
,
negli
strati
superiori
,
è
monca
ed
unilaterale
:
è
diretta
non
già
ad
avere
un
fondo
di
sapere
generale
veramente
moderno
,
indispensabile
sul
quale
si
aderga
la
coltura
specializzata
in
questo
o
in
quel
campo
,
ma
a
ribadire
la
vieta
coltura
classica
,
dove
si
glorifica
tutta
una
civiltà
da
noi
lontana
e
che
dinanzi
al
carattere
moderno
dovrebbe
sembrarci
barbara
.
Per
essa
viviamo
d
'
un
tempo
nel
quale
l
'
impero
della
forza
,
l
'
assenza
della
pietà
,
il
pregiudizio
etnico
prevalsero
sugli
uomini
:
ora
,
quale
meraviglia
se
,
dallo
studio
di
quei
tempi
,
si
esca
plasmato
ad
una
durezza
che
i
tempi
nuovi
non
comportano
e
se
il
sogno
dell
'
animo
non
è
l
'
avvenire
,
ma
il
passato
?
Questa
forma
di
educazione
,
nefasta
altrove
,
dove
l
'
ambiente
è
pregno
di
un
grande
avvenire
,
dove
tutto
parla
al
cuore
e
alla
mente
della
solidarietà
umana
;
diventa
a
mille
doppi
più
dannosa
fra
noi
,
dove
si
vive
ancora
del
vecchio
clima
storico
sociale
del
passato
;
dove
ancora
vige
la
durezza
antica
dei
modi
;
dove
la
forza
brutale
à
un
culto
;
dove
il
servaggio
si
porta
come
abito
confitto
nell
'
animo
?
Ed
è
dannoso
non
solo
al
carattere
,
ma
ancora
alla
mente
:
da
quella
mole
di
cognizioni
imparate
in
fretta
e
furia
si
esce
in
uno
stato
di
esaurimento
mentale
,
di
psicoastenia
,
come
da
una
lunga
orgia
nella
quale
tutta
l
'
energia
giovanile
si
sia
venuta
sciupando
.
In
mezzo
a
questa
coltura
vieta
la
sola
parte
moderna
,
rappresentata
dallo
studio
della
storia
e
dal
patrio
idioma
nel
quale
si
riflette
il
genio
etnico
,
è
fortemente
negletta
:
assorti
nella
lingua
greca
o
latina
della
nostra
,
delle
nostre
vicende
storiche
,
delle
scienze
biologiche
e
naturali
,
della
sintesi
filosofica
di
tutta
questa
sorgente
di
modernità
,
che
ci
dovrebbe
educare
ad
essere
uomini
del
nostro
tempo
,
nulla
conosciamo
.
E
quando
poi
ci
lanciamo
nella
vita
qual
meraviglia
che
noi
portiamo
dovunque
:
in
casa
e
fuori
,
nella
vita
pubblica
e
privata
,
nella
concezione
scientifica
e
filosofica
,
questa
coltura
del
carattere
così
antiquata
ed
egoista
?
Epperò
,
anche
in
mente
d
'
una
certa
coltura
professionale
alta
,
vive
ancora
e
l
'
errore
antropocentrico
e
geocentrico
,
quasi
e
Galileo
e
Bruno
e
Darwin
e
Spencer
e
Laplace
e
Herscell
fossero
mai
stati
ed
abbiano
ancora
la
mente
annebbiata
dal
miracolo
,
ne
siamo
assorti
alla
concezione
dell
'
immanenza
della
natura
,
né
al
sentimento
della
solidarietà
umana
.
In
vano
,
adunque
,
fra
noi
si
cercherebbero
le
scuole
di
arti
mestieri
,
viventi
in
soli
pochi
grandi
centri
;
le
scuole
davvero
pratiche
d
'
agricoltura
,
non
quelle
che
il
governo
tiene
con
scarso
profitto
;
le
università
popolari
come
nella
Svezia
e
Norvegia
.
Lo
stesso
sentimento
religioso
che
può
essere
talora
un
coefficiente
di
progresso
,
come
è
nelle
nazioni
nordiche
,
in
ispecie
nelle
popolazioni
anglo
sassoni
;
che
potrebbe
portare
in
sé
come
una
vasta
sorgente
idealistica
;
da
noi
è
stato
sopraffatto
dal
culto
,
è
stato
vinto
dal
fanatismo
,
onde
à
costituito
e
costituisce
ancora
un
forte
ostacolo
al
progresso
.
È
avvenuto
,
così
,
che
la
criminalità
è
stata
da
noi
a
tinte
fortemente
religiose
e
lo
è
ancora
,
e
gli
stessi
ordini
monastici
,
il
presbiteriato
,
furono
un
vivaio
di
reati
sessuali
.
Né
potea
essere
diversamente
sotto
questo
clima
caldo
infocato
,
dove
i
sensi
si
accendono
e
la
passione
divampa
e
dove
mal
potea
la
regola
monastica
frenare
la
natura
ardente
di
tanti
giovani
,
indotti
a
metter
la
tonaca
,
di
contraggenio
per
conservare
intatta
la
proprietà
*
nel
primogenito
o
spinti
al
chiostro
dagli
allettamenti
d
'
una
vita
comoda
,
o
da
passioni
vinte
,
ma
non
dome
,
da
un
momento
di
sconforto
che
parea
imporre
l
'
eterno
sagrifizio
della
vita
.
E
,
spinti
al
chiostro
,
quante
occasioni
di
peccare
!
come
confessori
e
come
pedagoghi
penetravano
da
per
tutto
:
solo
un
forte
idealismo
poteva
salvare
gli
ordini
religiosi
dalla
corruzione
,
ma
questo
mancò
sempre
,
onde
divennero
una
delle
maggiori
pesti
sociali
.
Ed
ora
,
dopo
tanto
tempo
,
essi
accennano
a
risorgere
ancora
senza
che
si
pensi
di
contrapporre
alla
loro
opera
l
'
onda
purificatrice
della
libertà
:
i
più
non
se
ne
incaricano
affatto
,
i
pochi
e
si
dicono
liberali
sognano
nuove
soppressioni
,
tanto
la
nostra
è
pur
troppo
la
terra
della
forza
bruta
e
del
bastone
.
Connesso
con
la
religione
e
per
molti
versi
,
è
l
'
amore
per
la
donna
,
che
da
noi
è
forte
e
precoce
e
che
spesso
dilaga
non
per
l
'
alveo
fisiologico
del
matrimonio
,
ma
volge
giù
per
la
china
del
vizio
.
L
'
amore
peccaminoso
anzi
è
,
fino
ad
un
dato
punto
,
la
regola
:
abolito
l
'
ozio
monastico
con
la
prostituzione
che
porta
seco
,
si
sono
sostituiti
gli
amori
illeciti
diretti
al
solo
scopo
di
mantenere
intatta
la
proprietà
familiare
nel
primo
o
nell
'
ultimo
fratello
destinato
a
continuare
la
razza
.
E
,
da
questo
pervertimento
,
traggono
origine
e
un
crescente
numero
d
'
esposti
,
d
'
aborti
,
d
'
infanticidï
e
d
'
amori
contro
natura
*
.
E
com
'
è
delle
popolazioni
inferiori
nell
'
Italia
del
mezzogiorno
l
'
idea
del
divorzio
,
la
ricerca
della
paternità
,
il
concetto
più
largo
della
famiglia
trovano
maggiori
ostacoli
e
qua
ancora
,
in
nome
dell
'
onore
,
si
assolvono
gli
uxoricidi
.
Il
pregiudizio
sessuale
vive
pieno
ed
intero
,
come
nel
medio
evo
e
non
vuole
sostitutivi
.
Si
può
comprendere
quale
sia
la
condizione
della
donna
,
come
ad
essa
vengano
negate
le
più
elementari
libertà
,
come
lo
sposo
sia
imposto
per
calcolo
,
non
scelto
per
amore
:
di
quale
gelosa
tortura
la
si
circondi
;
come
ancora
il
celibato
l
'
attenda
.
Essa
è
sempre
schiava
,
come
a
Roma
antica
o
del
padre
o
dei
fratelli
o
del
marito
o
dei
figli
:
in
Inghilterra
*
le
Spinters
vivono
dell
'
idealismo
di
quella
forte
razza
,
ma
da
noi
esse
sono
dannate
a
rimanere
eternamente
schiave
,
all
'
ombra
della
casa
,
più
gelosa
d
'
un
chiostro
e
più
piena
di
dolore
.
Solo
da
un
certo
tempo
le
vicende
economiche
cominciano
ad
emanciparla
,
sospingendola
un
po
'
alla
fabbrica
,
un
po
'
alla
scuola
;
ma
ancora
il
bisogno
economico
non
l
'
à
investita
,
come
quercia
che
il
vento
schianti
e
chi
sa
quanto
tempo
ancora
ci
vorrà
perché
essa
combatta
le
battaglie
della
sua
emancipazione
.
A
così
scarsa
;
ed
antiquata
coltura
,
dobbiamo
aspettarci
che
corrisponda
una
bassa
sentimentalità
,
ossia
impregnata
d
'
egoismo
,
giacché
la
statica
e
la
dinamica
del
carattere
tentano
,
benché
non
sempre
,
di
svolgersi
parallelamente
.
In
fatti
lo
scarso
sentimento
altruistico
è
la
caratteristica
del
mezzogiorno
,
non
già
che
manchino
le
persone
amanti
del
bene
,
anzi
vi
sono
e
lo
sentono
fortemente
,
ma
il
tono
generale
è
un
egoismo
cieco
e
feroce
,
che
impronta
ogni
azione
d
'
individui
o
di
massa
.
In
vano
,
perciò
,
si
cerca
fra
noi
quella
folla
d
'
istituzioni
umanitarie
e
le
poche
che
vi
sono
,
vengono
dilapidate
da
'
politicanti
di
mestieri
,
che
le
ànno
infeodate
nelle
loro
famiglie
,
vivendovi
su
,
come
una
colonia
di
batterï
su
di
un
terreno
nutrivo
.
Da
ciò
,
dal
desiderio
di
godersele
,
nascono
quelle
gare
delittuose
;
quell
'
armeggio
presso
le
autorità
e
i
corpi
rappresentativi
;
quel
contendersi
furioso
di
clientele
,
che
,
anche
quando
paia
ispirato
dal
pubblico
bene
,
in
fondo
à
sempre
un
pensiero
nascosto
che
move
.
E
mentre
questo
succede
,
non
uno
che
gridi
:
i
pochi
che
lo
ànno
tentato
,
àn
dovuto
amaramente
pentirsene
:
gli
onesti
,
che
non
mancano
,
sono
di
una
supina
rassegnazione
,
della
teoria
del
lasciare
correre
.
Le
forze
,
che
dovrebbero
opporsi
a
questa
corruzione
così
vasta
,
mancano
o
sono
appena
sorte
:
manca
una
vasta
coscienza
popolare
,
che
senta
come
le
opere
pie
,
che
i
secoli
ci
ànno
tramandato
,
sieno
la
sua
ricchezza
e
come
meritino
d
'
essere
amorosamente
vigilate
:
la
stampa
che
nei
paesi
civili
è
un
vero
e
proprio
tribunale
della
moralità
o
non
esiste
o
se
esiste
,
è
legata
a
clientele
e
parla
per
livore
di
parte
o
se
è
onesta
non
può
vivere
e
muore
.
Se
la
virtù
attecchisce
così
poco
nella
sua
forma
attiva
,
ch
'
è
quanto
dire
come
spinta
al
bene
e
lotta
contro
il
male
e
vive
solo
come
potenza
negativa
che
si
contenti
di
operare
il
bene
,
quanto
può
e
ad
altri
non
dolga
:
non
meraviglia
che
la
ricchezza
,
il
fascino
dell
'
oro
,
la
possibilità
di
nuocere
,
volendo
,
e
di
dispensare
favori
;
che
,
in
somma
,
la
complessa
potenza
del
male
,
incuta
e
rispetto
ed
ammirazione
?
In
un
popolo
così
fatto
,
mancano
quell
'
emulazione
e
quei
contrasti
sociali
che
sono
,
altrove
,
la
vita
,
il
motore
del
progresso
.
In
basso
manca
l
'
elevamento
del
proletariato
,
che
dà
fisonomia
al
nostro
secolo
,
in
alto
l
'
opporvisi
cosciente
ed
illuminato
;
in
loro
vece
vi
era
e
vi
è
ancora
una
forma
antiquata
di
lotta
.
Il
brigantaggio
,
di
cui
sono
ancor
vivi
il
ricordo
e
la
tradizione
criminosa
,
non
era
che
una
delle
conseguenze
del
vecchio
e
persistente
contrasto
sociale
:
anzi
,
talvolta
,
la
spinta
al
brigantaggio
era
una
reazione
a
delle
ingiustizie
,
in
un
mondo
ancora
semifeudale
,
dove
a
chi
è
ricco
è
,
in
parte
,
permesso
valersi
dei
pubblici
poteri
e
della
ricchezza
in
danno
di
chi
gli
sta
intorno
e
non
è
gran
fatto
prono
ad
ogni
ingiusto
volere
.
Data
questa
mancanza
d
'
un
potere
regolatore
,
qual
meraviglia
che
dei
delinquenti
,
dei
passionali
si
fossero
elevati
a
riparatori
di
torti
,
che
,
in
altra
maniera
,
non
si
riusciva
né
di
prevenire
,
né
di
riparare
*
?
Oggi
,
l
'
emigrazione
è
diventata
un
sostitutivo
del
delitto
:
quando
i
torti
ricevuti
sono
molti
e
rendono
impossibile
il
poter
soggiornare
in
un
luogo
,
non
è
nella
giustizia
che
si
ricorre
,
nella
quale
non
si
à
fiducia
,
ma
si
emigra
.
In
altri
tempi
,
si
ricorreva
al
delitto
:
era
una
prima
spinta
su
di
un
terreno
,
antropologicamente
disposto
al
crimine
,
di
mezzo
ad
un
ambiente
nel
quale
questo
esercitava
una
forte
suggestione
;
e
se
al
primo
crimine
altri
ne
succedevano
,
si
diventava
banditi
,
opponendo
prepotenza
a
prepotenza
;
voluttà
di
comando
ad
un
passato
di
servilismo
;
alla
povertà
rassegnata
una
ricchezza
spensierata
;
ad
una
normalità
non
sentita
,
una
criminalità
che
si
portava
nel
proprio
organismo
e
nella
propria
educazione
.
Ma
se
l
'
emigrazione
è
un
sostitutivo
del
delitto
,
n
'
è
spesso
un
diversivo
,
giacché
è
frequente
il
fenomeno
osservato
che
gli
emigranti
portano
,
là
dove
vanno
,
una
larga
delinquenza
,
sospinti
dall
'
eredità
criminosa
,
da
maggiori
bisogni
e
da
maggiore
impunità
*
.
Su
questa
massa
ed
in
mezzo
a
questo
popolo
così
depresso
,
la
genialità
è
frequente
,
più
di
quanto
non
paia
,
perché
molte
volte
rimane
sterile
e
poco
coltivata
.
Ho
conosciuto
dei
contadini
che
ànno
poetato
in
vernacolo
con
un
umorismo
così
fine
,
da
disgradarne
qualunque
più
provetto
scrittore
;
altri
ànno
portato
una
nota
passionata
d
'
amore
,
da
ricordare
le
dolcezze
liriche
del
Giusti
;
vi
son
di
quelli
capaci
di
fare
dei
lunghi
calcoli
a
mente
,
di
mostrare
una
facile
percezione
dei
numeri
,
come
gente
consumata
nel
calcolo
;
altri
,
in
fine
,
d
'
una
bontà
sovrumana
,
veri
santi
in
un
ambiente
d
'
egoismo
e
ricordo
,
in
fine
,
d
'
un
pastore
che
su
di
un
rozzo
pezzo
di
canna
era
capace
di
ripetere
qualunque
inspirata
armonia
udita
e
di
non
dimenticarla
mai
più
.
Di
sotto
a
questa
genialità
si
espande
una
mediocrità
,
anzi
una
bassura
desolante
.
Il
risorgimento
italiano
è
certamente
una
di
quelle
opere
solenni
,
una
di
quelle
pietre
di
paragone
,
che
le
vicende
storiche
gettano
fra
'
piedi
di
un
popolo
e
dalle
quali
si
esce
o
vinti
o
vincitori
.
In
quest
'
opera
dunque
,
felicemente
superata
dal
popolo
italiano
,
la
parte
nordica
e
meridionale
della
nazione
ànno
contribuito
in
modo
diverso
:
l
'
uno
come
popolo
a
carattere
moderno
,
l
'
altro
senile
:
l
'
uno
con
opera
collettiva
,
l
'
altro
con
la
genialità
individuale
:
l
'
uno
con
le
insurrezioni
di
tutto
un
popolo
a
Milano
,
a
Brescia
,
a
Genova
,
con
la
repubblica
romana
;
l
'
altro
,
con
la
genialità
di
un
Pepe
,
d
'
un
Poerio
,
d
'
un
Russo
,
d
'
un
Cuoco
,
d
'
uno
Spaventa
ecc
.
In
vano
,
però
,
si
cercherebbe
fra
noi
del
mezzogiorno
qualcosa
che
somigli
alle
storiche
giornate
di
Milano
:
la
repubblica
partenopea
è
una
pagina
gloriosa
non
di
popolo
,
ma
delle
individualità
più
spiccate
,
della
aristocrazia
di
mente
,
di
cuore
e
di
natali
di
tutto
il
napoletano
.
Il
conte
di
Ruvo
che
si
volta
in
su
per
vedere
sul
suo
collo
la
lama
della
ghigliottina
,
è
l
'
esempio
della
nobiltà
di
pochi
animi
in
mezzo
alla
crudeltà
e
alla
decadenza
collettiva
:
ma
,
se
la
massa
non
à
saputo
né
dare
un
esempio
come
quello
del
conte
di
Ruvo
,
né
come
l
'
altro
del
forte
di
Vigliena
,
seppe
bene
dare
il
Sanfedismo
,
i
banditi
del
Cardinale
Ruffo
,
i
sostenitori
del
cesarismo
borbonico
.
Ed
è
,
così
,
che
non
a
caso
,
dalle
intime
latebre
della
storia
,
venivano
su
a
galla
,
in
quel
periodo
fortunoso
,
la
genialità
isolata
e
la
bassezza
collettiva
del
carattere
.
Quando
,
per
l
'
infierire
della
tirannide
borbonica
,
i
profughi
del
mezzogiorno
si
sparsero
in
Italia
e
fuori
,
riempirono
gli
animi
d
'
ammirazione
per
la
genialità
e
la
possente
virtù
suggestiva
dell
'
animo
loro
;
ma
,
spesso
,
fu
una
genialità
criminosa
che
si
disvelò
più
tardi
nella
cosa
pubblica
,
onde
patriottismo
dovea
significare
,
a
'
giorni
nostri
,
una
novella
forma
di
criminalità
fraudolenta
,
per
mezzo
dei
pubblici
poteri
.
Né
il
genio
si
è
esaurito
di
poi
:
agli
Spaventa
,
a
'
Settembrini
,
a
'
De
Sanctis
,
a
'
Mancini
,
a
'
Pisanelli
son
succeduti
e
i
Sergi
e
i
Zumbini
e
i
Colajanni
e
i
Fiorentino
e
i
Bovio
e
i
Rapisardi
ecc
.
,
gente
tutta
che
à
aperto
nuove
vie
al
sapere
.
Ma
,
d
'
attorno
ad
essi
,
se
son
sorti
dei
gloriosi
discepoli
,
non
si
è
espansa
la
loro
dottrina
,
la
quale
,
meditata
nell
'
Italia
del
mezzodì
,
si
è
trapiantata
e
à
messo
radici
fuori
,
nell
'
ambiente
cioè
della
massa
colta
,
e
della
scarsa
genialità
individuale
.
Né
la
genialità
è
stata
continua
,
essa
è
,
come
i
fenomeni
anormali
dello
spirito
,
a
scatti
e
a
lampi
:
passano
dei
secoli
nei
quali
la
genialità
tace
e
poi
s
'
illumina
d
'
un
tratto
,
come
di
fuoco
che
lungamente
covò
nella
cenere
:
vi
sono
degl
'
ingegni
che
si
mostrarono
ad
un
periodo
tardivo
della
vita
,
che
furono
come
razzi
d
'
una
durata
corta
,
ma
di
grande
sfosforescenza
,
o
rimasero
genii
ignorati
come
Padula
e
Nicola
Sole
;
insomma
,
una
genialità
patologica
,
a
scatti
,
a
lampi
,
ineguale
,
perduta
spesso
nell
'
ozio
o
nel
male
,
una
genialità
malata
od
infeconda
:
completa
talora
,
ma
talora
pazzesca
.
Nessun
popolo
è
,
forse
,
così
scarsamente
dotato
di
facondia
del
meridionale
:
egli
non
sa
parlare
che
non
mescoli
dialetto
ed
idioma
:
che
non
infiori
d
'
oscenità
il
suo
linguaggio
,
ma
nessuno
ha
dato
oratori
così
forti
ed
efficaci
quanto
l
'
Italia
del
mezzogiorno
;
oratori
che
trascinano
le
folle
,
che
dominano
i
parlamenti
,
le
cui
orazioni
sono
degli
avvenimenti
e
al
cui
incanto
non
si
resiste
.
Com
'
è
della
genialità
,
così
è
della
fermezza
e
della
coerenza
del
carattere
:
ben
vi
sono
dell
'
anime
come
Niccolò
Barbato
e
come
Matteo
Renato
Imbriani
;
ben
vi
è
potuto
essere
un
abbate
Toscano
,
che
fa
saltare
in
aria
il
forte
di
Vigliena
;
ben
un
Pepe
o
quell
'
ignoto
prete
di
Amantea
,
giacobino
che
,
preso
dalle
orde
del
Ruffo
,
preferì
essere
sospeso
ad
una
corda
,
calato
in
un
pozzo
e
a
chi
gli
dicea
di
volerlo
salvare
purché
gridasse
:
viva
la
Santa
fede
,
rispondeva
:
credo
,
e
tuffato
nell
'
acqua
e
sollevato
non
volle
arrendersi
e
preferì
essere
annegato
;
ben
vi
possono
essere
di
questi
Capanei
,
ma
la
massa
è
vile
e
criminale
,
pieghevole
a
tutti
i
venti
,
devota
a
Dio
ed
al
diavolo
;
e
dianzi
a
quella
dell
'
Italia
del
Nord
,
è
la
Vandea
che
assolve
i
crimini
degli
uomini
politici
,
che
li
favorisce
,
che
passa
dall
'
osanna
al
crucifige
,
sempre
prona
,
sempre
pronta
a
gridare
:
è
morto
l
'
imperatore
,
viva
il
nuovo
imperatore
:
novelli
pretoriani
di
questa
Italia
di
basso
impero
!
E
se
vi
è
l
'
altezza
dell
'
animo
assurgente
al
sacrifizio
,
vi
sono
bene
in
compenso
e
l
'
ingratitudine
e
l
'
invidia
e
la
misconoscenza
.
Non
ci
è
paese
dove
le
glorie
di
casa
tardano
di
più
ad
essere
riconosciute
:
anco
quando
il
battesimo
degli
estranei
è
venuto
,
i
propri
paesani
lo
negano
e
lo
contrastano
ancora
e
lo
annebbiano
quando
possono
e
lo
calunniano
.
E
quando
poi
si
cerchi
disperdere
un
'
istituzione
fiorente
del
mezzogiorno
o
di
spregiarla
,
chi
brandirà
il
piccone
o
sbarrerà
la
strada
,
sarà
uno
del
mezzogiorno
istesso
:
l
'
invidia
non
è
essa
,
adunque
,
una
dote
inferiore
e
noi
non
siamo
gente
tale
?
La
criminalità
istessa
,
ch
'
è
sempre
un
carattere
inferiore
,
può
essere
indice
d
'
una
maggiore
inferiorità
:
essa
si
presenta
d
'
una
o
d
'
un
altra
maniera
,
mostrando
così
in
mezzo
a
quale
civiltà
si
svolga
e
di
quale
nobile
metallo
essa
sia
la
scoria
.
Di
criminalità
adunque
,
ve
ne
sono
due
:
una
che
è
prevalentemente
violenta
,
atavica
e
che
fiorisce
daccanto
alle
forme
inferiori
di
civiltà
ed
un
'
altra
che
è
fraudolente
,
moderna
e
vive
di
mezzo
al
tipo
sociale
prevalentemente
elevato
ed
industriale
*
.
La
criminalità
,
nel
mezzogiorno
d
'
Italia
,
è
di
preferenza
violenta
;
in
essa
predominano
i
reati
di
sangue
più
che
la
frode
;
il
delitto
rivive
in
forma
atavica
come
nei
popoli
barbari
e
semicivili
.
Ora
,
per
quanto
il
crimine
sia
sempre
dannoso
,
pure
,
rivolgerlo
contro
la
proprietà
,
deviandolo
dalla
persona
,
è
un
male
minore
,
che
se
fosse
rivolto
contro
l
'
integrità
umana
.
In
tutta
la
scala
della
criminalità
violenta
,
noi
abbiamo
un
tristo
primato
,
di
contro
all
'
Italia
del
Nord
:
(
Lombroso
:
Uomo
delinquente
vol
.
III
)
,
alla
quale
si
accompagna
una
alta
morbilità
dovuta
al
tenore
inferiore
di
vita
,
al
latifondo
e
alla
mancanza
di
opere
igieniche
(
camposanti
ospedali
ecc
.
)
,
benché
le
leggi
le
impongano
su
larga
.
In
nessun
altro
paese
,
come
nell
'
Italia
del
mezzogiorno
si
sente
quanto
poco
possano
le
leggi
,
quando
non
vi
sia
una
coscienza
civile
che
le
faccia
osservare
,
che
ne
faccia
un
bene
sociale
,
invece
d
'
un
aggravio
maggiore
sui
bilanci
,
d
'
una
novella
offa
alle
camorre
locali
,
d
'
una
novella
disillusione
a
danno
del
pubblico
bene
.
La
vita
,
adunque
,
che
si
mena
nel
mezzogiorno
,
è
,
solo
nella
superficie
,
sfiorata
dall
'
alito
di
modernità
;
nel
fondo
ancora
è
mezzo
feudale
;
da
questo
contenuto
antiquato
credo
dipenda
un
altro
carattere
della
morbilità
psichica
del
mezzogiorno
,
non
so
se
da
altri
notata
,
fatta
da
forme
paranoiche
a
contenuto
antiquato
,
a
fondo
religioso
o
demonopatiaco
;
laddove
,
nei
popoli
a
progresso
elevato
,
son
le
forme
di
delirio
sociale
o
politico
che
prevalgono
.
Né
le
condizioni
d
'
arresto
del
nostro
carattere
si
limitano
alle
superstrutture
ideali
,
ma
,
per
quella
legge
deterministica
della
storia
,
scoverta
ed
illustrata
dal
Marx
,
scendono
in
fino
alle
condizioni
economiche
;
si
fondano
nella
sopravvivenza
del
feudo
,
nel
latifondo
che
dilaga
,
nell
'
artigianato
ch
'
è
ancora
in
fiore
,
nella
piccola
industria
e
nell
'
assenteismo
padronale
.
Non
però
la
varia
e
complessa
vita
moderna
:
non
le
leghe
di
resistenza
,
non
i
sindacati
,
non
gli
arbitraggi
,
non
le
camere
di
lavoro
;
ma
,
in
vece
,
le
confraternite
religiose
,
i
circoli
cattolici
e
le
società
operaie
con
i
loro
patroni
,
più
o
meno
illustri
e
danarosi
,
posti
talora
sotto
la
protezione
dei
santi
.
Nell
'
Italia
del
mezzogiorno
vivono
come
nel
medio
evo
ancora
i
contadini
sbarbati
e
con
la
testa
rasa
,
tranne
un
ciuffo
solo
di
capelli
,
e
i
quali
incontrandovi
vi
salutano
e
parlandovi
vi
stanno
a
dinanzi
a
capo
scoperto
e
vi
vogliono
baciare
le
mani
.
E
,
in
mezzo
a
questo
rivivente
feudalismo
,
il
latifondo
stende
le
sue
pianure
desolate
,
a
pascolo
,
grande
come
lo
immenso
altipiano
della
Sila
o
il
Tavoliero
di
Puglia
,
dove
i
fiumi
allagano
,
rompendo
le
dighe
,
la
malaria
avvelena
la
vita
e
la
monotonia
della
lenta
palude
è
rotta
dalla
vista
degli
armenti
,
da
uomini
a
cavallo
armati
,
da
boari
e
da
pastori
e
per
quelle
vaste
pianure
,
corre
,
con
urlo
disperato
,
la
vaporiera
,
unico
indizio
di
modernità
,
in
quelle
vaste
plaghe
della
morte
.
La
vita
politica
non
può
essere
che
un
riflesso
di
questa
vasta
miseria
materiale
e
morale
,
giacché
le
cariche
pubbliche
non
sono
altro
che
il
pallio
,
che
clientele
locali
si
contendono
colla
corruzione
o
col
delitto
,
sedotte
dalla
bramosia
dell
'
oro
e
dal
potere
.
E
la
corruzione
locale
si
confonde
con
quella
generale
dello
stato
:
il
partito
al
potere
sostiene
,
nell
'
elezioni
politiche
,
il
deputato
del
governo
e
ne
à
in
cambio
l
'
appoggio
nella
gestione
del
comune
ed
è
così
che
corruzione
politica
ed
amministrativa
s
'
imperniano
in
una
sola
grande
corruzione
nazionale
,
che
si
riverbera
anco
nelle
parti
sane
dello
stato
.
Avviene
,
perciò
che
un
grosso
elettore
può
ridersi
delle
leggi
;
fare
le
votazioni
nel
proprio
castello
;
mettere
,
come
votanti
,
e
morti
ed
analfabeti
;
far
commettere
omicidii
e
non
pagarli
;
e
poi
goder
fama
d
'
onesto
,
ricevere
le
visite
dell
'
autorità
ed
essere
dello
stato
tra
le
colonne
più
salde
e
più
sicure
e
vedere
a
'
suoi
piedi
una
folla
servile
d
'
adoratori
,
ognuno
dei
quali
spera
qualcosa
e
sulla
sua
testa
una
folla
compiacente
d
'
autorità
che
trattano
,
blandendo
da
pari
a
pari
,
come
si
fa
con
un
amico
possente
,
temuto
e
permaloso
che
,
se
può
farci
del
bene
,
può
farci
del
male
e
ben
lo
sanno
quelli
che
,
cittadini
od
autorità
,
presero
,
sia
pure
forti
della
giustizia
e
della
legge
,
a
cozzar
con
lui
e
ne
uscirono
o
domi
o
con
le
corna
rotte
.
Se
né
la
moralità
,
né
la
giustizia
,
valgono
cosa
alcuna
;
se
,
per
salire
alle
cariche
pubbliche
,
unica
e
principale
condizione
è
il
censo
o
il
favore
di
chi
sta
in
alto
,
meraviglia
forse
,
se
,
traendo
da
'
fatti
una
conseguenza
,
quanto
volete
immorale
,
ma
logica
e
seducente
,
si
venga
formando
una
educazione
servile
e
di
tornaconto
,
che
rompe
la
durezza
del
carattere
?
I
popoli
a
coltura
inferiore
possono
avere
una
fermezza
ed
una
virtuosità
rozza
,
ma
dura
:
ma
quando
in
un
popolo
,
per
altri
rispetti
inferiori
,
s
'
infiltra
la
corruzione
,
allora
a
quel
popolo
voi
avrete
tolto
ogni
qualunque
virtù
che
potea
compensare
tutto
il
male
d
'
una
mentalità
e
d
'
una
civiltà
arretrate
.
Così
,
e
non
altrimenti
,
è
avvenuto
del
mezzogiorno
d
'
Italia
,
nel
quale
la
forza
del
carattere
si
è
venuta
fiaccando
in
un
servilismo
nauseante
e
crescente
,
in
una
putrida
educazione
.
Niente
è
,
in
fatti
,
meno
tollerato
fra
noi
,
che
il
non
piegare
all
'
esigenze
del
momento
,
il
non
profondersi
in
servilismi
,
verso
colui
che
sta
in
alto
,
del
quale
un
tempo
si
è
detto
male
o
se
ne
dirà
quando
il
bisogno
è
passato
;
il
non
cambiare
colore
;
il
non
gridar
forte
per
aver
l
'
offa
,
per
tacere
quando
la
si
è
avuta
.
La
virtù
attiva
,
il
disinteresse
,
le
lotte
nobili
per
un
'
idealità
son
quelle
che
ànno
e
rampogne
e
sarcasmi
,
che
più
destano
l
'
ira
finta
o
mal
celata
e
che
meglio
preparano
una
vita
di
spine
e
di
dolori
.
E
come
non
potrebbe
esser
così
,
non
sono
essi
gli
onesti
,
i
liberi
,
gli
alteri
dei
disadatti
nella
lotta
per
l
'
esistenza
,
in
un
mondo
di
vizii
e
d
'
accomodamenti
*
?
Non
già
che
gli
onesti
manchino
:
vi
sono
e
rimangono
sopraffatti
da
'
farabutti
,
giacché
portano
seco
uno
spirito
d
'
isolamento
,
di
sfiducia
,
di
poca
combattività
e
cercano
rifugio
dal
presente
nel
passato
,
non
nell
'
avvenire
.
Loro
sentono
il
male
,
ma
non
ànno
la
forza
di
combatterlo
;
quel
che
possono
chiedere
a
sé
stessi
è
di
ritirarsi
dal
brago
,
se
vi
àn
messo
,
inconsciamente
,
il
piede
e
di
vivere
in
un
mondo
di
pochi
amici
del
loro
stesso
sentire
o
lontani
da
ogni
umano
consorzio
,
nel
grembo
dei
propri
cari
.
Mai
la
virtù
è
stata
così
solitaria
come
lo
è
nel
mezzogiorno
d
'
Italia
;
mai
cosa
negativamente
inefficace
;
forse
è
la
sola
maniera
nella
quale
possa
esistere
,
forse
è
il
fenomeno
della
razza
dell
'
individualità
isolata
;
forse
e
vi
entra
di
sicuro
è
una
psicoastenia
senile
del
nostro
genio
etnico
.
La
stessa
unilateralità
e
scarsezza
di
coltura
fa
sì
che
del
putridume
che
ci
avvolge
,
non
si
conosca
né
la
causa
,
né
il
rimedio
:
domandate
a
costoro
perché
tanta
corruzione
e
vi
risponderanno
che
gli
uomini
siamo
fatti
così
;
domandate
il
rimedio
e
voi
sentirete
additare
il
ritorno
al
passato
;
e
quando
voi
parlate
d
'
un
mondo
nuovo
che
si
matura
altrove
,
sulle
basi
di
quel
progresso
che
loro
detestano
,
vi
chiudono
la
bocca
con
quello
scetticismo
che
non
ammette
risposta
e
fa
cader
le
braccia
.
Ma
,
se
fra
costoro
vi
sono
delle
anime
nobili
,
vi
sono
ben
di
quelle
in
cui
è
gran
parte
di
sussieguo
,
che
ànno
,
è
vero
,
un
sentimento
onesto
,
ma
ammantato
di
boria
e
di
superbia
:
una
vera
iperestesia
della
onestà
,
una
mania
del
contatto
:
sono
delle
statue
,
come
li
ò
inteso
chiamare
e
nessun
nome
pare
risponda
di
più
a
quel
senso
di
vuota
alterezza
che
li
domina
.
