StampaPeriodica ,
Bisogna
vederla
quando
io
la
invito
a
una
gita
sul
mio
minuscolo
automobile
ove
a
stento
posso
trovare
un
posticino
e
non
molto
comodo
per
lei
!
La
gioia
entra
in
lei
e
la
anima
come
la
brezza
nella
vela
.
Il
suo
volto
si
increspa
di
sorriso
,
i
suoi
occhioni
azzurri
si
rischiarano
e
brillano
,
le
sue
manine
paffute
battono
l
'
una
contro
.
l
'
altra
giocondamente
.
Non
fa
tardare
mai
il
consentimento
,
non
è
mai
di
mala
voglia
,
non
ha
mai
alcuno
di
quelli
impicci
femminili
che
capitano
espressamente
per
mandare
a
monte
i
divertimenti
meglio
improvvisati
.
È
sempre
pronta
e
felice
.
Non
c
'
è
mai
pericolo
che
l
'
invito
la
contrarii
.
La
sua
gioia
si
muta
poi
in
fervore
.
Ella
si
veste
,
si
appresta
in
due
minuti
,
provvede
a
tutto
ciò
che
le
occorre
,
nulla
dimentica
.
Anzi
ricorda
a
me
le
cose
necessarie
;
va
lei
alla
ricerca
degli
strumenti
che
possono
abbisognare
alla
nostra
macchina
.
Pensa
alla
chiave
inglese
e
all
'
oleatore
,
si
mette
in
tasca
del
filo
di
ferro
,
delle
pezze
di
gomma
per
medicare
le
ferite
dei
pneumatici
,
mi
domanda
se
ho
preso
la
manopola
e
la
spina
per
il
contatto
elettrico
,
e
fila
giù
per
le
scale
prima
ancora
che
io
mi
sia
calcato
sulle
orecchie
il
berretto
.
Nel
portico
di
casa
ella
entra
in
funzioni
.
Si
tratta
di
estrarre
il
nostro
sbuffante
veicolo
dalla
sua
cella
.
Ella
non
si
rifiuta
alla
fatica
!
Eccola
affaccendata
a
tirare
una
ruota
perché
la
macchina
possa
svoltare
dall
'
andito
,
e
poi
afferrata
all
'
asse
posteriore
per
trattenerla
nella
scesa
dei
due
gradini
che
ci
separano
dalla
strada
.
Siamo
quasi
al
punto
;
ella
ispeziona
un
istante
il
motore
,
toglie
via
un
po
'
di
fango
disseccato
dal
lucido
recipiente
della
benzina
,
dà
due
o
tre
colpetti
al
galleggiante
del
carburatore
,
come
ha
veduto
fare
da
me
,
per
assicurarsi
che
la
benzina
è
arrivata
,
un
ultimo
sguardo
a
tutto
l
'
insieme
e
...
in
sella
.
-
È
bella
è
,
la
nostra
quaranta
cavalli
!
ella
esclama
con
un
sorrisetto
di
orgoglio
.
Non
occorre
che
io
dica
che
il
modesto
ruotabile
che
viene
pomposamente
gratificato
di
una
cifra
così
ingente
di
cavalli
,
non
arriva
a
quattro
.
Ma
il
mio
camerata
in
gonnella
è
ottimista
e
poi
sente
l
'
amor
proprio
del
proprietario
,
così
da
moltiplicare
per
dieci
la
forza
del
motore
.
Io
mi
arrampico
per
primo
,
mi
accomodo
in
sella
,
dispongo
le
manette
del
gaz
e
della
accensione
per
la
partenza
e
poi
l
'
aiuto
a
salire
.
L
'
impresa
non
è
facile
,
sempre
per
la
ristrettezza
del
posto
.
L
'
afferro
sotto
le
braccia
la
sollevo
,
ella
sgambetta
in
aria
,
finché
si
appoggia
più
che
non
si
sieda
,
su
un
mio
ginocchio
,
punta
i
piedi
sulla
forcella
della
ruota
davanti
,
si
calca
il
berretto
sugli
occhi
facendo
sporgere
ben
innanzi
la
visiera
,
si
accomoda
i
grossi
occhiali
sul
nasino
,
e
quando
è
convinta
che
la
sua
tenuta
da
chauffeuse
è
perfetta
domanda
:
Andiamo
?
Posso
mettere
il
contatto
?
-
Via
!
rispondo
.
