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LA CRONACHETTA DELLE PELLICCE ( HAPPEMOUSCHE , 1884 )
StampaQuotidiana ,
Giornate oziose e fastidiose . La città è oppressa dallo scirocco ; e , vista dall ' alto , appare come un ' immensa Pompei seppellita dalle ceneri . Una specie di snervamento malsano invade la gente ; una irritazione mal repressa manifestasi in tutti i gesti e in tutte le attitudini . Per la via del Corso le signore tiberine passano , al trotto stanco dei cavalli , distese nelle carrozze a metà chiuse , e sono pallide , per lo più nascoste da un velo denso , sprofondate nella mollezza delle pellicce . Salutano lentamente ; sorridono debolmente ; lasciano che la testa dondoli al moto delle ruote ; talvolta paiono assopite e paiono non avere più forme , sotto l ' amplitudine dei mantelli . Oh bei mantelli di lontra ornati di castoro biondo ! Il pelo lucidissimo si apre qua e là come una spiga , variando l ' egual colore cupo con apparenze d ' oro . Nulla è più signorilmente voluttuoso che una pelliccia di lontra già da qualche tempo usata . Allora le pelli consentono a tutte le pieghevolezze del corpo femminile ; ma non con la leggera aderenza della seta e del raso ; sibbene con una certa gravità non priva di grazie e di quelle dolci grazie che gli animali forniti di ricco pelame hanno nei loro movimenti furtivi . Sempre una specie di lampo , una specie di lucidità repentina precede o accompagna il movimento , e dà al movimento una strana bellezza . Alle giunture poi delle spalle , su ' l rovescio delle braccia , intorno ai fianchi , e qua e là su ' l seno , il colore prende un tono d ' una soavità antica , quasi morente , simile forse a quello d ' un vaso d ' argento dorato in cui l ' argento non anche apparisca schietto e l ' oro muoia . Credo che il più lungo mantello e il più magnifico sia quello della principessa di Venosa . Ieri era da Spillmann ; chiedeva dei bonbons forse per il five o ' clock tea . Aveva un cappello chiuso con un piccolo pennacchio d ' airone e di struzzo ; e sul volto un velo moucheté . Ella parlava indolentemente con la principessa Borghese , e la sua figura mirabile , dalle spalle ampie e lunate , dai fianchi opulenti , dalla sottilissima vita tutta avvolta nella lontra odorante di Cypre e di sachet de veloutine , faceva contrasto con la grave persona , con l ' altera nobiltà matronale della interlocutrice . Anche , un altro mantello celebre è quello della contessa di Santafiora . Questa strana figura di gentildonna si incontra talvolta improvvisamente nella mattina , allo svolto di una qualche via urbana , su ' l marciapiede . È una di quelle visioni che turbano un poco . A traverso il velo molto rado quella faccia pallida , irregolarmente bella , con la bocca rossa e certe volte quasi dolorosa , con gli occhi di Venere Ciprigna , dà all ' improvviso un ' impressione , dirò così , di fatalità , suscita all ' improvviso , dirò così , un sogno di amori misteriosi e procellosi . Invece la contessa quando apre la bocca , è quasi sempre ironica , piuttosto fredda , schiva del sentimentalismo , spesso anche mordace , molto allegra di spirito . Ella porta un cappello nero composto di merletto e di jais altissimo , alleggerito da un bouquet di piume . Ha il passo svelto ; e tiene i gomiti aderenti alla vita , le mani nel manicotto , il manicotto stretto alla veste . Un ' altra contessa , la Taverna , porta la lontra . Chi non sa il divin pallore della contessa Taverna , ed i capelli neri pieni di riflessi blu ondulati , e i lunghi occhi velati dalle lunghissime ciglia ? La duchessa d ' Artalia , la piccola duchessa magra dalli occhi turchini e dai capelli cupi , si distingue per le maniche amplissime , ricchissime , d ' onde escono due minuscole mani candidamente . La principessa d ' Antuni ha una pelliccia breve su cui cade un bel ricciolo nero legato da un nastro azzurro pallido o crème . La duchessa di Magliano porta una giacca gittata su le spalle , militarmente , con le maniche pendenti , su l ' abito di panno marron ornato di soutaches . Tutte queste signore passano per la via del Corso , entro le carrozze , fra le quattro e le cinque del pomeriggio . E nessuna cosa più che una pelliccia di lontra , in tempo piovoso , suscita nei riguardanti il desiderio dell ' intimità dell ' amore .
I «REGALI» REGALI ( SIR CH. VERE_DE_VERE , 1884 )
StampaQuotidiana ,
Questa volta vi risparmio il piagnisteo su la perversità del tempo , il morceau di colorito sulla città grigia ed anche le visioni splendenti di tra la pioggia lacrimevole . Certo il giorno della natività di Gesù Cristo è stato un orribile giorno . Ma , in compenso , quanti alberi di Natale , grandi e piccoli , freschi e finti , hanno allietato di più o meno preziose fioriture l ' interno tiepido delle case romane ! Non io penetrerò nei penetrali domestici , né farò la enumerazione dei fiori di carta e di lana , né dirò la santa gioia delle famiglie raccolte e le impertinenze rumorose dei bimbi in cospetto delle bambinaie biondicce e pallìdule , né descriverò le bonbonnières legate da nastrini tricolori , i gemelli d ' osso bianco ornati di cifre , i vasi di legno dipinti pseudo - cinesi , i libri da messa violetti con borchie di piombo argentato , le cornici di velluto rosso con ricami di seta verde e gialla , le scatole composte di conchigliette iridescenti e di specchiettini tremolanti , le mensolette di ceramica fatta in casa , le papaline di color solferino fiorite d ' oro , i cuscinetti di margheritine per gli spilli e per li aghi , i servizi di vetro turchini per la toilette , i calendari d ' oleografia , le capannelle svizzere contenenti un minuscolo nécessaire per lavori femminili , le palle di cristallo contenenti paesaggetti e figurine con effetto neve , ecc . Io mi limiterò , per misericordia delle lettrici , all ' albero regio . Il quale anche quest ' anno è stato veramente magnifico e munifico . Intorno al fusto si agitavano nella aspettazione circa quaranta bambini di sangue nobile . In verità , io non li ho veduti ; ma mi immagino che si agitassero e che naturalmente , con le loro teste bionde o brune , e con i loro occhi castanei o grigi o celestiali e con le loro bocche vermiglie o rosse , formassero la grande aiuola vivente che sanno tutti i giovani cronachisti italiani . Donna Claribel , la dolce signora del libro di pelle d ' onagro , mi dà qualche nome . C ' era l ' infanzia di casa Gianotti , l ' infanzia di casa Villamarina e via via , l ' infanzia delle case Massimo , Calabrini , Della Somaglia , Brancaccio , D ' Oncieux , Francesetti , Santafiora , Sonnino , Vicovaro , Sforza - Cesarini , Teano , Incisa . M ' immagino tutta la cerimonia dell ' estrazione dei doni : mi immagino le pecore lanose , le pendole figurate , le bambole parlanti , e m ' immagino la Regina fulgida e bionda nella cupa luce del velluto granato , sorridente tra i parvulos felici o mal contenti . Oltre il velluto regale , splendevano i velluti varii e ricchissimi della baronessa Sonnino , della contessa Della Somaglia , della contessa di Santafiora , di Donna Claribel . Donna Claribel ebbe in dono una specie di diadema di perle e brillanti con predominio di perle . La duchessa Sforza - Cesarini ebbe in dono una spilla armonizzata di soavi zaffiri e di brillanti luminosissimi . La duchessa Massimo ebbe anche zaffiri e brillanti foggiati in forma di mosche . Brillanti e rubini ebbe la marchesa Calabrini . E la contessa di Santafiora , la contessa che io più ( dopo Donna Claribel ) adoro , ebbe una mezzaluna fiammeggiante , segno di deità . Poi gli altri doni sono innumerevoli . Li accennerò semplicemente . Il Re donò alla Regina una rondine preziosa , e la Regina al Re un calamaio cesellato dal Castellani . Il Duca d ' Aosta ebbe dal fratello due fucili da caccia mirabili per eleganza esteriore e per precisione meccanica . Il Duca di Genova ebbe due vasi di Sèvres . Quindi : La duchessa Sforza - Cesarini un mobile giapponese , un mobile di un certo legno castaneo , venato , incrostato di madreperla , di metallo , di corallo , di avorio dipinto , con fiori , con uccelli , con figure umane . Il marchese di Villamarina un candelabro d ' argento di quell ' elegantissimo artefice che è il Castellani . La contessa Visone un braccialetto di smeraldi . La marchesa Incisa un gran servizio di porcellana fina , per the o per caffè . Le dame di Corte ( nominate sopra talune ) , la contessa Lovatelli , la contessa Marcello , la principessa di Ottajano , la principessa di Venosa , ebbero oggetti di oreficeria bellissimi . Ed oggetti di oreficeria e di pierreries ebbero anche la contessa Visone , la contessa Brambilla , la signora Rattazzi . I signori uomini ebbero per lo più oggetti di mobilia : vasi di Satzuma , servizi giapponesi per lunch o per the , nécessaires per viaggio , bronzi artistici , specchiere , candelabri , cofani , ecc . Il duca Gustavo , marito di Donna Claribel , ebbe due immensi vasi di metallo bianco , giapponesi , due vasi barbarici tutti rilevati di mostri orrendi . La sera il Re partì per San Rossore , dove si tratterrà tutto il mese a far strage di selvaggina grossa nelle selve . Così il Natale è passato e col Natale è passato il tempo cattivo . Ieri la giornata fu trionfale . Oggi il sole ha una dolcezza inebriante . Voi , o dame , il canto del Cigno all ' Apollo chiama . Tutti i regali regali risplenderanno alla luce del gas , su per le superbe chiome , su per le più fresche braccia , su i più floridi petti della cattolicità apostolica , stasera . Sarà il gran convegno della bellezza . L ' inno , domani .