Ma
,
se
nei
centri
più
ristretti
è
il
vizio
che
si
adora
,
che
vince
,
che
domina
;
nei
centri
più
grandi
sono
la
mediocrità
dottrinale
,
la
mezza
coscienza
e
la
mezza
moralità
:
la
vernice
,
in
somma
,
che
cuopre
la
sostanza
,
che
dà
la
affidanza
non
il
contenuto
.
Ma
ben
potrebbe
,
anco
da
questa
,
qualcosa
derivarsi
,
almeno
contro
le
forme
più
basse
e
più
ciniche
del
vizio
,
se
le
nature
meridionali
fossero
capaci
d
'
un
opera
collettiva
di
coordinazione
e
di
subordinazione
e
se
noi
non
portassimo
,
derivandolo
da
'
popoli
inferiori
,
un
orrore
del
contatto
di
noi
stessi
.
Ma
,
il
popolo
meridionale
porta
nelle
pieghe
del
proprio
carattere
,
la
grande
virtù
del
lavoro
:
virtù
che
rifulge
in
patria
e
fuori
e
che
è
fatta
da
una
resistenza
maggiore
alla
fatica
e
da
una
grande
sobrietà
.
Ed
è
appunto
questo
tenore
inferiore
di
vita
che
costituisce
la
nostra
inferiorità
morale
:
per
esso
ci
si
accontenta
di
bassi
salarii
,
che
fanno
indugiare
le
forme
economiche
semifeudali
,
e
fiaccando
,
nella
lotta
per
l
'
innalzamento
del
proletariato
,
la
resistenza
operaia
,
producendo
un
logorio
più
precoce
della
macchina
umana
,
che
impoverisce
la
fibra
,
base
somatica
della
virtualità
psichica
d
'
un
popolo
*
.
E
così
che
i
nostri
emigranti
àn
saputo
creare
una
ricchezza
in
America
,
specialmente
nelle
Americhe
latine
;
àn
saputo
colonizzare
l
'
Africa
francese
;
àn
saputo
arrecare
ovunque
i
frutti
più
duri
della
civiltà
,
quelli
del
lavoro
meno
retribuito
e
più
pesante
;
ma
àn
sempre
stretto
di
più
le
ritorte
a
quei
popoli
in
mezzo
a
cui
ànno
lavorato
e
ànno
spezzato
nelle
mani
delle
masse
operaie
,
l
'
arma
moderna
della
resistenza
.
Lo
stesso
spirito
d
'
isolamento
,
una
delle
doti
etniche
più
marcate
,
à
fatto
sì
che
le
nostre
masse
emigratrici
si
sieno
mantenute
lontane
dalle
altre
,
chiuse
in
sé
,
come
dice
il
Ferrero
,
formando
degli
isolotti
non
pure
in
mezzo
alle
genti
estranee
,
ma
alle
italiche
,
onde
quelle
correnti
di
civiltà
che
l
'
emigrazione
porta
seco
,
ne
sono
venute
inaridite
:
sicché
dall
'
emigrazione
ne
è
derivato
metà
di
quell
'
utile
che
se
ne
sarebbe
potuto
sperare
*
.
Un
altro
lato
della
psiche
meridionale
è
certamente
la
mancanza
di
passionalità
alta
e
stabile
:
i
popoli
o
vecchi
o
selvaggi
né
conoscono
la
persistenza
e
la
continuità
della
passione
;
né
le
sanno
elevare
a
quelle
altezze
vertiginose
dell
'
altruismo
.
Voi
non
troverete
,
in
questa
Italia
del
mezzogiorno
,
nessuna
di
quelle
lotte
collettive
per
la
civiltà
,
durate
per
anni
,
come
in
Inghilterra
e
in
America
;
non
le
troverete
né
sul
terreno
politico
,
come
fu
il
chartismo
,
né
sul
terreno
economico
,
ma
neppure
nel
campo
della
carità
e
della
previdenza
sociale
:
confrontate
i
patronati
forestieri
,
le
opere
delle
Spinters
,
l
'
opera
d
'
un
Barnardo
con
i
nostri
comitati
patronali
,
fatti
per
la
boria
di
pochi
e
per
la
vanità
delle
signore
,
e
vi
desteranno
un
senso
vivo
di
dolore
e
vi
chiedete
se
non
sia
vero
che
la
civiltà
à
emigrato
da
noi
,
per
passare
,
da
'
baci
caldi
del
sole
,
al
ba
cio
freddo
delle
neve
*
.
Concludiamo
,
oramai
,
così
:
la
nostra
psiche
è
inferiore
sia
nella
statica
,
sia
nella
dinamica
:
essa
è
fatta
di
pensiero
poco
colto
e
di
sentimento
poco
evoluto
:
da
questo
nasce
l
'
inferiorità
del
carattere
così
basso
,
ma
in
mezzo
al
quale
s
'
innalza
la
genialità
individuale
,
talora
patologica
.
Se
la
civiltà
altrove
è
una
grande
coordinazione
e
subordinazione
d
'
individui
,
costituenti
una
massa
equilibrata
,
da
noi
essa
è
una
radura
nella
quale
sornuotano
i
superuomini
come
pini
in
mezzo
alle
ginestre
.
Noi
viviamo
in
una
forma
ibrida
d
'
economia
,
come
quelle
piante
che
vegetano
sulla
foce
dei
fiumi
e
che
son
bagnate
dall
'
acqua
dolce
e
dalla
salmastra
e
vivono
vita
grama
e
vanno
soggette
a
facile
decomposizione
e
portano
annidato
in
sé
il
germe
triste
e
desolante
della
malaria
.
Noi
non
siamo
né
abbastanza
feudali
,
né
abbastanza
industriali
:
non
viviamo
né
abbastanza
del
passato
,
né
abbastanza
dell
'
avvenire
;
siamo
come
una
nuance
,
una
triste
nuance
d
'
antico
e
di
moderno
,
di
vecchio
e
di
nuovo
.
Il
giorno
che
sapremo
liquidare
definitivamente
il
passato
,
cacciandolo
sotto
le
nuove
acquisizioni
della
civiltà
e
sapremo
della
vita
moderna
assumere
,
non
solo
gli
aspetti
fuggevoli
,
ma
le
intrinseche
virtù
,
noi
potremo
dire
d
'
essere
un
popolo
nuovo
,
giacché
la
modernità
non
è
che
una
vece
alterna
della
senilità
,
sulla
quale
la
giovinezza
fiorisce
come
,
sul
tronco
d
'
un
albero
;
spoglio
e
scheletrico
dal
verno
,
sorride
la
primavera
di
mezzo
al
verde
delle
foglie
ed
al
profumo
dei
fiori
.
Ma
son
delle
opere
nelle
quali
tutte
le
intrinseche
virtù
d
'
un
popolo
si
disvelano
;
di
quelle
che
si
riflettono
più
lungi
ancora
che
non
paia
;
di
quelle
che
non
dovrebbero
essere
turbati
,
ma
aiutate
ad
inalvearsi
nel
mare
della
civiltà
.
CAPITOLO
IV
.
IL
GENIO
E
LE
VICENDE
DELLA
RAZZA
DI
RIMPETTO
AL
CARATTERE
Il
carattere
dice
il
Sergi
è
un
organismo
:
esso
à
,
dunque
,
una
parte
ereditaria
,
derivata
,
che
si
cancella
raramente
per
la
sostituzione
di
novelle
abitudini
alle
vecchie
:
non
meraviglia
,
perciò
,
se
noi
diciamo
che
nella
nostra
psiche
meridionale
,
nel
nostro
carattere
etnico
,
noi
portiamo
l
'
eredità
ed
il
genio
del
popolo
da
cui
deriviamo
.
Anzi
come
avviene
di
popoli
che
si
sono
mantenuti
puri
di
mistioni
etniche
dissimilari
,
portiamo
in
noi
stessi
gran
parte
dell
'
antico
genio
etnico
,
sul
quale
il
tempo
à
poco
aggiunto
o
tolto
,
rendendo
solo
più
marcate
quelle
linee
,
che
altre
vicende
avrebbero
o
potuto
cancellare
o
mescolare
.
E
cominciamo
dal
popolo
delle
cui
vene
scorre
in
noi
il
sangue
.
L
'
Italia
del
mezzogiorno
fu
abitata
negli
antichissimi
tempi
dagli
Osci
,
a
'
quali
si
aggiunsero
gli
Elleni
.
Erano
questi
nuovi
abitatori
dell
'
Italia
del
mezzogiorno
,
una
élite
della
civiltà
greca
:
coloni
od
emigranti
erano
i
più
giovani
d
'
animo
,
i
più
avventurosi
che
o
le
vicende
patrie
o
la
vaghezza
di
nuove
terre
o
l
'
esuberanza
della
popolazione
la
pressura
sociale
spingeva
dal
patrio
lido
su
quelle
terre
così
vicine
alle
loro
e
baciate
da
quel
mare
Ionio
,
nel
quale
anco
l
'
Ellade
si
cullava
.
Popolo
giovane
ed
ardimentoso
,
esso
dovea
vincere
,
nella
lotta
della
civiltà
,
l
'
antico
osco
;
dovea
avere
del
ceppo
greco
lo
spirito
esteta
,
limpido
,
chiaro
.
E
sotto
qual
cielo
mai
,
dopo
quello
della
Grecia
,
tali
doti
doveano
trovare
una
più
larga
corrispondenza
?
non
era
il
nostro
cielo
come
un
grande
,
un
immenso
riflesso
dell
'
animo
loro
?
E
carattere
della
mente
e
sentimento
religioso
,
tutto
armonizzava
con
quelle
marine
d
'
un
azzurro
così
dolce
e
profondo
,
con
quei
monti
così
sereni
e
aprichi
che
si
disegnano
in
un
cielo
tersissimo
,
dove
l
'
aria
è
d
'
una
trasparenza
di
cristallo
e
dove
tutto
ha
una
bellezza
fatta
da
una
esteriorità
elegante
di
linee
,
d
'
armonie
,
di
colori
?
Se
accanto
alla
Grecia
ci
era
un
suolo
capace
d
'
avere
degli
uomini
d
'
uno
spirito
limpido
ed
esteta
,
pieno
di
minore
intimità
passionale
,
privo
cioè
d
'
una
esteriorità
bella
ma
affannosa
,
ma
fatto
invece
d
'
una
psiche
esteriore
,
ogg
ettiva
,
armonica
,
fredda
,
come
un
lago
che
rifletta
,
immobile
,
il
vasto
paesaggio
che
gli
sta
d
'
intorno
e
il
cielo
che
gli
si
svolge
di
sopra
;
se
,
accanto
alla
Grecia
,
ci
era
un
'
altra
terra
capace
di
quegli
uomini
,
essa
era
certo
l
'
Italia
del
mezzogiorno
,
questa
che
essi
chiamarono
la
Grecia
Magna
.
Popoli
d
'
una
psiche
così
freddamente
esteta
o
meglio
d
'
un
estetismo
esteriore
,
dovea
essere
poco
passionale
:
la
passionalità
è
impronta
semitica
,
trasmessa
a
noi
per
mezzo
del
mondo
cristiano
.
L
'
idealismo
passionale
è
dote
dei
popoli
unilaterali
,
di
quelli
che
non
ànno
né
lo
sguardo
limpido
e
profondo
,
né
un
animo
equilibrato
;
non
è
rispetto
a
'
tempi
,
la
caratteristica
dell
'
evo
antico
così
poco
passionale
,
così
profondamente
egoistico
,
così
poco
capace
d
'
una
intimità
tormentosa
del
pensiero
.
Gli
antichi
non
conobbero
né
una
passione
possente
,
né
un
pensiero
tormentatore
:
l
'
amore
istesso
non
ebbe
per
loro
che
una
sensuale
esteriorità
:
ancora
sull
'
estetismo
non
era
sorto
né
il
demone
della
passione
umana
,
né
di
quella
divina
,
che
tormenteranno
,
l
'
uno
l
'
evo
moderno
,
l
'
altro
l
'
evo
medio
.
L
'
umanità
antica
à
ben
avuto
il
dolore
fisico
,
ma
non
il
morale
:
à
avuto
,
nell
'
ordinamento
economico
,
lo
schiavo
;
nella
religione
il
sacrifizio
umano
;
nella
politica
l
'
egemonia
d
'
una
classe
o
d
'
un
paese
sull
'
altro
;
ma
dal
dolore
fisico
non
spuntò
il
conforto
delle
lagrime
,
queste
perle
del
dolore
;
il
segreto
martire
pieno
di
fascino
,
nascerà
dal
bacio
fecondo
delle
stirpi
nordiche
e
del
genio
semitico
con
l
'
animo
ario
e
quando
la
civiltà
greco
latina
sarà
tramontata
.
Un
popolo
che
ha
scarso
idealismo
,
non
può
sentire
che
un
forte
,
un
esagerato
amore
per
sé
,
un
egoismo
senza
misura
,
sconfinato
e
procelloso
come
l
'
oceano
e
i
nostri
padri
,
i
Greci
d
'
Italia
,
al
pari
di
quelli
rimasti
nell
'
Ellade
sentirono
forte
e
ruggente
quest
'
egoismo
.
La
loro
storia
è
una
lotta
eterna
:
di
democrazie
e
di
aristocrazie
,
che
involge
la
rovina
della
patria
.
Quel
vate
che
,
di
notte
,
sedesse
su
'
ruderi
delle
fiorenti
città
della
Magna
Grecia
e
nella
mobile
fantasia
,
nella
psiche
sua
estremamente
suggestionata
,
ne
evocasse
la
vita
,
sentirebbe
quei
ruderi
parlare
ancora
di
lotte
e
animarsi
di
quella
vita
,
così
ad
un
tempo
esteta
e
feroce
,
di
millanta
anni
e
più
indietro
e
di
cui
è
venuta
a
noi
come
un
'
eco
triste
e
dolorosa
.
Ma
un
estetismo
così
esteriore
,
sotto
un
cielo
di
fuoco
,
di
mezzo
ad
una
razza
di
nudità
non
velata
,
di
bellezza
meravigliosa
,
col
cuore
e
con
i
sensi
fortemente
accensibili
,
in
una
gente
dove
l
'
intimità
del
sentimento
non
era
sorta
;
tale
estetismo
,
in
tale
razza
,
sotto
tal
clima
,
con
l
'
arte
meravigliosamente
plastica
e
realistica
,
dovette
portar
seco
un
erotismo
artistico
inestinguibile
,
favorito
da
una
ricchezza
,
le
cui
sorgenti
erano
perenne
opera
degli
schiavi
,
accompagnato
da
un
lusso
asiatico
e
da
una
crescente
ignavia
.
Quando
una
classe
è
si
ricca
,
solo
un
idealismo
forte
e
sano
può
salvarla
dal
lusso
artistico
ed
erotico
;
ma
,
noi
l
'
abbiamo
detto
,
l
'
idealismo
era
fiore
che
dovea
nascere
dall
'
amplesso
nordico
semitico
e
quest
'
ancora
non
era
sorto
.
Il
genio
etnico
dei
padri
nostri
,
quando
l
'
evo
antico
finiva
,
era
adunque
questo
:
mente
limpida
,
chiara
;
sentimento
esteta
,
ma
poco
ideale
;
egoismo
forte
irrompente
nelle
lotte
sociali
e
politiche
,
ergentesi
su
di
un
popolo
di
schiavi
e
circonfuso
da
un
erotismo
artistico
.
Questo
è
ancora
,
dopo
tanto
tempo
,
l
'
elemento
atavico
della
nostra
psiche
,
il
medio
evo
à
tolto
a
noi
l
'
educazione
artistica
,
né
à
smorzato
,
per
il
lungo
buio
secolare
,
il
senso
estetico
,
né
vi
à
portato
in
cambio
l
'
idealismo
.
Il
medio
evo
fu
una
mistione
di
popoli
e
di
civiltà
e
,
in
questo
,
egli
segnò
per
l
'
umanità
il
più
benefico
fatto
che
si
possa
immaginare
.
Da
una
parte
i
barbari
s
'
innestarono
sul
tronco
greco
romano
,
dall
'
altra
il
genio
semitico
s
'
innestò
su
quello
ario
.
Dovunque
tali
innesti
dissimilari
poterono
avvenire
e
rimanere
indisturbati
,
là
un
nuovo
genio
etnico
sorse
,
genio
che
,
dopo
una
millenaria
incubazione
,
dovea
venire
alla
luce
,
nell
'
evo
moderno
,
con
un
bagliore
di
novella
civiltà
.
Di
questa
feconda
mistione
etnica
dissimilare
,
cioè
di
gente
di
genio
diverso
,
i
popoli
del
mezzogiorno
d
'
Italia
o
ne
ebbero
poco
o
,
avendola
avuta
in
larga
copia
,
per
vicende
di
pregiudizii
di
razza
e
di
religione
seppero
in
larga
parte
liberarsene
.
Avvenne
,
adunque
,
che
mentre
l
'
Italia
nordica
,
messa
come
cuneo
fra
razze
nordiche
,
fu
il
teatro
di
parecchie
invasioni
germaniche
e
quindi
di
mistioni
dissimilari
che
vi
si
fissarono
durevolmente
,
congiungendovisi
con
nodi
di
sangue
e
di
civiltà
,
l
'
Italia
del
mezzogiorno
,
così
lontana
dalle
nazioni
nordiche
,
così
isolata
da
'
suoi
mari
,
poté
essere
un
campo
di
rade
e
lente
scorrerie
,
che
,
o
non
poterono
resistervi
o
resisterono
per
poco
tempo
.
Ben
dal
popolo
dei
califfi
,
da
'
servi
di
Allah
una
nuova
civiltà
,
a
mezzo
il
medio
evo
,
si
era
maturata
,
civiltà
semitica
,
che
,
come
un
razzo
,
illuminò
di
vivida
luce
l
'
Europa
meridionale
e
poi
si
spense
;
da
quella
stirpe
adunque
,
e
in
Ispagna
e
in
Sicilia
il
popolo
arabo
,
ricco
di
tanto
splendore
civile
,
venne
a
noi
,
tentando
di
confondere
,
in
una
sola
mistione
etnica
,
due
razze
e
due
civiltà
.
Ma
il
pregiudizio
religioso
prevalse
e
uccise
,
in
germe
,
la
futura
evoluzione
della
razza
;
la
cacciata
dalla
Spagna
degli
Abenceras
,
di
cui
parlano
ancora
e
l
'
Alambra
e
Granata
e
Castiglia
,
non
era
solo
la
emigrazione
d
'
una
dinastia
,
era
un
tramonto
di
civiltà
.
Tutto
emigrava
con
essa
e
l
'
arte
e
la
scienza
e
la
giovinezza
,
restava
solo
un
fanatismo
cupo
e
feroce
e
dopo
di
essa
dovea
sorgere
l
'
Escuriale
e
l
'
Inquisizione
e
Domenico
di
Gusman
.
Similmente
i
Normanni
,
gli
agili
navigatori
,
doveano
per
breve
ora
vivere
su
questa
Italia
meridionale
,
nella
quale
le
vicende
di
razza
e
di
pirateria
l
'
aveano
lanciati
:
essi
erano
ben
dei
popoli
nordici
,
ma
non
ebbero
degli
altri
la
fortuna
di
un
lungo
soggiorno
fra
noi
e
,
quando
con
essi
tramontò
la
loro
stella
,
tramontò
la
stella
del
mezzogiorno
d
'
Italia
.
Le
vicende
storiche
che
aveano
reso
impossibile
una
mistione
dissimilare
di
razze
,
rese
possibile
una
lunga
dominazione
del
popolo
spagnuolo
su
di
noi
,
durante
la
quale
quel
popolo
ci
comunicò
la
sua
bieca
intolleranza
religiosa
e
il
suo
fasto
pieno
di
leziosaggine
,
di
vanità
boriosa
,
lo
spirito
parassitario
,
il
fanatismo
cieco
di
Filippo
secondo
e
della
Inquisizione
,
la
senilità
pazzesca
di
Carlo
V
,
che
non
vedea
mai
nei
suoi
dominii
tramontare
il
sole
e
che
vecchio
e
frale
si
ravvolgeva
ancor
vivo
nel
sudario
.
Una
vasta
degenerazione
venne
così
ad
imporsi
su
'
lontani
nepoti
del
genio
greco
ed
in
vano
si
contese
a
lungo
,
in
vano
si
ribellarono
contro
l
'
Inquisizione
e
Napoli
con
Masaniello
,
e
Cosenza
con
Re
Marco
,
questo
brigante
così
misconosciuto
,
che
facea
tremare
i
viceré
spagnuoli
e
assediava
le
città
;
in
vano
un
patrizio
cosentino
,
Pietro
Cicala
,
scappato
dalle
carceri
inquisitoriali
,
si
rifuggia
presso
il
turco
,
dive
nta
ammiraglio
di
potente
flotta
e
flagella
inquisitori
e
spagnuoli
;
in
vano
,
Campanella
,
il
frate
domenicano
,
ordisce
una
congiura
formidabile
;
lo
spagnuolismo
si
afferma
e
con
esso
l
'
Inquisizione
,
che
compie
una
educazione
di
servilismo
e
di
corruzione
che
dura
più
secoli
.
In
tutte
queste
tristi
vicende
della
storia
,
voi
trovate
la
nota
della
genialità
individuale
e
della
mentalità
collettiva
scarsa
.
Accanto
a
Telesio
e
alla
celebre
accademia
cosentina
,
che
dette
tanto
splendore
d
'
umanesimo
;
accanto
a
Campanella
l
'
utopista
e
l
'
uomo
d
'
azione
;
accanto
a
questi
fiori
d
'
ingegno
e
di
genialità
,
è
il
silenzio
d
'
una
turba
ignorante
.
Gli
stessi
movimenti
religiosi
che
seducono
le
masse
,
per
es
.
il
gioacchinismo
,
meditato
nell
'
Eremo
di
S
.
Giovanni
del
fiore
da
quell
'
abate
che
Dante
dice
dotato
di
profetico
spirito
,
quel
movimento
che
dentro
alle
nubi
teologiche
affermava
il
concetto
dell
'
amore
universale
degli
uomini
:
il
gioacchinismo
si
svolgerà
altrove
,
nell
'
Umbria
,
ma
tacerà
in
Calabria
.
Ed
ancora
,
dopo
tanti
secoli
,
alla
alba
d
'
una
futura
civiltà
,
noi
siamo
,
come
un
tempo
,
creta
greca
e
vernice
spagnuola
:
noi
abbiamo
degli
Elleni
,
dei
n
ostri
antichi
padri
greci
,
la
mente
limpida
,
il
carattere
apatico
,
l
'
idealismo
scarso
e
mancante
;
abbiamo
degli
spagnuoli
la
vanità
boriosa
ed
il
parassitismo
,
l
'
odio
al
lavoro
che
crediamo
ci
umilii
;
degli
uni
e
degli
altri
l
'
erotismo
e
la
corruzione
,
congiunti
con
un
fattore
maturato
nella
senilità
della
razza
e
cioè
la
genialità
individuale
e
la
mediocrità
collettiva
.
Dovremmo
dunque
rimanere
eternamente
inferiori
?
Se
l
'
amore
di
questo
mezzogiorno
,
così
ricco
di
genio
,
ma
così
ancora
plebeo
,
non
fa
velo
,
pare
di
no
.
Noi
portiamo
in
noi
stessi
delle
qualità
nascoste
:
abbiamo
,
nel
nostro
popolo
,
un
amore
al
lavoro
,
una
facile
intraprendenza
,
un
'
idealità
ed
un
ardore
di
lotta
,
vivo
quando
dalle
meschine
lotte
dei
comuni
,
dal
campo
ristretto
della
nostra
cittaduzza
,
si
sappia
portare
a
quello
largo
della
patria
e
dell
'
umanità
.
L
'
ingegno
è
chiaro
come
il
nostro
sole
,
è
versatile
come
le
mille
gradazioni
di
luce
e
di
colore
del
mare
di
Napoli
,
che
Virgilio
diceva
:
mirabile
semper
;
nel
nostro
carattere
vi
è
,
o
s
'
è
smarrito
da
poco
,
una
forza
,
una
costanza
che
,
se
rivolta
al
male
,
assurse
al
brigantaggio
,
volta
al
bene
,
alle
lotte
civili
molto
può
dare
.
E
,
quando
i
nostri
contadini
,
analfabeti
emigrano
,
portano
nelle
novelle
patrie
la
gran
virtù
della
bontà
e
del
lavoro
:
e
sono
gli
umili
pionieri
della
civiltà
,
quelli
cui
si
affidano
i
lavori
più
bestiali
e
più
duri
sui
quali
le
rifiorenti
civiltà
americane
sorgono
di
poi
.
Spesso
,
penso
che
sarà
di
noi
un
giorno
,
quando
in
mezzo
a
questo
popolo
così
plebeo
,
ma
ricco
di
tante
virtù
,
spuntasse
un
pensiero
alto
e
una
fede
nuova
,
che
sprigionasse
dal
cuore
la
natia
bontà
e
,
in
vece
di
farla
disperderla
infeconda
,
la
inalveasse
nel
gran
mare
dell
'
avvenire
e
poi
una
coltura
elevata
discendesse
ad
illuminarne
la
mente
;
e
poi
ancora
la
gran
virtù
del
lavoro
si
espandesse
per
la
forma
novella
della
grande
industria
:
io
penso
,
quando
ciò
avvenisse
,
questo
popolo
,
così
ricco
di
idealità
e
di
virtù
attive
di
quale
luce
non
sfolgorerebbe
?
s
'
è
vero
che
dalla
morte
balza
la
vita
,
perché
questa
dal
putridume
presente
non
dovrà
sorgere
?
E
mi
ritornano
alla
mente
quello
che
il
Wircoff
diceva
un
giorno
dell
'
Italia
:
la
civiltà
è
l
'
onda
del
mare
che
ora
corre
alla
riva
,
ora
se
allontana
.
Essa
si
è
allontanata
da
noi
,
che
vi
ritorni
spumeggiante
e
con
le
mill
e
conchigliette
che
porta
seco
,
con
le
mille
monadi
che
vissero
sempre
,
senza
struggersi
mai
,
che
a
miliardi
formarono
i
continenti
e
che
,
con
l
'
esempio
,
additano
lo
avvenire
umano
fatto
di
monadi
,
piccolissime
che
il
numero
fa
possenti
e
,
che
nessuno
cataclisma
potrà
svellere
mai
!
Se
ci
è
chi
desideri
un
campo
di
lavoro
e
di
gloria
,
lo
cerchi
in
questo
mezzogiorno
d
'
Italia
dove
tutto
è
da
rifare
e
dove
tutte
l
'
energie
possono
riescire
feconde
:
dove
l
'
economia
cerca
i
grandi
capitali
,
dove
la
mente
è
avida
di
coltura
,
dove
il
cuore
è
assetato
di
giustizia
.
Non
nell
'
Africa
nera
,
ma
qui
in
questa
Africa
d
'
Italia
,
o
pionieri
della
civiltà
,
portate
l
'
opera
vostra
,
acciò
non
si
dica
di
noi
che
siamo
,
come
i
ruderi
della
magna
Grecia
,
una
terra
di
morti
*
!
IL
CRISTIANESIMO
E
LE
FORMAZIONI
STORICO
SOCIALI
CAPITOLO
I
.
LE
FORMAZIONI
STORICO
SOCIALI
Le
formazioni
storico
sociali
portano
in
sé
e
le
origini
e
le
ragioni
del
proprio
essere
e
la
propria
infuturazione
storica
.
Un
tempo
esse
furono
credute
come
uscenti
dal
mare
dell
'
ignoto
,
non
già
dal
sentimento
conscio
od
incoscio
d
'
un
popolo
,
dalla
sua
psiche
etnica
,
e
come
distendentisi
,
per
largo
tratto
di
tempo
e
di
spazio
,
e
morienti
quando
il
caso
avesse
portato
così
.
Tale
concezione
della
storia
è
,
oramai
,
tramontata
per
sempre
e
,
a
questo
falso
riflesso
del
mondo
umano
,
se
ne
è
aggiunto
uno
più
vero
,
per
il
quale
le
formazioni
storico
sociali
nascono
ad
un
tempo
dato
,
sotto
un
determinato
clima
,
portano
in
sé
la
ragione
del
loro
sviluppo
e
muoiono
quando
ànno
adempito
alla
propria
missione
*
.
Il
cristianesimo
,
come
una
delle
più
larghe
formazioni
storico
sociali
,
non
si
sottrae
a
questa
legge
comune
,
del
pari
,
all
e
unità
bio
psicologiche
umane
e
agli
organismi
in
generale
.
Gli
antichi
aveano
intravveduto
questa
norma
degli
organismi
umani
e
,
per
quel
fatto
comune
alle
mentalità
poco
sistematizzate
e
coerenti
,
mentre
credeano
nel
fato
e
,
dinanzi
alle
vicende
della
vita
,
più
gravi
e
dolorose
,
più
involute
sentenziavano
:
erat
in
fatis
,
fata
trahunt
;
d
'
altra
parte
dicevano
che
ciascuno
del
destino
proprio
era
l
'
arbitro
:
quisque
suae
ipsius
fortunae
faber
est
.
Era
il
libero
arbitrio
riconosciuto
come
sovrano
e
la
lotta
che
informa
la
scienza
moderna
di
liberisti
dell
'
arbitrio
e
non
liberisti
;
di
deterministi
e
non
deterministi
:
questa
lotta
che
,
sotto
la
forma
della
grazia
e
del
peccato
originale
,
agitò
il
medio
evo
,
perso
il
colorito
del
tempo
,
è
lotta
antica
e
profonda
ed
involge
un
grave
problema
scientifico
,
ricco
di
pratiche
conseguenze
.
La
scienza
moderna
,
nel
suo
indirizzo
positivo
,
à
risoluto
il
problema
nel
senso
deterministico
,
così
nel
campo
della
biologia
,
come
in
quello
più
complesso
della
psicologia
individuale
,
collettiva
,
sociale
.
Vi
è
un
determinismo
morfologico
che
l
'
Haeckel
*
chiama
meccanico
,
casuale
,
ateleologico
;
vi
è
un
determinismo
psichico
,
che
bandisce
il
libero
arbitrio
;
vi
è
un
determinismo
collettivo
,
storico
,
sociale
che
toglie
dagli
avvenimenti
umani
le
fila
della
provvidenza
.
Il
determinismo
moderno
non
è
né
il
fato
superiore
agli
uomini
e
agli
Dei
,
né
la
provvidenza
,
ma
son
le
forze
naturali
ed
umane
in
quanto
condizionano
sé
stesse
nei
futuri
svolgimenti
,
né
sono
forze
irriducibili
,
perché
l
'
uomo
li
sommette
sempre
a
sé
stesso
,
consciamente
ed
inconsciamente
non
importa
,
ed
in
questo
modo
modificandole
può
davvero
essere
l
'
artefice
della
propria
fortuna
,
onde
la
civiltà
e
l
'
educazione
mirano
ad
una
lunga
preparazione
dell
'
avvenire
,
secondo
un
tipo
che
ci
siamo
formati
e
che
in
noi
si
è
venuto
maturando
.
A
questo
determinismo
scientifico
moderno
,
diverso
dall
'
antico
fatum
e
dalla
provvidenza
medioevale
,
le
formazioni
storico
sociali
obbediscono
in
vario
modo
:
ve
n
'
è
di
quelle
che
vere
meteore
durano
un
'
ora
sul
cielo
della
storia
;
ve
ne
sono
di
altre
che
vissero
e
che
vivranno
lungamente
;
ma
,
o
di
un
giorno
o
d
'
un
'
ora
,
o
rapide
come
la
civiltà
dei
califfi
o
lunghe
come
la
civiltà
aria
o
ristrette
come
la
religione
di
Allah
o
diffuse
come
la
religione
di
Budda
e
di
Gesù
,
esse
obbediscono
sempre
al
determinismo
storico
,
a
questa
concezione
originale
del
pensiero
positivo
.
Le
formazioni
storico
sociali
sono
,
inoltre
,
i
prodotti
più
complessi
della
psiche
collettiva
nei
quali
collaborarono
parecchie
generazioni
,
e
spesso
si
mescolarono
diversi
genii
etnici
:
studiarle
criticamente
importa
vederne
le
condizioni
di
nascimento
e
di
ulteriore
evoluzione
:
conoscere
in
quale
momento
storico
è
sorta
una
determinata
formazione
,
quale
genio
di
popolo
vi
à
alitato
dentro
;
o
,
se
son
parecchi
genii
etnici
,
sorprenderne
il
carattere
di
ciascuno
e
come
in
modo
mutuo
,
si
sieno
influenzati
!
Né
basta
,
ma
siccome
vi
è
per
ogni
cosa
quaggiù
una
necessità
che
la
determina
e
la
muove
,
bisogna
che
questa
necessità
storica
sia
ben
nota
e
determinata
;
e
se
,
come
accade
,
la
formazione
storica
sociale
tende
ad
espandersi
,
a
divenire
centro
di
sismici
movimenti
,
di
successive
imitazioni
,
è
d
'
uopo
rendersene
conto
.
E
solo
,
quando
questo
studio
sia
largamente
fatto
,
si
può
dire
di
possedere
d
'
una
formazione
storica
una
chiara
cognizione
,
quello
che
Dante
chiamava
il
come
e
il
donde
:
è
questo
largo
lavoro
di
critica
,
di
pensiero
riflesso
,
che
il
nostro
secolo
fa
e
che
può
parere
infecondo
a
chi
non
sappia
come
da
queste
investigazioni
del
passato
s
'
impari
a
conoscere
il
presente
e
preparare
il
futuro
,
acciò
esso
diventi
formazione
storico
sociale
predeterminata
e
non
incoscia
.
Lavoro
di
critica
vale
,
dunque
,
lavoro
d
'
educazione
e
di
formazione
dell
'
avvenire
e
conoscenza
più
ampia
della
psicologia
collettiva
,
di
questa
giovanissima
scienza
.
Tra
le
formazioni
storico
sociali
,
il
cristianesimo
è
una
delle
più
estese
nel
tempo
e
nello
spazio
,
se
non
la
più
estesa
,
di
quelle
che
più
profondamente
ànno
agito
sulla
psiche
umana
.
Ben
lo
si
può
sprezzare
,
come
fece
largamente
il
pensiero
scientifico
del
secolo
passato
;
ben
si
può
imprecare
contro
di
esso
come
fanno
i
seguaci
del
Nietzsche
,
e
tutti
i
superuomini
di
questa
fine
di
secolo
;
ben
lo
si
può
voler
cancellare
dalla
coltura
moderna
;
ma
esso
,
con
la
sua
suggestione
,
ci
circonda
più
che
noi
crediamo
e
costituisce
come
il
clima
storico
nel
quale
,
per
lungo
tempo
,
si
è
respirato
e
vissuto
.
