StampaPeriodica ,
Le
ultime
leggi
sull
'
istruzione
superiore
,
le
quali
avevano
lo
scopo
di
migliorare
la
situazione
economica
dei
professori
universitari
,
sono
riuscite
,
come
era
naturale
,
un
bel
monumento
di
ipocrisia
demagogica
.
Prima
della
guerra
,
il
professore
ordinario
partiva
da
uno
stipendio
di
7000
lire
ed
arrivava
ad
un
massimo
di
10.000;
e
poiché
queste
lire
erano
lorde
di
imposte
e
di
ritenuta
pensioni
,
lo
stipendio
effettivo
andava
da
un
minimo
iniziale
di
6100
ad
un
massimo
finale
di
8500
lire
nette
.
Sarebbe
bastato
moltiplicare
per
tre
queste
cifre
portando
il
minimo
a
circa
18.000
ed
il
massimo
a
25.000
lire
nette
,
perché
i
professori
,
pur
sopportando
una
perdita
,
a
cagion
dell
'
aumento
più
accentuato
nel
costo
della
vita
,
fossero
contenti
e
non
se
ne
parlasse
più
.
Purtroppo
,
i
professori
universitari
hanno
nel
mondo
una
brutta
fama
di
mangiapani
a
tradimento
:
quelle
tre
ore
settimanali
di
lezione
e
quei
quattro
o
cinque
o
sei
mesi
di
vacanze
effettive
fanno
un
gran
dispetto
al
resto
dei
mortali
,
e
specialmente
a
quei
parecchi
deputati
,
che
hanno
nutrito
nei
verdi
anni
l
'
aspirazione
a
diventare
anch
'
essi
professori
di
università
,
ma
non
ci
sono
riusciti
od
hanno
dovuto
fermarsi
alla
libera
docenza
,
perché
la
chiacchiera
,
di
cui
sono
abbondantemente
forniti
,
non
è
un
viatico
bastevole
per
forzare
il
tempio
della
Scienza
.
Di
qui
l
'
antipatia
e
quasi
l
'
odio
cordiale
dei
moltissimi
deputati
per
i
professori
.
Siccome
tra
questi
ultimi
ci
sono
sventuratamente
anche
dei
politici
sopraffini
-
e
ne
sia
prova
il
contingente
esagerato
che
gli
universitari
danno
al
Parlamento
ed
al
Governo
,
peculiarità
che
non
trova
riscontro
se
non
forse
in
qualcuno
degli
Stati
nuovi
sorti
dalla
guerra
-
fu
subito
trovata
la
via
per
risolvere
il
conflitto
tra
l
'
antipatia
parlamentare
,
che
avrebbe
lasciato
volentieri
morire
di
fame
i
professori
e
le
necessità
di
questi
di
vivere
.
Bisognava
lasciare
agli
uomini
politici
la
soddisfazione
maligna
di
far
cosa
spiacevole
agli
universitari
,
pur
ottenendo
l
'
intento
di
compensare
in
parte
costoro
del
danno
di
cui
essi
,
insieme
con
tutte
le
altre
categorie
di
impiegati
pubblici
,
erano
rimasti
vittime
da
quando
cominciarono
ad
essere
pagati
in
moneta
falsa
invece
che
in
moneta
buona
.
Si
disse
:
il
professore
universitario
guadagna
troppo
poco
,
perché
lavora
troppo
poco
.
Facciamogli
fare
tre
ore
di
più
di
lezione
alla
settimana
e
diamogli
in
più
un
fisso
di
6000
lire
all
'
anno
,
più
una
partecipazione
alla
tassa
variabile
da
2500
a
6000
lire
.
Le
tre
ore
in
più
le
faccia
,
sia
assumendo
un
secondo
insegnamento
scoperto
nella
sua
facoltà
,
o
scuola
,
sia
facendo
un
corso
di
cosidette
esercitazioni
ai
suoi
allievi
.
Non
parlo
del
fastidio
che
ne
venne
e
ne
verrà
agli
allievi
;
i
quali
dovrebbero
,
se
questo
ordinamento
si
avverasse
sul
serio
,
correre
da
mane
o
sera
a
sentir
professori
e
ad
esercitarsi
sotto
la
loro
scuola
,
e
non
avrebbero
più
tempo
e
modo
,
-
parlo
degli
scolari
studiosi
ed
intelligenti
,
ché
gli
altri
non
vanno
a
scuola
o
sarebbe
meglio
se
ne
stessero
lontani
,
-
di
studiare
sui
libri
e
meditare
le
cose
sentite
e
lette
.
Ma
è
la
concezione
medesima
del
professore
universitario
,
come
colui
che
fa
lezione
e
deve
essere
premiato
se
ne
fa
molte
e
punito
se
fa
altro
,
la
quale
merita
di
essere
esaminata
.
L
'
uomo
della
strada
e
quello
che
fa
le
leggi
considerano
il
professore
universitario
sotto
la
specie
delle
tre
ore
settimanali
;
e
le
trovano
irragionevolmente
poche
,
perché
in
50
o
60
ore
annue
non
si
può
svolgere
un
corso
"
completo
"
,
perché
i
professori
sono
tratti
dalla
brevità
del
tempo
a
parlare
di
un
solo
"
capitolo
"
della
materia
;
ed
i
discepoli
escono
dall
'
università
asini
in
tutto
il
resto
e
sono
bocciati
agli
esami
di
concorso
agli
impieghi
a
cui
aspirano
.
L
'
ideale
medio
o
comune
del
professore
presso
i
bravi
padri
di
famiglia
sarebbe
quello
di
una
persona
incaricata
di
svolgere
"
tutta
"
la
materia
in
modo
"
pratico
"
,
cosicché
il
rampollo
potesse
,
ricevuta
la
laurea
,
senz
'
altro
esercitare
una
professione
o
coprire
un
impiego
.
E
poiché
l
'
Università
non
riesce
,
non
è
mai
riuscita
e
non
riescirà
mai
in
nessun
paese
del
mondo
a
questo
grottesco
risultato
e
sarebbe
un
disastro
se
ci
riuscisse
,
così
si
grida
al
fallimento
dell
'
università
e
si
conchiude
che
i
professori
sono
fin
troppo
pagati
e
bisognerebbe
ridurre
loro
lo
stipendio
.
Bisogna
riconoscere
che
gli
universitari
hanno
contribuito
a
queste
deplorevoli
conclusioni
dell
'
opinione
politica
e
volgare
,
non
reagendo
abbastanza
energicamente
contro
la
premessa
da
cui
logicamente
derivano
le
6
e
deriveranno
le
12
ore
:
che
cioè
l
'
ufficio
per
cui
essi
sono
esclusivamente
e
principalmente
pagati
sia
quello
di
far
lezione
.
Io
dico
che
invece
gli
uffici
sono
tre
:
di
studioso
,
di
insegnante
e
di
esaminatore
;
distinti
nettamente
l
'
uno
dall
'
altro
e
tali
che
in
un
ideale
ordinamento
degli
studi
dovrebbero
potere
essere
separati
anche
nelle
persone
che
li
coprono
.
Viene
primo
,
per
valore
spirituale
,
per
importanza
sociale
e
per
interesse
pubblico
l
'
ufficio
di
studioso
.
Direi
che
è
il
solo
ufficio
il
quale
debba
essere
rimunerato
dallo
Stato
,
perché
il
solo
per
cui
è
impossibile
trovare
una
clientela
disposta
a
pagare
il
prezzo
dei
servizi
resi
in
contraccambio
alla
collettività
.
Che
lo
studioso
sia
utile
a
questa
non
v
'
è
dubbio
;
scopre
le
verità
nuove
,
scientifiche
,
pure
,
da
cui
deriveranno
col
tempo
applicazioni
pratiche
di
gran
momento
;
crea
,
con
le
ricerche
storiche
filologiche
e
morali
quell
'
ambiente
avido
di
sapere
in
cui
soltanto
può
formarsi
una
classe
dirigente
colta
,
capace
di
condurre
una
nazione
a
grandi
destini
.
Ma
nessuno
è
disposto
a
pagare
la
scoperta
di
una
verità
di
scienza
pura
.
Sono
merci
senza
prezzo
,
perché
il
loro
pregio
è
così
grande
e
così
diffuso
,
eleva
talmente
il
tono
dell
'
intiera
società
,
che
nessuno
si
sente
in
obbligo
in
modo
particolare
di
far
domanda
,
offrendo
un
prezzo
,
di
verità
pure
filosofiche
,
matematiche
,
fisiche
,
economiche
,
storiche
.
La
verità
pura
non
può
essere
oggetto
di
privativa
.
Egrave
;
come
l
'
aria
,
che
tutti
godono
,
senza
pagarla
.
Perciò
lo
scienziato
puro
,
se
non
è
ricco
di
casa
sua
,
sarebbe
destinato
a
rimanere
nudo
ed
affamato
,
se
la
collettività
non
venisse
in
suo
soccorso
.
Benedetto
Croce
fu
il
maestro
della
nuova
Italia
e
non
ebbe
mai
alcuna
cattedra
;
ma
avrebbe
potuto
fare
a
meno
di
chiederla
,
se
non
fosse
stato
provveduto
di
mezzi
suoi
,
che
gli
consentirono
di
pensare
e
di
scrivere
tranquillamente
,
senza
preoccupazioni
materiali
?
Quanti
sono
questi
scienziati
puri
,
i
quali
hanno
diritto
ad
essere
mantenuti
dalla
collettività
,
perché
essi
fruttano
a
questa
il
mille
o
il
milione
per
uno
?
Evidentemente
pochissimi
.
Forse
in
ogni
paese
si
possono
contare
sulle
dita
(
di
una
mano
;
ed
a
volere
,
come
del
resto
è
giusto
,
tener
conto
non
soltanto
dei
Benedetto
Croce
o
dei
Galileo
Ferraris
,
ma
anche
di
quei
più
modesti
indagatori
,
che
scavano
in
terreni
inesplorati
,
suscitano
curiosità
,
provocano
indagini
altrui
,
se
pure
non
giungono
propriamente
essi
alla
scoperta
della
verità
nuova
,
difficilmente
si
può
supporre
di
superare
il
centinaio
.
Cifra
elevata
quella
di
cento
;
forse
non
toccata
neppure
usando
larghezza
di
criteri
.
Errerebbe
gravemente
chi
pretendesse
scegliere
questi
100
direttamente
con
concorsi
od
a
scelta
fra
i
mille
e
più
professori
universitari
che
in
ogni
momento
coprono
in
Italia
una
cattedra
.
E
certo
che
questi
100
sono
dappiù
degli
altri
900
,
i
quali
non
hanno
la
scintilla
del
genio
o
,
pur
essendo
ottimi
insegnanti
od
esaminatori
,
non
hanno
la
virtù
di
scavare
in
terreno
vergine
.
Ma
sarebbe
un
disastro
creare
,
ad
esempio
,
accanto
a
quella
dei
professori
straordinari
ed
ordinari
,
una
categoria
di
super
-
professori
meglio
pagati
,
nella
illusione
che
questi
potessero
per
l
'
appunto
essere
i
100
anzidetti
.
Non
ce
ne
entrerebbe
nessuno
o
pochissimi
.
Il
ministro
non
li
potrebbe
scegliere
,
perché
sarebbero
preferiti
coloro
che
hanno
maggiori
influenze
politiche
e
quindi
,
con
tutta
probabilità
,
minori
meriti
scientifici
.
I
colleghi
inevitabilmente
darebbero
il
posto
ai
più
anziani
,
senza
distinzione
di
meriti
.
Il
concorso
tra
gli
ordinari
in
carica
perpetuerebbe
il
nefasto
sistema
della
titolografia
,
per
cui
ognuno
dei
1000
professori
seguiterebbe
a
produrre
titoli
per
tutta
la
vita
,
nella
speranza
di
arrivare
ad
acciuffare
uno
dei
100
posti
di
super
-
professore
.
Senza
volerlo
,
il
sistema
attuale
per
cui
il
professore
,
superato
il
periodo
transitorio
dello
straordinariato
,
diventa
ordinario
e
quindi
inamovibile
,
non
promovibile
,
uguale
in
grado
a
tutti
i
suoi
colleghi
,
senza
superiori
e
senza
inferiori
,
é
il
sistema
migliore
per
la
scelta
dei
100
chiamati
a
far
progredire
la
scienza
.
Infatti
:
1
)
una
volta
promosso
ordinario
,
il
professore
non
ha
più
bisogno
di
scrivere
.
E
molti
piantano
lì
;
e
fanno
benissimo
.
Se
scrivessero
,
perderebbero
il
tempo
essi
e
lo
farebbero
perdere
agli
altri
.
Giovano
meglio
agli
studi
,
insegnando
o
esaminando
.
E
'
un
'
ubbia
ridicola
quella
di
lamentarsi
dei
professori
,
che
,
una
volta
ottenuto
il
bastone
da
maresciallo
dell
'
ordinariato
,
non
"
producono
"
più
.
La
sola
produzione
utile
è
quella
di
coloro
che
hanno
qualcosa
da
dire
.
Se
un
tale
non
scrive
più
,
è
chiaro
che
non
ha
nulla
da
dire
.
Il
cielo
volesse
che
la
fabbrica
di
titoli
cessasse
coll
'
ordinariato
!
Sarebbe
un
flagello
di
meno
.
Purtroppo
,
invece
,
molti
continuano
inutilmente
a
"
produrre
"
per
abitudine
,
per
ambizione
,
per
erroneo
concetto
di
sè
medesimi
,
per
far
carriera
extra
-
accademica
.
2
)
l
'
ordinario
non
ha
più
bisogno
di
fabbricar
titoli
.
Il
titolo
è
una
specie
particolare
di
scrittura
,
in
cui
lo
scrivente
non
bada
tanto
alla
verità
delle
cose
scritte
,
quanto
all
'
effetto
che
esse
faranno
sull
'
animo
di
quei
cinque
o
sei
che
si
suppone
faranno
parte
della
commissione
esaminatrice
dei
concorsi
.
Tale
prospettiva
esercita
una
influenza
dannosa
anche
sui
migliori
,
simile
a
quella
che
produce
sui
candidati
onesti
la
previsione
di
ciò
che
penseranno
gli
elettori
.
L
'
ordinario
tira
il
fiato
e
se
scrive
,
può
scrivere
senza
preoccupazioni
.
Saltano
fuori
cosidette
"
ingratitudini
"
,
le
quali
sono
invece
umane
rivolte
di
menti
compresse
dalla
paura
dei
concorsi
.
3
)
l
'
ordinario
può
trascurare
le
lezioni
,
farle
male
,
non
dare
importanza
agli
esami
.
Se
il
non
scrivere
affatto
o
il
non
scrivere
più
titoli
è
atto
lodevole
,
questo
è
atto
riprovevole
moralmente
.
Lo
si
ricorda
,
solo
per
spiegare
come
possa
essere
un
'
esigenza
di
certe
menti
astratte
o
distratte
non
occuparsi
di
doveri
di
secondo
ordine
,
come
sono
le
lezioni
e
gli
esami
.
E
'
un
inconveniente
,
insito
al
sistema
,
e
di
cui
non
giova
lamentarsi
,
perché
è
condizione
necessaria
per
ottenere
tutti
quei
100
indagatori
e
scopritori
di
cui
il
paese
abbisogna
.
4
)
l
'
ordinario
non
ha
più
speranze
di
progredire
nella
sua
carriera
,
non
ha
superiori
,
non
ha
inferiori
.
Non
avendo
nulla
da
sperare
né
da
temere
,
avendo
il
pane
assicurato
,
può
dedicarsi
al
suo
ufficio
,
che
è
di
pensare
,
di
scrutare
,
scoprire
.
Molti
non
lo
fanno
:
pensano
a
diventare
senatori
o
deputati
,
fanno
i
professionisti
o
non
fanno
niente
.