StampaQuotidiana ,
A poco più di tre chilometri da Caltanissetta si trova un gruppo importante di zolfare , la maggior parte delle quali appartengono al deputato Testasecca , creato conte per la cospicua donazione che fece ai poveri in occasione delle nozze d ' argento dei sovrani . I nonni del neo conte erano dei poveri borghesucci quando verso il 1830 comperarono per pochi soldi alcune colline di quei dintorni . Erano colline superficialmente molto povere , ma che nel loro seno racchiudevano tesori . E infatti appena se ne accorsero e cominciarono a sfruttarle , i genitori dell ' onorevole Testasecca diventarono in pochi anni arcimilionari . Le zolfare del conte deputato sono oggi coltivate con sistemi abbastanza razionali ( macchine , vagoncini e ascensori ) , ma vicino ad esse se ne trovano altre dove vigono ancora gli antichi sistemi e nelle quali la creatura umana è ridotta peggio di una bestia da soma . Non faccio che trascrivere le note prese col lapis durante un ' escursione che feci la mattina del 24 ottobre . Ore sette ant . Uscendo dalla città , i due amici che gentilmente mi accompagnavano , l ' avv . Angelo Giarrizzo e lo studente di medicina Paolo Trobia , mi mostrano lungo la via di Sant ' Anna alcune caverne scavate nel tufo e nelle quali fino a poco tempo fa abitarono molte famiglie di zolfatai . Alcune vi abitano ancora . Il Municipio fece sgombrare le altre non già per igiene e per filantropia , ma perché queste tane da trogloditi minacciavano di rovinare e in caso di disastro il Municipio stesso temeva di essere chiamato responsabile e di dover pagare i danni . Ore otto . Siamo arrivati in un vallone pieno di monticelli che paiono fatti da talpe gigantesche . Sono ingressi di zolfare e calcheroni , ossia mucchi di minerale greggio preparato per accenderlo e cavarne lo zolfo col sistema primitivo . Ci avviciniamo ad un calcherone in formazione . Otto uomini raccolgono con le pale il minerale greggio di un mucchio e ne riempiono delle ceste che vengono da una quindicina di ragazzi portate nella buca del calcherone . È un lavoro che potrebbe esser fatto benissimo con vagoncini . Si adoperano i carusi perché si spende meno . L ' età di questi ragazzi varia dai 10 ai 18 anni . Alcuni di essi , imberbi , magri , patiti , sembrano molto più giovani di quello che sono . Guadagnano dai quindici ai trenta soldi al giorno , secondo la quantità del minerale che possono portare . Per guadagnare qualche soldo di più , corrono continuamente dal mucchio del minerale alla vasca del calcherone . Lavorando esternamente , non sono del tutto nudi ; indossano i pantaloni . Una cosa che colpisce il visitatore è questa , che il lavoro meno pesante , cioè quello di riempire le ceste , è fatto dagli adulti , dai picconieri , e quello più faticoso , ossia il trasporto delle ceste piene , è addossato esclusivamente ai ragazzi . A breve distanza si vedono gli ingressi della zolfara Gessolungo , dove circa dieci anni or sono accadde una catastrofe che uccise cinquantotto persone . I cadaveri mutilati delle vittime non furono trasportati neppure nel camposanto di Caltanissetta ; s ' improvvisò qui vicino un cimitero dove vennero sepolti in una fossa comune . Ore otto e mezza . Ci avviciniamo ai due ingressi della zolfara Cinnirella , dove lavorano attualmente circa cento persone , col vecchio sistema del trasporto a spalla . Da una delle due bocche di pozzo si entra nella miniera e dall ' altra si esce : è già un progresso in confronto di altre zolfare dove si entra e si esce dallo stesso buco . Ci siamo appena accostati all ' ingresso del pozzo di uscita , che ne vediamo uscire uno dopo l ' altro tre carusi gobbi . Seguono altri disgraziati per lo più adulti , curvi sotto il peso del sacco di minerale che portano in ispalla . Sono tutti ansanti e grondanti di sudore . Alcuni non hanno altro indumento che una pezzuola davanti ; altri portano i soli pantaloni ; altri cosa stranissima il solo gilé . La maggior parte sono deformati dalla immane fatica . Un ragazzo di sedici anni un vero nano per la deficiente statura non dimostra più di dieci anni e ci dice che ha cominciato a fare il caruso a otto anni . Un altro ci racconta che ha cominciato a sette . Ora non li prendono se non hanno almeno nove anni , ma ciò succede qui nelle zolfare vicinissime al capoluogo di provincia e sorvegliate dalla direzione degli ingegneri : nell ' interno si continua come in passato , nel modo che potei constatare nella zolfara Virdilio . Quanto guadagnate voi ? chiesi a un caruso trentenne , il quale mostra di avere cinquant ' anni . Una lira al giorno mi rispose ma io sono dei discreti , dei bravi : altri miei compagni più giovani non riescono a guadagnare più di dodici soldi al giorno ; i più forti e resistenti giungono a guadagnarne trenta , il massimo . E quanti viaggi fate al giorno ? Siccome la miniera è molto profonda , non possiamo fare più di dieci o dodici viaggi al giorno , percorrendo ogni volta trecentocinquanta metri di scale , senza contare le gallerie . Ore otto e tre quarti . Chiesto il permesso ad uno dei proprietari e ottenuto un caruso per guida , che ci precede portando una lampadina a olio , entriamo nella zolfara . Questa lampade , che generalmente i carusi s ' attaccano al berretto con un filo di ferro , sono piccoli orciuoli scoperti , di terracotta , con un becco da cui passa il lucignolo ; per la forma ricordano le lampade etrusche . Costano 2 centesimi l ' una , ma sono difficili da portare , si rompono facilmente e lasciano versar l ' olio , di cui non contengono che una piccola quantità , cosicché è necessario riempirle ogni ora . Scendiamo per una scala scavata nel masso . La volta , di gesso , di minerale o di tufo , ora ci permette di stare ritti e ora ci costringe a curvarci . I gradini , che qui chiamano scaloni , quando l ' inclinazione dello scavo non eccede i 40° , occupano tutta la larghezza della scala : sono detti allora scaloni sani , hanno un ' alzata da 20 a 25 centimetri ed una pedata presso a poco eguale . Quando l ' inclinazione supera i 40° , la larghezza della scala è divisa e si trovano i cosiddetti scaloni rotti o a maschio e femmina : sopra ogni metà della scala è tracciata una gradinata , per modo che i riposi o pedate d ' una metà corrispondono a metà delle alzate dell ' altra . Si rende così possibile l ' ascesa e discesa , che altrimenti riuscirebbe difficilissima per la soverchia alzata dei gradini . Molti gradini sono rotti e tutti appaiono lustri per il continuo strofinamento dei piedi scalzi dei carusi . Anche sulla volta , specialmente quando è di gesso , si vedono delle striscie lucide prodotte dalle mani dei carusi che s ' appoggiano . Ma dopo un centinaio di metri di discesa avremo fatto più di quattrocento gradini non trovammo più né scaloni sani né scaloni rotti : il buco procedeva a zig - zag e invece che sulle scale si camminava sui detriti del minerale . Ogni tanto dovevamo scostarci per lasciar passare file di carusi scarichi che correndo scendevano a prendere nuovi carichi . Per lo più nudi , con un semplice grembialino davanti , malamente illuminati dalle lampadine , con le loro faccie sfigurate e con la pelle bruna , più che europei sembravano isolani dell ' Oceania . In certi punti le pareti delle volte nelle scale e nelle gallerie sono puntellate con tavole e travi , alcune delle quali piegano sotto il peso e minacciano di spezzarsi . Ai lati vediamo qua e là delle gallerie chiuse con un cancello di legno , perché o sfruttate o trovate pericolose . Perché non sono state riempite come l ' esperienza di tante catastrofi ha insegnato ? Ore nove . Al punto detto « piè della scala » troviamo una galleria circolare somigliante ad un ' ampia grotta . Un picconiere dal torso nudo tutto scintillante di sudore , batte il suo piccone contro il minerale di colore oscuro dalle larghe vene gialle di zolfo . Quattro o cinque carusi raccolgono i pezzi del minerale e ne riempiono i loro sacchi . All ' incerta e tremolante luce delle lampadine , la grotta , dalla volta a striscie gialle , rossiccie e scure , è d ' un orrido pittoresco : meriterebbe di essere ritratta da un Salvatore Rosa . Avviene non di rado che i picconieri trovano delle grotte naturali dalle volte ricoperte di stalattiti , di cristallizzazioni stupende . Ne fu scoperta recentemente una a Lercara Friddi , ma in pochi giorni tutti i bellissimi e risplendenti ornamenti naturali furono vandalicamente portati via . A stento io ne potei trovare un campione . Il caldo è soffocante , e non possiamo resistere che pochi minuti nella galleria « piè della scala » . Ore nove e un quarto . Imbocchiamo un altro cunicolo dalle pareti dirupatissime e scendiamo , tortuosamente , curvi . Le volte basse sono sostenute da travi e puntelli messi in modo molto primitivo . Grondanti di sudore grossi goccioloni ci cadono continuamente dal viso e dalle mani e vanno a bagnare la polvere del minerale che ricopre il ripido sentiero giungiamo finalmente verso le nove e mezzo alle gallerie finali , dette camminanti , vastissime caverne in cui lavorano vari picconieri . I colpi di piccone continui , incessanti , come se fossero dati da una forza automatica , risuonano cupamente nella semioscurità . Quelle macchine umane dei picconieri fanno venire in mente il Canto dei minatori del Rapisardi : Tra cieche forre , tra roccie pendenti Sul nostro capo entr ' oscure caverne , Fra pozzi cupi e neri anditi algenti , Fra rei miasmi , fra tenebre eterne , D ' ogni consorzio , dal mondo noi scissi A nutrir gli ozi d ' ignoti signori , Noi picconieri di monti e d ' abissi , Sepolti vivi scaviam tesori . E scavano tesori davvero . Anche questa zolfara Cinnirella , che passa per una delle meno produttive , ha già arricchito parecchi a Caltanissetta . E tuttavia i proprietari non si sono indotti ancora ad applicarvi sistemi di trazione più razionali e umani . Ora è data in affitto o a gabella . Ore nove e tre quarti . Dopo un po ' di riposo torniamo indietro e cominciamo la faticosa salita . È durissima per noi che non portiamo nulla sulle spalle , che siamo robusti e ben nutriti . Come deve essere più dura , malgrado l ' abitudine , per gl ' infelici carusi ! Ne incontriamo a ogni minuto . Si sente ora la loro respirazione affannosa , e ora quel lamento che fa tanto pena . Qualcheduno urta di tanto in tanto col suo carico contro la volta bassa . Qualche altro sdrucciola e cade come Gesù sotto la croce , senza trovare un pietoso Cireneo ! Altri , non potendone più , gettano per un momento il pesante fardello e siedono ansanti per riprendere un po ' di fiato . Alla svoltata di una galleria un caruso è lungo disteso sui pezzi aguzzi del minerale che a lui , sfinito dalla fatica , devono sembrare un soffice materasso . Passa in quella un sorvegliante e toccandolo con l ' aguzza asta di ferro che gli serve da bastone , gli domanda : « Dormi ? » . Man mano che saliamo una corrente d ' aria , che a noi pare gelata , scende dall ' altissima imboccatura del pozzo . Anche coperti di lana , c ' è da prendere una polmonite . E i carusi , grondanti di sudore , sono nudi ! Ore dieci e un quarto . Quando noi usciamo a rivedere la luce del sole venendo dalle tenebrose gallerie ci pare per qualche minuto abbarbagliante siamo talmente stanchi che riparandoci in una baracca ci gettiamo a sedere , disfatti come cenci . I carusi invece , appena deposto il carico , devono ridiscendere frettolosamente e continuare così fino a sera per guadagnare la mercede che s ' è detto . E quasi tutti hanno anche una famiglia da mantenere .