Ciò
non
vuol
dire
ch
'
esso
sia
divino
,
anzi
fu
ed
è
una
delle
creazioni
più
umane
che
si
conoscano
,
che
portò
in
sé
una
larga
messe
di
principii
i
quali
,
in
periodi
diversi
,
vennero
fecondandosi
e
quando
uno
parve
morto
,
l
'
altro
si
accese
di
nuova
vita
onde
il
cristianesimo
,
ebbe
una
larga
proteiformità
,
una
versatilità
meravigliosa
,
un
adattamento
immenso
.
Se
vi
è
qualcosa
che
nel
mondo
della
psiche
,
si
può
rassomigliare
lentamente
al
plasma
del
Weisman
,
certo
questo
qualcosa
fa
il
cristianesimo
per
l
'
infinità
di
forma
che
assunse
,
per
la
longevità
dell
'
esser
suo
,
per
lo
svolgimento
meraviglioso
dalla
primeva
umile
forma
.
Questa
formazione
storico
sociale
,
nata
dal
genio
semitico
,
ebbe
di
questo
la
tenacia
,
sotto
le
parvenze
cambiantisi
ed
ebbe
del
popolo
ario
la
multiforma
versatilità
:
quasi
fosse
esuberante
per
una
sola
gente
,
essa
tende
a
diffondersi
alle
razze
mongoloide
,
australoide
,
negroide
,
sicché
non
è
lontano
il
tempo
nel
quale
potrà
vantarsi
di
essere
giunta
a
quella
forma
di
cattolicità
,
che
à
lungamente
vagheggiato
.
Egli
avviene
,
adunque
,
che
dove
e
come
si
espande
la
razza
ariana
,
là
si
espande
la
formazione
storico
sociale
che
dal
suo
contatto
e
nel
suo
seno
si
svolse
;
dove
penetra
la
sua
civiltà
penetra
la
sua
concezione
idealistica
che
del
mondo
si
è
venuto
formando
;
nessuna
altra
superstruttura
ideale
è
così
vasta
e
può
competere
con
questa
che
non
sia
la
scienza
;
ma
quanto
del
pensiero
cristiano
non
è
nella
scienza
?
quante
anticipazioni
e
divinazioni
ardite
,
che
la
scienza
solo
adesso
cresima
,
spogliandole
dall
'
involucro
religioso
,
non
furono
enunciate
e
da
molti
secoli
dal
cristianesimo
,
sia
pure
in
forma
mistica
?
L
'
universalità
umana
:
la
vita
sacra
per
tutti
,
l
'
affratellamento
degli
uomini
,
l
'
eguaglianza
sono
i
culmini
del
pensiero
moderno
,
ma
non
furono
essi
sotto
il
velo
religioso
anticipati
dalla
formazione
storico
sociale
cristiana
,
primitiva
?
ond
'
è
che
oggi
che
la
scienza
assurge
a
queste
sommità
ideali
,
dando
loro
la
severità
scientifica
,
noi
sentiamo
verso
il
pensiero
e
il
sentimento
cristiano
primitivo
così
puro
e
così
umano
,
un
segreto
incanto
.
Esso
fu
è
vero
un
movimento
antiscientifico
,
negativista
di
tutta
la
concezione
filosofica
ed
artistica
del
mondo
pagano
:
primi
dei
barbari
,
i
vandali
furono
i
cristiani
*
;
ma
pure
quel
negativismo
era
pieno
d
'
una
passionalità
così
ardente
,
d
'
uno
spirito
di
sacrifizio
così
puro
,
portava
in
sé
un
novello
concetto
della
vita
così
pieno
,
così
confacente
a
'
tempi
;
in
una
parola
,
vi
era
,
in
quel
primitivo
formarsi
del
cristianesimo
tanta
infuturazione
storica
,
tanto
carattere
umano
che
anche
oggi
,
non
vi
si
può
accostare
,
senza
rimanerne
preso
.
Il
negativismo
cristiano
non
era
né
una
distruzione
dell
'
arte
,
né
un
annientamento
della
vita
;
era
in
vece
una
novella
concezione
ed
un
novello
valore
,
e
,
come
tutte
le
modificazioni
profonde
*
,
esso
parve
sul
principio
una
negazione
:
ed
oggi
che
,
dopo
tanti
secoli
,
un
nuovo
concetto
della
vita
ritorna
ad
aleggiare
sulle
fronti
;
oggi
,
sentiamo
una
simpatia
viva
per
quella
formazione
storica
che
vi
si
avvicinò
,
che
ne
fu
anzi
una
vera
e
propria
anticipazione
.
L
'
elevamento
delle
masse
,
che
fu
opera
e
contenuto
del
primitivo
cristianesimo
,
diventa
il
contenuto
civile
odierno
e
se
allora
urtava
contro
il
pregiudizio
scientifico
di
un
uomo
come
Aristotile
e
di
tutto
il
pensiero
greco
e
dell
'
orgoglio
quirita
,
oggi
urta
contro
il
superomismo
del
Nietzsche
e
i
sentimenti
boriosi
di
classe
i
quali
sono
non
meno
vivi
e
forti
*
.
Da
questo
raffronto
ne
viene
che
la
suggestione
cristiana
è
oggi
diventata
più
viva
che
mai
e
che
il
nostro
pensiero
,
vinto
da
certe
intime
somiglianze
,
dal
presente
si
rifuggia
in
quel
passato
di
tanti
secoli
,
del
quale
in
questo
studio
tenterò
la
disamina
degli
elementi
formatori
.
Ma
all
'
animo
,
ancora
,
di
chi
vive
del
presente
non
può
non
importare
la
lotta
che
tra
scienza
e
fede
si
è
venuto
impegnando
*
,
lotta
che
non
solo
è
idealistica
,
che
non
solo
si
fonda
nella
degenerazione
crescente
,
ma
in
fondo
è
vera
lotta
economica
.
Io
credo
che
la
scienza
da
tale
lotta
uscirà
vincitrice
e
ne
affida
che
essa
è
diventata
o
diventa
il
patrimonio
ideale
di
quelle
folle
nuove
che
penetrano
nella
civiltà
e
nella
storia
,
di
quelle
folle
che
rappresentano
e
la
giovinezza
e
l
'
avvenire
;
pure
,
il
rinascere
della
forma
vieta
della
fede
quando
pareva
spenta
,
e
il
minacciare
tutte
le
conquiste
odierne
,
non
è
un
tema
di
poche
considerazioni
ed
interesse
,
ond
'
è
che
dalla
vasta
formazione
storico
sociale
cristiana
,
conviene
a
noi
derivare
i
soli
elementi
umani
che
contiene
,
ricacciando
il
sacro
,
il
rel
igioso
ed
il
rivelato
nel
campo
delle
stratificazioni
sommerse
della
coscienza
:
così
,
adunque
,
dal
passato
può
derivarsi
l
'
avvenire
.
CAPITOLO
II
.
LE
ORIGINI
DEL
CRISTIANESIMO
Il
cristianesimo
sorse
in
Palestina
non
come
una
casualità
storica
,
ma
come
una
necessità
e
quando
l
'
ora
era
scoccata
.
Il
Rénan
,
che
si
è
occupato
con
ingegno
forte
e
penetrante
del
mondo
semitico
e
l
'
ha
saputo
rappresentare
con
l
'
incanto
d
'
un
'
arte
non
comune
*
,
à
trovato
che
il
sorgere
del
cristianesimo
,
in
mezzo
al
popolo
ebreo
,
dipese
dal
dualismo
che
il
popolo
eletto
portava
nel
cuore
fra
la
eguaglianza
patriarcale
ed
il
lusso
che
da
Tiro
e
da
Babilonia
,
sotto
il
regno
del
re
sapiente
,
di
Salomone
,
si
veniva
introducendo
.
Il
semita
,
in
fatti
,
era
stato
un
popolo
eminentemente
patriarcale
:
i
suoi
antenati
ed
Abramo
e
Mosé
che
altro
erano
stati
se
non
dei
patriarchi
,
che
all
'
ombra
della
tenda
aveano
lungamente
guidato
le
sorti
di
quel
popolo
.
La
vita
patriarcale
era
non
solo
una
tradizione
,
ma
un
carattere
etnico
.
Lo
stesso
iahevismo
lo
consacrava
nella
legge
:
non
era
egli
scritto
,
nel
libro
sacro
,
l
'
anno
sabbatico
e
non
era
uno
dei
dieci
comandamenti
che
Ieova
avea
dettato
,
fra
il
coruscare
dei
lampi
ed
il
fragore
dei
tuoni
,
che
bisognava
amare
come
sé
stesso
il
prossimo
suo
?
E
quale
altro
stato
potea
più
lungamente
favorire
questo
sentimento
d
'
amore
,
che
non
fosse
l
'
eguaglianza
patriarcale
,
alla
cui
ombra
,
il
popolo
eletto
avea
,
per
lungo
tempo
,
corso
tante
perigliose
vicende
?
L
'
idea
,
anzi
,
dell
'
eguaglianza
si
confondea
con
l
'
orgoglio
smisurato
di
quel
popolo
eletto
del
signore
;
se
Ieova
era
il
padre
di
tutti
,
se
Abramo
e
Giacobbe
e
gli
altri
patriarchi
aveano
dato
nascimento
a
quel
popolo
,
d
'
una
figliuolanza
più
numerosa
delle
arene
del
mare
;
come
potea
darsi
che
parte
di
quel
popolo
dovea
giacersene
,
nella
schiavitù
dei
propri
fratelli
?
Orgoglio
ed
eguaglianza
erano
due
doti
similari
del
popolo
ebreo
.
Ma
,
quando
le
vicende
storiche
semitiche
innalzarono
,
sotto
Davide
e
Salomone
,
il
popolo
ebreo
a
quell
'
altezza
,
che
mai
più
dovea
raggiungere
nella
storia
e
,
da
Tiro
e
da
Babilonia
,
il
lusso
penetrava
;
dalle
foreste
del
Libano
un
grido
di
dolore
s
'
innalzava
,
in
mezzo
al
popolo
eletto
;
il
senso
della
eguaglianza
pungeva
non
solo
come
un
ricordo
,
ma
come
un
bisogno
,
consacrato
nella
legge
.
Il
tipo
del
giusto
ma
povero
l
'
ebionim
seduceva
la
mente
e
da
quel
popolo
oppresso
,
ad
intervalli
,
dei
profeti
dei
predicatori
ardenti
,
dei
vendicatori
dei
torti
sociali
,
con
parole
di
fuoco
,
sorgevano
minacciando
castighi
e
predicando
virtù
.
E
quando
né
eloquenza
irata
de
'
profeti
valeva
ad
arrestare
il
crescere
vertigionoso
della
ricchezza
e
delle
ingiustizie
sociali
,
né
minaccia
di
castighi
bastavano
ad
infrenare
l
'
irrompere
del
lusso
,
nasceva
nell
'
animo
del
popolo
l
'
idea
d
'
un
messia
,
d
'
un
vendicatore
,
d
'
una
redenzione
umana
che
conducesse
all
'
antica
virtù
dei
padri
*
.
Né
,
nella
storia
del
popolo
eletto
,
la
speranza
era
nuova
:
la
liberazione
era
venuta
a
tempo
di
Mosé
e
potea
ritornare
ancora
,
benché
qui
si
fosse
trattato
d
'
una
liberazione
d
'
altro
genere
,
di
quello
che
con
linguaggio
moderno
,
si
direbbe
fine
d
'
una
oppressione
di
classe
,
vera
e
propria
emancipazione
.
E
i
messia
non
mancavano
mai
,
però
nessuno
avea
mai
esercitato
un
'
influenza
che
fosse
lunga
e
duratura
;
nessuno
mai
avea
trovato
i
tempi
propizii
né
avea
portato
in
sé
una
genialità
,
che
gli
avesse
donato
una
infuturazione
.
Se
,
adunque
,
il
contenuto
messianico
non
era
nuovo
,
il
messia
vero
non
era
ancora
sorto
.
Il
profetismo
ed
il
messianismo
,
questo
bisogno
rinascente
di
novazioni
religiose
,
è
un
carattere
affatto
semitico
:
arabi
ed
ebrei
lo
portano
nel
proprio
sangue
,
ond
'
è
che
Maometto
e
Gesù
ànno
avuto
,
e
prima
e
dopo
,
degli
anticipatori
e
dei
continuatori
,
ma
nessuno
che
avesse
avuto
di
loro
e
la
mente
e
la
fortuna
,
né
la
genialità
epilettica
del
profeta
di
Allah
né
la
genialità
mistica
del
rabbi
di
Nazereth
.
Il
messianismo
di
Gesù
fu
,
nel
cielo
del
mosaismo
qualcosa
di
più
che
non
fosse
il
buddismo
nella
religione
di
Brahma
:
il
buddismo
introduceva
,
nella
durezza
e
fatalità
braminica
,
un
principio
di
sentimento
umano
,
il
messianismo
di
Gesù
,
in
vece
,
lo
trovava
nella
legge
e
nei
profeti
,
lo
coglieva
dall
'
animo
popolare
,
e
lo
enunciava
,
estendendolo
a
tutti
gli
uomini
:
egli
così
veniva
non
ad
annullare
la
legge
,
ma
a
completarla
.
Ma
il
suo
era
,
ancora
,
un
messianismo
nuovo
che
si
introduceva
nel
ciclo
mosaico
:
il
messianismo
degli
altri
profeti
era
stato
almeno
nell
'
aspettazione
popolare
un
trionfo
della
forza
rivendicante
il
diritto
,
così
come
,
in
altre
contingenze
,
era
stata
l
'
opera
di
Moisè
in
aiuto
del
popolo
eletto
.
Ma
,
oramai
,
i
tempi
erano
mutati
:
l
'
adorazione
e
lo
imperio
della
forza
bruta
volgeano
al
termine
;
Gesù
,
sotto
tal
punto
,
non
era
genio
ebraico
e
l
'
animo
suo
era
d
'
un
'
intimità
fatta
di
dolcezza
e
di
pietà
,
virtù
quasi
sconosciuta
all
'
animo
semita
.
Le
massime
di
Gesù
lo
à
notato
il
Rénan
*
non
erano
nuove
:
il
nuovo
,
l
'
anticipazione
,
il
geniale
era
nella
bontà
dell
'
animo
di
chi
li
ripeteva
,
nella
pietà
con
le
quali
erano
dette
.
Egli
intese
perfettamente
la
sua
singolarità
psichica
di
mezzo
al
fan
atismo
mosaico
,
in
mezzo
alla
durezza
farisaica
e
però
si
sentì
solo
,
senza
famiglia
e
disse
che
veniva
a
compiere
la
legge
dei
padri
,
a
portar
la
guerra
,
non
la
pace
;
il
che
contrasterebbe
solennemente
con
tutto
sé
stesso
,
se
non
si
pensasse
che
in
quelle
parole
,
rivelava
la
singolarità
geniale
dell
'
animo
suo
.
Alla
genialità
del
fondatore
altri
fatti
meravigliosamente
s
'
aggiungeano
,
perché
il
cristianesimo
nascesse
con
una
larga
infuturazione
storica
.
E
queste
erano
le
condizioni
di
Gerusalemme
e
le
vicende
dell
'
Impero
Romano
.
Gerusalemme
,
diventata
per
conquista
provincia
romana
,
era
entrata
nel
cosmopolitismo
dell
'
Impero
e
veniva
così
a
trovarsi
nel
contatto
etnico
più
disparato
:
greci
e
romani
vi
affluivano
e
costituitavano
una
vita
nuova
,
fino
allora
sconosciuta
.
Altre
città
aveano
popolazione
più
densa
e
più
variata
:
Babilonia
e
Roma
,
di
certo
e
di
gran
lunga
,
la
superavano
;
ma
,
in
Gerusalemme
,
per
converso
la
vita
era
più
intima
,
meno
corrotta
,
onde
un
avvenimento
nuovo
che
vi
fosse
sorto
dovea
,
di
forza
,
espandersi
e
rinfocolarvisi
,
sicché
quel
contrasto
dell
'
animo
semitico
tra
la
legge
dei
padri
e
le
condizioni
dei
tempi
,
anziché
disperdersi
,
vi
si
riaccendeva
dal
riflesso
dei
tempi
e
cioè
dalla
corruzione
circostante
e
dal
bisogno
di
una
morale
più
pura
che
tormentava
gli
animi
.
Lo
stato
dell
'
impero
era
quant
'
altro
mai
di
più
corrotto
Roma
avesse
per
l
'
innanzi
attraversato
.
Non
già
che
nel
mondo
romano
fosse
tutto
guasto
,
il
sano
esisteva
,
ma
rimaneasi
come
nascosto
sotto
il
trionfo
sfacciato
della
corruzione
cesarea
che
appestava
il
potere
sociale
:
ed
era
questa
parte
sana
che
portava
in
sé
stessa
un
forte
bisogno
d
'
elevarsi
,
di
mondarsi
da
quella
tabe
invadente
,
e
,
insieme
con
questo
bisogno
,
pullulava
un
sentimento
ignoto
agli
antichi
,
fatto
di
pietà
nuova
ed
insolita
,
che
,
come
forza
di
riserva
,
si
contrapponeva
al
crescente
dolore
della
schiavitù
*
.
Questa
dilagava
,
quei
poteri
frenatori
che
l
'
aveano
resa
sopportabile
scomparivano
e
la
pietà
cresceva
.
Lo
stoicismo
era
,
nelle
sue
anticipazioni
umanitarie
,
un
segno
dei
tempi
,
che
non
usciva
,
però
,
dal
confine
della
mente
e
dello
spirito
romano
;
alla
religione
pagana
nessuno
credeva
:
il
pensiero
delle
filosofie
delle
primitive
scuole
greche
si
cimentava
con
la
religione
e
Lucrezio
Caro
metteva
gli
Dei
nell
'
olimpo
in
un
ozio
beato
,
che
non
turbava
l
'
immanenza
delle
leggi
di
natura
:
il
pantheon
si
apriva
a
tutte
le
divinità
,
segno
codesto
che
nessuno
più
vi
credea
ed
un
'
aspettazione
invadea
tutti
gli
animi
,
i
quali
come
ne
'
gravi
momenti
di
crisi
sociale
o
si
rivolgeano
allo
antico
,
alla
prisca
virtù
quirita
,
come
gli
stoici
;
o
fissavano
l
'
avvenire
cercandovi
una
fede
,
onde
Virgilio
cantava
:
redeunt
iam
saturnia
regna
.
Né
l
'
aspettazione
si
restringeva
a
Roma
,
si
espandeva
,
anzi
,
fuori
:
in
Palestina
Giovanni
Battista
,
nel
deserto
,
spianava
la
via
a
chi
sarebbe
venuto
dietro
di
lui
e
al
quale
egli
non
poteva
neppure
legare
i
calzari
;
nell
'
impero
,
gli
schiavi
si
riunivano
in
associazioni
di
mutuo
soccorso
e
di
comune
sepoltura
;
in
alcune
famiglie
gli
schiavi
,
a
differenza
d
'
altre
e
dell
'
impero
che
li
spingeva
al
Circo
,
venivano
trattati
con
insolita
dolcezza
;
il
siro
vi
portava
,
dall
'
oriente
,
una
speranza
,
una
pace
,
una
rassegnazione
nuova
della
vita
,
che
l
'
avvincea
al
padrone
e
a
'
suoi
simili
;
un
bisogno
d
'
una
religione
che
fosse
più
pura
della
pagana
si
facea
sentire
e
,
vece
d
'
altra
,
il
monoteismo
ebraico
si
diffondeva
.
Il
messianismo
di
Gesù
non
potea
venire
in
momenti
di
maggiore
aspettazione
generale
:
sorgeva
dal
dolore
della
schiavitù
e
dall
'
esaurimento
dei
sensi
,
dall
'
orgia
sfrenata
,
dall
'
impero
esorbitante
della
forza
,
dal
fascino
possente
della
virtù
.
L
'
animo
avea
necessità
d
'
una
dottrina
novella
che
non
fosse
l
'
antica
;
la
forza
non
esercitava
più
il
fascino
d
'
altri
tempi
e
gli
stessi
schiavi
che
l
'
aveano
,
più
volte
,
tentata
per
loro
redenzione
non
vi
speravano
più
;
né
delle
religioni
esistenti
o
delle
scuole
filosofiche
alcuna
potea
appagare
lo
spirito
.
Lo
stoicismo
era
una
solenne
consacrazione
della
virtù
;
una
dottrina
filosofica
che
più
si
adattava
all
'
indole
fiera
quirita
e
che
potea
prosperare
solo
in
quel
popolo
che
avea
creato
la
leggenda
di
Muzio
Scevola
.
Quei
filosofi
perivano
coll
'
indifferenza
con
la
quale
i
loro
maggiori
si
erano
saputi
immolare
alla
patria
.
L
'
epicureismo
era
una
filosofia
troppo
sci
entifica
,
perché
la
generalità
la
comprendesse
;
la
religione
ebraica
era
monoteista
,
ma
era
lontana
da
quel
contenuto
di
dolcezza
e
di
bontà
che
soffiava
negli
animi
ed
era
inoltre
religione
strettamente
nazionale
:
dunque
,
se
in
tali
condizioni
una
religione
fosse
sorta
,
avrebbe
dovuto
,
di
certo
,
trionfare
,
specie
se
da
quel
vasto
cosmopolitismo
,
da
quella
varietà
etnica
essa
avesse
derivato
disparati
elementi
e
così
fu
.
Ognuna
delle
razze
dell
'
impero
dette
al
cristianesimo
qualcosa
,
il
germe
d
'
una
infuturazione
storica
.
Il
popolo
ebreo
le
dette
la
condizione
di
vita
,
il
nascimento
,
in
quel
contrasto
che
portava
in
sé
;
e
di
poi
le
dette
il
fanatismo
bieco
mosaico
;
il
popolo
greco
le
dette
la
sottigliezza
filosofica
;
il
latino
il
sogno
di
grandezza
universale
,
la
cattolicità
;
il
tronco
germanico
,
la
forma
feudale
e
l
'
idealismo
,
che
spogliandola
da
ogni
culto
esterno
la
rifece
adorazione
di
Dio
in
ispirito
e
verità
.
Ogni
classe
,
in
fine
,
dà
una
impronta
propria
e
una
sorgente
di
progresso
:
gli
schiavi
la
diffusione
e
il
sagrifizio
,
le
classi
alte
la
conversione
;
lo
stato
la
persecuzione
e
il
riconoscimento
.
Da
questo
contatto
,
così
vario
e
fecondo
,
è
sorto
il
cristianesimo
,
pieno
d
'
una
larga
infuturazione
storica
,
d
'
una
complessa
proteità
di
forme
e
d
'
una
vita
millenaria
formata
nel
contatto
,
nell
'
alito
di
quei
popoli
che
,
fin
dal
suo
nascere
,
vi
spirarono
dentro
.
CAPITOLO
III
.
LE
INFUTURAZIONI
STORICHE
DEL
CRISTIANESIMO
Gesù
avea
donato
al
cristianesimo
il
sentimento
più
umano
,
che
altri
dopo
Budda
,
avesse
mai
conferito
a
dottrina
filosofica
o
religiosa
,
in
sieme
con
una
giocondia
,
mai
conosciuta
in
quel
cielo
ebraico
chiuso
e
rannuvolato
.
La
sua
vita
era
stata
un
idillio
trascorso
fra
quei
monti
della
Palestina
,
dove
centinaia
di
generazioni
erano
passate
e
dove
tutto
parlava
al
cuore
la
suggestione
strana
della
vita
patriarcale
e
fra
quei
monti
,
in
mezzo
a
quel
popolo
così
umile
e
semplice
,
sulle
rive
di
quei
laghi
,
egli
era
passato
con
l
'
animo
pieno
d
'
una
pace
calma
,
d
'
una
gioia
tranquilla
,
che
sarà
uno
degli
aspetti
della
sua
religione
d
'
amore
*
.
La
preoccupazione
,
è
vero
,
avea
turbato
gli
ultimi
momenti
di
sua
vita
,
il
fastidio
della
discussione
acre
e
pettegola
l
'
avea
tediato
e
punto
negli
ultimi
istanti
;
il
vento
avea
coruscato
la
superficie
del
lago
,
ma
era
stato
un
episodio
,
un
'
ora
sola
della
giornata
,
per
quanto
l
'
ultima
e
tragica
.
Gli
insegnamenti
più
belli
erano
venuti
fuori
su
quel
lago
,
in
mezzo
a
donne
e
a
fanciulli
,
nell
'
intimità
di
discepoli
devoti
:
la
sua
non
era
stata
una
genialità
torbida
e
meditabonda
,
ma
dolce
come
uno
di
quei
ruscelli
che
camminano
fra
il
verde
del
colle
,
sempre
freschi
e
sempre
chiari
.
Però
la
sua
morte
,
che
avea
impressionato
stranamente
i
discepoli
e
le
donne
pietose
che
lo
aveano
seguito
;
che
si
era
innalzata
,
per
opera
di
Maria
di
Magdala
,
alla
passionalità
dolorosa
della
leggenda
;
che
avea
commosso
tanti
cuori
;
quella
morte
del
giusto
,
così
tragica
,
ben
dovea
attagliarsi
al
tono
doloroso
che
dominava
il
mondo
romano
e
specialmente
quella
parte
che
dovea
accogliere
la
parola
maessianica
.
Gesù
stesso
,
nell
'
ultime
ore
,
avea
vissuto
un
'
atmosfera
di
tristezza
e
di
infausti
presagi
;
avea
pianto
su
Gerusalemme
e
avea
predetto
che
non
vi
sarebbe
rimasta
pietra
su
pietra
;
e
la
sua
tristezza
si
era
riflessa
su
l
'
animo
dei
suoi
seguaci
ed
ora
le
stesse
vicende
politiche
pareano
avvalorarla
,
giacché
si
era
nell
'
aspettazione
triste
d
'
un
vasto
cataclisma
sociale
.
La
fine
d
'
una
civiltà
s
'
annunzia
sempre
come
una
fine
di
mondo
e
già
,
in
quel
tempo
,
gli
stessi
elementi
nuovi
e
riformatori
concepivano
la
buona
novella
solo
come
un
adempimento
nell
'
altra
vita
.
Il
mondo
era
cattivo
e
sarebbe
diventato
peggiore
,
la
morte
la
buona
morte
il
sonno
nel
bacio
di
Gesù
,
potea
solo
allietare
:
la
vita
era
,
né
potea
essere
altro
,
che
un
lungo
dolore
,
una
lunga
lotta
col
male
,
di
cui
la
morte
non
era
che
una
agonia
,
un
combattimento
,
l
'
estremo
dolore
extremus
labor
di
una
lunga
militia
.
Il
sentimento
del
dolore
era
adunque
penetrato
,
come
un
riflesso
del
dolore
universale
,
come
una
stanchezza
,
nell
'
idillio
di
Galilea
,
che
,
ben
si
era
chiuso
con
le
nubi
affannose
della
morte
di
Gesù
,
e
dovea
maggiormente
penetrare
,
come
dolore
e
fanatismo
insieme
,
quando
il
pensiero
mosaico
irruppe
nell
'
evangelo
.
Israele
era
stato
sempre
un
popolo
addolorato
:
nelle
vicende
buone
o
cattive
,
Ieova
avea
premuto
sul
popolo
eletto
,
spingendo
l
'
odio
fino
alla
settima
generazione
di
coloro
che
l
'
aveano
offeso
.
Egli
era
stato
un
dio
geloso
e
vendicativo
,
che
avea
chiesto
a
'
suoi
fedeli
prove
di
sangue
.
I
suoi
profeti
aveano
,
come
Geremia
,
lungamente
pianto
:
i
santi
,
come
David
,
in
mezzo
al
fasto
del
trono
,
aveano
dolorato
per
i
falli
commessi
;
i
giusti
,
come
Giobbe
,
aveano
sofferto
.
I
castighi
dal
cielo
erano
sempre
piovuti
,
quando
il
dio
era
stato
irato
:
il
sereno
,
di
raro
,
avea
brillato
su
quel
popolo
eletto
,
amato
d
'
un
amore
ombroso
e
vendicativo
.
Lo
stesso
sentimento
religioso
non
era
che
l
'
idea
centrale
del
carattere
del
popolo
semitico
,
era
la
forma
nella
quale
il
genio
etnico
si
era
venuto
plasmando
e
a
cui
le
vicende
storiche
erano
fortemente
legate
;
fuori
o
dentro
la
patria
,
in
guerra
di
difesa
o
di
conquiste
,
nei
momenti
di
libertà
o
di
schiavitù
,
la
religione
avea
soffiato
dentro
alla
storia
del
popolo
ebreo
e
ne
avea
costituito
lo
sfondo
.
A
questo
era
accaduto
quello
che
accade
a
'
popoli
di
origine
diversa
,
messi
a
contatto
fra
di
loro
e
agitati
da
guerre
,
nelle
quali
la
religione
diventa
uno
stimolo
ed
un
pungolo
maggiore
alla
lotta
di
razza
,
al
desio
della
conquista
;
l
'
odio
piglia
un
aspetto
politico
e
religioso
insieme
e
la
superstruttura
del
di
là
diventa
come
l
'
idea
centrale
,
intorno
alla
quale
palpita
la
vita
di
un
popolo
.
Così
avvenne
degli
ebrei
;
così
degli
arabi
e
degli
Spagnuoli
;
degli
albanesi
e
dei
Turchi
;
degli
Inglesi
e
degli
Irlandesi
;
così
avviene
ancora
dove
prevale
l
'
antisemitismo
,
facendo
sì
che
gli
ebrei
vivano
disperatamente
attaccati
alla
legge
dei
padri
loro
*
.
Il
fanatismo
mosaico
era
fortemente
epidemico
e
quando
gli
Elleni
giudaici
si
convertirono
al
cristianesimo
,
vi
portarono
tutto
il
fanatismo
ebraico
,
così
tiranno
,
come
era
loro
stato
comunicato
e
come
l
'
aveano
appreso
nella
sinagoga
.
E
fu
una
vera
forma
epidemica
,
comunicata
al
mondo
ario
per
mezzo
del
cristianesimo
e
fatta
di
dolore
e
fanatismo
in
sieme
;
fu
un
fanatismo
doloroso
che
,
dal
contatto
etnico
e
dallo
spirito
dei
tempi
,
si
riflesse
nello
animo
ario
,
di
solito
sereno
e
limpido
come
un
orizzonte
vasto
e
senza
nubi
.
Altro
fatto
ancora
dovea
avvalorare
tale
tendenza
:
l
'
idea
cristiana
s
'
impiantava
in
un
mondo
ristretto
intellettualmente
,
in
uno
orizzonte
stretto
ed
ineguale
come
il
campo
visivo
d
'
un
epilettico
:
gli
schiavi
che
lo
doveano
accettare
e
diffondere
erano
,
quanto
a
sviluppo
psichico
,
quello
che
sono
le
nostre
folle
inferiori
,
degli
unilaterali
sia
passionalmente
che
intellettivamente
;
ora
,
quando
un
'
idea
,
che
risponde
ad
un
sentimento
profondo
,
discende
sino
a
gente
di
mente
limitata
,
vi
assume
la
ristrettezza
passionale
del
fanatismo
,
quello
che
io
ò
chiamato
monopatia
settaria
ed
à
di
questa
la
virtù
del
sacrifizio
e
l
'
unilateralità
del
pensiero
.
D
'
altra
parte
,
il
fanatismo
che
diventa
la
forza
diffusiva
d
'
un
'
idea
,
può
,
quando
questa
idea
sia
evoluta
e
giunta
ad
un
grado
di
predominio
e
d
'
espansione
,
diventare
oppressiva
,
imperiosa
;
può
,
quando
la
sia
stata
fortemente
contrastata
,
diventare
come
una
sorgente
di
costante
reazione
,
esercitando
in
una
parola
,
un
'
azione
simile
a
quella
che
venne
contro
di
lei
esercitata
.
Così
avvenne
del
cristianesimo
:
il
fanatismo
agì
una
volta
come
una
forza
di
espansione
ed
un
'
altra
di
reazione
;
fu
come
il
vento
che
prima
spinge
la
nave
per
risospingerla
di
poi
.
Martirologio
e
persecuzione
non
furono
che
due
aspetti
diversi
d
'
un
unico
sentimento
,
del
fanatismo
ebraico
penetrato
con
S
.
Paolo
e
con
gli
Elleni
giudaici
convertiti
al
cristianesimo
e
che
turbarono
la
serenità
dello
spirito
ario
e
fu
questo
fanatismo
cieco
,
chiuso
che
produsse
la
desolazione
e
l
'
arresto
intellettuale
delle
nazioni
latine
,
la
tabe
che
inquinò
cattolicismo
e
nazioni
cattoliche
,
in
sino
a
quando
la
Riforma
irruppe
col
libero
esame
,
preparando
al
cristianesimo
un
'
infuturazione
storica
novella
e
richiamandolo
alle
fonti
dolci
e
serene
dalle
quali
era
sgorgato
.
Ben
ebbe
la
Riforma
le
sue
intolleranze
,
che
furono
degli
atavismi
che
doveano
cadere
vinti
,
e
per
sempre
,
dalla
libertà
piena
e
sconfinata
,
non
dalla
libertà
indifferente
dello
spirito
latino
che
tutto
vede
e
di
tutto
dubita
,
ma
da
quella
libertà
passionata
,
piena
d
'
idealismo
che
illumina
la
mente
delle
razze
nordiche
.
Se
il
pensiero
giudaico
dette
al
cristianesimo
l
'
intolleranza
e
la
tristezza
semitica
,
il
pensiero
greco
gli
donò
la
sottigliezza
idealistica
e
il
fantastico
dell
'
indirizzo
neoplatonico
.
Quando
il
cristianesimo
nasceva
,
od
anche
prima
,
il
pensiero
filosofico
greco
era
in
un
periodo
di
decadenza
:
le
scuole
monistiche
ioniche
ed
eleatiche
erano
morte
e
da
secoli
;
l
'
eloquenza
era
discesa
al
sofismo
;
la
lirica
e
le
altre
forme
letterarie
tacevano
e
solo
,
in
mezzo
alla
desolazione
intellettuale
,
sopravviveva
il
pensiero
filosofico
sottilizzante
,
lontano
dalla
profondità
idealistica
dei
tempi
di
Socrate
o
di
quella
positiva
dei
primi
filosofi
.
Quella
forma
che
si
svolgerà
di
preferenza
a
Bisanzio
e
che
sarà
detta
perciò
bizantinismo
,
come
forma
frivola
di
concezione
non
solo
filosofica
,
ma
di
tutta
la
vita
,
si
era
da
lungo
tempo
iniziato
nel
pensiero
greco
.
Il
contatto
semita
porse
un
incentivo
,
dette
la
materia
a
questa
tendenza
del
pensiero
greco
,
giacché
portava
in
sé
il
concetto
del
monoteismo
e
una
folla
di
concezioni
astruse
di
teologie
,
di
teogonie
così
difficili
a
capirsi
,
così
lontane
dalla
limpidezza
del
pensiero
religioso
ario
che
ben
si
prestavano
ad
una
effimera
ginnastica
intellettuale
e
ad
un
giuoco
di
parole
,
a
distinzioni
sottili
,
a
quello
che
,
insomma
,
era
allora
la
tendenza
del
pensiero
filosofico
ellenico
e
dal
connubio
nacque
la
gnosi
.
E
quando
l
'
ellenismo
penetrò
nel
cristianesimo
,
vi
portò
la
stessa
tendenza
sottilizzatrice
,
l
'
interpretazione
idealistica
religiosa
.
