StampaQuotidiana ,
I
dirigenti
del
Partito
socialista
,
che
hanno
ancora
una
qualsiasi
capacità
di
raziocinio
,
cominciano
a
sentire
il
peso
e
più
che
il
peso
,
la
vergogna
di
una
formula
assurda
e
anti
-
proletaria
come
è
oggi
la
formula
della
neutralità
assoluta
.
Si
notano
qua
e
là
i
primi
tentativi
di
ribellione
.
Vecchi
compagni
si
dimettono
dal
Partito
,
o
sono
,
più
speditamente
,
cacciati
.
Nei
fogli
settimanali
squillano
le
prime
voci
dei
dissidenti
.
La
riunione
tenutasi
l
'
altra
sera
a
Milano
,
è
un
tentativo
d
'
opposizione
alla
corrente
torbida
del
neutralismo
socialista
,
non
più
inspirata
da
motivi
ideali
,
ma
da
bassi
tornaconti
mercantili
o
da
preoccupazioni
elettoralistiche
.
Non
erano
molti
i
socialisti
riunitisi
l
'
altra
sera
in
via
Circo
,
ma
erano
i
«
notabili
»
del
Partito
;
se
difettava
la
quantità
c
'
era
,
in
compenso
,
la
qualità
.
C
'
erano
i
deputati
,
moltissimi
consiglieri
comunali
,
gli
assessori
quasi
al
completo
,
coll
'
adesione
del
sindaco
;
c
'
era
insomma
la
minoranza
pensante
.
Le
maggioranze
non
possono
pensare
.
Esse
sono
il
numero
,
la
quantità
,
e
perciò
l
'
inerzia
:
sono
il
materiale
greggio
col
quale
si
«
fa
»
e
si
è
fatta
,
in
ogni
tempo
,
la
storia
;
esse
non
sono
mai
o
quasi
mai
tormentate
dal
dubbio
,
assillate
dallo
spasimo
angoscioso
,
ma
salutare
della
ricerca
;
le
mille
trepidazioni
dello
spirito
eternamente
mobile
,
irrequieto
,
indagatore
,
sono
ignote
alle
maggioranze
che
hanno
orizzonti
mentali
circoscritti
.
La
minoranza
pensante
del
socialismo
italiano
non
può
appagarsi
del
grido
di
«
abbasso
la
guerra
»
.
Questo
grido
non
risolve
i
formidabili
problemi
che
la
guerra
ha
posto
sul
tappeto
.
Uomini
che
hanno
sempre
seguito
nella
loro
attività
politica
direttive
realistiche
e
potrei
dire
pragmatistiche
;
uomini
che
hanno
irriso
in
ogni
tempo
le
formule
,
schernito
i
dogmi
,
avute
in
sommo
dispregio
le
fedi
cristallizzate
che
ipotecano
col
presente
l
'
avvenire
;
con
questa
,
le
generazioni
che
saranno
;
uomini
di
tal
fatta
non
potevano
rimanere
a
lungo
e
in
silenzio
nella
«
frateria
»
salmodiante
l
'
abbasso
o
un
evviva
.
Cominciano
a
parlare
.
Ma
sono
in
ritardo
.
E
,
quel
ch
'
è
peggio
,
non
«
osano
»
di
giungere
in
fondo
.
Sentono
di
essere
su
di
un
pericolosissimo
piano
inclinato
e
si
fermano
o
tentano
fermarsi
e
non
s
'
accorgono
che
una
posizione
intermedia
«
statica
»
è
la
più
malagevole
a
mantenersi
e
a
difendere
:
sono
vittime
dunque
del
«
feticcio
»
unitario
?
Quel
Turati
che
in
altri
tempi
si
fece
promotore
di
scissioni
socialiste
per
una
questioncella
nemmeno
paragonabile
da
lontano
al
problema
odierno
dalla
cui
soluzione
dipendono
non
solo
i
destini
d
'
Italia
,
ma
i
destini
del
mondo
,
oggi
in
nome
dell
'
unità
,
accetta
la
compagnia
degli
herveisti
più
sordidi
e
ripugnanti
,
salvo
ad
elevare
qualche
protesta
nelle
piccole
riunioni
di
Partito
.
C
'
è
più
differenza
oggi
fra
herveisti
,
neutralisti
relativi
e
interventisti
,
di
quanta
non
ne
passasse
nel
1913
fra
intransigenti
e
riformisti
.