Tanto
meglio
per
la
scienza
,
la
quale
ha
tutto
da
guadagnare
ad
essere
coltivata
soltanto
da
coloro
che
spontaneamente
vi
si
sentono
attratti
.
Da
questo
punto
di
vista
,
lo
stipendio
pagato
ai
100
scopritori
si
può
definire
una
pensione
vitalizia
,
pagata
dallo
Stato
,
senza
obbligo
di
alcuna
diretta
controprestazione
,
allo
scopo
di
dare
allo
studioso
l
'
agio
di
pensare
e
di
lavorare
senza
le
preoccupazioni
della
vita
materiale
.
Affinché
le
100
pensioni
siano
attribuite
a
persone
degne
è
assolutamente
necessario
pagarne
altre
900
a
chi
,
privo
del
dono
della
scienza
pura
,
ha
però
attitudine
ad
insegnare
od
esaminare
o
forse
anche
non
ha
voglia
di
far
niente
.
L
'
esistenza
di
100
cattedre
in
confronto
ai
100
scopritori
può
essere
assomigliata
a
quella
delle
molte
giocate
in
confronto
ad
una
vincita
al
lotto
.
Per
lo
Stato
è
conveniente
pagare
20.000
lire
all
'
anno
a
100
detentori
di
pensioni
universitarie
,
nella
speranza
che
tra
i
1000
ce
ne
siano
100
degni
di
coprire
l
'
ufficio
di
studioso
;
è
cioè
più
economico
di
quanto
non
sarebbe
scegliere
questi
100
in
altro
modo
.
Non
li
saprebbe
scegliere
e
sprecherebbe
i
suoi
denari
.
Nei
tempi
andati
,
lo
Stato
aveva
risolto
il
problema
anche
in
un
'
altra
maniera
:
con
le
accademie
.
Queste
erano
società
a
numero
limitato
,
per
es
.
40
,
eletti
per
la
prima
volta
dal
sovrano
ed
in
seguito
per
cooptazione
.
I
più
anziani
20
o
24
avevano
una
pensione
;
per
es
.
a
Torino
,
di
600
lire
all
'
anno
.
Ma
nel
1783
a
Torino
con
600
lire
l
'
anno
si
viveva
suppergiù
come
con
10.000
lire
oggi
.
Il
socio
pensionato
non
aveva
obbligo
di
lezione
o
di
lavoro
qualsiasi
.
Doveva
solo
partecipare
alle
sedute
della
dotta
compagnia
,
una
specie
di
circolo
,
i
cui
soci
in
amichevoli
conversari
si
comunicavano
,
se
e
quando
avevano
studiato
,
i
risultati
dei
loro
studi
.
Adesso
,
le
600
lire
sono
rimaste
tali
quali
;
anzi
,
ridotte
da
vani
balzelli
a
540
lire
,
valgono
poco
più
di
540
soldi
di
una
volta
e
non
servono
quindi
più
allo
scopo
per
cui
sono
state
largite
,
che
era
di
dare
comodità
di
riflettere
a
una
piccola
cerchia
di
uomini
amanti
della
vita
contemplativa
e
contenti
di
una
vita
modesta
.
Nelle
vecchie
università
inglesi
,
ci
sono
ancora
i
fellows
o
compagni
,
i
quali
godono
di
una
pensione
vitalizia
annua
di
100
,
200
lire
sterline
;
e
non
hanno
nessun
obbligo
.
Possono
,
volendo
,
partecipare
alla
vita
collegiale
;
hanno
stanza
,
vitto
,
uso
della
biblioteca
e
delle
comodità
del
collegio
;
ed
in
cambio
non
hanno
altro
obbligo
salvo
quello
di
pensare
o
di
fantasticare
,
se
lo
credono
.
Cento
sterline
,
oggi
,
sono
poche
,
anche
in
Inghilterra
;
ma
ci
sono
dei
frati
laici
,
i
quali
,
pagando
alla
mensa
del
Collegio
un
modesto
scotto
ed
avendo
una
bella
cella
con
dei
bei
libri
,
se
ne
contentano
e
danno
utili
contributi
alla
scienza
.
In
Italia
queste
pensioni
gratuite
sono
contrarie
allo
spirito
democratico
.
Regalare
100
pensioni
da
20.000
lire
l
'
una
a
gente
aristocratica
,
neppure
obbligata
a
dir
grazie
?
Ohibò
!
Concorsi
ci
vogliono
e
titoli
e
sgobbamento
di
lezioni
e
di
esami
.
Non
che
le
lezioni
non
si
debbano
fare
e
che
non
siano
necessari
gli
esami
.
Ma
per
le
lezioni
,
il
rapporto
fra
lo
scienziato
,
lo
Stato
e
lo
studente
è
diverso
da
quello
schizzato
sopra
.
L
'
inventore
dell
'
idea
,
il
dissodatore
di
terreno
vergine
deve
essere
ricco
di
casa
sua
ovvero
essere
pagato
dallo
Stato
,
perché
nessuno
è
disposto
a
comprare
la
sua
merce
,
la
quale
acquista
pregio
solo
se
divulgata
a
tutti
e
quindi
divenuta
gratuita
.
Le
lezioni
invece
sono
utili
a
qualcuno
;
possono
essere
impartite
in
locali
chiusi
.
C
'
è
lo
studente
,
il
quale
si
avvantaggia
a
non
imparare
la
scienza
solo
sui
libri
,
ma
a
sentirla
esporre
dalla
viva
voce
del
professore
,
ad
essere
guidato
nelle
sue
ricerche
da
qualcuno
che
ha
provato
,
ha
sbagliato
ed
è
riuscito
prima
di
lui
;
c
'
è
il
giovane
il
quale
,
posto
innanzi
alla
letteratura
scientifica
,
si
smarrirebbe
gettandosi
sui
libri
più
rumorosi
,
più
moderni
e
meno
consistenti
ed
ha
bisogno
di
chi
lo
illumini
,
gli
faccia
risparmiare
tempo
e
,
attraverso
ad
uno
sforzo
lieto
,
perché
definito
e
consapevole
,
lo
conduca
alla
meta
.
Può
darsi
che
l
'
indagatore
della
verità
sia
anche
il
maestro
dei
giovani
.
Non
sempre
è
così
:
ci
sono
dei
magnifici
maestri
,
per
cui
il
laboratorio
è
nulla
e
la
scuola
è
tutto
;
i
quali
vibrano
e
crescono
di
statura
intellettuale
e
morale
nel
comunicare
ai
giovani
le
idee
create
dai
grandi
pensatori
.
Vite
spese
nella
formazione
di
successive
generazioni
della
classe
dirigente
,
sane
vite
nobilmente
e
fruttuosamente
spese
.
Ognuno
di
noi
ha
aspirato
a
compiere
questo
ufficio
;
ognuno
di
noi
,
non
potendo
toccare
la
più
alta
meta
di
chi
scopre
ed
addita
nuove
vie
,
ha
riposto
il
suo
orgoglio
nell
'
introdurre
i
giovani
nel
vasto
e
grande
e
magnifico
mondo
delle
idee
.
Anche
per
questa
seconda
categoria
la
moltiplicazione
delle
ore
di
insegnamento
o
la
obbligatorietà
delle
esercitazioni
è
una
goffaggine
demagogica
.
Lasciamo
stare
le
esercitazioni
di
laboratorio
o
di
disegno
o
di
clinica
che
si
sono
sempre
fatte
e
per
cui
occorre
un
apparato
di
assistenti
,
di
impianti
e
di
materiale
scientifico
,
senza
di
cui
esse
sono
prive
di
senso
.
Nelle
scienze
astratte
ed
in
quelle
morali
,
letterarie
e
giuridiche
,
che
cosa
sono
queste
esercitazioni
,
se
obbligatorie
?
Io
ho
avuto
la
fortuna
di
avere
per
maestro
di
economia
il
professore
Cognetti
De
Martiis
,
per
cui
la
scuola
consisteva
nello
stare
tutti
i
giorni
dalle
9
alle
12
e
dalle
15
alle
19
al
Laboratorio
di
Economia
Politica
a
lavorare
in
mezzo
ai
suoi
allievi
,
sempre
pronto
a
dar
loro
consigli
,
ad
indicar
libri
,
ad
addestrarli
a
maneggiare
inchieste
e
statistiche
.
Ma
egli
era
un
volontario
e
lavorava
senza
compenso
,
con
entusiasmo
giovanile
,
perché
era
insegnante
nato
.
Anche
qui
bisogna
rassegnarsi
a
giocare
al
lotto
.
L
'
ufficio
dell
'
insegnante
universitario
è
scelto
da
coloro
che
sanno
insegnare
,
non
certo
perché
più
lucroso
di
altri
,
ma
perché
dà
l
'
assoluta
indipendenza
,
la
inamovibilità
,
la
quiete
nello
studio
,
le
ore
di
lezione
numerate
a
distanze
riposanti
e
con
lunghi
intervalli
chiamati
vacanze
.
Uomini
dotati
della
capacità
intellettuale
che
si
suppone
richiesta
per
coprire
quel
posto
devono
godere
di
certi
"
ozi
"
,
se
debbono
rinunciare
a
maggiori
lucri
a
cui
potrebbero
aspirare
altrimenti
.
Perciò
,
bisogna
rassegnarsi
al
fatto
che
non
tutti
i
professori
universitari
siano
dei
maestri
o
che
altri
,
dopo
esserlo
stati
,
stanchi
abbiano
perso
un
po
'
del
fuoco
sacro
che
dianzi
li
animava
.
Non
occorre
che
tutti
i
10
o
15
professori
di
una
facoltà
siano
degli
animatori
.
Anche
un
numero
minore
basta
a
rendere
fruttuoso
un
corso
di
studi
.
In
fondo
,
il
metodo
critico
necessario
per
lo
studio
dell
'
economia
politica
è
quello
stesso
che
serve
per
la
statistica
o
per
la
finanza
;
e
colui
che
si
è
assimilato
in
diritto
civile
o
romano
il
criterio
giuridico
possiede
uno
strumento
che
gli
servirà
anche
nelle
altre
scienze
giuridiche
.
Ed
è
necessario
che
anche
i
mediocri
siano
tollerati
,
senza
limiti
d
'
età
,
perché
la
scuola
attragga
i
maestri
capaci
di
formare
le
nuove
generazioni
.
Né
il
fine
di
incitare
i
giovani
allo
studio
,
di
formarne
la
mentalità
,
di
introdurli
con
ordine
nel
mondo
delle
idee
si
raggiunge
meglio
moltiplicando
il
numero
delle
lezioni
,
facendone
100
invece
che
50
.
Solo
la
superstizione
degli
orari
lunghi
e
della
"
materia
completa
"
può
spiegare
l
'
abnegazione
delle
molto
ore
.
Quei
geni
,
i
quali
si
lamentano
perché
il
professore
non
ha
"
svolto
"
tutta
la
materia
e
il
loro
figlio
è
stato
bocciato
agli
esami
di
concorso
,
non
sanno
quel
che
si
dicono
.
La
"
materia
"
sta
scritta
nei
libri
di
testo
;
e
per
svolgerla
tutta
basterebbe
un
fonografo
messo
sulla
cattedra
,
col
bidello
accanto
per
mantenere
l
'
ordine
.
Il
professore
universitario
ha
ben
altro
da
fare
:
deve
inspirare
ai
giovani
l
'
amore
per
certe
idee
,
il
gusto
per
certe
ricerche
,
il
senso
critico
per
le
cose
lette
,
il
metodo
per
leggere
ed
imparar
bene
.
A
tal
fine
basta
ugualmente
trattare
di
un
capitolo
della
cosiddetta
materia
,
o
dare
ad
essa
uno
sguardo
sintetico
o
gittar
luce
di
scorcio
sui
suoi
problemi
fondamentali
.
E
gli
studenti
debbono
aver
il
buon
senso
di
comprendere
che
il
corso
universitario
non
è
che
un
avviamento
allo
studio
di
certe
scienze
;
e
che
se
vogliono
conoscerle
,
debbono
studiarsele
da
sé
,
con
quel
metodo
che
a
scuola
debbono
avere
imparato
.
Purtroppo
,
gli
studenti
seguono
per
lo
più
la
linea
del
minimo
sforzo
;
e
confondono
l
'
apprendimento
della
scienza
con
il
superamento
dell
'
esame
.
Questa
degli
esami
è
una
vera
piaga
,
che
turba
la
vita
delle
due
categorie
,
gli
indagatori
ed
i
maestri
,
di
cui
ho
cercato
di
schizzare
sopra
le
esigenze
.
Come
gli
esami
dovrebbero
essere
tenuti
,
se
orali
o
scritti
,
se
per
materie
singole
o
per
gruppi
di
materie
affini
,
se
alla
fine
di
ogni
anno
od
al
termine
del
corso
di
studi
,
se
universitari
o
di
Stato
,
sarebbe
un
discorso
lungo
a
tenere
.
Qualunque
sia
il
metodo
seguito
,
certo
è
che
essi
dovrebbero
essere
affidati
ad
una
speciale
categoria
di
insegnanti
,
addestrati
e
specializzati
nell
'
ufficio
di
esaminatori
.
Maestri
insigni
sono
tenuti
in
poco
conto
dagli
allievi
,
o
meglio
dalla
gran
massa
degli
allievi
,
perché
non
sanno
esaminare
o
si
annoiano
nel
farlo
o
sono
troppo
severi
o
troppo
indulgenti
.
Ci
sono
invece
uomini
che
sanno
trarre
gioia
anche
da
questo
compito
che
ad
altri
pare
seccantissimo
ed
aridissimo
.
Forse
è
il
solo
ufficio
universitario
per
cui
dovrebbero
essere
stabiliti
bassi
limiti
d
'
età
.
Questa
,
che
è
una
goffa
superstizione
italiana
,
ha
ragion
d
'
essere
per
gli
esami
,
per
cui
occorre
resistenza
fisica
,
tensione
nervosa
,
attenzione
ferrea
e
seguitata
,
voglia
di
ribattere
e
chiarire
gli
errori
,
tutte
qualità
che
coll
'
andar
degli
anni
vanno
perdendosi
,
sottentrandovi
il
fastidio
della
ripetizione
,
la
noia
di
rilevare
errori
le
mille
volte
confutati
,
la
consapevolezza
della
inutilità
dei
tentativi
di
cambiare
le
teste
matte
o
i
cervelli
grassi
.
Coll
'
età
si
accentuano
i
sentimenti
di
indulgenza
e
di
compatimento
verso
le
debolezze
umane
e
si
affievolisce
il
senso
del
dovere
di
giustizia
verso
coloro
i
quali
potranno
essere
danneggiati
da
un
laureato
asino
.
Perciò
una
delle
riforme
più
utili
all
'
università
sarebbe
la
creazione
di
una
classe
di
esaminatori
,
la
quale
fosse
specializzata
in
questo
ufficio
e
ne
facesse
lo
scopo
della
sua
vita
.
Noi
economisti
siamo
portati
a
far
uso
del
principio
della
divisione
del
lavoro
;
e
ciò
che
dico
si
inspira
appunto
a
questo
criterio
.
L
'
università
può
trarre
gran
partito
da
uomini
che
non
abbiano
e
non
possano
avere
l
'
ambizione
di
creatori
e
di
maestri
,
ma
aspirino
al
più
modesto
,
ma
ugualmente
utile
ufficio
di
collaboratori
di
quelli
,
alleviando
ad
essi
la
fatica
materiale
dell
'
interrogare
e
del
fare
ripetere
.
