StampaPeriodica ,
Lo
Steinthal
,
nella
polemica
contro
il
Becker
,
per
rendere
chiara
la
differenza
tra
Logica
e
Grammatica
si
vale
di
quest
'
esempio
:
"
Qualcuno
si
avvicina
a
una
tavola
rotonda
e
dice
:
Questa
tavola
rotonda
è
quadrata
.
Il
grammatico
tace
,
perfettamente
soddisfatto
;
ma
il
logico
grida
:
Assurdità
!
"
'
.
Che
il
logico
debba
dare
in
quel
grido
è
altrettanto
evidente
quanto
ragionevole
.
Il
concetto
geometrico
di
figura
rotonda
è
nettamente
distinto
da
quello
di
figura
quadrata
:
che
l
'
uno
sia
l
'
altro
è
in
geometria
,
o
in
una
certa
parte
almeno
della
geometria2
,
impensabile
.
Quelle
affermazioni
contradittorie
eccitano
la
mente
come
se
volessero
apprenderle
qualcosa
,
e
la
deludono
;
donde
l
'
impeto
d
'
insofferenza
contro
l
'
assurdo
che
si
vorrebbe
imporle
.
Anche
evidente
sembra
che
la
Grammatica
,
dinanzi
a
una
proposizione
di
quella
sorta
,
si
debba
mostrare
soddisfatta
.
Le
sue
regole
vi
sono
perfettamente
osservate
:
il
femminile
"
tavola
"
è
trattato
come
femminile
;
l
'
aggettivo
"
rotonda
"
è
accordato
col
sostantivo
in
genere
,
numero
e
caso
;
il
verbo
è
in
terza
persona
singolare
e
si
accorda
col
soggetto
,
come
col
soggetto
si
accorda
l
'
attributo
;
e
così
via
.
Senonché
lo
Steinthal
ha
dimenticato
di
proporsi
una
terza
domanda
:
"
Che
cosa
direbbe
dinanzi
a
quella
proposizione
l
'
estetico
?
"
.
O
,
piuttosto
,
non
si
pone
questa
domanda
a
causa
degli
insufficienti
concetti
di
teoria
estetica
che
portava
nelle
sue
indagini
,
pur
tanto
pregevoli
,
dei
rapporti
tra
linguaggio
e
pensiero
.
Proponendocela
,
noi
diciamo
che
l
'
estetico
,
a
differenza
dal
grammatico
e
in
pieno
accordo
col
logico
,
dichiarerà
anche
lui
assurda
quella
proposizione
.
Non
che
l
'
uomo
estetico
in
quanto
tale
si
dia
pensiero
dei
concetti
geometrici
e
della
loro
esattezza
e
verità
;
ma
,
entrati
che
si
sia
nella
sfera
di
quei
concetti
,
l
'
Estetica
,
come
la
Logica
,
esige
che
se
ne
segua
l
'
interna
necessità
.
Il
politeismo
sarà
,
come
concezione
filosofica
,
erroneo
;
ma
niente
vieta
che
s
'
immagini
una
società
di
esseri
potentissimi
,
che
vivano
in
un
certo
luogo
inattingibile
,
e
variamente
intervengano
nelle
cose
umane
,
come
gli
dèi
d
'
Omero
nelle
contese
degli
eroi
,
o
come
gli
abitanti
di
Marte
,
in
un
recente
romanzo
fantastico
,
scendono
sulla
terra
.
Onde
il
politeismo
,
fin
tanto
che
non
gli
si
attribuisca
valore
logico
e
filosofico
,
serba
valore
estetico
.
Ma
io
non
posso
immaginare
qualcosa
di
rotondo
che
sia
quadrato
.
Quelle
parole
sono
,
anche
pel
mio
spirito
estetico
,
vuote
:
non
sono
parole
ma
suoni
,
che
sembrano
promettermi
qualcosa
e
non
attengono
la
promessa
:
eccitano
il
pensiero
(
e
la
fantasia
che
si
lega
al
pensiero
)
e
lo
deludono
.
