StampaPeriodica ,
Il
bilancio
che
s
'
usa
fare
a
chiusura
di
un
periodo
di
lavoro
questa
volta
non
risulta
in
attivo
per
gli
italiani
.
I
Campionati
d
'
Europa
,
banco
di
prova
severo
ove
si
misura
con
un
metro
assai
pratico
,
quello
dei
risultati
,
il
progresso
tecnico
e
qualitativo
delle
Nazioni
europee
,
messesi
d
'
impegno
per
contenere
la
supremazia
americana
e
frenare
l
'
invadente
progresso
dei
giapponesi
,
ci
han
rimandati
a
casa
senza
un
titolo
che
appaghi
la
nostra
ambizione
e
che
premi
i
nostri
atleti
.
Teoricamente
le
cose
sono
andate
male
:
la
vittoria
è
il
segno
che
esprime
una
superiorità
di
metodo
,
di
volontà
.
Questa
vittoria
noi
non
l
'
abbiamo
,
eppure
non
ci
sentiamo
per
nulla
inferiori
a
chi
nell
'
indice
numerico
dei
primi
posti
ci
sopravanza
ma
non
ci
eguaglia
nel
totale
.
All
'
infuori
del
conteggio
delle
vittorie
vi
è
da
guardare
anche
a
qualche
altra
cosa
e
cioè
alla
quantità
dei
risultati
complessivi
e
alla
loro
qualità
.
Ci
possiamo
noi
sentire
inferiori
ad
esempio
alla
Francia
che
si
onora
di
un
titolo
europeo
colto
con
un
atleta
d
'
eccezione
e
non
figura
poi
in
nessun
altro
dei
posti
d
'
onore
?
Rispetto
ai
primi
campionati
d
'
Europa
,
quelli
di
Torino
del
1934
,
l
'
Italia
nella
classifica
per
Nazioni
mantiene
il
suo
posto
pur
avendo
sceso
un
gradino
.
Quarta
allora
e
quinta
oggi
,
ma
con
questa
differenza
:
che
a
Torino
l
'
Inghilterra
era
assente
ed
in
questo
tempo
s
'
è
presentata
alla
ribalta
del
mondo
atletico
una
Svezia
che
già
nel
1935
a
Berlino
nell
'
incontro
a
cinque
fra
Germania
,
Italia
,
Ungheria
,
Svezia
e
Giappone
,
aveva
dimostrato
di
essere
in
progresso
,
un
progresso
poi
confermato
alle
Olimpiadi
del
'36
e
sanzionato
otto
giorni
prima
di
questi
campionati
d
'
Europa
a
Stoccolma
dove
la
squadra
svedese
,
a
programma
completo
,
perdeva
di
fronte
alla
strapotente
Germania
con
un
distacco
di
soli
otto
punti
.
Non
c
'
è
davvero
da
spargere
cenere
e
lacrime
sui
risultati
di
Parigi
,
c
'
è
invece
da
consolarsi
per
quanto
i
nostri
ragazzi
hanno
saputo
fare
:
i
nostri
ragazzi
di
vent
'
anni
,
quelli
dell
'
ultima
leva
,
quelli
ai
quali
affideremo
la
maglia
azzurra
per
le
Olimpiadi
.
I
campionati
d
'
Europa
vanno
presi
per
quel
che
sono
:
una
interessante
rassegna
,
un
confronto
pieno
di
utilità
,
un
ponte
di
passaggio
fra
una
Olimpiade
e
l
'
altra
.
Non
si
deve
svalutarne
il
contenuto
,
ma
neppure
innalzarli
al
di
sopra
della
loro
giusta
misura
.