Si
tratta
di
dissensi
che
investono
fondamentalmente
la
dottrina
del
socialismo
,
le
basi
del
Partito
:
il
fatto
di
accettare
o
no
la
difesa
nazionale
,
trae
seco
una
catena
di
conseguenze
che
spostano
tutto
l
'
asse
ideologico
del
Partito
:
da
una
parte
si
va
alla
concezione
aberrante
del
tolstoianesimo
,
dall
'
altra
si
va
all
'
Armée
nouvelle
del
Jaurès
,
alla
magnifica
sintesi
della
Patria
realtà
insopprimibile
d
'
oggi
coll
'
Internazionale
,
realtà
ineluttabile
di
domani
.
Un
abisso
separa
le
due
concezioni
.
Ma
i
dirigenti
del
Partito
non
«
osano
»
di
guardare
dentro
a
quell
'
abisso
e
di
gettarsi
da
l
'
una
parte
o
dall
'
altra
:
vi
sono
in
gioco
troppe
posizioni
politiche
ed
economiche
acquisite
,
consolidate
;
troppi
collegi
,
troppi
municipi
,
troppe
cooperative
.
Tutto
ciò
è
il
cemento
che
tiene
unite
le
tendenze
non
divergenti
,
ma
assolutamente
antitetiche
che
dividono
oggi
il
Partito
socialista
.
L
'
unità
nasconde
la
più
pericolosa
delle
scissioni
;
pericolosa
perché
ipocrita
,
in
quanto
l
'
unità
è
il
frutto
di
una
reciproca
mortificazione
e
mistificazione
dei
cervelli
e
dei
cuori
.
Ma
poi
,
questi
signori
sono
in
ritardo
.
Prima
,
assai
prima
dovevano
parlare
.
Prima
,
o
almeno
due
mesi
fa
,
quando
fu
montato
il
«
diversivo
»
mussoliniano
,
bisognava
proclamare
in
faccia
a
tutti
i
Lazzari
dell
'
universo
che
«
il
principio
di
nazionalità
non
può
essere
rinnegato
»
,
che
«
il
trionfo
del
principio
di
nazionalità
può
coincidere
con
quello
della
libertà
e
segnare
una
tappa
verso
l
'
internazionalismo
»
;
allora
aveva
un
senso
e
poteva
frenare
la
corsa
pazza
dell
'
herveismo
;
oggi
il
Partito
si
trova
sul
piano
inclinato
e
dovrà
andare
sino
in
fondo
con
tutta
l
'
esibizione
della
sua
miseria
.
Io
ho
l
'
impressione
che
i
neutralisti
relativi
di
via
Circo
abbiano
voluto
più
che
altro
salvarsi
la
coscienza
;
non
avere
dei
rimorsi
;
anticipare
una
debita
scissione
di
responsabilità
,
onde
poter
dire
domani
,
qualora
il
movimento
dei
gruppi
catechizzati
e
abbrutiti
da
tanta
propaganda
,
sboccasse
nella
rivolta
sterile
o
nel
disastro
nazionale
:
noi
eravamo
dei
neutralisti
relativi
...
Non
c
'
entriamo
!
E
sarà
il
grottesco
che
si
unirà
al
tragico
...
Delle
due
l
'
una
:
o
questa
propaganda
contro
«
ogni
»
guerra
è
seria
e
non
una
semplice
commedia
e
allora
essa
non
può
avere
che
un
obiettivo
pratico
:
impedire
ad
ogni
costo
la
guerra
,
qualunque
guerra
.
Magari
con
uno
sciopero
generale
.
O
questa
propaganda
non
ha
obiettivi
pratici
,
ma
è
una
pura
blaterazione
o
ruminazione
comiziale
e
in
questo
caso
i
suoi
risultati
non
sono
meno
perniciosi
,
in
quanto
crea
e
mantiene
uno
«
stato
d
'
animo
negativo
»
fra
quelle
masse
che
domani
dovrebbero
colle
baionette
salvare
quel
principio
di
nazionalità
che
i
neutralisti
«
relativi
»
alla
Turati
non
vogliono
rinnegare
.
Ancora
.
