StampaQuotidiana ,
L
'
on
.
Turati
ieri
sera
ha
,
prima
ancora
che
nascesse
,
spiegato
che
cosa
potrebbe
essere
un
ministero
Bonomi
.
È
il
ministero
del
suo
divertimento
!
Ed
è
il
ministero
del
suo
divertimento
,
non
perché
egli
sia
all
'
opposizione
,
ma
anzi
perché
questo
è
il
primo
ministero
fatto
da
lui
,
Turati
,
con
i
suoi
calcoli
,
con
i
suoi
candidati
parlamentari
ed
extraparlamentari
;
è
la
prima
cosa
seria
ch
'
egli
sente
di
poter
fare
,
dopo
aver
liberato
il
suo
riformismo
dalla
servile
sottomissione
agli
ordini
di
Serrati
e
alle
prediche
del
già
da
lui
accusato
di
indegnità
,
Costantino
Lazzari
!
Proprio
così
.
L
'
on
.
Turati
era
pronto
ad
andare
anche
dal
Re
.
Ci
s
'
era
preparato
e
aveva
naturalmente
trovato
subito
un
giornale
,
di
quelli
che
si
dicono
monarchici
,
ma
all
'
occorrenza
accettano
la
repubblica
di
Magno
e
di
Modigliani
,
per
spiegare
come
sarebbe
andato
dal
Re
,
come
dal
più
alto
«
funzionario
»
del
regime
,
aborrito
in
passato
.
Nessun
popolare
o
democratico
di
sinistra
,
di
quelli
che
mettono
la
destra
al
bando
come
un
partito
antinazionale
,
aveva
trovato
a
ridire
su
questa
interpretazione
burocratica
della
Monarchia
da
parte
dell
'
on
.
Turati
.
Anzi
,
proseguendosi
il
tentativo
di
ridurre
i
poteri
della
Corona
,
in
cui
si
distinsero
tanto
i
popolari
nella
crisi
passata
,
qualcuno
avrà
approvata
la
nuova
interpretazione
costituzionale
!
Tuttavia
l
'
on
.
Turati
non
è
ancora
stato
chiamato
al
Quirinale
.
E
allora
egli
,
per
ripicca
,
investe
l
'
on
.
Bonomi
dell
'
incarico
di
costituire
il
ministero
,
subito
dopo
che
l
'
on
.
Orlando
si
è
messo
in
disparte
.
E
sta
a
casa
di
Bonomi
,
mentre
questi
è
dal
Re
a
ricevere
l
'
incarico
,
di
cui
l
'
on
.
Turati
gli
ha
assicurata
la
primizia
.
E
mentre
Bonomi
si
illude
di
essere
un
capo
e
di
potere
poi
scegliere
i
suoi
collaboratori
e
torna
dal
Quirinale
persuaso
di
essere
un
presidente
del
Consiglio
,
trova
che
l
'
on
.
Turati
gli
ha
combinato
,
sia
pure
sulla
carta
,
le
schiere
della
maggioranza
e
quelle
dei
ministri
e
sottosegretari
,
e
gli
consegna
il
tutto
con
l
'
ordine
di
far
presto
.
E
l
'
on
.
Turati
esce
così
soddisfatto
di
questa
sua
bisogna
,
che
è
di
una
infantilità
da
vecchio
ruffiano
,
che
al
primo
giornalista
racconta
,
con
perfetta
incoscienza
,
credendo
di
compiere
un
atto
di
arguta
sincerità
,
e
invece
denunziando
impudicamente
una
vergogna
parlamentare
.
Noi
dunque
sappiamo
che
un
ministero
Bonomi
è
un
ministero
di
procura
turatiana
.
E
sappiamo
che
cosa
vale
Bonomi
,
l
'
eletto
con
voti
dei
blocchi
nazionali
antisocialisti
,
l
'
accusato
,
il
vilipeso
dei
socialisti
anche
collaborazionisti
,
mentre
fa
il
ministero
di
servitù
popolare
-
socialista
;
e
sappiamo
che
cosa
vale
Turati
,
l
'
avallante
del
socialismo
antinazionale
,
il
servitore
di
Serrati
,
il
falso
rivoluzionario
oggi
ridotto
a
fare
il
santone
del
collaborazionismo
sotto
la
vociferazione
incitatrice
di
Modigliani
,
mentre
abbandona
tanti
anni
,
non
di
verginità
,
oh
!
no
!
