StampaPeriodica ,
Ormai
anche
all
'
estero
si
afferma
il
riconoscimento
di
una
personalità
d
'
eccezione
nel
Duce
.
Tuttavia
,
se
si
guarda
con
attenzione
,
è
difficile
trovare
fra
le
tante
apologie
degli
stranieri
un
passo
che
riveli
intuito
commosso
e
profondità
di
conoscenza
.
Mentre
le
apologie
degli
italiani
possono
appesantirsi
nella
forma
retorica
e
riuscire
spesso
stucchevoli
,
quelle
straniere
si
mantengono
parziali
e
sopratutto
superficiali
.
Mi
sembra
che
la
differenza
derivi
da
una
causa
identificabile
:
gli
italiani
esprimono
un
entusiasmo
sincero
,
un
sentimento
vivo
per
l
'
uomo
la
cui
grandezza
li
onora
e
li
riguarda
in
mille
sensi
;
gli
stranieri
invece
sono
tenuti
distanti
dal
loro
spirito
unilaterale
e
romantico
,
ossia
da
una
naturale
incomprensione
psicologica
.
I
loro
mezzi
comuni
d
'
indagine
,
suggeriti
dal
metodo
giornalistico
delle
interviste
istantanee
,
non
possono
valere
alla
bisogna
,
anche
se
integrati
dall
'
esame
delle
opere
compiute
da
Mussolini
.
Né
gli
stranieri
potranno
intendere
appieno
la
personalità
del
Duce
anche
se
si
gettano
a
frugare
nei
più
minuziosi
dettagli
della
sua
vita
privata
;
perché
il
problema
che
il
biografo
di
Mussolini
deve
risolvere
è
di
ricostruzione
artistica
animata
da
una
simpatia
naturale
.
Per
ottenere
un
profilo
compiuto
non
basta
registrare
le
impronte
della
marcia
eccezionale
condotta
dal
Duce
fino
ad
oggi
e
integrarle
con
le
impressioni
suggestive
che
si
possono
ricavare
da
un
colloquio
nel
salone
della
Vittoria
,
ma
bisogna
in
qualche
modo
aderire
all
'
altissimo
tono
spirituale
del
suo
genio
,
esserne
illuminati
,
presagire
la
ricchezza
delle
sue
energie
potenziali
,
misurare
le
proporzioni
classiche
della
sua
figura
in
una
sintesi
storica
senza
errori
di
prospettiva
,
sentire
sopratutto
come
realtà
provvidenziale
la
sua
apparizione
.
A
tutto
questo
par
difficile
possa
pervenire
uno
straniero
...
StampaQuotidiana ,
La
responsabilità
è
il
fattore
che
ormai
ci
distingue
più
nettamente
dal
passato
.
È
vero
che
il
principio
della
responsabilità
predomina
ugualmente
in
tutti
i
campi
dell
'
attività
fascista
,
ma
per
il
giornalista
,
anche
il
più
modesto
,
questa
responsabilità
è
accresciuta
dal
fatto
di
essere
pubblica
.
Ogni
nostra
parola
,
ogni
nostro
atto
,
è
pubblico
per
sua
natura
.
Perciò
deve
essere
due
volte
meditato
.
Generalmente
il
libero
professionista
che
sbaglia
provoca
il
danno
proprio
o
quello
del
cliente
,
o
di
ambedue
,
ma
il
suo
errore
,
nella
maggior
parte
dei
casi
,
rimane
in
un
ambito
privato
.
Invece
il
giornalista
che
sbaglia
può
provocare
un
danno
morale
o
materiale
tanto
più
grave
quanto
maggiore
è
la
diffusione
del
suo
giornale
.
Il
pregiudizio
politico
e
sociale
di
ogni
nostro
atto
può
diventare
,
in
certe
contingenze
,
enorme
,
perché
ogni
giornalista
,
attraverso
la
tiratura
del
suo
giornale
,
raggiunge
tante
coscienze
quanti
sono
i
lettori
,
vale
a
dire
di
decine
o
centinaia
di
migliaia
di
persone
.
Il
terreno
che
noi
coltiviamo
non
è
un
chiuso
orticello
,
ma
un
campo
talvolta
vasto
come
una
provincia
,
una
regione
o
molte
regioni
,
e
,
per
i
massimi
quotidiani
,
la
nazione
intera
.
L
'
eco
del
nostro
lavoro
si
ripercuote
anche
all
'
estero
e
può
,
in
certi
momenti
delicati
,
compromettere
interessi
d
'
ordine
superiore
.
Data
questa
premessa
,
è
naturale
che
il
giornalismo
fascista
non
si
possa
concepire
libero
nel
senso
democratico
e
liberale
,
cioè
libero
fino
all
'
arbitrio
.
Vi
sono
degli
estremi
oltre
i
quali
l
'
interesse
della
collettività
può
essere
compromesso
dall
'
arbitrio
del
singolo
.
Tutte
le
volte
che
il
giornalista
,
dalla
sua
doverosa
,
indispensabile
attività
di
critica
in
buona
fede
,
accenna
a
passare
alla
difesa
di
interessi
particolari
ed
oscuri
,
all
'
offesa
di
istituzioni
sacre
,
alla
violazione
di
principi
superiori
,
deve
essere
bloccato
,
perché
il
fascismo
sostiene
tutte
le
libertà
individuali
ma
nega
fermamente
la
libertà
dell
'
illecito
.
Sono
già
abbastanza
enormi
le
difficoltà
che
la
Nazione
incontra
ogni
giorno
nello
sforzo
permanente
di
progredire
;
sono
già
fin
troppi
gli
ostacoli
opposti
dalla
natura
delle
cose
,
dal
contrasto
degli
interessi
fra
le
nazioni
,
perché
noi
possiamo
prenderci
il
lusso
di
sperperare
energie
sopra
il
terreno
della
piccola
polemica
disgregatrice
di
vecchio
stile
,
o
perché
si
possa
riconoscere
a
chicchessia
la
facoltà
di
mettere
bastoni
fra
le
ruote
dell
ingranaggio
,
per
incapacità
o
per
ambizione
o
per
malafede
.
L
interesse
della
collettività
nazionale
sta
nettamente
al
di
sopra
dell
'
interesse
individuale
.
Questo
criterio
base
non
si
discute
,
e
va
applicato
nel
campo
giornalistico
in
pieno
,
come
va
applicato
in
tutti
gli
altri
campi
di
attività
professionale
.
Questa
e
soltanto
questa
è
la
limitazione
alla
libertà
come
la
si
concepiva
un
tempo
.
Altre
limitazioni
non
esistono
.
E
se
sentite
qualche
giornalista
lamentarsi
di
essere
costretto
all
'
inazione
o
al
silenzio
,
non
gli
credete
.
In
questo
caso
egli
parla
per
intima
mancanza
di
spirito
di
iniziativa
o
per
timor
panico
di
responsabilità
...