StampaPeriodica ,
...
La
differenza
tra
la
vecchia
e
la
nuova
generazione
e
la
superiorità
di
questa
su
quella
,
un
acuto
osservatore
le
può
ricavare
in
parte
dai
frequenti
colloqui
tra
i
rappresentanti
,
diciamo
così
,
delle
due
età
.
Si
odono
discussioni
sul
Fascismo
e
sulla
vita
fascista
e
si
ha
agio
di
osservare
e
di
giudicare
il
mondo
del
giovane
e
quello
del
vecchio
.
Il
vecchio
afascista
(
parola
estensiva
e
meno
impegnativa
)
giudica
il
Fascismo
con
quella
vecchia
obbiettività
portata
all
'
estremo
,
che
,
se
può
giovare
allo
storico
,
impoverisce
tuttavia
l
'
uomo
"
attuale
,
"
togliendogli
quel
tanto
di
passione
e
di
poesia
necessarie
per
vedere
dietro
il
freddo
e
isolato
problema
,
l
'
aspetto
di
una
rivoluzione
tremendamente
unitaria
.
Il
vecchio
dunque
che
tiene
a
questa
sua
imparzialità
,
sì
da
non
immergersi
nel
fiume
impetuoso
del
nuovo
tempo
,
procede
all
'
antica
:
con
lentezza
e
misuratezza
d
'
opinioni
e
d
'
approvazioni
,
col
freno
sempre
alla
fantasia
e
al
cuore
"
elementi
"
più
lirici
che
critici
,
insistendo
in
una
visione
che
egli
dice
universale
ma
che
è
in
realtà
turbata
,
per
difetto
di
fede
,
da
troppi
minuti
e
falsi
particolari
.
Egli
divide
animo
e
discussione
in
tante
zone
se
-
parate
da
esaminare
diligentemente
con
coscienza
scientifica
e
riserbo
professorale
.
Non
bisogna
lasciarsi
mai
vincere
dall
'
entusiasmo
,
ma
per
piccole
e
sicure
esperienze
salire
al
giudizio
totale
,
infallibile
,
spassionato
.
Così
il
vecchio
studia
il
Fascismo
,
e
cioè
alcuni
lati
del
Fascismo
,
e
dopo
lunga
discussione
"
seria
ed
equilibrata
"
conclude
porgendoti
la
sua
critica
"
serena
ed
esauriente
"
e
mostrandoti
i
risultati
della
sua
analisi
.
Degli
uomini
e
delle
idee
alcuni
ha
messo
a
destra
,
altri
a
sinistra
,
altre
in
altre
righe
e
scomparti
.
Egli
è
in
pace
piena
con
la
logica
e
le
sue
esigenze
,
il
discorso
non
ha
una
grinza
ma
il
Fascismo
è
andato
a
farsi
benedire
.
Ben
diverso
è
il
contegno
del
giovane
fascista
d
'
ingegno
e
di
fede
.
Egli
entra
subito
in
lizza
con
una
foga
che
turba
non
poco
l
'
avversario
.
Il
discorso
non
è
confutato
e
sostenuto
da
citazioni
famose
ma
solo
e
di
continuo
ricorre
un
nome
,
detto
ora
sommesso
con
venerazione
,
ora
forte
e
vittoriosamente
come
uno
squillo
guerresco
.
La
dialettica
del
giovane
ha
altra
misura
,
forma
e
sostanza
.
Egli
non
procede
per
pazienti
e
diligenti
induzioni
ma
subito
si
pone
innanzi
,
come
un
blocco
incandescente
,
la
questione
nella
sua
totalità
,
non
spaventato
ma
allettato
dalla
maestà
delle
proporzioni
.
Non
discute
il
Fascismo
perché
non
ha
bisogno
di
capirlo
,
né
di
spiegarlo
né
di
persuadersi
;
perché
lo
sente
,
lo
vi
-
ve
,
lo
intuisce
;
né
saprebbe
mai
contraddirsi
scindendo
la
propria
personalità
,
per
essere
in
una
discussione
cioè
in
un
momento
particolare
e
trascurabile
,
freddo
,
logico
ed
equanime
,
mentre
la
sua
stessa
vita
è
tutta
presa
dal
fuoco
di
una
passione
e
di
una
fede
integrale
e
intransigente
sino
alla
faziosità
.
Lo
Stato
autoritario
,
le
istituzioni
più
rivoluzionarie
come
la
Milizia
e
l
'
Assemblea
corporativa
;
le
idee
più
recise
come
l
'
intransigenza
,
gli
strumenti
più
originali
come
la
violenza
e
la
celerità
;
tutto
insomma
quel
che
è
fascista
,
cioè
rivoluzionario
,
è
sentito
e
compreso
dal
giovane
perfettamente
.
Leggi
,
decreti
,
discorsi
,
scritti
,
circolari
d
'
ogni
giorno
,
d
'
ogni
ora
,
vanno
a
completare
e
a
definire
sempre
meglio
l
'
ossatura
ideale
del
gran
corpo
fascista
.