Siamo
partiti
per
Parigi
non
avendo
che
sei
uomini
di
punta
:
Mariani
,
Lanzi
,
Beccali
,
Beviacqua
,
Maffei
,
Oberveger
;
gli
altri
24
(
ad
eccezione
di
due
o
tre
anziani
per
i
quali
i
campionati
rappresentavano
forse
l
'
ultima
soddisfazione
e
l
'
ultimo
premio
)
costituivano
la
schiera
dei
giovani
dai
quali
non
si
attendevano
miracoli
perché
in
materia
di
atletica
i
miracoli
non
esistono
,
ma
si
voleva
che
prendessero
lievito
di
passione
ed
acquistassero
esperienza
d
'
arte
e
di
tecnica
.
Ed
i
giovani
non
han
deluso
:
taluni
di
essi
ci
hanno
dimostrato
,
raggiungendo
quote
insperate
,
che
forse
siamo
più
avanti
di
quello
che
non
ci
si
immaginava
.
Lasciamo
quindi
da
parte
i
piagnistei
e
abbandoniamo
a
se
stesse
le
prefiche
dagli
occhi
ottusi
e
abbiamo
fiducia
piena
in
questa
gioventù
che
sotto
i
segni
del
Littorio
esprime
pienezza
di
vita
e
ardore
di
fede
.
Che
cosa
han
fatto
i
nostri
sei
moschettieri
?
Sarà
bene
dire
avanti
quel
che
essi
potevano
fare
.
Gli
unici
che
a
nostro
avviso
avevano
piena
possibilità
di
vincere
erano
Lanzi
,
Maffei
,
Oberveger
:
tempi
e
misure
parlavano
in
loro
favore
.
Più
aspro
il
compito
di
Mariani
,
difficilissimo
quello
di
Beccali
,
impossibile
la
vittoria
di
Beviacqua
chiuso
sulla
carta
da
almeno
quattro
uomini
.
Alla
prova
pratica
noi
abbiamo
perduto
tre
titoli
che
potevano
benissimo
venire
all
'
Italia
:
quello
dei
m
.
100
,
quello
del
salto
in
lungo
,
quello
del
disco
.
Il
bilancio
degli
azzurri
è
il
seguente
:
Quattro
secondi
posti
:
m
.
100
Mariani
,
m
.
10.000
Beviacqua
,
disco
Oberveger
,
salto
in
lungo
Maffei
.
Due
terzi
posti
:
Lanzi
m
.
800
,
Beccali
m
.
1500
.
Un
quarto
posto
:
staffetta
4
x
100
,
avuta
a
Milano
,
otto
giorni
dopo
le
gare
di
Parigi
,
nella
grande
riunione
internazionale
che
ha
avuto
il
potere
di
raccogliere
all
'
Arena
24.000
persone
,
un
primato
anche
questo
.
Oberveger
e
Maffei
si
sono
presi
una
netta
rivincita
,
il
primo
lasciando
a
netta
distanza
Schöreder
e
con
una
misura
(
metri
50,25
)
assai
superiore
a
quella
del
tedesco
nel
campionato
d
'
Europa
,
il
secondo
ha
inchiodato
Leichum
al
posto
d
'
onore
e
se
il
risultato
tecnico
non
è
stato
altrettanto
brillante
come
quello
di
Parigi
la
colpa
è
della
pedana
troppo
molle
per
la
pioggia
che
la
vigilia
aveva
quasi
devastato
lo
stadio
milanese
.
Oltre
queste
rivincite
,
anelate
ed
ottenute
,
altre
due
erano
in
palio
a
Milano
:
negli
800
metri
fra
Harbig
e
Lanzi
,
nei
150
fra
Wooderson
e
Beccali
.
A
Parigi
la
gara
di
Lanzi
è
stata
una
gara
non
incomprensibile
nello
svolgimento
ma
nel
risultato
.
Assente
Wooderson
sembrava
che
finalmente
l
'
azzurro
avrebbe
dovuto
aver
via
libera
per
una
grande
affermazione
per
quanto
la
minaccia
di
Harbig
non
fosse
sconosciuta
.