Quale
campo
,
in
fatti
,
più
attraente
e
più
ricco
del
mistero
della
trinità
e
dell
'
unità
e
del
verbo
,
temi
aerei
,
facilmente
volatilizzabili
,
intorno
a
'
quali
si
potea
il
pensiero
eternamente
lambiccare
senza
mai
toccare
il
fondo
?
Questa
attività
filosofica
,
che
fu
di
certo
,
fra
le
parti
più
caduche
del
pensiero
cristiano
,
ebbe
pure
un
'
importanza
,
che
non
parmi
,
sia
stata
osservata
,
mantenendo
viva
la
ginnastica
intellettiva
e
facendo
sì
che
del
pensiero
greco
non
si
fosse
disperso
l
'
ultima
traccia
,
in
fino
a
quando
non
venne
il
Rinascimento
.
In
ogni
modo
,
la
chiesa
portò
con
sé
questo
carattere
di
vuota
disputa
teologica
,
fu
sempre
un
eterno
scisma
interno
ed
esterno
,
senza
un
pensiero
profondo
,
fatto
di
sottigliezze
sostenute
con
calore
settario
,
spinto
fino
alle
persecuzioni
,
comparse
fin
da
'
tempi
di
Ario
e
di
Donato
.
Il
pensiero
cristiano
latino
fu
di
ben
altra
importanza
:
sia
ch
'
esso
tentasse
ridurre
ad
unità
intellettiva
rigida
,
forte
,
il
movimento
cattolico
cristiano
;
sia
che
esso
agitasse
,
sotto
parvenza
teologica
,
le
quistioni
più
gravi
come
la
predistinazione
e
la
grazia
,
il
libero
arbitrio
e
il
determinismo
;
fu
pensiero
forte
e
robusto
.
La
chiesa
cattolica
,
che
fu
il
riflesso
di
questo
pensiero
,
deve
adesso
la
sua
unità
,
che
,
ancora
dopo
tanto
tempo
,
ne
fa
come
una
di
quelle
piramidi
egiziane
contro
delle
quali
si
rompe
il
vento
del
deserto
.
Ma
,
accanto
al
concetto
filosofico
cristiano
,
vi
fu
un
vero
pensiero
,
anzi
una
vasta
letteratura
passionale
,
riflesso
d
'
un
mondo
,
non
meno
del
moderno
,
vivo
ed
agitato
.
Già
fin
da
'
tempi
di
Gesù
e
poco
dopo
la
sua
morte
,
le
vicende
della
sua
vita
formavano
una
letteratura
popolare
pietosa
e
triste
:
raccontata
in
mille
modi
,
scritta
in
diverse
lingue
,
essa
costituì
per
lungo
tempo
,
il
pensiero
principale
,
la
suggestione
più
viva
del
vasto
mondo
cristiano
.
Gli
evangeli
sinottici
,
quelli
poi
riconosciuti
dalla
chiesa
,
per
veri
,
non
erano
che
tali
tradizioni
che
metteano
capo
o
a
persone
presenti
agli
avvenimenti
o
a
questi
vicini
*
.
Ma
,
oltre
i
quattro
,
altri
ne
esistevano
e
se
ne
vanno
ogni
giorno
scoprendo
,
giacché
nessun
fatto
,
così
estensivamente
ed
intensivamente
,
commosse
gli
uomini
,
come
quello
della
vita
di
Gesù
.
Nella
nostra
vita
moderna
,
il
flusso
delle
idee
e
delle
impressioni
è
così
vario
,
che
,
anche
in
persone
monoideizzati
,
un
'
idea
non
può
di
tanto
occupare
l
'
animo
,
di
quanto
l
'
occupò
altra
volta
la
vicenda
passionale
di
Gesù
;
del
resto
il
monodeismo
di
tanto
si
accresceva
di
quanto
grande
è
il
numero
di
coloro
che
lo
portano
nel
cuore
,
e
in
quel
tempo
i
monoideizzati
del
cristianesimo
erano
tutta
l
'
umanità
.
E
poi
,
quale
idea
,
di
mezzo
alla
tristezza
,
allo
sconforto
universale
meritava
di
più
di
essere
sempre
presente
alla
mente
e
di
essere
portata
nel
cuore
?
I
tempi
che
successero
,
non
erano
fatti
per
diminuire
questa
suggestione
:
Gesù
non
era
morto
che
da
pochi
anni
e
Stefano
apriva
il
martirologio
;
pochi
anni
dopo
,
Nerone
iniziava
le
prime
persecuzioni
che
si
doveano
ripetere
con
un
crescendo
spaventevole
.
Vita
di
Gesù
e
persecuzioni
,
per
lungo
tempo
,
formarono
come
un
vasto
cielo
di
leggende
,
in
parte
vero
e
in
parte
apocrifo
,
che
si
dilungò
per
tutto
il
medio
evo
e
l
'
evo
moderno
e
vive
ancora
,
raccolto
negli
evangeli
,
nell
'
opere
boliandiste
e
nella
psiche
della
plebe
e
noi
,
nello
studio
sulla
folla
,
lo
trovammo
.
Ma
,
quando
le
persecuzioni
cessarono
,
la
superstizione
,
fin
allora
contenuta
dalla
suggestione
martirologica
ed
evangelica
,
dilagò
:
il
pericolo
continuo
di
sé
e
l
'
esaltazione
mistica
aveano
,
fin
allora
,
infrenato
il
lavoro
immaginativo
,
facendolo
vivere
della
realtà
,
ma
,
quando
questo
cessò
,
gli
elementi
fantastici
donde
ogni
religione
ribocca
,
si
svolsero
e
attorno
al
diavolo
,
all
'
inferno
,
al
paradiso
,
al
purgatorio
si
formò
una
vasta
leggenda
,
che
viene
ora
amorosamente
raccolta
dagli
studiosi
del
medio
evo
,
come
dal
Graf
fra
noi
,
e
che
si
riflesse
nell
'
arte
di
Dante
e
di
Milton
e
degli
oscuri
artisti
che
cantarono
il
viaggio
nei
tre
regni
d
'
oltre
tomba
.
Intorno
a
questa
superstruttura
ideale
,
il
genio
germanico
lavorò
molto
:
le
novelle
più
tetre
,
le
leggende
più
cupe
sorsero
là
:
nessun
clima
forse
più
di
quello
delle
nebbie
,
delle
sabbie
nordiche
della
Germania
,
degli
scogli
flagellati
dal
vento
,
della
patria
di
Odino
e
del
dio
Tor
,
è
più
propizio
a
mettere
nell
'
animo
tante
e
tali
allucinazioni
.
Vi
contribuirono
ancora
l
'
eremo
,
la
solitudine
,
i
sensi
martoriati
,
la
lunga
astinenza
;
quante
allucinazioni
non
soffrirono
quei
poveri
santi
che
mortificavano
la
carne
e
che
il
demonio
tentava
e
,
talvolta
non
in
vano
,
sotto
le
forme
più
procaci
di
donne
?
Sorse
,
così
,
quell
'
ascetismo
feroce
che
dalla
Tebaide
si
diffuse
per
l
'
Europa
:
il
teschio
e
le
massime
più
tristi
dell
'
antico
testamento
:
la
vanitas
vanitatum
,
abel
abelim
,
formarono
la
sapienza
somma
dell
'
uomo
e
questa
ossessione
toccò
,
nel
mille
,
l
'
estremo
culmine
,
onde
il
Rinascimento
apparrà
con
il
suo
bisogno
di
vivere
e
di
godere
una
nuova
primavera
umana
.
Ma
,
il
pensiero
cristiano
fu
affannoso
;
dopo
l
'
assorbimento
monopassionale
,
dei
primi
tempi
,
nella
vita
di
Gesù
e
dei
martiri
;
dopo
l
'
ascetismo
,
esso
visse
di
gravi
preoccupazioni
,
le
quali
di
religioso
non
ànno
che
l
'
apparenza
esterna
.
Tutte
l
'
eresie
risorgenti
,
tutte
le
quistioni
teologiche
implicano
una
quistione
mondana
,
la
più
mondana
di
tutte
,
la
quistione
economica
.
Il
comunismo
primitivo
,
vinto
dall
'
irrompere
dei
ricchi
nel
cristianesimo
,
dopo
la
concessione
di
Costantino
e
sostituito
col
debitum
legale
dell
'
elemosina
a
'
poveri
,
risorse
sempre
contro
la
forma
feudale
:
il
monachismo
non
è
che
una
protesta
continua
contro
il
lusso
e
la
ricchezza
,
i
profeti
del
comunismo
escono
,
a
volta
a
volta
,
da
esso
ch
'
è
contro
il
pensiero
chiuso
dal
cattolicismo
,
un
fomite
di
potente
rivolta
.
Da
'
domenicani
usciranno
e
Campanella
e
Bruno
;
dagli
Agostiniani
Lutero
;
Girolamo
Savonarola
sarà
un
frate
e
la
prima
eresia
verrà
fuori
da
'
conventi
,
nei
quali
si
sarà
conservato
il
pensiero
pagano
nei
papiri
,
sottratti
al
vandalismo
e
raschiati
per
scrivervi
su
il
salmo
,
ma
quel
pensiero
sepolto
balzerà
vivo
,
com
'
è
fama
presso
i
cristiani
che
i
morti
risorgeranno
nel
giorno
del
giudizio
,
gettando
la
pietra
sepolcrale
.
Nella
multiformità
del
pensiero
cristiano
sta
la
sua
segreta
potenza
e
quando
l
'
una
forma
è
esaurita
,
l
'
altra
risorgerà
con
una
duttilità
meravigliosa
come
immagine
che
si
rifletta
in
una
molteplicità
di
specchi
,
ognuno
dei
quali
le
dà
qual
cosa
di
nuovo
,
di
vago
,
d
'
impreveduto
.
Ma
il
pensiero
cristiano
fu
,
ancora
,
improntato
d
'
una
universalità
così
piena
,
da
essere
solo
,
al
presente
,
sorpassato
dal
pensiero
scientifico
e
dalla
nuova
fede
sociale
che
portiamo
nel
cuore
.
La
cattolicità
non
era
dote
del
pensiero
semitico
,
ma
,
in
vece
,
della
razza
aria
;
prima
che
sorgesse
l
'
idea
cristiana
,
gli
arii
aveano
avuto
una
diffusione
etnica
meravigliosa
,
la
quale
non
si
è
ancora
esaurita
e
costituisce
l
'
essenza
delle
lotte
di
razze
,
che
,
a
taluno
sociologo
,
pare
come
il
filo
conduttore
delle
vicende
umane
.
Popoli
d
'
altri
colori
aveano
segnato
i
primi
progressi
sociali
;
aveano
creato
le
più
antiche
società
di
cui
resti
ricordo
;
ma
quando
costoro
si
erano
arrestati
o
dispersi
nel
cammino
umano
,
gli
arii
ne
aveano
ereditato
il
contenuto
sociale
.
Nelle
piramidi
degli
Egiziani
,
che
si
vogliono
sieno
stati
di
razza
negroide
,
i
Greci
sono
rappresentati
come
barbari
mezzo
nudi
e
con
l
'
arco
in
mano
;
gli
arii
furono
dunque
gli
eredi
di
quel
sepolto
mondo
orientale
che
precesse
,
di
tanto
tempo
,
la
civiltà
d
'
occidente
e
che
brillò
d
'
una
luce
vivissima
.
I
semiti
non
assursero
mai
all
'
universalità
d
'
una
religione
:
nella
Bibbia
sta
spesso
detto
di
Dei
d
'
altri
popoli
contro
a
Ieova
;
lo
stesso
monoteismo
iavetico
era
stato
preceduto
da
un
periodo
politeistico
;
e
Gesù
,
predicando
alle
turbe
,
non
spinse
mai
il
pensiero
oltre
il
popolo
eletto
:
egli
ebbe
solo
in
mente
l
'
universalità
semitica
,
sebbene
la
sua
dottrina
contenesse
tanta
virtù
d
'
espansione
,
quanto
ce
ne
fu
di
bisogno
per
l
'
avvenire
.
Il
primo
cattolico
del
cristianesimo
,
Paolo
,
fu
quel
che
noi
diremmo
una
singolarità
geniale
,
che
più
del
genio
stesso
è
destinata
ad
esercitare
un
'
azione
suggestiva
grande
e
profonda
.
In
fatti
se
egli
à
nelle
vene
il
sentimento
d
'
un
fanatismo
cupo
,
educato
nelle
sinagoghe
;
à
un
ardore
,
un
'
impetuosità
di
carattere
,
un
bisogno
di
lotta
che
soggioga
,
anche
quando
non
affascina
ed
à
nella
mente
il
disegno
dell
'
universalità
,
sconosciuta
al
mondo
semitico
,
al
popolo
eletto
.
Egli
impronta
di
sé
tutto
il
primo
periodo
cristiano
e
,
dinanzi
alla
ristrettezza
mentale
dei
primi
discepoli
,
è
quegli
cui
deve
gran
parte
del
suo
avvenire
la
idea
cristiana
.
Tempra
destinata
a
sprigionare
intorno
a
sé
amori
ed
odii
,
come
quando
i
correligionarii
lo
salvarono
in
una
cesta
a
Damasco
dall
'
ira
della
sinagoga
e
come
quando
lo
riguardarono
con
diffidenza
e
sospetto
a
Gerusalemme
e
lo
raffigurarono
nella
leggenda
di
Sim
on
Mago
e
,
per
lungo
tempo
ancora
dopo
la
morte
,
lo
tennero
in
conto
di
orgoglioso
e
di
superbo
,
come
chi
osò
appellarsi
apostolo
,
pretendendo
che
la
visione
a
lui
concessa
sulla
via
di
Damasco
fosse
qualcosa
di
più
che
l
'
essere
stato
discepolo
eletto
durante
la
vita
terrena
del
maestro
*
.
Ma
,
quando
Paolo
partì
a
diffondere
il
cristianesimo
nel
mondo
latino
,
egli
ebbe
un
intuito
inconscio
della
universalità
dell
'
impero
romano
,
di
quell
'
universalità
ch
'
era
frutto
della
dote
etnica
del
popolo
ario
,
così
largo
nei
suoi
concepimenti
e
nelle
sue
civiltà
.
Non
solo
il
mondo
latino
dava
la
dote
universalizzante
della
mente
,
ma
benanco
il
cosmopolitismo
dell
'
impero
:
e
,
però
le
prime
associazioni
cristiane
ebbero
la
costituzione
per
provincie
e
per
regioni
al
pari
dell
'
impero
:
egli
è
proprio
così
,
i
partiti
novatori
trovano
nella
forma
politica
imperante
come
lo
scheletro
della
propria
costituzione
:
il
cristianesimo
non
si
sottrasse
a
questa
legge
.
Il
pensiero
della
cattolicità
in
Roma
fu
enormemente
favorito
dall
'
essere
questa
la
capitale
dell
'
impero
e
lo
fu
in
più
modi
,
sia
perché
i
grandi
centri
sono
il
terreno
più
adatto
per
preparare
e
per
diffondere
le
novazioni
,
sia
ancora
perché
,
a
Roma
,
era
più
vivo
,
più
forte
il
contrasto
sociale
tra
l
'
antica
grandezza
scesa
fino
alla
corruzione
e
alla
crudeltà
e
,
di
contro
,
il
bisogno
d
'
una
vita
nuova
fatta
d
'
un
forte
sentimento
umano
di
pietà
.
E
,
in
quel
centro
,
così
fattamente
preparato
,
la
parola
di
Paolo
dovette
giungere
come
un
bisogno
,
un
'
interpretazione
d
'
un
sentimento
universale
,
come
la
voce
dei
tempi
nuovi
.
Se
non
fosse
giunta
ancora
,
la
si
sarebbe
aspettata
con
l
'
ansia
,
con
il
tormento
che
le
civiltà
decadenti
mettono
negli
animi
di
tutti
,
con
quel
sentimento
vago
ed
ignoto
che
non
si
sa
donde
venga
e
dove
vada
.
Ben
tosto
i
cristiani
aumentarono
fino
a
costituire
una
novella
forza
collettiva
nella
vecchia
forma
romana
e
,
quando
le
persecuzioni
cominciarono
,
a
Roma
,
più
che
altrove
,
nel
cuore
dell
'
Impero
,
dovettero
essere
più
feroci
e
dovette
la
nuova
maggiormente
diffondersene
,
con
quel
senso
di
curiosità
e
d
'
interesse
che
un
fatto
della
capitale
esercitava
.
Cominciò
,
quindi
,
accanto
alla
vieta
gloria
di
Roma
a
tessersi
il
fascino
delle
persecuzioni
e
del
martiriologio
:
Roma
diventa
la
città
santa
del
cristianesimo
al
pari
di
Gerusalemme
e
a
misura
che
questo
diventava
un
organismo
,
anzi
il
più
forte
organismo
dell
'
impero
,
Roma
ne
dovea
apparire
il
cervello
ed
il
cuore
,
e
in
quale
città
,
più
che
in
questa
,
il
genio
ario
era
diventato
universale
,
in
quale
più
che
in
questa
dovea
affermarsi
la
universalità
del
cristianesimo
?
Sorse
,
così
,
il
sogno
della
grandezza
terrena
del
cristianesimo
,
che
dovea
poi
ing
randirsi
sino
all
'
universalità
del
papato
quale
fu
concipito
da
una
delle
menti
più
alte
del
cattolicismo
,
da
Gregorio
VII
,
da
Ildebrando
.
Del
resto
l
'
universalità
politica
di
Roma
,
fu
così
fattamente
legata
alla
cattolicità
del
cristianesimo
,
che
quando
l
'
impero
si
scisse
,
dalle
novelle
divisioni
politiche
nacquero
come
tante
chiese
,
quasi
con
la
rottura
dell
'
impero
si
fosse
fratturato
lo
scheletro
gigantesco
della
superstruttura
ideale
cristiana
e
a
Bisanzio
sorse
la
chiesa
con
a
capo
imperatori
teologizzanti
ed
iconoclasti
;
in
Russia
lo
spirito
slavo
si
compose
in
una
chiesa
feroce
e
incombente
sugli
animi
e
sui
corpi
più
della
stessa
chiesa
romana
;
la
chiesa
greca
sottilizzante
diventò
scismatica
ed
in
ultimo
il
pensiero
religioso
germanico
si
spezzò
in
mille
confessioni
diverse
,
che
non
ànno
che
un
solo
punto
comune
:
la
Bibbia
e
una
sola
autorità
:
il
pensiero
che
la
interpetra
.
Ma
la
universalità
cristiana
non
si
è
spenta
:
finita
d
'
accrescersi
come
universalità
di
costituzione
,
come
cattolicismo
,
vive
come
universalità
di
dottrina
,
come
apostolato
fra
i
popoli
d
'
altro
colore
e
d
'
altra
religione
e
ancora
dopo
tanti
secoli
Cristo
,
il
leo
de
tribu
Iuda
,
vince
!
Ma
,
il
cristianesimo
non
era
stata
che
una
lunga
promessa
idealistica
:
Gesù
,
in
fatti
,
avea
a
più
riprese
annunziato
che
molti
dei
presenti
non
avrebbero
gustato
la
morte
prima
che
il
figliuolo
dell
'
uomo
non
fosse
venuto
cinto
di
gloria
e
maestà
;
ma
i
tempi
erano
trascorsi
,
né
le
promesse
messianiche
si
erano
adempiute
.
A
'
giorni
erano
successi
gli
anni
e
la
speranza
,
anziché
spegnersi
,
veniva
ricacciata
di
là
dal
tempo
e
dallo
spazio
:
non
avea
detto
Gesù
che
il
suo
regno
non
era
di
questo
mondo
e
il
mille
non
era
detto
l
'
ultimo
anno
,
nel
quale
Egli
sarebbe
venuto
a
giudicare
e
i
vivi
e
i
morti
?
Ma
il
mille
era
trascorso
,
così
come
erano
passati
gli
altri
anni
,
né
le
profezie
tentavano
lontanamente
d
'
avverarsi
,
in
vece
cresceva
non
la
promessa
messianica
,
ma
la
cupidigia
terrena
che
penetrava
dovunque
.
Il
sogno
della
grandezza
terrena
era
succeduto
a
quello
del
millenarismo
;
alla
Gerusalemme
celeste
si
veniva
sostituendo
la
Gerusalemme
terrena
.
Tutto
portava
in
sé
quest
'
impronta
:
Gesù
avea
detto
,
parlando
con
la
samaritana
,
che
sarebbe
venuto
giorno
che
Dio
si
sarebbe
adorato
in
ispirito
e
verità
;
ma
la
sua
religione
era
piena
d
'
un
culto
esterno
bello
,
artistico
,
ammaliatore
dei
sensi
,
quale
né
i
primi
cristiani
né
il
Iaevismo
aveano
conosciuto
;
Gesù
avea
cacciato
dal
tempio
i
falsarii
,
ma
la
simonia
appestava
la
mistica
vigna
,
che
più
ancora
?
i
primi
fedeli
aveano
fuggito
la
carne
ed
il
mondo
e
questo
vi
penetrava
nella
forma
più
seducente
del
vizio
artistico
e
del
paganesimo
;
l
'
antico
spirito
ario
,
fatto
di
godimenti
estetici
e
sensuali
,
trionfava
sull
'
ascetismo
;
ci
voleva
una
riforma
idealistica
,
consona
al
primiero
spirito
cristiano
e
questa
la
dovea
donare
il
genio
germanico
,
ch
'
è
così
intimamente
ideale
,
così
profondamente
raccolto
.
La
riforma
à
un
doppio
aspetto
:
in
alto
essa
è
fortemente
idealistica
,
si
innalza
fino
al
culto
libero
,
fino
all
'
adorazione
di
Dio
nel
proprio
cuore
,
come
tempio
che
l
'
uomo
porta
seco
.
Quando
,
in
una
fede
religiosa
,
manca
la
costrizione
del
culto
e
della
forma
,
essa
può
sollevarsi
,
di
espansione
in
espansione
,
fino
alla
concezione
di
Dio
,
per
discendere
all
'
umanità
,
formando
un
vero
panteismo
umano
,
e
questo
è
avvenuto
della
Riforma
quale
la
si
svolge
in
Inghilterra
ed
in
America
,
nelle
confessioni
più
alte
e
più
libere
,
nelle
menti
più
ardite
.
Ma
,
in
fondo
,
la
Riforma
non
è
che
un
movimento
economico
:
la
chiesa
avea
assunto
forma
feudale
:
il
feudo
era
la
forma
politico
dominante
,
e
la
chiesa
non
si
era
sottratta
a
questo
colore
del
tempo
,
a
questa
forza
plasmatrice
:
anzi
,
era
divenuto
il
feudo
più
possente
,
dal
quale
l
'
altro
l
'
impero
riceveva
l
'
investitura
:
avea
visto
a
'
suoi
piedi
,
a
Canossa
,
l
'
autorità
feudo
imperiale
e
nella
lotta
lunga
tra
guelfi
e
ghibellini
,
la
chiesa
avea
finito
per
trionfare
.
Però
,
all
'
ombra
del
feudo
imperiale
e
ecclesiastico
,
si
era
venuta
sprigionando
una
novella
forza
economica
,
la
borghesia
,
che
rompeva
del
feudo
e
la
forma
e
la
sostanza
,
e
che
come
tutte
le
quistioni
medioevali
pigliava
un
aspetto
religioso
.
In
Italia
essa
era
lotta
dei
comuni
liberi
,
in
Germania
diventò
la
Riforma
,
cioè
,
lotta
movente
dal
desiderio
di
negare
le
decime
alla
chiesa
,
disconoscendone
la
leggittimità
.
La
prima
lotta
della
borghesia
prese
aspetto
religioso
e
fu
diretta
contro
il
maggior
feudo
che
esistesse
in
Europa
,
la
chiesa
:
solo
più
tardi
,
quando
la
borghesia
divenne
più
evoluta
,
la
lotta
divenne
apertamente
politica
e
s
'
indirizzò
contro
i
due
ordini
feudali
:
nobiltà
e
clero
.
La
Riforma
parve
,
e
fu
,
coi
fatti
,
un
rinnovellamento
della
dottrina
di
Gesù
,
che
avveniva
per
virtù
delle
masse
nordiche
.
In
que
'
popoli
il
pensiero
e
la
vita
sono
affatto
collettivi
e
però
tutto
è
alto
,
immenso
e
durevole
:
nel
cristianesimo
il
fatto
non
era
nuovo
:
il
suo
sorgere
non
era
stato
che
un
'
opera
di
massa
,
dell
'
unica
massa
,
anzi
,
che
,
di
vivo
e
di
sano
,
esistesse
nell
'
impero
,
degli
schiavi
.
Mai
fino
a
quel
tempo
la
genialità
era
discesa
fino
alla
plebe
per
immillarsi
;
quel
che
sarà
il
carattere
delle
folle
moderne
,
cioè
la
genialità
diffusa
e
diffondentesi
per
opera
della
collettività
umana
,
ebbe
uno
dei
più
alti
esempi
nel
cristianesimo
primitivo
,
negli
schiavi
.
L
'
animo
loro
era
,
a
quei
tempi
,
l
'
unica
cosa
che
la
corruzione
non
avea
toccato
affatto
o
avea
toccato
di
meno
.
Tranne
e
liberti
e
cinedi
,
essi
erano
quanto
di
vivo
esisteva
ancora
,
l
'
unica
classe
ancora
capace
di
virtù
.
Essi
portavano
,
in
mezzo
alla
degenerazione
della
razza
,
una
sorgente
d
'
energia
inesauribile
,
formata
da
quegli
uomini
liberi
caduti
in
ischiavitù
,
che
del
passato
aveano
e
il
ricordo
e
l
'
irrequietezza
.
Era
un
elemento
perturbatore
che
si
aggiungeva
a
fomentare
le
impazienze
,
rese
più
forti
da
'
più
crudeli
trattamenti
,
che
si
andavano
escogitando
ogni
giorno
di
più
.
La
schiavitù
era
un
vasto
mondo
,
un
sottostrato
sociale
complesso
,
percorso
da
varie
correnti
,
agitato
da
varii
sentimenti
,
come
un
popolo
d
'
un
multiforme
carattere
etnico
:
accanto
allo
schiavo
millenario
,
al
discendente
dei
primi
popoli
soggiogati
dalla
conquista
e
che
la
lunga
degenerazione
aveva
reso
curvo
sin
da
sembrare
ad
Aristotile
uomo
d
'
altra
razza
,
erano
i
liberi
divenuti
schiavi
,
vero
elemento
sobillatore
:
accanto
al
romano
e
al
greco
,
civili
,
raffinati
,
di
quella
civiltà
che
aveano
appreso
da
liberi
o
ch
'
era
scesa
sino
allora
nel
contatto
,
per
quanto
rado
e
guardingo
,
con
la
classe
alta
,
vivea
il
germano
mezzo
barbaro
,
ma
audace
,
vigoroso
,
avido
di
libertà
;
vi
erano
gli
schiavi
colti
:
medici
,
pedagoghi
,
letterati
;
gli
artisti
,
dediti
al
suono
o
al
canto
o
al
ballo
,
vi
erano
i
gladiatori
o
i
guerrieri
;
vi
erano
in
fine
gli
schiavi
pertinenti
alle
modeste
famiglie
patrizie
nelle
quali
era
penetrata
una
pietà
nuova
,
sconosciuta
al
mond
o
romano
,
un
ardore
sincero
della
virtù
,
un
bisogno
d
'
una
religione
più
alta
e
nelle
quali
si
venia
infiltrando
,
per
mezzo
dei
Sirï
che
traevano
a
Roma
,
il
monoteismo
orientale
.
Gli
stoici
si
erano
innalzati
al
concetto
della
solidarietà
umana
e
questo
dovea
certamente
penetrare
,
ora
in
modo
confuso
,
ora
no
,
fino
a
quel
basso
mondo
di
schiavi
e
come
avviene
oggi
che
,
anco
nei
paesi
poco
colti
,
le
novelle
teorie
sociali
che
più
commovono
gli
animi
arrivano
,
non
ostante
l
'
ignoranza
,
fino
alle
plebi
;
così
un
'
eco
di
quel
vasto
clima
storico
d
'
aspettazione
,
di
sconforti
,
di
speranze
arrivava
sino
a
loro
e
ne
formava
il
contenuto
morale
e
li
stringeva
in
sieme
colla
pressura
economica
in
solidarietà
,
in
associazioni
di
mutua
sepoltura
,
dove
i
vinti
del
mondo
potessero
almeno
godere
la
pace
del
nulla
.
Quando
a
Roma
e
in
Grecia
la
suggestione
della
forza
avea
imperato
,
gli
schiavi
ne
aveano
inteso
gli
stimoli
ed
aveano
conteso
col
vincitore
la
libertà
:
la
loro
era
stata
lotta
brutale
,
senza
altro
fine
che
liberare
sé
stessi
dalla
schiavitù
e
calcarla
sul
capo
agli
altri
.
La
scienza
non
avea
rischiarato
quelli
morti
lugubri
e
,
vinti
,
la
schiavitù
era
piombata
più
grave
.
I
tempi
nuovi
aveano
modificato
l
'
antica
tendenza
della
liberazione
con
la
forza
,
illuminata
dall
'
odio
selvaggio
,
sostituendovi
,
in
vece
,
il
concetto
d
'
una
liberazione
dovuta
ad
un
addolcimento
di
costumi
,
alla
pietà
,
all
'
amore
;
alla
liberazione
con
la
forza
al
metodo
rivoltoso
si
era
venuto
sostituendo
il
metodo
evolutivo
dell
'
innalzamento
graduale
mercé
i
sentimenti
più
buoni
dell
'
animo
umano
.
Il
cristianesimo
conteneva
questi
concetti
:
Gesù
avea
predicato
l
'
eguaglianza
,
avea
inveito
contro
la
ricchezza
,
avea
esaltato
gli
umili
:
tutto
rispondeva
,
nella
sua
opera
e
nella
sua
vita
,
all
'
animo
popolare
:
la
scelta
dei
discepoli
,
la
sua
dottrina
facile
,
piana
,
ricca
d
'
insegnamenti
e
in
fine
la
suggestione
della
sua
morte
,
la
morte
del
giusto
,
così
simile
a
quella
di
molti
di
loro
,
onde
tutto
dovea
far
sì
che
il
suo
insegnamento
dovesse
diventare
la
loro
religione
.
Nell
'
evangelo
era
ben
detto
:
obbedite
a
'
vostri
padroni
con
terrore
e
con
timore
,
ma
non
era
questo
un
consiglio
di
prudenza
?
con
la
forza
che
poteano
concludere
,
che
non
fosse
stato
un
novello
dolore
?
La
redenzione
dovea
venire
,
ma
dal
mondo
di
là
e
,
quando
ogni
redenzione
terrena
parea
morta
,
non
era
una
sorgente
di
forza
morale
quella
ricompensa
,
l
'
unica
ricompensa
,
promessa
a
chi
,
fin
quella
,
si
vedea
negata
?
se
erano
gli
ultimi
sulla
terra
,
ben
erano
i
primi
dinanzi
a
Dio
?
Dalla
tristezza
del
presente
l
'
uomo
si
è
sempre
rifuggiato
nell
'
ideale
e
di
là
à
attinto
nuova
lena
a
modificare
un
presente
ben
triste
e
,
in
apparenza
,
immodificabile
:
così
fecero
quegli
schiavi
!
E
gli
schiavi
dettero
al
cristianesimo
la
diffusione
orale
,
l
'
unica
da
'
tempi
permessa
,
e
la
suggestione
del
martirio
:
nel
martirio
si
disvela
la
passionalità
unilaterale
,
ma
grande
di
quegli
uomini
,
cui
il
senno
romano
avea
negato
la
personalità
umana
;
e
i
quali
ripeteranno
a
milioni
l
'
eroismo
di
Gesù
sulla
croce
e
testimonieranno
,
in
sieme
col
maestro
,
della
grandezza
della
natura
umana
,
ascosa
nell
'
umiltà
della
nascita
.
A
'
Romani
parea
la
loro
morte
vile
damnum
,
perché
non
comprendono
come
quei
poveri
schiavi
dovranno
smagliare
,
ad
uno
ad
uno
,
gli
anelli
,
della
grandezza
quirita
e
come
il
valore
degli
avi
cadrà
dinanzi
all
'
eroismo
umile
e
rassegnato
di
quei
martiri
.
Il
primitivo
cristianesimo
è
tutto
pieno
di
loro
,
che
si
stringeranno
in
un
partito
organizzato
e
forte
,
che
diffonderanno
gli
evangeli
,
che
inizieranno
il
martirologio
e
scaveranno
le
catacombe
,
faranno
sorgere
le
prime
arti
sacre
e
i
primi
tempï
,
inventeranno
un
gergo
cristiano
e
un
simbolismo
come
la
croce
,
il
pesce
,
l
'
alfa
e
l
'
omega
,
l
'
effigie
del
buon
pastore
ecc
.
,
creeranno
,
in
una
parola
,
un
vasto
mondo
affettivo
ed
ideale
.
Lo
stato
dette
al
cristianesimo
,
in
due
momenti
diversi
,
due
cooperazioni
differenti
,
la
prima
volta
,
perseguitandolo
,
accrebbe
il
fascino
delle
persecuzioni
che
sempre
,
in
ogni
tempo
,
finiscono
per
far
trionfare
quell
'
idea
che
tentano
di
sommergere
nel
nulla
;
in
un
secondo
tempo
,
dette
il
riconoscimento
legale
,
il
danno
più
grave
che
sia
stato
mai
recato
alla
dottrina
di
Gesù
.
Il
cristianesimo
era
stato
,
in
fatti
,
una
società
comunistica
:
non
già
che
negli
Evangeli
ciò
fosse
detto
espressamente
,
ma
dovunque
i
primi
cristiani
si
erano
venuti
formando
,
aveano
dato
alle
prime
comunioni
una
forma
strettamente
altruistica
.
L
'
egoismo
era
apparso
così
grave
che
ne
era
nata
la
leggenda
di
quel
tale
,
morto
a
'
piedi
di
Pietro
per
aver
tentato
di
celare
parte
dei
suoi
averi
,
in
vece
di
donarli
a
'
poveri
.
Fosse
stato
vero
o
falso
il
fatto
;
si
fosse
trattato
d
'
una
morte
casuale
improvvisa
,
ed
interpetrata
poi
come
castigo
divino
o
si
fosse
trattato
,
in
vece
,
d
'
una
vera
invenzione
;
è
certo
che
il
cristianesimo
assunse
,
nei
primordii
,
una
forma
comunistica
.
Ma
,
quando
lo
stato
concesse
il
proprio
riconoscimento
,
quando
molti
vi
si
convertirono
per
ragioni
politiche
,
il
comunismo
urtava
siffattamente
lo
spirito
egoistico
da
non
potersi
permettere
più
oltre
ch
'
esso
sussistesse
e
improntasse
la
dottrina
cristiana
ed
in
s
ua
vece
si
escogitò
il
debitum
legale
dell
'
elemosina
,
cioè
il
permesso
sì
di
tener
tutto
,
purché
si
desse
a
'
poveri
quod
superabat
.
Da
questo
momento
,
chiesa
e
stato
formarono
una
cosa
sola
:
la
chiesa
cominciò
a
vivere
di
cupidigie
terrene
e
fu
una
delle
forze
più
incombenti
sulla
libertà
e
sul
pensiero
.
