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> anno_i:[1880 TO 1910}
A. HARNACK E LA FILOSOFIA CATTOLICA ( AMENDOLA GIOVANNI , 1907 )
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Si accusano i tedeschi di essere affetti da razionalismo congenito ; ma il prof . Harnack , che pure è tedesco e teologo , sembra compenetrato dallo spirito della philosophie nouvelle o della filosofia dell ' azione . Si dimostra in tal modo buon cristiano , rammentando forse che il principio della Verità Vita è già tutt ' intero nell ' Ego sum via , veritas et vita . Nel suo recente discorso per il genetliaco dello Imperatore egli ha tentato un ' applicazione pratica di quel principio , facendo vedere che quando due forme diverse si possono vivere con uno stesso spirito , la loro differenza può ritenersi secondaria e illusoria . Si tratta del protestantesimo e del cattolicismo , considerati dal punto di vista dell ' essenza del cristianesimo . " Segue un libero cattolico nel sentire e nel vivere - si chiede Harnack - principi e misure diverse da quelle di un libero protestante ? " . Ecco il criterio delle conseguenze pratiche assunto per valutare la portata delle differenze teoriche ; si direbbe del pragmatismo . " Esistono certamente alcune differenze , ma non ne esiste nessuna tale da rendere impossibile una comunione interna " . Interna e non esterna , poiché il riavvicinamento delle due confessioni augurato dall ' Harnack non deve concepirsi " affatto come una unificazione esterna e come una fusione " . È forse necessaria l ' uniformità delle forme esteriori per coloro che sono animati da un medesimo sentimento ? Son forse le chiese soltanto scuole , la cui solidità debba misurarsi dalla rigidità dei dogmi che insegnano ? non è forse la religione radicata in un sentimento intimo che è al di là di ogni formalismo dogmatico ? E se è così , si può benissimo lasciar da parte ogni segno di unificazione esterna , la quale non darebbe alcun vantaggio e forse potrebbe contribuire invece a moltiplicare le divisioni , e tutti i cristiani di buona volontà debbono unirsi per lavorare all ' unificazione interna delle Chiese . Così il Professore di Berlino . Le idee di Harnack mi sembrano perfettamente spiegabili da un punto di vista di un protestante , il quale vede che per forza dei tempi lo spirito della Riforma lavora fin dentro le mura del Castello Cattolico , e può benissimo all ' infuori di ogni confessionalismo ristretto restare un buon riformato e diventare un uomo tollerante . I quattro secoli che ci separano dalla Riforma sembrano aver dato tanta ragione a Lutero da permettergli di prendere questa posizione di lusso : restar se stesso in modo completo e avvicinarsi al Papa portando in mano un ramoscello d ' ulivo . L ' Harnack è certo in perfetta buona fede quando augura , e fino a un certo punto constata il ravvicinamento delle due Chiese nel campo dei fatti ; ma i fatti sono suscettibili di due diverse interpretazioni . Può darsi veramente che uno stesso spirito ha vissuto sempre dietro le due forme confessionali , spingendole a riavvicinarsi attraverso i secoli , e può darsi invece che dietro una delle due forme uno spirito vada a poco a poco agonizzando mentre l ' altro , impadronendosi del suo involucro esterno , lo adopera per farlo cooperare con l ' altro ; come le due braccia di uno stesso individuo lavorano concordemente per un solo scopo . Potrebbe darsi insomma che il cattolicismo agonizzi - ignorato e solo - nell ' interno delle sue gigantesche costruzioni che restan salde , e che in queste passi ad abitate , per diritto di conquista , lo spirito di Lutero . Io non so quale è la verità : e se scrivo queste poche righe , non è già per esprimere la mia simpatia per una soluzione piuttosto che per l ' altra , ma soltanto perché vorrei che gli interessati si proponessero seriamente questo problema e ci facessero poi conoscere la loro soluzione . Se oltre a considerare il contenuto concreto dei periodi dell ' Harnack , noi portiamo la nostra attenzione anche sulla forma e sui presupposti di pensiero e di Cultura impliciti nel suo modo di esprimersi e di ragionare , noi sentiamo nel discorso recente uno spirito di movimento , di sviluppo di divenire , assai in armonia con quella forma cattolica che lo spirito protestante ha raggiunto in Hegel . C ' è là dentro la convinzione che nel movimento è il bene , che il segreto della vita è nello sviluppo e nel cambiamento , e che occorre ritirarsi dalle forme , in se stesse , immobili , appunto per ritrovar nello spirito la perfetta fluidità del movimento e l ' assoluta libertà della vita . La storia , intuita come visione del divenire , è lo strumento più grande del progresso religioso . " Una conoscenza approfondita della storia è divenuta a poco a poco la leva più possente per liberare le confessioni dalle angustie e dalle catene , delle quali si erano gravate da se stesse ... Poiché nella conoscenza della storia si racchiude sempre , in ultima analisi , un potente elemento che sospinge in avanti . Non rimane essa la fedele ancella che cura sempre le vecchie faccende di casa , ma invece diviene una dominatrice che dà alle cose un nuovo ordinamento " . Si direbbe che il protestante del secolo XX diventando più protestante dei suoi avi del secolo XVI , rinunzi all ' illogicità di certe forme confessionali troppo dure , e così , cessando di protestare , tenda la mano al vecchio avversario , nel punto stesso in cui perfeziona e consolida la sua vecchia natura . Qual ' è invece la posizione del cattolicismo in questo riavvicinamento ? È assai più difficile il dirlo . I cattolici si riportano al cardinal Newman ed al suo concetto dell ' evoluzione esterna del dogma . Però questo principio resta un principio troppo generico , e per renderlo chiaro bisognerebbe determinare chiaramente che cosa s ' intende per natura esterna e storica del dogma , e fino a che punto si può andare " cattolicamente " per questa via . Si richiede cioè una filosofia del dogma , vale a dire una filosofia cattolica che ci dica positivamente che cosa debba considerarsi essenza eterna del dogma , e si richiede inoltre una critica storica che per ogni dogma speciale separi la parte essenziale dalla parte transitoria . Ora , se questa critica è incompleta ed incerta , quella filosofia manca poi in modo assoluto . I cattolici , e soprattutto i nostri , sembrano non accorgersi che per restar tali , più che mantenere certe forme esterne , debbono definire chiaramente uno spirito che sia peculiare del cattolicismo , uno spirito che si possa ricondurre , con perfetta continuità , senza alcuna interruzione , dovuta a penetrazioni esterne , fino al nucleo centrale del cristianesimo . Ora questo spirito non può essere riconosciuto se non da una filosofia religiosa . Ed una filosofia di questo genere dovrà affrontare le più grandi opposizioni a risolverlo , poiché avrà dinanzi a sé , in forma storica , oltre che in forma metafisica , tutti i dualismi che il pensiero umano ha trovato sul suo cammino e che ha cercato e cerca sempre più di mettere da parte . Un filosofo cattolico potrebbe bene , d ' accordo col protestante Harnack voler spingersi sino all ' essenza del cristianesimo ; però dovrebbe pretendere che in quell ' essenza , gli spiriti delle due confessioni si mantenessero entrambi per perdersi soltanto in qualche cosa di superiore . Solo in questo caso si potrebbe dire che dietro le due confessioni c ' era la stessa vita , e si potrebbe metter da parte il dubbio che dietro la forma dell ' una sia comparsa , ad un certo punto del progresso storico , la vita dell ' altra . Si tratta insomma di sapere in modo preciso quale sia l ' essenza del cattolicismo , e se , restando nell ' essenza del cattolicismo , si possa giungere fino all ' essenza del cristianesimo . Questo è il problema , ed è , lo ripeto , il problema di indole filosofica e non storica . I cattolici fanno oggi della buona esegesi , forse anche , in certi casi , migliore di quella protestante ; ma quando si mettono a pensare prendono istintivamente la via di S . Tommaso . E mentre hanno bisogno di filosofia - cura essenziale - si danno all ' esegesi , ch ' è cosa buona ed utile , ma che di fronte alla malattia è soltanto un palliativo . Idealmente , e storicamente , il cattolicismo si trova giunto a tal punto nel quale non può evitare di riflettere sé stesso , per rialzarsi più forte da questa meditazione , o per assopirsi in un sonno eterno . I papi temono questo secondo risultato e perciò prudentemente consigliano il medio evo e la scolastica : preferiscono cioè la morte lenta e per inedia , al dubbio della morte sicura . Il fantasma della morte atterrisce i detentori delle chiavi della morte . Ma quei cattolici che si dicono giovani , ed uomini moderni , e che restano nella loro chiesa solo perché credono che a questa resti ancora il segreto della vita vera , come mai non sentono la necessità di affrontar il problema centrale del loro pensiero religioso essi , che hanno la fiducia di poterlo risolvere vittoriosamente ? Domanda questa alla quale molte persone in Italia dovrebbero preoccuparsi di rispondere : e più degli altri , mi sembra , gli scrittori del Rinnovamento .
LA RESISTENZA CATTOLICA ( G.F. , 1907 )
StampaPeriodica ,
Due fatti recenti - la sospensione a divinis di Don Romolo Murri e il biasimo inflitto al Rinnovamento - hanno mostrato che la Chiesa Cattolica , o per meglio dire quella coterie di alti dignitari ecclesiastici che influisce sulle opinioni del Papa , non è disposta a tollerare nessuna forma di modernismo , sia esso politico , esegetico e che appare decisa a ricorrere ad ogni mezzo perché non s ' introduca nell ' antico edificio nessuna merce di contrabbando , provenga essa dalla democrazia , dalla scienza critica o dalla filosofia protestante . Come già dicemmo altra volta il Papa - dal punto di vista cattolico - non ha tutti i torti . Esso ha in consegna una tradizione millenaria di autorità , di unità , di disciplina e non ha il diritto di cedere immediatamente ai primi tentativi di mutare profondamente tutto lo spirito del cattolicismo . La sua attitudine potrà sembrare meschina , il suo orizzonte ristretto e si dirà , forse con ragione , ch ' egli mostra di non comprendere completamente le possibilità che si offrono ancora nel mondo alla Chiesa Cattolica ; ma d ' altra parte egli rappresenta dei principi che hanno pure le loro ragioni d ' essere e di cui gli uomini non si son trovati scontenti per molti secoli . Perché una macchina continui ad agire e un organismo continui a vivere non occorrono soltanto nuovi rifornimenti di combustibile e di alimenti , vale a dire di forza nuova , occorre pure che vi siano dei meccanismi distributori , degli organi inibitori che assimilino a poco a poco la forza e la conservino per distribuirla gradatamente , altrimenti tutta l ' energia si sperde invano . Nella Chiesa Cattolica ci sono oggi - come ci sono state quasi sempre - queste due parti : quella conservatrice e moderatrice e quella innovatrice e rivoluzionaria . Ambedue sono necessarie alla vita della Chiesa e l ' una e l ' altra darebbero prova di stolidità se volessero reciprocamente sopprimersi . Se non ci fosse in alto l ' autorità che conserva le verità acquisite coi dogmi , e non ci fosse nel profondo l ' apporto di nuove energie e scoperte religiose il cattolicismo sarebbe condannato a morire . A seconda del partito vincitore cambierebbe il genere di morte ; o la sterilità o l ' anarchia . Ma il cattolicismo non par che voglia morire . Mai come in questi tempi di separazione e di anticlericalismo s ' è parlato tanto di cose religiose , specialmente cristiane e cattoliche . La Chiesa Cattolica dovrà forse ai suoi assalitori - interni ed esterni - il trionfo di una nuova giovinezza .
LA FINE ( PAPINI GIOVANNI - PREZZOLINI GIUSEPPE , 1907 )
StampaPeriodica ,
Questo è l ' ultimo numero del Leonardo . Il Leonardo non " sospende le pubblicazioni " , come usano dire le riviste vergognose , ma le cessa e le chiude assolutamente e definitivamente . Se per caso riapparisse in seguito una rivista collo stesso nome - e vi fosse pur dentro qualcuno dei nostri collaboratori di secondo ordine - avvertiamo fin da ora che si tratterebbe di una illegittima contraffazione messa insieme da imitatori maligni . Il Leonardo nostro , quello che tutti conoscono odiano e amano , scompare oggi per nostra volontà e scompare per sempre . Ma non vogliamo lasciare quest ' impresa - nella quale per cinque anni abbiamo speso entusiasmo energia e denaro - senza dire brevemente e sinceramente perché abbiamo presa questa decisione . Tanto più che il Leonardo non muore per le cause che portano di solito la morte alle altre riviste . Cominciamo pure , senza complimenti , dalle cose più volgari ! Il Leonardo non muore per mancanza di denaro . Muore , piuttosto , per una certa minaccia di futura prosperità . Già da tre anni il numero degli abbonati s ' è decuplicato , la vendita è aumentata e si prevedeva prossimo il momento in cui sarebbe divenuto inutile ogni sacrificio personale dei redattori . In seguito a ciò alcune persone ci avevano offerto di prendere per conto loro la gestione del Leonardo , facendolo diventare mensile e lasciando interamente a noi la direzione . Se avessimo altre anime tutto questo ci avrebbe fatto molto piacere . A poco a poco il Leonardo sarebbe divenuto un buon affare ; ci sarebbe stata una amministrazione regolare e forse dei guadagni e più tardi noialtri , invece di essere obbligati a spendere , saremmo stati pagati per la nostra opera . Ma questa appunto è stata una delle ragioni per cui ci fermiamo . Il Leonardo non ha mai avuto , nella nostra mente , niente di commerciale e l ' idea di avere accanto degli amministratori , e magari degli azionisti , i quali più o meno direttamente ci avrebbero forzato a modificare lentamente la nostra impresa per accrescere o per non diminuire gli utili , ci repugna completamente . Noi abbiamo scritto sempre per pochi , sapendo bene che le cose da noi dette potevano essere comprese e vissute soltanto da quelli che avevano anime ed esperienze simili alle nostre , e questa frotta di abbonati professori , dottori , avvocati , dilettanti che andava crescendo intorno a noi ha finito con lo annoiarci . Anche involontariamente un giornale diventa ciò che vogliono i suoi lettori e per quanto abbiamo resistito abbastanza fino ad oggi sarebbe impossibile continuare a far concessioni a quelli che ci seguono . Il Leonardo deve sopportare il destino di tutte le cose che hanno una certa fortuna . Finché s ' è in pochi e si combatte , da soli , contro tutti , non ci son pericoli di transazioni e di degenerazioni . Appena si comincia a fare del rumore la gente viene intorno e i curiosi , gli snobs , gli interessati , gli arrivisti , gli adulatori , i paurosi si mettono a batter le mani , a far complimenti e ad offrir servigi . Si finisce , a questo modo , soffocati in un terribile circolo vizioso . Il fatto di esser soli ci permette di esser buoni e indipendenti e queste qualità attirano la gente perché la folla è attirata dalla solitudine che la disprezza ; e la folla che si stringe intorno fa sparire , col solo suo contatto , quelle nostre qualità che l ' avevano attirata . Cosa volete fare contro questi venefici cortigiani ? L ' unico rimedio sarebbe di rispondere con sgarberie alle lodi e con dei calci alle profferte di aiuti per conservare , a forza di villanie , il cerchio di solitudine , ma la raffinata civiltà dei nostri tempi non permetterebbe tali eccessi di difesa e anche dei convinti maleducati quali noi siamo , non vogliono correre il rischio di esser rinchiusi in una casa di salute . Ma il fatto è questo : che il Leonardo è costretto a sparire , oltre che per altre ragioni , perché troppi s ' interessavan di noi . Come i nostri lettori ricorderanno più volte ci siamo lamentati di questo superfluo successo . Non solo in Italia , ma in Francia , in Inghilterra , in America , in Germania - perfino a Tien - tsin e al Cairo - c ' erano uomini che credevano farci piacere e onore occupandosi delle cose nostre . Il più delle volte , naturalmente , si trattava di uomini che non ci comprendevano e non potevano comprenderci , che ci lodavano di qualità senza importanza ; che ci difendevano con ragioni stupide ; che ci opponevano obiezioni alle quali avevamo già risposto : che ci accusavano delle nostre migliori qualità ; oppure che si limitavano freddamente a dire cosa avevamo fatto . Pochissime volte c ' è accaduto di scoprire qualche anima che valesse la pena di esser conosciuta . E questo diciamo anche per quelli che ci furono più vicini ; anche per quelli che più o meno abilmente ci seguirono e ci imitarono . Da loro , anzi , ci vennero i maggiori , per quanto taciti , ammonimenti di finire . Gli intrighi , le rivalità , le bizze , le mutue concessioni , le involontarie ipocrisie , le interessate rivolte , gli umilianti maneggi ; tutto ciò che rende frivola e falsa la vita delle riviste “ giovani " ci ha costretti a guardare con occhio meno indulgente le nostre apparenti complicità e solidarietà . Un ' altra delle ragioni del suicidio del Leonardo è la cattiva riuscita dei connubi che abbiamo fatto con altri gruppi . A causa appunto dell ' interesse da noi svegliato non è stato possibile , meno che per un brevissimo periodo , fare una rivista assolutamente personale , vale a dire scritta interamente da noi due . Per tre volte abbiamo accolto con noi uomini diversi e per tre volte abbiamo dovuto riconoscere l ' impossibilità delle mescolanze . Il primo connubio è stato quello coi letterati e i pittori che finì subito , grazie alla fondazione dell ' effimero Hermes ; il secondo è stato coi logici , coi matematici e gli analitici i quali si son resi intollerabili per la loro mancanza di tolleranza e per la loro incapacità di comprendere il lato artistico e avventuroso della nostra opera ; e il terzo cogli occultisti dai quali , fin dall ' ultimo numero , ci siamo definitivamente staccati . Per tornare del tutto soli bisognerebbe rompere violentemente amicizie , rapporti , interessi , e d ' altra parte non vogliamo tentare nuove combinazioni che non potrebbero avere miglior fine delle altre e non vogliamo , soprattutto , che il Leonardo possa essere sfruttato da piccoli arrivisti intellettuali che si divertono a giuocare la terna della ribellione per giungere più facilmente ad arraffare una qualsiasi gloriuccia . I resultati di queste nostre associazioni momentanee sono stati poco piacevoli e per quanto fino all ' ultimo il Leonardo non abbia perduto quella fierezza e quella spontaneità , che furono fra le sue doti migliori , pure le varie influenze che in esso si sono avvicendate hanno lasciato le loro traccie e in certi momenti il Leonardo è stato un po ' troppo agghindato e decadente - in altri troppo serio e quasi accademico - e perfino , per quanto ci meravigli questa confessione , troppo assurdo e fantastico . Ma poiché non vogliamo tener niente nascosto diremo apertamente che tutto questo non sarebbe bastato a farci interrompere l ' opera nostra se non vi fossero state altre ragioni più interne e . perciò più importanti . Il Leonardo è stato sempre da noi considerato come un apparecchio per eseguire determinate esperienze sull ' anima vile italiana . Dopo cinque anni di queste esperienze , dopo aver cercato con questa rivista e con altre opere , di scoprire uomini , di svegliare e trasformare anime , di trovare giovini che fossero per noi compagni e schermidori e non pappagalli male ammaestrati , ci siamo persuasi che non vale la pena di continuare . Quelli che abbiamo trovato - o meglio ci hanno cercato - ci sono apparsi , in fondo , non troppo dissimili dagli altri . Erano diversi in quanto parlavano di cose nuove e rispettavano autorità prima non riconosciute ma non diversi per anima , non diversi per vita morale . Ma questo è ciò che conta per noi e perciò abbandoniamo l ' improvvisata professione " di pescatori di anime " . Noi abbiamo certamente ottenuto qualche cosa . Abbiamo fatto conoscere agli italiani dottrine e uomini che per loro erano ignoti ; abbiamo discusso e combattuto con fortuna scuole vecchie e nuove o rinascenti , quale sarebbe il positivismo , il modernismo cattolico , il neo - hegelismo ; abbiamo imposto all ' attenzione delle persone prudenti soggetti e studi troppo disdegnati ; abbiamo contribuito a far cambiare il tono ipocrita e melato che regnava nelle discussioni intellettuali e abbiamo mostrato con l ' esempio che le idee non sono delle parole che s ' imparano ma delle cose vive che si possono vivere , godere ed uccidere . Ma tutto ciò non è abbastanza per noi . Siamo sempre stati dei megalomani e sempre perseguitati dal bisogno di proporci e di conseguire fini grandiosi . Sia per fretta o per impotenza non siamo riusciti e abbandoniamo la nostra maggiore arma . Il Leonardo è venuto fuori da un lungo periodo di fremebonda e laboriosa solitudine e ora noi torniamo un po ' inquieti e un po ' fiduciosi alla solitudine che lasciammo or son molti anni con tanti sogni nel cuore . Noi lasciamo volentieri il posto agli altri . Il Leonardo ha già prodotto delle imitazioni ed è questo il segno migliore che il suo tempo è passato . Quello che in esso poteva esserci di assimilabile per la folla sarà continuato e il nostro albero , dopo aver fatto cadere qualche fiore , può essere tagliato senza rimpianto . Senza rimpianto ! Per quanto possa parer singolare in noi questa freddezza di fronte a ciò che fu la nostra cosa più cara , noi scriviamo sinceramente queste due parole . Diremo apertamente che negli ultimi tempi il Leonardo non c ' interessava più come prima . Mentre andava crescendo l ' interesse degli altri scemava il nostro . Da qualche tempo abbiamo seguitato a fare il Leonardo semplicemente perché questo esisteva di già , perché era atteso , perché ci eravamo impegnati moralmente a continuarlo con tutti quelli che ci amavano e soprattutto con quelli che ci combattevano . Ma il Leonardo non era più per noi - come ai primi tempi - l ' espressione necessaria ed appassionata delle nostre scoperte e dei nostri desideri . A poco a poco andava diventando qualche cosa di meccanico , di abituale , di routinier . Si andava creando il tipo del Leonardo : in ogni numero bisognava trovare uno straniero da rivelare all ' Italia ; un programma nuovo da gettare davanti ai nostri simili e quella certa quantità di sdegno e di rabbia che dovevan contenere le schermaglie . Le cose non potevano continuare così . Per noi il Leonardo è stato sempre qualcosa di necessario , di personale , di sentimentale ; la voce che non potevamo far tacere dentro di noi , il diario dei nostri viaggi spirituali di Ebrei Erranti della cultura . È stato fin da principio un ' eruzione passionale e appunto perché eruzione non poteva durare a lungo . Quando la lava che scende si calma e diventa un rigagnolo lento il vulcano fa ridere . Non diciamo con questo di essere dei vulcani spenti . Noi continueremo ancora a fare , a pensare , a cercare ed anche a pubblicare . Ma noi sentiamo pure il bisogno di ripensare ai problemi che c ' immaginammo di aver fatto dissolvere nell ' aria ; di riesaminare tutte le nostre opinioni espresse con tanta leggera sicurezza ; di cercare nuove soluzioni a problemi già messi a posto ; a rivedere e verificare i nostri giudizi su cose e persone ; di ricominciare , insomma , ancora una volta , la nostra vita intellettuale . Tutto questo non possiamo farlo che nella solitudine . Pubblicando un giornale bisogna pur sempre seguire una tradizione , bisogna rispettare troppo le proprie opinioni passate , bisogna per forza trinciar giudizi su argomenti che non s ' è avuto il tempo di conoscere a fondo e continuamente bisogna fare degli sforzi per mantenere la necessaria abitudine della sincerità . Val molto meglio lasciar la gente ; scender dalla cattedra ; gettar via la nostra veste di docenti e ridiventare gli umili scolari del mondo , di questo terribile mondo nel quale non siamo ancora capaci di trovare la vera ragione di vivere - cioè la cosa più necessaria - ma nel quale siamo immersi e dal quale dobbiamo estrarre il meglio del nostro pensiero e del nostro essere . Non sappiamo per ora ciò che faremo in seguito . Non amiamo le fermate e le lunghe soste . Cerchiamo la calma , la pace , la certezza come tutti gli uomini ma finora l ' abbiamo trovata soltanto nel viaggio e nella inquietudine . Crediamo che vi sia una pace d ' altra specie e continuiamo a cercarla . Continueremo perciò a narrare a quelli che vorranno ascoltarci ciò che vedremo e scopriremo . Oggi , per il rispetto che dobbiamo alle nostre anime , sentiamo la necessità di far colare a fondo questa barca che ci fu cara . A quelli che la seguirono non chiediamo condoglianze o pietà . Non ne abbiamo affatto bisogno . Li esortiamo a fare per loro conto ciò che noi vogliamo fare : uno spietato esame di coscienza . Cerchino , s ' è possibile , di guardare sé stessi come un altro potrebbe guardarli e se riusciranno a considerarsi senza disgusto , anche il Leonardo non sarà morto invano .