Se
il
principio
di
nazionalità
non
«
deve
»
essere
rinnegato
,
se
è
opera
socialista
«
non
»
opporsi
«
a
che
l
'
Italia
possa
ottenere
migliori
condizioni
di
vita
e
di
sviluppo
»
,
sarà
opera
tanto
più
socialista
agitarsi
perché
siano
garantite
all
'
Italia
migliori
condizioni
di
vita
e
di
sviluppo
.
La
«
non
»
opposizione
,
cioè
l
'
inazione
,
è
socialista
?
Ma
allora
l
'
azione
lo
è
di
più
.
Lo
è
sempre
di
più
.
Si
comprenderebbe
la
«
non
opposizione
»
quando
ci
fosse
in
Italia
una
borghesia
all
'
altezza
della
sua
missione
storica
che
è
il
conseguimento
dell
'
unità
nazionale
;
ma
tale
borghesia
manca
;
la
causa
della
neutralità
,
insieme
cogli
herveisti
del
socialismo
,
trova
i
suoi
campioni
validissimi
nei
ceti
mercantili
e
professionistici
della
borghesia
.
Si
comprenderebbe
la
«
non
opposizione
»
,
o
amico
Marangoni
,
quando
si
trattasse
«
soltanto
»
del
nostro
problema
nazionale
,
ma
v
'
è
un
'
altra
posta
,
nel
giuoco
,
ed
è
la
posta
suprema
:
si
tratta
della
libertà
o
della
schiavitù
d
'
Europa
;
bisogna
scegliere
fra
il
berretto
frigio
o
l
'
elmo
a
chiodo
;
fra
il
consolidarsi
degli
istituti
feudali
e
monarchici
col
trionfo
degli
imperi
centrali
ed
il
frantumarsi
insieme
con
quelli
di
tutte
o
molte
catene
.
Forse
non
saremmo
«
interventisti
»
se
si
trattasse
soltanto
di
«
ottenere
migliori
condizioni
di
vita
e
di
sviluppo
per
l
'
Italia
»
,
ma
insieme
con
ciò
,
v
'
è
il
più
,
il
meglio
:
tutto
il
resto
:
il
reale
e
l
'
ideale
:
la
nazione
e
il
socialismo
.
Non
opporsi
,
che
cosa
significa
,
in
fondo
?
Collaborazione
passiva
.
Accettazione
.
Non
può
ridursi
a
questo
il
compito
del
socialismo
nell
'
ora
più
calamitosa
della
storia
.
Negli
altri
paesi
in
Francia
,
in
Germania
,
nel
Belgio
,
in
Inghilterra
i
socialisti
hanno
preso
le
loro
tremende
responsabilità
,
come
protagonisti
e
non
già
come
semplici
«
comparse
»
passive
del
dramma
.
StampaQuotidiana ,
Il
socialismo
italiano
annega
in
un
mare
di
fango
.
Io
guardo
a
questo
naufragio
coll
'
animo
costernato
,
ma
senza
rimorsi
.
In
questi
ultimi
tempi
,
ho
fatto
qualche
cosa
per
salvare
il
Partito
Socialista
,
o
ritardare
il
processo
di
disgregazione
che
lo
insidiava
e
lo
trae
oggi
nella
tomba
dell
'
infamia
.
La
lotta
contro
i
riformisti
prima
,
contro
i
massoni
poi
,
la
predicazione
della
«
giornata
storica
»
e
del
«
bagno
di
sangue
»
che
avrebbe
io
lo
credevo
purificato
il
socialismo
italiano
da
molte
se
non
da
tutte
delle
sue
tare
,
sono
gli
episodi
consegnati
alla
cronaca
,
di
questa
mia
biennale
,
disperata
battaglia
.
Sforzo
vano
.
Tentativo
fallito
.
Fatica
sprecata
.
Il
male
come
avviene
nei
cancrenosi
o
nei
cronici
si
rinnovava
continuamente
all
'
interno
ed
oggi
i
germi
patogeni
hanno
in
loro
balia
questo
corpo
senza
anima
e
lo
divorano
.
Come
in
una
tragica
improvvisa
illuminazione
al
magnesio
,
la
guerra
getta
al
primo
piano
la
vera
essenza
del
Partito
,
lo
mostra
quale
esso
è
nella
sua
composizione
materiale
,
nella
sua
configurazione
e
deformazione
morale
:
tutto
ciò
che
ieri
fu
nascosto
e
ignorato
oggi
automaticamente
si
scopre
:
bisogna
denunciarlo
al
gran
pubblico
per
quanto
ingrato
e
penoso
sia
l
'
adempimento
di
tale
dovere
.