Lanzi
era
già
andato
sotto
agli
1'51
"
il
che
non
era
riuscito
a
Harbig
,
Lanzi
era
il
secondo
campione
olimpionico
e
soltanto
l
'
inglese
quest
'
anno
era
riuscito
a
realizzare
un
tempo
migliore
del
suo
:
il
primato
del
mondo
!
Un
passaporto
in
regola
quindi
ed
invece
un
risultato
non
conforme
a
quel
che
Lanzi
può
fare
.
Si
è
detto
che
egli
ha
sbagliato
tattica
,
ci
diceva
Lovelok
che
Lanzi
si
era
«
suicidato
»
col
passare
i
400
metri
in
53
"
3/I0
.
Nessun
suicidio
,
nessun
sbaglio
di
tattica
:
un
errore
invece
scontato
a
caro
prezzo
.
Fattosi
chiudere
in
partenza
,
obbligato
a
navigare
quasi
nelle
posizioni
di
coda
per
cento
metri
,
Lanzi
è
scattato
all
'
uscita
della
prima
curva
per
poter
passare
in
testa
e
fare
l
'
andatura
.
La
gara
doveva
esser
da
lui
condotta
a
forte
andatura
,
egli
doveva
gareggiare
sul
tempo
per
sfiancare
Harbig
ben
sapendo
quanto
forte
sia
lo
spunto
finale
del
tedesco
e
come
egli
manchi
invece
di
questa
punta
di
velocità
.
Quindi
non
sbagliò
di
tattica
ma
invece
fu
errore
lo
scatto
fatto
in
modo
sì
repentino
per
portarsi
in
testa
,
scatto
che
lo
ha
poi
«
imballato
»
in
modo
da
fargli
risentire
lo
sforzo
prematuro
nel
finale
quando
non
ha
potuto
reagire
neppure
al
francese
che
alla
corda
lo
sorpassava
.
Nulla
da
dire
quindi
sulla
sconfitta
ma
sul
modo
come
essa
è
venuta
è
giusto
discuterne
.
Si
aggiunga
che
quest
'
anno
Lanzi
non
è
mai
stato
nella
pienezza
della
forma
,
che
è
apparso
troppo
pesante
nel
passo
per
una
gara
sì
veloce
e
questo
è
dovuto
anche
al
fatto
di
un
non
completo
allenamento
.
Lanzi
è
di
quegli
atleti
che
hanno
bisogno
di
molto
lavoro
non
solo
in
vista
di
una
gara
,
ma
per
tutta
l
'
intera
stagione
e
non
va
dimenticato
che
proprio
nel
pieno
della
preparazione
ha
dovuto
troncare
ogni
cosa
a
causa
di
un
grave
lutto
famigliare
.
A
Milano
s
'
è
avuta
la
prova
che
Lanzi
non
si
era
e
suicidato
e
con
la
tattica
di
Parigi
,
qui
la
condotta
di
gara
fu
tutta
a
favore
dell
'
azzurro
,
il
quale
tentò
a
200
metri
di
sorprendere
Harbig
con
uno
scatto
deciso
ma
la
velocità
finale
del
tedesco
neutralizzò
l
'
attacco
e
gli
consentì
di
vincere
come
a
Parigi
con
la
sola
variante
che
a
Milano
il
tempo
ottenuto
fu
peggiore
di
quello
del
campionato
europeo
.
Di
altro
tipo
la
sconfitta
di
Beccali
scontata
in
partenza
per
l
'
intervento
di
Wooderson
.
Il
nostro
atleta
sapeva
già
quanta
difficoltà
presentava
la
gara
ed
è
da
ammirare
il
fatto
che
egli
abbia
voluto
essere
presente
lo
stesso
,
egli
campione
olimpionico
,
primatista
mondiale
e
che
a
trentun
anno
è
ancora
un
esempio
di
passione
e
di
fede
.
