StampaQuotidiana ,
Avevamo
quasi
quasi
finito
per
credere
alla
serietà
degli
storici
ed
alla
loro
esattezza
.
Tanti
volumi
,
saggi
e
contributi
,
tanto
minuzioso
,
paziente
esame
dei
fatti
più
remoti
e
più
insignificanti
,
non
potevano
non
impressionare
favorevolmente
,
e
dinanzi
alla
serie
interminabile
di
volumi
che
ci
descrivevano
con
la
massima
precisione
le
vicende
di
una
battaglia
punico
-
romana
,
d
'
una
lotta
elettorale
greca
,
o
gli
amori
omosessuali
di
un
imperatore
qualsiasi
,
il
volto
dei
profani
rimaneva
attonito
e
credevamo
,
credevamo
fiduciosamente
.
Ma
ahimè
,
la
storia
oggi
la
fanno
i
giornali
,
e
i
giornalisti
hanno
rovinato
anche
il
mestiere
degli
storici
.
In
un
altro
periodo
,
nel
quale
sia
possibile
,
più
calmi
e
meno
premuti
dall
'
affannoso
precipitare
degli
avvenimenti
,
riandare
la
storia
che
oggi
viviamo
e
sorriderne
,
quale
magnifico
tema
per
un
elogio
della
menzogna
!
Ma
quale
terribile
manifestazione
della
impossibilità
di
conoscere
la
verità
vera
anche
dei
fatti
più
noti
e
più
prossimi
!
La
storia
documentata
delle
nostre
epoche
non
vale
in
verità
più
delle
leggende
e
dei
miti
che
di
bocca
in
bocca
,
di
generazione
in
generazione
si
tramandavano
i
popoli
antichi
che
non
avevano
scrittura
,
né
biblioteche
e
non
conoscevano
il
metodo
moderno
critico
e
positivo
.
Due
giorni
or
sono
un
quotidiano
torinese
annunciava
seriamente
che
«
gli
austriaci
fuggono
così
in
fretta
che
neppure
la
cavalleria
russa
può
raggiungerli
...
»
Ed
è
di
ieri
la
fantasmagorica
storia
di
Issa
Borlettinaz
,
un
capobanda
albanese
che
in
due
o
tre
mesi
la
«
Stampa
»
riuscì
a
far
marciare
per
i
turchi
contro
i
serbi
,
per
questi
contro
quelli
e
,
dopo
averlo
ammazzato
e
fatto
risuscitare
,
a
spedirlo
in
guerra
a
fianco
dei
greci
contro
i
serbi
.
Ed
ai
giornali
fanno
degno
riscontro
i
libri
.
Nell
'
Italie
en
guerre
,
pubblicato
in
questi
giorni
da
Henri
Charriaut
in
una
biblioteca
di
filosofia
scientifica
,
edita
a
Parigi
dal
Flammarion
(
e
mi
assicurano
che
autore
e
editore
passano
in
Francia
per
persone
serie
)
,
ho
letto
delle
storielle
graziosissime
sui
socialisti
italiani
e
sul
nostro
contegno
.
Naturalmente
la
storia
dei
periodo
precedente
l
'
intervento
italiano
,
quella
delle
giornate
di
maggio
,
l
'
esame
delle
tendenze
e
del
contegno
dei
vari
partiti
politici
,
è
fatta
nel
solito
modo
partigiano
e
stupido
.
Ma
vi
sono
dei
particolari
semplicemente
buffi
.
Turati
avrebbe
detto
a
suoi
colleghi
della
direzione
del
partito
:
«
Quanto
il
Kaiser
e
Francesco
Giuseppe
vi
hanno
pagato
?
»
«
Il
socialista
Südekum
arrivò
a
Roma
con
le
mani
piene
per
ampie
distribuzioni
...
»
«
Il
settarismo
dei
discorsi
di
Claudio
Treves
fece
ribrezzo
anche
a
dei
neutralisti
e
a
dei
socialisti
»
.
E
non
poteva
mancare
l
'
accenno
ai
marchi
tedeschi
:
«
Il
Partito
socialista
rifiutò
le
200
000
lire
(
di
Greulich
)
-
e
questo
gesto
lo
onora
-
ma
tutti
sono
convinti
in
Italia
che
la
manna
germanica
non
fu
da
molti
sdegnata
»
.
E
si
citano
dei
fatti
e
si
fanno
dei
nomi
.
Un
collaboratore
del
«
Correspondent
»
ha
raccontato
:
«
Da
molto
tempo
numerose
organizzazioni
operaie
di
tendenza
rivoluzionaria
sono
sostenute
finanziariamente
da
possenti
sindacati
socialisti
tedeschi
.
Si
tratta
specialmente
delle
Federazioni
dei
muratori
e
dei
metallurgici
,
i
segretariati
delle
quali
ricevono
importanti
sussidi
da
oltre
Reno
»
.
Oh
Buozzi
,
Colombino
e
Quaglino
,
rivoluzionari
e
pagati
dai
tedeschi
!
Chi
vi
conosce
più
.
E
riportando
un
brano
del
nostro
«
Grido
»
commemorante
il
compagno
Marchetti
,
caduto
in
guerra
,
il
bravo
autore
commette
qualche
leggera
svista
.
Diceva
l
'
articolo
:
«
partì
con
la
sua
fede
»
.
Traduce
:
«
il
était
parti
avec
foi
»
.
Ed
in
seguito
:
«
L
'
avvocato
Caldara
,
il
sindaco
socialista
di
Milano
,
proclamò
il
suo
accordo
con
Mussolini
»
.
Ed
ancora
:
«
A
Roma
l
'
Unione
socialista
approvò
Mussolini
»
.
Così
si
scrive
,
oggi
,
la
storia
.
La
quale
,
come
insegnano
Cicerone
e
la
pedagogia
sperimentale
,
è
«
la
maestra
della
vita
»
.
StampaQuotidiana ,
Sono
i
giorni
della
réclame
per
gli
abbonamenti
.
I
direttori
e
gli
amministratori
dei
giornali
borghesi
rassettano
la
loro
vetrina
,
passano
una
mano
di
vernice
sulla
loro
insegna
e
richiamano
l
'
attenzione
del
passante
(
cioè
del
lettore
)
sulla
loro
merce
.
La
merce
è
quel
foglio
a
quattro
o
sei
pagine
che
va
ogni
mattino
od
ogni
sera
a
iniettare
nello
spirito
del
lettore
le
maniere
di
sentire
e
di
giudicare
i
fatti
dell
'
attuale
politica
,
che
convengono
ai
produttori
e
venditori
di
carta
stampata
.
Vogliamo
tentare
di
discorrere
,
con
gli
operai
specialmente
,
dell
'
importanza
e
della
gravità
di
quell
'
atto
apparentemente
così
innocente
,
che
consiste
nel
scegliere
il
giornale
cui
si
vuole
abbonarsi
.
E
'
una
scelta
piena
di
insidie
e
di
pericoli
che
dovrebbe
essere
fatta
con
coscienza
,
con
criterio
e
dopo
maturata
riflessione
.
Anzitutto
l
'
operaio
deve
negare
recisamente
qualsiasi
solidarietà
col
giornale
borghese
.
Egli
dovrebbe
ricordarsi
sempre
,
sempre
,
sempre
,
che
il
giornale
borghese
(
qualunque
sia
la
sua
tinta
)
è
uno
strumento
di
lotta
mosso
da
idee
e
da
interessi
che
sono
in
contrasto
coi
suoi
.
Tutto
ciò
che
stampa
è
costantemente
influenzato
da
un
'
idea
:
servire
la
classe
dominante
,
che
si
traduce
ineluttabilmente
in
un
fatto
:
combattere
la
classe
lavoratrice
.
E
difatti
,
dalla
prima
all
'
ultima
riga
,
il
giornale
borghese
sente
e
rivela
questa
preoccupazione
.
Ma
il
bello
,
cioè
il
brutto
,
sta
in
ciò
:
che
invece
di
domandare
quattrini
alla
classe
borghese
per
essere
sostenuto
nell
'
opera
di
difesa
spietata
in
suo
favore
,
il
giornale
borghese
riesce
a
farsi
pagare
...
dalla
stessa
classe
lavoratrice
che
egli
combatte
sempre
.
E
la
classe
lavoratrice
paga
,
puntualmente
,
generosamente
.
Centinaia
di
migliaia
di
operai
,
danno
regolarmente
ogni
giorno
il
loro
soldino
al
giornale
borghese
,
concorrendo
così
a
creare
la
sua
potenza
.
Perché
?
Se
lo
domandate
al
primo
operaio
che
vedete
nel
tram
o
per
la
via
con
un
foglio
borghese
spiegato
dinanzi
,
voi
vi
sentite
rispondere
:
"
Perché
ho
bisogno
di
sapere
cosa
c
'
è
di
nuovo
"
.
E
non
gli
passa
neanche
per
la
mente
che
le
notizie
e
gli
ingredienti
coi
quali
sono
cucinate
possono
essere
esposti
con
un
'
arte
che
diriga
il
suo
pensiero
e
influisca
sul
suo
spirito
in
un
determinato
senso
.
Eppure
egli
sa
che
il
tal
giornale
è
codino
,
che
il
tal
altro
è
palancaio
,
che
il
terzo
,
il
quarto
,
il
quinto
,
sono
legati
a
gruppi
politici
che
hanno
interessi
diametralmente
opposti
ai
suoi
.
Tutti
i
giorni
poi
,
capita
a
questo
stesso
operaio
di
poter
constatare
personalmente
che
i
giornali
borghesi
raccontano
i
fatti
anche
più
semplici
in
modo
di
favorire
la
classe
borghese
e
la
politica
borghese
a
danno
della
politica
e
della
classe
proletaria
.
Scoppia
uno
sciopero
?
Per
il
giornale
borghese
gli
operai
hanno
sempre
torto
.
Avviene
una
dimostrazione
?
I
dimostranti
,
sol
perché
siano
operai
,
sono
sempre
dei
turbolenti
,
dei
faziosi
,
dei
teppisti
.
Il
governo
emana
una
legge
?
E
'
sempre
buona
,
utile
e
giusta
,
anche
se
è
...
viceversa
.
Si
svolge
una
lotta
elettorale
,
politica
od
amministrativa
?
I
candidati
e
i
programmi
migliori
sono
sempre
quelli
dei
partiti
borghesi
.
E
non
parliamo
di
tutti
i
fatti
che
il
giornale
borghese
o
tace
,
o
travisa
,
o
falsifica
,
per
ingannare
,
illudere
,
e
mantenere
nell
'
ignoranza
il
pubblico
dei
lavoratori
.
Malgrado
ciò
,
l
'
acquiescenza
colpevole
dell
'
operaio
verso
il
giornale
borghese
è
senza
limiti
.
Bisogna
reagire
contro
di
essa
e
richiamare
l
'
operaio
all
'
esatta
valutazione
della
realtà
.
Bisogna
dire
e
ripetere
che
quel
soldino
buttato
là
distrattamente
nella
mano
dello
strillone
è
un
proiettile
consegnato
al
giornale
borghese
che
lo
scaglierà
poi
,
al
momento
opportuno
,
contro
la
massa
operaia
.
Se
gli
operai
si
persuadessero
di
questa
elementarissima
verità
,
imparerebbero
a
boicottare
la
stampa
borghese
con
quella
stessa
compattezza
e
disciplina
con
cui
la
borghesia
boicotta
i
giornali
degli
operai
,
cioè
la
stampa
socialista
.
