StampaPeriodica ,
Caro
Gobetti
,
il
programma
de
La
Rivoluzione
Liberale
mi
sembra
organico
,
e
bene
inquadrato
nella
realtà
,
se
l
'
esigenza
,
alla
cui
soddisfazione
si
propone
di
contribuire
,
si
riassuma
nella
formazione
di
una
coscienza
politica
in
Italia
.
Riferirsi
,
per
la
comprensione
dei
problemi
attuali
,
al
Risorgimento
,
e
promuovere
la
revisione
dei
suoi
valori
,
è
impostazione
fondamentale
.
Il
"
Manifesto
"
fa
più
che
enunciare
una
intenzione
:
propone
senz
'
altro
uno
schema
d
'
interpretazione
del
Risorgimento
,
al
quale
in
parte
aderisco
.
Lo
sforzo
sintetico
per
cui
problemi
ed
eventi
disparati
sono
organizzati
in
una
unità
,
è
fecondo
ed
illuminante
,
anche
quando
,
per
avventura
,
sembri
che
la
forza
logica
violenti
un
poco
il
reale
.
Così
qualche
riserva
mi
pare
di
dover
fare
circa
la
svalutazione
che
la
tendenza
cavouriano
-
giolittiana
,
o
monarchico
-
piemontese
,
subisce
nel
suo
schema
di
fronte
alla
ideologia
della
Destra
hegeliana
.
Ciò
non
solo
per
l
'
impotenza
realizzatrice
di
questa
rispetto
a
quella
,
sul
che
siamo
d
'
accordo
,
ma
proprio
per
ragioni
teoretiche
.
Mi
sembra
,
cioè
,
che
lo
sforzo
dell
'
idealismo
,
di
esaurire
nella
concezione
etica
dello
Stato
tutte
le
esigenze
,
anche
quella
cui
Religione
e
Chiesa
rispondono
;
a
modo
loro
,
sia
più
eroica
volontà
sistematica
che
concretezza
:
dovrà
,
se
mai
,
operare
come
,
in
Francia
(
oltre
a
peculiarità
.
di
razza
)
,
una
secolare
tradizione
unitaria
.
È
ciò
che
mi
fa
pure
esprimere
qualche
dubbio
,
non
sulla
desiderabilità
,
sulla
imminente
possibilità
di
una
vasta
partecipazione
del
popolo
alla
vita
ideale
dello
Stato
:
quanto
alle
forze
nuove
che
starebbero
operando
in
tal
senso
,
partito
comunista
e
partito
sardo
di
azione
,
sarà
il
caso
di
sopravvalutarle
?
Così
,
finalmente
,
la
conciliazione
affermata
,
nel
concetto
"
liberale
"
dell
'
idealismo
con
l
'
empirio
-
individualismo
economico
all
'
inglese
,
mi
sembra
richieda
maggiori
sviluppi
dimostrativi
.
Sono
punti
che
nello
schema
di
un
Manifesto
potevano
solo
essere
accennati
:
seguirò
gli
ulteriori
svolgimenti
del
suo
pensiero
con
la
più
cordiale
attenzione
.
Suo
aff.mo
F
.
Burzio
StampaPeriodica ,
La
catastrofe
del
"
Mafalda
"
rivela
e
descrive
più
di
mille
altri
episodi
,
meno
appariscenti
,
il
perfetto
clima
fascista
di
tragica
buffoneria
e
di
perversa
corruzione
.
Le
autorità
fasciste
permettono
(
e
non
senza
compensi
)
al
fascistissimo
on
.
Biancardi
,
direttore
della
N
.
G
.
I
.
,
di
trasportare
migliaia
di
passeggeri
su
piroscafi
che
costruiti
molti
anni
fa
per
le
linee
del
Sud
America
sono
stati
sconquassati
nei
viaggi
compiuti
attraverso
il
tempestosissimo
Atlantico
settentrionale
nei
viaggi
per
e
da
New
York
.
Non
solo
ma
per
la
medesime
ragioni
si
ottiene
il
nulla
osta
di
partenza
ad
un
piroscafo
che
ha
le
macchine
in
istato
pietoso
e
i
canotti
di
salvataggio
che
fanno
acqua
come
panieri
.
E
non
basta
:
quando
si
spezza
il
palo
dell
'
elica
e
l
'
acqua
comincia
ad
invadere
la
nave
,
il
povero
comandante
,
che
dipende
dal
fascistissimo
on
.
Biancardi
e
subisce
il
clima
del
regime
,
si
guarda
bene
dal
lanciare
immediatamente
il
segnale
di
richiesta
di
soccorso
.
Fascisticamente
deve
giungere
coi
suoi
mezzi
alla
riva
.
Se
no
,
che
dirà
il
"
duce
"
?
Non
è
forse
obbligatorio
vivere
pericolosamente
?
Che
importa
se
vanno
a
fondo
mille
-
trecento
persone
,
purché
si
salvi
il
prestigio
della
marina
mercantile
che
"
l
'
inviato
di
Dio
"
blandisce
e
predilige
?
Cosi
il
tempo
passa
;
la
costa
non
si
raggiunge
;
la
nave
si
sbanda
;
si
chiede
aiuto
,
ma
è
tardi
per
salvare
tutti
.
La
gerarchia
e
la
disciplina
(
apparenti
)
,
onore
e
vanto
dell
'
Italia
mussoliniana
,
dileguano
.
La
nave
diviene
preda
della
più
tragica
confusione
...
Le
barche
di
salvataggio
che
fanno
acqua
e
son
sovraccariche
vanno
a
picco
.
È
il
disastro
.
Se
,
per
caso
,
non
vi
fossero
stati
sette
piroscafi
in
quelle
acque
,
milletrecento
persone
sarebbero
state
inghiottite
dal
risucchio
o
divorate
dai
pescicani
.
Non
mancano
naturalmente
episodi
di
gentilezza
ed
eroiche
prove
di
spirito
di
sacrificio
.
È
la
grande
e
immortale
anima
umanamente
italiana
,
che
pur
vivendo
e
spasimando
sotto
le
rovine
e
le
ceneri
del
fascismo
,
si
rivela
in
atti
di
generoso
coraggio
e
di
sublime
abnegazione
.
Così
il
sacrificio
di
tutti
gli
ufficiali
superiori
della
nave
è
esempio
magnifico
che
onora
una
marina
ed
un
popolo
.
Ma
,
subito
dopo
la
catastrofe
,
lo
spirito
fascista
riprende
il
sopravvento
.
Comincia
la
ridda
delle
notizie
false
.
(
È
leggerezza
?
È
losca
speculazione
?
È
prepotente
incompatibilità
mentale
e
morale
rispetto
a
tutte
le
cose
serie
[
anche
tragiche
]
,
a
tutte
le
cose
vere
?
)
La
sciagura
è
ridotta
al
minimo
;
i
morti
sono
un
'
invenzione
straniera
;
quasi
il
"
Mafalda
"
risale
a
galla
.
Poi
la
verità
si
fa
strada
.
Perfino
i
fascisti
parlano
.
Si
comincia
ad
accusare
la
compagnia
,
il
capitano
ecc
.
ecc
.
No
,
no
.
Siate
onesti
se
potete
giornalisti
italiani
;
accusate
il
fascismo
e
voi
stessi
.
Il
fascismo
è
il
padrone
che
servite
umilmente
;
ignobilmente
;
gli
armatori
e
i
loro
associati
vi
pagano
gli
immeritati
stipendi
,
che
intascate
con
gioia
.
Perché
protestate
per
questo
episodio
?
Non
capite
,
o
ciechi
volontari
,
che
il
"
Mafalda
"
è
soltanto
un
terribile
simbolo
?
In
mano
ai
fascisti
inetti
,
corruttori
,
ladri
,
bugiardi
,
dementi
,
sanguinari
,
una
nave
infinitamente
più
grande
,
una
nave
formidabile
e
gloriosa
ondeggia
alla
deriva
e
fa
acqua
già
.
Ed
ogni
ritardo
è
fatale
.
Sciagurati
,
pensate
alla
partita
,
perché
il
"
Mafalda
"
non
è
che
il
simbolo
dell
'
Italia
.
StampaPeriodica ,
Ho
letto
con
l
'
attenzione
che
gli
è
dovuta
il
Manifesto
de
La
Rivoluzione
Liberale
e
non
mi
dispiace
dire
che
cosa
ne
penso
,
o
meglio
che
cosa
mi
ha
fatto
pensare
.
Premetto
subito
che
sono
,
in
tesi
,
diffidentissimo
di
questi
sunti
storici
introducenti
a
una
dichiarazione
di
politica
militante
,
perciò
mi
occorre
premettere
un
breve
ragionamento
su
codesto
precetto
dell
'
"
aderire
alla
storia
"
.
Carlo
Marx
,
osservando
i
casi
di
vari
popoli
e
di
vari
periodi
,
trovò
che
sotto
molteplici
e
mutevoli
forme
,
si
svolge
in
realtà
continuamente
una
lotta
fra
capitalisti
e
lavoratori
.
Mi
si
passi
questa
traduzione
semplicista
e
volgare
della
teoria
storica
marxista
.
È
per
chiarezza
.