Vi
sono
delle
piaghe
«
morali
»
che
destano
maggiore
ripugnanza
all
'
occhio
e
al
tatto
delle
piaghe
fisiche
degli
incurabili
.
Ma
il
clinico
fa
forza
a
se
stesso
,
né
gli
trema
il
polso
quando
affonda
il
coltello
nella
carne
infetta
:
così
io
vinco
dopo
qualche
riluttanza
lo
schifo
ed
esibisco
da
questa
grande
tribuna
al
pubblico
proletario
d
'
Italia
e
d
'
Europa
,
l
'
ultimo
in
ordine
di
tempo
documento
dell
'
abbiezione
del
socialismo
italiano
.
A
voi
soltanto
,
o
Amilcare
Cipriani
,
io
chiedo
scusa
per
l
'
amaritudine
lacerante
che
la
lettura
di
queste
righe
susciterà
nell
'
animo
vostro
...
Quando
fu
conosciuta
in
Italia
la
gesta
dei
garibaldini
nelle
Argonne
,
quando
si
seppe
che
alcune
decine
di
giovani
avevano
fatto
volontario
olocausto
della
loro
vita
alla
causa
della
Francia
e
più
ancora
della
libertà
e
della
giustizia
assassinate
dal
teutono
barbarico
,
unanime
fu
l
'
ammirazione
,
ardente
il
rimpianto
.
L
'
Avanti
!
stesso
,
organo
centrale
del
Partito
,
spremeva
,
o
meglio
,
incaricava
il
signor
Francesco
Ciccotti
uomo
dubbio
ed
equivoco
ed
anguillesco
e
sconcertante
e
molle
e
friabile
e
mucillaginoso
di
spremere
alcune
lagrimucce
sulle
fosse
ancora
aperte
dei
caduti
a
Belle
Etoile
.
Lacrime
di
coccodrillo
!
Ma
nelle
masse
socialiste
non
si
è
pianto
.
Il
cuore
piange
,
il
ventre
no
:
digerisce
.
E
il
socialismo
italiano
è
un
ventre
.
E
il
ventre
ha
una
sua
logica
primitiva
,
primordiale
,
che
io
dimostrerò
fra
poco
,
semplicemente
perfetta
.
Il
ventre
non
ha
trepidazioni
,
angoscie
,
speranze
,
sogni
:
ha
dei
«
bisogni
»
,
soddisfatti
i
quali
egli
è
pago
.
Né
chiede
di
più
.
Udite
il
ventre
.
Si
è
tenuta
il
primo
gennaio
una
riunione
socialista
anti
-
guerresca
a
Cagli
,
grosso
paese
dell
'
Urbinate
,
nelle
Marche
,
nella
nobile
regione
che
un
giorno
conobbe
e
praticò
la
virtù
del
sacrificio
per
un
ideale
.
Oratori
il
prof
.
Montevecchi
e
certo
Barbaresi
;
entrambi
,
si
capisce
,
debitamente
inscritti
e
tesserati
del
Partito
.
Aderiva
anche
il
dottor
Gasperini
di
Urbino
con
una
«
nobilissima
»
lettera
.
L
'
oratore
Montevecchi
parla
e
dal
resoconto
che
trovo
sul
Progresso
,
settimanale
dei
socialisti
di
Pesaro
,
stralcio
questo
brano
:
«
Dopo
aver
in
una
felicissima
rievocazione
ricordato
lo
strazio
delle
madri
che
si
vedono
strappare
dalle
braccia
i
figli
educati
con
tanta
e
così
assidua
cura
d
'
amore
,
volle
sfatare
la
leggenda
degli
eroismi
e
degli
eroi
e
disse
che
i
volontari
non
lanciati
ad
uccidere
dalla
coazione
di
una
legge
disumana
ma
dalla
propria
libera
volontà
non
sono
che
criminali
»
.
Al
Montevecchi
,
seguì
il
compagno
Arduini
,
il
quale
deve
essere
un
competente
in
materia
patologica
.