,
ma
di
viziosa
sterilità
politica
,
e
,
tutto
esperto
di
maltusianesimo
parlamentare
,
prepara
il
primo
ministero
collaborazionistico
,
quello
della
nuova
era
,
negli
elenchi
preparati
sulla
scrivania
di
Bonomi
!
Sappiamo
cioè
che
questo
è
il
ministero
tipico
del
malcostume
,
e
però
gradito
ai
senili
amori
dell
'
on
.
Turati
.
Lo
sappiamo
dalle
loro
confessioni
,
che
si
succedono
senza
freno
,
in
una
esibizione
meretricia
,
accettata
dai
popolari
,
tutti
occupati
ad
accusare
la
destra
delle
proprie
malefatte
.
Eccoci
dunque
finalmente
arrivati
all
'
ora
storica
.
All
'
ora
storica
,
sperata
,
attesa
con
ansia
fremebonda
da
tutta
la
socialdemocrazia
variopinta
che
per
anni
ha
mendicato
da
Turati
la
benevolenza
,
il
permesso
di
vivere
,
di
tollerare
la
Monarchia
,
di
sopportare
le
esigenze
della
politica
nazionale
,
di
ammettere
la
esistenza
dell
'
Italia
nell
'
internazionale
.
Che
per
anni
gli
ha
scodinzolato
intorno
con
tutti
i
suoi
intervistatori
di
giornali
borghesi
;
che
per
anni
ha
fatto
silenzio
quando
egli
parlava
,
per
strappargli
,
fra
tante
bestemmie
e
tante
insulsaggini
,
qualche
ammonimento
cauto
ai
suoi
compagni
più
rossi
,
fossero
anche
i
carnefici
di
Sonzini
o
il
disertore
Misiano
,
e
poter
dire
:
anche
Turati
consiglia
un
po
'
di
moderazione
!
Ecco
:
è
venuta
l
'
ora
storica
.
È
venuta
l
'
ora
,
in
cui
Turati
andrebbe
anche
dal
Re
,
in
cui
Turati
propone
ministri
e
sottosegretari
.
È
venuta
.
Ed
è
l
'
ora
in
cui
Turati
si
vuoi
divertire
a
fare
il
ministero
,
che
gli
serve
a
restaurare
la
legge
a
proprio
vantaggio
.
Turati
si
vuoi
divertire
a
fare
il
carabiniere
,
ma
ordinando
il
fuoco
sul
tricolore
per
proteggere
il
cencio
rosso
...
Ma
questa
e
non
altra
poteva
essere
l
'
ora
storica
,
degna
di
concludere
tutto
questo
socialismo
turatiano
,
da
bottega
,
né
rivoluzionario
né
laburista
,
piccolo
borghese
,
di
un
internazionalismo
microcefalo
nato
e
alimentato
soprattutto
da
un
sentimento
di
fatalistica
miseria
italiana
,
effettivamente
pauroso
degli
imperialismi
altrui
,
senza
passione
e
senza
idee
;
nutrito
di
relitti
democratici
;
appiattito
in
un
positivismo
ridicolo
che
toglieva
ogni
intelligenza
allo
stesso
tentativo
di
interpretazione
materialistica
della
storia
riducendolo
ad
una
specie
di
conto
della
serva
;
ingrassato
nel
pattume
parlamentare
;
esperto
di
tutto
il
curialismo
costituzionale
;
ammantato
di
orpello
letterario
;
sì
da
consentire
una
continua
,
del
resto
facile
per
offerte
complicità
,
opera
di
disintegrazione
istituzionale
,
di
avvelenamento
antinazionale
,
di
annientamento
spiritualistico
,
diretta
a
sopprimere
l
'
Italia
nelle
internazionali
straniere
.
Non
altra
poteva
essere
l
'
ora
storica
,
degna
di
concludere
un
tal
socialismo
,
sequestratosi
,
durante
il
supremo
cimento
della
Nazione
,
in
una
rinnegazione
distruttrice
ed
ora
pretenzioso
di
identificarsi
con
lo
Stato
per
condannare
come
ribelle
la
Nazione
vittoriosa
.
L
'
ora
storica
è
questa
dell
'
incarico
a
Bonomi
,
divenuto
esecutore
del
collaborazionismo
popolare
-
socialista
,
che
vuoi
congiungere
ed
esprimere
ed
assommare
,
nella
soppressione
della
più
alta
crisi
nazionale
,
quella
della
guerra
e
della
vittoria
,
tutte
le
miserie
del
venticinquennio
seguito
ad
Adua
.