Ora
uno
che
nei
panni
di
Marx
,
avesse
voluto
"
aderire
alla
storia
"
partendo
da
uguali
premesse
,
avrebbe
potuto
dire
e
predicare
,
per
esempio
,
che
la
storicità
e
l
'
immanenza
del
dissidio
delle
classi
erano
accettabili
come
verità
formatrici
di
una
coscienza
generale
eliminante
i
danni
,
le
sciagure
,
le
dispersioni
di
forza
e
di
volontà
causate
dall
'
inutile
contrasto
umano
a
una
legge
eterna
,
e
cosi
via
,
organizzando
una
pratica
di
rassegnazione
.
Invece
Marx
ha
ideato
al
contrario
di
seppellire
la
Storia
,
generando
un
'
attività
soprafattrice
della
dialettica
delle
classi
.
Ora
quale
è
la
giusta
conseguenza
pratica
di
quella
veduta
storica
,
quella
di
Marx
,
o
l
'
altra
del
supposto
antagonista
?
La
conclusione
è
che
l
'
antistoria
di
Marx
é
diventata
storia
con
questo
frutto
,
sempre
stando
a
quella
visione
:
-
che
,
frammezzo
alla
lotta
bruta
delle
classi
in
sé
,
oggi
ci
occorre
considerare
,
in
più
,
una
nuova
forza
,
la
cui
direzione
è
appunto
quella
di
negare
le
classi
.
Di
fronte
al
problema
di
questo
più
,
di
esercitare
cioè
un
'
azione
politica
positiva
in
sequenza
a
certi
fatti
storici
osservati
,
siamo
e
saremo
sempre
a
quel
punto
:
la
Storia
giustifica
ugualmente
soluzioni
discordi
e
opposte
,
perché
è
essa
sempre
una
contraddizione
insoluta
,
o
meglio
,
non
giustifica
nulla
.
Così
è
,
venendo
al
caso
nostro
,
che
tutta
la
questione
sta
nel
tratto
fra
il
primo
comma
e
gli
altri
due
dell
'
epigrafe
del
"
Manifesto
"
.
In
che
modo
e
perché
,
"
una
visione
integrale
e
vigorosa
del
nostro
Risorgimento
"
ci
porta
a
"
lottare
contro
l
'
astrattismo
dei
demagoghi
e
dei
falsi
realisti
"
,
e
fin
qui
passi
,
ma
poi
a
"
inverare
le
formule
empirico
-
individualiste
del
liberismo
classico
all
'
inglese
e
affermare
una
coscienza
moderna
dello
Stato
"
?
O
non
potrebbe
la
Storia
,
visto
che
il
nostro
processo
politico
non
è
stato
che
lo
svolgersi
di
un
riformismo
tendente
al
socialismo
di
Stato
,
consigliarci
di
perfezionare
l
'
esperimento
di
questo
socialismo
di
Stato
,
e
educarci
a
divenir
coscienti
dei
suoi
mezzi
,
dei
suoi
fini
e
delle
sue
possibilità
?
Per
esempio
,
proprio
in
relazione
al
compito
così
limpidamente
proposto
nel
"
Manifesto
"
di
creare
l
'
unità
nazionale
,
non
c
'
è
nessuna
ragione
di
giudicare
inefficace
un
procedimento
socialistico
(
nazionalizzazione
)
.
Non
è
questo
,
per
caso
,
uno
degli
aspetti
dell
'
attuale
esperienza
russa
?
Ma
quando
ci
si
decide
per
una
condotta
liberale
o
socialista
,
fra
la
speculazione
storica
e
la
speculazione
pratica
,
sempre
,
sensibilmente
o
no
,
si
introduce
un
altro
giudizio
:
questo
è
bene
,
questo
è
male
.
Un
giudizio
etico
,
il
quale
,
il
più
delle
volte
,
ha
già
dominato
e
sottomesso
al
suo
talento
anche
il
giudizio
storico
che
lo
precede
.
Detto
questo
non
si
crederà
che
io
dica
per
complimento
che
la
dimostrazione
storica
della
"
incapacità
dell
'
Italia
a
costituirsi
in
organismo
unitario
"
letta
sul
"
Manifesto
"
mi
piace
,
voglio
dire
,
mi
persuade
.
Possiamo
andar
giù
,
d
'
accordo
,
salvo
particolari
sui
quali
per
mio
conto
non
ho
alla
mano
elementi
soggettivi
di
giudizio
,
fino
al
punto
in
cui
dalla
rappresentazione
storica
si
passa
a
far
previsioni
per
l
'
avvenire
.
Che
la
storia
serva
oltre
che
ad
appagare
un
'
esigenza
assoluta
del
conoscere
,
anche
a
far
previsioni
,
è
giusto
:
solo
e
proprio
per
questo
aspetto
,
essa
è
una
scienza
.
Ora
si
dice
nel
"
Manifesto
"
,
che
questo
socialismo
di
Stato
che
il
liberalismo
ha
ereditato
dal
Piemonte
e
ha
svolto
,
uccidendo
se
stesso
,
nel
nuovo
regno
,
è
un
movimento
effimero
:
rappresenta
una
transazione
che
bisogna
superare
.
Che
significa
bisogna
?
Un
imperativo
etico
,
o
vale
come
dire
che
a
una
data
temperatura
,
bisogna
che
un
dato
metallo
fonda
?
Tengo
il
secondo
significato
e
dico
che
le
forze
di
libertà
scoperte
dall
'
autore
del
"
Manifesto
"
,
anche
a
giudicare
dai
bruchi
le
farfalle
non
mi
sembrano
concludenti
per
affermare
una
contraddizione
immediata
al
prevalere
del
socialismo
di
Stato
.
Io
non
stimo
(
materialisticamente
)
del
movimento
operaio
altra
forza
che
quella
delle
organizzazioni
.
Ora
,
osserviamo
.
L
'
esperimento
socialistico
si
è
svolto
fin
qui
attraverso
una
serie
di
compromessi
fra
gli
istituti
di
diritto
pubblico
e
privato
esistenti
e
i
fini
che
lo
Stato
,
più
o
meno
consapevolmente
,
si
proponeva
.
Ha
proceduto
attraverso
il
dissidio
intimo
fra
una
morale
politica
essenzialmente
individualistica
e
la
morale
propria
delle
organizzazioni
di
classe
.
La
fase
iniziatasi
dopo
la
guerra
,
non
ancora
in
pieno
svolgimento
,
è
quella
appunto
in
cui
bisogna
demolire
i
vecchi
istituti
giuridici
per
fondarne
altri
,
propri
della
rivoluzione
che
si
sta
compiendo
,
e
insieme
bisogna
sostituire
alla
vecchia
morale
politica
una
nuova
morale
.
Se
si
fa
una
stima
approssimativa
del
tempo
occorrente
a
questo
lavoro
,
nulla
ci
persuade
della
sua
brevità
,
cosicché
la
previsione
piú
sicura
è
che
il
prossimo
periodo
storico
della
vita
italiana
sia
ancora
occupato
da
un
processo
socialista
-
burocratico
rappresentante
la
concertazione
giuridico
-
politica
del
movimento
rivoluzionario
di
classe
.
Certamente
questo
moto
,
che
noi
giudichiamo
svolgentesi
in
linea
retta
verso
le
realizzazioni
di
un
socialismo
burocratico
,
genera
incessantemente
anche
dei
processi
contrari
.
Cioè
svolge
intimamente
un
processo
dialettico
.
E
nello
stesso
tempo
altri
elementi
fuori
dell
'
organizzazione
di
classe
e
contro
di
essa
,
producono
a
loro
volta
altre
soluzioni
antitetiche
.
Da
questa
dialettica
interna
e
esterna
del
movimento
sindacale
nasce
quella
che
il
Gobetti
ha
definito
la
Rivoluzione
Liberale
.
Perciò
,
io
credo
di
essere
preciso
nell
'
interpretare
questo
novissimo
dittico
,
quando
considero
quelle
tali
forze
"
di
libertà
"
,
come
forze
che
,
in
un
primo
momento
imprecisabile
nella
sua
durata
,
devono
comportarsi
rivoluzionariamente
in
senso
proprio
o
negativo
e
non
in
senso
positivo
e
costruttore
.
In
sostanza
esse
attendono
l
'
esperimento
compiuto
dal
socialismo
di
Stato
per
superarlo
,
e
non
lo
favoriscono
se
non
per
scavargli
la
fossa
.
Per
rendermi
chiaro
,
piglierò
un
esempio
della
storia
stessa
del
socialismo
,
ricordando
il
momento
quando
il
socialismo
in
paesi
a
costituzione
borghese
arretrata
(
come
per
esempio
il
nostro
)
,
comprese
la
necessità
di
affrettare
il
processo
formativo
della
borghesia
,
e
vi
cooperò
,
più
o
meno
in
coscienza
,
solo
per
affrettarne
la
catastrofe
.
Che
questa
rivoluzione
liberale
,
la
quale
si
svolge
,
secondo
il
già
detto
,
per
moti
diversi
e
nemici
,
possa
trovare
una
guida
pratica
che
ne
determini
più
o
meno
chiaramente
l
'
azione
immediata
,
non
mi
sembra
possibile
ora
;
solo
è
possibile
alla
scienza
scoprire
i
lontani
rapporti
di
moto
e
la
composizione
di
quei
fattori
.
Dico
dunque
che
il
momento
pratico
della
"
Rivoluzione
liberale
"
è
,
secondo
le
mie
previsioni
,
ancora
lontano
e
lascio
a
questo
aggettivo
tutta
la
sua
indeterminatezza
.