L
'
aspirazione
di
tanti
padri
di
famiglia
al
Corso
"
completo
"
,
potrebbe
essere
soddisfatta
da
questi
"
ripetitori
"
,
pagati
dagli
studenti
ed
i
cui
corsi
sarebbero
probabilmente
frequentatissimi
dalla
grande
massa
degli
studenti
,
a
cui
importano
poco
le
idee
madri
,
i
metodi
di
studio
,
gli
strumenti
della
ricerca
originale
,
ma
vogliono
invece
ridotti
in
soldoni
gli
elementi
delle
discipline
di
studio
.
Gli
studenti
frequenterebbero
i
corsi
privati
dei
ripetitori
,
quando
questi
fossero
per
l
'
appunto
corsi
istituzionali
e
generali
e
quando
i
ripetitori
fossero
coloro
su
cui
cadesse
il
carico
precipuo
degli
esami
,
divenuti
una
cosa
seria
.
Adesso
gli
esami
non
possono
essere
una
cosa
seria
laddove
gli
studenti
da
esaminare
sono
centinaia
e
il
tempo
è
limitato
e
la
fatica
è
tutta
del
professore
della
materia
,
il
quale
al
decimo
interrogatorio
praticamente
è
stordito
,
ripete
senza
volerlo
le
stesse
domande
,
alla
cui
suggestione
gli
è
impossibile
sottrarsi
.
Gli
esami
dovrebbero
essere
organizzati
;
né
lo
possono
essere
senza
un
costo
piuttosto
elevato
.
Io
non
credo
che
abbia
importanza
effettiva
sulla
cultura
la
questione
dell
'
esame
accademico
e
dell
'
esame
di
Stato
,
che
in
Italia
sembra
essere
la
sola
questione
esistente
in
argomento
.
L
'
esame
di
Stato
,
introdotto
nel
nostro
ordinamento
scolastico
attuale
,
peggiorerebbe
grandemente
la
situazione
,
poiché
al
pappagallismo
delle
dispense
-
a
cui
qua
e
là
si
sottraggono
gli
insegnanti
che
all
'
esame
riescono
a
dedicare
cure
particolari
-
si
surrogherebbe
,
peggiore
e
generalizzato
,
il
pappagallismo
dei
libri
di
testo
e
dei
questionari
stabiliti
per
regolamento
per
i
tali
e
tali
diplomi
.
L
'
esame
non
deve
testimoniare
che
il
candidato
ha
quelle
tali
nozioni
,
che
lo
Stato
ha
prescritto
in
un
programma
:
l
'
esame
di
Stato
,
checché
profetizzino
i
suoi
fautori
,
ha
almeno
altrettanta
tendenza
a
degenerare
come
l
'
esame
accademico
.
Il
diploma
conseguito
così
è
una
ben
meschina
cosa
.
Invece
l
'
esame
dovrebbe
rendere
testimonianza
che
il
candidato
si
è
impadronito
dello
spirito
dell
'
insegnamento
,
che
in
quella
data
scuola
,
e
non
in
un
'
altra
,
si
impartisce
.
Esso
perciò
deve
essere
dato
dall
'
insegnante
che
di
quella
scuola
è
lo
spirito
animatore
.
Ma
egli
deve
avere
i
mezzi
di
accertarsi
seriamente
quanto
valga
e
cosa
sappia
il
suo
studente
.
L
'
odierno
esame
orale
,
anche
se
prolungato
dai
consuetudinari
quindici
minuti
a
mezz
'
ora
o
più
,
non
dà
nessuna
garanzia
in
merito
.
L
'
esame
orale
dovrebbe
essere
l
'
ultimo
atto
di
una
serie
di
prove
,
principalmente
scritte
,
da
tenersi
secondo
un
piano
prestabilito
dal
capo
di
ogni
istituto
o
gruppo
di
materie
e
concordato
con
i
suoi
colleghi
.
Chi
abbia
avuto
sotto
gli
occhi
qualcuno
dei
piani
di
studi
e
di
esami
che
devono
essere
osservati
nelle
principali
università
inglesi
ed
americane
per
conseguire
un
qualunque
grado
,
rimane
stupito
dello
stato
di
anarchia
in
cui
ci
troviamo
noi
.
Anarchia
la
quale
dipende
dalla
circostanza
che
presso
di
noi
tutto
è
affidato
ad
un
unica
persona
,
la
quale
dovrebbe
nel
tempo
stesso
scoprire
nuovi
veri
,
essere
il
maestro
dei
giovani
che
hanno
l
'
amore
della
scienza
,
il
ripetitore
e
l
'
esaminatore
della
massa
degli
studenti
ordinari
.
Il
che
essendo
di
fatto
impossibile
,
tutti
tre
i
compiti
sono
adempiuti
alla
meglio
,
con
risultati
spesso
deplorevoli
.
Non
si
dica
che
le
prove
scritte
sarebbero
la
continuazione
dei
componimenti
liceali
e
si
ridurrebbero
ad
un
cattivo
riassunto
scritto
,
invece
che
orale
,
delle
dispense
e
dei
testi
stampati
.
E
'
tutta
una
arte
che
deve
perfezionarsi
in
materia
di
conoscere
le
fonti
principali
,
i
libri
classici
,
possegga
antologie
dei
testi
fondamentali
sulle
teorie
insegnate
e
sappia
trarne
partita
.
Il
cosiddetto
"
paper
"
delle
università
inglesi
meriterebbe
di
essere
meglio
conosciuto
da
noi
:
dal
"
paper
"
ossia
saggio
-
scritto
preparato
tranquillamente
a
casa
,
a
quello
che
deve
essere
composto
nell
'
aula
,
in
non
più
di
un
dato
tempo
e
in
non
più
di
tante
parole
;
prove
differenti
le
quali
permettono
di
giudicare
il
valore
del
giovane
da
differenti
punti
di
vista
.
Ed
il
"
saggio
"
di
ogni
studente
deve
essere
su
un
argomento
diverso
da
quello
di
ogni
altro
;
ed
essi
debbono
essere
parecchi
per
ogni
disciplina
e
cose
ben
diverse
dalla
dissertazione
originale
di
laurea
.
Fatica
diabolica
,
si
dirà
,
per
i
professori
;
ed
è
perciò
appunto
che
non
è
possibile
farne
nulla
,
prima
che
sia
avvenuta
quella
suddivisione
di
funzioni
fra
lo
studioso
,
il
professore
e
l
'
esaminatore
che
ho
voluto
delineare
nel
presente
articolo
.
StampaPeriodica ,
L
'
infortunio
capitato
alla
Banca
Italiana
di
Sconto
è
stato
l
'
occasione
che
fossero
ripetute
in
pubblici
comizi
parole
ben
note
nella
terminologia
economica
,
ma
relativamente
oscure
in
quella
volgare
.
Gli
studiosi
sanno
come
gli
inglesi
abbiano
dato
alla
scienza
economica
il
nome
di
"
economia
politica
"
;
nome
che
i
trattatisti
tedeschi
amarono
spesso
cambiare
in
quello
di
"
economia
nazionale
"
,
finché
,
più
recentemente
ancora
,
ad
accentuare
il
carattere
scientifico
dei
loro
lavori
,
parecchi
scrittori
preferirono
adoperare
semplicemente
la
parola
"
Economics
"
od
"
Economica
"
,
tale
quale
dicesi
"
Fisica
"
o
"
Chimica
"
.
Tuttavia
,
quegli
aggettivi
"
politica
"
o
"
nazionale
"
fanno
ancora
grande
e
bella
impressione
agli
occhi
di
taluno
,
il
quale
volentieri
,
nel
pronunciare
,
posa
l
'
accento
su
di
essi
,
quasi
a
voler
dire
che
la
scienza
economica
merita
o
non
merita
rispetto
a
seconda
che
essa
è
più
o
meno
"
politica
"
o
"
nazionale
"
.
Appunto
in
certi
comizi
romani
recenti
,
provocati
dalla
moratoria
della
Banca
di
Sconto
,
pare
si
sia
distinto
tra
una
politica
bancaria
"
nazionale
"
ed
una
"
anti
-
nazionale
"
non
si
sa
se
francofila
o
tedescofila
ed
i
convenuti
si
sarebbero
dimostrati
disposti
a
far
entrare
,
coi
randelli
,
nella
mente
dei
governanti
e
dei
banchieri
l
'
idea
che
ci
ha
da
essere
,
accanto
a
banche
antinazionali
,
una
banca
a
cui
sia
specificamente
affidato
il
compito
di
fare
una
politica
economica
"
nazionale
"
o
"
italiana
"
.
Prescindo
dal
fatto
concreto
,
se
vi
sia
tale
o
tale
banca
tedescofila
o
francofila
o
italianofila
,
sia
perché
è
difficilissimo
per
i
laici
appurare
le
circostanze
delle
accuse
e
delle
difese
in
modo
esatto
,
sia
perché
qui
si
vuole
soltanto
discorrere
della
esatta
definizione
dell
'
aggettivo
"
nazionale
"
od
"
italiana
"
aggiunto
al
sostantivo
"
economia
"
o
"
politica
economica
"
o
"
banca
"
.
Che
cosa
vuol
dire
"
economia
o
banca
nazionale
,
meglio
,
italiana
"
di
diverso
da
"
economia
"
o
"
banca
"
senza
aggettivi
?
Una
banca
-
ed
assumiamo
questa
come
esempio
e
tipo
delle
altre
economie
esistenti
in
un
paese
,
cosicché
le
osservazioni
fatte
per
essa
valgono
per
tutte
le
altre
economie
-
fa
operazioni
diversissime
,
attive
e
passive
,
le
quali
economicamente
si
distinguono
perché
le
une
sono
molto
redditizie
,
le
altre
mediocremente
,
altre
ancora
poco
o
nulla
,
e
le
ultime
finalmente
possono
procacciare
la
perdita
di
tutto
o
parte
il
capitale
proprio
della
banca
o
dei
depositanti
.
Per
dare
un
esempio
in
cifre
,
si
sono
compiute
cinque
operazioni
,
le
quali
fruttano
il
+25
,
il
+10
,
il
0
,
il
-10
ed
il
-26
per
cento
del
capitale
sociale
.
Quale
di
queste
operazioni
è
"
italiana
"
e
quale
"
tedesco
o
franco
o
anglo
-
fila
"
?
Se
,
invece
di
una
banca
privata
,
si
trattasse
dello
Stato
o
di
un
altro
ente
pubblico
,
si
potrebbe
essere
in
dubbio
.
Ad
uno
Stato
può
convenire
compiere
un
'
operazione
che
gli
cagiona
una
perdita
"
finanziaria
"
di
100.000.000
di
lire
,
piuttostoché
un
'
altra
che
gli
frutti
un
lucro
finanziario
di
altrettanto
.
Anzi
,
è
regola
assoluta
,
che
uno
Stato
deve
prima
adempiere
ad
uffici
costosi
e
poi
solo
,
dopo
adempiuto
ottimamente
e
con
grave
dispendio
a
questi
,
può
,
con
molti
ma
molti
se
,
tentare
operazioni
fruttifere
.
C
'
è
forse
dubbio
,
che
,
sovra
ogni
altra
cosa
,
lo
Stato
deve
difendere
,
con
l
'
esercito
e
con
la
flotta
,
il
territorio
del
paese
o
pagare
i
magistrati
ed
i
poliziotti
ed
i
medici
della
sanità
pubblica
ed
i
maestri
elementari
?
E
c
'
è
dubbio
che
tutte
queste
faccende
pressanti
e
necessarie
costano
molto
e
non
rendono
nulla
?
Ed
è
forse
dubbio
che
,
tuttavia
,
uno
Stato
riscuote
lode
quando
,
pur
spendendo
solo
il
necessario
,
adempie
al
suo
ufficio
convenientemente
?
Né
è
immaginabile
che
uno
Stato
trascuri
i
suoi
uffici
costosi
per
correre
dietro
alla
speranza
ed
anche
alla
realtà
di
guadagni
in
imprese
economiche
di
ferrovie
,
banche
,
navigazione
,
industrie
.
Anche
ammettendo
che
il
lucro
sia
scarso
,
lo
Stato
non
può
e
non
deve
cercarlo
,
se
prima
non
ha
adempiuto
bene
ai
suoi
fini
essenziali
.
Non
essendo
un
Ente
creato
allo
scopo
di
ottener
lucri
,
il
fatto
che
esso
se
li
procaccia
può
essere
un
argomento
per
concludere
che
si
è
comportato
male
anziché
bene
in
rapporto
ai
suoi
fini
.
Sarà
"
nazionale
"
od
"
italiano
"
quello
Stato
il
quale
,
a
costo
di
perdite
finanziarie
,
bene
raggiunge
i
fini
della
collettività
italiana
ed
"
antinazionale
"
od
"
anti
-
italiano
"
quello
Stato
,
il
quale
,
a
scopo
di
ingrassare
sé
stesso
o
i
suoi
cittadini
,
pospone
gli
ideali
italiani
a
quelli
di
un
altro
paese
e
ci
rende
servi
,
in
senso
materiale
o
spirituale
,
di
potenze
o
di
ideali
stranieri
.
Ma
una
banca
?
È
dessa
creata
per
perdere
o
per
guadagnare
?
Evidentemente
per
guadagnare
.
Se
perde
,
essa
si
suicida
,
distrugge
sè
stessa
ed
impedisce
ai
proprii
dirigenti
o
soci
di
conseguire
gli
scopi
per
cui
la
banca
sorse
.
Supponiamo
che
i
fondatori
della
banca
si
siano
proposto
uno
scopo
qualunque
non
grettamente
egoistico
.
Essi
vogliono
promuovere
lo
sviluppo
delle
energie
del
suolo
e
del
sottosuolo
nazionale
,
incoraggiare
le
iniziative
dei
cittadini
italiani
.
Si
promuove
e
si
incoraggia
tutto
ciò
col
perdere
denari
?
A
furia
di
lucrare
il
-10
od
il
-25
%
del
capitale
,
questo
va
in
fumo
,
i
depositanti
pigliano
paura
,
si
determina
un
panico
e
vengono
meno
i
fondi
con
cui
incoraggiare
e
promuovere
.
Gira
e
rigira
,
per
una
banca
non
vi
è
altro
metodo
per
raggiungere
fini
utili
alla
collettività
nazionale
fuorché
quello
che
consiste
nel
fare
affari
buoni
.
In
certi
casi
,
e
in
limiti
molto
modesti
,
possono
essere
buoni
"
a
lunga
scadenza
"
;
ma
in
ogni
modo
debbono
esser
buoni
e
non
cattivi
.
Il
banchiere
come
l
'
industriale
non
deve
proporsi
scopi
non
economici
.
Se
dinanzi
al
banchiere
compare
un
progettista
e
gli
espone
il
programma
di
una
iniziativa
di
miniere
di
lignite
suffragandola
"
soltanto
"
col
dire
che
così
si
contribuirà
a
liberare
il
paese
dal
tributo
pagato
all
'
Inghilterra
per
l
'
acquisto
del
carbon
fossile
,
il
banchiere
ha
il
dovere
di
mettere
con
molta
gentilezza
il
progettista
alla
porta
.
Costui
infatti
è
uno
scemo
.
Se
la
tonnellata
di
carbon
fossile
straniero
costa
200
lire
,
ossia
,
per
ipotesi
,
il
prezzo
di
una
merce
che
a
noi
è
costata
a
produrla
10
giornate
di
lavoro
;
mentre
due
tonnellate
di
lignite
italiana
,
aventi
lo
stesso
potere
calorifico
,
costano
soltanto
160
lire
,
ossia
8
giornate
di
lavoro
,
e
se
il
lavoro
italiano
non
può
impiegarsi
meglio
che
nell
'
estrarre
lignite
,
allora
conviene
coltivare
lignite
ed
il
banchiere
opererà
ottimamente
anticipando
fondi
al
progettista
.