Beccali
meritava
il
secondo
posto
e
se
lo
sarebbe
aggiudicato
senza
l
'
incidente
capitatogli
all
'
imbocco
del
rettilineo
d
'
arrivo
mentre
tentava
di
sorpassare
Hartikka
all
'
esterno
e
veniva
arrestato
nella
sua
azione
dal
belga
Mostert
che
poi
doveva
tagliare
il
traguardo
nella
scia
del
vincitore
.
Appunto
per
questo
tanto
più
ingiusti
ci
sono
apparsi
quei
fischi
isolati
che
hanno
accolto
Beccali
quando
è
salito
sul
podio
per
la
premiazione
in
quanto
Beccali
è
stato
campione
di
atletica
e
sarà
sempre
un
campione
di
lealtà
.
Milano
ha
confermato
che
Wooderson
è
imbattibile
e
che
Beccali
resta
ancora
il
nostro
elemento
migliore
.
Ma
c
'
è
stata
una
gara
che
ci
ha
ripagati
ad
usura
di
tante
speranze
svanite
e
di
tante
sfortune
:
quella
dei
10
chilometri
di
corsa
per
merito
di
quel
prodigioso
ragazzo
che
si
chiama
Beviacqua
.
Una
gran
fiamma
ci
ha
scaldato
il
cuore
nel
seguire
l
'
impari
duello
fra
il
gigantesco
finlandese
Salminen
,
campione
e
primatista
mondiale
,
e
il
nostro
piccolo
rappresentante
.
Il
campionato
d
'
Europa
si
può
ben
definire
il
campionato
del
mondo
che
né
l
'
America
e
forse
neppure
il
Giappone
hanno
oggi
uomini
da
poter
opporre
ai
migliori
specialisti
del
vecchio
continente
.
C
'
è
stato
sì
a
Berlino
quel
Murakoso
che
seppe
tener
testa
ai
finlandesi
,
ma
neppur
lui
è
riuscito
a
fare
quel
che
ha
fatto
Beviacqua
,
cioè
a
impegnare
a
fondo
Salminen
che
in
cuor
suo
per
un
attimo
deve
aver
dubitato
di
poter
restare
in
piedi
sul
suo
piedistallo
di
gloria
.
C
'
erano
in
campo
Syring
,
Szilagyi
,
Tillman
,
oltre
al
finlandese
,
cioè
gli
uomini
realmente
i
migliori
del
mondo
e
contro
costoro
,
solo
,
tenace
,
prepotente
s
'
è
battuto
l
'
azzurro
strappando
,
è
la
parola
esatta
,
l
'
applauso
alla
folla
parigina
,
a
questa
folla
che
si
infiamma
se
un
francese
riesce
a
spuntarla
per
salvarsi
dall
'
ultimo
posto
,
ma
che
resta
quasi
indifferente
in
ogni
altra
occasione
.
Dieci
chilometri
,
una
corsa
estenuante
dove
sembrerebbe
che
la
sola
potenza
della
forza
potesse
aver
ragione
ed
invece
è
stata
il
trionfo
della
logica
e
dell
'
intelligenza
espresse
da
un
italiano
.
Questo
secondo
posto
vale
per
noi
più
di
una
vittoria
,
esso
ci
ripaga
di
quel
che
abbiamo
sofferto
in
altre
gare
,
del
disappunto
per
altre
mancate
affermazioni
magari
più
onorifiche
ma
che
non
avrebbero
espressa
con
tanta
eloquenza
la
volontà
fiera
della
razza
italiana
.
Ma
oltre
a
queste
sei
gare
nelle
quali
noi
allineavamo
gli
nomini
migliori
ve
n
'
era
una
che
ci
stava
particolarmente
a
cuore
:
quella
della
staffetta
4
x
100
.
Vi
era
da
difendere
il
secondo
posto
di
Berlino
che
ci
faceva
virtualmente
i
migliori
d
'
Europa
,
un
prestigio
quindi
da
salvaguardare
,
un
titolo
da
consolidare
.
Non
ci
siamo
riusciti
e
per
colpa
nostra
.
