StampaPeriodica ,
Durante
un
mio
recente
soggiorno
a
Venezia
quello
che
mi
ha
colpito
di
più
non
è
stato
ciò
che
colà
si
costruisce
e
si
compie
di
nuovo
,
ma
ciò
che
si
restaura
e
si
vuole
restaurare
di
antico
.
L
'
opera
di
restaurazione
ha
assunto
una
estensione
illimitata
;
dai
monumenti
famosi
,
dai
palazzi
grandiosi
si
è
diffusa
ai
quadri
,
alle
statue
,
a
ogni
oggetto
d
'
arte
e
di
non
arte
;
dagli
uffici
a
tale
uopo
designati
,
dai
tecnici
esperti
in
tale
funzione
si
è
trasfusa
in
ogni
individuo
,
ha
invaso
ogni
studio
di
pittore
e
di
architetto
,
ogni
modesto
laboratorio
di
decoratore
,
di
marmista
,
di
falegname
,
di
verniciatore
,
ogni
bottega
di
rigattiere
;
è
diventata
una
febbre
,
una
mania
universale
.
Si
restaura
in
palazzo
ducale
e
nella
chiesa
di
San
Marco
,
nel
palazzo
reale
e
nel
palazzo
Dario
,
si
restaurano
le
Procuratie
e
la
Ca
'
d
'
Oro
,
si
restaura
all
'
Accademia
di
Belle
Arti
e
nella
Scuola
di
San
Rocco
,
si
restaura
nei
campi
e
nelle
calli
,
e
come
se
tanto
restauro
non
fosse
sufficiente
,
una
commissione
studia
i
restauri
da
effettuarsi
nelle
chiese
dei
Frari
e
di
San
Giovanni
e
Paolo
,
una
seconda
prepara
i
lavori
per
altri
edifici
,
e
così
via
.
Un
restauro
tira
l
'
altro
come
le
solite
ciliege
,
anzi
ne
tira
molti
altri
come
la
non
meno
solita
palla
di
neve
;
appena
si
pone
mano
a
un
lavoro
sorge
la
necessità
di
altri
lavori
imprevisti
ma
inevitabili
per
terminare
il
primo
,
e
appena
un
restauro
è
compiuto
bisogna
intraprenderne
dieci
altri
che
ne
sono
la
conseguenza
.
Il
proposito
,
lo
si
deve
riconoscere
subito
,
è
nella
maggior
parte
dei
casi
lodevolissimo
,
la
buona
fede
che
presiede
a
questi
sforzi
è
quasi
sempre
integra
;
vi
si
può
insinuare
talvolta
un
po
'
di
ambizione
,
vi
può
essere
magari
la
spinta
di
qualche
speranza
di
guadagno
,
ma
i
motivi
predominanti
sono
,
senza
dubbio
,
un
vivo
amore
per
l
'
avito
patrimonio
artistico
,
un
nobile
senso
di
rispetto
per
ciò
che
l
'
arte
ha
consacrato
,
e
una
fiducia
forse
eccessiva
nella
nostra
sapienza
e
nei
nostri
mezzi
per
ridare
una
vita
imperitura
a
ciò
che
sta
per
morire
.
E
questo
anzi
è
strano
.
Mentre
universalmente
si
ammette
che
l
'
opera
d
'
arte
è
quella
che
più
si
avvicina
all
'
opera
della
vita
e
per
caratteri
esterni
e
per
essenza
interiore
,
talché
il
capolavoro
è
ritenuto
il
solo
emulo
degno
di
ciò
che
vive
,
viceversa
allorché
si
tratta
di
restaurare
si
colloca
l
'
opera
d
'
arte
in
una
categoria
a
sé
,
in
una
categoria
d
'
eccezione
,
sottratta
a
tutte
le
leggi
della
vita
compresa
la
legge
suprema
e
inviolabile
della
morte
.
La
fatale
necessità
della
fine
pare
che
debba
essere
sospesa
di
fronte
all
'
opera
d
'
arte
,
per
la
quale
si
ritiene
possibile
il
miracolo
della
resurrezione
parziale
e
totale
;
e
ben
inteso
noi
soli
saremmo
i
dottori
forniti
di
tale
capacità
miracolosa
.