Non
perché
la
lignite
sia
italiana
;
ma
perché
con
sole
8
giornate
di
lavoro
italiano
otteniamo
lo
stesso
risultato
che
otterremo
spendendo
,
per
comprar
carbone
,
l
'
equivalente
di
10
giornate
di
lavoro
medesimamente
italiano
;
quindi
ci
avanzano
2
giornate
libere
per
produrre
qualche
altra
cosa
o
forse
anco
per
divertirci
.
Ma
se
le
due
tonnellate
di
lignite
italiana
costano
400
lire
,
ossia
20
giornate
di
lavoro
italiano
,
in
tal
caso
pazzo
e
antiitaliano
sarebbe
quel
banchiere
che
anticipasse
fondi
a
tale
scopo
.
Egli
incoraggerebbe
così
gli
italiani
a
spendere
20
giornate
di
lavoro
,
laddove
basterebbe
impiegarne
10
a
produrre
qualche
altra
cosa
che
potremmo
poi
vendere
per
200
lire
e
cosi
procacciarci
le
tonnellate
di
carbon
fossile
inglese
.
Questo
,
benché
inglese
,
deve
essere
preferito
,
nell
'
interesse
dell
'
Italia
,
alla
lignite
italiana
.
Così
facendo
,
noi
non
preferiamo
la
produzione
inglese
del
carbone
a
quella
italiana
della
lignite
;
bensì
preferiamo
la
produzione
italiana
dell
'
uva
o
della
seta
,
o
della
canapa
o
di
certe
macchine
o
di
cappelli
ecc
.
,
alla
produzione
italiana
della
lignite
;
ed
a
giusta
ragione
facciamo
ciò
,
perché
a
produrre
cappelli
impieghiamo
meglio
e
più
fruttuosamente
il
nostro
lavoro
e
il
nostro
capitale
che
a
produrre
lignite
.
Dunque
,
possiamo
concludere
che
l
'
aggettivo
"
italiano
"
applicato
a
"
banca
"
,
ad
"
industria
"
,
ad
"
economia
"
ha
un
significato
laudativo
solo
se
equivale
ad
"
economico
"
,
e
che
una
banca
è
italiana
in
quanto
guadagna
,
antiitaliana
ovvero
tedesco
-
franco
-
anglo
-
fila
in
quanto
perde
.
Guadagnare
è
sinonimo
di
incoraggiare
industrie
sane
,
vitali
,
rigogliose
;
perdere
è
sinonimo
di
incoraggiare
progetti
mal
combinati
,
fantastici
,
improduttivi
.
Guadagnare
vuol
dire
rafforzare
il
paese
,
arricchirlo
,
renderlo
atto
a
vincere
nella
concorrenza
internazionale
.
Perdere
vuol
dire
indirizzare
il
lavoro
italiano
in
impieghi
in
cui
esso
è
male
rimunerato
,
in
cui
si
producono
cose
non
desiderate
dai
consumatori
;
vuol
dire
immiserire
il
paese
e
renderlo
facilmente
servo
delle
più
rigogliose
economie
straniere
.
La
definizione
ora
data
dell
'
aggettivo
italiano
"
dimostra
che
probabilmente
hanno
ragione
quei
trattatisti
i
quali
amano
poco
le
aggiunte
"
nazionale
"
o
"
politica
"
o
"
italiana
"
al
sostantivo
"
Economica
"
.
L
'
aggettivo
non
aggiunge
nulla
al
concetto
e
serve
solo
a
confondere
le
idee
,
perché
fa
nascere
l
'
impressione
negli
inesperti
che
si
debba
incoraggiare
un
'
economia
od
una
banca
"
nazionale
"
in
contrapposto
all
'
economia
od
alla
banca
"
semplice
"
;
mentre
quelle
sole
banche
ad
economia
sono
nazionali
od
italiane
le
quali
sono
vere
e
semplici
banche
ed
economie
;
ossia
banche
ed
economie
,
le
quali
adempiono
semplicemente
al
loro
fine
proprio
bancario
od
economico
,
senza
l
'
appiccicatura
di
nessun
altro
fine
extra
-
vagante
.
StampaPeriodica ,
Compagni
!
La
nuova
forma
che
la
commissione
interna
ha
assunto
nella
vostra
officina
con
la
nomina
dei
commissari
di
reparto
e
le
discussioni
che
hanno
preceduto
e
accompagnato
questa
trasformazione
non
sono
passate
inavvertite
nel
campo
operaio
e
padronale
torinese
.
Da
una
parte
si
accingono
a
imitarvi
le
maestranze
di
altri
stabilimenti
della
città
e
della
provincia
,
dall
'
altra
i
proprietari
e
i
loro
agenti
diretti
,
gli
organizzatori
delle
grandi
imprese
industriali
,
guardano
a
questo
movimento
con
interesse
crescente
e
si
chiedono
e
chiedono
a
voi
quale
può
essere
lo
scopo
cui
esso
tende
,
quale
il
programma
che
la
classe
operaia
torinese
si
propone
di
realizzare
.
Noi
sappiamo
che
a
determinare
questo
movimento
il
nostro
giornale
ha
non
poco
contribuito
.
In
esso
la
questione
è
stata
esaminata
da
un
punto
di
vista
teorico
e
generale
,
non
solo
,
ma
sono
stati
raccolti
ed
esposti
i
risultati
delle
esperienze
di
altri
paesi
,
per
fornire
gli
elementi
per
lo
studio
delle
applicazioni
pratiche
.
Noi
sappiamo
però
che
l
'
opera
nostra
ha
avuto
un
valore
in
quanto
essa
ha
soddisfatto
un
bisogno
,
ha
favorito
il
concretarsi
di
un
'
aspirazione
che
era
latente
nella
coscienza
delle
masse
lavoratrici
.
Per
questo
così
rapidamente
ci
siamo
intesi
,
per
questo
così
sicuramente
si
è
potuto
passare
dalla
discussione
alla
realizzazione
.
Il
bisogno
,
l
'
aspirazione
da
cui
trae
la
sua
origine
il
movimento
rinnovatore
dell
'
organizzazione
operaia
da
voi
iniziato
,
sono
,
crediamo
noi
,
nelle
cose
stesse
,
sono
una
conseguenza
diretta
del
punto
cui
è
giunto
,
nel
suo
sviluppo
,
l
'
organismo
sociale
ed
economico
basato
sull
'
appropriazione
privata
dei
mezzi
di
scambio
e
di
produzione
.
Oggigiorno
l
'
operaio
dell
'
officina
e
il
contadino
delle
campagne
,
il
minatore
inglese
e
il
mugik
russo
,
i
lavoratori
tutti
del
mondo
intero
,
in
modo
più
o
meno
sicuro
,
sentono
in
modo
più
o
meno
diretto
quella
verità
che
gli
uomini
di
studio
avevano
previsto
,
e
di
cui
vengono
acquistando
certezza
sempre
maggiore
,
quando
osservano
gli
eventi
di
questo
periodo
della
storia
dell
'
umanità
:
siamo
giunti
al
punto
in
cui
la
classe
lavoratrice
,
se
vuole
non
venir
meno
al
compito
di
ricostruzione
che
è
nei
suoi
fatti
e
nella
sua
volontà
,
deve
incominciare
a
ordinarsi
in
modo
positivo
e
adeguato
al
fine
da
raggiungere
.
E
se
è
vero
che
la
società
nuova
sarà
basata
sul
lavoro
e
sul
coordinamento
delle
energie
dei
produttori
,
i
luoghi
dove
si
lavora
,
dove
i
produttori
vivono
e
operano
in
comune
,
saranno
domani
i
centri
dell
'
organismo
sociale
e
dovranno
prendere
il
posto
degli
enti
direttivi
della
società
odierna
.
Come
,
nei
primi
tempi
della
lotta
operaia
,
l
'
organizzazione
per
mestiere
era
quella
che
meglio
si
prestava
agli
scopi
di
difesa
,
alle
necessità
delle
battaglie
per
il
miglioramento
economico
e
disciplinare
immediato
,
così
oggi
,
che
incominciano
a
delinearsi
e
sempre
maggior
consistenza
vengono
prendendo
nelle
menti
degli
operai
gli
scopi
ricostruttivi
,
è
necessario
sorga
accanto
e
in
sostegno
della
prima
,
una
organizzazione
per
fabbrica
,
vera
scuola
delle
capacità
ricostruttive
dei
lavoratori
.
La
massa
operaia
deve
prepararsi
effettivamente
all
'
acquisto
della
completa
padronanza
di
se
stessa
,
e
il
primo
passo
su
questa
via
sta
nel
suo
più
saldo
disciplinarsi
,
nell
'
officina
,
in
modo
autonomo
,
spontaneo
e
libero
.
Né
si
può
negare
che
la
disciplina
che
col
nuovo
sistema
verrà
instaurata
condurrà
a
un
miglioramento
della
produzione
,
ma
questo
non
è
altro
che
il
verificarsi
di
una
tesi
del
socialismo
:
quanto
più
le
forze
produttive
umane
,
emancipandosi
dalla
schiavitù
cui
il
capitalismo
le
vorrebbe
per
sempre
condannate
,
prendono
coscienza
di
sé
,
si
liberano
e
liberamente
si
organizzano
,
tanto
migliore
tende
a
diventare
il
modo
della
loro
utilizzazione
:
l
'
uomo
lavorerà
sempre
meglio
dello
schiavo
.
A
coloro
poi
che
obiettano
che
in
questo
modo
si
viene
a
collaborare
con
i
nostri
avversari
,
con
i
proprietari
delle
aziende
,
noi
rispondiamo
che
invece
questo
è
l
'
unico
mezzo
di
dominio
,
perché
la
classe
operaia
concepisce
la
possibilità
di
fare
da
sé
e
di
fare
bene
:
anzi
,
essa
acquista
di
giorno
in
giorno
più
chiara
la
certezza
di
essere
sola
capace
di
salvare
il
mondo
intiero
dalla
rovina
e
dalla
desolazione
.
Perciò
ogni
azione
che
voi
imprenderete
,
ogni
battaglia
che
sarà
data
sotto
la
vostra
guida
sarà
illuminata
dalla
luce
del
fine
ultimo
che
è
negli
animi
e
nelle
intenzioni
di
tutti
voi
.
Un
grandissimo
valore
acquisteranno
quindi
anche
gli
atti
apparentemente
di
poca
importanza
nei
quali
si
esplicherà
il
mandato
a
voi
conferito
.
Eletti
da
una
maestranza
nella
quale
sono
ancora
numerosi
gli
elementi
disorganizzati
,
vostra
prima
cura
sarà
certamente
quella
di
farli
entrare
nelle
file
dell
'
organizzazione
,
opera
che
del
resto
vi
sarà
facilitata
dal
fatto
che
essi
troveranno
in
voi
chi
sarà
sempre
pronto
a
difenderli
,
a
guidarli
,
ad
avviarli
alla
vita
della
fabbrica
.
Voi
mostrerete
loro
con
l
'
esempio
che
la
forza
dell
'
operaio
è
tutta
nell
'
unione
e
nella
solidarietà
coi
suoi
compagni
.
Così
pure
a
voi
spetterà
l
'
invigilare
affinché
nei
reparti
vengano
rispettate
le
regole
di
lavoro
fissate
dalle
federazioni
di
mestiere
e
accettate
nei
concordati
,
poiché
in
questo
campo
anche
una
lieve
deroga
ai
principi
stabiliti
può
talora
costituire
una
offesa
grave
ai
diritti
e
alla
personalità
dell
'
operaio
,
di
cui
voi
sarete
rigidi
e
tenaci
difensori
e
custodi
.
E
siccome
in
mezzo
agli
operai
e
al
lavoro
voi
stessi
vivrete
di
continuo
,
potrete
essere
in
grado
di
conoscere
le
modificazioni
imposte
dal
progresso
tecnico
della
produzione
e
dalla
progredita
coscienza
e
capacità
dei
lavoratori
stessi
.
In
questo
modo
si
verrà
costituendo
un
costume
di
officina
,
germe
primo
della
vera
ed
effettiva
legislazione
del
lavoro
,
cioè
delle
leggi
che
i
produttori
elaboreranno
e
daranno
a
sé
stessi
.
Noi
siamo
certi
che
l
'
importanza
di
questo
fatto
non
vi
sfugge
,
che
esso
è
evidente
davanti
alle
menti
di
tutte
le
maestranze
che
con
prontezza
ed
entusiasmo
hanno
compreso
il
valore
e
il
significato
dell
'
opera
che
voi
vi
proponete
di
fare
:
si
inizia
l
'
intervento
attivo
nel
campo
tecnico
e
in
quello
disciplinare
,
delle
forze
stesse
del
lavoro
.
Nel
campo
tecnico
voi
potrete
da
un
lato
compiere
un
utilissimo
lavoro
informativo
,
raccogliendo
dati
e
materiali
preziosi
sia
per
le
federazioni
di
mestiere
che
per
gli
enti
centrali
e
direttive
delle
nuove
organizzazioni
di
officina
.
Voi
curerete
inoltre
che
gli
operai
del
reparto
acquistino
una
sempre
maggiore
capacità
,
e
farete
sparire
i
meschini
sentimenti
di
gelosia
professionale
che
ancora
li
fanno
essere
divisi
e
discordi
;
li
allenerete
così
per
il
giorno
in
cui
,
dovendo
lavorare
non
più
per
il
padrone
ma
per
sé
,
sarà
loro
necessario
essere
uniti
e
solidali
,
per
accrescere
la
forza
del
grande
esercito
proletario
,
di
cui
essi
sono
le
cellule
prime
.
Perché
non
potreste
far
sorgere
,
nell
'
officina
stessa
,
appositi
reparti
di
istruzione
,
vere
scuole
professionali
,
ove
ogni
operaio
,
sollevandosi
dalla
fatica
che
abbruttisce
,
possa
aprire
la
mente
alla
conoscenza
dei
processi
di
produzione
,
e
migliorare
se
stesso
?
Certamente
,
per
fare
tutto
ciò
sarà
necessaria
della
disciplina
,
ma
la
disciplina
che
voi
richiederete
alla
massa
operaia
sarà
ben
diversa
da
quella
che
il
padrone
imponeva
e
pretendeva
,
forte
del
diritto
di
proprietà
che
costituisce
a
lui
una
posizione
di
privilegio
.
Voi
sarete
forti
di
un
altro
diritto
,
quello
del
lavoro
che
dopo
essere
stato
per
secoli
strumento
nelle
mani
dei
suoi
sfruttatori
oggi
vuole
redimersi
,
vuole
dirigersi
da
se
stesso
.
Il
vostro
potere
,
opposto
a
quello
dei
padroni
e
dei
suoi
ufficiali
,
rappresenterà
di
fronte
alle
forze
del
passato
,
le
libere
forze
dell
'
avvenire
,
che
attendono
la
loro
ora
,
e
la
preparano
,
sapendo
che
essa
sarà
l
'
ora
della
redenzione
da
ogni
schiavitù
.
E
così
gli
organi
centrali
che
sorgeranno
per
ogni
gruppo
di
reparti
,
per
ogni
gruppo
di
fabbriche
,
per
ogni
città
,
per
ogni
regione
,
fino
ad
un
supremo
Consiglio
operaio
nazionale
,
proseguiranno
,
allargheranno
,
intensificheranno
l
'
opera
di
controllo
,
di
preparazione
e
di
ordinamento
della
classe
intiera
a
scopi
di
conquista
e
di
governo
.
Il
cammino
non
sarà
breve
,
né
facile
,
lo
sappiamo
:
molte
difficoltà
sorgeranno
e
vi
saranno
opposte
,
e
per
superarle
occorrerà
fare
uso
di
grande
abilità
,
occorrerà
forse
talora
fare
appello
alla
forza
della
classe
organizzata
,
occorrerà
sempre
essere
animati
e
spinti
all
'
azione
da
una
grande
fede
,
ma
quello
che
più
importa
,
o
compagni
,
è
che
gli
operai
,
sotto
la
guida
vostra
e
di
coloro
che
vi
imiteranno
,
acquistino
la
viva
certezza
di
camminare
ormai
,
sicuri
della
meta
,
sulla
grande
via
dell
'
avvenire
.