Egli
disse
:
«
Fece
poi
propria
,
e
propria
della
sezione
socialista
,
la
frase
del
Montevecchi
riguardante
i
volontari
e
con
ferrea
argomentazione
dimostrò
che
se
essi
non
si
vogliono
chiamare
criminali
sono
pur
sempre
dei
soggetti
patologici
affetti
da
sadismo
.
Chiuse
il
discorso
durato
per
oltre
un
'
ora
fra
le
generali
acclamazioni
,
riaffermando
il
diritto
del
proletariato
di
negare
ogni
concorso
sia
di
sangue
,
sia
di
finanza
alla
guerra
borghese
»
.
Voi
,
a
questo
punto
,
pensate
che
la
redazione
del
giornale
abbia
fatto
almeno
qualche
riserva
a
proposito
delle
affermazioni
degli
oratori
di
Cagli
.
Illusi
!
La
redazione
del
Progresso
è
semplicemente
giubilante
e
annota
:
«
I
compagni
di
Cagli
hanno
dato
una
splendida
dimostrazione
della
loro
forza
,
del
loro
carattere
,
hanno
sentito
profondamente
l
'
avversione
alla
guerra
ed
ai
fautori
(
avversione
che
freme
in
tutte
le
case
dell
'
operaio
sfruttato
e
straziato
nei
suoi
più
intimi
affetti
)
insaccando
pienamente
i
nuovi
traditori
del
proletariato
,
i
novelli
puntelli
della
monarchia
,
in
berretto
frigio
.
«
Ai
socialisti
di
Cagli
,
a
Cagli
proletaria
tutta
la
nostra
ammirazione
.
Avanti
!
»
.
On
.
Turati
,
io
credo
,
io
spero
che
voi
sentirete
salirvi
in
faccia
le
vampe
scarlatte
della
vergogna
.
Questo
è
socialismo
?
Questo
è
«
il
»
socialismo
italiano
?
Il
«
vostro
»
socialismo
?
Avete
,
voi
,
ancora
qualche
cosa
di
comune
con
costoro
,
voi
,
on
.
Turati
?
Sì
,
qualche
cosa
:
le
premesse
.
Dalle
quali
si
giunge
con
un
semplice
esercizio
di
logica
perfetta
,
alle
conseguenze
degli
oratori
di
Cagli
,
conseguenze
accettate
dalla
gran
massa
proletaria
,
educata
,
o
non
piuttosto
abbrutita
alla
scuola
del
socialismo
.
È
per
questo
che
io
le
rilevo
.
Logica
perfetta
!
Matematica
!
Se
la
guerra
,
in
sé
e
per
sé
,
è
un
male
,
un
abbominio
,
una
perversione
,
una
rovina
;
se
ogni
guerra
,
se
tutte
le
guerre
in
qualsiasi
condizione
di
tempo
o
di
eventi
,
per
qualunque
causa
,
per
qualsiasi
obiettivo
sono
condannabili
ed
esecrabili
;
se
bisogna
opporsi
a
qualunque
guerra
senza
troppo
sottilizzare
sull
'
offesa
o
la
difesa
,
è
chiaro
,
è
logico
,
è
consequenziale
che
i
fautori
della
guerra
o
i
partecipanti
alla
medesima
non
sfuggano
alla
condanna
ed
alla
esecrazione
.
Quando
si
grida
:
abbasso
la
guerra
è
sottinteso
infatti
:
abbasso
coloro
che
fanno
la
guerra
.
Nella
logica
perfetta
sino
all
'
infamia
!
del
perfetto
socialista
neutrale
possono
beneficiare
delle
attenuanti
coloro
che
sono
«
costretti
»
dalla
forza
esteriore
dello
Stato
a
combattere
e
,
per
converso
,
cadranno
le
«
aggravanti
»
su
coloro
che
si
battono
di
lor
spontanea
volontà
;
che
uccidono
o
si
fanno
uccidere
senza
esservi
forzati
.
La
logica
«
perfetta
»
del
perfetto
neutralista
li
definisce
perciò
«
criminali
»
o
,
per
una
concessione
in
subordine
,
dei
degenerati
,
affetti
da
sadismo
o
da
qualche
altra
morbosità
anti
-
socievole
e
anti
-
umana
.
Criminali
,
dunque
,
o
sadisti
!
A
tanto
,
non
giunsero
mai
i
preti
di
Roma
.