E
niuno
dei
nostri
restauratori
,
sia
il
dotto
architetto
,
sia
l
'
abile
pittore
,
sia
lo
studioso
degli
antichi
procedimenti
,
ha
mai
dubitato
che
l
'
edificio
rifatto
,
il
quadro
rinnovato
,
l
'
oggetto
rifabbricato
fossero
non
già
la
continuazione
rinfrescata
della
cosa
primitiva
,
ma
soltanto
un
simulacro
inerte
,
una
maschera
,
qualche
cosa
come
una
imagine
di
cera
in
confronto
dell
'
essere
vivente
,
oppure
un
'
altra
cosa
,
un
altro
essere
con
un
'
anima
differente
!
Poiché
i
moderni
restauratori
non
conoscono
né
le
trepidazioni
né
le
mezze
misure
,
quando
ci
si
mettono
vanno
fino
in
fondo
,
Non
si
limitano
a
qualche
ritocco
,
a
qualche
pulitura
,
a
qualche
rinforzatura
;
non
si
contentano
di
eliminare
le
cause
nocive
,
no
,
meschino
cómpito
sarebbe
questo
,
essi
vogliono
ricostituire
ciò
che
è
stato
danneggiato
,
ritrovare
ciò
che
si
è
perduto
,
ricostruire
ciò
che
è
stato
distrutto
,
rifare
,
ricreare
completamente
.
Ma
neanche
questo
li
appaga
,
non
basta
loro
rifare
e
ricreare
,
essi
vogliono
far
meglio
,
correggere
gli
errori
dei
padri
,
tener
conto
dei
progressi
del
buon
gusto
e
dell
'
estetica
.
E
questo
è
l
'
assurdo
.
Io
non
nego
che
si
possano
curare
i
monumenti
e
i
quadri
come
si
curano
gli
organismi
viventi
,
non
nego
che
vi
sia
un
'
arte
medica
che
possa
prolungare
talvolta
la
loro
vita
come
prolunga
,
in
date
circostanze
,
la
vita
degli
uomini
;
ma
non
si
può
fare
più
di
così
.
La
possibilità
del
restauratore
non
può
superare
quella
del
medico
.
Il
medico
può
togliere
una
causa
d
'
infezione
,
può
irrobustire
l
'
organismo
,
ma
non
può
arrestare
l
'
inesorabile
processo
della
decadenza
senile
,
il
chirurgo
può
evitare
la
morte
,
amputando
un
organo
malato
,
ma
non
può
rifare
l
'
organo
.
Il
restauratore
crede
di
essere
un
chirurgo
capace
non
solo
di
sostituire
l
'
organo
infermo
con
uno
sano
,
ma
con
uno
sano
migliore
di
quello
che
c
'
era
prima
.
A
operazione
compiuta
si
avvede
che
l
'
organo
nuovo
più
perfezionato
non
si
intona
con
tutto
il
rimanente
e
invece
di
pensare
che
la
sua
perfezione
artificiale
non
è
che
una
grossolana
imitazione
inanimata
in
confronto
del
corpo
vivo
,
egli
se
la
prende
con
ciò
che
resta
di
vivo
.
Dopo
aver
tagliata
una
gamba
e
dopo
averla
surrogata
con
una
di
legno
,
taglia
anche
l
'
altra
e
la
sostituisce
col
legno
perché
non
vi
siano
discordanze
,
e
dalle
gambe
passa
poi
alle
braccia
,
a
tutto
il
corpo
,
fino
ad
avere
un
completo
fantoccio
di
legno
in
cambio
dell
'
uomo
vivo
.
E
allora
esclama
:
Ho
compiuto
il
prodigio
della
resurrezione
!
Allorché
tutti
i
restauri
saranno
terminati
,
tutti
i
monumenti
rifabbricati
e
tutti
i
quadri
ridipinti
,
le
città
e
le
gallerie
non
saranno
più
che
un
vasto
museo
Grevin
dell
'
arte
dove
invece
dei
capolavori
veri
,
scomparsi
per
sempre
,
resteranno
le
riproduzioni
nuove
.
La
prova
?
Andiamo
a
cercarla
a
...
Metz
.
