StampaQuotidiana ,
L
'
accusa
stolta
che
si
rivolge
più
frequente
a
noi
appartenenti
ai
partiti
sovversivi
ed
alle
frazioni
estreme
,
favorevoli
all
'
intervento
dell
'
Italia
nella
guerra
attuale
,
si
è
che
noi
vogliamo
la
guerra
non
per
l
'
Italia
,
ma
per
...
salvare
la
repubblica
Francese
.
Questa
scempiaggine
è
ripetuta
,
con
la
monotonia
abituale
al
moderatume
neutralista
italiano
,
anche
contro
quella
parte
dei
sovversivi
che
per
la
speciale
ideologia
precedentemente
seguita
sono
antidemocratici
.
Questa
scempiaggine
è
frutto
d
'
ignoranza
,
ma
è
anche
frutto
di
malafede
.
Quei
signori
la
ripetono
al
fine
,
confessato
dal
Barzellotti
,
di
spaventare
il
Governo
e
fargli
credere
che
noi
si
voglia
la
guerra
per
facilitare
una
pronta
ed
immediata
rivoluzione
politica
.
Tale
stupida
menzogna
per
quanto
detta
e
sostenuta
da
persone
che
la
leggerezza
degli
italiani
chiama
nientemeno
che
storici
(
per
es
.
un
certo
signor
Curatulo
!
)
contrasta
oltre
che
col
buon
senso
con
la
più
evidente
realtà
storica
e
con
le
più
facili
previsioni
politiche
.
I
sovversivi
non
possono
volere
attraverso
la
guerra
la
rivoluzione
per
una
ragione
molto
semplice
:
che
la
guerra
esclude
nel
tempo
e
pel
fatto
che
esiste
ogni
rivoluzione
,
polarizza
in
un
fine
unico
tutte
le
attività
del
paese
e
tronca
perciò
tutti
i
dissidi
interni
.
Dopo
la
guerra
,
il
nuovo
assetto
può
essere
più
o
meno
favorevole
ad
una
rivoluzione
,
ed
i
socialisti
ed
i
sindacalisti
italiani
agiscono
appunto
alla
creazione
di
tale
assetto
favorevole
alla
rivoluzione
socialista
cioè
allo
sviluppo
libero
e
organico
del
movimento
operaio
.
I
socialisti
sono
favorevoli
alla
guerra
per
un
'
altra
ragione
meno
semplice
,
ma
del
pari
teoricamente
fondata
.
L
'
esser
socialista
,
l
'
accettare
cioè
una
certa
concezione
storica
della
società
odierna
,
e
il
contribuire
a
favorirla
,
non
significa
ripudiare
il
secolare
flusso
della
tradizione
,
e
il
complesso
di
beni
che
questa
ha
trasmesso
all
'
epoca
nostra
.
Il
socialismo
è
un
virgulto
che
s
'
innesta
direttamente
al
grande
albero
della
tradizione
.
È
ovvio
che
se
così
non
fosse
il
socialismo
sarebbe
fuori
della
storia
,
sarebbe
un
movimento
ideologico
e
romantico
privo
di
significazione
e
incapace
di
avvenire
realistico
.
Ed
è
chiaro
perciò
che
il
movimento
socialista
deve
rispettare
tutti
i
contributi
che
lo
spirito
umano
ha
creato
,
tutti
i
concetti
di
virtù
,
di
bene
,
di
eroismo
,
tutti
gl
'
istituti
etici
e
sociali
(
la
famiglia
,
la
patria
)
,
tutti
gli
apporti
culturali
scientifici
,
artistici
,
religiosi
,
che
sono
il
prodotto
più
elevato
della
selezione
della
razza
nei
secoli
.
La
finalità
del
socialismo
consiste
nel
trasformare
la
tecnica
della
produzione
,
il
meccanismo
dei
fenomeni
economici
;
nel
creare
,
per
mezzo
del
movimento
sempre
più
incalzante
della
classe
operaia
organizzata
,
una
forma
nuova
che
permetta
l
'
abolizione
della
proprietà
privata
,
e
del
sistema
del
salario
.
Il
socialismo
quindi
ha
interesse
che
le
posizioni
acquisite
siano
conservate
perché
esso
non
significa
distruzione
capricciosa
e
insensata
del
presente
,
nell
'
aspettativa
ipotetica
di
un
avvenire
anche
paradisiaco
.
E
se
ciò
è
,
si
capisce
perché
molti
dei
socialisti
siano
favorevoli
alla
guerra
presente
,
che
è
guerra
di
difesa
e
di
conservazione
di
tutte
le
profonde
energie
,
di
tutti
i
caratteri
,
di
tutti
gli
elementi
più
preziosi
della
nostra
civiltà
.
La
Germania
e
l
'
Austria
,
cioè
il
popolo
tedesco
,
combattono
per
assorbire
terre
straniere
,
popoli
diversi
,
civiltà
lontane
.
Questa
guerra
è
per
i
tedeschi
una
nuova
invasione
per
la
conquista
e
il
dominio
di
mari
e
di
continenti
.
Se
non
si
crede
ciò
,
tutti
gli
eventi
di
cui
siamo
testimoni
non
si
spiegano
più
.
Perché
la
guerra
?
Predominio
commerciale
?
E
perché
per
colpire
l
'
Inghilterra
si
invade
il
Belgio
e
la
Francia
?
