Saggistica ,
I
BISOGNA
SVENTRARE
NAPOLI
Efficace
la
frase
,
Voi
non
lo
conoscevate
,
onorevole
Depretis
,
il
ventre
di
Napoli
.
Avevate
torto
,
perchè
voi
siete
il
Governo
e
il
Governo
deve
saper
tutto
.
Non
sono
fatte
pel
Governo
,
certamente
,
le
descrizioncelle
colorite
di
cronisti
con
intenzioni
letterarie
,
che
parlano
della
via
Caracciolo
,
del
mare
glauco
,
del
cielo
di
cobalto
,
delle
signore
incantevoli
e
dei
vapori
violetti
del
tramonto
:
tutta
questa
rettorichetta
a
base
di
golfo
e
di
colline
fiorite
,
di
cui
noi
abbiamo
già
fatto
e
oggi
continuiamo
a
fare
ammenda
onorevole
,
inginocchiati
umilmente
innanzi
alla
patria
che
soffre
;
tutta
questa
minuta
e
facile
letteratura
frammentaria
,
serve
per
quella
parte
di
pubblico
che
non
vuole
essere
seccata
per
racconti
di
miserie
.
Ma
il
governo
doveva
sapere
l
'
altra
parte
;
il
governo
a
cui
arriva
la
statistica
della
mortalità
e
quella
dei
delitti
;
il
governo
a
cui
arrivano
i
rapporti
dei
prefetti
,
dei
questori
,
degli
ispettori
di
polizia
,
dei
delegati
;
il
governo
a
cui
arrivano
i
rapporti
dei
direttori
delle
carceri
;
il
governo
che
sa
tutto
:
quanta
carne
si
consuma
in
un
giorno
e
quanto
vino
si
beve
in
un
anno
,
in
un
paese
;
quante
femmine
disgraziate
,
diciamo
così
,
vi
esistano
,
e
quanti
ammoniti
siano
i
loro
amanti
di
cuore
,
quanti
mendichi
non
possano
entrare
nelle
opere
pie
e
quanti
vagabondi
dormano
in
istrada
,
la
notte
;
quanti
nullatenenti
e
quanti
commercianti
vi
sieno
;
quanto
renda
il
dazio
consumo
,
quanto
la
fondiaria
,
per
quanto
s
'
impegni
al
Monte
di
Pietà
e
quanto
renda
il
lotto
.
Quest
'
altra
parte
,
questo
ventre
di
Napoli
,
se
non
lo
conosce
il
Governo
,
chi
lo
deve
conoscere
?
E
se
non
servono
a
dirvi
tutto
,
a
che
sono
buoni
tutti
questi
impiegati
alti
e
bassi
,
a
che
questo
immenso
ingranaggio
burocratico
che
ci
costa
tanto
?
E
,
se
voi
non
siete
la
intelligenza
suprema
del
paese
che
tutto
conosce
e
a
tutto
provvede
,
perchè
siete
ministro
?
*
*
*
Vi
avranno
fatto
vedere
una
,
due
,
tre
strade
dei
quartieri
bassi
e
ne
avrete
avuto
orrore
.
Ma
non
avete
visto
tutto
;
i
napoletani
istessi
che
vi
conducevano
,
non
conoscono
tutti
i
quartieri
bassi
.
La
via
dei
Mercanti
,
l
'
avete
percorsa
tutta
?
Sarà
larga
quattro
metri
,
tanto
che
le
carrozze
non
vi
possono
passare
,
ed
è
sinuosa
,
si
torce
come
un
budello
:
le
case
altissime
la
immergono
,
durante
le
più
belle
giornate
,
in
una
luce
scialba
e
morta
:
nel
mezzo
della
via
il
ruscello
è
nero
,
fetido
,
non
si
muove
,
impantanato
,
è
fatto
di
liscivia
e
di
saponata
lurida
,
di
acqua
di
maccheroni
e
di
acqua
di
minestra
,
una
miscela
fetente
che
imputridisce
.
In
questa
strada
dei
Mercanti
,
che
è
una
delle
principali
del
quartiere
Porto
,
v
'
è
di
tutto
:
botteghe
oscure
,
dove
si
agitano
delle
ombre
,
a
vendere
di
tutto
,
agenzie
di
pegni
,
banchi
lotto
;
e
ogni
tanto
un
portoncino
nero
,
ogni
tanto
un
angiporto
fangoso
,
ogni
tanto
un
friggitore
,
da
cui
esce
il
fetore
dell
'
olio
cattivo
,
ogni
tanto
un
salumaio
,
dalla
cui
bottega
esce
un
puzzo
di
formaggio
che
fermenta
e
di
lardo
fradicio
.
Da
questa
via
partono
tante
altre
viottole
,
che
portano
i
nomi
delle
arti
:
la
Zabatteria
,
i
Coltellai
,
gli
Spadari
,
i
Taffettanari
,
i
Materassari
,
e
via
di
seguito
.
Sono
,
queste
viottole
-
questa
è
la
sola
differenza
-
molto
più
strette
dei
Mercanti
,
ma
egualmente
sporche
e
oscure
;
e
ognuna
puzza
in
modo
diverso
:
di
cuoio
vecchio
,
di
piombo
fuso
,
di
acido
nitrico
,
di
acido
solforico
.
Varie
strade
conducono
dall
'
alto
al
quartiere
di
Porto
:
sono
ripidissime
,
strette
,
mal
selciate
.
La
via
di
Mezzocannone
è
popolata
tutta
di
tintori
:
in
fondo
a
ogni
bottega
bruna
,
arde
un
fuoco
vivo
sotto
una
grossa
caldaia
nera
,
dove
gli
uomini
seminudi
agitano
una
miscela
fumante
;
sulla
porta
si
asciugano
dei
cenci
rossi
e
violetti
;
sulle
selci
disgiunte
,
cola
sempre
una
feccia
di
tintura
multicolore
.
Un
'
altra
strada
,
le
così
dette
Gradelle
di
Santa
Barbara
,
ha
anche
la
sua
originalità
:
da
una
parte
e
dall
'
altra
abitano
femmine
disgraziate
,
che
ne
hanno
fatto
un
loro
dominio
,
e
,
per
ozio
di
infelici
disoccupate
,
nel
giorno
,
e
per
cupo
odio
contro
l
'
uomo
,
buttano
dalla
finestra
,
su
chi
passa
,
buccie
di
fichi
,
di
cocomero
,
spazzatura
,
torsoli
di
spighe
.
e
tutto
resta
,
su
questi
gradini
,
così
che
la
gente
pulita
non
osa
passarvi
più
.
Vi
è
un
'
altra
strada
,
che
dietro
l
'
educandato
di
San
Marcellino
,
conduce
a
Portanova
,
dove
i
Mercanti
finiscono
e
cominciano
i
Lanzieri
:
veramente
non
è
una
strada
,
è
un
angiporto
,
una
specie
di
canale
nero
,
che
passa
sotto
due
archi
e
dove
pare
raccolta
tutta
la
immondizia
di
un
villaggio
africano
.
Ivi
,
a
un
certo
punto
,
non
si
può
procedere
oltre
:
il
terreno
è
lubrico
e
lo
stomaco
spasima
.
*
*
*
In
sezione
Vicaria
,
vi
siete
stato
?
Sopra
tutte
le
strade
che
la
traversano
,
una
sola
è
pulita
,
la
via
del
Duomo
:
tutte
le
altre
sono
rappresentazioni
della
vecchia
Napoli
,
affogate
,
brune
,
con
le
case
puntellate
,
che
cadono
per
vecchiaia
.
Vi
è
un
vicolo
del
Sole
,
detto
così
perchè
il
sole
non
vi
entra
mai
;
vi
è
un
vicolo
del
Settimo
Cielo
,
appunto
per
l
'
altitudine
di
una
strisciolina
di
cielo
,
che
apparisce
fra
le
altissime
e
antiche
case
.
Attorno
alla
piazzetta
dei
SS
.
Apostoli
vi
sono
tre
o
quattro
stradette
;
Grotta
della
Marra
,
Santa
Maria
a
Vertec
li
,
vicolo
della
Campana
,
dove
vive
una
popolazione
magra
e
pallida
,
appestata
dalla
fabbrica
di
tabacco
che
è
lì
,
appestata
dalla
propria
sudiceria
;
e
tutti
i
dintorni
di
Castelcapuano
,
di
questa
grande
e
storica
Vicaria
,
sembrano
proprio
il
suo
ambiente
,
vale
a
dire
putridume
materiale
e
morale
,
su
cui
sorge
l
'
estremo
portato
di
questa
società
povera
e
necessariamente
corrotta
:
la
galera
.
La
sezione
Mercato
?
Ah
,
già
:
quella
storica
,
dove
Masaniello
ha
fatto
la
rivoluzione
,
dove
hanno
tagliato
il
capo
a
Corradino
di
Svevia
;
sì
,
sì
,
ne
hanno
parlato
drammaturghi
e
poeti
.
Se
ne
traversa
un
lembo
,
venendo
in
carrozza
,
dalla
Ferrovia
,
ma
si
esce
subito
alla
Marina
.
Al
diavolo
la
poesia
e
il
dramma
!
In
sezione
Mercato
,
niuna
strada
è
pulita
;
pare
che
da
anni
non
ci
passi
mai
lo
spazzino
;
ed
è
forse
la
sporcizia
di
un
giorno
.
Ivi
è
il
Lavinaio
,
la
grande
fonte
,
dove
si
lavano
i
cenci
luridi
della
vecchia
e
povera
Napoli
:
il
Lavinaio
,
che
è
il
grande
ruscello
,
dove
il
luridume
viene
a
detergersi
superficialmente
;
tanto
che
per
insultare
bonariamente
un
napoletano
,
sul
proprio
napoletanesimo
,
gli
si
dice
.
-
Sei
proprio
del
Lavinaio
.
Nella
sezione
Mercato
,
vi
sono
i
sette
vicoli
della
Duchesca
,
in
uno
dei
quali
,
ho
letto
un
dispaccio
,
vi
sono
stati
in
un
'
ora
trenta
casi
;
vi
è
il
vicolo
del
Cavalcatoio
;
vi
è
il
vicolo
di
Sant
'
Arcangelo
a
Baiano
.
Io
sono
una
donna
e
non
posso
dirvi
che
sieno
queste
strade
,
poichè
ivi
l
'
abbiezione
diventa
così
profonda
,
così
miseranda
,
la
natura
umana
si
degrada
talmente
,
che
vengono
alla
faccia
le
fiamme
della
vergogna
.
*
*
*
Sventrare
Napoli
?
Credete
che
basterà
?
Vi
lusingate
che
basteranno
tre
,
quattro
strade
,
attraverso
i
quartieri
popolari
,
per
salvarli
?
Vedrete
,
vedrete
,
quando
gli
studi
,
per
questa
santa
opera
di
redenzione
,
saranno
compiuti
,
quale
verità
fulgidissima
risulterà
:
bisogna
rifare
.
Voi
non
potrete
sicuramente
lasciare
in
piedi
le
case
che
sono
lesionate
dalla
umidità
,
dove
al
pianterreno
vi
è
il
fango
e
all
'
ultimo
piano
si
brucia
nell
'
estate
e
si
gela
nell
'
inverno
;
dove
le
scale
sono
ricettacoli
d
'
immondizie
;
nei
cui
pozzi
,
da
cui
si
attinge
acqua
così
penosamente
,
vanno
a
cadere
tutti
i
rifiuti
umani
e
tutti
gli
animali
morti
;
e
che
hanno
tutto
un
pot
-
bouille
,
una
cosidetta
vinella
,
una
corticina
interna
in
cui
le
serve
buttano
tutto
;
il
cui
sistema
di
latrine
,
quando
ci
sono
,
resiste
a
qualunque
disinfezione
.
Voi
non
potrete
lasciare
in
piedi
le
case
,
nelle
cui
piccole
stanze
sono
agglomerate
mai
meno
di
quattro
persone
,
dove
vi
sono
galline
e
piccioni
,
gatti
sfiancati
e
cani
lebbrosi
;
case
in
cui
si
cucina
in
uno
stambugio
,
si
mangia
nella
stanza
da
letto
e
si
muore
nella
medesima
stanza
,
dove
altri
dormono
e
mangiano
,
case
,
i
cui
sottoscala
,
pure
abitati
da
gente
umana
,
rassomigliano
agli
antichi
,
ora
aboliti
,
carceri
criminali
della
Vicaria
,
sotto
il
livello
del
suolo
.
Voi
non
potrete
sicuramente
lasciare
in
piedi
i
cavalcavia
che
congiungono
le
case
;
nè
quelle
ignobili
costruzioni
di
legno
che
si
sospendono
a
certe
muraglie
di
case
,
nè
quei
portoncini
angusti
,
nè
vicoli
ciechi
,
nè
quegli
angiporti
,
nè
quei
supportici
;
voi
non
potrete
lasciare
in
piedi
i
fondaci
.
Voi
non
potrete
lasciare
in
piedi
certe
case
dove
al
primo
piano
è
un
'
agenzia
di
pegni
,
al
secondo
si
affittano
camere
a
studenti
,
al
terzo
si
fabbricano
i
fuochi
artificiali
:
certe
altre
dove
al
pianterreno
vi
è
un
bigliardo
,
al
primo
piano
un
albergo
dove
si
pagano
tre
soldi
per
notte
,
al
secondo
una
raccolta
di
poverette
,
al
terzo
un
deposito
di
cenci
.
Per
distruggere
la
corruzione
materiale
e
quella
morale
,
per
rifare
la
salute
e
la
coscienza
a
quella
povera
gente
,
per
insegnare
loro
come
si
vive
-
essi
sanno
morire
,
come
avete
visto
!
-
per
dir
loro
che
essi
sono
fratelli
nostri
,
che
noi
li
amiamo
efficacemente
,
che
vogliamo
salvarli
,
non
basta
sventrare
Napoli
:
bisogna
quasi
tutta
rifarla
.
II
QUELLO
CHE
GUADAGNANO
Eppure
la
gente
che
abita
in
questi
quattro
quartieri
popolari
,
senz
'
aria
,
senza
luce
,
senza
igiene
,
diguazzando
nei
ruscelli
neri
,
scavalcando
monti
d
'
immondizie
,
respirando
miasmi
e
bevendo
un
'
acqua
corrotta
,
non
è
una
gente
bestiale
,
selvaggia
,
oziosa
;
non
è
tetra
nella
fede
,
non
è
cupa
nel
vizio
,
non
è
collerica
nella
sventura
.
Questo
popolo
,
per
sua
naturale
gentilezza
,
ama
le
case
bianche
e
le
colline
:
onde
il
giorno
di
Ognissanti
,
quando
da
Napoli
,
tutta
la
gente
buona
porta
corone
ai
morti
,
sul
colle
di
Poggioreale
,
in
quel
cimitero
pieno
di
fiori
,
di
uccelli
,
di
profumi
,
di
marmi
,
vi
è
chi
l
'
ha
intesa
gentilmente
esclamare
:
o
Gesù
,
vurria
murì
,
pe
sta
ccà
!
Questo
popolo
ama
i
colori
allegri
,
esso
che
adorna
di
nappe
e
nappine
i
cavalli
dei
carri
,
che
si
adorna
di
pennacchietti
multicolori
nei
giorni
di
festa
,
che
porta
i
fazzoletti
scarlatti
al
collo
,
che
mette
un
pomodoro
sopra
un
sacco
di
farina
,
per
ottenere
un
effetto
pittorico
e
che
ha
creato
un
monumento
di
ottoni
scintillanti
,
di
legni
dipinti
,
di
limoni
fragranti
,
di
bicchieri
e
di
bottiglie
,
un
monumentino
che
è
una
festa
degli
occhi
:
il
banco
dell
'
acquaiuolo
.
Questo
popolo
che
ama
la
musica
e
la
fa
,
che
canta
così
amorosamente
e
malinconiosamente
,
tanto
che
le
sue
canzoni
dànno
uno
struggimento
al
core
e
sono
la
più
invincibile
nostalgia
per
colui
che
è
lontano
,
ha
una
sentimentalità
espansiva
,
che
si
diffonde
nell
'
armonia
musicale
.
Non
è
dunque
una
razza
di
animali
,
che
si
compiace
del
suo
fango
;
non
è
dunque
una
razza
inferiore
che
presceglie
l
'
orrido
fra
il
brutto
e
cerca
volenterosa
il
sudiciume
;
non
si
merita
la
sorte
che
le
cose
gl
'
impongono
;
saprebbe
apprezzare
la
civiltà
,
visto
che
quella
pochina
elargitagli
,
se
l
'
ha
subito
assimilata
;
meriterebbe
di
esser
felice
.
*
*
*
Abita
laggiù
,
per
forza
.
È
la
miseria
sua
,
costituzionale
,
organica
,
così
intensa
,
così
profonda
,
che
cento
Opere
Pie
non
arrivano
a
debellare
,
che
la
carità
privata
,
fluidissima
,
non
arriva
a
vincere
;
non
la
miseria
dell
'
ozioso
,
badate
bene
,
ma
la
miseria
di
colui
che
fatica
quattordici
ore
al
giorno
.
Questo
lavoratore
,
quest
'
operaio
non
può
pagare
un
affitto
di
casa
,
che
superi
le
quindici
lire
il
mese
:
e
deve
essere
un
operaio
fortunato
,
vi
è
chi
ne
paga
dieci
,
chi
ne
paga
sette
,
chi
ne
paga
cinque
;
questi
ultimi
formano
la
grande
massa
del
popolo
.
Anni
fa
,
una
compagnia
cooperativa
edificò
,
verso
Capodimonte
,
un
falansterio
di
case
operaie
,
chiare
,
pulite
,
strettine
,
ma
infine
igieniche
:
per
quanto
restringesse
i
prezzi
,
non
potette
dare
i
suoi
appartamentini
,
a
meno
di
trentaquattro
lire
al
mese
.
Nessuno
operaio
vi
andò
.
Vi
andarono
degli
impiegati
con
le
famiglie
,
qualche
pensionato
,
gli
sposetti
poveri
,
insomma
una
mezza
borghesia
che
vuol
nascondere
la
sua
miseria
e
avere
la
scaletta
di
marmo
.
Quel
grandissimo
edificio
resta
lì
a
far
prova
della
miseria
napoletana
:
anzi
,
gli
scrupolosi
e
borghesi
che
vi
abitano
,
punti
nel
loro
presuntuoso
amor
proprio
,
da
coloro
che
li
accusavano
di
abitare
le
case
operaie
,
hanno
fatto
dipingere
a
grandi
caratteri
questa
scritta
sull
'
ingresso
maggiore
:
le
case
della
Cooperativa
non
sono
case
operaie
.
Iscrizione
crudele
e
superba
.
Trentaquattro
lire
?
Queste
trentaquattro
lire
un
lavoratore
napoletano
le
guadagna
in
un
mese
:
chi
porta
una
lira
di
giornata
a
casa
,
si
stima
felice
.
Le
mercedi
sono
scarsissime
,
in
quasi
tutte
le
professioni
,
in
tutt
'
i
mestieri
.
Napoli
è
il
paese
dove
meno
costa
l
'
opera
tipografica
;
tutti
lo
sanno
:
gli
operai
tipografi
sono
pagati
un
terzo
meno
degli
altri
paesi
.
Quelli
che
guadagnano
cinque
lire
a
Milano
,
quattro
a
Roma
,
ne
guadagnano
due
a
Napoli
,
tanto
che
è
in
questo
benedetto
e
infelice
paese
,
dove
più
facilmente
nascono
e
vivono
certi
giornaletti
poverissimi
,
che
altrove
non
potrebbero
pubblicare
neppure
tre
numeri
.
I
sarti
,
i
calzolai
,
i
muratori
,
i
falegnami
sono
pagati
nella
medesima
misura
;
una
lira
,
venticinque
soldi
,
al
più
,
trenta
soldi
al
giorno
per
dodici
ore
di
lavoro
,
talvolta
penosissimo
.
I
tagliatori
di
guanti
guadagnano
novanta
centesimi
al
giorno
.
E
notate
che
la
gioventù
elegante
di
Napoli
,
è
la
meglio
vestita
d
'
Italia
:
che
a
Napoli
si
fanno
le
più
belle
scarpe
e
i
più
bei
mobili
economici
;
notate
che
Napoli
produce
i
migliori
guanti
.
Altri
mestieri
inferiori
stabiliscono
la
mercede
a
settantacinque
centesimi
,
a
dodici
soldi
,
a
dieci
soldi
.
Per
questo
essi
non
possono
pagare
più
di
cinque
,
sette
,
dieci
lire
il
mese
di
pigione
e
come
la
miseria
incombe
,
la
donna
,
la
moglie
,
la
madre
,
tutte
quelle
che
hanno
già
molto
partorito
,
che
hanno
allattato
,
tutte
quelle
che
dovrebbero
lavorare
in
casa
,
cercano
lavoro
,
fuori
.
Fortunate
quelle
che
trovano
un
posto
alla
Fabbrica
del
tabacco
,
che
sanno
lavorare
e
arrivano
ad
allogarsi
,
come
sarte
,
come
modiste
,
come
fioraie
!
La
mercede
è
miserissima
,
quindici
lire
,
diciassette
,
venti
lire
il
mese
;
pure
sembra
loro
fortuna
.
Ma
sono
poche
:
tutto
il
resto
della
immensa
classe
povera
femminile
,
si
dà
alla
domesticità
.
La
serva
napoletana
si
alloga
per
dieci
lire
il
mese
,
senza
pranzo
:
alla
mattina
fa
due
o
tre
miglia
di
cammino
,
dalla
casa
sua
alla
casa
dei
suoi
padroni
,
scende
le
scale
quaranta
volte
al
giorno
,
cava
dal
pozzo
profondo
venti
secchi
di
acqua
,
compie
le
fatiche
più
estenuanti
,
non
mangia
per
tutta
la
giornata
e
alla
sera
si
trascina
a
casa
sua
,
come
un
'
ombra
affranta
.
Ve
ne
sono
di
quelle
che
pigliano
due
mezzi
servizi
,
a
sei
lire
l
'
uno
e
corrono
continuamente
da
una
casa
all
'
altra
,
continuamente
rimproverate
per
le
tardanze
.
Ne
ho
conosciuta
una
,
io
,
si
chiamava
Annarella
,
faceva
tre
case
al
giorno
,
a
cinque
lire
:
alla
sera
era
inebetita
,
non
mangiava
,
morta
dalla
fatica
,
talvolta
non
si
svestiva
,
per
addormentarsi
subito
.
Queste
serve
trovano
anche
il
tempo
di
dar
latte
a
un
bimbo
,
di
far
la
calza
,
ma
sono
esseri
mostruosi
,
la
pietà
è
uguale
alla
ripugnanza
che
ispirano
.
Hanno
trent
'
anni
e
ne
dimostrano
cinquanta
,
sono
curve
,
hanno
perso
i
capelli
,
hanno
i
denti
gialli
e
neri
,
camminano
come
sciancate
,
portano
un
vestito
quattro
anni
,
un
grembiule
sei
mesi
.
Non
si
lamentano
,
non
piangono
:
vanno
a
morire
,
prima
di
quarant
'
anni
,
all
'
ospedale
,
di
perniciosa
,
di
polmonite
,
di
qualche
orrenda
malattia
.
Quante
ne
avrà
portate
via
il
colera
!
E
tutti
gli
altri
mestieri
ambulanti
femminili
,
lavandaie
,
pettinatrici
,
stiratrici
a
giornata
,
venditrici
di
spassatiempo
,
rimpagliatrici
di
seggiole
(
mpagliaseggie
)
,
mestieri
che
le
espongono
a
tutte
le
intemperie
,
a
tutti
gli
accidenti
,
a
una
quantità
di
malattie
,
mestieri
pesanti
o
nauseanti
,
non
fanno
guadagnare
a
quelle
disgraziate
più
di
dieci
soldi
,
quindici
soldi
al
giorno
.
Quando
guadagnano
una
lira
,
le
miserelle
,
fanno
economia
e
si
maritano
.
Sono
brutte
,
è
vero
:
si
trascurano
,
è
verissimo
:
fanno
schifo
,
talvolta
.
Ma
chi
tanto
ama
la
plastica
,
dovrebbe
entrare
nel
segreto
di
quelle
esistenze
,
che
sono
un
poema
di
martirio
quotidiano
,
di
sacrifici
incalcolabili
,
di
fatiche
sopportate
senza
mormorare
.
Gioventù
,
bellezza
,
vestiti
?
Ebbero
un
minuto
di
bellezza
e
di
gioventù
,
furono
,
amate
,
si
sono
maritate
:
dopo
,
il
marito
e
la
miseria
,
il
lavoro
e
le
busse
,
il
travaglio
e
la
fame
.
Hanno
i
bimbi
e
debbono
abbandonarli
,
il
più
piccolo
affidato
alla
sorellina
,
e
come
tutte
le
altre
madri
,
temono
le
carrozze
,
il
fuoco
,
i
cani
,
le
cadute
.
Sono
sempre
inquiete
,
agitate
,
mentre
servono
.
Me
ne
rammento
una
:
aveva
tre
figli
,
un
piccolino
,
specialmente
,
bellissimo
.
Il
bimbo
aveva
già
due
anni
ed
essa
gli
dava
ancora
il
latte
,
non
aveva
altro
da
dargli
da
mangiare
:
questo
bimbetto
l
'
aspettava
,
ogni
sera
,
seduto
sullo
scalino
del
basso
.
Diceva
il
medico
dell
'
assistenza
pubblica
:
«
Levagli
il
latte
,
chè
ti
si
ammala
.
»
Ella
chinava
il
capo
:
non
poteva
levargli
il
latte
.
Si
ammalò
di
tifo
,
il
bimbo
;
le
morì
.
Ella
mondava
le
patate
,
in
una
cucina
,
e
si
lamentava
,
sottovoce
:
«
figlio
mio
,
figlio
mio
,
io
t
'
aveva
da
accidere
,
io
t
'
aveva
da
fa
murì
!
O
che
mamma
cana
che
ssò
stata
!
Figlio
mio
,
e
chi
m
'
aspetta
cchiù
,
la
sera
,
mocc
'
a
porta
?
»
Il
lavoro
dei
fanciulli
?
Ahimè
,
le
madri
sono
molto
contente
,
quando
un
cocchiere
signorile
vuol
prendere
per
mozzo
un
fanciullo
di
dodici
anni
,
dandogli
solo
da
mangiare
;
sono
molto
contente
,
quando
un
mastro
di
bottega
lo
piglia
,
facendolo
lavorare
come
un
cane
e
dandogli
solo
la
minestra
,
la
sera
;
la
pietosa
madre
gli
dà
un
soldo
per
la
colazione
,
la
mattina
.
Le
sarte
,
le
modiste
,
le
fioraie
,
le
bustaie
,
prendono
per
apprendiste
delle
fanciullette
dodicenni
,
che
sono
,
in
realtà
,
delle
piccole
serve
e
che
guadagnano
cinque
soldi
la
settimana
.
Ma
,
per
lo
più
,
queste
creature
restano
a
casa
o
nella
strada
,
tutto
il
giorno
.
Nelle
campagne
,
il
figlio
è
una
gioia
,
è
un
soccorso
,
è
una
sorgente
di
agiatezza
;
in
Napoli
rappresenta
una
cura
di
più
,
una
pena
materna
,
una
sorgente
di
lagrime
e
di
fame
.
Ascoltate
un
poco
,
quando
una
operaia
napoletana
nomina
i
suoi
figli
.
Dice
:
le
creature
,
e
lo
dice
con
tanta
dolcezza
malinconica
,
con
tanta
materna
pietà
,
con
un
amore
così
doloroso
,
che
vi
par
di
conoscere
tutta
,
acutamente
,
la
intensità
della
miseria
napoletana
.
III
QUELLO
CHE
MANGIANO
Un
giorno
,
un
industriale
napoletano
ebbe
un
'
idea
.
Sapendo
che
la
pizza
è
una
delle
adorazioni
cucinarie
napoletane
,
sapendo
che
la
colonia
napoletana
in
Roma
è
larghissima
,
pensò
di
aprire
una
pizzeria
in
Roma
.
Il
rame
delle
casseruole
e
dei
ruoti
vi
luccicava
,
il
forno
vi
ardeva
sempre
;
tutte
le
pizze
vi
si
trovavano
:
pizza
al
pomidoro
,
pizza
con
muzzarella
e
formaggio
,
pizza
con
alici
e
olio
,
pizza
con
olio
,
origano
e
aglio
.
Sulle
prime
la
folla
vi
accorse
,
poi
andò
scemando
.
La
pizza
,
tolta
al
suo
ambiente
napoletano
,
pareva
una
stonatura
e
rappresentava
una
indigestione
;
il
suo
astro
impallidì
e
tramontò
,
in
Roma
;
pianta
esotica
,
morì
in
questa
solennità
romana
.
*
*
*
È
vero
,
infatti
:
la
pizza
rientra
nella
larga
categoria
dei
commestibili
che
costano
un
soldo
,
e
di
cui
è
formata
la
colazione
o
il
pranzo
,
di
moltissima
parte
del
popolo
napoletano
.
Il
pizzaiuolo
che
ha
bottega
,
nella
notte
,
fa
un
gran
numero
di
queste
schiacciate
rotonde
,
di
una
pasta
densa
,
che
si
brucia
,
ma
non
si
cuoce
,
cariche
di
pomidoro
quasi
crudo
,
di
aglio
,
di
pepe
,
di
origano
:
queste
pizze
in
tanti
settori
da
un
soldo
,
sono
affidate
a
un
garzone
,
che
le
va
a
vendere
in
qualche
angolo
di
strada
,
sovra
un
banchetto
ambulante
e
lì
resta
quasi
tutto
il
giorno
,
con
questi
settori
di
pizza
che
si
gelano
al
freddo
,
che
si
ingialliscono
al
sole
,
mangiati
dalle
mosche
.
Vi
sono
anche
delle
fette
di
due
centesimi
,
pei
bimbi
che
vanno
a
scuola
;
quando
la
provvista
è
finita
,
il
pizzaiuolo
la
rifornisce
,
sino
a
notte
.
Vi
sono
anche
,
per
la
notte
,
dei
garzoni
che
portano
sulla
testa
un
grande
scudo
convesso
di
stagno
,
entro
cui
stanno
queste
fette
di
pizza
e
girano
pei
vicoli
e
dànno
un
grido
speciale
,
dicendo
che
la
pizza
ce
l
'
hanno
col
pomidoro
e
con
l
'
aglio
,
con
la
muzzarella
e
con
le
alici
salate
.
Le
povere
donne
sedute
sullo
scalino
del
basso
,
ne
comprano
e
cenano
,
cioè
pranzano
,
con
questo
soldo
di
pizza
.
Con
un
soldo
,
la
scelta
è
abbastanza
varia
,
pel
pranzo
del
popolo
napoletano
.
Dal
friggitore
si
ha
un
cartoccetto
di
pesciolini
che
si
chiamano
fragaglia
e
che
sono
il
fondo
del
paniere
dei
pescivendoli
:
dallo
stesso
friggitore
si
hanno
per
un
soldo
,
quattro
o
cinque
panzarotti
,
vale
a
dire
delle
frittelline
in
cui
vi
è
un
pezzetto
di
carciofo
,
quando
niuno
vuol
più
saperne
di
carciofi
,
o
un
torsolino
di
cavolo
,
o
un
frammentino
di
alici
.
Per
un
soldo
,
una
vecchia
dà
nove
castagne
allesse
,
denudate
della
prima
buccia
e
nuotanti
in
un
succo
rossastro
:
in
questo
brodo
il
popolo
napoletano
vi
bagna
il
pane
e
mangia
le
castagne
,
come
seconda
pietanza
;
per
un
soldo
,
un
'
altra
vecchia
,
che
si
trascina
dietro
un
calderottino
in
un
carroccio
,
dà
due
spighe
di
granturco
bollite
.
Dall
'
oste
,
per
un
soldo
,
si
può
comperare
una
porzione
di
scapece
;
la
scapece
è
fatta
di
zucchetti
o
melanzane
fritte
nell
'
olio
e
poi
condite
con
aceto
,
pepe
,
origano
,
formaggio
,
pomidoro
,
ed
è
esposta
in
istrada
,
in
un
grande
vaso
profondo
,
in
cui
sta
intasata
,
come
una
conserva
e
da
cui
si
taglia
con
un
cucchiaio
.
Il
popolo
napoletano
porta
il
suo
tozzo
di
pane
,
lo
divide
per
metà
,
e
l
'
oste
vi
versa
sopra
la
scapece
.
Dall
'
oste
,
sempre
per
un
soldo
,
si
compera
la
spiritosa
:
la
spiritosa
è
fatta
di
fette
di
pastinache
gialle
,
cotte
nell
'
acqua
e
poi
messe
in
una
salsa
forte
di
aceto
,
pepe
,
origano
e
peperoni
.
L
'
oste
sta
sulla
porta
e
grida
:
addorosa
,
addorosa
,
'
a
spiritosa
!
Come
è
naturale
,
tutta
questa
roba
è
condita
in
modo
piccantissimo
,
tanto
da
soddisfare
il
più
atonizzato
palato
meridionale
.
*
*
*
Appena
ha
due
soldi
,
il
popolo
napoletano
compra
un
piatto
di
maccheroni
cotti
e
conditi
;
tutte
le
strade
dei
quartieri
popolari
,
hanno
una
di
queste
osterie
che
installano
all
'
aria
aperta
le
loro
caldaie
,
dove
i
maccheroni
bollono
sempre
,
i
tegami
dove
bolle
il
sugo
di
pomidoro
,
le
montagne
di
cacio
grattato
,
un
cacio
piccante
che
viene
da
Cotrone
.
Anzi
tutto
,
quest
'
apparato
è
molto
pittoresco
,
e
dei
pittori
lo
hanno
dipinto
,
ed
è
stato
da
essi
reso
lindo
e
quasi
elegante
con
l
'
oste
che
sembra
un
pastorello
di
Watteau
;
e
nella
collezione
di
fotografie
napoletane
,
che
gl
'
inglesi
comprano
,
accanto
alla
monaca
di
casa
,
al
ladruncolo
di
fazzoletti
,
alla
famiglia
di
pidocchiosi
,
vi
è
anche
il
banco
del
maccaronaro
.
Questi
maccheroni
si
vendono
a
piattelli
di
due
e
di
tre
soldi
;
e
il
popolo
napoletano
li
chiama
brevemente
,
dal
loro
prezzo
:
nu
doie
e
nu
tre
.
La
porzione
è
piccola
e
il
compratore
litiga
con
l
'
oste
,
perchè
vuole
un
po
'
più
di
sugo
,
un
po
'
più
di
formaggio
e
un
po
'
più
di
maccheroni
.
Con
due
soldi
si
compera
un
pezzo
di
polipo
bollito
nell
'
acqua
di
mare
,
condito
con
peperone
fortissimo
:
questo
commercio
lo
fanno
le
donne
,
nella
strada
,
con
un
focolaretto
e
una
piccola
pignatta
;
con
due
soldi
di
maruzze
,
si
hanno
le
lumache
,
il
brodo
e
anche
un
biscotto
intriso
nel
brodo
:
per
due
soldi
l
'
oste
,
da
una
grande
padella
dove
friggono
confusamente
ritagli
di
grasso
di
maiale
e
pezzi
di
coratella
,
cipolline
,
e
frammenti
di
seppia
,
cava
una
grossa
cucchiaiata
di
questa
miscela
e
la
depone
sul
pane
del
compratore
,
badando
bene
a
che
l
'
unto
caldo
e
bruno
non
coli
per
terra
,
che
vada
tutto
sulla
mollica
,
perchè
il
compratore
ci
tiene
.
Appena
ha
tre
soldi
al
giorno
per
pranzare
,
il
buon
popolo
napoletano
,
che
è
corroso
dalla
nostalgia
familiare
,
non
va
più
dall
'
oste
per
comperare
i
commestibili
cotti
,
pranza
a
casa
sua
,
per
terra
,
sulla
soglia
del
basso
,
o
sopra
una
sedia
sfiancata
.
Con
quattro
soldi
si
compone
una
grande
insalata
di
pomidori
crudi
verdastri
e
di
cipolle
;
o
un
'
insalata
di
patate
cotte
e
di
barbabietole
,
o
un
'
insalata
di
broccoli
di
rape
;
o
un
'
insalata
di
citrioli
freschi
.
La
gente
agiata
,
quella
che
può
disporre
di
otto
soldi
al
giorno
,
mangia
dei
grandi
piatti
di
minestra
verde
,
indivia
,
foglie
di
cavolo
,
cicoria
,
o
tutte
queste
erbe
insieme
,
la
cosidetta
minestra
maritata
;
o
una
minestra
,
quando
ne
è
tempo
,
di
zucca
gialla
con
molto
pepe
;
o
una
minestra
di
fagiolini
verdi
,
conditi
col
pomidoro
;
o
una
minestra
di
patate
cotte
nel
pomidoro
.
Ma
per
lo
più
compra
un
rotolo
di
maccheroni
,
una
pasta
nerastra
,
e
di
tutte
le
misure
e
di
tutte
le
grossezze
,
che
è
il
raccogliticcio
,
il
fondiccio
confuso
di
tutti
i
cartoni
di
pasta
,
e
che
si
chiama
efficacemente
monnezzaglia
:
e
la
condisce
con
pomidoro
e
formaggio
.
*
*
*
Il
popolo
napoletano
è
goloso
di
frutta
:
ma
non
spende
mai
più
di
un
soldo
,
alla
volta
.
A
Napoli
,
con
un
soldo
si
hanno
sei
peruzze
un
po
'
bacate
,
ma
non
importa
:
si
ha
mezzo
chilo
di
fichi
,
un
po
'
flosci
dal
sole
:
si
hanno
dieci
o
dodici
di
quelle
piccole
prugne
gialle
,
che
pare
abbiano
l
'
aspetto
della
febbre
;
si
ha
un
grappolo
di
uva
nera
,
si
ha
un
poponcino
giallo
,
piccolo
,
ammaccato
,
un
po
'
fradicio
;
dal
venditore
di
melloni
,
quelli
rossi
,
si
hanno
due
fette
,
di
quelli
che
sono
riusciti
male
,
vale
a
dire
biancastri
.
Ha
anche
qualche
altra
golosità
,
il
popolo
napoletano
:
lo
spassatiempo
,
vale
a
dire
i
semi
di
mellone
o
di
popone
,
le
fave
e
i
ceci
cotti
nel
forno
;
con
un
soldo
si
rosicchia
mezza
giornata
,
la
lingua
punge
e
lo
stomaco
si
gonfia
,
come
se
avesse
mangiato
.
La
massima
golosità
è
il
soffritto
:
dei
ritagli
di
carne
di
maiale
cotti
con
olio
,
pomidoro
,
peperone
rosso
,
condensati
,
che
formano
una
catasta
rossa
,
bellissima
all
'
occhio
,
da
cui
si
tagliano
delle
fette
:
costano
cinque
soldi
.
In
bocca
,
sembra
dinamite
.
*
*
*
Questionario
:
Carne
in
umido
?
-
Il
popolo
napoletano
non
ne
mangia
mai
.
Carne
arrosto
?
-
Qualche
volta
,
alla
domenica
,
o
nelle
grandi
feste
,
ma
è
di
maiale
o
di
agnello
.
Brodo
di
carne
?
-
Il
popolo
napoletano
lo
ignora
.
Vino
?
-
Alla
domenica
,
qualche
volta
:
l
'
asprino
,
a
quattro
soldi
il
litro
,
o
il
maraniello
a
cinque
soldi
:
questo
tinge
di
azzurro
la
tovaglia
.
Acqua
!
-
Sempre
:
e
cattiva
.
IV
GLI
ALTARINI
Vi
meravigliate
degli
altarini
?
Vi
scandalizzate
della
piccola
processione
di
donne
scalze
e
scapigliate
,
che
portano
una
immagine
della
Madonna
e
salmodiano
?
La
superstizione
del
popolo
napoletano
-
oh
,
povera
gente
che
è
vissuta
così
male
e
con
tanta
bonarietà
,
che
muore
in
un
modo
così
miserando
,
con
tanta
rassegnazione
!