Cercando
invece
di
determinare
speculativamente
la
fisionomia
probabile
di
questa
rivoluzione
,
credo
che
essa
finirà
per
riprendere
gli
stessi
motivi
del
liberalismo
classico
,
nell
'
economia
e
nel
diritto
.
E
ciò
sarà
quando
le
nostre
scuole
liberali
,
sentiranno
di
non
poter
più
operare
come
elementi
conservatori
dell
'
economia
e
dello
Stato
attuale
,
ma
di
dover
agire
come
elementi
rivoluzionari
(
questo
,
mi
pare
,
é
il
punto
del
nostro
dissenso
coi
nostri
grandi
maestri
liberali
)
;
allora
,
l
'
evoluzione
ideologica
dei
nuovi
istituti
liberali
procederà
rapidissima
e
sorgeranno
chiari
gli
schemi
della
nuova
società
,
che
la
rivoluzione
porterà
al
trionfo
.
Certamente
l
'
esperimento
socialistico
non
sarà
avvenuto
invano
,
nessuno
vorrà
cancellarlo
come
uno
sgorbio
dalla
storia
;
la
rivoluzione
avrà
,
come
il
"
Manifesto
"
dice
,
una
"
coscienza
moderna
dello
Stato
"
o
meglio
la
sua
coscienza
dello
Stato
,
cioè
semplicemente
diventerà
,
da
negativa
,
positiva
.
Dopo
aver
fatte
le
mie
previsioni
eccomi
al
punto
di
decidermi
per
un
'
azione
pratica
.
Il
passaggio
è
stretto
e
difficile
.
La
maggior
parte
degli
uomini
fortunatamente
arriva
all
'
azione
per
vie
del
tutto
diverse
da
quella
che
noi
abbiamo
qui
battuta
,
ed
è
inutile
tentare
una
classificazione
anche
sommaria
di
questi
motivi
.
Per
uno
che
viene
di
biblioteca
,
supposto
che
egli
possa
dominare
tutte
le
determinazioni
subiettive
che
lo
influiscono
,
è
indifferente
scegliere
una
qualsiasi
delle
pratiche
di
cui
ha
conosciuto
l
'
esistenza
e
l
'
andamento
.
Questi
sarebbe
,
dal
punto
di
vista
della
preparazione
spirituale
alla
politica
attiva
,
il
politico
perfetto
(
machiavellico
)
.
Egli
sa
che
tanto
operando
in
A
,
come
in
B
,
lavorerà
sempre
per
il
risultato
C
.
Sceglierà
la
sua
via
con
lo
stesso
criterio
con
cui
un
attore
sceglie
la
sua
parte
in
un
dramma
di
cui
conosce
lo
svolgimento
e
la
fine
.
Soltanto
,
come
appunto
sarebbe
cattivo
commediante
,
quegli
che
sulla
scena
si
inspirasse
alla
logica
finale
del
dramma
anziché
alla
logica
della
sua
parte
,
il
politico
che
ha
scelto
A
,
parlerà
e
agirà
secondo
A
,
non
secondo
C
.
In
pratica
gli
converrà
nascondere
questo
C
:
oppure
attribuirlo
solo
ad
A
,
o
anche
,
fingendolo
un
risultato
nefasto
,
attribuirlo
all
'
azione
B
,
per
persuadere
il
maggior
numero
ad
agire
in
A
.
E
in
questi
e
in
simili
schemi
si
potrebbero
tradurre
moltissime
discussioni
che
si
fanno
nei
congressi
dei
partiti
.
Dunque
io
(
soggetto
astratto
)
potrei
,
senza
frode
,
decidermi
tanto
ad
operare
per
la
rivoluzione
prossima
probabile
del
socialismo
di
Stato
,
diciamo
per
il
collaborazionismo
,
quanto
dar
mano
ad
anticipare
quella
rivoluzione
di
cui
abbiamo
discorso
e
che
ora
dorme
con
la
prima
nella
medesima
culla
.
Il
soggetto
concreto
confessa
che
i
suoi
sentimenti
e
le
sue
simpatie
spirituali
lo
inclinano
fortemente
alla
seconda
decisione
,
mentre
il
suo
intelletto
realistico
lo
richiamerebbe
alla
prima
.
In
fine
conclude
per
rimanersene
nella
sua
specola
;
per
ritornare
cioè
a
quella
pura
e
semplice
problemistica
dei
primordi
dell
'
"
Unità
"
,
inutilmente
abbandonata
che
aspetta
senza
fretta
la
sua
sintesi
.
Generosa
è
1'impazienza
dei
giovani
che
pretende
sintesi
affrettate
e
provvisorie
;
generosa
non
solo
,
ma
tal
volta
anche
fecondamente
creatrice
come
dimostra
il
brano
pressoché
autobiografico
messo
dall
'
autore
in
capo
al
"
Manifesto
"
.
Credo
però
che
anche
un
certo
ascetismo
politico
,
se
è
secondo
genio
,
giovi
a
formare
,
in
un
Paese
dove
non
c
'
è
,
una
classe
dirigente
.
E
sotto
questo
aspetto
,
mi
pare
,
rientriamo
,
con
l
'
autore
medesimo
,
a
braccetto
,
nella
praxis
.
StampaPeriodica ,
I
giornali
fascisti
han
pubblicato
che
la
bandiera
porterà
,
vicino
allo
stemma
sabaudo
,
l
'
emblema
del
littorio
.
Così
il
fascio
umilia
a
se
stesso
,
anche
sul
vessillo
nazionale
,
lo
scudo
crociato
.
Fino
a
ieri
,
il
tricolore
rappresentava
il
simbolo
dell
'
unità
:
domani
se
la
notizia
fosse
vera
consacrerebbe
la
divisione
profonda
degli
italiani
,
la
tirannide
di
una
banda
armata
,
il
brigantesco
trionfo
di
una
minoranza
violenta
e
rapinatrice
,
che
,
dinnanzi
alla
storia
,
vuol
porre
il
suo
insanguinato
sigillo
di
parte
all
'
ombra
dello
stemma
reale
,
quasi
a
suprema
testimonianza
di
un
solidale
destino
.
Il
fascismo
ha
tolto
la
patria
ai
migliori
italiani
:
ora
,
aggiungendo
all
'
iniquità
la
profanazione
,
oserebbe
insozzare
la
bandiera
e
,
di
fronte
al
mondo
civile
,
degradarla
a
insegna
di
una
fazione
:
come
nel
Medioevo
.
Incontaminate
rimangono
secondo
le
informazioni
della
stampa
fascista
le
bandiere
dei
reggimenti
.
La
tirannide
ha
compreso
che
l
'
esercito
non
avrebbe
tollerato
l
'
oltraggio
.
Il
fascio
appartiene
alla
milizia
nera
,
accozzaglia
di
banditi
,
sorta
dal
delitto
e
pel
delitto
:
non
può
dunque
appartenere
all
'
esercito
,
che
,
di
sopra
alle
divisioni
politiche
,
raccoglie
tutti
i
figli
del
popolo
e
che
,
nei
paesi
civili
,
è
il
presidio
della
libertà
,
della
dignità
e
dell
'
unità
nazionali
.
L
'
esercito
ha
innalzato
e
difeso
le
sue
bandiere
nelle
guerre
contro
il
nemico
esterno
:
non
può
consentire
ch
'
esse
siano
disonorate
dall
'
emblema
della
guerra
civile
.
StampaPeriodica ,
Caro
Gobetti
,
Eccoti
qualche
osservazione
sul
tuo
tormentato
e
tormentatore
"
Manifesto
"
.
Tu
poni
perfettamente
come
compito
della
Rivoluzione
Liberale
la
spiegazione
di
questi
tre
fenomeni
della
vita
italiana
:
"
1
)
mancanza
di
una
classe
dirigente
come
classe
politica
;
2
)
mancanza
di
una
vita
economica
moderna
ossia
di
una
classe
tecnica
progredita
(
lavoro
qualificato
,
intraprenditori
,
risparmiatori
)
3
)
mancanza
di
una
coscienza
e
di
un
diretto
esercizio
della
libertà
"
Mio
caro
amico
,
ti
dirò
subito
che
non
credo
sia
possibile
arrivare
a
tanto
,
seguendo
il
tenue
filo
delle
avventure
hegeliane
e
delle
peripezie
antisensiste
dei
signori
Luigi
Ornato
,
Giovanni
Maria
Bertini
e
Santorre
di
Santarosa
.
Permetti
che
,
in
queste
mie
osservazioni
,
mi
valga
dei
risultati
degli
studi
di
autori
che
qui
convien
nominare
per
vendicarli
delle
spogliazioni
che
essi
soffrono
da
una
ristretta
cerchia
di
iniziati
,
che
non
li
nomina
mai
per
paura
che
anche
gli
altri
se
li
facciano
venire
dal
libraio
.
Mi
baso
sopratutto
su
:
Sombart
,
Der
Bourgeois
,
Monaco
e
Lipsia
1913;
Max
Weber
,
Gesammelte
Aufsätze
zur
Religions
soziologie
,
Tufinga
1921;
Troeltsch
,
Soziallehren
der
chrislichen
Kirchen
,
Berlino
1917
.