IL SIGNOR PIO ( ALBERTAZZI ADOLFO , 1903 )
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Aperta di giorno e di notte . Queste parole di colore chiaro rilevate da un rosso carminio nella bianca tavoletta marmorea , si leggono , da un lato , alla farmacia del signor Pio . Ma son parole oscure per chi capiti a passar di là quando la porta della bottega e la finestra attigua sono ermeticamente chiuse . Ciò accade forse una volta al mese , durante due o tre ore . Perché mai ? Non è necessario serrare usci e finestre , così , per far pulizia e rimettere le cose a posto . D ' altra parte , allora non si ode soltanto scopare là dentro , nelle tenebre . O v ' è silenzio di morte , o si ode come un ammassare e risonare di vetri rotti , indizio più di disordine che di ordine , e non esce una voce umana a dar qualche ragione di quel turbamento . Altre volte poi è un fracasso , come di una tavola carica di bicchieri che sia rovesciata in un litigio ; anzi è talvolta una battaglia , con fragoroso cozzare di brandi e con profonda ripercussione di proiettili scaraventati di qua e di là da una furia muta . Mistero ! E dopo la tempesta , la quiete . A chiamare : - Ehi ! signor Pio ! - nessuno risponde ; e l ' avventore pensa : - dormirà ; - e brontola , aspetta o va oltre . Finché il catenaccio scorre , la serratura scatta , la finestrella s ' apre , senza tende , la porta si spalanca . Entra la luce ; entra il sole . In piedi , sul limitare , il signor Pio sorride appena , al solito , e lieve lieve si rivolge e torna dietro il banco ; ove cantarellando La donna è mobile torna a ricevere e " spedire " ricette , quasi non fosse accaduto niente di nuovo o di male . Infatti tutto è a posto ; tutto nitido ; tutto in simmetria : nella bottega del signor Pio si ammira , si gusta un ' euritmia quasi d ' arte e di stile . A quel che pare , lo stile è l ' uomo anche in un farmacista . Quest ' uomo pallido , magro e calvo , così tenue che dovrebbe cadere ad un soffio , non è brutto e non ha macchie gialle o bianche o rosse o verdi nella vestaglia nera . Il viso ne dimostra per gli occhi l ' intelligenza ; nessuna calligrafia bestiale di medico illustre confonde il suo sguardo ; non c ' è malattia ch ' egli non definisca dalla semplice lettura del rimedio prescritto . Nomi spaventosi derivati dal greco , per dare a intendere malanni vecchi e nuovi e d ' ogni sorta , mormorano le sue labbra mentre legge ; poi sorride quasi pensasse a un malanno immaginario , o scuote le spalle , appena appena , quasi per non pensare a un caso disperato . L ' artista frattanto si rivela dal modo del canzonare . Egli non risparmia nessuno senza offender nessuno . Delle donne , che accorrono a lui , non v ' è né giovine né vecchia , né povera né ricca , che non attragga il suo spirito arguto e che non se ne compiaccia quasi per merito proprio . Brevi motti , occhiatine furbe , inchini contenuti a mezzo , incutono un po ' il dubbio che egli si diverta alle spalle degli altri ; ma le maniere buone , il garbo non ostentato , la gentilezza non affettata fan presto dileguare ogni ombra . La signora se ne va dimentica per un po ' dell ' infermo che l ' attende ; la povera donna ringrazia e pensa che il diavolo non è brutto come si dipinge ; la vecchiarella crede davvero che il tiglio o la valeriana le rinforzi i nervi , come le ha detto il signor Pio ; la giovane gode che un farmacista , e così smorto , le abbia mostrato di saper distinguere il bello dal brutto , il color sano dalle carni patite . Però a tutti appaiono più insigni nel signor Pio le qualità del mestiere : pazienza , pacatezza , circospezione . Se in galera non dovessero andarci che i farmacisti i quali ammazzano il prossimo per errore e a fin di bene , e se tutti i farmacisti fossero quali il signor Pio , non ci sarebbero più né galere né galeotti . E il bello è che preparando boccette , manteche e polveri , il signor Pio canticchia La donna è mobile in un certo modo da lasciar pensare all ' osservatore attento ch ' egli non abbia alcuna fede nella chimica e nella farmacopea . Vedetelo a far pillole . Dopo aver scrupolosamente pesato quanto è necessario a quel composto da cui l ' ammalato di pancia , o di testa , o d ' altro sito , aspetta il miracolo , il signor Pio introduce le diverse sostanze nel piccolo mortaio e mescola e rimescola , gira e rigira , adagio adagio , col pestello di vetro . Poi quando il tutto sia ben incorporato , egli raccoglie accuratamente l ' impasto ; lo posa sulla tavoletta di marmo ; lo distende e lo appiana con la stecca a renderlo uguale uguale ; divide lo strato in tante liste precise , perfettamente uguali , e divide ogni lista con tagli di traverso , equidistanti , perfettamente uguali , sì da ripartire tanti quadretti , regolari , perfettamente uguali ; indi solleva un quadretto , lo depone con la stecca nella palma della sinistra e ( La donna è mobile ) frega in giro con la destra ; una pillola cade nella polvere inerte della scatola . E solleva il secondo quadretto e ( ... qual piuma al vento ) dà la fregatina ; cade la seconda pillola , identica alla prima . Solleva il terzo quadretto , e ( ... muta d ' accento ) una fregatina ; cade la terza pillola . Solleva il quarto quadretto ( ... e di pensier ) , una fregatina : cade la quarta pillola , identica alle altre , cioè perfettamente uguale . Finita la fattura , scuote la scatola ; vi mette il coperchio ; annota su di questo le dosi ; vi passa sopra con lo spolvero ; incarta per bene ; e l ' avventore è servito . Con la stessa cura , con la stessa prudenza , egli procede a dispensar polveri e pozioni per il giorno intero ; e a volte , se manchi il giovine sostituto , anche la notte . Ora bisogna sapere che il signor Pio non nacque farmacista e che per circostanze diverse avrebbe potuto diventare - chi sa ? - un letterato , un poeta ; alla peggio , un chirurgo . Che colpi d ' occhio e che colpi di bisturi ! che versi ! che romanzi ! Bisogna anche sapere che il signor Pio non nacque con l ' istinto di consumarsi tutto il giorno dietro ad un banco , ma che avrebbe avuto l ' energia di montar corsieri , guidar automobili , rotolar magari una bicicletta e acquistar miglior colore e più sodezza . Bisogna saper inoltre che il signor Pio non ereditò da suo nonno il motivo della Donna è mobile per ripeterlo da solo a solo e per burlar le cameriere ; no ; egli pure nacque per amare e procreare , cioè prender moglie a suo tempo . " Il mondo è bello e santo è l ' avvenir " ! Invece dinanzi ai suoi occhi trascorre , per la via delle ricette , tutta l ' umanità sofferente : prodigioso antidoto , questo , del matrimonio . Dentro una farmacia il mondo è brutto ed è incerta la diagnosi dell ' avvenire . Ebbene , il signor Pio , che appare sempre uguale a sé stesso , prudente fino allo scrupolo , diligente fino alla pedanteria , metodico , tranquillo , freddo , nel fondo della sua natura è rimasto irrequieto , audace , sbarazzino , bizzarro , ribelle , fervido ; il signor Pio che canticchia tutto il dì La donna è mobile è un infelice che non piange ; il signor Pio che potrebbe arricchire sui mali del prossimo è un nemico della sua fortuna ; il signor Pio , che dovrebbe svanire a un soffio , è , al pari di un superuomo , più forte del suo destino ; il signor Pio è un empio . Ah sì ? Il mondo patisce di raffreddori , di tossi , di polmoniti , difteriti , meningiti , puerperii , cancri , cromatosi , trombosi e cento simili accidenti ? E per ciò vi è necessità di antipirina , cocaina , brucina , joduro , bromuro , polveri del Dower , bismuto , cloralio , nocevomica , naftolo , cacodilato , sublimato , ittioformio , bromoformio e centomila simili accidenti ? E perciò c ' è bisogno di tanti vasi e vasetti : bocce , boccette e boccettine ; polveri e polverine ; unguenti e paste e pastiglie ; cartocci , carte , cartelli , cartellini , e cartine ? E per ciò il signor Pio deve condur cotesta vita , corbellare il prossimo , cantar La donna è mobile , pestare , pesare , rimestare , mescolare , vuotare , riempire tappare fregare spalmare , arrotondare , incartocciare , tirar soldi , far fortuna ? Ah sì ? - Al diavolo ogni cosa ! Al diavolo medici e medicine , malattie e ricette , signore e serve , farmacia e ricchezza ! Al diavolo la pazienza , l ' ordine , la pedanteria , la Donna è mobile , il cucchiaino , il pestello , l ' umanità intera ! Chiudi ! Finiamola ! Va al diavolo , mondo ladro , una buona volta ! All ' inferno tutto , tutti , tutte ! Abbasso giù , ogni cosa ! All ' aria , su , via , l ' universo ! Coglie il momento che nessuno lo veda , chiude in fretta finestra e porta , si accosta al banco e quel che trova , trova ; e quel che piglia , paffete , punfete , ciàc , schianti e botte : piombano le boccette ; volano le ricette ; sfumano le polveri ; scappan le pillole ; scorre un rigagnolo : un turbine , un disastro , un massacro . L ' aria è pregna di puzzo come d ' ova fradice in miscela di cloroformio e spirito di melissa . Le tenebre son piene di veleni e di antidoti andati a vuoto . E il signor Pio vuota d ' ogni cosa il banco , con furia spaventevole , senza parlare . Alla fine , sfogata l ' ira , egli s ' arresta , e nella vestaglia nera e nell ' oscurità contempla quella rivoluzione . Sta immobile , con le braccia al sen conserte , su quel mondo di macerie ; e sormonta soddisfatto , vindice di sé stesso e vindice di tutte le miserie , le porcherie , le frodi umane .
IL BACIO PIÙ DOLCE ( RUJU SALVATORE , 1905 )
StampaPeriodica ,
A mezzodì , nella tanca , tranne qualche belato , qualche dòndolo di campano , non si udiva altro . Faceva un gran sole di maggio . Si sentiva nel cielo , nell ' aria , qualcosa di invincibilmente languido e soffocante che faceva sognare e soffrire , e Nenaldu sognava e soffriva . Aveva tratto di tasca la sua leppa dal manico di corno e s ' era rimesso a intagliare la sua zucchetta rossigna ben avvinata . Che arsura ! Non s ' udiva una voce . Anche la correntia della fontana pareva tacesse . Nenaldu lavorava lavorava senza vedere , senza udire , febbricitante , allucinato . Aveva già disegnato da una parte della zucca il sole e le stelle , i buoi e l ' aratro come gli aveva detto la voce del sogno . In sogno una voce gli aveva detto : Quando scolpirai una zucca e avrai fatto il fuso e la rocca e in mezzo la figura di Mallena col suo vestito nuovo di broccato , allora Mallena t ' amerà , ma se tu la baci morirai ... Il pastore superstizioso ricordava e fantasticava . La voce aveva detto il vero ? Che cosa bella ! Mallena l ' avrebbe amato e egli le avrebbe offerto latte e miele tutti i giorni . Api ora ne avevano molte . Quanti bugni ? Quasi cento . Tutto l ' ovile era pieno d ' albatri e di rosmarini : anche il gregge aumentava . L ' inverno era stato dolce , non era discesa brina e l ' erba era alta e fitta come ferrana . Mallena sarebbe stata sua moglie e l ' avrebbe baciata ... Baciarla ? ma poi sarebbe morto ! A questo pensiero il pastore rabbrividì e gli venne voglia di piangere e di pregare . Mallena aveva gli occhi così belli e vellutati e la bocca così fresca e così rossa ! Le labbra parevano di corallo , anche a costo di morire l ' avrebbe baciata . E continuava a scolpire con lena la sua zucca . E scolpiva e scolpiva . E fece il fuso e fece la rocca con un bel fiocco di lino e poi la testa , le braccia , tutto il corpo agile e flessuoso della fanciulla . Che cosa meravigliosa ! Mallena pareva viva ! E si fece sera . Salì la stella dei pastori , e dagli oleastri caddero le grandi ombre della notte . Il pastore fantasticava ancora , vedeva sempre il sole bello di mezzodì e sentiva il profumo inebbriante della menta selvatica e del timo . Le calandre cantavano . Dietro una gran roccia egli conosceva un bel giaciglio di borraccina rossa : vicino fiorivano le pratelline e gli asfodeli bianchi . Lì , in mezzo alla caldura e al profumo , avrebbe condotta Mallena , la figlia di Cosimo di Serra , il vignataro , e avrebbe aspettato l ' ombra , e poi sarebbe salita la luna piena , grande e rossa come il sole , e le stelle avrebbero brillato tutta la notte . Nenaldu sorrise al suo sogno e al suo amore innocente . Era un bambino magro e bruno di dodici anni , sempre un po ' malato e febbricitante . La madre era morta tisica e il padre l ' avevano ucciso . Egli era rimasto solo col nonno . Nella bassura , vicino al murello , s ' udì una voce . - Mallena ! fece il pastore . Pigliò la zucca e corse . - O Nenà , mi dai del latte ? È per Rosina che è malata ... Il fanciullo andò all ' ovile e tornò subito col latte fresco e spumoso munto allora allora . Tremava tutto . Guardò fisso fisso la fanciulla che stava zitta con la bocca tutta sorriso e le fece vedere la zucca . - Vedi come è bella ! Ecco il sole , le stelle , il fuso e la rocca , e questa ... indovina chi è ? - Chi è ? - fece la fanciulla . - Questa sei tu - - rispose Nenaldu impallidendo - Mi vuoi bene ? Mallena arrossì e fuggì via col piccolo seno ansante , inebriata . La notte il piccolo pastore fantasticò a lungo . Si destò così presto che ancora le stelle del cielo erano fitte fitte e non si udiva cantare né una quaglia né una lodola . Allora si ricordò delle parole del sogno ed ebbe veramente una grande paura . Morire , non muoversi più , non vedere più ! Che orrore ! E il nonno a chi avrebbe lasciato le pecore , i bugni , i denari ? Quest ' idea lo colpì e gli venne in mente che il vecchio li custodiva dentro una piccola anfora rossa che aveva trovato vicino a un nuraghe . Il fanciullo cominciò a esaltarsi , s ' immaginò d ' essere già fidanzato di Mallena ma il nonno non gli voleva dare né denari , né pecore e lo voleva cacciare dall ' ovile perché odiava a morte Cosimo di Serra , il vignataro . Egli allora una notte che il nonno era andato a Sassari colla bisaccia piena di formaggio era corso al nascondiglio e si era impadronito dell ' anfora rossa piena d ' oro e d ' argento . Poi se n ' era andato lontano lontano verso la Nurra grande e deserta , piena di àlbatri e di cinghiali , e lì s ' era fatto un bell ' ovile e aveva molte pecore e molti bugni . E Mallena era con lui , la fanciulla s ' era fatta più alta e più bella , una rosa di rio , e egli non poteva resistere più e baciava la cara creatura sui capelli e sugli occhi grandi e neri . Che dolcezza ! In questa esaltazione Nenaldu si assopì . Ma ecco udiva la voce del sogno . Ebbe di nuovo una grande paura della morte e gli parve che il cuore non gli battesse più , che la vita gli si confondesse . Si vide tutto giallo , con gli occhi chiusi , con la carne fredda , immobile , rigido . L ' incubo gli fu d ' un tratto sopra e urlò disperatamente . - Che ài ? - fece la voce del vecchio - Sogni ? Lévati che è mattutino ! Nenaldu si levò , pallido ; le stelle erano già tramontate e uscì il sole e venne il meriggio caldo e luminoso . In quel sole meridiano , in quel silenzio immenso della solitudine , il pastore superstizioso sentì la presenza della morte . Guardò ancora a lungo , mentre il gregge meriggiava , verso l ' oliveto solatio pieno di gramigna e di papaveri fiammanti , ma Mallera non apparì . E passò la sera e venne la notte , ma di qua dal murello non udì la vocina dolce della fanciulla . La notte ebbe la febbre e delirò . La mattina poté ancora levarsi e scendere col gregge alla fontana . Si portò con sé la zucca e non si stancava di contemplarla con una fissità quasi tragica ; quando non poteva resistere più alla passione , la baciava ... Ed ecco di nuovo l ' incubo della morte . Verso il meriggio Mallena giunse alla fontana per acqua . Nenaldu stette immobile a guardarla come allucinato , poi le disse con voce fioca e triste : - T ' ò aspettato ieri , Malle ' ! - Che ài ! come sei bianco ! - rispose la fanciulla spaventata . - Che ò ? Ti voglio bene ! Mallena sorrise , le venne una gran voglia di baciare quel viso pallido illuminato da due strani occhi azzurri e di fuggirsene . Ma nella fontana v ' era gente . Volle andare via , era turbata e inebriata . Nenaldu la seguì , dietro alla svolta della viottola la chiamò con voce fievole e carezzevole ; le disse ancora : - Malle ' , mi vuoi bene tu ? - Sì ... - rispose la fanciulla sorridendo a pena , con voce quasi inaudibile . - Senti , la voce del sogno m ' à detto che se io ti bacio muoio ; ma non ò paura , sai , di morire , baciami ... - Se muori tu , morirò anch ' io - aggiunse la fanciulla con voce più triste , e porse le labbra all ' innamorato che la baciò con infinita passione . Il giorno dopo il pastore non poté levarsi . A pena tornato all ' ovile era stato colto dal terrore . Quanto aveva pianto ! Cominciò a delirare e nel delirio vedeva la sua roccia con la borraccina rossa , col profumo delle pratelline e del mentastro , e Mallena l ' amava e egli la baciava sugli occhi neri e sulla bocca di corallo . Il delirio si fece più acuto . Infine pallido pallido , con gli occhi vitrei , atterriti , vuoti d ' un vuoto indicibile , quando gli si avvicinava pietosamente il nonno urlava , vaneggiando : - La morte ! la morte ! Il vecchio credette che il fanciullo fosse affatturato . Chinò la testa con tristezza sconsolante e disse : - Pare pazzo ! Anche la madre è morta di delirio . Verso sera il pastore improvvisamente spirò . Prima di morire volle la bella zucca intagliata , se la strinse forte forte al petto , baciò la piccola figura e esclamò , piano , con voce che era un sospiro di desiderio : - Vedi , Mallena mia , com ' è bella ! Questo è il sole e queste son le stelle ... Il vecchio si trovò solo ed ebbe paura di quella solitudine . Pianse come un bambino , si disperò , chiamò il nipote coi nomi più dolci , lo baciò , gli chiese perdono , tante volte perdono ... Qualche volta l ' aveva battuto , era stato crudele con quella povera creatura ! - Perdono , perdono - urlò ancora il vecchio con disperazione ; Poi ad un tratto diventò tetro , tragico . Gli occhi gli diventarono foschi , taglienti come lame , le ciglia gli si insanguinarono . - Chissà ! - disse - forse è lei , la piccola maliarda . Questo piccino à avuto fattura - E si sentì assalito dall ' odio e dal desiderio della vendetta . Pigliò una scure ben affilata e se la mise vicino , a portata di mano . Poi cadde in una meditazione lugubre con gli occhi fissi nel viso contratto del morto . Fuori , presso la mandra , le pecore belavano ; nessuno usciva dalla capanna per spingerle alla fontana ; eppure era già tardi . Di lì a poco apparve sulla soglia Mallena . La povera bambina la notte non aveva dormito e aveva sognato la morte . La sera dopo ebbe un presentimento lugubre , si ricordò delle parole di Nenaldu e fu assalita da un terrore superstizioso . - Nenaldu muore ! - esclamò avvicinandosi come suggestionata alla capanna , e si mise a piangere . Quando era a mezza via Nenaldu moriva . La fanciulla lo sentì , e corse inconsciamente , pallida , trasognata . Oltrepassò la soglia , non vide il vecchio che era nell ' ombra , in un angolo , e corse a baciare , piangendo , il piccolo morto . - Ah maliarda ! ruggì il vecchio , e brandì la scure .
StampaQuotidiana ,
Dopo aver colpito Gerbi e Petit Breton , la mala sorte si è abbattuta sopra Pavesi . Un forte per équipe . Non c ' è che la terna delle Rudge che si sia fino ad oggi salvata , avendo annientato Cuniolo lo scacco della prima tappa col trionfo della seconda . Ma il povero Pavesi , l ' uomo che aveva leoninamente sostenuto il nome italiano , e portato al successo , in uno dei più splendidi “ Giri di Francia " - ma il Pavesi modesto , forte e tenace , che era uno dei favoriti della grande corsa italiana , ha dovuto buttarsi a terra , vinto dal destino che , in questa gagliarda competizione sembra voler fiaccare tutti i migliori . Una ferita che pareva benissimo chiusa , riapertasi nello sforzo di una tappa lunga e pesante , lo ha schiantato di colpo . E il più forte e il più buono degli atleti , Giovanni , lo ha raccolto così sulla strada , come un bambino , e lo ha riportato , nella sua automobile , a Bologna , a piangervi uno spezzato sogno di gloria .
UNA NOTTE COI VAGABONDI ( VUGLIANO MARIO , 1909 )
StampaPeriodica ,
La vita dei vagabondi ha sempre esercitato su me , fin da ragazzo , un fascino strano e potente . Ricordo che dalla finestra di casa mia seguivo con intenti occhi il passaggio di questi " camminanti " sul far della notte , quando per gli usci aperti si vedevano nelle case del villaggio splendere i fuochi della cena . Passavano essi quasi sempre soli ; avevano le barbe incolte che davano al viso smorto un aspetto anche più macero . Qual nostalgia negli occhi di questi senza tetto che laceri , vergognosi passavano guardando di sottecchi e sparivano dopo le ultime case sulla strada solitaria occupata già dall ' ombra ! Eppure , fanciullo ignaro , io invidiavo la loro triste sorte , il loro destino che così li spingeva per le strade del mondo verso l ' ignoto . Trovavano essi talvolta cortese ospitalità nelle case dei contadini e passavan la notte sui fienili . Ma spesso la diffidenza dei coloni non concedeva loro nessun riparo ed andavano , i poveretti , andavano ancora ... Nella città sorgono per i senza tetto ospitali asili . L ' altra notte io volli visitare uno di questi alberghi dei poveri : l ' asilo notturno Umberto I ... ... ci andai in incognito . Scelsi il più vecchio dei miei abiti , quello che presentava maggiori strappi e frittelle , mi spogliai di quel poco vile metallo che contenevano le mie tasche , tolsi dal dito il mio anello e dal taschino il mio orologio ; tutte cose inutili queste per un irregolare , un fuori legge , un vagabondo . Difatti che è l ' uomo senza quattrini ? Qual fanciulla . può serbar fede ad uno straccione ? Via dunque l ' anello , e via anche l ' orologio : le ore della fame son tutte eguali . Lasciai pure le chiavi : a chi servono esse quando non si ha più casa ? Per aprire le porte altrui , noi vagabondi , abbiamo i grimaldelli ... Quando m ' ebbi annodato al collo un vecchio foulard di seta che già mostrava il cotone e con la mano mascagnamente feci sconvolte le mie chiome , mi guardai nello specchio . Ça marche ! ... Uscii , non senza vergogna , lo confesso . Era il tramonto . Corso Vittorio formicolava di belle signore . Al mio passaggio , alcuni onesti bottegai si diedero di gomito . Due questurini mi fiutarono . Un amico passò ... senza vedermi . Eh , la sapienza dei proverbi dissi tra me : l ' abito non fa il monaco ! Fatta questa profonda constatazione , ed un ' altra non meno profonda sugli amici che salutano quando sono in vettura o passano al fianco d ' una bella compagna , svoltai piano , piano in corso Massimo d ' Azeglio . Ero dunque una res nullius , un perfetto vagabondo ! Le occhiate dei passanti che ritornavano alle loro case non mi lasciavano alcun dubbio : le mani in saccoccia , la testa ciondoloni , gli occhi tristi come di cane sperduto , andai , andai fino a che giunsi in corso Dante , dove sorge ( ironia del nome ) l ' asilo notturno Umberto I per le persone d ' ogni età , sesso , patria , fede , sprovviste di rifugio . Era quello il mio luogo . ... Mi diressi dunque verso il pio istituto . Innanzi ad esso già passeggiavano con aria indifferente alcuni compagni . Due mi chiesero : - Si passa per di qui ? - Credo . Entrammo insieme . Ma un inserviente come ci vide gridò , non senza asprezza nella voce : - Ancora è presto , vadano fuori , chiamerò poi io quando sia tempo . Uscimmo un poco mortificati . - Che superbia ! - disse il più vecchio dei miei compagni , un operaio dalla barba incolta . Era un piemontese che veniva da Berlino . L ' altro era molto più giovane , brutto , con due grandi occhi da vitello , e parlava con spiccato accento meridionale . - Son dieci giorni che non mi cavo le scarpe - disse . - Che buona dormita farò stanotte . Ci sedemmo aspettando nel breve ineguale spiazzo erboso che si stende a fianco dell ' asilo . L ' operaio piemontese tirò fuori una corta pipetta di gesso , l ' accese con un mio fiammifero , fumò un poco e poi la passò al giovane napoletano . Restammo così , senza parlare , per qualche tempo . Annottava . Dalle colline oltre il Po si levò improvvisa la luna animando di gialli riflessi le ombre circostanti ... Un battito di mano mise in fuga i sogni , mi richiamò alla realtà di vagabondo : l ' inserviente dell ' asilo chiamava i suoi cenciosi ospiti . La saletta d ' accettazione si riempì subito d ' una turba di miserabili d ' ogni età , col viso gualcito dalle fatiche e dalla miseria ; ciascuno gettava il proprio nome e cognome dentro uno sportello dietro cui il direttore scriveva . Che fetore di cenci e di sudiciume saliva dal branco umano ! Ciascuno diceva col nome anche la professione : erano operai quasi tutti . Un vecchio signore col paletò abbottonato sino al bavero , pronunziò le proprie generalità , tutto vergognoso . Era un impiegato di Novara , celibe . Dopo lui passò un giovinotto dal profilo femmineo , sorridente . Venne la mia volta . - Si chiama ? Dissi il nome di un caro amico . - Ha le carte ? - Nessuna . - Per domani sera , passi in questura a provvedersele . - Sissignore . - Prenda il n . 13 . Ero accettato . Passai nello spogliatoio , un vasto stanzone retangolare diviso nel mezzo da un comune lavamani . Contro le pareti , segnati dal rispettivo numero , pendevano sacchi di tela e vestiti di rigatino bianco azzurro . Cominciai a spogliarmi insieme agli altri . Mi pareva di essere tornato alla visita militare . Spogliandomi lentamente , guardando i corpi dei miei compagni uscir dall ' involucro cencioso : corpi consumati di vecchi e corpi esili d ' adolescenti mal nutriti e già deformati dalla fatica . Che pena e che nausea . Il mio vicino mi interpellò : - In che luogo siamo capitati , non è vero ? Era il giovinetto dal profilo femmineo ; un profugo triestino , come seppi poi , che aveva issato il tricolore italiano sul Municipio di Trieste . Conosceva quattro lingue ma non trovava impiego . Contento di trovarsi in mia compagnia , già pratico del luogo , mi aiutò nelle mie bisogna . - I suoi vestiti li chiuda nel sacco che le han dato , - mi disse , - così . Prima di indossare la camicia dell ' Asilo , una camicia di bucato , ci recammo a prendere la nostra doccia ; e poi rivestiti di uno di quegli abiti di tela turchina , coi piedi nudi infilati come si poteva dentro a strepitosi zoccoli di legno , passammo nel refettorio . Anche qui , la massima pulizia , un non so che tra il convento , il collegio e la prigione . Una doppia fila di tavole , nel mezzo ; contro una parete il busto di Re Umberto , contro l ' altra un armadio a vetri per i libri . Qua e là , scritte sui muri , alcune , massime morali , inneggianti per lo più , alla carità . Mi sedetti . Vicino a me era il vecchio impiegato di Novara ed un altro . La divisa ci faceva tutti eguali come nel collegio . Disse , però , un giovane dal viso losco : - Mi sembra di essere nuovamente al reclusorio di Pallanza . Non avevano comuni le memorie , come si vede . La sala si riempiva e si animava . Coi ... colleghi si fa presto amicizia . Si formarono gruppi e si cianciava a viva voce . Un vecchio operaio chiese al giovane triestino : - E il professore di francese ? - Non l ' ho veduto più . - Stava male ieri sera . Che sia andato all ' ospedale ? Feci notare al mio compagno che tutti erano abbastanza lieti , parlavano di voglia . - La prima sera ho pianto , io - rispose . Gli altri , si vedeva , erano abituati alla loro sorte : si consideravano felici di poter trovare un pubblico ricovero per la loro carne stanca ; l ' asilo notturno aveva perduto tutto ciò che ha di degradante , era un loro diritto , infine ! Un compagno che aveva viaggiato mezzo mondo ed aveva dormito in tutti gli asili notturni , paragonava tranquillamente , sotto i rapporti dell ' igiene e della comodità , l ' albergo dei poveri di Torino con quello di Milano e di Vienna . Non mancava tra il gregge dei vagabondi operai , l ' intellettuale , naturalmente anarchico . Aveva la barba e i capelli arruffati , gli occhi azzurri d ' un bimbo , che guardavano fisso dietro le lenti a stanga . Parlava a scatti , con frasi da eroe gorkiano , era istruito . - Chi siamo noi , che siamo , eh ? Nessuno sa chi sia , né donde viene , né dove va ! E poi , scaldandosi a mano a mano , giù una carica a fondo contro i grossi borghesi , i filistei infarciti di buon senso confinante col cretinismo . Molti lo ascoltavano con occhi intenti , approvando . Solo il vecchio impiegato di Novara taceva in un canto . Guardava , per le finestre , la città accendersi di lampadine famigliari intorno a cui ridevano volti amici . E certo il pensiero della sua miseria , della sua solitudine lo doveva , ora , maggiormente angosciare poiché i suoi occhi erano umidi di pianto ... - Occorre uno alto per mescolare la minestra ; chi viene ? - domandò un inserviente . - Io , - risposi . E tenedomi con una mano le mie brache azzurre che minacciavano ad ogni momento di scivolarsene via , saltellai sui miei zoccoli verso la cucina . Qui , con un gran mestolo compii la bisogna , come un perfetto re dei cuochi . Quando gli inservienti recarono la minestra fumante in grosse e bianche scodelle , i visi degli ospiti ( una cinquantina ) si illuminarono di contentezza , e ciascuno prese a mangiare con discreto appetito . Non era cattiva quella minestra di paste e fagiuoli ; un po ' salata , forse . Ne mangiai una parte , dando il resto al mio vicino che era un affamato autentico . Quando il pasto fu terminato , ci si mandò a cuccia in un dormitorio comune , vasto e pulito , pieno di piccoli lettini in ferro di cui ciascuno porta il suo numero e il nome del fondatore ... Il mio vicino , un giovane montanaro allegro , tamburellava contro l ' arcuato e basso paravento in ferro che divideva i nostri letti . Doveva essere un senza - letto per economia ; l ' avevo visto arrivare sbocconcellando una micca e con un misterioso fagotto sotto il braccio . Doveva venire di Francia insieme a quegli altri che ora si interpellavano in un francese di Biella , e certo doveva nascondere nelle calze il suo gruzzolo . Frodava come me , per dilettantismo di giornalista , lui per amor d ' economia , la carità pubblica . Quando i lumi furono abbassati e gli inservienti uscirono nel corridoio , il chiasso si fece più vivo : lazzi , rumori da demonio dantesco echeggiarono per il vasto stanzone dove i più stanchi già si permettevano delle distrazioni cacofoniche nasali . Accadeva anche così nel mio collegio : ma allora era dolce riposare così in comune , giovani tutti , eguali , con l ' anima e la mente tesa ad una stessa meta . Ora , invece , la mia personalità si ribellava a quell ' assieme d ' ignoti ; non senza una strana inquietudine ascoltavo l ' ansito dei respiri affannosi , calmi , sordi , fischianti ; le parole confuse che alcuno diceva nel sonno su cui la vita gravava ancora il peso dei suoi travagli . I trams che passavano ronzando come giganteschi mosconi dagli occhi di bragia e inferociti , mi davano un sussulto , mi richiamavano a mente le vie cittadine illuminate e piene di gente , i ritrovi notturni , i caffè , i teatri , tutto ciò che di buono è concesso alla gente ... per bene . E pensavo al contrasto che offriva la vita dei miei compagni : una lotta brutale per il pane , senza sorrisi d ' arte e d ' amore . M ' addormentai tardi , quella notte , e il mio sonno fu spesso turbato dai passi di qualcuno che usciva in camicia . Verso le cinque una campanella stridula destò i vagabondi . La sveglia fu salutata da improperi generali , poiché essa veniva a ricordare ai felici dormienti la miseria passata e la presente , il ritorno alla vita triste e senza speranze . Fui sorpreso , ancora mal desto , di trovarmi in quel luogo ; poi , come la coscienza ritornò , fui preso da un lancinante bisogno di levarmi da quel bagno di miseria , di fuggire all ' aperto . Mi lavai , con gli altri , in fretta ; qualcuno mi salutò . Pensando che tra poco sarei tornato ad essere " io " fui preso da una viva pietà per tutti quei miserabili veri , per tutti quei compagni d ' una notte , compagni che non sapevano di me , come io non sapevo di loro , che non avrei più rivisto e avrebbero continuato il loro triste pellegrinaggio per le vie del mondo . Tolsi dal mio sacco i vestiti e quando fui rientrato in me stesso , uscii col giovane triestino e l ' anarchico , tenendo sotto il braccio il mio pane . Sulla porta , il direttore mi disse : - Si ricordi le carte , eh ! ? - Sissignore ! Erano le sei : la città ci colse col suo primo sbadiglio grigio e polveroso : porte e finestre sbattute ; le botteghe e i portinai ci scopavano sui piedi le immondizie della casa . Camminavano sfiaccolati come materassi . I miei due compagni erano più allegri di me . L ' anarchico lanciava moccoli all ' indirizzo delle donnette che sbattevano , dai terrazzi , i loro panni sul nostro capo . Giunti in via Madama Cristina , entrammo in una latteria a far colazione : pane dell ' asilo e due soldi di latte . - Ben , ora vi lascio - dissi ai miei due amici . - Te ne vai ? - Sì . - Dove ? - A casa mia ! L ' anarchico e il giovane triestino mi guardarono stupiti , e poi , dandomi del lei , mi salutarono alquanto freddamente . Sparirono insieme , verso il Valentino . Non appena a casa , mi rivestii da capo a piedi . Con quale voluttà , cinsi al mio collo un alto e lucido solino , e con le tasche sonanti scesi al Caffè Ligure , ordinando : - Cameriere , un chop ! Pagavo ero di nuovo " qualcuno " .