-
la
superstizione
di
questo
popolo
ha
fatto
una
dolorosa
impressione
a
tutti
.
La
credevate
cessata
la
superstizione
?
Come
potevate
crederlo
?
Non
vi
rammentate
più
nulla
,
dunque
?
Nel
colera
del
1865
vi
furono
processioni
e
pubbliche
preghiere
;
nel
colera
del
1867
,
più
tremendo
,
più
straziante
,
che
veniva
dopo
la
guerra
,
da
tutte
le
parrocchie
uscirono
le
immagini
della
Vergine
e
quelle
dei
santi
protettori
,
le
processioni
s
'
incontravano
per
le
strade
,
si
mescolavano
:
era
tutto
un
mistero
mediovale
e
meridionale
.
Come
oggi
Umberto
di
Savoia
le
ha
incontrate
,
diciassette
anni
fa
,
le
ha
incontrate
il
gran
re
Vittorio
Emmanuele
.
Nella
spaventosa
eruzione
del
1872
,
per
tre
giorni
di
seguito
una
lava
ha
minacciato
Napoli
:
le
popolane
sono
andate
al
Duomo
per
avere
la
testa
di
san
Gennaro
:
la
volevano
portare
in
giro
,
per
far
arrestare
la
lava
.
Per
un
momento
i
nobili
custodi
delle
reliquie
e
i
canonici
della
cattedrale
,
non
la
dettero
loro
.
Al
quarto
giorno
non
uscì
il
sole
;
una
nuvola
fittissima
di
cenere
copriva
Napoli
,
cominciava
a
piovere
cenere
,
come
a
Pompei
;
le
popolane
,
in
tutti
i
quartieri
,
fecero
delle
processioni
,
piangendo
,
gridando
in
una
tenebra
lugubre
.
Nel
colera
del
1873
,
più
mite
certo
,
ma
sempre
vivissimo
,
nei
quattro
quartieri
popolari
,
fu
portata
in
processione
la
Madonna
dell
'
Aiuto
ai
Banchi
Nuovi
,
la
Madonna
di
Portosalvo
a
Porto
,
il
Gesù
alla
Colonna
,
della
chiesa
nel
vicolo
dell
'
Università
.
O
che
memoria
labile
abbiamo
tutti
!
E
la
vita
quotidiana
?
Solo
a
guardarsi
attorno
,
a
osservare
quello
che
accade
,
anche
superficialmente
,
nessuno
poteva
lusingarsi
che
la
esaltazione
religiosa
del
popolo
napoletano
fosse
cessata
.
Di
questi
altarini
,
con
un
paio
di
ceri
innanzi
,
ve
ne
sono
ad
ogni
angolo
di
strada
,
nei
quartieri
popolari
,
in
certe
tali
feste
.
Li
fanno
i
bimbi
è
vero
:
ma
le
madri
sorvegliano
,
le
sorelle
grandi
chiedono
l
'
obolo
ai
passanti
,
un
po
'
ridendo
,
un
po
'
pregando
.
Per
le
feste
più
grandi
,
con
lampioncini
alla
Ottino
e
festoni
variopinti
,
il
popolino
si
quota
per
un
anno
,
e
un
vicolo
la
vuol
vincere
sull
'
altro
:
accadono
risse
,
corrono
coltellate
per
questa
emulazione
.
Queste
emulazioni
sono
pittoresche
e
fanno
andare
in
estasi
gli
artisti
-
razza
di
egoisti
-
che
se
ne
stanno
immersi
nella
contemplazione
del
loro
Buddha
,
che
è
l
'
arte
.
Ancora
:
quando
una
donna
si
salva
da
una
grande
infermità
,
per
ringraziare
Dio
,
scioglie
il
voto
di
andare
cercando
l
'
elemosina
,
per
tutte
le
case
del
suo
quartiere
;
sale
,
scende
,
con
le
gambe
malferme
,
con
la
faccia
scialba
,
ricevendo
rifiuti
secchi
e
porte
battute
in
faccia
.
Non
importa
,
bisogna
sopportare
,
è
il
voto
.
Tutto
quello
che
raccoglie
,
va
alla
chiesa
.
Quando
un
bimbo
è
malato
,
lo
votano
a
san
Francesco
:
quando
risana
,
lo
vestono
da
monacello
,
con
una
tonaca
grossolana
,
col
cordone
,
coi
piedini
nudi
nei
sandali
,
con
la
chierichetta
rasa
.
Chi
non
ne
ha
incontrati
,
nei
quartieri
popolari
?
*
*
*
Del
miracolo
di
san
Gennaro
,
fate
le
alte
meraviglie
?
Quelle
vecchie
abitanti
del
Molo
che
si
pretendono
sue
discendenti
,
che
invadono
l
'
altare
maggiore
,
che
non
lasciano
accostarsi
nessuno
,
gridano
il
Credo
,
mentre
si
attende
il
miracolo
,
e
ogni
volta
che
ricominciano
,
alzano
il
tono
,
sino
all
'
urlo
,
che
si
dimenano
come
ossesse
,
che
lo
gratificano
di
vecchio
dispettoso
,
vecchio
impertinente
,
faccia
verde
;
vi
stupiscono
?
Vi
è
il
piede
di
sant
'
Anna
che
si
mette
sul
ventre
delle
partorienti
,
che
non
possono
procreare
il
figlio
;
vi
è
l
'
olio
che
arde
nella
lampada
,
innanzi
al
corpo
di
san
Giacomo
della
Marca
,
nella
chiesa
di
Santa
Maria
la
Nuova
,
che
fa
guarire
i
mali
di
testa
;
vi
è
il
Crocifisso
del
Carmine
che
ha
fatto
sangue
dalle
piaghe
;
vi
è
il
bastone
di
san
Pietro
che
si
venera
nella
chiesa
sotterranea
di
Sant
'
Aspreno
,
primo
vescovo
di
Napoli
,
ai
Mercanti
;
vi
è
l
'
acqua
benedetta
di
San
Biagio
ai
Librai
che
guarisce
il
mal
di
gola
;
vi
sono
le
panelle
,
pagnottine
di
pane
benedette
di
San
Nicola
di
Bari
,
che
buttate
in
aria
,
nel
temporale
,
scampano
dalle
folgori
.
Vi
sono
centinaia
di
ossicini
,
di
pezzetti
di
velo
,
di
pezzetti
di
vestito
,
di
frammenti
di
legno
,
che
sono
reliquie
.
Ogni
napoletana
porta
al
collo
o
sospeso
alla
cintura
,
o
ha
sotto
il
cuscino
,
un
sacchettino
di
reliquie
,
di
preghiere
stampate
:
questo
sacchettino
si
attacca
alle
fasce
del
bimbo
,
appena
nato
.
Credete
che
al
napoletano
basti
la
Madonna
del
Carmine
?
Io
ho
contati
duecentocinquanta
appellativi
alla
Vergine
,
e
non
sono
tutti
.
Quattro
o
cinque
tengono
il
primato
.
Quando
una
napoletana
è
ammalata
o
corre
un
grave
pericolo
,
uno
dei
suoi
,
si
vota
a
una
di
queste
Madonne
.
Dopo
scioglie
il
voto
,
portandone
il
vestito
,
un
abito
nuovo
,
benedetto
in
chiesa
,
che
non
si
deve
smettere
,
se
non
quando
è
logoro
.
Per
l
'
Addolorata
il
vestito
è
nero
,
coi
nastri
bianchi
;
per
la
Madonna
del
Carmine
,
è
color
pulce
coi
nastri
bianchi
;
per
l
'
Immacolata
Concezione
,
bianco
coi
nastri
azzurri
;
per
la
Madonna
della
Saletta
,
bianco
coi
nastri
rosa
.
Quando
non
hanno
i
danari
per
farsi
il
vestito
,
si
fanno
il
grembiule
;
quando
mancano
di
sciogliere
il
voto
,
aspettano
delle
sventure
in
casa
.
E
il
sacro
si
mescola
al
profano
.
Per
aver
marito
,
bisogna
fare
la
novena
a
san
Giovanni
,
nove
sere
,
a
mezzanotte
,
fuori
un
balcone
,
e
pregare
con
certe
antifone
speciali
.
Se
si
ha
questo
coraggio
,
alla
nona
sera
si
vede
una
trave
di
fuoco
attraversare
il
cielo
,
sopra
vi
danza
Salomè
,
la
ballerina
maledetta
:
la
voce
che
si
ode
,
subito
dopo
,
pronunzia
il
nome
del
marito
.
Anche
san
Pasquale
è
protettore
delle
ragazze
da
marito
e
bisogna
dirgli
per
nove
sere
l
'
antifona
:
O
beato
san
Pasquale
-
mandatemi
un
marito
-
bello
,
rosso
,
colorito
-
come
voi
tale
e
quale
-
o
beato
san
Pasquale
!
-
Anche
san
Pantaleone
protegge
le
ragazze
,
ma
in
diverso
modo
:
dà
loro
i
numeri
del
lotto
,
perchè
si
facciano
la
dote
,
e
si
possano
maritare
.
Nove
sere
bisogna
pregarlo
,
a
mezzanotte
,
in
una
stanza
,
stando
sola
,
col
balcone
aperto
e
la
porta
aperta
,
e
dopo
gli
Ave
e
i
Pater
dirgli
questa
antifona
:
san
Pantaleone
mio
-
per
la
vostra
castità
-
per
la
mia
verginità
-
datemi
i
numeri
,
per
carità
!
Alla
nona
sera
si
ode
un
passo
,
è
il
santo
che
viene
,
si
odono
dei
colpi
,
sono
i
numeri
che
dà
.
Alla
quarta
o
quinta
sera
di
questi
strani
riti
,
le
ragazze
sono
tanto
esaltate
,
che
hanno
delle
allucinazioni
e
cadono
in
convulsioni
.
Alcune
affermano
di
aver
visto
e
di
aver
udito
qualche
cosa
,
alla
nona
sera
:
ma
che
mancò
loro
la
fede
e
il
miracolo
non
è
riuscito
.
Tutte
le
superstizioni
sparse
pel
mondo
,
sono
raccolte
in
Napoli
e
ingrandite
,
moltiplicate
.
Noi
crediamo
tutti
quanti
alla
jettatura
.
Non
parliamo
dell
'
olio
sparso
,
dello
specchio
rotto
,
del
cucchiaio
in
croce
col
coltello
,
della
sottana
posta
alla
rovescia
che
porta
sfortuna
,
dei
soldi
mercati
(
gobbi
)
,
dei
ragni
,
degli
scorpioni
,
della
gallina
:
superstizioni
vecchie
,
chi
se
ne
occupa
?
I
napoletani
credono
ancora
alle
sibille
:
vi
è
una
Chiara
Stella
alle
Cento
Strade
,
verso
il
Corso
Vittorio
Emmanuele
,
vi
è
una
siè
Grazia
al
Vicolo
Mezzocannone
,
famosissime
;
e
molte
altre
minori
.
Si
compensano
cinquanta
centesimi
,
due
lire
,
cinque
lire
.
I
napoletani
credono
agli
spiriti
.
Lo
spirito
familiare
napoletano
che
circola
in
tutte
le
case
,
è
il
monaciello
,
un
bimbetto
vestito
di
bianco
quando
porta
fortuna
,
vestito
di
rosso
,
quando
porta
sventura
.
Una
quantità
di
gente
mi
ha
affermato
di
averlo
visto
.
In
piena
Napoli
,
alla
salita
di
Santa
Teresa
,
una
bellissima
palazzina
non
si
affitta
mai
:
per
vent
'
anni
l
'
ho
vista
chiusa
,
poichè
è
abitata
dagli
spiriti
.
Il
napoletano
crede
agli
spiriti
che
dànno
i
numeri
,
crede
agli
assistiti
:
gli
assistiti
sono
una
razza
di
gente
stranissima
,
alcuni
in
buona
fede
,
alcuni
scrocconi
,
che
mangiano
poco
,
bevono
acqua
,
parlano
per
enigmi
,
digiunano
prima
di
andare
a
letto
e
hanno
le
visioni
.
Vivono
alle
spalle
dei
giuocatori
:
non
giuocano
mai
.
Talvolta
i
giuocatori
delusi
bastonano
l
'
assistito
,
poi
gli
chiedono
perdono
.
Anche
i
monaci
hanno
le
visioni
.
Ve
n
'
era
uno
famoso
,
a
Marano
presso
Napoli
:
vi
andava
la
gente
in
pellegrinaggio
.
Un
altro
giovane
,
era
al
convento
di
San
Martino
:
anche
famoso
.
Talvolta
i
giuocatori
sequestrano
il
monaco
,
lo
battono
,
lo
torturano
.
Uno
ne
morì
.
Prima
di
spirare
,
pronunziò
dei
numeri
:
li
giuocarono
,
uscirono
,
mezza
Napoli
vinse
al
lotto
,
poichè
un
giornale
aveva
riportati
questi
numeri
.
Il
popolo
napoletano
,
specialmente
le
donne
,
crede
alla
stregoneria
.
La
fattura
trova
apostoli
ferventi
:
le
fattucchiere
,
o
streghe
,
abbondano
.
Una
moglie
vuole
che
suo
marito
,
che
va
lontano
,
le
resti
fedele
?
La
strega
le
dà
una
cordicella
a
nodi
,
bisogna
cucirla
nella
fodera
della
giacchetta
del
marito
.
Si
vuole
avere
l
'
amore
di
un
uomo
?
La
fattucchiera
brucia
una
ciocca
di
capelli
vostri
,
ne
fa
una
polverina
,
con
certi
ingredienti
:
bisogna
farla
bere
nel
vino
,
all
'
uomo
indifferente
.
Si
vuol
vincere
un
processo
?
Bisogna
legare
,
moralmente
,
la
lingua
dell
'
avvocato
contrario
:
fare
quindici
nodi
ad
una
cordicella
,
chiamare
il
diavolo
,
uno
scongiuro
terribile
.
Si
vuol
far
morire
un
amante
infedele
?
Bisogna
colmare
un
pignattino
di
erbe
velenose
,
metterle
a
bollire
innanzi
alla
sua
porta
,
nell
'
ora
di
mezzanotte
.
Si
vuol
far
morire
una
donna
,
una
rivale
?
Bisogna
conficcare
in
un
limone
fresco
tanti
spilli
che
formino
un
disegnino
della
sua
persona
,
e
attaccarvi
un
brano
del
vestito
della
rivale
e
infine
buttare
,
questo
limone
,
nel
suo
pozzo
.
La
fattura
ha
uno
sviluppo
larghissimo
;
letteratura
strana
,
talvolta
ignobile
,
di
scongiuri
,
e
di
preghiere
;
ha
una
classificazione
,
per
le
anime
timide
e
per
le
anime
audaci
:
ha
una
diffusione
in
tutti
i
quartieri
;
ha
un
soccorso
per
tutte
le
necessità
sentimentali
e
brutali
,
per
tutti
i
desideri
gentili
e
cruenti
.
Ecco
tutto
.
Cioè
,
non
è
tutto
.
Esagerate
venti
volte
quello
che
vi
ho
detto
:
forse
,
non
sarete
nel
vero
.
Questo
guazzabuglio
di
fede
e
di
errore
,
di
misticismo
e
di
sensualità
,
questo
culto
esterno
così
pagano
,
questa
idolatria
,
vi
spaventano
?
Vi
dolete
di
queste
cose
,
degne
dei
selvaggi
?
E
chi
ha
fatto
nulla
per
la
coscienza
del
popolo
napoletano
?
Quali
ammaestramenti
,
quali
parole
,
quali
esempi
,
si
è
pensato
di
dare
a
questa
gente
così
espansiva
,
così
facile
a
conquidere
,
così
naturalmente
entusiasta
?
In
verità
,
dalla
miseria
profonda
della
sua
vita
reale
,
essa
non
ha
avuto
altro
conforto
che
nelle
illusioni
della
propria
fantasia
:
e
altro
rifugio
che
in
Dio
.
V
IL
LOTTO
Ebbene
,
a
questo
popolo
eccezionalmente
meridionale
,
nel
cui
sangue
s
'
incrociano
e
si
fondono
tante
gentili
,
poetiche
,
ardenti
eredità
etrusche
,
arabe
,
saracene
,
normanne
,
spagnuole
,
per
cui
questo
ricco
sangue
napoletano
si
arroventa
nell
'
odio
,
brucia
nell
'
amore
e
si
consuma
nel
sogno
:
a
questa
gente
in
cui
l
'
immaginazione
è
la
potenza
dell
'
anima
più
alta
,
più
alacre
,
inesauribile
,
una
grande
fantasticheria
deve
essere
concessa
.
È
gente
umile
,
bonaria
,
che
sarebbe
felice
per
poco
e
invece
non
ha
nulla
per
essere
felice
;
che
,
sopporta
con
dolcezza
,
con
pazienza
,
la
miseria
,
la
fame
quotidiana
,
l
'
indifferenza
di
coloro
che
dovrebbero
amarla
,
l
'
abbandono
di
coloro
che
dovrebbero
sollevarla
.
Felice
per
l
'
esistenza
all
'
aria
aperta
,
eredità
orientale
,
non
ha
aria
;
innamorata
del
sole
,
non
ha
sole
;
appassionata
di
colori
gai
,
vive
nella
tetraggine
;
per
la
memoria
della
bella
civiltà
anteriore
,
greca
,
essa
ama
i
bianchi
portici
che
si
disegnano
sull
'
azzurro
,
e
invece
le
tane
dove
abita
questa
gente
,
non
sembrano
fatte
per
gli
umani
,
e
dei
frutti
della
terra
,
essa
ha
i
peggiori
,
quelli
che
in
campagna
si
dànno
ai
maiali
;
e
vi
sono
vivande
che
non
assaggia
mai
.
Ebbene
,
il
popolo
napoletano
rifà
ogni
settimana
il
suo
grande
sogno
di
felicità
,
vive
per
sei
giorni
in
una
speranza
crescente
,
invadente
,
che
si
allarga
,
si
allarga
,
esce
dai
confini
della
vita
reale
:
per
sei
giorni
,
il
popolo
napoletano
sogna
il
suo
grande
sogno
,
dove
sono
tutte
le
cose
di
cui
è
privato
,
una
casa
pulita
,
dell
'
aria
salubre
e
fresca
,
un
bel
raggio
di
sole
caldo
per
terra
,
un
letto
bianco
e
alto
,
un
comò
lucido
,
i
maccheroni
e
la
carne
ogni
giorno
,
e
il
litro
di
vino
,
e
la
culla
pel
bimbo
e
la
biancheria
per
la
moglie
e
il
cappello
nuovo
per
il
marito
.
Tutte
queste
cose
che
la
vita
reale
non
gli
può
dare
,
che
non
gli
darà
mai
,
esso
le
ha
,
nella
sua
immaginazione
,
dalla
domenica
al
sabato
seguente
;
e
ne
parla
e
ne
è
sicuro
,
e
i
progetti
si
sviluppano
,
diventano
quasi
quasi
una
realtà
,
e
per
essi
marito
e
moglie
litigano
o
si
abbracciano
.
Alle
quattro
del
pomeriggio
,
nel
sabato
,
la
delusione
è
profonda
,
la
desolazione
non
ha
limiti
:
ma
alla
domenica
mattina
,
la
fantasia
si
rialza
,
rinfrancata
,
il
sogno
settimanale
ricomincia
.
Il
lotto
,
il
lotto
è
il
largo
sogno
,
che
consola
la
fantasia
napoletana
:
è
l
'
idea
fissa
di
quei
cervelli
infuocati
;
è
la
grande
visione
felice
che
appaga
la
gente
oppressa
;
è
la
vasta
allucinazione
che
si
prende
le
anime
.
*
*
*
Ed
è
contagiosa
questa
malattia
dello
spirito
:
un
contagio
sottile
e
infallibile
,
inevitabile
,
la
cui
forza
di
diffusione
non
si
può
calcolare
.
Dal
portinaio
ciabattino
che
sta
seduto
al
suo
banchetto
innanzi
al
portoncino
,
il
contagio
del
lotto
si
comunica
alla
povera
cucitrice
che
viene
a
portargli
le
scarpe
vecchie
da
risuolare
;
da
costei
passa
al
suo
innamorato
,
un
garzone
di
cantina
;
costui
lo
porta
all
'
oste
che
lo
dà
a
tutti
gli
avventori
,
i
quali
lo
seminano
nelle
case
,
nelle
officine
,
nelle
altre
osterie
,
fino
nelle
chiese
.
La
serva
del
quinto
piano
,
a
destra
,
giuoca
,
sperando
di
non
far
più
la
serva
;
ma
tutte
le
serve
,
di
tutti
i
piani
,
giuocano
,
tanto
la
cameriera
del
primo
che
ha
le
trenta
lire
al
mese
,
quanto
la
vajassa
del
sesto
,
che
ne
prende
otto
,
con
la
dolce
speranza
di
uscir
dal
servizio
,
così
duro
;
e
si
comunicano
i
loro
numeri
,
fanno
combriccola
sui
pianerottoli
,
se
li
dicono
dalle
finestre
,
se
li
telegrafano
a
segni
.
La
venditrice
di
frutta
,
che
sta
sotto
il
sole
e
sotto
la
pioggia
,
giuoca
,
e
dal
suo
angolo
di
strada
,
in
giù
,
la
moglie
del
sarto
,
che
cuce
sulla
porta
,
la
moglie
dello
stagnino
affogata
dal
fetore
del
piombo
,
la
lavandaia
che
sta
tutto
il
giorno
con
le
mani
nella
saponata
,
la
venditrice
di
castagne
che
si
brucia
la
faccia
e
le
mani
al
vapore
e
al
calore
del
fornello
,
la
venditrice
di
noci
che
ha
le
mani
nere
sino
ai
polsi
per
l
'
acido
gallico
,
tutte
queste
donne
credono
nel
lotto
,
giuocano
fedelmente
,
ardentemente
,
al
lotto
.
Nella
stanza
stretta
,
dove
otto
o
dieci
ragazze
lavorano
da
sarte
,
e
il
bimbo
della
sarta
dorme
nella
culla
e
in
un
angolo
frigge
il
lardo
nel
tegame
sul
focolare
,
una
dà
i
numeri
,
una
seconda
ne
ha
degli
altri
,
la
maesta
sa
i
veri
,
tutte
costoro
giuocano
.
Le
pettinatrici
del
popolo
,
le
cosidette
capere
,
dal
grembiule
arrotolato
attorno
alla
cintura
,
dalla
testa
scapigliata
,
dalle
mani
unte
,
che
pettinano
per
un
soldo
al
giorno
,
portano
in
giro
i
numeri
alle
loro
clienti
,
ne
ricevono
in
cambio
degli
altri
,
sono
il
gran
portavoce
dei
numeri
.
In
tutte
le
officine
dove
gli
operai
napoletani
sono
riuniti
a
un
lavoro
lunghissimo
,
così
male
retribuito
,
il
lotto
mette
radici
profonde
;
in
tutte
le
scuole
popolari
giuocano
le
maestre
e
giuocano
le
alunne
grandicelle
,
in
comitiva
,
riunendo
i
soldi
della
colazione
.
Dove
sono
riunite
,
a
vivere
di
peccato
,
le
disgraziate
donne
di
cui
Napoli
ha
così
grande
copia
,
il
lotto
è
una
delle
più
grandi
speranze
:
speranza
di
redenzione
.
*
*
*
Ma
non
credete
che
il
male
rimanga
nelle
classi
popolari
.
No
,
no
,
esso
ascende
,
assale
le
classi
medie
,
s
'
intromette
in
tutte
le
borghesie
,
in
tutti
i
commerci
,
arriva
sino
all
'
aristocrazia
.
Dove
vi
è
un
vero
bisogno
tenuto
segreto
,
dove
vi
è
uno
spostamento
che
nulla
vale
a
riequilibrare
,
dove
vi
è
una
rovina
finanziaria
celata
ma
imminente
,
dove
vi
è
un
desiderio
che
ha
tutte
le
condizioni
dell
'
impossibilità
,
dove
la
durezza
nascosta
della
vita
più
si
fa
sentire
,
e
dove
solo
il
danaro
può
esser
rimedio
,
ivi
il
giuoco
del
lotto
prende
possesso
,
domina
.
Segretamente
,
giuocano
tutte
le
ragazze
da
marito
che
non
hanno
un
soldo
di
dote
;
giuocano
tutti
i
numerosi
impiegati
al
Municipio
,
alle
Banche
,
all
'
Intendenza
,
al
Dazio
Consumo
;
tutti
i
pensionati
che
non
possono
vivere
con
la
pensione
e
che
non
avendo
nulla
da
fare
fanno
la
cabala
,
studiano
la
scienza
negromantica
del
lotto
,
giuocano
disperatamente
e
hanno
sempre
il
libretto
in
pegno
;
tutti
i
commessi
di
negozio
,
che
guadagnano
quaranta
lire
al
mese
,
sanno
i
numeri
certi
e
li
giuocano
ogni
settimana
.
Grande
reddito
,
al
lotto
,
lo
dànno
i
magistrati
:
pagati
miserevolmente
,
essi
che
rappresentano
la
più
grande
equità
morale
,
esposti
a
tentazioni
che
respingono
con
una
inflessibilità
degna
di
maggior
premio
,
provvisti
di
molti
figli
,
rovinati
dai
traslocamenti
,
la
loro
debolezza
,
la
loro
speranza
consiste
nel
lotto
.
I
piccoli
commercianti
che
si
dibattono
continuamente
con
le
cambiali
e
fanno
una
lotta
quotidiana
col
fallimento
,
finiscono
per
aggrapparsi
a
questa
tavola
così
incerta
del
lotto
;
i
grandi
giuocatori
di
borsa
,
che
vivono
sopra
il
taglio
di
un
rasoio
e
son
capaci
di
ballarvi
sopra
un
waltzer
,
a
furia
di
febbre
del
giuoco
,
assaggiano
volentieri
la
speranza
del
lotto
.
Tutti
questi
sintomi
del
male
saliente
alle
classi
dirigenti
,
mi
constano
,
per
aver
visto
,
udito
,
compreso
e
intuìto
.
Le
signore
dell
'
aristocrazia
giuocano
,
un
po
'
per
burletta
,
un
po
'
con
la
speranza
di
un
nuovo
braccialetto
,
un
po
'
per
l
'
oppressione
di
una
nota
di
sarta
che
il
marito
non
salderà
mai
.
Anche
quelli
che
dovrebbero
esserne
salvi
,
perchè
abituati
al
male
,
perchè
ci
stanno
sempre
in
mezzo
,
gli
impiegati
dei
banchi
-
lotto
,
i
postieri
,
non
possono
resistere
alla
tentazione
.
Onde
,
alle
quattro
del
sabato
,
tutti
quelli
che
sono
più
ammalati
,
non
possono
più
aspettare
,
e
si
recano
all
'
Impresa
,
in
una
stretta
strada
fra
la
via
Pignatelli
e
la
via
di
Santa
Chiara
,
per
assistere
alla
estrazione
dei
numeri
.
Ma
tutte
le
serve
,
le
venditrici
,
le
operaie
e
gli
operai
,
le
ragazze
e
gl
'
impiegati
non
possono
muoversi
di
dove
sono
.
E
allora
un
monello
parte
,
va
al
più
vicino
posto
del
lotto
e
prende
i
numeri
:
tutti
aspettano
.
Le
persone
più
franche
si
fanno
sulla
porta
e
alle
finestre
,
le
vergognose
restano
dentro
,
tendendo
l
'
orecchio
.
Il
ragazzo
torna
correndo
,
affannato
,
si
pianta
alla
bocca
del
vicolo
e
grida
i
numeri
,
con
voce
stentorea
:
"
Vintiquatto
!
"
"
Sissantanove
!
"
"
Quarantanoie
!
"
"
Otto
!
"
"
Sittantacinche
!
"
Silenzio
universale
:
tutti
impallidiscono
.
*
*
*
Ma
come
tutti
i
sogni
troppo
pronunziati
,
il
lotto
conduce
alla
inazione
ed
all
'
ozio
:
come
tutte
le
visioni
,
esso
porta
alla
falsità
e
alla
menzogna
;
come
tutte
le
allucinazioni
,
esso
conduce
alla
crudeltà
e
alla
ferocia
;
come
tutti
i
rimedi
fittizi
che
nascono
dalla
miseria
,
esso
produce
miseria
,
degradazione
,
delitto
.
Il
popolo
napoletano
,
che
è
sobrio
,
non
si
corrompe
per
l
'
acquavite
,
non
muore
di
delirium
tremens
;
esso
si
corrompe
e
muore
pel
lotto
.
Il
lotto
è
l
'
acquavite
di
Napoli
.
VI
ANCORA
IL
LOTTO
Il
lotto
ha
una
prima
forma
letteraria
,
rudimentale
,
analfabeta
,
fondata
sulla
tradizione
orale
come
certe
fiabe
e
certe
leggende
.
Tutti
i
napoletani
che
non
sanno
leggere
,
vecchi
,
bimbi
,
donne
,
specialmente
le
donne
,
conoscono
la
smorfia
,
ossia
la
Chiave
dei
sogni
a
memoria
e
ne
fanno
speditamente
l
'
applicazione
a
qualunque
sogno
o
a
qualunque
cosa
della
vita
reale
.
Avete
sognato
un
morto
?
-
quarantasette
-
ma
parlava
-
allora
quarantotto
-
e
piangeva
-
sessantacinque
-
il
che
vi
ha
fatto
paura
-
novanta
.
Un
giovinotto
ha
una
coltellata
da
una
donna
?
-
diciassette
,
la
disgrazia
-
diciotto
,
il
sangue
-
quarantuno
,
il
coltello
-
novanta
,
il
popolo
.
Cade
una
casseruola
dal
suo
chiodo
,
ammala
un
bimbo
,
fugge
un
cavallo
,
compare
un
grosso
sorcio
:
numeri
,
subito
.
Tutti
gli
avvenimenti
,
grandi
e
piccoli
,
sono
considerati
come
una
misteriosa
sorgente
di
guadagno
.
Muore
una
fanciulletta
di
tifo
;
la
madre
giuoca
i
numeri
,
escono
,
ella
esclama
:
m
'
ha
fatte
bbene
pure
murenne
!
Una
moglie
parla
dell
'
amore
che
le
portava
suo
marito
,
che
è
morto
;
poi
soggiunge
malinconicamente
,
che
se
questo
amore
fosse
stato
grande
,
egli
le
sarebbe
comparso
in
sogno
,
per
darle
i
numeri
;
e
se
n
'
è
scordato
,
è
un
ingrato
,
poichè
egli
lo
sa
che
essa
è
poveretta
e
dovrebbe
aiutarla
.
Salvatore
Daniele
squarta
la
Gazzarra
:
biglietto
;
il
popolo
dice
:
chella
è
mmorta
,
mo
,
almeno
ce
refrescasse
a
nnuie
,
che
simmo
vive
.
Salvatore
Misdea
ammazza
sette
soldati
:
biglietto
.
La
legge
ammazza
Misdea
:
biglietto
.
Su
le
porte
,
nei
bassi
,
alle
cantonate
,
i
numeri
sono
discussi
da
comitati
e
sottocomitati
;
il
biglietto
è
stabilito
.
Non
esce
:
avevano
sbagliato
,
dovevano
mettere
questo
numero
e
quest
'
altro
,
che
sono
usciti
.
Questa
scienza
della
smorfia
è
così
profonda
,
così
abituale
,
che
per
dare
del
pazzo
a
qualcuno
si
dice
:
è
nu
vintiroie
(
ventidue
,
matto
)
,
e
crescendo
man
mano
la
collera
,
tutte
le
ingiurie
avendo
un
numero
relativo
,
si
dicono
in
gergo
del
lotto
.
Una
donna
dà
un
pugno
ad
un
'
altra
,
e
le
rompe
la
faccia
;
davanti
al
giudice
,
si
scolpa
,
dicendo
:
m
'
ha
chiammata
sittantotto
;
il
giudice
deve
prendere
la
smorfia
e
vedere
a
che
corrisponde
di
oltraggioso
quel
numero
.
*
*
*
La
cabala
esiste
più
per
le
classi
superiori
che
per
le
inferiori
:
ma
essa
vi
discende
.
Certo
,
nel
popolo
non
si
comprano
giornali
cabalistici
,
settimanali
,
dagli
strani
titoli
:
il
Vero
amico
,
il
Tesoro
,
il
Fulmine
,
il
Corno
d
'
abbondanza
,
che
costano
dieci
lire
all
'
anno
di
abbonamento
,
compilati
da
una
redazione
ignota
;
nè
il
popolo
corrisponde
con
quei
professori
di
matematica
che
abitano
al
vico
Nocelle
dodici
,
o
a
San
Liborio
,
quarantotto
,
o
a
vico
Zuroli
,
tre
,
e
che
dànno
,
nelle
quarte
pagine
,
la
fortuna
a
chi
paga
le
dieci
lire
.
Ma
qualche
cosa
vi
trapela
:
il
tal
signore
sa
i
numeri
,
lo
aspettano
nella
strada
,
gli
mettono
in
mano
un
paio
di
lire
e
quello
si
contenta
:
è
un
piccolo
affare
.
L
'
assistito
(
dagli
spiriti
)
è
un
cancro
che
rode
le
famiglie
borghesi
,
un
convulsionario
pallido
che
mangia
molto
,
che
finge
di
avere
o
ha
delle
allucinazioni
,
che
non
lavora
,
che
parla
per
enigmi
,
che
fa
credere
a
delle
macerazioni
crudeli
e
che
vive
alle
spalle
di
coloro
che
lo
venerano
.
Ma
,
dalla
casa
borghese
,
per
mezzo
della
cameriera
,
del
servo
,
della
lavandaia
,
la
reputazione
dell
'
assistito
arriva
nel
popolo
;
e
l
'
assistito
vi
estende
la
sua
azione
mistica
,
vi
raccoglie
dei
guadagni
piccoli
,
ma
insperati
,
vi
fa
degli
adepti
e
finisce
per
camminare
nelle
vie
,
circondato
sempre
da
quattro
o
cinque
persone
,
che
lo
corteggiano
e
studiano
tutte
le
sue
parole
.
*
*
*
Ma
il
grande
aiutatore
del
popolo
,
la
provvidenza
del
popolo
,
la
sua
fede
,
la
sua
credenza
incrollabile
,
è
il
monaco
.
Il
monaco
sa
i
numeri
:
questo
è
il
domma
.
Se
non
li
dice
,
è
perchè
il
Signore
gli
ha
proibito
di
aiutare
i
peccatori
;
se
li
dice
,
e
non
escono
,
è
perchè
nel
giuocatore
è
mancata
la
vera
fede
;
se
li
dice
e
vengon
fuori
,
la
novella
si
spande
in
un
minuto
,
il
povero
monaco
diventa
afflitto
da
una
popolarità
pericolosa
.
È
come
l
'
artista
che
ha
fatto
un
capolavoro
:
guai
se
non
continua
a
farne
,
egli
è
perduto
.
Il
monaco
che
ha
solamente
fatto
prendere
un
ambo
,
ha
speranza
di
viver
quieto
:
ma
colui
che
ha
dato
tre
numeri
e
sono
usciti
tutti
tre
,
stia
in
guardia
.
Cercheranno
di
sedurlo
in
tutti
i
modi
,
coi
doni
,
coi
regali
di
denaro
,
con
le
offerte
,
con
le
messe
,
con
le
elemosine
;
lo
faranno
pregare
dai
bimbi
,
dalle
donne
,
dalle
nonne
vecchie
;
l
'
aspetteranno
in
istrada
,
alla
porta
della
chiesa
,
presso
il
confessionale
,
alla
porta
del
convento
;
andranno
a
raccomandarsi
a
sua
madre
,
a
suo
fratello
,
a
sua
zia
;
lo
assedieranno
mattina
e
sera
;
lo
bastoneranno
;
lo
sequestreranno
,
torturandolo
;
lo
lasceranno
morire
di
fame
,
perchè
almeno
in
agonia
dia
i
numeri
.
Sono
cose
accadute
.
Spesso
,
per
salvarsi
,
un
monaco
si
fa
mandare
da
un
paese
all
'
altro
,
dal
suo
superiore
;
scompare
,
il
popolo
dice
che
se
lo
ha
portato
via
la
Madonna
.
*
*
*
Il
popolo
napoletano
giuoca
per
quanto
più
ha
denaro
.
Per
quanto
sia
povero
,
trova
sempre
sei
soldi
,
mezza
lira
,
al
sabato
,
da
giuocare
;
ricorre
a
tutti
gli
espedienti
,
inventa
,
cerca
,
finisce
per
trovare
.
La
sua
massima
miseria
non
consiste
nel
dire
che
non
ha
pranzato
,
consiste
nel
dire
:
Nun
,
m
'
aggio
potuto
jucà
manco
nu
viglietto
;
chi
ascolta
,
ne
resta
spaventato
.
Fra
il
venerdì
sera
e
il
sabato
mattino
,
è
tutto
un
agitarsi
di
gente
che
vuol
giuocare
e
che
non
ha
denaro
;
gli
operai
si
fanno
anticipare
una
giornata
,
le
serve
rubano
orrendamente
sulla
spesa
,
i
mendicanti
nelle
vie
crescono
smisuratamente
dal
venerdì
al
sabato
,
quello
che
si
può
ancora
vendere
,
si
vende
,
quello
che
si
può
impegnare
,
si
impegna
.
Anzitutto
vi
sono
i
biglietti
popolari
da
giuocare
,
quelli
che
si
giuocano
sempre
,
perchè
è
una
tradizione
,
perchè
è
un
obbligo
,
perchè
non
se
ne
può
fare
a
meno
:
l
'
ambo
famoso
,
sei
e
ventidue
;
il
terno
famoso
,
cinque
,
ventotto
,
e
ottantuno
;
il
terno
della
Madonna
,
otto
,
tredici
e
ottantaquattro
.
Questi
terni
,
per
fortuna
del
governo
,
non
escono
che
ogni
venti
anni
:
quando
è
uscito
,
dopo
moltissimi
anni
di
attesa
,
l
'
ambo
sei
e
ventidue
,
il
governo
ha
pagato
due
milioni
di
piccole
vincite
,
di
cinque
e
di
dieci
lire
l
'
una
;
e
tutta
Napoli
si
è
coperta
di
tavolelle
,
vale
a
dire
che
tutti
hanno
pranzato
o
cenato
con
la
vincita
,
per
ricominciare
a
giuocare
,
la
settimana
dopo
,
con
maggior
ardore
.
E
ognuno
ha
il
suo
biglietto
speciale
,
che
gioca
ogni
settimana
,
da
anni
ed
anni
,
con
una
fede
che
mai
non
crolla
:
un
lustrascarpe
ne
giuocava
uno
da
trent
'
anni
e
glielo
aveva
lasciato
in
eredità
suo
padre
,
morendo
,
insieme
con
la
cassetta
per
lustrare
;
erano
usciti
degli
ambi
,
tre
o
quattro
volte
,
in
trent
'
anni
;
il
terno
,
mai
.
Un
portinaio
ne
giuocò
uno
,
per
quarantacinque
anni
,
senza
prender
mai
nulla
:
la
prima
settimana
che
per
un
caso
singolare
,
se
ne
scordò
,
il
terno
uscì
-
il
portinaio
morì
di
dolore
.
E
vi
è
sempre
il
biglietto
del
grande
avvenimento
,
rissa
o
suicidio
,
revolverata
o
veleno
;
e
infine
vi
è
il
biglietto
cabalistico
,
quello
strappato
all
'
assistito
o
al
monaco
.
Questi
quattro
biglietti
bisogna
giuocarli
a
ogni
modo
;
rappresentano
una
media
variabile
da
cinquanta
centesimi
a
due
lire
la
settimana
.
Quando
il
napoletano
non
ha
più
che
due
soldi
,
li
va
a
giuocare
al
gioco
piccolo
,
o
lotto
clandestino
.
*
*
*
Per
lo
più
le
mezzane
di
questa
grande
frode
,
sono
le
donne
.
Una
di
queste
,
sudicia
,
lacera
,
porta
in
una
lunga
tasca
,
sotto
la
gonnella
,
un
registro
:
viene
il
giuocatore
o
la
giocatrice
,
deposita
due
soldi
e
dice
i
numeri
:
in
cambio
ha
un
pezzetto
di
carta
sporca
,
dove
sono
scritti
col
lapis
i
numeri
e
la
promessa
,
invariabile
:
uno
scudo
l
'
ambo
...
quaranta
scudi
il
terno
.