La
religione
pagana
non
avea
esercitato
nulla
di
simile
mai
,
essa
non
era
stata
né
con
i
poveri
,
né
contro
di
essi
,
a
mantenere
la
schiavitù
era
bastata
la
forza
;
ma
fin
da
ora
la
religione
di
Gesù
nelle
sue
varie
forme
,
cattolicismo
e
protestantesimo
,
diventerà
uno
dei
più
forti
poteri
contro
ideali
o
ucciderà
,
in
germe
,
le
sue
future
evoluzioni
.
Essa
s
'
innalzerà
a
potenza
terrena
,
ma
cesserà
di
essere
la
rocca
salda
delle
aspirazioni
umane
:
porterà
,
è
vero
,
negli
ordini
sacerdotali
come
tante
vie
aperte
a
che
l
'
umile
si
innalzi
fino
al
vertice
della
posizione
religiosa
;
terrà
in
mano
lungo
tempo
le
coscienze
;
spargerà
col
dittamo
della
carità
consolazioni
sopraumane
;
ma
il
suo
carattere
liberatore
dalla
schiavitù
è
finito
per
sempre
,
la
schiavitù
di
cui
parleranno
sarà
quella
del
demonio
e
della
carne
,
che
preparerà
alle
rassegnazioni
ed
a
ll
'
ascetismo
.
Ma
,
a
misura
ch
'
essa
si
allontanava
dallo
spirito
plebeo
,
si
era
inteso
il
bisogno
di
nuovi
legami
che
ve
lo
legassero
indissolubilmente
,
di
quei
legami
ideali
che
talora
sono
così
forti
e
che
permettono
,
con
tenaci
e
novelli
adattamenti
,
una
lunga
durata
.
Uno
di
questi
si
era
venuto
lentamente
ed
inconsciamente
maturando
ed
era
lo
spirito
artistico
.
I
cristiani
si
erano
mostrati
d
'
un
vandalismo
e
d
'
un
negativismo
esagerato
di
tutta
l
'
arte
pagana
;
come
accade
nei
monopassionali
,
a
loro
quell
'
arte
splendida
era
parsa
come
un
solo
e
grande
peccato
,
come
la
tela
ordita
dalla
carne
,
per
perdere
l
'
anima
e
l
'
aveano
fortemente
ripudiata
.
Ma
portavano
in
sé
tutto
il
contenuto
passionale
che
dovea
donare
un
'
arte
novella
:
la
vita
di
Gesù
e
il
vasto
martirologio
,
l
'
assorbimento
ascetico
,
il
dolore
universale
che
si
rifletteva
in
loro
,
erano
un
contenuto
artistico
solenne
,
al
quale
non
mancava
altro
che
la
forma
e
questa
venne
.
E
già
,
nelle
catacombe
,
rivi
ve
ancor
quella
prima
rozza
arte
cristiana
:
nell
'
epigrafi
lapidarie
vi
è
come
una
lirica
solenne
e
grave
che
s
'
innalza
da
questo
basso
mondo
e
sale
fino
a
Dio
:
il
pensiero
diventa
d
'
una
dolcezza
ineffabile
;
i
morti
dormono
nel
Signore
e
in
lui
risorgeranno
;
il
loro
riposo
è
quiete
;
essi
sono
dolcissimi
,
amatissimi
,
rivivranno
negli
astri
.
Tutto
è
dolce
,
commovente
come
l
'
addio
d
'
una
madre
,
pieno
di
fascino
come
il
bacio
d
'
una
vergine
.
E
dove
nelle
catacombe
,
gli
anditi
si
allargano
,
per
formare
le
cappelle
si
veggono
i
primi
affreschi
,
le
prime
effigie
di
Gesù
,
i
primi
simboli
.
L
'
arte
cristiana
era
sorta
e
dovea
espandersi
come
l
'
ombra
d
'
un
albero
di
fioritura
meravigliosa
,
sorsero
,
fra
breve
,
i
tempi
,
i
canti
,
la
musica
sacra
,
la
scoltura
,
la
pittura
.
Il
genio
etnico
germanico
o
latino
o
slavo
portò
in
ognuna
di
queste
manifestazioni
un
'
impronta
propria
.
L
'
arte
più
bella
,
più
mondana
donò
tele
meravigliose
,
di
cui
di
cristiano
non
vi
è
che
il
tono
:
Raffaello
cercò
le
sue
madonne
in
Trastevere
,
Michelangelo
studiò
a
lungo
sull
'
uomo
il
suo
Moisè
,
Dante
cantò
,
nell
'
inferno
,
le
passioni
del
suo
tempo
e
della
sua
vita
di
profugo
,
Petrarca
innalzò
le
sue
liriche
religiose
con
quella
stessa
lingua
adusata
a
cantar
di
Laura
.
L
'
arte
antica
,
l
'
arte
di
Prassetele
e
di
Virgilio
,
ritornò
a
brillare
sullo
spirito
ario
e
fu
mondana
e
religiosa
in
sieme
,
anzi
più
mondana
che
religiosa
ed
ebbe
il
merito
di
educare
i
sensi
di
quegli
antichi
figli
di
Grecia
e
di
Roma
,
legandoli
a
sé
,
facendoli
dimentichi
del
presente
,
innalzandoli
con
l
'
arte
in
sino
a
Dio
in
un
'
estasi
beata
:
ancora
una
volta
il
cielo
fu
scordato
per
la
terra
.
E
quando
come
nel
secolo
nostro
la
letteratura
cristiana
pare
finita
,
sopravvive
come
critica
ed
esegesi
storica
nelle
pagine
brillanti
dell
'
ingegno
che
meglio
rispecchiò
il
pensiero
semita
e
cristiano
,
del
Rénan
.
Il
cristianesimo
portò
con
sé
una
larga
infuturazione
storica
,
grazie
alla
quale
esso
poté
in
momenti
diversi
vivere
d
'
una
vita
giovane
,
nuova
,
consone
a
'
tempi
.
Quando
uno
dei
suoi
aspetti
parve
vecchio
,
un
altro
se
ne
presentò
e
per
lungo
tempo
visse
,
donando
una
modernità
meravigliosa
di
dottrina
e
di
contenuto
.
Poté
così
imprigionare
a
sé
tanti
e
sì
diversi
popoli
,
essere
la
superstruttura
ideale
di
due
civiltà
:
medioevale
e
moderna
:
avere
una
universalità
non
solo
nel
pensiero
,
ma
nella
costituzione
ed
essere
,
per
tanto
tempo
,
il
fattore
principale
della
vita
del
mondo
.
Fu
è
vero
,
un
movimento
antiscientifico
:
lo
fu
dinanzi
alla
sapienza
pagana
che
condannò
e
distrusse
;
lo
fu
nei
suoi
fondatori
gli
schiavi
gente
di
nessuna
coltura
,
nella
gran
parte
;
lo
fu
ancora
perché
,
se
portò
nella
vita
il
concetto
d
'
una
missione
terrena
,
dell
'
eguaglianza
dinanzi
a
Dio
,
della
carità
che
terge
le
lagrime
e
non
ebbe
del
mondo
altro
che
un
falso
riflesso
,
pure
,
per
lungo
tempo
,
la
scienza
si
svolse
nel
suo
grembo
.
Il
pensiero
speculativo
dei
filosofi
naturali
fu
preceduto
dalle
investigazioni
teologiche
,
che
ne
furono
come
una
ginnastica
*
;
le
prime
meditazioni
positive
sorsero
nei
chiostri
,
Galileo
discoprì
in
un
tempio
la
legge
del
pendolo
.
E
quando
l
'
innovazione
scientifica
per
il
misoneismo
proprio
d
'
ogni
religione
venne
condannata
,
non
tardò
molto
a
ricevere
dalla
chiesa
un
tacito
consentimento
.
Il
cristianesimo
inteso
quale
religione
presentì
che
la
scienza
dovea
essere
il
soffio
che
l
'
avrebbe
dissipata
e
l
'
avversò
,
ma
quando
comprese
che
l
'
avversario
potea
nuocere
,
ch
'
era
ancora
in
tempo
di
guidare
,
infrenando
,
questa
misteriosa
forza
del
pensiero
,
l
'
accolse
fra
le
sue
braccia
come
figlio
prodigo
,
con
una
serie
di
adattamenti
meravigliosi
.
Il
cristianesimo
che
creò
un
'
arte
nuova
,
un
mondo
nuovo
,
non
poté
darci
una
scienza
novella
,
il
suo
fu
negativismo
scientifico
e
,
in
ciò
,
sta
la
sua
debolezza
.
CAPITOLO
IV
.
IL
SEGRETO
DEL
CRISTIANESIMO
Il
cristianesimo
ebbe
un
'
infuturazione
di
parecchi
secoli
,
godette
nel
suo
insieme
una
lunga
giovinezza
:
la
profezia
che
il
regno
di
Gesù
non
avrebbe
avuto
mai
fine
,
si
è
,
in
parte
,
avverata
e
non
,
come
potrebbe
apparire
,
per
aiuto
divino
,
ma
per
opera
meramente
umana
,
in
grazia
del
genio
ario
che
lo
pervase
in
tutti
i
punti
,
donandogli
,
come
a
'
vecchi
della
leggenda
,
un
'
eterna
giovinezza
.
Lo
spirito
ario
è
d
'
una
versatilità
meravigliosa
:
nel
lungo
ed
aspro
cammino
sociale
,
l
'
ario
dovette
piegare
il
suo
animo
a
mille
vicende
climatico
sociali
diverse
;
dovette
adattarsi
al
clima
rigido
della
Finlandia
,
la
divisa
del
mondo
ultima
Tule
,
come
la
chiamarono
i
poeti
,
e
al
clima
temperato
dell
'
Italia
o
al
tropicale
della
Sicilia
;
divenne
navigatore
ardito
o
montanaro
intrepido
;
contese
il
pane
alla
ingratitudine
delle
roccie
o
,
come
nell
'
Olanda
,
contese
,
lungamente
,
al
mare
il
suolo
sul
quale
abita
e
poi
fu
in
contatto
di
popoli
diversi
:
di
fenicï
,
d
'
arabi
,
di
egiziani
,
di
negri
ed
ereditò
dai
popoli
estinti
dell
'
oriente
o
fermati
a
mezzo
del
cammino
sociale
,
la
primeva
civiltà
.
Da
questa
varietà
di
fatti
storici
e
di
vicende
etniche
,
gli
arii
acquistarono
una
pieghevolezza
ed
una
versatilità
di
spirito
sorprendente
che
li
fece
capaci
d
'
un
largo
avvenire
e
di
salire
nel
culmine
più
alto
della
umana
famiglia
.
Il
cristianesimo
venne
a
tal
punto
che
lo
spirito
ario
si
era
completamente
formato
ed
ebbe
,
nella
varietà
degli
speciali
rami
che
dall
'
altipiano
dell
'
Himalaya
vennero
in
Europa
,
tutti
i
segreti
e
riposti
caratteri
,
che
le
dettero
non
solo
una
larga
estensione
,
ma
una
lunga
infuturazione
.
Fu
come
un
molle
strato
di
cera
sulla
quale
ogni
popolo
lasciò
la
sua
impronta
,
facendone
la
più
variata
creazione
che
sia
mai
uscita
dallo
spirito
umano
.
Il
genio
greco
donò
al
cristianesimo
la
sottigliezza
filosofica
,
una
dote
di
pensiero
dacadente
,
la
quale
non
fu
capace
d
'
alcuna
infuturazione
storica
;
per
converso
,
il
genio
latino
gli
dette
quella
ch
'
era
stata
sempre
sua
dote
,
una
forte
unità
di
dottrina
e
di
struttura
.
In
fatti
,
il
latino
non
ebbe
che
una
sola
impronta
di
pensiero
,
propria
ed
originale
;
e
fu
la
concezione
del
giure
espressa
in
una
forma
laconicamente
rigida
e
chiara
,
come
il
carattere
romano
,
semplice
,
ma
ferreo
.
Nessun
popolo
si
era
innalzato
ad
un
pensiero
,
così
netto
e
deciso
,
espresso
in
forma
apidea
;
né
avea
mai
saputo
così
organizzarsi
fortemente
;
ora
,
quando
la
grandezza
politica
romana
decadde
,
portò
nel
cristianesimo
il
suo
genio
,
innalzandolo
ad
una
precisione
dommatica
e
ad
una
costituzione
non
mai
raggiunta
altrove
.
Il
cattolicismo
che
fu
appunto
la
forma
che
il
cristianesimo
assunse
nel
pensiero
latino
fu
una
formazione
storica
di
tutto
il
medio
evo
,
cementata
così
fortemente
che
,
ancora
dopo
tanti
secoli
,
resiste
agli
assalti
del
libero
pensiero
come
le
antiche
mura
di
Roma
che
resistono
agli
strazi
del
tempo
o
la
maestà
del
Coliseo
che
sfida
ancora
i
secoli
.
Nell
'
ambito
dello
stesso
ramo
neolatino
,
ognuno
dei
diversi
popoli
,
e
francese
e
spagnuolo
,
dette
una
impronta
propria
:
lo
spagnuolo
dette
il
fanatismo
feroce
,
la
religione
fatta
strumento
di
lotta
di
razza
,
di
odio
nazionale
e
che
grava
sul
pensiero
come
una
cappa
di
piombo
.
Nell
'
Escuriale
,
in
quella
massa
fredda
e
tetra
,
è
racchiusa
l
'
immagine
sensibile
di
quel
cattolicismo
cupo
e
feroce
,
in
cui
Dio
s
'
adora
per
opera
dell
'
Inquisizione
e
il
pensiero
si
purifica
negli
auto
da
fè
.
Tutto
è
bieco
e
triste
in
questa
concezione
ed
in
questa
creazione
dello
spirito
spagnuolo
;
la
vita
vi
si
assomiglia
ad
un
funerale
che
vi
si
canti
,
ancora
in
vita
,
come
la
pazza
fantasia
di
Carlo
V
seppe
per
sé
stesso
ideare
;
voi
sentite
che
quella
superstruttura
ideale
non
potea
uscire
che
da
menti
malate
,
da
un
Filippo
II
,
parricida
,
da
un
Domenico
di
Gusman
,
criminale
,
da
un
popolo
esaurito
in
una
lunga
lotta
etnica
con
una
civiltà
splendida
,
ma
colante
sangue
,
con
un
popolo
fanatico
,
fatalista
e
sensuale
come
i
servi
di
Allah
,
da
un
popolo
educato
lungamente
alla
guerra
.
Da
questo
strano
e
cozzante
contatto
etnico
,
uscirono
la
Inquisizione
e
l
'
ordine
dei
Domenicani
,
che
fecero
rivivere
e
superarono
la
legge
iavetica
,
pur
così
triste
feroce
.
Lo
spirito
francese
dette
al
cristianesimo
il
giocondo
scetticismo
,
il
volterrianismo
cattolico
,
che
vede
tutto
,
che
sa
esprimere
tutto
in
forma
brillante
,
ma
senza
passione
;
la
percezione
chiara
,
ma
apatica
;
luminosa
,
ma
non
ardente
.
Nessuno
più
del
popolo
francese
vi
seppe
portare
la
credenza
ma
non
la
fede
piena
e
profonda
;
quella
credenza
piacevole
che
non
à
né
l
'
intimità
affannosa
tedesca
,
né
l
'
incrollabilità
latina
ed
è
come
uno
di
quegli
splendidi
palazzi
che
s
'
improvvisano
in
certe
occasioni
,
che
paiono
di
marmo
e
sono
di
tavole
;
che
paiono
monumenti
e
son
sorti
in
pochi
giorni
;
che
dànno
l
'
illusione
d
'
un
edificio
,
senza
esser
tali
.
Voltaire
che
ride
della
religione
e
che
trema
all
'
oscuro
è
il
tipo
del
carattere
francese
,
fatto
d
'
una
chiarezza
meravigliosa
di
vista
e
d
'
una
superficialità
di
sentimento
.
Il
tronco
germanico
dette
al
cristianesimo
una
intimità
di
pensiero
e
di
fede
,
pari
a
quella
dei
primitivi
tempi
.
L
'
animo
germanico
è
così
fatto
:
quel
clima
freddo
,
quelle
terre
desolate
,
battute
da
'
venti
contendono
all
'
animo
di
espandersi
,
come
accade
sotto
questo
bel
cielo
latino
e
tolgono
quell
'
agilità
meravigliosa
di
mente
così
propria
a
noi
razza
neolatina
.
L
'
unilateralità
è
il
suo
carattere
intellettivo
,
come
la
passionalità
profonda
e
chiusa
n
'
è
il
carattere
morale
.
Da
queste
due
doti
ne
viene
una
forza
di
mente
e
di
pensiero
,
poderosa
ma
non
espansiva
,
unilaterale
che
à
bisogno
di
raggrupparsi
per
ottenere
quella
larghezza
di
orizzonte
dell
'
individualità
psichica
latina
:
epperò
un
bisogno
di
supplire
con
la
tenacia
alla
mancanza
d
'
un
intuito
pronto
e
vivace
.
Là
tutto
è
pesante
,
tutto
organizzato
e
complesso
,
tutto
unilaterale
,
ma
per
compenso
è
d
'
una
penetrazi
one
più
profonda
,
d
'
una
intimità
più
piena
.
Uno
spirito
così
fatto
da
nessuna
cosa
è
più
turbato
che
dall
'
apparenza
che
cuopre
la
sostanza
e
l
'
annulla
e
dai
confini
che
impediscono
al
suo
pensiero
di
liberamente
espandersi
:
esso
à
il
bisogno
degli
orizzonti
ideali
nei
quali
trovi
compenso
alla
ristrettezza
materiale
degli
orizzonti
geografici
.
Nulla
è
,
in
fatti
,
tanto
avverso
alle
intimità
dello
spirito
,
quanto
lo
spettacolo
d
'
una
natura
libera
,
gaia
,
illuminata
da
un
eterno
sorriso
che
lascia
l
'
animo
divagare
per
l
'
etra
:
il
pensiero
greco
fu
tutto
esteriore
sia
perché
era
la
primavera
della
vita
,
sia
perché
tutta
la
natura
lo
rendeva
tale
.
Il
pensiero
teutonico
è
,
completamente
,
diverso
dal
pensiero
latino
e
quando
fisò
l
'
occhio
nel
cristianesimo
,
vi
cercò
lo
spirito
informatore
:
sentì
il
grave
ed
il
pesante
del
culto
,
della
parvenza
che
uccideva
lo
spirito
;
trovò
che
nelle
fonti
la
religione
di
Gesù
era
fatta
di
spirito
e
verità
;
che
era
sommamente
libera
da
ogni
autorità
;
che
il
cattolicisimo
era
una
stratificazione
maturata
nei
secoli
dal
genio
latino
.
Lo
stesso
testamento
antico
,
malgrado
l
'
aria
chiusa
e
grave
che
lo
domina
,
contiene
delle
sentenze
e
delle
massime
che
paiono
rispondere
a
quella
concezione
del
cristianesimo
primitivo
,
al
quale
si
volea
far
ritorno
:
e
non
era
egli
stato
detto
nella
legge
che
non
bisognava
farsi
immagine
di
cosa
alcuna
ch
'
è
sulla
terra
?
In
Italia
,
questa
terra
del
genio
isolato
,
tale
lavoro
intellettuale
di
riforma
era
stato
fatto
da
gente
che
la
chiesa
avea
condannato
per
eretici
,
ma
la
loro
voce
non
si
era
di
spersa
,
or
dunque
non
la
si
potea
risvegliare
con
la
certezza
che
non
sarebbe
caduta
nel
deserto
?
E
così
fu
che
nacque
la
Riforma
,
opera
esclusivamente
teutonica
e
che
segna
la
più
larga
infuturazione
storico
cristiana
,
dopo
o
accanto
al
cattolicisimo
.
Ma
,
se
il
pensiero
tedesco
dette
al
cristianesimo
l
'
intimità
ideale
e
la
libertà
di
discussione
,
il
genio
inglese
,
mezzo
celto
e
mezzo
teutonico
,
dona
un
più
largo
spirito
di
comprensione
,
una
più
larga
interpetrazione
delle
fonti
,
un
culto
più
evanescente
;
la
religione
di
Gesù
diventa
quella
di
ciascuno
spirito
che
cerchi
,
che
interroghi
le
sacre
carte
,
senz
'
altra
guida
che
l
'
animo
proprio
.
È
il
grado
estremo
del
libero
esame
fuor
del
quale
sta
la
religione
non
rivelata
che
gli
spiriti
colti
portano
in
sé
e
che
si
svolge
su
due
idee
cardinali
:
dio
in
tutto
,
il
panteismo
degli
spiriti
magni
da
Bruno
ad
Haeckel
,
e
l
'
umanità
.
Tal
'
è
la
concezione
anglo
sassone
del
cristianesimo
:
un
amore
che
da
Dio
discende
sino
agli
uomini
in
una
passionalità
indefessa
per
il
bene
,
in
un
bisogno
di
tergere
le
lagrime
e
di
lenire
il
dolore
,
sagrificando
sempre
sé
stesso
a
questo
alto
ideale
umano
:
ecco
la
grandiosità
di
questa
forte
razza
,
di
questi
veri
e
grandi
santi
dell
'
umanità
.
Non
è
la
passionalità
inerte
dei
nostri
santi
latini
,
non
la
carità
del
poverello
d
'
Assisi
,
ma
è
la
passionalità
attiva
e
feconda
,
furiosa
,
incalzante
come
quel
mare
che
flagella
gli
scogli
sui
quali
vivono
*
.
Il
pensiero
slavo
,
per
ultimo
,
portò
nel
contenuto
cristiano
un
sentimento
vivo
di
rassegnazione
,
di
resistenza
passiva
al
dolore
,
un
desio
della
quiete
solenne
della
morte
,
della
buona
morte
e
euthanasia
che
vale
a
sopportare
l
'
oppressione
teocratica
dello
czar
.
Là
tutto
è
diverso
dal
mondo
cattolico
latino
:
in
alto
lo
stato
chiesa
che
incombe
e
dà
l
'
aria
d
'
un
mondo
chiuso
ed
inerte
,
in
basso
un
popolo
adusato
al
dolore
e
al
quale
contrappone
una
rassegnazione
,
viva
e
feconda
,
attiva
,
senza
posa
,
che
valga
a
vincere
i
danni
opprimenti
della
teocrazia
:
i
numerosi
artel
sono
come
un
mondo
istintivo
vario
,
complesso
,
d
'
una
energia
popolare
feconda
,
che
quei
popoli
portano
seco
dalla
sopravvivente
forma
comunistica
e
ch
'
è
fatta
,
è
vero
,
d
'
alcune
doti
inferiori
,
le
quali
,
in
sieme
con
le
doti
superiori
del
carattere
,
fanno
percorrere
a
quei
popoli
che
entrano
,
allora
allora
,
nella
civiltà
lungo
cammino
,
giacché
niente
giova
di
più
quanto
questa
mescolanza
di
civiltà
e
di
barbarie
.
Un
popolo
tutto
civile
,
tutto
perfetto
,
d
'
una
sola
intonazione
psichica
è
sempre
dammeno
d
'
un
altro
fatto
di
doti
inferiori
e
superiori
in
sieme
*
.
Ma
,
la
versatilità
del
cristianesimo
non
si
è
,
per
anco
,
esaurita
e
,
dinanzi
a
gravi
problemi
odierni
,
esso
si
è
mostrato
capace
d
'
un
grande
adattamento
.
Di
fatti
,
il
nostro
secolo
à
portato
e
porta
nel
suo
seno
due
concezioni
,
ugualmente
importanti
:
da
una
parte
una
novella
concezione
positiva
del
mondo
,
dall
'
altra
la
questione
sociale
.
Il
nuovo
concetto
del
mondo
si
è
venuto
maturando
negli
ultimi
tempi
e
si
riattacca
alle
antiche
scuole
ioniche
ed
aleatiche
,
che
erano
assurte
fino
alla
concezione
meccanica
e
casuale
del
mondo
.
Con
essa
la
prima
parte
della
ricerca
filosofica
la
geogenia
e
l
'
astrogenia
era
compiuta
,
intorno
alla
seconda
l
'
antropogenia
,
la
posizione
del
problema
umano
,
molte
ardite
divinazioni
erano
state
fatte
da
quei
primi
filosofi
greci
.
Con
Socrate
s
'
inizia
la
ricerca
antropogenetica
;
però
,
morto
lui
,
il
motto
della
sua
scuola
:
"
il
conosci
te
stesso
"
assume
,
vece
del
primo
significato
scientifico
,
uno
quasi
religioso
.
Platone
introduce
nel
pensiero
speculativo
greco
l
'
idealismo
che
già
,
come
piccolo
germe
,
si
contenea
nel
dinamismo
antico
:
a
che
accennava
,
adunque
,
quella
forza
fuori
degli
atomi
,
ma
che
pure
li
muoveva
?
non
era
forse
la
materia
scompagnata
dalla
forza
?
Il
doppio
indirizzo
positivo
ed
idealistico
si
prolunga
ancora
e
ricompare
nel
chiudersi
del
mondo
romano
:
da
una
parte
Epicuro
,
Lucrezio
,
che
ritornano
al
positivismo
primevo
del
pensiero
greco
;
dall
'
altra
,
gli
stoici
che
parlano
del
mondo
fatto
d
'
una
sostanza
materiale
e
del
fuoco
,
di
cui
le
psiche
individuali
non
sono
che
delle
particelle
e
che
un
giorno
divamperà
nel
mondo
:
igni
natura
renovatur
integra
!
Il
medio
evo
segna
la
prevalenza
di
tutta
la
teogenia
e
geogenia
semitica
sul
pensiero
positivo
antico
:
l
'
esameron
mosaico
chiude
ogni
speculazione
filosofica
sul
come
e
sul
donde
:
ogni
investigazione
in
essa
comincia
e
finisce
.
Ci
è
bisogno
che
il
Rinascimento
venga
perché
si
presentino
alla
mente
i
diversi
indirizzi
filosofici
con
quali
si
era
chiuso
l
'
età
antica
e
cioè
,
da
una
parte
,
il
pensiero
monistico
e
dall
'
altra
il
pensiero
dualistico
cristiano
.
Ma
,
con
il
Rinascimento
,
comincia
il
vasto
e
vertiginoso
processo
scientifico
:
navigatori
arditi
sorpassano
le
colonne
d
'
Ercole
;
Galileo
guarda
nel
cielo
e
trova
che
la
terra
si
muove
;
nelle
università
italiane
,
si
osa
dissezionare
il
corpo
umano
;
intelletti
sommi
,
come
Leonardo
da
Vinci
,
coltivano
le
scienze
esatte
e
sono
,
ad
un
tempo
,
scienziati
ed
artisti
;
crescono
i
commerci
e
l
'
industre
e
una
folla
di
filosofi
naturalisti
osa
innalzarsi
ad
una
novella
concezione
dell
'
universo
.
Satana
che
rappresenta
il
pensiero
scientifico
trionfa
:
non
invano
per
tutto
il
medio
evo
,
à
tormentato
il
pensiero
dei
frati
,
costringendoli
a
dire
che
essi
credono
appunto
perché
assurdo
:
credo
quia
absurdum
.
La
chiesa
innalzerà
contro
i
pensatori
il
rogo
,
ma
le
ceneri
,
disperse
al
vento
,
saranno
un
fomite
di
libero
pensiero
,
fino
a
che
il
Comte
,
a
'
giorni
nostri
,
tenterà
la
ricostruzione
statica
di
tutto
i
l
sapere
,
completandolo
.
Ma
la
scienza
non
è
sola
concezione
statica
del
mondo
,
è
ancora
dinamica
.
Laplace
e
Herscell
discoprono
la
nebulosa
primitiva
e
studiano
come
da
essa
procedano
gli
astri
e
la
terra
;
Kant
,
Goethe
,
Geoffroy
de
Saint
Hilaire
,
di
contro
a
Cuvier
,
affermano
che
le
specie
evolvono
,
le
une
dalle
altre
;
Carlo
Lyell
discopre
,
di
contro
alla
dottrina
dei
cataclismi
,
la
teoria
delle
variazioni
lente
ma
continue
del
suolo
;
Lamark
,
nella
sua
filosofia
zoologica
,
studia
l
'
adattamento
e
l
'
influenza
,
del
mezzo
sulla
specie
e
ne
trae
la
conclusione
che
gli
organismi
animali
si
succedono
in
fino
all
'
uomo
;
Wallace
e
Darwin
studiano
l
'
altro
fattore
dell
'
evoluzione
:
la
lotta
per
l
'
esistenza
con
il
trionfo
del
più
adatto
;
il
padre
Secchi
compone
in
unità
le
forze
fisiche
;
Spencer
in
ultimo
applica
alla
società
il
concetto
evoluzionistico
ed
analogico
,
mentre
Marx
ed
Engels
discoprono
nella
storia
il
determinismo
.
Il
pensiero
dinamico
è
compiuto
ed
è
tutto
una
negazione
della
concezione
mosaica
:
il
nostro
sistema
solare
non
era
che
una
nebulosa
da
cui
si
sono
distaccati
,
ad
uno
ad
uno
,
i
pianeti
e
della
quale
il
sole
è
il
centro
più
coeso
.
La
terra
è
uno
di
questi
pianeti
che
attraversò
una
doppia
fase
:
una
astrale
,
incandescente
,
luminosa
ed
una
altra
planetaria
,
di
raffreddamento
,
per
il
quale
il
vapore
acqueo
si
precipitò
in
forma
liquida
nelle
vaste
screpolature
della
corteccia
terrestre
.
E
in
fondo
a
'
mari
l
'
ossigeno
,
l
'
idrogeno
,
il
carbonio
,
l
'
azoto
e
il
solfo
,
combinandosi
,
sotto
alte
temperature
,
formarono
il
plasson
,
dal
quale
si
iniziarono
due
nuove
formazioni
,
come
due
linee
convergenti
in
basso
e
divergenti
in
alto
:
il
regno
vegetale
ed
il
regno
animale
,
fatto
ciascuno
di
forme
successive
,
legate
fra
loro
come
una
immensa
catena
di
cui
ciascuno
anello
somiglia
al
precedente
e
al
susseguente
.
Sul
vertice
di
questa
scala
ge
ologica
sta
l
'
uomo
;
e
quando
l
'
evoluzione
giunta
sino
a
questo
,
cessa
di
essere
morfologica
,
diventa
psichica
e
poi
sociale
e
storica
.
Di
fronte
alla
concezione
monistica
,
il
mosaismo
cadeva
vinto
:
vinto
nei
giorni
biblici
,
ne
'
pochi
secoli
attribuiti
alla
vita
del
mondo
,
nel
diluvio
universale
,
nell
'
uomo
creato
ad
immagine
e
somiglianza
di
Dio
,
nel
peccato
originale
di
Adamo
ecc
.
,
e
bisognava
,
o
capitolare
,
rinunciando
a
tutto
il
vecchio
testamento
,
o
adattarsi
e
questo
fece
la
dottrina
cristiana
con
un
tatto
ed
un
accorgimento
abbastanza
raro
.
Il
cattolicesimo
continuò
a
mantenere
viva
la
tradizione
biblica
,
mentre
permise
che
eletti
ingegni
tentassero
una
conciliazione
della
fede
con
la
scienza
e
lo
tentarono
poche
ma
colte
persone
in
Europa
,
mentre
in
America
,
dove
il
cattolicisimo
vive
d
'
una
forte
giovinezza
,
il
movimento
della
fede
verso
la
scienza
è
più
esteso
ancora
di
quanto
possa
parere
.
La
chiesa
riformata
,
che
à
in
sé
molto
più
d
'
elementi
vitali
che
non
la
confessione
cattolica
,
à
resistito
di
più
a
questa
concessione
della
fede
in
prò
della
scienza
,
sicché
il
movimento
evoluzionistico
teologico
è
meno
esteso
,
ma
non
per
questo
esso
conta
seguaci
di
men
dubbio
valore
,
specialmente
nei
grandi
scienziati
inglesi
che
inclinano
fortemente
al
teismo
.
L
'
altro
movimento
importante
verso
il
quale
il
cristianesimo
à
dovuto
pigliare
una
posizione
di
secondamento
e
di
adattamento
,
è
stato
la
questione
sociale
,
che
travaglia
tanto
il
nostro
secolo
e
la
nostra
civiltà
.
Il
fatto
non
è
nuovo
:
Leone
XIII
da
più
tempo
intende
l
'
animo
alla
quistione
sociale
,
e
,
a
più
riprese
,
ha
scritto
,
su
questa
,
encicliche
,
di
cui
alcuna
diffusissima
.
A
questo
movimento
Leone
è
trascinato
,
più
che
da
altro
,
dall
'
esempio
del
clero
oltramontano
,
che
,
da
un
pezzo
s
'
occupa
della
quistione
sociale
con
ardore
,
giacché
in
Italia
pochi
ancora
son
quelli
fra
'
prelati
,
che
della
quistione
non
hanno
non
che
competenza
,
ma
quella
tal
quale
conoscenza
di
cose
sociali
ed
economiche
,
oramai
indispensabili
ad
ognuno
.
Per
tal
fatto
accade
in
Italia
sentire
il
clero
dal
pergamo
scomunicare
intenti
e
dottrine
,
che
altrove
,
in
Francia
,
in
Germania
,
in
Inghilterra
,
sono
con
ardore
propugnate
da
ecclesiastici
di
fama
universale
,
quali
:
il
Ketteler
,
monsignor
Manning
,
monsignor
Gibbons
e
,
quel
che
più
,
soffragati
da
lunghe
e
numerose
citazioni
bibliche
,
da
squarci
dei
santi
padri
e
che
han
dato
luogo
ad
un
largo
movimento
sociale
cristiano
.
«
I
socialisti
cristiani
,
dice
un
acuto
e
simpatico
scrittore
di
cose
economiche
vogliono
riformare
la
società
in
nome
di
Dio
,
ma
non
per
questo
,
vogliono
che
la
riforma
sia
meno
radicale
e
meno
profonda
,
non
per
questo
esercitano
sui
loro
membri
una
attrazione
meno
intensa
»
.
In
questo
movimento
sociale
cristiano
illuminato
e
cosciente
,
la
chiesa
cattolica
ha
mostrato
una
superiorità
manifesta
sulle
comunioni
protestanti
,
ché
molto
più
larga
e
feconda
è
stata
l
'
iniziativa
della
prima
,
dovuta
in
gran
parte
allo
spirito
gerarchico
che
l
'
informa
e
all
'
unità
che
la
domina
.
Nei
due
movimenti
,
scientifico
l
'
uno
e
sociale
l
'
altro
,
cioè
nello
evoluzionismo
e
nel
socialismo
cristiano
,
la
chiesa
cattolica
ha
mostrato
,
grazie
alla
coltura
del
clero
dei
paesi
nordici
,
una
vitalità
insolita
e
ha
superato
di
gran
lunga
il
clero
protestante
.
Il
movimento
sociale
cristiano
è
stato
originato
dal
movimento
sociale
democratico
,
ond
'
esso
è
sorto
prima
là
dove
la
democrazia
sociale
ha
preso
piede
e
costituisce
uno
dei
fattori
politici
più
poderosi
della
vita
di
quelle
nazioni
.
