StampaPeriodica ,
Ogni
conquista
ottenuta
a
prezzo
di
dolore
e
di
sangue
va
difesa
con
qualunque
mezzo
,
anche
se
questo
infranga
gli
schemi
dell
'
usuale
vita
civile
.
Tutta
la
Rivoluzione
è
per
noi
fascisti
la
lunga
vicenda
tormentosa
di
sette
anni
di
lotte
,
di
sacrifici
,
di
passione
vissuta
nella
ferma
fede
di
grande
avvenire
italiano
.
Impeto
di
vendetta
contro
i
nemici
della
Vittoria
,
prima
;
coordinamento
disciplinato
,
cosciente
e
instancabile
di
tutte
le
energie
della
Nazione
,
oggi
;
il
Fascismo
-
occorre
forse
ripeterlo
ancora
-
non
è
un
partito
in
lotta
con
altri
partiti
,
ma
la
rivoluzione
innovatrice
che
ha
fondato
un
Regime
,
il
primo
da
quando
l
'
unità
d
'
Italia
si
è
compiuta
.
Non
è
quindi
sola
appartenenza
nostra
la
Rivoluzione
,
ma
fase
di
civiltà
della
storia
italiana
.
Difenderla
vuol
dire
difendere
il
passato
e
l
'
avvenire
d
'
Italia
,
e
s
'
impone
come
un
dovere
più
che
non
appaia
come
un
diritto
.
Il
terzo
attentato
che
nel
giro
di
pochi
mesi
si
è
verificato
contro
la
vita
del
Duce
ci
pone
ormai
dinanzi
al
preciso
dovere
di
fissare
le
sanzioni
capitali
per
la
difesa
della
Rivoluzione
...
La
minaccia
delle
pene
comuni
non
è
stata
evidentemente
sufficiente
a
spezzare
la
rete
dei
complotti
che
i
rinnegati
ordiscono
Oltralpe
contro
il
Fascismo
e
il
suo
Duce
.
Ogni
tentativo
di
morte
dev
'
essere
inesorabilmente
pagato
con
la
morte
.
Riponiamo
oggi
in
un
canto
,
fra
i
ferrivecchi
delle
ideologie
liberali
,
le
fisime
sentimentali
e
umanitaristiche
che
indussero
a
bandire
dai
nostri
codici
la
pena
capitale
,
e
a
nascondere
sotto
il
velo
della
pietà
le
tremende
realtà
della
vita
umana
che
è
necessario
scontare
con
espiazioni
altrettanto
tremende
.
Non
invochiamo
il
boia
sulle
piazze
d
'
Italia
per
un
'
esibizione
di
inutile
ferocia
rivoluzionaria
,
ma
perché
vogliamo
ripristinare
l
'
unico
mezzo
umano
di
giustizia
divina
che
sia
dato
attuare
in
terra
...
I
nomi
dei
caporioni
del
sovversivismo
antifascista
sono
noti
e
ormai
posti
al
bando
.
Ma
chiediamo
di
più
,
prime
condanne
a
morte
devono
colpire
proprio
loro
,
i
capi
,
coloro
che
credono
di
potere
impunemente
assassinare
l
'
Italia
protetti
dalla
compiacente
ospitalità
straniera
.
Le
sanzioni
contro
i
fuorusciti
sono
troppo
blande
.
Se
l
'
amicizia
delle
altre
Nazioni
ove
si
trama
contro
il
Fascismo
non
è
una
convenzionale
formula
di
fredda
diplomazia
internazionale
,
chiediamo
che
i
fuorusciti
siano
consegnati
alla
giustizia
italiana
.
Bazzi
,
Fasciolo
,
De
Ambris
,
Donati
,
Salvemini
tutti
coloro
che
hanno
armato
la
mano
dei
sicari
debbono
essere
i
primi
a
pagare
con
la
vita
la
loro
sciagurata
vergogna
.
Il
Fascismo
e
l
'
Italia
non
tollerano
più
che
si
colpisca
alle
spalle
chi
marcia
sicuro
verso
l
'
avvenire
.
I
rottami
del
passato
che
si
ostinano
ad
ostacolarci
debbono
essere
stritolati
nell
'
ingranaggio
della
macchina
micidiale
che
essi
stessi
hanno
costruito
.
Questa
non
è
ferocia
.
È
senso
di
giustizia
,
volontà
di
bene
che
senza
pietà
,
fermissimamente
,
deve
distruggere
ogni
vestigia
di
male
.
StampaPeriodica ,
...
I
conflitti
del
lavoro
,
gli
scioperi
,
gli
episodi
della
guerriglia
sociale
non
sono
affatto
venuti
scemando
in
questi
ultimi
anni
.