La
vostra
posizione
di
protesta
contro
l
'
Italia
giolittiana
o
nittiana
,
contro
il
socialismo
di
Serrati
e
le
cooperative
di
Vergnanini
somiglia
molto
alla
passionale
opposizione
puritana
contro
il
sistema
sociale
che
si
era
formato
in
Inghilterra
sotto
gli
Stuardi
:
lega
di
malaffare
fra
Stato
,
Chiesa
anglicana
e
monopolisti
,
per
far
prosperare
le
imprese
di
un
capitalismo
mercantile
coloniale
statalmente
privilegiato
.
Il
puritanesimo
vi
contrapponeva
le
tendenze
ad
un
profitto
capitalistico
razionale
e
legale
,
raggiunto
in
forza
della
propria
energia
e
iniziativa
.
I
puritani
(
Prynne
,
Parker
)
rigettavano
ogni
contatto
"
con
i
cortigiani
e
i
facitori
di
progetti
"
,
fautori
di
monopolii
parassitarii
,
come
con
una
classe
di
persone
eticamente
sospette
;
il
nostro
amico
E
.
Corbino
tratta
precisamente
su
questo
tono
i
socialisti
,
che
"
facitori
di
progetti
"
sono
già
fin
d
'
ora
,
e
"
cortigiani
"
diventeranno
ben
presto
.
Questa
analogia
di
posizioni
fa
capire
che
,
in
fondo
,
iI
compito
di
Rivoluzione
Liberale
mira
alla
spiegazione
della
mancanza
prima
e
profonda
nel
nostro
paese
:
quella
dello
"
spirito
capitalistico
"
.
Definizioni
dello
spirito
capitalistico
non
ce
ne
sono
.
Raccomandabilissimo
,
per
mia
esperienza
personale
,
lo
studio
di
due
libri
:
La
Vita
di
Beniamino
Franklin
e
Robison
Crusoè
:
né
dirai
che
questa
volta
faccio
delle
citazioni
peregrine
.
Lo
spirito
capitalista
è
facilmente
percepibile
quando
l
'
ascesi
protestante
si
è
impadronita
del
vecchio
concetto
(
-
che
il
lavoro
,
anche
per
misera
mercede
,
è
meritorio
agli
occhi
di
Dio
-
)
e
lo
ha
approfondito
,
anzi
trasformato
,
fino
a
creare
l
'
impulso
al
lavoro
come
vocazione
(ingl.:
state
;
ted
.
Beruf
)
,
fino
a
far
considerare
il
lavoro
come
l
'
eccellente
,
anzi
l
'
unico
mezzo
,
per
diventare
sicuri
dello
stato
di
grazia
:
quando
l
'
ascesi
protestante
-
divenuta
vera
ascesi
laica
-
legalizzò
d
'
altra
parte
lo
sfruttamento
della
specifica
volonterosità
al
lavoro
,
chiarificando
come
"
vocazione
"
,
l
'
ansia
di
guadagno
dell
'
imprenditore
.
È
evidente
poi
,
quanto
l
'
esclusivo
sforzo
di
raggiungere
il
regno
di
Dio
con
l
'
adempimento
del
dovere
al
lavoro
(
inteso
come
vocazione
)
dovesse
promuovere
la
"
produttività
"
,
nel
senso
capitalistico
della
parola
:
è
dimostrato
come
quella
concezione
dello
"
Stato
di
grazia
"
che
poteva
essere
garantito
non
da
qualunque
espediente
magico
sacramentale
,
o
dalla
assoluzione
della
confessione
,
o
dell
'
adempimento
di
pratiche
propiziatorie
,
ma
soltanto
dal
mantenimento
di
uno
speciale
stile
di
vita
pietistica
,
dovesse
condurre
a
quella
metodica
razionale
della
vita
pratica
,
che
è
il
segreto
dei
grandi
intraprenditori
e
delle
grandi
aziende
.
Si
è
spesso
-
e
Sombart
lo
ha
dichiarato
in
tratti
particolarmente
felici
-
indicato
come
motivo
fondamentale
dell
'
economia
moderna
il
"
razionalismo
economico
"
.
Senza
dubbio
,
se
con
questa
espressione
s
'
intende
l
'
allargamento
della
produttività
del
lavoro
mediante
l
'
ingranaggio
del
processo
di
produzione
,
combinato
da
un
punto
di
vista
scientifico
.
Ma
questo
processo
di
razionalizzazione
sul
terreno
tecnico
presuppone
uno
stile
di
vita
pietistico
-
ascetica
,
e
condiziona
una
parte
importante
degli
"
ideali
"
della
moderna
società
borghese
:
il
lavoro
per
una
razionale
distribuzione
di
beni
materiali
all
'
umanità
.
Sotto
Vanderlip
,
americano
inquirente
sui
mali
europei
,
è
agevole
scoprire
Vanderlip
razionalizzatore
di
una
azienda
bancaria
;
raschiate
ancora
,
troverete
il
gregario
di
una
setta
protestante
che
cerca
di
seguire
un
qualsiasi
sistema
di
ascesi
laica
.
Usando
uno
schema
grossolano
,
possiamo
dire
,
per
esempio
,
di
Beniamino
Franklin
:
a
)
Prima
abbiamo
lo
stile
di
vita
pietistico
-
ascetica
,
notissima
in
quelle
storielle
che
a
noi
sembrano
incredibili
e
ridicole
,
dell
'
Almanacco
del
povero
Riccardo
,
ecc
.
b
)
Poi
abbiamo
la
razionalizzazione
della
sua
vita
di
produttore
,
da
apprendista
tipografo
diventa
padrone
,
inventa
il
parafulmine
,
ecc
.
c
)
Infine
abbiamo
la
razionalizzazione
della
sua
vita
politica
:
leggere
la
descrizione
dei
suoi
sforzi
in
servizio
degli
Improvements
comunali
di
Filadelfia
,
per
capire
come
il
lavoro
per
la
distribuzione
dei
beni
materiali
,
per
la
"
prosperità
"
della
città
natale
,
ecc
.
penda
sempre
dinanzi
agli
occhi
di
chi
è
già
passato
attraverso
ai
due
stadii
o
momenti
precedenti
.
Questa
è
la
fioritura
completa
dello
spirito
capitalistico
,
che
,
come
vediamo
tipicamente
in
Franklin
e
in
tutta
la
società
americana
dei
suoi
tempi
,
ci
dà
perfettamente
quello
che
la
Rivoluzione
Liberale
cerca
invano
in
Italia
:
classe
tecnica
progredita
,
coscienza
e
diretto
esercizio
della
libertà
.
Ora
,
in
Italia
,
non
esiste
e
non
è
esistito
mai
lo
"
spirito
capitalistico
"
come
fenomeno
di
masse
.
Esiste
quello
che
il
Sombart
chiama
Paria
-
kapitalismus
(
la
cupidigia
del
barcaiolo
napoletano
o
dell
'
aranciaro
,
la
parsimonia
dell
'
emigrante
tanto
ridicolamente
vantata
,
tutti
aspetti
dell
'
auri
sacra
fames
che
è
vecchia
quanto
il
mondo
,
e
non
ha
niente
da
fare
con
lo
spirito
capitalistico
)
.
Esiste
quello
che
lo
stesso
Sombart
,
e
altri
,
chiamarono
Abenteurer
-
kapitalismus
(
il
persistente
parassitismo
siderurgico
,
i
casi
Bondi
,
Perrone
,
ecc
.
rientrane
in
questa
categoria
)
.
Non
ci
fu
mai
altro
.
Perché
?
La
risposta
del
materialismo
storico
ingenuo
spiega
subito
,
si
sa
:
"
Tale
spirito
capitalistico
un
rispecchiamento
,
una
soprastruttura
di
situazioni
economiche
:
non
si
è
avuto
in
Italia
,
perché
queste
situazioni
sono
mancate
"
.
Balle
.
Basta
ricordare
che
nel
paese
natale
di
Beniamino
Franklin
(
Massachussets
)
lo
"
spirito
capitalistico
"
esistette
ben
prima
dello
"
sviluppo
capitalistico
"
:
che
nelle
colonie
che
poi
formarono
gli
Stati
meridionali
dell
'
Unione
,
questo
spirito
capitalistico
rimase
molto
meno
sviluppato
,
quantunque
là
sorgessero
le
prime
intraprese
d
'
affari
su
grande
-
ma
non
razionale
-
scala
:
che
lo
spirito
capitalistico
si
preparò
,
insomma
,
alle
più
grandi
esplosioni
nelle
Colonie
di
New
-
England
,
in
mezzo
a
una
popolazione
di
piccoli
borghesi
,
di
artigiani
,
di
yeomen
e
di
predicatori
.
Il
ritornello
incalza
:
perché
?
Perché
,
dai
Comuni
,
in
cui
,
come
tu
dici
,
"
sorsero
gli
elementi
della
vita
economica
moderna
"
non
derivò
anche
lo
spirito
che
questi
elementi
unifica
e
conduce
alla
battaglia
?
Perché
Machiavelli
,
che
"
professa
una
religiosità
della
pratica
come
spontaneità
di
iniziativa
e
di
economia
"
rimane
un
isolato
?
Perché
,
quando
,
sotto
la
superficiale
influenza
di
Cavour
e
del
periodo
libero
-
scambista
,
parve
che
un
più
intenso
sbocciare
di
imprese
animate
,
da
spirito
capitalistico
dovesse
segnare
l
'
inizio
del
nuovo
Regno
,
ci
fu
una
vera
rivolta
della
opinione
pubblica
,
un
vero
riaccendersi
di
disprezzo
mandarinesco
verso
gli
uomini
dell
'
industria
e
questa
rivolta
si
concretò
nell
'
accentramento
burocratico
?