La
donna
compie
il
suo
giro
nel
quartiere
,
tutti
la
conoscono
,
tutti
sanno
che
mestiere
fa
,
tutti
l
'
aspettano
:
denunziarla
?
Nessuno
l
'
oserebbe
,
è
una
benefattrice
.
Questi
introiti
sono
larghi
naturalmente
;
a
furia
di
due
soldi
si
arriva
a
centinaia
e
centinaia
di
lire
:
i
tenitori
di
gioco
piccolo
arricchiscono
quasi
tutti
.
Alla
Riviera
s
'
incontrano
degli
equipaggi
di
ricchi
borghesi
,
arrivati
a
questa
ricchezza
col
lotto
clandestino
;
si
conoscono
perfettamente
le
persone
,
ma
esse
non
compaiono
,
hanno
i
loro
agenti
.
Il
popolano
ha
una
cieca
fede
in
questi
tenitori
di
gioco
piccolo
:
ma
bene
spesso
,
nel
pomeriggio
del
sabato
,
se
il
tenitore
ha
da
pagare
molte
vincite
,
si
affretta
a
sparire
,
con
tutti
i
suoi
registri
,
e
non
paga
nessuno
.
Che
importa
?
La
settimana
appresso
un
'
altra
donna
ricomincia
il
suo
giro
e
la
gente
ci
capita
di
nuovo
,
come
attratta
,
invincibilmente
.
Che
delizia
per
chi
giuoca
e
per
chi
prende
i
quattrini
,
frodare
il
governo
!
Ogni
tanto
la
questura
arresta
quattro
o
cinque
di
questi
agenti
,
di
queste
mezzane
,
essi
sono
condannati
al
carcere
,
alla
multa
;
che
importa
?
Scontano
la
pena
,
pagano
la
multa
,
escono
,
ricominciano
da
capo
,
con
più
ardore
.
Vi
è
chi
è
stato
condannato
cinque
volte
per
gioco
piccolo
:
e
ha
un
palazzo
,
e
si
lagna
della
persecuzione
del
governo
,
e
la
sua
condanna
la
chiama
na
disgrazia
.
L
'
aver
messo
il
biglietto
a
due
soldi
,
non
è
valso
a
nulla
,
pel
governo
:
la
frode
ha
continuato
,
più
fiorente
,
appoggiata
su
questa
grande
allucinazione
.
*
*
*
Ora
la
statistica
porta
:
che
nei
giorni
di
giovedì
,
venerdì
e
sabato
,
avvengono
maggiori
furti
domestici
;
che
in
questi
tre
giorni
si
fanno
più
pegni
al
Monte
di
Pietà
,
che
in
questi
tre
giorni
le
agenzie
private
di
pegni
,
sono
affollatissime
;
che
in
questi
tre
giorni
,
ma
specialmente
nel
pomeriggio
del
sabato
,
avvengono
maggiori
risse
;
che
infine
le
cose
più
brutte
,
più
laide
,
più
ignobili
e
più
violente
avvengono
in
questo
fatale
periodo
,
e
che
in
questi
giorni
il
popolo
napoletano
si
mette
nelle
mani
dell
'
usura
:
il
vero
cancro
,
di
cui
muore
.
VII
L
'
USURA
Una
povera
donna
che
ha
bisogno
di
cinque
lire
per
pagare
il
padrone
di
casa
,
va
a
cercarle
in
prestito
da
donna
Carmela
,
che
dà
il
denaro
cu
a
credenza
.
Prima
di
andarci
,
esita
molto
,
ha
paura
e
vergogna
,
ma
visto
che
non
può
fare
diversamente
si
decide
.
Donna
Carmela
è
una
donna
grassa
e
grossa
che
esercita
per
lo
più
una
professione
di
lusso
,
rammenda
merletti
,
trapuntisce
le
grandi
coltri
di
bambagia
che
si
usano
in
Napoli
,
d
'
inverno
ricama
in
oro
sul
velluto
:
infine
una
professione
per
la
forma
,
che
lascia
godere
di
lunghi
ozii
;
ma
la
sua
vera
professione
è
il
prestar
quattrini
alla
povera
gente
.
Donna
Carmela
è
verbosa
e
affettuosa
in
questo
primo
colloquio
con
la
povera
donna
:
la
rincora
,
la
compatisce
,
se
occorre
,
le
confessa
di
essere
stata
egualmente
alle
strette
,
e
la
manda
via
,
tutta
racconsolata
,
con
le
cinque
lire
,
-
vale
a
dire
con
quattro
lire
e
mezzo
.
Il
prestito
è
fatto
per
otto
giorni
,
l
'
interesse
è
di
due
soldi
per
lira
.
Si
paga
anticipato
:
quindi
,
sulle
cinque
lire
,
la
povera
donna
lascia
cinquanta
centesimi
.
Gli
otto
giorni
passano
,
le
cinque
lire
da
restituire
la
povera
donna
non
le
ha
,
allora
,
tutta
rossa
di
vergogna
,
prega
donna
Carmela
di
contentarsi
di
un
'
altra
settimana
d
'
interesse
,
cinquanta
centesimi
:
donna
Carmela
non
dice
nulla
e
intasca
i
dieci
soldi
.
Così
passano
quattro
,
cinque
,
fino
a
dieci
settimane
,
senza
che
la
povera
donna
abbia
mai
potuto
riunire
le
cinque
lire
:
e
ogni
lunedì
le
tocca
pagare
l
'
interesse
del
dieci
per
cento
per
settimana
,
e
dopo
la
quinta
settimana
donna
Carmela
è
diventata
una
iena
,
bisogna
pregarla
perchè
non
gridi
,
perchè
non
faccia
delle
scene
,
essa
vuole
il
suo
denaro
,
vuole
il
sangue
suo
,
l
'
interesse
non
le
serve
,
le
servono
i
quattrini
del
capitale
.
Sulla
soglia
delle
porte
,
alle
porte
delle
officine
,
ogni
sabato
,
ogni
lunedì
,
si
ode
la
voce
irosa
di
donna
Carmela
:
essa
,
dal
mattino
,
è
in
giro
per
esigere
,
ricoglie
,
e
fa
tremare
uomini
e
donne
,
con
il
suo
tòno
alto
e
imperioso
.
In
un
posto
ha
da
esigere
una
lira
,
in
un
altro
due
,
in
un
altro
cinque
:
e
non
osano
ribellarsi
a
lei
,
non
avendo
da
pagarla
,
non
osano
ribellarsi
,
potendo
aver
sempre
bisogno
di
lei
.
Quella
donna
grassa
è
implacabile
:
sa
la
sua
potenza
:
se
una
serva
non
paga
,
essa
minaccia
di
fare
uno
scandalo
con
la
padrona
,
se
una
donna
non
paga
,
essa
minaccia
di
dirlo
al
marito
,
se
un
operaio
non
paga
,
essa
sa
l
'
indirizzo
del
capo
officina
,
e
cui
va
a
denunciarlo
.
Ella
è
astuta
e
cauta
,
audace
e
sboccata
:
ella
resta
sempre
nella
posizione
di
una
benefattrice
,
a
cui
codesti
ingrati
rodono
le
fibre
e
bevono
il
sangue
.
E
infatti
nessuno
le
dà
una
coltellata
,
nessuno
la
bastona
,
nessuno
la
insulta
,
e
quel
che
è
più
forte
ancora
,
nessuno
ha
il
coraggio
di
negarle
i
quattrini
:
l
'
onestà
del
popolo
napoletano
non
è
neppur
capace
di
truffare
una
usuraia
.
Non
le
danno
neppure
torto
nelle
sue
escandescenze
:
e
cercano
sempre
di
mansuefarla
.
Quando
una
povera
donna
napoletana
ha
bisogno
di
un
grembiule
,
di
un
vestito
,
di
un
fazzoletto
da
collo
,
di
un
paio
di
camicie
,
non
avendo
quattrini
per
comperarle
,
si
decide
ad
andare
da
donna
Raffaela
che
dà
la
robba
cu
a
credenza
.
Quest
'
altra
usuraia
prende
,
a
basso
prezzo
,
tela
e
percallo
e
fazzoletti
di
cotone
dai
negozi
:
e
li
rivende
alla
povera
gente
.
Ogni
oggetto
,
naturalmente
,
è
pagato
molto
più
caro
del
suo
valore
:
primo
guadagno
.
Poi
,
come
all
'
altra
usuraia
,
bisogna
pagare
l
'
interesse
del
dieci
per
cento
alla
settimana
,
sulla
somma
.
Questi
debiti
,
complicati
continuamente
,
pesano
sulla
esistenza
delle
povere
donne
,
per
mesi
e
mesi
:
talchè
,
molto
spesso
,
il
grembiule
si
è
consumato
,
la
veste
è
lacera
,
le
camicie
sono
bucate
,
e
la
povera
donna
ne
ha
pagato
tre
volte
il
valore
,
e
il
debito
rimane
uguale
:
donna
Raffaela
è
furibonda
,
ella
grida
come
una
energumena
,
vuole
strappare
dal
collo
della
donna
il
fazzoletto
che
le
ha
venduto
,
vuole
sciogliere
dai
fianchi
il
grembiule
e
va
gridando
:
Chesta
è
robba
mia
!
T
'
aie
arrobbato
lu
sango
mio
!
Come
l
'
altra
,
ella
finisce
per
incassare
quattro
o
cinque
volte
il
capitale
;
come
l
'
altra
,
ella
è
necessaria
alla
povera
gente
,
la
quale
non
reagisce
mai
contro
queste
violenze
;
come
l
'
altra
,
ella
non
arrischia
mai
che
piccoli
capitali
,
preferendo
di
far
piccoli
e
molti
affari
,
dove
non
vi
sono
rischi
,
a
grossi
affari
che
offrono
sempre
dei
pericoli
.
Le
agenzie
private
di
pegni
rappresentano
l
'
usura
organizzata
in
modo
legale
.
Queste
agenzie
non
sono
succursali
del
Monte
di
Pietà
,
che
debbano
conformarsi
alle
tariffe
del
grande
istituto
di
misericordia
;
ma
sono
speculazioni
debitamente
autorizzate
e
viventi
con
capitali
proprii
.
Per
lo
più
sono
esercitate
da
donne
,
profondamente
sottili
nella
loro
volgarità
,
nella
loro
ignoranza
,
e
vengono
messe
su
con
pochi
capitali
.
Anzitutto
,
in
queste
agenzie
,
l
'
oggetto
è
deprezzato
vilmente
,
specie
se
non
è
oro
:
e
il
primo
guadagno
è
su
questo
.
Vi
si
paga
un
fantastico
diritto
di
registro
,
poi
un
tanto
per
la
cartella
,
poi
l
'
interesse
anticipato
per
un
mese
,
tutto
questo
così
complicato
,
così
bene
salvaguardato
,
così
apparentemente
legale
,
che
queste
agenzie
esigono
il
cinque
per
cento
d
'
interesse
al
mese
,
senza
che
nessuno
abbia
il
diritto
di
lagnarsi
.
So
di
una
moglie
di
impiegato
che
dovette
impegnare
il
suo
unico
vestito
di
seta
,
il
vestito
delle
nozze
,
che
era
costato
duecentocinquanta
lire
,
in
una
di
queste
agenzie
,
tenuta
da
una
grossa
donna
Gabriela
:
n
'
ebbe
trentasei
lire
,
di
cui
ritirò
soltanto
trent
'
una
,
lasciandone
cinque
per
interesse
,
per
la
cartella
ed
il
diritto
di
registro
.
Per
sei
mesi
,
tremando
che
non
le
vendessero
il
suo
vestito
e
non
avendo
le
trentasei
lire
,
le
toccò
pagare
,
ogni
mese
,
cinque
lire
,
vale
a
dire
che
restituì
i
quattrini
presi
:
al
settimo
non
ebbe
neppure
quelle
cinque
lire
ed
il
vestito
fu
venduto
.
Accorse
,
per
vedere
di
prendere
il
di
più
,
poichè
il
vestito
era
nuovo
,
e
si
era
dovuto
vendere
bene
:
invece
era
stato
liberato
per
trenta
lire
;
almeno
così
apparve
dal
libro
.
Ebbe
poi
il
piacere
d
'
incontrare
donna
Gabriela
al
teatro
col
suo
vestito
indosso
e
carico
di
oro
e
di
gioielli
,
ricomprati
dall
'
agenzia
.
Poichè
molte
di
queste
amano
di
sovraccaricarsi
degli
oggetti
che
hanno
in
deposito
,
e
più
di
una
popolana
vede
passare
l
'
impegnatrice
che
va
alla
passeggiata
,
portando
al
collo
il
laccetto
d
'
oro
che
ella
ha
dovuto
impegnare
,
alle
orecchie
gli
orecchini
di
una
vicina
,
e
sulle
spalle
il
mantello
di
velluto
della
signora
del
terzo
piano
:
e
dietro
le
porte
,
dietro
le
finestre
,
quando
l
'
impegnatrice
passa
,
vi
sono
dei
sospiri
repressi
,
delle
lagrime
inghiottite
,
dei
pallori
subitanei
:
l
'
impegnatrice
sembra
un
idolo
indiano
a
cui
si
sacrifichi
oro
e
sangue
.
Alcune
impegnatrici
,
più
astute
e
più
calcolatrici
,
impegnano
di
nuovo
,
ma
al
Banco
,
gli
oggetti
di
oro
e
di
valore
,
guadagnandoci
ancora
,
poichè
il
Banco
dà
onestamente
il
terzo
del
valore
ed
esse
neppure
il
quinto
:
così
aumentano
i
loro
capitali
,
e
mettono
gli
oggetti
al
sicuro
.
Ma
perchè
-
si
domanda
-
la
povera
gente
non
si
rivolge
ai
due
Banchi
dello
Spirito
Santo
e
di
Donnaregina
?
Perchè
si
fa
spogliare
da
queste
agenzie
?
Gli
è
che
a
questi
Banchi
governativi
,
il
tramite
è
molto
lungo
-
e
molta
gente
non
ha
pazienza
,
non
sa
come
fare
,
vuole
sbrigarsi
presto
,
è
presa
da
una
necessità
urgentissima
e
preferisce
entrare
in
una
delle
prime
agenzie
che
trova
dove
la
servono
subito
,
senza
formalità
e
senza
parole
;
gli
è
che
in
questi
Banchi
governativi
,
la
pubblicità
è
sempre
grande
,
e
una
persona
timida
vi
arrossisce
di
vergogna
e
preferisce
entrare
nella
penombra
discreta
delle
agenzie
private
,
dove
tutto
sembra
fatto
con
grande
segretezza
;
gli
è
che
il
venerdì
e
il
sabato
,
poichè
il
popolo
napoletano
deve
giuocare
al
lotto
,
e
ha
giuocato
,
la
folla
è
così
grande
che
i
Banchi
governativi
non
bastano
più
e
il
popolo
si
riversa
nelle
agenzie
private
.
Ora
,
calcolate
.
Ogni
vicolo
ha
la
sua
donna
Carmela
,
ogni
strada
la
sua
donna
Raffaela
,
ogni
angolo
di
piazza
ha
la
sua
agenzia
autorizzata
;
e
in
certe
strade
nere
,
ogni
tre
botteghe
,
s
'
impegna
.
Calcolate
,
moltiplicate
,
pensate
alla
miseria
,
pensate
al
lotto
:
da
un
lato
l
'
avidità
e
la
furberia
:
dall
'
altro
l
'
onestà
e
l
'
ingenuità
,
il
bisogno
,
la
miseria
.
Di
questo
cancro
,
l
'
usura
,
agonizza
in
una
infelicità
infinita
la
gente
napoletana
.
VIII
IL
PITTORESCO
Alla
mattina
,
se
avete
il
sonno
leggiero
,
fra
i
tanti
rumori
napoletani
,
udirete
uno
scampanio
in
cadenza
,
che
ora
tace
,
ora
ricomincia
dopo
breve
intervallo
:
e
insieme
un
aprir
e
chiuder
di
porte
,
uno
schiuder
di
finestre
e
di
balconi
,
un
parlare
,
un
discutere
a
voce
alta
,
dalla
strada
o
dalle
finestre
.
Sono
le
vacche
che
vanno
in
giro
per
un
paio
d
'
ore
,
condotte
,
ognuna
,
da
un
vaccaro
sudicio
,
per
mezzo
di
una
fune
:
le
serve
comprano
i
due
soldi
di
latte
,
attardandosi
sulla
soglia
del
portone
,
litigando
sulla
misura
;
molte
,
per
non
avere
il
fastidio
di
far
le
scale
,
calano
dalla
finestra
un
panierino
dove
è
un
bicchiere
vuoto
e
un
soldo
,
e
da
sopra
protestano
che
è
troppo
poco
,
che
il
vaccaro
è
un
ladro
e
fanno
risalire
il
panierino
con
molta
precauzione
,
per
non
versare
il
latte
;
poi
sbattono
rabbiosamente
le
finestre
.
Queste
vacche
si
fermano
innanzi
a
ogni
porta
,
nel
loro
giro
mattinale
:
dove
le
serve
dormono
ancora
,
il
vaccaro
grida
forte
,
acalate
o
panaro
;
se
non
sentono
,
batte
forte
il
campanaccio
della
vacca
.
È
un
quadro
pittoresco
,
mattinale
;
quelle
vacche
tutte
incrostate
di
fango
,
quel
vaccaro
dalle
mani
nere
che
sporcano
il
bicchiere
,
quelle
serve
scapigliate
e
discinte
,
quelle
comari
dalla
camiciuola
macchiata
di
pomidoro
.
L
'
altro
lato
del
quadro
,
è
nel
pomeriggio
;
dalle
quattro
alle
sei
,
uno
scampanellìo
acuto
e
fitto
:
sono
le
mandre
di
capre
che
scorazzano
per
tutte
le
vie
della
città
,
ogni
branco
guidato
da
un
capraro
,
con
un
bastone
.
A
ogni
portone
il
branco
si
ferma
,
si
butta
a
terra
,
per
riposarsi
,
il
capraro
acchiappa
una
capra
,
e
la
trascina
dentro
il
portone
,
per
mungerla
innanzi
agli
occhi
della
serva
,
che
è
scesa
giù
;
talvolta
la
padrona
è
diffidente
,
non
crede
nè
all
'
onestà
del
capraro
,
nè
a
quella
della
serva
;
allora
capraro
e
capra
salgono
sino
al
terzo
piano
,
e
sul
pianerottolo
si
forma
un
consiglio
di
famiglia
,
per
sorvegliare
la
mungitura
del
latte
.
Il
capraro
e
la
sua
capra
ridiscendono
,
galoppando
,
dando
di
petto
,
contro
qualche
infelice
che
sale
e
che
non
aspetta
questo
incontro
:
giù
,
alla
porta
,
è
un
combattimento
fra
il
capraro
e
le
sue
capre
per
farle
muovere
,
fino
a
che
queste
prendono
una
corsa
sfrenata
,
massime
quando
si
avvicina
la
sera
e
sanno
che
ritornano
sulle
colline
.
In
tutte
le
città
civili
,
queste
mandre
di
bestie
utili
ma
sporche
e
puzzolenti
,
queste
vacche
non
si
vedono
per
le
vie
:
il
latte
si
compra
nelle
botteghe
pulite
e
bianche
di
marmi
.
A
Napoli
,
no
:
è
troppo
pittoresco
il
costume
,
per
abolirlo
.
Nessun
municipio
osa
farlo
.
La
gran
riforma
,
in
venticinque
anni
,
è
stata
che
non
potessero
girare
per
la
città
i
maiali
,
come
era
prima
permesso
.
*
*
*
Un
'
altra
cosa
molto
pittoresca
,
è
il
sequestro
delle
strade
,
fatto
per
opera
dei
piccoli
bottegai
o
dei
rivenditori
ambulanti
.
Che
quadri
di
colore
acceso
,
vivo
,
cangiante
,
che
bella
e
grande
festa
degli
occhi
,
che
descrizione
potente
e
carnosa
,
potrebbero
ispirare
a
uno
dei
moderni
sperimentali
,
troppo
preoccupati
dell
'
ambiente
!
Per
via
Roma
,
la
più
importante
strada
della
città
,
il
tratto
da
San
Nicola
alla
Carità
,
fino
alle
Chianche
della
Carità
,
vale
a
dire
,
due
piazze
,
due
lunghi
marciapiedi
,
sino
alle
otto
della
mattina
,
è
abbandonato
ai
rivenditori
di
frutta
,
di
erbaggi
,
di
legumi
:
un
contrasto
di
fichi
e
di
fave
,
di
uva
e
di
cicoria
,
di
pomidori
e
di
peperoni
;
e
un
buttar
acqua
,
sempre
,
uno
spruzzare
,
uno
scartare
la
roba
fradicia
;
dopo
le
otto
,
quel
tratto
è
un
campo
di
battaglia
di
acque
fetenti
,
di
buccie
,
di
foglie
di
cavolo
,
di
frutta
marcite
,
di
pomidori
crepati
,
tanto
che
,
come
la
mano
fatale
di
lady
Macbeth
,
che
tutte
le
acque
dell
'
Oceano
non
potevano
lavare
,
quel
tratto
di
strada
,
via
Roma
,
malgrado
le
premure
degli
spazzini
,
non
arriva
mai
a
detergersi
.
Intanto
il
grande
mercato
di
Monteoliveto
lì
presso
,
resta
semi
-
vuoto
,
con
la
malinconia
dei
grandi
fabbricati
inutili
;
quello
di
San
Pasquale
a
Chiaia
,
è
addirittura
chiuso
;
il
venditore
napoletano
non
vuole
andarci
,
vuol
vendere
nelle
strade
.
Tutto
il
quartiere
della
Pignasecca
,
dal
largo
della
Carità
,
sino
ai
Ventaglieri
,
passando
per
Montesanto
,
è
ostruito
da
un
mercato
continuo
.
Vi
sono
le
botteghe
,
ma
tutto
si
vende
nella
via
;
i
marciapiedi
sono
scomparsi
,
chi
li
ha
mai
visti
?
I
maccheroni
,
gli
erbaggi
,
i
generi
coloniali
,
le
frutta
,
i
salami
ed
i
formaggi
,
tutto
,
tutto
nella
strada
,
al
sole
,
alle
nuvole
,
alla
pioggia
;
le
casse
,
il
banco
,
le
bilancie
,
le
vetrine
,
tutto
,
tutto
nella
via
;
vi
si
frigge
,
essendovi
una
famosa
friggitrice
;
vi
si
vendono
i
melloni
,
essendovi
un
mellonaro
famoso
per
dar
la
voce
;
vanno
e
vengono
gli
asini
carichi
di
frutta
;
l
'
asino
è
il
padrone
tranquillo
e
potente
della
Pignasecca
.
Qui
il
romanzo
sperimentale
potrebbe
anche
applicare
la
sua
tradizionale
sinfonia
degli
odori
,
poichè
si
subiscono
musiche
inconcepibili
:
l
'
olio
fritto
,
il
salame
rancido
,
il
formaggio
forte
,
il
pepe
pestato
nel
mortaio
,
l
'
aceto
acuto
,
il
baccalà
in
molle
.
Nel
mezzo
della
sinfonia
della
Pignasecca
,
vi
è
il
gran
motivo
profondo
e
che
turba
;
la
vendita
del
pesce
,
specialmente
del
tonno
,
in
pieno
sole
,
su
certi
banchi
inclinati
,
di
marmo
.
Alla
mattina
il
tonno
va
a
ventisei
soldi
e
il
pescivendolo
grida
il
prezzo
con
orgoglio
:
ma
,
come
la
sera
arriva
,
per
il
declinare
dell
'
ora
e
della
merce
,
il
tonno
scende
a
ventiquattro
,
a
una
lira
,
a
diciotto
soldi
;
quando
arriva
a
dodici
soldi
,
la
gran
nota
sinfonica
del
puzzo
ha
raggiunto
il
suo
apogeo
.
La
Pignasecca
non
può
mai
essere
pulita
;
nessun
Municipio
ha
mai
osato
dichiararla
via
di
sbarazzo
.
Il
quartiere
del
Sangue
di
Cristo
,
detto
piuttosto
'
o
sanghe
d
'
e
galline
,
per
rispetto
al
nome
del
Redentore
,
se
ne
ride
del
Municipio
.
Del
resto
,
tutto
questo
è
bellissimo
,
pel
pittore
e
pel
novelliere
.
*
*
*
Nulla
di
più
pittoresco
che
la
strada
di
santa
Lucia
,
di
esclusiva
proprietà
dei
signori
pescatori
e
marinai
,
intrecciatori
di
nasse
e
venditori
di
ostriche
;
nonchè
delle
loro
signore
mogli
,
venditrici
di
acqua
sulfurea
e
di
ciambellette
,
cucinatrici
di
polipi
e
friggitrici
di
peperoni
;
nonchè
dei
loro
signori
figliuoli
,
in
numero
indefinito
,
nudi
e
bruni
come
il
bronzo
.
In
quella
strada
,
all
'
aria
aperta
,
tutto
si
fa
:
il
bucato
e
la
conserva
di
pomidoro
,
la
pettinatura
delle
donne
e
la
spulciatura
dei
gatti
,
la
cucina
e
l
'
amoreggiamento
,
la
partita
a
carte
e
la
partita
alla
morra
.
La
strada
di
santa
Lucia
appartiene
ai
luciani
,
che
fanno
il
loro
comodo
.
Le
quattro
viottole
cieche
che
salgono
da
santa
Lucia
verso
la
collina
,
valgono
i
fondaci
del
quartiere
Mercato
,
per
il
luridume
:
i
cavalcavia
uniscono
le
case
pencolanti
e
sbuzzanti
,
le
cordicelle
vanno
da
un
balcone
all
'
altro
,
un
lumicino
innanzi
a
una
Madonnina
nera
illumina
soltanto
la
viottola
,
dove
va
a
cadere
tutto
il
sudiciume
di
quella
gente
.
Non
vi
è
più
marciapiede
,
verso
il
mare
:
i
luciani
se
lo
pigliano
tutto
,
per
le
nasse
,
e
per
le
fiasche
dell
'
acqua
sulfurea
.
Nell
'
estate
,
anzi
,
dormono
sul
marciapiede
o
sul
parapetto
e
brontolano
contro
colui
che
osa
passare
e
svegliarli
.
Verso
le
case
,
non
vi
si
accosta
nessuno
:
lì
per
scherzo
,
volano
i
torsi
di
spighe
e
le
buccie
di
fichi
e
le
cantine
mettono
le
tavolelle
dei
bevitori
,
nella
via
.
I
luciani
sopportano
che
il
tram
passi
per
la
loro
via
,
ma
vi
bestemmiano
contro
,
spesso
e
volentieri
,
poichè
è
una
usurpazione
della
loro
strada
:
le
venditrici
di
acqua
sulfurea
paiono
tanti
uomini
vestiti
da
donne
,
con
gli
zoccoli
dal
tacco
alto
,
la
gonna
corta
legata
sullo
stomaco
,
le
rosette
di
perle
sostenute
con
un
filo
all
'
orecchio
,
perchè
non
si
spezzi
il
lobo
,
pel
peso
.
Sono
naturalmente
rissose
e
brutali
:
vi
dànno
a
bere
l
'
acqua
per
forza
,
litigano
fra
loro
,
rubandosi
gli
avventori
.
Sono
indomabili
:
per
poterle
governare
,
il
delegato
del
quartiere
deve
essere
anche
un
luciano
,
che
le
pigli
a
male
parole
.
Una
volta
,
due
di
esse
,
bastonarono
fino
all
'
estenuazione
,
una
guardia
municipale
che
voleva
loro
assegnare
una
contravvenzione
:
è
vero
,
però
,
che
il
giorno
seguente
si
quotarono
per
aiutarne
la
vecchia
madre
,
mentre
il
figlio
era
all
'
ospedale
.
Ma
santa
Lucia
,
tutta
pittoresca
,
resta
sempre
fuori
delle
leggi
dell
'
edilizia
e
d
'
igiene
:
è
un
borgo
fortificato
.
Forse
il
colera
non
vi
avrà
fatto
strage
;
vi
è
il
mare
e
vi
è
il
sole
.
Ma
che
mare
nero
,
untuoso
!
Ma
qual
putrefazione
,
non
illumina
quel
sole
!
*
*
*
È
pittoresco
,
per
un
amante
del
colore
,
veder
girare
,
di
sera
,
per
via
Roma
,
un
carretto
disposto
a
mensa
,
su
cui
,
in
tanti
piattelli
,
vedi
dei
castelletti
di
fichi
d
'
India
,
sbucciati
:
un
uomo
spinge
il
carretto
,
una
lampada
a
petrolio
vi
fumiga
,
il
carretto
si
ferma
ogni
tanto
.
Riparte
,
lasciando
dietro
di
sè
le
bucce
spinose
e
sdrucciolevoli
.
È
pittoresco
,
assai
,
per
un
novelliere
,
girare
dopo
mezzanotte
:
e
trovare
degli
uomini
che
dormono
sotto
il
porticato
di
san
Francesco
di
Paola
,
col
capo
appoggiato
alle
basi
delle
colonne
:
degli
uomini
che
dormono
sui
banchi
dei
giardinetti
,
in
piazza
Municipio
;
dei
bimbi
e
delle
bimbe
,
che
dormono
sugli
scalini
delle
chiese
di
san
Ferdinando
,
santa
Brigida
,
la
Madonna
delle
Grazie
,
specialmente
quest
'
ultima
,
che
ha
una
larga
scala
e
certi
poggiuoli
ampli
,
nel
centro
di
via
Roma
.
Può
piacere
all
'
uno
e
all
'
altro
,
che
giusto
a
due
passi
da
via
Roma
,
vi
sia
il
Chiostro
di
San
Tommaso
d
'
Aquino
,
dove
non
vi
sono
più
monaci
,
ma
che
è
un
piccolo
fondaco
,
una
piccola
Corte
dei
Miracoli
,
con
le
sue
vanelle
,
e
le
sue
botteghe
brulicanti
di
ombre
e
le
case
brulicanti
di
poveri
e
d
'
infelici
.
Ma
in
realtà
è
molto
,
molto
crudele
che
tutto
questo
esista
ancora
,
e
che
creature
umane
lo
subiscano
,
e
che
uomini
di
cuore
sopportino
che
questo
sia
.
IX
LA
PIETÀ
Quando
una
popolana
napoletana
non
ha
figli
,
essa
non
si
addolora
segretamente
della
sua
sterilità
,
non
fa
una
cura
mirabile
per
guarirne
,
come
le
sposine
aristocratiche
,
non
alleva
un
cagnolino
o
una
gattina
o
un
pappagallo
,
come
le
sposette
della
borghesia
.
Una
mattina
di
domenica
ella
,
si
avvia
,
con
suo
marito
,
all
'
Annunziata
,
dove
sono
riunite
le
trovatelle
,
e
fra
le
bimbe
e
i
bimbi
,
allora
svezzati
o
grandicelli
,
ella
ne
sceglie
uno
con
cui
ha
più
simpatizzato
,
e
,
fatta
la
dichiarazione
al
governatore
della
pia
opera
,
porta
con
sè
,
trionfante
,
la
piccola
figlia
della
Madonna
.
Questa
creaturina
,
non
sua
,
ella
l
'
ama
come
se
l
'
avesse
messa
al
mondo
;
ella
soffre
di
vederla
soffrire
,
per
malattia
o
per
miseria
,
come
se
fossero
viscere
sue
;
nella
piccola
umanità
infantile
napoletana
,
i
più
battuti
sono
certamente
i
figli
legittimi
;
di
battere
una
figlia
di
Maria
,
ognuno
ha
un
certo
ritegno
;
una
certa
pietà
gentilissima
fa
esclamare
alla
madre
adottiva
:
puverella
,
non
aggio
core
de
la
vattere
,
è
figlia
della
Madonna
.
Se
questa
creatura
fiorisce
in
salute
e
in
bellezza
,
la
madre
ne
va
gloriosa
come
di
opera
sua
,
cerca
di
mandarla
a
scuola
o
almeno
da
una
sarta
per
imparare
a
cucire
,
poichè
certamente
,
per
la
sua
bellezza
,
la
bimba
è
figlia
di
un
principe
;
in
nessun
caso
di
miseria
o
infermità
,
la
madre
adottiva
riporta
,
come
potrebbe
,
la
figliuola
all
'
Annunziata
.
E
l
'
affezione
,
scambievole
,
è
profonda
,
come
se
realmente
fosse
filiale
;
e
a
una
certa
età
il
ricordo
dell
'
Annunziata
scompare
,
e
questa
madre
fittizia
acquista
realmente
una
figliuola
.
*
*
*
Ma
vi
è
di
più
:
una
madre
ha
cinque
figli
.
Il
più
piccolo
ammala
gravemente
,
ella
si
vota
alla
Madonna
,
perchè
suo
figlio
guarisca
;
ella
adotterà
una
creatura
trovatella
.
Il
figlio
muore
;
ma
la
pia
madre
,
portando
il
fazzoletto
nero
che
è
tutto
il
suo
lutto
,
compie
il
voto
,
lagrimando
.
Così
,
a
poco
a
poco
,
la
creatura
viva
e
bella
consola
la
madre
della
creatura
morta
,
e
vi
resta
in
lei
solo
una
dolcezza
di
ricordo
e
vi
fiorisce
una
gratitudine
grande
per
la
figlia
della
Madonna
.
Talvolta
,
il
figlio
guarisce
:
il
primo
giorno
in
cui
può
uscìre
,
la
madre
se
lo
toglie
in
collo
e
lo
porta
alla
chiesa
dell
'
Annunziata
,
gli
fa
baciare
l
'
altare
,
poi
vanno
dentro
a
scegliere
la
sorellina
o
il
fratellino
.
E
fra
i
cinque
o
sei
figli
legittimi
,
la
povera
trovatella
non
sente
mai
di
essere
un
'
intrusa
,
non
è
mai
minacciata
di
essere
cacciata
,
mangia
come
gli
altri
mangiano
,
lavora
come
gli
altri
lavorano
,
i
fratelli
la
sorvegliano
perchè
non
s
'
innamori
di
qualche
scapestrato
,
ella
si
marita
e
piange
dirottamente
,
quando
parte
dalla
casa
e
vi
ritorna
sempre
,
come
a
rifugio
e
a
conforto
.
*
*
*
Un
caso
frequente
di
pietà
è
questo
:
una
madre
troppo
debole
o
infiacchita
dal
lavoro
ha
un
bimbo
,
ma
non
ha
latte
.
Vi
è
sempre
un
'
amica
o
una
vicina
o
qualunque
estranea
pietosa
,
che
offre
il
suo
latte
;
ne
allatterà
due
,
che
importa
?
Il
Signore
penserà
a
mandarle
il
latte
sufficiente
.
Tre
volte
al
giorno
la
madre
dal
seno
arido
,
porta
il
suo
bambino
in
casa
della
madre
felice
:
e
seduta
sulla
soglia
,
guarda
malinconicamente
il
suo
figlio
succhiare
la
vita
.
Bisogna
aver
visto
questa
scena
e
aver
inteso
il
tono
di
voce
sommessa
,
umile
,
riconoscente
,
con
cui
ella
dice
,
riprendendosi
in
collo
il
bambino
:
o
Signore
t
'
o
renne
,
la
carità
che
fai
a
sto
figlio
.
E
la
madre
di
latte
finisce
per
mettere
amore
a
questo
secondo
bimbo
e
,
allo
svezzamento
,
soffre
di
non
vederlo
più
:
e
ogni
tanto
va
a
ritrovarlo
,
a
portargli
un
soldo
di
frutta
,
o
un
amuleto
della
Vergine
:
il
bimbo
ha
due
madri
.
Io
ho
visto
anche
altro
:
una
povera
donna
andava
in
servizio
,
non
poteva
tenere
presso
di
sè
il
suo
bimbo
;
lo
lasciava
a
un
'
altra
povera
donna
,
che
orlava
gli
stivaletti
,
e
lavorava
in
casa
,
cioè
nella
strada
.
Ella
metteva
i
due
bimbi
,
il
suo
e
quello
della
sua
amica
,
nello
stesso
sportone
(
culla
di
vimini
)
,
attaccava
una
funicella
all
'
orlo
dello
sportone
e
dall
'
altra
parte
al
proprio
piede
,
e
mentre
orlava
gli
stivaletti
,
canticchiava
la
ninna
nanna
per
i
due
bimbi
;
mentre
orlava
gli
stivaletti
,
mandava
avanti
e
indietro
il
piede
,
per
cullare
i
due
bimbi
nello
stesso
sportone
.
A
un
'
altra
donna
che
stava
in
servizio
,
un
'
amica
teneva
il
bimbo
;
ma
veniva
a
portarglielo
da
molto
lontano
,
per
farlo
succhiare
,
sudando
,
sotto
il
sole
,
con
quel
bimbo
pesante
in
collo
.
L
'
intervista
accadeva
sul
pianerottolo
o
in
cucina
:
e
accadevano
questi
piccoli
dialoghi
:
-
S
'
è
stato
cuieto
,
almeno
?
-
Cuieto
sì
,
ma
tene
sempe
famme
.
-
Core
de
mamma
soia
!
Poi
l
'
allattamento
finiva
,
l
'
amica
riprendeva
il
bimbo
non
suo
,
dicendogli
:
-
Iammocene
,
a
'
casa
,
ja
'
;
core
de
la
zia
,
saluta
a
mammà
.
E
se
ne
andava
,
tranquillamente
,
senza
mormorare
,
mentre
la
madre
,
dal
finestrino
della
cucina
,
guardava
ancora
una
volta
suo
figlio
.
*
*
*
È
naturale
che
il
popolo
non
possa
far
carità
di
denaro
,
al
più
povero
di
lui
,
non
avendone
;
ma
si
vedono
e
si
sentono
carità
più
squisite
,
più
gentili
.
Una
cuoca
si
metteva
sempre
di
malumore
quando
la
padrona
ordinava
il
brodo
:
era
soltanto
felice
quando
si
ordinavano
maccheroni
o
legumi
,
o
risotto
,
grosse
nutrienti
minestre
.
Fu
lungamente
sospettata
di
ingordigia
,
sebbene
alla
sua
personcina
malandata
,
fosse
più
necessario
il
brodo
che
i
maccheroni
:
in
realtà
ella
dava
la
sua
minestra
,
ogni
giorno
,
ai
due
bimbi
della
portinaia
,
e
preferiva
dar
loro
un
grosso
piatto
,
anzichè
tre
cucchiaiate
di
brodo
:
ella
rimaneva
senza
.
Alla
sera
,
quando
vanno
via
,
tutte
le
serve
portano
un
fagottino
degli
avanzi
del
pranzo
,
quando
la
padrona
ha
la
bontà
di
darli
loro
:
e
non
servono
per
sè
,
sono
per
un
fratellino
,
o
per
un
nipote
o
per
una
madre
vecchia
o
per
qualche
povera
donna
che
non
ha
altro
.
Nessuna
serva
mangia
mai
tutto
quello
che
le
date
:
tre
quarti
,
una
metà
,
talvolta
tutto
,
è
destinato
a
un
'
altra
persona
.
E
gli
ammalati
degli
ospedali
,
la
gente
carcerata
,
trovano
sempre
una
sorella
,
una
zia
,
una
comare
,
un
amica
,
un
'
amante
che
si
torturano
una
settimana
,
per
poter
comperare
al
giovedì
o
alla
domenica
,
quattro
aranci
da
sollevare
la
sete
dell
'
infermo
o
della
inferma
,
che
lavano
di
notte
,
in
fretta
e
in
furia
,
la
camicia
del
carcerato
,
per
potergliela
portare
il
giorno
seguente
,
lavata
e
stirata
.
Bisogna
andare
a
vedere
che
cosa
sono
le
porte
degli
ospedali
,
nei
giorni
di
visita
:
e
che
folla
femminile
vi
si
accalca
,
pallida
e
ansiosa
!