Non
date
aiuti
di
danaro
alla
stampa
borghese
che
è
vostra
avversaria
:
ecco
quale
deve
essere
il
nostro
grido
di
guerra
in
questo
momento
che
è
caratterizzato
dalla
campagna
per
gli
abbonamenti
fatta
da
tutti
i
giornali
borghesi
.
Boicottateli
,
boicottateli
,
boicottateli
!
StampaQuotidiana ,
Un
anno
è
trascorso
,
dal
giorno
in
cui
il
popolo
russo
costringeva
lo
zar
Nicola
II
ad
abdicare
e
prendere
la
via
dell
'
esilio
.
La
commemorazione
dell
'
anniversario
è
poco
lieta
.
Dolore
,
rovina
,
apparenza
di
sfacelo
,
controffensiva
borghese
con
le
baionette
e
le
mitragliatrici
tedesche
.
E
'
finita
la
rivoluzione
russa
?
E
'
fallito
,
in
Russia
,
il
proletariato
,
nel
più
grande
dei
tentativi
di
riscossa
che
esso
abbia
mai
tentato
nella
storia
?
Le
apparenze
sono
sconfortanti
:
i
generali
tedeschi
sono
arrivati
ad
Odessa
:
i
giapponesi
si
dice
stiano
per
intervenire
;
50
milioni
di
cittadini
sono
stati
staccati
dalla
rivoluzione
,
e
con
essi
le
terre
più
fertili
,
gli
sbocchi
al
mare
,
le
strade
della
civiltà
e
della
vita
economica
.
La
rivoluzione
nata
dal
dolore
e
dalla
disperazione
,
continua
nel
dolore
e
nelle
sofferenze
,
stretta
in
un
anello
di
potenze
nemiche
,
immersa
in
un
mondo
economico
refrattario
alle
sue
idealità
,
ai
suoi
fini
.
Nel
marzo
del
1917
il
telegrafo
ci
annunziò
che
un
mondo
era
crollato
in
Russia
:
mondo
effimero
ormai
,
inanimata
parvenza
di
un
potere
che
era
sorto
,
si
era
rafforzato
,
si
era
trascinato
,
con
la
violenza
sanguinosa
,
con
la
compressione
degli
spiriti
,
con
la
tortura
delle
carni
dilaniate
.
Aveva
questo
potere
suscitato
una
grande
macchina
statale
.
170
milioni
di
creature
umane
erano
state
costrette
a
dimenticare
la
loro
umanità
,
la
loro
spiritualità
per
servire
.
A
che
?
All
'
idea
dell
'
Impero
russo
,
del
grande
Stato
russo
che
doveva
arrivare
ai
mari
caldi
e
aperti
per
assicurare
all
'
attività
economica
sbocchi
sicuri
da
ogni
taglia
di
concorrenti
,
da
ogni
sorpresa
di
guerra
.
L
'
Impero
russo
era
una
mostruosa
necessità
del
mondo
moderno
:
per
vivere
,
svilupparsi
,
per
assicurarsi
le
vie
dell
'
attività
,
dieci
razze
,
170
milioni
di
uomini
dovevano
sottostare
a
una
disciplina
statale
feroce
;
dovevano
rinunziare
all
'
umanità
ed
essere
puro
strumento
del
potere
.
Nel
marzo
1917
la
macchina
mostruosa
crolla
,
imputridita
,
disfatta
nella
sua
impotenza
congenita
.
Gli
uomini
si
drizzano
,
si
guardano
negli
occhi
.
Tutti
i
valori
umani
hanno
il
sopravvento
.
L
'
esteriorità
non
ha
più
valore
;
troppo
male
ha
fatto
,
troppi
dolori
ha
prodotto
,
troppo
sangue
ha
versato
.
Incomincia
la
storia
,
la
vera
storia
.
Ognuno
vuole
essere
padrone
del
proprio
destino
,
si
vuole
che
la
società
sia
plasmata
in
ubbidienza
allo
spirito
,
e
non
viceversa
.
L
'
organizzazione
della
convivenza
civile
deve
essere
espressione
di
umanità
,
deve
rispettare
tutte
le
autonomie
,
tutte
le
libertà
.
Incomincia
la
nuova
storia
della
società
umana
,
incominciano
le
esperienze
nuove
della
storia
dello
spirito
umano
.
Esse
vengono
a
coincidere
con
le
espressioni
che
l
'
ideale
socialista
aveva
dato
ai
bisogni
elementari
degli
uomini
.
I
socialisti
come
ceto
politico
salgono
al
potere
senza
troppi
sforzi
:
le
parole
della
loro
fede
coincidono
con
le
aspirazioni
confuse
e
vaghe
del
popolo
russo
.
Essi
devono
realizzare
l
'
organizzazione
nuova
,
devono
dettare
le
nuove
leggi
,
stabilire
i
nuovi
ordinamenti
.
Il
passato
continua
a
sussistere
;
viene
disgregato
.
Si
ha
la
parvenza
dello
sfacelo
,
del
disordine
,
della
confusione
.
Sembra
che
si
ritorni
alla
società
barbarica
,
cioè
alla
non
società
.
Il
passato
continua
a
sussistere
oltre
il
territorio
della
libertà
,
e
preme
e
vuole
prendere
una
rivincita
.
L
'
ordine
nuovo
tarda
a
realizzarsi
.
Tarda
?
O
uomini
scettici
e
perversi
,
non
tarda
,
no
perché
non
si
rifà
una
società
in
un
fiat
,
perché
il
male
del
passato
non
è
un
edifizio
di
cartapesta
cui
si
dà
fuoco
in
un
attimo
.
Doloroso
sforzo
è
la
vita
,
lotta
tenace
contro
le
abitudini
,
contro
l
'
animalità
e
l
'
istinto
grezzo
che
latra
continuamente
.
Non
si
crea
una
società
umana
in
sei
mesi
,
quando
tre
anni
di
guerra
hanno
esaurito
un
paese
,
l
'
hanno
privato
dei
mezzi
meccanici
per
la
vita
civile
.
Non
si
riorganizzano
milioni
e
milioni
di
uomini
in
libertà
,
così
,
semplicemente
,
quando
tutto
è
avverso
,
e
non
sussiste
che
lo
spirito
indomabile
.
La
storia
della
rivoluzione
russa
non
si
è
chiusa
e
non
si
chiuderà
con
l
'
anniversario
del
suo
iniziarsi
.
Come
un
canto
esiste
nella
fantasia
del
poeta
prima
che
sulla
carta
stampata
,
l
'
avvento
dell
'
organizzazione
sociale
esiste
nelle
coscienze
e
nelle
volontà
.
Sono
gli
uomini
cambiati
:
questo
importa
.
Si
vuole
l
'
esteriorità
,
la
carta
stampata
.
Si
stride
per
ogni
insuccesso
,
per
ogni
rovescio
apparente
.
Si
domanda
ai
russi
ciò
che
gli
storici
non
domandano
alle
rivoluzioni
passate
:
la
creazione
fulminea
di
un
ordine
nuovo
.
Si
suppongono
propositi
che
non
sono
mai
esistiti
,
speranze
che
non
sono
mai
state
sognate
.
E
questi
propositi
,
queste
speranze
sono
confrontate
con
la
realtà
attuale
per
concludere
al
fallimento
,
allo
sfacelo
.
Con
la
realtà
che
si
dice
sortita
da
un
anno
di
nuova
storia
,
ma
che
è
sortita
da
secoli
di
bestiale
soppressione
dell
'
uomo
dalla
storia
.
Si
domanda
l
'
impossibile
che
non
è
mai
stato
domandato
agli
uomini
del
passato
.
Quante
volte
la
Rivoluzione
francese
ha
visto
occupata
la
capitale
dai
nemici
?
E
l
'
occupazione
veniva
dopo
che
Napoleone
aveva
organizzato
autoritariamente
le
forze
rivoluzionarie
,
e
aveva
condotto
gli
eserciti
francesi
di
vittoria
in
vittoria
.
E
la
Francia
era
ben
piccola
cosa
in
confronto
della
Russia
sterminata
.
No
,
le
forze
meccaniche
non
prevalgono
mai
nella
storia
:
sono
gli
uomini
,
sono
le
coscienze
,
è
lo
spirito
che
plasma
l
'
esteriore
apparenza
,
e
finisce
sempre
col
trionfare
.
Un
anno
di
storia
si
è
chiuso
,
ma
la
storia
continua
.
StampaQuotidiana ,
La
società
contemporanea
:
una
fiera
rumorosa
di
uomini
in
delirio
;
nel
centro
della
fiera
una
giostra
che
rotea
turbinosamente
,
fulmineamente
.
Ognuno
dei
presenti
vuol
saltare
in
groppa
a
un
lucente
e
ben
bardato
cavallino
,
a
una
sirena
dai
languidi
occhi
;
vuole
adagiarsi
nei
morbidi
cuscini
di
una
carrozzella
.
E
'
un
precipitarsi
disordinato
e
caotico
della
folla
in
tumulto
,
è
un
osceno
acrobatismo
di
arti
scimmieschi
.
Diecimila
cadono
riversi
,
dopo
essersi
fiaccate
le
membra
,
uno
per
diecimila
passa
,
si
aderge
su
questi
corpi
innumeri
,
spicca
il
salto
giusto
,
e
trasvola
nel
turbine
infernale
.
Tu
vuoi
partecipare
alla
gara
.
Hai
probabilità
,
anche
tu
,
di
fortuna
.
Arrivare
significa
diventar
ricco
,
essere
signore
della
vita
,
conquistare
la
propria
libertà
.
Ecco
:
la
libertà
.
Fermiamoci
.
La
ricchezza
non
è
un
fine
,
certamente
;
se
diventa
fine
si
chiama
avidità
(
avarizia
)
.
E
'
mezzo
per
un
fine
:
la
libertà
.
Un
soldo
che
possiedi
,
è
un
soldo
di
libertà
a
tua
disposizione
,
è
un
soldo
di
libera
scelta
.
La
proprietà
è
la
garanzia
che
questa
libertà
sarà
continua
.
La
proprietà
di
una
parte
di
ricchezza
(
strumento
di
lavoro
)
è
possibilità
di
ampliare
ancora
il
dominio
della
personale
libertà
.
Il
diritto
di
eredità
è
la
garanzia
che
la
tua
personale
libertà
sarà
anche
della
tua
prole
,
dei
tuoi
cari
.
Poiché
il
tuo
fine
non
è
un
circoscritto
fatto
materiale
,
poiché
tu
non
sei
un
avido
di
benessere
meccanico
,
ma
di
libertà
,
consegue
che
il
tuo
fine
non
è
individuale
:
è
un
'
immortalità
.
Senti
che
i
tuoi
figli
ti
continueranno
,
come
tu
continui
i
tuoi
padri
,
e
vuoi
garantita
la
libertà
del
tuo
spirito
immortale
.
Questa
immortalità
è
ammessa
dai
laici
,
dai
filosofi
:
essa
appunto
è
dai
filosofi
chiamata
Spirito
,
e
viene
fatta
coincidere
con
la
Storia
,
perché
tutto
umano
,
perché
non
ha
nulla
da
spartire
con
lo
spirito
(
anima
)
trascendente
,
ultraterreno
,
delle
religioni
.
E
'
pura
attività
:
tu
sei
attivo
,
lavori
,
partecipi
dell
'
immortalità
del
lavoro
,
ma
vuoi
vedere
esteriormente
questa
perennità
del
tuo
io
:
la
cerchi
nei
tuoi
discendenti
,
nelle
garanzie
di
libertà
che
loro
assicuri
.
Tutti
gli
uomini
hanno
questa
aspirazione
,
tutti
gli
uomini
vogliono
diventare
proprietari
di
libertà
,
di
libertà
garantita
,
di
libertà
trasmissibile
.