Monsignor
Ketteler
,
anzi
,
che
forse
è
stato
uno
dei
primi
socialisti
cattolici
,
molto
ha
appreso
da
Lassalle
,
dal
messia
del
socialismo
,
come
lo
chiamano
i
lavoratori
di
Germania
;
quegli
che
,
in
pochi
anni
di
apostolato
,
ha
lasciato
così
larga
traccia
di
dottrina
e
di
fede
nel
popolo
.
La
critica
all
'
attuale
momento
economico
,
la
democrazia
sociale
cristiana
l
'
ha
presa
tutta
o
da
Lassalle
o
da
Marx
o
da
Engels
,
portandovi
un
ardore
incredibile
.
Leggendo
le
loro
prediche
o
i
loro
discorsi
,
vi
si
trova
un
'
audacia
insolita
di
pensiero
e
di
linguaggio
,
quanto
e
forse
più
che
nei
più
ardenti
scrittori
di
torti
economici
.
Né
l
'
opera
della
democrazia
sociale
si
è
arrestata
;
anzi
è
stata
seguita
da
un
lavoro
lungo
di
preparazione
intellettuale
con
sapore
schiettamente
religioso
.
La
Bibbia
è
stata
lungamente
compulsata
e
ricercata
per
sapere
quanto
di
aiuto
e
di
consiglio
avesse
potuto
dare
alla
questione
sociale
,
divisa
in
diverse
parti
e
studiata
competentemente
,
si
è
ricercato
quali
istituti
di
pacificazione
sociale
essa
contenga
,
quali
massime
di
comunismo
specie
nel
nuovo
testamento
essa
raccolga
e
la
invettiva
dei
primi
padri
della
chiesa
ha
flagellato
di
bel
nuovo
i
monopolizzatori
della
ricchezza
.
La
chiesa
,
come
si
sa
,
nel
suo
sorgere
,
usciva
dall
'
ebionismo
ebraico
,
il
messianismo
era
la
speranza
dei
poveri
,
il
profetismo
n
'
era
la
naturale
difesa
,
per
tali
fatti
il
cristianesimo
rimase
a
lungo
fino
al
riconoscimento
da
parte
dello
stato
la
dottrina
degli
umili
e
dei
poveri
,
con
carattere
apertamente
comunistico
,
ond
'
è
che
la
democrazia
sociale
cristiana
,
richiamandosi
al
comunismo
,
ritorna
alla
sua
naturale
sorgente
.
Sorta
adunque
la
democrazia
sociale
e
sospinta
dal
movimento
democratico
,
ha
aggiunto
al
movimento
un
aspetto
nuovo
e
prettamente
peculiare
:
mentre
il
socialismo
democratico
prescinde
da
ogni
condizione
subbiettiva
e
sostiene
le
proprie
idee
come
qualcosa
di
fatale
che
si
matura
da
sé
;
il
socialismo
cristiano
lo
sostiene
in
nome
di
Dio
,
riaccendendo
tutte
le
speranze
che
dalla
Bibbia
traggono
fondamento
.
Il
miglioramento
economico
che
dovrà
fare
scomparire
le
disuguaglianze
è
,
per
la
democrazia
sociale
cristiana
,
il
regno
di
Dio
che
viene
sulla
terra
,
allora
vi
sarà
un
solo
pastore
e
un
solo
gregge
e
il
lupo
pascolerà
con
l
'
agnello
:
è
un
nuovo
millennio
che
si
avvicina
fortificato
dalla
fede
e
dalla
scienza
.
Comune
così
il
fondo
scientifico
e
religioso
sul
quale
si
innalza
la
democrazia
sociale
,
diverso
n
'
è
il
fine
cui
tende
.
Alcuni
,
fra
cui
il
Manning
,
vescovo
di
Londra
,
arrivano
fino
al
collettivismo
;
altri
si
fermano
ad
una
legislazione
protettiva
dell
'
operaio
da
parte
dello
stato
;
altri
,
in
fine
,
ad
un
'
azione
puramente
morale
:
che
i
ricchi
dieno
a
'
poveri
,
che
con
i
fondi
delle
elemosine
si
facciano
casse
pensioni
ecc
.
,
che
tutti
,
si
ricordino
d
'
essere
figliuoli
di
Dio
ecc
.
V
'
è
così
nella
democrazia
cristiana
un
campo
conservatore
che
parte
da
questi
ultimi
e
arriva
man
mano
,
per
gradazioni
,
fino
ad
un
campo
prettamente
innovatore
.
Però
,
conservatori
o
non
,
essi
sono
accomunati
da
un
'
opera
attiva
ed
intelligente
sulle
masse
:
circoli
istruttivi
,
di
riposo
,
assicurazioni
,
casse
pensioni
ecc
.
;
nulla
è
trascurato
che
valga
a
riunire
gli
operai
,
renderli
coscienti
,
organizzarli
.
Sotto
questo
punto
,
la
democrazia
cristiana
è
d
'
una
attività
meravigliosa
,
in
tanto
più
,
in
quanto
fanno
fidanza
sul
sentimento
religioso
secolare
delle
masse
.
Un
altro
punto
caratteristico
della
democrazia
sociale
cristiana
è
questo
che
cioè
essa
non
solo
sorge
là
dove
il
movimento
sociale
è
inoltrato
,
ma
là
dove
non
è
riconosciuta
la
confessione
cattolica
come
religione
ufficiale
,
ond
'
essa
vive
e
si
agita
poco
nelle
nazioni
latine
e
giganteggia
ed
è
rigogliosa
nei
paesi
nordici
.
All
'
occhio
dello
studioso
positivista
questo
apparirà
un
fenomeno
di
conservazione
,
là
dove
la
chiesa
si
aduggia
all
'
ombra
dello
stato
,
dove
le
masse
non
son
compenetrate
da
etorodossia
,
inutile
diventa
ogni
movimento
diretto
alla
loro
conquista
.
È
il
bisogno
di
mantenere
un
ascendente
,
che
,
per
complesse
ragioni
,
tenta
di
sfuggire
,
che
sospinge
i
cattolici
da
oltre
alpe
ad
un
'
azione
d
'
organizzazione
e
di
propaganda
.
Finita
l
'
epoca
mistica
dei
popoli
,
un
solo
modo
rimane
di
tenerli
nell
'
orbita
della
chiesa
ed
è
quello
d
'
interessarsi
alla
loro
vita
economica
.
Ed
i
risultati
fino
ad
un
certo
punto
secondano
gli
sforzi
,
se
non
che
,
come
è
stato
ampiamente
notato
,
le
masse
disciplinate
dalla
democrazia
cristiana
,
passano
alla
democrazia
sociale
,
onde
l
'
opera
della
chiesa
si
risolve
talora
ad
effetti
diametralmente
opposti
a
quelli
cui
mirava
.
Fatto
del
resto
non
nuovo
,
giacché
,
come
riconobbe
lo
stesso
Bismark
,
la
legislazione
sociale
tedesca
il
così
detto
socialismo
di
stato
servì
come
un
pungolo
ed
una
spinta
ad
accrescere
le
fila
dei
democratici
.
La
democrazia
sociale
cristiana
appare
così
come
un
largo
e
maestoso
movimento
che
prende
capo
dalle
dottrine
marxiste
e
ad
esso
ritorna
;
ha
uomini
autorevoli
quali
Gibbons
,
Mannig
,
Ketteler
,
De
Curtins
,
De
Moun
,
Mejer
ed
altri
;
à
giornali
,
congressi
,
organizzazioni
e
si
estende
meravigliosamente
la
mercé
del
senno
e
dell
'
operosità
dei
capi
.
Lo
studioso
potrà
ricercare
quali
motivi
l
'
abbiano
fatta
sorgere
e
le
abbiano
dato
una
vitalità
rigogliosa
,
potrà
vedervi
,
ed
è
giusto
riconoscerlo
,
che
in
fondo
,
come
ogni
problema
sociale
,
risiede
su
di
un
interesse
economico
,
quello
cioè
di
conservare
l
'
ascendente
materiale
e
morale
della
chiesa
in
quei
punti
dov
'
è
scosso
;
ma
non
potrà
disconoscere
che
questi
uomini
che
ricercano
con
tant
'
amore
il
bene
degli
umili
,
che
ripongono
a
base
del
rinnovamento
economico
il
rinnovamento
religioso
e
morale
,
per
quanto
questo
siasi
mostrato
sempre
insufficiente
,
sien
o
persone
degne
d
'
ogni
stima
.
All
'
opera
loro
,
illimitata
e
saggia
,
si
deve
,
se
Leone
XIII
tolse
la
scomunica
contro
i
Cavalieri
del
lavoro
,
e
se
a
Londra
lo
sciopero
dei
facchini
di
porto
fu
sostenuto
con
ardore
;
all
'
opera
loro
si
deve
se
le
classi
colte
nella
parte
rimasta
credente
si
rivolgano
affettuosamente
alle
classi
misere
giacché
come
diceva
uno
di
essi
:
«
la
salvezza
della
società
sta
nel
vangelo
della
fratellanza
,
nel
vangelo
di
Cristo
.
Bisogna
inaugurare
il
regno
della
giustizia
,
perché
al
fondo
d
'
ogni
problema
sociale
,
esiste
un
torto
da
raddrizzare
*.»
CAPITOLO
V
.
LE
SOPRAVVIVENZE
DEL
CRISTIANESIMO
Il
cristianesimo
vive
ancora
in
molti
dei
suoi
aspetti
:
ma
in
altri
esso
è
una
pura
sopravvivenza
.
Le
formazioni
storico
sociali
son
così
fatte
che
,
dei
molti
e
varii
elementi
di
cui
sono
formate
,
alcuni
vivono
d
'
una
esuberanza
di
vita
,
altri
meno
:
alcuni
sono
caduchi
come
foglie
ingiallite
,
altri
,
come
l
'
ulivo
,
sono
dotate
d
'
un
verde
eterno
;
il
cristianesimo
non
si
è
sottratto
a
questa
legge
.
Certo
,
oggi
,
vive
del
cristianesimo
la
vasta
emozionalità
artistica
,
maturata
dai
secoli
nell
'
animo
ardente
di
migliaia
di
generazioni
e
che
il
genio
collettivo
ed
individuale
colsero
eternandola
o
nel
marmo
o
nel
canto
o
sulla
tela
o
nelle
note
solenni
e
gravi
dell
'
organo
.
L
'
arte
cristiana
è
un
misto
di
genialità
collettiva
ed
individuale
:
i
primi
affreschi
,
i
templi
,
i
primi
canti
sacri
sono
opera
collettiva
:
anche
quando
una
sola
mente
li
dettò
,
non
fece
che
esprimere
la
passionalità
collettiva
di
una
turba
di
credenti
.
Chi
ricorda
più
il
nome
di
quei
maestri
comacini
che
partivano
per
l
'
Europa
edificando
cattedrali
?
di
quelle
genti
nordiche
che
innalzarono
i
templi
nei
quali
l
'
animo
si
solleva
a
Dio
,
su
per
le
colonne
svelte
e
gli
archi
a
sesto
acuto
?
di
quei
facitori
di
arabeschi
,
di
trine
,
di
merletti
marmorei
,
delicati
così
che
paiono
fatti
con
l
'
alito
?
di
tutta
quella
architettura
religiosa
,
di
quei
primi
anni
,
delle
prime
melodie
sacre
,
chi
ricorda
il
nome
dell
'
autore
,
perso
in
mezzo
alla
folla
oscura
,
di
cui
lui
non
fu
che
un
interpetre
geniale
sì
,
ma
non
originale
?
Poi
,
su
questa
arte
di
genialità
collettiva
,
il
pensiero
ed
il
sentimento
riflesso
ànno
creato
la
propria
opera
geniale
sempre
,
ma
individuale
:
ogni
popolo
vi
à
lasciato
la
propria
impronta
ed
ogni
secolo
il
proprio
nome
,
ogni
genio
il
proprio
ricordo
,
facendone
come
opere
universali
in
cui
parla
tutta
l
'
anima
della
cristianità
,
in
cui
si
raccolgono
le
infinite
voci
cristiane
sparse
nel
tempo
e
nello
spazio
.
Quelle
son
opere
universali
,
sono
come
l
'
immagine
sensibile
della
cattolicità
;
e
dinanzi
a
queste
svariate
e
complesse
opere
d
'
arte
,
ancora
la
suggestione
cristiana
è
viva
,
l
'
emozionalità
è
possente
e
voi
ben
sentite
il
fascino
di
quell
'
arte
alla
cui
fede
,
forse
,
non
più
credete
.
E
ciascuna
à
una
suggestione
propria
:
la
prima
arte
delle
catacombe
vi
mette
nell
'
animo
un
non
so
che
di
triste
e
di
melanconico
;
quella
dei
grandi
pittori
è
lieta
o
triste
,
a
secondo
del
soggetto
che
vi
mette
dinanzi
;
quella
delle
opere
universali
,
nei
quali
si
accoglie
l
'
emozionalità
artistica
di
tanti
secoli
,
è
varia
e
solenne
.
Voi
tremate
dinanzi
all
'
Escuriale
,
gioite
dinanzi
ad
un
tempio
d
'
architettura
moresca
,
siete
preso
di
solennità
dinanzi
al
Vaticano
,
v
'
invade
una
gioia
pura
avanti
alla
Madonna
della
seggiola
;
il
duomo
di
Milano
vi
mette
le
vertigini
e
i
templi
gotici
vi
innalzano
sino
a
Dio
,
come
la
nota
d
'
un
organo
col
quale
si
accompagni
un
canto
solenne
e
grave
.
E
quando
dalla
scultura
,
dalla
musica
,
dalla
pittura
passate
all
'
arte
scritta
,
l
'
impressione
non
è
meno
variata
,
né
meno
ricca
di
emozioni
:
Dante
vi
colpisce
con
la
grandiosità
umana
dell
'
Inferno
;
Petrarca
con
la
dolcezza
delle
sue
liriche
religiose
;
Manzoni
dà
alla
fede
,
mite
ma
rassegnata
,
una
pace
ed
un
incanto
sovrumano
;
gli
evangeli
vi
beano
e
vi
fanno
rivivere
nell
'
idillio
di
Galilea
.
E
,
ancora
,
dopo
tanti
secoli
,
i
luoghi
dove
visse
Gesù
,
quei
laghi
tranquilli
,
quella
terra
dalle
notti
stellate
,
che
parlano
tanto
all
'
anima
,
quel
Golgota
,
in
mezzo
a
quegli
oliveti
,
tutto
mette
in
cuore
un
tormento
nuovo
e
strano
,
una
suggestione
viva
,
uno
charme
,
un
profumo
che
s
'
innalza
e
si
consacra
nell
'
arte
viva
e
possente
di
Ernesto
Rénan
ed
ànno
inebbriato
tanti
cuori
che
ben
la
intesero
,
se
non
la
scrissero
.
La
suggestione
artistica
cristiana
vive
ancora
,
dopo
che
l
'
animo
di
molti
si
è
allontanato
dalla
fede
viva
e
possente
:
noi
sentiamo
lo
strazio
dei
martiri
,
la
passionalità
viva
di
S
.
Agostino
,
lo
ardore
della
carne
degli
anacoreti
,
l
'
estasi
dei
santi
,
l
'
impeto
degli
eresiarchi
,
l
'
orrore
delle
lotte
religiose
:
noi
viviamo
ancora
del
vasto
mondo
cristiano
,
così
affannoso
,
così
variamente
passionato
.
Ridiamo
ancora
,
come
al
tempo
del
Rinascimento
,
della
sensualità
dei
frati
;
proviamo
lo
scetticismo
artistico
di
Leone
X
:
ci
infiammiamo
dell
'
ardore
ascetico
di
fra
Gerolamo
Savonarola
,
e
sentiamo
,
in
fine
,
che
se
quel
mondo
è
morto
come
fede
,
è
vivo
come
emozione
,
come
fonte
estetica
e
che
basta
il
ricordo
perché
ci
si
presenti
,
e
quando
non
l
'
interroghiamo
per
crederlo
,
lo
ricerchiamo
col
coltello
della
critica
,
per
sorprendervi
le
leggi
dell
'
umano
.
Ben
vi
è
qualcosa
ch
'
è
caduta
come
il
pensiero
sottilizzante
del
neo
giudaismo
o
fantasioso
del
neo
platonismo
;
vi
è
bene
qualcosa
d
'
immobile
come
muraglia
chinese
ed
è
la
patristica
che
si
prolunga
sino
alla
Summa
theologica
di
S
.
Tommaso
d
'
Aquino
;
vi
è
qualcosa
di
superato
ed
è
la
Riforma
;
in
una
parola
,
tutto
il
pensiero
speculativo
cristiano
è
ormai
definitivamente
morto
,
ma
il
pensiero
popolare
cristiano
sta
ancora
:
i
cicli
religiosi
dei
santi
,
della
vita
di
Gesù
,
dei
tre
regni
mistici
,
involti
nella
leggenda
,
vivono
ancora
al
pari
del
diavolismo
,
e
di
mille
fablieau
di
frati
procaci
,
amanti
della
carne
,
toccanti
strane
avventure
amorose
,
comiche
,
sebbene
ogni
anno
che
passa
,
la
vada
cancellando
e
pochi
anni
ancora
e
nessuno
lo
ricorderà
più
;
ma
ben
vive
,
negli
spiriti
popolari
incolti
,
il
germe
delle
novazioni
religiose
,
dell
'
epidemie
asceti
che
,
del
miracolo
,
del
soprannaturale
,
di
quella
concezione
errata
del
mondo
creazionistica
,
geoentrica
ed
antropocentrica
che
il
medio
evo
ed
il
cattolicismo
seppero
instillare
nelle
plebi
.
Tali
sopravvivenze
arcaiche
medio
evali
,
così
lontane
dalla
modernità
,
celano
un
gran
pericolo
sociale
,
potendo
,
quandocchesia
,
risorgere
e
mettere
in
pericolo
le
conquiste
della
civiltà
o
risolversi
in
moti
rivoltosi
e
criminali
.
Se
ci
è
ufficio
che
la
scienza
possa
compiere
,
questo
è
certamente
il
più
grande
e
più
benefico
e
consiste
nell
'
affrettare
l
'
evoluzione
sociale
in
basso
,
nel
sepellire
completamente
le
sopravvivenze
del
carattere
,
innalzando
la
psiche
delle
plebi
alla
concezione
odierna
della
vita
.
Le
forme
patologiche
cristiane
son
vive
e
forti
più
di
quanto
possa
credersi
ed
assumono
parvenze
e
contenuto
diverso
:
dove
,
come
in
Italia
,
in
Ispagna
domina
l
'
ignoranza
senza
la
gran
pressura
politico
sociale
,
rivive
una
forma
arretrata
di
cristianesimo
,
a
contenuto
egoistico
e
con
tendenze
criminose
.
Ma
quando
non
di
un
popolo
senile
,
ma
d
'
uno
quasi
appena
uscito
della
barbarie
,
si
tratti
,
qual
'
è
la
razza
slava
e
sulla
quale
incomba
un
potere
teocratico
sociale
più
opprimente
ancora
che
il
cattolicismo
e
d
'
intorno
lo
circondi
un
egoismo
duro
e
feroce
,
in
questo
clima
sociale
così
fatto
,
sorge
uno
squilibrio
psico
intellettivo
che
piglia
una
forma
nuova
sul
fondo
comune
religioso
che
circonda
tutto
.
Nascono
così
,
in
Russia
,
le
forme
settarie
religiose
,
neofile
,
con
contenuto
erotico
,
ora
positivo
,
ora
negativo
,
con
una
profusione
d
'
altruismo
e
talora
confinanti
con
la
criminalità
.
Da
noi
possono
rivivere
i
santuarii
e
l
'
apparizione
;
poté
esistere
il
Lazzarettismo
,
come
fatto
isolato
e
sporadico
,
ma
in
Russia
e
i
figli
di
Dio
e
i
Tolstoiani
,
e
gli
Skoptzi
e
Douchobortzi
vivono
e
si
espandono
e
santuari
e
sette
sono
l
'
indice
di
un
male
grave
e
profondo
,
d
'
un
arresto
fra
noi
nel
progresso
,
d
'
un
disquilibrio
in
Russia
.
La
civiltà
cammina
ma
porta
seco
la
passività
delle
forme
degenerate
ed
è
come
l
'
ombra
che
segue
il
corpo
;
il
cristianesimo
non
si
sottrae
a
questa
legge
,
esso
à
le
sue
estasi
e
le
sue
bassezze
:
estasi
sono
l
'
arte
,
il
sentimento
della
fratellanza
umana
,
la
versatilità
di
cui
il
genio
ario
l
'
à
dotato
;
le
bassure
sono
il
fanatismo
cieco
,
le
epidemie
psico
e
neuropatiche
a
fondo
religioso
che
vissero
nel
medio
evo
e
vivono
ancora
.
Il
cristianesimo
assunse
due
forme
principali
:
la
cattolica
e
la
protestante
,
le
quali
vivono
d
'
una
rigogliosa
vita
e
di
diversa
infuturazione
storica
.
Il
cattolicesimo
è
come
pensiero
e
come
costituzione
un
ciclo
,
un
periodo
chiuso
,
ma
ancora
forte
e
vivo
.
Esso
non
à
,
in
vero
,
speranze
di
futuri
svolgimenti
,
ma
à
,
in
compenso
,
una
stabilità
granitica
,
è
come
la
piramide
,
forte
,
maestosa
a
cui
i
secoli
àn
dato
vigore
e
solennità
.
Esso
ha
una
disciplina
ferrea
ed
è
come
l
'
armata
di
dio
in
terra
;
à
un
'
inflessibilità
di
dottrina
,
à
uno
spirito
di
conservazione
raro
.
Tutto
concorre
a
dargli
forza
:
la
tradizione
secolare
,
il
fascino
dell
'
arte
con
cui
s
'
incatenano
gli
animi
meridionali
,
passionatamente
esteti
e
la
possanza
degli
ordini
monastici
,
dove
gli
individui
s
'
annullano
per
immillarsi
e
dove
migliaia
di
donne
si
sagrificano
ad
un
solo
fine
,
la
grandezza
del
papato
;
à
il
fasto
in
tutto
,
nei
paramenti
sacri
dell
'
umile
parroco
fino
a
'
tesori
del
vaticano
.
Con
queste
doti
,
benché
non
porti
più
il
germe
di
nuove
evoluzioni
,
esso
vive
ancora
e
sebbene
nell
'
Europa
paia
come
invecchiato
,
nell
'
Americhe
,
vive
della
giovinezza
di
quel
mondo
nuovo
;
nelle
missioni
vive
del
fascino
dell
'
apostolato
;
fra
le
genti
nordiche
,
dell
'
idealismo
della
razza
.
Le
vicende
avverse
che
gli
àn
tolto
il
potere
temporale
,
gli
àn
donato
un
'
influenza
spirituale
ben
più
estesa
;
l
'
àn
come
rimodernato
;
gli
àn
,
come
,
donato
una
novella
purezza
,
mondandolo
e
rinnovellandolo
.
Il
protestantesimo
è
,
invece
una
forma
giovane
cristiana
:
esso
non
à
né
la
vetustà
né
la
organizzazione
del
cattolicesimo
,
ma
à
la
giovinezza
e
l
'
idealisimo
dei
popoli
tedesco
ed
anglosassone
nel
cuore
:
il
cattolicesimo
non
può
essere
che
religione
latina
,
come
il
protestantesimo
nordica
.
Tutto
gli
à
donato
quella
forte
razza
:
l
'
idealismo
alto
e
sereno
;
la
passionalità
del
bene
,
indefessa
,
continua
come
una
gran
meta
che
ciascuno
si
è
messo
dinanzi
e
verso
la
quale
cammina
,
senza
impazienza
o
sconforto
,
la
libertà
solenne
dello
spirito
.
La
riforma
è
una
libera
interpetrazione
della
mente
,
è
l
'
adorazione
di
dio
in
ispirito
e
verità
,
che
à
per
culto
e
per
tempio
l
'
animo
proprio
e
la
propria
aspirazione
,
ond
'
è
che
,
nelle
sue
forme
più
libere
,
si
eleva
fino
al
panteismo
e
confina
coll
'
umanità
.
Così
intesa
,
come
culto
libero
d
'
un
dio
,
come
sacrif
izio
completo
a
questa
immensa
famiglia
umana
,
essa
è
la
più
alta
e
la
più
autentica
interpretazione
dell
'
evangelo
.
Gesù
che
disse
mai
che
non
fu
l
'
amore
degli
altri
e
di
che
parlò
se
non
fu
di
Dio
,
unicamente
di
lui
?
Egli
non
conobbe
né
la
superstruttura
della
trinità
,
né
quei
dogmi
astrusi
e
sottili
che
il
neoplatonismo
creò
di
poi
.
È
avvenuto
,
così
,
adunque
che
i
grandi
scienziati
inglesi
sono
teisti
e
cristiani
;
che
Spencer
può
parlare
d
'
un
agnosticismo
moderno
,
d
'
un
innalzamento
della
fede
e
che
possano
dirsi
cristiani
,
perché
ànno
di
Cristo
quell
'
amore
universale
,
al
quale
,
per
il
passato
,
pochi
si
elevarono
e
che
forma
adesso
la
dote
dei
popoli
più
largamente
diretti
verso
l
'
avvenire
.
Questa
è
la
più
larga
infuturazione
del
cristianesimo
,
come
il
ricordo
più
vivo
e
suggestionante
è
di
quei
primi
cristiani
,
con
i
quali
tanto
si
va
rassomigliando
il
mondo
presente
.
Anche
allora
,
come
oggi
,
un
vasto
dolore
umano
ed
una
vasta
aspettazione
;
anche
allora
,
un
imperversare
d
'
uomini
e
di
cose
verso
quei
primi
credenti
,
anche
allora
i
funesti
presagi
d
'
una
novella
barbarie
;
ma
,
di
mezzo
allo
sconforto
,
nacque
per
opera
di
quegli
umili
una
nuova
civiltà
,
che
aspirando
al
cielo
,
conquistò
la
terra
.
La
loro
vita
rifulse
di
quanto
sacrifizio
poté
contenere
la
natura
umana
;
loro
seppero
vincere
,
perdonando
;
seppero
mostrare
che
la
somma
sapienza
sta
nel
perdono
e
del
maestro
seppero
imitare
il
sagrifizio
pieno
e
solenne
ed
oggi
di
loro
,
in
questo
ravvicinamento
ideale
delle
civiltà
,
rivive
il
ricordo
e
l
'
ammirazione
.
E
,
ogni
qualvolta
l
'
umanità
sentirà
il
bisogno
d
'
un
nobile
esempio
,
della
virtù
inerme
che
vince
,
volgerà
a
voi
il
suo
ricordo
,
a
voi
che
mostraste
fino
a
quale
altezza
celestiale
può
innalzarsi
la
bestia
umana
.
Di
tutto
il
mondo
cristiano
,
insieme
con
Gesù
,
voi
vivrete
nella
gloria
dei
secoli
;
quella
gloria
che
vi
promisero
i
cieli
,
ma
che
vi
ha
donato
la
terra
!
LE
"
ROMANZE
"
CAPITOLO
I
.
PSICHE
COLLETTIVA
E
FIABE
Alcune
formazioni
della
psiche
collettiva
hanno
tendenza
a
pietrificarsi
,
assumendo
forme
stabilmente
fisse
,
che
durano
lunga
pezza
,
anche
dopo
che
lo
stato
di
coscienza
,
dal
quale
nacquero
,
è
da
tempo
passato
.
Tali
forme
pietrificate
vivono
,
pur
quando
non
si
possono
più
comprendere
,
restando
come
forme
di
sopravvivenza
,
come
simboli
di
movimenti
psichici
che
né
ci
agitano
,
né
ci
affaticano
.
Sono
,
come
i
fossili
geologici
,
indizio
d
'
altre
faune
e
d
'
altre
flore
.
Il
Ribot
,
cui
si
deve
l
'
immagine
così
rispondente
al
vero
della
pietrificazione
di
certi
prodotti
psichici
,
non
ne
annovera
che
una
sola
specie
che
sia
tale
:
cioè
le
parole
ed
i
proverbi
le
forme
grammaticali
hanno
un
'
anima
ed
una
storia
che
bene
i
filologi
moderni
interpetrano
.
Nei
radicali
o
nelle
desinenze
,
nelle
forme
primitive
o
derivate
,
nella
struttura
monosillabica
o
agglutinante
o
flessiva
,
nella
caduta
o
nell
'
elisione
delle
consonanti
,
nell
'
addolcimento
o
nello
inasprimento
delle
vocali
,
ci
è
ben
più
d
'
un
fatto
filologico
;
ci
è
una
storia
etnica
,
ci
sono
derivazioni
e
parentele
di
popoli
,
ci
è
come
a
larghi
tratti
l
'
evoluzione
umana
.
Noi
sentiamo
,
come
,
per
esempio
,
nel
crescere
numerico
dei
vocaboli
vi
sia
un
accrescimento
di
pensiero
e
di
civiltà
;
di
certi
popoli
indoviniamo
date
abitudini
dal
numero
stragrande
di
determinati
sinonimi
;
comprendiamo
come
gli
arabi
,
che
aveano
trecento
vocaboli
riguardanti
il
cavallo
,
dovettero
essere
un
popolo
di
guerrieri
;
di
certi
selvaggi
indoviniamo
l
'
animo
dall
'
assenza
o
dalla
presenza
di
certe
voci
esprimenti
certe
idee
*
;
dell
'
evoluzione
dell
'
organo
visivo
noi
siamo
certi
,
pensando
come
,
nelle
lingue
più
antiche
non
vi
sieno
vocaboli
accennanti
a
certi
colori
;
dell
'
animo
dei
criminali
indoviniamo
i
moti
nascosti
dal
loro
gergo
.
Ma
,
in
sieme
con
queste
forme
psicologiche
pietrificate
,
altre
ve
ne
sono
quali
le
fiabe
quelle
che
noi
,
popoli
meridionali
d
'
Italia
,
chiamiamo
rumanze
,
dalle
lingue
nelle
quali
comparvero
e
dal
tempo
in
che
nacquero
.
Rumanze
perché
comparvero
e
furono
raccontate
,
quando
la
lingua
latina
si
corrompeva
negli
idiomi
volgari
:
spagnuolo
,
francese
,
rumeno
.
Ma
le
fiabe
non
sono
tutte
rumanze
:
sono
ancora
più
larghe
ed
estese
:
vi
sono
di
quelle
nate
nel
medio
evo
e
di
quelle
altre
che
sono
come
vestigia
del
mondo
pagano
;
di
quelle
che
rimontano
ancora
più
tardi
;
ma
,
qualunque
sia
la
data
e
l
'
origine
loro
,
il
nome
di
rumanze
le
comprende
tutte
,
sieno
esse
di
contenuto
diverse
.
La
critica
specialmente
letteraria
,
si
è
impadronita
di
esse
e
le
va
raccogliendo
:
in
Francia
,
in
Germania
,
in
Italia
altrove
le
fabliaux
,
le
rumanze
,
le
fiabe
sono
soggetto
di
uno
studio
lungo
ed
amoroso
,
più
però
dal
punto
di
vista
letterario
,
che
da
altro
*
.
Vi
si
cercano
e
le
fonti
e
le
primiere
forme
letterarie
,
o
,
come
fece
da
noi
il
Graf
,
nel
suo
libro
«
Il
Diavolo
»
e
nell
'
altro
sulle
leggende
medioevali
,
si
salva
dall
'
oblio
un
mondo
intellettivo
,
per
offrire
agli
studiosi
un
campo
di
ricerche
.
Però
,
le
fiabe
si
prestano
ad
investigazioni
non
tentate
ancora
,
allo
studio
,
cioè
,
della
psiche
collettiva
,
per
discoprirne
le
leggi
,
vedere
come
da
esse
sieno
sorte
tali
formazioni
e
quale
n
'
è
la
natura
:
punto
nuovo
codesto
di
critica
,
al
quale
le
fiabe
non
furono
mai
assoggettate
.
L
'
animo
collettivo
adunque
si
può
studiare
come
su
due
libri
:
uno
dei
quali
antico
,
che
si
va
quasi
perdendo
ed
è
la
fiaba
,
in
sieme
con
le
altre
forme
storico
collettive
;
l
'
altro
moderno
,
fatto
dalle
manifestazioni
psico
collettive
che
vivono
a
noi
d
'
intorno
e
che
noi
possiamo
sorprendere
e
studiare
.
Questi
due
campi
di
studio
sono
totalmente
differenti
,
ma
,
ci
è
bene
,
fra
di
loro
,
un
nesso
evolutivo
,
giacché
l
'
uno
si
appartiene
ad
una
collettività
vecchia
,
inferiore
;
l
'
altro
ad
una
collettività
giovane
;
delle
quali
,
l
'
una
à
una
statica
psichica
fatta
di
pensiero
poco
riflesso
e
una
dinamica
,
profondamente
,
egoista
;
l
'
altra
à
una
statica
moderna
,
riflessa
ed
una
dinamica
altruista
.
Ma
la
collettività
nuova
,
la
folla
che
si
viene
preparando
deriva
dall
'
antica
,
n
'
è
una
forma
evoluta
,
onde
,
perché
lo
studio
psicologico
sia
completo
,
bisogna
che
esso
non
si
restringa
alle
forme
presenti
della
psiche
collettiva
,
ma
scenda
ancora
in
giù
,
così
come
nel
campo
psicologico
individuale
noi
non
ci
arrestiamo
all
'
uomo
,
ma
discendiamo
al
bambino
.
Però
,
abbracciando
,
con
la
mente
,
il
vasto
campo
delle
fiabe
,
ci
accorgiamo
come
esso
sia
diverso
nel
suo
contenuto
:
le
saghe
nordiche
non
sono
i
fabliaux
latini
:
come
le
novelle
arabe
non
sono
i
nostri
cicli
eroici
cavallereschi
;
pure
le
leggi
psicologiche
che
vi
si
disvelano
sono
sempre
uguali
,
onde
ben
possiamo
noi
,
facendo
d
'
un
tal
complesso
di
fiabe
,
oggetto
di
studio
,
aver
la
certezza
d
'
interpetrare
lo
spirito
generale
che
lo
domina
.
Non
dissimilmente
di
come
avviene
nella
psicologia
individuale
,
lo
studioso
esamina
un
dato
numero
d
'
individui
sani
od
ammalati
;
misura
un
dato
numero
di
percezioni
e
poi
estende
i
dati
di
queste
ricerche
e
,
salvo
le
variazioni
individuali
e
certe
variazioni
collettive
,
le
leggi
ricavate
rimangono
vere
,
appunto
perché
le
persone
umane
queste
unità
bio
psicologiche
,
sono
,
nella
loro
complessività
e
variabilità
,
uguali
.
Le
fiabe
che
formano
oggetto
di
questo
studio
sono
le
così
dette
rumanze
,
pertinenti
al
popolo
calabrese
,
che
son
quelle
che
io
ho
inteso
da
ragazzo
,
del
quale
ne
ò
compreso
lo
spirito
e
sulle
quali
molte
volte
ho
ripensato
,
giacché
,
trattandosi
di
cogliere
l
'
animo
collettivo
,
molto
se
ne
perde
nella
raccolta
scritta
che
se
ne
fa
,
come
d
'
un
gas
molto
si
volatilizza
nel
travasarlo
.
