StampaPeriodica ,
Questo
autunno
che
s
'
attarda
a
continuare
gli
ultimi
tepori
estivi
e
si
compiace
delle
ottobrate
chiassose
e
salutevoli
ci
ha
portato
anche
un
pessimo
dono
nel
campo
delle
lettere
,
quasi
a
disturbare
la
nostra
beatitudine
nata
dalla
contemplazione
dei
frutti
opimi
e
dal
lucore
del
moscatello
.
Perché
disturbarsi
per
una
mosca
che
ronza
fastidiosa
e
dispiacersi
di
un
cane
rognoso
,
e
arrovellarsi
per
dimostrare
che
questa
vespa
è
l
'
essere
più
benigno
del
mondo
,
se
la
vita
intorno
è
così
bella
,
allettante
,
dilettevole
?
Per
lo
stridente
contrasto
;
a
causa
dei
nervi
tesi
per
il
ricambio
autunnale
?
Non
so
;
certo
,
gran
chiasso
nel
campo
delle
lette
-
re
,
gravi
parole
,
accenti
d
'
ira
e
di
sdegno
;
smisurata
apologia
.
Ed
io
,
che
mi
godevo
il
solicello
,
contento
della
stagione
propizia
alla
mia
nidiata
,
sento
venirmi
all
'
orecchio
questo
gran
fracasso
e
son
costretto
a
volerne
conoscere
le
ragioni
,
a
capirne
i
motivi
.
Scendo
anch
'
io
fra
i
tenzonanti
?
Nemmen
per
sogno
,
che
fra
quelli
il
trambusto
è
così
alto
che
non
riuscirei
a
tirare
il
ragno
dal
buco
.
Quelli
parlano
orribili
favelle
,
cantano
inni
o
innalzano
invettive
,
e
io
invece
voglio
usare
parole
semplici
,
le
più
umili
possibili
,
qual
si
convengono
a
chi
piacciono
il
solicello
e
le
ottobrate
col
vino
di
Frascati
.
Non
temete
di
essere
costretti
a
gran
fatica
,
che
basta
ben
poco
a
giudicare
gl
'
Indifferenti
.
Alcuni
se
la
son
cavata
con
parole
poco
parlamentari
ma
efficacissime
:
"
porcherie
"
;
altri
han
detto
e
non
detto
:
fra
la
gioia
e
il
disgusto
,
sono
rimasti
di
parere
incerto
;
altri
ancora
,
con
le
lagrime
dell
'
entusiasmo
agli
occhi
hanno
gridato
che
finalmente
abbiamo
avuto
il
capolavoro
.
A
Borgo
a
Mozzano
,
delizioso
paese
di
Val
di
Serchio
,
è
in
piedi
sempre
un
famosissimo
ponte
:
"
il
ponte
del
Diavolo
.
"
Ha
un
arco
a
tutto
sesto
che
è
una
meraviglia
a
guardarsi
,
e
certo
,
nei
tempi
in
cui
fu
gettato
,
non
poca
fatica
dovette
costare
,
se
fra
quei
popolani
è
ancora
viva
una
leggenda
burlesca
,
che
Giuseppe
Giusti
ricorda
nella
lettera
scritta
al
suo
precettore
,
Andrea
Francioni
,
il
30
ottobre
1836
.
Giunto
il
poeta
al
culmine
della
famosissima
arcata
,
incontrò
un
contadino
al
qua
-
le
chiese
come
mai
il
ponte
avesse
preso
il
nome
del
diavolo
.
N
'
ebbe
questa
risposta
,
senza
dubbio
dopo
gli
scongiuri
di
prammatica
ché
il
contadino
si
trascinava
sulle
spalle
un
buon
carico
di
legna
da
portare
a
salvamento
:
"
Che
vuol
che
gli
dica
?
Raccontano
che
San
Giuliano
,
quando
fece
il
ponte
,
per
finire
questo
arco
chiamò
quell
'
...
amico
,
e
gli
disse
che
l
'
aiutasse
;
ma
chi
sa
poi
se
è
vero
?
Chiese
dunque
aiuto
al
...
gli
chiese
aiuto
(
qui
ci
accorgemmo
che
il
buon
uomo
aveva
scrupolo
a
no
-
minare
il
diavolo
)
,
e
gli
promise
la
prim
'
anima
che
ci
fosse
passata
su
.
Quando
fu
finito
,
San
Giuliano
,
per
canzonarlo
,
di
laggiù
di
fondo
aizzò
un
cane
,
e
poi
gli
tirò
una
stiacciata
su
per
il
ponte
:
il
cane
corse
dietro
alla
stiacciata
,
e
qui
,
dove
toccò
col
piede
,
l
'
agguantò
.