Se
essa
è
il
sommo
bene
,
è
naturale
si
cerchi
di
farne
partecipi
i
propri
cari
,
è
naturale
si
accetti
il
sacrifizio
per
creare
questa
libertà
,
anche
sicuri
di
non
goderla
se
stessi
,
solo
per
assicurarla
ai
propri
cari
.
La
preoccupazione
diventa
in
taluni
casi
così
pungente
da
spingere
al
delitto
,
alla
perversione
,
al
suicidio
.
Madri
si
prostituiscono
per
racimolare
un
peculio
di
libertà
ai
figli
;
padri
si
uccidono
con
l
'
apparenza
della
disgrazia
perché
i
figli
godano
subito
l
'
assicurazione
della
libertà
.
La
libertà
è
solo
un
privilegio
:
ecco
perché
si
manifestano
queste
perversioni
.
La
società
è
una
fiera
:
la
fortuna
è
una
giostra
.
La
maggioranza
deve
necessariamente
fallire
nella
gara
atroce
.
E
'
dunque
essa
non
-
spirito
,
non
partecipa
essa
della
immortalità
della
storia
?
Esiste
la
immortalità
senza
l
'
esteriore
continuità
?
Certo
no
.
Esistendo
,
trasforma
il
mondo
,
suscita
quindi
forme
esteriori
.
Ebbene
,
anche
tu
,
che
non
sei
ricco
,
che
non
sei
capitalista
,
che
non
garantisci
alla
tua
immortalità
nessuna
esteriore
continuazione
di
libertà
,
erediti
e
lasci
un
retaggio
.
Non
saresti
uomo
,
altrimenti
,
non
saresti
spirito
,
non
saresti
storia
.
Bisogna
che
di
questa
verità
tu
abbia
consapevolezza
,
che
questa
consapevolezza
tu
approfondisca
in
te
e
diffonda
negli
altri
.
Essa
è
la
tua
forza
,
è
la
chiave
del
tuo
destino
e
del
destino
dei
tuoi
cari
.
La
proprietà
è
il
rapporto
giuridico
esistente
tra
un
cittadino
e
un
bene
.
Essa
è
dunque
un
valore
sociale
,
puramente
contingente
;
è
garantita
da
tutti
,
che
la
garantiscono
solo
in
quanto
sperano
,
ognuno
singolarmente
,
giungere
a
goderla
.
I
pochi
sono
liberi
,
nel
possesso
dei
beni
,
e
trasmettono
questa
libertà
ad
altri
pochi
,
perché
i
molti
sperano
,
hanno
la
velleità
di
essere
liberi
,
non
ne
hanno
la
volontà
.
La
volontà
è
adeguazione
dei
mezzi
al
fine
,
quindi
è
specialmente
ricerca
di
mezzi
congrui
.
Il
privilegio
della
libertà
sussiste
perché
la
società
è
una
fiera
,
perché
è
un
disordine
perenne
.
La
speranza
che
tu
hai
di
saltare
immediatamente
in
groppa
a
un
cavallino
della
giostra
,
ti
fa
elemento
del
disordine
,
della
perenne
fiera
:
tu
sei
una
rotellina
della
macchina
infernale
che
fa
roteare
la
giostra
:
se
,
nella
gara
,
fallisci
,
tu
sei
causa
del
tuo
fallire
,
se
ti
fiacchi
le
ossa
,
tu
sei
un
suicida
.
Da
elemento
di
disordine
devi
diventare
elemento
d
'
ordine
.
All
'
essere
Immediatamente
(
vaga
speranza
,
probabilità
minima
)
,
devi
preferire
la
certezza
,
anche
se
non
immediata
,
la
certezza
per
i
tuoi
figli
.
Il
fine
rimane
immutato
,
i
mezzi
per
raggiungerlo
sono
i
soli
mezzi
congrui
a
tua
disposizione
:
l
'
associazione
,
l
'
organizzazione
.
Se
la
proprietà
è
solo
un
valore
sociale
,
il
solo
fatto
che
esiste
un
organismo
-
forza
proponentesi
di
renderla
bene
comune
,
garanzia
di
libertà
per
tutti
,
la
trasforma
,
la
rende
aleatoria
in
quanto
privilegio
,
cioè
la
diminuisce
ora
in
pro
della
collettività
,
ne
fa
compartecipe
già
ora
la
collettività
.
Questa
diminuzione
,
questa
compartecipazione
potenziale
è
una
eredità
che
tu
trasmetti
.
Certo
è
più
evidente
,
più
palpabile
l
'
eredità
dei
capitalisti
;
ma
se
rifletti
anche
la
tua
non
è
trascurabile
cosa
.
Anche
tu
hai
un
retaggio
:
i
tuoi
ascendenti
,
che
hanno
fatto
la
rivoluzione
contro
il
feudalismo
,
ti
hanno
lasciato
in
eredità
il
diritto
alla
vita
(
tu
non
puoi
essere
ucciso
arbitrariamente
:
ti
par
piccola
cosa
?
)
,
la
libertà
individuale
(
per
incarcerarti
devi
essere
giudicato
colpevole
d
'
un
crimine
)
,
il
diritto
di
muoverti
per
lavorare
in
una
terra
piuttosto
che
in
un
'
altra
,
a
tua
scelta
,
secondo
la
tua
utilità
.
Godi
una
eredità
più
recente
:
la
libertà
di
scioperare
,
la
libertà
di
associarti
con
altri
per
discutere
i
tuoi
interessi
immediati
e
per
proporti
,
in
comunione
con
altri
,
il
fine
maggiore
della
tua
vita
:
la
libertà
per
te
,
o
almeno
per
i
tuoi
discendenti
.
Ti
paiono
piccole
eredità
queste
?
Esse
hanno
notevolmente
diminuito
il
privilegio
dei
pochi
.
Perché
non
ti
proponi
di
ampliarle
e
diminuire
ancora
,
conseguentemente
,
il
privilegio
?
Queste
eredità
sono
il
frutto
del
lavoro
di
molti
,
non
del
solo
padre
tuo
,
del
solo
tuo
nonno
o
bisnonno
.
Sono
frutto
inconsapevole
,
perciò
piccolo
.
Diventa
tu
consapevole
,
diffondi
la
tua
consapevolezza
:
quale
eredità
superiore
a
quelle
del
passato
non
trasmetterai
tu
all
'
avvenire
?
Quale
più
concreta
sicurezza
di
libertà
per
i
tuoi
figli
,
per
l
'
immortalità
del
tuo
spirito
?
Invece
di
una
proprietà
individuale
,
preoccupati
di
lasciare
maggiore
possibilità
per
l
'
avvento
della
proprietà
collettiva
,
della
libertà
per
tutti
,
perché
tutti
uguali
dinanzi
al
lavoro
,
allo
strumento
di
lavoro
.
Questa
tua
eredità
ha
anch
'
essa
una
forma
esteriore
:
l
'
associazione
.
Quanto
più
forte
è
l
'
associazione
,
tanto
più
vicina
è
l
'
ora
di
riscuotere
allo
sportello
della
storia
.
Chi
riscuoterà
?
Tu
stesso
,
forse
,
per
la
tua
quota
.
Lavora
come
se
il
fine
fosse
immediato
,
ma
non
trascurare
perciò
di
suscitare
mezzi
più
potenti
,
nel
caso
non
fosse
immediato
:
sacrificati
,
perché
tu
pensi
ai
tuoi
figli
,
ai
tuoi
cari
.
Rafforza
le
associazioni
che
hanno
questo
fine
:
liberare
la
collettività
,
dando
a
lei
la
proprietà
della
ricchezza
.
L
'
associazione
economica
ti
garantisce
la
riscossione
quotidiana
dei
benefizi
che
frutta
l
'
eredità
lasciatati
dai
tuoi
padri
nullatenenti
:
rafforzala
con
la
tua
adesione
,
aumenterai
così
l
'
eredità
dei
tuoi
figli
.
L
'
associazione
politica
,
il
Partito
socialista
,
è
l
'
organo
di
educazione
,
di
elevazione
;
per
esso
tu
sentirai
la
collettività
,
ti
spoglierai
dei
tuoi
egoismi
personali
,
imparerai
a
lavorare
disinteressatamente
per
l
'
avvenire
che
è
di
tutti
,
quindi
anche
tuo
e
dei
tuoi
.
Per
esso
metterai
il
tuo
sacrifizio
e
il
tuo
lavoro
con
quello
degli
altri
,
moltiplicandone
il
valore
per
il
valore
del
comune
sacrifizio
.
L
'
associazione
di
cultura
ti
renderà
più
degno
del
tuo
compito
sociale
,
ti
educherà
a
pensar
bene
,
migliorerà
il
tuo
spirito
:
per
essa
parteciperai
al
patrimonio
di
pensiero
,
di
esperienze
spirituali
,
di
intelligenza
,
di
bellezza
del
passato
e
del
presente
.
Diffondi
questa
piccola
verità
:
nella
società
attuale
,
che
è
fiera
,
che
è
giostra
,
tutti
singolarmente
possono
diventar
ricchi
(
liberi
)
,
ma
,
necessariamente
,
solo
pochi
lo
diventano
;
la
ricerca
della
proprietà
,
dell
'
eredità
individuale
ha
uno
riuscito
per
diecimila
falliti
.
I
diecimila
non
falliranno
invece
nella
ricerca
dell
'
eredità
sociale
;
che
si
associno
,
che
da
elemento
di
disordine
diventino
elemento
d
'
ordine
,
e
avranno
avvicinato
di
diecimila
probabilità
il
raggiungimento
del
fine
stesso
.
Intanto
tu
fa
il
tuo
dovere
:
dà
la
tua
parte
di
attività
,
di
spiritualità
al
comune
patrimonio
sociale
attuale
.
lavora
perché
sia
trasmesso
,
migliorato
e
ampliato
,
ai
tuoi
discendenti
:
cura
la
tua
eredità
,
cura
l
'
eredità
che
sola
sei
certo
di
poter
lasciare
.
StampaQuotidiana ,
I
bilanci
rossi
della
Russia
soviettista
sono
passivi
,
crudelmente
passivi
.
Il
"
Momento
"
ne
piange
come
un
vitellino
,
il
"
Momento
"
ne
soffre
con
tutta
l
'
anima
sua
francescana
.
Pensate
,
pensate
:
13.700
persone
fucilate
al
primo
gennaio
1919
come
controrivoluzionarie
,
senza
contare
quelle
condannate
"
per
intuizione
"
;
pensate
,
pensate
,
lo
ha
dichiarato
lo
stesso
commissario
Lissoflski
.
E
diciassette
miliardi
di
deficit
,
pensate
,
pensate
,
piangete
,
piangete
,
o
cuoricini
di
burro
alberganti
nei
seni
di
zucchero
filato
delle
tenere
Perpetue
o
dei
sentimenti
curati
!
Vade
retro
,
o
comunismo
,
qua
l
'
aspersorio
contro
il
Soviet
;
crudeli
e
nefandissimi
mostri
apocalittici
,
giammai
fascinerete
le
tenerissime
Perpetue
,
giammai
udrete
Te
Deum
in
vostra
gloria
!
Quando
mai
apparve
sulla
incruenta
terra
una
macchina
di
strage
,
un
flagello
distruttore
di
vite
e
di
miliardi
,
così
orripilante
come
la
Rivoluzione
soviettista
?
Cos
'
è
stata
la
strage
degli
Albigesi
?