Perché
,
mio
caro
,
tu
stesso
,
che
con
tanta
minuzia
studii
,
non
dico
l
'
embrione
,
ma
il
feto
della
classe
dirigente
in
Italia
,
arrivato
al
Santarosa
"
in
cui
l
'
espressione
dell
'
esigenza
religiosa
si
confondeva
nell
'
ossequio
alla
Chiesa
"
,
trovi
ciò
assolutamente
ovvio
,
"
perché
il
Cristianesimo
,
iniziale
ardore
di
sentimento
,
momento
ideale
naturalmente
anarchico
,
eretico
,
atto
che
supera
tutti
i
fatti
,
affermazione
violenta
di
spiritualità
contro
tutti
i
dati
,
non
può
avere
vita
e
compimento
reale
se
non
realizza
l
'
ardore
in
organismo
,
se
non
sostituisce
alla
purezza
astratta
dell
'
aspirazione
l
'
ordine
solido
della
praticità
"
?
Perché
-
io
credo
-
il
cattolicesimo
,
il
cattolicismo
della
Chiesa
romana
assoluta
negazione
di
ogni
metodica
di
vita
borghese
,
assoluta
soffocatrice
dell
'
ascesi
protestante
,
ci
ha
afferrati
e
non
ci
molla
più
.
Io
non
so
se
,
come
tu
dici
,
il
cattolicesimo
ha
ucciso
l
'
idea
liberale
:
perché
l
'
idea
liberale
è
per
me
una
espressione
alquanto
vaga
e
imprecisa
ma
esso
ha
forse
ucciso
in
Italia
ogni
possibilità
di
ascesi
laica
.
Ha
,
con
la
sua
mole
di
Chiesa
,
cioè
di
universale
fidecommesso
per
scopi
ultraterreni
,
abbracciante
i
giusti
e
i
reprobi
,
ucciso
tutte
le
possibilità
di
svolgimento
della
setta
,
intesa
come
comunità
di
coloro
che
personalmente
si
sentono
in
stato
di
grazia
,
credenti
ed
eletti
,
e
di
costoro
soltanto
:
e
cosi
,
con
questo
primo
schiacciamento
,
ha
tolto
di
mezzo
ogni
classe
dirigente
come
classe
politica
;
perché
la
setta
(
religiosa
)
ne
è
il
presupposto
.
La
Chiesa
Romana
ha
incarnato
in
noi
quell
'
orrore
verso
l
'
irrimediabile
banausismo
,
volgarità
e
monotonia
della
attività
pretina
specializzata
,
e
con
questo
ha
tolto
di
mezzo
le
possibilità
di
avere
la
classe
tecnica
progredita
.
La
Chiesa
Romana
ci
ha
evitate
le
angoscie
del
dubbio
sull
'
essere
o
no
predestinati
alla
grazia
,
degni
o
indegni
di
appartenere
alla
"
Ecclesia
pura
"
:
ma
"
la
coscienza
e
il
diretto
esercizio
della
libertà
"
sono
sorte
proprio
e
soltanto
da
quelle
angoscie
.
Insomma
io
credo
che
il
cattolicismo
della
Chiesa
Romana
ci
abbia
privati
dello
"
spirito
capitalistico
"
;
e
-
insieme
-
di
tutto
ciò
di
cui
Rivoluzione
Liberale
si
propone
di
spiegare
la
mancanza
,
e
che
manca
,
perché
è
mancato
quello
spirito
capitalistico
stesso
.
Il
più
bello
però
è
questo
:
che
tu
,
con
la
tua
rivista
,
non
solo
vuoi
spiegare
perché
tutta
questa
roba
manca
:
ma
vuoi
contribuire
a
fabbricarla
.
Io
credo
invece
che
la
vittoria
del
cattolicismo
sia
definitiva
,
nel
senso
chiarito
:
che
cioè
lo
"
spirito
capitalistico
"
non
sorgerà
-
come
afflato
di
massa
-
nel
nostro
paese
.
Tu
dici
:
Data
la
loro
affermazione
di
un
principio
idealistico
o
,
se
meglio
piace
,
volontaristico
,
che
fa
risiedere
la
funzione
dello
Stato
nelle
libere
attività
popolari
,
affermantisi
attraverso
un
processo
di
individuale
differenziazione
,
Mazzini
e
Marx
sono
i
più
grandi
liberali
del
mondo
moderno
.
Giusto
:
appunto
per
questo
il
marxismo
e
il
mazzinianismo
sono
fratelli
...
nella
tomba
.
Tu
dici
:
Coerenti
ad
una
visione
marxista
,
o
,
meglio
,
italianamente
marxista
sono
rimasti
alcuni
comunisti
(
non
il
Partito
Comunista
)
,
che
agitando
il
mito
di
Lenin
vedono
nella
Rivoluzione
il
cimento
della
capacità
politica
delle
classi
lavoratrici
,
della
loro
attitudine
a
creare
lo
Stato
.
Giusto
:
tu
hai
pronunciato
la
condanna
di
ogni
attività
pratica
dei
tuoi
amici
comunisti
.
Gira
e
rigira
biondina
,
in
Italia
-
altro
che
marxismo
!
-
non
c
'
è
che
del
"
poverismo
"
:
indicando
provvisoriamente
col
termine
di
poverismo
il
complesso
delle
tendenze
e
delle
dottrine
contrarie
allo
spirito
capitalistico
.
Prima
di
tutto
,
al
solito
,
il
sistema
poveristico
della
Chiesa
Romana
,
cui
ancora
si
volge
con
nostalgia
il
ricordo
e
l
'
affetto
degli
italiani
:
né
so
tenermi
dal
trascrivere
una
paginetta
del
Veuillot
,
dove
i
suoi
caratteri
sono
scolpiti
con
una
efficacia
che
non
mi
stanco
di
ammirare
:
"
A
l
'
osteria
,
le
déjeuner
couta
dix
-
sept
sous
.
C
'
est
une
des
grâces
de
Rome
,
de
pouvoir
déjeuner
où
l
'
on
veut
,
au
prix
que
l
'
on
veut
.
Toute
porte
est
ouverte
à
toute
honnête
homme
.
On
a
le
droit
d
'
être
pauvre
,
la
pauvreté
est
de
bonne
humeur
.
Le
droit
d
'
être
pauvre
,
la
bonne
humeur
de
la
pauvreté
!
Le
monde
finira
par
n
'
avoir
même
plus
l
'
idée
de
ces
deux
grands
biens
;
et
alors
il
y
aura
des
pleurs
et
de
grincement
de
dents
.
Rome
,
Rome
,
doux
pays
de
la
pauverté
honorée
et
libre
?
Le
docteur
B
*
*
,
excellent
prêtre
,
partit
de
Paris
son
breviaire
sous
le
bras
,
il
entra
dans
Rome
sans
autre
fortune
qu
'
un
sac
de
nuit
...
qui
contenait
un
plan
d
'
études
.
A
vingt
sous
par
jour
,
l
'
honoraire
de
sa
messe
,
il
est
logé
,
nourri
,
libre
,
content
;
il
est
entouré
de
consideration
,
et
il
fait
un
beau
livre
"
.
L
'
Italia
,
mio
caro
,
in
cui
vi
sentite
come
esiliati
,
è
questa
,
è
sempre
questa
.
Per
cambiarla
pare
che
tu
faccia
assegnamento
sui
nuclei
iniziali
dei
due
partiti
rivoluzionari
,
quello
degli
operai
e
quello
dei
contadini
.
Tu
li
chiami
rivoluzionari
:
spiegati
.
Forse
sono
rivoluzionari
i
loro
capi
,
le
loro
élites
,
i
giovani
che
più
o
meno
conosciamo
,
tizio
o
caio
,
e
che
assumono
verso
l
'
Italia
d
'
oggi
,
l
'
atteggiamento
di
protesta
puritana
?
Ma
perché
i
capi
e
le
élites
mettano
in
moto
le
masse
hanno
bisogno
di
un
vecchio
ingrediente
:
il
paradiso
.
E
non
mica
qualche
paradiso
laico
,
come
sempre
ce
ne
hanno
descritto
gli
utopisti
.
Per
battere
la
Chiesa
,
completamente
provvista
con
tre
paradisi
,
quello
di
Adamo
ed
Eva
,
quello
"
poverista
"
in
cui
Venillot
e
il
suo
amico
R
*
*
si
trovavano
così
bene
,
e
quello
lassù
,
bisogna
che
i
capi
e
le
élites
dispongano
di
un
paradiso
come
ne
disponevano
i
Calvinisti
,
i
Mennoniti
,
i
Quaccheri
.
Vuoi
tu
rimandarci
ai
Circoli
di
Coltura
Religiosa
?
Ah
,
mon
bon
,
pas
si
bête
que
ça
!
Il
coraggio
di
mascherarsi
da
protestante
l
'
ha
soltanto
il
nostro
amico
Prezzolini
!
O
forse
tu
vuoi
dire
che
"
l
'
ardore
e
l
'
iniziativa
degli
operai
saranno
-
da
certe
nuove
circostanze
economiche
,
-
potenziati
a
un
nuovo
completo
impeto
rivoluzionario
?
