StampaQuotidiana ,
Sono
ormai
vecchi
discorsi
,
che
Guglielmo
Ferrero
va
ripetendo
da
parecchi
anni
a
questa
parte
e
nei
quali
usa
quanti
modi
e
toni
l
'
ingegno
versatile
e
la
pronta
e
vivace
abilità
dello
scrittore
scoprono
buoni
a
muovere
i
sordi
e
a
convincere
i
riottosi
.
Lo
storico
non
disdegna
i
più
diversi
espedienti
:
accusa
e
castiga
,
esorta
e
perora
,
incenerisce
i
reprobi
,
umilia
i
superbi
,
denunzia
il
male
,
indica
il
bene
e
quello
mette
sott
'
occhi
con
crudi
colori
,
a
nostra
mortificazione
e
questo
esalta
ed
allontana
,
perché
maggiore
sia
il
rimpianto
d
'
averlo
perduto
e
il
desiderio
di
riaverlo
.
Quando
i
fatti
non
lo
soccorrono
a
sufficienza
e
l
'
indagine
disinteressata
pericola
o
sta
lì
lì
per
giocargli
brutti
tiri
,
eccolo
rivolgersi
a
ogni
specie
di
risorse
polemiche
.
E
suscita
,
come
un
mago
,
d
'
ogni
parte
,
con
prodigalità
e
accortezza
mirabili
,
misteriosi
talsù
ed
antitesi
minacciose
,
attorno
ai
quali
,
con
lena
e
vena
ininterrotta
accumula
argomenti
su
argomenti
,
rievocazioni
storiche
e
proteste
moralistiche
,
sfuriate
filosofiche
e
diagnosi
politiche
,
ammonimenti
e
irrisioni
.
Un
materiale
vario
e
confuso
,
dal
quale
,
tratto
a
tratto
,
a
mo
'
di
preambolo
,
di
ripresa
o
di
conclusione
,
si
leva
,
scandita
dall
'
ansia
e
dalla
preoccupazione
,
la
sconsolata
profezia
della
imminente
catastrofe
.
Un
furore
di
verità
,
che
brucia
tutto
,
che
non
risparmia
niente
e
nessuno
:
re
e
apostoli
,
politica
e
filosofia
,
macchine
e
proletariato
,
capitalismo
e
democrazia
,
libertà
e
dittatura
.
Da
La
vecchia
Europa
e
la
nuova
,
alla
Tragedia
della
pace
,
a
questi
Discorsi
ai
sordi
,
i
motivi
sono
sempre
gli
stessi
:
la
corruzione
del
secolo
e
del
mondo
.
la
civiltà
delle
macchine
e
della
potenza
infinita
,
che
ruina
verso
la
catastrofe
finale
,
l
'
assenza
d
'
ogni
equilibrio
e
d
'
ogni
limite
,
la
necessità
,
quindi
,
di
porre
un
riparo
alla
precipitosa
e
precipitante
dissoluzione
,
suscitando
ex
novo
,
o
riprendendo
dalla
tradizione
,
alcuni
limiti
fondamentali
in
cui
consista
,
riposi
e
si
ordini
l
'
affannosa
fatica
degli
uomini
limiti
che
siano
misura
e
regole
all
'
azione
e
al
pensiero
,
all
'
arte
ed
alla
politica
,
che
frenino
gli
istinti
di
ribellione
,
licenza
e
potenza
,
diffusi
nel
mondo
e
tutto
sistemino
,
armonizzino
e
controllino
entro
leggi
ben
definite
e
argini
ben
costrutti
.
Ferrero
non
ha
pace
:
il
suo
spirito
insonne
è
travagliato
dai
mali
di
cui
soffre
l
'
umanità
e
per
cui
miseramente
,
giorno
per
giorno
,
decade
.
Dovunque
gli
accada
di
posare
gli
occhi
,
ecco
presentarsi
,
a
riprova
e
paradigmi
della
sua
tesi
,
i
termini
essenziali
e
drammatici
della
tragedia
in
cui
si
dibattono
gli
uomini
,
ad
un
tempo
creatori
e
vittime
di
quest
'
epoca
infernale
,
che
ha
il
culto
dell
'
officina
e
del
denaro
,
alimenta
l
'
illusione
della
libertà
,
persegue
il
miraggio
dell
'
abbondanza
e
che
fra
le
mille
altre
aberrazioni
,
s
'
è
foggiata
una
filosofia
barbarica
e
pretestuosa
,
«
che
per
accrescere
la
potenza
e
la
ricchezza
vuol
essere
libera
di
strapazzare
tutte
le
arti
,
dalla
guerra
alla
letteratura
,
dall
'
architettura
alla
storia
,
non
imponendo
più
nessun
grado
di
perfezione
e
perciò
adattandosi
ad
un
parziale
rimbarbarimento
»
.
In
questi
sedici
discorsi
poco
più
di
150
pagine
non
v
'
è
aspetto
e
momento
della
nostra
epoca
che
non
abbia
il
suo
rilievo
e
la
sua
condanna
.
I
mali
si
danno
la
mano
e
sfilano
così
,
uno
appresso
all
'
altro
,
legati
assieme
da
una
fondamentale
dipendenza
che
è
nella
loro
prima
e
comune
origine
.
«
La
realtà
non
è
che
un
sistema
di
limiti
.