LA VITA CHE NON MUTA ( CORRADINI ENRICO , 1904 )
StampaQuotidiana ,
Qualche giorno fa apparve la notizia che il ministro Orlando aveva pronta la relazione sul decreto ministeriale per la scelta del greco e delle matematiche nei licei . E la notizia è poi stata confermata dai giornali ufficiosi . Il decreto in sostanza è questo : fin qui lo studio del greco era di cinque anni ; ora i giovani possono ridurlo a tre optando per le matematiche invece del greco appena giunti al secondo anno di liceo . Tale decreto mostra una tendenza che va rilevata : è un primo passo verso la soppressione graduale dell ' insegnamento classico . Oggi si è ancora oscillanti e vacillanti fra il desiderio di rinnovare e quello di conservare , domani non sarà più così , e si abolirà il vecchio per il semplice motivo che si è smarrito il sentimento del suo valore vero . Questo dunque è necessario : illuminare la coscienza pubblica sul valore degli studii classici . Tali studii , hanno contro di sé i modernisti , cioè tutti coloro che fanno incominciare il mondo dal giorno della loro nascita . C ' è una speciale vanità dell ' uomo contemporaneo , ed è quella della modernità ; per la quale la maggior parte de ' nostri simili cólti , od ignoranti che si credon cólti , di niente altro è vaga quanto di dare un calcio ai molti secoli ed ai varii millenni di storia che ci hanno preceduti . La divina legge della continuità della vita attraverso i secoli e attraverso i millenni , per la quale la durata dell ' uomo è tanto più lunga dell ' esistenza dell ' individuo , e che è quasi la nostra immortalità terrena ; questa divina legge per la quale la vita dei popoli ci appare intessuta di generazioni , come si lega punto con punto , e noi ci sentiamo contemporanei de ’ nostri padri e respiranti dello stesso respiro nella stessa aria ; questa divina legge per cui l ' anima umana si sente vivere di là dall ' attimo e dall ' atomo che sono la sua proprietà e la sua miseria , è oggi posta in oblio o è disprezzata . Vi è un momento in cui per i modernisti tutto ciò che fu , finisce , e incomincia tutto ciò che ora è ; di là da quello la morte , di qua la vita , la cosiddetta vita moderna . E quel momento è quello che io ho detto segnato dal giorno della loro nascita . E potrebbe dirsi dalla Rivoluzione francese , o dalla invenzione del treno o del telegrafo , o da Darwin , o da Carlo Marx . I modernisti hanno visto come siano stati inventati il telegrafo , il treno e tante altre meraviglie , e come si siano diffuse le teorie dell ' evoluzione , del socialismo , e i venerandi principi dell'89 , ed hanno concluso : – Oggi il mondo è tutt ' altra cosa ; la vita , l ' umanità , la coscienza , la sapienza , la civiltà , il progresso sono tutt ' altra cosa – . E che cosa sono ? Sono la modernità . E così la leggenda , il dogma , la religione della modernità , cioè di un nostro modo di essere profondamente diverso da quello dei nostri antenati , si sono stabiliti e sono in onore . È il pedantismo e il fanatismo di moda , dei quali , come è naturale , i greci ed i romani non hanno più fieri nemici . Contro le cosiddette lingue e letterature morte i modernisti gridano come i giacobini di Francia gridavano contro l ' « Ancien Régime » . Greco , latino , vecchia accademia , avanzo di « Ancien Régime » , via ! È il grido della nuova rettorica . Ebbene , questa nuova rettorica ha torto , e lo ha perché confonde molte cose . Confonde la vita con alcune sue forme esteriori , con alcune sue condizioni materiali . Si pensi ciò che si vuole , ma solo alcune condizioni materiali , solo alcune forme esteriori sono mutate ; la vita , l ' anima umana , l ' umanità no . È della vita , dell ' anima umana , dell ' umanità , lo stesso che dell ' arte ; e come non si può dire che l ' arte abbia mutato sostanza e sia progredita da Omero a Dante , da Dante a non so quale grande poeta de ' giorni nostri , così non si può dire di questo nostro essere animato e vivente ( che ha nell ' arte e nella storia il suo specchio ) dalla civiltà dei romani a quella dei popoli contemporanei . Io non conosco una invenzione morale , per così dire , della umanità di oggi o della umanità di ieri , la quale veramente agisca sopra la sua sostanza psichica e valga a mutarla . Conosco molte vecchie ciarlatanerie che vogliono passare per nuove verità . Le nuove verità e le invenzioni sono quelle della scienza che ha fornito la vita esteriore e materiale di nuovi istrumenti più potenti degli antichi . Tali istrumenti ci hanno fatto queste nuove condizioni : maggiore velocità e maggiore varietà . Noi abbiamo per le nostre notti una copia senza paragone più grande di luce e un numero più grande di lumi , e abbiamo veicoli che ci trasportano da un capo all ' altro del mondo con una velocità che tenta emulare quella de ' nostri pensieri , e abbiamo macchine che lavorano per noi . Abbiamo qualche alleato e qualche schiavo di più nella natura , e mentre gli antichi avevano soltanto qualche animale domestico , il vento per la vela e il fuoco , noi abbiamo e animali domestici e il vento e il fuoco e la forza dei fulmini e le forze di altri elementi in nostro potere . La luce è stata sforzata sino all ' incendio , il suono e la musica sino al fragore , la velocità sino alla vertigine ; le città son diventate popolazioni di regni , il lavoro della pace frenetico come il tumulto della guerra . Se vi è una novità è l ' eccesso e la frenesia dell ' eccesso . Se vi è una novità è questa : nello sforzo tragico ed epico che l ' uomo ha sempre fatto e sempre farà per eguagliare la sua volontà col suo atto , perché il suo braccio sia attivo come la sua mente ; noi siamo giunti al punto che gli istrumenti di quello sforzo , se ancora sono men repentini del nostro animo , sono però di già superiori alla resistenza dei nostri muscoli e dei nostri nervi . Ma l ' uomo è lo stesso . Ponete l ' uomo in Parigi , in Londra , in New York , in Roma moderna , o nella Roma antica , in Atene , in Babilonia , in Cartagine , e che si chiami o Cesare , o Napoleone , o Chamberlain , Eschilo o Shakespeare , Enrico Ferri o non so quale dei demagoghi ateniesi o quiriti ; l ' uomo è lo stesso . L ' uomo è la moltitudine . L ' uomo , la moltitudine e le loro passioni . Le passioni operaie , del bene e del male , furie dell ' uomo e dei popoli , tali sono quali furono . L ' amore , il desiderio , l ' ambizione ardono oggi come arsero nel sangue e nelle ossa dei nostri padri e dei padri dei nostri padri . E l ' ammirazione delle cose naturali e della bellezza creata dagli uomini , l ' arte , l ' eloquenza e la magnanimità e il saper morire per una idea , e il tendere con gli atti e con i fatti verso le visioni dell ' idea , e tutte le numerose forme dell ' umana virtù , quali furono un tempo tali sono oggi . Noi usciamo da un ' officina delle nostre città , dove turbinano e strepitano cento macchine ; ma se andiamo in campagna , la vista di un aratro che sembra continui da una giornata perduta in una antichità favolosa la sua lenta e silenziosa opera del solco , metterà nei nostri cuori quella stessa pace che ci dona quando passa nei versi di Virgilio . Un semplice canto agreste ha sui nostri cuori la stessa potenza , sebbene ora nelle nostre orchestre l ' intrico dei suoni sia come quello degli alberi in una foresta , dei loro rami e delle loro radici . Consideriamo la guerra . Tutto sembra mutato . Più vasti corpi di combattenti si muovono su più vasti spazii ; è fra loro ciò che sarebbe parso inverosimile ai soldati antichi che si azzuffavano : la distanza . Hanno una nuova forza di terrore : il fragore . La rozza arma antica si è moltiplicata in più foggie d ' armi , fatte dalla scienza della distruzione , di congegni più delicati che non abbia l ' arnese del pacifico lavoro . La civiltà più ingegnosa e l ' opera di strage della bestialità primordiale si uniscono . Ed ecco il fatto : non ostante tutte le mutazioni e tutto quanto si è ingrandito , moltiplicato , congegnato , l ' uomo porta sul campo di battaglia lo stesso animo di una volta , l ' animo deliberato a uccidere o a morire . Per questo , leggendo le battaglie degli achei e dei troiani nei libri d ' Omero noi possiamo provare in fondo le medesime sensazioni che leggendo nei giornali la guerra russo - giapponese .