IL BUE MORTO ( SOFFICI ARDENGO , 1909 )
StampaPeriodica ,
A un tratto il veterinario sbucò di dietro lo stecconato dell ' orto , attraversò l ' aia avvampata di sole e si diresse verso la stalla . Era seguito da un carabiniere , dal garzone del macellaio armato di una sega e di diversi coltelli , e dalla guardia comunale , vestita di bigio , col berrettino filettato di verde e due bottiglie , una per mano , dalle quali esalava un puzzo d ' acido fenico e di petrolio che si diffondeva per l ' aria , di qua e di là . Dietro a loro si accalcava in tumulto la marmaglia dei ragazzi moccolosi e scalzi , strillando , bezzicandosi . Di sulle porte delle case vicine , le donne colla pezzola sugli occhi per via del sole e la treccia in mano , guardavano senza muoversi . Alcune ragazze invece che lavoravano sedute in crocchio all ' ombra del pagliaio , si rizzarono in furia buttando la treccia sulla seggiola e corsero a vedere . Le ciantelle e le voci riempiron l ' aia di un brusio disordinato . Il veterinario , senza neanche voltarsi , spinse l ' uscio rosso della stalla che era rabbattuto ed entrò . Il Faluca che l ' aveva scorto dal campo dove zappettava , arrivò pure di corsa , in zucca , scamiciato , sudato dal gran caldo , traversò la calca dei bambini e delle ragazze e messosi alla coda della brigata infilò anche lui nella stalla chiudendosi l ' uscio dietro . La stalla bassa e umida , era immersa in una oscurità quasi completa ; la poca luce verdognola che scendeva da un finestrino , attraverso i pampani di un tralcio avviticchiato all ' inferriata , non lasciava scorgere altro che un manzo bianco , ritto accanto al muro , con la testa rivolta sospettosamente verso la porta ; ma non passò un minuto che anche la massa enorme del bue morto apparve distinta ai piedi del vivo . Giaceva arrovesciato sulla schiena con le quattro gambe in aria , il corpo gonfio e duro , il muso volto per parte e la lingua paonazza che penzolava fuori dei denti . Di fra il corno e l ' orecchio incartapecorito si vedeva l ' occhio bianchiccio , velato che conservava ancora come un ' espressione di terrore . La moglie del contadino , che nessuno aveva ancor vista , ritta nel buio vicino al falcione , guardava la bestia e piangeva silenziosamente . Un ragazzo di una tredicina d ' anni le si stringeva addosso . e anche lui fissava il cadavere del manzo ; ma il suo viso era duro e pareva che non pensasse a nulla . - Dunque , sor Negri , - domandò il capoccia , rompendo per il primo il silenzio - lei la crede ? ... - Credo ? - rispose il veterinario , voltandosi quasi offeso alla domanda inattesa - non credo , ne son certo ! Era un omino macilento e dispettoso , vestito di lustrino nero , calvo e con degli occhietti e un naso rosso da ubriacone . La sua risposta fece restar male il contadino . - Bah ! - fece questi , incredulo , e abbassò la testa , rapata . - Che bah ! e non bah ! - ribatté l ' altro - v ' ho detto che è carbonchio , malattia contagiosa e che bisogna sotterrarlo ; cosa vorreste ? farlo mangiare alla gente ? La donna , come se non avesse aspettato che questa sentenza , scoppiò in singhiozzi ed uscì dalla stalla . Il carabiniere , la guardia e il garzone del macellaio si guardavan fra loro come per domandarsi l ' un l ' altro cosa bisognasse fare . - Avanti ! - disse allora il veterinario rivolto verso il giovane beccaio - levagli la pelle e sparalo . Non hai mica dei graffi nelle mani eh ? - domandò poi - bada che è pericoloso . Ma il giovanotto non l ' ascoltò nemmeno . Pareva che nessuno credesse - alla malattia della quale il veterinario voleva far credere fosse morto il bove . I tre uomini , aiutati dal capoccia e dal ragazzo , presero la bestia per la coda e la trascinarono nel mezzo della stalla . Il Negri che si sentiva affogare dall ' odor grave del concio ribollito e del fiato della bestia e degli uomini , accese un mezzo sigaro e messe la testa fuori dell ' uscio . Intanto il beccaio affilò il coltello e cominciò a sgozzare l ' animale . Il sangue di già rappreso non sgorgò per la ferita ; ma quando la testa fu recisa un rivoletto rosso cominciò a colare dalla gola lacerata , andando a sparire fra il letame . Il ragazzo prese la testa per le corna ed andò a posarla in un cantuccio : - Tieni anche queste - disse il macellaio ; e porse al ragazzo anche le quattro zampe , che aveva già tagliato ai garretti una dopo l ' altra , d ' un sol colpo , perché le mettesse accanto alla testa . Poi si mise a sventrare il bue per levargli la pelle , che buttò nella greppia , dopo averla legata con la coda come con un canapo . La carcassa della bestiaccia , decapitata , mutila , sanguinolenta cominciava davvero a far ribrezzo e pietà , con quei cinque uomini che le si accanivano sopra . Tenendola ciascuno per un dei tronconi delle gambe , costoro impedivano che rotolasse , mentre il garzon del beccaio andava immergendo il suo coltellaccio nell ' interiora , sgranandola come una zucca matura . Quand ' ebbe finito anche questa operazione e che il buzzo si sganasciò oscenamente lasciando sgorgare le budella e lo sterco sulle lastre dell ' impiantito , si fece dar la sega e squartò il cadavere in grossi pezzi . Il veterinario , che di tanto in tanto era andato voltandosi di sull ' uscio , appena vide che il lavoro era finito , rientrò nella stalla e disse al beccaio di sbranare in più posti i quarti ; poi comandò alla guardia di versar nelle ferite e su tutta la carne l ' acido fenico della boccia . L ' odor pestifero del disinfettante riempì la stalla obbligando gli uomini a tapparsi il naso con le dita . - Ora - ordinò ancora il veterinario - buttatelo sur un carretto e via . E lei - aggiunse rivolgendosi al carabiniere - badi bene che sia sotterrato tutto , tutto capisce ? Ne è responsabile . Voi poi - concluse , parlando questa volta alla guardia comunale , - non dimenticate d ' annaffiarlo col petrolio dell ' altra boccia - Mi raccomando . E senza salutar nessuno si allontanò . Il ragazzo del contadino a un cenno del padre sparì anche lui e dopo pochi minuti ritornò conducendo per la briglia un ciuco attaccato a un barroccino . Le cosce , le spalle , la testa e le zampe del bue furon caricate e il lugubre corteggio si mise in cammino . Intanto la folla rimasta fuori era andata ingrossando . Oltre le donne e i ragazzi , alcuni braccianti e contadini del vicinato , giovani e vecchi , eran venuti , attratti dalla curiosità , e guardavano quelli enormi brandelli di carne sanguinosa , fatta anche più rossa dalle tinte accese del sole di già basso , con una specie di avidità e di rimpianto . Di qua e di là qualche voce saliva anche a esprimere questi sentimenti e le donne stesse , invece d ' inorridire , lanciavano sul barroccino degli sguardi cupidi , delle parole di scherno sul carabiniere e la guardia che andavano a far da becchini . Sembrava che ogni stomaco palpitasse di bramosia per quella carne infetta . Uomini , donne e ragazzi parevano una turba affamata o una muta di cani mugolanti dietro al pasto . L ' uno eccitava l ' altro con parole piene d ' ingordigia . - Che bistecche eh ? che umidi ! - E che minestre ! - Bravo e il petrolio ? e il carbonchio ! - obiettava qualche schizzinoso timidamente . - Ma che carbonchio ! c ' è da dar regola al Negri . Per lui , quando gli ha bevuto , tutte le malattie son carbonchio . N ' avessi uno stufatino tutti i giorni ! - Peccato - E il povero Faluca che ha il male , il malanno e l ' uscio addosso ! Se fossi stato io ne ' suoi piedi non me lo levavan di sotto , te lo dice Parretto ! S ' aveva a far baldoria . E tutti rimpiangevano tanta grazia di Dio buttata a ingrassar gli ulivi . Qualcuno si staccò dal gruppo e s ' accompagnò al Faluca che camminava rabbuiato con un forcone sulla spalla dietro al figliuolo . Il carabiniere e la guardia andavano in silenzio sotto le rame dei loppi , su per la collina ombrosa in cima alla quale una buca scavata a piè d ' un fico aspettava fin dalla mattina la carne del bue morto . Verso mezzanotte , la casa del Faluca era piena di gente . Il Moro , il Ricciolo , il Rosso , Italo di Parretto , Gioia , Sciamagna , tutti quelli insomma che avevano assistito al seppellimento del bue eran venuti sull ' annottare e tutti insieme , con marre e pale sulle spalle , erano tornati di nascosto sulla collina . Un ' ora dopo eran ridiscesi con le carniere gonfie ; e adesso aspettavano chiacchierando in cucina , chi a cavalcioni sulla panca , accanto alla tavola apperecchiata , chi seduto in bilico sulla seggiola con le spalle alla madia , vicino alla finestra per fuggire il calore che spargeva nella stanza un fuoco infernale scoppiettante sotto una gran caldaia che avvolgeva tutta delle sue fiamme veementi . Di donne non c ' era che la moglie del Faluca , la quale , smesso di singhiozzare , correva qua e là per la cucina splendente , si arrabattava intorno a delle larghe bistecche che arrostivano su dei treppiedi in un canto del focolare , schiumava la caldaia bollente , condiva questa o quella pentola , nettava insalata e radici . Il ragazzo come inebriato dal profumo che montava dagli intingoli e dal brodo , si dava da fare anche lui , con le gote in fiamme e gli occhi lustri ; risciacquava i bicchieri , levava l ' olio ai fiaschi , grattava il cacio per i maccheroni . In quanto al capoccia non pareva più lo stesso uomo aggrondato della sera . Era seduto , quasi sdraiato , col gomito appoggiato allo spigolo della tavola e la testa sulla manaccia aperta , con la pipa in bocca , e si rallegrava con gli amici del bel tiro fatto al sor Negri . Ogni tanto sputava per dare un ' occhiata di tralice ai preparativi della cena . - Che il diavolo se lo porti lui e il suo acido fenico ! c ' è voluto un tino d ' acqua per mandarne via il sito . L ' acido fenico ! il petrolio ! ... aggiungeva scuotendo la testa - una bestia che non se ne vedeva , sana come una lasca ! lo so io per via di che l ' è morta ! Qualche animalaccio fra il segato , ve lo dico io ! qualche ragno , qualche scorpione . Gliel ' ho detto anche a lui ; ma sì ! quando gli ha un po ' di vino per la testa ! ... Gli altri approvavano in coro . Ogni tanto qualcuno usciva fuori con una frase mozza che i compagni dovevano completare a colpo . - Cari miei , gli è un darci ! secondo come la gli frulla ! ... - Vorrei averli io i marenghi de ' santantòni che ha fatto smerciar lui ! - Ai miei tempi - aggiungeva uno un po ' più anziano degli altri - ma che c ' era tutte queste calìe ! ... Mi ricordo quando morì la mucca a Natale ... E ognuno aveva da raccontare come tanti avessero mangiato e venduto la carne delle bestie morte da sé , senza che mai fosse successo nulla . Il Ricciolo narrò di due che una volta s ' eran fatto arrostire un vitellino nato morto e poi l ' avevan mangiato tutto . - E non moriron mica - concluse . - Solamente siccome gli avevan fatto indigestione , sapete cosa fece il dottore ? li fece entrare in un fiume fino alla gola e non fu altro . Frattanto la massaia aveva scodellato i maccheroni e ognuno prese il proprio posto . Uno dopo l ' altro i tegami , i piatti di salse , le marmitte d ' intingoli , i vassoi colmi di bistecche passavano dal focolare alla tavola e andavano vuotati d ' un tratto . Il vino scintillava nei bicchieri vuotati d ' un tratto e ripieni , infondendo nei petti un ' allegria fragorosa . Fra il rumore dei coltelli e delle forchette una gioia bestiale si propagava per la vasta cucina affumicata che la fiammata e i lumi a mano riempivano di riflessi e di grandi ombre . Gli odori della carne abbrustolita e del vino si mescolavano a quelli del sudore e del tabacco , e gli occhi e le gote si accendevano per la voluttà del bagordo . Ben presto però anche la baldoria cessò e come se tutti gli spiriti vitali fossero scesi negli stomachi un silenzio quasi religioso piombò su quella ribotta . Assorti tutti nella soddisfazione d ' ingollar cibi succolenti , con le nari e il cervello impinguati dei fumi del pasto , nessuno dei terribili convitati parlava più e fra l ' acciottolio delle terraglie e il suono delle posate battute nelle scodelle e nei denti , non si udiva che il crepitar della fiamma attutita e il dimenar delle ganasce . Ma dalla finestra aperta per la quale non si vedeva né il cielo né gli alberi fronzuti e carichi di frutti maturi , entrava un alito di vento che aleggiando per la stanza faceva tremar le fiaccole dei lumi a olio come se la morte vi soffiasse sopra .
Miscellanea ,
CAPITOLO I . Definizione del piacere . La vita dell ' uomo è un misto di piaceri e di dolori . Queste due sensazioni del pari forti e diametralmente opposte si agitano nell ' animo umano , lottano incessantemente tra loro , e a vicenda si vincono , ma ben di rado si cancellano . L ' uomo portato dalla sua natura ardente , vivace cerca sempre ed ovunque il piacere , come lo stato nel quale egli meglio può gustare la vita , usandone però moderatamente . E per piacere intendo accennare a qualunque aggradevole sensazione che faccia presa sui nostri sensi . Così chiamerò piacere le ebbrezze voluttuose di amore , come le dolcezze del riposo . Le gradazioni del piacere più forte , più vivo a quello più debole sono innumerevoli . Ma tutti non esciranno mai da questa grande classificazione , cioè piaceri sensuali e piaceri morali . Inutile pure il dire che i generi sono infiniti . I piaceri fisici o sensuali , quantunque più ricercati , sono quelli che meno restano impressi , anzi cercano col cessare dell ' eccitante che li ha prodotti . I piaceri morali sono i più puri , sono quelli che giammai si cancellano dall ' animo . I diversi generi di piaceri però sono prodotti da varie cause . Dalla condizione sociale , dal temperamento nervoso , dall ' educazione , dai climi , dalle stagioni , dall ' età , dal sesso , dallo stato di salute , ecc . Come ben si può scorgere a priori un vecchio ottuagenario non ricercherà i piaceri vivaci e focosi della gioventù . Diversi saranno i piaceri che si ricercheranno in inverno ed in estate , in città ed in campagna . Come pure diversi sono i piaceri dell ' amore da quelli della mensa ; quelli della caccia da quelli del riposo , ecc . Molto agisce sui piaceri anche il temperamento ; infatti lo stesso piacere farà una più viva impressione sul temperamento nervoso che sul linfatico . La nostra vita è dunque un complesso di piaceri e di dolori . L ' indifferenza che tanti definiscono uno stato intermedio fra il dolore ed il piacere , raramente si scontra nella vita . Il piacere può anche dirsi il possesso dei beni che si desiderano , il dolore la loro privazione . E siccome tutti nella loro vita desiderano , così tutti potranno andar soggetti alla realizzazione di questi desiderii o alla loro privazione . E questa asserzione è puramente pratica . Non è forse un piacere il riposarsi quando si è stanchi ? Il mangiare , il bere quando si ha fame o sete ? Anche l ' amare ed essere riamato dal nostro ideale , poter sacrificare a lei tutto perfino la vita , non è forse una dolce soddisfazione , non è forse un piacere ? Soccorrere l ' infelice , consolare l ' afflitto , morire per la patria , per un ' anima bella non son forse piaceri ? E se questi lo sono , la negazione di essi non produce dolore nell ' animo nostro ? Ora dirò che l ' uomo cerca sempre il piacere e sempre fugge il dolore . Questo non ha bisogno di dimostrazione . Anche i bruti per istinto cercano la gioia , le sensazioni gradevoli . Eccetto nel caso d ' una perversione di istinto tutti cercheranno il piacevole e fuggiranno quello che può loro nuocere . Non mi si accusi però di voler fare l ' apologia del piacere o del sensualismo . No ; una accusa di tal genere classificherebbe subito chi la lancia per un ' anima poco elevata . Il piacere è anche morale , diss ' io ; e del resto , anche gustando i fisici , sempre però con riservatezza , è un bene . Un uomo che sente dignità di se stesso non abusa dei piaceri sensuali , perché ha anche la cognizione di sapere che , oltrepassato un dato limite , diventano dannosi . È forse male gustare l ' odore grato d ' una mammola , il delicato sapore d ' un frutto maturo ? È forse male amare onestamente una vaga fanciulla dalla treccia nera e lucente ? L ' Ente supremo ci ha largiti questi beni affine di sollevare lo spirito nostro dalle fatiche del lavoro ; non sarebbe forse follia il rifiutarlo ? Uno dei più dolci incanti della vita è la unione dei piaceri dei sensi al godimento dello spirito , perché ci sollevano come in un mondo incantato , tutto nuovo per noi . Guai però a chi si lascia trasportare dal piacere . Esso non deve mai essere un bisogno , una abitudine , un vizio ! Se lo fosse ci abbasserebbe al livello del bruto , perché soffocherebbe in noi qualunque altro lodevole sentimento . Quanti uomini che , dominati da un piacere sensuale , presentano nella loro fisionomia analogia coll ' animale , cui li assimila la loro inclinazione ! .... I piaceri sensuali avviliscono ed annientano l ' uomo ! Quanti uomini d ' ingegno non si sono per questo completamente abbrutiti . Basterà citare il romano Antonio . Non avrebbe egli vinto Ottavio se un amore cieco non lo avesse gettato fra le seducenti braccia della regina Cleopatra ! Da questo capitolo deduciamo dunque la morale seguente : gustiamo i piaceri leciti con somma prudenza ; mai non lasciamoci dominare da essi . Fuggiamo quei piaceri che , pregiudicando altri , pregiudicherebbero noi stessi . Non vuotiamo per intiero il calice del piacere ; dopo questo viene l ' ebbrezza , la sazietà , il dolore . Evitiamo dunque gli eccessi , uniformandoci alle nozioni d ' igiene che verranno esposte in questo libro . GAPITOLO II . La giovinezza ed i suoi piaceri PARTE PRIMA . Adolescenza Pubertà . Adolescenza e sua igiene . Questa bella età che si rimpiange sempre ha i suoi piaceri innocenti ed anche giovevoli alla salute . Essi consistono in giuochi meno o più rumorosi , come il salto , le corse , la ginnastica , la danza , il nuoto e qualche volta l ' equitazione . Piaceri che , quando non affaticano di soverchio il fanciullo , sono giovevoli ; perché irrobustiscono i suoi muscoli ; gli allargano il torace , consolidano la sua salute e lo rendono agile e destro . Le malattie e le indisposizioni che affliggono questa età sono le bronchiti , i mali di gola , le eruzioni cutanee , le emorragie nasali , i colpi , le cadute , ma principalmente i flussi di ventre e le indigestioni . Quando le prime cure materne non bastano a guarire il giovinetto , allora la prudenza esige di chiamare il medico , perché è meglio prevenire una malattia che guarirla . Secondo i casi giova all ' ammalato delle bibite emollienti o diluenti . I mali di corpo e le coliche provengono dalla ghiottoneria propria a questa età ; dal mangiare cioè in quantità frutti succosi , dal rodere gli acerbi . Sono pure a temere pei fanciulli le indigestioni provocate da zuccherini , confetti , pasticci , dolci ed altro , perché queste chicche sono molto pesanti e indigesti , e bisogna procurare di non guastare lo stomaco sì da bambini . Quando dopo qualche malattia il fanciullo non si corregga , bene è d ' uopo che i genitori gli facciano una continua vigilanza , perché la malattia si rinnoverebbe con somma facilità . Non si predicherà mai abbastanza ai bimbi i tristi effetti dell ' ingordigia , massime poi alle giovinette , perché le chicche tolgono loro la giovanile avvenenza e la seducente freschezza . Pubertà . La pubertà è l ' età nella quale una grande rivoluzione s ' opera nel corso della nostra vita , l ' età nella quale il fanciullo diventa uomo ; la ragazza , donna . Questa è l ' età nella quale ci si schiude davanti un orizzonte dorato ; nella quale tutto ci sembra color di rosa . È l ' epoca dei sogni più lusinghieri , degli affetti più vivi ; è l ' epoca nella quale la fervida immaginazione ci trasporta , in cui si fanno mille castelli in aria ; castelli che pur troppo si sfasciano al primo vento glaciale del nord . Eppure si è felici , o per lo meno molti lo sono , perché adulti si rimpiange questa fase della vita nella quale cominciano a far capolino i prodromi di potenti fenomeni organici che la pubertà non indugia a svolgere . È l ' amore , il quale , a partire da quest ' epoca , domina tirannicamente il nostro essere . E ciò ha voluto natura per mantenere il suo fine : la propagazione della specie . Innumerevoli sono i piaceri di questa età perché è appunto nella pubertà che lo spirito nostro è avido di novità , di svaghi , di divertimenti , di forti impressioni . Le feste , le gioconde serate , i balli , i concerti , i teatri sono piaceri che attraggono la gioventù , ed ella vi si slancia con tale ardore al quale è bene mettere un freno . Infatti essi ponno e moralmente e fisicamente riuscire dannosi alla gioventù . Fisicamente potranno nuocere non usando tutte quelle precauzioni che pur troppo in queste occasioni , nelle quali si è esaltati , non passano nemmeno per la testa . Infatti il subitaneo passaggio dal caldo al freddo o viceversa , l ' eccitazione cerebrale che si propaga al corpo , le soppressioni totali o parziali di una esalazione , di una evacuazione sono cause di affezioni polmonari acute , di irritazioni intestinali , di dolori addominali , di bronchiti , di reumi , che possono svilupparsi dopo un po ' di tempo od anche istantaneamente . Moralmente potranno nuocere se il carattere del giovinetto è molto impressionabile . È cura dei genitori il preservarlo da questi pericoli . Non che io dica di privare affatto il giovane da qualsiasi divertimento suaccennato , dal teatro , per esempio , no . Ma aver cura , se si tratta del teatro , di sapere a quale produzione assisterà il giovane . Infatti non resterebbe male impressionato se assistesse ad una produzione nella quale l ' amor coniugale si mette in ridicolo e s ' innalza l ' adulterio ad un eletto sacrificio da parte della donna ? ... Nella quale si passano in rassegna le turpitudini di qualche scellerato ? Allontanatelo dunque da questi luoghi equivochi , ma però accompagnatelo là dove delle produzioni morali inspireranno nel suo cuore il sentimento del buono , del vero e del bello . Inoltre un piacere pericoloso pei giovani è il pubblico ballo , maggiormente quello di una grande città , dove vi si slancia una folla ardente e vivace , avida di trovare il piacere nell ' ebbrezza della danza . Però i genitori potranno accompagnarvelo se il desiderio di curiosità del figlio loro si mantenga come un ' idea fissa . I piaceri che si provano invece frequentando le feste di famiglia ed i piccoli giuochi di società sono molto più innocenti e dovransi accordare di buon grado perché sollevano lo spirito giovanile . È in queste riunioni che il giovane si reca volentieri perché sa di trovare l ' oggetto dei suoi pensieri , e i suoi più rosei sogni giovanili . La danza per questa età è un divertimento carissimo , perché possono far pompa della loro abilità ed eleganza , soddisfacendo l ' ambizione nascente , che se si mantiene nei limiti è una leggiera alterazione dell ' amor proprio . A questi convegni intervengono sempre amici di casa , per cui la decenza e il pudore non hanno nulla a soffrire . Ne risulta quindi una gaiezza sincera e scevra di qualunque fine secondario . Inutile d ' enumerarsi sono poi tutti i diversi generi di piaceri fisici e morali . Raccomandiamo alla gioventù i piaceri morali , perché oltre all ' essere incancellabili , sono di utilità grandissima agli altri , e lasciano nell ' anima una soddisfazione ed un contento grandissimo . Eccone un esempio . Un beneficio è sempre ricompensato . RACCONTO . Con passo frettoloso e col viso allegro e giulivo un giovane studente per nome Edmondo Derval si avviava ad un convegno per andare con diversi suoi amici a fare una scampagnata . Ma fu arrestato durante il suo cammino da un crocchio di gente che attorniavano un poveretto steso al suolo . A tal vista Edmondo si avvicinò , e vista la faccia smunta e macilente di quel giovane infelice domandò alla folla che gli era accaduto . È ubbriaco , dicevano gli uni ; è uno stratagemma per carpirci qualche soldo ; è colto da apoplessia , dicevano gli altri . Derval lo esaminò attentamente , e disse indignato a chi osava ingiuriare il poveretto : Largo , signori , concedetegli un po ' di aria ; quest ' uomo è estenuato dalla fame . E siccome nessuno lo soccorreva , rivoltosi a tre giovanetti vicini : Animo , disse loro , aiutatemi a portare questo disgraziato nella vicina osteria ; gli faremo ingoiare qualcosa . E seguiti dalla folla che benedicevano quel giovane pietoso , entrarono , e deposto l ' affamato su una banca , Edmondo domandò una tazza di brodo e un bicchier di vino del più buono . Appena bevuto un sorso di quel brodo vivificante , l ' infelice aprì gli occhi , sollevò un po ' la testa e compreso cosa eragli accaduto : Grazie , disse ad Edmondo con uno sguardo languido , ma espressivo , Dio ve ne compenserà . E a lenti sorsi trangugiò il resto della bevanda ristoratrice . Derval gli fece anche portare un bel pezzo di vitello , e raccomandato al suo protetto di mangiare lentamente , chiamò l ' oste , gli diede una moneta da 5 lire , dicendogli di pagarsi e di consegnare il resto a quel povero giovane , e tra i ringraziamenti i più sinceri uscì . Intanto l ' ora del convegno era trascorsa , ed il borsellino s ' era impicciolito , ma egli lungi dal rimpiangere la gita perduta , tornò a casa col cuore soddisfatto di avere fatto una buona azione . L ' indomani a ' suoi amici , che gli domandavano perché non era intervenuto a una così bella gita , raccontò il fatto , ed essi lo approvarono dicendo che una così rara soddisfazione valeva meglio che i folli piaceri d ' una scampagnata . Ma tu hai dato tutto il tuo gruzzolo al poverello ? gli domandò un amico . Sicuro , era l ' ultimo pezzo da lire 5 che mi rimaneva , rispose egli . Ebbene , noi siamo amici ; mancano quattro giorni alla fine del mese , puoi abbisognare di qualche cosa . La mia borsa non è tanto ben fornita , ma io la metto a tua disposizione ! ... Pochi anni dopo , la rivoluzione del 1789 scoppiava . La plebe inferocita sfogava il suo furore da lungo tempo represso su tutto ciò che le pareva colpevole . L ' aristocrazia fuggiva , il re era prigione , l ' esercito disfatto . Nel decimo giorno circa del furore plebeo un giovane elegantemente vestito si difendeva a stento dalle ingiurie e pur troppo dalle busse dei popolani , e certamente non sarebbe uscito di là colle proprie gambe se un giovane operaio , fattasi la via a forza di gomiti , non avesse fatto il largo attorno al nostro eroe con due poderosi pugni . E presolo per mano gridò : « Guai a chi lo tocca ! Questi è un amico del povero , un consolatore degli afflitti ; senza di lui io sarei morto di fame » E rivoltosi al giovane , dissegli : « Venite , vi condurrò a casa , questo quartiere non è sicuro per voi ! » Quell ' operaio era l ' affamato dell ' osteria , quel giovane elegante era Edmondo Derval ! PARTE SECONDA . I piaceri della giovinezza e loro igiene . Qualunque sia il piacere che ci procuriamo , dobbiamo sempre porre un limite ad esso , perché gli eccessi sono sempre funesti , e sono il più delle volte cause di serie malattie che possono renderci infelici per l ' intiera vita . Chi non conosce le dolorose indisposizioni che provengono da un eccesso nel mangiare o nel bere ? Come si disse poi nel capitolo precedente bisogna tener calcolo anche del luogo , delle stagioni , dell ' ora e del tempo . E mi spiego . Non tutti i luoghi sono adatti al benessere del nostro temperamento , e sono a fuggirsi i siti umidi , dove si leva quella nebbia malsana causa di febbri dolorose . Anche le stagioni influiscono sui generi dei piaceri , come pure il tempo . Nessuno potrà divertirsi e ritrarre giovamento intervenendo ad una partita di piacere , di caccia , di pesca , al nuoto , se non in giorni sereni e in luoghi salubri . Un consiglio che i giovani dovrebbero sempre ascoltare è il seguente . Mai non si deve bere , anche sentendo il più stimolante bisogno , quando si è corso , saltato , fatto esercizi ginnastici , perché , sopprimendo istantaneamente la traspirazione , si va incontro a malattie molto pericolose . Altresì , per la stessa ragione , non si deve esporsi ad una corrente d ' aria fissa . Tenetevi fisso nella memoria questo consiglio se