Natura
limitata
,
l
'
uomo
,
per
essere
sicuro
della
verità
,
della
bellezza
e
del
bene
deve
crederci
;
e
non
può
crederci
se
non
sa
distinguerli
e
opporli
ai
loro
contrari
,
il
falso
,
il
brutto
,
il
male
;
e
non
può
distinguerli
e
opporli
se
non
li
spartisce
e
risolutamente
separa
,
invece
di
confonderli
,
con
una
linea
,
un
limite
,
una
definizione
»
«
Definire
viene
da
finis
che
vuol
dire
termine
o
confine
.
Se
i
limiti
sono
scancellati
o
confusi
anche
il
bene
e
il
male
,
la
verità
e
l
'
errore
,
il
bello
e
il
brutto
si
confondono
;
e
allora
,
come
la
volontà
può
desiderarli
o
respingerli
se
non
riesce
più
a
distinguerli
?
»
.
«
L
'
aspirazione
all
'
illimitato
finisce
per
necessità
nell
'
anarchia
delle
dottrine
e
nello
smarrimento
della
volontà
»
.
L
'
illimitato
:
ecco
il
male
dell
'
epoca
,
la
quale
,
così
nell
'
arte
,
come
nella
filosofia
,
nell
'
economia
,
nella
finanza
,
nell
'
amministrazione
politica
,
perseguendo
un
folle
sogno
di
grandezza
e
di
potenza
ha
sconvolto
ogni
ordine
materiale
e
morale
,
scomposto
l
'
equilibrio
sociale
,
negato
ogni
tradizione
,
corroso
le
fondamenta
dell
'
autorità
negli
Stati
,
rotta
la
misura
e
il
giudizio
del
bello
,
del
buono
,
dell
'
utile
,
del
vero
.
Di
fronte
a
tanta
perdizione
che
dilaga
e
travolge
tutti
,
uomini
e
Stati
,
popoli
e
continenti
,
l
'
ansia
del
domani
strugge
il
petto
del
profeta
:
«
Orzmund
e
Arimane
,
Dio
del
bene
e
Dio
del
male
,
chi
di
voi
ha
ragione
?
Onde
nasce
l
'
angoscia
atroce
che
torce
il
volto
del
mondo
?
Ritorniamo
nel
caos
o
ci
prepariamo
a
una
miracolosa
trasformazione
?
»
.
La
Sibilla
batte
alle
porte
del
destino
e
dagli
spiragli
,
intravede
qualche
speranza
,
laggiù
nel
remoto
avvenire
:
«
A
dispetto
dell
'
odio
e
della
paura
,
i
popoli
sono
fratelli
perché
hanno
bisogno
gli
uni
degli
altri
.
No
,
le
sofferenze
presenti
del
mondo
sono
il
travaglio
di
una
meravigliosa
unificazione
.
Noi
stiamo
per
toccare
la
metà
sublime
di
un
viaggio
di
quattro
secoli
...
»
.
Sia
resa
grazia
a
Dio
che
non
ci
abbandona
.
A
pagina
139
,
dopo
tanti
stragi
e
sconforti
,
avendo
guardato
tutto
il
male
del
mondo
e
tutte
le
piaghe
dell
'
umanità
,
il
respiro
mozzo
e
il
cuore
alla
gola
,
ecco
un
lontano
pezzo
di
sereno
,
una
timida
promessa
di
luce
,
un
po
'
d
'
azzurro
,
un
pizzico
d
'
illusioni
che
rinascono
dalle
ceneri
.
Sia
lodata
la
Provvidenza
che
pensa
lei
a
rimediare
agli
errori
e
alle
perversità
degli
uomini
.
E
diciamo
la
Provvidenza
perché
nessun
accenno
v
'
è
nel
libro
sul
come
l
'
umanità
,
bruciata
e
devastata
dalla
fame
insaziabile
dell
'
illimitato
,
riuscirà
a
trarsi
al
salvamento
che
il
Ferrero
ci
annunzia
,
a
ricostruire
l
'
equilibrio
delle
sue
parti
,
ad
accontentarsi
dopo
le
delusioni
dell
'
illimitato
,
d
'
un
modesto
e
domestico
limite
.
In
verità
tale
metamorfosi
,
onde
l
'
uomo
riamerà
ciò
che
aveva
amato
un
tempo
e
poi
disprezzato
e
che
purtroppo
s
'
ostina
ancor
oggi
a
disprezzare
,
non
potrà
essere
che
l
'
effetto
d
'
un
intervento
divino
.
Nel
quadro
che
il
Ferrero
fa
della
nostra
perfida
epoca
,
la
volontà
e
la
ragione
non
contano
:
sono
,
a
loro
scorno
,
sempre
le
vittime
di
se
stesse
.
E
i
cosiddetti
limiti
base
e
condizione
d
'
ogni
qualsiasi
equilibrio
sono
da
lui
concepiti
e
riguardati
non
come
idee
liberamente
accolte
e
accettate
dagli
uomini
e
quindi
capaci
di
autonomo
e
inesauribile
svolgimento
,
ma
quali
argini
posti
al
di
fuori
,
a
infrenare
contenere
e
dominare
lo
sviluppo
spontaneo
della
vita
e
della
coscienza
.
Sono
le
colonne
d
'
Ercole
della
storia
:
di
qui
non
si
passa
.
Se
pur
si
tratta
d
'
un
ritorno
al
mondo
di
Tolomeo
,
ne
saremmo
lieti
lo
stesso
.
Purché
,
finalmente
il
mondo
,
dopo
tanto
errare
,
trovi
la
sua
pace
e
Ferrero
,
dopo
altrettanti
triboli
,
la
sua
meritata
tranquillità
.