«IL FOLLE VOLO» ( CORRADINI ENRICO , 1907 )
StampaQuotidiana ,
Ancora una vittoria . La seconda in pochi giorni , nell ' industria più moderna , nella forma più moderna della gara e della forza di nervi e d ' animo necessaria per prender parte alle gare perigliose . Due vittorie italiane . Salutiamole con gioia . Quest ' ultima noi l ' attendevamo da due mesi , l ' abbiamo seguita giorno per giorno attraverso l ' Asia e l ' Europa , il deserto , i fiumi , i torrenti , le montagne , le foreste , attraverso piogge e nevi e venti e ogni variazione di clima e ogni impedimento e insidia del suolo e popolazioni del più vario sangue e orde fuggitive della più strana foggia . È stato uno spettacolo stupendo vedere giorno per giorno avvicinarsi verso la mèta , verso la vittoria , verso di noi , la piccola macchina infaticabile , fragile come la carne umana , infrangibile come la volontà dell ' uomo eroico , la piccola macchina portante due uomini della nostra patria , degni di esser celebrati come campioni di due tra le più belle virtù della nostra razza , bellissime nella loro unione insolita , lo slancio e la tenacità , la foga e la pazienza . Abbiamo avuto per due mesi , tutti i giorni , il nostro quarto d ' ora di visione poetica , ed è difficile poter ritrovare nella realtà un altro fatto grande che come questo compiutosi oggi possa avere tutti i caratteri della poesia , tutti i caratteri del sogno nato dal bisogno di evocare dall ' ignoto le immagini delle virtù che piantano più oltre i termini del possibile . È stato il nostro sogno attraverso gli spazii , ed è stato attraverso i tempi , perché gli aspetti delle terre solitarie e intatte , le apparizioni delle cavalcate in fuga o in inseguimento lungo la via non tracciata , ci hanno di tanto in tanto riprofondati nelle età della barbarie , della leggenda , dei primordii . E il sogno si è avvicinato per due mesi , di giorno in giorno , di momento in momento , infaticabilmente fedele alla nostra attesa , finché oggi è giunto , oggi è realtà , è vittoria . È la seconda vittoria italiana in pochi giorni . Salutiamola con gioia . Il sommo poeta della nostra razza avventurosa e paziente ebbe già un sogno simile prima de ’ tempi , quando l ' anima gli s ' apri a un tratto come l ' oceano e per essa andò con la « picciola compagna » il pellegrino d ' Itaca navigando di là dai « riguardi » segnati da Ercole . Chi non ricorda il canto XXVI dell ' Inferno ? È il canto dove Dante Alighieri è più divinatore dei tempi che sono venuti dopo di lui , dove più ha previssuto secondo lo spirito della nostra età , dove più è coetaneo nostro e oltre . È il canto dove fanno capo , per finire , i viaggi degli uomini per i cieli , e dove fanno capo , per cominciare , i loro viaggi sulla terra . Qui il Medioevo cessa e s ' inizia l ' evo moderno . Qui è il principio del Rinascimento . « O frati , dissi , che per cento milia perigli siete giunti all ' Occidente , a questa tanto picciola vigilia de ' vostri sensi ch ' è del rimanente , non vogliate negar l ' esperienza , diretro al sol , del mondo senza gente . Considerate la vostra semenza : fatti non foste a viver come bruti , ma per seguir virtute e conoscenza » . Li miei compagni fec ' io sì acuti , con questa orazion picciola , al cammino , che appena poscia li avrei rattenuti . E volta nostra poppa nel mattino , de ' remi facemmo ale al folle volo sempre acquistando dal lato mancino . Ebbene , non ostante tutte le differenze , spesso leggendo della corsa Pechino - Parigi mi sono ricordato del canto dantesco . Invece della vastità degli oceani ho visto con gli occhi della mente la vastità dei continenti e invece del « legno » l ' ordignetto metallico ; ma ho risentita la stessa « picciola orazione » che la coscienza dice dell ' uomo magnanimo , ho ritrovati gli stessi uomini che alla loro « picciola vigilia » non vogliono negare l ' « esperienza del mondo senza gente » , ho inteso lo sguardo verso lo stesso « folle volo » . L ' Alighieri creava il mito di ciò che non era nato ancora . Oggi ciò che stava chiuso nel suo genio come il frutto della generazione nell ' alvo materno , è diventato la storia vivente del mondo , storia di follia come non fu mai così travolgente , storia d ' amore dell ' esperienza come non fu mai così divorante , storia di volo come non fu mai così veemente . Di tale storia la corsa Pechino - Parigi è l ' ultima gesta . È fin qui il volo più folle . Ed è una vittoria italiana . Fu già celebrata dal sommo poeta della nostra razza . Sono più vittorie italiane . Della poesia avventurosa e dell ' industria , della lotta degli uomini con gli uomini e degli uomini con la natura . La lotta franco - italiana quasi dispare in confronto a quella che italiani e francesi hanno dovuto sostenere con la natura . C ' è qui una bella forma tutta moderna dell ' azione agonistica : è parso che gli uomini abbian corsa la gara non tanto per vincersi gli uni con gli altri quanto per vedere quali di loro fossero più atti a vincere la natura . È una scelta dei combattenti migliori per il combattimento più moderno , qual è l ' assalto incessante che gli uomini dànno alla natura , perché questa renda tutte le sue potenze , ed essi possano convertirle in istrumenti della loro vita . Così il folle volo frutta « esperienza » e il folle assalto potenza . Per due volte , in pochi giorni , la nostra terra ha mostrato di produrre valorosissimi combattenti . I più moderni fra i combattenti . E dietro a costoro c ' è una vittoria pratica , la vittoria dell ' industria . Dietro agli uomini che volano attraverso i continenti per volare e per vedere , e non per altro ; che superano deserti , foreste , fiumi , montagne , non per altro se non per il gusto di dire in faccia alla natura con l ' accento dell ' eroe e del fanciullo : – Qui m ' impedisci e mi vuoi spaventare , ma io passo ! – ; dietro a questi uomini , come c ' è la scienza che cerca sempre nuove esperienze , per sempre nuove « conoscenze » , ancora secondo il canto di Dante , per sempre nuove potenze della vita umana ; così c ' è l ' industria che di continuo rafforza le sue armi per soverchiare la concorrenza straniera e accumula per questo nostro popolo quel benessere da cui usciranno poi le vinti e i fatti delle sue volontà maggiori . Il folle volo che s ' inizia nel poema sacro , l ' amore dell ' avventura che è antico quanto il mondo , la moderna scienza e la modernissima industria , oggi ottengono in una quattro vittorie nella nostra patria . E c ' è ancora una quinta vittoria italiana . È quella dell ' ingegno meccanico che qui è più agile e pronto nel concepire , e più delicato e minuzioso nell ' eseguire , che non in nessun altro paese . Risplende il carattere della nostra razza animata e paziente ' . Noi meritiamo sempre lode , e non di rado sopravanziamo gli altri , per l ' arte di costruire i veicoli di terra e di mare , le gigantesche navi ed i fulminei automobili . Ci spinge l ' istinto della velocità attraverso la vastità . L ' istinto più moderno e così nostro da Roma in poi ! Bisogna salutare le cinque belle vittorie con gioia , e soprattutto con fiducia . C ' è fra loro una concezione della vita che giova spesso ricordare . Consiste appunto nel considerare la vita come ardua lotta e come ardua vittoria . Il vincitore di Dieppe , ad uno che gli chiedeva notizie della sua corsa , rispose : – La mia vita non contava più nulla in confronto della vittoria che mi pareva possibile – . Bisogna nutrir fiducia che lo spirito di questa risposta si diffonda e penetri addentro . Solamente l ' avversario formidabile e l ' animo generoso fanno belle le vittorie . E non si ricordi nulla di più in questo giorno di festa . - - - - - - - - - - - - Questo inno in prosa fu pubblicato nel « Giornale d ' Italia » l’11 agosto del 1907 , il giorno stesso dell ' arrivo del Principe Borghese e del Barzini a Parigi . Soltanto due giorni dopo il « Corriere della sera » riportava le parole dette dal Principe ai suoi festeggiatori nelle sale del « Matin » . Eccole . « Voi avete esagerato , signori . Non fummo eroi , ma semplicemente uomini pazienti . Sì , la nostra sola virtù fu la pazienza . Forse ne avemmo anche un ' altra : la perseveranza . Tutto il segreto della nostra riuscita consistette in questo : che non pensammo mai alla meta finale da raggiungere a Parigi . Ogni giorno , alla sveglia , dicevamo a noi stessi che bisognava compiere perbene la tappa designata pel giorno stesso . E siccome ogni giorno erano press ' a poco gli stessi ostacoli che dovevamo vincere e le stesse fatiche che dovevamo sopportare , così venimmo a capo , per forza d ' abitudine , degli uni e delle altre » [ N . d . A . ] .