Quello
,
che
stava
a
vedere
chi
passava
il
primo
,
subito
gli
dà
addosso
,
e
quando
s
'
avvide
che
era
un
cane
invece
d
'
un
cristiano
,
lo
scaraventò
con
tanta
rabbia
in
terra
,
che
sfondò
qui
e
passò
di
sotto
.
Ma
sarà
vero
?
Lo
dicono
:
Ma
chi
c
'
era
allora
?
"
Questo
è
toccato
in
sorte
ai
nostri
critici
,
un
cane
,
invece
di
un
'
anima
,
ma
essendo
discordi
sulla
sua
natura
,
c
'
è
chi
lo
scaraventa
con
rabbia
in
terra
e
chi
,
invece
,
gli
innalza
archi
di
trionfo
.
Lo
stile
Capolavoro
:
e
si
rimane
perplessi
nel
dover
giudicare
.
È
come
quando
ci
si
trova
nello
studio
di
un
pittore
amico
che
ci
presenta
un
suo
mediocre
,
o
brutto
quadro
:
Bello
,
bellissimo
,
meraviglioso
,
e
poi
di
dietro
corna
e
peste
,
o
,
pian
pianino
,
si
incomincia
a
trovare
sgraziata
quella
linea
,
poi
la
pennellata
così
e
così
,
prima
,
con
parole
che
non
dicono
tutto
il
pensiero
,
poi
,
mano
mano
,
sempre
più
accentuando
.
Capolavoro
,
han
detto
:
ma
,
oggi
:
non
esageri
,
il
Moravia
;
trovi
la
misura
;
e
,
prima
,
lo
hanno
esaltato
,
lo
hanno
,
come
si
dice
,
montato
,
e
lui
si
è
fatto
montare
.
Capolavoro
:
ed
eccoci
col
naso
contro
una
improprietà
dopo
poche
righe
.
Offerta
?
no
,
invito
.
Ed
eccoci
a
contare
quarantuno
"
indifferenti
"
e
"
indifferenza
,
"
e
chissà
quanti
ne
abbiamo
lasciati
per
via
.
Non
basta
,
ché
c
'
imbattiamo
in
uno
"
stupore
di
vetro
,
"
in
una
"
disgustata
pietà
"
;
in
una
voce
alzata
"
al
diapason
più
forte
"
;
in
una
risata
agra
;
in
"
machiavellismi
tenebrosi
"
;
in
una
donna
che
"
tutta
nuda
gli
(
al
giovane
amante
)
sarebbe
venuta
incontro
a
passo
di
danza
.
"
Immaginarsela
questa
scena
è
un
piacere
da
ingrassare
.
Io
non
sono
pedante
,
né
purista
al
cento
per
cento
,
ma
quando
si
legge
:
"
Si
può
?
domandò
la
testa
:
tutti
si
voltarono
,
"
e
via
,
ci
voltiamo
anche
noi
in
attesa
di
una
testa
che
parli
,
magari
una
testa
di
fantoccio
.
E
non
è
tutto
,
ché
a
pagina
71si
afferra
il
gesto
per
il
polso
:
"
Allora
prenditi
questo
;
Michele
alzò
la
mano
...
ma
per
il
polso
,
con
una
sorprendente
rapidità
,
il
gesto
venne
afferrato
,
rintuzzato
.
"
Che
c
'
entra
Moravia
?
Egli
ha
trovato
l
'
affare
e
ne
gongola
,
di
certo
;
sono
i
critici
che
hanno
le
stampelle
storte
,
e
amano
bighellonare
perché
leggersi
trecento
fitte
pagine
obiettivate
antropocentricamente
è
fatica
non
lieve
e
costa
un
mal
d
'
occhi
non
indifferente
.
Ma
a
che
giuoco
giuochiamo
?
al
giuoco
del
capolavoro
?
Siamo
intesi
,
evviva
il
capolavoro
e
le
patrie
lettere
son
salve
.
E
quel
povero
Verga
è
morto
misero
di
lodi
,
e
a
quel
povero
Pascoli
a
momenti
si
negava
perfino
l
'
estro
poetico
,
e
a
Moravia
invece
il
saluto
alla
voce
e
plausi
fino
ad
arrossare
e
indolenzire
le
palme
delle
mani
,
appena
con
la
testa
fuori
del
guscio
...
Nelle
prime
pagine
specialmente
,
battute
di
dialogo
sciatte
,
puerili
,
di
una
sorprendente
cafoneria
.
E
in
seguito
si
cerca
invano
la
pagina
che
ti
elevi
,
che
dia
vibrazioni
,
che
ti
riporti
alla
luce
o
ti
inabissi
,
anche
questo
ci
si
può
aspettare
dal
capolavoro
,
fra
quelle
tenebre
.