-
Se
voglio
dare
concretezza
d
'
immagine
a
quella
proposizione
,
debbo
considerarla
,
per
es
.
,
come
costruita
intenzionalmente
a
rappresentare
un
'
incoerenza
mentale
;
cioè
immaginare
l
'
atto
arbitrario
di
chi
combini
voci
prive
di
senso
:
il
che
facciamo
per
l
'
appunto
in
questo
momento
col
valercene
al
modo
dello
Steinthal
come
esempio
,
e
per
questo
ci
è
possibile
tenervi
sopra
fissa
la
mente
e
discorrerne
.
Ma
,
quando
non
se
ne
cangia
il
primo
significato
e
valore
,
la
proposizione
:
"
Questa
tavola
rotonda
è
quadrata
"
,
come
è
impensabile
così
non
è
immaginabile
,
come
è
illogica
così
è
inestetica
;
e
anzi
,
in
questo
caso
,
è
inestetica
,
perché
illogica
.
Ciò
importa
che
quella
proposizione
è
falsa
senza
remissione
:
falsa
nella
sfera
della
coscienza
estetica
,
falsa
nella
sfera
della
coscienza
logica
.
E
,
poiché
altra
forma
di
conoscenza
non
v
'
ha
fuori
dell
'
intuitiva
e
della
concettuale
,
quella
proposizione
è
respinta
fuori
della
cerchia
dello
spirito
teoretico
.
Pure
,
la
Grammatica
,
secondo
lo
Steinthal
,
si
è
dichiarata
e
persiste
a
dichiararsi
soddisfatta
.
Come
dunque
l
'
inimmaginabile
e
l
'
impensabile
può
essere
grammaticalmente
razionale
?
È
,
la
Grammatica
,
forma
speciale
di
conoscenza
?
Vi
è
forse
,
accanto
alla
verità
della
poesia
e
della
filosofia
,
la
verità
grammaticale
,
cioè
una
visione
grammaticale
delle
cose
?
Se
una
verità
delle
cose
secondo
Grammatica
si
confuta
col
suo
stesso
enunciato
,
cioè
con
un
sorriso
,
viene
di
conseguenza
che
le
regole
,
della
cui
applicazione
gode
il
grammatico
,
non
sono
leggi
di
verità
,
e
,
dunque
,
che
la
Grammatica
non
ha
valore
teoretico
e
scientifico
.
Il
dilemma
è
:
-
o
porre
quella
tale
verità
secondo
Grammatica
o
negare
valore
di
scienza
alla
Grammatica
;
-
e
dal
canto
nostro
già
sappiamo
,
per
esservi
giunti
per
altra
via
,
quel
che
sia
da
pensare
della
Grammatica
,
complesso
di
astrazioni
e
di
arbitri
di
uso
affatto
pratico
.
Ma
,
poiché
taluni
non
riescono
a
persuadersi
di
codesta
mancanza
di
verità
scientifica
nella
Grammatica
,
è
bene
invitarli
a
meditare
sull
'
esempio
arrecato
e
esortarli
a
risolvere
i
seguenti
problemi
:
-
Come
mai
quel
che
è
assurdo
logicamente
ed
esteticamente
,
può
essere
grammaticalmente
soddisfacente
?
Come
mai
sarebbe
scienza
quella
che
farebbe
la
teoria
di
prodotti
del
genere
di
"
Una
tavola
rotonda
è
quadrata
"
,
ossia
di
voci
vuote
di
senso
?
Appunto
se
fosse
scienza
,
la
Grammatica
sarebbe
la
scienza
della
"
tavola
rotonda
che
è
quadrata
"
,
l
'
Estetica
di
una
poesia
,
che
avrebbe
per
tipo
i
versi
famosi
,
grammaticalmente
e
metricamente
impeccabili
:
C
'
era
una
volta
un
ricco
pover
'
uomo
,
che
cavalcava
un
nero
caval
bianco
;
salìa
scendendo
il
campanil
del
Duomo
poggiandosi
sul
destro
lato
manco
...