Or
bene
,
guardando
queste
ed
altre
raccolte
di
fiabe
pertinenti
ad
un
dato
popolo
,
si
trova
sempre
che
esse
son
fatte
di
stratificazioni
diverse
,
mescolate
in
sieme
,
e
le
quali
ripetono
la
mistione
di
razza
del
popolo
in
mezzo
a
cui
nacquero
.
Vi
sono
,
adunque
,
dei
cicli
intellettivi
che
toccano
e
si
confondono
,
che
si
rassomigliano
a
quelle
onde
che
si
formano
sulla
superficie
d
'
una
vasca
,
nella
quale
si
getti
sparpagliandosi
una
manciata
di
sabbia
e
dove
ciascun
granello
diventa
il
centro
di
cerchi
che
si
intersecano
in
mille
punti
,
con
quelli
formati
dagli
altri
granelli
.
Ma
,
i
cicli
si
sono
formati
in
tempi
diversi
della
vita
di
un
popolo
e
ne
sono
come
la
storia
:
vi
sono
di
quelli
antichi
e
di
quelli
più
recenti
,
di
quelli
nazionali
,
zampillanti
dalle
profondità
dello
spirito
etnico
puro
,
e
di
quelli
importati
;
ma
,
e
sugli
uni
e
sugli
altri
,
la
psiche
collettiva
à
messo
come
una
impronta
sua
,
che
li
distingue
dalle
altre
forme
collettive
psichiche
,
togliendo
le
circostanze
di
tempo
e
di
luogo
.
Le
circostanze
di
tempo
e
di
luogo
sono
doti
d
'
una
mente
ordinata
:
noi
dicemmo
come
la
mente
si
formi
dalle
impressioni
del
mondo
esterno
,
le
quali
lasciano
delle
modificazioni
nella
nostra
psiche
,
facilmente
registrabili
e
rievocabili
e
le
quali
vengono
immagazzinate
intorno
a
dati
centri
di
tempo
,
di
luogo
,
di
somiglianza
e
di
contrarietà
*
.
Detti
centri
tendono
a
confondersi
:
prima
che
un
dato
fatto
vada
nell
'
oblio
,
il
ricordo
ne
diventa
evanescente
:
cadono
,
cioè
,
le
circostanze
di
tempo
e
di
luogo
,
che
sono
i
due
centri
intorno
a
cui
era
aggruppata
l
'
esperienza
:
la
mente
non
ha
che
un
solo
ricordo
:
il
fatto
è
avvenuto
fuori
del
momento
presente
;
il
fonogramma
si
è
come
cancellato
.
L
'
uomo
à
tentato
di
opporsi
a
questa
evanescenza
dell
'
impressioni
;
l
'
à
tentata
con
la
scrittura
a
guippu
,
geroglifica
,
pictografica
,
alfabetica
;
ma
tant
'
è
,
la
psiche
collettiva
si
è
affidata
per
lungo
tempo
alla
memoria
psichica
,
si
è
servita
,
solo
,
molto
più
tardi
della
scrittura
.
La
psiche
collettiva
è
,
adunque
,
nei
suoi
ricordi
evanescente
e
ristretta
,
ond
'
è
che
nel
racconto
delle
fiabe
o
essa
tace
e
tempo
e
luoghi
o
li
ricaccia
in
un
paese
lontano
,
in
un
Eldorado
vero
o
immaginario
.
I
Toscani
quando
vogliono
dire
d
'
un
paese
lontano
dicono
in
Ogamagoga
;
da
noi
i
fatti
raccontati
nelle
fiabe
avvengono
in
Portogallo
o
in
Ispagna
e
cominciano
con
«
ci
era
una
volta
»
dove
?
quando
?
chi
lo
sa
.
Eppure
,
talvolta
,
vi
si
può
sorprendere
l
'
ultima
nota
evanescente
del
tempo
o
del
luogo
:
quando
le
nostre
fiabe
si
svolgono
in
Ispagna
,
esse
ci
ricordano
la
loro
provenienza
:
è
da
là
che
ci
venne
la
fantasiosa
letteratura
moresca
che
forma
uno
dei
cicli
più
importante
di
fiabe
.
Rimangono
,
così
,
come
dei
simboli
di
sopravvivenza
nella
psiche
collettiva
,
accennanti
a
fatti
e
a
circostanze
,
a
vicende
diverse
dei
quali
il
ricordo
s
'
è
perso
e
la
sopravvivenza
si
è
stratificata
,
onde
,
d
'
un
'
intera
formazione
psichica
,
non
è
rimasto
che
un
rudero
.
Così
,
della
dominazione
araba
,
fra
noi
,
non
rimane
che
un
ciclo
di
rumanze
e
la
circostanza
che
i
fatti
narrati
accadono
,
quasi
sempre
,
in
Spagna
o
in
Portogallo
.
Vi
è
,
adunque
,
nella
psiche
collettiva
,
una
riduzione
,
una
semplificazione
per
la
quale
scompaiono
le
circostanze
di
tempo
e
di
luogo
e
i
diversi
contenuti
intellettivi
,
maturati
in
tempi
e
civiltà
diverse
,
o
si
stratificano
confondendosi
,
e
ben
li
vedremo
nel
secondo
capitolo
quando
parleremo
dei
diversi
cicli
delle
nostre
rumanze
;
o
evaporano
sino
ad
una
pura
sopravvivenza
.
Diventa
,
così
,
la
psiche
popolare
come
un
archivio
storico
,
nel
quale
molti
documenti
sono
scomparsi
o
ne
resta
solo
il
titolo
e
tutti
sono
,
poi
,
sommamente
confusi
,
onde
si
dura
fatica
a
discernerli
.
La
ragione
di
queste
mistioni
,
stratificazioni
e
sopravvivenze
dei
cicli
intellettivi
riposa
sempre
in
quella
legge
messa
dal
Ferrero
per
spiegare
i
simboli
e
cioè
l
'
abbreviazione
del
lavoro
mentale
,
che
costa
una
vera
disintegrazione
*
,
onde
le
percezioni
,
le
immagini
,
i
ricordi
,
abbandonati
a
sé
stessi
,
diventano
evanescenti
e
poco
ne
rimane
e
suornuota
,
come
,
quando
naufraga
un
bastimento
,
poche
tavole
vanno
su
per
le
onde
.
La
psiche
collettiva
avrebbe
dovuto
durar
molto
lavoro
a
tenere
in
sieme
le
vicende
storiche
nette
,
distinte
,
lavoro
al
quale
di
rado
si
regge
;
ed
ecco
che
,
invece
del
vasto
mondo
delle
vicende
,
si
ritiene
lo
scarso
,
l
'
aereo
della
superstruttura
,
la
parte
fantastica
,
ideale
,
leggendaria
,
mescolata
con
le
altre
che
si
posseggono
o
si
possederanno
.
Ecco
come
la
folla
,
che
à
una
scarsa
memoria
degli
avvenimenti
storici
,
mantiene
la
leggenda
e
la
fiaba
.
Ben
le
fiabe
ànno
un
sentimento
:
il
contenuto
loro
è
fortemente
affettivo
,
in
quanto
contengono
sempre
una
storia
,
ora
lieta
ora
triste
,
in
quanto
riflettono
una
vicenda
umana
.
Esse
non
sono
di
quelle
storie
che
lasciano
indifferenti
,
ma
di
quelle
nelle
quali
l
'
animo
umano
si
appassiona
e
ben
lo
si
può
esperimentare
dal
fatto
che
ve
ne
sono
di
quelle
che
,
dagli
occhi
dei
bambini
o
di
persone
compassionevoli
,
spremono
delle
lagrime
.
Le
fiabe
ànno
dunque
un
'
anima
,
una
passionalità
,
anzi
questa
a
preferenza
,
giacché
la
psiche
popolare
,
nelle
sue
forme
,
s
'
intende
,
più
semplici
e
meno
evolute
,
è
prevalentemente
senziente
,
anziché
pensante
.
E
come
i
sentimenti
primevi
dell
'
animo
umano
sono
amore
ed
odio
,
e
la
religione
è
una
sorgente
d
'
emozioni
;
così
la
psiche
collettiva
,
nelle
sue
forme
primitive
,
vive
degli
stessi
sentimenti
affettivi
della
psiche
individuale
e
però
le
fiabe
si
svolgono
o
intorno
a
vicende
amorose
o
sono
illuminate
dall
'
odio
,
oppure
ànno
un
contenuto
,
un
fondo
religioso
,
che
copre
ed
ammanta
i
fatti
umani
,
e
da
loro
trae
il
colorito
e
la
trama
.
Questi
sentimenti
,
però
,
non
ànno
la
vasta
complessità
e
la
finezza
moderna
:
voi
non
trovate
l
'
altruismo
,
frutto
nuovo
e
moderno
dell
'
albero
del
sentimento
;
trovate
,
in
vece
,
l
'
amore
sessuale
,
l
'
amore
della
prole
;
e
l
'
odio
non
è
quello
che
si
porta
al
vizio
perché
tale
,
ma
è
l
'
odio
al
vizio
che
ci
tocca
,
alla
virtù
che
ci
abbaglia
,
alla
bellezza
che
non
si
conquide
.
È
invidia
e
cupidigia
,
in
una
parola
,
il
tono
sentimentale
passionale
che
domina
;
è
il
sentimen
to
dei
tempi
andati
che
s
'
indugia
,
ancora
,
nel
presente
,
fatto
più
di
bassezze
che
d
'
estasi
umane
.
Non
differente
è
il
contenuto
religioso
che
non
si
appalesa
come
la
tendenza
dell
'
animo
verso
un
ideale
messo
fuori
del
tempo
e
dello
spazio
;
ma
è
quel
sentimento
religioso
grossolano
come
uno
sfondo
di
quadro
uscito
da
un
pennello
rozzo
e
primitivo
.
La
psiche
collettiva
,
adunque
,
imprime
tutta
sé
stessa
in
queste
formazioni
e
siccome
essa
è
poco
evoluta
,
così
le
creazioni
che
forma
,
riflettono
un
mondo
poco
evoluto
:
ben
vi
sono
però
,
delle
concezioni
d
'
una
grande
squisitezza
sentimentale
;
ben
queste
fiabe
esercitano
un
incanto
,
sono
una
sorgente
di
piacere
estetico
:
sono
come
certe
creazioni
di
genii
criminali
che
affascinano
,
che
paiono
uscite
dalle
penne
più
gentili
d
'
artisti
;
son
come
i
poemi
omerici
che
cantano
rapimenti
e
stragi
,
tutto
un
basso
mondo
con
scarso
contenuto
etico
,
ma
che
pure
allettano
e
seducono
.
È
l
'
arte
che
non
manca
mai
,
è
la
genialità
artistica
che
circonda
queste
formazioni
psico
intellettive
.
Donde
promana
,
mai
,
questo
fascino
?
perché
questa
genialità
inconscia
?
Una
grande
sorgente
di
godimento
estetico
è
di
certo
riposta
in
quel
non
so
che
di
vago
e
di
vario
che
scorre
dinanzi
alla
mente
:
sempre
la
varietà
è
stata
una
fonte
inestinguibile
di
godimento
.
L
'
animo
umano
à
una
perenne
sete
d
'
impressioni
nuove
e
variate
,
che
quando
non
penetrino
per
gli
occhi
,
penetrano
per
la
mente
.
E
nelle
fiabe
due
fatti
concorrono
a
dare
il
godimento
estetico
:
primo
,
il
nuovo
ed
il
vario
;
secondo
:
che
le
concezioni
non
escono
dall
'
ambito
dei
casi
abituali
della
vita
.
Se
fossero
d
'
un
contenuto
davvero
nuovo
,
urtante
il
misoneismo
ch
'
è
gran
parte
della
psiche
collettiva
inferiore
,
esse
certamente
sarebbero
sorgente
d
'
un
dolore
,
d
'
un
sentimento
angoscioso
,
d
'
una
disintegrazione
nervosa
:
è
il
nuovo
del
particolare
nella
vecchia
trama
generale
della
vita
che
tanto
piace
e
tanto
seduce
l
'
animo
,
ammantato
com
'
è
della
passionalità
e
che
commove
l
'
animo
senza
sconvolgerla
.
È
la
finzione
nell
'
a
rte
,
ch
'
è
tanta
parte
dell
'
estetismo
dell
'
animo
umano
.
L
'
esistenza
delle
fiabe
richiama
un
'
altra
questione
di
psicologia
collettiva
che
va
formulata
così
:
sono
le
fiabe
opera
della
immaginazione
e
della
psiche
collettiva
?
Guardando
superficialmente
la
questione
,
non
vi
à
dubbio
che
sia
proprio
così
.
Queste
storie
di
maghi
,
di
orchi
,
di
fate
,
di
santi
,
di
demoni
appaiono
come
il
parto
d
'
una
immaginazione
gigantesca
.
Ma
pure
esse
non
sono
che
un
riflesso
falso
delle
cose
,
queste
che
paiono
opera
d
'
una
immaginazione
inventiva
,
non
sono
che
allucinazioni
ed
illusioni
;
è
il
mondo
dei
fatti
visto
attraverso
lenti
che
alterano
.
Il
mondo
delle
fiabe
può
sembrare
all
'
occhio
dello
scienziato
o
un
simbolismo
o
una
illusione
:
la
mitologia
che
formò
un
vasto
ciclo
di
letteratura
collettiva
fu
creduta
un
simbolismo
dei
complessi
e
vasti
fenomeni
solari
,
il
mito
adombrava
il
concetto
scientifico
;
però
,
per
ammettere
questo
,
noi
dovremmo
assegnare
alla
psiche
collettiva
primeva
un
pensiero
riflesso
che
non
à
,
val
meglio
adunque
o
interpetrarla
come
fa
lo
Spencer
come
fenomeno
umano
,
di
cui
si
sia
perduto
il
contenuto
,
o
come
un
falso
riflesso
dei
fenomeni
della
natura
*
.
Così
per
le
fiabe
,
le
quali
sono
in
gran
parte
nate
sotto
i
cicli
torridi
,
dove
il
clima
si
accende
e
l
'
aria
à
mille
inganni
di
luce
e
di
colori
.
In
quei
paesi
,
le
allucinazioni
e
le
illusioni
sono
frequenti
,
perché
i
sensi
sono
abnormemente
stimolati
,
perché
abnormi
stimoli
corrono
fino
alla
corteccia
cerebrale
.
Nei
deserti
dove
è
frequente
il
miraggio
,
fra
quei
mari
che
riflettono
l
'
altra
sponda
,
su
quelle
terre
dal
riflesso
del
sole
,
vissero
quei
popoli
,
dal
cui
animo
sgorgarono
le
più
immaginose
leggende
.
Un
altro
ciclo
di
fiabe
sorse
nel
medio
evo
specialmente
fra
'
popoli
nordici
con
un
contenuto
religioso
,
mistico
,
pieno
di
terrore
della
carne
e
del
diavolo
,
aggirantesi
d
'
intorno
a
'
tre
regni
della
morte
,
e
furono
esse
queste
fiabe
un
'
allucinazione
nascente
dallo
squilibrio
psico
somatico
,
che
sconvolse
le
menti
in
quell
'
età
triste
e
del
quale
studiammo
il
ritmo
nelle
formazioni
storico
sociali
.
L
'
immaginazione
,
adunque
,
non
è
dote
d
'
una
psiche
collettiva
inferiore
e
quel
che
pare
a
noi
opera
sua
,
opera
normale
,
è
quanto
di
meno
normale
possa
essere
:
è
una
imperfezione
dei
sensi
,
è
una
falsa
esperienza
che
trasmettono
a
'
centri
nervosi
e
che
questi
accettano
senza
riprova
.
E
le
fiabe
portano
tutto
il
vecchio
contenuto
scientifico
,
tutto
il
pensiero
riflesso
sulla
natura
,
che
parve
un
giorno
vero
e
che
,
per
la
permeabilità
della
psiche
,
discese
sino
alla
plebe
.
Gli
antichi
credettero
agli
incanti
,
al
metabolismo
,
a
geni
,
alle
fate
ecc
.
,
e
vi
credettero
uomini
sommi
,
per
quei
tempi
:
la
natura
non
fu
creduta
immanente
;
le
sue
leggi
furono
concepite
come
capaci
d
'
interruzione
;
la
creazione
spontanea
l
'
aborigenismo
sempre
possibile
.
Ora
,
questo
era
un
contenuto
scientifico
falso
di
cui
la
scienza
si
andò
mano
mano
spogliando
,
ma
che
rimase
nell
'
animo
popolare
e
si
pietrificò
nella
fiaba
.
Le
fiabe
,
accogliendo
adunque
tanti
e
si
varii
elementi
,
sono
come
un
organismo
che
si
è
andato
formando
,
nel
quale
ànno
lavorato
vari
stati
della
psiche
collettiva
,
ognuno
dei
quali
sopravvive
in
un
ciclo
,
e
,
quando
poi
una
fiaba
è
formata
,
la
psiche
collettiva
trasmettendola
,
l
'
ammoderna
,
le
dà
un
colorito
e
una
freschezza
d
'
attualità
,
la
modifica
insensibilmente
sino
a
farne
tante
cose
diverse
.
Guardando
la
vasta
raccolta
delle
fiabe
si
scorge
come
esse
mettono
tutte
capo
a
poche
che
sono
come
i
capostipiti
d
'
una
varia
e
complessa
famiglia
e
sentendole
raccontare
a
varii
intervalli
di
tempo
,
sentite
che
molte
circostanze
,
riflettendo
il
nuovo
ambiente
,
si
sono
modificate
,
a
dimostrare
che
la
psiche
collettiva
,
ch
'
è
nel
fondo
così
misoneista
,
è
,
nello
stesso
tempo
,
facilmente
tanto
suggestionabile
fino
a
riflettere
in
fatti
immaginari
d
'
una
millenaria
esistenza
,
le
modificazioni
dell
'
ambiente
sociale
che
la
circonda
.
Le
fiabe
,
come
tutte
le
formazioni
storico
sociali
,
ànno
un
clima
storico
nel
quale
vivono
,
o
per
essere
più
proprio
,
nacquero
e
vissero
,
e
ch
'
è
fatto
da
una
coltura
scarsa
e
da
un
sentimento
poco
evoluto
:
come
certe
forme
d
'
allucinazione
sorgono
con
la
pubertà
e
rivivono
nella
vecchiaia
,
queste
nascono
nella
giovinezza
dei
popoli
rivivono
nella
loro
senilità
,
nei
due
momenti
che
la
mancanza
d
'
esperienza
o
la
difettosa
percezione
si
presta
ad
un
falso
riflesso
della
natura
.
L
'
antichità
greca
creò
il
vasto
mondo
mitologico
ed
eroico
,
l
'
evo
medio
la
larga
fioritura
romanza
;
ma
e
l
'
una
e
l
'
altra
per
giovinezza
o
per
senilità
riflessero
la
natura
in
modo
falso
ed
errato
.
Il
ciclo
eroico
mitico
antico
cadde
allo
sfasciarsi
della
civiltà
pagana
,
al
cozzo
del
cristianesimo
che
operò
negli
animi
una
novella
polarizzazione
.
In
quel
succedersi
di
novelle
mistioni
etniche
,
nel
concetto
nuovo
della
vita
e
della
civiltà
nuova
che
sorse
,
il
contenuto
mitologico
dovea
cadere
,
per
sorgerne
altro
;
ma
la
disposizione
psichica
che
l
'
avea
creato
,
sopravvisse
,
onde
un
nuovo
ciclo
romanzesco
s
'
aperse
a
contenuto
principalmente
arabo
cristiano
.
E
oggi
la
fiaba
non
vive
che
nella
plebe
,
là
dove
si
addensa
la
senilità
di
un
popolo
,
dove
le
antiche
stratificazioni
del
carattere
vivono
;
ma
a
misura
che
le
vicende
economiche
innalzano
il
proletariato
alla
luce
della
storia
,
e
gli
donano
un
pensiero
ed
un
sentimento
nuovo
,
le
fiabe
cadono
,
onde
non
tarderà
molto
che
di
esse
non
si
trovi
più
traccia
.
Ma
,
questo
sparire
d
'
un
mondo
fantasioso
,
che
molti
rimpiangono
,
segna
la
fine
d
'
una
cecità
dell
'
intelletto
,
di
un
annebbiamento
della
mente
,
è
il
principio
d
'
una
nuova
psiche
collettiva
:
oramai
l
'
incanto
è
rotto
,
le
catene
d
'
oro
sono
spezzate
e
una
nuova
civiltà
ci
saluta
in
fronte
,
la
civiltà
nella
quale
l
'
animo
è
profondamente
pieno
della
umanità
,
l
'
intelletto
profondamente
irradiato
dalla
scienza
.
Un
tempo
,
si
novella
,
che
una
gran
voce
si
udisse
gridare
su
per
i
mari
:
il
Dio
Pane
è
morto
;
era
l
'
antichità
coi
suoi
lieti
inganni
che
finiva
;
forse
se
ne
udrà
per
lo
avvenire
un
'
altra
che
dirà
:
la
vecchia
civiltà
umana
,
così
splendente
in
alto
e
pur
dolorosa
in
basso
,
non
è
più
e
in
sua
vece
è
sorta
la
civiltà
nuova
della
giustizia
e
del
lavoro
.
E
con
lei
morrà
la
fiaba
,
dal
contenuto
triste
e
dalla
forma
,
seducentemente
,
artistica
;
e
sia
così
di
lei
:
noi
non
avremo
per
la
morta
né
una
lagrima
,
né
un
rimpianto
!
CAPITOLO
II
.
LE
«
RUMANZE
»
Le
rumanze
non
si
sottraggono
alle
leggi
che
regolano
le
fiabe
,
in
genere
,
e
cioè
alla
stratificazione
e
mistione
dei
cicli
,
sorti
in
vicende
etniche
diverse
e
per
tempo
e
per
luogo
,
al
contenuto
morale
inferiore
,
al
fascino
artistico
,
al
falso
riflesso
del
mondo
,
alla
legge
deterministica
del
clima
storico
.
I
cicli
esistenti
in
esse
,
sono
parecchi
,
ognuno
dei
quali
è
la
sopravvivenza
d
'
un
dato
avvenimento
storico
.
Il
ciclo
più
antico
nel
tempo
,
ch
'
è
il
greco
romano
,
è
scarso
od
appena
accennato
:
né
potea
essere
diversamente
per
quel
fatto
da
noi
detto
che
cioè
il
mondo
romano
venne
cancellato
nelle
menti
dalle
nuove
mistioni
dei
popoli
dissimilari
e
dal
nuovo
contenuto
etico
religioso
.
Vi
si
trova
,
quindi
,
come
un
ricordo
spezzato
,
non
composto
a
novella
,
come
i
resti
d
'
un
naufragio
che
surnuotino
ancora
o
come
pochi
e
rari
vocaboli
d
'
una
lingua
appresa
da
bambino
e
poi
dimenticata
*
.
Si
,
delle
maschere
romane
e
greche
si
conserva
il
nome
di
papos
e
mormon
restano
due
nomi
senza
significato
,
che
si
ripetono
in
suon
di
spavento
a
'
bambini
(
mammarutu
o
mammone
o
papparuto
)
,
ma
delle
strane
avventure
di
questi
personaggi
,
delizia
della
plebe
romana
,
nulla
sopravanza
.
Ben
più
vivo
è
il
ciclo
eroico
cavalleresco
,
benché
alquanto
scolorito
e
,
falsamente
,
talora
interpetrato
.
I
cicli
eroico
cavallercschi
sorsero
nel
Nord
d
'
Europa
,
e
non
giunsero
sino
a
noi
,
che
scarsamente
,
giacché
le
emigrazioni
nordiche
o
non
penetrarono
fino
nel
mezzogiorno
d
'
Italia
o
,
penetrate
,
non
ebbero
tempo
di
fissarvisi
.
Quindi
non
vi
è
ricordo
di
Orlando
o
di
Carlomagno
,
né
di
Artù
e
di
tutte
quelle
altre
figure
di
dame
,
di
cavalieri
,
di
giganti
,
delle
quali
Ariosto
,
nel
suo
poema
,
ci
à
lasciato
il
più
splendido
esempio
.
Il
ciclo
celtico
dell
'
orco
è
vivo
e
presente
in
molti
racconti
,
anzi
si
è
fuso
con
l
'
altro
arabo
.
L
'
orco
à
palagi
splendidi
e
ruba
le
più
belle
fanciulle
,
delle
quali
poi
s
'
innamora
senza
essere
riamato
e
le
fanciulle
scappano
e
l
'
orco
le
insegue
.
Ha
giardini
eternamente
fioriti
,
dal
profumo
soave
,
nei
quali
la
gente
va
a
coglier
pomi
ed
egli
si
nasconde
e
li
sorpende
:
e
con
i
suoi
amori
e
con
i
suoi
odii
,
con
i
suoi
incanti
,
talora
con
la
sua
bontà
forma
la
trama
di
molte
fiabe
*
.
Ma
i
due
cicli
più
importanti
sono
il
ciclo
religioso
e
l
'
altro
arabo
.
Il
ciclo
religioso
è
vasto
,
fatto
delle
vicende
vere
od
immaginarie
della
vita
di
Gesù
e
dei
discepoli
,
dove
campeggiano
il
maestro
Gesù
buono
,
semplice
,
amorevole
che
legge
nei
cuori
e
compatisce
e
Pietro
di
mente
ristretta
e
di
animo
piccolo
.
Al
ciclo
religioso
cristiano
appartiene
la
storia
,
comunissima
nel
medio
evo
,
dell
'
ebreo
errante
,
di
alcune
vicende
di
santi
,
ora
vere
ora
immaginarie
,
del
diavolo
,
degli
eremiti
che
vivono
di
vita
centenaria
con
lunghe
barbe
bianche
e
che
,
bussando
a
'
loro
eremi
,
chiedono
che
la
gente
si
segni
con
la
croce
e
a
'
quali
gli
angeli
arrecano
da
mangiare
.
Vi
appartengono
del
pari
le
storie
macabre
,
le
danze
dei
morti
,
e
in
questo
ciclo
si
riflette
lo
humour
plebeo
con
i
suoi
motti
salaci
e
grossolani
,
con
la
furberia
ingenua
della
gente
povera
.
All
'
altro
ciclo
arabo
appartengono
le
più
belle
e
fantasiose
fiabe
,
quelle
che
incantano
e
seducono
,
al
pari
delle
Mille
e
una
notte
,
come
un
canto
di
donna
in
una
sera
d
'
estate
.
E
son
racconti
di
re
che
s
'
innamorano
di
povere
fanciulle
;
di
fate
che
stanno
in
fondo
a
'
mari
e
di
notte
si
recano
sulla
terra
;
di
ardimentosi
cavalieri
tramutati
in
pietra
;
di
maghe
che
ammaliano
e
di
ragazze
che
rompono
l
'
incanto
;
di
palazzi
che
sorgono
in
una
notte
e
nei
quali
ogni
oggetto
à
un
anima
ed
una
voce
;
son
leggende
di
amore
e
di
odio
,
nelle
quali
s
'
intreccia
il
sentimento
religioso
o
vi
son
le
streghe
con
la
tregenda
,
e
che
ànno
sempre
un
lieto
fine
e
dove
la
virtù
trionfa
.
Son
questi
,
adunque
,
i
cicli
delle
fiabe
romanzesche
,
che
s
'
intrecciano
fra
loro
,
in
modo
che
il
profano
ed
il
divino
,
l
'
antico
e
il
recente
formino
una
storia
sola
che
incanta
e
che
seduce
.
Il
falso
riflesso
del
mondo
rivive
in
queste
creazioni
dello
spirito
collettivo
:
vi
è
il
destino
,
il
fatum
,
che
ogni
uomo
porta
seco
e
al
quale
non
si
resiste
:
uomini
dannati
a
vivere
da
animali
,
ad
essere
uccisi
al
tale
anno
di
età
,
a
viver
in
fondo
a
'
mari
;
vi
è
la
instabilità
delle
leggi
di
natura
:
notti
lunghe
quanto
mesi
,
acque
del
mare
che
si
sconvolgono
con
una
parola
,
animali
che
parlano
;
vi
è
il
metabolismo
e
vi
è
l
'
incanto
;
vi
è
il
miracolo
:
vi
è
,
in
somma
,
tutto
il
falso
concetto
della
natura
che
,
in
momenti
successivi
,
gli
uomini
si
andarono
formando
e
che
vive
ancora
nei
libri
polverosi
come
ricordo
d
'
altri
tempi
e
nell
'
animo
popolare
in
forma
viva
e
possente
.
E
,
in
sieme
con
il
falso
riflesso
della
natura
,
nelle
fiabe
si
rispecchia
un
animo
primitivo
con
le
sue
impulsività
,
con
le
tendenze
criminose
.
È
l
'
animo
della
gente
e
del
tempo
in
cui
nacquero
queste
seducenti
fantasie
:
è
l
'
imprevidenza
della
psiche
inferiore
che
domina
sempre
,
è
l
'
impulsività
che
spinge
i
cavalieri
contro
i
pericoli
;
è
la
passionalità
bassa
che
guida
al
delitto
;
è
la
credenza
che
la
virtù
trionfi
sempre
,
che
i
delitti
non
restino
impuniti
;
è
tutto
questo
,
che
ispira
la
fine
d
'
ogni
fiaba
.
E
il
contenuto
è
un
delitto
,
che
ora
commettono
i
geni
o
le
fate
;
ora
i
potenti
,
ora
gl
'
invidi
compagni
o
i
parenti
e
al
quale
succede
come
ricompensa
un
novello
crimine
,
rifermando
quel
concetto
antropologico
criminale
che
la
pena
nell
'
origine
è
un
novello
delitto
*
.
Tutta
la
psiche
popolare
si
riflette
,
adunque
,
nelle
fiabe
:
ci
senti
il
fascino
della
ricchezza
che
seduce
e
che
abbaglia
,
la
suggestione
del
fasto
,
onde
il
protagonista
è
sempre
un
re
bello
come
il
sole
;
i
palazzi
son
sempre
di
brillanti
e
le
vesti
di
broccato
e
le
fate
ricamano
in
telai
di
oro
e
,
quando
si
pettinano
,
lascian
cadere
da
'
capelli
perle
e
le
catene
sono
di
oro
.
E
col
crimine
si
congiunge
l
'
amore
:
le
due
passioni
più
potenti
dell
'
animo
popolare
.
Per
amore
i
giovani
partono
verso
l
'
ignoto
,
per
amore
lo
giovanette
soffrono
ed
è
l
'
amore
per
l
'
uomo
un
momento
fuggevole
,
per
la
donna
è
tutta
la
vita
;
per
l
'
uno
è
l
'
episodio
,
per
l
'
altra
il
poema
;
la
donna
,
quando
non
è
innamorata
,
quando
non
è
madre
o
moglie
,
quando
non
soffre
per
la
persona
amata
,
è
crudele
,
è
maga
,
incantatrice
o
è
invida
.
L
'
inferiorità
della
donna
,
colta
dal
Lombroso
,
è
raffigurata
in
queste
fiabe
,
anticipando
,
come
fa
sempre
l
'
arte
,
le
deduzioni
scientifiche
.
E
l
'
ottimismo
domina
sempre
questa
eterna
speranza
dell
'
animo
giovane
non
manca
mai
,
è
la
nota
di
consolazione
nel
gran
mare
del
dolore
umano
:
è
la
nota
eternamente
gentile
.
Ma
di
mezzo
a
questo
ciclo
fantasioso
coruscato
di
nubi
,
a
questo
poema
eternamente
delittuoso
della
fiaba
,
che
gentilezza
di
sentimenti
,
che
purezza
di
tocco
,
che
alito
d
'
idealità
!
In
una
fiaba
è
detto
come
una
giovane
sorella
di
re
per
amore
del
fratello
mangi
una
foglia
di
lauro
nel
quale
sta
un
genio
,
pur
sapendo
di
divenire
madre
.
Ella
nasconde
a
tutti
il
sagrifizio
per
tema
che
non
la
s
'
incolpi
e
lascia
,
morendo
,
la
ragazza
,
frutto
di
questo
strano
amore
,
in
una
stanza
,
addormentata
e
ne
consegna
al
fratello
la
chiave
e
lo
prega
che
non
l
'
apra
mai
.
E
il
fratello
così
fa
e
tiene
la
chiave
appesa
al
collo
come
una
reliquia
;
ma
,
una
notte
,
la
moglie
gli
ruba
la
chiave
,
apre
e
trova
,
sotto
l
'
azione
d
'
un
narcotico
,
la
giovanetta
addormentata
e
la
maltratta
,
credendola
una
favorita
e
la
giovanetta
tace
e
soffre
in
segreto
e
solo
,
rivolta
ad
un
piccolo
coltello
dal
manico
intarsiato
,
gli
racconta
lo
strano
nascimento
suo
e
lo
prega
che
quando
abbia
udito
la
triste
storia
,
le
si
voglia
conficcare
nel
petto
.
Che
strazio
in
questo
dolore
così
chiuso
e
disperato
,
di
questa
fanciulla
restata
orfana
che
piange
e
non
à
il
coraggio
di
farla
finita
e
che
candore
nel
confidare
in
mancanza
di
persone
che
l
'
amino
il
suo
dolore
ad
un
oggetto
inanimato
!
Ed
in
un
'
altra
fiaba
,
un
figlio
di
re
,
tenuto
schiavo
dalle
fate
,
al
cui
amore
egli
non
à
voluto
piegare
,
di
notte
va
presso
la
culla
d
'
un
bambino
e
gli
canta
una
ninnanonna
riboccante
di
dolore
.
Se
fossi
libero
egli
dice
:
starei
sempre
teco
a
cullarti
e
ti
fascerei
di
broccato
e
ti
terrei
in
una
culla
di
oro
,
o
figlio
dell
'
animo
mio
!
In
un
'
altra
una
giovinetta
,
eternamente
buona
,
perdona
a
una
matrigna
crudele
e
vi
son
delle
fiabe
d
'
amore
,
d
'
un
brio
e
d
'
una
freschezza
meravigliosa
,
pari
ruscelletti
dei
verdi
colli
,
di
cui
parla
Dante
,
e
che
fanno
i
lor
canali
freschi
e
molli
.
Come
la
fiaba
di
quella
giovinetta
,
uno
di
quei
fulgori
di
donne
che
passano
sprezzando
e
ammaliando
i
cuori
,
che
vince
un
re
,
il
più
bello
che
sia
mai
stato
con
l
'
alterezza
piena
di
grazie
e
di
civetteria
in
sieme
e
lo
vede
a
'
suoi
piedi
.
Sì
,
come
nelle
manifestazioni
criminose
,
v
'
è
la
nota
geniale
,
così
in
queste
produzioni
d
'
un
mondo
inferiore
vi
è
il
fascino
,
talora
,
d
'
un
'
arte
sovraumana
e
d
'
un
'
immensa
bontà
,
vi
è
il
riflesso
d
'
una
psiche
fatta
di
fango
e
di
raggi
di
sole
.
CAPITOLO
III
.
LA
GENIALITÀ
NELLA
FIABA
Nei
precedenti
studii
sulla
psiche
collettiva
,
abbiamo
colto
i
rapporti
tra
le
forme
inferiori
e
il
genio
,
ora
ci
resta
a
dire
come
le
manifestazioni
psichiche
collettive
sieno
talora
vere
manifestazioni
geniali
,
sorte
come
la
genialità
individuale
dalla
neurosi
circostante
*
.