un giorno o l ' altro non volete che , a seconda del vostro temperamento più o meno debole , essere assaliti da reumi , da flussi di ventre , da coliche , da mali alla gola e da altre di queste forti indisposizioni che tutte provengono dalla soppressione istantanea della traspirazione . Quanti che per aver trascurato questi precetti si rovinarono per tutta la vita ! .... I piaceri poi non devono essere spinti fino alla fatica , altrimenti diventano nocivi . Anche l ' amore allo studio deve essere frenato , perché un ' occupazione continua logora gli organi . Così gli studi che esigono una posizione incomoda devono essere di poca durata . Tali sono il disegno , il pianoforte , il ricamo e l ' arpa . Anche la musica vocale riesce dannosa a coloro che si sforzano , o che ripetono intempestivamente esercizi che non sono alla loro portata , perché le corde vocali logorandosi si può perdere del tutto quella voce che per tanti è la loro vita . È dunque meglio che tali studi si ripetano spesse volte nel giorno , piuttosto che sacrificare ad essi delle ore intere . PARTE TERZA . Igiene alimentare della giovinezza . Questo capitolo deve essere attentamente considerato , essendo la questione degli alimenti la principale , poichè , questi sono i fattori principali della vita . È una questione che dolorosamente non fa parte del programa scolastico ; dolorosamente dico , perché molti giovani istruiti escono dagli istituti senza avere nemmeno le prime cognizioni riguardo a questa materia . La scelta degli alimenti , la loro quantità e qualità dovrebbe essere calcolata in ragione del sesso , dell ' età e del temperamento dell ' individuo . Influiscono molto anche su esse le stagioni , i luoghi , le professioni . Essendo provvisti di queste utili cognizioni si scanserebbero tante malattie , e l ' alimentazione avrebbe pieno il suo corso di rinvigorire le esauste forze del giovane . E il nutrimento di esso richiederebbe maggiori cure di quelle che attualmente si prestano . La qualità e quantità delle sostanze alimentari devono essere conformate e proporzionate sulle perdite del soggetto , quindi nella giovinezza l ' alimentazione dev ' essere più abbondante , perché in quest ' epoca della vita molto attiva ed operosa il giovane subisce un continuo ed abbondante spreco di forze muscolari . Si deve avere riguardo anche al genere di vita che conduce l ' individuo ; infatti un impiegato che è condannato ad una vita sedentaria dovrà nutrirsi meno d ' un manuale che s ' affatica tutto il giorno . Le stagioni pure influiscono , ed infatti tutti d ' inverno mangiano molto più che d ' estate , e nella scelta dei cibi si deve aver molto riguardo nella primavera e nell ' autunno . Circa poi il numero dei pasti , questi devono essere regolati sulla forza dello stomaco dei giovani . I giovanetti hanno bisogno di fare quattro pasti al giorno . Due abbondanti e due più leggieri intermedi per attenuare la fame che si farebbe troppo sentire . Dopo i 24 anni invece bastano due soli pasti abbondanti o al massimo tre . Sopratutto però badate di non mangiare e bere eccessivamente ! Guai agli intemperanti ! Lo stomaco starei quasi per dire che è il centro della vita nostra , perché è nello stomaco che i cibi subiscono quella trasformazione chimica , per la quale , ridotti in chimo , si assimilano col sangue , risarcendoci per tal modo delle forze perdute . Chi è sano di stomaco godrà d ' una vita lunga e felice , e potrà giungere ad una robusta vecchiaia esente da infermità . Una raccomandazione importante sarebbe quella di alzarsi da tavola con un leggiero appetito , mai mangiare ingordamente fino a che vi sentite sazi , perché se lo stomaco affatica a digerire tutti quei cibi coi quali lo empite , esso si logorerà ben presto e si andrà soggetti ad indigestioni , a gastriche ed altre malattie sempre gravi allo stomaco ed agli intestini . Abbiate dunque sempre cura di questo apparato sì necessario alla vita ; rifiutate qualunque cibo o bevanda che gli possa nuocere e che lo rendono incapace di funzionare nella tarda età . Abbiate dunque sempre in mente questi precetti , perché chi ve li dice è uno che per molto tempo ha violentemente sofferto di stomaco e vi scongiura pel male nel quale potreste incorrere di osservare attentamente queste norme elementari . CAPITOLO III . Dell ' amor fisico PARTE PRIMA . Primi palpiti d ' amore . È nella giovinezza che noi cominciamo a pensare ed a sognare : è in questa età che le nostre forze fisiche e le facoltà intellettuali e morali si sviluppano e s ' ingrandiscono ; è in questa età che il nostro cuore si apre ad una vita novella , che esso si accende e batte per una nuova passione che in un istante può incendiare tutto l ' umano edificio . È l ' amore che si mostra sotto un aspetto giocondo alla nostra fervida immaginazione , è l ' amore che incomincia ad impossessarsi dei nostri giovani cuori per forse poi straziarli e farsene giuoco . Quasi tutti o ben pochi vanno esenti da questa passione ; e gli antichi avevano ragione di raffigurare l ' amore sotto le sembianze d ' un vispo fanciulletto alato , cogli occhi bendati tenendo in una mano una fiaccola , nell ' altra un arco sempre teso e sulle spalle una farètra piena di acutissimi dardi . Nulla può contro esso ; anche gli Dei stessi dell ' Olimpo , persino il sommo Giove furono trafitti dalle freccie dorate d ' Amore . Tutti adorano l ' amore e specialmente i giovani , per esso tutto sacrificano , per esso cercano la riputazione , la fama , la gloria ! Di quante nobili e generose azioni è causa l ' amore ! Dante , Petrarca , Tasso per lui si immortalarono ! E Amore sempre volubile , perché bello , spinge gli uni alla gloria , gli altri al tradimento , alla ignominia ; quanti esempi che pur troppo si potrebbero citare ! ... Meglio è il silenzio . PARTE SECONDA . Sensazione del coito . Al fine di conservare la nostra specie sul globo la natura ci ha concesso durante l ' atto della riproduzione uno dei più vivi piaceri . Questa sensazione in certi insetti è così intensa che perfino la morte non varrebbe a separare il maschio dalla femmina durante il coito . Nell ' uomo un improvviso arresto , qualunque sia il motivo , dei pieceri venerei , può produrre gravissime conseguenze e in certi casi anche la morte . I piaceri d ' amore poi offrono i più svariati fenomeni a seconda della costituzione fisica dell ' individuo , della sua impressionabilità nervosa e del clima in cui vive . Vi sono taluni che li gustano e vi si abbandonano con una vera frenesia ; altri che restano quasi insensibili . Però questi due casi sono anormali , e dinotano un ' alterazione del sistema nervoso . Il coito , per produrre buoni frutti , deve aver luogo in un voluttuoso raccoglimento . La donna nella più tenera età , come per istinto , preludia alla riproduzione colle sue bambole e col suo amore ad esse come fossero figlie . La giovinetta sogna d ' amore e scorge davanti a sè un orizzonte roseo e sorridente . La donna pone tutto il suo amore nei figli , uniche sue speranze avvenire , e fattasi vecchia circonda colle cure più sollecite i suoi vispi nipotini . PARTE TERZA . I due lati dell ' Amore . Non sempre l ' amore è causa di gioie pure ed infinite ; talvolta lo è di dolori e di una vita sventurata . Se giovani lo si cerca e lo si brama , in seguito poi a qualche disillusione si cerca di fuggirlo e lo si maledice . Esso , come già dissi , spinge gli uni alla gloria ; gli altri , perché comanda la devozione e l ' ubbidienza , all ' ignominia , al tradimento ! Eppure l ' amore è l ' ideale di tutti ; tutti pongono in esso i loro sogni , le loro speranze . Ma guai a chi leggiermente vi s ' abbandoni ! Prima di cadere completamente nei lacci d ' amore bisogna ponderare ben bene dove esso ci potrà condurre . L ' amore ha un lato vivace , sorridente , che ci attrae ; l ' altro è tetro , imbronciato , che ci disgusta . L ' amore puro , timido e casto appartiene al primo genere . Esso è l ' amore che deve formare la felicità nostra , è un amore tutto poetico e lusinghiero . Al secondo appartiene l ' amore irato , focoso , che è funestato dalla gelosia . Guardiamoci da questo , perché il fuoco che arde nei nostri petti ben presto si consuma senza poter nulla di poetico godere . Esso è un amore direi quasi despota e tiranno . È vero che all ' amore nulla può comandare , ma è bensì vero che gli si può resistere con un grandissimo sforzo di volontà . Tocca ai genitori di mostrare ai loro figli il lato brutto e pericoloso , tocca ad essi , dico , ad arrestarli sul lubrico cammino che conduce ad una vita desolata , piena di pianti e di tristezze . Guardatevi pure , o giovinetti inesperti , dagli amori volubili , gelosi e violenti . Se un tal genere di amore cominciasse a far presa nel vostro animo soffocatelo al suo nascere ; meglio negare , anche con dolore , la propria volontà , che essere infelici , e disgraziati più tardi . PARTE QUARTA . Dell ' Amore e sua igiene morale . Se l ' amore coi suoi nodi difficilmente solubili avvicina due giovani cuori e li fa battere entrambi dello stesso palpito , raramente si può arrestare i battiti di quei cuori , raramente si può scindere i due amanti . Nulla , nemmeno l ' esilio potrebbe spegnere la fiaccola ardente di quel primo amore . Ciò che alle volte pone un ostacolo insormontabile è l ' incompatibilità di carattere , la differenza della posizione sociale . E quì l ' igiene e il ragionamento devono riunirsi in uno sforzo comune per rendere evidente ai due innamorati l ' impossibilità di accendere la fiaccola d ' Imeneo . Le ragioni però che i genitori dovranno addurre sempre , devono avere un serio fondamento , e devono essere esposte con dolcezza se si vuole ottenere la vittoria . Esporle con severa durezza non si farebbe altro che attizzare il contrariato amore . Se questi mezzi fossero vani , allora l ' amore essendo troppo radicato nel cuore del giovane , nulla varrà a estirparlo , e se un languore incurabile s ' impossessasse del povero innamorato , l ' unico rimedio è il matrimonio . Però di rado si scontrano questi casi , perché una cura amorosa e assidua da parte dei genitori può allontanare queste sventure . E più tardi , quando il giovane comprenderà la disgrazia alla quale è sfuggito , avranno la soddisfazione di sentirsi ringraziare e di essere più di prima amati . Dopo però s ' accorgono della giustezza dei rifiuti dei genitori ; nella foga della loro passione nulla vedono , e non pensano che i genitori hanno molta maggiore esperienza di loro . Mi ricordo d ' una giovinetta che disse : « Pare che i miei genitori dimentichino che io voglio maritarmi per me e non per essi . Perché rifiutarmi l ' uomo che io amo e designarmene un altro che mi è indifferente e che ben presto mi tornerà odioso ? » Se questi giovani potessero in queste occasioni riflettere , vedrebbero che queste determinazioni sono state prese dopo le più minute informazioni e ricerche , circa al futuro sposo o sposa alla sua famiglia , al suo carattere , alla sua condotta . Vorreste voi che un padre e una madre avessero d ' abbandonare la loro creatura allevata con tanti sacrifici sulla via della virtù a un giovine dedito ai piaceri più vergognosi e illeciti , a un giovane che invece di essere il sostegno della sposa , fosse il suo carnefice ? Oh ! no ... farete bene a rifiutare la domanda d ' un simile soggetto che farebbe infelice la vostra prole diletta . È dovere sacrosanto de ' genitori di vegliare sui figli loro , di consigliarli , di guidarli sul lubrico sentiero della vita . Essi non hanno esperienza , la loro mente è piena di poesia , vedono tutto color di rosa ; perché sono i primi passi che fanno nel mondo , perché sono desiderosi di tutto vedere , di tutto gustare . E voi giovani , pur troppo sempre presuntuosi , ascoltate i vostri genitori ; se voi avete lo studio , essi hanno la conoscenza pratica della vita , e sempre potranno giovarvi i loro saggi consigli ; i loro precetti potranno togliervi dal precipizio che si apre sotto ai vostri piedi . Se ora vi sembrano irragionevoli e severi li benedirete in seguito quando la vita vi sarà nota colle sue disillusioni , coi suoi disinganni . Voi non potete sapere dove può condurvi un amore pernicioso . Non disperate se il primo amore sarà infelice ; un altro meno poetico , più ragionato del primo formerà la gioia della vostra vita futura . Anzi vi persuaderò con un esempio . Come chiodo scaccia chiodo , così amore scaccia amore . RACCONTO . Quando l ' amore si fa sentire nell ' animo del giovane , palpita il primo suono ardente di esso e tutto il suo essere ne è invaso . È la vista d ' una graziosa giovanetta degli occhi neri ed espressivi che gli ha messo nell ' animo questo fuoco sino allora sconosciuto . Egli allora abbandona i giuochi , i trastulli di bambino , fugge i compagni , cerca solo i luoghi poetici e nascosti per poter sognare di lei , per lasciar libero corso all ' immaginazione sua . E lo assale una dolce melanconia che in certi momenti lo annichilisce , è l ' estasi d ' amore che lo assale e gli fa trascorrere istanti dolci e felici . A questo grado di amore giungeva quello d ' Emilio e la sua bella se n ' era accorta e il contraccambiava di pari affetto vero e sincero . I colloqui si succedevano , ed in uno di questi Emilio afferrata la mano di Lei , che dolcemente gli abbandonò , gl ' impresse un bacio ardente , un bacio che svelava la sua interna e violenta passione . Quel bacio fece sussultare ambedue , e fece battere i loro cuori d ' uno stesso palpito violento e pieno di amore . Emilo ed Aspasia erano felici ; le dichiarazioni d ' un amore eterno , che si sarebbe seppellito con essi nella tomba , si succederono . I baci non erano più sulla bella manina , ma sulle rosee guancie animate dal fuoco d ' amore . Essi erano troppo contenti , una sventura pareva imminente . E la sventura pur troppo amareggiò il loro amore . Emilio fu condotto da suo padre a Parigi per ivi continuare i suoi studi . L ' ultimo convegno d ' addio fu pieno di giuramenti d ' un amore costante e fedele . Le lettere si succedettero senza alcuna interruzione nei primi sei mesi , ed erano ardenti come il loro cuore . Ma dopo questo tempo Emilio , corrotto dalle seduzioni della tremenda capitale , si sentì meno innamorato , le sue lettere diminuirono finchè cessarono del tutto . Egli attirato da alcuni suoi cattivi amici aveva dimenticata la sua gentile Aspasia per slanciarsi anima e corpo nei balli e nei festini . La povera amica dimenticata si struggeva come una candela ; un malore inqualificabile s ' impadronì di lei , e senza i conforti e i saggi consigli d ' una sua amica sincera , sarebbe forz ' anche morta di crepacuore . Ma convinta e fatta forte dalla rassegnazione , divenne ancora la bella donzella seducente di prima . E siccome le rose non appassiscono mai sullo stelo , trovò subito chi davvero l ' amò d ' un amore meno ardente e focoso ma più costante e reale . La giovanetta sulle prime non voleva aprire il suo cuore a nessuno , ma consigliata dall ' amica sua lasciò che questo amore benefico cancellasse i dolorosi avanzi del primo così sfortunato . E ciò serva a dimostrare come il primo amore rare volte finisce col matrimonio essendo troppo ardente e focoso . CAPITOLO IV . Conseguenze d ' una cattiva scelta . RACCONTO . Eugenia B ... , figlia di ricchi genitori che avevano pensato a ritirarsi dagli affari per godere nella vecchiaia i discreti frutti del loro assiduo lavoro giovanile , era una graziosa fanciulla sui 18 anni . Fra i molti adoratori , un giovane per nome Horimonte aveva saputo far breccia nel suo cuore e farsi amare . Era un giovanotto di belle apparenze , quantunque nascondesse sotto la sua ricercata eleganza e compitezza un cuore cattivo e un animo perverso . Tuttavia tanto seppe fare e dire che entrò anche nelle grazie dei genitori , i quali illusi e privi d ' ogni informazione sul suo conto , lo tenevano caro e vedevano di buon occhio l ' amore dei due giovani . Horimonte era pieno di attenzioni per la sua giovane sposa che in certo modo amava , ma d ' un amore vivo e volubile quanto il suo carattere ; cercando di nascondere i suoi difetti egli non faceva pompa che delle sue buone qualità che si sforzava di far credere che avesse . Finalmente tutti completamente illusi acconsentirono al matrimonio e giunse il giorno nel quale uniti per sempre a braccio uno dell ' altro esciti dalla chiesa si avviavano verso casa . La folla che era accorsa numerosa applaudiva a questa unione , e i giovani e le fanciulle da marito si comunicavano tra loro la propria ammirazione . Molti anzi invidiavano questa coppia che tutti chiamavano felice . E così fu nei primi cinque o sei mesi di matrimonio . Il marito mai non lasciava sola la sua cara Eugenia e le prodigava mille cure e mille attenzioni . Ma la luna di miele , ahimè ! troppo presto passò e una completa rivoluzione si palesò nelle abitudini di Horimonte . Un giorno tra gli altri marito e moglie ebbero un grave diverbio che fece accorrere la fantesca , la quale non potendo aprire l ' uscio , essendo questo chiuso al di dentro , stette ad origliare e tutto comprese . Di maniera che dopo potè essere in grado di consolare la sua povera padrona , alla quale voleva molto bene . Questa la pregò di tacere quanto aveva udito . Essa lo promise ; ma il giorno dopo tutto il quartiere seppe che il giovane sposo tradiva la moglie e l ' abbandonava per correr dietro alle crestaie ed alle donne di mondo , per le quali spendeva e spandeva con una eccessiva prodigalità . E pur troppo era vero . Horimonte dotato d ' un ricco temperamento sanguigno , aveva bisogno d ' uno sfogo , e , diceva egli , doveva cangiare amore e piaceri per sopportare passabilmente la vita . Aveva speso il resto di quel patrimonio che gli era restato , e per pagare gl ' innumerevoli debiti aveva già intaccata la dote della moglie . Povera Eugenia , ben altre sciagure le sovrastavano ! ... Tuttavia dopo qualche tempo dacchè conduceva questa vita scapestrata sembrò si cangiasse , e ritornò infatti ad essere il marito affettuoso ed obbediente dei primi mesi . La moglie credula e resa cieca dall ' amore , credette a una conversione e dimenticò le sventure trascorse . Poveretta ! Questa non era che un ' infame commedia . Horimondo aveva bisogno di una di lei firma per poter vendere una casa che formava parte della dote di lei . Infine dopo una settimana di costanza e di scioccherie infinite , il marito , esposto il suo progetto , rimase tutto sconcertato perché la moglie invece di accondiscendere subito , come aveva sperato , disse che abbisognava anche il consenso di suo padre . Horimonte , preso dall ' ira per vedere il suo progetto sfumato , con una voce aspra e brutale soggiunse : « Ah ! sono queste le proteste d ' amore ? Indegna , le vostre parole furono sempre una vile menzogna . Se il mio onore e la mia vita fossero in pericolo , voi non fareste il minimo sacrificio per salvarlo . » Una lagrima spuntò sulle ciglia di Eugenia ; voleva parlare , ma il pianto le faceva nodo alla gola . Il vile , vedendola intenerirsi , non pose tempo in mezzo , e disse estraendosi da tasca una rivoltella : « Signora , scegliete : o firmate o mi uccido ai vostri piedi . » La misera moglie , impietosita , fattasi forte , prese la penna , e già stava per mettere il suo nome , quando , vedendo la faccia inferocita del marito , fu presa da un tremito convulso , e la penna le cascò di mano . Il marito , male interpretando tale atto , fu acciecato dallo sdegno , e gridò : « Ah ! voi volete il mio disonore ! .... Ebbene non avrete questa soddisfazione . Voi non mi vedrete più . » E si slanciò verso l ' uscio . Eugenia l ' afferrò , e voleva trattenerlo , ma egli con una spinta brutale la fece rotolare sul pavimento e fuggì . Disgraziatamente , battendo del capo contro uno spigolo , si fece una larga ferita ; alla vista del sangue mandò un debole grido e svenne . Quando ritornò in sè era debolissima . Per fortuna un grumo di sangue aveva arrestato l ' emorragia . Pure ebbe la forza di alzarsi , di lavare il pavimento , di pulirsi i capelli e il viso per nascondere la brutalità di suo marito . Aveva appena finito quando entrò suo padre , che tutto accorato le domandò se era successo qualcosa di grave avendo veduto Horimonte tutto stralunato ed agitato . « Nulla padre mio . » Ma un secondo svenimento sconfessò la risposta . La ferita si riaperse , ed il sangue usci di nuovo . La fantesca corse pel medico , e dieci minuti dopo entrò con esso . Dopo aver fatto rinvenire Eugenia medicò la ferita , ed assicurò il padre sulla poca gravezza di questa , dicendo che dopo un po ' di giorni sarebbe stata completamente rimarginata . Andato che fu il medico , il padre volle sapere la causa di quella ferita . Ella cercò di scusarsi dicendo che era caduta accidentalmente ; ma il buon genitore , che già sospettava di qualche cosa , insistè cosi amorevolmente che Eugenia tutto gli confessò . Il padre la lodò della sua rassegnazione e ringraziò Iddio di avergli concesso una figlia sì buona , dotata di un carattere così generoso , poscia soggiunse : « Fin troppo , figlia mia , hai sopportato i legami di quell ' uomo brutale ; ora questi saranno rotti per sempre , e tu vivrai ancora in grembo alla tua famiglia come quando eri zitella . » E infatti il giorno istesso lasciò questa casa testimone di sì acerbi dolori e visse tranquilla vicina ai suoi genitori . Quel po ' d ' affetto che ancora restavale dell ' immenso amore di quello sciagurato ben presto sfumò , e subentrò l ' indignazione , ed ebbe la forza , acconsentendo alle preghiere del padre , di domandare una legittima separazione . Dopo tre mesi però , dacchè Horimonte era fuggito , ella ricevette una lettera da lui scritta , nella quale egli domandava mille perdoni alla moglie , e la supplicava di riceverlo ancora sotto il tetto coniugale . Inutile dire che questa domanda fu lasciata senza risposta . Egli fu così vile da scriverne un ' altra alla quale rispose il padre d ' Eugenia in questi termini : « I legami che esistevano un tempo tra mia figlia e voi sono oramai rotti per sempre . Noi ne abbiamo fatto il solenne giuramento . Tra poco la legge pronuncierà il suo voto . La vostra brutale e codarda condotta ci ha spinti a questo passo . Non cercate di rivederci . Per noi non dovete esistere sulla terra . Questa lettera laconica , e pur tanto espressiva , esaspirò il nostro bellimbusto . Mai non avrebbe pensato che sua moglie così timida avesse avuta tanta forza d ' energia . Invano scrisse ancora , intromise terze persone ; padre e figlia furono irremovibili . Allora disperato , vedendo che nulla poteva ottenere colle buone , bestemmiò , imprecò e giunse persino a scrivere una lettera piena di minaccie ad Eugenia . Ma questo atto gli costò caro , perché un agente di polizia s ' incaricò di portargli la risposta , e fu una risposta amara amara . Dovette umiliarsi a chiedere perdono all ' agente , dichiarando di conoscere la sua mancanza e di andare tanto lontano di maniera che i signori D .... più non udissero parlare di lui . Ed infatti quel codardo non solo abbandonò la città ma esule volontario andò a finire tra la rabbia ed il dolore i suoi giorni in estraneo paese . Eccovi , o genitori e giovanette , un esempio atroce , ma pur veritiero dei danni che avvengono per una scelta fatta con troppa leggierezza o per capriccio . CAPITOLO V . PARTE PRIMA . Il matrimonio ed suoi piaceri . Il matrimonio dovrebbe essere l ' unione di due cuori , di due anime che si comprendono a vicenda , che a vicenda si amano . Dovrebbe essere l ' unione di due esseri di sesso diverso che si propongono di condividere le gioie ed i dolori della vita . Il fine del matrimonio è di perpetuare legittimamente l ' umana specie . Due esseri che si amano desiderano adrentemente quest ' unione che per sempre li congiunge con una catena dorata , che assimila le loro inclinazioni , le simpatie loro e la loro moralità . E infatti , come è sufficientemente dimostrato nel precedente racconto , questa dote è indispensabile per rendere un matrimonio felice . Tanto le gioie quanto i dolori poi li uniscono ancora più strettamente , perché accrescono la simpatia e la stima reciproca . L ' amore ardente che li univa d ' amanti a poco a poco s ' acquieta , si calma , dando luogo ad un affetto profondo che raramente si può svellere dal cuore . Difficilmente i matrimoni d ' onore riescono a bene , ed anche il proverbio « chi per onor si piglia per rabbia si scapiglia » conferma quest ' asserzione . Come sono felici coloro che legati dai vincoli della stima , dell ' affezione e della devozione trascorrono la vita loro tranquilli , col cuore pieno di gioia e di tenerezza ! Come lesti trascorrono i giorni loro ! Come arride loro il sereno avvenire . E la loro contentezza s ' accresce quando il primo frutto d ' amore rende ambiziosa e fiera la sposa che può sentirsi chiamata col dolce nome di madre . Le cure dei coniugi allora sono rivolte al figlio loro perché possa crescere dietro il loro esempio buono e virtuoso , e benedica quando sarà adulto chi gli diede la vita fisica e morale ! PARTE SECONDA . Piaceri dell ' amore materno e paterno . Quando la donna è resa madre , i suoi pensieri , le sue più tenere cure , le sue più dolci affezioni sono riservate per la sua creaturina . È istinto di amarle profondamente affinchè possano crescere forti e robuste . E l ' amore e tanto più intenso verso il bambino quanto più grande è l ' affetto che porta al marito . Osservate con quanta gioia quella affettuosa madre accarezza il suo fanciullino , con quanta gioia lo bacia prodigandogli le più affettuose cure . Essa si assoggetta per lui a fatiche , a veglie , a inquietudine con costanza e quasi con gioia , per avere un sorriso , un bacio del suo angioletto . Come scrive Giusti nella sua poesia : « In ogni pena , un nuovo affetto impara . » Essa condivide le piccole afflizioni del bimbo , e gioisce de ' suoi giuochi infantili . Cerca di indovinare i suoi minimi bisogni , i suoi piccoli desideri per soddisfarli affine di vedere il viso del suo figliuolino raggiante di gioia . E non meno profondo , quantunque diverso , è l ' amore del padre . Anche esso è dominato da questo istinto lodevolissimo che lo attacca sempre più alle gioie della famiglia . Solo gli uomini abruttiti dal vizio mancano di questo sentimento naturale , rendendosi così di lunga inferiore alla belva la più feroce . Se il padre non presta ai bimbi suoi quelle amorose cure che sono proprio delle madri , egli però cerca col suo indefesso lavoro di formarsi uno stato sempre migliore del presente per poter dare alle sue creature quell ' educazione di cui tanto abbisogna un giovane . E quando stanco del lavoro giornaliero si reca a casa , con quanta gioia vede venirsi incontro i suoi demonietti vispi e allegri , e gettarsi fra le sue braccia e baciarlo e chiamarlo col tenero nome di papà . Non è questa per un uomo di delicati sentimenti una delle più dolci soddisfazioni ? Ma il suo amore s ' accresce quando i fanciulli si fanno più grandicelli , quando cominciano a parlare , a comprendere . Con quanta pazienza esso allora cerca d ' istruirli e risponde loro alle più piccole domande ! ... E fatti giovani , allora i coniugi ripongono in loro le loro più lusinghiere speranze , perché allora possono raccogliere il frutto dei loro sacrifizi , del loro amore ! CAPITOLO VI . PARTE PRIMA . Della procreazione . Norme igieniche . Coloro che amano di godere sempre una buona salute e quei conjugi che desiderano avere una bella e maschia prole devono procurarsi e leggere attentamente l ' Hygiène du Mariage , perché per la salute dei frutti e per quella degli stessi procreatori non è indifferente di librarsi ai piaceri voluttuosi di amore in tutti i luoghi , tempi e circostanze . Noi accenneremo le norme elementari . Intanto le epoche migliori per la fecondazione sono la primavera e l ' autunno . Migliore poi è la primavera , perché quella dolce aura profumata che spira accarezzando i primi fiori , i verdi ramoscelli , quel tiepido sole che ci rallegra , la natura che ci risveglia , tutto insomma ci invita a gustare delle dolci ebbrezze di amore . I fisiologi , in base a molte osservazioni prese , sostengono che gli individui concepiti durante i rigori invernali , o