L
'
Etica
teorizza
le
azioni
degli
eroi
e
dei
santi
,
l
'
Estetica
,
i
poemi
e
le
sculture
dei
Danti
e
dei
Michelangeli
,
la
Logica
,
i
sistemi
filosofici
dei
Platoni
e
dei
Kant
:
la
Grammatica
come
scienza
teorizzerebbe
,
invece
,
la
"
tavola
rotonda
-
quadrata
"
e
il
"
ricco
pover
'
uomo
"
.
Ma
la
Grammatica
non
è
nata
e
non
vive
per
essere
scienza
e
filosofia
e
critica
,
né
a
tal
fine
dirige
i
suoi
sforzi
.
Al
qual
proposito
conviene
tornare
in
parte
sull
'
affermazione
dello
Steinthal
,
perché
,
a
dir
vero
,
dinanzi
a
un
detto
del
tipo
:
"
Questa
tavola
rotonda
è
quadrata
"
,
il
grammatico
che
sia
veramente
consapevole
del
proprio
ufficio
,
il
grammatico
che
non
varchi
i
limiti
della
propria
competenza
,
non
si
dichiara
soddisfatto
,
come
crede
lo
Steinthal
,
e
neppure
insoddisfatto
.
Egli
sa
che
suo
ufficio
non
è
di
pronunziare
giudizio
alcuno
,
ma
di
porre
certe
regole
,
che
hanno
una
determinata
utilità
.
Dinanzi
a
una
pagina
qualsiasi
,
che
venga
sottoposta
al
suo
giudizio
,
non
si
domanda
dunque
se
sia
approvabile
o
no
,
secondo
che
le
regole
grammaticali
vi
siano
sta
-
te
o
no
applicate
;
ma
dichiara
la
propria
incompetenza
,
scrivendo
nel
margine
di
quelle
pagine
:
Videat
logicus
,
videat
aestheticus
.
Se
facesse
altrimenti
,
si
cangerebbe
in
critico
grammaticale
dell
'
arte
o
della
scienza
,
in
pedante
degno
di
quella
irrisione
onde
è
stato
tante
volte
colpito
.
Questo
passaggio
dalla
Grammatica
alla
pedanteria
è
,
in
verità
,
accaduto
e
accade
spesso
;
ma
,
tuttavia
,
non
v
'
ha
ragione
alcuna
intrinseca
per
la
quale
un
grammatico
debba
essere
di
necessità
pedante
,
non
essendovi
ragione
intrinseca
che
lo
spinga
a
confondere
il
campo
pratico
con
quello
filosofico
,
e
a
convertirsi
da
costruttore
di
tipi
astratti
in
giudice
di
realtà
concreta
e
viva
.
H
.
STEINTHAL
,
Grammatik
,
Logik
und
Psychologie
,
ihre
Principien
und
ihr
Verhältniss
zu
einander
(
Berlino
,
Dümmler
,
1855
)
,
p
.
220
.
Sotto
un
certo
aspetto
,
il
geometra
non
rifugge
da
quelle
unioni
di
contrari
,
e
,
come
diceva
lo
Hegel
criticando
il
principio
del
terzo
escluso
:
"
Per
quanto
a
siffatto
principio
ripugni
un
circolo
poligonale
o
un
arco
di
cerchio
rettilineo
,
i
geometri
non
si
fanno
scrupolo
di
considerare
e
trattare
un
circolo
come
un
poligono
di
lati
rettilinei
"
(Encykl.,
§
119
Anm
.
)
.
Ma
tali
considerazioni
,
come
le
disquisizioni
dello
Stuart
Mill
e
di
altri
sulla
possibilità
di
un
mondo
dove
si
abbiano
circoli
rettangoli
e
via
discorrendo
,
non
hanno
che
vedere
con
la
questione
presente
.