Modernità
e
antichità
,
rivoluzione
e
tradizione
,
politica
,
arte
,
religione
:
tutto
è
fuso
e
splendente
nel
suo
animo
e
nella
sua
mente
.
La
discussione
lascia
quindi
gli
interlocutori
come
prima
.
Il
vecchio
con
le
sue
misurazioni
logiche
,
con
la
sua
cultura
,
col
suo
frammentarismo
cerca
invano
di
capire
,
di
confutare
,
di
sperare
quella
famosa
fede
del
giovane
,
la
quale
è
in
questi
così
aderente
e
propria
che
discuterne
è
tempo
perso
.
Perché
la
fede
non
crolla
all
'
urto
delle
parole
e
l
'
aria
non
abbatte
la
montagna
.
Il
vecchio
,
immaginarselo
poi
,
non
più
critico
ma
maestro
,
persuasore
,
educatore
del
giovane
.
Come
se
chi
,
per
forza
d
'
ali
,
tocca
la
vetta
possa
essere
iniziato
ai
segreti
del
volo
da
chi
ha
arrancato
per
le
strade
,
battute
da
ogni
genere
animale
;
da
chi
troppe
volte
,
prima
di
giungere
,
ha
fatto
l
'
umiliante
constatazione
di
quanto
sia
necessario
per
tirar
su
il
corpo
il
cespuglio
d
'
erba
,
la
scheggia
di
roccia
,
la
mediocre
cosa
in
-
somma
.
Le
vie
sono
divergenti
e
lontane
.
Perché
il
vecchio
è
analitico
e
anatomista
,
il
giovane
sintetico
e
lirico
;
per
il
primo
la
discussione
sul
Fascismo
è
una
semplice
esercitazione
mentale
,
per
il
secondo
un
nuovo
atto
di
fede
.
StampaPeriodica ,
...
E
se
poi
per
concludere
guardiamo
,
come
ormai
ci
ha
abituati
il
Fascismo
,
un
po
'
in
alto
,
non
ci
appare
forse
il
Duce
come
il
più
grande
divulgatore
delle
verità
fasciste
?
Al
Mussolini
creatore
subito
succede
il
Mussolini
divulgatore
;
e
come
non
si
circonda
,
al
modo
asiatico
,
di
tenebre
,
di
mistero
e
di
sacrifici
inumani
per
accrescersi
fascino
e
potenza
,
ma
anzi
,
italianamente
,
lavora
sotto
il
sole
,
in
piena
luce
meridiana
,
sì
che
ognuno
può
vederlo
e
giudicarlo
;
così
le
parole
Egli
usa
non
per
mascherare
i
concetti
,
ma
per
interpretare
le
verità
"
solari
"
e
"
luminose
,
"
che
va
svelando
agl
'
Italiani
.
Mussolini
perciò
,
anche
quando
disputa
,
dinnanzi
agli
scienziati
,
intorno
a
Roma
antica
o
intorno
ai
rapporti
fra
scienza
e
fede
,
soprattutto
allora
,
vorrei
aggiungere
,
s
'
indirizza
al
popolo
,
e
l
'
eloquio
gli
esce
facile
,
colorito
,
incisivo
come
non
mai
.
Senza
dubbio
i
chirurgi
adunatisi
a
Roma
sanno
che
"
alle
sue
radici
greche
chirurgia
non
ha
che
un
modesto
significato
:
lavoro
della
mano
.
"
Certamente
conoscono
le
origini
della
gloriosa
scuola
medica
di
Salerno
,
e
non
una
volta
sola
si
sono
imbattuti
nei
quattro
gloriosi
Maestri
del
Rinascimento
"
cui
ancora
oggi
essa
(
la
scienza
chirurgica
)
,
come
ai
numi
più
venerati
,
devotamente
si
raccomanda
:
da
Andrea
Vesalio
al
Wurtzins
,
da
Paracelso
ad
Ambrogio
Parè
.
"
Certamente
gli
scienziati
convenuti
all
'
Archiginnasio
bolognese
sanno
l
'
origine
delle
ricerche
scientifiche
,
e
che
ne
pensasse
Aristotile
e
come
sorgesse
"
una
scuola
filosofica
greca
,
quella
dei
sofisti
,
che
impugnava
e
irrideva
a
qualsiasi
esperienza
,
negando
l
'
esistenza
del
fenomeno
stesso
.
"
Sì
,
tutto
questo
,
e
molt
'
altro
ancora
,
sanno
gli
scienziati
e
i
chirurgi
;
ma
è
il
popolo
che
non
sa
,
è
al
popolo
quindi
che
si
rivolge
Mussolini
.
E
perché
i
giornalisti
non
dovrebbero
imitarlo
,
estendendo
il
più
possibile
l
'
opera
di
divulgazione
da
Lui
intrapresa
?
...