Un
gioco
da
giardino
d
'
infanzia
:
e
,
per
carità
,
non
pensate
mica
che
Innocenzo
papa
sia
stato
un
precursore
dell
'
"
intuizionismo
"
,
quando
predicava
di
uccidere
,
di
uccidere
,
poiché
tanto
il
Signor
Iddio
Misericordioso
avrebbe
,
egli
,
nel
suo
onnisapere
,
sceverato
la
bianca
agnella
dalla
pecora
tignosa
;
dimostrerete
di
essere
solo
un
volgare
anticlericale
,
senza
rudimento
alcuno
di
teologia
e
di
catechismo
.
Cos
'
è
stata
la
guerra
dei
contadini
in
Germania
?
Un
giocattolo
di
Norimberga
,
sebbene
si
affermi
abbia
distrutto
dodici
milioni
di
vite
umane
.
Cosa
sono
state
le
distruzioni
di
fiamminghi
,
di
Incas
,
e
di
marrani
commessi
dai
cattolicissimi
re
spagnoli
?
Servizi
alla
santa
religione
sono
stati
,
corvées
devotissime
di
vassalli
del
Signor
Nostro
Onnipotente
Gesù
Cristo
.
Cosa
sono
i
dieci
milioni
di
morti
e
dieci
milioni
di
invalidi
e
mutilati
,
eredità
della
guerra
che
Sua
Santità
Benedetto
ha
definito
"
inutile
strage
"
,
ma
che
il
"
Momento
"
crede
utilissima
,
poiché
Sua
Santità
è
Pontefice
della
Chiesa
Cattolica
,
mentre
il
"
Momento
"
è
solo
organo
del
Partito
popolare
italiano
?
Cosa
sono
i
venti
milioni
di
morti
per
grippe
o
febbre
spagnola
,
o
peste
polmonare
,
ossia
peste
di
guerra
,
determinata
e
propagata
e
coltivata
dalle
condizioni
create
e
lasciate
dalla
guerra
?
Cosa
sono
le
migliaia
e
migliaia
di
creature
umane
che
muoiono
quotidianamente
di
fame
,
di
scorbuto
,
di
assideramento
in
Romania
,
in
Boemia
,
in
Armenia
,
in
India
,
per
accennare
solo
a
paesi
amici
dell
'
Intesa
?
Cosa
sono
gli
ottanta
miliardi
di
deficit
del
bilancio
Italiano
,
i
centoventi
miliardi
del
bilancio
francese
,
i
duemila
miliardi
di
danni
determinati
dalla
guerra
?
Cosa
sono
stati
i
cinquecentomila
russi
sterminati
dal
governo
zarista
nella
repressione
dei
Soviet
del
1905
?
Cosa
farebbero
i
ventimilioni
di
russi
che
verrebbero
sterminati
se
trionfasse
la
controrivoluzione
dei
generali
Krasnof
,
Denikin
e
Kolciak
,
gli
amici
dell
'
Intesa
che
fanno
impiccare
ed
esporre
per
tre
giorni
un
operaio
su
dieci
dei
paesi
che
riescono
a
riconquistare
,
gli
amici
dell
'
Intesa
che
spediscono
a
Pietrogrado
vagoni
piombati
di
soldati
soviettisti
tagliati
a
pezzettini
?
Cosa
sono
,
cosa
sono
?
...
Bazzecole
,
piccolezze
,
azioni
magnanime
,
in
confronto
di
13.700
fucilati
e
17
miliardi
di
deficit
.
La
rivoluzione
sociale
è
il
flagello
,
è
il
mostro
apocalittico
.
Cos
'
è
,
cosa
vale
infatti
una
vita
proletaria
in
confronto
di
una
vita
borghese
?
Studiate
economia
,
che
diamine
;
un
borghese
vale
almeno
diecimila
proletari
;
i
13.700
fucilati
dai
Soviet
valgono
dunque
137
milioni
di
proletari
e
non
sono
137
milioni
di
proletari
che
il
capitalismo
internazionale
ha
svenato
per
i
suoi
affari
,
per
concimare
le
sue
messi
.
Piangete
,
piangete
,
dunque
,
tenerissime
Perpetue
e
sensibilissimi
curati
del
Piemonte
,
e
non
lasciatevi
fascinare
dal
comunismo
,
dal
Soviet
,
dalla
rivoluzione
sociale
.
StampaQuotidiana ,
Il
governo
e
la
stampa
borghese
cercano
un
diversivo
per
mascherare
il
fallimento
delle
trattative
di
pace
tra
i
parlamentari
fascisti
e
i
parlamentari
riformisti
.
Il
diversivo
è
già
trovato
:
il
Partito
comunista
.
Il
Partito
comunista
non
vuole
la
pacificazione
,
il
Partito
comunista
è
la
causa
di
tutte
le
disgrazie
e
di
tutte
le
sofferenze
che
si
abbattono
sul
popolo
italiano
,
il
Partito
comunista
è
un
'
associazione
di
briganti
,
di
assassini
,
di
delinquenti
comuni
,
il
Partito
comunista
è
l
'
origine
sola
del
fascismo
.
Siccome
il
Partito
comunista
non
vuole
la
pacificazione
,
così
il
governo
di
Bonomi
non
può
fare
a
meno
di
continuare
a
lasciar
fare
ai
fascisti
tutto
ciò
che
ai
fascisti
farà
piacere
.
Le
centinaia
e
migliaia
di
depositi
di
armi
e
munizioni
che
i
fascisti
spesso
pubblicamente
hanno
accumulato
non
verranno
sequestrati
.
Le
mitragliatrici
,
i
cannoni
lanciafiamme
,
i
moschetti
saranno
lasciati
ai
fascisti
.
I
fascisti
potranno
ancora
sfilare
nelle
città
,
incolonnati
,
col
moschetto
in
spalla
,
con
l
'
elmetto
in
testa
,
coi
tascapane
pieni
di
bombe
.
Lo
Stato
non
interverrà
,
non
applicherà
le
leggi
,
non
aprirà
le
prigioni
,
non
disturberà
i
giudici
.
Lo
Stato
non
è
,
per
ciò
che
riguarda
i
fascisti
,
un
'
amministrazione
delle
leggi
,
un
'
organizzazione
repressiva
e
punitiva
;
lo
Stato
non
esiste
per
i
fascisti
,
lo
Stato
riconosce
nei
fascisti
una
autorità
indipendente
e
tratta
con
loro
,
da
pari
a
pari
,
e
riconosce
loro
il
diritto
,
se
non
avverrà
la
pacificazione
,
di
continuare
impunemente
a
incendiare
,
ad
assassinare
,
a
invadere
città
e
villaggi
,
a
decretare
esili
e
scioglimenti
di
pubbliche
amministrazioni
.
C
'
è
dell
'
ironia
in
questa
azione
pacificatrice
del
governo
italiano
.
Chi
sarà
dunque
il
custode
e
il
garante
del
"
trattato
di
pace
"
?
Chi
si
fiderà
delle
parole
di
un
governo
che
in
tal
modo
,
clamorosamente
,
confessa
o
di
essere
impotente
o
di
essere
in
malafede
?
Come
farà
rispettare
la
"
carta
"
che
dovrebbe
essere
giurata
dai
sovversivi
e
dai
fascisti
,
questo
governo
che
non
fa
rispettare
la
carta
fondamentale
dello
Stato
giurata
dal
re
al
popolo
italiano
?
I
comunisti
non
parteciperanno
certamente
a
questo
"
mercato
di
sciocchi
"
,
non
compiranno
certamente
questo
delitto
contro
il
popolo
italiano
.
Non
può
esserci
pace
tra
il
carnefice
e
la
sua
vittima
,
non
può
esserci
pace
tra
il
popolo
e
i
suoi
massacratori
.
Il
Partito
comunista
si
assume
tutte
le
responsabilità
di
questo
suo
atteggiamento
.
Sa
di
diventare
il
bersaglio
della
coalizione
reazionaria
,
ma
è
sicuro
che
anche
se
"
pacifista
"
diverrebbe
egualmente
il
bersaglio
della
reazione
coalizzata
.
La
classe
operaia
italiana
ha
già
visto
quanto
valgono
le
parole
del
governo
italiano
,
dopo
lo
sgombero
delle
fabbriche
occupate
.
Non
dovevano
esserci
rappresaglie
:
a
migliaia
gli
operai
sono
stati
cacciati
in
galera
,
e
i
tribunali
sudano
sette
camicie
per
imbastire
un
colossale
complotto
;
a
centinaia
di
migliaia
gli
operai
sono
stati
buttati
sulla
strada
a
crepare
di
fame
con
le
loro
famiglie
.
A
Torino
anche
gli
operai
socialisti
hanno
già
avuto
la
scottatura
per
la
loro
fiducia
nella
parola
dei
reazionari
:
hanno
firmato
un
patto
;
oggi
è
venuta
la
loro
volta
,
oggi
essi
vengono
licenziati
.
Chi
fa
rispettare
ai
reazionari
i
patti
,
le
promesse
,
i
giuramenti
?
Ma
non
dimostrano
essi
,
già
prima
della
pacificazione
,
tutta
la
loro
malafede
?
Non
è
coi
comunisti
,
non
è
col
Partito
comunista
come
piccolo
nucleo
di
individui
associati
,
che
la
reazione
è
in
collera
;
essa
è
in
collera
con
la
classe
operaia
e
contadina
,
come
massa
di
salariati
schiavi
del
capitale
,
essa
ha
paura
che
la
classe
lavoratrice
nella
sua
totalità
,
sia
essa
comunista
,
socialista
,
repubblicana
,
popolare
,
oppressa
,
taglieggiata
,
affamata
,
insorga
contro
i
suoi
sfruttatori
e
capovolga
gli
attuali
rapporti
di
classe
.
A
Ferrara
non
si
era
neppure
ancora
formata
una
sezione
comunista
,
eppure
a
Ferrara
il
fascismo
è
stato
particolarmente
feroce
.
In
tutte
le
zone
agricole
,
nel
Polesine
,
nel
Reggiano
,
nelle
Puglie
,
dove
il
fascismo
ha
instaurato
il
regime
coloniale
,
il
Partito
comunista
,
essenzialmente
operaio
e
urbano
,
aveva
scarsissime
forze
.
Dove
il
Partito
comunista
era
specialmente
forte
,
come
a
Torino
,
il
fascismo
ha
tardato
fino
al
mese
di
aprile
ad
entrare
in
campo
.
La
sua
aggressività
ha
coinciso
con
la
crisi
industriale
,
con
la
serrata
della
Fiat
,
ed
è
apparsa
luminosamente
come
una
coordinata
tattica
della
lotta
capitalistica
contro
l
'
organizzazione
sindacale
.
Il
fascismo
non
è
una
particolare
associazione
,
come
non
è
una
particolare
organizzazione
il
comunismo
:
il
fascismo
non
è
un
movimento
sociale
,
è
l
'
espressione
organica
della
classe
proprietaria
in
lotta
contro
le
esigenze
vitali
della
classe
lavoratrice
,
della
classe
proprietaria
che
vuole
,
con
la
fame
e
con
la
morte
dei
lavoratori
ricostruire
il
sistema
economico
rovinato
dalla
guerra
imperialista
.
In
questa
lotta
l
'
iniziativa
appartiene
ancora
alla
classe
proprietaria
,
come
al
fascismo
appartiene
l
'
iniziativa
della
guerra
civile
:
la
classe
lavoratrice
è
la
vittima
della
guerra
di
classe
e
non
può
esserci
pace
tra
la
vittima
e
il
carnefice
.
Chi
oggi
vuole
trascinare
il
proletariato
alla
pacificazione
,
è
già
anch
'
egli
un
carnefice
:
per
la
pietà
che
ispirano
oggi
i
dieci
uccisi
,
costoro
preparano
per
domani
la
strage
di
mille
.