Gravemente
ella
gira
la
manopola
,
compresa
del
miracolo
animatorio
che
sta
per
compiersi
,
mentre
con
l
'
altra
mano
si
trattiene
,
aggrappandosi
,
al
mio
braccio
.
Siamo
in
un
momento
critico
.
Il
demarrage
della
macchina
non
è
tra
i
più
facili
,
io
debbo
prima
che
il
motore
si
avvii
dare
due
o
tre
colpi
di
pedale
.
Per
questo
movimento
un
po
'
brusco
ella
che
non
aveva
altro
sostegno
che
il
mio
ginocchio
destro
,
si
trova
improvvisamente
sbalzata
su
e
giù
alternativamente
come
se
navigasse
su
un
cattivo
battello
attraverso
la
Manica
,
durante
una
raffica
.
Ma
neanche
questo
sballottamento
la
mette
di
cattivo
umore
,
tutto
al
più
le
sue
dita
si
contraggono
più
strettamente
sul
mio
braccio
per
conservare
l
'
equilibrio
.
Per
fortuna
la
raffica
dura
poco
,
il
motore
inizia
la
serie
confortante
dei
suoi
scoppi
regolari
che
diventano
sempre
più
frequenti
come
gli
spari
di
molti
fucili
a
ripetizione
.
Quello
strepitio
ritmico
che
fa
voltare
i
passanti
con
un
viso
arcigno
giunge
alle
nostre
orecchie
dolce
come
una
musica
.
Non
arriviamo
come
quel
tale
chauffeur
maniaco
a
preferirlo
a
un
motivo
del
Parsifal
,
tuttavia
in
quell
'
istante
ci
riempie
di
contentezza
.
È
il
segnale
che
tutto
va
bene
.
E
non
è
poco
!
Veramente
io
mi
sono
affrettato
troppo
a
rallegrarmi
,
poiché
a
cento
metri
da
casa
,
proprio
mentre
ci
si
presenta
un
'
ardua
salita
sento
che
il
motore
cala
e
crepita
più
sordamente
.
Capisco
che
nella
precedente
agitazione
delle
sue
gonne
si
deve
essere
spostata
la
manetta
del
gaz
,
forse
si
è
quasi
chiusa
.
Ma
io
non
la
vedo
.
E
muovere
le
braccia
è
pericoloso
poiché
ella
vi
si
appoggia
.
D
'
altra
parte
non
c
'
è
da
esitare
.
-
Stai
attenta
,
debbo
regolare
l
'
ammissione
del
gaz
!
Ella
ha
capito
,
lascia
andar
le
braccia
,
si
afferra
al
manubrio
.
Io
corro
alla
ricerca
della
manetta
ribelle
,
la
apro
,
si
riparte
a
grande
velocità
.
La
salita
è
superata
,
siamo
in
cima
,
ella
si
rivolge
,
nel
suo
viso
scintilla
la
soddisfazione
della
vittoria
.
-
Hai
visto
,
ella
dice
,
come
va
bene
?
Corre
è
?
È
forte
!
Non
ha
neanche
sentito
la
salita
.
Come
è
bravo
,
poverino
.
E
nella
sua
effusione
ella
parla
alla
macchina
come
ad
un
vecchio
(
e
non
ha
torto
)
e
fidato
amico
:
"
Caro
,
mi
piaci
tanto
tanto
!
"
E
così
dicendo
carezza
con
la
mano
il
manubrio
.
La
mossa
è
stata
un
po
'
azzardata
,
ha
cambiato
le
nostre
condizioni
di
stabilità
.
Sento
la
mia
compagna
che
scivola
giù
pian
piano
dal
ginocchio
.
Decisamente
la
nostra
vettura
non
è
fatta
per
due
.
Ella
però
sta
in
guardia
e
,
da
svelto
acrobata
,
puntellandosi
con
braccia
e
mani
al
manubrio
come
i
ginnasti
quando
girano
attorno
alla
sbarra
si
ricolloca
ridendo
su
quell
'
incerto
sedile
che
è
il
mio
ginocchio
indolenzito
.
Ora
si
marcia
,
siamo
usciti
dalla
città
,
davanti
a
noi
si
apre
una
lunga
strada
diritta
,
fiancheggiata
da
grandi
platani
.
Sembra
di
camminare
in
un
bel
viale
.
Non
ci
sono
né
bestie
né
uomini
in
vista
.
Posso
affidare
una
parte
della
manovra
alla
mia
compagna
che
ne
freme
di
voglia
.