Turati
prepara
sulla
carta
la
maggioranza
del
ministero
,
egli
che
un
giorno
,
sfogando
anche
la
bassa
animosità
regionalistica
degna
di
un
commesso
viaggiatore
bene
organizzato
per
lucido
da
scarpe
e
rasoi
di
sicurezza
,
aveva
tuonato
contro
le
docili
maggioranze
,
offerte
dai
borghi
putridi
del
Mezzogiorno
!
Ma
oggi
nessuno
osa
considerare
quella
falsa
invettiva
un
giudizio
.
Oggi
che
è
ben
chiara
tutta
la
devozione
nazionale
del
Mezzogiorno
;
oggi
che
si
avverte
tutto
il
ridicolo
della
civiltà
bottegaia
che
si
voleva
infliggere
ad
un
'
Italia
,
ingrassata
nella
disfatta
,
organizzata
secondo
l
'
«
evoluto
e
cosciente
»
d
'
un
tal
socialismo
che
abbiamo
veduto
alla
prova
;
oggi
il
più
indurito
,
il
più
ostinato
degli
analfabeti
del
nostro
Mezzogiorno
,
di
quella
buona
razza
che
,
obbedendo
al
comando
del
Re
,
non
importa
sempre
sapere
precisamente
quale
,
fu
pronta
all
'
assalto
della
Giuliana
,
che
ruppe
l
incantesimo
della
disfatta
,
ed
è
stata
paziente
e
tenace
sul
Carso
,
sul
Piave
,
sul
Grappa
;
oggi
il
più
semplice
analfabeta
potrebbe
portare
in
giro
per
le
piazze
d
Italia
l
on
.
Turati
,
come
si
porta
un
orso
o
uno
scimpanzé
,
perché
sia
manifesto
a
tutti
quanta
commovente
devozione
e
forza
di
grandezza
nazionale
sia
venuta
da
una
tradizione
millenaria
custodita
in
una
verginità
incorrotta
,
sottomessa
a
Dio
e
alla
Patria
;
quanta
decadenza
umiliante
sia
in
questa
suprema
esibizione
del
positivismo
alfabeta
,
del
socialismo
parlamentare
,
della
letteratura
internazionale
.
Poiché
sarebbe
giusto
che
l
Italia
si
divertisse
,
se
mai
,
e
se
fosse
spettacolo
divertente
,
di
quest
ultimo
Turati
;
non
che
l
on
.
Turati
si
possa
divertire
a
spese
dell
Italia
,
a
fare
ministeri
...
Dopo
la
vittoria
.
StampaQuotidiana ,
Ciò
che
è
stato
mostruoso
,
che
è
mostruoso
,
che
sarà
ancora
per
qualche
tempo
mostruoso
è
la
visibile
miseria
socialista
,
di
tutto
il
socialismo
,
dal
collaborazionismo
al
comunismo
;
è
la
impudenza
socialnittiana
truffatrice
e
accattona
del
sovversivismo
;
è
la
ipocrisia
popolare
,
ultima
manifestazione
della
lue
democratica
,
antinazionale
e
antistatale
.
Questa
coalizione
,
talvolta
voluta
,
talvolta
spontanea
,
che
tenta
di
sopraffare
la
realtà
della
Nazione
,
sofferente
per
liberare
se
stessa
dal
nemico
appiattato
in
essa
;
di
sopraffare
la
crisi
dello
Stato
,
ridotto
alla
paralisi
della
equidistanza
abulica
;
di
mascherare
,
con
l
'
ignoranza
e
con
le
soluzioni
particolari
e
partigiane
,
i
problemi
essenziali
della
nostra
vita
interna
e
nel
mondo
,
poiché
questi
problemi
respingono
le
soluzioni
della
combriccola
«
sinistra
»
;
questa
coalizione
tenta
appunto
di
sottrarsi
alla
ricognizione
della
sua
azione
disorientatrice
e
sabotatrice
,
della
sua
responsabilità
di
perpetuare
,
sotto
un
falso
desiderio
di
falsa
pacificazione
,
il
conflitto
interno
e
la
debolezza
esterna
.
Ciò
che
è
pericoloso
,
sommamente
pericoloso
,
in
questi
giorni
,
è
la
incapacità
tenace
,
rinnovata
,
perpetua
,
degli
organi
dello
Stato
di
ritrovare
la
propria
norma
,
la
propria
forza
,
la
propria
autorità
,
respingendo
gli
equivoci
faziosi
dei
partiti
,
sostituendo
alla
passività
torpida
e
tremebonda
,
la
volontà
chiara
e
sicura
.