Non
è
neppure
pietà
cotesta
,
è
ipocrisia
vile
;
il
Partito
comunista
non
vuole
essere
né
ipocrita
né
vile
,
appunto
perché
sente
davvero
la
pietà
umana
per
il
destino
atroce
del
popolo
lavoratore
.
StampaQuotidiana ,
Uno
dei
membri
della
delegazione
italiana
,
testé
ritornato
dalla
Russia
sovietica
,
riferì
ai
lavoratori
torinesi
che
la
tribuna
destinata
all
'
accoglienza
della
delegazione
di
Kronstadt
era
fregiata
con
la
seguente
iscrizione
:
"
Evviva
lo
sciopero
generale
torinese
dell
'
aprile
1920
"
.
Gli
operai
appresero
questa
notizia
con
molto
piacere
e
grande
soddisfazione
.
La
maggior
parte
dei
componenti
la
delegazione
italiana
recatasi
in
Russia
erano
stati
contrari
allo
sciopero
generale
d
'
aprile
.
Essi
sostenevano
nei
loro
articoli
contro
lo
sciopero
che
gli
operai
torinesi
erano
stati
vittime
di
un
'
illusione
e
avevano
sopravvalutato
l
'
importanza
dello
sciopero
.
I
lavoratori
torinesi
appresero
perciò
con
piacere
l
'
atto
di
simpatia
dei
compagni
di
Kronstadt
ed
essi
si
dissero
:
"
I
nostri
compagni
comunisti
russi
hanno
meglio
compreso
e
valutato
l
'
importanza
dello
sciopero
di
aprile
che
non
gli
opportunisti
italiani
,
dando
così
a
questi
ultimi
una
buona
lezione
"
.
Lo
sciopero
di
aprile
Il
movimento
torinese
dell
'
aprile
fu
infatti
un
grandioso
avvenimento
nella
storia
non
soltanto
del
proletariato
italiano
,
ma
di
quello
europeo
,
e
possiamo
dirlo
,
nella
storia
del
proletariato
di
tutto
il
mondo
.
Per
la
prima
volta
nella
storia
,
si
verificò
infatti
il
caso
di
un
proletariato
che
impegna
la
lotta
per
il
controllo
della
produzione
,
senza
essere
stato
spinto
all
'
azione
dalla
fame
o
dalla
disoccupazione
.
Di
più
non
fu
soltanto
una
minoranza
,
un
'
avanguardia
della
classe
operaia
che
intraprese
la
lotta
,
ma
la
massa
intiera
dei
lavoratori
di
Torino
scese
in
campo
e
portò
la
lotta
,
incurante
di
privazioni
e
di
sacrifizi
,
fino
alla
fine
.
I
metallurgici
scioperarono
per
un
mese
,
le
altre
categorie
dieci
giorni
.
Lo
sciopero
generale
degli
ultimi
dieci
anni
dilagò
in
tutto
il
Piemonte
,
mobilizzando
circa
mezzo
milione
di
operai
industriali
e
agricoli
,
e
coinvolse
quindi
circa
quattro
milioni
di
popolazione
.
I
capitalisti
italiani
tesero
tutte
le
loro
forze
per
soffocare
il
movimento
operaio
torinese
;
tutti
i
mezzi
dello
Stato
borghese
furono
posti
a
loro
disposizione
,
mentre
gli
operai
sostennero
da
soli
la
lotta
senza
alcun
aiuto
né
dalla
direzione
del
Partito
socialista
,
né
dalla
Confederazione
Generale
del
Lavoro
.
Anzi
,
i
dirigenti
del
Partito
e
della
Confederazione
schernirono
i
lavoratori
e
contadini
italiani
da
qualsiasi
azione
rivoluzionaria
colla
quale
essi
intendevano
manifestare
la
loro
solidarietà
coi
fratelli
torinesi
,
e
portare
a
essi
un
efficace
aiuto
.
Ma
gli
operai
torinesi
non
si
perdettero
d
'
animo
.
Essi
sopportarono
tutto
il
peso
della
reazione
capitalista
,
osservarono
la
disciplina
fino
all
'
ultimo
momento
e
rimasero
fino
dopo
la
disfatta
fedeli
alla
bandiera
del
comunismo
e
della
rivoluzione
mondiale
.
Anarchici
e
sindacalisti
La
propaganda
degli
anarchici
e
sindacalisti
contro
la
disciplina
di
partito
e
la
dittatura
del
proletariato
non
ebbe
alcuna
influenza
sulle
masse
,
anche
quando
,
causa
del
tradimento
dei
dirigenti
,
lo
sciopero
terminò
con
una
sconfitta
.
I
lavoratori
torinesi
giurarono
anzi
di
intensificare
la
lotta
rivoluzionaria
e
di
condurla
su
due
fronti
:
da
una
parte
contro
la
borghesia
vittoriosa
,
dall
'
altra
contro
i
capi
traditori
.
La
coscienza
e
la
disciplina
rivoluzionaria
,
di
cui
le
masse
torinesi
hanno
dato
prova
,
hanno
la
loro
base
storica
nelle
condizioni
economiche
e
politiche
in
cui
si
è
sviluppata
la
lotta
di
classe
a
Torino
.
Torino
è
un
centro
di
carattere
prettamente
industriale
.
Quasi
tre
quarti
della
popolazione
,
che
conta
mezzo
milione
di
abitanti
,
è
composta
di
operai
:
gli
elementi
piccolo
-
borghesi
sono
una
quantità
infima
.
A
Torino
vi
è
inoltre
una
massa
compatta
di
impiegati
e
tecnici
,
che
sono
organizzati
nei
sindacati
e
aderiscono
alla
Camera
del
Lavoro
.
Essi
furono
durante
tutti
i
grandi
scioperi
a
fianco
degli
operai
,
e
hanno
quindi
,
se
non
tutti
,
almeno
la
maggior
parte
,
acquistato
la
psicologia
del
vero
proletariato
,
in
lotta
contro
il
capitale
,
per
la
rivoluzione
e
il
comunismo
.
Due
insurrezioni
armate
Durante
la
guerra
imperialista
del
1914-18
,
Torino
vide
due
insurrezioni
armate
:
la
prima
insurrezione
,
che
scoppiò
nel
maggio
1915
,
aveva
l
'
obiettivo
di
impedire
l
'
intervento
dell
'
Italia
nella
guerra
contro
la
Germania
(
in
questa
occasione
venne
saccheggiata
la
Casa
del
popolo
)
;
la
seconda
insurrezione
,
nell
'
agosto
1917
,
assunse
il
carattere
di
una
lotta
rivoluzionaria
armata
,
su
grande
scala
.
La
notizia
della
Rivoluzione
di
marzo
in
Russia
era
stata
accolta
a
Torino
con
gioia
indescrivibile
.
Gli
operai
piangevano
di
commozione
quando
appresero
la
notizia
che
il
potere
dello
zar
era
stato
rovesciato
dai
lavoratori
di
Pietrogrado
.
Ma
i
lavoratori
torinesi
non
si
lasciarono
infinocchiare
dalla
fraseologia
demagogica
di
Kerenski
e
dei
menscevichi
(...)
.
Quando
nel
luglio
del
1917
arrivò
a
Torino
la
missione
inviata
nell
'
Europa
occidentale
dal
Soviet
di
Pietrogrado
,
i
delegati
Smirnov
e
Goldemberg
,
che
si
presentarono
dinanzi
a
una
folla
di
cinquantamila
operai
,
vennero
accolti
da
grida
assordanti
di
"
Evviva
Lenin
!
Evviva
i
bolscevichi
!
"
.
Goldemberg
non
era
troppo
soddisfatto
di
questa
accoglienza
;
egli
non
riusciva
a
capire
in
che
maniera
il
compagno
Lenin
si
fosse
acquistata
tanta
popolarità
fra
gli
operai
torinesi
.
E
non
bisogna
dimenticare
che
questo
episodio
avvenne
dopo
la
repressione
della
rivolta
bolscevica
del
luglio
,
che
la
stampa
borghese
italiana
infuriava
contro
Lenin
e
contro
i
bolscevichi
,
denunziandoli
come
briganti
,
intriganti
,
agenti
e
spie
dell
'
imperialismo
tedesco
.
Dal
principio
della
guerra
italiana
(
24
maggio
1915
)
il
proletariato
torinese
non
aveva
fatto
nessuna
manifestazione
di
massa
.
Barricate
,
trincee
,
reticolati
L
'
imponente
comizio
che
era
stato
organizzato
in
onore
dei
delegati
del
Soviet
pietrogradese
segnò
l
'
inizio
di
un
nuovo
periodo
di
movimenti
di
masse
.
Non
passò
un
mese
,
che
i
lavoratori
torinesi
insorsero
con
le
armi
in
pugno
contro
l
'
imperialismo
e
il
militarismo
italiano
.
L
'
insurrezione
scoppiò
il
23
agosto
1917
.
Per
cinque
giorni
gli
operai
combatterono
nelle
vie
della
città
.
Gli
insorti
,
che
disponevano
di
fucili
,
granate
e
mitragliatrici
,
riuscirono
persino
a
occupare
alcuni
quartieri
della
città
e
tentarono
tre
o
quattro
volte
di
impadronirsi
del
centro
ove
si
trovavano
le
istituzioni
governative
e
i
comandi
militari
.
Ma
i
due
anni
di
guerra
e
di
reazione
avevano
indebolito
la
già
forte
organizzazione
del
proletariato
,
e
gli
operai
inferiori
di
armamento
furono
vinti
.
Invano
sperarono
in
un
appoggio
da
parte
dei
soldati
;
questi
si
lasciarono
ingannare
dall
'
insinuazione
che
la
rivolta
era
stata
inscenata
dai
tedeschi
.
Il
popolo
eresse
barricate
,
scavò
trincee
,
circondò
qualche
rione
di
reticolati
a
corrente
elettrica
e
respinse
per
cinque
giorni
tutti
gli
attacchi
delle
truppe
e
della
polizia
.
Caddero
più
di
500
operai
,
più
di
2000
vennero
gravemente
feriti
,
Dopo
la
sconfitta
i
migliori
elementi
furono
arrestati
e
allontanati
e
il
movimento
proletario
perdette
di
intensità
rivoluzionaria
.
Ma
i
sentimenti
comunisti
del
proletariato
torinese
non
erano
spenti
.
Nel
dopoguerra
Dopo
la
fine
della
guerra
imperialista
il
movimento
proletario
fece
rapidi
progressi
.
La
massa
operaia
di
Torino
comprese
che
il
periodo
storico
aperto
dalla
guerra
era
profondamente
diverso
dall
'
epoca
precedente
la
guerra
.
La
classe
operaia
torinese
intuì
subito
che
la
III
Internazionale
è
un
'
organizzazione
del
proletariato
mondiale
per
la
direzione
della
guerra
civile
,
per
la
conquista
del
potere
politico
,
per
l
'
istituzione
della
dittatura
proletaria
,
per
la
creazione
di
un
nuovo
ordine
nei
rapporti
economici
e
sociali
.
I
problemi
della
rivoluzione
,
economici
e
politici
,
formavano
oggetto
di
discussione
in
tutte
le
assemblee
degli
operai
.
Le
migliori
forze
dell
'
avanguardia
operaia
si
riunirono
per
diffondere
un
settimanale
di
indirizzo
comunista
,
"
l
'
Ordine
Nuovo
"
.