durante i cocenti calori d ' estate , crescono deboli , gracili , e sono difficilmente educabili . Gli animali invece non hanno che una sola epoca dell ' anno per procreare ; ma sebbene l ' uomo possa far ciò in tutte le stagioni , deve osservare le predette norme , e prova della verità di questi citerò il seguente RACCONTO [ 1 ] « I coniugi di Lor ... , dotati d ' una buona costituzione fisica , d ' una salute floridissima e senza alcun vizio ereditario , dopo 10 anni di matrimonio , non avevano potuto conservarsi un sol figlio dei sei che avevano avuto , perché , quantunque il parto fosse regolare , essi non campavano che due o tre mesi stante la loro gracilità . « I medici riuniti a consulto credettero che il male fosse durante la gestazione , perciò ordinarono un regime particolare di vita alla signora quando si sentì di nuovo madre . Il parto ebbe luogo felicemente , ma il bambino ebbe la stessa sorte dei fratelli . « I signori di Lor ... , esasperati , decisero di non aver più prole . Ma il caso volle che al sig . Lor ... capitasse nelle mani l ' Hygiène du Mariage . La lesse attentamente , la comunicò anche alla moglie , e decisero di seguire tutte quelle auree norme e quei precetti per una nuova procreazione , giacchè in loro il desiderio d ' avere un figlio era vivissimo . « Il 15 gennaio infatti la signora Lor .... .. partorì un grazioso bambino che prometteva di campare visto la sua robustezza . La madre medesima lo alattò , ed ebbe la consolazione di vederselo crescere dinanzi sano e vispo come un pesce . Ne ringraziò di ciò Iddio che le aveva fatto capitare fra le mani il suddetto libro . » Ed ora due paroline di ossarvazione : Perché quest ' ultimo bimbo sopravisse e gli altri morirono ? Basterà per risposta far osservare che i parti della signora Lor .... avvenivano sempre nei mesi di marzo , aprile , agosto o settembre , il che vuoi dire che la fecondazione avveniva nei mesi di luglio , agosto , dicembre e gennaio , i mesi più sfavorevoli ad una sana procreazione . [ 1 ] Estratto dagli annali fatti rari . PARTE SECONDA . Pericoli che s ' incontrano abbandonandosi ai piaceri dell ' amore . I piaceri dell ' amore sono cause che producono una intensa scossa del sistema nervoso . Questa scossa è talmente forte che ha prodotto perfino la morte ; essa chiamasi anche spasimo venereo . È evidente dunque , ed anche la scienza ce lo insegna , che pur gustandoli moderatamente bisogna che noi ci troviamo in uno stato di calma fisica e morale , e che tutti i nostri organi sieno in riposo . Norme elementari . Il coito non si dovrà effettuare quando noi avessimo ammalato un organo qualunque , perché il male si aggraverebbe . Quando si è mangiato e bevuto copiosamente , perché , arrestando la digestione , sarebbe causa d ' una gastrite fortissima o peggio . Quando si hanno appena finiti lavori intellettuali o fisici che richiedono fatica , o quando si ha corso , saltato , camminato , ecc . perché il nostro fisico ha bisogno di riposo ; l ' atto sessuale non farebbe che prostrarlo maggiormente . Quando si è stato poco prima in preda a un eccesso d ' ira , di dolore , di spavento , o si è provato una forte emozione , perché il male non solo si propagherebbe a voi , ma anche alla prole vostra . Quando poi si gustano questi piaceri non si deve mai oltrepassare i limiti prescritti dalla natura , perché il nostro fisico ne risentirebbe ; dopo ci abbisogna un assoluto riposo , perché mettendo in moto subito dopo i nostri muscoli , s ' incorrerebbe in abbattimenti . Bisogna altresì evitare durante il coito le posizioni anormali od incomode ; il luogo , l ' occasione , la paura d ' essere scoperti durante questo atto sono sempre nocevoli . Sono malori che non si sentiranno direttamente , e da giovani si considerano questi avvertimenti come superflue pedanterie , ma ben se ne pente quando vecchi si è aggravati da tutti quei piccoli acciacchi e malori che sono l ' effetto degli eccessi giovanili . Quegl ' individui che sempre vivono sotto la influenza genitale perdono a poco a poco ogni intelligenza . Non sono più capaci di pensare , nè di agire , e si rendono uguali ai bruti dominati sempre dal pensiero di soddisfare i loro brutali desideri . E questi eccessi venerei , dei quali prego i giovani di sempre astenersi , producono gravi malanni e forse anche la morte . Questo fatto convincerà gli increduli . . RACCONTO . Massimo Dub ... , figlio di ricchi genitori , era un bel giovane sui 24 anni circa , e studiava volonteroso alla Facoltà di Parigi , quando per somma sventura gli morì il padre . Passatogli il primo dolore , e trovandosi padrone d ' un bel capitale , si recò di nuovo a Parigi , che aveva lasciato per recarsi in famiglia . Gli amici suoi , sapendolo ricco , si attaccarono maggiormente a lui , ed approfittavano dell ' inclinazione di Massimo ai piaceri per godere alle sue spalle . Da principio erano festini , gite in campagna , pranzi in compagnia di donne prive del pudore . Vennero in seguito le serate , le orgie , alle quali Massimo invitava tutti i suoi compagni libertini e le loro mantenute . Il nostro povero giovane che camminava diritto al precipizio era da tutti adulato , tutti lo riguardavano come il campione della festa , ed egli pur troppo non ismentiva questa asserzione . Ma il patrimonio intanto scemava , e la salute gli si era alterata . A 25 anni , in seguito agli strapazzi ed agli eccessi dei piaceri d ' amore , pareva già vecchio . Le sue forze erano esauste , il suo volto era pallido e macilento , gli occhi senza vita , come coperti di un fitto velo ; una completa calvizie denotava una precoce caducità . Ben se ne avvide Massimo , se ne avvilì , ed ebbe abbastanza intelligenza per comprendere che la sua vita sarebbe oramai perduta . Per cui decise di finirla in mezzo ai più folli piaceri . E così fu .... Pochi giorni dopo diede una festa sontuosa , alla quale invitò tanti amici e prostitute quanti ne poteva capire la sala . Questa era tutta messa a nuovo , tutta dorata ed illuminata da mille candele . I fiori più rari esalavano un odore delicato e soave , tutto invitava all ' orgia . Il banchetto incominciò . Lascio al signor lettore immaginarne la descrizione , che mi ripugna il farla . Fu un vero inferno : uomini e donne , assaporati i cibi più succosi ed irritanti , e accesi da vini ed a liquori alcoolici , si abbandonarono , ebbri , ai più ributtanti piaceri , e al pari dei bruti , quando le loro forze furono esauste , s ' addormentarono sul pavimento , gli uni addosso agli altri , seminudi e nelle posizioni più schifose . Era una scena ributtante . Quando il sole era già alto sull ' orizzonte , parecchi ancora stravolti si alzarono , ed a vicenda svegliaronsi . Cercarono Massimo , lo videro , lo scossero , lo chiamarono ripetutamente ! .... Invano .... Massimo Dub .... abbracciato strettamente ad una giovane donna , era freddo cadavere ! CAPITOLO VII . Mali derivanti dai piaceri solitari . PARTE PRIMA . I piaceri solitari sono fra i vizi i più degradanti e i più dannosi , perché non solo sono funesti al fisico , ma anche al morale , e le facoltà intellettuali si impiccioliscono sempre più . Se noi dunque parliamo di questi vergognosi vizi , gli è per mostrarne i pericoli , gli è per poter arrestare quei giovani che vi si abbandonano , e che corrono indubbiamente su quella via sdrucciolevole che li conduce al precipizio . Pur troppo entrambi i sessi hanno esempio di infelici che furono trascinati ad una mala fine per questa degradante abitudine . I caratteri principali dai quali si potrà conoscere l ' infelice dedito ai piaceri solitari sono : Affievolimento della intelligenza , perdita della memoria , timidità eccessiva , pusillanimità , pigrizia , stupidità ed alle volte follia . Si conoscono dal fisico per : Persistente pallidezza , magrezza , indebolimento di forze , tremito nervoso , alito fetente , in seguito sordità , tisi , consunzione e forse anche la morte . Questa deplorevole passione però è più frequente fra le ragazze , perché , dicono i medici , maggiore è il loro sistema genitale , e perché , facendo una vita sedentaria , non possono essere distratte da brutti pensieri quanto un giovane . Noi traccieremo qui un quadro dei mali che derivano da questa tremenda passione . Questi mali nelle donne sono diretti o simpatici . Diretti se colpiscono direttamente il sistema genitale , simpatici se colpiscono organi meno o più lontani . Diretti . Distruzione della verginità . Dilatazione del canale vulvo - uterino . Rilassamento della mucosa che copre quelle parti , donde hanno luogo i fiori bianchi meno o più abbondanti e fetidi . Irritazione e indebolimento dell ' utero , da cui l ' interruzione della mestruazione . Emorragie uterine . Vapori isterici . Rilassamento del canale della vescica , da cui l ' incontinenza di urina . Sterilità . Perdite abbondanti che alterano la salute , distruggono le forze , conducendo al marasmo e fors ' anche alla morte . Simpatici . Ammollimento delle mammelle . Indebolimento delle forze digestive , indigestioni , vomiti , gastriche croniche . Irritazione cronica dei polmoni , catarri , asma , tisi . Indebolimento del cervello e del sistema nervoso . Degradazione intellettuale . Tristezza , noia , disgusto per la società . Stupida indifferenza . Aspetto d ' idiota . Perdita della memoria . Difficoltà di pensare , ecc . Debolezza muscolare . Pigrizia , affievolimento generale . Magrezza del corpo intero . Pelle floscia , pallidezza , orbite profonde , occhi senza vita . Finalmente atonia completa , sonnolenza , morte . Ecco le terribili conseguenze che derivano da questo detestabile vizio . Voi giovinette osservate di quali mali sia causa la masturbazione , e pensate che se non vi arrestate , vi piomberanno tutti addosso conducendovi ad una certa e misera fine . Voi che dovreste essere corteggiate ed adorate , voi che dovreste ispirare la poesia , l ' amore , sarete da tutti fuggite , da tutti disprezzate . I vostri lineamenti gentili si altereranno , la vostra giovanile freschezza scomparirà per dar luogo a rughe precoci , il vostro colorito roseo darà luogo a una pallidezza livida . Oh ! no , no fuggite questo vizio così abbominevole e funesto ! Non seguendo i miei consigli , invece di una gioventù brillante , d ' un vicino matrimonio sereno e ridente , che vi farà gustare tutti gli ineffabili piaceri di sposa e di madre , non troverete sul vostro cammino che compianto , tristezza ed abbandono . Spero che questa lettura vi sarà di giovamento , e se il vizio non è già radicato in voi , potrete svellerlo con forza d ' animo e di volontà , e allontanare tutti quei mali che da questo derivano mediante alcune cure ragionate , un ' alimentazione particolare , distrazioni , viaggi , esercizi fisici , ecc . Allora soltanto potrete vivere di un ' altra vita , e diverrete ancora vispe , allegre e amate da tutti . E ciò che dissi per le giovinette , fra le quali però questo vizio si osserva maggiormente , lo dico a voi giovani che foste d ' animo sì basso per abbadonarvi ai pieceri solitari . Non vedete i mali che ne provengono , non vedete come voi perdete in gaiezza , in salute , in intelligenza ? Fino a che questo vizio vi dominerà , voi non potrete concepire nulla di nobile , nulla di grande ; i vostri studi saranno per voi ardui , perché svanita sarà la memoria , rimarrete ignoranti , e sarete spregiati da chi conosce l ' abitudine vostra . Oh ! no , miei cari giovani , sradicate con ogni sforzo questo vizio riprovato dalla natura e dalla società ; ritornate coi vostri amici , fate parte dei loro giuochi chiassosi , dei loro divertimenti ! Non sentite vergogna di voi medesimi ? dunque rialzate orgogliosi la testa , dimenticate i giorni vergognosi trascorsi , ridiventate giovani onorati e forti , pensate che avete parenti , amici e sopratutto una patria . PARTE SECONDA . Mezzi per impedire i piaceri solitari . Quando i genitori o coloro presso i quali vive il fanciullo abbiano acquistato la certezza che il giovinetto è dedito a questo detestabile vizio dovranno porre in opera tutti i mezzi per impedirlo . Dovranno però usare prudenza e dolcezza perché la violenza ed i castighi irriterebbero solamente il soggetto . I mezzi da impiegarsi sono fisici o morali . I mezzi morali , però , sono quelli che meglio riescono , perché scuotendo l ' immaginazione , destano un sentimento di timore e risvegliano l ' amor proprio . Si cercherà , per esempio , di far comprendere al giovane come tutti possono accorgersi delle sue abitudini , perché gli traspare dal viso , e che invece di compiangerlo , lo disprezzeranno e mostrandolo a dito , lo lascieranno solo , temendo che esso guasti i compagni che gli sono vicini . Se giungete a fare arrossire di vergogna il fanciullo o la fanciulla siete sicuri che questi faranno il loro possibile per cambiarsi . Un altro mezzo da usarsi colle giovinette , è di suscitare la loro ambizione , ripetendo loro sovente che erano belle , fresche , avvenenti , e che gli adoratori cominciavano a ronzare loro d ' attorno , invece che ora sono brutte , pallide , macilenti , e che in luogo di farle segno di mille gentilezze come le sono le giovinette loro pari , sono fuggite e guardate con disprezzo . Se l ' ambizione comincia a far capolino , se si persuadono che un giorno potranno eclissare in bellezza le loro orgogliose compagne , allora siete sicuri che esse saranno istantaneamente guarite da questo vizio . Bisogna allontanare dai giovanetti le occasioni che possono trascinarli , come la lettura di romanzi , la vista di pitture o di incisioni indecenti , i teatri dove si danno produzioni immorali o leggiere , e tutto ciò che può accendere l ' immaginazione loro . Le giovinette che raggiunsero la pubertà sono dotate di una impressionabilità squisita , e risentono più vivamente dei giovani lo stimolo d ' amore . Se la giovinetta che manifesta l ' inclinazione per l ' altro sesso è nubile è un sacro dovere dei genitori di maritarla . Se non lo è bisogna che questi raddoppino l ' attenzione perché è facile che si dia al piacere solitario . I mezzi eccellenti per arrrestarlo sono le gite , le partite di piaceri , i viaggi , le passeggiate , ecc . PARTE TERZA . Mezzi per curare gli effetti dei piaceri solitari . Alimentazione e distrazioni : a ) Nutrimento dolce e corroborante da cui saranno escluse le carni scure , i pesci di carne rossa , il caffè , il vino , le vivande ventose , le droghe , gli zuccherini , ecc . ; b ) Fare una leggiera cena di frutti rinfrescanti prima ai coricarsi ; c ) Vietare gli alimenti indigesti e le bevande eccitanti ; d ) Fare uso di cioccolatte di buona qualità , che è un alimento eccellente e di facile digestione . Accennerò il cioccolatte fabbricato dalla Compagnia coloniale , che è preparato con zuccaro e cacao di prima qualità ; e ) Si procurerà di far fare un leggiero esercizio fisico dopo il pasto ; f ) Ogni quindici o venti giorni si dovrà accordare al soggetto il piacere d ' un pranzo o d ' una colazione in campagna , quando il tempo lo permette , oppure in un albergo , perché la distrazione e il cambiamento di cibi sono efficacissimi , e producono ottimi effetti . Raccomandazioni diverse : a ) Si cerchi di stancare il giovane con esercizi muscolari faticosi prima di lasciarlo coricare ; b ) Si procuri che il suo letto sia abbastanza duro e poco carico di coperte ; c ) Si faccia alzare appena svegliato ; d ) Gli si dieno vesti leggiere piuttosto ampie e non mai troppo calde ; e ) Non si lasci scaldare al sole o al fuoco ; f ) Non si permetta l ' uso dello scaldino alle giovanette ; g ) Si allontani finalmente qualunque causa morale o fisica che ecciti le loro funeste tendenze . Consiglio ai genitori . Si cerchi di correggere il fanciullo sino da bambino , perché allora , come la pianticella , più facilmente si sradicheranno dall ' animo loro le cattive abitudini . Che le correzioni sieno dolci e prudenti , e che si cerchi di sfavorire lo sviluppo delle buone qualità , l ' amore al lavoro , all ' operosità , alle occupazioni attive , che sono la salvaguardia dell ' innocenza e la conservazione della salute . CAPITOLO VIII . Della donna e dei piaceri che offre . La donna , secondo gli artisti , è un complesso grazioso ed armonioso di linee delicate e di soavi contorni ; è l ' essere il più perfetto che abbia prodotto Natura . Essa giganteggia sopra tutte le altre creazioni ; è intelligente quanto l ' uomo , lo supera per le doti morali . La donna è indispensabile per l ' uomo , e senza lei , infatti , non vi sarebbe nè amore , nè famiglia , quindi nessun piacere puro e soave . Oh ! sì , l ' uomo deve rispettare e amare la donna che si sacrifica a lui , che prodiga le più affettuose cure ai frutti del suo amore , che condivide i suoi dolori e le sue gioie . Dovrà esserle immensamente grato , perché essa è un inestimabile tesoro di modestia , di grazia , di amabilità , di devozione , di amore . E quanto più l ' uomo la ama e la rispetta , tanto più essa gli si affeziona , e gli è devota , e maggiori e ineffabili saranno i piaceri che essa gli apporterà , e di tutto farà per rendere felice l ' uomo che le dimostra un vero e sincero amore . Morali e fisici sono i piaceri che ci procura la donna . I fisici derivano dalla sua bellezza , dalle sue attrattive che soddisfano gli occhi nostri . I morali derivano dalle doti che essa possiede , dalla grazia , dal suo spirito , dalla dolcezza del suo carattere , ecc . La donna può impressionare tutti i sensi nostri , ma principalmente quelli dell ' udito , della vista e del tatto . Quantunque il senso dell ' udito ci procuri minori sensazioni che quello della vista pure gli armoniosi suoni d ' una voce graziosa di donna ci scendono sempre dolci al cuore . Non si prova forse una squisita sensazione quando la donna amata ci parla , quando arrossendo ci confessa il suo amore ? .... Allora tutti i sensi sono come soggiogati da una ebbrezza deliziosa , non si desidera che di sentire ancora la sua voce melodiosa e soave . E il senso dell ' udito non resta dolcemente impressionato quando una voce di donna canta una bella romanza e quando le diverse modulazioni e colore delle sue note esprimono i diversi sentimenti dell ' animo suo ? Il timbro della voce d ' una donna è generalmente puro e dolce , ed accarezzando il nostro orecchio , ci fa una impressione gradevolissima . Però si da il caso che molte giovinette anche belle abbiano una voce grossa e rozza , che fa perder loro i pregi e le attrattive fisiche esterne . Per cui è da raccomandarsi ai genitori di rettificare possibilmente la voce dei figli loro quando sono ancora bambini per mezzo di utili esercizi che troveranno nella nostra Hygiène de la voix . Il senso della vista ci procura le più dolci sensazioni . È infatti cogli occhi che si osservano le bellezze della donna , che si ammirano i contorni delle sue forme eleganti , che si seguono i suoi movimenti graziosi , che si scorge il suo incantevole sorriso ; cogli occhi infine che si apprezzano le mille attrattive delle quali Natura la regalò . Il senso del tatto è la sede dei piaceri fisici , inutile è il dimostrarlo . Infatti quale sensazione è più dolce di quella che si prova quando la gentile e morbida mano della donna amata ci accarezza , o quando questa ci bacia dimostrandoci l ' amor suo , la sua devozione ? Guai però a quegli individui che non hanno abbastanza forza per resistere alle voluttà dei piaceri fisici ! Questa funesta passione è causa di molti mali morali e materiali ; presto le loro forze si estenuano e se la morte non li colpisce , invecchiati precocemente conducono una vita misera e amareggiata dall ' infermità . CAPITOLO IX . Delle aberrazioni o traviamenti d ' amore . Tutte le passioni umane vanno soggette a dei traviamenti più o meno comuni , ma l ' amore offre delle aberrazioni singolarissime . Talvolta si manifesta con tale energia che inspira perfino paura . Talvolta si tiene celato fino ad una propizia occasione , e allora si manifesta pubblicamente . Generalmente l ' amore ha per iscopo il godimento fisico . Quando si trova rivestito della forma platonica si manifestano delle singolari aberrazioni , e allora la passione è portata alla frenesia , al delirio . Gl ' infelici che ne sono colpiti destano timore e devono essere rinchiusi in stabilimenti opportuni . I traviamenti venerei si manifestano sotto diverse specie , dall ' amore sensuale all ' irritazione genitale e all ' uteropatia . La prima , propria all ' uomo , comprende il priapismo e la satiriasi mali gravissimi che finiscono spesso colla morte . La seconda , propria alla donna , comprende l ' isterismo e l ' uteropatia , mali che però offrono speranza di guarigione . Fra questi mali gravissimi ve ne sono altri intermedi che sono perversioni dell ' apparecchio nervoso - sensorio . Vi sono anche , all ' incontro , parecchi individui d ' un eccessivo rigorismo per la maggior parte delle donne , e non comprendono la donna che in mezzo alle ricchezze , all ' eleganza , alle dovizie ; tutte le altre per loro sono sciupate e ripugnanti . Ben presto però la follia s ' impadronisce di essi . Esistono taluni anche ai quali piacciono le donne alte , altri le piccole , altri ancora o le grosse o le magre ; v ' è chi adora la donna dal colorito vivace , chi ama quella dal viso pallido , ecc . Vi sono individui pei quali i piaceri sensuali sono la loro principale occupazione , e cercano qualunque mezzo per soddisfarli , però sono frenati abbastanza per nascondere il loro vizio . Questa irritazione genitale soddisfatta conduce alla satiriasi . Si dica lo stesso delle donne che , soddisfando le loro brame sensuali , vanno incontro all ' isterismo e alla uteropatia . Questo sia d ' avviso a coloro che hanno un temperamento tendente all ' amore . Inoltre se lo spasimo venereo è prolungato oltre i limiti possono derivare infiniti mali , e pur troppo delle convulsioni mortali , e fors ' anche la morte fulminante . Questi piaceri poi , gustati troppo spesso , ci abbrutiscono , facendoci svanire le facoltà intellettuali e le forze fisiche , e rendendoci inutili a noi stessi e alla società . PARTE PRIMA . Satiriasi . Questa funesta affezione deriva dal temperamento con predominio genitale , dall ' impero dell ' istinto brutale sulla ragione , e dall ' irritazione morbosa del sistema nervoso , dell ' apparato generatore e del cervelletto . L ' individuo affetto da questa malattia soccombe indubitabilmente . Citeremo un esempio . Il giovanetto Amedeo R ... , dotato di un temperamento nervoso - sanguigno con predominio genitale , si era fin da fanciullo abbandonato ai piaceri solitari . Ma la sua forte costituzione e la sorveglianza dei genitori ne scongiurarono i tristi effetti . Uscito però dalla famiglia potè abbandonarsi anima e corpo ai piaceri d ' amore , bazzicando nelle case di tolleranza e dandosi in braccio a prostitute . Perfino la morte di suo padre non giunse a scuotere quest ' anima depravata . Lasciò la capitale per andare a raccogliere l ' eredità , e poi vi tornò sciupandovi più di prima patrimonio , salute e onore . Ben presto però , povero affatto e cacciato anche dalle donne perdute , cui incuteva spavento colle sue brutali passioni , si vide costretto per soddisfarle di girovagare pei luoghi deserti della capitale tra i ruderi e le rovine , dando l ' assalto alle donne che per malaventura vi passavano sole . Ma la polizia seppe subito arrestarlo , e lo trasse in prigione . Ma da qui fu trasportato all ' ospedale dei pazzi , e ivi legato con ferri , perché offrì i più violenti sintomi di furore genitale . Fu messo in una gabbia di ferro della quale mordeva le spranghe , e qui stette come un cane idrofobo per una settimana in preda a convulsioni tremende . Impossibile fare il ritratto di quest ' infelice ; più non era un uomo , aveva l ' aspetto d ' una belva arrabbiata , l ' espressione di Lucifero . Infine , dopo sette giorni in preda ad una tremenda ed atroce convulsione , spirò . Fu una scena orribile . Il guardiano stesso , assuefatto ed insensibile , non potè trattenere una lagrima ! PARTE SECONDA . Erotismo per soverchia continenza . Come gli eccessi in più sono dannosi alla salute , così lo sono anche gli eccessi in meno , perché distruggono l ' equilibrio che deve esistere fra le diverse funzioni . Infatti , essendo qualunque organo necessario alla macchina umana , se le funzioni di questo organo sono soppresse o ritardate , ne deriva un disquilibrio più o meno profondo . Il solo buon senso ci dimostra che sarebbe una follia il volere porre un limite alle leggi naturali . Quindi bisogna usare moderatamente delle cose della vita , ma non privarsene affatto . Gli esempi dei mali che provengono da una soverchia continenza sono raccolti negli annali della medicina , e non potendo qui esporli indirizziamo il lettore alla nostra Igiene del matrimonio . PARTE TERZA . Follia erotica . Abbiamo detto che la satiriasi , speciale all ' uomo , prende il nome di ninfomania quando s ' impadronisce della donna . I mali che ne provengono sono i medesimi e le cause sono le stesse , le cause predisponenti consistono nell ' avere un temperamento bilioso sanguigno , nel leggere o vedere cose oscene , e infine nell ' avere amici viziosi e dediti ai piaceri venerei . La ninfomania prende alle volte spaventevoli proporzioni , avendo la donna organi genitali molto sviluppati ; allora bisogna legare le infelici che ne sono affette , perché squarcierebbero tutti gli uomini che loro capitassero sotto mano . Per fortuna però questa forma di ninfomania è rara , e coloro che ne sono colpiti o guariscono per mezzo di una rivoluzione nel temperamento loro , o muoiono fra le convulsioni della febbre erotica . Vi sono però diverse gradazioni di ninfomania , ma il pudore e la vergogna fanno sì che le donne affette nascondino i loro trasporti nell ' ombra e nel mistero . Quando la ninfomania assale fortemente le donne , queste cadono in convulsioni alla vista di un uomo . Il viso loro è orribile a vedersi , perché tutti i muscoli si contraggono in un ironico sorriso , gli occhi scintillanti , la voce rauca ed acuta , le membra scricchiolanti denotano il loro spasimo e il loro dolore . PARTE QUARTA . Follia erotica intermittente . RACCONTO . Vive una giovane che all ' età di 23 anni offriva i più singolari contrasti di lubricità e di pudore . Ciascun mese essa era in preda alla crisi ninfomaniaca che durava cinque o sei giorni , e durante questo tempo sentiva un insaziabile desiderio dei piaceri venerei . Quando la crisi era passata si vergognava degli eccessi che aveva commessi , e camminava a testa bassa per paura che le si leggesse in viso il vergognoso difetto che la degradava . Impiegò tutti i mezzi sedativi ed antivenerei , ma invano . Due anni durò questo stato . Alla fine del secondo per fortuna ingravidossi ; dico per fortuna , perché da quest ' istante in poi le crisi erotiche più non si manifestarono . Diede alla luce una bella bambina . L ' amor materno soffocò qualunque altro sentimento . Essa vive ritiratissima , riponendo tutte le sue gioie , i suoi affetti , le sue speranze nella sua creaturina , che ama profondamente . Molte volte il triste ricordo dell ' obbrobrioso passato le si affacciava alla memoria , ma ella lo cacciava da sè , e ritraeva novello e vigoroso coraggio da un bacio della sua bambina . E questa donna vive ancora , quantunque sempre triste , cercando di espiare il passato con una vita esemplare e ritirata . Eccovi in breve le diverse affezioni erotiche che affliggono i due sessi . L ' unico consiglio che possa darvi si è quello di chiamare lo aiuto di un medico rinomato appena se ne sentano i sintomi . Un giorno che si ritardi potrebbe causare gravi crisi e forse anche la morte . PARTE QUINTA . Norme igieniche contro le aberrazioni dell ' amor fisico . Per preservarsi dalle malattie suaccennate , bisogna avere delle precauzioni e perseveranza . La prima norma è quella di allontanare da sè il predominio generale all ' irritazione prima che questa si dichiari negli organi genitali . I genitori devono avere cura della condotta e delle tendenze del figlio loro , dipendendo queste malattie dal temperamento del giovane . Se riconoscono l ' esistenza della predisposizione dovranno senza indugio consultare un medico . Le norme igieniche da osservarsi per