StampaPeriodica ,
Mai
come
in
questo
momento
è
stato
vivo
e
palpitante
il
problema
della
Dalmazia
,
della
sua
italianità
e
dei
sacrosanti
diritti
che
l
'
Italia
ha
su
quella
terra
che
è
indiscutibilmente
terra
italiana
geograficamente
,
linguisticamente
,
politicamente
e
sopratutto
storicamente
.
In
cento
e
cento
città
d
'
Italia
esistono
o
vanno
sorgendo
Comitati
«
Pro
Dalmazia
»
organizzati
a
cura
delle
locali
sezioni
dell
'
Associazione
dei
Volontari
di
Guerra
;
in
tutte
le
città
universitarie
,
in
seno
ai
G.U.F.
sono
sorti
i
Comitati
Universitari
«
Pro
Dalmazia
Italiana
»
;
ovunque
è
un
meraviglioso
destarsi
di
una
passione
che
anima
e
fa
fremere
al
pensiero
dei
fratelli
nostri
che
l
'
ignavia
e
l
'
ignominia
di
governi
passati
lasciarono
al
governo
,
più
duro
e
più
inumano
di
quanto
non
fosse
quello
dell
'
Austria
-
Ungheria
,
di
quell
'
accozzaglia
di
popoli
d
'
ogni
colore
e
senza
vera
e
propria
nazionalità
che
va
sotto
il
nome
di
Regno
S
.
C
.
S
.
Poiché
anche
Pisa
ha
ora
il
suo
Comitato
Universitario
«
Pro
Dalmazia
»
,
accanto
a
quello
sorto
a
cura
dei
Volontari
di
Guerra
,
Comitato
la
cui
opera
si
annunzia
attivissima
,
mi
sia
dato
di
ricordare
qui
come
spetti
a
Pisa
,
e
più
propriamente
all
'
Ateneo
Pisano
il
vanto
di
avere
,
nel
1918
,
iniziato
quel
movimento
di
Italianità
purissima
dal
quale
è
poi
scaturita
la
complessa
organica
azione
che
ora
si
va
svolgendo
a
favore
della
Dalmazia
Italiana
.
Durante
la
guerra
già
si
erano
avute
delle
manifestazioni
per
la
Dalmazia
Italiana
;
ma
tali
manifestazioni
,
pur
essendo
l
'
indice
di
quella
che
era
l
'
anima
degli
italiani
,
avevano
sempre
avuto
un
carattere
spiccatamente
personale
;
numerose
poi
erano
state
le
pubblicazioni
fatte
al
fine
di
far
conoscere
a
tutta
la
Nazione
il
problema
dalmata
e
le
giuste
rivendicazioni
dell
'
Italia
.
Pisa
,
seguendo
la
meravigliosa
tradizione
di
patriottismo
per
la
quale
aveva
dato
i
suoi
gloriosi
Caduti
a
Curtatone
e
Montanara
e
per
la
quale
avrebbe
poi
dato
cinque
purissimi
Martiri
alla
causa
della
Rivoluzione
Fascista
,
non
poteva
non
essere
anche
in
tale
occasione
attivo
focolaio
di
un
ideale
così
altamente
patriottico
.
Era
la
fine
del
1918
,
il
tempo
in
cui
i
nostri
uomini
di
Stato
,
vigliacchi
e
rinunziatori
,
non
osavano
difendere
i
nostri
secolari
diritti
;
il
tempo
in
cui
il
più
autorevole
dei
nostri
giornali
giungeva
alla
ignobiltà
di
affermare
che
la
Dalmazia
non
era
Italiana
né
geograficamente
né
storicamente
.
Stanchi
e
storditi
dalla
lunga
lotta
sostenuta
gli
italiani
non
avevano
ancora
saputo
ritrovare
il
loro
orientamento
e
poco
o
nulla
si
occupavano
di
difendere
i
diritti
che
la
nostra
vittoria
aveva
sanciti
.