Nelle
colonne
di
questo
settimanale
si
trattarono
i
vari
problemi
della
rivoluzione
;
l
'
organizzazione
rivoluzionaria
delle
masse
che
dovevano
conquistare
i
sindacati
alla
causa
del
comunismo
;
il
trasferimento
della
lotta
sindacale
dal
campo
grettamente
corporativista
e
riformista
,
sul
terreno
della
lotta
rivoluzionaria
,
del
controllo
sulla
produzione
e
della
dittatura
del
proletariato
.
Anche
la
questione
dei
Consigli
di
fabbrica
fu
posta
all
'
ordine
del
giorno
.
Nelle
aziende
torinesi
esistevano
già
prima
piccoli
comitati
operai
,
riconosciuti
dai
capitalisti
,
e
alcuni
di
essi
avevano
già
ingaggiato
la
lotta
contro
il
funzionarismo
,
lo
spirito
riformista
e
le
tendenze
costituzionali
dei
sindacati
.
Ma
la
maggior
parte
di
questi
comitati
non
erano
creature
dei
sindacati
;
le
liste
dei
candidati
per
questi
comitati
(
commissioni
interne
)
venivano
proposte
dalle
organizzazioni
sindacali
,
le
quali
sceglievano
di
preferenza
operai
di
tendenze
opportuniste
che
non
avrebbero
dato
delle
noie
ai
padroni
,
e
avrebbero
soffocato
in
germe
ogni
azione
di
massa
.
I
seguaci
dell
'
"
Ordine
Nuovo
"
perorarono
nella
loro
propaganda
in
prima
linea
la
trasformazione
delle
commissioni
interne
,
e
il
principio
che
la
formazione
delle
liste
dei
candidati
dovesse
avvenire
nel
seno
della
massa
operaia
e
non
dalle
cime
della
burocrazia
sindacale
.
I
compiti
che
essi
assegnarono
ai
Consigli
di
fabbrica
furono
il
controllo
sulla
produzione
,
l
'
armamento
e
la
preparazione
militare
delle
masse
,
la
loro
preparazione
politica
e
tecnica
.
Essi
non
dovevano
più
compiere
l
'
antica
funzione
di
cani
da
guardia
che
proteggono
gli
interessi
delle
classi
dominanti
,
né
frenare
le
masse
nelle
loro
azioni
contro
il
regime
capitalistico
.
L
'
entusiasmo
per
i
Consigli
La
propaganda
per
i
Consigli
di
fabbrica
venne
accolta
con
entusiasmo
dalle
masse
;
nel
corso
di
mezzo
anno
vennero
costituiti
Consigli
di
fabbrica
in
tutte
le
fabbriche
e
officine
metallurgiche
,
i
comunisti
conquistarono
la
maggioranza
nel
sindacato
metallurgici
;
il
principio
dei
Consigli
di
fabbrica
e
del
controllo
sulla
produzione
venne
approvato
e
accettato
dalla
maggioranza
del
Congresso
e
dalla
maggior
parte
dei
sindacati
appartenenti
alla
Camera
del
Lavoro
.
L
'
organizzazione
dei
Consigli
di
fabbrica
si
basa
sui
seguenti
principi
:
in
ogni
fabbrica
in
ogni
officina
viene
costituito
un
organismo
sulla
base
della
rappresentanza
(
e
non
sull
'
antica
base
del
sistema
burocratico
)
il
quale
realizza
la
forza
del
proletariato
,
la
lotta
contro
l
'
ordine
capitalistico
o
esercita
il
controllo
sulla
produzione
,
educando
tutta
la
massa
operaia
per
la
lotta
rivoluzionaria
e
per
la
creazione
dello
Stato
operaio
.
Il
Consiglio
di
fabbrica
deve
essere
formato
secondo
il
principio
dell
'
organizzazione
per
industria
;
esso
deve
rappresentare
per
la
classe
operaia
il
modello
della
società
comunista
,
alla
quale
si
arriverà
attraverso
la
dittatura
del
proletariato
;
in
questa
società
non
esisteranno
più
divisioni
di
classe
,
tutti
i
rapporti
sociali
saranno
regolati
secondo
le
esigenze
tecniche
della
produzione
e
della
organizzazione
corrispondente
,
e
non
saranno
subordinati
a
un
potere
statale
organizzato
.
La
classe
operaia
deve
comprendere
tutta
la
bellezza
e
nobiltà
dell
'
ideale
per
il
quale
essa
lotta
e
si
sacrifica
;
essa
deve
rendersi
conto
che
per
raggiungere
questo
ideale
è
necessario
passare
attraverso
alcune
tappe
;
essa
deve
riconoscere
la
necessità
della
disciplina
rivoluzionaria
e
della
dittatura
.
Ogni
azienda
si
suddivide
in
reparti
e
ogni
reparto
in
squadre
di
mestiere
;
ogni
squadra
compie
una
determinata
parte
del
lavoro
;
gli
operai
di
ogni
squadra
eleggono
un
operaio
con
mandato
imperativo
e
condizionato
.
L
'
assemblea
dei
delegati
di
tutta
l
'
azienda
forma
un
Consiglio
che
elegge
dal
suo
seno
un
comitato
esecutivo
.
L
'
assemblea
dei
segretari
politici
dei
comitati
esecutivi
forma
il
comitato
centrale
dei
Consigli
che
elegge
dal
suo
seno
un
comitato
urbano
di
studio
per
la
organizzazione
della
propaganda
,
la
elaborazione
dei
piani
di
lavoro
,
per
l
'
approvazione
dei
progetti
e
delle
proposte
delle
singole
aziende
perfino
di
singoli
operai
,
e
infine
per
la
direzione
generale
di
tutto
il
movimento
.
Consigli
e
commissioni
interne
durante
gli
scioperi
Alcuni
compiti
dei
Consigli
di
fabbrica
hanno
carattere
prettamente
tecnico
e
perfino
industriale
,
come
ad
esempio
,
il
controllo
sul
personale
tecnico
,
il
licenziamento
di
dipendenti
che
si
dimostrano
nemici
della
classe
operaia
,
la
lotta
con
la
direzione
per
la
conquista
dei
diritti
e
libertà
,
il
controllo
della
produzione
dell
'
azienda
e
delle
operazioni
finanziarie
.
I
Consigli
di
fabbrica
presero
presto
radici
.
Le
masse
accolsero
volentieri
questa
forma
di
organizzazione
comunista
,
si
schierarono
intorno
ai
comitati
esecutivi
e
appoggiarono
energicamente
la
lotta
contro
l
'
autocrazia
capitalista
.
Quantunque
né
gli
industriali
,
né
la
burocrazia
sindacale
volessero
riconoscere
i
Consigli
e
i
comitati
,
questi
ottennero
tuttavia
notevoli
successi
:
essi
scacciarono
gli
agenti
e
le
spie
dei
capitalisti
,
annodarono
rapporti
con
gli
impiegati
e
coi
tecnici
per
avere
delle
informazioni
d
'
indole
finanziaria
e
industriale
;
negli
affari
dell
'
azienda
essi
concentrarono
nelle
loro
mani
il
potere
disciplinare
e
dimostrarono
alle
masse
disunite
e
disgregate
ciò
che
significa
la
gestione
diretta
degli
operai
nell
'
industria
.
L
'
attività
dei
Consigli
e
delle
commissioni
interne
si
manifestò
più
chiaramente
durante
gli
scioperi
;
questi
scioperi
perdettero
il
loro
carattere
impulsivo
,
fortuito
e
divennero
l
'
espressione
dell
'
attività
cosciente
delle
masse
rivoluzionarie
.
L
'
organizzazione
tecnica
dei
Consigli
e
delle
commissioni
interne
,
la
loro
capacità
di
azione
si
perfezionò
talmente
,
che
fu
possibile
ottenere
in
cinque
minuti
la
sospensione
dal
lavoro
di
15
mila
operai
dispersi
in
42
reparti
della
Fiat
.
Il
3
dicembre
1919
i
Consigli
di
fabbrica
diedero
una
prova
tangibile
della
loro
capacità
di
dirigere
movimenti
di
masse
in
grande
stile
;
dietro
ordine
della
sezione
socialista
,
che
concentrava
nelle
sue
mani
tutto
il
meccanismo
del
movimento
di
massa
,
i
Consigli
di
fabbrica
mobilizzarono
senza
alcuna
preparazione
,
nel
corso
di
un
'
ora
,
centoventimila
operai
,
inquadrati
secondo
le
aziende
.
Un
'
ora
dopo
si
precipitò
l
'
armata
proletaria
come
una
valanga
fino
al
centro
della
città
e
spazzò
dalle
strade
e
dalle
piazze
tutto
il
canagliume
nazionalista
e
militarista
.
La
lotta
contro
i
Consigli
Alla
testa
del
movimento
per
la
costruzione
dei
Consigli
di
fabbrica
furono
i
comunisti
appartenenti
alla
sezione
socialista
e
alle
organizzazioni
sindacali
;
vi
presero
pure
parte
gli
anarchici
,
i
quali
cercarono
di
contrapporre
la
loro
fraseologia
ampollosa
al
linguaggio
chiaro
e
preciso
dei
comunisti
marxisti
.
Il
movimento
incontrò
la
resistenza
accanita
dei
funzionari
sindacali
,
della
direzione
del
Partito
socialista
e
dell
'
"
Avanti
!
"
.
La
polemica
di
questa
gente
si
basava
sulla
differenza
fra
il
concetto
di
Consiglio
di
fabbrica
e
quello
di
Soviet
.
Le
loro
conclusioni
ebbero
un
carattere
puramente
teorico
,
astratto
,
burocratico
.
Dietro
le
loro
frasi
altisonanti
si
celava
il
desiderio
di
evitare
la
partecipazione
diretta
delle
masse
alla
lotta
rivoluzionaria
,
il
desiderio
di
conservare
la
tutela
delle
organizzazioni
sindacali
sulle
masse
.
I
componenti
la
direzione
del
Partito
si
rifiutarono
sempre
di
prendere
l
'
iniziativa
di
una
azione
rivoluzionaria
,
prima
che
non
fosse
attuato
un
piano
di
azione
coordinato
,
ma
non
facevano
mai
nulla
per
preparare
ed
elaborare
questo
piano
.
Il
movimento
torinese
non
riuscì
però
ad
uscire
dall
'
ambito
locale
,
poiché
tutto
il
meccanismo
burocratico
dei
sindacati
venne
messo
in
moto
per
impedire
che
le
masse
operaie
delle
altre
parti
d
'
Italia
seguissero
l
'
esempio
di
Torino
.
Il
movimento
torinese
venne
deriso
,
schernito
,
calunniato
e
criticato
in
tutti
i
modi
.
Le
aspre
critiche
degli
organismi
sindacali
e
della
direzione
del
Partito
socialista
incoraggiarono
nuovamente
i
capitalisti
i
quali
non
ebbero
più
freno
nella
loro
lotta
contro
il
proletariato
torinese
e
contro
i
Consigli
di
fabbrica
.
La
conferenza
degli
industriali
,
tenutasi
nel
marzo
1920
a
Milano
,
elaborò
un
piano
d
'
attacco
;
ma
i
"
tutori
della
classe
operaia
"
,
le
organizzazioni
economiche
e
politiche
non
si
curarono
di
questo
fatto
.
Abbandonato
da
tutti
,
il
proletariato
torinese
fu
costretto
ad
affrontare
da
solo
,
colle
proprie
forze
,
il
capitalismo
nazionale
e
il
potere
dello
Stato
.
Torino
venne
inondata
da
un
esercito
di
poliziotti
;
intorno
alla
città
si
piazzarono
cannoni
e
mitragliatrici
nei
punti
strategici
.
E
quando
tutto
questo
apparato
militare
fu
pronto
,
i
capitalisti
cominciarono
a
provocare
il
proletariato
.