Io
ho
visto
una
moglie
,
a
cui
il
marito
era
morto
all
'
ospedale
,
in
un
giorno
,
andare
dal
direttore
,
da
quanti
medici
potette
avere
l
'
indirizzo
,
dalla
direttrice
delle
suore
,
dalle
suore
,
dagli
inservienti
,
e
piangere
,
e
pregare
,
e
scapigliarsi
e
scongiurarli
,
in
nome
di
Cristo
,
che
non
le
squartassero
il
marito
.
L
'
idea
della
morte
la
sopportava
,
ma
l
'
autopsia
la
esasperava
.
*
*
*
Nessuna
donna
che
mangi
,
nella
strada
,
vede
fermarsi
un
bambino
a
guardare
,
senza
dargli
subito
di
quello
che
mangia
:
e
quando
non
ha
altro
,
gli
dà
del
pane
.
Appena
una
donna
incinta
si
ferma
in
una
via
,
tutti
quelli
che
mangiano
o
che
vendono
qualche
cosa
da
mangiare
,
senza
che
ella
mostri
nessun
desiderio
,
gliene
fanno
parte
,
la
obbligano
a
prenderlo
,
non
vogliono
avere
lo
scrupolo
.
E
i
poveri
che
girano
,
sono
aiutati
alla
meglio
,
da
quella
gente
povera
:
chi
dà
un
pezzo
di
pane
,
chi
due
o
tre
pomidoro
,
chi
una
cipolla
,
chi
un
po
'
d
'
olio
,
chi
due
fichi
,
chi
una
paletta
di
carboncini
accesi
:
una
donna
,
per
fare
la
carità
in
qualche
modo
,
lasciava
che
una
mendicante
venisse
a
cuocere
sul
proprio
fuoco
,
sul
focolaretto
di
tufo
,
il
poco
di
commestibile
che
la
mendicante
aveva
raccattato
.
Tanto
avrebbe
dovuto
perdersi
,
quel
resto
del
fuoco
,
dopo
la
sua
cucina
;
era
meglio
adoperarlo
a
sollevare
una
miserabile
.
Un
'
altra
faceva
una
carità
più
ingegnosa
:
essendo
già
lei
povera
,
mangiava
dei
maccheroni
cotti
nell
'
acqua
e
conditi
solo
con
un
po
'
di
formaggio
piccante
,
ma
la
sua
vicina
,
poverissima
,
non
aveva
che
dei
tozzi
di
pane
secco
,
duro
.
Allora
quella
meno
povera
regalava
alla
sua
vicina
l
'
acqua
dove
erano
stati
cotti
i
maccheroni
,
un
'
acqua
biancastra
che
ella
rovesciava
su
quei
tozzi
di
pane
,
che
si
facevano
molli
e
almeno
avevano
un
certo
sapore
di
maccheroni
.
Una
giovane
cucitrice
era
stata
a
Gesù
e
Maria
,
l
'
ospedale
,
con
una
polmonite
;
poi
si
era
guarita
,
e
pallida
,
esaurita
,
sfinita
,
era
venuta
via
.
Pure
l
'
ospedale
,
per
assisterla
ancora
in
vista
di
una
tisi
probabile
,
le
concedeva
,
ogni
mattina
,
quattro
dita
di
olio
di
fegato
di
merluzzo
,
che
ella
doveva
andare
a
prendere
,
lassù
.
Ella
capitava
ogni
mattina
,
col
suo
bicchiere
,
sino
a
che
fu
rimessa
completamente
in
salute
:
e
allora
le
dissero
che
non
le
avrebbero
più
data
la
medicina
.
Ella
si
confuse
,
impallidì
,
pianse
,
pregò
la
monaca
che
per
carità
,
non
gli
sospendessero
quell
'
olio
-
e
infine
fu
saputo
che
di
quell
'
olio
,
ella
si
privava
per
darlo
in
elemosina
a
una
povera
donna
-
la
quale
per
miseria
,
superato
il
naturale
disgusto
,
lo
adoperava
a
condire
il
pane
o
a
friggerci
un
soldo
di
peperoni
.
*
*
*
E
ancora
un
altro
fatto
mi
rammento
.
Un
giorno
,
al
larghetto
Consiglio
,
una
donna
incinta
,
presa
dalle
doglie
,
si
abbattè
sugli
scalini
e
partorì
nella
strada
.
Il
tumulto
fu
grande
:
ella
taceva
,
ma
per
pietà
,
per
commozione
,
molte
altre
donne
strillavano
e
piangevano
.
E
in
poco
tempo
,
da
tutti
i
bassi
,
da
tutte
le
botteghe
,
da
tutti
i
sottoscala
,
vennero
fuori
camiciole
e
fasce
per
avvolgervi
la
povera
creaturina
,
e
lenzuola
per
la
povera
puerpera
.
Una
madre
offrì
la
culla
del
suo
bimbo
morto
;
un
'
altra
battezzò
il
bimbo
,
facendogli
il
segno
della
croce
sul
visino
;
una
terza
questuò
per
tutte
le
case
del
vicinato
;
una
quarta
,
serva
,
si
offrì
e
andò
a
fare
il
servizio
per
la
povera
puerpera
.
La
moglie
del
fornaio
divise
il
suo
letto
,
con
la
puerpera
:
e
il
fornaio
dormì
sopra
una
tavola
per
dieci
giorni
,
avendo
per
cuscino
un
sacco
.
E
quella
miserella
piangeva
di
emozione
,
ogni
volta
che
baciava
suo
figlio
.
Roma
,
autunno
1884
IL
VENTRE
DI
NAPOLI
(
ADESSO
)
IL
PARAVENTO
L
'
impressione
che
si
aveva
,
entrando
in
Napoli
,
dalla
stazione
ferroviaria
,
venti
anni
or
sono
,
era
di
giungere
in
una
città
angusta
,
male
odorante
,
sporca
,
affogata
di
case
di
tutte
le
altezze
,
di
tutti
i
colori
,
portanti
,
tutte
,
il
marchio
del
decadimento
e
del
sudiciume
.
Se
,
poi
,
trascorso
il
vecchio
Corso
Garibaldi
,
la
carrozzella
del
forastiero
rallentava
un
poco
il
passo
,
in
via
Marina
,
in
quella
strada
eternamente
disselciata
,
dalle
buche
profonde
,
ove
si
trabalzava
così
maledettamente
,
se
il
forastiero
lasciava
il
suo
portamantelli
sul
soffietto
,
o
collocava
il
nècèssaire
da
viaggio
sulla
via
Marina
,
in
quella
strada
eternamente
disselciata
,
dalle
buche
profonde
,
ove
si
trabalzava
così
maledettamente
vi
era
la
rapina
,
quando
non
ne
accadevano
due
o
tre
con
l
'
agile
ladruncolo
che
fuggiva
nelle
viuzze
e
nelle
viottole
,
alle
spalle
della
Marina
.
E
alla
impressione
estetica
assai
deludente
pel
forastiero
che
ancora
non
era
giunto
nel
rione
della
Beltà
,
cioè
verso
la
Riviera
si
univa
un
ribrezzo
morale
,
di
cui
non
solo
le
oneste
e
sincere
guide
Baedeker
erano
l
'
eco
,
ma
di
cui
tutti
i
viaggiatori
formavano
una
larga
e
invincibile
propaganda
.
Niuno
dubbio
che
,
dopo
venti
anni
,
la
impressione
estetica
sia
mutata
completamente
.
La
piazza
della
Stazione
,
ormai
,
ha
una
vastità
degna
di
una
metropoli
e
le
tre
ampie
strade
che
vengono
di
fronte
al
forestiero
,
le
due
enormi
arterie
a
dritta
e
a
sinistra
,
i
grandi
palazzi
che
formano
gli
angoli
della
via
,
tutte
queste
cose
grandi
,
piene
di
luce
,
piene
di
aria
,
tutte
queste
cose
che
hanno
l
'
aspetto
nitido
o
quasi
,
danno
agli
occhi
curiosi
una
prima
visione
gradevole
.
Entrando
,
poi
,
nel
Rettifilo
,
l
'
occhio
un
po
'
distratto
,
un
po
'
stanco
del
viaggiatore
,
scorrendo
rapidamente
,
finisce
per
avere
un
senso
di
ammirazione
,
per
la
larghezza
di
questa
via
,
per
il
suo
disegno
che
,
sino
ad
un
certo
punto
è
bello
.
Mancano
,
è
vero
gli
alberi
,
che
formano
la
poesia
di
tutti
i
paesi
civili
del
mondo
,
anche
escludendo
Parigi
ove
gli
alberi
sono
la
delizia
e
l
'
ammirazione
dei
cittadini
:
mancano
gli
alberi
e
vi
sono
,
in
cambio
,
a
irrisione
nostra
,
alcune
pianticelle
tisiche
,
mal
piantate
,
non
coltivate
,
non
protette
e
,
viceversa
,
esecrate
,
odiate
,
perseguitate
dalle
autorità
istesse
,
dai
cittadini
e
dai
monelli
:
tanto
che
sarebbe
meglio
sradicarle
,
anzi
che
assistere
a
quella
lenta
agonia
di
cui
nessuno
ha
pietà
,
non
il
sindaco
,
non
l
'
assessore
dei
giardini
,
non
i
proprietarii
delle
case
,
non
quelli
dei
magazzini
,
salvo
la
vana
pietà
di
qualche
malinconico
viandante
,
che
rammenta
gli
alberi
,
non
di
Parigi
,
per
l
'
amor
di
Dio
,
ma
quelli
di
Milano
e
di
Torino
,
città
a
cui
il
Signore
non
dette
il
paesaggio
ma
a
cui
,
gli
uomini
,
si
affrettarono
a
dare
il
verde
e
l
'
ombra
dei
begli
alberi
,
riposo
degli
occhi
,
sogno
vago
dell
'
anima
.
Basta
!
Il
Rettifilo
ha
una
linea
maestosa
,
il
suo
insieme
colpisce
specialmente
se
,
traversandolo
rapidamente
,
guardandolo
senza
troppo
analizzarlo
,
non
ci
si
accorge
delle
svariate
bruttezze
degli
svariati
palazzi
nuovissimi
che
vi
sono
sorti
,
dei
loro
colori
diversi
,
alcuni
chiassosi
,
delle
goffe
e
pretenziose
ornamentazioni
di
alcuni
fra
essi
:
questo
,
però
,
è
,
purtroppo
un
male
comune
a
tante
altre
belle
città
italiane
,
dove
accanto
agli
splendori
,
antichi
e
alle
profonde
eleganze
del
gusto
,
gli
architetti
moderni
hanno
elevato
i
monumenti
della
loro
completa
ignoranza
e
della
loro
perfetta
assenza
di
senso
estetico
.
Quando
si
sono
visti
abbattere
i
meravigliosi
sentieri
ombrosi
di
quella
villa
incantevole
che
era
la
Ludovisia
,
a
Roma
,
quando
quel
bosco
sacro
alla
beltà
e
alla
grazia
,
è
sparito
,
per
dar
luogo
ai
quartieri
Ludovisii
,
possiamo
sopportare
in
pace
anche
le
laidezze
di
non
tutti
i
palazzi
del
Rettifilo
;
anche
perchè
,
alcuni
fra
essi
sono
,
se
non
altro
,
semplici
,
poichè
,
fortunatamente
l
'
architetto
non
aveva
fantasia
;
e
qualcuno
,
forse
,
ha
persino
delle
linee
eleganti
.
Non
bisogna
guardar
troppo
,
ecco
tutto
,
bisogna
sogguardare
,
e
così
la
vivezza
della
grande
fontana
,
in
piazza
della
Borsa
,
nasconderà
il
dislivello
famoso
e
incorreggibile
di
via
Guglielmo
Sanfelice
,
mentre
il
solenne
edificio
della
Borsa
gli
farà
credere
,
al
viaggiatore
,
chi
sa
quale
mirabolante
giro
di
affari
e
la
gabbia
aerea
dei
telefoni
,
a
una
rete
di
abbonati
che
serri
tutta
la
città
.
Per
fortuna
,
le
guide
tacciono
su
queste
circostanze
;
il
viaggiatore
non
vede
che
l
'
esterno
;
e
la
messa
in
iscena
del
Rettifilo
,
del
resto
abbastanza
felice
,
ottiene
il
suo
effetto
.
Che
se
,
poi
,
qualche
conoscente
napoletano
,
qualche
compagno
di
viaggio
più
esperto
,
narra
al
viaggiatore
che
il
Rettifilo
ha
tagliato
in
due
il
ventre
di
Napoli
,
attraversando
i
quattro
quartieri
popolari
e
popolosi
di
Mercato
Vicaria
,
Pendino
e
Porto
;
che
questo
Rettifilo
non
è
stato
fatto
solo
per
arrivare
più
presto
e
meglio
alla
stazione
ferroviaria
;
non
è
stato
fatto
solo
per
i
grandi
industriali
che
vendon
tessuti
di
lana
e
di
cotone
;
non
è
stato
fatto
solo
per
avere
una
larghissima
via
;
ma
è
stato
fatto
in
nome
di
un
criterio
assoluto
d
'
igiene
e
quindi
di
civiltà
,
allora
la
sua
impressione
si
viene
sempre
più
migliorando
.
Il
Rettifilo
era
,
doveva
essere
,
dovrebbe
essere
l
'
apportatore
dell
'
aria
,
della
salute
,
della
pulizia
di
migliaia
e
migliaia
di
popolani
napoletani
:
il
suo
ufficio
,
realizzando
una
idealità
di
carità
civile
che
vollero
Umberto
Primo
,
Agostino
Depretis
e
Nicola
Amore
,
era
quello
di
vincere
la
malattia
e
la
morte
,
nel
popolo
napoletano
.
E
allora
,
per
chi
abbia
anima
sensibile
questa
strada
assume
un
simbolo
elettissimo
,
è
l
'
emblema
della
solidarietà
umana
che
,
dall
'
alto
del
trono
,
del
governo
dello
Stato
,
del
governo
della
Città
,
sente
la
necessità
di
elevare
prima
fisicamente
e
poi
moralmente
il
popolo
,
dando
ad
esso
i
beni
primari
della
vita
,
la
luce
,
l
'
aria
,
la
nettezza
,
la
salubrità
,
dandogli
la
via
e
la
casa
,
dandogli
il
modo
di
acquistare
la
sanità
del
corpo
che
è
la
gioia
dell
'
anima
,
sottraendolo
alle
infermità
,
alle
degenerazioni
,
all
'
epidemia
,
e
sottraendolo
,
così
,
anche
alla
disonestà
e
al
vizio
.
Questo
,
nella
mente
di
chi
lo
volle
,
dopo
la
strage
del
1884
,
dopo
la
visita
ai
tugurii
e
alle
catapecchie
fatta
dal
Re
,
dopo
l
'
orrore
che
ne
ebbe
l
'
animo
dei
maggiorenti
,
questo
era
il
compito
del
Rettifilo
,
che
si
è
chiamato
e
si
chiama
Risanamento
,
con
tutto
il
suo
progetto
di
diramazioni
,
di
colmate
,
di
traverse
.
Il
Rettifilo
doveva
salvare
il
popolo
napoletano
:
e
poichè
gli
occhi
che
guardano
poco
e
fugacemente
,
poichè
le
labbra
che
domandano
,
non
sempre
sono
esaudite
da
labbra
che
conoscano
la
verità
,
poichè
il
difetto
di
cui
tutti
siamo
malati
,
è
la
fretta
,
poichè
noi
siamo
,
anche
,
malati
di
superficialità
,
poichè
nessuno
ha
il
tempo
di
fare
quel
che
vorrebbe
,
nel
mondo
,
poichè
nessuno
ha
la
volontà
necessaria
a
eseguire
tutto
quello
che
vorrebbe
,
poichè
tutto
ci
sfugge
,
per
esser
profondi
,
così
,
noi
possiam
credere
che
,
veramente
,
il
Rettifilo
abbia
dato
al
popolo
napoletano
tutto
quello
che
gli
mancava
,
e
,
sovra
tutto
,
lo
posson
credere
tutti
coloro
che
passano
qui
un
giorno
o
un
mese
!
*
*
*
Eppure
,
questa
illusione
non
resisterebbe
a
una
osservazione
più
minuta
.
Alla
seconda
,
alla
terza
,
alla
decima
volta
che
voi
attraversate
questa
magnifica
strada
,
volgendo
gli
occhi
,
a
manca
,
a
dritta
,
lo
scenario
seducente
ha
dei
grandi
strappi
.
Un
imponente
palazzo
,
rossastro
,
pomposo
,
si
pavoneggia
con
le
sue
cento
finestre
:
e
,
accanto
,
voi
scovrite
un
vuoto
,
e
un
muretto
basso
si
prolunga
,
si
prolunga
,
un
muretto
su
cui
la
pubblicità
allegramente
appende
i
suoi
quadri
,
da
anni
e
anni
,
e
dietro
questo
muretto
,
molto
più
indietro
,
sorgono
delle
masse
di
case
lercie
,
cadenti
,
miserabili
,
di
tutte
le
misure
,
macchiate
di
tutte
le
stigmate
della
povertà
e
del
vizio
.
Ciò
sparisce
:
un
'
altra
costruzione
moderna
tenta
ridarvi
una
parvenza
di
civiltà
,
ma
,
fatto
accorto
,
voi
cercate
ficcar
l
'
occhio
,
ai
fianchi
,
alle
spalle
,
e
subito
dietro
,
a
otto
o
dieci
metri
,
ecco
,
di
nuovo
,
un
affogamento
di
topaie
,
dalle
cui
finestrette
pendono
i
cenci
più
indecenti
,
magari
con
la
poesia
del
vaso
di
basilico
e
del
popone
appeso
al
giunco
.
Così
,
otto
,
quindici
,
venti
volte
,
dalle
due
parti
,
ma
sovra
tutto
,
a
diritta
,
andando
verso
la
ferrovia
,
questo
sipario
lacerato
bruscamente
,
vi
mostra
degli
spettacoli
improvvisamente
brutti
,
nauseanti
,
schifosi
:
è
la
cattiva
parola
,
ma
è
la
parola
e
invano
voi
tentate
di
rifare
le
fila
del
vostro
sogno
di
una
via
maestosa
e
ricca
,
di
una
via
nobile
e
purificante
,
di
una
via
che
serva
egualmente
alla
salute
,
alla
fortuna
e
alla
felicità
del
popolo
.
Queste
continue
apparizioni
,
fra
le
enormi
nuove
costruzioni
,
di
quelle
immonde
costruzioni
vecchie
,
non
lontane
,
vicine
,
non
lontane
,
accanto
,
non
lontane
,
alle
spalle
,
vi
hanno
distrutto
tutta
la
vostra
tela
d
'
illusione
.
Cercate
le
traverse
che
dovevano
portare
da
sinistra
,
dai
quartieri
più
alti
al
Rettifilo
,
bonificando
la
regione
che
comincia
a
santa
Maria
la
Nova
e
continua
pei
Banchi
Nuovi
,
san
Giovanni
Maggiore
,
Mezzocannone
,
Università
,
sino
all
'
Annunziata
,
sino
a
Capuana
,
e
non
ne
trovate
che
due
sole
,
complete
,
su
venti
,
quelle
attorno
al
Sedile
di
Porto
,
e
tutte
le
altre
sono
abbozzate
,
sono
pezzi
di
via
,
di
otto
o
dieci
metri
,
con
il
loro
bravo
nome
,
di
un
qualche
nostro
illustre
cittadino
-
e
anche
di
voi
,
o
Francesco
Serao
,
o
avo
mio
!
-
e
niente
altro
,
salvo
,
dopo
questi
dieci
metri
,
che
una
cortina
di
antiche
case
non
abbattute
,
una
cortina
che
chiude
le
comunicazioni
,
che
urta
lo
sguardo
.
Voi
cercate
le
più
belle
traverse
,
quelle
che
dovevan
tagliare
a
diritta
,
dal
Rettifilo
al
mare
,
risanando
i
quartieri
successivamente
di
Porto
,
Mercato
e
Vicaria
.
Su
venti
,
ve
n
'
è
una
sola
,
completa
.
Alcune
altre
,
quattro
o
cinque
sono
come
quelle
a
sinistra
,
appena
cominciate
,
abbandonate
da
anni
,
ottuse
,
traverse
cieche
,
ove
,
in
fondo
,
ma
non
molto
in
fondo
,
sorge
lo
stesso
spettacolo
,
sempre
,
di
case
antichissime
,
mezze
dirute
,
mezze
cadenti
,
nerastre
,
verdastre
,
grigiastre
.
Dopo
,
non
vi
è
più
nulla
.
Cioè
,
vi
sono
dei
vicoletti
che
precipitano
per
mezzo
di
dislivelli
paurosi
,
di
scalette
ripide
,
difese
da
rozze
ringhiere
,
in
tutto
ciò
che
sta
dietro
il
Rettifilo
,
vicoletti
sinuosi
,
vicoletti
neri
,
angoli
dove
due
o
tre
vicoli
s
'
intersecano
dirupandosi
,
tutto
un
disegno
bislacco
e
grottesco
,
accanto
,
sì
,
accanto
,
alle
altitudini
superbe
dei
nuovi
palazzi
.
E
voi
,
verso
la
fine
del
Rettifilo
,
vedendo
fuggire
gli
ultimi
lembi
mirabili
della
vostra
illusione
,
voi
vi
domandate
se
non
siate
vittima
di
un
'
allucinazione
,
se
una
parte
di
quel
che
vedete
non
sia
falso
,
poichè
troppo
forte
è
il
contrasto
,
poichè
non
può
essere
tutto
vero
,
a
pochi
metri
di
distanza
,
il
decente
e
l
'
indecente
,
il
pulito
e
lo
sporco
,
la
pompa
e
l
'
inguaribil
miseria
,
il
lusso
e
la
povertà
più
abbietta
.
Che
cosa
è
falso
,
che
cosa
è
vero
?
Sono
,
forse
il
portato
di
un
incubo
tutte
quelle
masse
di
abitazioni
luride
,
fetide
,
cascanti
,
ove
pare
che
si
moltiplichino
la
tristizie
e
la
tristezza
,
il
morbo
e
il
disonore
,
il
delitto
e
la
morte
?
Sono
forse
gli
spettacoli
che
vi
fecero
inorridire
,
come
uomini
e
come
cristiani
,
venti
anni
prima
,
sono
questi
spettacoli
che
si
rinnovano
,
falsamente
nella
memoria
,
nella
fantasia
,
così
,
come
nei
momenti
di
nostra
malinconia
spirituale
e
di
nostra
debolezza
fisica
?
O
,
forse
è
falsa
l
'
altra
parte
,
cioè
la
parvenza
moderna
del
Rettifilo
e
i
suoi
palazzi
che
vorrebbero
essere
splendidi
,
ma
che
sono
almeno
,
nuovi
,
netti
,
solidi
,
grandi
,
appartengono
al
sogno
?
Non
sono
forse
,
un
lungo
scenario
di
tela
,
su
cui
un
abile
scenografo
abbia
dipinto
a
grandi
tratti
,
una
serie
di
edifici
maestosi
,
e
intanto
,
non
si
sa
come
,
non
si
sa
perchè
,
la
tela
ha
delle
grandi
soluzioni
di
continuità
e
lascia
vedere
l
'
oscurità
,
il
luridume
delle
quinte
,
ove
tutto
è
rancido
,
è
puzzolente
,
è
nauseante
?
O
,
forse
,
non
sono
di
carta
pesta
,
di
legno
dipinto
,
queste
case
,
come
quelle
che
estrae
,
lentamente
,
da
una
scatola
,
la
mano
di
un
bimbo
e
le
dispone
sovra
un
piano
,
ad
angoli
retti
?
Non
è
,
forse
,
a
destra
,
a
sinistra
del
Rettifilo
,
lo
svolgersi
di
un
bizzarro
paravento
,
i
cui
pezzi
non
sono
bene
congiunti
,
anzi
sono
disgiunti
,
e
il
paravento
non
giunge
a
nascondere
,
quel
che
non
si
deve
vedere
?
*
*
*
E
passino
i
vostri
occhi
ricercatori
dalle
cose
alle
persone
del
Rettifilo
,
vi
passino
,
per
conoscer
più
presto
e
meglio
il
motto
dell
'
enigma
.
La
possente
arteria
napoletana
rifluisce
,
in
ogni
ora
,
di
sangue
vivido
:
una
folla
attraversa
costantemente
il
Rettifilo
,
a
piedi
,
in
carrozza
,
in
trams
,
specialmente
sino
a
piazza
Depretis
,
andando
e
venendo
dai
due
rami
di
via
Duomo
.
Folla
di
ogni
qualità
e
,
talvolta
,
anche
,
folla
di
persone
distinte
,
bene
vestite
,
gli
uomini
con
la
catena
di
oro
sul
panciotto
,
le
donne
con
i
ciondoli
sospesi
sul
petto
.
Tutto
questo
mondo
va
,
viene
,
ritorna
,
si
allontana
,
mondo
svariato
,
multiforme
,
multanime
.
Se
voi
siete
abituato
a
discernere
i
volti
e
le
espressioni
,
fra
la
folla
,
se
avete
l
'
ardente
e
dolente
segreto
dell
'
intuizione
,
voi
scorgerete
,
lungo
il
Rettifilo
,
persone
e
faccie
che
vi
daranno
un
fremito
di
sorpresa
e
,
forse
,
di
sgomento
.
Sugli
angoli
di
quelle
viuzze
,
presso
quelle
ringhiere
,
su
quel
limitare
fatidico
fra
il
vecchio
e
il
nuovo
,
e
,
persino
,
nelle
poche
vie
principali
e
non
finite
,
stazionano
sempre
degli
uomini
,
sul
cui
viso
la
delinquenza
è
impressa
e
la
cui
espressione
non
mente
;
stazionano
mendicanti
dei
due
sessi
e
di
tutte
le
età
,
ma
di
una
mendicità
sfrontata
e
ributtante
,
e
stazionano
anche
,
meno
di
mattina
,
molto
più
nel
pomeriggio
,
moltissimo
di
sera
,
le
sventurate
e
sciagurate
femmine
del
popolo
,
che
esercitano
il
più
compassionevole
e
più
atroce
fra
i
mestieri
.
Così
,
sull
'
orlo
della
superba
via
,
sui
due
suoi
lati
,
fiancheggiandola
,
il
vizio
e
la
miseria
,
il
delitto
mettono
la
loro
popolazione
.
La
gente
che
passa
,
è
molta
,
non
guarda
bene
,
non
bada
:
ma
due
,
tre
volte
al
giorno
,
un
ladro
si
slancia
sovra
al
galantuomo
,
sovra
la
signora
,
in
pieno
giorno
,
in
pieno
Rettifilo
,
fra
mille
persone
,
e
gli
strappa
l
'
orologio
,
le
strappa
gli
orecchini
,
il
derubato
grida
,
il
ladro
infila
la
viottola
,
si
gitta
per
un
angiporto
,
è
sparito
,
la
folla
strepita
,
non
vi
sono
guardie
,
i
mendicanti
gridano
e
una
di
quelle
donne
del
vizio
,
dà
una
falsa
indicazione
,
perchè
è
,
forse
,
un
'
amante
,
un
'
amica
,
una
sorella
del
ladro
,
sempre
una
complice
.
Sia
a
piedi
,
sia
in
carrozza
,
la
vittima
,
il
ladro
finisce
sempre
per
fare
il
suo
colpo
,
senza
farsi
arrestare
,
liquefacendosi
come
una
nuvola
,
dietro
una
di
quelle
stradette
:
e
alcune
,
anzi
,
di
quelle
vie
,
hanno
la
loro
fatal
rinomanza
,
come
quella
a
principio
del
Rettifilo
,
la
via
di
santa
Candida
.
Dopo
le
nove
di
sera
,
il
tratto
del
Rettifilo
da
piazza
Depretis
alla
Ferrovia
,
è
poco
percorso
da
gente
:
e
malgrado
le
grosse
lampade
elettriche
,
quel
tratto
è
uno
dei
più
pericolosi
della
città
,
e
i
medesimi
cocchieri
da
nolo
,
affrettano
il
passo
zoppicante
del
loro
povero
cavallo
,
andando
alla
stazione
o
tornandone
,
poichè
sanno
che
il
loro
passaggiero
può
avere
,
forse
e
senza
forse
,
un
'
aggressione
.
In
quell
'
ora
non
si
aggirano
,
colà
,
che
ladruncoli
,
camorristi
,
pregiudicati
e
donne
di
mala
vita
.
Nella
magnifica
strada
:
nella
strada
della
salute
e
della
redenzione
del
popolo
napoletano
!
*
*
*
Ahi
,
che
essa
è
semplicemente
un
paravento
,
ma
leggiero
,
fragile
e
grossolano
paravento
,
un
paravento
che
non
nasconde
neppure
,
a
chi
vuol
saper
tutto
,
tutto
ciò
che
vi
è
dietro
,
di
pietoso
e
di
orribile
!
E
un
'
altra
volta
io
vi
dirò
quel
che
vidi
,
lì
dietro
,
con
una
triste
e
lunga
curiosità
,
con
un
coraggio
disperato
e
,
con
l
'
angoscia
più
opprimente
,
del
mio
umile
ma
fedele
cuore
di
napoletana
!
DIETRO
IL
PARAVENTO
Cominciamo
da
quanto
esiste
,
dietro
il
paravento
a
sinistra
del
Rettifilo
,
venendo
dal
centro
della
città
,
andando
verso
la
ferrovia
:
e
osserviamo
se
si
è
risanato
,
come
era
la
idea
semplice
e
alta
di
tutti
quelli
che
vollero
salvare
il
popolo
napoletano
dalla
sporcizia
,
dal
vizio
,
dalla
epidemia
e
dalla
morte
.
Questo
lato
è
il
meno
orribile
,
quando
lo
si
percorre
,
passo
passo
,
dalle
spalle
di
via
Guglielmo
Sanfelice
,
dalle
spalle
dello
splendido
e
deserto
palazzo
della
Borsa
sino
laggiù
,
laggiù
,
all
'
Annunziata
.
Eppure
!
Camminando
dietro
il
paravento
,
salendo
,
scendendo
,
salvo
due
o
tre
traverse
di
cui
una
sola
è
completata
,
due
compiute
a
metà
,
le
altre
sono
semplicemente
aperte
,
e
alcune
di
esse
non
sono
neppure
accennate
,
restandovi
ancora
,
massime
verso
l
'
Università
i
vicoli
antichi
,
umidi
,
alti
,
tetri
e
sporchi
.
È
il
lato
meno
spaventoso
agli
occhi
,
meno
nauseante
all
'
odorato
,
quello
a
sinistra
;
eppure
!
Sono
restate
intatte
le
oscure
e
malfide
gradelle
di
Santa
Maria
la
Nova
,
le
antiche
gradelle
che
conducevano
al
Cerriglio
e
che
ora
conducono
alla
piazza
della
Borsa
;
intatte
le
strette
,
nere
,
soffocate
,
soffocanti
gradelle
di
Santa
Barbara
,
col
loro
angiporto
che
avrà
duecento
anni
e
che
venti
anni
di
risanamento
edilizio
,
a
due
passi
di
lì
non
hanno
distrutto
,
le
famose
gradelle
di
santa
Barbara
,
celebri
per
il
loro
tarallaro
,
il
biscottaio
popolare
,
ma
celebri
anche
per
il
vizio
diurno
e
notturno
,
che
vi
ha
i
suoi
antri
più
bassi
e
più
tristi
:
nè
,
a
quanto
pare
,
tutto
questo
è
mutato
.
I
miei
occhi
hanno
visto
,
in
questa
lunga
indagine
,
le
donne
appoggiate
agli
angoli
di
questi
angiporti
,
con
le
gonne
attaccate
sullo
stomaco
,
le
pianelle
coi
tacchi
alti
,
le
calzette
rosse
e
le
guancie
cariche
di
belletto
,
mentre
,
nei
loro
occhi
,
vi
è
quella
mortale
fierezza
e
quella
mortale
tristezza
che
è
il
segno
caratteristico
del
peccato
,
del
vizio
,
nelle
donne
del
popolo
napoletano
.
Questo
è
il
lato
migliore
di
dietro
il
paravento
,
le
vie
che
salgono
,
vanno
verso
quartieri
più
borghesi
che
popolari
,
vanno
verso
quartieri
di
commercianti
,
di
professionisti
,
e
lo
spettacolo
non
desta
un
ribrezzo
tanto
profondo
;
eppure
!
Forse
che
è
stato
toccato
,
neppure
in
una
sua
pietra
,
quel
budello
nero
,
storto
,
ripido
,
sdrucciolevole
,
che
è
il
vico
di
Mezzocannone
?
Ah
,
esso
non
è
stato
toccato
,
e
tutta
la
gente
d
'
immaginazione
,
ma
senza
cuore
,
tutti
quelli
che
amano
il
colore
a
scapito
della
civiltà
e
della
decenza
,
tutti
quelli
che
amano
il
carattere
e
non
hanno
compassione
di
chi
muore
,
si
consoli
,
perchè
il
vico
di
Mezzocannone
è
stato
rispettato
e
,
probabilmente
,
non
sarà
mai
toccato
!
Eccolo
,
oscuro
,
fetido
,
pericoloso
alle
gambe
,
pericoloso
alle
gonne
pulite
,
ai
calzoni
puliti
,
eccolo
con
le
sue
case
senz
'
aria
e
senza
sole
,
con
le
sue
botteghe
che
sembrano
dei
sotterranei
,
ove
sono
dei
tintori
,
dei
venditori
di
vino
e
persino
,
lavorando
nella
via
,
delle
ricamatrici
di
oggetti
di
chiesa
,
ricamatrici
in
seta
e
in
oro
:
eccolo
,
col
suo
goffo
re
di
Mezzocannone
,
sovra
una
vecchia
fontana
,
con
quell
'
altro
precipizio
,
di
traverso
,
che
sono
le
gradelle
di
san
Giovanni
Maggiore
:
eccolo
,
il
vero
nostro
vicolo
di
Mezzocannone
,
ce
lo
hanno
lasciato
e
noi
possiamo
ancora
,
turandoci
il
naso
,
attraversarlo
in
fretta
:
il
Risanamento
non
ha
osato
arrivarvi
:
non
vi
arriverà
mai
!
Sul
fronte
del
Rettifilo
si
sta
costruendo
la
facciata
della
nuova
Università
,
nè
appare
molto
bella
,
mentre
l
'
antica
Università
,
via
,
aveva
la
sua
grandezza
e
il
suo
fascino
:
si
sta
costruendo
e
gli
studenti
e
i
professori
e
la
scienza
finiranno
per
esser
allogati
magnificamente
quando
tutto
ciò
sarà
finito
.
E
via
san
Marcellino
?
E
gli
altri
intestini
di
viottole
che
discendono
,
in
quella
regione
,
intestini
ove
si
agita
e
vive
della
gente
,
vi
sono
degli
uomini
,
dei
cristiani
,
accumulati
,
così
,
e
tutte
le
altre
straducce
,
adiacenti
al
Rettifilo
?
Tutto
ciò
che
era
il
vero
risanamento
,
perchè
,
perchè
non
è
stato
risanato
,
mentre
quasi
tutti
i
denari
,
sono
stati
spesi
,
mentre
quei
pochi
che
restano
,
salvati
a
stento
,
basteranno
scarsamente
a
completare
le
due
ali
del
paravento
,
a
destra
e
a
sinistra
,
e
non
si
potrà
nulla
fare
per
tutto
ciò
che
è
dietro
?
Nulla
ci
sta
più
a
cuore
del
decoro
esterno
della
nostra
carissima
città
e
noi
amiamo
che
ci
sia
un
palazzo
della
Borsa
maestoso
,
anche
se
non
vi
si
facciano
affari
,
dentro
;
noi
amiamo
vedere
la
grande
gabbia
aerea
dei
telefoni
,
sull
'
alto
palazzo
,
in
piazza
,
sebbene
siano
così
pochi
gli
abbonati
in
una
città
di
seicentomila
anime
;
noi
amiamo
pensare
una
novissima
Università
,
con
le
sue
cliniche
e
i
suoi
gabinetti
scientifici
,
affollata
dalla
parte
più
geniale
e
più
simpatica
della
nostra
popolazione
,
cioè
gli
studenti
:
sì
!
Ma
che
,
accanto
,
a
dieci
passi
,
viva
nella
lordura
,
nella
miseria
,
nelle
stamberghe
,
nelle
caverne
,
tutta
una
parte
di
popolo
,
per
cui
si
volle
il
risanamento
edilizio
e
igienico
,
che
questa
parte
di
popolo
a
cui
si
destinarono
cento
milioni
,
muoia
di
tutte
le
infezioni
,
dopo
averne
vissuto
,
alle
spalle
di
tutti
i
nuovi
palazzi
:
questo
è
che
fa
sollevare
di
dolore
e
di
rimpianto
il
nostro
cuore
e
ci
fa
sembrare
una
beffarda
ironia
la
maestà
esteriore
dei
nuovi
edificii
,
dietro
i
quali
vi
sono
il
putridume
e
la
cancrena
!
*
*
*
Ma
la
vera
via
crucis
per
l
'
osservatore
che
abbia
un
'
anima
pietosa
,
è
il
percorrere
,
a
piedi
,
dove
può
e
come
può
,
tutto
ciò
che
è
dietro
il
paravento
,
alla
diritta
del
Rettifilo
,
venendo
dal
centro
della
città
,
andando
verso
la
ferrovia
,
principiando
da
quanto
è
alle
spalle
della
via
Niccola
Amore
,
continuando
sino
a
piazza
Mercato
,
sino
a
porta
Nolana
.
Alle
spalle
?
Via
Niccola
Amore
,
a
diritta
,
non
ha
che
un
lungo
e
basso
muretto
e
tutte
le
vecchissime
case
,
in
cui
s
'
imboccava
via
Porto
,
sono
in
piedi
,
alte
,
prepotenti
,
incombenti
,
sfidanti
da
anni
il
piccone
,
che
non
le
tocca
,
che
non
le
toccherà
,
forse
,
giammai
!
Ivi
,
non
vi
è
neppure
il
paravento
:
ivi
,
signoreggiano
,
quasi
spettri
della
miseria
e
dell
'
onta
,
tutte
le
case
di
Basso
Porto
ricetti
di
povertà
inaudite
,
ricetti
di
delitti
e
di
delittuosi
,
ricetti
di
tutte
le
cose
e
le
persone
infami
e
dolenti
.
Guardate
!
Non
avete
che
a
guardare
alla
vostra
diritta
,
passando
,
e
il
Basso
Porto
vi
dirà
che
è
stato
di
vano
,
di
inane
,
di
inutile
quanto
si
è
voluto
fare
e
quanto
non
si
è
fatto
,
quanto
non
si
è
voluto
fare
!
Ma
,
abbiate
una
lugubre
curiosità
e
discendete
,
laggiù
.
Dico
bene
:
discendete
tutto
il
lato
destro
del
Rettifilo
:
le
colmate
sono
restate
un
progetto
fantasioso
,
mai
eseguito
onde
,
laggiù
si
penetra
per
tutti
i
modi
più
rudimentali
,
più
incerti
,
più
infidi
e
più
pericolosi
.
Scalette
di
legno
improvvisate
e
diventate
,
ahimè
,
definitive
;
scalette
di
pietra
,
a
scalini
mal
connessi
e
tremanti
sotto
il
piede
;
scalette
tagliate
nella
terra
,
sì
,
nella
terra
,
come
in
qualche
villaggio
africano
;
rampe
a
scaglioni
;
rampe
di
terra
,
discese
ripide
e
sdrucciolevoli
:
tutte
le
forme
,
infine
,
del
precipizio
,
a
due
passi
dai
grandi
palazzi
.
Qua
e
là
,
qualche
rozza
ringhiera
;
appoggiandovisi
,
guardando
giù
,
par
di
mettere
l
'
occhio
in
una
cantina
,
in
un
pozzo
.
Lo
slivello
fa
paura
.
Le
colmate
dovrebbero
arrivare
ai
primi
piani
di
queste
catapecchie
:
e
a
pianterreno
,
ai
primi
piani
di
queste
catapecchie
,
abita
gente
,
ha
bottega
,
vive
,
muore
;
e
così
sarà
,
per
moltissimi
anni
ancora
,
così
sarà
,
forse
,
per
sempre
!