RELIGIONE, CLERICALISMO E SCUOLE ( BONGHI RUGGIERO , 1886 )
StampaQuotidiana ,
Signore e signori , I maestri elementari della provincia di Treviso mi hanno chiesto s ' io volessi fare una conferenza davanti a tanta eletta cittadinanza , e a essi io non poteva dire di no . Da lungo tempo ho in grandissimo affetto questa classe di persone così utile allo Stato , alle provincie , ai comuni , e a cui Stato , provincie e comuni danno retribuzione così inferiore a quella che meriterebbe per il beneficio prestato e che sempre si domanda da essa . Ma , se la mia parola riuscirà meno gradita di quanto desidero , ne darete colpa non ai maestri elementari che me l ' hanno chiesta , bensì a me pel soggetto che ho scelto , come quello su cui più si fermò la mia mente . Ché se il soggetto è facile a concepire , è pur difficile a esser trattato , e se sarebbe facile ad altri il discorrerne e provocare la vostra approvazione , potrà forse esser difficile a me . So come alcuni fanno a carezzare le umane passioni e a secondare i comuni pregiudizi ; quanto a me mi rivolgo alla vostra ragione , e desidero che una parola calma , tranquilla e serena scenda nella vostra coscienza ; e se in essa troverà una approvazione , io sarò abbastanza contento . In queste parole : religione , clericalismo e scuole , sono compresi taluni dei maggiori interessi della umana società , e io cercherò di controbilanciare il torto e il diritto di ognuno , per poi misurare l ' influenza di quella delle tre parole che ci indica il bene e di quella che ci indica il male . Per misurare però quale sia l ' influenza delle scuole e della religione da una parte , e del clericalismo dall ' altra , bisognerà , o signori , che abbiate l ' animo calmo come l ' ho io , e che nel sentirmi vi preoccupiate , come me , d ' esser chiari , precisi , giusti e soprattutto sinceri . La maggior parte di coloro che discorrono di religione e di clericalismo non sono , a mio parere , sinceri . Alcuni sono pieni di furore contro il clericalismo , e hanno ragione ; ma il loro furore va più in là e offende la religione medesima . E d ' altra parte , se i loro avversari gridano : « Religione ! Religione ! Dio ! Dio ! » , in fondo del loro cuore tutto questo non c ' è . Non è già per amor di religione che parlano , non è per Dio che si agitano , ma per loro stessi , per le loro passioni mondane , pel desiderio sfrenato che hanno di dominare e di farsi avanti . Sono quindi due insincerità che si armano , e furiose combattono l ' una contro l ' altra , pur avendo ciascuna delle due parti gran bisogno dell ' altra . Ora noi dobbiamo distinguere la religione dal clericalismo , e dire apertamente ciò che di ognuno si pensa . Religione e clericalismo son due cose ben differenti : non diverse , ma opposte . Il sentimento religioso nasce con l ' uomo al primo urto che sente dalla natura in cui vive , di questa natura della quale non sa donde sia caduta , né dove vada . Il sentimento religioso è tale da unire l ' animo suo con tutto ciò che lo circonda ; è un sentimento molto intimo che mette l ' uomo in relazione con quello che è sopra di lui , come della stessa natura . E l ' uomo viene in grado di trovare una risposta alle terribili domande , alle quali ogni scienza è impotente , e delle quali oggi dice di non volersi curare , ma domani cercherà di rispondervi . Col sentimento veramente religioso l ' uomo frena la sua fantasia che gli chiede : « d ' onde tu vieni ? dove tu vai ? » ; ed è nostra sventura aver sempre queste domande dinanzi ! E non v ' illudete , o signori ; questo sentimento religioso assume necessariamente forma di culto ; poiché una volta che l ' uomo abbia concepito qualche cosa al di sopra di lui , è naturale egli domandi a se stesso come questo qualche cosa , che chiama Dio , debba o possa essere propiziabile . Ed è così , che tra lui e questo Dio sorge il sacerdote . Che cosa è il sacerdote ? È l ' interprete dell ' uomo a Dio , di Dio all ' uomo ; ma questo sacerdote che viene nell ' umana società per mettere in relazione l ' uomo con Dio , corrompe presto l ' ufficio suo , e , preso un altissimo posto nella umana coscienza , se n ' avvantaggia naturalmente . I sacerdoti formano una classe , una casta , portata alla ricerca di dominio e onori . Il sentimento è affatto diverso da quello che doveva essere ; non ha più per oggetto Iddio , non la mediazione fra l ' uomo e l ' idealità pura , ma il proprio interesse , la propria ambizione . Questa la corruttela del sacerdozio . Or bene , o signori , come quel primo sentimento si dice religione , questo secondo , con nome moderno , che corrisponde però a una cosa antica , si dice clericalismo . La religione o il sentimento religioso è , come abbiamo visto , la relazione fra uomo e Dio ; il clericalismo surroga alla relazione dell ' uomo con Dio l ' interesse proprio del sacerdote . E che cosa dobbiamo fare ? Questa è una perversione del retto principio , è una corruttela . Come correggerla , come impedirla ? Vi sono parecchi i quali non sono sinceri , e che gridano ad alta voce contro questi clericali . Io , per conto mio , li lascio vivere , come lascio vivere tutti ; ma esamino loro come esamino tutti . Culto e Dio sono troppo connessi fra loro perché si possano dividere e far sì che uno venga scacciato e l ' altro resti . Basta osservare che tutte le speculazioni moderne , tutte le dottrine scientifiche o filosofiche , che vogliono acquistare una efficacia pratica , hanno bisogno d ' un culto . Il mio amico Coppino , ministro della pubblica istruzione , nel suo discorso ad Alba ha detto che nell ' avvenire la religione professata da tutti sarà la « religione del dovere » . È una frase , per quanto bella , e gli uomini di Stato più degli altri dovrebbero guardarsi dalle frasi . Il dovere sarà la religione di pochi , e anche in quei pochi questo dovere sarà come una voce che parlerà fuori di loro . Dio non si caccia dal mondo , no . Dio non si caccia dall ' umana coscienza , perché è quello che vi ha di più profondo nella coscienza stessa . Egli fu concepito da tutti e in tutti i popoli come un grande ideale di bontà , di virtù e d ' amore . Perché , volendo pensare che cosa dia la somma di ogni passione , pensiamo subito a Dio ; perché questo Dio è l ' archeo , è il centro di ogni idealità umana , e l ' uomo lo pone dinanzi a sé come la meta sua naturale più elevata . Questo è Dio , ed esso si alza nella vostra coscienza e vi segna la via . E se voi poteste cacciare dalla umana società questo Dio , che vi segue dovunque , un immenso buio vi avvolgerebbe , e invano cerchereste di uscirne , in cerca di luce . E sapete ora voi quali sono i nemici principali di questo Dio che vi riscalda il cuore e costante brilla nel vostro pensiero ? I clericali , sì , quei clericali di cui ho parlato poc ' anzi ; quei clericali che non vogliono Dio avanti e sopra di loro perché vogliono un Dio , che anziché essere la loro guida , sia mancipio loro ; non che li ispiri ad amore del bello e del buono , ma che conservi la loro prosperità mondana alla quale , per ogni via , sono arrivati . Eppure atei e cristiani , clericali e miscredenti vanno a braccetto : e per quanto possano parere nemici nei giornali e nei comizi , sono amici , e gli uni operano gli stessi effetti degli altri , quantunque siano opposte le mire . Il clericalismo è la negazione di Dio , è l ' abbassamento di tutte le idealità che l ' umana coscienza ha concepito in Dio . E noi dobbiamo combatterlo , ma combatterlo come pratica una società civile . Noi in Italia abbiamo poi una ragione speciale che ne consiglia la lotta , ed è la sua ambiziosa voglia di riacquisto del potere temporale del papa che il clericale non potrebbe restaurare senza rovina del pontefice stesso , che non sarebbe in grado di tener Roma neppure una settimana . E noi dobbiamo combatterlo perché questa Italia , come l ' abbiamo fatta , una sul durevole fondamento della monarchia , è veramente intangibile . Se però dobbiamo distruggere questo nemico , non ce lo facciamo in fantasia più grosso di quello che è . Non facciamolo più numeroso di quanto esso veramente sia . E ora , conosciuti gli errori degli altri , veniamo a notarne anche qualcheduno dei nostri . Già , se udite che intorno a voi si levi il grido contro il clericale , non dovete poi credere , come potrebbe parere , che ogni religioso sia clericale , che sia clericale ogni prete . Una buona parte dei preti deplora il moderno indirizzo della curia romana , l ' indirizzo da essa dato al clero minore ; e quelli son sacerdoti pii , pieni di sentimento veramente religioso , che vedono la corruttela di cui la curia romana sempre più si ricopre . Questi buoni preti vedono fuorviato l ' indirizzo dei loro colleghi , ma non osano parlare o parlano sottovoce , e non osano gridare per fermare questa fiumana che minaccia di sommergere tutto quello che in più anni sono giunti a raccogliere . Ma perché non si adoprano a fermarla ? Perché non sono ancora riesciti a produrre un effetto utile ? Perché sono soli . Ogni qualvolta pare debba aversi uno dei tali effetti , è allora che il sentimento religioso vacilla . E intanto noi non ci risolviamo né ad apprezzare né a disprezzare cotali loro sentimenti . Questa la cagione per la quale i sacerdoti hanno perduto e sempre più si allontanano dall ' ufficio loro . Questi messaggeri di Dio conoscono tutti il danno del moderno indirizzo , e pur lasciano che si confonda religione e clericalismo . E difetto della politica nostra se in essi non troviamo uno strumento d ' aiuto contro il clericalismo prevalente nella maggior parte del clero e della curia romana . Non perciò dobbiamo scoraggiarci . La Chiesa è oggi tutta nelle mani del pontefice come mai . Dirò come disse un vescovo : i parroci sono soldati dei vescovi ; i vescovi del sommo pontefice . Tale organizzazione della Chiesa non risponde in origine a nessun testo del Vangelo , e a capo di essa sta il primo sacerdote del mondo , che vuol essere il più ostinato clericale del mondo . Ebbene , vedete , in questo momento il nostro paese è contristato da un ' aspra battaglia contro questo clero viziato . Voi ne avete visto i motivi e i primi scontri . Leone XIII – del quale io parlo sempre con grande rispetto – ha pubblicato un Breve a favore dei gesuiti , e il ministro guardasigilli del quale io parlo sempre con grande libertà ha subito cominciato a reagire , con un gesto discutibile , a cacciare tre o quattro monache dal convento della Sapienza . Però mentre vediamo costrette queste quattro monache a uscire dal loro convento , vediamo pure che al tempo stesso si fanno monache una ventina di giovani . Il ministro non ha autorità , né la pretende , di impedire che giovani donne pronuncino voti , e la monacazione in questo tempo di discordia è divenuta più grande di quanto fosse in addietro . Il ministro non ha con questo suo atto violata la legge : egli invece più rigorosamente l ' ha eseguita , ma in maniera diversa di quanto ha fatto finora e troppo mettendo il paese a rumore . Perché voi sapete che il ministro guardasigilli ha un grande difetto . Egli non fa nulla senza trombetta : non sospende un pretore per una giornata senza avvisarne tutti , o taluni almeno dei giornali d ' Italia . Codesta sua ultima azione è contraria a quella che deve compiere un governo il quale voglia eseguire la legge in modo che dall ' esecuzione di essa si possano ritrarre i maggiori benefizi che la legge stessa promette . Aggiungiamo una osservazione . Leone XIII e il ministro , negli atti che ho ricordato , hanno commesso il medesimo errore : quello di non considerare che gli altri nei loro atti non guardano soltanto quello che sono , ma anche quello che sembrano alla società . Per non aver fatto ciò , ministro e pontefice han provocato un movimento che in un paese più ardente del nostro avrebbe provocato conseguenze , l ' estensione delle quali non sarebbe possibile misurare . In un paese invece calmo come il nostro , dopo un certo spazio di tempo passerà tutto senza lasciare traccia di sé , e poiché il fumo è molto maggiore della vampa , fra qualche giorno nessuno ci penserà più . Ma le menti restano così piene di confusione , e se ne ricava un ' impressione capace di promuovere i malumori più grandi . Al paese importa molto la battaglia contro il clericalismo , ma l ' impressione e il moto troppo vivi finiscono in nulla , come una bolla di sapone che per un momento abbia brillato di vivi colori . Così non si combatte il clero , a punti di spilla , a dispetti , a piccoli sdegni , che offendono non solo il nemico che si dice di voler combattere , ma , come ho detto , anche la religione . Con queste piccole vessazioni il clericalismo si rinforza , perché questi atti , per quanto legali , alla maggior parte dei cittadini ripugnano . Questi atti non fanno che generare risentimenti , discreditare e togliere la fiducia a coloro che vorrebbero operar pel bene . Noi dobbiamo convincerci che questa lotta furiosa produce l ' effetto opposto di quello che si desidera . Parecchi confondono la maniera di combattere il clericalismo in un paese dispotico con quella buona in un paese libero : la maniera propria d ' un paese in cui ognuno può parlare e fare a sua posta , con quella delle società dove il cittadino deve trattenere persino l ' espressione del proprio dolore . Il clero non si combatte con questi piccoli