combattere l ' irritazione genitale riguardano la alimentazione , e richiedono la ginnastica . Si sottoporrà il giovane ad un regime alimentare basato sopra lo stato della sua salute e delle sue forze . Se è d ' un temperamento robusto , gli si prescriveranno carni bianche , fecule , latticinii , erbaggi , sostanze povere di succhi nutritivi ; gli si proibiranno le bibite eccitanti , dandogli invece quelle che rinfrescano . Se invece è d ' un temperamento debole , gli si ordinerà il brodo di carne , l ' arrosto di bue , vitello , pollo , e specialmente dell ' eccellente cioccolatte , e per bevande le acque zuccherate , aromatizzate , le infusioni leggiermente toniche , per esempio la camomilla , il tiglio , l ' acqua di fior d ' arancio e simili . Si dovrà in seguito sottoporre il soggetto ad esercizi ginnastici , al ballo , all ' equitazione , al giuoco della palla , del bigliardo , ecc . , e qualunque altro esercizio o giuoco che richiegga uno sforzo muscolare , così si riporterà sul tronco quella forza che è in eccesso negli organi genitali . Se questi mezzi fossero vani , e le tendenze erotiche non diminuissero , si ricorrerà alle medicine ed agli altri mezzi sedativi ed antivenerei . I salassi , le bevande rinfrescanti e debilitanti abbattono l ' irritazione . Ma il regime alimentare trionfa su tutto . Noi abbiamo dimostrato questo ad evidenza nella nostra Hygiène alimentaire , e infatti coll ' alimentazione non solo si possono sradicare le malattie , ma perfino mutare la costituzione dello individuo . CAPITOLO X . Igiene dei piaceri venerei . PARTE PRIMA . I piaceri dell ' amore gustati con prudenza e moderazione servono come tutte le altre funzioni vitali a mantenere la nostra salute . Invece gli eccessi la sciupano , e sono causa di gravissime malattie . Quegli spensierati giovani che si abbandonano con trasporto alle snervanti voluttà d ' amore , e si vantano coi loro amici di poter più volte rinnovare la fatica d ' Ercole , non sanno che la loro spavalderia ed imprudenza attenterà alla loro salute , alle loro facoltà mentali e che prepara loro una vecchiezza precoce . Quando i primi desiderii si manifestano bene sarebbe d ' ammogliarsi . Ma da noi pur troppo non è così , perché si prende moglie quando si è già avanzati in età e quando si ha davanti la prospettiva d ' una bella dote . E pur troppo i desiderii , che già sono abbastanza forti , devono essere soddisfatti . Pur troppo , dico , perché per soddisfarli bisogna gettarsi in braccio alle donne pubbliche ! Giovani , siate per lo meno sobrii se dovete abbandonarvi a questi mezzi estremi ! Le prostitute sono a temersi , perché appartenendo esse a tutti gli uomini che le pagano , possono facilmente incalzarsi varie malattie sempre gravi , perché infettano il sangue , e fra le tante la più grave che è la sifilide . Guai a colui che ne è colpito , perché il virus non solo appesta l ' affetto senza speranza di guarigione , ma si trasmette anche alla prole innocente . Voi , giovani , pensate ai mali che vi possono danneggiare varcando la soglia di una casa di prostituzione , non dispregiate questi consigli , pensate che la vergogna ed il rimpianto succedono sempre alle ore dell ' orgia . Eccone un esempio . RACCONTO . Un giovane di 24 anni Alfonso Du ... , figlio d ' agiata famiglia , aveva abbracciato la carriera di commerciante . Primo commesso di una delle principali case della capitale , era ben veduto da tutti , perché amato e stimato da ' suoi superiori e da quelli a lui sottoposti . Da parecchi anni conviveva con una donna , ma l ' aveva circondata da tanto mistero che nessuno poteva immaginare questo fatto . Ma avuti dei dissensi con essa , erano già quattro giorni che più non la vedeva , quando una sera in compagnia di tristi amici varcò la soglia di un postribolo . Mai non l ' avesse fatto . Ne uscì col germe di una malattia che amareggiò la sua esistenza . S ' affidò ad un medico , ma dopo due mesi la malattia peggiorò , e l ' infelice si vide perduto . Le glandole erano oltremodo gonfie , gli cadevano i capelli a ciocche , la pelle gli si copriva di pustole , il virus straziava orribilmente il povero Alfonso . Fortuna volle che un suo amico lo condusse da un celebre medico , il quale , pur non nascondendogli la gravezza del suo male , gli promise la guarigione se adottava il suo sistema . Alfonso seguì infatti tutte le istruzioni del bravo medico , e dopo 10 mesi si credette libero dal virus che l ' infettava . Infatti egli si sentiva tanto bene che dopo due mesi pensò a prender moglie . Il medico non glielo permise , dicendogli però che poteva ammogliarsi senza pericolo di trasmettere la malattia ai figli dopo due anni . Alfonso ebbe tanta costanza di aspettare a sposarsi passati i ventiquattro mesi ed ebbe anche la consolazione di avere un figlio . Esso crebbe robusto sino al ventesimosesto mese , nel quale fu colpito da un ' oftalmia purulenta . Questa guarita , il male si trasportò all ' orecchio e alla bocca . Insomma aveva ereditato il male paterno . La povera creaturina rimase mingherlina per tutta la sua infanzia . Sorte migliore non ebbe il secondo figlio , epperò la sua costituzione rimase egualmente molto gracile . Alfonso , desolato , decise di non aver più figli , per non avere il dolore di vederli sopportare le conseguenze de ' suoi trascorsi . Povero giovane ! Egli condusse poi una vita trista , pensando che i suoi due figliolini un giorno gli rinfaccierebbero le amarezze della loro esistenza ! Ancora qualche anno vegetò piuttosto che visse , e morì di dolore e di crepacuore ! Lettori , che questo fatto vi sia d ' esempio . Pensate a tutte le conseguenze prima di gettarvi fra le braccia d ' una cortigiana . PARTE SECONDA . Credo utile di riassumere in questo capitolo alcuni precetti risguardanti i piaceri dell ' amore . L ' unico consiglio per conservare a lungo la propria salute è di gustare con moderazione i piaceri venerei . Gli eccessi prostrano il nostro fisico ed estenuano le nostre forze . L ' unico mezzo per rendere il piacere più vivo è di gustarlo raramente . Inoltre è male abbandonarsi alle voluttà d ' amore dopo il pasto , perché tale voluttà , turbando la digestione , può essere causa di soffocazioni , di svenimenti e fors ' anche di apoplessia . Dopo una lunga corsa od esercizi che richiedono spreco di forze fisiche . Quando si ha qualche organo ammalato , si prova un malessere generale , perché il coito non farebbe altro che accrescere il male . Si debbono scansare o reprimere i desideri immoderati , o i trasporti troppo focosi , perché logorando rapidamente la macchina umana ci possono essere funesti . Coloro che hanno stomaco debole , e che sono disposti alle affezioni polmonari sono generalmente inclinati a siffatti piaceri , dovranno dunque fare ogni sforzo per frenarsi , perché le voluttà sensuali precipitano i battiti del cuore , producono delle congestioni ai polmoni , che sono sempre funeste per chi tende alla tisi . Quando l ' appetito venereo fu soddisfatto , oppure quando è assopito naturalmente , è sempre dannoso alla salute il ridestarlo con mezzi morali o fisici , perché bisogna concedere agli organi genitali il loro istante di riposo . E così dicasi di tutti i mezzi usati dagli impotenti . È male gustare in piedi i piaceri dell ' amore , perché lo spasimo venereo , cagionando una forte tensione dei muscoli degli arti inferiori che già portano il peso del corpo , li affatica oltre misura . Le conseguenze non si manifestano istantaneamente , e fin che si è giovani e robusti non ci si bada , ma ben se ne accorge quando , vecchi , le gambe , ricusando il loro ufficio , domandano l ' aiuto del bastone , e si affaticano per un nonnulla , di maniera che la stanchezza vi accompagna perfino a letto . Male è ripetere il coito più volte , perché scuote il sistema nervoso ed esaurisce le nostre forze . Per lo meno tra un accostamento e l ' altro è bene lasciare l ' intervallo di un giorno . L ' impotenza si riscontra specialmente nei beoni , perché il loro sangue fu riscaldato da liquori , da vivande aromatiche , da idee lubriche , che accelerano i moti del cuore ed irritano il cervello . Può derivare anche da un ' alimentazione povera , debilitante , dal regime latteo o esclusivamente vegetale e dall ' uso delle bevande acide . Siccome le perdite della donna sono minori di quelle dell ' uomo , così essa può ripetere il coito più volte , ma però è bene se ne astenga , perché è provato che quelle che ne abusano vanno soggette alle tristi affezioni delle ovaie , della matrice , qualche volta anche al cancro . Dunque , riassumendo , diremo : L ' assoluta continenza , come l ' incontinenza della voluttà d ' amore , sono due estremi riprovati dalla natura e dalla ragione . Infatti se la continenza è conservata strettamente è causa d ' una sequela di malattie e di acciacchi , e qualche volta dà luogo alle allucinazioni oscene , alla follia , al delirio erotico . L ' incontinenza o gli eccessi , come abbiamo veduto logorano istantaneamente la salute , e sono causa di sterilità . È il libertinaggio che produce quegli esseri che poi crescono gracili e sparuti ; è il libertinaggio che riempie le sale degli ospedali di infelici che aspettano la morte come fine dei loro mali . Giovani , guardatevi dagli eccessi delle voluttà sensuali ; essi conducono spesso alla morte . CAPITOLO XI . Età virile e i suoi piaceri . PARTE PRIMA . Virilità . La virilità è l ' epoca più lunga della vita umana , poichè comincia qualche anno dopo della pubertà , e finisce giunti alla prima vecchiaia . Questa è l ' epoca la più felice della vita di colui che non è stato deteriorato dagli eccessi giovanili , dalle malattie o dalla privazione . È l ' epoca in cui tutti i sogni giovanili ci lasciano , nella quale la riflessione prende il loro posto , e la realtà si presenta senza tante illusioni ai nostri occhi oramai fatti esperti . Una rivoluzione fisica e morale si è operata nel nostro organismo . L ' amore scema per dar luogo ad un affetto profondo , a una sincera devozione . L ' amicizia diventa un bisogno , e getta nel nostro cuore profonde radici . È in questo periodo che i gusti diventano più serii e ragionati , e che l ' uomo tende a procurarsi una stato degno di lui nella società . Questa è l ' epoca dei lavori utili , nella quale i piaceri sono meno strepitosi , ma più vivi , nella quale non si gustano le distrazioni se uon quando si hanno adempiti ai doveri di cittadino , di marito , di padre ! Di marito e di padre , dico , perché in questi anni l ' uomo si cerca una sposa buona e gentile , e la donna un compagno laborioso ed onesto . Questo passo è il più importante della vita , e la prudenza di usare prima di stringere il nodo coniugale non è mai troppa , perché da questa unione dipende la nostra felicità o la nostra sventura . Ho detto che una grande rivoluzione si è operata nel morale dell ' individuo ; infatti esso non obbedisce come da giovane alle prime impressioni , ma si lascia guidare dalla ragione e dall ' esperienza . Prima di intraprendere una speculazione riflette , la guarda da tutti i suoi lati , e se la trova dubbia vi rinunzia per non esporre i suoi beni , giacchè egli è responsabile anche del benessere della sua famiglia . Cerca qualunque mezzo onesto di arricchire , perché le ricchezze acquistate da giovane servono nella tarda età ed all ' educazione dei figli suoi . Il marito deve essere più sobrio che il celibatario nei piaceri dell ' amore e condurre una vita più regolata di questi , perché i figli che procurerà saranno più belli e rigogliosi . È oramai provato che le qualità fisiche e morali del padre si trasmettono direttamente ai figli , per cui quanto più il padre godrà una florida salute , tanto più il figlio crescerà forte e robusto . È dunque necessario per un padre che senta il proprio dovere , che abbia a dar vita ai figli che diverranno utili alla patria , stante che ciò sta per tre quarti in suo potere . Dovrà perciò consultare varii libri che trattano della procreazione , fra i quali anche la nostra Hygiène du mariage . PARTE SECONDA Età matura . L ' età matura non è che la continuazione della virilità , quindi tutte le qualità che in quell ' epoca già germogliavano ora prendono vita e si manifestano . Infatti questa è l ' epoca la più pratica della vita . È l ' epoca nella quale si cercano avidamente le ricchezze , le cariche , gli onori , nella quale l ' uomo si occupa con ardore per aumentare il proprio benessere e stabilirsi una fortuna . Quando i mezzi che egli adopera per giungere al suo fine sono onesti , allora non si può che applaudire , ma pur troppo non tutti li impiegano . Questi , quantunque dispensino oro , dovunque passano , dovrebbero essere disprezzati ! Ma non lo sono ; l ' oro accieca gli occhi del volgo , e purchè gli si dia denaro non svela le macchie che intaccherebbero l ' onore di questi ricchi . Ai nostri tempi la potenza del danaro è sì grande che con esso si acquista persino l ' onore ! PARTE TERZA . Piaceri dell ' età matura . Siccome nell ' età matura il cerchio delle relazioni è più largo che durante la giovinezza , così i piaceri saranno più numerosi , perché maggiori saranno anche le soddisfazioni . Però le inclinazioni ed i gusti dell ' uomo in questo periodo si sono cangiati . L ' ardore giovanile che lo animava nelle sue partite di piacere è scomparso . Gioie più calme e meno effimere sottentrarono a quelle folli e strepitose . Ancora gli piacciono i divertimenti , i solazzi , i passatempi , ma pur godendoli , ha sempre innanzi agli occhi il fine de ' suoi desiderii . In quest ' epoca c ' è molta varietà di piaceri a seconda del diverso grado che si occupa nell ' umano consorzio . Pel commerciante i prosperi e lucrosi affari sono fonti di piacere , come le fortunate speculazioni pel capitalista , un isperato raccolto per l ' agricoltore , un ' abbondante messe per l ' affittaiuolo , ecc . Non è forse un ' immensa gioia per uno scrittore che una sua opera ottenga un favorevole successo ? Per un poeta , per un pittore sapere che il suo nome vola di bocca in bocca accompagnato da elogi e ammirazione ? Non è forse una gioia sincera quella dell ' impiegato , del soldato che avanza di grado , che si rende superiore ai compagni per la sua abilità ? E lo scienziato che dopo un faticoso studio e un indefesso lavoro giunge ad ottenere una scoperta che renderà un immenso servizio all ' umanità non prova nell ' anima una calda soddisfazione , una gioia ineffabile ? Infiniti sono i piaceri di questo genere , che potrei enumerare , sempre graditi agli uomini eletti . Gli onori , le decorazioni , le distinzioni , ecc . sono quelle che solleticano vivamente l ' amor proprio dell ' uomo di questa età . Il piacere che si prova giungendo in possesso di una decorazione , per esempio , è tanto più grande quanto maggiori furono le difficoltà che si sorpassarono per arrivarvi . Però bisogna guardarsi da questi generi di piaceri , perché alle volte si provano delle disillusioni e degli acerbi disinganni , vedendo onorato chi non ne ha punto i meriti e vedendo sè dimenticati . Ma non affliggetevi per questo , chè il merito e la virtù sempre sono ricompensati ! PARTE QUARTA . Piaceri paterni e materni . Nell ' età matura i piaceri della tavola sono più sentiti e più ricercati , perché quivi generalmente l ' uomo laborioso riposando delle fatiche giornaliere , prova i più cari piaceri della famiglia . È infatti a tavola che il padre di famiglia si trova circondato dai suoi cari figliuoletti , e quando l ' appetito non manca a nessuno , il pranzo è allegro e chiassoso , perché in quest ' ora in cui tutti sono riuniti si raccontano le cose della giornata , e generalmente l ' allegria regna tra la famigliuola . Il pranzo del celibe invece è privo di tutta questa gioia sincera , anzi è il più delle volte freddo e melanconico , perché il suo cuore non si apre alle dolcezze infinite che procurano una moglie affettuosa e dei vispi fanciulletti . Gioia e piacere maggiore provano il padre o la madre quando ricorre il santo del loro nome , perché i figli lor fanno a gara a preparare loro mille sorprese , che loro attesti il loro affetto e la loro riconoscenza . E questi sono piaceri vivi , che scendono soavi al cuore , e vi lasciano traccie indelebili , sono piaceri che sorpassano di lunga quelli che si gustano al teatro , a un ballo , ad un festino , sono piaceri infine che non può immaginare se non chi ha moglie ed è padre di figli amorosi ed educati . PARTE QUINTA . L ' uomo prudente che desidera una vecchiaia esente da infermità deve essere in particolar modo sobrio dei piaceri dell ' amore dai 40 ai 50 anni , perché , sebbene l ' uomo si trovi ancora forte e robusto , pure , essendo la perdita di fluido nerveo piuttosto copioso , così ne deriva un indebolimento muscolare , e alle volte un malessere non si ripara che col tempo e talora imperfettamente . Dalla sua nascita sino ai 40 anni le funzioni organiche dell ' uomo crescono crescono , poi rimanendo un po ' stazionarie , decrescono sensibilmente . Come nelle altre età l ' amore è un grato piacere , così lo è anche nell ' età matura , ma il marito non ha per iscopo dell ' amore il solo piacere . Esso pensa alla prole , perché in questa età la si desidera ardentemente . Ripeteremo dunque che l ' uomo ammogliato deve essere più che mai sobrio dei piaceri d ' amore , perché questi diminuiscono le sue forze fisiche ed intellettuali , delle quali più che mai abbisogna , e perché deve sentire il dovere di procreare figli forti e robusti , e se il suo corpo è sciupato gli esseri a cui darà la vita saranno pure deboli e gracili . Infatti è oramai provato l ' ereditorietà delle qualità fisiche e morali del padre , e se quest ' opera lo permettesse si potrebbero citare mille esempi a testimonianza . Ripetiamo dunque per conclusione che coloro i quali nella giovinezza fuggono gli eccessi e i disordini , godono nella virilità maggior numero di piaceri . CAPITOLO XII . Nubilità Età matura . Quantunque i piaceri della donna sieno meno numerosi e svariati di quelli dell ' uomo , pure non sono meno vivi , anzi le donne li sentono maggiormente e più profondamente di noi . Il sogno della giovinetta è di potersi unire con un nodo indissolubile all ' uomo che ama , che ha fatto sossultare il suo cuore , e di poter legittimare il suo amore col matrimonio . E il giorno di nozze rimane sempre scolpito nel suo cuore come un lieto e sacro ricordo . La gioia della giovane sposa sempre più si aumenta quando ella sentirà portare nel seno il frutto del suo amore , perché presto avrà la consolazione di sentirsi chiamare col dolce nome di madre ! Nulla è più dolce infatti per una donna di vedersi circondata da una corona di figliuoletti vispi e graziosi . La donna incinta negli antichi tempi era stimata ed onorata da tutti . Presso i Romani e presso i Greci si prodigavano tutte le cure le più amorose . La condizione non influiva nulla , la donna incinta aveva la preminenza su tutti , perché essa doveva dare alla patria un cittadino di più . I Greci si alzavano rispettosamente all ' avvicinarsi di una donna in istato di gravidanza , e anche oggi la società civile prodiga le più minuziose attenzioni alla donna che sta per diventare madre di famiglia . Voi donne che non avete scelto un compagno , se comprendeste le soavi gioie della maternità , sono sicuro che invidiereste colei che tiene fra le sue braccia un bambinello vezzoso , che lo nutre col suo latte , che lo bacia , che lo accarezza , e per ricompensa vuole da lui un sorriso che dimostri la sua contentezza . Non si possono descrivere con parole le emozioni , le gioie che può provare una madre , emozioni sempre dolci , gioie sempre ineffabili . Il marito poi , quantunque abbrutito dai vizii , prodiga alla moglie incinta le attenzioni di cui egli è capace . La gravidanza dunque è l ' epoca più importante della vita femminile . CAPITOLO XIII . Igiene dell ' età matura . L ' igiene di questa età comprende le azioni della vita fisica e morale , ma principalmente sulle tendenze essa deve apportare i suoi consigli . Come già abbiamo accennato , ciò che si impadronisce dell ' uomo a questa età è l ' ambizione e la vanità . È infatti in questa età che l ' uomo ambisce alle cariche , agli onori , alle ricchezze , alle distinzioni . Questa passione se non oltrepassa i limiti è di vantaggio all ' uomo , perché gli dà il coraggio e il desiderio di sopportare e di riescire . Ma se tale passione oltrepassa i limiti , allora è dannosa e rende all ' individuo che è assalito la vita pesante e penosa . È allora che il desiderio di possedere ricchezze , di acquistare una fortuna , si impossessa di lui e gli resta nella mente come un ' idea fissa . Si combatta dunque questa passione al suo nascere , si cerchi qualunque mezzo per soffocarla , perché la tendenza all ' acquisività , spinta all ' eccesso , può diventare avarizia , e all ' avarizia va sempre unita l ' invidia , questa passione che rode sordamente l ' animo dell ' uomo , e che sempre cresce e mai non gli lascia riposo . Tuttavia anche quando questa passione si è impadronita di noi non bisogna mai disperare , perché con forza d ' animo si può sradicarla dal cuore . I mezzi che si suggeriscono sono i soliti che distruggono il nostro spirito , e ci offrono nuovi piaceri . Tali sono la caccia , la pesca , la scherma , i viaggi , l ' equitazione , ecc . I piaceri che in questa età predominano sono i piaceri della tavola . Abbiamo già detto che l ' individuo giunto a questa età ricerca tutte le vivande le più piacevoli e i vini più squisiti , perché questi piaceri sono quelli che maggiormente rallegrano l ' individuo . Questi piaceri , gustati moderatamente , sono di vantaggio all ' uomo , perché gli procurano distrazioni e gioie , essendochè si riunisce in liete brigate d ' amici e di compagni . Ma se questi piaceri occupano troppo la mente dell ' individuo , allora degenerano nella ghiottornia , vizio che , oltre all ' essere sprezzato da tutti , può nuocere immensamente alla salute . L ' abuso delle vivande stuzzicanti e dei liquori sono cagioni di gravissime infermità che , sviluppandosi presto o tardi , sono però d ' una gravezza talora irrimediabile . Le bevande alcooliche in ispecie portano un immenso danno al sistema nervoso , e producendo sconcerti nel cervelletto , intorpidiscono l ' intelligenza dell ' individuo che ne abusa , rendendolo vecchio prima del tempo e inutile a sè stesso ed alla società . Con tutto ciò però io non biasimo gli allegri pranzi di famiglia , perché sono essi mezzi eccellenti per far nascere le gioie sì pure e sì sante come quelle dell ' amicizia . Però ricorderò ancora che coloro che sono ingordi e mangiano più del bisogno diventano stupidi , sonnacchiosi , pigri , vanno soggetti a malattie infiammatorie e possono con tutte le probabilità essere colpiti d ' apoplessia . Gli uomini dovrebbero fare come fanno gli animali ; mangiare e bere solamente quando hanno fame e sete , e non stuzzicare l ' appetito per gustare gli squisiti cibi e le delicate vivande . Fin che si è giovani la costituzione è robusta , e non sente le tristi conseguenze degli eccessi , ma giunti all ' età matura gli organi , trovandosi logorati , non prestano intiero il loro ufficio , e troppo tardi si rimpiangono i bagordi trascorsi . CAPITOLO XIV . Prima vecchiaia . La prima vecchiaia comprende nell ' uomo il periodo dai 50 ai 65 anni , nella donna dai 45 ai 55 . Periodo poi che in ambo i sessi varia in più od in meno a seconda della costituzione dell ' individuo che gli fu trasmessa dai genitori . Questa età è per taluni piena di acciacchi , per altri scorre limpida e serena . È in questa epoca che si manifestano tutte le tristi conseguenze degli eccessi giovanili , è in questa epoca che si riprovano tutti gli abusi ed anche le soverchie continenze . Se invece nella giovane età l ' individuo ha condotto una vita regolare , ed i disordini ed i vizi non hanno logorato i suoi organi , allora la prima vecchiaia può essergli grata , perché ancora può provare varii piaceri . Quando però l ' età del declino arriva si devono raddoppiare le attenzioni e le cure , perché il minimo eccesso è in questa età fatale . I piaceri che si provano in questa età non sono molto variati , perché a 60 anni si affatica facilmente . Si cerchino quindi quei piaceri che richiedono minor spreco di forze muscolari . Si abbandoneranno dunque le passeggiate lunghe , le partite di caccia , di pesca , di campagna . Si cercheranno invece le riunioni d ' amici nei caffè o nei clubs , i concerti ; si frequenteranno i teatri , le accademie musicali , le case private , le distrazioni artistiche . Questa è l ' età nella quale si attende con più pazienza ai lavori non faticosi . Per un pittore od uno scultore questa è l ' età nella quale più diligentemente attende ai suoi artistici lavori . Nelle lunghe sere d ' inverno questi buoni vecchietti cercano di scacciare la noia facendo una partitina agli scacchi , alle carte , a dama o a dominò . Inoltre il piacere più sviluppato in questa età è quello della tavola . In quest ' epoca però non si bada alla quantità ma specialmente alla qualità del cibo , e al vecchio piace immensamente di vedersi davanti una tavola bene imbandita e ama gustare un po ' di molti cibi squisiti . Si guardi però il vecchio dalla ghiottornia , perché una sola indigestione può essergli fatale . Siate dunque prudenti , perché anche il proverbio dice : Chi più mangia meno mangia . CAPITOLO XV . Dell ' erotismo nella vecchiaia . Quando l ' individuo , uomo o donna , è giunto alla vecchiaia deve astenersi assolutamente dai piaceri che procura l ' amore . Quantunque la facoltà riproduttrice occupi la più gran parte della vita umana , pure finisce al cominciare della vecchiaia , ossia verso i 60 o 65 anni . Le forze dell ' uomo verso questa età sempre più diminuiscono , e per lo più anche i suoi desiderii . Così vuole natura . L ' imprudente che osasse infrangere queste leggi si troverebbe ben presto pentito , perché andrebbe incontro ad amare disillusioni . E pur troppo si è constatato che in questa età i desiderii si ridestano in molti con una insolita forza , e si mantengono con una certa costanza nella mente del misero che ne è assalito . Questo , invece di accarezzare e secondare tali desiderii , deve fare di tutto onde allontanarli da sè . E pur troppo nella maggioranza dei casi ciò non avviene . Il vecchio che è assalito da questi nocivi desiderii , cerca ogni mezzo per poter soddisfarli e per ristabilire la sua attitudine genitale . Infelice ! esso forse ignora il danno che da ciò deriva . Esso forse ignora la malattia , gli acciacchi che lo assaliranno , conseguenze di questa insana passione . Ebbene legga attentamente queste poche righe , e se ragiona si asterrà per sempre dal gustare i piaceri dell ' amore . Ogni sacrifizio che il vecchio dedica all ' amore è una parte della salute , della sua stessa esistenza che da lui sen fugge . Di più il vecchio che si abbandona ai piaceri venerei subisce un enorme disperdimento di fluido nerveo , e siccome questa perdita non si può riparare come in gioventù , ne deriva che lo individuo resta abbattuto per settimane intere . L ' abuso poi produce delle laboriose digestioni , delle notti insonni , delle tremende infiammazioni alla vescica e mille altre malattie che conducono l ' individuo alla tomba . Si guardi bene da ciò il vecchio , perché se coltiva la sua lubrica immaginazione può essere colpito da quella schifosa malattia che abbiamo precedentemente descritta : la follia erotica ! CAPITOLO XVI . Prima vecchiaia , sue distrazioni e suoi piaceri . Anche la prima vecchiaia che , come abbiamo già detto , corre dai 60 ai 70 anni , può offrire i suoi piaceri e le sue distrazioni . Il vecchio che è arrivato a questa età senza aver abusato delle cose mondane , senza essere in preda a dolori e ad afflizioni morali , e che si trova in condizioni agiate , può condurre una vita abbastanza felice , accontentandosi del proprio stato , e cercando le distrazioni proprie alla sua età . Questa per chi ha lavorato per tutta la vita è un ' epoca di riposo , è un ' epoca nella quale , non essendo più soggetto agli usi del mondo , può condurre una vita indipendente e gustare la sua libertà . Questa età riesce più ricca di distrazioni