Già
si
è
voltata
parecchie
volte
per
mostrarmi
il
suo
visetto
desideroso
e
i
suoi
occhi
interrogativi
.
Ella
palpita
di
aspettazione
.
Niuna
cosa
le
potrebbe
fare
maggior
piacere
del
consentimento
che
io
sto
per
darle
.
-
Vuoi
guidar
tu
?
io
le
chieggo
.
Non
ho
ancora
finita
la
domanda
che
ella
mi
risponde
con
tre
sì
uno
più
giulivo
dell
'
altro
.
-
Stai
attenta
al
contatto
,
io
l
'
avverto
.
Se
vuoi
fermare
non
hai
che
da
voltarla
in
dentro
.
Ma
ella
lo
sa
e
questa
volta
mi
risponde
un
sì
quasi
indispettito
,
mentre
si
impadronisce
del
manubrio
che
le
sue
manine
di
fata
non
riescono
neppure
a
stringere
interamente
.
Per
ogni
buon
fine
io
rallento
un
po
'
l
'
andatura
,
ma
ella
vuol
correre
,
e
mi
incita
:
Via
,
via
!
Metto
un
po
'
di
avance
,
la
corsa
si
accelera
.
Via
,
via
!
ella
ripete
.
Ed
ella
è
veramente
bellissima
così
infervorata
dalla
ebbrezza
della
corsa
.
Dà
gioia
a
vederla
.
Ma
ancora
più
ammirevole
è
la
sua
posa
,
è
l
'
intensità
della
sua
attenzione
.
Pare
un
corridore
su
un
formidabile
arnese
di
velocità
.
Il
corpo
è
incurvato
sulle
braccia
fissate
alle
estremità
del
manubrio
,
il
capo
col
berretto
calato
sotto
le
orecchie
e
con
gli
occhiali
che
lo
ricoprono
per
metà
è
tutto
proteso
in
avanti
con
un
gesto
risoluto
e
scrutatore
.
Ella
vibra
all
'
unisono
con
la
macchina
,
le
due
vite
si
fondono
in
una
.
Io
non
la
ho
mai
veduta
così
assorta
,
io
son
sicuro
che
non
passa
in
lei
una
sola
sensazione
estranea
al
suo
atto
.
Ha
posto
tutta
sé
stessa
in
quella
funzione
,
come
se
compisse
qualche
cosa
di
solenne
,
di
decisivo
,
qualche
cosa
che
la
innalza
ad
una
altezza
sconosciuta
.
Il
mondo
,
io
compreso
,
è
scomparso
per
lei
.
E
per
richiamarla
a
me
e
alla
realtà
medito
un
piccolo
tranello
.
Senza
che
però
ella
mi
sproni
,
aumento
io
la
velocità
,
metto
progressivamente
più
avance
.
Come
un
sensibile
puledro
la
macchina
sente
la
spinta
,
il
suo
galoppo
si
fa
più
rapido
,
lo
strepito
del
motore
si
è
convertito
in
un
ronzio
.
Si
vola
.
Naturalmente
i
miei
piedi
sono
sul
freno
e
una
mia
mano
di
nascosto
tiene
il
manubrio
.
Ah
ecco
che
essa
si
volta
,
nulla
dice
,
si
rivolta
ancora
,
non
vorrebbe
farlo
parere
.
Non
ride
più
,
il
suo
suddito
è
diventato
ora
più
forte
di
lei
.
Ella
ne
ha
la
coscienza
vaga
e
nel
suo
voltarsi
verso
di
me
vi
è
come
la
richiesta
di
un
supplemento
di
autorità
.
Finalmente
si
decide
:
Non
ti
pare
che
vada
troppo
presto
?
E
con
la
manina
fa
compiere
un
mezzo
giro
alla
manopola
e
toglie
l
'
accensione
.
Il
piccolo
gesto
le
ha
ridato
tutta
la
fiducia
,
le
ha
mostrato
tutta
la
sua
potenza
,
poiché
è
stato
sufficiente
a
tagliare
il
tendine
del
mostro
dianzi
indomabile
.
E
sotto
gli
occhiali
che
le
nascondono
mezzo
viso
scorgo
i
suoi
occhi
lampeggiare
di
fierezza
,
come
prima
stavano
per
inumidirsi
di
lacrime
.
Mi
avvedo
ora
che
mi
sono
dimenticato
di
presentarvi
la
mia
incomparabile
compagna
.
Riparo
alla
dimenticanza
.
Ha
cinque
anni
.
È
mia
figlia
.