StampaPeriodica ,
L
'
officina
metallurgica
Brevetti
-
Fiat
-
prima
in
Italia
-
ha
costituito
il
Consiglio
dei
commissari
di
fabbrica
.
E
'
la
prima
realizzazione
concreta
di
una
tesi
sostenuta
dall
'
"
Ordine
Nuovo
"
;
l
'
avvenimento
,
che
ha
colmato
di
entusiasmo
e
di
fervore
attivo
gli
animi
di
quei
nostri
compagni
operai
,
appartiene
quindi
,
un
po
'
,
anche
a
noi
.
Rapidamente
l
'
esempio
si
moltiplicherà
nelle
officine
torinesi
:
la
massa
operaia
sente
di
aver
iniziato
l
'
attuazione
di
una
esperienza
sindacale
assolutamente
nuova
in
Italia
,
di
aver
trovato
la
possibilità
,
coi
suoi
propri
mezzi
e
i
suoi
propri
fini
di
classe
oppressa
e
sfruttata
,
di
crearsi
gli
strumenti
più
idonei
per
determinare
una
perfetta
coesione
della
classe
lavoratrice
,
gli
strumenti
più
idonei
per
realizzare
,
già
fin
d
'
ora
,
l
'
autogoverno
della
massa
,
di
aver
iniziato
,
come
appunto
disse
un
operaio
della
Brevetti
,
la
marcia
"
nella
"
rivoluzione
e
non
più
verso
la
rivoluzione
.
La
costituzione
del
Consiglio
avvenne
con
una
rapidità
e
una
disciplina
mirabili
,
sebbene
si
trattasse
di
una
prima
esperienza
:
prova
di
quanto
i
metodi
proletari
della
delegazione
di
funzioni
siano
superiori
in
sé
ai
metodi
parlamentari
propri
della
borghesia
.
Le
elezioni
avvennero
senza
che
si
interrompesse
il
lavoro
della
produzione
industriale
,
e
anche
per
questo
lato
gli
operai
dimostrarono
la
superiorità
dei
loro
sistemi
sui
sistemi
borghesi
:
le
lezioni
borghesi
sono
una
fiera
di
vanità
,
il
trionfo
della
demagogia
,
della
gazzarra
,
delle
più
basse
passioni
;
le
elezioni
d
'
officina
avvengono
semplicemente
come
riflesso
del
lavoro
,
tra
l
'
immane
ansare
di
tutto
l
'
apparato
industriale
di
produzione
,
e
gli
operai
,
che
non
si
staccano
dall
'
opera
loro
creatrice
,
conservano
tutta
la
purezza
del
carattere
,
e
il
loro
voto
è
anch
'
esso
una
produzione
,
è
anch
'
esso
un
momento
dell
'
attività
creatrice
,
perché
riassumendo
in
pochi
una
funzione
necessaria
della
vita
sociale
degli
individui
,
determina
un
risparmio
di
energie
,
una
concentrazione
armonica
e
potente
degli
sforzi
rivolti
al
fine
di
trionfare
nella
lotta
di
classe
fino
al
raggiungimento
dello
scopo
massimo
:
la
liberazione
del
lavoro
dalla
schiavitù
del
capitale
.
Alla
costituzione
del
Consiglio
di
fabbrica
parteciparono
tutti
gli
operai
della
Brevetti
(
su
circa
2000
operai
si
verificarono
appena
tre
o
quattro
astensioni
)
,
organizzati
e
disorganizzati
:
i
commissari
risultarono
tutti
eletti
fra
gli
organizzati
(
eccetto
uno
che
si
è
dimesso
)
.
Le
elezioni
avvennero
per
reparto
,
e
,
in
ogni
reparto
,
per
lavorazione
,
in
modo
che
ogni
mestiere
ha
i
suoi
commissari
capaci
e
competenti
.
Ricordiamo
i
loro
nomi
,
i
nomi
dei
primi
deputati
operai
eletti
direttamente
dalla
massa
proletaria
,
coi
suoi
propri
metodi
,
nel
suo
dominio
specifico
,
il
dominio
del
lavoro
:
REPARTO
UTILENSERIA
-
Torneria
:
Pacotto
;
Macchine
:
Baudino
;
Aggiustatori
:
Micheletto
;
Manutenzione
:
Aghemo
.
REPARTO
TORNERIA
-
Griffa
,
Leone
,
Scicchetto
,
Norgia
,
Franco
.
REPARTO
BRONZERIA
-
Torneria
:
Garello
,
Ghisio
;
Frese
:
Fasce
;
Trapani
:
Montano
;
Torni
assi
:
Bassi
,
De
Prosperi
,
Canale
.
REPARTO
PREPARAZIONE
MONTAGGIO
-
Rettifiche
:
Orecchia
;
Frese
:
Fracchia
,
Brusotto
;
Trapani
:
Magnetti
,
Bodo
;
taglio
ruote
:
Tosatto
.
REPARTO
CALDERAI
-
Regis
,
Graziano
.
REPARTO
FONDERIA
-
Bertolone
,
Perone
,
Audino
.
LAVORAZIONI
AGGIUNTE
-
Collaudo
:
Etipe
;
Bolloneria
:
Baldo
;
Sbavatori
:
Primo
;
Alesatrici
:
Castagna
;
Magazzino
:
Longhi
.
StampaPeriodica ,
La
concentrazione
capitalistica
,
determinata
dal
modo
di
produzione
,
produce
una
corrispondente
concentrazione
di
masse
umane
lavoratrici
.
In
questo
fatto
bisogna
cercare
l
'
origine
di
tutte
le
tesi
rivoluzionarie
del
marxismo
,
bisogna
cercare
le
condizioni
del
costume
nuovo
proletario
,
dell
'
ordine
nuovo
comunista
destinato
a
sostituire
il
costume
borghese
,
il
disordine
capitalistico
generato
dalla
libera
concorrenza
e
dalla
lotta
di
classe
.
Nella
sfera
dell
'
attività
generale
capitalistica
,
anche
il
lavoratore
opera
sul
piano
della
libera
concorrenza
,
è
un
individuo
-
cittadino
.
Ma
le
condizioni
di
partenza
della
lotta
non
sono
uguali
per
tutti
,
nello
stesso
tempo
:
l
'
esistenza
della
proprietà
privata
pone
la
minoranza
sociale
in
condizioni
di
privilegio
,
rende
impari
la
lotta
.
Il
lavoratore
è
continuamente
esposto
ai
rischi
più
micidiali
:
la
sua
vita
stessa
elementare
,
la
sua
cultura
,
la
vita
e
l
'
avvenire
della
sua
famiglia
sono
esposti
ai
contraccolpi
bruschi
delle
variazioni
del
mercato
del
lavoro
.
Il
lavoratore
tenta
allora
di
uscire
dalla
sfera
della
concorrenza
e
dell
'
individualismo
.
Il
principio
associativo
e
solidaristico
diventa
essenziale
della
classe
lavoratrice
,
muta
la
psicologia
e
i
costumi
degli
operai
e
contadini
.
Sorgono
istituti
e
organi
nei
quali
questo
principio
si
incarna
;
sulla
base
di
essi
si
inizia
il
processo
di
sviluppo
storico
che
conduce
al
comunismo
dei
mezzi
di
produzione
e
di
scambio
.
L
'
associazionismo
può
e
deve
essere
assunto
come
il
fatto
essenziale
della
rivoluzione
proletaria
.
Dipendentemente
da
questa
tendenza
storica
sono
sorti
nel
periodo
precedente
all
'
attuale
(
che
possiamo
chiamare
periodo
della
I
e
II
Internazionale
o
periodo
di
reclutamento
)
e
si
sono
sviluppati
i
Partiti
socialisti
e
i
sindacati
professionali
.
Lo
sviluppo
di
queste
istituzioni
proletarie
e
di
tutto
il
movimento
proletario
in
genere
non
fu
però
autonomo
,
non
ubbidiva
a
leggi
proprie
immanenti
nella
vita
e
nella
esperienza
storica
della
classe
lavoratrice
sfruttata
.
Le
leggi
della
storia
erano
dettate
dalla
classe
proprietaria
organizzata
nello
Stato
.
Lo
Stato
è
sempre
stato
il
protagonista
della
storia
,
perché
nei
suoi
organi
si
accentra
la
potenza
della
classe
proprietaria
,
nello
Stato
la
classe
proprietaria
si
disciplina
e
si
compone
in
unità
,
sopra
i
dissidi
e
i
cozzi
della
concorrenza
,
per
mantenere
intatta
la
condizione
di
privilegio
nella
fase
suprema
della
concorrenza
stessa
:
la
lotta
di
classe
per
il
potere
,
per
la
preminenza
nella
direzione
e
nel
disciplinamento
della
società
.
In
questo
periodo
il
movimento
proletario
fu
solo
una
funzione
della
libera
concorrenza
capitalistica
.
Le
istituzioni
proletarie
dovettero
assumere
una
forma
non
per
legge
interna
,
ma
per
legge
esterna
,
sotto
la
pressione
formidabile
di
avvenimenti
e
di
coercizioni
dipendenti
dalla
concorrenza
capitalistica
.
Da
ciò
hanno
tratto
origine
gli
intimi
conflitti
,
le
deviazioni
,
i
tentennamenti
,
i
compromessi
che
caratterizzano
tutto
il
periodo
di
vita
del
movimento
proletario
precedente
all
'
attuale
,
e
che
hanno
culminato
nella
bancarotta
della
II
Internazionale
.
Alcune
correnti
del
movimento
socialista
e
proletario
avevano
posto
esplicitamente
come
fatto
essenziale
della
rivoluzione
l
'
organizzazione
operaia
di
mestiere
,
e
su
questa
base
fondavano
la
loro
propaganda
e
la
loro
azione
.
Il
movimento
sindacalista
parve
,
per
un
momento
,
essere
il
vero
interprete
del
marxismo
,
vero
interprete
della
verità
.
L
'
errore
del
sindacalismo
consiste
in
ciò
:
nell
'
assumere
come
fatto
permanente
,
come
forma
perenne
dell
'
associazionismo
,
il
sindacato
professionale
nella
forma
e
con
le
funzioni
attuali
,
che
sono
imposte
e
non
proposte
,
e
quindi
non
possono
avere
una
linea
costante
e
prevedibile
di
sviluppo
.
Il
sindacalismo
,
che
si
presentò
come
iniziatore
di
una
tradizione
liberista
"
spontaneista
"
,
è
stato
in
verità
uno
dei
tanti
camuffamenti
dello
spirito
giacobino
e
astratto
.
Da
ciò
gli
errori
della
corrente
sindacalista
,
che
non
riuscì
a
sostituire
il
Partito
socialista
nel
compito
di
educare
alla
rivoluzione
la
classe
lavoratrice
.
Gli
operai
e
i
contadini
sentivano
che
,
per
tutto
il
periodo
in
cui
la
classe
proletaria
e
lo
Stato
democratico
-
parlamentare
dettano
le
leggi
della
storia
,
ogni
tentativo
d
'
evasione
dalla
sfera
di
queste
leggi
è
inane
e
ridicolo
.
E
'
certo
che
nella
configurazione
generale
assunta
dalla
società
colla
produzione
industriale
,
ogni
uomo
può
attivamente
partecipare
alla
vita
e
modificare
l
'
ambiente
solo
in
quanto
opera
come
individuo
cittadino
,
membro
dello
Stato
democratico
-
parlamentare
.
L
'
esperienza
liberale
non
è
vana
e
non
può
essere
superata
se
non
dopo
averla
fatta
.
L
'
apoliticismo
degli
apolitici
fu
solo
una
degenerazione
della
politica
:
negare
e
combattere
lo
Stato
è
fatto
politico
tanto
quanto
inserirsi
nell
'
attività
generale
storica
che
si
unifica
nel
Parlamento
e
nei
comuni
,
istituzioni
popolari
dello
Stato
.
Varia
la
qualità
del
fatto
politico
:
i
sindacalisti
lavorano
fuori
dalla
realtà
,
e
quindi
la
loro
politica
era
fondamentalmente
errata
;
i
socialisti
parlamentaristi
lavoravano
nell
'
intimo
delle
cose
,
potevano
sbagliare
(
commisero
anzi
molti
e
pesanti
sbagli
)
ma
non
errarono
nel
senso
della
loro
azione
e
perciò
trionfarono
nella
"
concorrenza
"
;
le
grandi
masse
,
quelle
che
con
il
loro
intervento
modificano
obiettivamente
i
rapporti
sociali
,
si
organizzarono
intorno
al
Partito
socialista
.
Nonostante
tutti
gli
sbagli
e
le
manchevolezze
,
il
Partito
riuscì
,
in
ultima
analisi
,
nella
sua
missione
:
far
diventare
qualcosa
il
proletariato
che
prima
era
nulla
,
dargli
una
consapevolezza
,
dare
al
movimento
di
liberazione
un
senso
diritto
e
vitale
che
corrispondeva
,
nelle
linee
generali
,
al
processo
di
sviluppo
storico
della
società
umana
.
Lo
sbaglio
più
grave
del
movimento
socialista
è
stato
di
natura
simile
a
quello
dei
sindacalisti
.
Partecipando
all
'
attività
generale
della
società
umana
nello
Stato
,
i
socialisti
dimenticarono
che
la
loro
posizione
doveva
mantenersi
essenzialmente
di
critica
,
di
antitesi
.
Si
lasciarono
assorbire
dalla
realtà
,
non
la
dominarono
.
I
comunisti
marxisti
devono
caratterizzarsi
per
una
psicologia
che
possiamo
chiamare
"
maieutica
"
(
metodo
di
interrogare
l
'
interlocutore
per
aiutarlo
a
mettere
in
luce
il
suo
pensiero
)
.
La
loro
azione
non
è
di
abbandono
al
corso
degli
avvenimenti
determinati
dalle
leggi
della
concorrenza
borghese
,
ma
di
aspettazione
critica
.
La
storia
è
un
continuo
farsi
,
è
quindi
essenzialmente
imprevedibile
.
Ma
ciò
non
significa
che
"
tutto
"
sia
imprevedibile
nel
farsi
della
storia
,
che
cioè
la
storia
sia
dominio
dell
'
arbitrio
e
del
capriccio
irresponsabile
.
La
storia
è
insieme
libertà
e
necessità
.
Le
istituzioni
,
nel
cui
sviluppo
e
nella
cui
attività
la
storia
si
incarna
,
sono
sorte
e
si
mantengono
perché
hanno
un
compito
e
una
missione
da
realizzare
.
Sono
sorte
e
si
sono
sviluppate
determinate
condizioni
obiettive
di
produzione
dei
beni
materiali
e
di
consapevolezza
spirituale
degli
uomini
.
Se
queste
condizioni
obiettive
,
che
per
la
loro
natura
meccanica
sono
commensurabili
quasi
matematicamente
,
mutano
,
muta
anche
la
somma
di
rapporti
che
regolano
e
informano
la
società
umana
,
muta
il
grado
di
consapevolezza
degli
uomini
;
la
configurazione
sociale
si
trasforma
,
le
istituzioni
tradizionali
si
immiseriscono
,
sono
adeguate
al
loro
compito
,
diventano
ingombranti
e
micidiali
.