E
questa
incapacità
,
da
noi
denunziata
da
anni
,
con
una
propaganda
che
ha
avuto
il
suo
frutto
se
oggi
la
gioventù
combattente
,
dopo
aver
assicurata
la
vita
,
la
grandezza
e
l
'
avvenire
della
Nazione
,
continua
la
lotta
per
la
restaurazione
dello
Stato
nazionale
;
questa
incapacità
,
che
deve
esser
superata
e
vinta
dalla
rinnovata
coscienza
di
una
classe
dirigente
,
sfibratasi
in
una
continua
abdicazione
;
è
oggi
proprio
visibile
,
evidente
nell
'
invocazione
della
legge
,
dell
'
autorità
dello
Stato
,
del
diritto
comune
,
che
è
ripetuta
dai
socialisti
e
dai
loro
compari
della
democrazia
e
dei
popolari
.
Soltanto
uno
Stato
stremato
,
pronto
all
'
ultima
resa
può
essere
invocato
dai
nemici
della
nazione
e
dai
demagoghi
della
speculazione
di
setta
o
di
partito
.
Noi
dunque
non
possiamo
riconoscere
alcuna
verità
sostanziale
,
benefica
,
a
questa
sconcia
invocazione
,
fatta
insieme
di
spavalderia
e
di
viltà
,
di
rabbiosa
difesa
delle
proprie
speculazioni
elettorali
e
parlamentari
e
di
calcolo
pauroso
.
Nulla
è
possibile
concedere
a
chi
invoca
la
legge
,
l
'
autorità
,
la
libertà
,
e
si
accomuna
all
'
avventura
dello
sciopero
legalitario
,
come
i
socialisti
,
o
ne
tenta
una
qualsiasi
giustificazione
,
come
nittiani
e
popolari
.
Nulla
.
Lo
Stato
che
deve
essere
presente
e
attivo
per
guidare
l
'
Italia
nella
sua
ancor
difficile
e
aspra
espansione
nel
mondo
non
ha
nulla
di
comune
e
nulla
può
aver
di
comune
con
lo
Stato
,
oggi
invocato
dai
rinnegatori
dell
'
Italia
,
dai
complici
del
nemico
,
dai
servi
dello
straniero
e
dai
loro
fautori
vecchi
e
nuovi
del
nittismo
e
del
popolarismo
.
Questa
invocazione
,
che
assume
tono
elegiaco
,
perché
sangue
cittadino
scorre
nelle
vie
,
è
la
più
sconcia
menzogna
,
è
la
più
triste
immoralità
,
è
la
più
repugnante
ipocrisia
.
Essa
è
l
'
ultimo
inganno
dell
'
antinazione
.
Bisogna
stroncarlo
.
E
stroncarlo
non
soltanto
dove
esso
assume
aspetto
violento
,
e
però
dove
esso
è
facilmente
identificato
e
con
coraggio
combattuto
,
come
si
fa
da
tempo
,
come
si
è
fatto
e
si
fa
in
questi
giorni
;
ma
a
scovarlo
dai
rifugi
dove
è
annidato
e
mascherato
e
dai
quali
parla
con
voci
fattesi
improvvisamente
legalitarie
,
con
le
voci
dei
collaborazionisti
;
o
con
quelle
della
libertà
per
tutti
,
anche
e
soprattutto
per
i
nemici
,
che
sono
le
democratiche
;
o
con
quelle
dell
'
accomodamento
egoistico
falsamente
accentate
di
devozione
cristiana
,
che
sono
quelle
dei
popolari
.
Non
si
deve
cedere
un
istante
a
questo
inganno
.
Non
si
può
,
del
resto
.
E
non
si
può
,
perché
le
loro
menzognere
spiegazioni
e
le
loro
ambigue
difese
sono
esse
stesse
la
esibizione
della
loro
partigianeria
.
Mettiamo
anche
da
parte
tutta
l
'
evidente
organizzazione
armata
,
rivoltosa
dello
sciopero
.
Facciamo
conto
che
non
un
solo
attentato
fosse
venuto
,
non
un
solo
fatto
di
rivolta
armata
si
fosse
verificato
.
Ebbene
la
stessa
proclamazione
dello
sciopero
generale
politico
,
comprendente
tutti
i
servizi
pubblici
,
che
dai
socialisti
collaborazionisti
è
dichiarato
«
legalitario
»
;
che
dai
nittiani
è
cinicamente
dichiarato
inopportuno
solo
perché
è
fallito
;
che
dai
popolari
è
ignorato
o
messo
sullo
stesso
piano
della
difesa
nazionale
;
è
,
anche
come
sola
proclamazione
,
la
violazione
massima
della
legge
,
la
massima
sopraffazione
dello
Stato
,
il
massimo
ricatto
imposto
ad
un
governo
.