La
cattedrale
di
Metz
,
una
magnifica
chiesa
di
stile
ogivale
fiorito
,
è
l
'
edificio
che
in
questi
ultimi
anni
è
stato
restaurato
con
più
cura
,
con
più
diligenza
e
con
più
mezzi
,
e
naturalmente
è
quello
che
è
stato
più
sfigurato
.
Nel
1877
un
incendio
aveva
arso
il
tetto
della
cattedrale
,
si
doveva
ricostruirlo
;
era
naturale
che
il
nuovo
tetto
dovesse
essere
eguale
all
'
antico
,
ma
il
coscienzioso
restauratore
,
l
'
architetto
Tornow
,
rilevò
che
gli
antichi
costruttori
avevano
commesso
imperdonabili
errori
di
stile
e
di
estetica
,
avevano
fatto
il
tetto
troppo
basso
e
senza
grazia
.
E
giacché
il
fuoco
aveva
consumato
i
loro
sbagli
,
il
nuovo
costruttore
avveduto
non
doveva
ripeterli
,
ma
fare
il
tetto
più
alto
secondo
tutte
le
regole
e
in
conformità
allo
stile
del
monumento
.
Il
ragionamento
non
faceva
una
grinza
,
ma
il
nuovo
tetto
,
una
volta
terminato
,
ne
faceva
molte
,
deformava
tutto
l
'
aspetto
della
chiesa
,
invece
di
isveltirla
la
schiacciava
.
Chi
va
a
pensarle
tutte
?
Ai
fianchi
della
chiesa
stanno
due
torri
non
molto
alte
,
bene
intonate
con
l
'
antica
tettoia
bassa
,
ma
sorpassate
dalla
nuova
tettoia
elevata
;
da
qui
l
'
impressione
di
pesantezza
.
Il
restauratore
non
si
scoraggiò
per
questo
.
Le
torri
sembravano
diminuite
...
ebbene
ne
rialzeremo
una
;
sulla
torre
del
Capitolo
erigeremo
una
freccia
di
pietra
simile
a
quella
dell
'
altra
torre
.
E
il
lavoro
fu
cominciato
,
ma
la
torre
si
rifiutò
di
sostenere
il
peso
imprevisto
e
si
fendette
.
Neanche
di
fronte
a
questa
contrarietà
il
Tornow
si
perdette
d
'
animo
.
Ebbene
,
non
si
può
inalzare
la
torre
,
inalzeremo
la
chiesa
,
costruiremo
un
pinacolo
centrale
,
una
specie
di
campanile
sull
'
incontro
delle
due
navate
come
a
Parigi
e
ad
Amiens
.
Ed
ecco
come
si
rimette
in
pristino
un
monumento
!
La
cattedrale
di
Metz
è
lontana
,
ma
la
triste
istoria
del
suo
restauro
potrebbe
con
lievi
varianti
essere
quella
del
nostri
monumenti
.
Un
illustre
pittore
narrandomi
di
un
restauro
provvidenziale
eseguito
da
un
amico
suo
sopra
un
magnifico
Tintoretto
,
mi
diceva
che
il
restauratore
era
rimasto
soddisfattissimo
,
poiché
durante
l
'
abbondante
lavatura
del
quadro
,
un
intero
braccio
era
sparito
ed
egli
aveva
potuto
ridipingerlo
correggendo
alcuni
errori
di
disegno
e
di
prospettiva
commessi
dal
Tintoretto
!
Vero
che
il
braccio
nuovo
appariva
mostruoso
,
ma
era
esatto
!
Dopo
di
che
siano
lodati
gli
umili
fraticelli
che
affumicavano
i
quadri
con
i
ceri
dell
'
altare
,
siano
lodati
i
soldati
brutali
e
i
burocratici
ignari
che
passavano
la
calce
sugli
affreschi
preziosi
dei
conventi
e
delle
chiese
,
siano
lodati
gli
avidi
speculatori
che
seppellivano
i
ruderi
augusti
sotto
le
nuove
caserme
!
Meglio
,
meglio
assai
queste
tombe
premature
per
i
capolavori
anziché
le
contraffazioni
degli
odierni
restauratori
.
L
'
anima
dei
capolavori
non
si
rinnova
,
come
non
si
rinnova
la
vita
degli
organismi
.