Se
nel
farsi
della
storia
l
'
intelligenza
fosse
incapace
a
togliere
un
ritmo
,
a
stabilire
un
processo
,
la
vita
della
civiltà
sarebbe
impossibile
:
il
genio
politico
si
riconosce
appunto
da
questa
capacità
di
impadronirsi
del
maggior
numero
possibile
di
termini
concreti
necessari
e
sufficienti
per
fissare
un
processo
di
sviluppo
e
della
capacità
quindi
di
anticipare
il
futuro
prossimo
e
remoto
e
sulla
linea
di
questa
intuizione
impostare
l
'
attività
di
uno
Stato
,
arrischiare
la
fortuna
di
un
popolo
.
In
questo
senso
Carlo
Marx
è
stato
di
gran
lunga
il
più
grande
dei
geni
politici
contemporanei
.
I
socialisti
hanno
,
supinamente
spesso
,
accertato
la
realtà
storica
prodotto
dell
'
iniziativa
capitalistica
;
sono
caduti
nell
'
errore
di
psicologia
degli
economisti
liberali
:
credere
alla
perpetuità
delle
istituzioni
dello
Stato
democratico
,
alla
loro
fondamentale
perfezione
.
Secondo
loro
la
forma
delle
istituzioni
democratiche
può
essere
corretta
,
qua
e
là
ritoccata
,
ma
deve
essere
rispettata
fondamentalmente
.
Un
esempio
di
questa
psicologia
angustamente
vanitosa
è
data
dal
giudizio
minossico
di
Filippo
Turati
,
secondo
il
quale
il
parlamento
sta
al
Soviet
come
la
città
all
'
orda
barbarica
.
Da
questa
errata
concezione
del
divenire
storico
,
dalla
pratica
annosa
del
compromesso
e
da
una
tattica
"
cretinamente
"
parlamentarista
,
nasce
la
formula
odierna
sulla
"
conquista
dello
Stato
"
.
Noi
siamo
persuasi
,
dopo
le
esperienze
rivoluzionarie
della
Russia
,
dell
'
Ungheria
e
della
Germania
,
che
lo
Stato
socialista
non
può
incarnarsi
nelle
istituzioni
dello
Stato
capitalista
,
ma
è
una
creazione
fondamentalmente
nuova
per
rispetto
ad
esse
,
se
non
per
rispetto
alla
storia
del
proletariato
.
Le
istituzioni
dello
Stato
capitalista
sono
organizzate
ai
fini
della
libera
concorrenza
:
non
basta
mutare
il
personale
per
indirizzare
in
un
altro
senso
la
loro
attività
.
Lo
Stato
socialista
non
è
ancora
il
comunismo
,
cioè
l
'
instauramento
di
una
pratica
e
di
un
costume
economico
solidaristico
,
ma
è
lo
Stato
di
transizione
che
ha
il
compito
di
sopprimere
la
concorrenza
con
la
soppressione
della
proprietà
privata
,
delle
classi
,
delle
economie
nazionali
:
questo
compito
non
può
essere
attuato
dalla
democrazia
parlamentare
.
La
formula
"
conquista
dello
Stato
"
deve
essere
intesa
in
questo
senso
:
creazione
di
un
nuovo
tipo
di
Stato
,
generato
dalla
esperienza
associativa
della
classe
proletaria
,
e
sostituzione
di
esso
allo
Stato
democratico
-
parlamentare
.
E
qui
ritorniamo
al
punto
di
partenza
.
Abbiamo
detto
che
le
istituzioni
del
movimento
socialista
e
proletario
del
periodo
precedente
all
'
attuale
,
non
si
sono
sviluppate
autonomamente
,
ma
come
risultato
della
configurazione
generale
della
società
umana
dominata
dalle
leggi
sovrane
del
capitalismo
.
La
guerra
ha
capovolto
la
situazione
strategica
della
lotta
di
classe
.
I
capitalisti
hanno
perduto
la
preminenza
;
la
loro
libertà
è
limitata
;
il
loro
potere
è
annullato
.
La
concentrazione
capitalistica
è
arrivata
al
massimo
sviluppo
consentitole
,
realizzando
il
monopolio
mondiale
della
produzione
e
degli
scambi
.
La
corrispondente
concentrazione
delle
masse
lavoratrici
ha
dato
una
potenza
inaudita
alla
classe
proletaria
rivoluzionaria
.
Le
istituzioni
tradizionali
del
movimento
sono
diventate
incapaci
a
contenere
tanto
rigoglio
di
vita
rivoluzionaria
.
La
loro
stessa
forma
è
inadeguata
al
disciplinamento
delle
forze
inseritesi
nel
processo
storico
consapevole
.
Esse
non
sono
morte
.
Nate
come
funzione
della
libera
concorrenza
,
devono
continuare
a
sussistere
fino
alla
soppressione
di
ogni
residuo
di
concorrenza
,
fino
alla
completa
espressione
delle
classi
e
dei
partiti
,
fino
alla
fusione
delle
dittature
proletarie
nazionali
nell
'
Internazionale
comunista
.
Ma
accanto
ad
esse
devono
sorgere
e
svilupparsi
istituzioni
di
tipo
nuovo
,
di
tipo
statale
,
che
appunto
sostituiranno
le
istituzioni
private
e
pubbliche
dello
Stato
democratico
parlamentare
.
Istituzioni
che
sostituiscano
la
persona
del
capitalista
nelle
funzioni
amministrative
e
nel
potere
industriale
,
e
realizzino
l
'
autonomia
del
produttore
nella
fabbrica
;
istituzioni
capaci
di
assumere
il
potere
direttivo
di
tutte
le
funzioni
inerenti
al
complesso
sistema
di
rapporti
di
produzione
e
di
scambio
che
legano
i
reparti
di
una
fabbrica
tra
di
loro
,
costituendo
l
'
unità
economica
elementare
,
che
legano
le
varie
attività
dell
'
industria
agricola
,
che
per
piani
orizzontali
e
verticali
devono
costituire
l
'
armonioso
edifizio
della
economia
nazionale
ed
internazionale
,
liberato
dalla
tirannia
ingombrante
e
parassitaria
dei
privati
proprietari
.
Ma
la
spinta
e
l
'
entusiasmo
rivoluzionario
sono
stati
più
fervidi
nel
proletariato
dell
'
Europa
occidentale
.
Ma
ci
pare
che
alla
coscienza
lucida
ed
esatta
del
fine
non
si
accompagni
una
coscienza
altrettanto
lucida
ed
esatta
dei
mezzi
idonei
,
nel
momento
attuale
,
al
raggiungimento
del
fine
stesso
.
Si
è
ormai
radicata
la
convinzione
nelle
masse
che
lo
Stato
proletario
è
incarnato
in
un
sistema
di
Consigli
di
operai
,
contadini
e
soldati
.
Non
si
è
ancora
formata
una
concezione
tattica
che
assicuri
obiettivamente
la
creazione
di
questo
Stato
.
E
'
necessario
perciò
creare
fin
d
'
ora
una
rete
di
istituzioni
proletarie
,
radicate
nella
coscienza
delle
grandi
masse
,
sicura
della
disciplina
e
della
fedeltà
permanente
delle
grandi
masse
,
nelle
quali
la
classe
degli
operai
e
dei
contadini
,
nella
sua
totalità
,
assuma
una
forma
ricca
di
dinamismo
e
di
possibilità
di
sviluppo
.
E
'
certo
che
se
oggi
,
nelle
condizioni
attuali
di
organizzazione
proletaria
,
un
movimento
di
masse
si
verificasse
con
carattere
rivoluzionario
,
i
risultati
si
consoliderebbero
in
una
pura
correzione
formale
dello
Stato
democratico
,
si
risolverebbero
in
un
aumento
di
potere
della
Camera
dei
deputati
(
attraverso
una
assemblea
costituente
)
e
nella
assunzione
al
potere
dei
socialisti
pasticcioni
anticomunisti
.
L
'
esperienza
germanica
e
austriaca
deve
insegnare
qualcosa
.
Le
forze
dello
Stato
democratico
e
della
classe
capitalistica
sono
ancora
immense
:
non
bisogna
dissimularsi
che
il
capitalismo
si
regge
specialmente
per
l
'
opera
dei
suoi
sicofanti
e
dei
suoi
lacchè
,
e
la
semenza
di
tale
genia
non
è
certo
sparita
.
La
creazione
dello
Stato
proletario
non
è
,
insomma
,
un
atto
taumaturgico
:
è
anch
'
essa
un
farsi
,
è
un
processo
di
sviluppo
.
Presuppone
un
lavoro
preparatorio
di
sistemazione
e
di
propaganda
.
Bisogna
dare
maggiori
poteri
alle
istituzioni
proletarie
di
fabbrica
già
esistenti
,
farne
sorgere
di
simili
nei
villaggi
,
ottenere
che
gli
uomini
che
le
compongono
siano
dei
comunisti
consapevoli
della
missione
rivoluzionaria
che
l
'
istituzione
deve
assolvere
.
Altrimenti
tutto
il
nostro
entusiasmo
,
tutta
la
fede
delle
masse
lavoratrici
non
riuscirà
ad
impedire
che
la
rivoluzione
si
componga
miseramente
in
un
nuovo
Parlamento
di
imbroglioni
,
di
fatui
e
di
irresponsabili
,
e
che
nuovi
e
più
spaventosi
sacrifizi
siano
resi
necessari
per
l
'
avvento
dello
Stato
dei
proletari
.
StampaPeriodica ,
Dal
senatore
Giovanni
Gentile
,
che
è
l
'
unico
interprete
autorizzato
del
pensiero
di
Farinacci
,
riceviamo
la
seguente
lettera
:
Caro
Becco
Giallo
,
Da
qualche
tempo
,
sovraccarico
di
cure
soloniche
ed
enciclopediche
,
ho
trascurato
di
confortare
con
nuove
prove
la
mia
tesi
storica
,
accolta
con
tanto
favore
da
cotesto
giornale
,
della
diretta
filiazione
del
fascismo
dal
Risorgimento
italiano
.
Non
si
creda
però
che
io
l
'
abbia
abbandonata
:
anzi
,
a
nuova
conferma
,
mi
si
consenta
di
illustrare
con
testi
del
Risorgimento
la
recente
proposta
dell
'
on
.
Farinacci
,
che
si
drizzino
finalmente
le
forche
nelle
piazze
d
'
Italia
.
Il
testo
principale
è
un
'
ode
di
Vittorio
Zubriani
,
dal
titolo
"
Inno
al
canape
.
"
In
coscienza
,
non
potei
sostenere
che
Farinacci
ne
fosse
già
a
conoscenza
quando
lanciava
la
sua
proposta
;
ma
i
genii
mistici
di
questa
nostra
età
profondamente
religiosa
hanno
chi
la
virtù
profetica
(
come
Michelino
Bianchi
)
,
chi
la
divinazione
(
come
Farinacci
)
.
Ed
ecco
,
senz
'
altri
preamboli
il
nocciolo
dell
'
inno
:
Pugna
il
filantropo
pei
disumani
e
contro
l
'
uman
genere
,
coi
sofismi
scalzando
il
patibolo
pietra
angolare
del
civil
consorzio
,
baluardo
dei
Regni
in
pericolo
,
altar
de
la
giustizia
.
Mannaia
e
canape
,
sommi
argomenti
,
in
piedi
e
in
auge
serbano
leggi
e
costumi
...
Si
noti
:
mannaia
e
canape
:
invece
il
nostro
Farinacci
si
accontenta
del
solo
canape
;
ma
c
'
è
posto
per
gli
ulteriori
sviluppi
della
rivoluzione
.
E
gustate
questo
impeto
lirico
,
che
sa
d
'
Imbriani
,
assai
più
che
di
Carducci
,
il
poeta
commosso
della
storia
:
O
ferrei
spiriti
d
'
un
tempo
!
o
degni
esempli
!
o
sante
storie
!
Carlo
Quinto
a
le
forche
sberrettasi
...
Ed
ecco
un
gentile
episodio
:
Vuotar
le
carceri
solean
d
'
ospiti
i
papi
,
incoronandosi
.
Sisto
impone
che
,
invece
,
ne
impicchino
Quattro
a
Montecitorio
e
quattro
al
Popolo
,
mentre
il
rito
in
San
Pietro
si
celebra
:
arra
dei
suoi
propositi
.
Donde
segue
l
'
ammaestramento
:
Quest
'
egro
popolo
chirurgi
vuol
che
trattin
franco
il
bisturi
!
Né
quaterne
,
rinvilii
,
spettacoli
ad
ufo
,
imposte
miti
,
alti
salarii
ama
e
brama
al
par
d
'
aspra
giustizia
,
che
il
freni
e
che
l
'
emancipi
.
Prospera
,
o
canape
,
ricchezza
nostra
!
incarirai
!
Pronunzia
del
cancan
demagogico
il
termine
lo
stesso
apogeo
suo
...
Ilare
semini
canape
il
contadino
,
allegra
l
'
avola
fili
;
e
tessa
giuliva
la
giovane
;
lavori
lieto
il
funaiuol
;
preparino
,
conscie
braccia
del
fato
,
a
'
colpevoli
il
capestro
e
il
sudario
.
Ho
trascelto
gli
squarci
più
espressivi
;
ma
chi
desideri
conoscere
l
'
ode
integralmente
,
la
troverà
in
"
Studi
letterari
e
bizzarrie
satiriche
"
dell
'
Imbriani
,
a
cura
di
Benedetto
Croce
(
di
quel
Benedetto
Croce
che
ora
fa
l
'
antifascista
,
mentre
ha
preparato
finanche
i
sacri
testi
dell
'
era
nuova
!
)
.
Giovanni
Gentile
StampaPeriodica ,
10
giugno
.
L
'
on
.
Tittoni
ha
dimostrata
la
sua
fierezza
commemorando
un
libertario
pericoloso
:
Giovanni
Pascoli
.
Tittoni
è
il
vero
terrore
dei
morti
.
Vettori
,
se
non
scende
l
'
Aventino
,
si
annoia
.
Fate
una
discesa
per
il
povero
cieco
.
Sappiamo
che
la
guerra
fu
fatta
quando
era
ministro
Salandra
.
Per
la
guerra
civile
un
ministro
qualunque
basta
.
Casertano
è
ormai
anch
'
egli
Gran
Cordone
.
Se
lo
meritava
.
Giordana
e
Vettori
seguono
la
stessa
tattica
:
mostrano
le
ferite
riportate
in
polemica
"
da
tutte
e
due
le
parti
.
"
Vettori
parlerebbe
diversamente
se
capisse
che
qui
non
si
tratta
di
crisi
ministeriale
,
ma
d
'
una
crisi
morale
che
investe
tutta
la
nazione
.
Il
7
giugno
v
'
è
stata
una
grande
dimostrazione
fascista
.
StampaPeriodica ,
Un
problema
si
impone
oggi
assillante
a
ogni
socialista
che
senta
vivo
il
senso
della
responsabilità
storica
che
incombe
sulla
classe
lavoratrice
e
sul
Partito
che
della
missione
di
questa
classe
rappresenta
la
consapevolezza
critica
e
operante
.
Come
dominare
le
immense
forze
sociali
che
la
guerra
ha
scatenato
?
Come
disciplinarle
e
dar
loro
una
forma
politica
che
contenga
in
sé
la
virtù
di
svilupparsi
normalmente
,
di
integrarsi
continuamente
,
fino
a
diventare
l
'
ossatura
dello
Stato
socialista
nel
quale
si
incarnerà
la
dittatura
del
proletariato
?
Come
saldare
il
presente
all
'
avvenire
,
soddisfacendo
le
urgenti
necessità
del
presente
e
utilmente
lavorando
per
creare
e
"
anticipare
"
l
'
avvenire
?
Questo
scritto
vuole
essere
uno
stimolo
a
pensare
e
ad
operare
;
vuole
essere
un
invito
ai
migliori
e
più
consapevoli
operai
perché
riflettano
e
,
ognuno
nella
sfera
della
propria
competenza
e
della
propria
azione
,
collaborino
alla
soluzione
del
problema
,
facendo
convergere
sui
termini
di
esso
l
'
attenzione
dei
compagni
e
delle
associazioni
.