Lo
slivello
pauroso
si
prosegue
da
Porto
,
a
Vicaria
,
a
Mercato
,
sino
alla
fine
,
e
in
fondo
a
questi
pozzi
,
in
fondo
a
queste
cantine
,
in
fondo
a
questi
sotterranei
esiste
tutto
quello
che
esisteva
prima
,
purtroppo
,
peggiorato
!
Le
antiche
arti
,
gli
Orefici
,
gli
Armieri
,
i
Lanzieri
,
i
Taffettanari
,
son
là
,
coi
loro
piccoli
opificii
malsani
,
oscuri
,
miserabili
;
sono
ancora
lì
le
straduccie
affogate
,
fra
le
case
,
gli
antichi
portoncini
larghi
settantacinque
centimetri
,
le
antiche
finestre
dai
vetri
sporchi
,
gli
antichi
cavalcavia
sui
quali
pare
si
abbattano
le
vecchie
case
crollanti
,
gli
antichi
vicoli
ciechi
,
ricovero
di
ogni
sporcizia
:
tutto
,
tutto
è
restato
com
'
era
,
talmente
sporco
da
fare
schifo
,
senza
mai
uno
spazzino
che
vi
appaia
,
senza
mai
una
guardia
che
vi
faccia
capolino
.
Tutto
si
fa
,
nelle
piazzette
,
nei
vicoletti
:
tutti
vendono
il
vendibile
,
erbe
,
frutta
,
carne
,
pesci
,
nel
fango
eterno
della
strada
;
e
vi
sono
le
antiche
osterie
,
ancora
,
ove
si
vendono
le
zuppe
di
pasta
e
fagioli
,
le
fritture
,
di
cento
cose
fritte
,
dai
panzarotti
ai
peperoni
,
le
insalate
di
scapece
,
il
zoffritto
a
porzione
di
tre
soldi
,
di
due
soldi
,
persino
di
un
soldo
!
Come
un
tempo
!
Peggio
di
un
tempo
!
A
dieci
passi
dal
Rettifilo
,
caldaie
di
patate
,
caldaie
di
polipi
,
caldaie
di
spighe
bollite
,
caldaie
di
castagne
,
e
il
più
acre
odore
,
intorno
,
da
queste
cucine
,
dalle
piccole
fucine
degli
Orefici
,
e
degli
armaioli
,
dalle
marmitte
dei
tintori
!
Pieno
di
colore
?
Già
:
ma
orribile
!
Io
rammento
tre
punti
,
fra
gli
altri
.
Una
piccola
regione
chiamata
Tentella
:
cioè
un
intrico
quasi
verminoso
di
vicoletti
e
vicolucci
,
nerastri
,
ove
la
luce
meridiana
mai
discende
,
ove
mai
il
sole
penetra
,
ove
per
terra
la
mota
è
accumulata
da
anni
,
ove
le
immondizie
sono
a
grandi
mucchi
,
in
ogni
angolo
,
ove
tutto
è
oscuro
e
tutto
è
lubrico
,
ove
,
a
un
crocicchio
,
vi
è
un
'
ostessa
dai
folti
capelli
neri
,
a
un
crocicchio
,
donde
,
in
penombra
si
vede
ancora
il
fondaco
Tentella
,
una
ostessa
che
vende
ogni
sorta
di
mangiare
in
grandi
piatti
di
rame
lucido
,
dalla
fragaglia
fritta
alla
spiritosa
di
pastinache
.
E
m
'
incoraggia
ad
andare
verso
il
fondaco
Tentella
,
l
'
ostessa
,
con
la
bonomia
napoletana
,
m
'
incoraggia
,
poichè
vede
che
io
esito
,
innanzi
a
tutte
quelle
sporcizie
,
lungo
quelle
mura
trasudanti
umidità
,
con
quegli
odori
nauseanti
:
mi
incoraggia
,
mentre
io
esito
,
fissando
gli
occhi
in
quella
oscurità
-
e
siamo
nel
paese
dell
'
azzurro
,
del
sole
!
-
mentre
sul
suo
viso
giallastro
,
sulle
sue
labbra
violette
,
nei
suoi
denti
neri
,
io
leggo
tutte
le
traccie
di
quella
vita
sprofondata
nel
lezzo
e
nei
contatti
costantemente
malsani
,
tre
o
quattro
persone
,
in
una
stanza
,
e
che
stanza
,
e
le
ore
del
giorno
,
in
una
cucina
affumicata
,
a
preparare
le
vivande
male
olenti
,
da
vendere
!
Da
quanti
anni
non
viene
,
qui
,
un
sindaco
,
un
assessore
?
Da
quanti
anni
non
si
lavano
,
queste
vie
?
Da
quanti
mesi
non
si
spazzano
?
Tutto
il
letame
delle
bestie
e
delle
persone
e
delle
case
,
tutto
è
qui
e
nessuno
ce
lo
toglie
,
qui
,
sull
'
orlo
della
civiltà
novella
,
dietro
ai
palazzi
sontuosi
-
andate
laggiù
,
cercate
del
vicolo
Barre
:
esso
dovrebbe
corrispondere
a
una
colmata
che
non
si
è
fatta
,
a
una
traversa
che
non
si
è
mai
aperta
.
È
un
vicolo
strettissimo
,
lunghissimo
,
con
case
altissime
,
disseminate
di
balconi
,
di
finestrelle
:
i
due
lati
sono
legati
fra
loro
da
cavalcavia
,
da
ponti
di
pietre
,
da
ponticelli
di
legno
,
il
che
ne
aumenta
l
'
oscurità
:
i
due
lati
,
anche
,
sono
legati
da
corde
,
da
funicelle
a
cui
pendono
panni
,
di
tutti
i
colori
,
rappezzati
,
stinti
:
e
questo
lunghissimo
vicolo
Barre
,
i
cui
portoncini
sembrano
caverne
,
non
ha
un
lampione
:
è
una
vera
sentina
di
ogni
cosa
più
ignobile
:
ed
è
pericoloso
a
esser
attraversato
anche
di
giorno
,
tutto
abitato
da
donne
di
mala
vita
,
da
camorristi
,
da
ladri
,
e
l
'
orrore
che
ne
proverete
non
sarà
solamente
fisico
,
voi
proverete
uno
di
quegli
avvilimenti
morali
che
provocano
delle
profonde
tristezze
.
E
se
voi
volete
scrivere
un
capitolo
di
un
romanzo
popolare
,
più
innanzi
,
molto
più
innanzi
di
questo
tremendo
vicolo
Barre
,
attraversate
il
vico
dei
Cangiani
,
col
suo
relativo
supportico
.
Esso
è
costeggiato
,
a
manca
e
a
dritta
,
tutto
da
piccole
locande
,
dove
si
pagano
quattro
o
cinque
soldi
per
dormire
,
ove
si
dorme
in
quattro
o
cinque
in
una
sola
stanza
:
queste
locande
hanno
una
clientela
speciale
,
quella
dei
carrettieri
di
Calabria
,
di
Basilicata
,
del
Cilento
,
di
Terra
di
Lavoro
,
coloro
che
si
chiamano
nel
popolo
,
vaticali
,
da
viatico
,
certo
:
e
questi
contadini
stanno
,
di
giorno
,
sui
portoncini
di
queste
locande
da
quattro
soldi
,
stanno
,
vestiti
dei
loro
panni
pesanti
e
di
taglio
contadinesco
,
coi
loro
cappelli
di
strana
foggia
,
coi
loro
mantelli
,
seduti
per
terra
,
seduti
sovra
una
pietra
,
aspettando
di
rimettersi
in
cammino
.
Io
ho
attraversato
questo
vicolo
,
fermandomi
a
guardare
quei
volti
adusti
,
immobili
di
espressione
,
pazienti
sotto
le
fatiche
e
sotto
i
disagi
,
quelle
labbra
mute
:
ho
vissuto
dei
lunghi
minuti
in
questo
vicolo
nerastro
,
tutto
disselciato
,
pieno
di
acque
luride
,
pieno
di
una
melma
attaccaticcia
,
in
questo
vicolo
talmente
tetro
che
sembra
una
tomba
,
e
,
a
un
certo
punto
,
sono
stata
presa
dal
delirio
di
fuggire
,
di
fuggire
,
per
non
vedere
più
,
per
non
udire
più
,
per
non
avere
più
lo
spettacolo
della
più
amara
delusione
,
nel
mio
cuore
di
napoletana
,
per
non
soffrire
delle
sconosciute
sofferenze
altrui
,
da
niuno
consolate
,
poichè
quella
gente
vive
e
muore
,
laggiù
,
alle
spalle
dei
superbi
palazzi
,
ignota
,
obliata
,
disdegnata
,
disprezzata
!
*
*
*
E
,
in
ultimo
,
sapete
che
è
accaduto
?
Che
il
popolo
,
non
potendo
abitare
il
Rettifilo
,
di
cui
le
pigioni
sono
molto
care
,
non
avendo
le
traverse
a
sua
disposizione
,
non
avendo
delle
vere
case
del
popolo
,
è
stato
respinto
,
respinto
,
dietro
il
paravento
!
Così
si
è
accalcato
molto
più
di
prima
;
così
il
Censimento
potrebbe
dirvi
che
tutta
la
facciata
del
Rettifilo
,
è
poco
abitata
,
e
tutto
ciò
che
è
dietro
,
disgraziatamente
,
è
abitato
più
di
prima
;
che
dove
erano
otto
persone
,
ora
sono
dodici
;
che
lo
spazio
è
diminuito
e
le
persone
sono
cresciute
;
che
il
Rettifilo
,
infine
,
ha
fatto
al
popolo
napoletano
più
male
che
bene
!
In
quell
'
intrico
che
va
da
Porto
a
Mercato
,
a
Vicaria
,
si
aggroviglia
una
folla
spaventosa
;
non
vi
sono
che
poche
fontanelle
di
acqua
e
le
case
,
che
debbono
essere
,
demolite
(
?
)
,
ne
mancano
;
non
vi
sono
fognature
regolari
,
non
vi
sono
lampioni
,
poichè
il
piano
stradale
,
è
assolutamente
dissestato
:
tutto
ciò
che
serve
alla
vita
,
vi
manca
.
Se
una
epidemia
,
lontana
sia
,
dovesse
capitarci
,
impossibile
circoscriverla
,
impossibile
dominarla
:
in
quei
quartieri
farebbe
novellamente
strage
,
come
venti
anni
or
sono
;
e
i
nostri
edili
nulla
ne
sanno
;
e
nessuno
vuol
saperne
niente
.
E
quel
popolo
che
è
stato
tradito
,
poichè
non
ha
avuto
quanto
la
nazione
gli
aveva
donato
,
per
redimerlo
igienicamente
e
moralmente
,
quel
popolo
che
è
abbandonato
,
che
lo
sa
,
che
un
po
'
ne
ride
,
un
po
'
ne
sospira
,
un
po
'
ne
digrigna
i
denti
,
questo
grande
popolo
che
noi
dobbiamo
amare
,
che
noi
amiamo
,
perchè
ci
sentiamo
affratellati
con
esso
,
perchè
anche
noi
siamo
popolo
,
perchè
noi
siamo
come
esso
e
figliuoli
del
medesimo
Iddio
di
giustizia
e
di
clemenza
,
questo
popolo
non
resiste
agli
antichi
istinti
,
al
bisogno
di
vivere
come
che
sia
,
al
bisogno
di
vendicarsi
di
questa
società
ingrata
e
traditrice
:
non
resiste
alla
suggestione
del
vizio
,
del
male
:
e
giuoca
:
e
ruba
:
e
si
vende
:
e
ferisce
:
e
uccide
:
e
colà
,
di
giorno
,
di
notte
,
appena
dietro
il
paravento
,
o
nel
Rettifilo
istesso
,
il
crimine
,
il
delitto
,
si
espandono
,
fioriscono
,
eterna
rampogna
,
eterno
rimorso
a
coloro
che
,
fedifraghi
al
Re
,
ad
Agostino
Depretis
,
a
Niccola
Amore
,
a
Guglielmo
Sanfelice
,
alla
Nazione
,
commossa
di
orrore
e
di
pietà
,
mancarono
ai
patti
giurati
e
ruppero
ogni
promessa
,
lasciando
il
popolo
napoletano
a
languire
,
a
struggersi
,
a
patire
,
ad
agonizzare
,
nella
più
profonda
ignavia
del
corpo
e
dell
'
anima
.
LE
CASE
DEL
POPOLO
Una
delle
nobilissime
,
pietose
ma
fallaci
utopie
di
tutti
coloro
che
hanno
voluto
o
vogliono
salvare
il
popolo
napoletano
dalla
miseria
,
dal
vizio
,
dal
delitto
e
dalla
morte
,
è
stata
,
è
quella
di
dare
a
questo
popolo
,
delle
abitazioni
fatte
per
esso
.
E
,
difatti
,
nessuna
compassione
e
nessun
ribrezzo
più
grande
che
il
cacciar
il
viso
a
fondo
in
questi
bassi
ove
vive
e
mal
vive
il
popolo
,
in
questi
bassi
che
sono
già
oscuri
,
oppressi
,
angusti
nelle
vie
più
grandi
e
che
nei
vicoli
,
in
cento
vicoli
,
in
mille
vicoli
diventano
delle
stamberghe
sotterranee
,
quasi
diventano
degli
antri
ove
si
agitano
e
brulicano
le
vite
umane
,
piccole
,
grandi
,
decrepite
.
Il
basso
è
una
bottega
rudimentale
,
un
terraneo
,
piuttosto
,
senza
finestra
,
senza
cesso
,
senz
'
altro
sfogo
che
una
porta
,
talvolta
angusta
che
,
d
'
inverno
,
deve
star
chiusa
,
che
,
di
notte
,
non
può
stare
aperta
;
e
appena
la
primavera
viene
,
chi
lo
abita
,
si
trasporta
nella
via
,
sul
marciapiede
,
vivendo
sulla
soglia
,
fuori
della
soglia
,
occupando
il
terreno
pubblico
,
coi
suoi
figli
,
col
suo
fornello
da
stirare
e
da
cucinare
,
con
la
sua
macchina
da
cucire
,
quando
non
la
occupa
col
suo
banchetto
da
ciabattino
,
col
suo
banchetto
di
venditrice
di
castagne
e
di
spighe
allesse
.
Nel
basso
dormivano
-
dormono
!
-
tre
,
quattro
,
sino
a
sette
persone
e
nelle
notti
estive
,
due
,
tre
di
essi
,
soffocando
di
caldo
,
trascinano
uno
strapuntino
fuori
della
porta
,
mettono
una
sedia
,
o
addirittura
si
gittano
sul
lastrico
,
dormendo
all
'
aria
aperta
.
Non
essendovi
cessi
ognuna
di
queste
persone
,
grandi
e
piccole
,
va
a
scegliere
un
angolo
remoto
,
vicino
o
lontano
,
di
cui
forma
il
proprio
water
closet
e
,
talvolta
,
le
madri
accompagnano
i
piccini
e
le
piccine
,
apposta
,
perchè
non
siano
disturbate
:
così
,
molte
strade
di
Napoli
sono
trasformate
,
appunto
in
water
closet
di
padre
in
figlio
,
immancabilmente
,
senza
che
questa
barbarie
indecente
,
oscena
possa
essere
sradicata
.
Io
citerò
e
mi
si
perdoni
l
'
insistenza
brutale
ma
necessaria
-
la
salita
della
Paggeria
,
le
rampe
di
Brancaccio
,
e
ahimè
,
purtroppo
,
l
'
elegantissimo
parco
Margherita
,
e
le
squisite
traverse
Partenope
,
donde
si
scopre
tanto
divino
paesaggio
di
mare
e
di
cielo
,
sono
anche
destinate
a
tale
uso
.
Io
ho
nominato
solo
quattro
o
cinque
vie
,
perchè
esse
appartengono
,
è
triste
il
dirlo
,
ai
quartieri
più
civili
di
Napoli
,
cioè
di
san
Ferdinando
e
Chiaia
,
poichè
,
essi
appartengono
al
famoso
rione
della
Beltà
,
cioè
dove
abita
la
nobiltà
e
dove
vengono
a
dimorare
i
forestieri
.
Delle
viottole
e
viuzze
ammorbate
,
ammorbanti
dei
quartieri
popolari
,
non
parlo
;
dovrei
nominarne
a
centinaia
.
Ciò
è
immondo
;
ma
è
la
verità
.
Or
dunque
,
ogni
salvatore
di
Napoli
,
tutti
i
salvatori
di
Napoli
hanno
pensato
,
hanno
detto
:
diamo
al
popolo
napoletano
delle
case
al
primo
piano
,
al
secondo
,
al
terzo
,
al
quarto
,
delle
case
piccole
,
pulite
,
con
la
cucinetta
,
col
rubinetto
di
acqua
del
Serino
,
col
cesso
;
diamo
loro
delle
case
ove
entri
l
'
aria
,
entri
il
sole
,
ove
ci
si
possa
lavorare
ampiamente
,
bere
in
abbondanza
,
e
ove
la
primissima
decenza
,
la
primissima
igiene
siano
rispettate
.
E
ciò
è
stato
fatto
;
e
tre
o
quattro
grandi
o
piccoli
quartieri
di
case
pel
popolo
sono
sorti
,
e
ciò
è
stato
fatto
con
tale
imprevidenza
,
con
tale
ignoranza
presuntuosa
,
con
tali
calcoli
sbagliati
,
che
questi
quartieri
non
sono
serviti
a
nulla
,
a
nulla
,
e
sorgono
,
nei
sobborghi
della
città
,
sulla
riva
di
santa
Lucia
,
enormi
,
massicci
,
brutti
,
già
lerci
,
già
quasi
cadenti
,
mentre
il
popolo
non
vi
abita
!
*
*
*
Citiamo
il
Borgo
Marinai
,
a
santa
Lucia
,
posto
che
si
dovevano
abbattere
,
sino
da
venti
anni
,
tutte
le
case
pittoresche
e
sporchissime
dell
'
antico
rione
santa
Lucia
,
case
che
,
oh
ironia
,
si
vanno
abbattendo
solo
da
un
anno
,
e
si
era
preoccupati
dove
si
sarebbero
allogati
quei
pescatori
di
polipi
,
quelle
venditrici
di
acqua
sulfurea
,
quegli
intrecciatori
di
nasse
,
quei
sommozzatori
o
palombari
,
si
pensò
e
si
costruì
,
sulla
lingua
di
terra
che
parte
dalla
sinistra
,
di
Castel
dell
'
Uovo
,
un
gruppo
di
casette
a
un
piano
,
sulla
riva
del
mare
.
Costavano
,
costano
diciotto
lire
,
una
stanzetta
con
la
cucina
,
e
ventisette
lire
due
stanzette
con
la
cucina
.
Irrisione
!
Nonsenso
!
Non
vi
è
pescatore
,
non
vi
è
palombaro
,
non
vi
è
barcaiuolo
di
santa
Lucia
che
guadagni
più
di
venticinque
o
trenta
soldi
al
giorno
e
volete
che
ne
spenda
diciassette
soldi
,
al
giorno
,
solo
per
la
casa
?
Non
vi
è
venditrice
di
acqua
minerale
,
di
noci
,
di
frutta
fracide
,
di
ciambellette
,
di
spassatiempo
che
guadagni
,
quando
li
guadagna
,
più
di
dodici
o
quindici
soldi
al
giorno
e
,
se
è
sola
,
se
è
vedova
,
se
è
abbandonata
dal
marito
,
come
potrebbe
pagarne
diciassette
,
al
giorno
,
per
il
pigione
di
casa
?
In
breve
:
come
era
naturale
,
non
un
solo
luciano
,
non
una
sola
luciana
è
andata
ad
abitare
al
Borgo
Marinai
.
Non
uno
,
una
!
Hanno
preferito
,
ostinatamente
,
le
loro
vecchie
,
dirute
,
sudicissime
case
che
,
per
diciotto
anni
,
hanno
aspettato
il
piccone
,
ove
pagavano
nove
o
dieci
lire
il
mese
,
di
pigione
-
è
TUTTO
ciò
che
può
pagare
il
popolo
napoletano
NOVE
o
DIECI
LIRE
il
mese
!
-
e
negli
ultimi
due
anni
,
man
mano
si
sono
ritirati
più
indietro
,
nelle
medesime
catapecchie
,
e
scacciati
dalle
demolizioni
,
sono
rientrati
,
rientrano
la
notte
ad
abitare
le
rovine
,
e
si
gittano
alle
ginocchia
dei
demolitori
,
per
non
essere
perseguitati
dalle
guardie
,
dai
carabinieri
,
e
piangono
,
e
gridano
,
e
urlano
,
non
vogliono
andar
via
,
non
sanno
andar
via
,
e
alcuni
di
essi
,
o
pietà
grande
,
abitano
,
adesso
,
nelle
grotte
onde
è
forato
il
monte
Echia
che
sovrasta
santa
Lucia
,
e
talvolta
una
di
queste
grotte
frana
sulle
teste
,
sui
corpi
di
questi
miseri
luciani
che
dormono
,
e
li
uccide
.
Intanto
dirimpetto
,
sotto
il
forte
Ovo
,
il
Borgo
Marinai
scintilla
di
lumi
che
si
riflettono
nelle
acque
del
mare
.
Chi
vi
abita
,
chi
vi
vive
,
mai
?
Pittori
che
scelsero
quei
quartini
per
istudio
,
poichè
il
posto
è
pittoresco
;
qualche
loro
modella
;
delle
ballerine
o
delle
chanteuses
del
vicino
cafè
chantant
dell
'
Eldorado
,
che
prendono
in
affitto
,
per
un
mese
,
per
quindici
giorni
,
una
cameretta
con
cucina
;
qualche
donnina
di
facile
vita
e
misera
fortuna
;
e
altra
minuta
gente
,
non
del
popolo
.
In
quanto
alle
botteghe
,
esse
in
un
vasto
angolo
,
sono
tutte
trasformate
in
osterie
grandi
e
piccole
,
alcune
carissime
,
altre
modeste
,
altre
vere
taverne
e
vi
si
aspira
un
'
aria
mefitica
di
cucine
più
o
meno
malsane
,
e
nel
piccolo
porto
cadono
tutti
i
detriti
di
queste
taverne
e
ciò
contrista
,
affligge
,
avvilisce
i
due
eleganti
clubs
dei
canottieri
che
sono
sulla
riva
accanto
.
A
ogni
modo
il
Borgo
Marinai
è
vivido
,
lieto
,
curioso
:
e
inutile
,
infine
,
anche
al
santo
scopo
a
cui
serviva
.
I
luciani
sono
d
'
altra
parte
respinti
di
stamberga
in
stamberga
,
respinti
di
rovina
in
rovina
,
di
grotta
in
grotta
.
E
dopo
,
quando
tutto
,
tutto
sarà
demolito
dove
andranno
questi
superbi
ma
poverissimi
popolani
,
quelle
fiere
,
ma
miserissime
popolane
dove
andranno
?
Lo
sa
Iddio
!
*
*
*
Anche
le
case
del
popolo
costruite
all
'
Arenaccia
,
nel
Quartiere
Orientale
hanno
fallito
completamente
la
meta
.
Il
minor
prezzo
di
ognuno
di
questi
quartini
,
è
ventisette
lire
il
mese
;
si
domandano
due
mesate
anticipate
,
per
regolamento
,
cioè
cinquantaquattro
lire
:
o
si
domanda
un
garante
solido
.
Anzi
tutto
,
dove
è
mai
un
vero
popolano
che
possa
pagare
ventisette
lire
il
mese
,
di
pigione
?
Per
poter
cavare
questa
somma
,
un
napoletano
del
popolo
deve
guadagnare
almeno
due
lire
e
cinquanta
al
giorno
,
o
tre
lire
:
e
allora
,
qui
da
noi
,
non
è
più
un
popolano
,
è
già
un
operaio
,
ma
di
quelli
fortunatissimi
,
di
opera
eletta
,
diciamo
così
:
è
già
un
civile
,
è
già
appartenente
alla
piccola
borghesia
.
Dove
,
dove
è
il
popolano
che
disponga
,
mai
,
nella
sua
vita
di
cinquantaquattro
lire
tutte
insieme
?
Dove
,
dove
è
il
popolano
che
trovi
un
garante
solido
?
Ah
che
nessuno
,
nessuno
si
convince
che
qui
,
il
popolo
nostro
,
vive
di
soldi
e
non
vive
di
lire
,
che
gitta
la
sua
gioventù
,
la
sua
salute
e
la
sua
forza
in
fatiche
compensate
irrisoriamente
,
felice
,
anche
,
di
trovarla
,
questa
fatica
;
che
,
per
istinto
,
poichè
nessuno
pensò
a
educarlo
,
preferisce
spendere
i
suoi
soldi
più
nel
mangiare
,
che
nell
'
aver
una
casa
e
delle
vesti
e
che
quando
ha
venti
soldi
,
quindici
,
almeno
,
gli
servono
pel
suo
pranzo
e
il
resto
,
pel
resto
!
Ventisette
lire
il
mese
!
Cinquantaquattro
lire
di
anticipo
!
Un
garante
solido
!
Quale
ironia
insultante
!
Nelle
case
del
popolo
,
all
'
Arenaccia
,
nel
Quartiere
Orientale
non
abitano
,
dunque
,
che
gli
operai
eleganti
,
diciamo
così
,
e
tutta
la
piccola
borghesia
,
piccoli
impiegati
,
commessi
,
contabili
,
uscieri
,
scritturali
e
,
persino
,
dei
cancellieri
di
tribunale
:
non
abitano
che
tutti
coloro
,
il
cui
bilancio
familiare
fluttua
da
settantacinque
lire
a
cento
lire
il
mese
,
posizione
,
già
molto
brillante
,
in
questo
nostro
paese
.
Borghesia
,
borghesia
minuta
,
modesta
,
innumerevole
come
le
stelle
del
cielo
e
le
arene
del
mare
,
borghesia
lavoratrice
,
onesta
,
ma
,
come
si
vede
,
molto
povera
,
per
la
sua
condizione
:
borghesia
,
non
altro
che
borghesia
,
nelle
case
del
popolo
,
ma
niente
popolo
,
mai
!
Vi
è
di
più
.
Spesso
,
a
questi
operai
fortunati
,
a
questi
oscuri
borghesi
dalla
decente
miseria
,
è
impossibile
pagare
ventisette
lire
al
mese
,
perchè
vi
sono
spesso
,
cioè
,
non
spesso
,
sempre
,
dei
figli
,
e
spesso
,
quasi
sempre
molti
figli
,
poichè
la
fecondità
femminile
,
la
prolificazione
,
sovra
tutto
in
certe
classi
,
assume
proporzioni
assai
patriarcali
,
ma
,
anche
,
terrificanti
.
E
allora
si
trova
il
rimedio
peggiore
e
migliore
;
sono
due
le
famiglie
che
prendono
in
affitto
la
casa
di
ventisette
lire
,
stringendosi
,
stringendosi
,
mettendosi
in
tre
,
in
quattro
in
una
stanza
,
avendo
la
piccola
cucina
comune
e
allora
,
addio
aria
,
addio
luce
,
addio
igiene
!
Spesso
una
famiglia
subaffitta
una
camera
a
studenti
,
a
uomini
soli
e
la
vita
è
comune
e
tanto
nel
primo
,
come
nel
secondo
caso
l
'
agglomerazione
,
i
contatti
,
il
vivere
gli
uni
sugli
altri
,
conduce
,
novellamente
,
alla
sporcizia
,
alla
malattia
,
al
vizio
,
alla
corruzione
e
alla
depravazione
.
In
quei
nuovi
caravanserragli
,
laggiù
,
laggiù
,
in
questi
caravanserragli
già
tutti
deturpati
,
dall
'
aspetto
già
sconquassato
,
dalle
macchie
di
sudiceria
trapelanti
dai
muri
,
dai
vetri
già
appannati
e
dalle
cui
finestre
,
come
nei
quartieri
antichi
,
pendono
le
biancherie
di
dubbio
colore
,
mal
lavate
,
e
i
mazzi
di
pomidoro
e
i
mazzi
di
agli
,
in
questi
derisorii
caravanserragli
che
dovevano
servire
alla
rigenerazione
fisica
e
morale
del
popolo
napoletano
,
si
svolgono
,
ogni
giorno
,
drammi
dolorosi
venuti
,
appunto
,
dalla
povertà
e
dalla
degenerazione
,
si
svolgono
farse
grottesche
e
si
vive
colà
,
male
,
malissimo
,
come
si
viveva
altrove
,
e
per
una
folla
che
,
per
abnegazione
,
per
virtù
naturale
,
per
onestà
natia
conserva
la
decenza
dei
costumi
,
ve
ne
è
un
'
altra
che
ha
trasportato
,
colà
,
tutti
i
suoi
istinti
indomabili
,
indomati
,
che
niuno
ha
cercato
di
domare
,
che
ha
impiantato
,
colà
,
una
novella
vita
brulicante
e
scostumata
come
nei
vecchi
quartieri
,
che
,
infine
,
se
pure
non
ruba
,
se
pure
non
assassina
,
altri
essendo
i
covi
e
le
caverne
del
ladri
e
degli
assassini
,
mette
,
accanto
alla
folla
borghese
e
decente
,
una
nota
di
più
bassa
borghesia
,
indecente
,
rumorosa
,
screanzata
,
villana
,
repugnante
.
Non
popolo
,
non
popolo
!
Il
popolo
napoletano
è
restato
nei
suoi
bassi
dei
vecchi
quartieri
,
nei
suoi
bassi
dei
quartieri
non
risanati
,
nei
bassi
purtroppo
,
del
Vasto
,
dell
'
Arenaccia
,
del
Quartiere
Orientale
;
non
è
mai
salito
,
in
nessun
posto
,
di
Napoli
antica
,
di
Napoli
nuova
,
al
primo
piano
o
all
'
ultimo
piano
,
perchè
non
può
pagare
i
prezzi
,
anche
minimi
che
vi
si
pagano
,
perchè
chi
ha
costruite
quelle
case
non
sapeva
niente
,
ignorava
tutto
e
,
intanto
,
ha
fatto
una
ottima
speculazione
,
poichè
tutte
quelle
case
sono
affittate
,
come
ho
detto
;
ma
lo
ripeto
,
e
lo
ripeterò
sempre
,
il
popolo
napoletano
non
si
è
mosso
dal
suo
basso
,
dovunque
il
basso
si
trovi
,
sia
una
bottega
quasi
pulita
o
sia
un
buco
oscuro
e
insalubre
*
*
*
Così
,
purtroppo
,
tutte
le
grandi
idee
dei
grandi
uomini
,
tutti
i
vasti
progetti
,
a
base
di
milioni
,
tutte
le
intraprese
colossali
,
che
volevano
il
risanamento
igienico
e
morale
di
Napoli
,
bisogna
dirlo
hanno
fatto
fiasco
.
E
non
vi
è
rimedio
,
dunque
?
Non
vi
è
altro
da
fare
?
Nulla
,
proprio
,
di
fronte
a
tante
tristezze
,
a
tanti
disastri
,
a
tanti
pericoli
sociali
?
Chi
sa
!
Vedremo
!
CHE
FARE
?
Se
io
leggo
giornali
,
opuscoli
,
libri
che
si
occupino
delle
grandi
questioni
napoletane
,
se
io
seguo
il
movimento
delle
sue
associazioni
,
se
io
noto
i
voti
dei
congressi
,
se
io
odo
i
lamenti
degli
albergatori
,
non
veggo
da
tutto
questo
che
una
costante
,
nobile
,
ammirevole
ed
esclusiva
preoccupazione
di
rendere
gradito
,
sempre
più
,
il
soggiorno
di
Napoli
,
ai
forestieri
.
Benissimo
!
Ottimamente
!
Tutti
gli
sforzi
per
attirarvi
quì
,
oltre
che
per
il
fascino
di
un
indescrivibile
paesaggio
,
oltre
che
per
la
dolcezza
di
un
clima
soavissimo
,
per
la
civiltà
e
la
grazia
dell
'
ambiente
,
il
grande
mondo
cosmopolita
,
che
tante
delizie
trova
,
in
inverno
,
al
Cairo
e
a
Nizza
,
tutti
questi
esemplari
sforzi
,
fatti
non
solo
per
attirare
,
ma
per
trattenere
quì
,
fra
noi
,
la
ricchissima
ed
elegantissima
società
internazionale
,
sono
degni
del
più
grande
e
profondo
incoraggiamento
.
Sì
,
formiamo
il
rione
della
Beltà
,
ove
,
sulle
sponde
del
mare
,
dal
primo
angolo
di
Santa
Lucia
Nova
a
Mergellina
non
sieno
che
belle
case
,
floridi
giardini
,
magnifici
alberghi
,
botteghe
di
cose
di
arte
:
facciamo
che
queste
vie
sieno
spazzate
bene
,
due
o
tre
volte
al
giorno
,
e
che
il
lastricato
non
costituisca
un
pericolo
per
le
ossa
dei
forestieri
:
otteniamo
che
le
carrozzelle
sieno
meno
sgangherate
,
i
cocchieri
meno
laceri
e
meno
sporchi
e
,
sovra
tutto
,
meno
avidi
e
screanzati
coi
forestieri
:
compiamo
il
miracolo
di
fare
sparire
i
mendicanti
schifosi
,
i
venditori
ambulanti
odiosi
,
i
fiorai
petulanti
e
tanti
altri
individui
anche
più
bassi
,
anche
più
equivoci
da
questo
rione
della
Beltà
:
e
che
i
capitalisti
costruiscano
un
kursaal
a
santa
Lucia
,
aperto
in
inverno
per
gli
stranieri
e
in
estate
per
i
provinciali
:
e
altri
capitalisti
facciano
un
Palais
de
la
jeteè
alla
rotonda
di
via
Caracciolo
,
bello
e
ricco
come
quello
di
Nizza
:
e
vi
sieno
altre
attrattive
più
larghe
e
più
possenti
,
i
cui
progetti
noi
lo
sappiamo
,
fervono
nella
mente
di
coloro
che
amano
Napoli
:
e
,
su
tutto
questo
,
si
strombetti
ai
quattro
venti
della
stampa
dei
due
mondi
,
che
la
salubrità
e
la
igiene
di
Napoli
sono
diventate
di
prim
'
ordine
,
il
che
è
la
verità
,
si
strombetti
che
la
sua
mortalità
è
bassissima
di
fronte
a
quella
di
tante
altre
capitali
europee
e
di
Nizza
e
del
Cairo
,
sovra
tutto
,
il
che
è
la
santissima
verità
;
si
strombetti
,
poichè
nessuno
lo
sa
,
all
'
estero
,
che
la
sua
acqua
di
Serino
è
la
migliore
di
tutte
le
acque
europee
,
come
è
dichiarato
in
tutti
i
bollettini
sanitari
,
con
l
'
analisi
alla
mano
e
che
non
vi
è
bisogno
,
quindi
,
di
ricorrere
,
per
gli
stranieri
,
a
tutte
,
le
acque
minerali
che
bevono
altrove
,
dalla
Saint
-
Galmier
all
'
Apollinaris
,
e
che
domandano
anche
qui
,
perchè
ignorano
il
Serino
:
e
in
ogni
maniera
,
in
ogni
forma
,
si
raddoppi
,
si
triplichi
il
movimento
dei
forestieri
a
Napoli
,
si
renda
loro
il
soggiorno
così
piacevole
qui
,
da
trattenerli
giorni
e
settimane
,
da
imprimere
nel
loro
animo
,
partendo
,
una
nostalgia
invincibile
,
in
modo
che
,
lontani
non
potendo
essi
tornare
,
mandino
da
noi
i
loro
parenti
,
i
loro
amici
,
le
loro
conoscenze
.
Questa
è
opera
civile
questa
è
opera
bella
,
anche
se
confini
troppo
con
la
reclame
industriale
,
anche
se
abbia
troppo
l
'
aria
di
una
speculazione
,
anche
se
tenda
a
trasformare
sempre
più
in
un
enorme
Palace
,
tutta
la
Napoli
che
sale
,
laggiù
,
dal
mare
sino
alle
colline
fiorite
di
Posillipo
e
del
Vomero
!
Quel
che
si
è
fatto
a
Nizza
e
a
Montecarlo
,
ha
formato
la
fortuna
di
tutta
la
Cornice
da
Mentone
a
Hyères
quel
che
si
è
fatto
al
Cairo
,
ha
formato
la
fortuna
di
tutto
l
'
Egitto
:
sia
,
sia
,
questa
opera
buona
,
questa
opera
santa
,
e
in
questo
paese
così
bello
e
così
povero
,
così
affascinante
e
così
pieno
di
miseria
,
in
questo
paese
così
delizioso
e
dove
si
muore
di
fame
,
in
questo
paese
dall
'
incanto
indicibile
,
si
dia
alla
industria
del
forestiero
la
forma
larga
,
felice
,
fortunata
,
che
porti
,
a
Napoli
,
il
solo
modo
di
far
vivere
centinaia
di
migliaia
di
persone
!
*
*
*
Ma
si
permetta
a
un
'
anima
solitaria
e
ardente
di
passione
,
pel
suo
paese
,
come
è
la
mia
,
di
chiedere
una
parte
di
tutto
questo
,
una
povera
,
piccola
parte
per
migliorare
le
condizioni
igieniche
e
morali
del
popolo
napoletano
.
Non
si
chiedono
milioni
,
poichè
i
milioni
hanno
fatto
fiasco
nell
'
opera
del
Risanamento
,
e
nessuno
,
naturalmente
,
vuol
dare
più
milioni
,
quando
i
primi
sono
stati
spesi
male
o
perduti
,
per
fatalità
quasi
che
una
mano
misteriosa
perseguitasse
questo
buon
popolo
nostro
.
Si
chiedono
,
in
nome
di
quel
Dio
giusto
che
volle
fossero
accolti
tutti
i
poveri
,
nel
suo
nome
,
povero
e
vagabondo
egli
medesimo
,
sulla
terra
,
che
alla
redenzione
fisica
e
spirituale
dei
poveri
un
po
'
di
attenzione
,
un
po
'
di
denaro
,
un
po
'
di
cura
sia
dedicata
da
coloro
che
debbono
e
possono
fare
questo
!
Tutto
deve
esser
fatto
con
modeste
ma
tenaci
idee
di
bene
,
con
semplici
ma
ostinati
rimedii
,
con
umili
ma
costanti
intenzioni
di
giovare
.
Bando
alla
rettorica
sociale
,
bando
alla
rettorica
industriale
,
bando
alla
rettorica
amministrativa
,
quella
che
viene
dal
Comune
,
la
peggior
rettorica
perchè
guasta
quanto
di
pratico
,
di
utile
,
di
buono
si
potrebbe
fare
,
dagli
edili
nostri
.
Perchè
dunque
non
si
obbligano
la
società
dei
nuovi
quartieri
al
Vasto
,
all
'
Arenaccia
,
al
Quartiere
Orientale
,
di
ridurre
al
minimo
possibile
le
pigioni
,
in
modo
che
le
case
fatte
pel
popolo
siano
abitate
proprio
da
esso
e
non
dalla
piccola
borghesia
,
in
modo
che
ogni
stanza
non
costi
più
di
nove
o
dieci
lire
e
non
vi
possano
per
regolamento
stare
più
di
due
o
tre
persone
,
quando
vi
sono
bimbi
?
Si
tenti
questo
!
E
se
ciò
non
basta
,
in
tutte
le
nuove
costruzioni
sia
nei
quartieri
popolari
sia
nei
quartieri
più
aristocratici
,
perchè
non
si
obbligano
,
con
legge
,
con
regolamento
,
ad
avere
un
piano
dei
loro
palazzi
,
l
'
ultimo
,
fatto
in
modo
che
la
gente
del
popolo
vi
possa
abitare
,
avendo
delle
stanze
,
delle
soffitte
,
ciò
che
si
chiama
il
suppenno
che
non
costino
,
appunto
,
più
di
nove
o
dieci
lire
al
mese
ogni
stanza
?
E
se
qualche
società
ancora
,
qui
,
vuol
costruire
sulle
colline
,
o
sulla
spiaggia
,
verso
la
ferrovia
o
verso
il
mare
,
perchè
non
la
si
obbliga
,
per
legge
o
per
regolamento
,
se
vuole
tale
concessione
,
a
costruire
al
quarto
o
al
quinto
piano
,
tali
stanze
,
a
cui
si
accederebbe
dalle
scale
di
servizio
?