La
Dalmazia
doveva
essere
terra
italiana
a
quanto
pretendevano
alcuni
che
uno
scrittore
della
rivista
inglese
«
The
New
Europe
»
ebbe
a
chiamare
facenti
parte
di
«
una
minuscola
e
screditata
combriccola
»
.
Ma
così
non
era
;
gli
Italiani
,
considerati
nella
loro
parte
migliore
e
intellettuale
,
sentivano
che
la
Dalmazia
doveva
essere
italiana
.
La
«
minuscola
e
screditata
combriccola
»
fu
dimostrato
essere
legione
,
legione
seguita
spiritualmente
da
tutto
il
popolo
italiano
che
pur
nulla
poteva
se
i
governi
nostri
del
tempo
a
tutto
rinunziavano
.
La
scintilla
partì
dall
'
Ateneo
Pisano
per
opera
del
Prof
.
Italo
Giglioli
il
quale
già
sin
dal
maggio
1918
aveva
,
tenendo
pubbliche
conferenze
,
agitato
il
problema
della
Dalmazia
dimostrando
la
necessità
della
rivendicazione
di
tale
terra
all
'
Italia
.
Egli
era
stato
chiamato
a
collaborare
alla
succitata
rivista
inglese
,
e
italianissimamente
si
accingeva
ad
esporre
,
con
una
serie
di
articoli
,
quali
fossero
le
aspirazioni
dell
'
Italia
nel
nuovo
assetto
dell
'
Europa
:
rivendicazione
di
tutta
la
Dalmazia
,
fino
alle
Bocche
di
Cattaro
,
oltre
che
del
Trentino
,
dell
'
Alto
Adige
,
di
Gorizia
,
Trieste
e
dell
'
Istria
con
Fiume
.
Questo
si
accingeva
a
fare
il
prof
.
Giglioli
quando
la
rivista
inglese
pubblicò
l
'
articolo
in
cui
appartenenti
a
minuscola
e
screditata
combriccola
erano
chiamati
gli
italiani
che
osavano
parlare
di
rivendicazione
Dalmata
.
Per
dimostrare
quanto
fosse
errato
ciò
che
la
rivista
inglese
diceva
,
il
prof
.
Giglioli
tenne
immediatamente
una
magnifica
conferenza
vibrante
di
italianità
e
scrisse
al
Presidente
Wilson
l
'
indirizzo
che
qui
mi
piace
riportare
:
«
I
sottoscritti
professori
e
studenti
antica
Università
di
Galileo
in
Pisa
unanimi
acclamando
Presidente
Wilson
,
vindice
libertà
con
civiltà
,
ricordano
millenaria
indistruttibile
italianità
della
Dalmazia
,
reclamano
unione
Dalmazia
tutta
all
'
Italia
,
nella
comunanza
della
lingua
,
delle
arti
,
della
civiltà
»
.
Tale
indirizzo
fu
firmato
da
79
professori
dell
'
Università
e
delle
Scuole
Medie
di
Pisa
e
da
ben
229
studenti
universitari
,
vale
a
dire
da
tutti
quelli
che
erano
in
Pisa
poiché
gli
altri
non
erano
ancora
tornati
dal
servizio
militare
.
Contemporaneamente
,
a
cura
del
Circolo
Universitario
Pisano
,
fu
pubblicato
un
Numero
Unico
dal
titolo
«
La
diana
della
Vittoria
»
nel
quale
erano
alcuni
scritti
riferentisi
alla
Dalmazia
,
alla
sua
italianità
e
alle
giuste
rivendicazioni
dell
'
Italia
.
Importantissimo
fra
gli
altri
lo
scritto
«
Fiume
e
Dalmazia
»
del
prof
.
Giglioli
;
scritto
che
fu
poi
stampato
a
parte
in
opuscoletto
e
diramato
in
tutti
i
centri
Universitari
d
'
Italia
,
insieme
all
'
indirizzo
inviato
al
Presidente
Wilson
,
con
l
'
invito
e
la
raccomandazione
di
agitare
ovunque
la
questione
Dalmata
.