Solo
da
un
lavoro
comune
e
solidale
di
rischiaramento
,
di
persuasione
e
di
educazione
reciproca
nascerà
l
'
azione
concreta
di
costruzione
.
Lo
Stato
socialista
esiste
già
potenzialmente
negli
istituti
di
vita
sociale
caratteristici
della
classe
lavoratrice
sfruttata
.
Collegare
tra
di
loro
questa
istituti
,
coordinarli
e
subordinarli
in
una
gerarchia
di
competenze
e
di
poteri
,
accentrarli
fortemente
,
pur
rispettando
le
necessarie
autonomie
e
articolazioni
,
significa
creare
già
fin
d
'
ora
una
vera
e
propria
democrazia
operaia
,
in
contrapposizione
efficiente
ed
attiva
con
lo
Stato
borghese
,
preparata
già
fin
d
'
ora
a
sostituire
lo
Stato
borghese
in
tutte
le
sue
funzioni
essenziali
di
gestione
e
di
dominio
del
patrimonio
nazionale
.
Il
movimento
operaio
è
oggi
diretto
dal
Partito
socialista
e
dalla
Confederazione
del
Lavoro
;
ma
l
'
esercizio
del
potere
sociale
del
Partito
e
della
Confederazione
si
attua
,
per
la
grande
massa
lavoratrice
,
indirettamente
,
per
forza
di
prestigio
e
d
'
entusiasmo
,
per
pressione
autoritaria
,
per
inerzia
persino
.
La
sfera
di
prestigio
del
Partito
si
amplia
quotidianamente
,
attinge
strati
popolari
finora
inesplorati
,
suscita
consenso
e
desiderio
di
lavorare
proficuamente
per
l
'
avvento
del
comunismo
in
gruppi
e
individui
finora
assenti
dalla
lotta
politica
.
E
'
necessario
dare
una
forma
politica
e
una
disciplina
permanente
a
queste
energie
disordinate
e
caotiche
,
assorbirle
,
comporle
e
potenziarle
,
fare
della
classe
proletaria
e
semiproletaria
una
società
organizzata
che
si
educhi
,
che
si
faccia
una
esperienza
,
che
acquisti
una
consapevolezza
responsabile
dei
doveri
che
incombono
alle
classi
arrivate
al
potere
dello
Stato
.
Il
Partito
socialista
e
i
sindacati
professionali
non
possono
assorbire
tutta
la
classe
lavoratrice
,
che
attraverso
un
lavorio
di
anni
e
di
decine
di
anni
.
Essi
non
si
identificheranno
immediatamente
con
lo
Stato
proletario
;
nelle
Repubbliche
comuniste
infatti
essi
continuano
a
sussistere
indipendentemente
dallo
Stato
,
come
istituti
di
propulsione
(
il
Partito
)
o
di
controllo
e
di
realizzazione
parziale
(
i
sindacati
)
.
Il
Partito
deve
continuare
ad
essere
l
'
organo
di
educazione
comunista
,
il
focolare
della
fede
,
il
depositario
della
dottrina
,
il
potere
supremo
che
armonizza
e
conduce
alla
meta
le
forze
organizzate
e
disciplinate
della
classe
operaia
e
contadina
.
Appunto
per
svolgere
rigidamente
questo
suo
ufficio
,
il
Partito
non
può
spalancare
le
porte
all
'
invasione
di
nuovi
aderenti
,
non
abituati
all
'
esercizio
della
responsabilità
e
della
disciplina
.
Ma
la
vita
sociale
della
classe
lavoratrice
è
ricca
di
istituti
,
si
articola
in
molteplici
attività
.
Questi
istituti
e
queste
attività
bisogna
appunto
sviluppare
,
organizzare
complessivamente
,
collegare
in
un
sistema
vasto
e
agilmente
articolato
che
assorba
e
disciplini
l
'
intera
la
classe
lavoratrice
.
L
'
officina
con
le
sue
commissioni
interne
,
i
circoli
socialisti
,
le
comunità
contadine
,
sono
i
centri
di
vita
proletaria
nei
quali
occorre
direttamente
lavorare
.
Le
commissioni
interne
sono
organi
di
democrazia
operaia
che
occorre
liberare
dalle
limitazioni
imposte
dagli
imprenditori
,
e
ai
quali
occorre
infondere
vita
nuova
ed
energia
.
Oggi
le
commissioni
interne
limitano
il
potere
del
capitalista
nella
fabbrica
e
svolgono
funzioni
di
arbitrato
e
di
disciplina
.
Sviluppate
ed
arricchite
,
dovranno
essere
domani
gli
organi
di
potere
proletario
che
sostituisce
il
capitalista
in
tutte
le
sue
funzioni
utili
di
direzione
e
di
amministrazione
.
Già
fin
d
'
ora
gli
operai
dovrebbero
procedere
alla
elezione
di
vaste
assemblee
di
delegati
,
scelti
fra
i
migliori
e
più
consapevoli
compagni
,
sulla
parola
d
'
ordine
:
"
Tutto
il
potere
dell
'
officina
ai
comitati
d
'
officina
"
,
coordinata
all
'
altra
:
"
Tutto
il
potere
dello
Stato
ai
Consigli
operai
e
contadini
"
.
Un
vasta
campo
di
propaganda
concreta
rivoluzionaria
si
aprirebbe
per
i
comunisti
organizzati
nel
Partito
e
nei
circoli
rionali
.
I
circoli
,
d
'
accordo
con
le
sezioni
urbane
,
dovrebbero
fare
un
censimento
delle
forze
operaie
della
zona
,
e
diventare
la
sede
del
consiglio
rionale
dei
delegati
dell
'
officina
,
il
ganglio
che
annoda
e
accentra
tutte
le
energie
proletarie
del
rione
.
I
sistemi
elettorali
potrebbero
variare
a
seconda
della
vastità
delle
officine
:
si
dovrebbe
cercare
però
di
far
eleggere
un
delegato
ogni
15
operai
divisi
per
categoria
(
come
si
fa
nelle
officine
inglesi
)
,
arrivando
,
per
elezioni
graduali
,
a
un
comitato
di
delegati
di
fabbrica
che
comprenda
rappresentanti
di
tutto
il
complesso
del
lavoro
(
operai
,
impiegati
,
tecnici
)
.
Nel
comitato
rionale
dovrebbe
tendersi
a
incorporare
delegati
anche
delle
altre
categorie
di
lavoratori
abitanti
nel
rione
:
camerieri
,
vetturini
,
tranvieri
,
ferrovieri
,
spazzini
,
impiegati
,
privati
,
commessi
,
ecc
.
Il
comitato
rionale
dovrebbe
essere
emanazione
di
tutta
la
classe
lavoratrice
abitante
nel
rione
,
emanazione
e
legittima
e
autorevole
,
capace
di
far
rispettare
una
disciplina
,
investita
del
potere
,
spontaneamente
delegato
,
ed
ordinare
la
cessazione
immediata
e
integrale
di
ogni
lavoro
in
tutto
il
rione
.
I
comitati
rionali
si
ingrandirebbero
in
commissariati
urbani
,
controllati
e
disciplinati
dal
Partito
socialista
e
dalle
federazioni
di
mestiere
.
Un
tale
sistema
di
democrazia
operaia
(
integrato
con
organizzazioni
equivalenti
di
contadini
)
darebbe
una
forma
e
una
disciplina
alle
masse
,
sarebbe
una
magnifica
scuola
di
esperienza
politica
e
amministrativa
,
inquadrerebbe
le
masse
fino
all
'
ultimo
uomo
,
abituandole
alla
tenacia
e
alla
perseveranza
,
abituandole
a
considerarsi
come
un
esercito
in
campo
che
ha
bisogno
di
una
ferma
coesione
se
non
vuole
essere
distrutto
e
ridotto
in
schiavitù
.
Ogni
fabbrica
costruirebbe
uno
o
più
reggimenti
di
questo
esercito
,
coi
suoi
caporali
,
coi
suoi
servizi
di
collegamento
,
con
la
sua
ufficialità
,
col
suo
stato
maggiore
,
poteri
delegati
per
libera
elezione
,
non
imposti
autoritariamente
.
Attraverso
i
comizi
,
tenuti
all
'
interno
dell
'
officina
,
con
l
'
opera
incessante
di
propaganda
e
di
persuasione
sviluppata
dagli
elementi
più
consapevoli
,
si
otterrebbe
una
trasformazione
radicale
della
psicologia
operaia
,
si
renderebbe
la
massa
meglio
preparata
e
capace
all
'
esercizio
del
potere
,
si
diffonderebbe
una
coscienza
dei
doveri
e
dei
diritti
del
compagno
e
del
lavoratore
,
concreta
ed
efficiente
perché
generata
spontaneamente
dall
'
esperienza
viva
e
storica
.
Abbiamo
già
detto
:
questi
rapidi
appunti
si
propongono
solo
di
stimolare
il
pensiero
e
all
'
azione
.
Ogni
aspetto
del
problema
meriterebbe
una
vasta
e
profonda
trattazione
,
delucidazioni
,
integrazioni
sussidiarie
e
coordinate
.
Ma
la
soluzione
concreta
e
integrale
dei
problemi
di
vita
socialista
può
essere
data
solo
dalla
pratica
comunista
:
la
discussione
in
comune
,
che
modifica
simpaticamente
le
coscienze
unificandole
e
colmandole
di
entusiasmo
operoso
.
Dire
la
verità
,
arrivare
insieme
alla
verità
,
è
compiere
azione
comunista
e
rivoluzionaria
.
La
formula
"
dittatura
del
proletariato
"
deve
finire
di
essere
solo
una
formula
,
un
'
occasione
per
sfoggiare
fraseologia
rivoluzionaria
.
Chi
vuole
il
fine
,
deve
volere
anche
i
mezzi
.
La
dittatura
del
proletariato
è
l
'
instaurazione
di
un
nuovo
Stato
,
tipicamente
proletario
,
nel
quale
confluiscono
le
esperienze
istituzionali
della
classe
oppressa
,
nel
quale
la
vita
sociale
della
classe
operaia
e
contadina
diventa
sistema
diffuso
e
fortemente
organizzato
.
Questo
Stato
non
si
improvvisa
:
i
comunisti
bolscevichi
russi
per
otto
mesi
lavorano
a
diffondere
e
far
diventare
concreta
la
parola
d
'
ordine
:
tutto
il
potere
ai
Soviet
,
ed
i
Soviet
erano
noti
agli
operai
russi
fin
dal
1905
.
I
comunisti
devono
far
tesoro
dell
'
esperienza
russa
ed
economizzare
tempo
e
lavoro
:
l
'
opera
di
ricostruzione
domanderà
per
sé
tanto
tempo
e
tanto
lavoro
,
che
ogni
giorno
e
ogni
atto
dovrebbe
poterle
essere
destinato
.
StampaPeriodica ,
La
lotta
di
classe
internazionale
è
culminata
nella
vittoria
degli
operai
e
contadini
di
due
proletariati
internazionali
.
In
Russia
e
in
Ungheria
gli
operai
e
i
contadini
hanno
instaurato
la
dittatura
proletaria
e
tanto
in
Russia
che
in
Ungheria
la
dittatura
dovette
sostenere
un
'
aspra
battaglia
non
solo
contro
la
classe
borghese
,
ma
anche
contro
i
sindacati
:
il
conflitto
tra
la
dittatura
e
i
sindacati
fu
anzi
una
delle
cause
della
caduta
del
Soviet
ungherese
,
poiché
i
sindacati
,
se
mai
apertamente
tentarono
di
rovesciare
la
dittatura
,
operarono
sempre
come
organismi
"
disfattisti
"
della
rivoluzione
e
incessantemente
seminarono
lo
sconforto
e
la
vigliaccheria
tra
gli
operai
e
i
soldati
rossi
.
Un
esame
anche
rapido
,
delle
ragioni
e
delle
condizioni
di
questo
conflitto
non
può
non
essere
utile
all
'
educazione
rivoluzionaria
delle
masse
,
le
quali
,
se
devono
convincersi
che
il
sindacato
è
forse
l
'
organismo
proletario
più
importante
della
rivoluzione
comunista
,
perché
su
di
esso
deve
fondarsi
la
socializzazione
dell
'
industria
,
perché
esso
deve
creare
le
condizioni
in
cui
l
'
impresa
privata
sparisce
e
non
può
più
rinascere
,
devono
anche
convincersi
della
necessità
di
creare
,
prima
della
rivoluzione
,
le
condizioni
psicologiche
e
obiettive
nelle
quali
sia
impossibile
ogni
conflitto
e
ogni
dualismo
di
potere
tra
i
vari
organismi
in
cui
si
incarni
la
lotta
della
classe
proletaria
contro
il
capitalismo
.
La
lotta
di
classe
ha
assunto
in
tutti
i
paesi
d
'
Europa
e
del
mondo
un
carattere
nettamente
rivoluzionario
.
La
concezione
,
che
è
propria
della
III
Internazionale
,
secondo
la
quale
la
lotta
di
classe
deve
essere
rivolta
all
'
instaurazione
della
dittatura
proletaria
,
ha
il
sopravvento
sulla
ideologia
democratica
e
si
diffonde
irresistibilmente
nelle
masse
.
I
Partiti
socialisti
aderiscono
alla
III
Internazionale
o
almeno
si
atteggiano
secondo
i
principi
fondamentali
elaborati
al
Congresso
di
Mosca
;
i
sindacati
invece
sono
rimasti
fedeli
alla
"
vera
democrazia
"
e
non
trascurano
nessuna
occasione
per
indurre
o
costringere
gli
operai
a
dichiararsi
avversari
della
dittatura
e
non
attuare
manifestazioni
di
solidarietà
con
la
Russia
dei
Soviet
.
Questo
atteggiamento
dei
sindacati
fu
rapidamente
superato
in
Russia
,
poiché
allo
sviluppo
delle
organizzazioni
di
mestiere
e
d
'
industria
si
accompagnò
parallelamente
e
con
ritmo
più
accelerato
lo
sviluppo
dei
Consigli
d
'
officina
;
esso
ha
invece
eroso
la
base
del
potere
proletario
in
Ungheria
,
ha
determinato
in
Germania
immani
carneficine
di
operai
comunisti
e
la
nascita
del
fenomeno
Noske
,
ha
determinato
in
Francia
il
fallimento
dello
sciopero
generale
del
20-21
luglio
e
il
consolidarsi
del
regime
di
Clemenceau
,
ha
impedito
finora
ogni
intervento
diretto
degli
operai
inglesi
nella
lotta
politica
e
minaccia
di
scindere
profondamente
e
pericolosamente
le
forze
proletarie
in
tutti
i
paesi
.
I
Partiti
Socialisti
acquistano
sempre
più
un
profilo
nettamente
rivoluzionario
e
internazionalista
;
i
sindacati
invece
tendono
a
incarnare
la
teoria
(
!
)
e
la
tattica
dell
'
opportunismo
riformista
e
a
diventare
organismi
meramente
nazionali
.
Ne
nasce
uno
stato
di
cose
insostenibile
,
una
condizione
di
confusione
permanente
e
di
debolezza
cronica
per
la
classe
lavoratrice
,
che
aumentano
lo
squilibrio
generale
della
società
e
favoriscono
il
pullulare
dei
fermenti
di
disgregazione
morale
e
di
imbarbarimento
.
I
sindacati
hanno
organizzato
gli
operai
secondo
i
principi
della
lotta
di
classe
e
sono
stati
essi
stessi
le
prime
forme
organiche
di
questa
lotta
.