Il
genio
,
in
fatti
,
non
è
che
una
neurosi
,
almeno
in
alcune
manifestazioni
e
forme
,
il
quale
porta
in
sé
le
stigmate
come
incoscienza
della
creazione
geniale
,
amnesia
,
note
psicosomatiche
deficienti
in
sé
o
nella
sua
famiglia
.
Vi
sono
stati
dei
geni
pazzeschi
ed
incompleti
;
di
quelli
che
sono
diventati
tali
dopo
un
grave
trauma
o
psichico
o
somatico
;
altri
affetti
di
malattie
nervose
o
mentali
;
di
forme
monomaniache
,
impulsive
,
delittuose
.
Ed
in
mezzo
a
queste
manifestazioni
neuro
e
psicopatiche
è
sorta
la
genialità
individuale
.
La
genialità
collettiva
incompleta
non
si
sottrae
a
tale
legge
:
essa
sorge
nelle
folle
inferiori
non
nelle
superiori
,
in
quelle
folle
cioè
che
ànno
un
contenuto
ideativo
e
sensitivo
una
statica
e
una
dinamica
psichica
in
arresto
;
in
quelle
folle
che
sono
fortemente
misoneiste
,
e
nelle
quali
il
nuovo
s
'
accompagna
con
una
forte
disintegrazione
psichica
;
in
cui
l
'
azione
criminosa
non
è
rara
e
talora
è
prevalente
:
nella
quale
,
in
fine
,
prevalgono
le
forme
patologiche
epidemiche
di
nevrosi
e
di
psicopatie
.
Le
fiabe
son
sorte
,
di
preferenza
,
nel
medio
evo
quando
la
mente
era
ingombra
d
'
un
falso
concetto
della
natura
;
quando
una
tenebra
intellettuale
,
come
in
notte
d
'
inverno
,
toglieva
la
vista
delle
cose
.
La
natura
non
era
che
un
eterno
peccato
ordito
dalla
carne
e
dal
demonio
,
lo
sprezzo
delle
cure
mondane
era
la
sola
sapienza
.
L
'
animo
era
travagliato
da
un
interno
dolore
che
le
vicende
strane
e
fortunose
teneano
sempre
vivo
e
presente
.
Era
una
vera
lipemania
che
incombeva
su
tutti
:
era
un
annebbiamento
nel
cervello
ed
una
desolazione
nel
cuore
,
né
la
vita
esterna
era
migliore
:
la
peste
,
le
carestie
,
i
morbi
si
succedevano
ad
intervalli
fissi
;
le
guerre
,
le
invasioni
erano
vicende
di
tutti
i
giorni
;
la
prepotenza
era
cosa
di
tutte
le
ore
e
una
grande
degenerazione
,
una
stanchezza
vincea
tutti
.
Da
queste
condizioni
psicosomatiche
venivan
fuori
le
forme
epidemiche
neuro
e
psicopatiche
:
demonapatia
,
catalessia
,
isteria
,
frenesia
della
danza
,
ecc
.
erano
le
stigmate
,
in
sieme
col
delitto
,
di
questa
immensa
degenerazione
psichica
e
,
in
sieme
con
questa
neurosi
,
sorgeva
la
genialità
collettiva
.
E
le
fiabe
erano
una
vera
genialità
sia
per
l
'
arte
con
che
venivano
intessute
,
sia
perché
erano
una
vera
anticipazione
di
certe
forme
letterarie
:
da
esse
nasceranno
i
poemi
eroici
,
i
poemi
eroicomici
come
nella
romanza
di
che
ne
so
*
,
vera
anticipazione
del
Don
Quichotte
;
nasceranno
i
poemi
sacri
,
la
lirica
amorosa
,
e
in
fatti
nelle
fiabe
le
parti
più
belle
d
'
amore
sono
in
verso
;
i
romanzi
,
le
novelle
.
Nella
fiaba
e
nelle
altre
forme
popolari
quali
le
prime
poesie
rimate
vi
è
tutta
l
'
anticipazione
della
genialità
collettiva
,
incompleta
ed
è
,
come
quella
del
genio
individuale
,
inconscia
.
E
sono
anticipazioni
,
non
solo
letterarie
,
ma
scientifiche
e
io
ne
ò
riportate
molte
nello
studio
sulla
folla
,
dove
lo
inconscio
apparisce
di
più
in
certe
anticipazioni
,
che
scoperte
dal
genio
incontrano
nelle
folle
vecchie
il
più
grande
misoneismo
:
in
questo
popolo
calabrese
,
che
in
un
motto
pornografico
à
di
tanto
preceduto
Darwin
,
il
trasformismo
desta
un
vero
spavento
,
anco
nella
parte
colta
.
Io
occupandomi
delle
fiabe
trovai
che
le
scoperte
sul
carattere
criminale
che
tanto
onorano
Lombroso
,
Ferri
,
Garofalo
ecc
.
,
erano
contenute
e
riflesse
nelle
fiabe
:
vi
è
riflesso
l
'
imprevidenza
dei
criminali
,
l
'
animo
inferiore
della
donna
,
la
pena
che
è
in
origine
un
novello
delitto
,
il
fatto
di
psicologia
criminale
per
il
quale
a
'
delinquenti
manca
la
pietà
non
la
cognizione
della
giustizia
,
onde
spesso
accortamente
nelle
fiabe
si
fa
loro
giudicare
i
crimini
commessi
,
come
se
fossero
di
altri
;
queste
ed
infinite
altre
note
di
criminologia
sono
contenute
nelle
fiabe
,
in
una
delle
quali
,
per
es
.
l
'
orca
,
prima
di
inseguire
sua
figlia
scappata
di
casa
con
un
re
,
entra
in
chiesa
e
prega
la
madonna
che
le
conceda
di
farglieli
pigliare
per
mangiarseli
,
riconfermando
così
il
rapporto
,
in
tali
animi
delittuosi
,
tra
crimine
e
religione
.
Adunque
,
nella
fiaba
vi
è
l
'
incoscienza
e
l
'
amnesia
della
creazione
geniale
ed
è
,
come
la
genialità
individuale
,
un
prodotto
della
neurosi
della
psiche
collettiva
.
E
,
nata
nelle
psichi
ammalate
,
vive
nelle
forme
inferiori
delle
folle
,
nelle
forme
d
'
arresto
,
nelle
stratificazioni
più
basse
e
quando
il
soffio
di
modernità
le
investe
e
il
carattere
inferiore
cade
,
muore
la
fiaba
.
La
folla
dell
'
avvenire
sarà
senza
degenerazione
e
senza
fiabe
,
sarà
una
di
quelle
forme
elevate
quale
noi
portiamo
nella
mente
e
nel
cuore
,
quale
carezziamo
con
la
nostra
più
dolce
speranza
.
L
'
avvenire
della
folla
è
come
uno
di
quei
regni
incantati
della
fiaba
dove
generosi
cavalieri
moveano
e
dove
la
potenza
del
male
li
tramutava
in
pietra
,
ma
,
dopo
secoli
,
un
fortunato
smagando
l
'
incanto
conquistava
quel
regno
e
le
pietre
risorgevano
uomini
e
fregandosi
gli
occhi
diceano
:
che
lungo
sonno
!
Così
forse
sarà
di
noi
,
molti
,
volgendo
l
'
animo
a
questa
folla
dell
'
avvenire
,
rimarranno
vinti
dalla
forza
del
male
che
ci
circonda
;
però
verrà
giorno
in
cui
rivivremo
,
non
di
una
giovinezza
corporea
,
ma
nel
pensiero
pietoso
degli
epigoni
,
che
sentiranno
la
nobiltà
d
'
un
ideale
e
il
fulgore
d
'
una
fede
.
Il
sonno
sarà
stato
lungo
ma
non
indarno
!
LE
EPIDEMIE
PSICHICHE
CAPITOLO
I
.
LE
EPIDEMIE
PSICHICHE
La
psiche
à
,
anch
'
essa
,
le
sue
forme
epidemiche
,
che
raggiungono
talora
una
grande
diffusione
ed
una
estrema
intensità
.
Quando
un
pensiero
od
un
sentimento
diventa
predominante
nel
campo
della
coscienza
e
l
'
occupa
tutto
intero
e
lo
possiede
dando
,
da
solo
,
il
tono
ed
il
colorito
;
né
è
patrimonio
d
'
un
animo
solo
,
ma
si
diffonde
,
guadagna
gli
animi
tutti
,
e
dura
per
intera
età
;
quando
ciò
avvenga
,
noi
ci
troviamo
dinanzi
al
contagio
strano
,
che
dicemmo
psichico
,
e
del
quale
studieremo
il
ritmo
ed
il
valore
.
La
critica
à
oramai
detto
donde
nasca
il
contagio
psichico
,
com
'
esso
sia
fatto
di
due
doti
dell
'
animo
umano
che
si
completano
,
dal
bisogno
di
soggiogare
e
d
'
esser
soggiogati
,
dalla
suggestione
e
dall
'
imitazione
.
La
suggestione
e
l
'
imitazione
,
del
pari
che
l
'
opposizione
,
non
sono
altro
che
sentimenti
similari
,
che
si
completano
a
vicenda
:
la
suggestione
individuale
,
quella
che
si
esplicherà
sugli
altri
,
suscitando
l
'
imitazione
o
l
'
opposizione
,
altro
non
è
che
l
'
effetto
della
suggestione
dell
'
ambiente
in
un
animo
isolato
,
in
un
solo
specchio
concavo
che
accolga
nel
suo
foco
,
unificandole
,
le
mille
vibrazioni
eteree
che
sono
a
lui
d
'
intorno
.
In
natura
vi
sono
degli
esseri
privilegiati
,
delle
nature
psichiche
squisite
che
,
prime
,
sentono
la
gran
voce
del
tempo
;
che
sanno
a
questa
dare
una
forma
determinata
,
e
proiettarla
al
di
fuori
,
come
voce
dell
'
animo
loro
,
smisuratamente
grande
.
Il
suggestionatore
,
adunque
,
non
è
che
un
suggestionato
,
suggestionato
non
da
un
uomo
,
ma
dal
vasto
ambiente
sociale
che
lo
circonda
;
è
un
veggente
del
tempo
,
laddove
gli
altri
non
sono
che
i
suggestionati
d
'
un
uomo
,
al
cui
contatto
sprigionano
o
l
'
imitazione
o
l
'
opposizione
,
meco
chi
dicesse
elettricità
dello
stesso
nome
o
di
nome
contrario
.
Ma
,
e
suggestione
ed
imitazione
sono
due
doti
normali
dell
'
animo
umano
le
quali
,
però
,
in
certi
momenti
storici
assumono
un
'
estensione
ed
una
intensità
,
quasi
,
patologica
diventando
come
i
sensi
d
'
un
isterico
,
fortemente
iperestetici
.
La
suggestione
à
sempre
dominato
le
menti
,
l
'
imitazione
è
stata
sempre
la
via
maestra
della
civiltà
:
tutta
la
storia
del
progresso
scientifico
e
civile
,
tutta
l
'
educazione
collettiva
od
individuale
,
non
è
altro
che
un
'
opera
continua
di
suggestione
ed
imitazione
.
Ma
,
il
nuovo
della
suggestione
e
dell
'
imitazione
,
nel
contagio
psichico
,
consiste
nella
intensità
inusitata
,
nell
'
estensione
sconosciuta
con
cui
certe
idee
si
sono
diffuse
e
sono
penetrate
nell
'
animo
umano
;
nel
modo
come
ànno
ristretto
il
campo
della
coscienza
,
occupandolo
da
sole
,
producendo
quel
fenomeno
che
io
ò
chiamato
di
monodeismo
e
di
monopatia
.
Il
campo
della
coscienza
è
estremamente
complesso
e
variabile
:
i
pensieri
e
sentimenti
lo
attraversano
di
continuo
,
fermandovisi
per
un
momento
e
scomparendo
,
come
immagini
che
passino
dinanzi
ad
uno
specchio
posto
in
una
strada
;
ma
,
quando
un
solo
pensiero
ed
un
solo
sentimento
rimangono
nel
campo
della
psiche
,
quando
l
'
onda
si
arresta
,
allora
,
per
un
fenomeno
strano
,
pensiero
e
sentimento
s
'
ingrandiscono
e
possono
,
dalla
psiche
,
di
un
solo
individuo
,
diffondersi
a
quella
degli
altri
,
arrestandovisi
ed
ingrandendovisi
,
del
pari
;
onde
avviene
che
le
infinite
psichi
individuali
,
possedute
da
un
solo
fatto
e
intonate
allo
stesso
modo
,
si
riuniscano
in
un
'
immensa
psiche
collettiva
,
per
una
di
quelle
moltiplicazioni
del
sentimento
,
così
frequenti
nei
fenomeni
di
psicologia
collettiva
.
Ora
,
perché
il
fenomeno
normale
della
suggestione
ed
imitazione
assurgano
a
tanta
altezza
patologica
,
ci
è
bisogno
che
vi
sia
un
momento
determinante
fatto
di
due
elementi
e
cioè
da
un
abnorme
stimolo
esterno
e
da
un
'
abnorme
reazione
dell
'
organismo
,
in
cui
sia
rotto
l
'
equilibrio
psichico
e
reso
incapace
di
novelli
adattamenti
.
In
fatti
,
oggi
,
una
vasta
degenerazione
va
impadronendosi
dell
'
organismo
umano
,
come
una
immensa
ombra
che
la
civiltà
porti
seco
.
I
nostri
padri
non
conobbero
le
cure
affannose
della
lotta
per
l
'
esistenza
e
per
la
civiltà
:
il
loro
tenore
di
vita
fu
sempre
morigerato
e
il
sereno
dello
spirito
fu
il
tono
perenne
dell
'
animo
.
In
noi
l
'
affanno
penetra
per
più
punti
e
dal
pensiero
del
domani
e
dalla
lotta
più
cruda
che
ci
avvolge
e
dal
rapido
succedersi
della
civiltà
:
noi
siamo
come
la
foglia
che
cade
ingiallita
innanzi
tempo
e
che
il
vento
mulina
.
Epperò
,
portiamo
in
noi
stessi
e
l
'
esaurimento
nervoso
(
psicoastenia
)
e
la
degenerazione
;
e
il
bisogno
di
forti
eccitamenti
che
vincano
il
torpore
de
'
nervi
esauriti
dal
lavoro
,
onde
l
'
alcoolismo
,
il
morfinismo
,
la
libidine
,
la
sete
delle
emozioni
violente
vanno
diffondendosi
sempre
più
e
minacciano
di
estinguere
questa
razza
umana
.
Nasce
,
da
tutto
ciò
,
un
forte
squilibrio
psichico
onde
certi
doti
normali
dell
'
animo
umano
s
'
ingigantiscono
,
onde
la
suggestione
diventa
più
viva
e
l
'
imitazione
più
diffusa
:
la
psiche
diventa
come
una
corda
tesa
sino
al
grado
estremo
e
che
,
nell
'
unità
di
tempo
,
dà
un
numero
stragrande
di
vibrazioni
,
al
più
leggiero
tocco
dell
'
alito
che
la
sfiori
.
Un
punto
più
in
là
e
la
corda
si
spezza
:
un
'
azione
più
lunga
e
duratura
di
questo
surmenage
psico
intellettivo
e
la
pazzia
,
le
malattie
nervose
spezzeranno
questo
frale
umano
.
E
,
ben
in
pochi
anni
,
la
demenza
si
è
sestuplicata
in
Inghilterra
,
toccando
l
'
alta
cifra
di
155000
.
Il
mondo
è
,
adunque
,
diventato
triste
ed
affannoso
quale
non
fu
nel
passato
,
appunto
perché
l
'
animo
umano
è
diventato
più
sensibile
,
più
iperestetico
.
Le
impressioni
esterne
,
una
volta
,
trovavano
un
'
attenuazione
nel
sist
ema
nervoso
che
li
rifletteva
;
ora
,
in
questo
riflettendosi
,
ingigantiscono
,
ond
'
è
che
il
dolore
sociale
realtà
vera
,
ma
minore
del
dolore
antico
nei
nostri
nervi
,
nella
nostra
psiche
si
moltiplica
fino
all
'
ennesima
potenza
,
divenendo
,
più
che
un
dolore
materiale
,
un
vasto
dolore
morale
e
,
come
accade
sempre
,
si
accompagna
con
una
grande
aspettazione
,
con
un
bisogno
d
'
un
messia
e
quando
qualcuno
pretende
di
avere
trovato
il
rimedio
di
tale
dolore
umano
,
cedendo
,
lui
per
il
primo
,
ad
una
suggestione
dell
'
ambiente
,
gli
altri
gli
credono
e
gli
corrono
dietro
,
ond
'
è
che
oggi
l
'
epidemie
psichiche
nascono
,
da
una
parte
,
e
come
nacquero
in
ogni
tempo
,
da
una
ristrettezza
mentale
e
da
uno
squilibrio
passionale
,
dall
'
altra
dal
vasto
dolore
umano
che
ne
circonda
.
Ed
in
fatti
,
il
mondo
antico
,
lo
spirito
ario
,
così
sereni
e
tranquilli
,
non
ebbero
epidemie
psichiche
:
furono
come
una
lunga
giornata
d
'
un
sereno
smagliante
,
che
solo
,
a
sera
tardi
,
si
ricuopre
di
nubi
.
L
'
affanno
che
non
aveali
colpiti
nella
giovinezza
,
venne
a
sera
,
nella
mistione
etnica
dei
popoli
dell
'
impero
,
nel
contatto
dell
'
animo
semitico
,
nel
dilagare
della
schiavitù
,
nelle
ruinose
vicende
politiche
.
E
l
'
epidemia
fu
ascetica
e
religiosa
;
e
,
come
le
altre
forme
di
contagio
psichico
,
ebbe
un
doppio
contenuto
,
regressivo
e
progressivo
;
progressivo
fu
,
di
certo
,
il
cristianesimo
che
innalzava
i
miseri
,
che
dava
alla
vita
un
contenuto
nuovo
,
che
spezzava
la
prisca
grandezza
:
regressivo
l
'
ascetismo
,
il
rinnegamento
dell
'
arte
e
del
pensiero
.
Il
medio
evo
fu
,
in
vece
,
un
lungo
periodo
di
epidemie
psichiche
e
noi
ne
dicemmo
il
perché
.
Ma
,
comunque
sorgano
le
epidemie
psichiche
,
ànno
sempre
un
colorito
speciale
che
il
tempo
loro
dà
,
in
modo
diverso
;
celano
un
contenuto
ora
regressivo
ora
progressivo
,
ora
di
ritorno
ora
di
anticipazione
ed
,
in
fine
,
sono
come
una
tendenza
compensatrice
di
mezzo
ad
un
ambiente
triste
e
doloroso
sempre
.
E
così
,
nell
'
evo
antico
,
noi
troviamo
le
epidemie
sociali
,
tali
sono
le
rivolte
servili
che
,
a
momenti
dati
,
s
'
impadronivano
degli
animi
d
'
infinità
di
schiavi
con
la
celerità
d
'
un
baleno
;
nel
medio
evo
il
tono
epidemico
è
ascetico
e
religioso
,
in
sieme
;
nell
'
evo
moderno
è
complesso
:
economico
sociale
politico
,
oppure
è
religioso
ascetico
,
come
l
'
evo
medio
,
o
economico
sociale
come
l
'
evo
antico
.
La
nostra
civiltà
,
venuta
dopo
l
'
antica
e
la
medioevale
,
nelle
sue
stratificazioni
psichiche
ripete
le
altre
due
,
onde
,
accanto
al
colorito
proprio
del
tempo
economico
sociale
politico
,
à
le
epidemie
a
fondo
sociale
come
nella
civiltà
antica
e
di
mezzo
,
o
le
ascetiche
e
religiose
come
nel
medio
evo
.
Siano
però
qualsivogliano
gli
aspetti
delle
epidemie
psichiche
,
non
vi
è
che
in
fondo
un
contenuto
solo
,
l
'
economico
e
sono
come
un
compenso
all
'
ambiente
,
in
mezzo
al
quale
si
vive
:
nel
mondo
antico
imperava
la
schiavitù
e
l
'
epidemia
psichica
assumeva
l
'
aspetto
d
'
una
liberazione
umana
,
onde
le
guerre
servili
;
nel
medio
evo
,
che
succedeva
al
godimento
antico
dei
sensi
,
alla
serenità
del
pensiero
ario
,
l
'
epidemia
ascetico
religiosa
fu
un
lungo
martirio
della
carne
,
un
'
introspezione
paurosa
dell
'
animo
;
nell
'
evo
moderno
,
nel
quale
domina
l
'
egoismo
,
l
'
epidemia
psichica
è
,
profondam
ente
,
altruista
,
pigli
,
poi
,
forma
religiosa
od
economica
sociale
poco
importa
.
D
'
altra
parte
,
le
epidemie
si
organizzano
e
si
diffondono
o
fra
animi
passionati
ed
ardenti
o
fra
animi
fortemente
squilibrati
od
in
istato
d
'
arresto
,
per
manco
di
coltura
,
e
da
questo
particolare
carattere
nascono
le
forme
epidemiche
a
contenuto
progressivo
o
regressivo
,
con
le
illusioni
di
guarire
il
mondo
,
ma
con
l
'
occhio
fiso
all
'
indietro
o
all
'
innanzi
e
sono
le
une
sopravvivenze
del
passato
,
le
altre
anticipazioni
dell
'
avvenire
.
In
fine
,
come
ultima
distinzione
,
le
epidemie
psichiche
pazzesche
agiscono
di
preferenza
o
sul
sistema
nervoso
(
epidemie
nevropatiche
)
o
sulla
psiche
(
epidemie
psicopatiche
:
appartengono
alle
prime
tra
le
epidemie
medioevali
le
forme
istero
epilettiche
,
la
mania
della
danza
,
ecc
.
,
e
alle
seconde
le
demonopatie
,
le
invasioni
e
le
ossessioni
ecc
.
,
e
nel
tempo
presente
,
il
suicidio
è
una
epidemia
neuropatica
,
così
come
il
neomisticismo
è
una
forma
psicopatica
.
CAPITOLO
II
.
LE
EPIDEMIE
PSICHICHE
MODERNE
L
'
evo
moderno
,
in
questo
suo
declinare
,
è
improntato
da
un
tardo
sviluppo
delle
qualità
psichiche
superiori
ed
in
loro
vece
,
da
uno
sviluppo
eccessivo
delle
doti
inferiori
della
psiche
.
Le
doti
inferiori
della
psiche
che
sono
,
ancora
,
le
doti
primeve
,
si
compendiano
,
nel
campo
dell
'
intelligenza
,
in
un
forte
senso
del
presente
e
però
in
uno
scarso
idealismo
e
,
nel
campo
del
sentimento
,
in
un
forte
egoismo
,
epperò
in
un
altruismo
scarso
.
Noi
viviamo
troppo
dell
'
oggi
e
di
noi
stessi
;
l
'
ideale
,
questa
forte
rappresentazione
del
mondo
,
cacciato
fuori
del
tempo
,
non
ci
tormenta
che
ben
poco
e
l
'
amore
degli
altri
non
ci
preoccupa
per
nulla
.
È
ben
vero
che
l
'
idealismo
e
l
'
altruismo
,
che
sono
in
fondo
due
prodotti
dell
'
attrazione
della
psiche
,
sono
doti
di
popoli
evoluti
,
che
non
risplendono
sulla
fronte
della
fanciullezza
dell
'
umanità
,
ma
brillano
nella
giovinezza
umana
;
questo
è
ben
vero
,
ma
è
vero
,
del
pari
,
che
noi
oggi
traversiamo
un
periodo
di
regresso
durante
il
quale
idealismo
e
altruismo
son
rinculati
d
'
un
pezzo
.
I
nostri
antichi
ebbero
un
idealismo
falso
,
ma
vivo
:
essi
credettero
in
una
religione
rivelata
e
nell
'
amore
della
patria
;
il
loro
altruismo
assunse
la
forma
della
carità
inesausta
;
ebbero
,
in
somma
,
un
forte
senso
dell
'
ideale
che
,
oggi
,
può
parere
antiquato
,
ma
,
per
quei
tempi
,
fu
certamente
moderno
.
Questo
oggi
è
completamente
spento
:
la
scienza
à
distrutto
il
senso
della
religione
rivelata
;
le
vicende
politiche
,
quello
della
patria
,
senza
che
le
nuove
concezioni
idealistiche
fossero
penetrate
,
vece
delle
antiche
;
così
come
la
nuova
scienza
sociologica
à
distrutto
il
concetto
vieto
della
carità
,
senza
che
il
nuovo
del
dovere
sociale
vi
si
sia
sostituito
.
Il
nostro
è
un
orizzonte
morale
ed
intellettivo
desolato
:
molti
non
hanno
né
un
raggio
di
fede
,
né
un
barlume
di
speranza
:
l
'
egoismo
ed
il
senso
del
presente
son
diventati
i
due
soli
poli
della
vita
e
in
vano
noi
cerchiamo
la
virtù
che
sale
e
che
conquide
,
ché
i
vincitori
dell
'
oggi
sono
la
gente
dal
cervello
eunuco
e
dal
cuore
chiuso
,
i
vinti
sono
gli
animi
eletti
,
che
ànno
nel
cuore
un
ideale
,
nell
'
intelletto
un
pensiero
.
Qual
meraviglia
,
adunque
,
se
,
per
quella
tal
legge
di
compenso
che
è
nella
natura
,
per
il
fenomeno
dell
'
opposizione
sociale
,
ch
'
è
come
dicemmo
un
fatto
sugestivo
,
sorga
e
dilaghi
,
di
fronte
al
pensiero
del
presente
al
realismo
,
la
sete
dell
'
ideale
e
di
fronte
all
'
egoismo
l
'
amore
sconfinato
dell
'
umanità
.
In
ogni
tempo
ed
in
ogni
luogo
,
la
natura
,
con
le
sue
epidemie
psichiche
,
à
esercitato
una
funzione
di
conservazione
,
accentuando
quelle
doti
che
mancano
,
crescendole
a
dismisura
,
radicandole
in
certi
animi
in
tanta
proporzione
ed
intensità
,
di
quanto
sono
deficienti
negli
altri
;
onde
è
che
,
anco
questa
volta
,
le
nuove
epidemie
psichiche
,
che
portano
in
sé
quei
sentimenti
di
compenso
che
mancano
negli
altri
,
sono
di
natura
idealiste
e
altruistiche
.
Ma
,
come
accade
dello
spirito
umano
,
sul
quale
le
forme
trascorse
esercitano
talora
una
influenza
viva
e
grande
,
onde
vi
è
una
eredità
ed
un
atavismo
,
così
è
avvenuto
che
l
'
altruismo
e
l
'
idealismo
risorgente
ànno
assunto
due
forme
:
negli
intelletti
vigorosi
e
nuovi
ànno
assunte
forme
novelle
onde
il
sentimento
religioso
che
sale
a
Dio
per
discendere
all
'
umanità
come
nelle
popolazioni
anglosassone
;
o
la
novella
fede
sociale
come
nel
proletariato
;
e
negli
intelletti
deboli
hanno
assunto
la
forma
di
risorgenze
religiose
da
lungo
tramontate
e
sepolte
nell
'
incoscio
della
psiche
.
Epperò
è
avvenuto
che
dal
triste
realismo
,
dall
'
egoismo
incombente
del
secolo
nostro
vengono
fuori
come
più
rivi
di
epidemie
psichiche
e
però
sorgono
l
'
idealismo
anglosassone
,
quel
forte
idealismo
della
razza
,
che
noi
dicemmo
confina
con
Dio
e
à
come
mira
l
'
umanità
;
il
socialismo
,
ch
'
è
fede
e
scienza
ad
un
tempo
nel
quale
si
van
raccogliendo
i
pensatori
più
arditi
e
la
parte
lavoratrice
dell
'
umanità
;
lo
spiritismo
questo
strano
fenomeno
scientifico
,
che
,
deriso
dapprima
,
va
impressionando
di
sé
animi
di
scienziati
come
Wallace
,
come
Lombroso
,
come
Richet
e
come
Flammarion
;
che
si
presta
bene
così
ad
una
interpetrazione
scientifica
(
psichismo
)
come
ad
un
riconoscimento
dell
'
anima
come
elemento
diverso
dallo
spirito
e
che
preoccupa
una
infinità
di
accademie
scientifiche
,
ed
à
i
suoi
esperimenti
eseguiti
col
rigore
d
'
uno
esperimento
psicologico
;
ed
in
fine
il
neo
misticismo
,
questo
ritorno
ad
altri
tempi
,
fortemente
credenti
e
che
nasce
da
una
stanchezza
di
mirare
innanzi
,
da
un
bisogno
di
riguardarsi
in
dietro
,
e
che
ha
come
postulato
che
se
la
scienza
ci
ha
ingannato
,
ben
la
fede
ci
accoglie
ancora
.
Ma
,
comprese
nella
forma
neomistica
,
sono
due
concezioni
religiose
viventi
in
due
climi
storici
diversi
l
'
uno
arretrato
l
'
altro
non
evoluto
:
nelle
nostre
plebi
,
in
fatti
,
rivivono
le
forme
medioevali
del
diavolismo
,
delle
ossessioni
dei
miracoli
,
dei
sogni
pieni
di
anticipazioni
ecc
.
,
in
una
parola
,
quelle
forme
mistiche
medioevali
,
talora
,
a
contenuto
delittuoso
.
In
Russia
,
dove
gli
animi
sono
poco
progrediti
ed
ancora
più
,
sotto
il
peso
d
'
un
'
immensa
pressura
sociale
:
là
in
quei
popoli
l
'
epidemia
psichica
assume
forme
e
contenuto
nuovo
.
Son
forme
epidemiche
,
pazzesche
,
che
attentano
alla
vita
propria
o
degli
altri
come
negli
Skoptzi
o
in
quella
strana
setta
dove
la
gente
si
fa
murar
viva
(
gli
inclusi
)
;
o
che
al
male
non
resistono
,
come
Tolstoiani
che
spingono
l
'
ardire
fino
al
male
certo
ed
indeprecabile
,
come
quando
si
sottraggono
alla
leva
,
obbedendo
al
motto
divino
:
non
ammazzare
e
presi
di
poi
,
lasciano
la
vita
in
Siberia
.
E
accanto
alle
forme
di
epidemie
psichiche
complete
con
contenuto
progressivo
,
stanno
le
forme
regressive
corrispondenti
:
accanto
all
'
idealismo
anglosassone
è
il
misticismo
latino
:
l
'
una
è
una
forma
nuova
di
carità
inesausta
che
scende
come
dittamo
sulle
sventure
umane
e
non
rinnega
né
la
scienza
né
la
vita
.
L
'
altra
è
la
carità
vieta
dei
conventi
,
è
l
'
untuosità
dei
paesi
latini
:
l
'
una
è
tutta
una
profilassi
contro
il
vizio
,
una
precauzione
contro
il
crimine
,
quegli
uomini
fanno
il
bene
per
una
forte
pietà
che
sentono
nel
cuore
ed
il
loro
Dio
è
come
la
sintesi
di
tutta
l
'
idealità
di
che
trabocca
l
'
animo
loro
;
l
'
altra
è
subordinato
alla
grandezza
terrena
del
papato
.
Quanto
diverso
il
neo
misticismo
slavo
,
dal
latino
fatto
d
'
un
profondo
senso
di
scoraggiamento
della
vita
,
d
'
una
rinunzia
della
civiltà
,
d
'
una
ascetica
contemplazione
della
mente
:
quindi
voi
non
trovate
la
fede
operosa
come
nel
primo
,
ma
sentite
d
'
essere
in
mezzo
a
un
popolo
che
vivo
d
'
un
falso
riflesso
d
'
un
mondo
tramontato
,
che
non
à
del
mondo
vero
,
che
tenterebbe
riprodurre
,
la
passionalità
viva
ed
ardente
.
Così
,
accanto
alla
novella
concezione
sociale
quella
che
noi
chiamiamo
socialismo
,
vi
sono
le
altre
che
predicano
la
riforma
immediata
e
violenta
ed
il
ritorno
a
forme
sociali
tramontate
.
Queste
son
due
forme
di
epidemie
psichiche
diverse
:
la
prima
è
essenzialmente
progressiva
sia
per
il
metodo
,
evolutivo
,
sia
per
il
contenuto
cioè
come
superstruttura
d
'
una
novella
forma
economica
,
l
'
altra
è
essenzialmente
regressiva
,
sia
per
il
metodo
violento
e
sia
ancora
perché
essa
vagheggia
una
società
meno
complessa
,
quella
che
Rousseau
chiamava
stato
di
natura
,
onde
i
Reclus
e
gli
altri
spesso
ricorrono
agli
esempi
di
selvaggi
buoni
per
contrapporli
alle
civiltà
moderne
.
Egli
avviene
così
,
adunque
,
che
le
epidemie
psichiche
moderne
,
progressive
,
si
toccano
con
quelle
regressive
:
possiamo
dire
che
sono
messe
a
due
a
due
come
le
faccie
di
tante
medaglie
delle
quali
l
'
una
è
dorata
,
l
'
altra
è
di
piombo
.
E
,
dopo
le
forme
progressive
e
regressive
,
vengon
le
forme
pazzesche
e
criminali
:
viene
il
suicidio
,
l
'
assassinio
politico
,
forme
a
lungo
studiate
e
sulle
quali
noi
non
vogliamo
indugiare
,
senza
osservare
che
talora
alle
forme
comuni
di
crimine
il
tempo
dà
il
proprio
tono
,
che
oggi
dei
delinquenti
comuni
si
ammantano
del
carattere
politico
o
sociale
,
come
un
tempo
del
religioso
e
che
il
tono
discende
persino
alle
forme
completamente
pazzesche
onde
è
che
se
un
tempo
i
pazzi
avevano
deliri
ed
allucinazioni
religiose
oggi
le
hanno
di
carattere
politico
sociale
.
Le
grandi
epidemie
portano
adunque
in
sé
un
alto
valore
,
giacché
sono
come
i
fenomeni
d
'
una
vasta
malattia
e
ne
sono
il
rimedio
:
esse
,
complete
od
incomplete
,
accennano
di
quali
fatti
psichici
scarseggi
la
civiltà
,
quali
sentimenti
abbiano
bisogno
d
'
essere
educati
,
onde
le
doti
inferiori
,
prevalendo
come
sempre
,
non
abbiano
a
distruggerla
.
E
lo
stato
quando
fosse
davvero
provvido
e
quando
,
più
che
alle
piccole
vicende
del
giorno
,
tenesse
gli
occhi
fisi
a
'
grandi
interessi
collettivi
,
dovrebbe
assecondare
tali
epidemie
psichiche
,
impadronendosene
,
mettendone
in
atto
postulati
più
semplici
e
più
attuabili
,
dando
,
a
queste
fiumane
di
sentimento
,
la
dirittura
ed
il
corso
,
non
l
'
ostacolo
che
le
arresti
,
così
solo
esso
farebbe
opera
saggia
e
preparerebbe
l
'
avvenire
senza
scosse
e
senza
danni
,
imitando
le
epoche
geologiche
che
non
si
sono
succedute
,
come
dice
Cuvier
,
per
cataclismi
,
ma
,
come
ammetteva
il
Lyell
per
mutazioni
lente
e
continue
.