E
nei
conventi
che
il
Municipio
oramai
possiede
in
gran
numero
,
da
cui
sono
state
discacciate
tante
sventurate
monache
perchè
albergano
solo
dei
grandi
elettori
o
dei
servitori
di
consiglieri
comunali
?
Perchè
,
poichè
le
povere
monacelle
furono
buttate
fuori
alla
strada
,
alla
miseria
e
alla
morte
,
non
si
fa
una
spesa
,
una
santa
spesa
per
pulire
,
per
restaurare
,
questi
numerosi
monasteri
e
non
si
affittano
,
quelle
stanze
,
diventate
nette
e
salubri
al
popolo
napoletano
?
Un
poco
di
questo
denaro
che
dovrebbe
servire
,
per
chiamar
qui
gente
,
dall
'
Europa
e
dalle
Americhe
,
pochissimo
di
questo
denaro
dedicarlo
,
saviamente
,
mitemente
ma
costantemente
,
a
creare
delle
modicissime
,
modestissime
non
case
,
ma
stanze
,
stanze
per
il
popolo
!
*
*
*
E
qualcuno
di
quei
vividi
lampioni
a
gas
che
splendono
nel
Rione
della
Beltà
,
perchè
non
metterlo
laggiù
,
anche
meno
splendido
,
ma
lampione
,
ma
acceso
,
dietro
il
paravento
,
dietro
i
famosi
palazzi
del
Rettifilo
,
alle
cui
spalle
,
nella
notte
,
si
ruba
,
si
commettono
infamie
e
si
uccide
,
nelle
tenebre
profonde
e
paurose
?
Perchè
non
dare
un
poco
di
luce
,
proprio
un
poco
,
perchè
non
si
possa
più
nè
rubare
nè
uccidere
,
almeno
in
alcune
di
quelle
vie
?
Non
è
un
dovere
stretto
,
rigoroso
,
di
qualunque
municipio
,
di
dare
la
luce
,
di
sera
,
di
notte
,
ai
cittadini
?
Questo
rigorosissimo
dovere
,
perchè
non
si
compie
,
in
favore
del
popolo
napoletano
,
dai
due
lati
del
Rettifilo
,
da
Porto
a
Pendino
a
Mercato
a
Vicaria
?
L
'
idea
semplice
:
qualche
lampione
,
o
edili
nostri
!
E
di
questa
schietta
fresca
,
spumante
acqua
di
Serino
,
vanto
di
Napoli
,
salvazione
di
Napoli
,
lavacro
interiore
,
lavacro
esteriore
perchè
laggiù
,
dietro
il
paravento
,
non
vi
è
,
pare
,
neanche
la
conduttura
?
Questo
supremo
beneficio
che
tanto
è
costato
non
era
,
non
deve
essere
fatto
solamente
per
il
volto
e
per
il
ventricolo
dei
ricchi
,
forestieri
,
o
non
forestieri
,
dei
borghesi
,
piccoli
o
grandi
,
ma
chi
lo
volle
,
questo
beneficio
profondo
dell
'
acqua
,
lo
volle
soprattutto
per
il
popolo
e
il
popolo
non
lo
ha
,
dietro
il
Rettifilo
,
non
lo
ha
,
o
lo
ha
scarsissimo
e
beve
e
si
lava
nell
'
acqua
verminosa
dei
pozzi
e
delle
cisterne
:
e
in
un
modo
qualunque
,
provvisorio
,
semi
provvisorio
,
definitivo
,
come
meglio
si
può
,
bisogna
darla
,
darla
questa
buona
acqua
ai
quartieri
popolari
e
non
servirsene
solo
per
innaffiare
la
passeggiata
di
via
Caracciolo
!
E
qualcuno
di
quegli
spazzini
che
dovrebbero
rendere
nitido
come
il
cristallo
il
rione
della
Beltà
,
dopo
aver
spazzato
questo
rione
,
discenda
dove
non
è
mai
stato
,
dove
non
si
spazza
mai
,
e
scrosti
,
tenti
di
scrostare
il
sudiciume
annoso
,
e
trasporti
via
,
oggi
superficialmente
,
domani
meglio
,
fra
un
mese
completamente
,
i
cumuli
invecchiati
e
putridi
d
'
immondizie
.
Vi
sia
un
piccolo
,
piccolo
servizio
di
spazzamento
,
laggiù
,
appaia
la
scopa
,
appaia
il
carretto
,
si
compia
il
dovere
oscuro
ma
preciso
di
nettare
le
vie
,
alla
meglio
,
come
si
può
,
ma
in
qualche
modo
,
ma
ogni
giorno
!
E
qualcuno
di
quei
gloriosi
militi
municipali
che
debbono
tener
lontani
i
pezzenti
,
i
mendicanti
,
i
fiorai
,
per
non
seccare
gli
stranieri
della
Riviera
e
del
Chiatamone
,
penetri
,
penetri
laggiù
,
e
applichi
le
leggi
di
polizia
urbana
,
laggiù
ove
non
vi
è
traccia
di
tutto
questo
,
laggiù
ove
ognuno
fa
quello
che
vuole
,
perchè
niuno
s
'
incarica
di
fargli
fare
quello
che
deve
!
E
i
militi
della
questura
non
si
occupino
solo
a
vegliare
nei
quartieri
aristocratici
che
i
cocchieri
non
vessino
i
viaggiatori
del
Grand
Hotel
e
del
Bertolini
,
ma
qualche
milite
di
essi
si
occupi
a
impedire
,
possibilmente
,
il
vizio
,
l
'
infamia
e
il
delitto
nei
quartieri
popolari
,
dietro
il
Rettifilo
!
*
*
*
Che
chiedo
io
,
infine
,
per
i
miei
fratelli
del
popolo
napoletano
,
che
chiedo
io
come
tutti
quelli
che
hanno
cuore
,
e
anima
,
salvo
che
finisca
l
'
oblio
e
l
'
abbandono
?
Che
chiedo
io
,
in
nome
dell
'
eguaglianza
umana
e
cristiana
,
salvo
che
il
popolo
di
laggiù
sia
trattato
come
tutti
gli
altri
cittadini
,
abbia
una
casa
,
abbia
della
luce
,
nella
notte
,
dell
'
acqua
,
della
nettezza
,
della
sorveglianza
,
sia
guardato
e
protetto
contro
sè
stesso
e
gli
altri
?
Che
chiedo
,
io
,
se
non
l
'
applicazione
della
legge
umana
e
sociale
,
trattar
quelli
come
si
trattano
gli
altri
,
dar
loro
quel
che
spetta
loro
,
come
esseri
viventi
,
come
cittadini
di
una
grande
città
?
Faccia
il
suo
dovere
chiunque
,
non
altro
che
il
suo
dovere
,
verso
il
popolo
napoletano
dei
quattro
grandi
quartieri
,
faccia
il
suo
dovere
come
lo
fa
altrove
,
lo
faccia
con
scrupolo
,
lo
faccia
con
coscienza
e
,
ogni
giorno
,
lentamente
,
costantemente
,
si
andrà
verso
la
soluzione
del
grande
problema
,
senza
milioni
,
senza
società
,
senza
intraprese
,
ogni
giorno
si
andrà
migliorando
,
fino
a
chè
tutto
sarà
trasformato
,
miracolosamente
,
fra
lo
stupore
di
tutti
,
sol
perchè
,
chi
doveva
si
è
scosso
dalla
mancanza
,
dalla
trascuranza
,
dall
'
inerzia
,
dall
'
ignavia
e
ha
fatto
quel
che
doveva
.
Napoli
,
primavera
1904
III
L
'
ANIMA
DI
NAPOLI
L
'
ONORE
Malinconicamente
assiso
presso
un
desco
,
nella
famosa
Osteria
della
Giarrettiera
il
grosso
cavaliere
Falstaff
rumina
il
malizioso
e
audace
affronto
fattogli
dalle
allegre
comari
di
Windsor
,
che
lo
hanno
sepolto
in
un
canestrone
,
sotto
una
montagna
di
biancheria
sporca
e
lo
hanno
calato
nel
Tamigi
.
Con
un
enorme
boccale
di
vino
caldo
,
egli
cerca
di
riscaldare
il
suo
povero
stomaco
,
gelato
dalle
acque
del
fiume
:
con
filosofiche
meditazioni
,
fra
ciniche
e
dolenti
,
egli
cerca
di
rinvigorire
la
sua
anima
depressa
.
Beve
,
Falstaff
,
un
largo
sorso
del
suo
grog
e
dice
con
un
sorriso
amaro
:
«
L
'
onore
?
Che
cosa
è
mai
,
l
'
onore
?
È
forse
,
un
giustacuore
l
'
onore
?
È
un
pajo
di
stivaloni
,
l
'
onore
?
Si
mangia
,
l
'
onore
?
Si
beve
,
forse
,
l
'
onore
?
Che
ne
fai
,
tu
,
dell
'
onore
?
Si
batte
,
moneta
,
forse
con
l
'
onore
?
Di
quale
onore
,
tu
parli
?
Del
mio
?
Del
tuo
?
Il
mio
è
diverso
dal
tuo
!
L
'
onore
?
Una
parola
:
un
soffio
,
veramente
,
non
altro
che
un
soffio
.
»
E
crolla
le
pingui
spalle
,
bevendo
ancora
e
con
la
mano
quadrata
che
posa
il
gotto
,
fa
un
cenno
per
diradare
questo
soffio
che
è
l
'
onore
,
dalla
sua
vita
di
beone
.
Falstaff
,
colui
che
,
giovine
,
era
stato
paggio
del
duca
di
Norfolk
ed
era
in
giovinezza
,
tanto
sottile
da
passare
dentro
un
anello
,
colui
che
era
stato
l
'
amico
di
Harry
Plantagenet
,
principe
ereditario
e
poi
re
d
'
Inghilterra
,
Falstaff
,
diventato
cinquantenne
,
obeso
,
calvo
,
poltrone
,
goloso
,
mangione
,
ubbriacone
,
dissoluto
,
pieno
di
spirito
,
pieno
di
risorse
,
lesto
di
mano
,
imbroglione
famoso
e
pure
piacevole
,
non
mancante
di
chic
,
Falstaff
,
osa
dire
,
in
quel
tempo
,
tutto
il
suo
pensiero
sull
'
onore
.
Egli
ha
tutti
i
vizî
,
salvo
quello
immondo
della
ipocrisia
;
egli
è
capace
di
coprirsi
di
tutti
i
crimini
,
ma
non
di
fingere
la
virtù
:
egli
vive
di
ogni
porcheria
,
ma
lo
dichiara
,
non
può
fare
altrimenti
,
che
commetter
frodi
e
ladrerie
,
visto
che
deve
vivere
,
mangiare
,
bere
,
vestirsi
,
infine
!
Il
grande
William
,
è
così
sincero
,
così
umanamente
sincero
e
persino
brutale
nelle
sue
creature
di
verità
o
di
vita
!
Dal
momento
che
,
con
l
'
onore
,
Falstaff
non
può
aver
nè
un
abito
,
nè
un
pajo
di
scarpe
,
nè
un
boccale
di
claret
,
nè
un
'
oca
farcita
,
nè
un
vasto
letto
per
rotolarvi
la
sua
colossale
persona
,
egli
dichiara
apertamente
che
ci
rinunzia
,
all
'
onore
e
che
disperde
questo
soffio
vano
della
sua
esistenza
.
Altri
tempi
!
Chi
oserebbe
mai
dir
questo
,
ora
,
con
tutte
le
levigature
,
le
lustrature
e
i
seize
reflets
della
società
moderna
?
Quale
cinico
fra
i
più
cinici
finanzieri
moderni
,
o
quale
celeberrimo
avventuriero
farebbe
mai
il
proclama
di
Falstaff
?
Chi
mai
rinnegherebbe
l
'
onore
,
con
tanta
filosofia
crudele
come
il
ventruto
cavalier
di
ventura
inglese
?
Altri
tempi
!
Tanti
,
probabilmente
,
pensano
come
egli
pensa
,
anche
adesso
;
tanti
come
Falstaff
,
nel
segreto
del
loro
spirito
,
sono
convinti
che
non
battendosi
moneta
,
con
l
'
onore
,
e
la
moneta
,
essendo
non
solo
utile
,
ma
necessaria
è
meglio
rinunziare
tacitamente
a
questo
vano
soffio
dell
'
onore
:
tanti
,
e
sono
,
forse
,
i
meno
numerosi
ma
i
più
temibili
,
hanno
cominciato
per
fare
il
glaciale
e
mortale
ragionamento
di
Falstaff
,
anche
prima
di
entrare
nella
lotta
della
vita
.
Altri
tempi
!
La
superficie
umana
è
mutata
:
tutta
l
'
apparenza
sociale
è
diversa
:
e
Falstaff
,
grasso
o
magro
,
fine
paggetto
gentile
o
grosso
capitano
di
ventura
,
può
sempre
sviluppare
i
suoi
istinti
,
sotto
ogni
forma
delle
più
alte
e
delle
più
basse
,
ma
niuno
gli
udrà
mai
dire
che
l
'
onore
è
un
soffio
e
che
non
si
fa
denaro
col
vento
.
*
*
*
Noi
,
però
,
abbiamo
una
idea
solitaria
.
Contrariamente
a
quanto
si
agita
in
fondo
alle
coscienze
attaccate
dal
tarlo
del
bisogno
,
minate
dal
desiderio
di
ogni
ricchezza
e
di
ogni
potenza
,
in
opposizione
a
questo
comodo
e
facile
cinismo
segreto
,
noi
crediamo
che
l
'
onore
non
sia
una
parola
,
non
sia
un
soffio
vano
e
che
non
sia
nè
bello
nè
utile
fare
un
gesto
,
con
la
mano
,
e
scacciarlo
dalla
propria
vita
.
Noi
crediamo
di
più
:
cioè
che
,
con
l
'
onore
,
si
possa
anche
batter
moneta
.
Ci
riesce
impossibile
di
credere
che
solo
i
furfanti
,
solo
i
ladri
si
possano
arricchire
,
nella
società
;
accade
,
questo
è
vero
:
accade
troppo
:
ma
,
dall
'
altra
parte
,
di
fronte
a
tutta
la
gente
di
coscienza
ambigua
,
di
carattere
equìvoco
,
di
tendenze
losche
,
di
fronte
a
tutta
la
gente
che
farebbe
ogni
cosa
,
pur
di
arrivar
a
tutto
,
i
nostri
occhi
mortali
ne
veggono
molt
'
altra
che
,
quìetamente
,
austeramente
,
compie
la
sua
parte
,
nel
mondo
,
crea
la
sua
fortuna
e
quella
altrui
senza
mancare
all
'
onore
.
Di
fronte
a
organismi
finanziarî
che
assidono
la
loro
sorte
sovra
i
mille
calcoli
più
sottilmente
ingannatori
e
di
cui
ogni
manifestazione
economica
rappresenta
un
marchè
de
dupes
,
di
fronte
a
queste
compagini
che
,
ormai
,
si
fanno
sempre
più
rare
,
nel
mondo
,
altre
ne
vediamo
sorgere
,
prosperare
,
fra
noi
,
in
Europa
,
lontano
,
dapertutto
,
in
cui
ogni
atto
è
regolato
dalla
onestà
commerciale
,
dalla
lealtà
industriale
.
Per
chi
vede
il
minuto
presente
,
per
chi
sa
guardare
verso
l
'
orizzonte
,
verso
l
'
avvenire
,
può
sembrare
,
forse
,
che
l
'
onestà
sia
una
cattiva
speculazione
e
che
un
galantuomo
rimanga
povero
:
così
è
:
ma
non
per
tutti
:
ma
non
per
molto
tempo
:
ma
il
galantuomo
o
finisce
per
vincere
il
suo
orribile
destino
,
o
costudisce
,
come
un
tesoro
,
la
sua
perfetta
reputazione
.
Con
l
'
onore
si
batte
anche
moneta
,
per
grazia
di
Dio
!
A
centinaia
,
a
migliaia
ci
confortano
in
questa
fede
piuttosto
solinga
ma
salda
,
gli
esempi
particolari
,
gli
esempi
collettivi
,
in
cui
la
probità
,
la
integrità
,
la
rigorosa
scrupolosità
furono
la
sorgente
di
fortune
individuali
e
di
fortune
sociali
veramente
possenti
;
da
ogni
lato
della
terra
,
nei
libri
,
nei
giornali
,
nelle
cronache
,
nella
vita
,
germogliano
queste
istorie
di
prosperità
talvolta
colossali
,
basate
solo
sul
lavoro
,
sulla
volontà
,
sull
'
intelletto
,
ma
basate
,
sovra
tutto
,
sulla
onestà
personale
o
collettiva
.
Era
naturale
al
pancione
di
Windsor
,
cui
giovava
restar
seduto
sotto
la
pergola
della
taverna
,
bevendo
vino
aromatizzato
e
giuocando
a
dadi
,
di
dir
che
l
'
onore
non
vi
porta
le
aune
di
velluto
per
far
un
giustacuore
o
non
paga
il
conto
dell
'
osteria
:
è
comodo
agli
ambiziosi
moderni
pensare
fra
sè
che
l
'
onore
non
si
tramuta
in
cheques
,
in
palazzi
marmorei
,
in
equìpaggi
smaglianti
,
in
gallerie
di
quadri
e
in
collezioni
di
giojelli
.
È
comodo
:
ma
è
falso
.
Chiunque
ha
scritto
,
scrive
,
o
scriverà
la
storia
della
ricchezza
,
la
storia
dei
ricchi
,
dica
se
non
è
falso
:
e
che
paesi
,
società
,
uomini
,
mille
volte
,
centomila
volte
partirono
dalle
più
umili
volontà
di
bene
e
di
onestà
per
giungere
ai
più
bei
fastigi
della
fortuna
,
senza
aver
traviato
,
giammai
.
*
*
*
Pensino
questo
,
coloro
che
,
oggi
,
si
adunano
,
non
senza
solennità
,
questi
deputati
di
Napoli
,
ardentemente
desiosi
di
fare
il
bene
della
loro
città
.
Lo
pensino
:
non
lascino
vacillare
un
solo
istante
,
la
loro
coscienza
di
galantuomini
:
non
manchi
loro
un
solo
momento
la
fiducia
nella
probità
umana
,
su
cui
la
loro
vita
si
è
formata
e
ha
trovato
la
sua
formola
.
Essi
vogliono
,
i
deputati
napoletani
,
la
prosperità
larga
della
metropoli
mirabile
che
,
dotata
di
tutte
le
bellezze
,
è
ancor
povera
e
triste
;
ma
vogliono
la
sua
prosperità
insieme
all
'
alto
rispetto
del
suo
onore
.
Sia
,
sia
anzi
tutto
,
l
'
onore
:
anzi
tutto
che
coloro
i
quali
saranno
i
prescelti
,
per
sedere
sulle
cose
del
Comune
e
che
,
prescelti
,
saranno
additati
al
voto
popolare
,
abbiano
per
insegna
del
loro
nome
,
la
specchiatezza
del
loro
carattere
:
anzi
tutto
che
,
dinnanzi
all
'
Italia
,
dinnanzi
all
'
Europa
,
ovunque
il
nome
di
Napoli
sia
pronunciato
,
sia
,
oramai
,
per
il
decoro
,
per
la
coscienza
di
chi
la
rappresenta
,
unito
a
quello
della
più
bella
dignità
civile
:
anzitutto
che
,
per
convinzione
,
giammai
più
il
sospetto
,
l
'
accusa
,
la
delazione
possa
colpirla
:
anzitutto
che
ovunque
esso
sia
,
l
'
uomo
onesto
,
intelligente
,
attivo
,
fattivo
,
sia
il
suo
lavoro
dato
a
Napoli
,
giovandole
con
tutte
le
sue
forze
.
Quando
ciò
sia
organizzato
,
con
sapienza
,
con
larghezza
,
prendendo
coloro
che
dovranno
essere
i
futuri
amministratori
,
dovunque
si
trovino
galantuomini
e
uomini
capaci
,
senza
fare
viete
questioni
di
partito
,
di
colore
,
roba
vecchia
,
roba
distrutta
:
quando
ciò
sia
un
fatto
compiuto
,
l
'
onore
di
Napoli
,
che
si
va
lentamente
ricostruendo
,
ma
con
sicurezza
,
questo
onore
di
Napoli
servirà
anche
a
batter
moneta
,
.
Quando
i
capitalisti
dell
'
estero
,
del
nord
,
sapranno
che
,
contro
ogni
ostacolo
,
Napoli
ha
voluto
per
suoi
magistrati
,
comunali
,
i
migliori
suoi
cittadini
,
quando
gli
uomini
di
finanze
di
tutti
i
paesi
,
di
tutte
le
regioni
,
sapranno
che
,
quì
,
il
sentimento
della
probità
sociale
si
è
rifatto
,
nelle
persone
,
nelle
cose
e
nei
costumi
:
quando
gli
industriali
di
ogni
dove
,
comprenderanno
di
poter
avere
fiducia
;
allora
,
sì
,
che
ogni
piccola
o
grande
pianta
della
fortuna
pubblica
,
nascerà
,
germoglierà
,
fruttificherà
in
questo
suolo
fecondo
,
in
questa
terra
di
anime
belle
.
Tutto
si
farà
,
quì
,
dal
momento
che
il
buon
nome
napoletano
,
che
,
il
decoro
della
sua
cittadinanza
,
che
,
tutto
il
suo
onore
,
infine
,
sia
esaltato
:
tutto
sarà
così
facile
,
così
semplice
,
così
naturale
che
il
mondo
si
stupirà
.
E
nell
'
onore
,
in
questa
potenza
tutta
morale
,
in
questo
elemento
più
puro
e
,
diciamo
,
più
etereo
della
coscienza
sociale
,
Napoli
ritroverà
la
sua
vita
,
la
sua
fortuna
,
la
sua
ricchezza
!
IL
RIONE
DELLA
BELLEZZA
Una
delle
cose
più
amenamente
false
,
che
si
dicono
,
si
ripetono
,
si
sostengono
,
per
Napoli
è
la
profonda
miseria
del
suo
Comune
,
è
la
mancanza
della
lira
e
del
soldo
per
tirare
avanti
:
una
di
quelle
leggende
bizzarre
,
grottesche
,
e
ingiuriose
che
moltissimi
illustri
e
oscuri
cittadini
nostri
si
compiacciono
,
dappertutto
,
di
confermare
;
che
le
prove
più
singolari
e
più
fantastiche
.
Sapete
?
Non
vi
è
un
centesimo
per
aprire
una
scuola
:
il
Municipio
può
a
stento
,
pagare
i
suoi
maestri
e
le
sue
maestre
.
Sapete
?
Non
vi
sono
che
quattromila
lire
l
'
anno
,
per
ripiantare
di
alberi
i
giardini
pubblici
e
la
Villa
,
quìndi
,
deve
conservare
,
verso
il
mare
,
quell
'
aspetto
di
orto
devastato
.
Sapete
?
È
impossibile
che
si
colmino
i
buchi
perigliosi
nel
basolato
di
via
Chiaia
:
vi
dovete
rompere
il
collo
:
i
basoli
costano
troppo
,
bisogna
aspettare
il
bilancio
dell
'
anno
venturo
:
allora
,
si
vedrà
.
Di
questo
passo
,
ogni
volta
che
il
Municipio
deve
cavare
cinquanta
centesimi
,
si
risolleva
la
leggenda
della
mendicità
cui
è
ridotto
,
accattone
che
nessun
ospizio
può
ricevere
,
oramai
,
più
:
e
,
su
queste
bugiarde
apparenze
,
su
queste
frasi
fatte
,
da
cui
la
folla
si
fa
così
comodamente
governare
,
nessuno
si
accorge
che
,
al
Municipio
,
piano
piano
,
con
aria
di
nulla
,
i
milioni
presenti
e
futuri
,
ballano
una
ridda
che
,
ogni
giorno
,
diventa
più
vivace
.
Chi
mai
oserà
sostenere
,
se
ha
occhi
e
orecchie
,
che
il
Municipio
di
Napoli
è
povero
,
quando
ha
messo
in
discussione
,
da
uno
o
due
anni
,
delle
somme
enormi
,
ora
per
una
cosa
,
ora
per
l
'
altra
?
Chi
mai
potrà
continuare
a
dir
questo
,
quando
,
man
mano
,
si
verranno
esaminando
tutti
i
progetti
che
sono
sul
tappeto
e
,
ognuno
di
essi
,
costa
molte
centinaja
di
migliaja
di
lire
e
qualcuno
dei
milioni
?
Chi
sosterrà
,
ancora
,
che
non
vi
sono
quattrini
per
gli
asili
,
per
le
scuole
,
per
i
giardini
,
per
lo
spazzamento
,
per
l
'
innaffiamento
,
quando
sono
alle
porte
un
sacco
di
castelli
in
aria
,
tutti
uno
più
costoso
dell
'
altro
?
Chi
dichiarerà
esservi
ben
pochi
milionari
a
Napoli
,
per
dare
l
'
indice
meschino
,
esiguo
,
della
nostra
ricchezza
,
quando
il
primo
milionario
è
,
appunto
,
il
Comune
,
e
,
come
tutti
i
milionari
,
è
un
po
'
folle
,
cioè
lesina
qualche
centinaio
di
lire
,
in
cose
necessarie
e
profonde
il
suo
denaro
,
o
s
'
impegna
a
profonderlo
,
nelle
spese
superflue
?
Il
Municipio
nostro
non
è
,
forse
,
nè
Morgan
,
nè
Carnegie
,
nè
Vanderbilt
,
nè
Rockefeller
;
la
sua
fortuna
è
più
modesta
:
i
suoi
milioni
sono
in
minor
numero
:
ma
esso
ci
gioca
,
oramai
,
come
un
buon
piccolo
milionario
che
fuma
delle
sigarette
da
tre
centesimi
,
ma
che
ha
una
scuderia
da
corse
.
Ho
innanzi
agli
occhi
e
io
spero
di
potervelo
comunicare
,
sempre
che
ne
sia
il
caso
,
un
elenco
di
progetti
,
di
proposte
,
di
cose
mezze
fatte
o
da
farsi
,
ove
la
spesa
,
talvolta
inutile
,
talvolta
stravagante
,
quasi
sempre
imprudente
,
è
fortissima
.
Io
non
sono
il
tutore
del
Comune
,
per
grazia
di
Dio
e
neppure
tu
,
amico
lettore
,
per
tua
fortuna
:
ma
qualche
soldo
,
di
questi
milioni
,
è
tuo
ed
è
mio
.
Interessiamoci
a
questi
pochi
centesimi
,
tuoi
,
miei
,
lettore
,
perchè
essi
sono
una
parte
di
questi
milioni
.
*
*
*
Il
Rione
della
Bellezza
Eccone
uno
,
eccolo
qua
.
Il
suo
nome
è
eminentemente
pretenzioso
:
quando
saprai
bene
che
è
,
questo
rione
,
amico
lettore
e
fratello
mio
,
lo
troverai
anche
eminentemente
ridicolo
.
Si
tratta
di
quel
grande
deserto
di
Santa
Lucia
nuova
,
ove
tutti
gli
innamorati
del
vecchio
Napoli
,
preferivano
,
forse
,
vedere
quel
bel
mare
di
Santa
Lucia
,
l
'
antico
,
il
nostro
mare
:
diamogli
un
sospiro
di
rimpianto
,
in
nome
del
pittoresco
,
consoliamo
gli
stranieri
nella
loro
delusione
e
rinneghiamo
la
civiltà
,
tacitamente
,
nel
nostro
spirito
.
Quando
non
era
stato
inventato
il
rione
della
Bellezza
,
questo
deserto
malinconico
,
atrocemente
triste
,
in
certe
ore
del
giorno
,
fiancheggiato
da
quella
via
polverosa
e
ineguale
,
doveva
esser
popolato
così
,
dalla
Cassa
di
sovvenzioni
genovese
:
cioè
dovevano
sorgervi
tredici
grandissimi
palazzi
,
tredici
caserme
enormi
,
simili
alle
due
già
costruite
,
quella
ove
si
trova
l
'
Hôtel
Santa
Lucia
e
la
seconda
che
è
in
costruzione
.
Nulla
di
più
brutto
,
di
più
goffo
,
di
più
pesante
:
strette
,
le
vie
,
fra
ogni
edificio
:
e
completamente
perduta
,
dietro
,
la
via
di
salita
Lucia
vecchia
.
Quando
queste
caserme
orribili
fossero
sorte
,
un
'
altra
pruova
della
mancanza
di
educazione
estetica
,
sarebbe
venuta
ad
affliggere
il
nostro
spirito
inquìeto
:
e
le
abbominazioni
rettilinee
,
di
cui
parla
Edgar
Poe
,
avrebbero
schiacciato
,
col
loro
orrendo
aspetto
,
la
nostra
fantasia
,
amante
della
beltà
,
della
grazia
,
della
leggerezza
.
Ma
vi
è
un
Dio
,
in
cielo
!
Dato
il
forte
prezzo
a
cui
la
Cassa
di
Sovvenzioni
aveva
messo
e
tiene
ancora
quei
suoli
da
cinque
anni
,
dato
che
per
costruire
,
là
,
dove
vi
è
il
mare
,
sotto
,
ci
vuole
un
prezzo
doppio
e
triplo
di
costruzione
,
nessuno
volle
comperare
quei
terreni
,
nessuno
pensò
di
erigervi
un
palazzo
o
una
palazzina
e
la
società
molto
meno
osò
di
costruirvi
niente
.
Certo
,
la
società
vi
ha
perduto
e
vi
perde
molti
denari
:
ma
questo
non
ci
riguarda
.
Noi
rimpiangiamo
Santa
Lucia
vecchia
,
gli
stabilimenti
di
bagni
,
l
'
acqua
sulfurea
,
le
venditrici
di
acqua
,
gli
ostricari
,
le
trattorie
e
i
tessitori
di
nasse
!
Noi
li
rimpiangeremo
anche
di
più
insieme
,
amico
lettore
,
se
mai
il
rione
della
Bellezza
vi
si
debba
compiere
.
Il
nuovo
progetto
dunque
in
cui
pare
,
quasi
,
che
abbiano
concorso
Raffaello
da
Urbino
,
Michelangelo
Buonarroti
,
Vanvitelli
e
Dante
Gabriele
Rossetti
,
è
questo
:
invece
di
tredici
caserme
,
esse
saranno
undici
e
saranno
divise
da
vie
più
larghette
,
con
file
di
alberi
lungo
le
vie
,
simili
a
quelli
da
cui
è
contristato
il
Rettifilo
e
che
,
certamente
,
verso
il
mare
,
saranno
distrutti
dalle
brezze
marine
,
come
si
dice
,
sieno
stati
distrutti
quelli
della
Villa
.
Questi
undici
edificî
avranno
,
anche
,
attorno
,
un
poco
di
verdura
,
una
piccola
fascia
,
verso
il
mare
.
E
basta
.
Ma
questa
è
dunque
,
la
peregrina
idea
per
cui
il
rione
Santa
Lucia
,
sarà
chiamato
il
rione
della
Bellezza
?
E
il
progettista
,
diciamo
cosi
,
sarà
paragonato
a
Arnolfo
di
Lapo
o
a
Lenôtre
,
architetto
di
Versailles
?
Nossignore
.
Nel
centro
del
nuovo
rione
,
verso
il
mare
,
gli
edifici
si
divideranno
in
semicerchio
e
lasceranno
uno
spazio
,
in
mezzo
,
di
ottomila
metri
quadrati
-
non
t
'
illudere
,
amico
lettore
,
ottomila
metri
quadrati
non
sono
gran
che
-
ove
vi
sarà
un
giardino
,
e
,
in
mezzo
,
pare
impossibile
,
una
fontana
.
Attorno
,
attorno
al
semicerchio
sorgerà
un
porticato
,
di
stile
greco
-
romano
,
dove
sarà
fabbricato
solo
un
primo
piano
,
ad
uso
di
caffè
,
di
birrarie
,
di
cafè
chantant
,
forse
,
sempre
in
istile
greco
.
E
basta
.
Questo
è
il
rione
della
Bellezza
:
non
oltre
:
non
altro
.
Un
giardinetto
,
cioè
,
poco
più
grande
di
quelli
di
piazza
Cavour
,
diletto
ritrovo
di
pezzenti
di
San
Gennaro
,
di
cabalisti
,
di
piccoli
pensionati
del
governo
:
un
giardinetto
che
sarà
due
o
tre
volte
grande
come
quello
di
piazza
Municipio
,
ritrovo
,
questi
,
di
persone
che
è
inutile
quì
menzionare
,
sotto
i
paterni
occhi
chiusi
dei
consiglieri
comunali
,
un
giardinetto
,
con
una
fontana
,
dove
,
probabilmente
,
vi
sarà
uno
zampillo
,
basso
nei
giorni
di
lavoro
e
alto
nei
giorni
di
festa
:
e
,
infine
,
questo
porticato
,
per
rammentare
nella
vita
moderna
,
l
'
origine
di
Partenope
,
per
rifare
un
poco
Pompei
,
dice
il
progettista
.
Anzi
,
egli
voleva
far
tutta
una
passeggiata
pompeiana
,
lì
,
ma
questa
idea
parve
tanto
barocca
,
tanto
sciocca
,
che
se
ne
accorsero
tutte
le
anime
buone
e
distratte
degli
assessori
e
protestarono
.
Non
vi
sarà
la
passeggiata
pompeiana
ma
un
pezzetto
di
Pompei
,
col
porticato
,
l
'
avremo
.
Chi
si
metterà
sotto
questi
portici
:
s
'
ignora
:
neppure
è
certissimo
che
vi
si
costruisca
il
primo
piano
.
Il
rione
della
Bellezza
,
or
dunque
,
si
riassume
in
un
giardino
,
con
fontana
e
con
un
portico
.
Il
suo
nome
,
allora
,
non
ti
sembra
un
poco
esagerato
,
amico
lettore
?
Non
ti
pare
che
la
parola
bellezza
abbia
un
senso
diverso
e
profondo
?
E
che
applicarlo
a
sì
esigua
e
ambigua
cosa
,
sia
una
grande
audacia
?
E
che
il
progetto
e
il
progettista
debbano
soccombere
sotto
il
ridicolo
di
quest
'
audacia
?
*
*
*
Per
aver
questo
giardino
,
con
la
fontanella
e
il
porticato
,
ecco
che
cosa
deve
spendere
il
Municipio
di
Napoli
.
Anzitutto
deve
dare
alla
Cassa
sovvenzioni
di
Genova
la
egregia
somma
di
settecentomila
lire
:
è
vero
che
si
pagano
in
trent
'
anni
,
queste
settecentomila
lire
,
ma
un
debito
è
un
debito
,
anche
se
si
paghi
a
piccole
rate
.
Non
vorrei
affermare
che
il
Comune
debba
corrispondere
anche
l
'
interesse
,
perchè
non
lo
so
:
ma
è
probabile
che
per
avere
la
fontanella
nel
giardinetto
e
il
porticato
,
intorno
,
per
aver
ciò
a
credito
,
qualche
interesse
si
dovrà
pagare
.
Inoltre
,
il
Comune
concede
alla
società
,
di
costruire
un
sesto
piano
a
tutti
gli
undici
edifici
:
calcolato
,
così
,
a
occhio
e
croce
,
un
piano
di
più
,
sovra
undici
immensi
palazzi
,
può
rendere
alla
società
da
novanta
a
centomila
lire
di
maggior
reddito
,
cioè
un
regaluccio
di
oltre
due
milioni
di
capitale
,
sempre
per
aver
quel
che
sapete
.
Quanto
saranno
più
belli
,
più
accoglienti
,
più
estetici
questi
palazzi
di
sei
piani
,
invece
che
di
cinque
,
lo
sa
il
Signore
!
Vi
è
dell
'
altro
:
la
società
ha
il
diritto
di
non
lastricare
più
con
pietre
le
vie
fra
i
suoi
palazzoni
,
poichè
questo
lastricamento
costa
molto
:
allo
scopo
di
facilitarle
ancora
più
la
posizione
,
il
Comune
le
permette
di
adoperare
il
macadam
,
col
risultato
di
aver
del
fango
in
inverno
,
fango
che
macchia
i
vestiti
e
li
rode
;
e
la
polvere
più
acre
,
in
estate
.
Non
basta
ancora
:
la
società
ha
la
concessione
della
sorgente
di
acqua
solfurea
:
non
sarà
gran
che
;
ma
è
qualche
altra
cosa
.
Non
vi
pare
che
,
per
un
giardino
,
una
fontana
e
un
porticato
ciò
costi
molto
,
troppo
,
immensamente
?
E
con
tanti
denari
,
tante
concessioni
,
tante
facilitazioni
,
il
risultato
sarà
questo
:
e
il
rione
presunto
della
Bellezza
,
sarà
mortalmente
brutto
,
se
si
arriva
a
compiere
col
suo
anacronisma
di
Pompei
,
fra
edifici
di
sei
piani
come
in
America
;
che
il
prezzo
dei
suoli
,
restando
sempre
forte
e
le
difficoltà
di
costruzione
essendo
sempre
grandi
,
la
Cassa
Sovvenzioni
,
seguiterà
a
non
vendere
e
seguiterà
a
non
costruire
e
che
alla
fine
del
salmo
il
rione
della
Bellezza
consisterà
in
un
piccolo
giardino
,
in
una
fontana
e
in
un
porticato
vuoto
,
fra
un
vasto
deserto
arido
e
polveroso
.
La
società
si
sarà
rifatta
in
parte
dei
suoi
guai
,
con
quelle
settecentomila
lire
;
il
Comune
dovrà
pagarle
e
passando
per
Santa
Lucia
nuova
,
il
cittadino
inconscio
creperà
dal
ridere
,
a
veder
quella
buffonata
,
e
tu
amico
lettore
e
io
,
cronista
scettico
e
pessimista
,
tu
ed
io
che
non
siamo
inconsci
,
rimpiangeremo
quei
venticinque
o
cinquanta
centesimi
,
parte
tua
e
parte
mia
delle
settecentomila
lire
!
LA
GRAN
VIA
Chi
ha
mai
osato
,
chi
oserà
mai
detronizzare
via
Toledo
dalla
sua
sovranità
cittadina
?
Chi
toccherà
mai
alla
sua
corona
di
gloria
e
di
vita
?
Chi
potrà
mai
eguagliare
,
non
vincere
il
suo
fascino
?
Chi
mai
menomerà
la
sua
forza
e
il
suo
carattere
?
Niente
:
nessuno
.
Non
il
tempo
che
tutto
modifica
e
tutto
trasforma
:
non
gli
uomini
folli
che
delirano
di
mutare
le
cose
,
secondo
il
loro
pensiero
e
il
loro
capriccio
:
non
i
costumi
che
si
cangiano
bizzarramente
,
pur
riapparendo
sotto
novelle
forme
:
non
i
fatti
che
sono
regolati
dalle
misteriose
correnti
del
destino
.
In
questa
profonda
e
palpitante
arteria
,
corre
un
sangue
la
cui
ricchezza
è
magnifica
:
il
suo
battito
può
diventare
tumultuoso
nella
febbre
dei
grandi
giorni
,
non
può
rallentarsi
mai
:
le
sue
pulsazioni
possono
raggiungere
il
culmine
della
gioja
,
mai
il
minimo
della
fiacchezza
:
e
mentre
tutto
l
'
immenso
corpo
della
città
dorme
,
sotto
l
'
arco
stellato
del
cielo
,
sotto
il
lume
freddo
e
molle
della
luna
,
dalle
sue
colline
fiorite
nella
notte
fino
al
mare
immobile
,
la
profonda
arteria
vive
e
spande
il
suo
metro
di
vita
,
nell
'
ombra
tenue
,
fra
le
case
alte
.