Racconta
il
ferocissimo
e
acutissimo
Boine
:
"
A
me
viene
in
mente
certo
tiro
che
feci
in
liceo
al
professore
di
storia
naturale
,
quando
gli
portai
in
classe
l
'
osso
di
bue
con
cui
mia
madre
aveva
fatto
il
brodo
due
giorni
prima
.
Gli
dissi
,
documentando
,
ch
'
era
un
osso
fossile
.
Lo
studiò
con
la
lente
un
mese
e
in
ultimo
decise
che
fosse
un
femore
d
'
ursus
spelaens
.
"
Era
soltanto
una
giunta
da
brodo
.
L
'
argomento
Dobbiamo
parlarne
?
Ci
son
cose
così
gustose
intorno
,
che
ben
sarebbe
rivolgere
ad
esse
la
nostra
attenzione
anziché
guastarci
l
'
appetito
e
la
serenità
con
la
roba
ammannita
dal
Moravia
.
Una
madre
con
l
'
amante
;
una
figlia
che
ruba
l
'
amante
alla
madre
;
un
figlio
che
assiste
e
solo
pensa
;
e
poi
,
sempre
,
oscene
nudità
,
osceni
desideri
,
sorda
,
malata
libidine
.
Oh
,
la
sana
voluttà
!
Ma
dov
'
è
?
Nulla
di
tra
-
volgente
;
qui
la
natura
è
proprio
abortita
;
nemmeno
è
mostruosa
,
or
-
renda
.
Ci
sono
vecchi
satiri
,
dagli
oc
-
chi
scintillanti
e
dalle
froge
aperte
,
nella
vita
;
ci
sono
giovani
insaziabili
,
senza
molti
scrupoli
;
femmine
avi
-
de
,
con
bramosie
bestiali
,
ma
gente
che
fa
quello
che
il
Moravia
ci
fa
vedere
,
francamente
quella
dev
'
essere
una
conoscenza
solo
sua
,
personalissima
,
una
esperienza
che
nessuno
ha
desiderio
di
contestargli
,
tanto
è
sog
-
gettiva
.
Ne
rimanga
padrone
,
padronissimo
.
Io
,
la
primavera
,
vado
spesso
in
campagna
,
in
una
deliziosa
villa
purtroppo
non
mia
...
Dietro
la
villa
,
sulla
porta
di
una
capannuccia
fatta
apposta
,
c
'
è
un
truogolo
e
col
muso
dentro
una
scrofa
e
un
verro
vi
grufolano
se
non
dormono
.
Non
me
ne
accorgo
.
Non
sento
,
non
vedo
tanto
tutto
l
'
altro
è
bel
-
lo
e
mi
conquide
.
Invece
,
il
Moravia
,
lo
vede
ed
è
conquiso
solo
dal
truogolo
,
sente
solo
la
vita
della
scrofa
e
del
verro
.
Si
accomodi
pure
.
È
libero
col
suo
editore
di
imbrancarvi
-
si
,
ma
non
tanto
libero
di
imporre
la
circolazione
della
loro
malattia
.
Intesi
!
Ma
non
c
'
è
nulla
,
proprio
nulla
?
Nulla
:
perverso
squallore
,
abietta
aridità
.
Ci
sono
affermazioni
indegne
,
da
ricacciare
in
gola
a
chi
le
pronuncia
:
"
sciagurata
figura
del
nostro
tempo
corrotto
.
"
Di
quale
tempo
parla
il
Moravia
?
Del
suo
tempo
;
forse
dei
suoi
giorni
,
e
delle
sue
ore
;
non
del
nostro
tempo
,
ché
il
nostro
è
così
chiaro
,
luminoso
,
puro
,
che
dal
contrasto
risulta
palese
la
sua
indegnità
...
Quanta
bellezza
da
sette
anni
!
Campi
in
rigoglio
,
officine
sonanti
,
opere
grandiose
,
canti
e
canti
;
dolcissimi
canti
di
amore
,
vibranti
canzoni
di
guerra
,
inni
di
vita
.
"
Oggi
,
dopo
sette
anni
,
siamo
più
giovani
,
più
forti
,
più
implacabili
di
prima
!
"
Che
impeto
di
fede
!
Nel
discorso
delle
beatitudini
Cristo
disse
:
"
Voi
siete
la
luce
del
mondo
.
Non
può
rimaner
nascosta
una
città
situata
su
di
un
monte
.
"
Roma
è
ferma
da
ventotto
secoli
su
sette
e
più
colli
.
Roma
splende
di
luce
meridiana
.
Il
Genio
,
oggi
,
la
guida
.
Povero
giovinotto
,
fa
pietà
.
Compatirlo
bisogna
,
il
povero
Moravia
,
egli
è
sordo
e
cieco
,
seppellito
com
'
è
nel
truogolo
.
Continui
a
grufolare
,
e
i
critici
esaltanti
gli
tengano
buona
compagnia
.