L
'
iniziativa
ebbe
il
più
largo
successo
sì
che
poco
dopo
,
nel
gennaio
1919
,
il
prof
.
Giglioli
in
una
vibrante
lettera
di
sdegno
e
di
protesta
indirizzata
al
Direttore
della
New
Europe
,
rassegnando
le
dimissioni
da
collaboratore
della
Rivista
,
poté
dimostrare
che
la
«
minuscola
e
screditata
combriccola
»
era
la
più
gran
parte
degli
intellettuali
d
'
Italia
.
A
questo
proposito
mi
piace
pure
ricordare
che
a
cura
del
Comitato
Pisano
della
«
Dante
Alighieri
»
fu
trasmesso
un
voto
alle
LL
.
EE
.
Orlando
e
Sonnino
,
voto
firmato
dalle
più
cospicue
autorità
cittadine
,
per
ricordare
quali
fossero
i
sacri
diritti
dell
'
Italia
di
Vittorio
Veneto
non
ostante
gli
accordi
del
Trattato
di
Londra
.
Come
già
era
avvenuto
in
altre
occasioni
Pisa
e
il
suo
Ateneo
avevano
gettato
il
buon
seme
;
i
nostri
rappresentanti
nei
congressi
per
la
pace
di
nulla
si
curarono
e
l
'
Italia
del
1918
,
vittoriosa
come
nessun
'
altra
Nazione
,
si
ripresentò
ai
congressi
internazionali
,
dove
sarebbero
dovuti
essere
proclamati
e
difesi
i
suoi
diritti
sacri
ed
intangibili
,
debole
e
mendicante
come
si
era
presentata
a
quelli
che
avevano
preceduto
la
guerra
.
Nell
'
attuale
risvegliarsi
di
ogni
più
puro
e
santo
sentimento
d
'
Italianità
gli
Universitari
fascisti
Pisani
debbono
fare
quanto
fecero
,
e
più
,
i
compagni
che
nel
nostro
glorioso
Ateneo
ci
precedettero
;
e
tutto
debbono
fare
per
la
Dalmazia
Italiana
avendo
nell
'
animo
una
certezza
:
quella
che
il
Governo
di
Benito
Mussolini
saprà
fare
quanto
gli
altri
governi
non
seppero
o
non
vollero
mai
fare
:
ridare
all
'
Italia
quella
che
Tommaseo
,
il
più
grande
degli
Italiani
dalmati
,
chiamò
la
«
seconda
Italia
»
.
StampaPeriodica ,
Mi
perdonino
,
le
rappresentanti
del
gentil
sesso
,
se
dirò
cose
che
a
loro
dispiacciano
;
ma
non
si
può
rimanere
muti
,
poiché
,
purtroppo
,
non
si
può
porre
riparo
al
male
,
nei
confronti
di
un
problema
,
di
nessuna
entità
in
apparenza
,
ma
che
è
di
una
non
trascurabile
gravità
,
che
si
è
andato
creando
specialmente
dopo
la
guerra
.
Intendo
dire
della
invasione
,
già
avvenuta
in
parte
,
e
che
sempre
più
si
accentua
,
dell
'
elemento
femminile
in
quelli
che
prima
erano
i
campi
riservati
esclusivamente
all
'
attività
maschile
.
Non
sta
a
me
discutere
,
poiché
me
ne
manca
la
competenza
,
se
sia
giusto
che
la
donna
sia
occupata
nelle
officine
,
nelle
fabbriche
,
nei
laboratori
,
se
la
donna
possa
assolvere
il
compito
affidatole
nei
suddetti
campi
di
attività
con
tutta
quella
cura
spesso
richiesta
e
dando
sicuro
affidamento
;
se
la
donna
,
in
una
parola
,
abbia
la
capacità
fisica
e
mentale
di
fare
quanto
e
come
l
'
uomo
fa
.