Ebbene
allora
io
ti
chiedo
quale
espediente
rivoluzionario
mai
varrà
a
cancellare
il
marchio
anticapitalistico
impressoci
dalla
Chiesa
di
Roma
,
a
far
sorgere
quello
spirito
capitalistico
che
i
Comuni
,
il
Rinascimento
e
il
Risorgimento
non
sono
riusciti
a
far
sorgere
:
io
ti
domando
come
eviterai
che
la
rivoluzione
delle
masse
operaie
e
contadine
ricada
nel
vecchio
solco
del
poverismo
cattolico
,
non
sia
semplicemente
e
rovinosamente
un
pazzo
tentativo
di
ritorno
al
tempo
in
cui
con
venti
soldi
al
giorno
l
'
uomo
era
alloggiato
,
nutrito
,
libero
,
e
...
scriveva
ancora
dei
bei
libri
?
Valgono
insomma
,
non
contro
cotesti
nuclei
iniziali
che
sono
stimabili
,
ma
contro
una
loro
ipotetica
azione
politica
,
le
identiche
obiezioni
che
valgono
contro
"
la
demagogia
ridicola
di
Bombacci
e
di
Misiano
"
.
Essi
non
riescono
a
risolvere
il
problema
;
quale
io
lo
vedo
:
e
cioè
:
"
Come
è
possibile
che
una
nazione
,
destituita
di
spirito
capitalistico
come
la
nostra
,
possa
mettere
in
piedi
una
disciplina
sociale
valida
ad
affermarsi
di
fronte
alle
nazioni
,
che
la
loro
disciplina
sociale
traggono
da
quello
spirito
capitalistico
?
Come
è
possibile
che
l
'
Italia
non
diventi
una
colonia
-
o
non
lo
resti
?
"
Per
chiudere
con
un
filo
di
speranza
,
dopo
questa
domanda
che
pare
disperata
,
faccio
due
righe
di
inventario
.
1°
Non
siamo
soli
a
dover
risolvere
questo
problema
,
nel
mondo
.
Questo
problema
è
posto
,
in
termini
press
'
a
poco
identici
,
ai
popoli
slavi
e
alla
civilizzazione
cinese
.
Ecco
due
enormi
aggruppamenti
dell
'
umanità
destituiti
come
noi
,
più
di
noi
forse
,
di
spirito
capitalistico
:
eppure
ben
risoluti
,
mi
pare
,
a
non
diventare
colonie
anglosassoni
.
Siamo
in
buona
compagnia
.
2°
È
innegabile
che
un
inizio
di
cristallizazione
,
un
inizio
di
speciale
disciplina
sociale
si
svolge
attorno
al
cosiddetto
"
socialismo
"
di
cui
tu
ti
affretti
troppo
a
dichiarare
l
'
impotenza
.
Non
comprendo
,
a
dir
vero
,
l
'
interpretazione
missiroliana
del
fenomeno
socialista
.
Lo
intendo
invece
come
una
forma
di
poverismo
laico
,
che
però
manifesta
la
sua
originalità
in
questo
:
nella
costituzione
di
una
classe
dirigente
destituita
,
si
capisce
,
di
spirito
capitalistico
,
ma
reclutata
in
base
ad
un
certo
rituale
,
e
munita
delle
conoscenze
tecniche
necessarie
per
far
vivere
una
azienda
.
L
'
epiteto
di
"
mandarini
"
e
di
"
bonzi
"
lanciato
contro
gli
organizzatori
per
offenderli
mette
bene
in
rilievo
un
aspetto
di
questa
originalità
:
l
'
epiteto
poi
può
essere
trovato
offensivo
solo
dagli
ingenui
.
Se
e
come
questa
originalità
possa
svolgersi
:
se
e
come
questa
singolare
classe
dirigente
possa
essere
paragonata
a
quelle
che
,
in
Russia
(
funzionari
bolscevichi
)
e
in
Cina
(
funzionari
confuciani
)
,
cercano
di
difendersi
contro
gli
assalti
delle
classi
dirigenti
derivate
dalle
sétte
ascetico
-
laiche
e
sorrette
da
intenso
spirito
capitalistico
:
e
,
finalmente
,
quali
siano
i
rapporti
ideologici
di
essa
verso
la
Chiesa
Romana
e
la
sua
attività
:
tutte
queste
cose
sono
forse
di
un
grande
interesse
:
ma
per
non
cadere
nel
vago
dilettantismo
,
hanno
bisogno
di
essere
documentate
con
raffronti
e
citazioni
lunghissime
.
Perciò
chiudo
.
Tuo
Giovanni
Ansaldo
.
StampaPeriodica ,
Questa
lettera
di
Domenico
Giuliotti
non
vuol
essere
una
partecipazione
al
nostro
lavoro
.
È
l
'
antitesi
netta
ed
onesta
di
un
amico
per
il
quale
abbiamo
una
profonda
stima
.
In
questa
lettera
,
che
è
come
la
sintesi
di
tutto
il
libro
di
G
.
L
'
ora
di
Barabba
,
non
c
'
è
soltanto
poesia
,
c
'
è
una
notevole
e
rispettabile
fede
maturata
in
una
poderosa
unità
,
in
ferreo
anacronismo
.
La
rude
sincerità
di
Giuliotti
richiama
il
cattolicismo
alla
sua
logica
medioevale
e
diventa
,
come
altrove
s
'
è
notato
,
forza
feconda
dialettica
attraverso
cui
il
mondo
moderno
ritrova
la
sua
unità
.
Il
programma
di
Giuliotti
può
parere
esaltato
o
intemperante
alle
mezza
coscienze
,
paurose
di
ogni
posizione
rigida
,
tolleranti
per
comodo
e
per
poca
serietà
;
esso
ha
un
vizio
chiaro
di
anti
-
storicismo
messianico
,
ma
su
tutti
i
messianismi
utilitaristi
e
riformisti
ha
la
superiorità
che
scaturisce
da
una
terribile
coerenza
ideale
,
e
da
una
limpida
fede
,
ingenua
e
combattiva
,
nella
trascendenza
.
E
noi
stimiamo
la
sua
intransigenza
,
che
non
ci
stancheremo
mai
di
combattere
,
mentre
consideriamo
con
disdegno
tutti
i
catechismi
predicanti
transazioni
e
conciliazioni
.
StampaPeriodica ,
Una
nuova
ondata
di
famelici
sciacalli
fascisti
si
avventa
addosso
alla
carogna
non
ancora
spolpata
del
"
Corriere
della
Sera
.
"
Alla
fine
del
'25
,
dopo
la
espulsione
violenta
dei
fratelli
Albertini
e
di
alcuni
redattori
non
reducibili
alla
agilità
spinale
,
entrò
in
scena
una
gaia
brigata
di
mezze
(
e
anche
brutte
)
figure
politico
-
letterarie
capitanate
da
Ugo
Ojetti
sobbarcatosi
alla
non
onorifica
bisogna
per
il
modesto
soldo
di
600.000
lire
annue
.
Non
è
il
caso
di
ricordare
qui
le
capriole
che
l
'
Ojetti
ha
fatto
per
quasi
due
anni
,
allo
scopo
or
di
mostrare
una
relativa
,
quasi
impercettibile
,
indipendenza
di
giudizio
,
or
di
prostrarsi
untuoso
ed
implorante
sotto
la
sferza
del
"
duce
"
domatore
.
Ma
i
salamelecchi
,
gli
intrighi
,
le
lusinghe
,
i
colloqui
di
S
.
Rossore
ecc
.
non
sono
bastati
all
'
eclettico
scrittore
per
conservare
la
sedia
direttoriale
.
Il
Gran
Consiglio
Fascista
[
cioè
il
"
duce
"
]
decretò
che
i
giornali
dovessero
essere
in
mano
a
fascisti
al
cento
per
cento
.
Il
signor
Ojetti
non
è
per
costituzione
fisico
-
spirituale
che
al
50
per
cento
in
tutte
le
cose
e
in
tutte
le
occasioni
.
(
È
perfino
50
per
cento
di
senatore
.
)
Pensarono
perciò
di
eliminarlo
e
all
'
uopo
,
fecero
valere
una
mezza
stretta
di
mano
(
50
per
cento
)
che
,
nell
'
estate
del
'25
,
Ugo
Ojetti
fu
costretto
a
dare
a
Salvemini
,
chiuso
nella
gabbia
del
Tribunale
di
Firenze
.
L
'
insaziabile
Tantalo
era
quindi
,
da
oltre
un
mese
,
giudicato
e
virtualmente
licenziato
.
Si
colse
però
,
col
solito
coraggio
fascista
,
l
'
occasione
del
suo
viaggio
in
Grecia
(
a
mortificazione
del
fiero
e
indomabile
Foscolo
)
per
fargli
trovare
,
al
ritorno
,
quattro
righe
di
licenziamento
.
Il
Signor
Ojetti
(
nella
lieta
occasione
dell
'
incasso
del
solito
milione
di
indennità
)
ha
creduto
opportuno
far
sapere
che
"
due
anni
or
sono
fu
chiamato
dalla
fiducia
di
Sua
Eccellenza
(
non
dallo
stipendio
dei
Crespi
)
alla
direzione
del
'
Corriere
della
Sera
,
'
"
e
per
ripetere
al
Capo
del
Governo
e
al
fascismo
"
il
suo
ossequio
e
la
sua
fedeltà
.
"
Il
successore
di
Ojetti
è
Maffio
Maffii
che
,
almeno
,
si
aggirò
sempre
tra
i
nazionalisti
.