Via
Toledo
non
ha
rivali
,
anche
nelle
vie
più
magicamente
belle
di
Napoli
:
non
nel
mirabile
sinuoso
nastro
che
cinge
graziosamente
l
'
alto
della
città
e
che
è
il
Corso
Vittorio
Emanuele
:
non
nell
'
aristocratica
e
oramai
deserta
,
e
sempre
nobile
,
sempre
squisita
Riviera
di
Chiaia
:
non
nella
indescrivibile
via
Caracciolo
,
sogno
di
pittori
e
di
poeti
:
non
nella
possente
via
del
Rettifilo
,
ove
la
modernissima
città
si
sviluppa
:
nessuna
di
queste
è
sua
rivale
,
poichè
queste
vie
possono
avere
la
bellezza
,
la
forza
,
la
grazia
,
la
poesia
,
la
tradizione
,
e
hanno
tutto
questo
e
altre
cose
hanno
,
ancora
,
nella
loro
storia
e
nella
loro
espressione
,
ma
Toledo
ha
tutto
ciò
e
ha
un
'
altra
cosa
,
l
'
altra
cosa
grande
,
imponente
,
fremente
,
multiforme
,
multaninime
,
essa
ha
la
vita
,
essa
è
vita
.
Siate
lontani
,
in
paesi
estranei
:
se
il
vostro
animo
s
'
immergerà
nella
triste
nostalgia
,
è
al
suo
ricordo
che
il
vostro
segreto
rimpianto
sarà
più
amaro
.
Siate
quì
e
la
vostra
esistenza
si
svolga
,
per
forza
di
cose
,
in
regione
cittadina
lontana
:
la
vostra
vita
vi
sembrerà
scialba
e
gelida
.
Uscite
un
giorno
e
non
toccate
questa
via
:
la
vostra
giornata
vi
sembrerà
vuota
.
Siate
infelice
,
annojato
,
stanco
,
sperduto
,
sfiduciato
di
voi
e
di
tutti
:
toccate
le
sue
sacre
pietre
e
come
un
sorso
d
'
inebriante
vino
esalterà
le
vostre
forze
e
si
dilegueranno
tutti
i
fantasmi
angosciosi
e
per
un
istante
,
per
un
'
ora
,
per
un
giorno
,
l
'
esistenza
vi
sembrerà
,
di
nuovo
,
facile
e
lieve
!
*
*
*
Via
Toledo
è
la
vita
istessa
,
poichè
nei
secoli
centinaja
e
centinaja
di
patrizî
,
di
ricchi
,
spesero
le
loro
fortune
per
adornarla
di
maestosi
palazzi
e
vissero
in
questi
palazzi
,
e
vi
tennero
signoria
,
e
vi
lasciarono
quella
impronta
larga
e
nobile
di
magnificenza
che
non
si
cancella
:
è
la
vita
istessa
perchè
nella
felice
mescolanza
delle
classi
che
è
una
delle
buone
e
oneste
cose
nostre
,
accanto
alle
grandi
famiglie
,
migliaja
e
migliaja
di
famiglie
vi
sono
vissute
,
nei
secoli
,
e
nei
tempi
più
vicini
,
e
adesso
,
e
vi
vivranno
ancora
,
in
una
tradizione
borghese
che
ha
la
sua
potenza
,
in
una
tradizione
popolare
che
ha
la
sua
forza
:
è
la
vita
istessa
,
perchè
la
fede
vi
eresse
i
suoi
santuari
,
in
cui
migliaja
e
migliaja
di
anime
sono
venute
,
vengono
e
verranno
,
per
sentieri
noti
,
innanzi
alle
immagini
note
e
care
,
anime
pietose
,
anime
fedeli
,
obbedienti
ad
un
'
antica
e
pur
dolce
consuetudine
:
è
la
vita
istessa
,
perchè
il
commercio
e
la
industria
da
secoli
,
vi
mise
i
suoi
emporî
,
in
una
tradizione
di
lavori
,
di
attività
,
di
onestà
e
di
fortuna
che
,
ora
,
è
giunta
al
massimo
del
suo
splendore
.
Abitare
a
Toledo
,
vivere
a
Toledo
,
aver
bottega
a
Toledo
,
fu
,
è
,
come
una
eredità
degli
avi
,
come
il
rispetto
ad
un
costume
sacro
,
come
la
rinnovazione
di
un
patto
con
i
lontani
antenati
,
come
una
fede
giurata
,
come
una
necessità
familiare
e
pubblica
.
O
cuore
dei
cuori
:
Via
Toledo
!
Il
torrente
dell
'
umanità
,
da
secoli
,
in
ogni
giorno
e
in
ogni
minuto
si
è
svolto
,
ora
mite
,
ora
forte
,
ora
fragoroso
,
ora
clamante
,
sul
tuo
selciato
e
sui
tuoi
marciapiedi
:
e
ogni
uomo
,
ogni
donna
che
vi
è
passato
,
dolente
,
ridente
,
fremente
,
pieno
di
vita
o
pieno
di
morte
,
vi
ha
lasciato
una
traccia
viva
e
ogni
dramma
,
ogni
tragedia
,
ogni
commedia
che
vi
si
è
svolta
,
vi
ha
messo
il
riflesso
di
un
suo
ricordo
:
e
ogni
grande
o
piccolo
fantasma
della
storia
che
vi
è
apparso
,
vi
ha
messo
l
'
ombra
della
sua
grandezza
o
della
sua
piccolezza
:
e
i
nostri
e
noi
vi
abbiamo
lasciato
in
tanti
periodi
della
nostra
esistenza
,
vi
abbiamo
lasciato
il
meglio
di
noi
,
un
pensiero
,
un
sentimento
,
un
sorriso
,
una
lagrima
.
Ah
se
Toledo
è
la
vita
istessa
,
è
perchè
ognuno
le
fece
questo
dono
bello
e
fatale
:
è
perchè
glielo
diedero
i
sovrani
e
il
popolo
,
in
tutti
i
tempi
:
è
perchè
glielo
diedero
i
dittatori
e
la
plebe
:
è
perchè
glielo
diedero
i
poeti
e
gli
amanti
:
è
perchè
tutti
gli
diedero
vita
,
gli
scienziati
,
i
filosofi
,
gli
uomini
di
Stato
,
i
capi
delle
fazioni
,
i
capi
della
folla
:
tutti
,
tutti
,
le
donne
,
gli
uomini
,
i
bimbi
,
i
vecchi
,
i
malati
,
persino
i
morti
di
cui
le
solenni
esequie
lasciarono
la
memoria
di
un
nome
e
di
una
pompa
lugubre
.
Ah
è
la
vita
istessa
,
Toledo
e
tutti
così
l
'
adorano
,
fervida
di
ogni
forma
alta
o
bassa
,
elegante
o
triviale
,
ricca
o
povera
,
florida
o
meschina
:
e
tutti
la
onorano
,
e
tutti
l
'
hanno
onorata
e
non
un
sovrano
,
non
un
imperatore
,
non
un
grande
che
,
quì
giunto
,
non
ne
sentisse
il
primo
palpito
largo
e
forte
,
nei
clamori
della
gente
,
salienti
clamori
sino
al
cielo
sereno
!
*
*
*
Questo
ho
io
ripensato
,
con
meraviglia
,
quando
ho
notato
che
,
per
la
prima
volta
,
un
ospite
sovrano
giungerà
fra
noi
e
penetrerà
nella
Casa
del
Re
,
in
corteo
nobilissimo
,
senza
esser
passato
per
via
Toledo
:
e
questo
sentono
e
se
ne
rattristano
,
profondamente
,
le
migliaja
di
buoni
cittadini
di
via
Toledo
,
delusi
nelle
loro
legittime
speranze
e
centinaja
di
commercianti
e
d
'
industriali
che
,
da
tale
avvenimento
bello
e
popolare
,
attendevano
non
solo
pascolo
agli
occhi
,
ma
onesto
vantaggio
al
loro
lavoro
.
Alte
ragioni
che
noi
ignoriamo
fecero
scegliere
un
itinerario
bello
,
ma
molto
più
breve
:
e
tagliarono
fuori
,
con
involontaria
crudeltà
,
certo
,
la
vita
istessa
napoletana
,
l
'
antichissima
e
fedele
via
di
Toledo
,
quella
che
cosi
lealmente
:
ed
entusiasticamente
festeggiò
i
suoi
re
ed
i
suoi
ospiti
,
quella
che
pure
,
seppe
adornarsi
di
drappi
e
di
ghirlande
e
fece
piover
fiori
sulle
regine
e
sulle
principesse
.
Alte
ragioni
!
Noi
non
le
conosciamo
:
e
debbono
,
certo
,
esser
molto
forti
e
molto
rispettabili
:
nè
l
'
itinerario
,
oramai
,
può
mutarsi
.
Sia
!
Ma
come
a
Parigi
,
subito
dopo
che
i
Sovrani
d
'
Italia
ebbero
attraversata
l
'
Avenue
des
Champs
E1ysèes
e
la
inobliabile
piazza
della
Concordia
,
per
recarsi
al
palazzo
degli
Affari
Esteri
,
senza
toccare
il
centro
di
Parigi
viva
,
il
cuore
di
Parigi
,
la
piazza
dell
'
Opera
,
si
trovò
modo
di
farli
escire
,
novellamente
,
e
di
far
loro
attraversare
l
'
Avenue
de
l
'
Opèra
,
si
trovi
,
anche
quì
,
modo
di
far
traversare
,
ufficialmente
,
a
ora
stabilita
,
il
Presidente
della
Repubblica
,
per
via
Toledo
,
per
tutta
la
via
Toledo
,
tutta
quanta
:
e
questa
cosa
si
promulghi
:
e
si
contentino
,
così
le
giuste
aspettative
di
una
strada
ove
tutto
di
Napoli
si
concentra
e
si
esprime
:
e
si
dia
agli
occhi
curiosi
e
dolci
di
Emile
Loubet
che
viene
da
una
delle
più
belle
città
del
mondo
questo
spettacolo
inarrivabile
.
Se
il
Presidente
della
Repubblica
va
via
,
di
quì
,
senza
aver
visto
la
via
Toledo
,
in
un
pomeriggio
di
primavera
,
gremita
di
gente
,
addobbata
,
imbandierata
,
infiorata
,
e
fluttuante
e
ondeggiante
e
tumultuante
di
folla
,
è
come
se
non
avesse
visto
Napoli
.
GUERRA
AI
LADRI
Un
cattivo
odore
di
stantio
,
di
cose
antiche
e
consunte
,
tenute
troppo
tempo
chiuse
e
tirate
fuori
,
si
è
diffuso
nell
'
aria
che
respiriamo
,
da
qualche
giorno
.
Nei
primi
comizî
,
nei
primi
proclami
,
con
una
certa
finzione
di
serietà
,
anche
,
son
venuti
fuori
dagli
armadi
sgangherati
della
rettorica
amministrativa
:
il
partito
clerico
-
borbonico
,
il
partito
clerico
-
moderato
,
il
partito
socialistoide
,
il
partito
anarcoide
e
,
persino
,
guarda
,
guarda
,
quella
consumatissima
cosa
che
è
il
partito
liberale
.
È
come
un
mucchio
di
ferri
vecchi
polverosi
e
arruginiti
,
tirato
fuori
da
un
camerino
di
sbarazzo
:
come
un
fagottello
di
cenci
sdruciti
e
sporchi
,
disciolto
,
in
terra
.
La
polvere
acre
si
distacca
da
tutto
questo
tritume
:
la
muffa
si
attacca
,
viscida
,
alle
mani
di
chi
vi
si
accosta
:
e
il
libero
aere
ne
è
ammorbato
.
La
gente
passa
,
si
tura
il
naso
,
alza
le
spalle
e
sorride
di
scherno
.
Per
molti
anni
,
queste
parole
,
queste
frasi
,
ebbero
un
contenuto
di
vita
:
ma
il
tempo
è
trascorso
e
i
tempi
si
sono
mutati
:
ma
tutto
questo
è
vuoto
,
è
floscio
,
è
senza
colore
,
è
senza
sangue
,
è
simile
al
palloncino
di
pelle
che
era
leggiero
,
volava
in
aria
,
aveva
i
bei
colori
della
gioja
,
che
il
bimbo
ha
rotto
e
che
è
,
adesso
,
uno
straccetto
ignobile
.
Nulla
di
questo
esiste
,
più
:
nulla
di
questo
risponde
alla
rinovellata
coscienza
moderna
:
nessuna
di
queste
formole
,
ha
più
espressione
e
nessuna
ha
più
influenza
.
Guardate
,
nella
vita
vera
,
piuttosto
!
Osservate
,
nella
vita
vera
,
tutte
le
profonde
trasformazioni
che
stupiscono
.
Vi
sono
dei
cattolici
che
sono
italianissimi
:
vi
sono
degli
anticlericali
che
sono
credenti
,
vi
sono
dei
clericali
che
sono
democratici
:
vi
sono
dei
democratici
che
sono
imperialisti
:
vi
sono
dei
liberali
che
restaurerebbero
la
pena
di
morte
:
vi
sono
dei
repubblicani
autoritarii
e
assolutisti
:
vi
sono
dei
socialisti
che
adorano
il
Re
:
vi
sono
dei
radicali
perfettamente
monarchici
:
vi
sono
dei
monarchici
che
dicono
un
male
orrendo
della
monarchia
:
i
framassoni
che
detestano
il
clero
,
credono
all
'
Architetto
dell
'
Universo
:
e
i
borbonici
,
infine
,
poichè
anche
di
questo
si
parla
,
i
borbonici
si
riassumono
in
quell
'
incantevole
uomo
d
'
età
-
egli
invecchierà
,
più
tardi
-
che
è
il
duca
di
Regina
,
caro
a
tutti
,
riverito
da
tutti
i
partiti
,
sottopartiti
,
frazioni
e
sottofrazioni
.
Il
travolgimento
tumultuario
delle
idee
,
il
turbine
sempre
più
precipitato
delle
opinioni
,
tutto
questo
enorme
cataclisma
morale
,
donde
escirà
,
domani
,
e
già
essa
sorge
splendente
come
l
'
aurora
,
la
coscienza
nova
,
ha
già
così
capovolto
ogni
ordine
di
criteri
e
di
concetti
che
,
veramente
,
coloro
che
,
ancora
,
si
attaccano
al
funesto
ciarpame
del
passato
,
coloro
che
tentano
di
brandire
delle
armi
infrante
e
senza
taglio
,
che
tentano
di
agitare
una
bandiera
stinta
e
a
brandelli
,
destano
un
sorriso
di
ironia
e
di
pietà
!
*
*
*
Ma
in
tanta
bizzarra
confusione
,
il
paese
nostro
,
questa
Napoli
nostra
,
cerca
una
guida
nei
fatti
,
cerca
la
verità
nel
buon
senso
.
Dice
Napoli
,
quietamente
:
ecco
,
io
ho
bisogno
di
risorgere
.
Io
non
solo
debbo
vivere
,
ma
debbo
svolgere
tutte
le
mie
forze
sociali
e
individuali
:
ognuno
dei
miei
cittadini
,
sia
pure
il
più
oscuro
,
il
più
ignoto
deve
aver
lavoro
,
salute
,
protezione
,
educazione
,
e
tutti
i
cittadini
e
,
io
,
Napoli
,
debbo
prendere
il
mio
posto
bello
,
nobile
,
forte
,
nella
vita
operosa
ed
efficace
moderna
.
Non
solo
io
voglio
risorgere
;
ma
,
tutti
gl
'
italiani
che
hanno
cuore
,
vogliono
la
mia
risurrezione
:
ma
tutti
i
miei
fratelli
del
nord
mi
stendono
la
mano
affettuosa
e
salda
,
perchè
io
risorga
:
ma
gli
uomini
del
parlamento
,
ma
gli
uomini
dello
Stato
,
ma
il
Sovrano
vogliono
ardentemente
la
mia
resurrezione
.
Essa
,
però
,
si
deve
compiere
con
tutte
le
forme
più
larghe
,
più
potenti
,
più
limpide
e
più
pure
.
Perchè
io
risorga
debbono
fra
me
giungere
i
capitali
stranieri
e
i
capitali
nordici
e
siano
benedetti
,
purchè
essi
non
trovino
alle
mie
porte
e
fra
le
mie
mura
,
chi
metta
loro
la
taglia
,
se
vogliono
entrare
.
Perchè
io
risorga
debbono
formarsi
,
quì
,
delle
vaste
imprese
industriali
,
ove
chi
è
lavoratore
,
trovi
mercede
onesta
e
aiuto
sociale
,
ove
chi
è
possidente
trovi
onesto
guadagno
,
ove
chi
è
capitalista
,
possa
collocare
onestamente
e
securamente
il
suo
danaro
,
ove
tutte
le
intelligenze
belle
e
vivide
napoletane
possano
trovar
campo
di
azione
,
ove
tutta
questa
forza
simpaticissima
d
'
ingegno
,
possa
manifestarsi
in
opera
utile
,
efficace
:
ma
queste
imprese
industriali
debbono
esser
fatte
alla
luce
del
sole
,
senza
transazioni
equivoche
,
senza
concessioni
losche
,
senza
premî
,
senza
provvigioni
;
e
come
si
è
fatto
altrove
,
a
Milano
,
a
Genova
,
a
Torino
,
ove
centinaja
di
tali
imprese
nacquero
,
vivono
e
prosperano
,
senza
che
sia
stato
loro
necessario
di
corromper
nessuno
,
anche
da
me
,
quì
,
nella
mia
nuova
atmosfera
morale
,
questa
,
cosa
bella
l
'
affare
onesto
,
l
'
affare
semplice
,
l
'
affare
in
cui
non
vi
sono
guadagni
illeciti
o
strabocchevoli
,
da
nessuna
parte
,
ma
in
cui
tutti
possano
prosperare
,
l
'
affare
deve
sorgere
,
svilupparsi
,
dilatarsi
,
portar
bene
ed
esser
parte
integrante
della
mia
risurrezione
.
Perchè
io
risorga
,
completamente
,
debbono
le
banche
che
già
sono
,
quì
,
aiutare
il
mio
popolo
,
aiutare
le
oneste
industrie
,
aiutare
le
oneste
iniziative
e
sottrarre
il
popolo
e
gli
industriali
e
tutti
quelli
che
han
bisogno
del
credito
,
all
'
usura
:
e
altre
banche
si
debbono
fondare
,
ancora
,
con
denari
venuti
di
fuori
,
con
denari
di
quì
,
e
tutte
,
le
nuove
,
le
vecchie
,
non
debbono
pesare
sui
deboli
e
sui
miseri
,
non
debbono
servire
a
scopi
non
bene
definiti
,
ma
avere
,
sì
,
sì
,
anche
le
banche
,
un
criterio
morale
di
assistenza
alla
popolazione
mia
.
Io
invoco
il
lavoro
,
invoco
le
società
,
invoco
le
industrie
,
invoco
le
banche
,
che
dovranno
redimere
la
mia
miseria
,
il
mio
ozio
e
la
mia
inciviltà
:
ma
tutto
questo
deve
esser
fatto
in
un
'
altra
maniera
,
non
più
in
quella
di
prima
,
in
una
maniera
schietta
,
leale
,
franca
,
in
una
forma
delle
più
integre
,
con
,
una
probità
perfetta
,
con
quel
rigore
di
coscienza
,
da
tutte
le
parti
,
che
,
in
tanto
rivolgimento
di
cose
,
è
la
via
della
verità
e
della
vita
E
,
a
proposito
delle
non
imminenti
ma
prossime
elezioni
amministrative
sapete
che
dice
,
Napoli
?
Napoli
dice
questo
:
A
me
importa
poco
che
vadano
al
Consiglio
Comunale
dei
clericali
,
dei
borbonici
,
dei
moderati
,
dei
liberali
,
dei
democratici
,
dei
socialisti
,
o
degli
anarchici
:
tutto
ciò
mi
è
indifferente
.
Io
voglio
degli
uomini
onesti
:
io
voglio
delle
coscienze
secure
:
io
voglio
delle
anime
austere
.
Le
loro
opinioni
politiche
non
mi
riguardano
:
solo
i
loro
sentimenti
morali
m
'
interessano
.
Non
voglio
ladri
,
io
,
al
Comune
;
e
per
ladri
non
intendo
solo
quelli
che
si
mettono
in
tasca
il
denaro
mio
,
il
mio
povero
e
scarso
denaro
,
ma
tutti
quelli
che
aiutano
i
ladri
miei
o
che
permettono
,
chiudendo
gli
occhi
,
che
mi
si
rubi
.
Non
voglio
,
al
Comune
,
nè
affaristi
,
nè
compari
di
affaristi
,
nè
rappresentanti
di
affaristi
,
nè
amici
degli
amici
degli
affaristi
.
Vi
sono
,
fra
i
liberali
degli
onestissimi
uomini
?
Io
lo
vedrò
:
io
avrò
fede
in
loro
,
quando
avrò
veduto
e
saputo
:
e
io
manderò
al
Comune
questi
liberali
onestissimi
.
I
clericali
non
amano
Roma
capitale
,
non
vogliono
festeggiare
il
venti
settembre
,
s
'
irritano
di
dover
riverire
il
Re
:
ma
sono
onesti
?
Io
voterò
per
essi
,
poichè
la
loro
probità
mi
affida
:
e
,
più
tardi
,
penseranno
essi
a
non
urtare
i
miei
sentimenti
d
'
italianità
.
I
socialisti
sono
violenti
,
sono
intemperanti
,
spesso
utopisti
:
ma
sono
onesti
e
vogliono
il
trionfo
della
onestà
,
lo
vogliono
con
tutte
le
loro
forze
,
come
io
lo
voglio
?
Io
voterò
per
essi
,
come
un
sol
uomo
.
Io
voterò
per
chiunque
mi
risulti
,
in
faccia
al
sole
che
egli
sia
un
galantuomo
.
Un
galantuomo
può
sbagliare
,
ma
non
può
tradirmi
,
un
galantuomo
può
errare
,
ma
non
può
vendermi
.
Di
fronte
al
mondo
che
conobbe
le
mie
lunghe
sciagure
,
di
fronte
all
'
Europa
che
si
stupì
di
me
,
come
di
un
covo
di
malfattori
,
di
fronte
all
'
Italia
,
che
mi
guardò
dolorosamente
sorpresa
,
io
debbo
,
ancora
una
volta
e
,
adesso
,
più
che
mai
,
dimostrare
che
le
mie
sciagure
mi
venivano
da
ben
pochi
infami
miei
figliuoli
,
che
il
covo
non
era
che
una
piccola
tana
di
sporchi
rosicanti
,
che
io
ho
migliaja
e
migliaja
di
cittadini
onesti
e
buoni
e
che
,
fra
queste
migliaja
,
io
posso
,
io
voglio
scegliere
ancora
una
volta
,
gli
onesti
che
mi
debbono
amministrare
.
Qualunque
sia
la
veste
di
cui
si
copra
l
'
uomo
dalla
coscienza
infida
,
io
lo
riconoscerò
:
qualunque
sia
la
maschera
che
copra
il
suo
viso
,
io
ne
discioglierò
i
nodi
:
in
qualunque
modo
mi
si
tenti
di
ingannare
,
non
vi
si
giungerà
più
.
Troppo
ho
sofferto
nell
'
onore
e
nella
prosperità
:
troppo
ho
lagrimato
di
vergogna
e
di
indignazione
.
Io
debbo
cominciare
per
salvarmi
,
se
voglio
esser
salvata
da
tutto
,
da
tutti
.
Nelle
mie
mani
è
la
mia
prima
risurrezione
:
cioè
quella
della
mia
esistenza
,
morale
,
cioè
quella
del
mio
decoro
sociale
.
Farò
,
io
,
veder
al
mondo
,
all
'
Europa
,
all
'
Italia
che
di
tutti
i
doni
della
sorte
,
io
sono
degna
,
che
di
tutti
gli
aiuti
fraterni
,
io
sono
degna
,
io
,
Napoli
,
paese
di
gente
onesta
,
mandando
al
Comune
solo
gli
onesti
,
chiedendo
ad
essi
,
che
da
essi
si
prosegua
e
si
esalti
la
mia
riabilitazione
!
CRISTO
DICE
Più
giusto
e
più
opportuno
,
forse
,
è
l
'
ignorare
,
il
voler
ignorare
,
noi
,
in
questo
singolare
,
intenso
e
possente
dissidio
di
Torre
Annunziata
,
che
sia
il
trust
degli
industriali
,
perchè
e
come
sia
sorto
,
su
quali
patti
sia
stato
basato
e
a
quale
ente
finanziario
o
a
quale
persona
vadano
,
divise
o
riuniti
,
i
molti
benefici
del
trust
e
anche
i
suoi
molti
svantaggi
.
Probabilmente
,
certo
,
anzi
,
gli
industriali
di
Torre
Annunziata
non
sono
degli
odiosi
e
crudeli
capitalisti
presi
uno
per
uno
:
anche
essi
,
forse
,
vengono
dal
popolo
laborioso
e
debbono
alla
fatica
e
alla
sorte
bella
dei
loro
genitori
,
debbono
alle
loro
fatiche
e
alla
loro
bella
sorte
,
se
la
fortuna
li
mise
alla
testa
di
una
ricchezza
e
se
così
è
,
non
può
il
loro
memore
cuore
aver
obbliato
donde
i
loro
padri
partirono
,
donde
partirono
essi
,
nella
loro
gioventù
e
questa
memoria
incancellabile
deve
aver
temperato
,
tempera
,
a
ogni
modo
,
la
superbia
e
la
durezza
di
chi
si
trova
dalla
parte
del
denaro
e
del
potere
.
È
anche
certo
che
in
questi
ultimi
due
mesi
di
lotta
veramente
eroica
,
gli
industriali
hanno
sopportato
e
sopportano
gravi
perdite
di
denaro
,
le
cui
conseguenze
non
si
possono
notar
subito
,
poichè
ognuno
di
loro
aveva
la
sua
riserva
e
di
vari
la
fortuna
è
molto
forte
:
è
anche
certo
che
mille
energie
si
sono
disperse
,
mille
occasioni
si
sono
perdute
,
e
che
questi
danni
sono
profondi
,
così
profondi
che
molto
tempo
,
molta
forza
,
molto
lavoro
e
molta
pazienza
sono
necessarî
a
portarvi
dei
rimedî
.
Riveriamo
la
giustizia
,
in
ogni
nostra
parola
,
se
vogliamo
che
la
folla
ci
creda
giusti
e
probi
;
e
non
colpiamo
della
gente
che
è
al
sommo
della
fortuna
sociale
,
con
la
scusa
che
essa
è
ricca
e
che
ciò
offende
il
povero
.
Per
quanto
la
fortuna
tenda
sempre
più
,
dapertutto
,
a
livellare
la
ricchezza
,
a
imporle
,
sovra
tutto
,
tali
leggi
,
tali
doveri
,
tali
obblighi
,
da
venirla
lentamente
diminuendo
,
quasi
togliendole
ogni
possanza
e
ogni
larghezza
,
quasi
mettendole
innanzi
,
constantemente
il
fantasma
dei
meno
felici
,
dei
più
oscuri
,
e
inducendola
a
guardare
e
a
temere
questo
fantasma
,
come
cosa
viva
,
dei
ricchi
esisteranno
sempre
,
nel
mondo
,
e
il
vivo
ingegno
,
la
salda
volontà
,
la
tenacia
ferrea
,
il
cumolo
delle
circostanze
che
noi
chiamiamo
Fortuna
,
avranno
sempre
i
doni
della
terra
e
del
cielo
;
ed
è
ingiusto
punire
costoro
,
semplicemente
perchè
vi
sono
esseri
senza
mentalità
,
senza
volontà
,
miseri
di
anima
e
di
corpo
,
destinati
a
una
vita
umile
,
da
cui
nessuna
legge
,
nessuno
Stato
e
nessun
uomo
può
trarli
.
La
ricchezza
ha
molti
giusti
persecutori
,
quando
essa
è
tirannica
,
aspra
,
orgogliosa
e
senza
pietà
:
essa
ne
ha
anche
,
perchè
è
la
ricchezza
solamente
;
lasciamola
che
si
difenda
come
può
,
se
può
,
se
sa
,
se
vuole
,
se
le
riesce
!
*
*
*
Ma
diamo
tutto
il
nostro
cuore
fraterno
,
pieno
di
un
sentimento
traboccante
di
bene
a
questi
cinquemila
operai
,
che
,
da
circa
settanta
giorni
resistono
a
ogni
tristezza
fisica
e
morale
e
da
Torre
Annunziata
danno
un
esempio
di
fermezza
,
di
costanza
,
di
sacrifizio
veramente
ammirabile
.
Che
gli
occhi
di
tutti
i
lavoratori
del
mondo
si
fissino
sulla
bella
cittadina
che
si
specchia
nel
mare
,
e
che
un
senso
di
rispetto
grande
nasca
per
questi
operai
che
servono
,
con
ogni
privazione
,
non
solo
la
loro
causa
,
ma
la
causa
di
tutti
quelli
che
lavorano
.
Più
di
due
mesi
di
sciopero
essi
stanno
subendo
,
pazienti
vigili
,
inaccessibili
:
e
le
loro
sofferenze
materiali
son
ben
grandi
.
Man
mano
,
i
denari
per
sostenere
lo
sciopero
sono
finiti
ed
essi
si
sono
contentati
di
veder
sempre
più
scarsi
i
soccorsi
della
loro
lega
,
si
sono
contentati
di
pochi
soldi
.
Ogni
tanto
,
qualche
generoso
sussidio
arriva
,
ma
essi
sono
molti
,
i
bisogni
sono
grandi
e
dopo
qualche
giorno
la
ristrettezza
,
la
miseria
,
sì
,
diciamolo
la
miseria
diventa
più
pesante
,
più
lugubre
più
nera
.
Sapete
che
mangiano
molti
di
essi
?
Patate
!
I
contadini
,
i
massari
nelle
campagne
con
animo
misericordioso
,
permettono
che
le
famiglie
degli
operai
vadano
a
raccoglierle
senza
molestarli
;
e
ogni
mattina
con
i
sacchi
sulle
spalle
,
i
ragazzi
degli
operai
vanno
fuori
,
nei
campi
,
negli
orti
,
nelle
masserie
,
a
raccoglier
queste
patate
:
ciò
non
costa
nulla
ed
è
un
cibo
,
almeno
,
un
cibo
caldo
,
cotto
nell
'
acqua
con
cui
si
sfamano
uomini
,
donne
,
bimbi
e
vecchi
.
Cento
episodi
pietosi
,
commoventi
,
si
potrebbero
narrare
,
di
costoro
,
e
in
qual
modo
essi
si
sostengano
scambievolmente
:
e
come
i
più
forti
dieno
forza
ai
più
deboli
:
e
come
le
donne
sieno
più
ardenti
e
più
ferme
:
e
come
non
uno
fallisca
,
non
uno
tradisca
,
non
uno
osi
tradire
.
Cinquemila
,
sono
,
ma
la
volontà
è
una
sola
.
Come
una
barra
di
ferro
che
nulla
fa
deviare
,
che
nulla
smuove
,
che
nulla
rompe
:
e
intanto
,
spesso
,
le
loro
viscere
sono
corrose
dalla
fame
:
spesso
,
non
possono
dare
nulla
ai
loro
figliuoli
:
a
poco
a
poco
tutto
quello
che
avevano
in
casa
,
è
partito
,
impegnato
o
venduto
:
i
loro
amici
,
i
loro
compagni
,
i
loro
confratelli
,
li
hanno
aiutati
,
come
hanno
potuto
,
ma
anche
questi
aiuti
sono
limitati
,
non
possono
consolare
,
sollevare
una
massa
così
enorme
.
Cinquemila
,
sono
e
sembrano
un
solo
uomo
a
cui
la
volontà
invincibile
faccia
compiere
un
miracolo
quotidiano
,
da
settanta
giorni
,
quello
di
subire
ogni
privazione
e
di
non
lagnarsi
e
di
non
cedere
di
una
linea
e
di
credere
,
sì
,
di
credere
nella
propria
vittoria
,
poichè
è
la
fede
nell
'
ideale
quella
che
finisce
,
sempre
,
per
rifulgere
!
Cinquemila
,
sono
,
e
si
sono
votati
,
come
un
uomo
solo
,
al
benessere
della
loro
collettività
al
loro
migliore
avvenire
,
e
in
questo
voto
sociale
che
hanno
fatto
,
danno
,
come
antichi
eroi
,
il
migliore
del
loro
sangue
e
il
migliore
delle
loro
forze
.
Cinquemila
,
sono
,
e
,
oramai
,
con
l
'
alto
loro
coraggio
,
vinti
tutti
gli
ostacoli
,
il
sacrificio
di
tutti
continua
,
sempre
e
non
finirà
senza
trionfo
,
perchè
,
centosei
di
essi
non
restino
nella
strada
,
senza
lavoro
,
senza
pane
!
*
*
*
Il
monte
della
Quarantena
,
in
Palestina
,
sorge
fra
le
floride
pianure
ove
ride
e
corre
il
limpido
fiume
Giordano
e
la
gran
pianura
deserta
ove
fumica
il
plumbeo
Mare
Morto
,
che
seppellì
,
nelle
sue
acque
torbide
e
acri
Sodoma
e
Gomorra
.
Questa
montagna
,
non
alta
,
è
rocciosa
,
asprissima
:
non
vi
nasce
pianta
,
non
vi
nasce
fiore
.
E
Cristo
vi
passò
quaranta
giorni
in
preghiera
,
in
solitudine
,
in
penitenza
,
dopo
che
il
Precursore
,
lo
ebbe
battezzato
nelle
acque
del
Giordano
.
Solo
,
era
,
sulla
montagna
:
e
il
Maligno
lo
tentava
.
Cristo
era
disfatto
dalle
orazioni
e
dal
digiuno
.
Diceva
,
il
Maligno
:
Tu
muori
di
fame
;
se
sei
fìgliuolo
di
Dio
,
fa
un
miracolo
e
cangia
in
pane
queste
pietre
.
Cristo
taceva
.
Fa
,
fa
,
un
miracolo
,
ripeteva
il
Maligno
,
e
cangia
in
pane
le
pietre
!
e
Cristo
,
allora
,
guardandolo
,
gli
disse
:
l
'
uomo
non
vive
solo
di
pane
.
Ah
che
parola
voi
diceste
,
Signore
,
da
questa
montagna
e
come
essa
è
una
delle
più
grandi
,
delle
più
alte
,
delle
più
pure
,
delle
più
fiammeggianti
,
in
tutti
i
tempi
,
in
tutte
le
coscienze
!
Duemila
anni
fa
voi
l
'
avete
pronunziata
,
in
un
'
ora
sacra
alla
elevazione
dell
'
anima
,
combattendo
col
Tentatore
che
vi
offriva
tutti
i
beni
materiali
della
terra
,
sovra
una
montagna
arida
e
nuda
,
in
una
solitudine
senza
eco
,
in
un
momento
supremo
:
e
la
parola
vibra
nel
mondo
degli
spiriti
,
come
un
conforto
e
una
esaltazione
.
È
per
i
poveri
,
per
i
deboli
,
per
gli
infelici
,
per
i
sofferenti
,
che
questa
parola
è
stata
detta
:
è
contro
i
ricchi
,
i
potenti
,
i
superbi
,
i
malvagi
,
che
essa
è
stata
pronunciata
:
è
per
la
guerra
che
sempre
è
stata
,
che
mai
finirà
,
fra
i
miseri
e
gli
epuloni
,
che
questo
è
stato
proclamato
.
Che
importa
la
povertà
,
se
l
'
uomo
non
vive
di
solo
pane
,
ma
di
un
contenuto
spirituale
che
rende
la
sua
anima
lucida
e
formidabile
,
e
vince
le
sue
caducità
fisiche
?
Che
importa
,
la
sofferenza
,
se
non
il
pane
solo
è
pascolo
dell
'
uomo
,
ma
un
conforto
interiore
che
lo
rende
più
forte
di
ogni
tristezza
?
Che
importano
la
privazione
,
lo
stento
,
il
duro
sacrificio
,
quando
per
vincere
queste
torture
,
non
il
pane
è
necessario
,
ma
un
'
energia
morale
che
arriva
sino
all
'
eroismo
?
A
migliaja
,
a
migliaja
,
questi
ignoti
soldati
dell
'
anima
sono
caduti
nel
mondo
,
decimati
dalla
fame
,
dal
freddo
,
dalle
infermità
,
ma
essi
passarono
la
loro
idea
,
la
loro
fiamma
,
la
loro
speranza
ad
altri
combattenti
:
ma
questa
battaglia
contro
tutte
le
tentazioni
basse
e
ignobili
,
questa
battaglia
nel
nome
dello
spirito
trionfante
sulla
carne
,
ha
già
avuto
mille
clamorose
vittorie
.
O
minatori
che
soffocate
nelle
viscere
della
terra
,
o
faticatori
dei
campi
che
vi
curvate
sulla
vanga
,
o
operai
che
vi
accasciate
di
pesante
lavoro
,
nelle
officine
,
la
parola
del
monte
della
Quarantena
è
il
balsamo
che
vi
guarisce
,
vi
vivifica
,
vi
esalta
:
siate
o
non
siate
cristiani
.
Colui
che
era
povero
e
che
amava
solo
i
poveri
,
che
era
oscuro
e
che
perseguitava
i
potenti
,
che
era
umile
e
che
disprezzava
l
'
orgoglio
,
Colui
che
doveva
vivere
e
morire
,
per
tutti
gli
sventurati
,
disse
a
Satana
,
signore
delle
ricchezze
tutte
umane
:
L
'
uomo
non
vive
di
solo
pane
.
Ogni
volta
che
una
creatura
della
terra
preferisce
la
fame
all
'
obbrobrio
,
preferisce
il
freddo
alla
vergogna
,
preferisce
la
morte
alla
viltà
,
ogni
volta
che
una
creatura
umana
in
lotta
con
la
fortuna
altrui
,
con
la
potenza
altrui
,
con
la
tirannia
altrui
,
non
cede
,
non
transige
,
non
si
piega
,
e
talvolta
vince
e
talvolta
muore
,
ma
muore
vincendo
,
il
grande
motto
ha
compiuto
il
suo
miracolo
spirituale
.
IL
PANE
DELL
'
ANIMA
Quando
il
direttore
del
MATTINO
si
trova
,
per
caso
,
in
polemica
col
giornale
ROMA
lo
chiama
,
per
lo
più
,
il
giornale
dei
portinai
.
Ciò
mi
ha
sempre
fatto
sorridere
.
Il
ROMA
potrebbe
essere
il
giornale
dei
portinai
,
come
è
quello
dei
bottegai
che
rientrano
a
pranzo
,
fra
l
'
una
e
le
due
pomeridiane
,
ma
non
è
.
I
portinai
napoletani
non
sanno
leggere
.
Facendo
una
inchiesta
curiosa
e
bizzarra
,
voi
potreste
trovare
,
sovra
un
centinaio
di
guardaportoni
da
quattro
a
cinque
che
sanno
leggere
,
non
di
più
;
e
per
disimpegnare
gli
obblighi
del
proprio
mestiere
,
svariati
e
non
senza
difficoltà
,
i
portinai
napoletani
adoperano
la
sveltezza
naturale
del
loro
ingegno
,
fanno
le
ambasciate
,
distribuiscono
le
carte
da
visita
,
dividono
le
lettere
e
i
giornali
,
ma
non
sanno
leggere
.
Passando
ai
cocchieri
,
gente
sveltissima
se
mai
ve
ne
fu
,
domandate
ad
uno
di
essi
,
per
esempio
,
di
portarvi
a
via
Partenope
,
numero
diciotto
:
anzi
tutto
,
egli
vi
chiederà
se
si
tratta
del
teatro
Partenope
:
e
,
in
secondo
,
quando
sarete
giunti
,
con
la
sua
carrozza
,
a
via
Partenope
,
egli
non
saprà
punto
trovare
il
numero
diciotto
:
il
cocchiere
napoletano
raramente
sa
leggere
e
ignora
quasi
sempre
la
figura
grafica
dei
numeri
,
anche
accanito
giuocatore
di
lotto
,
come
è
.
E
,
passando
di
classe
in
classe
,
non
solo
il
forestiere
si
accorge
e
si
sorprende
e
rimpiange
che
fra
il
popolo
napoletano
,
così
intelligente
,
così
vivido
,
così
rapido
,
sia
innumerevole
il
contingente
di
coloro
che
non
sanno
leggere
,
ma
voi
stesso
,
voi
,
napoletano
,
ogni
volta
che
vi
trovate
di
fronte
a
un
ignorante
,
a
un
analfabeta
,
voi
sentite
il
rammarico
acuto
di
tanta
barbarie
e
di
tanta
oscurità
;
e
,
talvolta
,
vi
assale
il
ribrezzo
di
tanto
oblio
e
di
tanto
abbandono
,
in
cui
è
lasciata
questa
povera
gente
.