Solo
voglio
fare
alcune
brevi
osservazioni
intorno
alla
invasione
femminile
nel
campo
dell
'
attività
intellettuale
ed
ai
danni
materiali
e
morali
che
ineluttabilmente
ne
derivano
e
per
l
'
uomo
e
per
la
donna
.
E
qui
mi
sia
concessa
una
breve
parentesi
.
Non
che
noi
uomini
ci
si
spaventi
di
tale
invasione
e
si
tema
la
concorrenza
che
può
venirci
da
parte
delle
donne
,
perché
,
inevitabilmente
,
nella
vita
automaticamente
avviene
la
selezione
e
per
diverse
ragioni
.
Prima
di
tutto
la
donna
non
è
né
fisicamente
né
moralmente
preparata
alla
lotta
e
quindi
si
trova
in
condizione
di
inferiorità
rispetto
all
'
uomo
.
Inoltre
essa
,
pur
potendo
essere
più
che
sufficientemente
preparata
intellettualmente
,
non
ispira
quella
fiducia
necessaria
per
essere
preposta
ad
occupazioni
che
non
siano
quelle
per
le
quali
la
donna
è
stata
creata
.
La
donna
infatti
riscuoterà
la
maggiore
delle
fiducie
nel
campo
proprio
della
educazione
del
bambino
,
ma
non
può
dare
affidamento
per
la
preparazione
,
oltre
che
culturale
,
specialmente
spirituale
del
giovane
che
compie
per
esempio
i
suoi
studi
medi
né
può
ispirare
eccessiva
fiducia
se
posta
in
un
laboratorio
scientifico
o
in
una
farmacia
o
in
uno
studio
legale
o
se
esercita
la
professione
del
medico
.
Troppo
essa
è
influenzata
dalle
emozioni
,
dalle
gioie
e
dai
dolori
che
la
vita
le
riserba
perché
serenamente
possa
assolvere
l
'
incarico
affidatole
.
E
chiudiamo
la
parentesi
.
Da
una
rapida
scorsa
fatta
negli
Annuari
della
nostra
Università
mi
è
risultato
che
mentre
nell
'
anno
accademico
1925-26
il
numero
delle
signorine
regolarmente
iscritte
alle
diverse
facoltà
si
aggirava
intorno
a
100
,
nell
'
anno
accademico
1927-28
è
salito
a
ben
168
per
raggiungere
quasi
200
nell
'
anno
in
corso
.
Ora
questo
spaventoso
crescendo
è
sicuro
indizio
del
dilagante
desiderio
,
da
parte
della
donna
,
di
crearsi
una
posizione
indipendente
quasi
che
solo
nel
raggiungimento
di
questo
ideale
consista
il
bene
della
vita
senza
pensare
che
proprio
la
stessa
donna
è
quella
che
da
tale
raggiungimento
ritrae
il
massimo
svantaggio
.
Attualmente
siamo
giunti
ad
un
punto
in
cui
la
signorina
che
intravede
appena
l
'
avvicinarsi
del
sospirato
passaggio
all
'
esame
di
maturità
classica
o
scientifica
anziché
pensare
essere
tale
titolo
di
studio
più
che
sufficiente
per
potere
degnamente
stare
sia
pure
in
un
posto
preminente
della
nostra
società
,
sogna
di
poter
continuare
gli
studi
per
conquistarsi
un
posto
di
indipendenza
nella
vita
.
Ché
mentre
prima
l
'
intimo
legame
materiale
e
morale
esistente
fra
uomo
e
donna
nella
famiglia
(
il
quale
anziché
costituire
menomazione
della
personalità
femminile
era
anzi
uno
degli
elementi
più
sostanziali
della
unità
familiare
ed
una
delle
più
pure
fonti
di
gioia
per
la
donna
)
era
quasi
ricercato
dalla
donna
stessa
che
in
tal
legame
vedeva
la
futura
tranquillità
della
propria
esistenza
,
ora
noi
vediamo
che
spesso
tale
legame
oggi
si
rifugge
o
,
quando
ciò
non
avvenga
,
si
cerca
di
rendere
meno
saldo
che
si
possa
il
vincolo
anche
creandosi
una
propria
personalità
economica
che
possa
fare
accampare
diritti
di
maggiore
libertà
e
di
vita
quasi
del
tutto
indipendente
.