Ma
numerosi
e
anche
gravi
talora
essi
sono
apparsi
appunto
guerriglia
e
non
guerra
,
episodi
sporadici
e
non
lotta
organizzata
,
sistematica
,
metodica
.
Significa
questo
che
la
lotta
è
tuttavia
immanente
,
o
non
sta
a
dimostrare
piuttosto
che
l
'
autodifesa
è
il
mezzo
a
cui
si
ricorre
quando
non
esistono
i
mezzi
protettivi
legali
?
La
seconda
ipotesi
è
suffragata
dai
tentativi
ormai
numerosi
di
istituire
i
mezzi
legali
di
difesa
,
principalmente
attraverso
la
conciliazione
e
l
'
arbitrato
obbligatorio
,
inadeguati
allo
scopo
,
ma
sintomatici
.
E
si
verifica
così
che
mentre
l
'
ultimo
grande
sciopero
che
si
è
avuto
in
Europa
rimonta
a
tre
anni
or
sono
lo
sciopero
dei
minatori
in
Inghilterra
e
mentre
il
lavorio
che
da
Mosca
la
Terza
Internazionale
prosegue
senza
posa
si
disperde
nei
rigagnoli
delle
violenze
sporadiche
;
si
viene
affermando
l
'
idea
del
regolamento
giuridico
dei
conflitti
professionali
.
A
questo
punto
ogni
deduzione
sarebbe
forzata
se
non
ci
soccorressero
altri
elementi
.
Nelle
classi
operaie
,
e
si
badi
bene
,
sopratutto
nelle
organizzazioni
sindacali
operaie
si
avverte
una
progressiva
tendenza
ad
uscire
dai
miti
internazionalisti
per
trincerarsi
entro
un
nazionalismo
che
arriva
fino
ad
invocare
misure
protettive
contro
le
importazioni
di
merci
e
di
mano
d
'
opera
straniera
.
Gli
esempi
vanno
dai
socialisti
australiani
ai
sindacati
degli
operai
cotonieri
inglesi
,
e
al
deciso
pronunciamento
dell
'
American
Federation
of
Labor
contro
l
'
immigrazione
.
Due
sintomi
dunque
:
il
frantumarsi
della
lotta
di
classe
accompagnato
dai
tentativi
di
sistemazione
legale
,
e
l
'
orientamento
nazionalista
contrassegnano
il
comportamento
delle
classi
operaie
.
Occorre
vedere
se
ciò
corrisponde
ad
uno
stato
di
quiescenza
,
e
cioè
a
dire
alla
fine
della
lotta
fra
le
classi
come
preludio
a
quello
che
i
socialisti
designano
come
il
"
pericolo
dell
'
imborghesimento
"
delle
classi
operaie
,
oppure
se
,
come
crediamo
,
la
fine
di
un
ciclo
storico
è
foriera
dell
'
avvento
di
un
nuovo
ordine
sociale
e
politico
.
Torniamo
alla
nostra
attuazione
corporativa
.
Se
nel
suo
complesso
dimostra
una
ammirabile
architettura
giuridica
,
capace
di
contenere
e
di
plasmare
i
più
audaci
sviluppi
,
storicamente
essa
coincide
con
il
riscatto
delle
masse
operaie
italiane
dallo
stato
di
minorità
politica
in
cui
le
aveva
poste
il
liberalismo
.
Il
Sindacalismo
fascista
non
rappresenta
più
una
posizione
di
difesa
,
ma
di
autonomia
.
La
preesistente
condizione
d
'
inferiorità
si
tramuta
nella
formazione
politica
di
una
classe
,
fornita
di
tutti
i
mezzi
di
azione
e
di
organizzazione
capaci
di
permetterle
la
collaborazione
con
le
altre
classi
,
non
solo
sul
terreno
delle
condizioni
di
lavoro
,
ma
anche
e
sopratutto
su
quello
del
regolamento
della
produzione
.
Quando
al
lavoratore
si
sono
assicurate
le
giuste
condizioni
di
vita
,
si
è
senza
dubbio
eliminata
la
prima
causa
della
lotta
di
classe
,
ma
non
si
potrebbe
però
dare
completamente
torto
a
coloro
che
ci
accusano
di
averne
fatto
"
un
borghese
"
nel
senso
filisteico
e
gretto
del
termine
.
Il
problema
viceversa
è
quello
di
fare
del
lavoratore
un
produttore
,
e
cioè
di
dargli
un
giusto
senso
di
conservatorismo
,
un
minimo
indispensabile
di
sicurezza
materiale
,
non
disgiunto
però
dalla
coscienza
con
-
creta
e
costruttiva
di
collaboratore
attivo
della
produzione
,
di
elemento
formativo
della
Nazione
...