E
,
ogni
tanto
,
in
quelle
tristi
interviste
con
qualche
spettro
della
notte
,
che
la
malinconia
della
deambulazione
notturna
vi
procura
,
in
quegli
incontri
singolari
e
tetri
,
con
un
ragazzo
della
malavita
,
con
un
cercatore
di
mozziconi
,
con
un
caffettiere
ambulante
,
voi
udite
il
motto
profondo
,
aspro
,
crudele
,
in
cui
il
popolo
napoletano
riassume
il
suo
profondo
rispetto
per
la
cultura
e
il
dolore
della
propria
ignoranza
,
crudele
motto
che
emana
dall
'
intimo
dell
'
anima
,
come
un
rinfaccio
,
come
amarissimo
rimprovero
alle
classi
più
alte
.
Voi
v
'
interessate
al
guaglione
di
mala
vita
,
al
fantomatico
mozzonaro
,
al
singolare
caffettiere
che
gira
come
un
fantasma
,
esso
,
dall
'
alba
,
per
le
vie
napoletane
e
compiangete
la
sua
sorte
ed
egli
si
compiange
,
così
,
crollando
le
spalle
,
filosoficamente
.
Ma
tu
sai
leggere
?
-
voi
gli
chiedete
.
Egli
vi
guarda
,
risponde
:
Signò
,
si
sapesse
leggere
nun
starria
cca
:
starria
a
Palazzo
.
Per
il
popolo
napoletano
,
chi
sa
leggere
non
può
esser
cercatore
di
mozziconi
,
venditore
di
ulive
,
ladruncolo
notturno
,
ma
può
diventare
Re
o
qualche
cosa
di
simile
al
re
,
abitare
la
Reggia
e
non
un
tugurio
o
gli
scalini
di
una
chiesa
,
comandare
gli
uomini
e
non
finire
in
carcere
o
all
'
ospedale
.
*
*
*
Centinaia
,
migliaia
di
bambini
,
di
bimbe
pullulano
,
si
arrotolano
,
si
aggrovigliano
in
tutte
le
vie
,
dalle
più
aristocratiche
alle
più
popolari
,
creature
seminude
,
scalze
o
malamente
coperte
o
appena
vestite
:
e
non
si
sa
donde
vengano
e
dove
vadano
,
non
si
sa
a
chi
appartengano
,
come
vivano
,
come
muoiano
.
Eppure
hanno
madre
e
padre
,
queste
misere
bimbe
questi
bimbi
miserelli
e
vorrebbero
,
questi
genitori
infelici
,
o
privi
di
lavoro
o
provvisti
di
un
lavoro
mal
remunerato
,
faticosissimo
,
durissimo
,
vorrebbero
,
questi
genitori
,
mandare
,
in
un
asilo
,
in
una
scuola
,
queste
creature
delle
loro
visceri
,
vorrebbero
che
oltre
il
piccolo
e
rude
pane
del
corpo
,
dato
,
ahi
,
con
così
rigorosa
misura
,
fosse
loro
dato
,
da
chi
ne
ha
l
'
obbligo
strettissimo
,
da
chi
ne
ha
il
sacrosanto
dovere
,
il
pane
dell
'
anima
,
l
'
istruzione
.
Desiderio
insano
!
Mancherà
,
spesso
a
questa
immensa
folla
di
piccini
e
di
piccine
,
di
ragazze
e
di
ragazzi
,
il
modo
come
sfamarsi
poichè
,
pare
,
la
povertà
napoletana
sia
molto
pittoresca
e
i
custodi
dell
'
estetica
adorano
questa
manifestazione
possente
e
triste
di
dolore
sociale
:
mancherà
,
senz
'
altro
,
il
pane
dell
'
anima
,
quello
che
dovrebbe
dar
frutto
di
bene
intellettuale
,
di
bene
morale
,
mancherà
senz
'
altro
la
istruzione
.
Vi
è
ancora
fra
il
popolo
,
una
istituzione
strana
e
caratteristica
:
una
specie
di
piccola
scuola
tenuta
,
da
qualche
donnetta
,
in
un
basso
più
spazioso
degli
altri
:
altre
donnette
,
operaie
,
serve
,
lavandaie
,
stiratrici
,
vi
portano
i
loro
figliuoli
e
le
loro
figliuole
,
alla
mattina
,
prima
di
andare
al
lavoro
e
pagano
un
soldo
al
giorno
,
le
più
facoltose
,
diciamo
così
,
venti
soldi
,
e
quindici
soldi
al
mese
,
le
più
sventurate
.
La
donnetta
che
ha
la
scuoletta
,
non
insegna
nulla
a
tutte
quelle
creature
:
le
tiene
raccolte
un
poco
,
poi
,
le
lascia
scorazzare
:
le
sgrida
,
sempre
:
urla
,
dietro
loro
:
le
sculaccia
:
pianti
,
strilli
,
singhiozzi
:
ma
,
infine
,
è
responsabile
,
per
un
soldo
al
giorno
,
per
tre
centesimi
,
per
due
centesimi
,
di
ogni
bimba
,
di
ogni
bimbo
,
sino
alla
sera
.
E
mi
rammento
,
anche
,
la
mia
giovinezza
,
e
un
certo
diploma
di
grado
superiore
che
mi
fu
dato
,
per
tre
anni
,
mentre
raggiungevo
questo
diploma
,
questa
missione
di
dare
il
pane
dell
'
anima
alle
figlie
del
popolo
,
continuamente
rammentata
,
a
ogni
problema
di
aritmetica
sbagliato
:
e
infine
toccato
miracolosamente
questo
scopo
del
massimo
diploma
,
l
'
obbligo
del
tirocinio
di
maestra
,
in
una
di
queste
scuole
,
ove
accorrevano
queste
figlie
del
popolo
,
a
cui
io
doveva
insegnare
a
leggere
e
a
scrivere
E
andai
piena
d
'
interesse
,
di
gentile
ansia
segreta
,
di
emozione
,
persino
,
a
fare
la
tirocinante
e
mi
trovai
fra
molte
bimbe
assai
decentemente
vestite
,
alcune
con
eleganza
.
Una
per
una
le
interrogai
,
queste
figlie
del
popolo
,
chi
fossero
,
donde
venissero
;
e
appresi
,
man
mano
,
che
eran
figliuole
di
professionisti
,
d
'
impiegati
,
di
negozianti
,
di
bottegai
,
e
fra
settantadue
scolare
,
una
solamente
,
una
,
era
una
figlia
del
popolo
,
lacera
,
pallida
,
impertinentissima
,
intelligentissima
,
affascinante
.
Una
!
Più
tardi
,
io
sparvi
dalla
scuola
,
perchè
avevo
finito
di
fare
la
tirocinante
:
la
piccola
Buonfantino
,
indimenticabile
al
mio
cuore
tenerissimo
,
ne
sparve
,
perchè
morì
,
di
tisi
,
a
undici
anni
.
Era
una
figlia
del
popolo
,
quella
:
ma
la
scuola
non
era
fatta
per
essa
*
*
*
E
non
vi
sono
scuole
,
a
Napoli
!
Non
ve
ne
sono
!
Ogni
tanto
,
noi
ci
riuniamo
,
diamo
un
ballo
splendido
,
con
una
lotteria
di
oggetti
d
'
arte
,
tutta
la
grande
società
napoletana
e
la
meno
grande
v
'
interviene
e
la
Croce
Rossa
prende
trentamila
lire
:
ma
le
scuole
mancano
e
migliaia
di
ragazzi
e
ragazze
s
'
imputridiscono
il
corpo
e
l
'
anima
nelle
vie
fangose
.
Non
vi
sono
scuole
:
mentre
noi
per
un
mese
,
organizziamo
una
Kermesse
enorme
,
con
sessanta
dame
nei
chioschi
,
e
gli
ottanta
o
novanta
ciechi
di
Caravaggio
,
che
hanno
già
ereditato
due
o
tre
fortune
,
ricevono
venticinquemila
lire
.
Non
vi
sono
scuole
:
e
altre
dame
della
Società
Margherita
e
io
con
esse
,
organizzano
,
organizziamo
,
conferenze
,
recite
,
gite
,
per
aiutare
ventidue
o
ventisette
ciechi
a
domicilio
,
comprando
loro
un
pianoforte
o
un
fonografo
o
una
biccicletta
!
Non
vi
sono
scuole
,
a
Napoli
,
e
le
maestre
muoiono
di
fame
e
le
ragazze
e
i
ragazzi
del
popolo
vanno
al
vizio
,
alla
corruttela
,
al
disonore
al
crimine
:
e
vi
stupite
delle
statistiche
dell
'
onta
,
del
delitto
,
a
Napoli
,
quando
dimenticate
che
non
vi
sono
scuole
,
che
invano
qualche
anima
buona
di
assessore
grida
,
perchè
se
ne
aprano
delle
altre
,
mentre
il
goffissimo
progetto
del
quartiere
della
bruttezza
,
a
Santa
Lucia
,
chiede
un
milione
e
duecentomila
lire
,
poichè
ciò
fa
comodo
a
un
assessore
qualunque
!
Non
vi
sono
scuole
,
a
Napoli
,
e
questi
cattolici
che
sono
al
Municipio
di
Napoli
,
non
si
vergognano
di
far
perdurare
questa
cosa
infame
,
che
è
l
'
analfabetismo
,
di
cui
tutti
arrossiamo
,
innanzi
non
agli
stranieri
,
solamente
,
che
ne
ridono
ironicamente
,
beffandoci
,
ma
innanzi
agli
italiani
di
Lombardia
e
di
Piemonte
.
Non
so
da
quanti
anni
si
sta
delirando
e
spendendo
intorno
al
Maschio
Angioino
,
sempre
e
la
cancrena
più
ributtante
divora
il
popolo
napoletano
,
confitto
nelle
tenebre
dell
'
ignoranza
:
e
neppure
i
cattolici
che
da
Cristo
Signore
Nostro
avrebbero
dovuto
apprendere
l
'
amore
dei
piccoli
e
degli
oscuri
,
fanno
niente
.
I
socialisti
domandavano
la
refezione
scolastica
:
e
avevano
ragione
,
ma
prima
della
refezione
che
andrebbe
a
figliuoli
delle
persone
agiate
,
aprire
delle
scuole
,
aprirne
altre
cento
,
dappertutto
,
ecco
quella
che
è
la
carità
sociale
,
la
solidarietà
sociale
!
Viceversa
,
noi
ci
occupiamo
se
il
lampadaro
di
S
.
Carlo
toglierà
la
visuale
a
coloro
che
vanno
in
quarta
e
quinta
fila
:
questione
gravissima
.
Costoro
che
si
agitano
per
questa
cosa
bizantina
,
sono
pregati
d
'
informarsi
un
poco
,
così
,
per
sapere
,
quanti
degli
abitanti
ordinarii
delle
carceri
di
San
Francesco
,
di
Sant
'
Eframo
e
di
Santa
Maria
ad
Agnone
sanno
leggere
.
Dopo
,
si
covrano
la
faccia
con
le
mani
:
se
hanno
un
poco
di
rossore
!
IL
PADRE
DEL
POPOLO
I
miei
occhi
hanno
visto
l
'
imponente
e
toccante
spettacolo
;
e
il
fremito
che
danno
le
cose
grandi
e
sincere
,
ha
sconvolto
il
mio
spirito
.
Un
popolo
ha
urlato
di
disperazione
,
ha
gridato
di
collera
,
ha
pianto
di
dolore
,
perchè
Ettore
Ciccotti
non
è
più
deputato
di
Vicaria
:
e
per
tre
giorni
e
tre
notti
,
questo
furore
di
popolo
,
pieno
di
singulti
e
pieno
di
lacrime
,
si
è
espresso
nelle
forme
antiche
,
puerili
e
semplici
,
della
rivolta
popolare
:
il
sasso
raccolto
nelle
vie
suburbane
e
che
fende
l
'
aria
,
fischiando
,
il
pezzo
di
legno
greggio
che
non
è
neppure
un
bastone
ma
che
difende
ed
offende
,
il
vaso
di
fiori
lanciato
dalla
finestretta
del
tugurio
:
e
un
desiderio
folle
,
funebre
,
di
morire
,
spingendosi
avanti
,
contro
le
armi
cariche
e
pronte
a
far
fuoco
,
spingendosi
avanti
,
le
donne
sotto
i
piedi
dei
cavalli
dei
soldati
,
così
,
ebbre
di
morte
!
Se
più
tragica
,
se
infinitamente
più
tragica
non
fu
l
'
avventura
del
popolo
di
Vicaria
,
si
deve
al
medesimo
Ettore
Ciccotti
che
consigliò
,
a
voce
,
per
lettera
,
la
calma
,
la
pace
,
in
nome
del
profondo
vincolo
fra
lui
e
questo
popolo
di
Vicaria
:
si
deve
alla
sua
partenza
,
alla
sua
assenza
,
atto
di
altruismo
tenerissimo
,
con
cui
si
sottrasse
al
terribile
entusiasmo
e
ne
placò
,
così
,
anche
il
disegno
di
rivoluzione
e
di
morte
:
ancora
una
volta
,
egli
salvò
il
quartiere
Vicaria
dal
sangue
e
dalla
strage
.
E
l
'
ira
folle
,
lentamente
,
si
è
sedata
,
poichè
questi
possenti
impeti
delle
masse
non
possono
e
non
debbono
aver
durata
:
ed
è
restato
,
dovunque
serpeggiante
,
in
cento
episodii
commoventi
,
il
dolore
di
aver
perduto
Ettore
Ciccotti
,
come
deputato
di
Vicaria
.
Nei
crocicchi
,
un
organino
si
ferma
e
l
'
uomo
dalla
manovella
,
comincia
a
macinare
una
musica
bizzarra
:
un
altr
'
uomo
canta
:
e
la
canzone
parla
di
Ciccotti
,
il
padre
del
popolo
,
e
tutti
si
mettono
a
cantare
,
un
coro
,
crescendo
la
folla
:
delle
cartoline
col
ritratto
di
Ciccotti
circolano
,
fra
la
gente
:
le
donne
le
afferrano
,
le
baciano
,
le
conservano
nel
seno
.
Un
venditore
di
giornali
passa
,
è
un
vecchio
:
ha
la
testa
fasciata
:
fu
ferito
,
in
una
di
quelle
notti
:
e
camminando
a
passo
lento
,
con
voce
fioca
,
grida
il
giornale
e
aggiunge
,
come
ritornello
:
ànn
'
acciso
'
u
padre
nostro
Ciccotti
.
In
un
angolo
di
Porta
Capuana
,
una
donna
parla
,
fra
un
gruppo
di
donne
:
è
eccitata
,
ha
le
lacrime
agli
occhi
,
narrando
non
so
quale
benefizio
che
ella
ebbe
da
Ciccotti
;
e
le
altre
,
a
poco
a
poco
,
si
mettono
a
gemere
,
intorno
:
e
come
se
qualcuno
fosse
morto
,
esse
esclamano
:
avimmo
perdute
nu
patre
,
nu
patre
!
Altrove
,
un
uomo
vestito
bene
,
un
signore
,
infine
,
ma
noto
nel
quartiere
,
è
circondato
da
altre
donne
,
che
gli
raccontano
le
loro
disgrazie
,
ed
egli
ascolta
,
pensoso
,
crollando
il
capo
:
e
il
ritornello
,
più
malinconico
,
più
triste
,
ricomincia
,
ancora
:
ce
l
'
hanno
levato
,
signò
,
ce
l
'
hanno
levato
!
Entrate
,
non
nelle
botteghe
della
borghesia
di
Vicaria
,
ma
nei
bassi
di
san
Giovani
a
Carbonara
,
di
via
Santi
Apostoli
,
delle
traverse
del
Nuovo
Corso
Garibaldi
,
di
Porta
Capuana
,
e
in
ognuna
di
quelle
tane
ove
manca
l
'
aria
e
manca
la
luce
e
ove
il
popolo
napoletano
vive
,
per
colpa
dei
suoi
mali
governanti
,
come
se
non
fosse
uomini
e
non
fosse
cristiani
,
e
voi
troverete
il
ritratto
di
Ettore
Ciccotti
,
accanto
a
quello
della
Madonna
.
Nominate
a
uno
di
quei
popolani
,
a
una
di
quelle
donne
,
quest
'
uomo
:
e
vedrete
il
volto
loro
infiammarsi
ed
esaltarsi
,
poichè
voi
avrete
loro
nominato
il
padre
,
non
quello
che
dette
loro
la
natura
,
ma
il
padre
della
loro
miseria
,
della
loro
abbiezione
,
del
loro
dolore
!
*
*
*
E
costoro
,
in
Vicaria
,
non
sono
elettori
:
sono
popolo
.
E
un
'
altra
cosa
.
È
una
folla
di
sventurati
che
sono
nati
con
le
mille
eredità
del
morbo
,
della
povertà
e
del
vizio
e
per
cui
nulla
e
nessuno
si
mosse
mai
,
perchè
questi
sventurati
fossero
,
in
nome
di
Dio
,
in
nome
della
natura
,
considerati
come
fratelli
,
più
infelici
,
più
disgraziati
,
ma
fratelli
;
sono
sventurati
;
a
cui
nessuno
pensò
di
dar
pane
e
lavoro
,
poichè
prima
che
il
pane
e
il
lavoro
giungano
sino
ad
essi
,
mille
ladri
eleganti
lo
debbono
sottrarre
o
taglieggiare
:
sono
sventurati
a
cui
nessuno
dà
una
scuola
,
poichè
i
signori
del
Comune
delirano
per
gittare
un
milione
,
a
una
società
che
sta
per
fallire
e
non
provvedono
,
a
che
le
scuole
sieno
aperte
:
sono
sventurati
a
cui
il
lavoro
pesa
,
sulla
vita
,
raro
a
trovarsi
,
difficile
a
durare
,
malissimo
compensato
,
precario
,
incerto
,
irrisorio
:
sono
sventurati
che
spesso
,
vengono
dal
crimine
o
ci
vanno
,
ma
non
per
colpa
loro
,
per
colpa
di
tutta
un
'
altra
società
,
cieca
,
sorda
indifferente
,
dura
come
una
roccia
.
Non
elettori
!
Popolo
:
popolo
vero
,
folto
,
oscuro
,
a
masse
paurose
,
con
volti
ove
si
manifestano
gli
stenti
e
le
tristezze
,
con
voci
roche
,
velate
dalla
fame
e
dalle
malattie
,
con
i
germi
ereditarii
che
un
atavismo
,
ahi
,
di
povertà
,
vi
mise
,
con
gli
istinti
del
male
esaltati
dalla
lunga
esistenza
di
miserie
,
e
di
pianto
,
con
l
'
inclinazione
al
male
sì
,
al
male
,
che
vi
pose
questo
centennale
e
crudele
abbandono
ostinato
della
loro
truce
sorte
;
e
la
Società
infame
si
vela
gli
occhi
per
non
vedere
questo
popolo
,
che
fugge
via
,
per
obbliarne
l
'
esistenza
e
crede
che
la
fuga
sia
la
salvezza
.
Oh
voi
non
fuggiste
,
Cristo
,
Signore
,
questo
popolo
che
,
nel
tempo
dei
tempi
,
era
oppresso
da
ogni
male
e
schiacciato
dai
possenti
e
dai
protervi
!
Voi
lo
cercaste
,
dapertutto
:
ovunque
vi
fosse
un
misero
,
un
sofferente
,
un
peccatore
,
un
malato
,
un
criminale
,
voi
gli
tendeste
la
mano
,
lo
abbracciaste
,
lo
chiamaste
figliuolo
:
voi
lasciaste
che
la
donna
del
male
,
emblema
,
di
tutte
le
peccatrici
,
di
tutte
le
criminali
,
si
curvasse
ai
vostri
piedi
domandando
perdono
e
perdonaste
,
in
lei
,
tutti
i
peccati
delle
povere
creature
muliebri
,
fiacche
,
caduche
,
fragili
,
che
la
virtù
non
le
sorregge
.
Ah
,
non
voi
fuggite
,
questo
popolo
,
o
Leone
Tolstoi
,
o
il
più
cristiano
fra
i
cristiani
,
voi
che
avete
salutato
come
fratelli
,
solo
quelli
che
soffrono
,
voi
che
avete
rinfacciato
alla
società
ipocrita
e
perversa
tutti
i
suoi
inganni
e
tutte
le
sue
infamie
,
voi
che
siete
sceso
in
mezzo
a
tutti
i
disgraziati
e
le
disgraziate
,
e
solo
essi
,
nei
vostri
libri
,
salirono
all
'
onore
della
vostra
pietà
e
della
vostra
tenerezza
.
Padre
del
popolo
,
era
il
Signor
Nostro
Gesù
:
e
padre
fu
ognuno
che
disprezzò
i
ricchi
e
i
malvagi
e
che
curò
le
piaghe
fisiche
morali
degli
infelici
:
e
padre
sarà
chiamato
,
nella
vita
nostra
,
chi
si
curerà
solo
di
asciugar
le
lacrime
di
chi
piange
,
di
sollevar
le
anime
depresse
,
di
ridare
una
coscienza
morale
a
coloro
che
l
'
ebbero
distrutta
,
dal
loro
destino
.
Questo
nome
di
padre
il
popolo
di
Vicaria
,
lo
ha
dato
ad
Ettore
Ciccotti
,
perchè
egli
non
ha
messo
le
mani
sui
suoi
occhi
,
per
non
vedere
l
'
orrore
di
quelle
esistenze
,
perchè
egli
non
è
fuggito
,
via
,
compreso
da
un
senso
di
terrore
e
d
'
impotenza
:
perchè
egli
è
restato
,
coraggioso
,
paziente
,
indulgente
,
dove
consolante
,
dove
beneficante
,
dove
cercando
di
rialzare
lo
spirito
,
dove
soccorrendo
il
corpo
:
perchè
,
egli
ha
avuto
pietà
,
ma
non
una
pietà
pomposa
e
oltraggiosa
,
non
una
pietà
sterile
e
infeconda
,
ma
una
pietà
umile
e
fraterna
,
ma
una
pietà
efficace
e
operosa
,
ma
una
pietà
civile
e
gentile
.
Mille
volte
,
questo
popolo
di
Vicaria
obbliato
,
abbandonato
,
tradito
,
ha
trovato
in
Ettore
Ciccotti
non
l
'
ipocrita
che
mette
mano
al
portafogli
e
dà
due
lire
,
e
compera
due
lire
di
tranquillità
di
coscienza
,
ma
un
cuore
paterno
,
pieno
di
quella
celestiale
indulgenza
che
è
la
forza
dei
soggiogatori
del
popolo
,
ma
un
'
anima
virile
che
,
nell
'
istesso
tempo
,
ha
detto
la
parola
che
solleva
e
ha
prestato
l
'
opera
che
redime
,
che
ha
consolato
il
dolore
e
ha
aperto
gli
spiriti
alla
speranza
di
una
vita
più
cosciente
e
più
civile
.
Non
vi
stupite
se
le
donne
violenti
di
Porta
Capuana
e
le
male
donne
di
via
Martiri
d
'
Otranto
lo
adorino
!
Così
la
Maddalena
adorò
Cristo
:
così
la
Maslova
,
perduta
e
criminale
,
adorò
Tolstoi
.
Il
vincolo
sociale
è
fondato
sull
'
alta
e
nobile
e
riabilitante
carità
fraterna
:
il
miracolo
sociale
,
è
creato
solo
da
un
sublime
e
ardente
sentimento
di
pietà
e
di
amore
.
*
*
*
E
che
gli
importa
di
esser
deputato
di
Vicaria
.
a
Ettore
Ciccotti
?
L
'
uomo
,
in
lui
,
è
superiore
a
questa
carica
tenuta
,
spesso
da
gente
vile
o
sciocca
.
La
beltà
della
sua
anima
non
soffre
miscela
di
ambizione
puerile
:
egli
non
è
un
arrivista
:
il
socialismo
non
gli
è
servito
per
emergere
:
per
cento
altre
forze
intellettuali
e
morali
,
che
sono
in
lui
,
egli
sarebbe
emerso
.
E
non
fu
sempre
socialista
:
e
la
sua
storia
della
sua
via
di
Damasco
,
tutta
a
onor
,
suo
,
è
il
romanzo
di
uno
spirito
retto
e
puro
che
si
ribella
,
d
'
un
colpo
solo
,
alla
infamia
sociale
,
in
tutti
i
ceti
,
infamia
che
non
colpisce
lui
,
ma
chi
sta
intorno
a
lui
:
è
la
ribellione
oscura
e
impetuosa
di
un
altruista
.
Sia
,
sia
,
sempre
il
padre
del
popolo
di
Vicaria
,
Ettore
Ciccotti
!
Non
dimentichi
questo
popolo
che
egli
ha
amato
,
che
lo
ama
:
non
lo
abbandoni
,
di
nuovo
alla
sua
sorte
tetra
e
truce
:
apporti
,
egli
la
luce
della
parola
,
la
bellezza
dell
'
esempio
,
la
efficacia
dell
'
azione
a
quella
gente
sventurata
che
,
pure
,
è
umana
,
è
cristiana
,
ha
i
segni
della
intelligenza
e
del
sentimento
,
nella
persona
.
A
ciò
,
non
serve
esser
deputato
.
E
,
forse
,
domani
,
Ettore
Ciccotti
lo
sarà
di
nuovo
,
se
il
giovine
patrizio
che
ne
prese
il
posto
,
non
si
decida
,
e
forse
è
capace
di
farlo
,
a
diventare
,
di
Ettore
Ciccotti
,
scolaro
,
cooperatore
,
fratello
,
in
quartiere
Vicaria
.
Il
titolo
di
padre
,
è
così
bello
,
è
così
degno
!
Niuno
che
lo
pronunzi
,
senza
esserne
commosso
:
ed
in
bocca
a
un
popolo
,
esso
significa
preghiera
e
benedizione
.
Napoli
,
Novembre
del
1904
UNA
DONNA
Avete
mai
provato
il
sottile
e
malinconico
piacere
,
piene
di
segrete
sorprese
e
d
'
intimi
sussulti
,
di
frugare
fra
i
vecchi
ritratti
in
un
antico
albo
di
cui
da
anni
,
non
si
schiudeva
il
fermaglio
,
una
polverosa
cartella
di
cui
,
da
tanto
tempo
non
si
scioglievano
i
nastri
?
Avete
mai
fissato
gli
occhi
sui
pallidi
ritratti
di
colori
che
sono
morti
,
poichè
,
misteriosamente
,
tutti
i
ritratti
dei
morti
appaiono
scolorati
?
Volti
di
morti
,
volti
di
persone
scomparse
,
che
,
non
rivedrete
mai
più
,
volti
di
creature
che
,
forse
vi
amarono
e
che
voi
amaste
male
,
forse
,
e
,
che
non
vi
amarono
a
tempo
,
forse
,
volti
già
consunti
dalla
tristezza
o
floridi
di
una
beltà
quasi
intangibile
,
volti
di
tanto
vecchi
ritratti
,
di
persone
che
portarono
via
una
parte
del
vostro
cuore
,
che
vi
tolsero
una
luce
dall
'
anima
,
forse
,
o
che
,
forse
,
vi
lasciarono
un
profondo
e
indelebile
ricordo
!
Questo
sottile
piacere
di
scorrere
con
le
dita
trepide
,
fra
gli
antichi
ritratti
,
dalla
malinconia
vi
fa
passare
allo
spasimo
:
e
quando
,
sgomento
dai
fantasmi
che
voi
stessi
avete
evocati
,
lasciate
cader
l
'
albo
e
chiudete
la
cartella
,
onde
di
amarezza
seguitano
a
fluttuare
nel
vostro
sangue
.
O
passato
,
tu
solamente
sei
vero
!
Ecco
,
io
ho
innanzi
un
tanto
antico
ritratto
,
di
una
donna
:
di
una
signora
:
è
una
fotografia
,
che
avrà
trent
'
anni
,
forse
,
e
che
fu
data
alla
donna
che
degnamente
,
io
ho
più
amata
e
venerata
nel
mondo
,
a
mia
madre
.
Questo
ritratto
è
di
Teresa
Ravaschieri
e
già
in
quel
tempo
in
cui
fu
amichevolmente
donato
,
non
era
un
ritratto
nuovo
:
veggo
un
viso
ovale
,
sereno
,
sorridente
,
eminentemente
giovanile
;
e
dei
bruni
e
folti
capelli
neri
,
ove
si
appoggia
un
diadema
prezioso
:
un
vestito
da
festa
che
scovre
un
collo
e
delle
spalle
statuarie
,
adorne
di
una
collana
ricchissima
:
una
testa
da
cameo
,
infine
,
ove
la
purezza
delle
linee
è
animata
dalla
espressione
più
spirituale
nella
luce
dei
cari
occhi
larghi
e
limpidi
,
nel
sorriso
della
bella
bocca
,
in
tutta
la
quiete
viva
e
fresca
della
fisionomia
.
Il
prezioso
ritratto
,
dunque
,
mostra
una
Teresa
Ravaschieri
in
tutta
la
pienezza
della
sua
beltà
e
della
sua
grazia
muliebre
,
quando
la
sua
persona
e
il
suo
intelletto
,
il
suo
fascino
e
la
sua
cultura
attiravano
verso
lei
gli
omaggi
divoti
d
'
italiani
e
di
stranieri
,
quando
il
suo
nome
,
illustre
per
tutti
i
suoi
antenati
,
illustre
per
suo
nonno
,
per
suo
padre
,
rappresentava
,
in
Napoli
,
quello
della
vera
gran
dama
,
la
gran
dama
per
cui
l
'
alta
società
napoletana
,
di
allora
,
era
veramente
alta
.
Prezioso
ritratto
che
ha
fatto
,
che
fa
profondamente
trasalire
l
'
anima
mia
,
che
esalta
,
in
un
sogno
di
bellezza
e
di
bontà
la
mia
fantasia
e
che
dà
al
mio
cuore
,
che
non
sa
obliare
,
con
un
nuovo
fiotto
l
'
inconsolabile
rammarico
,
quello
di
non
aver
visto
,
l
'
anno
scorso
,
trapassar
l
'
anima
grande
di
Teresa
Ravaschieri
,
quello
di
non
aver
potuto
,
in
gramaglia
,
seguire
,
a
piedi
,
il
suo
corteo
funebre
,
quello
di
non
aver
potuto
baciare
,
piangendo
,
la
pietra
marmorea
che
chiude
il
suo
sepolcro
,
come
quello
di
una
seconda
madre
.
*
*
*
Qual
donna
,
mai
,
eguaglierà
costei
?
Chi
oserà
mai
fare
quello
che
essa
fece
?
La
somma
delle
sue
virtù
morali
non
è
,
forse
,
grande
quanto
quella
delle
sue
opere
,
non
ha
essa
,
forse
,
operato
tutto
il
bene
che
ha
pensato
e
che
ha
sentito
?
Chi
mai
realizzò
un
alto
sogno
di
amore
come
ella
volle
e
fece
?
Chi
mai
raggiunse
uno
scopo
più
lontano
,
più
nobile
e
più
puro
,
con
la
sola
volontà
del
bene
?
Dove
non
giunse
il
suo
desiderio
di
carità
e
dove
non
mise
ella
la
testimonianza
del
suo
desiderio
soddisfatto
?
Che
cosa
ella
non
invocò
sui
poveri
,
sugli
afflitti
,
sui
derelitti
e
qual
balsamo
,
per
lei
,
non
sanò
le
crudeli
ferite
di
costoro
?
Balzano
i
ricordi
belli
,
nella
mia
mente
e
Teresa
Ravaschieri
mi
appare
come
in
una
selva
di
vivide
rose
fragranti
,
ed
ognuna
di
esse
è
un
beneficio
,
ognuna
di
esse
è
una
carità
,
ognuna
di
esse
è
un
atto
di
amore
!
Quante
volte
,
al
suo
contatto
spirituale
,
io
sentii
ringagliardire
l
'
affievolita
mia
fede
cristiana
:
poichè
ella
era
una
cristiana
perfetta
,
umile
senza
cecità
,
tenera
senza
leziosaggine
,
speranzosa
senza
baldanza
,
fidente
senza
esitazione
.
Un
giorno
,
parlavamo
di
Galilea
,
insieme
,
e
del
grande
lago
di
Genesareth
,
ove
Cristo
sedò
la
tempesta
,
e
della
montagna
di
Hattine
,
ove
Egli
pronunciò
l
'
inobliabile
sermone
:
e
gli
occhi
di
Teresa
Ravaschieri
si
riempirono
di
sogno
e
come
in
sogno
,
ella
mi
disse
:
senti
,
io
son
certa
che
se
avessi
avuto
la
fortuna
di
vivere
là
,
in
quei
tempi
,
avrei
seguito
Gesù
,
dovunque
,
come
le
Marie
:
ed
era
vero
,
poichè
la
sua
anima
ardente
era
apostolica
,
poichè
ella
amava
diffondere
la
sua
fiamma
vivida
,
e
generatrice
di
vita
dello
spirito
!
Quante
volte
ella
mi
ha
chiamata
a
sè
per
comunicarmi
una
sua
idea
schietta
,
provvida
,
generosa
e
io
,
come
altri
miseri
esseri
,
con
le
mani
e
con
le
anime
legate
dall
'
incertezza
e
dalla
debolezza
,
come
tanti
altri
infelici
che
,
guasti
dal
dubbio
,
temono
di
abbandonarsi
alle
imprese
audaci
,
rischiose
e
magnifiche
,
le
ponevo
,
miserabilmente
,
delle
obbiezioni
meschine
sempre
sgomentandomi
delle
complicazioni
,
in
cui
ella
comprometteva
la
sua
salute
,
la
sua
pace
,
il
suo
tempo
.
Ella
crollava
il
capo
:
sorrideva
:
riconciliava
il
suo
discorso
,
in
cui
tutto
il
suo
progetto
ideale
di
soccorso
,
di
sussidio
,
di
protezione
appariva
magicamente
colorito
:
e
a
un
tratto
,
io
,
come
gli
altri
,
eravamo
colpiti
dalla
grazia
,
e
innanzi
a
lei
ci
sentivamo
stupiti
e
fiacchi
,
e
sentivamo
che
una
volontà
alta
e
bella
ci
trascinava
,
e
tutti
eravamo
travolti
in
un
'
onda
di
bene
che
,
da
lei
emanava
,
che
ci
rendeva
capaci
di
cento
cose
più
forti
di
noi
,
che
ci
dava
la
forza
di
servirla
,
Teresa
Ravaschieri
,
nei
suoi
miracoli
di
tenerezza
che
ci
metteva
dietro
a
lei
,
come
discepoli
di
un
Maestro
divino
.
Ah
Ella
,
sì
,
avrebbe
seguito
,
col
capo
avvolto
nel
manto
e
i
piedi
nudi
nei
sandali
,
Gesù
,
per
le
altitudini
del
Thabor
,
per
le
pianure
di
Elsdrelon
e
per
le
balze
della
Samaria
,
fino
a
Gerusalemme
,
fino
al
Calvario
,
sin
oltre
il
Calvario
:
ma
alla
sua
parola
di
pietà
,
al
suo
sentimento
di
amore
,
a
questa
luce
costante
e
generatrice
di
ogni
bene
che
emanava
da
lei
,
ognuno
di
noi
sarebbe
con
lei
partito
,
dove
ella
volesse
,
con
lei
,
ove
ferveva
il
più
crudele
morbo
,
ove
giacevano
i
morti
del
cataclisma
,
ove
strideva
il
grido
di
guerra
.
Chi
,
chi
mai
dirà
più
a
noi
,
come
Teresa
Ravaschieri
la
diceva
,
la
parola
che
desta
l
'
anima
e
che
la
sospinge
alla
divozione
suprema
?
Chi
più
,
chi
più
indicherà
a
noi
,
con
la
mano
bianca
e
l
'
occhio
scintillante
,
la
via
del
sacrificio
sublime
?
Ah
che
noi
siamo
soli
,
freddi
,
tristi
e
dubbiosi
di
ogni
cosa
e
dubbiosi
di
ogni
persona
,
e
giammai
,
più
udremo
la
voce
che
ci
dava
la
forza
di
vivere
,
l
'
energia
di
vivere
per
gli
altri
,
l
'
abnegazione
di
vivere
per
tutti
gli
altri
,
tutti
,
amici
,
indifferenti
,
estranei
,
nemici
.
Non
è
morta
una
donna
,
l
'
anno
scorso
,
il
dieci
di
settembre
:
si
è
dileguata
la
più
incomparabile
forza
spirituale
:
è
scomparsa
la
miglior
parte
di
noi
,
quella
che
riassumeva
le
tre
virtù
dell
'
anima
,
la
carità
,
la
fede
,
la
speranza
:
abbiamo
perduto
,
con
lei
il
segreto
della
nostra
vita
di
cristiani
operosi
e
di
creature
umane
degne
di
questo
nome
,
il
senso
della
tenerezza
fraterna
,
si
è
spento
,
in
noi
,
poichè
lei
,
l
'
Evocatrice
,
l
'
Animatrice
di
tutte
le
fraterne
tenerezze
,
è
spenta
*
*
*
Giusto
è
che
,
oggi
,
in
un
tempio
,
i
maggiori
cittadini
napoletani
e
le
più
pietose
donne
e
quanti
sono
i
più
noti
che
amarono
e
ammirarono
Teresa
Ravaschieri
,
convengano
per
onorar
la
sua
memoria
e
per
pregar
pace
a
lei
.
Tali
feste
funebri
solenni
,
sono
assai
belle
,
e
commoventi
,
anche
.
Ma
se
io
penso
che
,
in
quel
tempio
,
dovrebbero
entrare
tutti
coloro
che
essa
ha
beneficati
,
esso
è
piccolo
,
troppo
piccolo
,
infinitamente
piccolo
:
la
folla
dei
poveri
,
degli
infelici
,
degli
infermi
,
degli
abbandonati
,
cui
ella
provvide
di
dignitosa
elemosina
,
di
ricovero
,
di
sanità
recuperata
,
di
cure
materne
,
la
folla
,
a
cui
ella
dette
il
suo
amore
e
la
sua
fortuna
,
il
suo
tempo
e
la
sua
anima
,
la
folla
a
cui
ella
dette
sè
stessa
,
in
un
lungo
ed
entusiasta
olocausto
,
è
immensa
.
Niun
tempio
la
potrebbe
contenere
e
ognuno
di
costoro
,
poichè
gli
oscuri
,
i
derelitti
non
dimenticano
,
certo
,
ogni
volta
che
il
suo
spirito
si
effonde
nella
preghiera
,
rammenterà
il
nome
di
Teresa
Ravaschieri
.
Ed
è
,
forse
,
più
giusto
domandare
a
Lei
,
dal
suo
eterno
riposo
che
ella
ci
preghi
pace
:
assai
più
giusto
che
noi
,
combattuti
,
trafitti
,
stanchi
,
oppressi
,
senza
più
guida
nell
'
esistenza
,
chiediamo
pace
a
Lei
.
Ella
lottò
e
vinse
,
nel
nome
di
Dio
e
nel
nome
della
virtù
d
'
amore
che
raccoglie
tutta
l
'
umanità
.
Assai
prima
di
morire
,
ella
era
in
pace
.
Ella
aveva
detto
a
Dio
le
parole
estreme
,
assai
prima
di
morire
:
e
aveva
avuto
il
dono
della
pace
.
È
alla
nostra
nave
pericolante
,
in
gran
tempesta
,
nella
notte
,
che
bisogna
chiedere
l
'
aiuto
di
uno
spirito
orante
,
nella
beatitudine
celeste
:
è
al
nostro
naufragio
che
l
'
anima
eletta
deve
dar
soccorso
,
dal
misterioso
mondo
delle
anime
.
La
grande
anima
aveva
la
consuetudine
dei
miracoli
,
per
la
forza
della
preghiera
,
e
della
bontà
.
Preghiamo
che
Ella
continui
!