Così
è
che
da
donna
cerca
di
conquistarsi
un
posto
nel
mondo
.
A
volte
il
tentativo
riesce
;
spessissimo
invece
la
donna
viene
travolta
dalla
concorrenza
maschile
ed
allora
il
guaio
è
peggiore
perché
essa
risulta
mancata
e
come
donna
intesa
nel
significato
più
bello
della
parola
e
come
donna
moderna
.
Quando
poi
il
tentativo
riesce
la
donna
,
indubbiamente
,
ne
ritrae
dei
buoni
frutti
.
Non
è
senza
valore
,
infatti
,
l
'
ammirazione
,
per
es
.
,
che
spesso
desta
per
il
suo
sapere
,
ammirazione
che
sembra
valga
più
di
quella
che
prima
poteva
destare
dedicandosi
alle
umili
mansioni
di
donna
fatta
per
la
casa
;
è
molto
piacevole
,
infatti
,
per
una
donna
sentirsi
padrona
di
sé
,
padrona
di
soddisfare
i
propri
bisogni
e
di
appagare
i
propri
desideri
senza
dover
rendere
alcun
conto
e
senza
dover
chiedere
danaro
a
nessuno
;
è
molto
bello
,
infatti
,
per
la
donna
che
abbia
studiato
sentirsi
libera
in
tutti
gli
atti
della
propria
esistenza
e
senza
preoccupazioni
.
Tutti
questi
vantaggi
non
sono
trascurabili
difatti
,
ed
assumerebbero
un
valore
ancora
più
grande
se
insieme
,
dal
nuovo
indirizzo
nel
quale
la
donna
cerca
sempre
più
avviarsi
,
non
scaturissero
degli
svantaggi
di
valore
indubbiamente
maggiore
.
Infatti
la
donna
che
studia
per
conquistarsi
un
posto
nella
vita
deve
pure
subire
delle
interminabili
sequele
di
esami
;
la
donna
che
ami
la
vita
libera
e
indipendente
deve
però
rinunziare
alla
propria
casa
ed
alle
gioie
che
ne
derivano
;
la
donna
che
voglia
flirtare
liberamente
come
a
persona
senza
legami
si
addice
deve
rinunziare
all
'
amore
vero
,
all
'
amore
che
procura
le
gioie
più
belle
.
Oltre
a
questi
svantaggi
di
indole
generale
,
morali
e
sentimentali
,
ve
ne
sono
degli
altri
di
importanza
individuale
per
la
donna
stessa
e
perfino
sociale
.
Fra
gli
svantaggi
individuali
va
considerato
anzitutto
l
'
impaccio
che
l
'
indipendenza
e
la
carriera
creano
al
matrimonio
.
Per
la
donna
che
brami
conquistarsi
un
posto
nel
mondo
il
matrimonio
non
rappresenta
più
il
coronamento
della
missione
santa
alla
quale
è
destinata
;
per
una
tale
donna
il
matrimonio
non
può
essere
fatto
di
altruismo
e
di
passione
,
di
amore
e
di
riconoscenza
.
Spesso
,
per
una
tale
donna
,
il
matrimonio
rappresenta
solo
un
legame
civile
,
senza
però
che
sia
santificato
dalla
maternità
;
spesso
il
matrimonio
rappresenta
solo
una
vita
a
due
nella
quale
ognuno
conservi
la
propria
libertà
,
una
vita
per
la
quale
non
deve
essere
fatto
alcun
sacrificio
e
nella
quale
l
'
amore
rappresenta
solo
un
bene
supplementare
del
quale
può
anche
farsi
a
meno
.