Gli
organizzatori
hanno
sempre
detto
che
solo
la
lotta
di
classe
può
condurre
il
proletariato
alla
sua
emancipazione
e
che
l
'
organizzazione
sindacale
ha
precisamente
il
fine
di
sopprimere
il
profitto
individuale
e
lo
sfruttamento
dell
'
uomo
sull
'
uomo
,
poiché
essa
si
propone
di
eliminare
il
capitalista
(
il
proprietario
privato
)
dal
processo
industriale
di
produzione
e
di
eliminare
quindi
le
classi
.
Ma
i
sindacati
non
potevano
attuare
immediatamente
questo
fine
e
pertanto
essi
rivolsero
tutta
la
loro
forza
al
fine
immediato
di
migliorare
le
condizioni
di
vita
del
proletariato
,
domandando
più
alti
salari
,
diminuiti
orari
di
lavoro
,
un
corpo
di
legislazione
sociale
.
I
movimenti
successero
ai
movimenti
,
gli
scioperi
agli
scioperi
,
la
condizione
di
vita
dei
lavoratori
divenne
relativamente
migliore
.
Ma
tutti
i
risultati
,
tutte
le
vittorie
dell
'
azione
sindacale
si
fondano
sulle
basi
antiche
:
il
principio
della
proprietà
privata
resta
intatto
e
forte
,
l
'
ordine
della
produzione
capitalistica
e
lo
sfruttamento
dell
'
uomo
sull
'
uomo
restano
intatti
e
anzi
si
complicano
in
forme
nuove
.
La
giornata
di
otto
ore
,
l
'
aumento
del
salario
,
i
benefici
della
legislazione
sociale
non
toccano
il
profitto
;
gli
squilibri
che
immediatamente
l
'
azione
sindacale
determina
nel
saggio
del
profitto
si
compongono
e
trovano
una
sistemazione
nuova
nel
gioco
della
libera
concorrenza
per
le
nazioni
a
economia
mondiale
come
l
'
Inghilterra
e
la
Germania
,
nel
protezionismo
per
le
nazioni
a
economia
limitata
come
la
Francia
e
l
'
Italia
.
Il
capitalismo
cioè
riversa
o
sulle
masse
amorfe
nazionali
o
sulle
masse
coloniali
le
accresciute
spese
generali
della
produzione
industriale
.
L
'
azione
sindacale
si
rivela
così
assolutamente
incapace
a
superare
nel
suo
dominio
e
con
i
suoi
mezzi
,
la
società
capitalista
,
si
rivela
incapace
a
condurre
il
proletariato
alla
sua
emancipazione
,
a
condurre
il
proletariato
all
'
attuazione
del
fine
alto
e
universale
che
si
era
inizialmente
proposto
.
Secondo
le
dottrine
sindacaliste
,
i
sindacati
avrebbero
dovuto
servire
a
educare
gli
operai
alla
gestione
della
produzione
.
Poiché
i
sindacati
di
industria
,
si
disse
,
sono
un
riflesso
integrale
di
una
determinata
industria
,
essi
diventeranno
i
quadri
della
competenza
operaia
per
la
gestione
di
quella
determinata
industria
;
le
cariche
sindacali
serviranno
a
rendere
possibile
una
scelta
degli
operai
migliori
,
dei
più
studiosi
,
dei
più
intelligenti
,
dei
più
atti
a
impadronirsi
del
complesso
meccanismo
della
produzione
e
degli
scambi
.
I
leaders
operai
dell
'
industria
del
cuoio
saranno
i
più
capaci
a
gestire
questa
industria
,
e
così
per
l
'
industria
metallurgica
,
per
l
'
industria
del
libro
,
ecc
.
Illusione
colossale
.
La
scelta
dei
leaders
sindacali
non
avvenne
mai
per
criteri
di
competenza
industriale
,
ma
di
competenza
meramente
giuridica
,
burocratica
o
demagogica
.
E
quanto
più
le
organizzazioni
andarono
ingrandendosi
,
quanto
più
frequente
fu
il
loro
intervento
nella
lotta
di
classe
,
quanto
più
diffusa
e
profonda
la
loro
azione
,
e
tanto
più
divenne
necessario
ridurre
l
'
ufficio
dirigente
a
ufficio
puramente
amministrativo
e
contabile
,
tanto
più
la
capacità
tecnica
industriale
divenne
un
non
valore
ed
ebbe
il
sopravvento
la
capacità
burocratica
e
commerciale
.
Si
venne
così
costituendo
una
vera
e
propria
casta
di
funzionari
e
giornalisti
sindacali
,
con
una
psicologia
di
corpo
assolutamente
in
contrasto
con
la
psicologia
degli
operai
,
la
quale
ha
finito
con
l
'
assumere
in
confronto
alla
massa
operaia
la
stessa
posizione
della
burocrazia
governativa
in
confronto
dello
Stato
parlamentare
:
è
la
burocrazia
che
regna
e
governa
.
La
dittatura
proletaria
vuole
sopprimere
l
'
ordine
della
produzione
capitalistica
,
vuole
sopprimere
la
proprietà
privata
,
perché
solo
così
può
essere
soppresso
lo
sfruttamento
dell
'
uomo
sull
'
uomo
.
La
dittatura
proletaria
vuole
sopprimere
la
differenza
delle
classi
,
vuole
sopprimere
la
lotta
delle
classi
,
perché
solo
così
può
essere
completa
l
'
emancipazione
sociale
della
classe
lavoratrice
.
Per
ottenere
questo
fine
il
Partito
comunista
educa
il
proletariato
a
organizzare
la
sua
potenza
di
classe
,
a
servirsi
di
questa
potenza
armata
per
dominare
la
classe
borghese
e
determinare
le
condizioni
in
cui
la
classe
sfruttatrice
sia
soppressa
e
non
possa
rinascere
.
Il
compito
del
Partito
comunista
nella
dittatura
è
dunque
questo
:
organizzare
potentemente
e
definitivamente
la
classe
degli
operai
e
contadini
in
classe
dominante
,
controllare
che
tutti
gli
organismi
del
nuovo
Stato
svolgano
realmente
opera
rivoluzionaria
,
e
rompere
i
diritti
e
i
rapporti
antichi
inerenti
al
principio
della
proprietà
privata
.
Ma
quest
'
azione
distruttiva
e
di
controllo
deve
essere
immediatamente
accompagnata
da
un
'
opera
positiva
di
creazione
di
produzione
.
Se
quest
'
opera
non
riesce
,
è
vana
la
forza
politica
,
la
dittatura
non
può
reggersi
:
nessuna
società
può
reggersi
senza
la
produzione
,
e
tanto
meno
la
dittatura
che
,
attuandosi
nelle
condizioni
di
sfacelo
economico
prodotto
da
cinque
anni
di
guerra
esasperata
e
da
mesi
e
mesi
di
terrorismo
armato
borghese
,
ha
bisogno
anzi
di
una
intensa
produzione
.
Ed
ecco
il
vasto
e
magnifico
compito
che
dovrebbe
aprirsi
all
'
attività
dei
sindacati
d
'
industria
.
Essi
appunto
dovranno
attuare
la
socializzazione
,
essi
dovranno
iniziare
un
ordine
nuovo
di
produzione
,
in
cui
l
'
impresa
sia
basata
non
sulla
volontà
di
lucro
del
proprietario
,
ma
sull
'
interesse
solidale
della
comunità
sociale
che
per
ogni
branca
industriale
esce
dall
'
indistinto
generico
e
si
concreta
nel
sindacato
operaio
corrispondente
.
Nel
Soviet
ungherese
i
sindacati
si
sono
astenuti
da
ogni
lavoro
creatore
.
Politicamente
i
funzionari
sindacali
suscitarono
continui
ostacoli
alla
dittatura
,
costituendo
uno
Stato
nello
Stato
,
economicamente
rimasero
inerti
:
più
di
una
volta
le
fabbriche
dovettero
essere
socializzate
contro
la
volontà
dei
sindacati
.
Ma
i
leaders
delle
organizzazioni
ungheresi
erano
limitati
spiritualmente
,
avevano
una
psicologia
burocratico
-
riformista
,
e
temevano
continuamente
di
perdere
il
potere
che
avevano
fino
ad
allora
esercitato
sugli
operai
.
Poiché
la
funzione
per
cui
il
sindacato
si
era
sviluppato
fino
alla
dittatura
era
inerente
al
predominio
della
classe
borghese
,
e
poiché
i
funzionari
non
avevano
una
capacità
tecnica
industriale
,
essi
sostenevano
l
'
immaturità
della
classe
proletaria
alla
gestione
diretta
della
produzione
,
essi
sostenevano
la
"
vera
"
democrazia
,
cioè
la
conservazione
della
borghesia
nelle
sue
posizioni
principali
di
classe
proletaria
,
essi
volevano
perpetuare
ed
esasperare
l
'
era
dei
concordati
,
dei
contratti
di
lavoro
,
della
legislazione
sociale
,
per
essere
in
grado
di
far
valere
la
loro
competenza
.
Essi
volevano
che
si
attendesse
la
...
rivoluzione
internazionale
,
non
potendo
comprendere
che
la
rivoluzione
internazionale
si
manifestava
appunto
in
Ungheria
con
la
rivoluzione
ungherese
,
in
Russia
con
la
rivoluzione
russa
,
in
tutta
l
'
Europa
con
gli
scioperi
generali
,
con
i
pronunciamenti
militari
,
con
le
condizioni
di
vita
rese
impossibili
alla
classe
lavoratrice
dalle
conseguenze
della
guerra
.
StampaPeriodica ,
Il
Divo
,
che
si
fa
fotografare
più
di
un
attore
cinematografico
,
prende
spesso
l
'
aria
atroce
,
ma
più
spesso
ha
l
'
aria
comica
.
Egli
è
,
secondo
la
definizione
di
un
grande
scrittore
inglese
,
un
tragico
buffone
.
È
stata
fatta
in
tante
pubblicazioni
una
raccolta
di
scritti
di
Mussolini
contro
Dio
,
apologie
di
reato
,
esaltazioni
dei
delitti
anarchici
,
ecc
.
Ma
ciò
che
sarebbe
più
interessante
è
la
raccolta
degli
spropositi
.
Nella
sua
movimentata
vita
di
agitatore
e
di
avventuriero
,
Mussolini
non
ha
mai
avuto
tempo
di
studiare
.
La
sua
educazione
mentale
è
stata
fatta
sulle
edizioni
illustrate
di
Perino
,
sui
manualetti
a
3
e
5
soldi
dell
'
editore
Sonzogno
.
Come
tutti
gli
autodidatti
,
però
,
Mussolini
parla
di
tutto
.
È
l
'
uomo
che
ha
studiato
sui
libri
che
fanno
la
storia
universale
a
volo
di
uccello
.
Annunzia
(
e
non
fa
)
uno
studio
su
Machiavelli
,
parla
di
Platone
,
disserta
di
filosofia
,
cita
frasi
latine
ignorando
il
latino
.
L
'
ultimo
discorso
del
26
maggio
è
una
vera
enciclopedia
di
spropositi
.
Ne
prendiamo
qualcuno
a
volo
.
A
giustificare
i
delitti
del
fascismo
,
Mussolini
è
ricorso
agli
esempi
della
rivoluzione
francese
.
"
Garnier
a
Nantes
"
egli
ha
detto
,
"
prometteva
di
uccidere
tutti
gli
uomini
di
ingegno
.
"
Chi
era
Garnier
?
Il
Ministero
degli
esteri
francese
nel
suo
Bulletin
de
la
presse
étrangère
del
6
giugno
ha
pubblicato
il
discorso
di
Mussolini
integralmente
e
vicino
al
nome
di
Garnier
ha
messo
un
punto
interrogativo
.
In
quale
manualetto
di
Sonzogno
,
Mussolini
ha
trovato
Garnier
?
E
chi
è
costui
?
Le
parole
riprodotte
dal
Divo
fan
pensare
piuttosto
alla
prosa
di
Augusto
Turati
e
di
de
Vecchi
,
che
a
quella
di
un
rivoluzionario
francese
.
Nello
stesso
discorso
Mussolini
,
riproducendo
male
alcuni
dati
statistici
,
ha
voluto
mostrare
di
essere
un
tecnico
di
demografia
.
L
'
Italia
che
ha
un
breve
suolo
,
egli
ha
detto
,
deve
aver
presto
60
milioni
di
abitanti
.
"
Se
si
diminuisce
,
signori
,
non
si
fa
l
'
Impero
,
si
diventa
una
colonia
.
"
(
In
parentesi
:
Si
diminuisce
,
signori
..
,
quale
stile
da
baraccone
!
)
È
vero
invece
che
i
paesi
che
han
fatto
l
'
Impero
,
la
Francia
e
l
'
Inghilterra
,
hanno
un
minimo
di
natalità
e
che
il
massimo
di
natalità
è
in
Bulgaria
!
Ma
Mussolini
ricorre
subito
alla
storia
,
e
vuol
dar
prova
di
avere
ancora
le
reminiscenze
dei
manuali
Sonzogno
:
"
Quand
'
è
,
"
egli
esclama
tra
l
'
ammirazione
dei
vari
Casertano
che
ora
compongono
in
regime
fascista
la
così
detta
Camera
italiana
che
la
Francia
domina
il
mondo
?
Quando
poche
famiglie
di
baroni
normanni
erano
così
numerose
che
bastavano
a
comporre
un
esercito
.
Quando
,
durante
il
periodo
brillante
della
Monarchia
,
la
Francia
avea
questa
orgogliosa
divisa
:
Egale
à
plusieurs
e
quando
accanto
a
40
o
45
milioni
di
francesi
non
c
'
erano
che
pochi
milioni
di
tedeschi
,
pochi
milioni
di
italiani
,
pochi
milioni
di
spagnuoli
.
"
Tante
parole
,
tanti
spropositi
.
Mussolini
suppone
(
ecco
un
errore
storico
che
farebbe
riprovare
un
alunno
di
ginnasio
)
che
i
normanni
siano
andati
da
prima
in
Francia
e
che
dalla
Francia
abbiano
fatto
le
loro
grandi
conquiste
e
suppone
che
i
normanni
siano
stati
dei
patriarchi
guerrieri
,
circondati
da
famiglie
numerosissime
di
almeno
settanta
,
ottanta
figli
.
Vi
è
un
'
asinità
maggiore
?
Supporre
che
la
Francia
del
secolo
decimosettimo
e
decimottavo
,
avesse
da
40
a
45
milioni
di
uomini
e
fosse
circondata
da
pochi
milioni
di
italiani
,
tedeschi
e
spagnuoli
,
è
documento
di
ignoranza
assoluta
.
Se
Mussolini
avesse
letto
il
libro
di
Levasseur
:
Histoire
de
la
population
française
saprebbe
che
la
Francia
del
secolo
decimosettimo
aveva
meno
di
16
milioni
di
abitanti
,
meno
di
20
al
principio
del
secolo
decimottavo
e
meno
che
25
al
tempo
della
rivoluzione
francese
e
di
Napoleone
.
D
'
altra
parte
,
tedeschi
,
italiani
e
spagnuoli
non
erano
pochi
milioni
,
ma
assolutamente
o
proporzionalmente
assai
più
numerosi
dei
francesi
.
La
Norvegia
e
la
Danimarca
da
cui
vennero
i
grandi
conquistatori
normanni
non
avevano
,
al
tempo
delle
maggiori
conquiste
,
che
una
piccolissima
popolazione
,
nel
complesso
forse
appena
un
milione
e
mezzo
di
uomini
e
conquistavano
popoli
numerosissimi
dall
'
Inghilterra
al
mezzogiorno
d
'
Italia
.
E
pensare
che
l
'
ignoranza
del
Divo
è
superata
solo
dalla
ignoranza
di
molti
fascisti
i
quali
dicono
che
l
'
Italia
deve
pensare
solo
con
il
cervello
di
Mussolini
!