sfoghi e io sono persuaso che l ' unico mezzo per ottenere qualcosa sia un ' azione costante e seria da parte dello Stato , a cui spetta però segnare il limite della propria azione e le relazioni di esso con tutti gli altri organismi che vivono intorno e dentro di lui . Bisogna che questa azione del governo sia coerente e ferma . Il che però non è facile in un governo come il nostro troppo in balia dei partiti ; bisogna che l ' azione non sia diretta così da produrre uno o l ' altro dolore , ma con perfetta chiarezza di idee e senza inimicizie verso tutto quello che nella Chiesa vi può essere di utile . Questa la forma teorica dell ' azione dello Stato . Ne potrei anche più determinare i confini , ma sarebbe troppo lungo discorso : potrei segnare l ' orbita di tutti questi organismi che riguardano lo Stato e la Chiesa ; ma qui mi ricordo della terza parola del tema che impresi a trattare , e mi limito dunque a dirvi l ' azione tra Stato e Chiesa rispetto alle scuole . La Chiesa pretende di poter insegnare da sola , e questo diritto lo deriva da talune parole di Cristo . Ma se Cristo ha dato a essa l ' autorità d ' insegnare , è chiaro che intendeva alludere alle dottrine che meglio fossero adeguate a quelle che insegnava lui . D ' altra parte , quelle alte parole io le venero , ma non credo che esse mi vietino di esaminar le moderne dottrine religiose che non sono in tutto e per tutto quelle di Cristo . Così noi non possiamo in nessuna guisa consentire che la Chiesa abbia veramente diritto d ' insegnare più che non l ' abbia lo Stato . Il quale , come tutore di quelli infiniti organismi che si muovono dentro di lui , ha anche il diritto di invigilare sul modo col quale da altri s ' insegna . Perciò l ' autorità dello Stato riguardo all ' insegnamento comprende tre grandi funzioni : autorizzare all ' insegnamento quelli che abbiano voglia di farlo , vigilare mentre s ' insegna , accertare i frutti dell ' insegnamento dato dagli altri . Lo Stato italiano non ha pur troppo un organismo capace di esercitare queste tre funzioni , rispetto alle quali esso è ancora molto imperfetto e deficiente . Esso non ha provveduto in modo sicuro e sincero perché l ' autorizzazione sia data in maniera che ognuno che insegna dia garanzia morale e materiale . Circa all ' invigilare mentre s ' insegna , noi vediamo come manchi tuttora una organizzazione adatta all ' uopo . Quanto poi all ' accertare i frutti dell ' insegnamento possiamo dire che i mezzi dei quali lo Stato si serve non sono atti . Gli esami , ad esempio , non sono che un vaglio , alla prima mossa del quale gli asini non passano , ma alla seconda passano tutti ! Lo Stato non esercita rispetto alle scuole ecclesiastiche quel diritto che dovrebbe , e avrebbe più d ' un valido motivo per intromettersi nell ' educazione delle scuole private e clericali del Regno . Lo Stato è obbligato d ' insegnar molto , d ' istruire , di educare , eppure nelle scuole dello Stato s ' istruisce poco e si educa punto . È assolutamente necessario che esso riordini le sue scuole in una scuola elementare in cui non si tenga conto delle classi che le stanno d ' attorno ; in una scuola tecnica che abbia , come non ha ora , un fine immediato ; in un istituto tecnico che non dia ai frequentatori di certe sezioni troppe ore di studio e a quelli delle altre troppe poche . Lo Stato ha bisogno di riordinare il liceo , dove si dovrebbe insegnare a leggere l ' italiano , a scrivere il latino e a compitare il greco , e dove invece si fa poco di tutto questo e quel poco anche male . È chiaro che l ' impressione che lo Stato quale educatore esercita nei padri di famiglia è la ragione diretta del seguito che hanno i maestri nelle scuole clericali . Una delle principali ragioni che spingono a far disertare le scuole laiche , è certamente il cattivo concetto che essi si sono fatti dell ' educazione che lo Stato stesso impartisce . I padri di famiglia vogliono che i figlioli ritornino presso di loro elemento di concordia e di pace ; vogliono che nell ' animo dei loro figlioli siano introdotti sentimenti che non siano per nulla contrari ai sentimenti loro . E l ' erroneo indirizzo delle nostre scuole induce con quasi pieno convincimento ad abbandonarle per quelle clericali . È una prova che l ' istruzione nelle scuole laiche non procede quale dovrebbe , la vediamo nel fatto che taluni istituti di educazione si sono appropriati la disciplina militare , che ha già dato buoni risultati . L ' esperienza di qualche anno ha dimostrato che questa disciplina produce in poco tempo gli stessi effetti utili che produce nei giovani il servizio militare . Lasciando all ' avvenire di risolvere pienamente questa questione , l ' attuale ministro della pubblica istruzione ha visto e sentito intanto i difetti dei suoi convitti ; ed era naturale dovessero sentirli e vederli anche i padri di famiglia . E qui si presenta un altro mezzo per combattere il clericalismo : quello di ordinare le scuole in modo che l ' educazione sia proporzionata alle diverse classi della società , di ordinarla in modo che nella scuola non s ' insegni religione , ma non s ' insegni l ' opposto , distruggendo nell ' animo dei giovani i sentimenti appresi nelle famiglie . E la paura di ciò che distoglie i genitori dal mandare i figlioli nelle nostre scuole . Uno dei diritti dello Stato è quello di autorizzare a insegnar , e per questo lo Stato ha bisogno di stabilire le condizioni intellettuali e morali che debbono richiedersi negli aspiranti all ' insegnamento . Queste condizioni sono definite dalle leggi , ma queste leggi sono troppo deboli , troppo facili a frodarsi . Da noi le leggi sono fatte così : in un articolo d ' una di esse è detto che per esser dottore bisogna fare questo e quest ' altro , e nell ' articolo seguente si afferma che però si può esser dottore anche senza aver fatto questo e quest ' altro ! Ecco la grande necessità di irrigidire le condizioni predette . Lasciamo pure a tutti il diritto d ' insegnare , ma ciò soltanto a comuni e rigide condizioni . Noi vediamo sempre esercitato l ' insegnamento da un numero crescente di frati e di preti . Bene , eleviamo le condizioni stesse : è l ' unico mezzo per frenare tanta ambizione d ' insegnamento . Ma sovratutto rendiamole tali che non ci sia il modo di violarle o facilmente potersene esimere . In questi dieci ultimi anni in cui voi sentiste di essere governati tanto liberamente , sono state rilasciate a frati e a preti molte più autorizzazioni d ' insegnamento che non nei tempi addietro , e rilasciate anche con molto minor rigore . E vi lagnate poi perché un numero troppo grande di ministri di Dio abbia ottenuto tale facoltà , e vi chiedete a chi ne spetti la colpa ? Chiedetelo ai deputati che privatamente hanno insistito in favore di tali autorizzazioni ! Chiedetelo a quei ben noti deputati che , mentre combattono in piazza i clericali , affidano i figli loro ai preti perché li educhino . Chiedetelo a questi ipocriti peggiori dei clericali stessi : a codesti autori di un ' ipocrisia che uccide l ' anima del paese , che insegna a non guardarsi liberamente in viso : a questa ipocrisia che dà al paese il diritto di credere che tutto ciò che gli si dice in pubblico sia sfacciata menzogna . L ' oscillazione con cui procede lo Stato rispetto alla Chiesa , gli ha impedito di fermare il suo stesso pensiero su troppe cose rilevanti . E l ' oscillazione da esso discende ai liberali che si trovano combattuti fra opposte correnti : da una parte codesti liberali – quantunque tale parola sia stata talmente usurpata da non saper più cosa voglia dire – sentono affermare che il culto e i riti sono tutte cose vane e inutili , dall ' altra invece l ' opposto . Invece bisogna pensare a ciò che di bene e di male fa il clero per la natura stessa della sua organizzazione , e per la intima relazione ch ' esso ha , non solo con la plebe , ma con la classe più agiata : influenza morale che non risolverà né oggi né domani né mai in un fatto sensibile , in una violazione qualunque , ma si esercita su tutta la società , e tutta la penetra . Allo Stato deve importare che questa influenza si eserciti possibilmente in un modo piuttosto che in un altro ; e dico possibilmente , perché anche i clericali debbono aver molta libertà di pensare . In queste condizioni lo Stato deve trovare un rimedio al dominio del clericalismo nell ' insegnamento filosofico , e far in modo che la scienza umana aleggi , ventili , penetri nell ' insegnamento che tuttora si dà nei seminari . Bisogna che anche ciò che si insegna in quei collegi risponda ai migliori principi della civiltà e della scienza ; e cessi la rozzezza d ' oggi , in cui la maggior parte dei preti non conosce , quand ' anche lo conosca , che il breviario . Insomma è importante per lo Stato che la mente dei preti sia elevata , il più possibile . Lo Stato può far questo in due modi . La teologia è una scienza intorno alla quale si è creato una vera enciclopedia di scienze cui spettano i problemi filosofici più alti dello scibile umano . Ora , mentre queste scienze sono seriamente studiate in Germania , in Inghilterra , in Francia , qui da noi invece sono quasi del tutto soppresse . Bisogna rialzarle adunque , e saranno feconde di libertà anche nelle menti oggi schiave . Bisogna che il prete sia istruito nella scienza propria e nel suo dovere : bisogna che il prete non possa chiamarsi tale se non dopo esser passato attraverso a tutto quello studio che lo Stato crede più opportuno per la cultura generale del paese . Noi abbiamo lasciato troppo libera la Chiesa non intervenendo nel formare la mente dei preti . Solo il sacerdote arrivato al suo ufficio attraverso una cultura laica potrà concorrere a elevare la mente e il cuore delle plebi . Si combatte adunque il clericalismo nelle scuole rinvigorendo i mezzi d ' ispezione ; rinforzando le condizioni alle quali devono sottostare gl ' insegnamenti ; rendendo le scuole dello Stato buone educatrici , pur non avendo il colore di religiose ; ma lo si combatte sovrattutto elevando l ' istruzione del clero e sottraendolo all ' influenza esclusiva della gerarchia ecclesiastica . Credo di avere brevemente percorso il soggetto che mi ero proposto . Potrei essermi fermato più a lungo su ciascuno di questi argomenti , ma avrei abusato della vostra pazienza , e d ' altronde ognuno di essi avrebbe potuto e dovuto esser tema di una speciale conferenza . Se la mia parola vi è parsa scevra di odio , se ho misurato come meglio potevo il torto e la ragione da una parte e dall ' altra , se non ho nascosto il danno che il clericalismo arreca al paese e non ho lodato i mezzi meschini e chiassosi per combatterlo , se tutto ciò ho fatto con qualche chiarezza , sono abbastanza soddisfatto . E prima di finire mi rivolgo ai maestri elementari , ai quali in questa battaglia contro il clericalismo , in questa lotta per elevare il livello morale e intellettuale del paese , spetta una delle parti principali . Coloro che continuano a ripetere che il maestro elementare ha vinto la battaglia di Sadowa sbagliano di grosso . I popoli civili furono più volte sommersi dai barbari , tant ' è vero che i Greci leggevano meglio dei Romani e giacquero sconfitti . Le battaglie sono in generale vinte dal genio e dalla forza . Non aspettino adunque i nostri maestri tale gloria per loro , ma una gloria più vera e sincera : quella d ' aver diffuso nel popolo italiano la cultura e l ' amore della patria . Siano ministri di luce e di pace , ma lascino allo Stato la missione di rendere le scuole , nelle quali essi si adoperano , più proporzionate a produrre gli effetti che si desiderano , più ricche d ' insegnamento , più pratiche e più vicine agli interessi e ai bisogni delle classi che le frequentano . Domandate questo allo Stato , e aspettate che altri domandi per voi il miglioramento della vostra condizione materiale . Già vedete che il ministro d ' istruzione , sebbene ancora imperfettamente , qualcosa ha fatto , poco certo , dacché lo stato vostro è ancora misero . La vostra classe manca ancora di quelle guarentigie che vi abbisognano per attendere tranquillamente ai vostri doveri . I maestri sono più in rapporto con le classi infime che più delle altre frequentano le scuole elementari ; quelle essi devono apparecchiare ai sentimenti indispensabili a ogni società umana . Devono temperar le voglie di mutar queste condizioni per vie e modi che la storia antica e moderna ha dimostrato incapaci di riuscita . Devono persuadersi che non hanno l ' obbligo dallo Stato d ' insegnar la religione , ma devono pure guardarsi dall ' introdurre nell ' animo degli allievi una inclinazione irreligiosa , perché non è stato mai detto che la religione non raddolcisca i dolori degli uomini . Sia missione loro , non insegnando religione , di lasciar l ' animo degli umili aperto a quei sentimenti che con la religione s ' accompagnano e valgono sempre a rendere meno invidiabile chi sta in alto per le ineguaglianze necessarie della vita . È questa l ' alta azione affidata sovrattutto al maestro , che , dopo il parroco del paese , è la persona più intimamente legata al popolo : aiutandolo se liberale , correggendolo se clericale . I maestri siano per quanto possono ministri di luce e di pace : di luce in un mondo che dà ancora generosi bagliori , di pace in un mondo tuttora combattuto fra infiniti contrasti .