E
'
vero
che
di
fronte
a
queste
gravissime
condizioni
di
lotta
il
proletariato
esitò
ad
accettare
la
sfida
;
ma
quando
si
vide
che
lo
scontro
era
inevitabile
,
la
classe
operaia
uscì
coraggiosamente
dalle
sue
posizioni
di
riserva
e
volle
che
la
lotta
fosse
condotta
fino
alla
sua
fine
vittoriosa
.
Il
Consiglio
nazionale
socialista
di
Milano
I
metallurgici
scioperarono
un
mese
intero
,
le
altre
categorie
dieci
giorni
;
l
'
industria
in
tutta
la
provincia
era
ferma
,
le
comunicazioni
paralizzate
.
Il
proletariato
torinese
fu
però
isolato
dal
resto
d
'
Italia
;
gli
organi
centrali
non
fecero
niente
per
aiutarlo
;
ma
non
pubblicarono
nemmeno
un
manifesto
per
spiegare
al
popolo
italiano
l
'
importanza
della
lotta
dei
lavoratori
torinesi
;
L
'
"
Avanti
!
"
si
rifiutò
di
pubblicare
il
manifesto
della
sezione
torinese
del
partito
.
I
compagni
torinesi
si
buscarono
dappertutto
epiteti
di
anarchici
e
avventurieri
.
In
quell
'
epoca
si
doveva
avere
a
Torino
il
Consiglio
nazionale
del
Partito
;
tale
convegno
venne
però
trasferito
a
Milano
,
perché
una
città
"
in
preda
a
uno
sciopero
generale
"
sembrava
poco
adatta
come
teatro
di
discussioni
socialiste
.
In
questa
occasione
si
manifestò
tutta
l
'
impotenza
degli
uomini
chiamati
a
dirigere
il
Partito
;
mentre
la
massa
operaia
difendeva
a
Torino
coraggiosamente
i
Consigli
di
fabbrica
,
la
prima
organizzazione
basata
sulla
democrazia
operaia
,
incarnante
il
potere
del
proletario
,
a
Milano
si
chiacchierava
intorno
a
progetti
e
metodi
teorici
per
la
formazione
di
Consigli
come
forma
di
potere
politico
da
conquistare
dal
proletariato
;
si
discuteva
sul
modo
di
sistemare
le
conquiste
non
avvenute
e
si
abbandonava
il
proletariato
torinese
al
suo
destino
,
si
lasciava
alla
borghesia
la
possibilità
di
distruggere
il
potere
operaio
già
conquistato
.
Le
masse
proletarie
italiane
manifestarono
la
loro
solidarietà
coi
compagni
torinesi
in
varie
forme
;
i
ferrovieri
di
Pisa
,
Livorno
e
Firenze
si
rifiutarono
di
trasportare
le
truppe
destinate
a
Torino
,
i
lavoratori
dei
porti
e
i
marinari
di
Livorno
e
Genova
sabotarono
il
movimento
dei
porti
;
il
proletariato
di
molte
città
scese
in
sciopero
contro
gli
ordini
dei
sindacati
.
Lo
sciopero
generale
di
Torino
e
del
Piemonte
cozzò
contro
il
sabotaggio
e
la
resistenza
delle
organizzazioni
sindacali
e
del
Partito
stesso
.
Esso
fu
tuttavia
di
grande
importanza
educativa
perché
dimostrò
che
l
'
unione
pratica
degli
operai
e
contadini
è
possibile
,
e
riprovò
l
'
urgente
necessità
di
lottare
contro
tutto
il
meccanismo
burocratico
delle
organizzazioni
sindacali
,
che
sono
il
più
solido
appoggio
per
l
'
opera
opportunistica
dei
parlamentari
e
dei
riformisti
mirante
al
soffocamento
di
ogni
movimento
rivoluzionario
delle
masse
lavoratrici
.
StampaQuotidiana ,
I
comunisti
non
avranno
la
maggioranza
nel
congresso
confederale
che
sta
per
riunirsi
a
Livorno
;
è
anzi
quasi
certo
che
neppure
nei
futuri
congressi
,
nonostante
ogni
sforzo
di
propaganda
e
organizzazione
,
i
comunisti
avranno
la
maggioranza
.
La
situazione
si
presenta
in
questi
termini
:
per
avere
la
maggioranza
nei
congressi
,
i
comunisti
dovrebbero
essere
in
grado
di
rinnovare
radicalmente
lo
statuto
,
ma
per
rinnovare
lo
statuto
è
necessario
avere
già
la
maggioranza
.
Se
i
comunisti
si
lasciassero
impigliare
in
questo
circolo
vizioso
,
essi
farebbero
il
giuoco
della
burocrazia
sindacale
:
è
necessario
perciò
che
l
'
opposizione
abbia
un
indirizzo
preciso
e
un
metodo
capace
di
spezzare
l
'
attuale
condizione
di
cose
.
La
Confederazione
generale
del
lavoro
(
negli
altri
paesi
esiste
una
situazione
identica
a
quella
italiana
)
è
un
meccanismo
di
governo
che
non
può
essere
paragonato
allo
Stato
parlamentare
borghese
:
essa
può
trovare
dei
modelli
solo
nelle
antiche
organizzazioni
statali
assire
e
babilonesi
o
nelle
associazioni
guerriere
che
ancor
oggi
nascono
e
si
sviluppano
in
Mongolia
e
in
Cina
.
Ciò
si
spiega
da
un
punto
di
vista
storico
.
Le
masse
sono
entrate
nel
movimento
sindacale
per
la
paura
di
essere
schiacciate
da
un
avversario
che
sanno
strapotente
e
del
quale
non
sono
in
grado
di
prevedere
i
colpi
e
le
iniziative
.
Preoccupate
di
questa
loro
condizione
di
inferiorità
assoluta
,
prive
di
ogni
educazione
costituzionale
,
le
masse
hanno
completamente
abdicato
a
ogni
sovranità
e
a
ogni
potere
;
l
'
organizzazione
è
per
loro
diventata
una
stessa
cosa
con
la
persona
dell
'
organizzatore
,
allo
stesso
modo
che
per
un
esercito
in
campo
la
persona
del
condottiero
diventa
il
palladio
della
salute
comune
,
diventa
la
garanzia
del
successo
e
della
vittoria
.
Sarebbe
stato
il
compito
del
Partito
socialista
dare
alle
masse
proletarie
la
preparazione
politica
e
l
'
educazione
costituzionale
di
cui
esse
difettavano
.
Sarebbe
stato
compito
del
partito
socialista
innovare
gradualmente
le
forme
organizzative
e
trasferire
il
massimo
del
potere
nelle
mani
delle
masse
.
Il
Partito
non
fece
nulla
in
questo
senso
;
l
'
organizzazione
fu
completamente
lasciata
in
balìa
di
un
ristretto
gruppo
di
funzionari
,
che
minuziosamente
montarono
su
la
macchina
che
oggi
dà
loro
l
'
assoluto
dominio
.
Sette
anni
senza
congresso
hanno
permesso
di
più
:
tutto
un
nugolo
di
funzionari
è
stato
scaglionato
nelle
più
importanti
posizioni
,
e
si
è
costituita
una
fortezza
imprendibile
e
inaccessibile
anche
ai
più
tenaci
e
volenterosi
.
Il
Congresso
socialista
di
Livorno
si
spiega
solo
per
questa
condizione
di
cose
esistente
nel
campo
sindacale
:
il
Partito
socialista
è
completamente
caduto
nelle
mani
della
burocrazia
sindacale
che
,
del
resto
,
col
suo
personale
e
coi
mezzi
delle
organizzazioni
,
aveva
procurato
la
maggioranza
alla
tendenza
unitaria
;
il
Partito
socialista
è
ridotto
a
far
da
giannizzero
ai
mandarini
e
ai
condottieri
che
sono
alla
testa
delle
Federazioni
e
della
Confederazione
.
I
comunisti
devono
riconoscere
questo
stato
di
fatto
e
operare
conseguentemente
.
I
comunisti
devono
considerare
la
Confederazione
alla
stessa
stregua
dello
Stato
parlamentare
,
cioè
come
un
organismo
la
cui
conquista
non
può
avvenire
per
vie
costituzionali
.
Inoltre
la
questione
confederale
deve
essere
riguardata
tenendo
conto
di
questi
altri
postulati
:
che
si
vuole
raggiungere
l
'
unità
proletaria
e
che
si
vuole
impostare
in
senso
rivoluzionario
il
problema
del
controllo
sulla
produzione
.
Il
campo
di
attività
del
Partito
comunista
è
tutta
la
massa
degli
operai
e
contadini
;
la
Confederazione
è
teatro
di
maggior
propaganda
e
maggiore
attività
solo
perché
numericamente
abbraccia
la
maggior
parte
degli
operai
e
contadini
italiani
organizzati
,
cioè
più
consapevoli
e
preparati
.
La
lotta
per
la
formazione
e
per
lo
sviluppo
dei
Consigli
di
fabbrica
e
di
azienda
crediamo
sia
la
lotta
specifica
del
Partito
comunista
.
Essa
deve
porre
in
grado
il
partito
di
innestarsi
direttamente
con
una
organizzazione
accentrata
della
massa
operaia
,
organizzazione
che
deve
essere
riconosciuta
dalle
masse
come
l
'
unica
competente
e
autorizzata
a
emanare
parole
d
'
ordine
per
l
'
azione
generale
.
Con
la
lotta
per
i
Consigli
sarà
possibile
conquistare
in
modo
stabile
e
permanente
la
maggioranza
della
Confederazione
,
e
giungere
,
se
non
nel
periodo
rivoluzionario
,
certo
nel
periodo
postrivoluzionario
,
a
conquistare
anche
i
posti
direttivi
.
Questo
processo
si
è
verificato
in
Russia
:
nelle
giornate
rivoluzionarie
del
novembre
1917
,
i
proclami
e
i
manifesti
del
Partito
bolscevico
non
recavano
la
firma
dell
'
Unione
panrussa
dei
sindacati
,
recavano
la
firma
della
Centrale
panrussa
dei
Consigli
di
fabbrica
.
E
'
certo
importante
avere
nel
seno
della
Confederazione
una
forte
minoranza
comunista
organizzata
e
centralizzata
,
e
a
questo
fine
devono
essere
rivolti
tutti
i
nostri
sforzi
di
propaganda
e
di
azione
.
Ma
più
importante
storicamente
e
tatticamente
è
che
nessuno
sforzo
sia
risparmiato
perché
subito
dopo
il
Congresso
di
Livorno
sia
possibile
convocare
un
congresso
dei
Consigli
e
delle
Commissioni
interne
di
tutte
le
fabbriche
e
le
aziende
italiane
e
che
da
questo
congresso
venga
nominata
una
Centrale
che
abbracci
nei
suoi
quadri
organizzativi
tutta
la
massa
operaia
.
StampaQuotidiana ,
Ogni
volta
che
la
politica
manda
a
effetto
una
operazione
contro
la
classe
operaia
,
i
primi
a
gioirne
o
,
"
meglio
"
,
i
primi
a
dare
manifestazioni
esteriori
della
loro
contentezza
non
sono
i
"
pezzi
grossi
"
,
commissari
di
polizia
od
ufficiali
delle
regie
guardie
o
dei
carabinieri
,
ma
sono
i
più
umili
agenti
,
i
più
modesti
carabinieri
,
l
'
ultima
delle
guardie
regie
.