per colui che ha avuto la fortuna d ' istruirsi . Infatti quale migliore distrazione della conversazione per un vecchio ? Quale maggior passatempo di discutere su mille cose tra parenti e amici ? La conversazione in generale è piacevole pel vecchio , perché egli ama riandare coi suoi amici d ' infanzia sulle cose passate , sugli avvenimenti , sulle peripezie comuni della giovinezza ; ed ora che si è divenuti più riflessivi , si considerano attentamente le scapate giovanili , e se ne cavano utili avvertimenti per la gioventù nascente . Anche la lettura offre un gradevole passatempo pel vecchio istruito , perché non solo trova diletto nella lettura dei giornali , ma anche nelle produzioni letterarie rinomate , e si compiace di vedere i progressi nelle arti e nelle scienze . In questa età si apprezzano quei lavori classici che da giovani si trascuravano , e si leggono e si analizzano con piacere . Ma il più dolce piacere che il vecchio possa provare si è quello del far del bene . E per far ciò non occorrono le ricchezze ; un consiglio , un saggio avvertimento , una correzione a tempo possono apportare più utili frutti che una manciata d ' oro . Il far del bene non consiste solo , come molti lo credono , di distribuire elemosine quà e là dove la miseria fa strage ; vi sono infelici che muoiono di fame piuttosto che abbassarsi a domandar l ' elemosina . Il vecchio che ama di vedersi venerato e amato da tutti deve andare egli stesso a visitare gli ammalati , a soccorrere i poverelli ; in persona deve penetrare nei più oscuri bugigattoli , incoraggiare il misero , procurargli un utile lavoro , asciugare le lagrime agli orfanelli . Egli deve cercare di mantenere la pace ovunque egli possa , egli deve avviare i giovani sulla retta strada del buono , del bello , del vero ; egli deve cercare di lenire i dolori , calmare gli affanni ! Egli insomma deve mettere la sua esperienza a profitto di quei poverelli che si trovano in condizioni d ' abbisognarne . Così facendo egli sarà da tutti benedetto , i suoi protetti e i suoi beneficati pregheranno per lui l ' Ente Supremo . La sua vita trascorrerà lieta e serena , l ' orizzonte sempre azzurro gli arriderà sempre , non una nube offuscherà il suo avvenire e camminerà verso la tomba su un allegro cammino coperto di fiori . La sua coscienza sarà pura e tranquilla , un ' interna soddisfazione lo renderà contento perché tutti lo mostreranno a dito , come il benefattore dei poveri , il consolatore degli afflitti . E quando Iddio lo chiamerà a sè , egli morrà rimpianto da tutti i suoi protetti , che rimanderanno il suo nome ai posteri a eterna memoria della loro sincera gratitudine e riconoscenza . CAPITOLO XVII . Seconda vecchiaia PARTE PRIMA . La seconda vecchiaia comincia nel 70° anno , e finisce verso il 79° anno più anno meno e seconda della costituzione del regime e della condizione sociale dell ' individuo . Questa età , secondo i fisiologi , sarebbe la penultima della vita umana , ma è ben raro che l ' individuo che raggiunga questo periodo sia ancora in buona salute , perché di rado un giovane si mantiene lontano dai vizi e dagli abusi . Gli svaghi e i passatempi di questa età sono affini a quelli della precedente , solo che diventano molto più rari . Il vecchio a 70 anni desidera la quiete , il riposo . Le distrazioni che ancora gli rimangono sono la compagnia di un amico d ' infanzia , la tavola , la pipa o la tabacchiera . Ciò che a un settuagenario torna molto caro e gradito è il discorrere della sua gioventù , delle sue avventure , delle sue buone azioni , e una debolezza comune a tutti i vecchi è quella di sentirsi lodare . Un altro piacere speciale a certi individui è quello di ammassare ricchezze per paura che abbia loro a mancare il necessario , anche quando hanno denaro più del bisogno . Coloro poi che furono prodighi in gioventù sono ora tanto più parchi ed economi . Qualità del resto che gli eredi trovano buona quando il vecchio non si assoggetti a privazioni . PARTE SECONDA . Dell ' abitudine e della noia dei vecchi . Pei vecchi settuagenari l ' abitudine è divenuta una necessità , una propensione irresistibile della loro esistenza che bisogna guardarsi bene dal contrastare , perché ne potrebbe derivare uno sconcerto nel debole organismo dell ' individuo . Nei vecchi le abitudini si verificano su tutte le cose e su tutte le circostanze della vita . Inutile è l ' enumerare tutte le occupazioni , gli svaghi dei quali un vecchio può formarsi un ' abitudine . Diverse sono a seconda del suo grado , della sua posizione sociale . Così può riscontrarsi l ' abitudine di alzarsi e coricarsi ad una data ora , di fare quella data passeggiata , quella tale visita , di frequentare una conversazione , un caffè , ecc . ; abitudini che se gli sono contrariate , il vecchio diventa irascibile , si inquieta e si attrista . E infatti è evidente . Il poveretto a quest ' età , non potendo gustare certi piaceri , non potendo avere altri svaghi , si attacca vivamente a questi ultimi passatempi che gli rimangono per non restare solo e non lasciarsi sopraffare dalla noia . La noia infatti è uno dei principali nemici della nostra salute . La noia colpisce il nostro fisico e il nostro morale . Essa ci abbatte e ci annichilisce rendendoci incapaci di operare con saggia energia . Ciò che mantiene viva ed animata la vita nostra è la speranza di raggiungere un fine che abbiamo concepito . Se questa speranza per varii motivi viene a cessare , cessa anche lo stimolo , l ' eccitante della vita , la noia sopravviene e l ' uomo da questa assalito più non vive , ma vegeta . Se la noia è mortale per un giovane , lascio immaginare al lettore quanto funesta sia per un vecchio la cerchia delle cui distrazioni è sì ristretta . Quando essa assalisce il povero settuagenario , esso non desidera altro che la morte venga a por fine alla sua monotona e melanconica vita di amarezze e di rimpianti . Felice è il letterato , il filosofo e l ' artista che s ' invecchia ; per loro la vecchiezza non ha queste mortali ore di noie e di scoraggiamento . Felice il vecchio che ha la fortuna di passare gli ultimi suoi anni in grembo alla sua famiglia , circondato dai figli amorosi e da una allegra corona di nipotini . Per lui le ore scorrono piacevoli e serene ! Felice anche il settuagenario contadino , che , conducendo una vita operosa , quantunque dura e faticosa , non può essere assalito dalla noia . Felice infine il vecchio che da giovane ha condotta una vita regolata , perché godendo ora buona salute , può camminare ridente e sereno verso l ' età del declino . PARTE TERZA . Decrepitezza . La decrepitezza è l ' ultima fase della vita umana . Pochi sono coloro che vi arrivano , e questi pochi sono tormentati da acciacchi e da diversi malanni . In quest ' epoca le distrazioni sono infinitamente rare . L ' ottuagenario , essendo molto debole , ha bisogno d ' un costante riposo , quindi le lunghe passeggiate più non convengono a lui . Esso pone la sua vita quasi sempre seduto sul seggiolone . Le sue membra inferiori essendosi di molto affievolite hanno bisogno d ' un bastone sul quale appoggiarsi per camminare . I sensi più non gli servono , perché funzionano imperfettamente ; il gusto è quello che ancor più gli serve . Lo stomaco , se ha condotto una vita regolata nelle fasi precedenti della vita , funziona regolarmente , e quindi anche la salute sarà buona . L ' unico passatempo che resta all ' ottuagenario è la conversazione . Però egli ama sempre discorrere delle passate cose , e trova che tutto una volta andava meglio , che il mondo presentava più attrattive , che insomma ora più non si progredisce e che si comincia a deteriorare . Così sembrano le cose a lui , perché i suoi sensi affievoliti non funzionano che imperfettamente , E conducendo questa vita abbastanza monotona ogni giorno s ' avvicina ad una morte serena e tranquilla . Pochi però arrivano alla morte senile . I più sono colpiti avanti la caducità . CAPITOLO XVIII . Dei sensi . Come la storia naturale ce lo insegna , cinque sono i sensi umani . La vista , l ' udito , l ' odorato , il gusto , il tatto . Per mezzo di essi noi siamo suscettivi di dolore o di piacere . I sensi ricevono la impressione esterna , la quale viene immediatamente trasmessa al cervello per mezzo dei nervi . Colui che possiede i suoi sensi in tutta la loro integrità può essere felice , perché sopra essi agiscono tutti gli eccitanti della vita . Per ragioni plausibili ed incontrastate i fisiologi hanno collocato i sensi in ordine di merito come più sopra li abbiamo accennati . La vista occupa il primo posto , perché è il senso il più delicato e sottile . La retina , principale organo della visione , è il prolungamento dei nervi ottici , è perciò quindi che gli occhi brillano del fuoco della mente . L ' udito , che occupa il secondo posto , ha pure la sua origine nel cervello . È un senso abbastanza esteso perché possiamo intendere i suoni più minuti a grandi distanze . L ' odorato , che ha col cervello meno intimità , ha anche una sfera d ' azione poco estesa . Il gusto , che occupa il quarto posto , è ancora più lontano del cervello e non agisce se non colle molecole colle quali è in contatto . Il tatto infine , che occupa il quinto posto , è il più esteso , e si esercita immediatamente su tutti i corpi sottomessi alla sua azione . A seconda della corrispondenza e dell ' armonia che esiste fra questi sensi , le facoltà intellettuali sono altrettanto sviluppate . Per esempio , le orecchie , gli occhi ben conformati trasmettono rigorosamente al cervello le sensazioni che provano . Siccome la vista e l ' udito sono in maggior relazione col cervello , così questi , ricevendo le impressioni del bello , sono detti sensi superiori . Il gusto e il tatto invece , che ne sono più lontani , non ricevono che impressioni fisiche , perciò chiamaronsi sensi inferiori . L ' odorato appartiene tanto alla prima , quanto alla seconda categoria a seconda delle occasioni . Quanto più i sensi superiori sono esercitati , tanto meno hanno preponderanza gli inferiori e viceversa . In generale un senso più degli altri esercitato sempre più si sviluppa e prepondera su noi . Per esempio , i fanciulli che hanno bisogno di mangiare sovente si mostrano ordinariamente golosi , ecc . PARTE PRIMA . Piaceri dei sensi . Vista . La vista , come senso superiore , è fonte di piaceri d ' un ordine elevato . Questi piaceri colpiscono ordinariamente l ' immaginazione , mettendo in attuazione le facoltà intellettuali . Infinite sono le impressioni che ci procura la vista , impressioni gradevoli o dolorose , diverse le une dalle altre , che fanno però sempre breccia nell ' animo nostro . Non è forse cogli occhi che noi ammiriamo le bellezze dell ' universo , che noi apprezziamo le produzioni del Creatore ? Sempre ci occorre di vedere ; la vista è il senso il più indispensabile . Qualunque divertimento che noi godiamo , qualunque passatempo che ci procuriamo ha per fattore principale la vista . Noi viaggiamo , andiamo in campagna , al teatro , ecc . ; è per vedere luoghi nuovi , per bearsi alla vista di prospettive incantevoli , per vedere le produzioni più spettacolose . Non è forse delizioso l ' assistere ad un ballo grandioso ? Ad un ballo nel quale lo splendore dei fuochi e della illuminazione , la magnificenza delle decorazioni , la leggierezza e la leggiadria delle ballarine , la ricchezza dei loro costumi , ecc . , ti inebbria e ti rapisce . Non è delizioso l ' assistere ad una solennità , ad una festa pubblica ; il vedere quella folla giuliva che accorre per assistere all ' illuminazione fantastica , al bengala , ai diversi fuochi d ' artifizio ? Non ci fanno una dolce impressione quei cento razzi che scoppiettando si elevano al cielo , si dividono e cadono in forma di stelle lucenti di tutti i colori ? Non la finirei più se volessi accennare tutte le impressioni , tutti i piaceri che ci procura il senso della vista . Il lettore medesimo li prova ; è inutile quindi che glie li dica io . PARTE SECONDA . Allucinazioni ed aberrazioni della vista . Le cause che producono le allucinazioni possono essere fisiche o morali . Le fisiche consistono nell ' abuso delle bibite alcooliche , o di quelle che eccitano il sistema nervoso , nell ' uso della digitale , dell ' aconito , della belladonna , ecc . Le morali sono più numerose , come per esempio le idee fisse , le tristi passioni che irritano il cervello , i rimorsi , l ' isolamento , il timore , la speranza , ecc . ; e le aberrazioni che producono solo talvolta gradevoli e piacenti , altre volte lugubri e spaventevoli apparizioni . RACCONTI . Giovane e pieno di dolci memorie , viaggiava in Grecia . Una sera tiepida e serena di primavera m ' era sdraiato ai piedi del monte Liceo all ' ombra d ' un colossale platano , ed assorto come in estasi contemplava il tramonto che dava a questa regione un singolare ed incantevole aspetto . Lontano lontano la cima dei monti si confondeva coll ' azzurro cielo e l ' azzurra onda del golfo d ' Arcadia scintillava agli ultimi bagliori del sole . I crisantemi e gli anemoni fiorivano sulle rive del fiume Ladone che scorreva ai miei piedi . Gli uccelletti dolcemente gorgheggiavano salutando il giorno morente . Ed io , sdraiato com ' era , teneva fisso lo sguardo su quelle amene rive , e mi pareva d ' udire il canto delle ninfe che danzavano al suono del flauto del Dio Pane . E distingueva le loro eleganti e seducenti personcine che premevano coi loro piedi il suolo in cadenza , e scorgeva le loro braccia voluttuosamente alzarsi e di quando in quando scopriva le loro forme rotondeggianti ed incantevoli , se il zeffiretto profumato solleva mollemente i loro aerei vestiti . Ma ahimè , un sol movimento della pupilla dissipò questa dolce visione . Tra le allucinazioni della vista è da notarsi anche questa : Un impiegato al Ministero della guerra ogni mattina quando si destava vedeva un ragno che , girando rapidamente , s ' ingrossava in maniera tale da occupare tutto il locale , quindi l ' infelice era costretto ad uscire perché gli sembrava di soffocare . Questa allucinazione in seguito si cambiò , e lo stesso impiegato tutte le mattine si deliziava alla vista d ' una stupenda colazione . Ma avvicinandosi per gustarla questa spariva e a lui non restava altro che l ' appetito insoddisfatto . PARTE TERZA . Igiene della vista . Essendo la vista il più delicato senso , così bisogna usare ogni riguardo per mantenerlo e conservarlo nella sua integrità . La prima cura che devesi avere è la pulitezza . Gli occhi devono essere lavati con acqua fresca l ' estate e con acqua leggiermente tiepida l ' inverno , e ciò basta per levare le impurità che le glandole lagrimali e sebacee che hanno deposto sui contorni dell ' occhio . Se l ' occhio fosse un po ' irritato bisogna lavarlo con acqua ove siavi qualche goccia di astringente . Bisogna evitare , per conservare l ' integrità della vista , il fumo , la polvere , i colpi , le cadute , la luce viva , l ' oscurità profonda . È di grave danno un assiduo lavoro al lume della candela , perché la fiamma oscillando obbliga incessantemente l ' occhio a mutar centro . È di danno alla vista una fiamma biancastra , meno una rossa . Si cercherà di non passare mai da una viva luce ad uva profonda oscurità e viceversa . Un consiglio utile ai giovani è questo : di non portar occhiali se non per un imperioso bisogno , perché questi indeboliscono la vista . Si avrà altresì cura di non esporsi alle intemperie a capo scoperto , e di non bagnarsi il cranio quando la pelle di esso è in traspirazione , perché può risultar danno alla vista , all ' udito e ai denti . Dunque che il lettore segui queste norme se vuol conservare sano questo indispensabile senso . CAPITOLO XIX . Dell ' udito PARTE PRIMA . Il senso dell ' udito , che occupa il secondo posto , segue immediatamente quello della vista . Esso appartiene alla categoria degli organi superiori , perché ci procura piaceri poetici e sentimentali . Questo senso è pure importantissimo , e , direi , quasi indispensabile . È infatti per mezzo dell ' udito che possiamo intendere ciò che i nostri simili ci dicono , e possiamo colla parola rispondere loro ed essere intesi . L ' udito e la parola riconfermano quindi i vincoli sociali . Per mezzo dell ' udito noi conosciamo e distinguiamo i suoni , per mezzo di esso noi gustiamo i dolci canti degli uccelletti , il dolce mormorio del ruscello , il fremire del zefiro fra i rami fronzuti . È per mezzo dell ' udito anche che intendiamo la graziosa voce della donna amata , e ci beiamo di questo suono melodioso e gentile che giocherella contro la membrana del nostro timpano . È per mezzo dell ' udito infine che l ' animo nostro si solleva e può gustare le infinite dolcezze che procura la musica . È l ' udito che ha dato origine alla musica ; a misura che questo senso è più delicato tanto più è atto ad afferrare le leggiere gradazioni delle melodie vocali ed istrumentali . Ed è specialmente la voce cantata che tocca deliziosamente il nostro udito e ci procura degli ineffabili piaceri . Il canto è l ' unione della melodia alla poesia , e quando esso è l ' espressione fedele dei moti del core di chi canta quale essere tanto insensibile potrebbe resistere agli incanti ineffabili di quella voce ? Il sordo soltanto è insensibile a tutte queste note d ' amore , di gloria , di ebbrezza . PARTE SECONDA . Della musica sull ' organismo umano . La musica piace generalmente a tutti e specialmente a quelle persone che hanno la mente colta . Il suono musicale è il più numeroso fra gli eccitanti dell ' udito . Si accetta sempre con piacere di assistere ad un concerto , ad un ' accademia musicale , ad un ' opera , ad una riunione , dove , come si dice , si fa un po ' di musica . La musica produce più violenti i suoi effetti se il sistema nervoso dell ' individuo è molto impressionabile . Infiniti sono gli esempi che ci offre la storia antica . Ne citerò qualcuno . Il musico Antigenita riscaldò talmente il cervello di Alessandro Magno suonando su un flauto Il Governo del Carro che il re , levandosi da tavola e gettandosi sulle sue armi , voleva far strage de ' suoi commensali . Tepandro , musico spartano , pacificò col suono della sua lira una disputa che doveva decidersi con un duello . Tutti conoscono l ' impero dell ' arpa di Davide sopra il re Saulle . E potrei citare altri esempi , ma rimanderò il lettore alla Hygiène de la voix , dove ne può trovare di curiosi assai . La musica inoltre può estendere la sua benefica influenza anche su persone ammalate . Così si racconta che la lira di Chirone e il flauto d ' Ismenia calmarono i dolori sciatici . Asilepiade ordinava certi motivi musicali contro la frenesia . Teofrasto si sentiva sollevato mediante la musica , da un affezione nervosa . Si conta altresì che una donna caduta in letargo da cinque giorni si risvegliò al suono della musica . Inoltre Filippo V di Spagna , colpito da un ' alienazione mentale , era insensibile a qualunque rimedio . S.M. la regina , conoscendo il delicato carattere del re , fece venire a Corte l ' esimio cantante Farinelli . Il re si sentì talmente trasportato da quella voce di tenore così penetrante che volle vedere il cantante . Questi , giunto che fu alla presenza del sire , gettandosi ai suoi piedi , esclamò : una grazia , sire , tornate a presiedere al Consiglio . La grazia fu accordata . Il re era salvo , e dopo un po ' di tempo guarì completamente . Questi esempi basteranno a dimostrare la influenza della musica sull ' udito . Questo senso dunque , dopo quello della vista , ci procura maggiori e più sentiti piaceri . Beato dunque colui che possiede un fino e delicato orecchio . PARTE TERZA . Allucinazioni dell ' udito . L ' organo dell ' udito , come quello della vista , va soggetto a delle strane aberrazioni . Citerò un esempio fra i molti , che darò al lettore un ' idea . RACCONTO . La signora E .... .. , quantunque godosse di tutta la sua ragione , andava soggetta a delle aberrazioni che la disturbavano non poco . Tutti i giorni infallibilmente , sedendosi alla sua toeletta , sentiva d ' apprima una voce di uomo gentile che lodava il suo angelico viso , le sue rotondeggianti forme , la sua fresca carnagione , ecc . e dopo un po ' di tempo un ' altra voce pure d ' uomo , ma dura ed aspra che le sussurrava all ' orecchio : « Brutta civetta , vanitosa che prendi a imprestito dal profumiere il tuo roseo colorito , che ti fai seducente di forme con mille mezzi artificiali . Cosa direbbero i tuoi adoratori se ti vedessero ora come io ti vedo ? » La povera signora E .... . si guardava atterrita attorno per scorgere l ' imprudente , e poi esciva spaventata dal gabinetto per distrarsi e dissipare le proprie emozioni . PARTE QUARTA . Igiene dell ' udito . Le norme igieniche relative alla conservazione dell ' udito sono le seguenti : Guardarsi dagli agenti indiretti o diretti che in certo qual modo possono nuocere alla mucosa che ricopre il condotto uditivo . Così bisognerà guardarsi dalle manovre dello stuzzica - orecchi , dai liquidi irritanti , dai rumori violenti , dalle scariche d ' artiglieria , dai colpi , dalle grida acute , dallo stridere della sega , dalle correnti di aria fredda quando il capo è in traspirazione , dall ' abuso delle bevande alcooliche od eccitanti ; tutte le cause che partoriscono una maggiore o minore sordità , e che possono dar luogo a convulsioni nervose o a veri attacchi di nervi . Inoltre bisogna avere cura di tenere netto l ' orecchio lavandolo con acqua fresca all ' estate e con acqua tiepida all ' inverno , e se si fa uso dello stuzzica - orecchi , guardarsi dall ' offendere in qualsiasi modo la membrana mucosa o il timpano . Che il lettore segua dunque queste norme , perché il senso dell ' udito è fonte inesausta di piaceri . CAPITOLO XX . Dell ' odorato PARTE PRIMA . Il terzo senso è l ' odorato o alfato , senso che , come l ' intermediario fra i sensi superiori e tra gl ' inferiori , partecipa delle qualità dei primi e dei secondi . La sede dell ' odorato è nelle fosse nasali , dove risiede la membrana pituitaria , sulla quale disponendosi le particelle odorose fanno impressione sul nervo olfativo che comunica col cervello . Quell ' appendice più o meno lunga , che noi chiamiamo naso , non serve che a dirigere l ' aria carica d ' odori verso la parte superiore delle forze nasali . Affinchè l ' odorato possa esercitare le sue funzioni conviene che la membrana pituitaria sia sana e che l ' aria circoli liberamente nel canale nasale , essendo l ' aria il veicolo delle molecole odorose . Le sensazioni prodotte dagli stessi odori variano da individuo a individuo , ossia agli uni piace un odore , che disgusta un altro . Vi sono odori soavi e penetranti che svegliano in noi nobili sentimenti , altri che eccitano i trasporti amorosi come gli odori ambrosiaci o afrodisiaci . Non sono del parere di fuggire gli odori , ma di usarne moderatamente , perché l ' abuso degli odori non solo è dannoso alla salute , ma snerva ed affievolisce il corpo . PARTE SECONDA . Classificazione degli odori . Fino ad oggi non si è potuto classificare giustamente gli odori in conseguenza della tenuità delle molecole odorose . Il naturalista Linneo li divise in sette classi : aromatici , fragranti , ambrosiaci , agliacei , nauseanti , fetidi , ripugnanti . Trascriveremo la classificazione fisiologica che è basata sopra la proprietà degli odori . Tonici , che agiscono sull ' economia animale ; Debilitanti , che producono svenimenti e lipotimie ; Inebbrianti , che cagionano l ' ebbrezza ; Caustici , la cui prolungata azione produce la tumefazione delle membrane mucose e provoca delle emorragie ; Nevrofili , che calmano l ' agitazione nervosa ; Antisterici e isterici , che calmano o provocano gli spasimi nervosi ; Emmenagoghi , che ristabiliscono il flusso catameniale ritardato o soppresso ; Sonniferi , che producono sonnolenza ; Vomitivi , che danno luogo al vomito ; Purgativi , che danno luogo allo scioglimento di corpo ; Carminativi , che fanno cessare i dolori di ventre ; Esilaranti , che eccitano la gioia ; Ambrosiaci , che eccitano gli organi genitali . Vi sono altri odori che hanno qualità speciali , ma rimandiamo il lettore al libro Les Parfums et le fleurs . È imprudenza il dormire in una camera ove vi siano tanti fiori , perché questi assorbono l ' ossigeno dell ' aria e versano in questa l ' acido carbonico ; quindi chi non vuol levarsi alla mattina con un forte dolor di capo , osservi questa norma . PARTE TERZA . Aberrazioni dell ' odorato . Quantunque le aberrazioni di questo senso sieno molto rare pure citeremo due casi . RACCONTI . Un avvocato avendo fatto una fortissima indigestione di formaggio trovava il sapore e l ' odore di questo in tutte le vivande che gli si portavano , e per ben sei mesi non mangiò altro che mele e frumento alla stato naturale . Però dopo una fortissima flussione di stomaco , e ricuperata la salute , si trovò libero da questa aberrazione . Un ' attrice s ' immaginò che gli amanti da lei licenziati , oltre all ' ingiuriarla , le gettassero sulla sua candida pelle delle materie fetide che le toglievano perfino il sonno . PARTE QUARTA Igiene dell ' odorato . Le norme igieniche sono le seguenti : non usare delle polveri irritanti come la canfora il pepe , il tabacco che irritano la pituitaria , e fanno perdere la sensibilità olfativa . Evitare le variazioni troppo rapide di temperatura , perché il raffreddore è dannoso all ' odorato . Pure dannosa è la vegetazione alla superficie della pituitaria , lo scirro , il cattivo vezzo che tanti hanno di stimolarsi il naso colle dita . L ' avulsione dei peli del naso è pure pericolosa ; spesso ne risultano ulcerazioni profonde e anche la cancrena . Per levarsi questi peli bisogna servirsi del depilatorio . Inoltre è da raccomandarsi , specialmente alle signore , di non abusare dei profumi dei fiori , perché l ' abuso attutisce la sensibilità dell ' odorato stesso . CAPITOLO XXI . Del gusto . PARTE PRIMA . Classificazione dei sapori . Il quarto senso è il gusto , che forma col tatto i sensi inferiori . Questo senso agisce solamente quando le molecole dei corpi sapidi vengono a contatto di esso . Varie sono le opinioni circa la residenza del gusto . Alcuni lo mettono nelle papille della lingua , alcuni nel palato , altri nel velo palatino , ma i più dotti credono che lingua , palato , e velo palatino concorrano a completare il senso del gusto . Questo senso guida l ' uomo e specialmente i bruti , alla ricerca degli alimenti . I sapori si dividono nelle classi seguenti : Dolci : come lo zucchero , i datteri , i fichi , ecc . , e hanno proprietà emolienti , lassative . Acquosi o scipiti : come le zucche , i cocomeri , la lattuga , ecc . , e hanno proprietà debilitanti e leggiermente diuretiche . Grassi vischiosi : come il tasso barbasso , la bismalva , i fiori di soffola , ecc . , e hanno proprietà dolcificanti e snervanti . Acidi : come il ribes , la melagrana , il limone , e hanno proprietà rinfrescanti , debilitanti . Amari : come il rabarbaro , le foglie di salice , l ' assenzio , e hanno proprietà toniche e purgative . Salati : come l ' acqua di mare , la soda , la potassa , e hanno proprietà detersive , purgative . Stitici o acerbi : come le cotogne , le sorbe , le nespole verdi , ed hanno proprietà astringenti . Piccanti , aromatici : come il pepe rosso , ì chiodi di garofano , la cannella , e hanno proprietà toniche , fortemente eccitanti . Acri - mordenti : come l ' aglio , le cipolline , ed hanno proprietà riscaldanti . È da notarsi che l ' odorato previene il gusto nella ricerca delle sostanze alimentari , perché le sostanze composte racchiudono in loro stesse un profumo : come le fragole , le mele , i lamponi , ecc . , quindi agiscono doppiamente sul gusto e sull ' odorato ; questo poi si unisce al primo per raddoppiare i piaceri . Il senso del gusto infatti è fonte di svariatissimi godimenti più o meno vivi e squisiti a seconda dell ' età , della salute , della delicatezza , del temperamento e della condizione sociale dell ' individuo . Per esempio i fanciulli e le donne in generale amano le cose dolci e per contrasto le acide o acerbe . Quando si è giovani , siccome l ' appetito si fa sentire , così si amano tutti i sapori tranne quelli a tutti antipatici . Avanzando sempre più in età i gusti si cambiano , il palato diventa più ottuso , e si cercano le vivande eccitanti , i sapori forti e piccanti , e ciò per eccitare l ' appetito e rendere la digestione più facile . Alcune volte sono dunque necessarie , ma più spesso alterano l ' organismo , e sono più di danno che di vantaggio alla salute . È un passatempo abbastanza istruttivo assistendo a un numeroso pranzo di famiglia di osservare sulle fisionomie di diversi le varie impressioni provocate dagli organi del gusto e dell ' odorato . Voglio ora trascrivervi un raccontino fattomi da un amico all ' uscire da un lauto e copioso banchetto . Eccolo : Esistono i due proverbi : vivere per mangiare e mangiare per vivere . Proverbi entrambi da evitarsi . Ecco perché presi la via di mezzo . Io mangio principalmente per vivere , ma in certo qual modo vivo anche per mangiare . Se gusto , se assaporo una vivanda gli è perché io sono un essere superiore al bruto che inghiottisce gli alimenti per puro istinto ; si è perché io sono un uomo intelligente che voglio servirmi di tutti i sensi che l ' Ente Supremo mi ha concesso ; si è perché voglio fare onore al Lucullo che mi ha invitato alla sua mensa e al cuoco che ha preparato le succose vivande . Non è forse vero quanto vi ho detto ? Vi scorgete l ' ombra di una biasimevole leccornia ? Del resto , signori miei , leccardi non possono essere tutti , perché per aguzzare il senso del gusto occorre uno studio speciale che io feci con cura amorosa . In primo luogo dovetti attenermi ad un severo regime per sviluppare questo senso , regime al quale forse non tutti si assoggetterebbero , e giunsi ad un discreto risultato dopo un corso di fisiologia degli organi e dei sensi . Volete il riassunto delle mie osservazioni ? Eccolo . Ma quì non voglio infastidire il lettore con questi appunti che si possono trovare più estesi in un trattato di storia naturale . Dirò solamente che questo amico quasi quasi mi convinse che l ' esser leccardi non è una cosa tanto facile quanto credeva , perché bisogna davvero studiare tutte le minutezze per vieppiù assaporare una bottiglia di champagne o un ' ala di fagiano . Il mangiare e il bevere , dicono taluni , è un piacere puramente fisico e materiale ; non importa , ma non si può negare che si ha un piacere dolce e vivo . Non si prova forse una gradevole soddisfazione quando dopo un eccellente pasto , inaffiato con un delicato vinetto di Piemonte si fuma una cigaretta seduto al balcone ? Chi potrebbe negare che il nostro fisico tutto si ristora quando d ' estate si beve una fresca e dolce bevanda al limone , al lampone , al ribes ; quando si prendono a centellini quei soavi gelati ? Sì , noi dobbiamo ascoltare anche il senso del gusto , perché , ascoltandolo moderatamente , si procura dei piaceri gredevolissimi , quantunque sieno fisici e materiali . PARTE SECONDA . Aberrazioni del gusto . RACCONTO . Due avvocati , amici intimi , pranzavano sempre insieme , ed offrivano delle aberrazioni affatto speciali . L ' uno si lamentava che il cuoco salava troppo le vivande . Al contrario l ' altro le trovava insipide . Si bisticciavano un po ' e quando l ' aberrazione cessava mangiavano tutti e due deliziosamente . PARTE TERZA . Igiene del gusto . Affinchè il senso del gusto agisca esattatamente occorre il completo sviluppo e la sanità di tutte le parti che lo compongono . Si dovrà quindi guardarsi da tutte quelle sostanze che possono danneggiare la lingua , la mucosa della bocca o il velo palatino ; da quelle che alterano la sensibilità dell ' apparato gustatorio , dalle abitudini che nuociono alla secrezione salivale come l ' abuso degli aromi , della pipa , del tabacco , dei liquori , ecc . Se la lingua fosse coperta da qualche impurità allora il gusto diventa ottuso , appena percettibile ; le bevande acide e toniche possono però risvegliarlo dal suo torpore . Il senso del gusto non è sviluppato se non nella età adulta , se questo si affievolisce è un sintomo d ' un ' affezione allo stomaco . Quindi bisogna guardarsi da tutte quelle cause che possono nuocere non solo a questo senso ma all ' intiero organismo . GAPITOLO XXII . Del tatto . PARTE PRIMA . L ' ultimo senso inferiore , il più fisico e materiale , è il tatto . Esso però è il più diffuso , poichè risiede nell ' organo cutaneo . Il tatto si attua toccando l ' oggetto che si vuol esaminare . Per mezzo di questo senso si conoscono le asprezze , la morbidezza , il peso e la grandezza d ' un corpo ; per mezzo suo inoltre si sente il caldo e il freddo , e molti individui anche lo stato elettrico dell ' atmosfera . La mano è la parte del corpo dove maggiormente risiede la sensibilità tattile e precisamente esso si trova nei polpastrelli delle dita . Per formarsi un ' idea dell ' importanza speciale di questo senso bisogna pensare ai ciechi che fanno ogni sorta di lavori servendosi del tatto , che perfino giungono a leggere gli scritti in rilievo ed a conoscere i varii colori . La mano , per meglio godere delle sensibilità tattiche , deve essere coperta da una bianca e morbida pelle , deve avere le dita bene articolate terminanti in una polpa mollemente arrotondita . Le signore che s ' interessano delle loro mani possono leggere la opera intitolata : Hygiène des mains et des pieds . Il tatto , a seconda del modo col quale è esercitato , prende varii nomi . Il solletico è un tatto speciale che tutti conoscono . Quando è esercitato sotto la pianta dei piedi provoca talmente il riso da essere assaliti da convulsioni e fors ' anche della morte in un eccesso titanico . Il solletico delle labbra o del palmo della mano produce un ' irritazione voluttuosa , di maniera che si hanno parecchie donne che provano per questo solletico dei trasalimenti nervosi e degli attacchi isteriformi . Il solletico dell ' ugula produce il vomito , quello della pituitaria lo starnuto , ed altri fenomeni le altre parti del corpo . Il tatto poi occupa il primo posto nei diversi atti dei piaceri sessuali . Le impressioni però che sono trasmesse al cervello sono meno o più vive e intense a seconda del temperamento dell ' individuo . Se uno ha un temperamento sensibile e nervoso il piacere che prova accarezzando una superficie morbida , tondeggiante e vellutata è molto più vivo che non quello di un linfatico , nel quale la fibra è più molle e meno sensibile ed ha bisogno d ' un contatto più pronunziato e prolungato per giungere a sensazioni meno vive di quelle dei soggetti nervosi . È dunque vero però che essendo il tatto il senso fisico per eccellenza trova in amore le sue più dolci applicazioni . PARTE SECONDA . Aberrazioni del tatto . Numerosi sono gli esempi di aberrazioni del tatto che ci offrono gli annali di medicina . Noi ne citeremo qualcuno . Una signora sentiva una miriade di sorci correre sopra il suo corpo ; finiti questi si credeva circondata da infiniti mosconi che la punzecchiavano . L ' allucinazione durava una mezz ' ora e tutti i giorni aveva luogo . Un ' altra signora si credeva d ' essere preda d ' una quantità di bruchi . Una terza sudava a larghe goccie di sudore nel cuore del verno . Una quarta , avendo bevuto ad un ruscello dove aveva visto una rana , credeva di sentire le rane danzare nel suo stomaco . E non la finiremmo più ; eccone un ' altra più curiosa : Un povero notaio aveva una moglie che per fargli fare ciò che voleva lo bastonava . Per farla corta la moglie morì . Il notaio , contento da una parte , ringraziava il Cielo che lo aveva liberato . Ma ahimè ! Povero illuso ! La moglie ( così credeva lui ) tutti i giorni a quell ' ora istessa gli faceva la sua visitina , e lo picchiava ancora di santa ragione , di maniera che il povero notaio gridava perfino pel dolore ! PARTE TERZA . Igiene del tatto . Siccome il tatto si trova diffuso in tutto l ' organo cutaneo , perciò chi desidera conservarsi un tatto sensibile e delicato bisognerà che allontani tutte le cause che possono alterare o guastare la pelle . È perciò che per evitare le numerose affezioni che possono nuocere alla pelle diviene indispensabile di vegliare alla sua integrità e di mantenerla , in uno stato di polizia che nulla lasci a desiderare . Bisognerà dunque guardarsi dai grandi calori , come dai freddi eccessivi , dal fuoco , dagli alcali , dagli acidi ; si dovrà evitare la alternativa dell ' acqua calda e di quella fredda , chè tutte sono cause di indurimento dell ' epidermide o di screpolature gravissime . Inoltre i geloni trascurati possono anche trasformare le dita . Coloro dunque che , oltre all ' evitare queste affezioni abbastanza dolorose , desiderano conservare il senso del tatto in tutta la sua integrità , si procuri la nostra Hygiène des mains et des pieds , ove diffusamente si parla di queste norme che qui sono solamente accennate . CAPITOLO XXIII . Rapporti tra le quattro parti del giorno e le quattro stagioni . Loro influenza sull ' economia umana . Il giorno è indicato dalla natura per occuparsi dei propri affari , per lavorare e anche per godersi qualche divertimento . La notte fu creata per riposare , per riparare , mediante il sonno , alle perdite della giornata . Chi inverte queste leggi di natura si troverà a suo tempo pentito . E pur troppo nell ' alta società si fa giorno della notte e viceversa . La vita passata nei teatri , nei caffè , nei clubs , attrae questi signori , ma li rovina e li rende gracili ed insani . Guardate le contadine che si levano e si coricano col sole . Quantunque il loro viso sia abbronzito , pure presentano i colori di una ferrea e vigorosa salute ! IL MATTINO . Il mattino corrisponde alla primavera e alla gioventù dell ' uomo . La parte migliore del giorno è il mattino quando il sole non ancora visibile sull ' orizzonte , manda avanti a sè i suoi raggi di fuoco che indorano e fanno brillare pari a gemme le terse goccie di rugiada che coronano i petali dei fiori , quando gli uccelletti appena svegli ringraziano col loro allegro cinguettio il sole nascente , il padre della vita ! Quanta gioia , quanta felicità si prova assistendo alla levata del sole in un calmo mattino di primavera ! Appena che i suoi benefici raggi inondano l ' atmosfera i contadini escono giulivi dalle loro case per avviarsi al lavoro . Dovunque la vita circola e si manifesta , noi ci sentiamo più spigliati , più vigorosi ; è nel mattino che le nostre facoltà intellettuali funzionano con maggior facilità ed energia . È per questo che i letterati , i poeti e gli artisti stanno occupati più nella mattina che nel resto della giornata . Inoltre pei divertimenti campestri si sceglie sempre la mattina . Chi non ama questi sollazzi ? A chi non piace quando si è in una compagnia allegra e piacevole andare in un ameno boschetto , sulla riva d ' un ruscello e fare una colazione resa saporitissima dall ' appetito che sviluppa l ' aria del mattino ? I medici hanno anche osservato che il maggior numero di miglioramenti nelle malattie avvengono nella mattina , perché in questa fase del giorno tutto concorre per allietare l ' anima ed il corpo . IL MEZZOGIORNO . Il mezzodì corrisponde all ' estate e all ' età matura nell ' uomo . Nell ' estate e nel mezzodì i raggi solari hanno acquistato tutta la loro forza , i lavoranti in quest ' ora di massimo calore cercano l ' ombra e il riposo per rivigorire le stanche loro membra . Così l ' uomo maturo che ha gustato tutti i piaceri della giovinezza e che durante questa epoca si è procurato coll ' assiduo lavoro uno stato discreto , può gustare tranquillo e contento i piaceri e le pure gioie della famiglia , godendo unitamente a questi un poco di riposo e di tranquillità . Un altro rapporto che esiste è il seguente : come nell ' estate , così nelle calde ore del mezzodì maggiormente si esercita l ' azione morbifica e particolarmente sullo stomaco , sul fegato e sugli intestini . È perciò che l ' igiene prescrive l ' esclusione di certi alimenti che possono essere funesti . E siccome l ' età matura è un ' età di riposo , così bisogna gustare con grande moderazione quei piaceri che affievoliscono e rendono inerte l ' individuo . LA SERA . La sera corrisponde all ' autunno e all ' età del declino . Come la sera fa cessare i lavori , sospende tutte le occupazioni , così l ' età del declino domanda l ' assoluto riposo , perché nelle età precedenti si è a sufficienza lavorato e goduto . La sera come l ' autunno e l ' età del declino è triste e melanconica . Infatti , sebbene l ' autunno presenti le sue belle giornate , pure la natura morente non può ispirare allegria . E in questa stagione che gli alberi si spogliano delle loro verdi fronde ; è in questa stagione che i fiori scompaiono , che le praterie ingialliscono , che le pioggie ingrossano i torrenti , è in questa stagione infine che la natura muore ! In tal modo cammina la vita umana che dall ' età del declino entra nella vecchiaia . Come l ' età del declino , così l ' autunno è fertile in malattie ; si raccomenderà quindi la prudente sobrietà ai vecchi e l ' astinenza degli abusi di quei frutti che prodiga l ' autunno . Il rapporto che esiste è dunque spiccante . Tutti e tre offrono un vago indefinibile che si avvicina alla tristezza . LA NOTTE . La notte corrisponde all ' inverno ed alla decrepitezza . La notte deve intieramente dedicarsi al riposo , poichè non solo gli animali dormono la notte , ma anche un gran numero di vegetali , poichè per essi il sonno è di assoluta necessità . In primavera le notti sono spesso stellate e fredde ; in estate ora tiepide , limpide , ora calde tempestose ; in autunno sono umide e malsane ; in inverno gelide . A seconda delle stagioni il sonno è dolce , piacevole ; grave ed interrotto ; profondo o leggiero a seconda dell ' atmosfera ; lungo e intenso . Si può dire che la durata del sonno è a seconda delle perdite fatte nella giornata . Mille volte infelici quegli ammalati che la notte non possono godere del sonno placido e riparatore , perché sono molestati da crudeli dolori ! Ecco così esaminate le diverse parti del giorno , le stagioni e le età dell ' uomo , ed accennato al rapporto che havvi tra loro . Terminerò il capitolo raccomandando di non invertire le leggi naturali facendo come i ricchi notte del giorno e del giorno notte , perché immenso è il danno che ne deriva . CAPITOLO XXIV . Dei piaceri offerti dalle quattro stagioni . In quest ' ultimo capitolo accenneremo ai diversi piaceri che offrono le quattro stagioni . Piaceri diversi tra loro , perché , come ogni stagione ha i suoi fiori , così ha i suoi godimenti . Nei climi temperati , ove quattro sono le parti dell ' anno , vi hanno piaceri non conosciuti ; nella zona torrida le stagioni sono due : quella delle pioggie e della siccità . Invece noi siamo contenti , quando dopo un po ' di giorni di sole eccessivo che dissecca la terra e infuoca il cielo , di ricevere una benefica acqua che spenga gli eccessivi calori . Questa continua alternazione non può renderci monotoma la vita . PARTE PRIMA . Dei piaceri in primavera . L ' inverno è passato , il vento gelido e freddo di questa stagione di morte s ' intiepidisce ; e la natura si sveglia a nuova vita . Sì colui che si è alzato una di queste mattine gioconde nella quale la natura ti sorride a ciascun passo , si è sentito il cuore sollevarsi , e respirando l ' aria a pieni polmoni ha dovuto esclamare : Viva la primavera ! Viva questa epoca nella quale tutto rinasce sotto lo splendido risveglio della natura , nella quale il cielo si fa più bello e la terra gli sorride di amore . È in questi giorni che tutto ritorna , che ritornano le rondinelle al nido del porticato , i piccoli fiori al vaso della fanciulla , i zefiri profumati a scuotere certe ciocche di capelli nere e lucenti . Chi sarà colui che non benedirà quest ' epoca , la più bella , la più gioconda di tutto l ' anno ; quest ' epoca nella quale un sole brillante dà la forza e la vivacità a tutta la natura ? ! .... La primavera ! Non è forse la più bella di tutte le quattro stagioni ? Non è forse nella primavera che si può vedere ed ammirare la onnipotenza dell ' Ente Supremo ? Bisogna certamente essere pessimisti per odiare quest ' epoca ; bisogna certamente aver perduto tutto lo spirito per non sentire questi profumi che ti spingono all ' amore plastico , come l ' autunno all ' amore platonico . Infiniti sono i piaceri che quest ' epoca ci offre . Le poetiche passeggiate , le escursioni , le colazioni nei campi , le cavalcate , le gite di campagna a piedi o a cavallo ; e l ' uomo fatto che ama studiare ha la botanica , la zoologia , la mineralogia che gli offre un esteso campo per acquistarsi utili cognizioni e passatempo . È nella primavera che lo spirito , il talento , il genio che giaceva annichilito , senza forza e senza slancio , è in questa stagione , dico , che hanno preso il volo , che hanno stese le loro ali gigantesche e che volano nei campi ridenti dell ' immaginazione . Vivano i fiori e la bella natura ! Ecco il grido che l ' anima invia alla primavera , il grido che viene dal cuore tratto dai zeffiri profumati all ' ideale . Come si può restare insensibili davanti alla splendida ricchezza che si spiega maestosa e sorride davanti agli occhi , che ci attira , che ci solleva in un mondo novello , che ci mostra un orizzonte dorato e meraviglioso , che ti fa sentire i profumi i più inebbrianti ? ! Come sei bella o natura ! Quanto sei grande ! Dove hai preso le mille forme di fiori che rendono vivaci le praterie , le siepi , i campi ? Ove li hai presi potenza soprannaturale ? In ciascun angolo il più remoto brilla un fiore , brilla uno de ' tuoi figli vaporosi che levano la monotonia e il dolore con un vago sorriso che t ' inspira amore . L ' aria ne è addolcita , e ciascun zefiro che passa accoglie sulle sue tiepidi ali il sospiro d ' amore di mille rose . Nei capelli neri e lucenti , sul seno della fanciulla , sugli altari , nei pranzi e sulla tomba , sul davanzale dell ' umile finestra e sulla terrazza del sontuoso palazzo , avunque brilla un fiore , ovunque è un profumo d ' amore . Il mese di maggio è arrivato e mille angioletti dalle rosee ali l ' accompagnano . Sono i fiori . Aprite , aprite le vostre finestre , apritele al sole , al profumo dei fiori . Come sono belli ; io vi amo e vi saluto . Vi amo perché dai vostri calici spira una dolcezza triste e solitaria ; v ' amo perché la bruna fanciulla poetica pure vi ama ; v ' amo infine perché siete i fiori , i figli della primavera . PARTE SECONDA . Dei piaceri nell ' estate . Le tiepide aurette primaverili più non scuotono mollemente la nera treccia di capelli . La primavera è finita e l ' estate col suo calore tanto benefico alla campagna si fa avanti maestoso ed infuocato . Il sole è giunto al punto più culminante . I suoi raggi sono perpendicolari alla terra ; la sua forza benefica è al massimo . In estate maturano le biondeggianti messi , i frutti i più squisiti , le tinte si fanno più scure e intense ; tutto insomma partecipa al cambiamento che il sole di giugno opera nei campi . Fra i piaceri che si possono godere nell ' estate figurano le passeggiate di buon mattino e di sera in campagna . Queste passeggiate sono piacevolissime per coloro che sanno gustare le pure gioie campestri . In questa stagione deve essere contento anche il proprietario che può passeggiare sui suoi fondi , e vedere le messi biondeggianti , l ' uva che matura , i prati smaltati di fiori . Beato il proprietario , perché tali beni , essendo suoi , ne può godere tutti i giorni e tutte le ore ! D ' estate poi sono un ' occasione di divertimento , e sono di un ' utilità incontestabile i bagni . Le acque minerali e termali sono molto frequentate durante l ' estate da ammalati , oppure da coloro che vogliono condurre una vita relativamente quieta . In questi stabilimenti si trovano tutti i divertimenti della capitale , di più si possono fare le passeggiate campestri che sono d ' una grandissima utilità alla salute . La massima principale per migliorare in questi stabilimenti è di non lasciarsi sopraffare dalla noia . La noia è il peggior nemico della salute ; quindi se un bagnante si annoia causa il cattivo tempo o lo stabilimento , dovrà subito abbandonare questo luogo per cercarne uno migliore , nel quale i concerti , la conversazione , i giuochi di società non lo lascino annoiato o melanconico . Altro fra i piaceri è quello dell ' acque , e sotto questa denominazione intendo le gite in barca , in battello a vapore , le passeggiate lungo le rive dei fiumi o dei laghi , infine il nuoto , tutti esercizi che dilettano immensamente ed irrubostiscono i nostri muscoli . L ' estate offre pure la sua parte di poesia . Non inspira forse dei nobili ed elevati sentimenti la vista d ' un ameno ed ombroso boschetto dove nulla s ' intende altro che il gorgheggio degli uccelli e il mormorio del terso ruscello ? Non si rimpiangono forse i convegni amorosi datisi nei boschi remoti e poetici ? Non siamo eccitati alla riflessione quando seduti all ' ombra d ' un gigantesco platano nella quieta campagna ammiriamo intorno a noi l ' opera del Creatore ? Insomma i piaceri estivi , quantunque meno chiassosi dei primaverili , ci tornano ciononostante graditi , perché accompagnati dalla riflessione . PARTE TERZA . Dei piaceri in autunno . L ' autunno è la stagione più ricca di frutta , è la stagione nella quale anche il regno animale ci dà gli elementi più svariati e di migliore qualità , per cui questa stagione è desiderata dai fanciulli , dai buongustai e dai leccardi . La natura in autunno cambia ancora di aspetto . Le mattine e le sere si fanno sempre più fresche , l ' aere è più mite . L ' autunno è l ' epoca dei viaggi nei paesi meridionali ; è l ' epoca della caccia . Riguardo a questo piacere dobbiamo dire che se è spinto alla fatica diventa nocivo alla salute . Alla caccia bisogna guardarsi dalle correnti d ' aria fresca quando si è in traspirazione , nel bevere quando si è sudati , o dall ' attraversare qualche acqua quando i piedi sono riscaldati dal percorso cammino . Queste sono norme che non si osservano quando siamo in preda all ' entusiasmo di inseguire qualche lepre , ma che dovrebbero seguirsi per non prepararsi delle infermità . Un altro piacere per i proprietarii di terre è quello di assistere al raccolto e principalmente alle vendemmie . Nei paesi viniferi si danno delle feste campestri , come le colazioni , i pranzi , i balli , feste che ci tornano gradite , perché nuove e purificate dall ' aura imbalsamata della campagna . Ma la seconda metà dell ' autunno non presenta questi dolci piaceri . Essa è triste , melanconica . La natura si spoglia de ' suoi verdi colori , gli alberi nudi sono tetri , gli augelletti più non gorgheggiano , le brine cominciano a coprire la terra , l ' aquilone freddo sibila fra i rami , le nebbie , le pioggie sono frequenti , i torrenti straripano , i raggi solari si affievoliscono , la natura si addormenta per ridestarsi più viva , più appariscente in primavera . L ' autunno però , sebbene abbondante in piaceri , è pure abbondante in malattie . Queste provengono dai cambiamenti repentini di temperatura che sono frequentissimi in autunno . Provengono però principalmente dalle scorpacciate di frutta di cui è ricca questa stagione . Si guardino bene i golosi dagli eccessi di questo genere , perché non sanno quanto dolorosi sieno i flussi di ventre , le febbri ribelli o le dissenterie . Un alimento che raccomando caldamente nell ' affievolimento di stomaco è il buon cioccolatte , perché , oltre all ' essere facilmente digeribile , ripara subito le perdite del corpo . Bisogna però guardarsi dal cioccolatte di cattiva fabbricazione , perché non fa altro che ingombrare lo stomaco . Un ' altra raccomandazione è quella di coprirsi ai primi freddi per evitare i raffreddori e le soppressioni di traspirazione . PARTE QUARTA . Dei piaceri in inverno . Questa è la stagione più monotona e melanconica dell ' anno . Il sole più non ci riscalda , e pare che ci abbia abbandonati . La neve bianca e fredda copre come un funebre lenzuolo tutta la campagna . Ovunque è tristezza , ovunque è torpore . Ma se l ' inverno è triste pel vecchio e pel fanciullo che se ne stanno rincantucciati al caminetto , non lo è però pel giovane , il quale trova nell ' inverno dei cari e graditi divertimenti . Egli sfida i rigori del verno per assistere all ' opera , al dramma , ai concerti ; egli sfida la neve per correre dove la danza lo chiama e lo attira , e non lascia la minima occasione per festeggiare l ' amore e il piacere . Una molestia dell ' inverno è il freddo delle mani e dei piedi . Freddo che deriva da ciò che il sangue più non circola nella rete muscolare superficiale , ma bensì è spinto nei vasi interni . È sopratutto nell ' inverno che il vecchio deve usare a sè stesso tutti i riguardi , perché il freddo intenso è fatale a questa età . I suoi piaceri devono essere quelli del focolare , della lettura , della conversazione , dei giuochi di famiglia che occupano e cacciano la noia . È nell ' inverno poi che si gustano maggiormente i piaceri dell ' amicizia , perché in questa stagione si stà lunghe ore coll ' amico in conversazione . Un vero amico non è mai abbastanza custodito . L ' amicizia è un porto dove si rifugia durante l ' uragano , ove si felicita dopo il pericolo . Qual maggior gioia di quella di rivedere dopo molto tempo l ' intimo amico , al quale si hanno mille cose da confidare , mille da sentire ! L ' inverno è anche la stagione più propizia ai pranzi , ai festini , ai banchetti . In questa epoca l ' appetito è in tutti sviluppato ; lo stomaco possiede maggior energia ; le sue funzioni hanno luogo più prontamente , e può quindi digerire più presto una maggiore quantità di alimenti che nelle altre stagioni . È nell ' inverno che si hanno le feste di Natale e quelle del primo giorno dell ' anno . Quest ' ultima in Francia è festeggiata da tutti , non solo dai bimbi che desiderano i regali , ma anche dagli adulti , ai quali tornano gradite le riunioni di famiglia . Il carnevale viene poi a portare l ' allegria ai giovani , e procurare loro mille sorta di piaceri nei quali la folla delirante si getta a capo fitto . E qui termina l ' opera , lo scopo della quale non solo era di accennare i piaceri delle diverse stagioni , ma bensì di cercare di assegnar loro un limite uniformandole alle norme dell ' igiene . Dunque di nuovo raccomandiamo ai nostri lettori di guardarsi dagli abusi delle cose della vita , perché , come abbiamo accennato in questo libro , possono apportare gravi sconcerti , affezioni , malattie , infermità e forse anche la morte !
StampaQuotidiana ,
L ' Imperatore , applaudito dalla folla che gremiva la piazza antistante allo sbarcadero , montò in vettura e con lo stesso ordine degli altri giorni il corteo si diresse per via Molo , piazza Ucciardone , via Enrico Albanese , via Libertà , piazza Castelnuovo , via Esposizione , via Lolli e piazza Olivuzza , donde entrò nella villa Florio . L ' imperatore aveva fatto avvertire fin da stamane Donna Franca Florio che alle 14 1/2 si sarebbe recato da lei , e questa con il comm . Ignazio , il cav . Vincenzo ed il conte di San Martino , attendeva nella casina medievale che sorge nel centro della deliziosa villa . L ' imperatore , baciata la mano a Donna Franca , le porse il braccio ed entrò nel salone ove era preparata una table a thè . Preso un bicchiere di champagne , S.M. dando sempre il braccio a Donna Franca , tornò nella villa di cui fece il giro , esprimendo la sua ammirazione per l ' artistica disposizione dei viali e delle piante . L ' imperatore , che era informato dei recenti asprissimi dolori di cui la buona signora ed il comm . Ignazio sono stati provati per la morte di due loro figliuoli , ebbe calde parole di conforto e disse come Egli , che ha cuore di padre , comprendesse il loro cordoglio . Parlando poi dei suoi figliuoli , ricordò la più piccola delle sue bambine , la quale , sapendo di essere la prediletta , osa financo recarsi da lui mentre Egli parla con qualche ministro . Alle ore 15 l ' imperatore prese commiato , ricordando a Donna Franca che alle 17 l ' attendeva a bordo dello Hohenzollern , e ringraziandola nuovamente del magnifico mazzo di orchidee che ella gli aveva offerto . Presso l ' ingresso del palazzo si era raccolta una grande folla che salutò il Sovrano con un lungo applauso .