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Noi deploriamo che la maggioranza dei cattolici e degli uomini d ' ordine abbia in buona fede presa sul principio una posizione che li ha poi condotti a trovarsi in urto con l ' evidenza dei fatti e coi principii elementari del diritto umano ; ma fiat iustitia et pereat mundus : nessuna avversione di razza o di religione , nessuna necessità di difesa politica legittima la soppressione della verità , il sacrificio di una vita , il tormento d ' un ' anima , il vilipendio di una famiglia , la morte civile d ' un colpevole . Come abbiano potuto , con tanta ferocia , i nazionalisti e gli antisemiti assumere una causa così ripugnante , senza indagare , se mai nella loro lotta disperata per un ideale patriottico contro la massoneria e il giudaismo , calpestassero il fondamento stesso del proprio programma e creassero agli avversari una posizione di favore , è un fenomeno che non si spiega se non tenendo conto degli acciecamenti che la passione produce : l ' avervi però persistito , e il persistervi tuttora , malgrado tutto quello che di triste è accaduto , malgrado tutta la luce che si è sprigionata dal cozzo terribile , malgrado le rivelazioni , le confessioni , le inchieste , tradisce una cecità irreparabile . La Francia ha bisogno che questa brutta pagina della sua storia contemporanea si chiuda ; e a chiudersi pare infatti vicina : ciò non accadrà forse se non attraverso nuove convulsioni : ma è sperabile che gli uomini onesti d ' ogni partito si convincano finalmente che oggi alla Francia occorre una cosa sola : far giustizia ; giustizia riparatrice del passato , giustizia punitrice degli autori della sventura e dell ' onta riversatasi sul paese .
StampaQuotidiana ,
Sempre fedeli al nostro programma che difendemmo omai sempre colla libera e feconda discussione , nemici ognora della intransigenza ma fermi fautori del progresso civile ed economico del nostro paese , vi rivolgiamo oggi la parola perché domani nel segreto delle urne voi deponiate quel plebiscito di favore e di fiducia verso uomini che più volte vi diedero prova luminosa di solerte e patriottica amministrazione . Per forza di legge , per le maggiori guarentigie di libertà concesse dallo Stato , per l ' allargamento del suffragio popolare voi siete chiamati domani a rinnovare il Consiglio Comunale ed eleggere 6 Consiglieri provinciali . Non potete errare nella scelta , imperocché il partito liberale progressista , scevro da utopie politiche , nemico di ogni personalità e di maneggi elettorali , si ripresenta a voi con grandi garanzie : la fiducia della pubblica opinione che da vari anni lo ritenne , come difatti lo è moralmente il grande e benefico partito di maggioranza – il passato periodo di tempo speso unicamente pel bene del paese , al compimento di riforme , di lavori , d ' igiene e pubblico progresso ! Checché hanno sbraitato e malignato gli avversari , l ' omai compiuto acquedotto di S . Marco di acque pure e salutari , la viabilità interna ed esterna stabilita , la riselciatura , le fontane , gli abbeveratoi ed i cimiteri rurali in tutte le frazioni , il pubblico mattatoio , le opere di sventramento e di redenzione morali d ' interi quartieri col rialzamento del ponte di S . Antonio e del taglio del palazzo Marcatili , le strade obbligatorie di Venagrande e Casteltrosino , la riforma scolastica sia in città che nelle ville , tutto ciò in parte è stato compiuto , in parte si completerà , essendo stato convalidato , come di legge , sia la vendita dei beni comunali come la creazione del prestito straordinario . Questo vasto ed importantissimo programma , che fu accolto con entusiasmo da tutta la città , è valida garanzia di un vicinissimo , grande e lungo lavoro , immediatamente utile alle classi operaie . La libertà è la vita della democrazia – il governo di questo popolo laborioso e perseverante sta nella forza , nel lavoro . Per cui se il nostro partito cittadino progressista ha dato e compierà un programma di civili riforme e di utili e lucrosi lavori , le classi operaie trovano in esso la vera democrazia non di declamatori ma di onesti e solerti amministratori . Il paese è sempre più forte , temuto e rispettato , laddove il popolo lavora , s ' educa e s ' incivilisce ed allora in esso la libertà è vivo fuoco , sublime stimolo alla tempra delle coscienze , alla patriottica formazione del carattere italiano , unica base della forza nazionale . Nel Comune , istituzione civile eminentemente democratica , non deve violentare la politica le idee superiori di Stato e di governo non devono influenzare l ' amministrazione del circoscritto territorio – terranno esse forti e divisi gli uomini nelle aspirazioni , ma li manterrà sempre uniti nella ricerca del bene di tutti i cittadini . La civiltà dei tempi creò i Municipi in Italia , come la più bella e democratica rappresentanza di una grande famiglia , nella quale non vi devono essere cadetti , né primogeniti del Medio Evo . Tutti egualmente rappresentati perché la vera forza del Comune sta nell ' equilibrio costante delle varie classi sociali . Il partito liberale progressista si ripresenta alle urne fiducioso di ritrovare il favore del corpo elettorale promettendo l ' immediata esecuzione delle riforme tutte , già approvate , e di proseguire sempre nella via del progresso e della civiltà , senza fermarsi , combattendo pel trionfo della sua venerata bandiera ! La lista che a voi si presenta è composta di onesti e probi cittadini appartenenti alle varie classi sociali . Il vecchio partito progressista ridotto a quindici consiglieri viene rafforzato da ottimi elementi che rappresentano il censo , il territorio esterno , gli industriali , i reduci delle patrie battaglie , i professionisti e gli operai . Alla minoranza , affermatasi con programma radicale , spetta l ' obbligo di completare l ' amministrazione Comunale , perché si ottenga il vero bene del paese e delle classi operaie . ELETTORI ! Il nostro giornale che sostenne sempre contro avversari intransigenti , e stampe bugiarde il trionfo di tutte le riforme cittadine , che si volevano gettare da prepotenti ed interessati nelle voragini di esercizi o di perdizioni , a danno del popolo ed a scorno degli operai vi raccomanda caldamente i maggiori suffragi alla lista liberale progressista .