Anzi
,
qualcuno
di
loro
,
fu
«
volontario
»
;
uno
di
loro
salvò
dalle
catene
austriache
Garibaldi
.
Nelle
cronache
della
setta
vaticana
,
i
volontari
furono
dei
«
banditi
»
,
degli
«
avventurieri
»
,
degli
illusi
o
romantici
:
non
mai
dei
criminali
.
A
ciò
doveva
arrivare
il
socialismo
teutonizzato
della
terza
Italia
.
Povero
Pisacane
che
recasti
a
Sapri
,
coi
tuoi
trecento
,
la
guerra
e
l
'
insurrezione
e
cadesti
ucciso
dai
«
neutralisti
»
d
'
allora
che
volevano
per
ignoranza
come
quelli
d
'
oggi
,
per
malvagità
il
mantenimento
dello
statu
-
quo
,
povero
Pisacane
tu
non
eri
che
un
«
soggetto
»
da
manicomio
criminale
.
E
tu
,
o
Garibaldi
!
eri
e
sei
per
i
socialisti
di
questa
lurida
Italia
neutrale
un
«
sadico
»
perverso
che
s
'
inebriava
alla
vista
del
sangue
,
tu
che
conoscevi
e
praticavi
tutte
le
umiltà
della
vita
,
tu
che
avevi
il
cuore
vasto
come
il
mare
,
tu
che
balzavi
di
rupe
in
rupe
nel
cuor
della
notte
a
rintracciare
l
'
agnello
smarrito
.
E
voi
,
e
voi
tutti
che
dal
'21
al
'70
cospiraste
e
combatteste
volontari
nelle
strade
,
volontari
sui
campi
di
battaglia
,
volontari
nella
vita
,
volontari
nella
morte
:
voi
siete
dei
delinquenti
o
dei
degenerati
per
i
socialisti
modernissimi
che
hanno
sfruttato
e
sfruttano
il
vostro
sangue
,
per
parlare
o
scrivere
la
loro
sozza
bestemmia
.
E
anche
voi
,
o
Amilcare
Cipriani
,
siete
pregato
di
scegliere
:
o
criminale
o
sadista
.
Voi
siete
ancor
vivo
e
potete
scegliere
...
Oh
il
neutrale
socialismo
italiano
:
esso
ha
una
parola
per
ogni
circostanza
.
Se
non
correte
sui
campi
di
battaglia
,
vi
si
butta
in
faccia
«
l
'
armiamoci
e
partite
!
»
e
se
andate
a
combattere
diventate
dei
«
criminali
»
.
Eppure
,
il
socialismo
italiano
non
è
sempre
stato
così
.
Prima
di
arrivare
a
questo
crepuscolo
inglorioso
,
ebbe
la
sua
primavera
di
idealismi
e
di
entusiasmi
.
Nomi
e
ricordi
della
mia
giovinezza
lontana
mi
tumultuano
nel
cervello
.
Nomi
degli
eroi
della
nazionalità
Armena
,
Albanese
,
Candiotta
,
Boera
,
Cubana
...
La
guerra
greco
-
turca
del
1897
vide
l
'
ultima
legione
di
socialisti
«
volontari
»
,
pardon
,
di
«
criminali
»
...
Poi
il
«
ventre
»
tiranneggiò
il
Partito
e
lo
ha
ucciso
.
Sì
,
ucciso
!
Poiché
un
Partito
che
non
sente
più
palpiti
di
solidarietà
umana
,
un
Partito
che
si
chiude
in
se
stesso
e
respinge
ogni
appello
dei
popoli
vinti
e
straziati
dall
'
invasore
ed
è
sordo
ad
ogni
grido
di
pietà
,
è
un
Partito
morto
e
più
che
morto
,
putrefatto
.
Fra
poco
,
echeggierà
il
grido
:
si
salvi
chi
può
...
No
.
No
.
No
.
O
socialisti
superstiti
,
ancor
degni
del
nome
!
La
civitas
solis
la
divina
ed
umana
«
città
del
sole
»
vaticinata
da
Tommaso
Campanella
non
si
costruisce
col
fango
.
Uomini
l
'
abiteranno
e
non
bestie
.
Pietre
ci
vorranno
dunque
:
pietre
dure
e
polite
,
lavorate
coi
muscoli
e
più
ancora
colle
anime
:
cementate
col
sangue
...