Inutile
dire
che
,
dal
punto
di
vista
tecnico
e
intellettuale
,
la
successione
Maffii
rappresenta
per
il
"
Corriere
"
un
altro
irreparabile
passo
per
la
via
della
sua
già
disastrosa
decadenza
.
Defenestrati
con
0jetti
,
sarebbero
alcuni
redattori
principali
.
Ciò
dimostra
che
neppure
sapienti
ed
opportuni
piegamenti
di
schiena
son
bastati
a
salvare
i
meno
flaccidi
superstiti
della
vecchia
redazione
.
La
tragi
-
comedia
dei
servi
sciocchi
e
dei
lestofanti
prosegue
.
Il
pubblico
ride
e
si
diverte
allo
spettacolo
.
Qualche
volta
anche
impreca
.
Perché
la
stampa
italiana
fu
un
giorno
il
simbolo
vivente
della
nazione
.
Oggi
,
anche
per
gli
olfatti
più
fascistizzati
,
sa
troppo
di
fogna
e
di
lupanare
.
StampaPeriodica ,
L
'
enorme
influenza
del
diritto
romano
sulla
vita
dell
'
Occidente
non
salta
fuori
in
niente
,
più
che
in
questo
:
che
dappertutto
sono
i
giuristi
,
i
dotti
nel
diritto
romano
,
i
figli
spirituali
della
curia
,
i
Zanardelli
e
i
Fera
di
tutti
i
tempi
che
sono
i
portatori
e
i
promotori
instancabili
dello
Stato
nazionale
;
cioè
dello
Stato
in
cui
l
'
attività
economica
è
indipendente
;
e
i
trasporti
mistici
sono
dichiarati
affari
estranei
alla
pubblica
amministrazione
.
La
grande
scuola
per
lo
Stato
"
razionale
"
è
il
procedimento
processuale
:
la
procedura
è
l
'
allenamento
migliore
per
gli
affari
di
Stato
.
Dallo
studio
del
diritto
romano
nelle
università
italiane
,
germina
un
ceto
politico
ben
distinto
:
i
giuristi
e
i
pratici
patentati
delle
Università
.
Accanto
al
chiericato
,
alla
casta
dei
letterati
e
degli
umanisti
,
alla
nobiltà
di
corte
,
e
alla
"
Gentry
"
inglese
,
essi
costituiscono
la
aristocrazia
politica
dell
'
Occidente
.
I
Potestà
italiani
,
i
canonisti
e
i
teologi
del
Conciliatorismo
,
i
giuristi
di
corte
dei
principi
del
Continente
,
i
teorici
monarcomachi
dei
Paesi
Bassi
,
la
"
noblesse
de
robe
"
dei
parlamenti
del
re
di
Francia
,
gli
avvocati
della
rivoluzione
francese
:
ecco
i
rappresentanti
del
razionalismo
giuridico
imparato
sulle
Pandette
e
applicato
alla
politica
,
cioè
a
formare
lo
Stato
razionale
:
ecco
i
gloriosi
-
sì
,
propriamente
gloriosi
-
antenati
degli
avvocatissimi
Zanardelli
e
Fera
.
Se
passiamo
in
rassegna
l
'
elenco
dei
membri
della
Convenzione
-
eletta
a
suffragio
universale
-
troviamo
:
un
proletario
,
unico
e
solo
:
pochissimi
imprenditori
borghesi
:
e
poi
avvocati
in
massa
,
di
tutte
le
specie
.
Dalla
Convenzione
in
poi
,
"
avvocato
"
e
"
democrazia
"
sono
indissolubili
.
La
democrazia
politica
è
l
'
incubatrice
degli
avvocati
,
e
la
ideologia
democratica
costituisce
il
loro
paradiso
terrestre
.
Quando
,
bene
o
male
l
'
Italia
rientrò
nella
corrente
della
civiltà
occidentale
e
capitalistica
,
gli
avvocati
,
naturalmente
,
si
impadronirono
dello
Stato
e
si
insediarono
a
Roma
.
Ma
Roma
è
una
preda
che
non
si
digerisce
.
Roma
,
la
Roma
più
potente
,
la
Roma
del
papa
,
aveva
due
ceti
politici
,
peculiarmente
sviluppati
:
i
chierici
e
i
letterati
.
Nel
Piemonte
o
a
Napoli
si
imparavano
le
Pandette
,
per
diventare
deputato
o
ministro
e
governare
la
plebe
:
negli
Stati
del
Papa
si
imparava
a
cantar
messa
o
a
scrivere
versi
latini
per
diventare
legato
,
e
-
ugualmente
-
governare
la
plebe
.
Quando
la
Monarchia
si
installò
a
Roma
,
gli
avvocati
che
la
accompagnarono
in
nome
dell
'
unità
nazionale
,
del
progresso
,
della
democrazia
,
ecc
.
risentirono
l
'
influenza
della
Roma
del
Papa
:
anch
'
essi
si
misero
a
imparare
a
cantar
messa
e
a
poetare
:
e
l
'
Italia
ebbe
un
ceto
che
si
occupava
di
politica
,
di
formazione
prevalentemente
giuridica
,
ma
con
infiltrazioni
di
sacrestia
e
di
Arcadia
:
fenomeni
come
il
Giornale
d
'
Italia
e
il
sen
.
Alfredo
Baccelli
non
si
spiegano
infatti
che
con
questo
trapianto
del
ceto
legale
,
diffuso
in
tutto
l
'
Occidente
,
in
terra
di
preti
.
Questa
classe
dirigente
universitaria
,
avvocatesca
,
letteratoide
,
assicurò
alle
masse
la
democrazia
politica
.
Ma
la
moltitudine
domanda
qualche
cosa
di
più
della
scheda
.
Essa
domanda
di
imitare
,
di
copiare
,
di
seguire
le
passioni
,
le
abitudini
sociali
,
lo
stile
di
vita
caratteristica
dei
ceti
governanti
.
Esempio
:
In
Francia
,
il
dominio
degli
avvocati
è
stato
fortemente
temperato
dall
'
influenza
della
nobiltà
di
Corte
.
Tutta
la
vita
pratica
di
tutti
i
francesi
subisce
ancora
oggi
gli
effetti
dell
'
imitazione
dell
'
"
esprit
de
salon
"
della
aristocrazia
francese
:
le
forme
e
le
convenzioni
sociali
di
tutti
i
francesi
,
anche
di
quelli
degli
strati
più
disgraziati
della
imitazione
del
"
geste
cavalier
"
del
XVII
secolo
:
tutta
la
Francia
di
oggi
imita
le
passioni
,
le
abitudini
,
lo
stile
dell
'
antico
regime
.
Quello
che
vi
stupirà
in
un
caporaluccio
francese
,
in
un
operaio
francese
,
per
quanto
umile
e
misero
,
sarà
la
disinvoltura
,
la
sicurezza
di
sé
,
l
'
aplomb
di
uomo
di
mondo
:
questo
sarà
sempre
ciò
che
i
tedeschi
e
gli
italiani
segretamente
invidieranno
ai
francesi
:
e
i
francesi
lo
sanno
,
perché
le
passioni
,
le
abitudini
e
lo
stile
dell
'
antica
aristocrazia
si
sono
diffuse
,
per
un
fenomeno
di
capillarità
,
fino
ai
più
umili
francesi
.
Ecco
un
esempio
di
democrazia
,
non
politica
,
ma
culturale
.
Un
altro
esempio
:
In
Inghilterra
,
il
dominio
degli
avvocati
è
stato
fortemente
temperato
dall
'
influenza
di
un
altro
ceto
politico
:
la
gentry
,
costituitasi
sul
cadere
del
medioevo
da
una
singolare
fusione
di
gentiluomeria
campagnola
e
di
notabili
cittadini
.
Tutta
la
vita
pratica
degli
inglesi
di
oggi
è
pervasa
da
convenzioni
,
pregiudizi
e
preconcetti
che
risalgono
all
'
imitazione
della
gentry
,
che
fin
dal
XVII
secolo
fu
il
ceto
"
che
dava
il
tòno
"
.
Oggi
,
quando
voi
incontrate
per
il
mondo
la
fredda
,
inesorabile
e
austera
prepotenza
britannica
,
sia
pure
incarnata
nell
'
ultimo
marinaio
della
Marina
di
sua
maestà
,
gli
è
perché
tutti
gli
inglesi
,
da
secoli
,
imitano
passioni
,
abitudini
e
stile
della
gentry
,
cioè
dei
loro
ceti
governanti
:
cioè
fanno
della
democrazia
culturale
.
I
tratti
essenziali
dunque
della
classe
dirigente
francese
o
in
quella
inglese
,
sono
facilmente
imitabili
,
cioè
facilmente
"
democratizzabili
"
.
Ma
che
cosa
possono
imitare
le
plebi
dalla
classe
dirigente
italiana
!
Non
si
imita
l
'
erudizione
giuridica
o
letteratoide
.
I
giuristi
non
hanno
la
corazza
delle
convenzioni
,
del
"
cant
"
propria
della
gentry
britannica
.
Il
"
commendatore
"
romano
,
tipica
espressione
della
nostra
classe
dirigente
,
è
spregiudicato
,
non
ha
passioni
perché
è
figlio
di
preti
:
le
sue
abitudini
si
sono
formate
sui
banchi
di
scuola
,
e
sui
banchi
di
scuola
e
di
università
si
diventa
scettici
e
pedanti
,
come
sui
divani
rossi
dei
postriboli
si
diventa
lazzaroni
.