Sono
cioè
gli
agenti
del
governo
usciti
dalle
file
del
proletariato
più
arretrato
,
costretti
a
questo
passo
dalla
miseria
o
dalla
speranza
di
trovare
,
abbandonando
il
campo
o
l
'
officina
,
una
vita
migliore
,
dalla
persuasione
di
divenire
qualche
cosa
di
più
di
un
povero
contadino
relegato
in
un
paesetto
sperduto
fra
i
monti
,
di
un
manovale
abbruttito
dal
quotidiano
lavoro
d
'
officina
.
Questa
gente
odia
,
dopo
averne
disertato
le
file
,
la
classe
lavoratrice
con
un
accanimento
che
supera
ogni
immaginazione
.
"
Ecco
le
armi
"
,
urlò
trionfante
non
so
se
un
agente
investigativo
od
un
carabiniere
in
borghese
,
scoprendo
una
rivoltella
durante
la
perquisizione
all
'
"
Ordine
Nuovo
"
.
E
rimase
stupito
,
spiacente
che
nonostante
tutta
la
buona
volontà
non
si
riusciva
a
trovare
nulla
di
compromettente
per
il
nostro
giornale
.
Pochi
minuti
dopo
,
un
altro
agente
udendo
uno
scambio
di
parole
tra
il
commissario
ed
un
nostro
redattore
,
esclamò
:
"
Finiremo
per
arrestarli
tutti
!
Li
arresteremo
tutti
!
"
A
questo
pensiero
la
sua
bocca
si
aprì
ad
un
riso
tanto
cattivo
da
sbalordire
chiunque
non
sia
abituato
a
questo
genere
di
fratellanza
umana
.
Ho
compreso
allora
perché
nelle
caserme
e
nei
posti
di
polizia
,
carabinieri
,
guardie
regie
ed
agenti
gareggino
nel
bastonare
gli
operai
arrestati
,
nel
rallegrarsi
delle
loro
torture
.
E
'
un
odio
di
lunga
data
.
Gli
agenti
dello
Stato
addetti
al
mantenimento
dell
'
ordine
pubblico
sentono
attorno
a
sé
il
disprezzo
che
tutta
la
classe
lavoratrice
ha
per
i
rinnegati
,
per
quelli
che
sono
passati
nell
'
altro
campo
,
per
i
mercenari
che
impegnano
ogni
loro
energia
per
soffocare
qualsiasi
movimento
del
proletariato
.
E
al
disprezzo
del
proletariato
s
'
aggiunge
quello
di
gran
parte
della
borghesia
che
guarda
con
occhio
diffidente
tutta
questa
puzza
di
questura
.
Perché
?
Perché
questa
è
la
sorte
di
tutti
i
mercenari
:
al
disprezzo
e
all
'
odio
degli
avversari
s
'
aggiunge
quasi
sempre
il
disprezzo
dei
padroni
.
Ed
è
naturale
,
è
umano
che
nell
'
animo
di
questa
gente
mal
pagata
,
che
non
sempre
riesce
a
procurarsi
quanto
occorre
per
una
vita
piena
di
stenti
e
di
privazioni
e
che
si
sente
circondata
da
una
barriera
che
la
divide
dagli
altri
uomini
,
che
la
mette
quasi
fuori
dalla
società
,
germogli
l
'
odio
,
metta
radici
la
crudeltà
:
odio
contro
quelli
che
prima
erano
i
fratelli
,
i
compagni
di
lavoro
e
che
ora
disprezzano
con
maggior
forza
,
crudeltà
che
si
esplica
contro
di
essi
sotto
mille
forme
diverse
.
Così
,
arrestare
un
operaio
è
una
gioia
,
un
trionfo
,
bastonarlo
e
malmenarlo
,
una
festa
,
rinchiuderlo
in
carcere
una
rivincita
.
Solo
nel
momento
in
cui
essi
tengono
un
uomo
fra
le
mani
e
sanno
di
poter
disporre
della
sua
libertà
,
della
sua
incolumità
,
sentono
di
possedere
una
forza
che
in
qualche
momento
della
vita
li
rende
superiori
ai
loro
simili
.
La
gioia
di
acciuffare
un
uomo
non
proviene
dalla
consapevolezza
di
servire
la
legge
,
di
difendere
l
'
integrità
dello
Stato
:
è
una
piccola
bassa
soddisfazione
personale
,
è
la
gioia
di
poter
dire
:
"
Io
sono
più
forte
"
.
Quale
altra
gioia
possono
essi
provare
?
Quanti
di
essi
sono
in
grado
di
formarsi
una
famiglia
senza
che
la
vita
di
stenti
diventi
vita
di
patimenti
?
Non
è
forse
vero
che
a
molti
di
questi
transfughi
del
proletariato
la
vita
non
riserva
altre
soddisfazioni
che
qualche
umile
offerta
di
una
passeggiatrice
notturna
in
cerca
di
protezione
?
Noi
li
abbiamo
visti
pochi
giorni
or
sono
nella
nostra
redazione
.
Moltissimi
,
dall
'
abito
,
potevano
benissimo
essere
scambiati
per
operai
in
miseria
.
E
'
certo
che
erano
umilmente
,
più
che
umilmente
vestiti
non
solo
per
introdursi
tra
gli
operai
,
per
raccoglierne
i
discorsi
,
per
spiarli
,
ma
anche
perché
non
potrebbero
fare
diversamente
.
E
guardavano
con
odio
gli
operai
veri
,
quelli
che
si
dibattono
tra
la
reazione
e
la
fame
e
cercano
affannosamente
la
via
della
liberazione
.
Essi
comprendevano
,
sentivano
che
chi
lotta
è
sempre
superiore
a
chi
serve
.
E
quando
hanno
ammanettato
i
giovani
che
difendevano
il
giornale
del
loro
partito
,
il
giornale
della
loro
classe
,
il
loro
giornale
,
gli
agenti
hanno
avuto
un
lampo
di
trionfo
,
hanno
riso
.
Ma
non
era
un
riso
spontaneo
,
giocondo
.
Era
un
riso
a
cui
erano
costretti
dalla
rabbia
,
dal
disprezzo
degli
altri
,
dalla
loro
vita
,
dal
destino
a
cui
non
potevano
sottrarsi
.
Quel
riso
era
la
smorfia
di
Gwynplaine
.
StampaQuotidiana ,
Gli
operai
della
Fiat
sono
ritornati
al
lavoro
.
Tradimento
?
Rinnegamento
delle
idealità
rivoluzionarie
?
Gli
operai
della
Fiat
sono
uomini
in
carne
e
ossa
.
Hanno
resistito
per
un
mese
.
Sapevano
di
lottare
e
resistere
non
solo
per
sé
,
non
solo
per
la
restante
massa
operaia
torinese
,
ma
per
tutta
la
classe
operaia
italiana
.
Hanno
resistito
per
un
mese
.
Erano
estenuati
fisicamente
perché
da
molte
settimane
e
da
molti
mesi
i
loro
salari
erano
ridotti
e
non
erano
più
sufficienti
al
sostentamento
familiare
,
eppure
hanno
resistito
per
un
mese
.
Erano
completamente
isolati
dalla
nazione
,
immersi
in
un
ambiente
generale
di
stanchezza
,
di
indifferenza
,
di
ostilità
,
eppure
hanno
resistito
per
un
mese
.
Sapevano
di
non
poter
sperare
aiuto
alcuno
dal
di
fuori
:
sapevano
che
ormai
alla
classe
operaia
italiana
erano
stati
recisi
i
tendini
,
sapevano
di
essere
condannati
alla
sconfitta
,
eppure
hanno
resistito
per
un
mese
.
Non
c
'
è
vergogna
nella
sconfitta
degli
operai
della
Fiat
.
Non
si
può
domandare
a
una
massa
di
uomini
che
è
aggredita
dalle
più
dure
necessità
dell
'
esistenza
,
che
ha
la
responsabilità
dell
'
esistenza
di
una
popolazione
di
40.000
persone
,
non
si
può
domandare
più
di
quanto
hanno
dato
questi
compagni
che
sono
ritornati
al
lavoro
,
tristemente
,
accoratamente
,
consapevoli
della
immediata
impossibilità
di
resistere
più
oltre
o
di
reagire
.
Specialmente
noi
comunisti
,
che
viviamo
gomito
a
gomito
con
gli
operai
,
che
ne
conosciamo
i
bisogni
,
che
della
situazione
abbiamo
una
concezione
realistica
,
dobbiamo
comprendere
il
perché
di
questa
conclusione
della
lotta
torinese
.
Da
troppi
anni
le
masse
lottano
,
da
troppi
anni
esse
si
esauriscono
in
azioni
di
dettaglio
,
sperperando
i
loro
mezzi
e
le
loro
energie
.
E
'
stato
questo
il
rimprovero
che
fin
dal
maggio
1919
noi
dell
'
"
Ordine
Nuovo
"
abbiamo
incessantemente
mosso
alle
centrali
del
movimento
operaio
e
socialista
:
non
abusate
troppo
della
resistenza
e
della
virtù
di
sacrificio
del
proletariato
;
si
tratta
di
uomini
comuni
,
uomini
reali
,
sottoposti
alle
stesse
debolezze
di
tutti
gli
uomini
comuni
che
si
vedono
passare
nelle
strade
,
bere
nelle
taverne
,
discorrere
a
crocchi
sulle
piazze
,
che
hanno
frame
e
freddo
,
che
si
commuovono
a
sentir
piangere
i
loro
bambini
e
lamentarsi
acremente
le
loro
donne
.
Il
nostro
ottimismo
rivoluzionario
è
stato
sempre
sostanziato
da
questa
visione
crudamente
pessimistica
della
realtà
umana
,
con
cui
inesorabilmente
bisogna
fare
i
conti
.
Già
un
anno
fa
noi
avevamo
previsto
quale
sbocco
fatalmente
avrebbe
avuto
la
situazione
italiana
,
se
i
dirigenti
responsabili
avessero
continuato
nella
loro
tattica
di
schiamazzo
rivoluzionario
e
di
pratica
opportunistica
.
E
abbiamo
lottato
disperatamente
per
richiamare
questi
responsabili
a
una
visione
più
reale
,
a
una
pratica
più
congrua
e
più
adeguata
allo
svolgersi
degli
avvenimenti
.
Oggi
scontiamo
il
fio
,
anche
noi
,
dell
'
inettitudine
e
della
cecità
altrui
;
oggi
anche
il
proletariato
torinese
deve
sostenere
l
'
urto
dell
'
avversario
,
rafforzato
dalla
non
resistenza
degli
altri
.
Non
c
'
è
nessuna
vergogna
nella
resa
degli
operai
della
Fiat
.
Ciò
che
doveva
avvenire
è
avvenuto
implacabilmente
.
La
classe
operaia
italiana
è
livellata
sotto
il
rullo
compressore
della
reazione
capitalistica
.
Per
quanto
tempo
?
Nulla
è
perduto
se
rimane
intatta
la
coscienza
e
la
fede
,
se
i
corpi
si
arrendono
ma
non
gli
animi
.
Gli
operai
della
Fiat
per
anni
e
anni
hanno
lottato
strenuamente
,
hanno
bagnato
del
loro
sangue
le
strade
,
hanno
sofferto
la
fame
e
il
freddo
;
essi
rimangono
,
per
questo
loro
passato
glorioso
,
all
'
avanguardia
del
proletariato
italiano
,
essi
rimangono
militi
fedeli
e
devoti
della
rivoluzione
.
Hanno
fatto
quanto
è
dato
fare
a
uomini
di
carne
ed
ossa
;
togliamoci
il
cappello
dinanzi
alla
loro
umiliazione
,
perché
anche
in
essa
è
qualcosa
di
grande
che
si
impone
ai
sinceri
e
agli
onesti
.