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Fino dalle 7,30 il recinto riservato al pubblico nelle Assise va popolandosi discretamente . Giù nel cortile del palazzo di giustizia passeggiano molte guardie e carabinieri . Altri molti agenti sono sparsi nell ' aula e nell ' antisala , agli ordini diretti del commissario Rossi . Si notano molti questurini in borghese . L ' accesso ai giornalisti nei posti riservati viene regolato rigorosamente . Gl ' imputati vengono introdotti nel gabbione alle 8,15 . Essi serbano un contegno apparentemente tranquillo ; Palizzolo è pallidissimo e sorride al fratello Eugenio che corre a stringergli la mano , quindi scambia poche parole con Maggio , unico dei difensori suoi presenti . Degli avvocati soltanto la parte civile è al completo . Stante l ' ora mattutina non sono presenti che Melloni e Becchini . Più tardi sopraggiungono Salerno e Venturini . Quando si apre l ' udienza alle 8,30 , circa 200 persone sono nel recinto del pubblico . Fatto l ' appello dei giurati e degli imputati , il Presidente passa subito a svolgere il riassunto . Egli che appare assai sofferente , comincia dal fare l ' elogio dei giurati che con spirito di abnegazione hanno seguito diligentemente lo svolgersi di questo immenso processo . Dice che il loro esempio è degno di essere tramandato alla storia . Il comm . Frigotto con rapidissima sintesi ricostruisce la narrazione dell ' assassinio di Notarbartolo al Ponte Curreri , cominciando dal rinvenimento del cadavere di Notarbartolo e passando subito a ricordare tutte le indagini compiute dalla polizia e dai carabinieri per raggiungere i colpevoli . Delinea efficacemente la nobilissima figura della povera vittima , di cui fa un vivissimo elogio e ricorda le varie istruttorie seguitesi dall ' autorità giudiziaria per accertare la responsabilità dei maggiormente indiziati , Carollo , Garufi e Fontana . Ricorda il loro primo proscioglimento , il nuovo arresto dei due primi e il loro rinvio alle Assise di Milano . Accenna alle varie causali , alle quali il delitto è stato attribuito , fra cui , la più insistente , quella relativa agli astii incontrati da Notarbartolo al Banco di Sicilia con Palizzolo ed altri consiglieri . Rileva che il nome di Palizzolo corse per le bocche di tutti poco tempo dopo il delitto come quello del mandante , e gradatamente , dopo aver descritto le fasi delle varie istruttorie seguitesi , viene a parlare del processo di Milano ; ove fu lanciata dal figliuolo della vittima l ' accusa contro Palizzolo il cui nome fu ripetuto poi da un ' infinità di testimoni come colui che fosse accusato dalla voce pubblica come mandante , fino dai primi momenti che si ebbe notizia dell ' assassinio . Il Presidente conclude rapidamente questa parte fino al rinvio di Palizzolo , Fontana e Garufi alle Assise di Bologna . Quindi comincia a spiegare i quesiti ... I giurati finalmente entrano nella loro camera di deliberazione : sono le 21,50 . Nell ' aula il pubblico si abbandona ad un cicaleccio vivacissimo facendo le più disparate previsioni sull ' esito del verdetto . Molta folla rumoreggia fuori , trattenuta da guardie e carabinieri regolanti l ' accesso . Oltre quelle poche centinaia di fortunati che sono riusciti a penetrare nel recinto riservato al pubblico , ove si notano , nonostante l ' ora tarda parecchie signore ed alcuni preti , il vestibolo . Lo scalone , gli ambulatori del Palazzo di giustizia spesseggiano di folla . Una grande , morbosa curiosità ha invaso tutti . L ' attesa del verdetto è divenuta febbrile , intensa . I giurati escono dalla sala delle deliberazioni alle ore 23,25 . L ' attesa è intensissima . Si cerca di leggere nei loro visi la sentenza di condanna o l ' assoluzione ; ma nulla essi fanno trapelare . Tutti sono imperscrutabili , ora come durante l ' intero lunghissimo dibattimento . Il Presidente , per precauzione , ha fatto venire un medico . Fra un silenzio di tomba , il capo dei giurati Gualtiero Guaiani , posta la mano sul cuore , pronunzia la formula sacramentale : « Sul mio onore e sulla mia coscienza il verdetto dei giurati è il seguente : Questione l ª principale - L ' accusato Fontana Giuseppe è colpevole di avere la sera del 1° febbraio 1893 , lungo il tratto ferroviario Termini - Trabia , in uno scompartimento di prima classe , inferto da solo e con altri o immediatamente con altri cooperato ad inferire , con arma da taglio al comm . Emanuele Notarbartolo lesioni , che furono causa della di lui morte e ciò con intenzione di ucciderlo ? A maggioranza : sì . Sono accordate le attenuanti . Questione 2ª - L ' accusato Fontana Giuseppe ha commesso il fatto di cui fu ritenuto colpevole , con premeditazione ? A maggioranza : sì . Questione 3ª principale - L ' accusato Palizzolo Raffaele è colpevole di avere determinato altri a commettere l ' omicidio in danno del comm . Emanuele Notarbartolo ? A maggioranza : sì . Sono accordate le attenuanti . Questione 4ª - L ' accusato Palizzolo Raffaele ha commesso il fatto di cui fu ritenuto colpevole con premeditazione ? A maggioranza : sì . I primi sì relativi a Fontana e a Palizzolo vengono accolti da applausi , e da grida di bene e bravo . Il presidente scampanella furiosamente . Il momento è veramente solenne . I difensori appaiono commossi e commossi sono evidentemente i giurati medesimi . Il presidente ordina che vengano introdotti gli imputati . Questi entrano nella gabbia fra numerosi carabinieri che vi rimangono . Gli imputati sono pallidissimi . Palizzolo fa sforzi per imporsi la calma , ma la sua agitazione è evidente . I due Vitali e Bruno rimangono tranquilli . Palizzolo giunge le mani sorridendo tristamente , poi piega le braccia e rimane con gli occhi socchiusi , scrollando il capo nervosamente . Fontana abbassa gli occhi e congiunge le mani nervosamente ; ma il suo viso nulla lascia trasparire della sua agitazione . L ' avv . Cevidalli presenta le conclusioni della P . C . con le quali chiede siano applicate le pene di legge , condannando gli accusati ai danni da liquidarsi in separata sede . Il P . M . Bertola fra l ' attenzione generale presenta le proprie richieste : Per Palizzolo , mandante dell ' assassinio Notarbartolo , chiedo la condanna a trent ' anni . Scoppiano grida di bene e bravo . Il clamore è assordante e gli zittii non riescono a farlo cessare e occorre una energica scampanellata presidenziale per far tornare la calma . Bertola riprende : Per Fontana la posizione è identica a quella di Palizzolo ; chiedo quindi che si condanni a trenta anni . Palizzolo con voce vibrata : Domando la parola ! Presidente . Aspettate un momento . Quindi il presidente chiede ai difensori dei condannati che cosa abbiano ad aggiungere prima che la Corte emetta la sentenza . Venturini , difensore di Palazzolo , dichiara di rimettersi alla giustizia della Corte . Stoppato , difensore di Fontana , altrettanto . Il Presidente concede la parola a Palizzolo . In questo momento scocca la mezzanotte . Fra grande silenzio l ' ex deputato di Palermo con voce convulsa ma forte , dice placatamente : « Una sola parola » ! Poi prorompe : « Signori giurati , siete stati ingannati . Sono innocente , Iddio saprà vendicarmi , non su voi , signori giurati , ma su chi mi ha assassinato » . Fontana grida , stendendo la mano verso i giurati : « Anch ' io sono innocente , lo giuro sulla tomba di mia moglie » . La Corte si ritira per emettere la sentenza . Nell ' aula si animano conversazioni vivaci , discussioni svariate sull ' esito del processo . Per sentimento di delicatezza non vi riferisco qual sia il tono generale di tali discorsi . Riproduco soltanto questa frase che fiorisce sulle bocche di moltissimi : « Bologna si è fatto onore » . Il Presidente legge la sentenza colla quale Palizzolo e Fontana sono condannati a 30 anni di reclusione ciascuno , a 10 anni di sorveglianza speciale , all ' interdizione perpetua dai pubblici uffici , all ' interdizione legale durante la pena . Palizzolo e Fontana alla rivalsa dei danni alla parte lesa Notarbartolo e alle spese . Scoppia un grande clamore di applausi . Il presidente scampanella , quindi dice : Dichiaro chiusa la sessione aperta il 9 settembre ; ringrazio i giurati del servizio prestato per tanti mesi nell ' interesse della giustizia . L ' aula si sfolla rumorosamente fra gli applausi e le grida di : viva la giustizia bolognese .
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Gli operai della Fonderia Oretea e dello Scalo di Alaggio , come di consueto , stamane si erano recati al lavoro , quando tra di loro si sparse la notizia , ieri pubblicatasi da qualche giornale , che , nella nuova ripartizione dei fondi del ministero della marina e dell ' industria navale statale e privata , sarebbe stata trascurata la Sicilia . Tale notizia circolando e ingrandendosi di bocca in bocca , provocò una giusta esasperazione nell ' animo degli operai , i quali , smessa la giubba di lavoro che avevano allora indossato , si vestirono e lasciarono le officine e , col proposito di scioperare e di dimostrare , si diedero appuntamento per le ore 9 al Foro Italico , presso Porta Felice . Ivi furono raggiunti dal direttore della Fonderia cav . ing . Torrente il quale lesse loro dei telegrammi del presidente dei ministri on . Zanardelli , del ministro dell ' interno on . Giolitti , e di quello della marina on . Morin , in cui si diceva che poiché i lavori che la marina ha in corso di fornitura presso l ' industria privata consistono principalmente in corazze , cannoni e macchine motrici per navi , tali lavori non potevano commettersi in Sicilia perché non vi esistevano stabilimenti per l ' esecuzione di essi . Gli operai , non ascoltando agli incitamenti alla calma loro fatti dal cav . Torrente e dall ' ispettore Marzullo , in preda a viva agitazione , finirono per irrompere clamorosamente in massa nel corso Vittorio Emanuele . Accorsa la pubblica sicurezza furono suonati gli squilli di tromba e caricati i dimostranti , ma inutilmente , giacché gli operai , essendo in numero di molto maggiore , sopraffecero la forza e proseguirono la loro marcia dirigendosi verso la Piazza Pretoria . Dal municipio viene quindi per telefono avvertita la questura che i dimostranti si vanno riunendo sotto il palazzo municipale e tosto vien mandata colà una buona parte della forza con numerosi funzionari , ma già la folla ha invaso ed occupato tutta la piazza del Municipio e mentre gli agenti e i carabinieri si dispongono in guisa da circondare i dimostranti , sopraggiunge l ' on . avv . Di Stefano con i presidenti delle otto società operaie del mandamento Molo , che viene accolto da fragorosi applausi . Da una finestra degli uffici di Stato Civile , ottenuto un po ’ di silenzio , fa un breve discorso , interrotto spesso dalle grida dei dimostranti . Egli ricorda che se il precedente ministero non fosse caduto , si sarebbe ottenuta a quest ' ora , dietro le pratiche fatte , una legge per la quale gli operai marittimi della nostra città avrebbero avuto pane e lavoro . Però la Camera fra qualche giorno si riaprirà , e il progetto di legge , dal quale si ripromettono i dovuti benefizi , sarà senza fallo presentato e discusso . L ' oratore finisce raccomandando agli operai di mantenersi calmi , di attendere ancora un po ’ , giacché tanta pazienza hanno finora dimostrato , ed annunziando che lunedì prossimo egli partirà per Roma con una commissione di operai , per ottenere dal ministro dei lavori pubblici e da quello della marina , in via d ' urgenza , qualche lavoro nel quale possano essere occupati il maggior numero degli operai .