Un
abisso
lo
separa
dal
resto
dei
mortali
:
la
laurea
;
una
montagna
lo
disgiunge
dalla
moltitudine
:
il
concorso
.
Cosa
possono
imitare
le
moltitudini
dei
ceti
dirigenti
?
Non
si
imita
la
formazione
mentale
giuridica
,
non
si
imita
il
gesto
avvocatesco
.
Fra
un
contadino
di
qualunque
regione
italiana
e
un
commendatore
o
onorevole
della
Capitale
,
v
'
è
una
differenza
nel
vedere
il
mondo
assai
maggiore
di
quella
che
vi
può
essere
fra
un
contadino
francese
e
il
Ministro
Poincaré
.
Il
tipo
di
cultura
proprio
della
classe
dirigente
italiana
,
e
maturato
perfettamente
in
Roma
fra
l
'
incenso
delle
sacristie
e
il
lezzo
delle
anticamere
,
non
è
imitabile
,
non
è
democratizzabile
.
L
'
unico
fatto
nuovo
,
innegabilmente
apportato
dal
Fascismo
nella
vita
italiana
,
è
questo
:
che
contro
a
questa
aristocrazia
di
avvocati
incapaci
di
farsi
imitare
,
il
fascismo
ha
presentato
qualche
diecina
di
migliaia
di
uomini
formatisi
,
non
sulla
panche
delle
università
,
ma
in
guerra
:
e
dotati
di
passioni
,
di
abitudini
e
di
costumi
che
impressionano
,
e
che
le
moltitudini
possono
imitare
con
estrema
facilità
.
Di
fronte
a
qualche
diecina
di
migliaia
di
giuristi
,
ha
suscitato
qualche
diecina
di
migliaia
di
guerrieri
.
Il
successo
di
imitazione
non
poté
essere
dubbio
.
Ma
l
'
aver
presentato
un
nucleo
sociale
di
guerrieri
non
giustifica
affatto
la
pretesa
del
Fascismo
di
aver
creato
finalmente
quella
classe
politica
,
che
mancò
finora
all
'
Italia
.
StampaPeriodica ,
Da
un
articolo
circolare
pubblicato
nei
giornali
del
regime
:
Arnaldo
Mussolini
,
giornalista
,
è
stata
una
delle
più
grandi
rivelazioni
del
fascismo
;
giornalisticamente
,
anzi
,
la
più
grande
rivelazione
.
Il
porco
che
scrive
.
L
'
anti
-
grammatico
Farinacci
ha
fatto
rappresentare
un
suo
dramma
"
Redenzione
"
con
grande
successo
.
L
'
asino
drammatico
.
Mario
Missiroli
[
toh
,
chi
si
rivede
!
]
ha
pubblicato
un
libercolo
:
Quota
90
.
Nel
libercolo
si
leggono
frasi
come
queste
:
Coloro
che
hanno
messo
insieme
un
modesto
gruzzolo
debbono
benedire
il
Presidente
del
Consiglio
...
Quando
Mussolini
avrà
vinta
anche
questa
battaglia
già
vinta
per
tre
quarti
,
la
stessa
gloria
di
Sella
sarà
oscurata
...
Il
presidente
del
Consiglio
,
con
l
'
intuizione
del
vero
uomo
di
Stato
...
L
'
on
.
Mussolini
sarà
salutato
un
giorno
come
il
fondatore
della
nuova
democrazia
e
il
grande
pacificatore
degli
italiani
...
Il
ministro
Belluzzo
[
i
competenti
lo
chiamano
"
Bestiuzzo
"
N.d.R.
]
con
l
'
autorità
che
gli
è
universalmente
riconosciuta
...
I
lucidi
articoli
di
Arnaldo
Mussolini
...
Le
benemerenze
dei
fratelli
Perrone
e
del
Comm
.
Pogliani
...
Il
discorso
impressionante
dell
'
on
.
Frisoni
...
Il
prof
.
Del
Vecchio
,
l
'
eminente
economista
...
A
.
O
.
Olivetti
,
il
più
vigoroso
scrittore
socialista
che
abbia
l
'
Italia
...
La
carta
del
lavoro
racchiude
alcuni
articoli
di
infinita
saviezza
...
Un
articolo
dell
'
on
.
De
Stefani
,
ecco
finalmente
una
parola
onesta
,
una
buona
azione
...
Dichiarazioni
dell
'
on
.
Bottai
,
di
una
portata
incalcolabile
,
e
che
suggeriscono
molti
problemi
di
un
interesse
ardente
...
E
così
di
seguito
per
85
pagine
.
Volete
sputare
?
...
Usate
la
faccia
di
Missiroli
!
Missiroli
fa
sapere
che
è
pronto
ad
inserirsi
per
non
essere
tagliato
fuori
al
non
lontano
volgere
a
sinistra
della
situazione
.
Missiroli
,
infatti
,
è
sinistro
.
StampaPeriodica ,
Sotto
il
titolo
:
"
Un
nuovo
atto
di
clemenza
dell
'
on
.
Mussolini
"
i
giornali
fascisti
hanno
pubblicato
:
"
Il
ventiseienne
Vittorio
Guidi
era
stato
inviato
al
confino
nelle
isole
Lipari
:
alla
fine
del
novembre
scorso
una
sua
bimba
si
ammalava
gravemente
ed
egli
inviava
una
supplica
all
'
on
.
Mussolini
perché
gli
permettesse
di
andare
per
due
settimane
a
Bologna
.
Il
capo
del
governo
accoglieva
benignamente
la
supplica
,
ma
il
confinato
ritornava
a
Bologna
dopo
che
la
sua
bimba
era
morta
.
Scaduti
i
15
giorni
egli
si
apprestava
a
far
ritorno
alle
Lipari
,
quando
riceveva
comunicazione
che
l
'
on
.
Mussolini
,
con
un
nuovo
gesto
di
clemenza
,
lo
graziava
definitivamente
.
Egli
ha
spedito
al
capo
del
governo
un
messaggio
di
commossa
gratitudine
.
"
Gli
scribi
fascisti
hanno
evidentemente
perduto
ogni
senso
di
pudore
umano
,
se
compiono
l
'
abbominevole
tentativo
di
sfruttare
,
a
vantaggio
del
regime
,
questo
nuovo
episodio
di
crudeltà
e
di
cinismo
.
Ecco
che
cosa
significa
il
domicilio
coatto
!
Non
bastano
le
privazioni
,
le
umiliazioni
,
la
clausura
,
l
'
odiosa
sorveglianza
oppressiva
degli
sgherri
in
camicia
nera
:
la
sofferenza
dei
deportati
è
acuita
dalla
preoccupazione
dei
genitori
,
delle
spose
,
dei
figli
che
la
ferocia
dei
dominatori
tiene
divisi
e
lontani
,
come
bersagli
ed
ostaggi
.
E
quando
al
coatto
arriva
la
notizia
che
una
sua
bimba
è
malata
,
egli
deve
degradarsi
per
rivederla
ed
assisterla
:
deve
inviare
una
"
supplica
"
al
tiranno
che
,
come
un
nuovo
Caligola
,
si
compiace
barbaramente
dell
'
agonia
morale
della
vittima
genuflessa
.
Ma
la
"
licenza
,
"
per
ottener
la
quale
l
'
angoscia
del
padre
ha
vinto
la
fierezza
dell
'
uomo
,
non
viene
elargita
se
non
quando
la
piccina
,
fatta
orfana
dalla
niquizia
di
un
despota
,
è
già
morta
.
E
mentre
il
padre
,
che
non
ha
potuto
baciare
neppure
la
fredda
spoglia
della
sua
creatura
,
pensa
,
nella
sua
muta
disperazione
,
al
ritorno
nell
'
isola
maledetta
,
la
sposa
ed
i
figli
gli
si
stringono
alle
ginocchia
e
lo
supplicano
di
restare
:
di
restare
ad
ogni
costo
,
perché
li
spaventa
la
solitudine
,
di
fronte
all
'
atrocità
del
loro
destino
.
Allora
,
sulla
soglia
della
casa
desolata
,
si
profila
il
ghigno
tentatore
del
falso
amico
,
dell
'
agente
provocatore
che
il
fascismo
corruttore
ha
dovunque
ai
suoi
servigi
,
come
la
spia
.
Egli
assicura
che
il
"
duce
clemente
"
farà
grazia
se
il
deportato
confesserà
semplicemente
il
proprio
errore
in
un
"
messaggio
di
commossa
gratitudine
.
"
La
resistenza
dell
'
uomo
è
sopraffatta
ancora
una
volta
dalle
implorazioni
dei
figli
superstiti
e
dal
martoriato
amore
del
padre
.
Il
patto
è
stipulato
:
lo
sciagurato
sottoscrive
la
propria
condanna
morale
;
e
,
mentre
l
'
agente
intasca
il
prezzo
della
sua
mediazione
,
il
tiranno
agita
,
dalle
colonne
della
stampa
asservita
,
il
"
messaggio
"
di
umiliazione
come
un
trofeo
di
vittoria
e
come
un
'
attestazione
della
propria
magnanimità
.
Ma
la
piccola
bara
rimane
incontaminata
.
E
la
luce
di
pietà
che
si
irradia
dal
sacrificio
dell
'
innocente
,
investe
il
volto
repugnante
della
belva
umana
dietro
la
maschera
della
falsa
clemenza
.