È
quindi
evidente
che
in
tal
modo
l
'
unione
non
risulta
ben
salda
né
procura
soddisfazioni
e
felicità
.
Inoltre
la
vita
indipendente
e
la
carriera
verso
le
quali
la
donna
sempre
più
si
incammina
costituiscono
un
serio
impaccio
alla
famiglia
,
quando
la
donna
non
si
sia
decisa
,
come
spesso
avviene
,
a
non
costituirsene
una
propria
.
Perché
,
indubbiamente
,
una
donna
che
eserciti
una
certa
professione
è
certamente
inferiore
,
almeno
in
seno
alla
famiglia
,
ad
un
'
altra
che
si
dedichi
esclusivamente
a
questa
.
Infatti
o
,
costituendosi
una
famiglia
,
la
donna
abbandona
le
altre
sue
occupazioni
dedicandosi
soltanto
alle
faccende
domestiche
ed
allora
si
sentirà
quasi
umiliata
della
sua
modesta
per
quanto
nobile
mansione
per
la
quale
avrà
dovuto
rinunziare
a
tutti
i
piaceri
dell
'
altra
vita
e
spesso
alla
notorietà
;
o
,
costituendosi
una
famiglia
la
donna
continua
nello
svolgimento
della
propria
primitiva
attività
e
allora
la
famiglia
costituirà
un
impaccio
per
la
carriera
e
questa
farà
sì
che
alla
casa
venga
a
mancare
quel
soffio
vivificatore
che
la
donna
con
le
sue
caratteristiche
vi
apporta
.
L
'
allevare
ed
educare
un
figliolo
,
l
'
infondere
in
lui
il
frutto
della
propria
esperienza
,
l
'
equilibrare
la
vita
economica
della
famiglia
,
l
'
essere
l
'
angelo
tutelare
della
casa
sono
cose
che
la
donna
che
abbia
occupazioni
di
altro
genere
non
può
fare
.
È
stato
detto
e
si
dice
ancora
che
l
'
avviarsi
della
donna
in
una
carriera
contribuisca
alla
risoluzione
del
problema
economico
della
famiglia
e
ciò
è
errato
,
ché
anzi
costituisce
un
enorme
sciupio
di
ricchezza
.
Difatti
la
donna
che
eserciti
una
professione
o
che
comunque
occupi
un
posto
che
l
'
allontana
dal
focolare
,
guadagna
,
è
vero
,
quanto
,
e
forse
più
,
la
donna
che
si
dedichi
alla
famiglia
riesce
a
risparmiare
con
le
sue
meravigliose
doti
economiche
che
la
natura
ha
saputo
infonderle
;
guadagna
,
è
vero
,
di
più
,
ma
spende
e
sciupa
pure
enormemente
a
ragione
dei
mille
nuovi
bisogni
e
degli
infiniti
desideri
che
per
la
sua
vita
le
sorgono
.
Da
questo
rapido
esame
dei
vantaggi
e
degli
svantaggi
che
a
sé
stessa
,
alla
famiglia
,
alla
società
possono
derivare
dal
nuovo
sistema
di
vita
verso
il
quale
la
donna
si
avvia
mi
sembra
che
si
possa
trarre
questa
conclusione
.
Esistono
nella
vita
due
specie
di
beni
:
gli
uni
sono
quelli
superficiali
e
momentanei
,
gli
altri
i
beni
profondi
e
duraturi
.
E
poiché
i
beni
superficiali
e
momentanei
producono
spesso
mali
profondi
a
me
sembra
che
i
beni
che
la
donna
può
ricavare
dalla
sua
tendenza
ad
una
vita
libera
siano
di
quelli
della
prima
specie
.
Tale
vita
concede
sì
molte
soddisfazioni
,
concede
sì
molte
fortune
,
migliora
apparentemente
le
condizioni
della
donna
,
ma
rende
quasi
inarrivabili
i
beni
sui
quali
è
basata
la
felicità
,
accresce
la
lotta
,
genera
la
confusione
e
spesso
è
fonte
di
dolori
.