Che
la
guerra
sia
per
la
Germania
una
guerra
offensiva
si
spiega
meglio
con
ragioni
storiche
che
con
ragioni
diplomatiche
.
La
Germania
voleva
i
mari
,
quei
mari
che
la
tradizione
storica
non
le
ha
dato
,
e
per
averli
vuole
sopprimere
popoli
e
civiltà
con
logica
spietata
.
ma
in
fondo
necessaria
.
E
per
credere
ciò
non
v
'
è
neppure
bisogno
,
amico
Leone
,
di
leggere
i
libri
degli
imperialisti
tedeschi
,
ma
basta
far
la
critica
intima
delle
cose
che
ci
passarono
innanzi
in
questi
cinque
mesi
di
tragedia
.
La
guerra
a
grande
stile
della
Germania
,
se
finita
con
la
vittoria
di
questa
,
avrebbe
posto
questa
nazione
al
dominio
del
mondo
.
E
ciò
per
fatale
conseguenza
dei
fatti
...
;
direi
quasi
,
anche
se
i
dirigenti
della
Germania
non
l
'
avessero
voluto
.
La
vittoria
tedesca
avrebbe
significato
necessariamente
l
'
annientamento
di
tutte
le
forze
contrarie
d
'
Europa
.
Sarebbe
sorta
una
società
nuova
:
un
popolo
guerriero
padrone
di
un
continente
pacifico
,
un
dominio
assoluto
e
tirannico
da
parte
di
un
popolo
che
nel
suo
sogno
imperialistico
vuole
prevalere
oltre
che
sull
'
altrui
ricchezza
sull
'
altrui
cultura
,
sull
'
altrui
civiltà
.
Questa
vittoria
tedesca
avrebbe
sovvertito
tutti
i
programmi
di
rivoluzione
,
avrebbe
sommerso
tutti
i
socialismi
.
creato
una
posizione
iniziale
profondamente
diversa
e
certamente
negatrice
di
gran
parte
del
nostro
essere
storico
,
civile
e
psicologico
.
Noi
non
ci
sentiamo
di
far
strazio
del
patrimonio
nostro
per
tener
fede
ad
una
formula
socialista
che
non
soddisfa
la
realtà
presente
.
Vogliamo
un
socialismo
che
sia
l
'
espressione
della
razza
,
della
volontà
,
del
passato
,
della
civiltà
italiana
,
non
quel
socialismo
qualunque
,
che
potrebbe
e
non
potrebbe
nascere
in
un
mondo
diverso
,
plasmato
ad
immagine
del
popolo
tedesco
.
E
perciò
vogliamo
la
guerra
.
E
perciò
è
guerra
di
difesa
delle
posizioni
già
conquistate
che
noi
riteniamo
fondamentali
alla
costruzione
del
nostro
futuro
.
Ed
è
guerra
che
per
questa
sua
speciale
natura
trascende
la
formula
di
un
regime
politico
o
di
una
tendenza
sociale
.
Non
è
guerra
democratica
,
né
guerra
«
dei
re
»
,
ma
qualcosa
di
molto
più
vasto
e
comprensivo
che
tutto
supera
:
la
questione
dell
'
essere
o
del
non
essere
.
La
realtà
politica
si
svolge
nel
senso
precisamente
opposto
a
quello
asserito
dai
tedescofili
-
neutralisti
d
'
Italia
:
la
rivoluzione
è
certa
,
immancabile
se
la
guerra
non
si
fa
,
rivoluzione
inevitabile
che
nascerà
non
solo
dalla
volontà
dei
Fasci
d
'
azione
,
ma
dal
giuoco
delle
circostanze
stesse
.
Crispi
diceva
negli
ultimi
anni
della
sua
vita
che
la
forza
della
dinastia
di
Savoia
non
poteva
essere
se
non
nella
vittoria
,
perché
nessuna
aristocrazia
sorregge
in
Italia
la
Monarchia
.
Essa
sarà
travolta
inesorabilmente
il
giorno
in
cui
il
fascino
della
guerra
sia
venuto
meno
.
A
questo
punto
noi
siamo
.
O
la
guerra
,
e
vittoriosa
,
o
i
Savoia
pagheranno
il
fio
e
saranno
spazzati
da
un
movimento
rivoluzionario
sociale
e
politico
.
Se
l
'
Italia
scende
in
campo
a
compiere
il
suo
dovere
verso
se
stessa
ed
il
suo
passato
e
per
difendere
le
ragioni
storiche
ed
ideali
della
propria
esistenza
,
tutta
una
serie
di
problemi
nuovi
nasceranno
,
con
gli
allargati
confini
,
con
la
nascente
autorità
e
con
la
conquista
di
mercati
nuovi
,
tali
da
prospettare
sotto
nuova
luce
i
problemi
attuali
,
e
da
dirigere
in
senso
netto
e
sicuro
l
'
attività
rivoluzionaria
delle
classi
operaie
.
Queste
attenderanno
la
loro
ora
,
svolgendo
nell
'
autonomia
delle
loro
organizzazioni
,
la
lotta
di
classe
incubatrice
della
rivoluzione
e
non
si
confonderanno
nelle
brighe
politiche
.
Oggi
la
frazione
più
intelligente
e
libera
della
classe
operaia
italiana
vuole
la
guerra
perché
sente
che
tale
guerra
è
imprescindibile
dalle
finalità
socialiste
,
è
una
condizione
sine
qua
non
per
poter
volere
il
socialismo
.