Il
quartetto
del
'36
,
già
privato
di
Ragni
,
ha
mostrato
che
ha
bisogno
di
altre
sostituzioni
,
come
del
resto
la
prova
supplementare
dell'11
settembre
a
Milano
,
ha
confermato
.
Malissimo
anche
i
cambi
nella
4
per
400
e
in
questa
specialità
è
necessario
lavorare
parecchio
per
rinfittire
le
schiere
poiché
manchiamo
di
uomini
che
abbiano
nelle
gambe
tempi
da
competizioni
internazionali
.
Dorascenzi
è
in
questa
specialità
una
nostra
speranza
e
Missoni
con
un
cauto
lavoro
potrà
esser
riportato
alla
forma
dimostrata
lo
scorso
anno
.
Son
due
ragazzi
di
venti
anni
ed
hanno
tempo
per
assodare
le
ossa
.
Capitato
nella
più
dura
delle
semifinali
dei
400
ostacoli
l
'
universitario
Russo
,
pur
finendo
al
terzo
posto
e
rimanendo
escluso
dalla
finale
,
s
'
è
messo
in
luce
per
l
'
ottimo
stile
sull
'
ostacolo
e
per
il
tempo
realizzato
che
fu
migliore
degli
altri
due
secondi
arrivati
nelle
altre
semifinali
.
I
tempi
della
finale
confermano
questo
giudizio
.
Del
resto
in
fatto
di
stile
tutti
i
nostri
si
son
dimostrati
fra
i
migliori
e
molti
di
questi
giovani
non
hanno
potuto
realizzare
di
più
un
po
'
per
mancanza
di
esperienza
in
gare
importanti
un
po
'
appunto
perché
non
sono
giunti
ancora
nella
piena
loro
maturità
fisica
.
Ricorderemo
così
De
Maestri
,
giovane
fascista
,
classificato
quinto
nella
marcia
dei
50
chilometri
,
Migliaccio
settimo
nei
3000
ostacoli
,
Daelli
uno
dei
migliori
nella
staffetta
4
x
100
,
il
lanciatore
di
peso
Profeti
classificatosi
settimo
,
ed
infine
l
'
altra
grande
nostra
speranza
:
un
altro
giovane
fascista
:
Consolini
.
Il
veronese
che
da
soli
15
mesi
lancia
il
disco
è
ormai
un
elemento
di
massima
sicurezza
sui
48
metri
ed
il
quinto
posto
di
Parigi
è
la
conferma
che
moltissimo
ci
si
può
attendere
da
lui
quando
avrà
completamente
assimilato
lo
stile
di
lancio
.
Ma
l
'
elenco
dei
giovani
non
è
chiuso
:
ecco
Turco
,
altro
universitario
,
al
quinto
posto
nel
salto
triplo
con
la
bella
misura
di
M
.
14,64
che
ha
preceduto
l
'
altro
universitario
Bini
recente
primatista
italiano
,
ecco
Romeo
che
vinta
la
crisi
morale
che
lo
ha
colpito
nel
periodo
di
preparazione
,
ha
saltato
con
l
'
asta
m
.
4
cioè
quanto
il
secondo
classificato
e
che
è
elemento
da
poter
arrivare
con
facilità
ai
4,10
,
ed
ecco
De
Florentis
questo
non
più
giovanissimo
ma
neppure
da
considerare
un
anziano
,
che
alla
sua
prima
prova
sulla
maratona
ci
ha
rassicurati
sulla
tenuta
,
della
distanza
giungendo
in
buone
condizioni
di
freschezza
ed
in
un
tempo
davvero
non
disprezzabile
.
Che
a
Parigi
sia
scaturito
il
maratoneta
per
l
'
Olimpiade
del
1940
?
Lippi
,
Gobbato
,
Balbusso
gli
anzianoni
della
compagnia
,
meritano
una
parola
di
schietto
elogio
più
che
per
i
risultati
conseguiti
per
la
disciplina
,
la
volontà
e
lo
spirito
di
sacrificio
dimostrati
.