L
'
episodio
rivoltoso
,
l
'
episodio
armato
,
l
'
attentato
criminoso
ai
treni
,
la
battaglia
provocata
e
accettata
,
sono
fatti
assolutamente
secondari
,
contingenti
,
risolvibili
con
operazioni
di
polizia
,
di
fronte
alla
posizione
essenziale
,
dominante
dello
sciopero
generale
politico
ad
oltranza
.
Basta
la
proclamazione
di
questo
,
deve
bastare
l
'
intenzione
di
questa
proclamazione
per
giudicare
come
nemici
dello
Stato
i
suoi
fautori
,
i
suoi
avallanti
,
i
suoi
approfittatori
.
Occorre
davvero
che
la
coscienza
politica
italiana
sia
caduta
in
basso
,
perché
il
sovversivismo
osi
dichiararsi
,
in
pieno
esercizio
di
sé
,
legalitario
,
e
domandi
il
riconoscimento
,
anzi
l
'
ausilio
dello
Stato
;
e
gruppi
politici
,
che
si
dicono
costituzionali
e
nazionali
,
come
democratici
e
popolari
,
possano
dare
esplicito
o
implicito
riconoscimento
ad
un
tale
preciso
,
definito
atto
di
totale
ostilità
allo
Stato
,
quale
lo
sciopero
generale
politico
.
E
occorre
il
massimo
di
impudenza
e
di
abiezione
,
in
una
grottesca
decadenza
di
costumi
politici
,
perché
addirittura
si
proclami
e
si
accetti
lo
sciopero
generale
politico
per
imporre
il
ministero
di
sinistra
,
quale
corollario
della
visita
al
Re
di
Turati
.
Ebbene
nessuna
parola
buona
,
nessuna
invocazione
sincera
,
onesta
,
leale
,
può
venire
da
questo
fondo
di
impudenza
e
di
abiezione
.
Lo
Stato
,
lo
Stato
nazionale
non
è
il
compromesso
parlamentare
,
non
è
lo
sfibramento
e
l
'
inquinamento
burocratico
,
che
la
socialdemocrazia
,
col
recente
ausilio
dei
popolari
,
tanto
più
colpevole
in
quanto
è
venuto
dopo
la
guerra
e
la
vittoria
,
ha
dato
per
norma
e
vorrebbe
ancora
continuare
a
dare
per
norma
.
Lo
Stato
nazionale
,
tanto
per
riferirci
ad
un
paese
vicino
,
cui
altri
fa
così
spessi
richiami
,
è
lo
Stato
,
che
l
'
ex
-
comunardo
Clemenceau
,
difende
ferreamente
quando
è
in
guerra
col
nemico
;
è
lo
Stato
,
cui
i
cattolici
francesi
danno
,
sotto
la
guida
di
pastori
francesi
,
sotto
l
'
indicazione
dell
'
arcivescovo
di
Parigi
che
si
pone
al
fianco
dell
'
ex
-
comunardo
,
tutte
le
loro
forze
devote
per
la
difesa
della
vittoria
;
è
lo
Stato
,
in
difesa
del
quale
l
'
ex
-
socialista
Briand
,
pur
accomodante
,
non
esita
a
sciogliere
la
Confederazione
Generale
del
Lavoro
quando
questa
si
mostra
soltanto
disposta
all
'
azione
politica
antistatale
;
è
lo
Stato
nazionale
,
in
difesa
del
quale
l
'
ex
-
socialista
Millerand
,
meno
accomodante
,
divenuto
Presidente
della
Repubblica
,
non
esita
,
e
,
quando
ritiene
di
dover
intervenire
per
la
suprema
salvezza
del
Paese
di
fronte
allo
straniero
,
richiama
Briand
dal
convegno
di
Cannes
e
lo
fa
trovare
di
fronte
alle
dimissioni
necessarie
.
Ma
che
Stato
potrebbe
essere
questo
che
i
socialisti
legalitari
,
con
i
loro
compari
democratici
e
popolari
,
vorrebbero
fondato
sullo
sciopero
generale
politico
?
Lo
Stato
nazionale
,
lo
Stato
che
regola
,
guida
,
ordina
soltanto
perché
antivede
e
vuole
,
è
un
atto
di
vita
,
che
rifiuta
queste
origini
di
morte
.